Helicopter Money in arrivo ?

Eccoci a un nuovo appuntamento con un articolo dedicato all’Helicopter money vale a dire  una politica monetaria ipotizzata come estremo tentativo –mai attuato – per rilanciare l’economia e che consiste letteralmente nel “lanciare soldi da un elicottero”.L’espressione “helicopter money” deriva da una provocazione fatta dall’economista Milton Friedman nel 1969 mentre spiegava quali fossero i meccanismi di trasmissione di denaro dallo Stato all’economia reale,leggetelo con attenzione perchè non sarà tempo perso !

Secondo Friedman, se tutte le strategie ortodosse di politica monetaria non avessero funzionato, al peggio si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro lanciandolo direttamente da un elicottero in modo da aumentare l’inflazione:

“Supponiamo adesso che un giorno un elicottero sorvoli questa comunità e lanci 1.000 dollari dal cielo, che, ovviamente, verrebbero frettolosamente raccolti dai membri della comunità. Supponiamo inoltre che tutti siano convinti che questo è un evento unico che non sarà mai più ripetuto”.
(M. Friedman, The Optimum Quantity of Money, 1969)

L’ipotesi di Friedman si basa tuttavia su condizioni piuttosto restrittive: la gente non deve risparmiare il denaro gettato dall’elicottero e l’economia deve trovarsi al pieno impiego. (Condizione in essere negli USA con un tasso di disoccupazione al 3,5% mai stata così bassa in tutta la sua storia)

Solo in questo scenario sarebbe lecito aspettarsi un aumento della domanda nominale e quindi dell’inflazione.

La metafora del padre del monetarismo fu successivamente rilanciata nel 2002 da Ben Bernanke (prima della sua nomina a presidente della Fed): egli suggerì alla Bank of Japan di stampare denaro per finanziare un taglio delle tasse in modo da distribuire la moneta direttamente sull’economia, attraverso tagli fiscali e la distribuzione diretta di denaro ai cittadini mediante le poste.

In una fase in cui la politica monetaria in entrambe le sue forme, convenzionali e non convenzionali, sta risultando inefficace (credito e i consumi non stanno aumentando adeguatamente),(Condizione in essere in ITALIA da molti anni oramai ) torna di attualità l’ipotesi contemplata da Friedman.In sostanza la proposta è quella di versare denaro direttamente nelle tasche di cittadini e imprese creando moneta e/o tagliando le tasse. Operazione che può essere finanziata attraverso la creazione di moneta da parte delle banche centrali diretta ad acquisti incrementali di debito pubblico.

Questa cosa è stata “parzialmente” fatta in Italia con l’introduzione del Reddito di Cittadinanza e del bonus di 80 euro di Renzi , ma manca sicuramente la riduzione del cuneo fiscale e/o l’introduzione della Flat-Tax di cui al momento non parla più nessuno dopo la caduta del Governo precedente ad Agosto 2019.

Come tutti sapete a Novembre 2019 partirà il QE4 negli USA ( e analoga politica attuerà la BCE in Europa) ma fino ad oggi questa politica non ha raggiunto alcun obiettivo , l’inflazione è sempre asfittica e si rischia ancora una stag-flazione (stagnazione-deflazione) come accaduto dagli anni 90 a oggi  dopo l’esplosione della  famosa Bolla Asiatica in Giappone.

Diversi esperti studiano la questione da tempo e la trovano plausibile:
Tra i sostenitori dell’Helicopter Money troviamo Adair Turner, accademico, membro della camera dei Lord ed ex presidente della Financial Service Authority inglese. Per Turner l’incapacità del Quantitative Easing di produrre un adeguato livello di sviluppo suggerisce che i paesi che si trovano di fronte a una situazione caratterizzata da bassi livelli di crescita, bassi tassi di interesse, debiti elevati,(Condizione in essere in Italia da molti anni) dovrebbero prendere in considerazione l’ipotesi di creare moneta e distribuirla al popolo.(Non essendo più in grado di stampare moneta questa politica in Italia non può essere attuata in “autonomia” ovviamente anche perchè vietata dai Trattati Europei e persino alla BCE che non può entrare nella Politica Fiscale dei Paesi  , se non con Nuovo Indebitamento con emissioni di titoli di Stato  -Acquistati chiaramente dalla BCE ) e/o con provvedimenti a termine e da rifinanziare come l’introduzione del Reddito di Cittadinanza e il Bonus di 80 euro di Renzi , Bonus 500 euro per i 18enni o la Quota 100 ecc ecc ,provvedimenti che da soli però non bastano come ampiamente dimostrato dai dati del PIL Italiano con crescita estremamente ridotta o prossima allo zero ) In tal modo la domanda di beni e servizi ne riceverebbe un forte impulso e il livello dello stimolo sarebbe proporzionale al valore della nuova moneta creata.

Quello dell’Helicopter Money resta comunque un tema che divide esperti ed economisti, sia per gli effetti che per le difficoltà politiche di attuare una misura del genere al punto che fino ad oggi non è stato mai attuato.

Il motivo per il quale fino ad oggi l’Helicopter money non è mai stato attuato è che potrebbe fare salire l’inflazione in maniera molto rapida (curiosa l’introduzione negli ultimi mesi di prodotti che proteggono dall’Inflazione da parte di Poste Italiane vero ?) ma potrebbe anche creare  una forte domanda interna con il rischio di creare uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti alimentato da acquisti di merci estere (curiosa l’introduzione proprio durante quest’anno di Dazi USA nei confronti di Cina e Europa non trovate ? )
Ma se la FEDERAL RESERVE o la BCE attuassero la politica dell’Helicopter money sconfinerebbero nella politica fiscale, che non è tra i loro compiti.(Ma anche le ultime dichiarazioni di Draghi sulla necessità di forti Politiche Fiscali da parte dei Paesi Europei non la trovate curiosa ?) .Poco praticabile in Europa, come sottolineato dal Governatore della Bce Mario Draghi, in quanto il finanziamento monetario esplicito del deficit pubblico è vietato dai trattati europei….ma gli ultimi interventi…..non sembrano sullo stesso tono del passato.
Altro motivo che ne ha impedito fino ad oggi l’utilizzo è che sicuramente i Governi potrebbero approfittare di questo strumento a scopi elettorali (cosa accaduta con gli 80 euro di Bonus Renzi e per il Reddito di Cittadinanza di Di Maio e non accaduta per la tanto sbandierata Flat Tax “silurata” ad Agosto con chi la proponeva).

Concludendo questo articolo, che speriamo sia stato di Vs. interesse , volevamo evidenziare a tutti Voi alcune situazioni che tutto ci paiono tranne che casuali nello scacchiere Macro-Politico-Economico  e che ci hanno fatto proprio pensare di ricapitolare voce per voce  a tutti Voi quanto segue :

  1. La gente non deve risparmiare il denaro gettato dall’elicottero e l’economia deve trovarsi al pieno impiego. Condizione in essere negli USA con un tasso di disoccupazione al 3,5% mai stata così bassa in tutta la sua storia)Solo in questo scenario sarebbe lecito aspettarsi un aumento della domanda nominale e quindi dell’inflazione.(Condizione in essere per attuare l’Helicopter Money)
  2. Emissione da parte di Poste Italiane Spa di prodotti per “difendersi” dall’inflazione.( l’Helicopter Money potrebbe generare un repentino aumento dell’inflazione).Guarda caso la distribuzione di denaro con l’Helicopter Money ai Cittadini sarebbe proprio tramite le Poste di ogni Nazione e questo per ovvi motivi di capillarità sul territorio Nazionale)
  3. Le stesse “Mosse” fatte da Donald Trump (Dazi su prodotti Cinesi e Europei) più le osserviamo e più ci  appaiono “contromisura” alla forte domanda  che deriverebbe dall’introduzione negli USA dell’Helicopter money (introducendo i Dazi riduco il rischio di squilibri nella bilancia dei pagamenti alimentato dall’acquisto di Prodotti Esteri)
  4. Infine lo stesso Governatore della BCE , Mario Draghi che durante l’ultimo meeting della BCE chiese  agli Stati di intervenire a Livello Fiscale perchè la sola Politica monetaria non è sufficiente (vale a dire esattamente quanto dice Friedman : se tutte le strategie ortodosse di politica monetaria non avessero funzionato, al peggio si sarebbe potuti ricorrere alla distribuzione di denaro lanciandolo direttamente da un elicottero in modo da aumentare l’inflazione)e anche in questo caso ci sono le condizioni per l’attuazione dell’Helicopter money.
  5. L’Inflazione negli USA e in Europa è salita con le Politiche Monetarie di FEDERAL RESERVE e BCE ? No. Ed era uno dei punti centrali della Politica Monetaria Espansiva di questi 10 anni da parte delle Banche Centrali. Anche lo stesso evidente distacco tra l’Economia Reale e i Mercati Finanziari potrebbero essere altro tassello a conferma di quanto pensiamo.Cosa potrebbe fare aumentare l’inflazione e ridare vigore all’economia reale ?L’Helicopter money.
  6. Ma la stessa richiesta da parte della Germania di politiche meno restrittive per il Bilancio ,dopo evidenti segnali di rallentamento della Locomotiva d’Europa si sposa alla perfezione con l’eventuale adozione dell’Helicopter money e anche in Germania il tasso di disoccupazione è del 3,5% come negli USA ,praticamente piena occupazione. Operazione che può essere finanziata attraverso la creazione di moneta da parte delle banche centrali diretta ad acquisti incrementali di debito pubblico (negli USA in EU ridefinendo alcune norme nei Trattati si potrebbe fare allo stesso modo).

NON SARA’…..che in questi ultimi 12 mesi HANNO MESSO le BASI per ADOTTARE PROPRIO l’Helicopter money visto che sono e stanno intervenendo proprio sui “punti critici” dell’eventuale adozione di questo provvedimento ?

Helicopter Money <—wikipedia For our readers in English

SFI TRADING ADVISOR spesso si diverte anticipando trend a fare da Helicopter Money  spostando ricchezza dai Giostrai (che Manipolano i Mercati con il loro “Cartello Finanziario “) alla Gente e sinceramente è proprio  il motivo per il quale questo sito è tornato On Line ,ma di sicuro non possiamo competere con il “vero” Helicopter Money.

Nulla avviene per caso , ne’ in Politica , ne’ in Economia , ne’ sui Mercati.

E nelle ultime mosse che Vi abbiamo sottolineato ……qualche “indizio” c’è.

Good Luck !

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News seguite al nostro Articolo

Bollo auto gratis per 5 anni e poi scontato al 75%: ecco per quali veicoli

Su 18 delle 20 Regioni italiane il bollo auto è gratis per i primi 5 anni dall’immatricolazione e poi ridotto del 75% per gli anni successivi

di , pubblicato il 

Il bollo auto gratis per i primi 5 anni dall’immatricolazione. In alcune regioni italiane c’è questa agevolazione limitata solo ad una determinata categoria di veicoli.

La tassa automobilistica, ricordiamo, è quella che si paga per il possesso del veicolo. E’ di competenza regionale (salvo l’eventuale quota del superbollo che, invece, finisce nella casse dello Stato). Il legislatore stabilisce dei casi di esenzione come, ad esempio, quella per i veicoli posseduti dai disabili.

Ad ogni modo, ciascuna Regione può autonomamente fissare anche altre ipotesi in cui non far pagare il bollo auto.

Dove e quando c’è il bollo auto gratis

Sulle 20 Regioni italiane, 18 di esse hanno stabilito il bollo auto gratis per i primi 5 anni a decorrere dalla data di prima immatricolazione. Decorso tale termine, la tassa è ridotta del 75%.

L’agevolazione in commento, tuttavia, è limitata agli autoveicoli elettrici. Ciò significa che, ad esempio, per un veicolo elettrico immatricolato ad ottobre 2021 il bollo auto gratis si avrà fino al 2026. Dopo tale periodo, l’importo della tassa dovuta sarà ridotto del 75% (quindi, per un bollo pari a 300 euro l’importo da versare sarà il 25% di 300 euro, ossia 75 euro).

Le Regioni italiane in cui si applica questa agevolazione sono:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Campania
  • Calabria
  • Emilia Romagna
  • Friuli Venezia Giulia
  • Lazio
  • Liguria
  • Marche
  • Molise
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia
  • Toscana
  • Trentino Alto Adige
  • Umbria
  • Valle d’Aosta
  • Veneto.

Per le Regioni Piemonte e Lombardia, invece, il bollo auto gratis è in via permanente (ossia i veicoli sono esenti dal bollo per sempre).

Bonus 110 fino al 2023 per tutti e beneficio anche per case non accatastate: tutte le novità in arrivo

Arrivano nuove richieste, da Camera e Senato, al Governo in merito al bonus 110: proroga e l’estensione degli immobili ammessi

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Nella giornata di ieri, 6 ottobre 2021, Camera e Senato hanno approvato la risoluzione di maggioranza sul Nadef 2021 (Nota di aggiornamento al Def).

Tra le richieste al Governo, oltre che una proroga del bonus 110 fino alle spese del 2023, i parlamentari chiedono anche l’estensione dell’ambito oggettivo di applicazione del super beneficio fiscale.

Proroga del bonus 110 per tutti fino al 2023

Nell’attuale formulazione (art. 119 del decreto Rilancio e successive modificazioni), il bonus 110 presenta scadenze diverse a seconda della tipologia di immobili oggetto dei lavori. In dettaglio, spetta per lavori trainanti e trainati effettuati su:

  • unità unifamiliari, a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 30 giugni 2022
  • condominio, a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2022
  • edifici da 2 a 4 unità abitative a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2022, a condizione che entro il 30 giugno 2022 siano completati lavori per il 60% di quelli previsti (c.d. SAL – Stato Avanzamento Lavori)
  • edifici ex IACP a fronte di spese sostenute nel periodo 1° luglio 2020 – 31 dicembre 2023, a condizione che entro il 30 giugno 2023 siano completati lavori per il 60% di quelli previsti.

La richiesta di Camera e Senato al Governo avanzata nella risoluzione di maggioranza al Nadef 2021 è quella di estendere il bonus 110 fino alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 senza porre nessuna condizione sul SAL e con riferimento a tutti gli immobili ammessi.

Estensione anche agli immobili non accatastati

Ad oggi lo sgravio fiscale del 110 si applica solo per lavori eseguiti su edifici residenziali “esistenti” alla data di inizio lavori. La prova dell’esistenza dell’immobile è, ad esempio, rappresentata dalla sua iscrizione al catasto o dalla presentazione della domanda di accatastamento.

L’altra proposta al Governo è quella, invece, di inserire tra gli immobili ammessi alla super agevolazione anche quelli in stato di degrado, c.

d. collabenti, non accatastati oppure accatastati ma privi ancora di rendita.

L’intento, dunque, è quello di estende il bonus 110 al maggior numero di immobili presenti sul territorio nazionale. Sul punto, ricordiamo, comunque, che l’Agenzia delle Entrate si è già espressa in senso favorevole ad ammettere nel 110 anche gli interventi eseguiti su immobili in corso di definizione (categoria catastale F/4), ossia unità immobiliari già ultimate, ma non ancora definite dal punto di vista funzionale e strutturale.

Assegno unico temporaneo: ecco chi è ancora tempo per presentare la domanda

La tempestività nella presentazione della domanda per l’assegno unico temporaneo, impatta sulla possibilità di ottenere gli arretrati

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Ci sarà tempo fino al 31 ottobre per presentare la domanda per l’assegno unico temporaneo, A.T. Il nuovo termine è stato comunicato dall’INPS con apposito messaggio pubblicato nella giornata di ieri.

L’assegno temporaneo per i figli minori

Il D.l. 79/2021 ha previsto il c.d assegno temporaneo per figli minori (AT). In attesa dell’adozione dei decreti legislativi con i quali dare piena attuazione all’assegno unico.

L’Assegno temporaneo è erogato dall’INPS in presenza di figli minori di 18 anni, ivi inclusi i figli minori adottati e in affido preadottivo.

Ai fini della richiesta dell’assegno temporaneo, il contribuente deve rispettare precisi requisiti. Tra i quali, ad esempio: essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea (o rispettare altre condizioni); pagare le tasse in Italia;  essere residente e domiciliato in Italia con i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età; avere un ISEE  in corso di validità, ecc.

L’assegno temporaneo è incompatibile con l’assegno al nucleo familiare (ANF) di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 69 del 1988.

Sulla condizione di figlio a carico, rileva il limite reddituale di 4.000 euro.

Domande in proroga entro il 31 ottobre con gli arretrati

Con la circolare n. 93 del 30 giugno 2021, l’INPS ha  fornite indicazioni in ordine alle caratteristiche della misura, ai requisiti per accedere alla stessa, alle incompatibilità previste, alle modalità e ai termini di presentazione delle domande.

La circolare aveva individuato nel 30 settembre l’ultima data utile per presentare la richiesta dell’assegno temporaneo e degli arretrati.

Da qui:

  • per le domande presentate entro il 30 settembre 2021, sarebbero state corrisposte  le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021;
  • per le domande presentate successivamente al 30 settembre 2021, la decorrenza della misura doveva corrispondere al mese effettivo di presentazione della domanda (cfr. l’art. 3, comma 1, del decreto-legge n. 79/2021, nella versione in vigore fino al 29 settembre 2021).

Dunque, in tale ultimo caso, l’assegno sarebbe stato riconosciuto dal mese di presentazione della domanda. Senza arretrati.

Con il messaggio n°3340 di ieri, l’INPS, ha ufficializzato l’intervento di proroga di cui all’art.4 del D.L. 132/2021.

Nei fatti, le domande per l’assegno temporaneo possono essere presentate fino al 31 ottobre 2021. Senza che ciò comprometta la spettanza degli arretrati del mese di luglio 2021 in avanti.

Infatti, nel messaggio è specificato che

per le domande presentate fino al 31 ottobre 2021, saranno corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio 2021, mentre per quelle presentate successivamente a tale data l’Assegno temporaneo sarà erogato a decorrere dal mese di presentazione della domanda.

Di quanto sarà il Bonus Cashback 2022: si parla di premi più ricchi ma è vero?

I fondi stanziati dal governo per il Bonus Cashback dovrebbero essere decisamente inferiori: 500 milioni di euro per il 2022.

di , pubblicato il 

Come già sappiamo, a partire dal secondo semestre del 2021, quindi dal 1° luglio, il tanto discusso bonus Cashback è stato sospeso. Ad ogni modo, non si è mai parlato di un addio definitivo. Il bonus cashback, già dal prossimo anno, dovrebbe ritornare, ma questa volta con alcune modifiche rilevanti.In questi giorni, secondo alcune indiscrezioni, il cashback 2022 potrebbe essere più generoso rispetto che in passato. In realtà, lo chiariamo fin da subito, così non è! e questo lo si evince già nelle intenzioni del governo di ridurre drasticamente i fondi ad esso destinato. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus Cashback 2022, le modifiche che il governo potrebbe presto apportare

Come già detto in apertura, il bonus cashback dovrebbe ritornare già a partire dal primo gennaio 2022. Ma con il nuovo anno, arriveranno anche alcune sostanziali novità, a partire dal costo dell’intero programma.I fondi stanziati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrebbero essere decisamente inferiori: 500 milioni di euro per il 2022, contro i 5 miliardi stanziati dal precedente esecutivo, di cui 3 soltanto per il 2022. Già da questo dato si evince che la misura sarà decisamente meno generosa rispetto che in passato. Ma cosa cambierà dal prossimo anno?Per prima cosa, non tutti i cittadini potranno partecipare al bonus cashback, ma soltanto i meno abbiente. Infatti, dal prossimo anno, dovrebbe essere prevista una sorta di soglia reddituale, in modo da incentivare solamente i cittadini con un Isee inferiore ad una certa soglia.Il Governo starebbe ragionando anche su un abbassamento del numero minimo di transazioni necessarie per ottenere il bonus. Stiamo parlando delle 50 transazioni a semestre che erano necessarie per poter ottenere le somme accumulate.Infine, tra le novità più importanti, si vorrebbe eliminare definitivamente il super bonus cashback, terreno fertile per i furbetti delle micro-transazioni.Ad ogni modo, lo ribadiamo ancora una volta, allo stato attuale si tratta solamente di semplici indiscrezioni. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi del bonus cashback 2022.

Titolo: Giappone: Kishida valutera’ pagamenti diretti a persone in difficolta’
Ora: 04/10/2021 16:48
Testo:
MILANO (MF-DJ)–Il nuovo primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha
chiesto una distribuzione piu’ aggressiva della ricchezza verso coloro che
hanno redditi medi e bassi e ha citato possibili nuove elargizioni in
contanti per le persone che stanno soffrendo a causa della pandemia.

Kishida ha parlato in una conferenza stampa alcune ore dopo essere stato
eletto primo ministro dal Parlamento giapponese. L’ex ministro degli
Esteri 64enne e’ stato eletto capo del Partito Liberal Democratico al
potere il 29 settembre, assicurandosi l’incarico di primo ministro.

Sebbene non abbia proposto alcun netto allontanamento dalle politiche
dei suoi predecessori, Kishida ha adottato un tono piu’ liberale, nel
senso americano del termine, sull’economia. Ha sottolineato che la terza
economia mondiale sta vedendo un divario sempre piu’ ampio tra ricchi e
poveri che deve essere colmato attraverso la distribuzione della ricchezza
a coloro che sono indietro. “Dobbiamo creare un ambiente in cui i frutti
della crescita siano adeguatamente distribuiti”, ha affermato in
conferenza stampa.

Kishida ha dichiarato che prendera’ in considerazione l’erogazione di
contanti a madri single, lavoratori senza un lavoro stabile e altre
persone che stanno soffrendo durante il Covid-19. L’anno scorso il Governo
ha distribuito quasi 1.000 dollari a ogni residente e Kishida ha anche
affermato che il suo Esecutivo esaminera’ le agevolazioni fiscali per le
aziende che utilizzano le loro riserve di liquidita’ per aumentare gli
stipendi dei lavoratori piuttosto che aumentare solo i dividendi.

Il premier ha detto che se le persone a basso reddito avranno piu’ soldi
in tasca, questo stimolera’ la spesa dei consumatori. Tuttavia, qualsiasi
spinta per limitare i dividendi aziendali potrebbe danneggiare il mercato
azionario, che e’ cresciuto notevolmente tra il 2012 e il 2020 quando
Shinzo Abe era primo ministro.

E’ probabile che i piani di stimolo occupino un posto di rilievo nella
campagna di Kishida di questo mese per mantenere la maggioranza del
Partito liberaldemocratico nella camera bassa del Parlamento, la piu’
potente delle due camere. Kishida ha detto che le elezioni alla camera
bassa si terranno il 31 ottobre.

L’economia giapponese si e’ ripresa lentamente dalla pandemia di
Covid-19, dato che i ripetuti stati di emergenza quest’anno hanno frenato
la spesa dei consumatori per viaggi, ristoranti e intrattenimento. Il
prodotto interno lordo del Paese nel trimestre aprile-giugno e’ rimasto di
oltre il 3% al di sotto del picco raggiunto nel terzo trimestre del 2019.

Di recente i segnali sono migliorati, anche se era troppo tardi per
salvare l’impopolare Governo dell’ex primo ministro Yoshihide Suga, che
all’inizio di settembre ha detto che si sarebbe dimesso. Il numero medio
di sette giorni di infezioni di Covid-19 e’ diminuito di oltre il 90%
rispetto al picco di agosto, consentendo al Governo di revocare lo stato
di emergenza la scorsa settimana. I distretti dello shopping e i
ristoranti sono stati affollati durante il fine settimana mentre i freni
volontari alle attivita’ commerciali sono stati allentati.

Il sentiment tra i grandi produttori giapponesi e’ migliorato al livello
piu’ alto da quasi tre anni nel sondaggio trimestrale della Banca del
Giappone pubblicato venerdi’, grazie alla ripresa economica globale.
Kishida ha affermato di volere approvare uno stimolo economico del valore
di diverse centinaia di miliardi di dollari per riportare l’economia alla
normalita’.

Bonus 2021: ecco quelli con ISEE e quelli per tutti

I Bonus 2021 riconfermati sono in gran parte accessibili senza limiti ISEE, quindi validi per tutti. Scopri quali sono i Bonus 2021.

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I Bonus 2021 riconfermati sono in gran parte accessibili senza limiti ISEE, quindi validi per tutti. Scopri quali sono i Bonus 2021.

Per meglio fronteggiare la pandemia e la conseguente crisi economica, il governo italiano ha introdotto diversi bonus.

Bonus 2021 riconfermati sono in gran parte accessibili senza limiti ISEE, quindi validi per tutti. Tanti contributi stanziati dallo Stato vengono regolati, gestiti ed erogati direttamente dall’INPS.

Scopri quali sono i Bonus 2021 con e senza ISEE.

Bonus 2021 con ISEE: ecco quali sono

Per il Bonus PC o TV Decoder, l’ISEE non deve superare determinati importi.

Il Bonus PC spetta a chi ha l’ISEE che non supera i 20mila euro: prevede un indennizzo di 500 euro (300 euro per tablet o PC in comodato d’uso e 200 euro per una connessione rete di almeno 30 Mbps di velocità). Si può richiedere anche solo la connettività con un bonus di 200 euro: in tal caso, può richiederlo chi ha un ISEE fino a 50mila euro.

C’è l’alternativa al PC: il Bonus TV Decoder che prevede uno sconto di 30 euro per l’acquisto di un Decoder o di una TV. Spetta a chi ha l’ISEE fino a 20mila euro.

Il Bonus TV Decoder è cumulabile al Bonus Rottamazione TV che non richiede ISEE bensì il vecchio TV da rottamare.

Il Bonus Vacanze richiede un ISEE inferiore a 40mila euro e prevede tre fasce d’indennizzo:

– 150 euro per nuclei familiari con un solo soggetto;

– 300 euro per famiglie con 2 soggetti;

– 500 euro per famiglie con 3 o più soggetti.

Bonus 2021 senza limiti ISEE per tutti

Tra i Bonus 2021 che non prevedono alcun limite ISEE, abbiamo appena citato il Bonus Rottamazione TV per l’acquisto di un nuovo televisore per il passaggio ai nuovi standard del digitale terrestre (codici Dvbt-2/Hevc Main).

Spetta a chi è residente in Italia, rottama correttamente il vecchio Tv (acquistato prima del 22 dicembre 2018) ed è in regola con il pagamento del canone RAI (sono esentati gli over 75). Si può richiedere entro il 31 dicembre 2021 o, meglio, fino ad esaurimento dei fondi da 250 milioni di euro. Prevede uno sconto del 20% (fino a 100 euro) praticato direttamente dal rivenditore (anche online) che aderisce all’iniziativa. Unito al Bonus TV Decoder si arriva ad uno sconto complessivo di 130 euro.

Anche il Bonus Terme per l’accesso ai servizi di ristoro o balneazione per residenti in Italia maggiorenni non richiede l’ISEE: prevede un rimborso fino a 200 euro non cedibile. I servizi termali prescelti per il Bonus Terme non devono essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Niente ISEE neanche per il Bonus Cultura (spettante a chi ha compiuto 18 anni entro il 31 dicembre 2020 e con accesso a 18app) e per la Carta del Docente (per docenti in ruolo con contratto a tempo indeterminato). Vengono erogati in forma di voucher da 500 euro da spendere per acquistare libri/riviste per la formazione docenziale o scolastica, prodotti software/hardware (per docenti), biglietti per l’accesso a musei, teatri e cinema, corsi formativi di aggiornamento (per docenti).

Bonus famiglia 2021 senza ISEE

Sono 3 i bonus famiglia senza limiti ISEE:

 Bonus bebè (assegno di natalità), un assegno alle famiglie italiane che hanno avuto un figlio (o l’hanno adottato) tra il 2020 e il 2021. L’assegno ha la durata di un anno (erogato in 12 mensilità dall’INPS) e l’importo varia in base a 3 fasce di reddito:

– 160 euro al mese per un figlio (192 euro per il successivo) con ISEE pari o inferiore a 7mila euro annui;

– 102 euro al mese per un figlio (144 euro per il successivo) con ISEE superiore ai 7mila euro entro il limite dei 40mila;

– 80 euro al mese per un figlio (96 euro per il successivo) con ISEE che supera i 40mila euro annui;

– Bonus asilo nido per famiglie con bambini nati o adottati da 0 a 3 anni. Contribuisce al pagamento delle rette annuali degli asili nido (privati o pubblici) o dell’assistenza domiciliare per bimbi con importanti patologie o gravi disabilità fino a 3 anni.

Pur non richiedendo l’ISEE, è bene presentare l’ISEE minorenni perché, in base al reddito annuo, si può ottenere l’importo massimo di 3mila euro. L’importo minimo è di 1.500 euro annui. Il bonus va richiesto per ogni figlio;

– Bonus Mamma Domani, noto anche come Premio alla nascita, un assegno di 800 euro erogato dall’Inps per la nascita di un bambino, adozione o affidamento. Bisogna avere la cittadinanza italiana e risiedere in Italia.

Bonus terme, c’è la data: si parte l’8 novembre. Come non perdere i 200 euro

Si potrà richiedere il bonus terme a partire dall’8 novembre 2021. Ecco cosa bisogna fare per ottenere lo sconto da 200 euro.

di , pubblicato il 
Bonus terme 2021, guida alla compilazione del modulo

Invitalia – l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con un comunicato stampa del 1° ottobre 2021, ha reso nota la data di attivazione della piattaforma che consentirà di richiedere il cosiddetto bonus terme e i termini entro i quali se ne potrà fare richiesta. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus terme che cos’è?

Il Bonus Terme, sostanzialmente, è uno sconto del 100% sul prezzo d’acquisto dei servizi termali prescelti, fino a un massimo di 200 euro.

Il Bonus Terme si rivolge a tutti i cittadini maggiorenni residenti in Italia, senza limiti di ISEE e senza limiti legati al nucleo familiare.

Il cittadino interessato deve prenotare i servizi termali presso un istituto termale accreditato di sua scelta. La stessa provvederà a rilasciare l’attestato della prenotazione.

Le risorse stanziate per il bonus terme sono limitate, pari a 53 milioni di euro. Dunque, sarà molto importante essere veloci ad effettuare la prenotazione all’apertura del click day. Ma quando sarà possibile prenotare il proprio bonus terme?

C’è la data: si parte l’8 novembre

Come già detto in apertura, con un recente comunicato stampa, Invitalia ha reso noto che la piattaforma che consentirà la registrazione degli stabilimenti termali che aderiranno al Bonus Terme sarà online a partire dalle ore 12.00 del 28 ottobre 2021.

I cittadini, invece, potranno richiedere il bonus terme agli istituti che aderiranno a partire dall’8 novembre 2021.

Dopo l’avvio della piattaforma, si legge nel comunicato di Invitalia, “sarà possibile consultare l’elenco degli stabilimenti termali accreditati che verrà pubblicato e aggiornato nelle sezioni dedicate presenti nei siti del Ministero dello Sviluppo economico e di Invitalia”.

Bonus 800 euro per genitori divorziati: i soldi ci sono che cosa manca?

Il bonus 800 euro è un contributo destinato ai genitori divorziati che non sono riusciti a versare il mantenimento ai propri figli.

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Il decreto sostegni bis, uno dei tanti decreti “covid” che istituiva un insieme di misure e di contributi a favore di famiglie e imprese in difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria del coronavirus e delle relative politiche di contenimento adottate dal nostro paese, ha previsto anche un bonus da 800 euro destinato ai genitori separati o divorziati che non sono riusciti a versare il mantenimento ai propri figli.

Le modalità di erogazione del bonus sarebbero state rese note con un successivo decreto attutivo. Decreto di cui, a distanza di mesi, non vi è ancora traccia. Dunque, che fine ha fatto il bonus 800 euro per genitori divorziati?

Bonus 800 euro per genitori divorziati, cos’è e a chi spetta?

Il bonus 800 euro in argomento, sostanzialmente, consiste in un contributo una tantum destinato ai genitori separati o divorziati che, a causa dell’emergenza sanitaria del coronavirus, non sono riusciti a versare il mantenimento ai propri figli. Per questa misura, il precedente esecutivo (il Conte bis) ha stanziato 10 milioni di euro.

L’entità del contributo viene stabilita in base alla condizione economica del genitore divorziato o separato, ma il tetto massimo è fissato a 800 euro. Si tratta di una somma che, ovviamente, il genitore dovrà riconoscere ai propri figli o all’ex coniuge.

Sebbene le somme destinate al bonus 800 euro per i genitori divorziati (10 milioni di euro) sono già state stanziate, ad oggi, non è possibile richiedere il contributo. Come già detto in apertura, infatti, non è stato mai emanato il decreto attuativo che avrebbe dovuto fissare le regole e, soprattutto, i requisiti di accesso. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questa vicenda.

Bonus sulla pensione per le donne che tornano al lavoro dopo la maternità: come dovrebbe funzionare

Il presidente dell’Inps propone una decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità.

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È in vista una rivoluzione contributiva, innanzitutto, per quel che riguarda le donne che tornano al lavoro dopo la maternità.Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervenendo a ‘Futura’, l’iniziativa della Cgil, ha parlato dell’importanza degli “incentivi focalizzati”. Quest’ultimi, spiega il presidente, producono risultati nettamente migliori rispetto a quelli a pioggia. E dove bisognerebbe concentrare questi incentivi? Verso quelle che lui stesso definisce come le tre emergenze italiane: giovani, sud e, soprattutto, donne. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità

Ricordando come gli “incentivi focalizzati producono risultati a differenza di quelli a pioggia”. Bisognerebbe concentrare gli sforzi verso le tre emergenze italiane: giovani, sud e donne. È quanto ha spiegato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, intervenuto a “Futura”, un’iniziativa della Cgil.Per quanto riguarda l’ultima di queste tre emergenze, il presidente dell’Istituto ha spiegato che, in termini lavorativi, a soffrire maggiormente dell’emergenza sanitaria del coronavirus e delle relative politiche di contenimento adottate nel nostro paese sono state soprattutto le donne, ma il discorso è molto più ampio e generale.“Durante la propria carriera lavorativa, la donna con figlio rinuncia a cinque mila euro in media di stipendio rispetto a una donna che non ha avuto figli”. Il gap di salario nei confronti del lavoratore maschio è crescente e durante la pandemia i primi a perdere lavoro sono stati proprio le donne. Vittime anche dei salari bassi.Tridico propone una “decontribuzione piena per la donna che torna al lavoro dopo la maternità” anche per combattere il fenomeno delle “dimissioni in bianco che sono stimate in 30-40 mila all’anno”.

Contributo attività chiuse per Covid, soldi in arrivo: chi prenderà 25mila euro e chi meno in base ai compensi

L’entità del contributo spettante non è lo stesso per tutte le attività ammesse al contributo a fondo perduto.

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Se per le sale da ballo, per le discoteche e per i nightclub, il contributo a fondo perduto previsto in favore delle attività chiuse per Covid-19, spetta indipendentemente dal monte ricavi conseguito, lo stesso non si può dire per le altre attività. Infatti, per le altre attività ammesse al contributo a fondo perduto, l’importo che sarà accreditato dall’Agenzia delle entrate è strettamente collegato al monte ricavi compensi conseguito nel 2019.

Il contributo a fondo perduto per le attività chiuse per Covid-19

Il D.L. 73/2021, decreto Sostegni-bis, all’art.2, ha previsto un contributo a fondo perduto in favore degli esercenti che hanno dovuto chiudere obbligatoriamente l’attività per almeno 100 giorni, nel periodo tra il 1° gennaio e il 25 luglio 2021 a causa del perdurare dell’emergenza Covid-19Si tratta delle attività che secondo il Governo e i vari decreti emergenziali dallo stesso adottati, sono svolte in luoghi che possono favorire il contagio da Covid-19. Si pensi alle palestre, alle sale da ballo, le discoteche ecc. Il contributo è riconosciuto nei limiti e alle condizioni del Quadro temporaneo per gli aiuti Covid-19 della Commissione Ue.

Il contributo a fondo perduto è erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate. L’accredito avviene sul conto corrente indicato nell’istanza inviata alla stessa Agenzia delle entrate. Ad oggi manca ancora il provvedimento con il quale saranno fissate le regole per inviare l’istanza. Ad ogni modo,  l’invio può avvenire anche per il tramite del proprio commercialista.

Il contributo spettante dipende dal monte ricavi 2019

L’entità del contributo spettante non è lo stesso per tutte le attività ammesse al contributo a fondo perduto. Infatti, per discoteche, sale da ballo, night club e simili (codice Ateco 93.29.

10), il contributo spettante sarà pari a 25mila euro. Per ciascun beneficiario. Tale limite è stato fissato con un decreto del Mi.Se., il cui testo è già disponibile on line ma che non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il resto del fondo dovrà essere distribuito alle altre attività (allegato 1 del decreto Mi.se) prendendo a riferimento i ricavi/compensi relativi al periodo d’imposta 2019. Il contributo spettante è pari a:

  • 3mila euro ai soggetti con ricavi e compensi fino a 400mila euro, compresi i richiedenti di nuova costituzione con ricavi/compensi pari a zero;
  • 7.500 euro ai soggetti appartenenti allo scaglione superiore a 400mila euro e fino a un milione di euro;
  • 12mila euro agli esercenti che superano anche quest’ultima soglia.

Si tratta però solo di importi teorici. Infatti l’effettivo importo spettante ai singoli beneficiari dipenderà dal numero di istanze pervenute all’Agenzia delle Entrate. Rispetto alle risorse effettivamente disponibili che sono pari a 140 milioni di euro.

Bonus 800 euro ISCRO: richieste di riesame entro 20 gg

Le domande di riesame devono essere presentate entro 20 giorni dalla notifica del provvedimento che rigetta la richiesta iniziale

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Con apposito messaggio, l’INPS ha comunicato che, a partire da ieri 22 settembre e per i 20 giorni decorrenti dalla stessa data ovvero dalla notifica del provvedimento di reiezione, se successiva, è possibile presentare domanda di riesame delle richieste del c.d bonus ISCRO. L’istanza di riesame può essere presentata accedendo sempre alla sezione del sito INPS denominata “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”.

Il Bonus ISCRO

L’ indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO) è una misura di sostegno che è stata introdotta dalla Legge n°178/2020 (comma 386, Legge di bilancio 2021), in favore dei lavoratori autonomo abituali iscritti alla Gestione separata INPS.La misura consiste in un’indennità mensile tra i 250 euro e gli 800 euro (bonus 800 euro), a seconda dei requisiti posseduti dal richiedente.Con la circolare 30 giugno 2021, n. 94, l’INPS ha fornito specifiche istruzioni operative per ottenere il bonus.Tale indennità, bonus ISCRO, che può essere richiesta una sola volta nel triennio 2021-2023, spetta a decorrere dal primo giorno successivo alla data di presentazione della domanda ed è erogata per sei mensilità.La domanda del bonus 800 euro va presentata all’INPS entro il 31 ottobre di ciascuno degli anni interessati.

Le domande di riesame per il Bonus ISCRO

Con il messaggio n° 3180/2021, l’INPS ha fornito le istruzioni operative per presentare le richieste di riesame per le domande che sono state rifiutate dallo stesso Istituto. Il messaggio è accompagnato da un allegato. In tale allegato sono riportati i possibili motivi di rigetto della domanda del bonus ISCRO.Il termine, da considerarsi non perentorio, per proporre riesame è di 20 giorni. I venti giorni decorrono dalla data di pubblicazione del messaggio ossia del 22 settembre (ovvero dalla notifica del provvedimento di reiezione se successiva).Trascorso il termine di 20 giorni, qualora l’interessato non abbia prodotto la necessaria documentazione ai fini del riesame, la domanda deve intendersi definitivamente respinta. Fatta salva la possibilità di proporre ricorso amministrativo.

La documentazione necessaria ai fini del riesame può essere allegata grazie allo stesso servizio web attraverso il quale è stata inviata la richiesta del bonus. Il riferimento è alla sezione INPS denominata “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO)”.Richiedere il riesame è piuttosto semplice.Accedendo alla suddetta sezione, bisogna selezionare nella sezione “Le mie ultime domande” la domanda di indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa con il riepilogo delle informazioni principali. Da qui, per le domande per le quali l’istruttoria si sia conclusa con esito negativo, è possibile premere sul tasto “Richiedi riesame”.Con la richiesta di riesame, è necessario esporre il perchè si presenta la richiesta e allegare  la documentazione a supporto delle motivazioni esposte.

Contributo a fondo perduto attività chiuse per Covid-19 : ecco i beneficiari

Sono previsti importi maggiorati per attività quali discoteche, sale da ballo, night club e simili

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Il Ministero dello sviluppo economico di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze ha adottato il decreto che individua nello specifico coloro che possono beneficiare del contributo a fondo perduto previsto dal decreto Sostegni-bis in favore degli esercenti che sono stati obbligati a chiudere la propria attività causa Covid-19.

Il contributo sarà accreditato direttamente dall’Agenzia delle entrate sul conto corrente bancario o postale dei beneficiari.

Il contributo a fondo perduto per le attività chiuse per Covid-19

Il D.L. 73/2021, decreto Sostegni-bis, ha previsto l’istituzione di un fondo pari a 140 milioni al fine di sostenere quelle attività per le quali, le misure di contenimento alla diffusione del Covid-19, hanno comportato la chiusura obbligatoria per almeno 100 giorni nel periodo tra il 1° gennaio e il 25 luglio 2021.

Da qui, l’utilizzo del fondo avviene attraverso il riconoscimento di un contributo a fondo perduto per le suddette attività.

Il Ministero dello sviluppo economico di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze ha adottato il decreto che individua coloro che possono beneficiare del contributo a fondo perduto.

Nello specifico, i titolari delle suddette attività, soggetti esercenti attività d’impresa, arte e professione, per accedere all’aiuto, oltre a essere residenti in Italia, in possesso della partita Iva e aver registrato la chiusura, devono aver svolto in modo prevalente, alla data del 25 maggio 2021 (entrata in vigore del decreto “Sostegni-bis”), una delle 27 attività individuate con i codici Ateco 2007 elencati nell’allegato al decreto stesso.

Attenzione, per discoteche, sale da ballo, night club e simili (codice Ateco 93.29.10) lo svolgimento dell’attività deve essere rilevato alla data del 23 luglio anzichè al 25 maggio.

Dei 140 milioni di euro stanziati, 20 sono suddivisi, in egual misura, tra gli esercenti rientranti nel suddetto codice  93.29.

10, con un limite massimo di contributo, per ciascun beneficiario, pari a 25mila euro.

Il resto del fondo dovrà essere distribuito alle altre attività prendendo a riferimento i ricavi/compensi relativi al periodo d’imposta 2019 secondo il seguente criterio:

  • 3mila euro ai soggetti con ricavi e compensi fino a 400mila euro, compresi i richiedenti di nuova costituzione con ricavi/compensi pari a zero
  • 7.500 euro ai soggetti appartenenti allo scaglione superiore a 400mila euro e fino a un milione di euro
  • 12mila euro agli esercenti che superano anche quest’ultima soglia.

L’erogazione del contributo a fondo perduto

Il beneficio sarà erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate, attraverso accredito diretto sul conto corrente bancario o postale indicato dal richiedente nell’istanza. L’istanza dovrà essere presentata telematicamente all’Agenzia, direttamente o tramite intermediario delegato. Con successivo provvedimento, l’Agenzia delle entrate fisserà le modalità e i termini di presentazione dell’istanza e gli elementi da dichiarare. il contributo è riconosciuto nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dal Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19.

Bonus agosto, i 1.880 e i 3.000 euro spettanti si possono sommare?

Ad agosto arrivano i bonus per lavoratori dipendenti e partite iva. Chi ha svolto entrambe le attività può cumulare i benefici fiscali? 

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Bonus in busta paga ad agosto, per i contratti a tempo determinato 690 euro

Buone notizie per i lavoratori. Ad agosto arriveranno i primi sgravi Irpef in busta paga per chi ha un contratto di lavoro dipendente. Mentre per i lavoratori autonomi ci sarà uno sgravio contributivo per il 2021.

Ma in cosa consistono esattamente questi bonus che spettano ai lavoratori? Precisiamo che per i dipendenti si tratta di una prassi che riguarda le detrazioni da lavoro dipendente. Per i lavoratori autonomi, invece, è una misura una tantum prevista per il 2021.

Bonus in busta paga, quanto vale?

Le detrazioni per lavoro dipendente sono calcolate in base alle ore lavorate e al tipo di contratto di lavoro (part time o a tempo pieno). L’importo va da 690 a 1.880 euro. La cifra massima è riconosciuta solo nel caso di rapporto di lavoro a tempo determinato e con Isee non superiore a 8.000 euro.

Con Isee più alto, scende anche il bonus Irpef spettante fino al minimo di 690 euro per importi superiori a 30.000 euro. Si azzera, invece, se si supera i 55 mila euro di reddito annuo.

Lo sgravio contributivo

Per quanto riguarda le misure a sostegno dei lavoratori autonomi, è stato previsto il cosiddetto Anno Bianco. Si tratta di un bonus contributivo che arriva fino a 3.000 euro e riguarda specificatamente l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per tutto il 2021.

L’esonero così concepito dal governo già nella legge di bilancio per il 2021 non è automatico. I titolari di partita iva devono farne richiesta alla propria cassa previdenziale a patto che rientrino in determinati requisiti.

Le condizioni previste dalla legge sono:

  • reddito complessivo 2019 non superiore a 50.000 euro;
  • calo di fatturato tra il 2019 e il 2020 pari ad almeno il 33%.

La domanda di sgravio deve essere presentata al Inps entro il 30 settembre 2021 e alle altre casse di previdenza entro il 31 ottobre 2021.

Cumulabilità dei bonus

I bonus così descritti si possono cumulare. Se, ad esempio, un lavoratore ha svolto dapprima attività di lavoro autonomo e poi come lavoratore dipendente, ha diritto ad entrambe le agevolazioni.

Ovviamente i benefici andranno ripartiti proporzionalmente al periodo di lavoro svolto e sempre nel rispetto dei requisiti di reddito previsti dalla normativa e delle condizioni necessarie.

Sostegni bis, al via le richieste di contributo a fondo perduto

Dal 5 luglio parte la seconda tranche di aiuti dopo i contributi a fondo perduto erogati in automatico, destinati alle imprese e ai lavoratori che hanno registrato un calo di fatturato a causa del Covid-19

 5 Luglio 2021 – 12:01

Partono da oggi, lunedì 5 luglio, le richieste di contributo a fondo perduto alternativo ai Cfp automatici, come previsto dal dl Sostegni bis. A firmare il provvedimento è stato il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha approvato il modello da utilizzare per chiedere il contributo e le istruzioni per farlo.

FINO AL 2 SETTEMBRE

La scadenza è il 2 settembre. Fino a questo termine, infatti, i contribuenti interessati potranno presentare domanda tramite il servizio web presente sul portale Fatture e Corrispettivi, dell’Agenzia delle Entrate. Le modalità per accedere sono sempre le solite, quindi con lo Spid, la Cie (Carta di identità elettronica) oppure con la Carta nazionale dei servizi, ossia la tessera sanitaria (Cns).

A CHI È RIVOLTO IL CONTRIBUTO

Il contributo a fondo perduto, alternativo a quello automatico previsto dal dl Sostegni bis (dl 73/2021, commi da 5 a 15), è rivolto ai soggetti con un ammontare di ricavi o di compensi non superiore a 10 milioni di euro e può avere un importo massimo di 150mila euro.

I REQUISITI PER ACCEDERE

Per poter accedere alla misura occorre però rispettare due requisiti, fanno sapere delle Entrate. Il primo consiste nell’aver conseguito nel 2019 ricavi o compensi non superiori a 10 milioni di euro e aver avuto un calo mensile medio del fatturato e dei corrispettivi dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 di almeno il 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

COME CALCOLARE IL CONTRIBUTO SPETTANTE

Se si rispettano questi due requisiti, allora si può procedere con la richiesta del contributo. Per calcolare la somma spettante, bisogna moltiplicare la differenza delle due medie mensili per una percentuale diversa, a seconda che il richiedente abbia precedentemente ottenuto o meno il contributo automatico e in base alla fascia di ricavi 2019.

LE PERCENTUALI PER IL CALCOLO

Se chi richiede il sostegno ha già ottenuto il contributo automatico, previsto dal Sostegni bis, potrà fare riferimento a percentuali che vanno dal 60% per i soggetti più piccoli che hanno avuto fino a 100mila euro di ricavi nel 2019, al 20% dei soggetti più grandi, con ricavi fino a 10 milioni di euro. Se il richiedente non ha ottenuto il contributo automatico, le percentuali sono più alte: dal 90% per i soggetti più piccoli al 30% dei soggetti più grandi.

IMPORTO MASSIMO: 150MILA EURO

Non è previsto un importo minimo, mentre l’importo massimo erogabile arriva a 150mila euro. Il richiedente può scegliere se farsi accreditare l’importo su conto corrente oppure se ottenere il contributo sotto forma di credito di imposta da compensare con F24. La misura spetta agli esercenti di attività d’impresa, arte e professione e di reddito agrario, titolari di partita Iva residenti o stabiliti in Italia.

Bonus mobili escluso con la detrazione box auto pertinenziale

L’acquisto o la realizzazione di box auto pertinenziale non rientra tra gli interventi che possono dar luogo anche al bonus mobili. Vediamo il perché

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Il bonus mobili e grandi elettrodomestici spetta solo laddove il contribuente realizza anche lavori edilizi che danno diritto al c.d. bonus ristrutturazione (se non c’è bonus ristrutturazione, dunque, non può esserci bonus mobili).

Ma la detrazione bonus mobili spetta anche laddove il contribuente gode della detrazione per acquisto o costruzione di box auto pertinenziali?

Cos’è il bonus mobili e grandi elettrodomestici

Il bonus mobili e grandi elettrodomestici è una detrazione IRPEF pari al 50% da godere in 10 quote annuali di pari importo), riconosciuta a fronte di spese sostenute per l’acquisto dei citati beni.

Come anticipato, il beneficio spetta, tuttavia, solo laddove siano in essere lavori di ristrutturazione edilizia per i quali si gode della relativa detrazione fiscale (c.d. bonus ristrutturazione).

La legge di bilancio 2021 ha prorogato il bonus mobili e grandi elettrodomestici anche alle spese 2021 ed ha altresì innalzato da 10.000 euro a 16.000 euro il limite massimo di onere (per unità immobiliare) su cui poter applicare la detrazione fiscale.

Per il bonus mobili non è ammessa la possibilità di optare, in luogo della detrazione fiscale, per lo sconto in fattura o per la cessione del credito.

Detrazione box auto pertinenziale: importo e limite di spesa

Il legislatore riconosce, altresì, una detrazione IRPEF del 50% a fronte di spese sostenute per l’acquisto o la realizzazione di box auto pertinenziale.

Il beneficio è stato prorogato anche alle spese sostenute nel 2021. La detrazione è applicabile su un limite massimo di spesa 96.000 euro (per ciascuna unità immobiliare) ed è beneficiabile in 10 quote annuali di pari importo da riportare in dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello Redditi Persone Fisiche).

Possono beneficiare della detrazione i contribuenti, residenti e non residenti, che acquistano da impresa costruttrice (anche cooperativa edilizia) box o posti auto pertinenziali ad un immobile destinato ad uso abitativo.

In questo caso la detrazione si applica con riferimento alle sole spese sostenute dall’impresa per la realizzazione del box auto pertinenziale.

Lo sgravio fiscale, come detto, spetta anche nel caso in cui il contribuente decida di realizzare un box pertinenziale a servizio della propria abitazione (senza, quindi, acquistarlo già realizzato).

La conversione in legge del decreto Sostegni, potrebbe introdurre anche per questa detrazione la possibilità di optare per lo sconto in fattura o cessione del credito (vedi anche Detrazione box auto pertinenziale: si apre allo sconto in fattura o cessione del credito).

Bonus mobili solo se c’è ristrutturazione

Il bonus mobili e grandi elettrodomestici, ribadiamo, spetta solo laddove si realizzano anche interventi che danno diritto al bonus ristrutturazione. In dettaglio, il bonus spetta a fronte di spese per acquisto di mobili e grandi elettrodomestici quando si realizzano lavori di:

  • manutenzione straordinaria (installazione di ascensori e scale di sicurezza, realizzazione dei servizi igienici, sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso, rifacimento di scale e rampe, ecc.)
  • recupero e risanamento conservativo (adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti, ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio)
  • ristrutturazione (modifica della facciata, realizzazione di una mansarda o di un balcone, trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda, apertura di nuove porte e finestre, costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti, ecc.)
  • manutenzione ordinaria su parti comuni condominiali (sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci, ecc.).

L’Agenzia delle Entrate ha, invece, espressamente escluso l’acquisto o la realizzazione di box auto pertinenziali tra gli interventi che possono dar luogo anche al bonus mobili e grandi elettrodomestici. Ciò in quanto si tratta di nuove costruzioni mentre il bonus mobili è legato a lavori su edifici già esistenti (Circolare n. 11/E del 2014).

Draghi: “Via all’assegno unico familiare, si parte a luglio da autonomi e disoccupati”

Il premier ha annunciato il via al nuovo strumento di sostegno per le nascite, che parte con le categorie finora escluse dagli assegni familiari

14 Maggio 2021 – 10:46

“Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro e finisce lentamente di esistere”. Il premier Mario Draghi ha presentato così, durante gli Stati generali della natalità, la prossima rivoluzione dell’assegno unico per le famiglie: “Una trasformazione epocale che per il governo è un impegno prioritario”. Una rivoluzione che partirà da luglio per lavoratori autonomi e disoccupati che, ha ricordato Draghi, oggi non hanno accesso agli assegni familiari.

I PROVVEDIMENTI

“Il Governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne. Al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Si può stare tranquilli per gli anni a venire, l’assegno unico ci sarà”, ha proseguito il presidente del Consiglio. Nel 2022 la misura verrà estesa a tutti gli altri lavoratori che, ha sottolineato il premier, “nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti”. Per questa misura il governo ha messo a bilancio oltre 21 miliardi di euro, circa sei in più rispetto a quelli già previsti per gli strumenti in corso.

NASCITE IN FORTE CALO

Nel suo intervento Mario Draghi ha ricordato come, nel 2020, in Italia siano nati solo 404mila bambini, il numero più basso dal 1861, anno dell’unità d’Italia. Sempre nel 2020 la differenza tra nascite e decessi è stata negativa per 340mila unità e oggi l’Italia ha un’età media di 47 anni, la più alta d’Europa. Per questo il governo, come ha spiegato il premier, si sta impegnando per aumentare il sostegno alle famiglie, non solo con l’assegno unico, ma anche con la realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia e l’estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche.

Arriva il bonus Pc e tablet da 500 euro, ecco come funziona e come richiederlo

La richiesta va fatta direttamente al fornitore di servizi internet, l’agevolazione è riservata a famiglie con Isee non superiore a 20mila euro

Un contributo per navigare in rete. Il 1° ottobre, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che conferma i voucher per l’utilizzo della banda larga e l’acquisto di computer e tablet. Il bonus da 500 euro per comprare un nuovo pc è riservato alle famiglie con un reddito Isee inferiore a 20mila euro.

STANZIATI 204 MILIONI

In questa prima fase, il governo ha stanziato 204 milioni di euro, che potrebbero servire a 480mila nuclei familiari, su circa 2 milioni e mezzo di persone ancora sprovviste di connessione internet. Il bonus Pc è garantito per un anno, quindi fino al 1° ottobre 2021, ed è vincolato all’esaurimento dei fondi.

COME FUNZIONA

Il nuovo bonus Pc ha un valore massimo pari a 500 euro. Si tratta di uno sconto sul canone di abbonamento che verrà stipulato per una connessione internet a banda larga, e sull’acquisto di un pc o di un tablet. Il contributo per il pc o tablet, si legge nel decreto, è previsto solo nel caso si attivi un abbonamento a internet.

I LIMITI PER IL BONUS

Il bonus è soggetto a limiti. Prima di tutto non potrà durare più di 12 mesi, con un importo compreso tra i 200 e i 400 euro. Per quanto riguarda la fornitura di computer o tablet, si avrà diritto a uno sconto compreso tra i 100 e i 300 euro. L’agevolazione può essere richiesta da famiglie con Isee non superiore a 20mila euro e che non abbiano una connessione internet attiva.

COME RICHIEDERLO

Il bonus va richiesto direttamente al fornitore di servizi internet. Il beneficiario dovrà sottoscrivere un contratto della durata minima di 12 mesi, con un operatore accreditato presso Infratel Italia. La richiesta del bonus Pc e tablet dovrà essere contestuale all’attivazione del contratto internet. Non si potrà, quindi, comprare un computer autonomamente per poi richiedere il rimborso

Bonus Ristoranti: contributo a fondo perduto per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani.

Il Bonus Ristoranti potrà essere utilizzato esclusivamente per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Nella serata di ieri, 7 agosto 2020, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, in diretta tv, ha presentato il tanto atteso decreto di agosto. Molte le novità fiscali rivolte soprattutto ad arginare la crisi dei consumi e di liquidità delle aziende dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica, seguita all’emergenza sanitaria del coronavirus e alle relative politiche di contenimento adottate dal nostro Paese.Fra i tanti provvedimenti attesi, vi è anche quello del cosiddetto “bonus ristoranti”. Si tratta, sostanzialmente, di un contributo a fondo perduto a favore delle imprese di ristorazione per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus ristoranti

Il bonus ristoranti, già annunciato negli scorsi giorni dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, è uno dei provvedimenti più attesi del decreto di agosto.Come già detto in apertura, si tratta di un contributo a fondo perduto per le aziende di ristorazione che, nel periodo tra marzo e giugno, hanno subito un calo di fatturato di almeno in 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.Il contributo può essere utilizzato esclusivamente per l’acquisto di prodotti agroalimentari italiani.Ad essere precisi, con questo bonus, i ristoratori potranno acquistare prodotti di filiere agricole, alimentari e vitivinicole da materia prima italiana.Per avere ulteriori dettagli di questa misura, bisognerà attendere la lettura dei testi definitivi del decreto di agosto.Ad ogni modo, il contributo minimo dovrebbe essere di 2.500 euro e sarà erogato in 2 fasi, il 90% anticipato al momento dell’accettazione della domanda.

Bonus acquisti per vivacizzare i consumi, ecco chi ne resta escluso

Il Decreto di agosto allo studio del governo sosterrebbe i consumi con un apposito bonus a favore dei comparti più colpiti dal Coronavirus. Eppure, i più bisognosi rischiano di restarne esclusi.

Il governo punta a vivacizzare i consumi italiani, sostenendo i comparti dell’economia più colpiti dall’emergenza Covid-19, con particolare occhio di riguardo per bar e ristoranti. Ma s’ipotizza di allargarne l’applicazione ad abbigliamento ed elettrodomestici, altri beni dalla domanda in picchiata sin dal “lockdown” di marzo. Le risorse da stanziare ammonterebbero a 2 miliardi, sebbene già si parli di innalzarle a 3 miliardi. Il tutto, dentro il calderone da 25 miliardi, che è il deficit massimo autorizzato dal Parlamento per il terzo scostamento di bilancio in pochi mesi. Vige ancora una coltre di mistero sulle modalità con cui si darebbe una mano alle famiglie. Esiste l’ipotesi di un rimborso (istantaneo?) a favore del consumatore e quella dell’invio di card prepagate. Sarebbero oggetto dell’incentivo gli acquisti effettuati entro la fine dell’anno.

Bonus Acquisti: da agosto potresti ottenere un rimborso al bar o al ristorante

La soluzione, per quanto si rivelerà efficace sulla base dell’entità delle risorse appositamente stanziatevi, sembra passare quasi certamente dai pagamenti tracciabili, così da prendere due piccioni con una fava: oltre a sostenere i consumi, si disporrebbe di uno strumento di lotta all’evasione fiscale e si spingerebbe una fetta crescente della popolazione a utilizzare le carte per pagare, presupposto per passare alla società “cashless” tanto invocata dal responsabile della task force del governo contro la crisi, Vittorio Colao.L’idea è questa: se tutti pagassimo con carta di credito o bancomat (ma anche in assegni), tutte le transazioni risulterebbero tracciabili. L’evasione fiscale troverebbe un ostacolo molto più arduo da superare, a meno di non ricorrere al baratto, ipotesi poco praticabile in una società moderna evoluta e complessa.Senonché, sono ancora tanti gli italiani senza accesso a un conto bancario, indispensabile per possedere una carta di pagamento che vi si appoggi.

Il problema degli “unbanked”

Sarebbero ad oggi non meno di 6 milioni e mezzo gli italiani sprovvisti di conto corrente. Trattasi perlopiù di anziani e famiglie con redditi bassi, spesso senza componenti ufficialmente occupati, ma il più delle volte lavoratori in nero. E ci sono anche tanti immigrati a non possedere un conto in banca. Il problema esiste, tant’è che la Svezia, dove ormai il 98% dei pagamenti pre-Covid avveniva senza l’uso del contante, si sta interrogando sui contraccolpi che sta avendo la società cashless sulle fasce più deboli della popolazione. Le autorità finanziarie hanno imposto alle banche locali di fornire ai clienti senza conto in banca un minimo di liquidità, ove richiesta, con la Riksbank ad avere acceso i fari sulle conseguenze per anziani, immigrati e persone senza accesso alla tecnologia.Di recente, la BCE ha tirato le orecchie all’Italia, quando contestualmente alla redazione dell’ultima legge di Stabilità a Roma si dissertava su come disincentivare i pagamenti in contanti, chiarendo come questi siano a costo zero e sempre possibili e alla portata di tutti, contrariamente a quelli elettronici, dipendenti dalla tecnologia e non privi di spese per le parti.

Bonus 500 euro per l’acquisto di computer, tablet e internet. In arrivo 200 milioni di fondi UE

Il bonus 500 euro è necessario per colmare il divario digitale tra il nostro Paese e gli altri Stati dell’unione europea. Vediamo meglio id cosa si tratta.

Il bonus 500 euro per l’acquisto di pc, tablet e internet comincia a prendere piede.A tale scopo, l’unione europea ha destinato all’Italia ben 200 milioni di euro. Il bonus permetterà, così, di colmare il divario digitale tra il nostro Paese e gli altri Stati dell’unione europea, divario accentuato ancor di più dall’emergenza sanitaria del coronavirus.Il nuovo Bonus fino a 500 euro è previsto all’interno del Piano Nazionale di Riforma (PNR): si tratta, sostanzialmente, di programmi con valenza triennale. Il nuovo PNR dedica ampio spazio alla scuola e, in particolare, al problema della digitalizzazione della didattica. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Come è strutturato il bonus 500 euro

È ancora presto per parlare delle modalità di fruizione del bonus. Ad oggi, sappiamo solamente che si tratta di un bonus didattica fino a 500 euro che spetterà solamente alle famiglie meno abbienti, con un Isee sotto i 20 mila euro.

Il bonus 500 euro sarà così suddiviso:

  • Fino a 200 euro per l’acquisto di servizi di banda ultra larga;
  • Fino a 300 per l’acquisto di computer, tablet e altre apparecchiature.

La misura, spiega la commissaria alla concorrenza dell’Ue Margrethe Vestager, è necessaria per colmare il divario digitale tra il nostro Paese e gli altri Stati dell’unione europea, divario accentuato, ancor di più, dall’emergenza sanitaria del coronavirus, e darà “accesso ai servizi educativi offerti online senza costi aggiuntivi, attraverso la tecnologia di loro scelta”.Ad ogni modo, per sapere quali saranno le modalità di fruizione del bonus bisognerà attendere ancora un pò.Ricordiamo, inoltre, che questa misura non è da confondersi con un altro bonus 500 euro in scadenza il 31 agosto 2020, ossia quello che spetta ai docenti per l’acquisto di beni e servizi utili alla formazione degli stessi.

Limiti ai pagamenti in contante, la BCE tira le orecchie all’Italia: colpite i più deboli

Tornando al bonus acquisti, le buone intenzioni rischiano di rimanere oscurate dall’applicazione pratica del provvedimento. Se milioni di italiani senza bancomat o carta di credito non potranno approfittarne, resteranno esclusi dall’incentivo, pur essendo con ogni probabilità le fasce della popolazione ad averne più bisogno. Rischiamo, cioè, di stimolare i consumi tra quanti acquisterebbero ugualmente, finendo per fare un buco nell’acqua, vale a dire facendo affluire risorse laddove servirebbero un po’ meno.

Bonus efficaci a metà

Certo, l’ipotesi dell’invio di card prepagate eliminerebbe il problema alla radice. Semmai, andrebbero fatte recapitare a tutti? La tendenza sarebbe di non fissare limiti di reddito, non volendo tradursi in una misura tipicamente assistenziale e, se vogliamo, anche per avere certezza che alla fine l’incentivo conduca al risultato di stimolare i consumi.Se restringiamo troppo beni e servizi acquistabili e la platea dei beneficiari, si rischia il flop come per il bonus vacanze. Per contro, se le modalità di fruizione fossero discriminatorie verso i soggetti economicamente più deboli, il successo dell’operazione verrebbe anche stavolta minacciato.Se vi ricordate, sia alla fine dello scorso anno che a giugno si speculò nella maggioranza su un taglio dell’IVA mirato, cioè rivolto ai soli acquisti tracciabili. Non se ne fece nulla in entrambi i casi per l’alto costo che una simile misura comporterebbe per le casse statali: circa 4,5 miliardi di euro all’anno per ogni punto in meno per l’aliquota ordinaria del 22%. Tuttavia, restringendone la durata a pochi mesi, il costo si ridurrebbe sensibilmente. Inoltre, riguarderebbe pochi beni e servizi e relativamente ai soli acquisti con carta o assegno. L’abbattimento voluto dal premier – si disse in fase di Stati Generali – sarebbe del 10-12%, cioè l’aliquota massima scenderebbe al 10% per alcune categorie merceologiche.

Taglio dell’IVA, ecco tutti i guai che l’annuncio di Conte si porta dietro

Bene, ma non benissimo. L’ipotesi di uno sconto sui prezzi del 10% sarebbe allettante, ma non così esplosiva come quella di un rimborso per una percentuale congrua di quanto pagato. Inoltre, c’è il rischio da non sottovalutare che ristoratori e negozianti approfittino della riduzione per aumentare i propri margini, trasferendo poco o nulla alla clientela, un po’ per auto-risarcirsi del lockdown patito e del conseguente crollo del giro d’affari. Per i pagamenti in contanti, poi, i prezzi verrebbero finanche alzati per nascondere il “trucco”. In definitiva, presa a sé, ogni idea del governo per rilanciare l’economia italiana non sembra male, ma stiamo perdendo di vista l’andamento generale del mercato.Non sarà la politica dei bonus a farci uscire dalla peggiore crisi dal Secondo Dopoguerra.

Bonus 100% per assunzioni, Castelli: ‘sgravi da estendere anche nei prossimi anni’

“Si sono costruiti nuovi mercati, è nata l’esigenza di nuovi servizi e quindi di nuove domande. Dobbiamo farci trovare pronti a tutto questo. L’occupazione può aumentare, anche sensibilmente”. Così, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, che accenna alle diverse misure messe in campo, a partire dallo sblocco degli investimenti e dalla pianificazione del Recovery “che significano nuova occupazione, ma ne manca una fondamentale per sostenere, soprattutto in questa fase di ripartenza, i tanti imprenditori che vogliono continuare a dare lavoro, facendo rientrare i dipendenti attualmente in cassa integrazione o assumendo nuovo personale”.“Oggi il costo del lavoro è ancora troppo alto, per questo serve una decontribuzione al 100%, intanto, per partire, fino a fine anno – prosegue la Castelli – . Una misura che, con la prossima Legge di Bilancio, potrà essere pianificata anche per gli anni successivi. E poi strumenti specifici, che stiamo studiando con il Ministro Provenzano, per spingere, soprattutto al Sud, una ripresa del lavoro su più anni. Per fare questo serve, come ha detto Papa Francesco, “l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici”, un impegno finalizzato al rilancio del lavoro come volano di un’economia circolare. Perché “senza lavoro, le famiglie e la società non possono andare avanti”.

Contributo a fondo perduto: già erogati 5,2 miliardi di euro. Attenzione, rimane poco tempo

L’Agenzia delle Entrate è riuscita ad erogare il contributo a fondo perduto in tempi record, ma manca poco alla scadenza del termine per la presentazione delle istanze.

L’Agenzia delle Entrate è riuscita ad erogare il contributo a fondo perduto in tempi record, ma manca poco alla scadenza del termine per la presentazione delle istanze.

Con il decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto «Decreto rilancio»), nell’ambito del Titolo II dedicato al «Sostegno all’impresa e all’economia», è stato introdotto, dall’articolo 25, un contributo a fondo perduto, erogato direttamente dall’Agenzia delle entrate e destinato ai soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica “Covid 19”.Ammontano già a 5,2 miliardi di euro i contributi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle entrate ai titolari di partita Iva previsti dal decreto Rilancio. I tempi di erogazione del contributo sono stati da record, circa 10 giorni dalla presentazione delle domande.Attenzione, mancano ancora soltanto pochi giorni per richiedere il contributo a fondo perduto, il termine ultimo per la presentazione della domanda è fissato al 13 agosto.

Contributo a fondo perduto, buoni i numeri ma bisogna affrettarsi

Da quanto si apprende dall’agenzia stampa Adnkronos.it, Ammontano già a 5,2 miliardi i contributi a fondo perduto, erogati dall’Agenzia delle entrate ai titolari di partita Iva previsti dal decreto Rilancio.L’Agenzia delle Entrate, questa volta, è riuscita ad erogare il contributo in tempi record. Sempre secondo quanto riporta Adnkronos.it, ogni pratica, in media, è stata lavorata e chiusa in 10 giorni. l’intero iter è stato gestito attraverso la piattaforma telematica di Sogei.Ricordiamo infine cha mancano soltanto pochi giorni alla scadenza del termine per la presentazione delle istanze. Il termine ultimo è fissato al 13 di agosto, poco meno di 2 settimane ancora.

Ecobonus, al via i nuovi contributi per moto e scooter elettrici o ibridi

Con la conversione in legge del Decreto Rilancio sono diventate operative le nuove misure che ridefiniscono i contributi dell’ecobonus per l’acquisto di moto e scooter elettrici o ibridi.Per veicoli nuovi di categoria L a due, tre o quattro ruote, ibridi o elettrici è stato, infatti, introdotto sia il contributo al 30% del prezzo d’acquisto senza ricorrere alla rottamazione, sia aumentato al 40% il contributo già previsto con la rottamazione. In particolare, le percentuali dell’ecobonus sono così ridefinite: 30% del prezzo d’acquisto fino a massimo 3.000 euro senza rottamazione; 40% del prezzo d’acquisto fino a massimo 4.000 euro con rottamazione.A partire da oggi sarà quindi possibile prenotare, sulla piattaforma online ecobonus.mise.gov.it, il contributo per l’acquisto con la rottamazione, mentre a giorni potrà essere prenotato il contributo senza rottamazione. Prossimamente, avverte il ministero dello Sviluppo Economico, diventeranno operative anche tutte le altre novità sull’ecobonus introdotte dal Decreto Rilancio.

Bonus come se piovessero, ecco cosa c’è dietro alla sfilza di soldi elargiti dal governo

Decine di miliardi stanziati con i decreti del governo Conte per sostenere il rilancio dell’economia italiana dopo il Covid. Ecco perché questa strategia non funzionerà.

La parola topica del 2020 in Italia probabilmente non sarà neppure Covid, bensì “bonus”. Ogni giorno ne esce uno, ogni giorno questa o quella categoria si mette a caccia per verificare se possa riscuotere l’ultima elargizione del governo. Quelli più noti di questi mesi sono i bonus dei 600 euro per le partite IVA, saliti successivamente a 1.000 euro al mese, una sorta di mini-ristoro per le attività che hanno dovuto chiudere battenti sotto il “lockdown”. Ma c’è anche il bonus monopattino per sostenere la mobilità “smart”, pur limitatamente alle città più grandi. E cosa dire del Superbonus 110% per ristrutturare casa “gratis” o di quello per comprare un’auto nuova? E si studiano i bonus ristoranti, abbigliamento, elettrodomestici, PC, etc. Insomma, potrebbe nascere persino una nuova professione in Italia, quella di chi studia tutto il giorno se e come poter vivere di bonus.

Superbonus 110%, case e condomini nelle mani delle banche

Questi strumenti non sono prerogativa esclusiva dei “giallo-rossi”. Come dimenticare il famoso bonus bebè degli anni passati, una sorta di sostegno alle nascite? O il celeberrimo bonus Renzi, gli 80 euro mensili per i lavoratori dipendenti? In realtà, di bonus anche prima di Conte ve ne sono state a decine negli anni, passando dai governi di centro-destra a quelli di centro-sinistra. Tutti con l’unico obiettivo di sostenere questo o quel settore, questa o quella fascia della popolazione.Ma mai se n’era fatto un uso così spregiudicato, cioè così intenso e in breve tempo. Chi crede, tuttavia, che la politica dei bonus serva a ricostruire l’economia dopo le devastazioni del Covid si sbaglia. I bonus servono nell’immediato per offrire ossigeno a chi ha il respiro corto.Ma il beneficio finisce lì. Prendiamo il Superbonus 110%, la misura certamente di maggiore impatto, quando effettivamente diverrà fruibile per gli italiani interessati. Sarà un toccasana per l’edilizia, consentendo a molti proprietari di case singole o condomini di rifarsi la facciata, migliorando la classe energetica dell’immobile e/o la sicurezza antisismica, senza spendere un euro.

L’ipocrisia di chiamare bonus ciò che non lo è

Il problema è che non rilancerà il settore edile, come molti di noi grossolanamente pensiamo, perché una volta che il bonus verrà esaurito, si tornerà alle stesse ristrettezze finanziarie di prima. Pensate agli incentivi per le auto, ormai vecchi di decenni. Sembrano sempre il Sacro Graal per spronare le vendite e la produzione di veicoli in patria, ma un giorno dopo che finiscono, il comparto automotive piomba negli stessi problemi di sempre.Certo, quando parliamo di bonus, lessicalmente commettiamo l’errore di metterci dentro un po’ tutto, vuoi per pigrizia del legislatore e della stampa, vuoi anche per l’ipocrisia che ci circonda. La pioggia di bonus di questi mesi andrebbe inquadrata più opportunamente come “sussidi”. Il brutto è che non farebbe figo sostenere di percepire un sussidio, mentre l’italiano medio si sente più dignitoso nel parlare al bar con gli amici di aver cliccato sul sito dell’Inps per prendersi il bonus. Altri bonus, come per l’acquisto di auto e elettrodomestici, dovrebbero essere ricondotti, invece, alla categoria degli incentivi, pur avendo un substrato assistenziale anche in questi casi, consentendo a cittadini di acquistare beni, che altrimenti sarebbero impossibilitati a pagare.Il bonus bebè, per le sue dimensioni, non si configura certamente quale incentivo per le nascite, bensì come sussidio per le famiglie a basso reddito con figli piccoli. Infine, lo stesso bonus Renzi non sarebbe tale: trattasi di una detrazione fiscale in somma fissa per redditi fino a un certo livello e con l’obiettivo di sostenere la fascia dei contribuenti medio-bassa. Siamo nel novero dei sussidi di natura fiscale, pur ristretti alla cerchia dei lavoratori dipendenti.

Perché i bonus non funzionano

I bonus vanno bene all’impatto, ma non rimuovono le cause che hanno reso necessaria la loro adozione. Il problema italiano, già da prima che avessimo a che fare con il Covid, risiede nell’assenza di crescita e occupazione. I redditi ristagnano da decenni, risultano ormai bassi per una larghissima porzione della popolazione e i consumi languono. Per sostenerli, i governi di turno puntano alla soluzione più sbrigativa e popolare, ma senza andare a risolvere i problemi alla radice, i quali restano tali, si accumulano e si aggravano nel tempo. Sarebbe come se un padre desse la paghetta a un figlio trentenne disoccupato per consentirgli di uscire con gli amici, di comprarsi l’auto nuova e di andare in vacanza. Capite bene che il problema si risolverebbe aiutandolo a trovare un lavoro per vivere autonomamente!Questa politica emergenziale avrebbe un senso se fosse accompagnata da misure di rilancio strutturali. Ok ai bonus, se servono a guadagnare tempo, mentre il governo studia le riforme necessarie per mettere nuovamente le famiglie nelle condizioni di lavorare e guadagnare di più. Ma esse richiedono spesso di sacrificare i consensi nel breve, dovendo rimuovere sacche di sprechi e privilegi per coprire finanziariamente gli interventi. Ecco perché l’Italia da decenni è finita in un loop, vivendo senza soluzione di continuità solo il primo tempo di un film, quando per la soluzione dovremmo arrivare al termine della pellicola. Ed è così che anche i bonus di Conte si sono tradotti in uno spreco di denari pubblici, un modo goffo e semplice di comprare il consenso, in vista del nulla.

Ecco il Family Act: c’è l’assegno universale per ogni figlio e sostegno affitti per giovani coppie

Dall’assegno universale per figli al contributo per le rette di nidi e materne anche al 100%, fino al congedo per i neo papà di dieci giorni e un’indennità integrativa per le mamme in rientro da congedo. Sono queste le misure che compongono il nuovo Family Act, il nuovo pacchetto di misure a sostegno delle famiglie varato dal Consiglio dei ministri.“ll Family act – ha detto il premier Giuseppe Conte – sosterrà la genitorialità e servirà a contrastare la denatalità, favorire la crescita dei bambini e giovani e la conciliazione della vita familiare con il lavoro, soprattutto femminile”.
Spicca tra tutti ‘assegno per ogni figlio under 18 indipendentemente dalla fascia reddito di appartenenza della famiglia di origine, ma variabile in base all’Isee presentato. Nel testo figurano misure per l’educazione dei ragazzi con detrazioni per le famiglie che ne sostengono le spese, agevolazioni per gli affitti per la prima casa per le coppie under 35, incentivi per il lavoro femminile.

Ecobonus 110% verso estensione al 2022, possibile anche inserimento seconde case (ma con dei limiti)

Il bonus ristrutturazione 110%, tra le misure simbolo del Decreto Rilancio, potrebbe avere un’importante novità. La maxi-agevolazione fiscale che permetterà di ristrutturare a costo zero l’immobile, in quanto è prevista la possibilità di cedere il credito maturato alle banche o di chiedere lo sconto in fattura all’impresa che realizza i lavori, potrebbe essere estesa fino al 2022 rispetto a fine 2021 indicato nella versione attuale.Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, tutti i partiti della maggioranza sarebbero favorevoli all’estensione della misura di un anno. Inoltre il cosiddetto Ecobonus 110% potrà essere utilizzato da Enti non commerciali, dal terzo settore e dagli enti religiosi civilmente riconosciuti, così come dalle strutture turistiche, quali alberghi e residence e loro pertinenze nell’esercizio di attività d’impresa, nonché dalle associazioni e dalle società sportive dilettantistiche.Novità importante per i proprietari di immobili è che lo sconto del 110% dovrebbe essere esteso anche alle seconde case, ma solo per due unità per beneficiario, e con l’esclusione delle case di lusso. Inoltre, rimarca sempre il quotidiano di Confindustria, Per le delibere dei lavori saranno valide anche le assemblee condominiali online.già nelle scorse settimane si era parlato di estensione del bonus ristrutturazione in virtù dei fondi in arrivo in futuro dall’UE attraverso il Recovery Fund. Ad aprire a un prolungamento anche al 2022 era stato l’ideatore dell’incentivo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, nel corso di un webinar dell’Ance dedicato proprio all’Ecobonus 110%.La misura sarà in vigore dal 1° luglio 2020. La misura è stata però pensata soprattutto per i condomini: infatti i 60mila euro per l’isolamento termico e i 30mila euro per le caldaie devono essere moltiplicati per il numero di unità immobiliari. Pertanto per un condominio di venti appartamenti si parlerà di 1,2 mln di euro per il cappotto e 600mila euro per la cadaia e 96 mila euro per i pannelli solari.

Governo lavora a incentivi rottamazione auto 

Si intensificano intanto le indiscrezioni circa un piano di nuovi incentivi alla rottamazione auto in Italia che coinvolge anche le auto euro 6. Nel dettaglio il governo erogherebbe fino a 4 mila euro per l’acquisto di una nuova vettura Euro 6 entro fine 2020 che scenderà a 2mila euro nel 2021 (metà a carico dello Stato e metà dei concessionari) in caso di rottamazione di auto con almeno 10 anni;

Il Recovery Fund diventa da 750 miliardi. Per l’Italia 172,7 miliardi di aiuti, 82 a fondo perduto

 Paolo Gentiloni

«La Commissione propone un Recovery Fund da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti». Il commissario Ue Paolo Gentiloni svela le prime cifre sul Recovery Fund — ribattezzato «Next generation Eu» — proposto dalla Commissione europea agganciato al prossimo bilancio Ue 2021-2027 che varrà 1.100 miliardi. Il piano di Bruxelles mira a intervenire in tre ambiti: sostegno alla ripresa degli Stati, aiutare gli investimenti privati e prepararsi a nuove crisi (rafforzando i sistemi sanitari, i programmi per la ricerca ecc.). In altri termini investire per un’Europa green, digitale e resiliente. Per raggiungere questi obiettivi ognuno dei tre pilastri è dotato di una serie di strumenti che mettono a disposizione finanziamenti, sotto forma di prestiti e di aiuti a fondo perduto: 500 miliardi sono destinati a stanziamenti (grants) ai Paesi e ai settori più colpiti dall’impatto economico del coronavirus, mentre gli altri 250 miliardi sono riservati a prestiti (loans) agli Stati membri. La quota di fondi per l’Italia ammonta a 172,7 miliardi di euro, di cui 81,807 miliardi versati come aiuti a fondo perduto e 90,938 miliardi come prestiti. Il nostro Paese sarà il maggior beneficiario, seguito dalla Spagna un totale di 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 miliardi di aiuti e 63,1 miliardi di prestiti. La proposta dovrà ottenere il via libera del Consiglio europeo e del Parlamento Ue.

Sostegno agli Stati

Lo strumento principale per aiutare la ripresa degli Stati membri è la Recovery and Resilience Facility, che prevede un sostegno finanziario per investimenti e riforme per accelerare la ripresa e rendere le economie dei Paesi Ue più resilienti e preparate al futuro. Ha un budget di 560 miliardi tra prestiti (250) e trasferimenti (310). Per accedere a questi fondi i governi devono presentare dei Piani nazionali di ripresa che dovranno essere in linea con gli obiettivi del Semestre europeo (quindi con le Raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione), con i Piani energia e clima e i programmi Ue. C’è poi un secondo strumento chiamato «React-Eu» (valore 55 miliardi) che interverrà attraverso la politica di coesione per far arrivare gli aiuti ai territori, alle Regioni, alle città e alle imprese, ai settori dal turismo alla cultura. Il criterio di allocazione delle risorse terrà conto dell’impatto della crisi e non sarà quello della politica di coesione. Sarà operativo già da quest’anno. Infine saranno rafforzati due programmi esistenti: quello sullo sviluppo rurale e il Just transition mechanims, per una transizione verde equa.

Le ricadute sull’Italia

All’Italia la Commissione aveva rivolto quattro raccomandazioni specifiche, che chiedono di intervenire sul sistema sanitario; sul mondo del lavoro per garantire un’adeguata protezione dei lavoratori, in particolare gli atipici, ma anche mettendo in campo politiche attive; rafforzare l’insegnamento e le competenze a distanza, incluse quelle digitali; assicurare l’applicazione delle misure che forniscono liquidità all’economia reale, incluse le Pmi, le aziende innovative e gli autonomi, ed evitare i ritardi nei pagamenti. In particolare si chiede anche di promuovere gli investimenti per la ripresa, con un focus sul green e la digitalizzazione: energie pulite, ricerca e innovazione, trasporti pubblici sostenibili, gestione dei rifiuti, e rafforzamento dell’infrastruttura digitale. Quarta raccomandazione: migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e l’efficienza della pubblica amministrazione. Se poi si guardano i settori più colpiti, ci sono il turismo, l’automotive, i trasporti. L’Italia nell’elaborare il Piano per la ripresa da sottoporre a Bruxelles per l’approvazione e dunque ottenere i fondi Ue dovrà quindi tenere presente questi ambiti di azione.

Coronavirus: al via riduzione di 600 mln per bollette piccole imprese

Al via la riduzione di 600 milioni di euro per le bollette dell’elettricità delle utenze non domestiche connesse in bassa tensione attraverso la diminuzione delle componenti fisse delle tariffe di trasporto, distribuzione e misura e degli oneri generali. A pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Rilancio, con la delibera approvata oggi, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) rende operativa la misura prevista dall’art. 30 che era stata oggetto della propria segnalazione al Governo e al Parlamento, come una delle proposte a contrasto dell’emergenza Covid-19. Nel dettaglio, l’Arera spiega che ai piccoli esercizi commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti e servizi (i clienti in bassa tensione non domestici) con potenza superiore a 3 kW, per il trimestre maggio- giugno-luglio, viene azzerata la quota relativa alla potenza e applicata solo una quota fissa di importo ridotto (fissata convenzionalmente a quella corrispondente alla potenza impegnata di 3 kW), senza ridurre in alcun modo il servizio effettivo in termini di potenza disponibile.Nella nota ufficiale si legge che il risparmio per 3,7 milioni di clienti non domestici interessati – che arriva a valere circa 70 euro al mese per un cliente con contratto con potenza pari a 15 kW – sarà particolarmente incisivo sulla spesa totale della bolletta per gli esercizi commerciali ancora costretti alla chiusura, riducendola fino al 70%. Per gli esercizi che hanno riaperto, il risparmio si attesterà comunque tra il 20% e il 30% della spesa totale della bolletta.

Dl rilancio, Gualtieri: taglio Irap da 4 mld per 2 milioni imprese, lavoriamo su ‘Patrimonio Cdp’

Il taglio dell’Irap è una “misura importante, di sostegno, risultato di un dialogo con il mondo produttivo che ha avanzato una richiesta che abbiamo ritenuto giusto, sia pure in parte, accogliere” che “rappresenta un taglio alle tasse valutabile in 4 miliardi per due milioni di imprese”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione sul dl rilancio alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.Gualtieri ha parlato poi dell’istituzione “Patrimonio Rilancio” in Cdp, che “consentirà di effettuare interventi di supporto alla ricapitalizzazione di S.p.A. con sede in Italia che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro”.“Gli uffici – ha continuato – stanno già lavorando all’elaborazione del decreto attuativo, con il quale saranno definiti condizioni, criteri e requisiti di accesso per le due modalità operative, quella promozionale, in applicazione del Temporary Framework, e quella secondo logiche e condizioni di mercato, in ogni caso tenendo conto delle esigenze indicate dal decreto stesso (sviluppo tecnologico, infrastrutture critiche e strategiche, filiere produttive strategiche, sostenibilità ambientale; livelli occupazionali)”.

Letta, Ue: ‘soldi vengano distribuiti direttamente in tasche cittadini e imprese. I quattro paesi frugali? Piuttosto, tirchi’

“I fondi che si stanno negoziando in Europa non vengano distribuiti dai singoli Stati: sia direttamente Bruxelles a metterli nelle tasche di cittadini e imprese”. La proposta arriva dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta. In un’intervista rilasciata a La Stampa, Letta si racconta. L’ex premier ha trascorso il suo lockdown a Roma, dove non ha potuto fare a meno di notare “ancora tensione, troppi sguardi in cagnesco”. E. anche, troppo “euroscetticismo”. Fattore che conferma come la forbice tra ciò che l’Europa fa davvero per l’Italia e ciò che viene percepito continua a rimanere troppo ampia. Tanto che, per molti, Cina e Russia starebbero facendo molto di più per aiutare la nostra economia: “C’è uno scarto impressionante tra quello che sta facendo l’Europa e la percezione dei cittadini: secondo i sondaggi, molti credono che ci stiano aiutando più Cina e Russia, con qualche milione di euro, dell’Unione europea che sta mettendo miliardi. La gente deve percepire che le risorse che ci aiuteranno a ripartire sono targate Ue”.
Sarebbe di conseguenza un bene se, una volta raggiunto un accordo sul Recovery Fund, i soldi non venissero erogati dal tramite dei singoli Stati, ma da Bruxelles. Certo, viene ricordato come ci siano ancora diversi paesi, in Europa, contrari alla proposta franco-tedesca, la cui realizzazione comporterebbe l’erogazione di sussidi, non di prestiti da restituire. Frugali? Per Letta il termine frugale ha un’accezione positiva. Sarebbe il caso di estrarre dal vocabolario il termine “tirchi”, dice.“Il termine frugale ha un’accezione positiva – spiega Letta – Preferisco come vengono chiamati in Francia: Paesi radins».I Paesi «tirchi»” Tra l’altro, la loro proposta (di erogare prestiti, a fronte dell’osservanza di determinate condizioni) “non si può definire tale, è un modo per non sedersi nemmeno a trattare. È la premessa per arrivare all’opting out inaugurata dall’Inghilterra: quando si contrapponeva talmente a qualunque forma di avanzamento dell’integrazione europea da far passare l’idea che gli altri andassero avanti a negoziare mentre loro si tenevano fuori. Lo hanno fatto in varie occasioni, con l’euro, con Schengen…”. A suo avviso questi paesi frugali a suo avviso tirchi – in questo caso sono Austria, Danimarca, Olanda e Svezia – che hanno presentato di fatto una loro controproposta a quella di Merkel-Macron – devono essere consapevoli delle loro dimensioni: solo due – Austria e Olanda -sono nell’euro, e due su 19 sono una piccola minoranza. Non si può fermare tutto per l’avarizia di due Paesi».In queste ore i quattro paesi hanno fatto di tutto per prendere le distanze dal piano franco-tedesco. Eppure proprio in una recente intervista a Bloomberg inizialmente il premier austriaco Sebastian Kurz aveva manifestato l’intenzione di mostrare solidarietà all’Italia, sottolineando che, senza l’Ue, Roma non riuscirebbe a gestire il suo carico di debiti. Peccato che in quell’occasione Kurz non avesse esplicitato cosa significhi per lui “solidarietà”, cosa che ha fatto invece qualche giorno fa, quando ha detto che ‘vogliamo mostrare solidarietà ai paesi che sono stati colpiti in modo particolarmente duro dalla crisi (del coronavirus COVID-19), ma ritieniamo che i prestiti siano la cosa giusta, non i sussidi”.I quattro paesi frugali – tirchi per Letta – hanno presentato la loro proposta nella giornata di sabato 23 maggio: nel testo, si legge che la ripresa economica debba essere accompagnata da “un forte impegno verso le riforme e gli impegni di bilancio”. Il Fondo di emergenza ci sarebbe ma avrebbe al massimo una durata di due anni. Austria, Danimarca, Svezia e Olanda hannno anche auspicato controlli in modo che i fondi stanziati vengano protetti da eventuali frodi, e che la spesa dunque venga monitorata per evitare qualsiasi episodio di corruzione. I quattro insistono che debba essere esclusa una qualsiasi “mutualizzazione del debito” in quanto un tale iter porterebbe i paesi meno disciplinati e più deboli dell’Ue a percepire finanziamenti a tassi più agevolati caricando gli oneri sulle spalle dei paesi più forti del Nord Europa.

Bonus bici in due fasi: cosa comprende e come ottenere il rimborso in attesa dell’App

Il Bonus mobilità, conosciuto come Bonus Bici, permetterà agli italiani di usufruire di un contributo massimo fino a 500 euro per l’acquisto di biciclette o altri mezzi di locomozione quali monopattini o hoverboard.Il bonus bici è un contributo pari al 60% della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a 500 euro. Per l’anno 2020 il buono mobilità può essere richiesto per una sola volta e per un unico acquisto di biciclette nuove o usate, sia tradizionali che a pedalata assistita; handbike nuove o usate; veicoli nuovi o usati per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (es. monopattini, hoverboard, segway);servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture.Chi può averlo e come? A queste domande risponde il Ministero dell’Ambiente con una serie di Faq pubblicate sul sito. Possono usufruire del buono mobilità per l’anno 2020 i maggiorenni che hanno la residenza nei capoluoghi di Regione (anche sotto i 50.000 abitanti), nei capoluoghi di Provincia (anche sotto i 50.000 abitanti), nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e nei comuni delle Città metropolitane (anche al di sotto dei 50.000 abitanti). Il buono mobilità può essere fruito utilizzando una specifica applicazione web che è in via di predisposizione e sarà accessibile, anche dal sito istituzionale del Ministero dell’ambiente.Le modalità di fruizione del bonus bici avvengono in due fasi:Fase 1 (dal 4 maggio 2020 fino al giorno di inizio operatività dell’applicazione web): è previsto il rimborso al beneficiario. Per ottenere il contributo si acquista oggi la bici per avere il rimborso dopo. In tal caso però è necessario conservare il documento giustificativo di spesa (fattura e non scontrino) e allegarlo all’istanza da presentare mediante l’applicazione web.
Fase 2 (dal giorno di inizio operatività dell’applicazione web): è previsto lo sconto diretto da parte del fornitore del bene/servizio richiesto, sulla base di un buono di spesa digitale che i beneficiari potranno generare sull’applicazione web.

Reddito di Emergenza: al via presentazione domande su sito Inps, i dettagli su tempi e modalità

A partire da oggi le domande per il Reddito di Emergenza (REm) potranno essere inoltrate all’Inps utilizzando il servizio online disponibile sul sito internet dell’Istituto.Le domande dovranno essere presentate all’Inps esclusivamente in modalità telematica entro il 30 giugno 2020, autenticandosi con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica. Per la presentazione della domanda ci si potrà avvalere anche degli istituti di patronato.Il Reddito di Emergenza, previsto dal Decreto Rilancio, è finalizzato a supportare i nuclei familiari in difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19; Il REm è subordinato al possesso dei requisiti di residenza, economici, patrimoniali e reddituali indicati all’articolo 82 del decreto.

Helicopter money e settimana lavorativa di quattro giorni: sarà questa la ricetta anti-Covid della Nuova Zelanda?

Nuova Zelanda: pioniera in tutto il mondo di una settimana lavorativa di quattro giorni e dell’helicopter money? Prima, l’annuncio della premier neozelandese Jacinda Arden, che su Facebook ha detto di star valutando l’opzione di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni, una misura che, a suo avviso, “aiuterebbe sicuramente il turismo in tutto il paese”. Oggi, la dichiarazione del ministro delle finanze Grant Robertson che, nel corso di una conferenza stampa, ha confermato che il governo avrebbe un piano di ‘helicopter money’: piano che potrebbe vedere la banca centrale del paese stampare moneta e distribuirla a famiglie e imprese, oppure il governo stesso aumentare aumentare i finanziamenti e poi distribuirli.
Vale la pena ricordare che l’espressione helicopter money, coniata da Milton Friedman, si riferisce a una politica monetaria non convenzionale che vede una banca centrale stampare moneta aggiuntiva per distribuirla direttamente ai cittadini

Soldi caduti dal cielo dunque, gettati dall’alto da un elicottero direttamente sulle teste dei cittadini, volti a sostenere i consumi, e dunque la ripresa economica, durante una recessione e in tempi di grave crisi, come quelli che stiamo vivendo e saremo destinati a vivere con gli effetti del coronavirus-lockdown sull’economia mondiale. In tempi di Covid-19 l’opzione è sempre più discussa, dopo che lo stesso Giappone ha presentato un piano volto a distribuire cash direttamente ai cittadini. D’altronde, quando ci si chiede se l’esperimento di helicopter money sia stato mai condotto da uno stato, la risposta è sempre il Giappone. Il riferimento è alla stagnazione e alla deflazione che colpì l’economia negli anni ’90 che, non a caso, vengono considerati come “il decennio perduto” per l’economia del paese. Nel 1999, pressato dalla crisi, il governo decise di distribuire coupon del valore di 20.000 yen circa (che in quel tempo equivalevano a 200 dollari) a ogni bambino e a molti anziani, al fine di incoraggiare la spesa per consumi e incoraggiare la crescita dell’inflazione (che rimane, in reatà, Mission Impossibile anche oggi, come confermano gli ultimi numeri. Condizione apposta: il coupon avrebbe dovuto essere utilizzato entro i sei mesi successivi. Qualcuno ritiene che quella mossa abbia funzionato. Ma in una nota gli esperti di ING hanno ricordato che, in realtà, quei coupon vennero distribuiti solo al 15-25% della popolazione, in un momento tra l’altro in cui era già operativo un programma di Quantitative easing: è difficile, di conseguenza, decifrare l’impatto di ciascuna delle due misure varate.

“Di conseguenza, misure come l’helicopter money, così come a volte viene chiamata, fanno parte di un potenziale pacchetto, anche se hanno anche lati negativi visto che si tratta di misure non particolarmente centrate”.
Riguardo all’idea di lanciare una settimana lavorativa di quattro giorni, la premier Arden si è così espressa dal suo profilo Facebook, con un intervento in diretta: “Sento molta gente che ritiene che dovremmo avere una settimana lavorativa di quattro giorni. Si tratta di una questione che, alla fine, deve essere affrontata tra i dipendenti e i vertici ma, così come ho detto, c’è così tanto che abbiamo imparato riguardo al COVID-19. E dalla flessibilità con cui la gente ora lavora da casa (riferimento allo smart working) può emergere anche la produttività”. Sull’idea, gli economisti hanno posizioni diverse.
Moshe Lander, economista della Concordia University, ha riferito che l’idea secondo cui una settimana lavorativa di 4 giorni possa sostenere i consumi è errata: “Il problema è che, alla fine, se tu guadagni 50.000 dollari l’anno e paghi il 40% di tasse, alla fine avrai 30.000 dollari da spendere. E se spenderai 30.000 dollari di reddito disponibile in quattro, cinque, sette giorni la settimana…rimane il fatto che hai $30.000 da spendere”. Secondo l’economista non è un giorno in più a fare la differenza, almeno in termini di consumi. “Se sono preoccupato che domattina o la prossima settimana potrei perdere il mio posto di lavoro, ritrovarmi in quarantena, non mi metterò a spendere. Non importa quante ore i negozi verranno lasciati aperti, anche se mi assicuri una consegna gratis a casa con Amazon, non cambia il fatto che i soldi non li voglio spendere, perchè non so cosa mi riserverà il domani

Merkel-Macron sfornano piano Recovery Fund da 500 miliardi. Lagarde su Patto stabilità: non concentrarsi su debito-Pil

I sovranisti e non solo continuano a strepitare, ma la proposta franco-tedesca viene salutata come un enorme passo in avanti e un’importante apertura verso le richieste dei cosiddetti paesi del Sud, Italia in primis, soprattutto se si considera che, a presentarla, è stata la Germania, il grande falco dell’Europa. Falco che, come insegna la storia, culturalmente “vede il debito come un peccato”. Tanto che la parola “schuld”, debito, significa anche “colpa”.

Ma stavolta è diverso. Stavolta non c’è nessun peccatore, visto che tutta l’Europa, anzi tutto il mondo, è stato colpito dalla piaga del coronavirus.Dopo diversi tentennamenti, Berlino ha dunque deciso di andare oltre i suoi diktat, e lo ha fatto con Parigi.Qualcosa, chiaramente, sta cambiando in Europa, se si considera anche il commento rilasciato con un’intervista al Corriere della Sera da Christine Lagarde, numero uno della Bce.“Il patto di stabilità va rivisto prima che rientri in vigore”, ha detto Lagarde, aggiungendo di ritenere che “questa crisi sia una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso” e sottolineando, anche, come la sostenibilità del debito non possa essere calcolata concentrandosi sul rapporto debito-Pil.“La priorità, oggi, è aiutare le economie a risollevarsi. Gli Stati stanno spendendo e naturalmente i debiti aumentano; quanto al rapporto fra debito e Pil, crescerà, perché siamo in recessione. Tutti i Paesi al mondo stanno assistendo a un aumento del loro livello di debito: secondo le previsioni dell’Fmi, il debito degli Stati Uniti supererà il 130% del Pil alla fine del 2020, mentre quello della zona euro sarà sotto al 100%. Certo è una media, ci sono differenze tra i Paesi dell’area. Ma per valutare la sostenibilità, non bisogna concentrarsi sul livello di debito rispetto al Pil. Bisogna prendere in considerazione il livello di crescita e i tassi d’interesse in vigore. Questi due fattori sono determinanti”.

RECOVERY FUND DA 500 MLD EURO: CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO, NON PRESTITI

Tornando al Recovery Fund, il grande annuncio è arrivato ieri, in occasione della videoconferenza stampa congiunta indetta dalla cancelliera Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron. L’asse franco-tedesco ha sfornato una proposta su un Recovery Fund da 500 miliardi di euro, dopo trattative che si sono intensificate nel pomeriggio.
Il piano, definito da Merkel di “breve termine”, prevede l’erogazione di 500 miliardi di euro dalla voce spese del bilancio dell’Ue: non si tratta dunque di prestiti, ma di finanziamenti, di contributi a fondo perduto che, come ha confermato Merkel, saranno messi “a disposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia”.
Ma come sarà finanziato questo fondo? Come spiega l’FT la Commissione europea raccoglierà i finanziamenti accedendo ai mercati dei capitali, cosa che ha già fatto finora, in realtà, ma per importi relativamente modesti. Le somme verranno raccolte attraverso l’emissione congiunta di bond: emissione di debito comune, proprio ciò che i paesi del Sud Europa hanno chiesto ripetutamente all’Asse del Nord.
Tali finanziamenti, è questa la grande novità, non saranno poi erogati ai singoli stati membri del blocco sotto forma di prestiti, ma utilizzati per sostenere le spese di bilancio Ue. Saranno insomma contributi a fondo perduto, non prestiti.
La cancelliera Merkel ha d’altronde ammesso che l’Unione europea sta facendo fronte “alla crisi più grave della sua storia, una crisi che richiede risposte appropriate”. Dal canto suo, il presidente francese Emmanuel Macron ha definito la proposta “un passo importante”, facendo notare che il piano implica “il trasferimento di veri soldi di bilancio alle regioni e ai settori più colpiti (dalla pandemia Covid-19)”. E qui si potrebbe aggiungere Italia in primis.
Ovviamente, quella annunciata ieri è solo una proposta, che deve essere approvata dai 27 paesi dell’Unione europea: si tratta tuttavia di un presupposto che rende il raggiungimento di una intesa più probabile. La parola spetta ora ai leader dei 27 paesi Ue, dunque al Consiglio europeo, che si dovrà riunire per stabilire le misure da prendere per fronteggiare quella che da emergenza sanitaria è diventata una emergenza economica. Una data per la riunione del Consiglio Ue non è stata ancora fissata.
Gli ostacoli non sono pochi, se si considera che le trattative per varare il bilancio pluriennale Ue vanno avanti da più di due anni. Di fatto, è stata la stessa cancelliera Merkel ad ammettere che tutto è ancora allo stadio iniziale. “Noi stiamo facendo una proposta che, credo, aiuterà a raggiungere una intesa nell’Ue 27. Ma non possiamo costringere nessuno ad accettarla”. Tra l’altro, la stessa Commissione europea deve presentare ai paesi membri dell’Unione europea una sua proposta sul Recovery Fund. Ma, come ha detto anche Macron, “noi speriamo che l’accordo tra la Francia e la Germania sia di aiuto”.
In un comunicato congiunto il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno annunciato che “il Recovery Fund avrà una dotazione di 500 miliardi di euro di spese di bilancio Ue per i settori e le regioni più colpite (Il fondo) rafforzerà la resilienza, la convergenza e la competitività delle economie europee, e aumenterà gli investimenti, in modo particolare nelle transizioni ecologiche e digitali, nella ricerca e nell’innovazione”.
Macron ha poi precisato che i 500 miliardi di euro “saranno stanziati a favore di quei settori che non sono solo tecnologici, aggiungendo che “si tratta di una forte risposta economica che aiuterà a combattere la disoccupazione e a proteggere le aree più vulnerabili”.

Recovery Fund, il commento: il tabù superato

Così ha commentato Samy Chaar, Chief Economist di Lombard Odier:
“L’annuncio congiunto Angela Merkel / Emmanuel Macron di sovvenzioni di bilancio per un valore di 500 miliardi di euro, finanziate attraverso il prestito comune, rappresenta un progresso molto significativo. Di fronte a una crisi di questa portata, l’Unione Europea potrebbe progettare una risposta fiscale comune finanziata dal debito attraverso l’emissione di un bene sicuro in euro, ammissibile sia per il Programma di Acquisto del Settore Pubblico della Banca Centrale Europea (PSPP) che per il Programma di Acquisto d’Emergenza Pandemica (PEPP). Tali acquisti non sarebbero controversi dal punto di vista legale. Non sarebbero soggetti alla ripartizione delle perdite, in altre parole la BCE acquisterebbe “nel proprio portafoglio”, con un limite di emissione del 50% per programma. Inoltre, il debito dell’UE non verrebbe conteggiato come debito di uno Stato membro. Invece, questo sarebbe considerato puro debito dell’UE, oggi valutato “AAA”, e implicitamente sostenuto dai futuri contributi degli Stati membri. Fino a pochi giorni fa, questo era un tabù. La proposta di un’emissione congiunta di 500 miliardi di euro di debito UE attraverso un fondo di recupero equivale al 4% del prodotto interno lordo dell’UE in termini di nuova spesa. L’allocazione dei fondi (cioè la chiave di spesa) sarà in funzione della gravità dello shock pandemico. Finora c’è stata una stretta relazione tra lo shock sanitario pubblico, la gravità degli arresti e lo shock sul PIL. L’Italia potrebbe quindi essere un beneficiario netto, pari al 2% del suo PIL. La Germania ha avuto meno casi di Covid-19 e ha registrato una contrazione del PIL più contenuta nel primo trimestre. Il Paese dovrebbe quindi ricevere molto meno e diventare uno dei maggiori contribuenti in qualsiasi chiave di spesa probabile. Si tratta quindi di un’offerta piuttosto generosa da parte della Germania. Se fosse ancora membro dell’UE, l’esperienza di Covid-19 del Regno Unito l’avrebbe reso un beneficiario netto del finanziamento comune, almeno per alcuni anni. Naturalmente, dopo Brexit, ora non può più beneficiare del programma”.
“A parte questo – commenta ancora il capo economista di Lombard Odier-  la Corte costituzionale tedesca non può contestare questa iniziativa. Questo programma rientra nella politica fiscale dell’UE e quindi, se approvato, i tribunali non possono fermare il piano, soprattutto se il parlamento tedesco lo appoggia. Nel complesso, questo programma rappresenta un importante passo avanti. Speriamo che abbia abbastanza slancio perché i cosiddetti Stati membri frugali dei Paesi Bassi o dell’Austria non lo blocchino. Il diavolo sarà ovviamente anche nei dettagli, soprattutto per quanto riguarda la questione di come stanziare i fondi. Per ora, non vediamo l’ora di avere maggiori dettagli sull’accordo, ma potenzialmente, questo rappresenta un grande passo avanti per l’Europa”

Unimpresa: superbonus al 110% anche alle famiglie e per lavori fino almeno al 2024

Superbonus al 110%, al momento accessibile solo alle famiglie, da estendere anche alle società e partite Iva, prorogando la scadenza dei lavori almeno fino al 2025. Questa la richiesta del consigliere nazionale di Unimpresa, Cristiano Minozzi, secondo cui “è indispensabile dare un forte incentivo al rilancio dell’edilizia, perché serve più tempo per realizzare le innumerevoli opere di cui necessitano gli immobili esistenti sul territorio nazionale: basti pensare a tutto il patrimonio con destinazione diversa dal residenziale, fabbriche, capannoni, stalle, porcilaie, colonie, caserme”.

UniCredit eroga oltre 500 milioni per finanziamenti fino a 25mila euro

UniCredit ha erogato più di 500 milioni di euro a 23 mila aziende italiane che hanno presentato le richieste per un finanziamento fino a 25mila euro con garanzia dello Stato, sulla base del Decreto Liquidità. La banca, si legge in una nota, ha rafforzato e accelerato il processo per i finanziamenti richiesti, anticipando l’erogazione in attesa di ricevere la garanzia da parte del Fondo centrale.
“C’è stato un notevole interesse verso questi finanziamenti – rimarca Remo Taricani, Co-CEO Commercial Banking Italy di UniCredit – abbiamo ricevuto un numero di richieste 60-70 volte superiore a quello che gestiamo normalmente. Per garantire che l’aiuto arrivi a chi ne ha bisogno, abbiamo destinato 450 persone in più alla gestione di questa specifica attività, tutte operanti da remoto. Grazie al forte impegno del team siamo stati in grado di velocizzare in modo significativo le operazioni richieste e di fornire rapidamente tutto il supporto necessario. Continuiamo a lavorare sodo per sostenere le imprese italiane in questa fase così complessa”.

Coronavirus, da Camera Usa ok a pacchetto aiuti da 3 trilioni di dollari

La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato un pacchetto di aiuti economici di tre trilioni di dollari per finanziare la strategia utile a combattere gli effetti causati dalla crisi del coronavirus. E questo nonostante il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva parlato di provvedimento ”morto sul nascere”.Il pacchetto di aiuti, approvato con 208 voti a favore, è stato fortemente voluto dai democratici che hanno la maggioranza alla Camera. Gli stessi democratici insistono sul fatto che sia necessaria un’ulteriore azione in soccorso della nazione, costretta a fare i conti con un drastico aumento della disoccupazione. Il testo passerà ora al Senato, dove invece sono i Repubblicani ad avere la maggioranza e dove quindi rischia che si areni.

La Camera degli Stati Uniti permetterà ai suoi membri di votare da remoto. E’ la prima volta in 123 anni che questo accade. La decisione, che è temporanea, è stata presa nel pieno dell’emergenza causata dal coronavirus per limitare le possibilità di contagio.

Bonus ristrutturazione 110% per facciate, caldaie e fotovoltaico: dubbi, tetti spesa e le due strade per lavori a costo zero

I potenziali beneficiari dell’Ecobonus 110%, la maxi-agevolazione fiscale prevista per chi esegue interventi di efficientamento energetico del proprio immobile, aspettano con ansia l’avvio della misura che permetterà sostanzialmente di ristrutturare a costo zero il proprio immobile. “Non si spenderà un soldo per le ristrutturazioni antisismiche e energetiche”, ha detto il premier Giuseppe Conte.La misura sarà in vigore dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021 e le spese sostenute per lavori di risparmio energetico e di sicurezza sismica degli edifici saranno rimborsabili non più nei canonici dieci anni previsti per le attuali detrazioni al 50 e 65% ma in cinque anni ed è soprattutto prevista la possibilità di cedere il credito maturato alle banche o di chiedere lo sconto in fattura all’impresa che realizza i lavori. Pertanto con una di queste due opzioni il beneficiario potrà effettuare i lavori senza dover anticipare un euro.Potranno fruire dell’Ecobonus 110% le persone fisiche e solo per le abitazioni in condominio e per quelle indipendenti ma che siano adibite a prima casa. Da chiarire è se ci sarà spazio per interventi sulle singole unità immobiliari all’interno dei condomini. Il tetto di detraibilità è di 60 mila euro per ogni unità immobiliare indipendente e scende a 30 mila euro per singola unità immobiliare per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti ad elevata efficienza. La misura è stata però pensata soprattutto per i condomini: infatti i 60mila euro per l’isolamento termico e i 30mila euro per le caldaie devono essere moltiplicati per il numero di unità immobiliari. Pertanto per un condominio di venti appartamenti si parlerà di 1,2 mln di euro per il cappotto e 600mila euro per la cadaia e 96 mila euro per i pannelli solari.I lavori ammessi a godere del superbonus sono gli interventi di coibentazione degli edifici aventi ad oggetto almeno il 25% della superficie esterna. Rientra nei lavori agevolabili anche l’installazione di pannelli fotovoltaici, con l’obbligo però di cessione al Gse dell’energia autoprodotta e non consumata, nel limite di 48 mila euro per unità immobiliare.Rimangono fuori gli infissi, che però potrebbero rientrare nella misura se inseriti all’intero di una ristrutturazione più ampia che si basi sull’efficientamento energetico.Va ricordato infatti che la condizione per accedere al Superbonus del 110 per cento è realizzare un miglioramento di due classi energetiche dell’edificio ovvero se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (Ape).

Bonus bici e bonus rottamazione auto, ma non per tutti. I paletti delle misure per mobilità sostenibile in città

Tra le misure del Decreto Rilancio spiccano anche alcune legate alla mobilità sostenibile. Il bonus mobilità, da alcuni chiamato bonus bici, prevede incentivi fino a 500 euro per l’acquisto di biciclette, e-bikes, monopattini e servizi di mobilità condivisa, con l’obiettivo di incentivare mezzi alternativi all’uso dei veicoli ed evitare così di congestionare il traffico nelle grandi città. Un sostegno dettato anche dalle limitazioni che l’emergenza Covid-19 impone nell’ambito del trasporto pubblico locale.Il Bonus mobilità è riservato ai cittadini maggiorenni nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia ovvero nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, sarà pari aal 60 per cento della spesa sostenuta e comunque non superiore a euro 500. Ha valenza retroattiva (dal 4 maggio 2020) con durata fino al 31 dicembre 2020.Gli acquisti soggetti al Bonus mobilità saranno anche tutti i vari veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard, monopattini e monowheel ovvero per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture.Il Decreto Rilancio prevede anche un ulteriore bonus riservato agli abitanti delle città oggetto delle procedure di infrazione dell’UE per la scarsa qualità dell’aria, come Milano, Torino, Roma, Catania e Genova. In questo caso il bonus arriva a 1.500 euro per la rottamazione di auto fino a Euro 3 e motocicli fino a Euro 2 o Euro 3 se a due tempi e 500 euro per la rottamazione di motocicli. Nello specifico questo bonus legato alla rottamazione di veicoli inquinanti sarà spendibile entro i successivi tre anni per acquistare, anche a favore di persone conviventi, bici, e-bike, monopattini e altri mezzi per la mobilità individuale a propulsione prevalentemente elettrica, oppure per abbonamenti al trasporto pubblico locale/regionale, uso di servizi di mobilità condivisa a uso individuale.

Ecobonus 110%, ristrutturazioni casa gratis per famiglie con opzione di cedere detrazione d’imposta a banche o imprese

L’ecobonus al 110% previsto dal decreto Rilancio è estremamente positivo per il futuro dell’economia italiana e “può sbloccare rapidamente piccoli lavori edilizi e cantieri di dimensioni più grandi”. Così il consigliere nazionale di Unimpresa, Marco Pepe, secondo il quale “il governo sembra aver accolto anche un’istanza di Unimpresa che aveva inviato una lettera al governo, lo scorso 23 aprile, con una serie di proposte condivise da tutti gli associati, chiedendo, tra altro, proprio interventi per rilanciare l’edilizia”. Secondo Pepe «l’ecobonus al 110% consente, alle famiglie italiane, di eseguire lavori nelle abitazioni di loro proprietà».Il super bonus si può chiedere dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021, mentre gli interventi coperti dall’incentivo riguardano lavori per risparmio energetico, realizzazione di pannelli fotovoltaici; riduzione del rischio sismico, accompagnati da altri inclusi in un elenco più ampio ancora in via di definizione. In pratica, le famiglie e i condomini potrebbero cedere il credito d’imposta maturato a banche, assicurazioni o ad altre imprese che svolgono lavori. Ne consegue che una famiglia potrà decidere di detrarre negli anni successivi un importo superiore alla spesa oppure cederlo all’impresa che esegue i lavori con uno sconto in fattura del 100% della spesa che consente di realizzare le opere a costo zero. Poi sarà l’impresa edilizia a ottenere il beneficio, con una compensazione nei versamenti fiscali oppure scontandolo e cedendolo a u meno tasse o scontarlo e cederlo a sua volta a una banca o altra azienda che abbia “capienza” fiscale.

Liquidità alle imprese, le banche chiedono riunione Task Force per velocizzare procedure

Le banche chiedono un nuovo confronto per pervenire a una semplificazione e velocizzazione la concessione della liquidità alle imprese. L’ABI ha infatti chiesto di anticipare la periodica riunione della Task Force costituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal Ministero dello sviluppo economico, dalla Banca d’Italia, dal Mediocredito Centrale, dalla Sace e dalla stessa Abi. Nella riunione ABI chiede di valutare congiuntamente possibili interventi normativi e tecnologici per semplificare, velocizzare ed efficientare le misure per il sostegno di liquidità e le altre misure in favore di imprese e famiglie sia in relazione al dibattito parlamentare per la conversione in legge del DL 23/2020 e ai possibili miglioramenti e semplificazioni dello stesso sia in prospettiva del preannunciato Decreto “Maggio”.“Il superamento delle 100.000 domande di garanzia per gli anticipi di liquidità fino a 25.000 euro e l’oltre 1 milione e seicentomila moratorie gestite, dimostrano chiaramente il progressivo e importante impegno del mondo bancario nelle emergenze del coronavirus”, conclude la nota dell’ABI.

Russell Clark di Horseman alias hedge fund più bearish al mondo: ‘risposta a Covid accenderà inflazione, addio a tutti bond sovrani’

Altro che ‘don’t fight the Fed’: Russell Clark, ceo e responsabile investimenti dell’hedge fund più bearish al mondo Horseman Global, ha deciso di rivoluzionare la sua strategia di investimenti, nella convinzione che le misure straordinarie anti-COVID lanciate dalle banche centrali infiammeranno l’inflazione, scatenando fenomeni di reflazione e di stagflazione.
La ‘colpa’ sarà anche dell’helicopter money, ovvero di quelle misure di stimoli che, almeno negli Stati Uniti e anche in Giappone, si concretizzeranno nel mettere i soldi direttamente nelle tasche dei cittadini.“Per me è difficile togliermi di dosso la sensazione che stiamo arrivando alla fine del trend deflazionistico, che ha preso il via agli inizi degli anni ’80”, ha scritto Clark nella sua ultima lettera agli investitori. Trend deflazionistico che, a suo avviso, dovrebbe ora lasciare il posto alla reflazione, a causa dell’immensa ondata di liquidità arrivata e in arrivo dalle banche centrali.

Bonus 600 euro a partite Iva, da oggi gli accrediti sui conti correnti

L’Inps ha annunciato di aver avviato le procedure di pagamento per le indennità riservate ai lavoratori autonomi: gli interessati saranno avvisati con una mail o un sms

A partire da oggi, 15 aprile, i titolari di partite Iva destinatari del bonus da 600 euro per i lavoratori autonomi inizieranno a ricevere gli accrediti. La conferma è arrivata ieri dall’Inps, che in un tweet ha dichiarato di aver avviato “le procedure di pagamento delle indennità di 600 euro previste dal decreto Cura Italia”. L’istituto ha aggiunto che “un sms o una mail dell’Inps comunicherà agli interessati l’accredito sul conto corrente bancario o postale indicati all’atto della domanda”.

VELOCIZZARE L’ITER

Già lunedì il governo aveva annunciato che le prestazioni sarebbero state pagate nei conti correnti con valuta dal 15 al 17 aprile. Inps e banche, aveva spiegato l’esecutivo, hanno lavorato senza sosta, “anche durante il weekend di Pasqua, per velocizzare l’iter di attuazione delle misure” del governo.

QUATTRO MILIONI DI ISTANZE

Le istanze presentate per ricevere il bonus sono state “quasi 4 milioni”: di queste “l’Inps ne ha già liquidate oltre 1 milione e continuerà fino a martedì (ieri, ndr): verranno pagate nei conti correnti con valuta dal 15 aprile al 17, anche grazie alla collaborazione del mondo bancario, con accredito in un solo giorno lavorativo”.

VOUCHER BABY SITTER

Sempre oggi, 15 aprile, è previsto il pagamento del contributo baby sitter: il governo ha spiegato che “i 200mila congedi parentali richiesti sono stati retribuiti per la grande maggioranza direttamente dalle aziende ai dipendenti, mentre le oltre 40mila domande per il bonus baby sitting sono al vaglio dell’Inps per andare in pagamento (nel libretto famiglia) il 15 aprile anch’esse”.

Inps: 2,5 milioni di domande per prestazioni decreto Cura Italia, finora 5,2 milioni beneficiari

Le domande per prestazioni Inps previste dal decreto Cura Italia, pervenute telematicamente finora, sono circa 2,5 milioni (per la precisione 2.456.101) per più di 5,1 milioni di beneficiari. Lo ha fatto sapere lo stesso istituto, snocciolando i dati aggiornati alle ore 8 di oggi. La grande maggioranza riguarda l’indennità di 600 euro e la cassa integrazione. In particolare: oltre 2 milioni per indennità 600 euro, 184mila per congedi parentali, 20mila e 400 per Bonus baby sitting, 101mila domande con quasi 2 milioni di beneficiari per la Cigo e 58mila domande per quasi 953mila beneficiari per l’assegno ordinario.

Helicopter money anche in Italia? Ministro Provenzano: soldi nelle tasche degli italiani con decreto aprile

Il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, apre alla possibilità a una sorta di helicopter money anche in Italia. Così come stanno facendo gli Stati Uniti, il governo italiano potrebbe inserire qualche forma di trasferimento di liquidità alle famiglie che assomigli all’helicopter money, ossia dare soldi direttamente in mano ai cittadini, teorizzata poco più di 50 ani fa dal premio Nobel Milton Friedman.“Dobbiamo mettere i soldi nelle tasche degli italiani a cui fin qui non siamo arrivati. Questa è la priorità del decreto di aprile. Così come va assicurata liquidità al sistema delle imprese per tenerlo in vita, bisogna tenere in vita la società”, sono le parole di Provenzano in un’intervista al quotidiano Repubblica.Il ministro per il Sud, esponente del Pd, pone l’accento sul “rischio della tenuta democratica” in quanto “la polveriera sociale rimanda a una grande questione democratica. Viviamo giorni in cui per stato di necessità molte libertà sono compresse”.Tra le opzioni in ballo c’è l’estensione del reddito di cittadinanza. “Volevamo migliorarlo già prima del coronavirus, adesso diventa indispensabile – asserisce Provenzano – Rivedendo i vincoli patrimoniali, chi ha una casa familiare o dei risparmi in banca che non vuole intaccare oggi non può accedervi”. Il ministro parla di rafforzamento del sostegno alle famiglie numerose e ipotizza, per chi ha perso il lavoro, una cifra equa rispetto alla cassa integrazione sui 1000-1100 euro al mese e in tutti gli altri casi dev’essere un compenso che garantisca la dignità. Bisogna creare lavoro buono con gli investimenti. “Ma in attesa che questo avvenga la società va accompagnata. Nell’emergenza, servono misure universali e immediate di sostegno al reddito”.Sulla stessa lunghezza d’onda il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, in un’intervista a La Stampa: “Garantire reddito a tutti, con uno strumento facile da usare. Su questo c’è accordo con l’opposizione. Chiamiamolo reddito di emergenza, o reddito straordinario. Varrà finché non rientreremo alla normalità. Stiamo pensando di semplificare le procedure di accesso al reddito di cittadinanza, allargandolo a chi non ce l’ha, e senza le condizioni previste”.

2000 miliardi di dollari messi in campo negli USA

2500$ a cittadino Americano

SE NON E‘ helicopter money questo………..

Arriva l’helicopter money, Trump inietterà soldi a pioggia nelle tasche degli americani. Wall Street respira

Il rischio recessione per l’emergenza coronavirus costringe l’Amministrazione Trump a rimpinguare il maxi-piano di stimolo all’economia da 850 miliardi di dollari. Il pacchetto, dovrebbe contenere anche 50 miliardi di sostegno alle compagnie aeree, sarà al vaglio del Congresso.
L’attesa per il maxi-piano di stimoli, insieme alle nuove misure messe in atto dalla Fed, stanno trainando Wall Street, reduce dalla peggior seduta dal 1987. Il Dow Jones, dopo essere sceso sotto i 20 mila punti per la prima volta dal 2017, viaggia in rialzo del 3% circa a 20.797 punti, +4,1% per lo S&P 500. La volatilità resta elevatissima con VIX a 72 punti (ieri chiusura record oltre quota 82).L’amministrazione Trump ha affermato di appoggiare un piano per inviare assegni direttamente agli americani, probabilmente entro le prossime due settimane, nell’ambito del più ampio piano di stimolo per aiutare le famiglie e le imprese colpite dall’improvviso rallentamento economico innescato dalla pandemia di coronavirus.

L’annuncio di Mnuchin: invieremo soldi nelle tasche degli americani entro 2 settimane

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin, ha anticipato oggi che l’intenzione è quella di inviare denaro nelle tasche degli americani il più rapidamente possibile, preferibilmente entro due settimane. “Gli americani hanno bisogno di contanti ora”, ha aggiunto Mnuchin rimarcando che i dettagli di questa forma di ‘Helocopter Money’ arriveranno ​​dopo le discussioni con i repubblicani.
L’invio di soldi ai cittadini, hanno rimarcato oggi Mnunich e Trump, è una misura più efficace e veloce del taglio delle tasse che lo stesso Trump avevano inizialmente indicato per contrastare l’emergenza coronavirus.
Il presidente Donald Trump ieri ha chiesto agli americani di ridurre radicalmente le attività quotidiane per 15 giorni, per rallentare la diffusione della malattia negli Stati Uniti (i contagi hanno superato quota 5mila). Adesso è vietato riunirsi in gruppi di 10 o più persone o di visitare ristoranti o bar. Molte aziende hanno annunciato oggi che chiudereano i loro negozi e McDonald’s ha annunciato che opererà solo ttramite consegne a domicilio.

Wall Street non chiuderà, ma potrebbe ridurre gli orari

Niente stop alle negoziazioni di Wall Street. Lo afferma oggi il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, nel corso di un briefing con la stampa sull’emergenza legata al Covid-19. “Potremmo introdurre delle limitazioni e ridurre gli orari – specifica Mnuchin – ma crediamo nella necessità di tenere i mercati aperti”.
Ieri Stacey Cunningham, presidente del NYSE, ha ribadito ieri la sua convocazione che la borsa non deve chiudere nonostante la persistente volatilità dovuta al coronavirus. ″È molto importante capire che le cause sottostanti alla caduta del mercato non cambierebbero se smettessimo di fare trading”, ha precisato Cunningham.
Oggi intanto la Federal Reserve ha lanciato la Commercial Paper Funding Facility, una linea di credito speciale per garantire un più facile accesso al credito a imprese e famiglie. La misura, che sarà attiva per un anno (fino al 17 marzo 2021) ha l’obiettivo di migliorare la liquidità all’interno del sistema finanziario. Questo strumento era stato già utilizzato dalla Fed nella crisi del 2008.

“TUTTI RICEVERANNO UN ASSEGNO”. Trump investe 850 miliardi di dollari, soldi veri.

Trump è passato dall’ignorare il Coronavirus, al ritenerlo “Un virus straniero”, a prenderlo seriamente ed intervenire in modo massiccio dal punto di visto sia medico sia economico. Lasciando i giudizi sul primo punto ai medici, concentriamoci sul secondo: la Casa Bianca ha reso note le linee guida di un piano di intervento contro i danni economici del Coronavirus per 850 miliardi di dollari. “Tutti riceveranno un assegno” affermano voci del governo USA, lasciando trasparire che si utilizzerà un nuovo, completamente diverso, calcolo del sistema fiscale per permettere a tutti coloro che presentano la dichiarazione dei redditi, la cui scadenza è aprile, di ottenere un sostanzioso rimborso.Il pacchetto di interventi, che moltiplica per oltre cento il precedente stanziamento di 8,3 miliardi di dollari, verrà presentato oggi al Senato USA; dal Segretario al Tesoro Mnuchin, e contiene anche misure specifiche per il settore del trasporto aereo, a cui verranno destinati almeno 50 miliardi. Questo pacchetto si accompagna ad altri 100 miliardi già stanziati per pagare la malattia o la quarantena dei dipendenti pubblici, quindi gli stanziamenti complessivi del governo USA sfiorano i 1000 miliardi. Il senatore repubblicano Marco Rubio ha giustamente affermato “Io penso la premessa sia che, se facciamo qualcosa, dobbiamo farla in grande. Da dove siamo ora non si può tornare indietro“. Il rischio è quello di trovarsi di fronte ad una crisi da far impallidire il 1929 o il 2008 e non fare nulla, causando una recessione secolare e permanente. Di fronte a queste premesse non si può essere timidi. Del resto Trump non può permettersi un disastro economico nell’anno delle elezioni.Questi sono SOLDI VERI; non finti prestiti “A LEVA” come quelli promessi da Gualtieri. Si tratta di soldi che vanno nelle tasche dei cittadini per rafforzare la loro fiducia, e ci vanno AL POSTO DELLE TASSE che avrebbero dovuto versare. L’esatto opposto di quanto fatto dal Gualtieri che ha implorato a chi può di pagare le tasse lo stesso, cosa che farà piacere ai soliti gestori di Talk Show, ma che anche rischia di dare il segnale che tutto sia al limite del fallimento e che non ci siano più strumenti per intervenire. Un chiaro autogoal che può costare tantissimo al governo italiano

Coronavirus, arriva la proposta: Reddito di Quarantena per tutti

Un economista della Bocconi e un banchiere propongono l’erogazione di un sussidio per tutti sino a fine quarantena

La proposta è destinata a far discutere ma, sostiene il suo ideatore, per un momento di crisi ed emergenza così profondo è necessario mettere in campo misure straordinarie. Il rischio che si corre, infatti, è che nel momento in cui l’emergenza Coronavirus sarà terminata – il prima possibile, si spera – la situazione economica sarà tragica e saranno poche le aziende in grado di ripartire immediatamente.Per questo Gianmario Cinelli, ricercatore presso la Bocconi di Milano, e Antonio Costagliola, vicepresidente della banca d’investimenti Equita, hanno proposto di istituire il Reddito di quarantena, una forma di sostegno che, a differenza del quasi omonimo “Reddito di Cittadinanza”, è rivolto all’intera popolazione, indipendentemente dal fatto che si tratti di un lavoratore dipendente, di un lavoratore autonomo o di un imprenditore. In questo modo, sostengono i due economisti, le aziende non andranno a erodere il loro patrimonio e le famiglie potranno ugualmente “sopravvivere” per alcuni mesi.

Che cos’è il reddito di quarantena

Se il reddito di cittadinanza istituito dall’allora Ministro allo Sviluppo Economico Luigi Di Maio aveva l’obiettivo di consentire alle fasce più deboli della popolazione di avere una fonte di entrate in attesa di trovare un lavoro, il Reddito di Quarantena ha l’obiettivo di garantire la “sopravvivenza” di tutti sino a quando l’emergenza legata al Covid-19 non sarà terminata. Secondo gli autori della proposta, la misura dovrebbe concretizzarsi in un sussidio di 751 euro da erogare a tutte le famiglie italiane per i prossimi mesi, fino a quando non si potrà tornare a una situazione di normalità (o quasi).

Reddito di Quarantena, a cosa serve

La strategia ideata dai due economisti ricalca, se vogliamo, quella degli animali che vanno in letargo durante i mesi più freddi dell’anno. Riducono al minimo le loro funzioni vitali, per spendere il meno possibile e risvegliarsi in piena forma (o quasi) a inizio primavera. Con il reddito di quarantena, tutti quanti (dipendenti pubblici, dipendenti privati, lavoratori autonomi e imprenditori) dovrebbero entrare in uno stato di “ibernazione” che consentirebbe loro di non dover erodere i loro risparmi.

In questo modo, quando la crisi sanitaria (e quella economica che sta emergendo) sarà terminata, sia le aziende sia le famiglie avranno la liquidità necessaria per far ripartire l’economia, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta. Una soluzione win-win, insomma, quanto meno per gli “attori passivi” della storia. Il costo maggiore, infatti, dovrebbe pesare sulle casse delle Stato.

Quanto costerebbe il reddito di quarantena allo Stato

Trattandosi di una misura universale, rivolta a tutti i nuclei familiari del nostro Paese senza distinzione di posizione lavorativa o reddito, le casse dello Stato si troverebbero a sostenere un costo molto elevato. Secondo i calcoli dei due proponenti, il reddito di quarantena costerebbe circa 19 miliardi di euro al mese. Se la misura dovesse essere garantita per un trimestre, come proposto da Cinelli e Costagliola, il conto finale sarebbe di circa 58 miliardi di euro.

La spesa, ovviamente, non sarebbe interamente in deficit. Anzi: secondo i due economisti, in questo stesso periodo lo Stato dovrebbe sospendere il pagamento di stipendi ai dipendenti pubblici, pensioni e altre forme di sostegno (come il Reddito di cittadinanza). Così facendo, riuscirebbe a recuperare circa 80 miliardi di euro, con un saldo positivo di 22 miliardi di euro. Per un po’ di tempo, insomma, dovremmo stringere tutti la cinghia (anche le aziende sospenderebbero il pagamento degli stipendi dei loro dipendenti) per stare meglio nel corso dell’estate, quando l’economia dovrebbe ripartire.

Ecco quanto valgono le misure anti coronavirus: 1.400 euro a famiglia

Dai pagamenti rinviati per mutui e bollette al congedo parentale. Oggi arriva il decreto che darà soccorso a chi è rimasto a casa bloccato dalla crisi
 
ROMA – Lo Stato consegna agli italiani un assegno che potrebbe arrivare in media a 1.400 euro per far fronte all’emergenza coronavirus. Una cifra, nella media del sistema, che dovrebbe consentire di attenuare l’ansia, almeno sul piano del portafoglio, di essere bloccati in casa, di non poter lavorare, di non poter mandare i figli a scuola, di non poter andare a pagare tasse, bollette e rate del mutuo.

Emergenza Coronavirus: presidente Conte, deliberato stanziamento di 25 mld

“Abbiamo appena deliberato lo stanziamento di una somma straordinaria, 25 miliardi di euro, consapevoli delle difficoltà che il Paese sta affrontando per questa emergenza”. E’ quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri. “25 miliardi – ha aggiunto – di disponibilità finanziarie da non utilizzare subito ma sicuramente da poter utilizzare per far fronte a tutte le difficoltà che stiamo affrontando per un’emergenza che, come ho sempre dichiarato, è sia sanitaria sia economica e che ha chiaramente un importante impatto sociale”.

1200 euro a ogni cittadino”. Ecco come Hong Kong cura gli effetti economici del coronavirus

L’epidemia di coronavirus ci sta portando dentro una crisi economica che potrebbe risultare devastante. Come si può stimolare dunque la domanda interna? L’aumento dei consumi è la sola risposta, ma per farlo è necessario mettere soldi nelle tasche degli italiani. Si parla da tempo di helicopter money. Ecco, è una misura che ad Hong Kong è diventata realtà: il governo ha deciso di distribuire l’equivalente di 1.175 euro a ciascun adulto dei suoi 7 milioni di residenti permanenti nella città. Forse l’Italia dovrebbe adottare iniziative un po’ più mirate, ma la direzione da prendere è questa perché continuando a ragionare sullo zero virgola del rapporto deficit/pil andremo a fondo molto velocemente.

Anche la Banca del popolo della Cina ha già lanciato iniezioni straordinarie di liquidità per sostenere le imprese che hanno visto arrestare drammaticamente i flussi di cassa a causa del blocco sanitario da coronavirus. Negli Usa, la Federal Reserve taglierà i tassi e la Casa Bianca lavora a nuovi tagli alle tasse per rispondere alla ormai imminente frenata globale. Anche il Giappone sta per lanciare misure straordinarie di liquidità. E l’Europa? E l’Italia? Stanno a guardare, a ragionare ancora sui paletti e sugli zero virgola, con il prosciutto sugli occhi. Mentre anche gli investitori internazionali hanno già fatto notare che non è un bene che l’Europa resti indietro nella corsa a sostenere le imprese e la crescita.

L’Italia, dunque, deve reagire in modo straordinario, e con lei l’intera Ue. Giapponesi, americani e cinesi non sono stupidi. Perché loro prendono questo tipo di decisioni e l’Europa invece sta a guardare? Ecco perché la risposta è nell’helicopter money, riesumato nel 2015 dall’ex governatore della Federal Reserve Ben Bernanke, che a sua volta ha ripreso il concetto ideato dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman. È un tentativo estremo di rilancio dell’economia. E di questo si ha bisogno ora.

Nella pratica, tramite l’Helicopter Money ai cittadini vengono distribuiti soldi in contanti nel tentativo di far ripartire inflazione, consumi, e in generale la crescita economica. Di recente il discorso è stato ripreso anche dall’ex governatore della Fed di Dallas, Richard Fischer, da Jean Boivin, già vice della Banca del Canada e da Philipp Hildebrand, n.1 della Banca centrale svizzera tra il 2010 e il 2012. Ed ora, per contrastare il doppio effetto recessivo innescato da mesi di proteste e dall’epidemia di Coronavirus, il governo di Hong Kong ha deciso di passare all’azione. E noi dovremmo fare ugualmente.

Allarme Pil, nel 2020 serve una scossa. CSP ha la soluzione: replay dei maxi-incentivi rottamazione auto del 1997

Il 2019 anno bellissimo del premier Giuseppe Conte non solo non c’è stato, ma è andato peggiorando, per concludersi nel quarto trimestre con un segno meno di fronte al Pil. Negli ultimi tre mesi del 2019, stando a quanto riportato dall’Istat, il prodotto interno lordo italiano è sceso dello 0,3% rispetto al terzo trimestre, rimanendo piatto su base annua.
I dati sono preliminari e seguono l’espansione dell’economia pari a +0,1% su trimestre e +0,5% su base annuale del terzo trimestre. Il trend del Pil, peggiorato nel quarto trimestre, smentisce non solo la frase anno bellissimo di Giuseppe Conte ma anche quanto avevano detto ripetutamente gli esponenti del governo M5S-Lega: ovvero che le misure approvate dal primo governo Conte, tra cui il reddito di cittadinanza e quota 100, avrebbero fatto sentire i loro effetti positivi sull’economia verso la fine del 2019.E invece no. Non solo. Il Pil è peggiorato scivolando in territorio negativo. Tanto che il ribasso trimestrale dello 0,3% è il più forte in quasi sette anni, ovvero dal primo trimestre del 2013.Così si legge nella nota dell’Istat:Il calo congiunturale dello 0,3%”ha interrotto la debole tendenza positiva prevalsa nell’arco dei quattro trimestri precedenti”. La contrazione trimestre su trimestre, si legge ancora nel commento ai dati “determina un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende a zero dallo 0,5% del trimestre precedente”. E ancora: nel quarto trimestre del 2019 il valore aggiunto in termini congiunturali “segna un calo marcato nell’industria e in agricoltura, a fronte di un sostanziale ristagno per l’insieme del terziario”.Cosa dire, invece, dell’intero anno 2019?
Il Pil è salito dello 0,2% sia in base a dati corretti per gli effetti di calendario che in base a dati trimestrali grezzi. La frenata rispetto al +0,8% del 2018 è evidente.
L’Istat precisa che si tratta di una prima indicazione sulla media annua e che il risultato completo della performance dell’economia italiana potrà conoscersi il prossimo 2 marzo.

CSP suggerisce il replay della maxi-rottamazione auto del 1997

Intanto così commenta il Pil italiano il Centro Studi Promotor (CSP):
Doccia gelata sulle speranze di ripresa dell’economia italiana dalla prima stima sul prodotto interno lordo nel quarto trimestre 2019 diffusa oggi dall’Istat. Rispetto al terzo trimestre si registra un calo dello 0,3% che interrompe la modestissima crescita che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2018 e i primi tre trimestri del 2019. A ciò si aggiunge che, secondo l’ultima nota mensile sull’economia italiana dell’Istat, “l’andamento dell’indicatore anticipatore mantiene un profilo negativo suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”.
Con il dato del quarto trimestre, il Pil dell’intero 2019 fa registrare una crescita rispetto al 2018 dello 0,2%, ma, segnala il Centro Studi Promotor, si colloca al di sotto del livello ante-crisi del 2007 del 4,1% e soltanto lievemente al di sopra del livello registrato nel 2004. E tutto ciò mentre in tutte le economie avanzate i livelli ante-crisi sono stati ormai da molti anni decisamente superati. In questo quadro – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – molto opportuna sarebbe l’adozione di un provvedimento che desse impulso alla ripresa dell’economia e desse anche un contributo positivo all’ambiente e alla sicurezza stradale, come avvenne con gli incentivi alla rottamazione di automobili del 1997, che, non solo determinarono una crescita delle immatricolazioni del 39% ma generarono anche un maggior gettito per l’Erario di 1.400 miliardi di lire e una crescita del Pil di 0,4 punti come certificò la Banca D’Italia nel suo Bollettino Economico n.30 del febbraio 1998″.
Confesercenti rimarca come il dato Istat odierno confermi la stagnazione economica. “E’ evidente che lo sforzo di politica economica da portare avanti è rilevante e deve basarsi su un’ottica di ampio respiro: riforma del fisco per le famiglie, piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, un forte piano di investimenti pubblici nei settori chiave della green economy e dell’innovazione, ma anche nella manutenzione del territorio e degli edifici scolastici”, si legge nella nota di Confesercenti che aggiunge. “Probabilmente sono maturi i tempi per decidere di attuare una golden rule a livello europeo, non considerando nel Patto di stabilità gli investimenti pubblici nei settori innovativi, nell’ambiente, nell’istruzione”.

Confcommercio su taglio cuneo fiscale: “bene iniziare a ridurre tasse”

“Bene ogni passo avanti in direzione della riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Ora, però, occorre affrontare il tema complessivo del riordino del sistema fiscale e, in questo contesto, della riforma dell’Irpef. Una riforma che semplifichi e che riduca il prelievo a carico di tutti i contribuenti in regola: dipendenti, autonomi o altri.”. Questo il commento di Confcommercio dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto per il taglio del cuneo fiscale.
Il decreto, composto da 5 articoli complessivi, prevede per il periodo che va dal primo luglio al 31 dicembre di quest’anno fino a 600 euro in più in busta paga, per i redditi di lavoro dipendente e assimilati a partire da 8.200 euro fino a 28mila euro.

Davos, Trump sponsorizza ‘America First’ al World Economic Forum: ‘mettete al primo posto vostri cittadini’

Donald Trump parla da Davos, dove è in corso il World Economic Forum, e sponsorizza il suo slogan “America First”, invitando tutti gli altri paesi a fare lo stesso, dunque a mettere al primo posto i loro cittadini.“Soltanto quando i governi metteranno al primo posto i loro cittadini, investiranno a pieno nel futuro delle loro nazioni”, ha detto il presidente americano.“La rinnovata prosperità dell’America è innegabile, senza precedenti e senza eguali in qualsiasi parte del mondo – ha continuato Trump, qualche ora prima dell’inizio del procedimento di impeachment a suo carico – L’America ha conseguito questa incredibile svolta non apportando piccoli cambiamenti a una manciata di politiche, ma adottando un nuovo approccio incentrato interamente sul benessere dei lavoratori americani”.“Ogni decisione che prendiamo sulle tasse, sul commercio, sulla regolamentazione, sull’energia, sull’immigrazione, sull’istruzione e ancora su molto altro è concentrata sull’obiettivo di migliorare la vita di ogni giorno degli americani”, ha tuonato ancora il presidente Usa.

Inps: oltre 1 milione le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte ad inizio gennaio

Oltre 1 milione le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte dall’Inps fino ad inizio gennaio. Nel dettaglio, le famiglie titolari di reddito (916.000 per 2,4 milioni di persone coinvolte) e di pensione di cittadinanza (126.000 con 143.000 persone coinvolte) sono nel complesso 1.041.000 e l’importo medio mensile percepito da queste famiglie ammonta a 493 euro. Il Reddito di cittadinanza è erogato per il 90% dei casi a un italiano mentre solo il 6% risulta erogata a extracomunitari e per il 3% a cittadini europei.

Taglio cuneo fiscale, Castelli: “Dalla riforma attenzione a pensionati e incapienti”

“C’era un bel clima di collaborazione con le rappresentanze sindacali dei lavoratori, che hanno compreso il primo importante passo che stiamo facendo come Governo, e soprattutto condividono la prospettiva di una riforma complessiva del fisco. Destinando ciò che entra dalla lotta all’evasione fiscale all’abbassamento delle tasse di chi le paga e le ha sempre pagate, ma soprattutto degli incapienti, fino ad oggi esclusi, e dei pensionati”. Così il viceministro dell’economia Laura Castelli commenta l’incontro oggi con i sindacati sul taglio del cuneo fiscale.
“Per il taglio del Cuneo da 3 miliardi, utilizzeremo un sistema misto, proprio per evitare incapienti e problemi alle imprese dall’introduzione di metodi nuovi, aumentando l’importo del beneficio a 100 euro con il sistema vigente per gli attuali percettori, mentre con un meccanismo di detrazioni per i nuovi beneficiari” ha concluso Castelli. Nel dettaglio, la proposta del governo prevede che il bonus Renzi salga da 80 a 100 euro per chi guadagna fino a 28mila euro, ampliando così la platea dei beneficiari a 4 milioni di lavoratori. Il beneficio poi scenderà gradualmente a 80 euro per i redditi fino a 35mila euro per poi azzerarsi per quelli fino a 40mila.

Aumento di 500 euro sulle busta paga

12 Gennaio 2020

Buste paga più consistenti a partire da luglio grazie al taglio del cuneo fiscale, ma rimane da stabilire il limite massimo di reddito per beneficiarne. 

Si allarga il taglio del cuneo fiscale, cioè il cumulo delle imposte che gravano sulle busta paga dei dipendenti: lo sgravio fiscale si tradurrà in un bonus che sarà erogato in busta paga a partire da luglio, come già la legge di Bilancio 2020 ha previsto per la fascia dai 26 mila euro di reddito fino a 35 mila, quelli che finora erano esclusi dal bonus Renzi di 80 euro; ma forse ora potrebbero beneficiarne anche i lavoratori con redditi oltre i 35 mila euro annui. La soglia massima è ancora da definire, l’ipotesi sul campo è di farla arrivare ai redditi annui lordi fino a 40 mila euro.Com’è diventato possibile ora estendere la “sforbiciata” sul costo del lavoro che grava a carico dei dipendenti e pensare adesso di alzare la soglia dei beneficiari del bonus di 500 euro in busta paga nel 2020? Il Governo aveva stanziato in manovra 2020, per finanziare questa operazione, 3 miliardi di euro per il 2020 (che diventeranno 5 a partire dal 2021) e aveva calcolato che con queste somme nel 2020 si potevano finanziare le restituzioni della differenza delle tasse pagate in più dai lavoratori dipendenti rispetto al costo del lavoro fino alla soglia dei 35 mila euro di reddito lordo annuo, ed infatti così è stato deciso ed approvato; ma ora sembra che ci sia a disposizione qualcosa in più da erogare.Tutto passa attraverso il decreto attuativo, che il ministero dell’Economia conta di emanare entro gennaio; ma per scriverlo serve fare prima un confronto con le parti sociali e dunque per i sindacati che è già stato messo in programma per la settimana prossima. L’obiettivo è quello di arrivare alla definizione a stretto giro e dare tempo sia ai datori di lavoro di adeguarsi sia ai lavoratori con redditi bassi e medio bassi di capire a chi spetterà ed quanto effettivamente ammonterà il «significativo sostegno ai redditi bassi e medio bassi» annunciato l’altro ieri dal ministro Roberto Gualtieri.«Mi aspetto un confronto con le parti sociali prima di arrivare al varo del decreto» ha sottolineato il ministro dell’Economia, e ha aggiunto che «dobbiamo collocare questo atto all’apertura di un tavolo importante su una riforma fiscale necessaria al Paese per la crescita e l’occupazione».Secondo quanto anticipa Il Sole 24 di oggi, ci sarebbe un miliardo di euro in più per finanziare l’operazione e allargare la platea dei beneficiari: così, scrive il quotidiano parlando del decreto in arrivo, « l’ipotesi estensiva favorirebbe fino a 900mila lavoratori se la soglia fosse portata a 40mila euro», anche se «la vera novità del “taglia-cuneo” riguarda i 4,5 milioni di lavoratori che guadagnano tra i 26.600 e i 35 mila euro. A costoro infatti verranno estesi, totalmente o parzialmente gli 80 euro, introdotti dal governo Renzi, considerato che oggi non li percepiscono».Il quotidiano individua così la motivazione della scelta di estendere la platea dei beneficiari oltre i 35 mila euro di reddito inizialmente previsti come limite massimo: «Una scelta dettata dalla necessità di creare un decalage più morbido per evitare “scalini” troppo rigidi e penalizzanti per i lavoratori, che guadagnano poco di più. Al momento, infatti, secondo le intenzioni iniziali, gli 80 euro in più vanno a salire da 26.600 euro fino a redditi di circa 34 mila euro, per poi ridursi – esattamente come accade adesso per il bonus Renzi – fino alla soglia limite dei 35mila euro. Una discesa però considerata troppo veloce, e quindi da ammorbidire. Sarà il confronto con il sindacato a indicare dove si fermerà la nuova asticella».Intanto, l’agenzia stampa Adnkronos anticipa che martedì 14 gennaio è prevista la riunione delle segreterie unitarie dei sindacati confederali Cgil Cisl Uil. Al termine dei lavori i tre segretari generali, Landini, Furlan e Barbagallo, illustreranno le prossime iniziative in vista del decreto da emanare e per sollecitare la ripresa dei tavoli sul Governo; ma già dichiarano che il programmato taglio del cuneo fiscale  è un «primo passo importante, ma deve portare verso la riforma dell’Irpef».La riduzione del cuneo dovrebbe portare nelle tasche dei lavoratori un importo variabile tra i 40 e gli 80 euro a seconda dello stipendio percepito, che equivalgono ad un massimo di circa 500 euro nel secondo semestre del 2020 (i rimborsi infatti saranno erogati a partire da luglio, come ha previsto la legge di Bilancio) per aumentare nel 2021. Alla fascia dei lavoratori che percepiscono redditi compresi tra i 26.600 (dove si ferma il bonus Renzi) a 35 mila o oltre, cioè dove si deciderà di fissare il nuovo limite, andranno infatti circa 80 euro in più al mese, dunque complessivamente quasi 500 euro nel secondo semestre 2020.Rimane invece ancora da decidere come si tradurrà l’attuale bonus di 80 euro già previsto per i lavoratori con redditi compresi tra gli 8.200 euro e i 26.600 euro: per loro il decreto in arrivo dovrebbe prevedere la trasformazione della somma in detrazione fiscale  ma potrebbero anche restare sotto forma di soldi riconosciuti direttamente in busta paga. Anche qui sarà il decreto in arrivo a stabilire le condizioni. Chi invece ha redditi inferiori agli 8.200 euro annui – si tratta di oltre 4 milioni di lavoratori – sarà escluso dal taglio del cuneo fiscale perché rientra già nella fascia degli incapienti, che già beneficiano del sistema di agevolazioni alternativo, come le detrazioni Irpef sui redditi di lavoro dipendente che azzerano le imposte sui redditi e altre forme di assistenza.

Bonus casa, tutte le novità presenti nella Manovra 2020

27 Dicembre 2019

Buone notizie per i contribuenti proprietari di casa. La Manovra 2020 mantiene tutti i bonus casa già in atto nel 2019 e ne aggiunge uno nuovo, il bonus facciate, per i lavori edilizi realizzati per il mantenimento e per migliorare l’efficienza degli esterni degli immobili.

Bonus facciate, come funziona

Il nuovo bonus avrà un importo pari al 90% dei lavori documentati realizzati nel 2020 relativi agli interventi di rifacimento delle facciate degli immobili. Ci sono però dei limiti.

Riguarderà solo gli edifici esistenti e ubicati in zone urbane A e B. Sono escluse quindi le zone a scarsa densità urbana. Sono poi esclusi alcuni lavori, come quelli relativi alla sistemazione delle grondaie, dei cavi esterni e degli infissi. Interventi per pulitura e tinteggiatura saranno invece interamente detraibili al 90%.

Secondo le stime il nuovo bonus facciate dovrebbe mettere sul mercato 4 miliardi di investimenti.

…gli altri sconti fiscali

Nella legge rimangono anche il bonus ristrutturazioni e il bonus mobili, collegati fra loro, nel senso che si può avere il secondo se si sono fatti lavori di ristrutturazione. Il bonus è stato rinnovato anche per il 2020 e la percentuale della detrazione resta la stessa al 50%, fino a 96mila euro per il primo e fino a 10mila euro per il secondo.

Anche per il 2020 restano detraibili l’eco bonus per i lavori di efficientamento energetico. Le regole non cambiano e neppure le due aliquote di detrazione, al 65% e 50% a seconda del tipo di lavori e il bonus giardini (36% fino a 5.000 euro) previsto per lavori di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

La casa resta quindi ancora il volano privato più efficiente sia per rilanciare diversi settori (dall’edilizia, al mobile, al verde agli elettrodomestici) e per favorire l’emersione del nero.

Infine il bonus sisma che interessa i lavori di messa in sicurezza dell’immobile e può arrivare fino a 85% di detrazione. In questo caso non c’è stato bisogno di rinnovarlo perché ha durata fino al 31 dicembre 2021 e sono già state stanziate le coperture relative.

Guerra commerciale: Trump annuncia nuovi sussidi ‘cash’ ad agricoltori Usa

Il dipartimento di agricoltura Usa ha annunciato che gli agricoltori americani riceveranno nuovi sussidi in cash: esattamente, la seconda delle tre parti in cui si divide il pacchetto di aiuti da $16 miliardi annunciato a maggio, concepito per compensare gli agricoltori dei danni subìti con la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.Il presidente americano Donald Trump ha commentato la notizia: “I nostri grandi agricoltori riceveranno un altro corposo round di ‘cash’, complimenti ai dazi cinesi, prima del Thanksgiving”.“Grandi beneficiari saranno le aziende agricole più piccole e i contadini. Allo stesso tempo, come avrete forse iniziato a notare, la Cina sta iniziando di nuovo a fare forti acquisti. L’accordo con il Giappone è cosa fatta. Rallegratevene!”

Aiuti alle famiglie – Per quanto riguarda il pacchetto famiglia, si esplorano le opzioni di funzionamento dell’assegno unico per i figli, che vedrà la luce non prima del 2021.  Cambia invece il voucher per gli asili nido che raddoppia per le famiglie con Isee fino a 25mila euro, passando dagli attuali 1.500 euro a 3.000 euro.  Alle famiglie con Isee fino a 40mila euro un voucher rafforzato da 2.500 euro annui. Il contributo resta a 1.500 euro per chi supera questa soglia di Isee e, per tutti, rimane parametrato su 11 mensilità. Per rafforzare lo strumento vengono stanziati 190 milioni in più nel 2020, che si aggiungono ai 330 milioni già a bilancio.

Stop canone Rai per anziani a basso reddito – Stop al canone Rai per gli anziani a basso reddito. Lo conferma la bozza di manovra. L’esenzione dal canone vale per chi abbia dai 75 anni in su e non abbia un reddito superiore a 8.000 euro annui. Concorrono al reddito il coniuge e il convivente, a meno che non si tratti di “collaboratori domestici, colf e badanti”.  L’esenzione vale solo per la tv della propria casa di residenza.

Tre miliardi per incentivi carte – Arrivano 3 miliardi per incentivare chi paga con carte e bancomat. Per i dettagli del cashback bisognerà aspettare, perché sarò un decreto del ministero dell’Economia da emanare entro aprile 2020, sentito il Garante della Privacy, a stabilire come e quando distribuire i rimborsi in denaro. Tra i criteri per i premi anche “il volume” e “la frequenza” degli acquisti tracciabili. Il decreto del Mef indicherà anche “gli strumenti di pagamento elettronici e le attività rilevanti ai fini dell’attribuzione del premio”

L’addio ufficiale di Draghi. ‘Politica fiscale intervenga, si punti a sovranità europea condivisa’

Sovranità europea contro sovranismi, in un contesto, quello europeo, in cui l’euro, nella sua irreversibilità, è diventato ineluttabile, architrave su cui poggia tutto l’edificio dell’Europa. Reduce dall’ultima conferenza stampa nelle vesti di numero uno della Bce, Mario Draghi ha proferito oggi il suo discorso ufficiale di addio, in occasione dell’evento a Farewell event for Mario Draghi, organizzato dalla banca centrale.
Tra i presenti: il suo successore, l’ex direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde; il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella; la cancelliera tedesca Angela Merkel; il presidente francese Emmanuel Macron.Draghi – nel caso dell’Italia si può dire che è stato lui il vero scudo anti-spread – ha ribadito quanto detto più volte nelle ultime settimane: la politica monetaria non può più agire da sola, ha bisogno di essere coadiuvata dalla politica fiscale. L’Europa deve fare quel salto – necessario per la sua stessa sopravvivenza – verso una maggiore integrazione, creando istituzioni che siano capaci di garantire quella stabilità economica che gli strumenti di politica monetaria non possono più, da soli, garantire.“Nella nostra Unione monetaria, le politiche nazionali esercitano un ruolo principale nella stabilizzazione fiscale, molto più di quanto facciano gli stati in Usa. Ma le politiche nazionali – ha avvertito il numero uno della Bce –  non possono assicurare sempre la giusta direzione fiscale per l’area euro intesa nel suo complesso. Coordinare politiche decentralizzate è compito complesso. E le politiche non coordinate non sono sufficienti, visto che la capacità di politiche fiscali espansive di produrre effetti tra un paese e l’altro è relativamente bassa. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di una capacità fiscale di dimensione e portata adeguate: sufficientemente grande per stabilizzare l’Unione monetaria, ma concepita per non creare un eccessivo moral hazard”.Di qui, la presa di coscienza, il pragmatismo:Non esiste una soluzione perfetta. Quando i rischi vengono condivisi, il moral hazard non può mai essere ridotto a zero, sebbene possa essere contenuto in modo significativo, attraverso un modello appropriato. Allo stesso tempo, dovremmo anche riconoscere che la condivisione dei rischi aiuta a ridurre i rischi stessi”.Integrazione, condivisione, politica fiscale comune, Unione, che sia politica, monetaria, e anche fiscale. E una sovranità condivisa, nel senso non di minore sovranità per ciascun paese che fa parte dell’area euro e, in senso più allargato, dell’Unione europea, ma nel senso opposto di maggiore sovranità, contrapposta a quei sovranismi che invocano invece divisione, isolamento, barriere, confini.

Draghi auspica la sovranità europea su cui spinge Macron

Draghi ha ricordato il concetto di sovranità europea espresso dal presidente francese Macron, attingendo anche a una dichiarazione che era stata proferita dalla cancelliera tedesca Angela Merkel:
“Per noi europei, in un mondo globalizzato, una vera sovranità che soddisfi le necessità di sicurezza e di prosperità, può essere raggiunta solo lavorando insieme. Come la cancelliera Angela Merkel ha detto, ‘Noi europei dobbiamo prendere il nostro destino tra le nostre proprie mani, se vogliamo sopravvivere in quanto comunità”.
“Lavorare insieme ci consente di proteggere i nostri interessi nell’economia mondiale – ha detto Draghi – resistere alle pressioni dei poteri stranieri, influenzare le regole globali in modo che riflettano i nostri standard, rendere esecutivi i nostri valori a livello globale. Nessuno di questi obiettivi può essere raggiunto allo stesso modo, dai singoli paesi, se agiscono da soli. In un mondo globalizzato, la condivisione della sovranità è il modo per riguadagnare la sovranità”.
“Riconoscere che dobbiamo esercitare quello che il presidente (francese) Macron ha definito “la sovranità europea” per essere efficaci – ha avvertito però il banchiere – non significa che disponiamo già, oggi, delle infrastrutture politiche per farlo. La consapevolezza della necessità di averle sta, comunque, crescendo velocemente”. Ora, “abbiamo visto emergere (questa necessità) in occasione delle più recenti elezioni del Parlamento europeo, che forse sono state le prime elezioni in cui si è dibattuto principalmente sulle questioni europee”.
Ma “anche coloro che hanno tentato di rallentare l’integrazione europea lo hanno fatto contestando piuttosto le istituzioni europee che rigettando la loro legittimità. Questo è solo l’inizio, ma fa capire che la nostra Unione si sta muovendo nella giusta direzione”. Di conseguenza, “sono fiducioso nel fatto che così continuerà a fare, perchè alla fine è nell’interesse di ogni paese gettare le basi del percorso futuro verso una sovranità europea. Le azioni di molti europei impegnati (a perseguire tale obiettivo), sia a livello nazionale che nell’Ue, hanno aiutato ad arrivare a questo punto”.
Draghi ha riconosciuto i meriti a tre gruppi: 1) alla Bce e alle banche centrali nazionali; 2) al boad esecutivo e Consiglio direttivo della Bce 3) ai leader europei.
A proposito dell’ultima categoria, non è mancato un ringraziamento a coloro che, a suo avviso, sono stati i paladini dell’euro (e che erano presenti all’evento):
“Presidente Macron, presidente Sergio Mattarella (che lo ha a sua volta ringraziato), cancelliera Merkel: voi siete stati al fianco del Consiglio europeo e dei forum globali, in un momento in cui altre banche centrali principali hanno fatto fronte a pressioni politiche esplicite (vedi Donald Trump contro la Federal Reserve) in crescendo. Voi avete rigettato in modo forte le voci illiberali che volevano spingerci a voltare le spalle all’integrazione europea. E, nei momenti critici, avete mosso i passi necessari per salvaguardare l’euro e per proteggere l’eredità che ci è stata lasciata: una Europa unita, pacifica e prospera”.
“E’ arrivato per me il momento di passare il testimone a Christine Lagarde – ha concluso Mario Draghi – Ho piena fiducia nel fatto che lei sarà (rivolgendosi a Lagarde) una leader della Bce eccellente. Il mio obiettivo è stato sempre quello di attenermi al mandato inciso nel Trattato, nella totale indipendenza, portando avanti una istituzione che è cresciuta diventando una banca centrale moderna, capace di gestire diverse sfide. E’ stato un privilegio e un onore avere l’opportunità di farlo. Grazie”.
Se questa è stata la fine del discorso, durante il suo addio Mario Draghi ha lanciato implicitamente un monito agli anti-europeisti, a chi ha tentato diverse volte, con diversi strumenti, di far barcollare le fondamenta dell’Unione europea e dell’Unione Monetaria:
“Con noi, la Bce ha dimostrato che non accetterà minacce alla stabilità monetaria provocate da timori infondati sul futuro dell’euro. La Bce – ha continuato – ha dimostrato che combatterà i rischi al ribasso sulla stabilità dei prezzi così come quelli al rialzo. E ha stabilito che utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione entro il mandato che le è stato conferito per rispettare il mandato stesso, senza eccedere mai i limiti della legge”.
Mario Draghi ha ripetuto che “la fiducia nei confronti dell’euro da parte del pubblico è ai massimi di sempre; che l’euro è irreversibile; che la politica monetaria può ancora raggiungere i suoi obiettivi ma può farlo in modo più veloce e con minori effetti collaterali se coadiuvata dalla politica fiscale; che una politica fiscale più attiva in Eurozona velocizzerebbe l’aggiustamento delle nostre politiche”.
Riferendosi ancora all’impegno nei confronti dell’euro dimostrato da alcuni leader europei, Draghi ha ricordato anche alcune misure da lui lanciate nel corso del suo mandato – memorabili i suoi bazooka monetari, che hanno preso la forma del Quantitative easing, delle operazioni di TLTRO, dei tassi negativi, dell’OMT – .
Il banchiere centrale (ancora per pochi giorni, visto che la scadenza ufficiale del mandato è stata fissata al 31 ottobre) ha spiegato:
“Abbiamo dovuto varare misure che a volte sono apparse, all’inizio, controverse e i cui benefici sono stati rivelati solo lentamente. La nostra determinazione non ha mai tentennato, trovando il suo fondamento nei lavoro solido del nostro staff, nutrito dall’empatia verso chi stava soffrendo, rafforzato dalla convinzione che le politiche (adottate) avrebbero migliorato la situazione. In questi momenti – soprattutto in una Unione monetaria formata da diversi paesi – i leader politici che sono stati capaci di trascendere le prospettive nazionali nel valutare la nostra politica monetaria, e che hanno riconosciuto la prospettiva dell’Eurozona spiegandola alle loro audience nazionali, hanno fornito un baluardo essenziale alla nostra indipendenza. Sono grato che abbiamo avuto leader del genere in Europa, e vi sono grato per il vostro solido sostegno e per l’incoraggiamento forniti durante la crisi”.

Sul tavolo resta – insieme ad altre – anche la proposta del vice ministro dell’Economia Antonio Misiani per i lavoratori incapienti, la galassia dei working poors che annovera precari, collaboratori con il reddito all’osso, i part time involontari, i dipendenti sfruttati che stanno in dumping salariale de facto.Sono 3 milioni e 700mila occupati che, dal 2008 ad oggi, hanno visto diminuire il proprio reddito pro-capite, sono rimasti fuori dal bonus Renzi e solo in piccola percentuale beneficiano del Rdc. Se il progetto del vice ministro dem andasse in porto, i beneficiari avrebbero 60 euro mensili in più in busta paga (730 euro in caso di pagamento in un’unica soluzione).

Manovra 2020: bonus figlio da 400 euro al mese e rivalutazione pensioni sotto i 2mila euro

Tra le misure che dovrebbero entrare nella Manovra 2020, su cui si sta confrontando il governo, spunta un fondo per la famiglia che prevede un assegno di 400 euro al mese per ogni figlio, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, in edicola oggi. Sul fronte pensioni invece sarebbe prevista una mini rivalutazione per gli importi tra 1.500 e 2.000 euro al mese. La prossima Legge di Bilancio dovrebbe arrivare in Parlamento la prossima settimana.

Inps: 8,7 milioni di pensioni con importo tra 500 e 1000 euro al mese

Le prestazioni previdenziali in Italia al 2018 sono pari a 22.785.711, per un ammontare complessivo annuo di 293.344 milioni di euro, che corrisponde a un importo medio per prestazione di 12.874 euro (Prospetto 1). Rispetto al 2017, il numero di prestazioni è diminuito dello 0,1% e il corrispondente importo complessivo annuo è aumentato del 2,2%.Così l’Inps nel suo ultimo Osservatorio del casellario dei pensionati in cui emerge che se Sebbene le donne rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52,2%), gli uomini percepiscono il 55,9% dei redditi pensionistici. L’importo medio dei trattamenti percepiti dalle donne è infatti inferiore rispetto a quello degli uomini del 28% (15.474 contro 21.450 euro).
In merito alla distribuzione delle pensioni per classe di importo, si osserva che il 76,2% delle pensioni ha importi inferiori a 1500 euro lordi mensili; la maggior parte di esse (8,7 milioni) ha importi compresi tra 500 e 1.000 euro mensili e rappresentano il 38% del totale delle pensioni. Le pensioni fino a 500 euro sono 5.473.545 e costituiscono il 24% del totale, mentre quelle tra 1.000 e 1.500 euro sono 3.230.552 pari al 14,2% del totale. Le restanti 5.414.902 pensioni, pari al 23,8% del totale, superano i 1.500 euro lordi mensili. I pensionati che percepiscono più di 2.000 euro al mese rappresentano il 24,7%, mentre le pensioni il 13,6%, con importi che pesano per il 38% sulla spesa pensionistica complessiva.
“Una vergogna!” commenta gli ultimi dati dell’Inps Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Specie se si considera che costano solo 6 mld e 520 milioni, mentre i pensionati d’oro, con redditi superiori a 5.000 euro al mese, pur essendo appena l’1,8% del totale, poco più di 285 mila pensionati, costano la bellezza di 23 mld e 316 milioni, ossia più di 3 volte e mezza le pensioni da fame”. “Una situazione che non può essere stata risolta dalla pensione di cittadinanza, visto che, anche se in quest’ultimo caso si fa riferimento al reddito familiare e non a quello pensionistico, secondo gli ultimi dati Inps sono solo 118 mila i percettori, contro 1 mln e 951,8 mila pensionati che prendono meno di 500 euro al mese, ossia il 6 per cento. Uno squilibrio difficilmente spiegabile” conclude Dona.

Auto elettriche permettono risparmi fino al 20% su RC Auto

Il 2019 si avvia a segnare un balzo a tre cifre per le vendite di auto elettriche sotto la spinta dei nuovi modelli in arrivo e dei consistenti incentivi statali che vengono affiancati in alcune regioni da ulteriori ecoincentivi (quelli in Lombardia fino a 8mila euro sono partiti a metà ottobre) che portano a far scendere in maniera vertiginosa il costo di una vettura elettrica.La quota di mercato dell’elettrico rimane comunque molto bassa complice anche il numero ancora limitato di modelli. Pur rappresentando ancora una nicchia, la diffusione nella Penisola di questi modelli sta registrando percentuali di crescita a tre cifre: dal 2015 al 2018 sono cresciute del 130%.Tra i vantaggi dell’elettrico, oltre agli ecoincentivi all’acquisto, ci sono anche i costi più contenuti a livello di assicurazione del veicolo. “Dal punto di vista dell’RC auto non vi sono norme che vincolano le compagnie a riconoscere tariffe agevolate per coloro che hanno un veicolo elettrico o ibrido, spiega Diego Palano, responsabile assicurazioni di Facile.it, che aggiunge: “Nonostante questo, però, va evidenziato che alcune assicurazioni utilizzano il tema della sostenibilità come leva di marketing e, in funzione di questo, riconoscono delle agevolazioni riservate a coloro che guidano un’automobile green; si tratta molto spesso di sconti che in alcuni casi possono arrivare ad incidere sino al 20% sul premio finale”.

Conte promette taglio Irpef al 20%, taglio tasse anche per redditi più alti

Il governo getta lo sguardo già al prossimo anno. Appena chiusa la manovra 2020 che ha riservato poche risorse al taglio del cuneo fiscale, il premier Giuseppe Conte delinea i prossimi passaggi sul fronte tasse. “Stiamo lavorando come matti. C’è una task force già all’opera sulle simulazioni per la riforma dell’Irpef. Non possiamo realizzarla quest’anno, abbiamo solo poche settimane. La approveremo nel 2020. Pagare tutti, pagare meno. Ridurremo il numero delle aliquote e abbasseremo la pressione fiscale”, sono le parole del premier intervistato da Repubblica, La Stampa e Il Messaggero.

Nel dettaglio l’intento è accorpare le due aliquote Irpef più basse, quelle al 27% e al 23%, in una soltanto al 20% per i redditi fino a 28 mila euro. Conte rimarca come l’intento sia quello di intervenire anche sui redditi più alti. Il governo starebbe guardando non solo ai lavoratori dipendenti. “L’obiettivo è abbassare le tasse pure ad autonomi e liberi professionisti, anche al di sopra dei 65 mila euro”, dice il premier a Repubblica.

Leopolda 2019, Renzi insiste su Quota 100: stop subito per finanziare il Family Act

Cancellare Quota 100 per finanziare il Family Act. L’ex premier Matteo Renzi torna ad attaccare Quota 100 alla vigilia della Lepolda 2019. “Domattina spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta – rimarca Renzi nell’enews in cui presenta il programma della manifestazione. I soldi di Quota 100, prosegue il leader di Italia Viva, dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. “Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri”, conclude Renzi.

Nelle scorse settimane la proposta di Renzi di inserire l’addio anticipato a Quota 100 già nella finanziaria 2020 ha trovato l’opposizione delle altre forze di governo.

Manovra 2020: Conte, è coraggiosa e nel segno della crescita

Il premier Giuseppe Conte esprime la sua soddisfazione per la Manovra 2020, le cui linee guida sono state approvate nei giorni scorsi dal governo e trasmessi alla Commissione europea. “È una manovra coraggiosa, nel segno della crescita pur avendo risorse limitate – ha detto Conte nell’intervista rilasciata al Corriere della sera, in edicola oggi – E spinge l’Italia nel futuro”. Guardando nel dettaglio le misure introdotte, il premier sottolinea l’importanza della lotta all’evasione fiscale, che “rappresenta un cambio di passo mai visto prima”.

Manovra, Gualtieri: obiettivo ridurre pressione fiscale con principio progressività imposte anche grazie calo spread

“L’obiettivo è quello di proseguire con la riduzione della pressione fiscale che già avviamo quest’anno e che vogliamo realizzare, a differenza della Lega, tenendo fermo il principio della progressività delle imposte”. Così il ministro dell’economia Roberto Gualtieri commenta la manovra del governo M5S-PD, in una lunga intervista rilasciata al Sole 24 Ore.“Lo porteremo avanti con tre motori. Il rilancio della crescita, la riduzione del costo degli interessi che è il capitolo più inefficiente della spesa pubblica, e affrontando il grande tema dell’evasione fiscale che ha cifre insostenibili per un Paese moderno. Sugli interessi abbiamo già raggiunto risultati importanti, ieri lo spread ha chiuso a 131 punti, dai 135 di ieri, e nelle scorse ore era sceso sotto i 130 come non accadeva dal maggio 2018. Ma puntiamo a fare molto di più. E sull’evasione stiamo mettendo in campo un importante pacchetto che con il piano per i pagamenti digitali punta a promuovere la modernizzazione del Paese”.

Manovra 2020, Gualtieri: ‘riforma per ridurre le tasse, ora cantieri anche per gestire il dopo Quota 100’

“Una riforma per ridurre le tasse”. Così il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, in un’intervista al Sole 24 Ore, riassume il senso della legge di bilancio 2020, approdata ieri al tavolo della Commissione europea. Il governo (M5S-PD) – rivendica il ministro – è stato unanime “anche su evasione, tasse sul lavoro e flat tax discontinuità netta”, ha detto ancora, sottolineando che “una sola manovra non fa una politica economica: ora cantieri su fisco e pensioni”.“Non bisogna dimenticare che si tratta di una manovra complessa, che deve fermare gli aumenti Iva ma non può limitarsi solo a questo. La manovra riesce non solo a gestire un’eredità pesante, ma aumenta dopo anni le risorse per gli investimenti pubblici, rimette in campo gli incentivi per quelli privati e avvia le misure di sostenibilità sociale e ambientale. Perché intervenire sulle rette degli asili nido, come stiamo facendo, non significa solo aiutare le famiglie con redditi medio-bassi, ma anche puntare a incrementare il tasso di partecipazione femminile al lavoro. Non è un caso che sia così basso, in un Paese che offre un asilo solo al 10% dei suoi bambini. Ma naturalmente tutto questo segna solo l’avvio dell’azione di governo”.Ovvero?“Ora vogliamo avviare una serie di cantieri, realizzare un’ambiziosa riforma fiscale, aprire un tavolo sulle pensioni per gestire il «dopo Quota 100», avviare una nuova commissione sulla spending review, e dare un forte impulso per sbloccare gli investimenti che già sono in bilancio”.Riguardo al gestire il dopo Quota 100, Gualtieri spiega che “bisogna costruire un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema previdenziale, e anche in questo caso abbiamo valutato che prendersi il tempo per una riforma complessiva fosse più efficace rispetto a un intervento estemporaneo sulle finestre. Anche perché la scarsa adesione dei potenziali interessati al pensionamento anticipato continua a proiettare una spesa molto minore rispetto al previsto, e quindi ci è sembrato più opportuno seguire questo andamento, utilizzarlo per la definizione dei saldi e avviare nel frattempo un dialogo con le parti sociali. Perché con loro condividiamo il fatto che ci sia necessità e urgenza di affrontare i nodi strutturali”.

Manovra proroga detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e ecobonus. Lancia ‘bonus facciate’

La manovra 2020 elenca le detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e eco-bonus. E’ quanto emerge dal Documento programmatico di Bilancio (Dpb) approdato sul tavolo della Commissione europea, dopo l’ok del CdM alla legge di bilancio e al decreto fiscale.

La motivazione delle misure, si legge nel Dpb, è di “favorire gli investimenti sul patrimonio edilizio, anche per aumentare la resilienza e sostenibilità”.

Le misure sono le seguenti:

1) Proroga al 31 dicembre 2020 della detrazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia al 50 per cento (da suddividere in 10 quote annuali).

2) Proroga al 31 dicembre 2020 della detrazione al 50 o 65 per cento per gli interventi di efficienza energetica come l’installazione di pannelli solari, di impianti dotati di caldaie a condensazione almeno in classe A con sistemi di termoregolazione evoluti, di micro-cogeneratori, di dispositivi per il controllo da remoto degli impianti (da suddividere in 10 quote annuali), anche per gli immobili degli Istituti autonomi per le case popolari.

3) Proroga per il 2020 della detrazione per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione

4) Introduzione per il 2020 di una detrazione dell’90% per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (“Bonus facciate”).

Manovra 2020, Dpb presenta le agevolazioni fiscali e gli incentivi per Industria 4.0

Riguardo alle agevolazioni fiscali per l’Industria 4.0, nel Documento programmatico di bilancio, che è approdato al tavolo della Commissione europea, dopo il via libera arrivato nelle ultime ore dal CdM del governo M5S-PD, vengono elencate le misure, con la motivazione seguente:“Stabilizzare le agevolazioni fiscali per Industria 4.0”.

a) Estensione al triennio dell’Iper-ammortamento, con una supervalutazione del 170% degli investimenti in beni nuovi, strumentali, materiali e ad alto contenuto tecnologico, atti a favorire i processi di trasformazione tecnologica in chiave Industria 4.0 e in maniera sostenibile ed ecocompatibile.

b) Estensione al triennio del Superammortamento, con una supervalutazione del 130% degli investimenti in beni strumentali nuovi. Per chi beneficia dell’Iperammortamento possibilità di fruire anche di una supervalutazione del 140% per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT).

Riguardo agli incentivi per l’industria 4.0, con la motivazione di “stabilizzare gli incentivi” e “aumentare la competitività delle imprese in situazioni di svantaggio, le misure sono:

a) Rifinanziamento del Fondo centrale per le PMI per il prossimo triennio, per sostenere l’accesso al credito delle PMI, incluse le start-up innovative e le imprese che acquistano beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali (secondo la “Nuova Sabatini”).

b) Proroga del credito di imposta per spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di Formazione 4.0.

c) Rifinanziamento delle agevolazioni cd. “Nuova Sabatini”

d) Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel Mezzogiorno, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione.

e) Proroga al 2020 del credito di imposta per le imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone terremotate centro Italia.

Manovra 2020, taglio cuneo fiscale graduale, arriva un Fondo. In 2020 stanziati 3 MLD

Arriva “un Fondo per l’avvio di un percorso strutturale di riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori, le cui modalità sono da definire con appositi provvedimenti normativi”. E’ quanto emerge dal documento programmatico di bilancio, che è approdato al tavolo della Commissione europea, dopo il via libera arrivato nelle ultime ore dal CdM del governo M5S-PD.La riduzione riguarderà il cuneo fiscale “sul lavoro”. La motivazione data alla misura è di “ridurre la pressione fiscale e il costo del lavoro”.“L’impegno necessario alla riduzione del cuneo fiscale nel 2020 è valutato in 0,16 punti percentuali di Pil e 0,26 punti nel 2021”. Nel 2020 verranno stanziati circa 3 miliardi di euro che saliranno a oltre 5 miliardi nel 2021.

Manovra 2020, Conte: nasce ‘Italia Cashless’. Ok CdM a superbonus Befana

Il premier Giuseppe Conte vince la battaglia per far introdurre nella legge di bilancio del 2020 la misura a lui tanto cara del superbonus per chi utilizza carte di credito. E all’alba annuncia, dopo una riunione fiume del CdM, durata sei ore, la nascita del piano: “Italia Cashless che, senza penalizzare nessuno, incentiva l’utilizzo della moneta elettronica e i pagamenti digitali per favorire l’emersione dell’economia sommersa”.Il CdM dà l’ok anche a un superbonus “della Befana”, per il quale il premier chiede 3 miliardi, che verrà dato a chi paga con carta.

Premio Nobel Economia al trio Banerjee-Duflo-Kremer. ‘Importante comprendere radici profonde povertà’

Abhijit Banerjee e Esther Duflo lavorano presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, mentre Michael Kremer presta servizio all’Università di Harvard. E’ a loro che è stato assegnato il Premio Nobel per l’Economia del 2019. Motivo, stando a quanto si legge nella nota dell’Accademia regale delle Scienze di Svezia, che assegna i Premi Nobel: “il loro approccio sperimentale per alleviare la povertà mondiale”.“La ricerca condotta dai laureati di quest’anno ha migliorato in modo considerevole la nostra capacità di combattere la povertà nel mondo. In appena due decenni, il loro approccio basato sulla sperimentazione ha trasformato le economie in via di sviluppo, che ora rappresentano un’area di ricerca florida”Banerjee, nato in India nel 1961, ha ottenuto il Phd all’Harvard University nel 1988; Duflo, nata a Parigi nel 1972, ha completato il dottorato di ricerca al MIT, nel 1999. Kremer, americano, è nato nel 1964 e ha ricevuto il suo dottorato ad Harvard nel 1992.Duflo è la seconda donna ad aver vinto un Premio Nobel per l’economia negli ultimi cinquant’anni. La prima è stata Elinor Ostrom nel 2009. In un’intervista rilasciata al Guardian, Duflo (sposata con Banerjee) ha affermato che il lavoro dei tre economisti si è concentrato sulla necessità di comprendere “le radici profonde e interconnesse della povertà”. Troppo spesso, ha spiegato, le autorità mondiali tendono a generalizzare la questione della povertà, credendo che i poveri siano tutti disperati, o pigri o magari imprenditori che non capiscono le cause. “Il nostro approccio – ha continuato – è di spacchettare i problemi uno per uno, per poi esaminarli il più scientificamente possibile”.Banerjee, Duflio e i loro co-autori sono arrivati a diverse conclusioni tra cui quella secondo cui gli studenti tendono a non imparare nulla con l’aggiunta di ulteriori giorni di scuola. L’apprendimento non migliora neanche se si spendono più soldi su libri di testo, anche se le scuole, in Kenya, non disponevano di diversi mezzi considerati essenziali. Inoltre, nei risultati dei test sul campo che sono stati lanciati nella città di Vadodara, meno di uno su cinque studenti del terzo anno della scuola elementare riusciva a rispondere in modo corretto a domande di matematica della prima elementare. In risposta a questi interrogativi,  Banerjee, Duflo e i loro coautori hanno concluso che, al fine di migliorare la qualità delle scuo9le, gli sforzi per portare più studenti a studiare devono essere complementari al lancio di alcune riforme”.  Duflo ha affermato anche che “le donne che lavorano nel campo economico meritano più rispetto”.La Commissione svedese ha spiegato che ai tre è stata riconosciuta l’abilità di affrontare il problema della povertà nel mondo in interrogativi più piccoli e più gestibili, per esempio, come “intervenire nel modo più efficiente per migliorare la salute infantile”. In particolare, “alla metà degli anni ’90, Michael Kremer e i suoi colleghi hanno dimostrato quanto l’approccio sperimentale possa essere potente, utilizzando sperimentazioni per testare una gamma di interventi che avrebbe potuto migliorare i risultati delle scuole nell’area occidentale del Kenya. Abhijit Banerjee e Esther Duflo, spesso insieme a Michael Kremer, hanno avviato studi simili su altre questioni e in altri paesi. I loro metodi di ricerca sperimentale oggi dominano interamente l’economia dello sviluppo. (development economics, ovvero quella branca dell’economia che si focalizza sugli aspetti economici dei processi di sviluppo che interessano i paesi a basso reddito, guardando anche a dinamiche che vanno al di là dell’economia, come alla Sanità, istruzione e condizioni di lavoro).Tra i risultati più degni di nota del lavoro di questi tre economisti ci sono i benefici che sono stati apportati a più di cinque milioni di bambini indiani, grazie a programmi di lezioni ad hoc introdotte nelle scuole. Hanno avuto particolare efficacia gli aiuti mirati alle categorie di studenti più deboli.Dagli studi del trio è emerso che le iniziative di healthcare si sono dimostrate più efficaci nei casi di rifornimenti gratis di medicine.“Un esperimento nel campo di Kremer e del suo co-autore ha indagato su come la domanda per le pillole per il trattamento di infezioni con parassiti è stata condizionata dal prezzo. Dagli esperimenti è emerso che, nei casi in cui i medicinali sono stati resi disponibili gratuitamente, il 75% dei genitori ha somministrato ai propri figli i farmaci; soltanto il 18% dei genitori ha somministrato le stesse medicine ai propri figli a fronte di un costo inferiore a 1 dollaro Usa, pur se sovvenzionato in modo significativo. Successivamente, molti altri esperimenti simili hanno dato lo stesso risultato: ovvero, che i poveri sono estremamente sensibili quando si tratta di investire sulla salute in via preventiva. La bassa qualità dei servizi è un’altra spiegazione del perché le famiglie povere investono così poco in interventi preventivi. Un esempio è che quello degli staff dei centri responsabili delle vaccinazioni che si assentano spesso dal posto di lavoro. Banerjee, Duflo e i loro team hanno indagato in che modo le cliniche ambulanti di vaccinazioni – dove lo staff era sempre presente nel sito – avrebbero potuto risolvere questo problema. I tassi di vaccinazioni sono triplicati nei villaggi che hanno avuto accesso a queste cliniche, al 18%, rispetto al precedente 6%”.

Spunta il Bonus vacanza, ecco chi lo riceverebbe e ammontare

Dopo il dietrofront sul bonus figli, che non rientrerà nella legge di bilancio 2020, il governo lavora ad altre misure. L’esecutivo guidato da Giuseppe conte sarebbe orientato, stando a quanto riporta oggi il quotidiano Repubblica, a introdurre un “bonus vacanza” che andrebbe alla stessa platea di lavoratori dipendenti che attualmente prende il Bonus Renzi da 80 euro al mese (che ricomprende circa 10 milioni di lavoratori dipendenti con reddito annuo tra 8 mila e 26 mila euro lordi). La misura, prosegue il quotidiano diretto da Carlo Verdelli, verrebbe erogata sotto forma di ‘una tantum’ a luglio 2020 per 240 euro e poi più che raddoppiare nel 2021 a 500 euro. La platea dei beneficiari non comprenderebbe autonomi, incapienti e ceto medio.Rischia invece di non passare l’assegno mensile per i figli fino a 3 anni. La proposta del senatore Pd Tommaso Nannicini – che prevede di erogare 400 euro al mese alle famiglie con figli fino a 3 anni di età per asili nido, baby sitter o altre spese – sarebbe stata respinta dal ministero dell’Economia.

Auto elettriche: al via maxi-incentivi in Lombardia, alcuni modelli costeranno meno di 7.000 euro

Le vendite di auto elettriche dovrebbero segnare in questo 2019 un valore praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno, anche se continuano a rappresentare una quota molto bassa del mercato complici anche la carenza di modelli. Nel solo mese di settembre le vendite sono aumentate del 156% rispetto a settembre 2018 con 1.253 vetture immatricolate. Una forte spinta alle vendite è data dagli incentivi statali che in alcuni casi portano a far scendere in maniera vertiginosa il costo di una vettura elettrica.Sarà così nel caso della Lombardia con il via dal 15 ottobre dei maxi-incentivi previsti dal bando “Rinnova Autovetture” con 8.000 euro per l’acquisto di auto elettriche. Per usufruirne bisognerà sostituire un veicolo benzina fino a Euro 2 (compreso) o diesel fino a Euro 5 (compreso). L’auto va radiata (quindi o rottamata o esportata all’estero) e per avere l’incentivo deve essere intestata allo stesso proprietario che acquista il veicolo ecologico. La procedura prevede una domanda online effettuabile a partire dalle 10.00 del 15 ottobre 2019 sul portale della Regione Lombardia, con scadenza il settembre 2020 o all’esaurimento dei fondi che sono pari a 5 milioni di euro per questi ultimi due mesi e mezzo del 2019 e 13 milioni per il 2020. Somme forse esigue considerando l’elevato ammontare degli incentivi che rende l’acquisto di auto elettriche molto conveniente in virtù del fatto che gli incentivi sono cumulabili con quelli statali, gli ecobonus fino a 6.000 euro in caso di rottamazione di una vecchia auto (4.000 senza rottamazione).

1 pensiero su “Helicopter Money in arrivo ?”

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