EUR-USD : The renegade exchange rate

Oggi dedichiamo nuovamente spazio al Forex ,di cui non parliamo molto spesso, se non per EUR-USD, forse sbagliando, visto che è un Mercato molto importante e molto seguito.

Abbiamo chiuso a fine dicembre 2019 un vecchio articolo dedicato alla Telenovelas BREXIT  No BREXIT = Nuovo Referendum Euro/Usd 1,1180–1,1780 ?, dove l’ipotesi di un minimo area 1,1180 e un top a 1,1780 non è andata oltre il top a 1,1415 .Questa analisi quindi solo in parte è andata a obiettivo .

L’articolo è stato chiuso dopo le Elezioni Inglesi , vinte dall’attuale Capo del Governo  che hanno di fatto (almeno così pare) negato l’eventualità di un Nuovo Referendum su cui quell’analisi puntava per un sostanziale annullamento del precedente, quindi un NO-BREXIT di fatto non concretizzatosi. Nonostante il Referendum di BREXIT risalga qualcosa come ad oltre 3 anni  fa , di fatto sulla carta la Gran Bretagna  è ancora ad oggi membro Europeo , visto che due Capi del Governo e molteplici trattative con l’Europa non hanno ancora portato a una reale fuoriuscita. Si continua ad andare avanti con le trattative con DEAL e NO-DEAL sempre in agguato.

Da notare che immediatamente prima delle Elezioni Inglesi il FTSE100 era a 7100 e che da allora è notevolmente cresciuto fino a superare ampiamente 7600 punti,pare questa quindi la “scusa” per compiere il movimento 7294-8321 a cui fa riferimento l’analisi ancora aperta per questo Indice :

FTSE100 : 7294 si gioca tutto lì

Da allora il cross Eur-Usd ha dato molti falsi segnali con ripetuti cedimenti e recuperi di 1,1080/1,1120 che continuano anche in queste prime ottave del 2020.

Da quando nulla arrestava la marcia “trionfale” da 0,86 a 1,60 di Eur-Usd il cross è letteralmente crollato toccando prima 1,05 con reazione a 1,25 , poi 1,1180 con reazione a 1,1415 e di poco tempo  fa la reazione toccando 1,09 fino a 1,125 .

Ma facciamo un passo indietro nel tempo.

Nel 2001 l’Oro valeva 240$ l’oncia , il dollaro USA valeva ben 2100 delle vecchie lire cominciò proprio da allora ad essere introdotto l’euro che dopo le prime battute in sostanziale parità 1.05/1,10 fece un minimo a 0,86 e poi con il Rally delle Commodities (vedi Oro che arrivò da 240$ a 1900$ , Argento da 5$ a  50$ Platino con un top a 1900$ e Petrolio da 18$ a 150$ al barile ) cominciò un rally eccezionale che arrivò a sfiorare il raddoppio con un top a 1,60 ,dove in quel momento gli Americani erano gli Europei che avevano una valuta molto forte,questo anche per la volontà di Greenspan e della FEDERAL RESERVE (e anche di chi lo seguì )di rendere le esportazioni Americane più concorrenziali con una forte svalutazione del dollaro.

Da quel Rally delle Commodities incredibile che portò anche generi alimentari come la SOIA , GRANO , RISO e MAIS a prezzi talmente elevati da scatenare vere e proprie Rivoluzioni Popolari ,di fatto per molti anni ,le Commodities sono state poi  “travolte” da una discesa continua fino a minimi di 29$ per Petrolio , 1100 per Oro ecc ecc) che altro non fu che un forte segnale dell’inizio dell’incredibile Rally azionario dal 2009 a oggi.

Da un pò di tempo a questa parte stiamo assistendo a un “risveglio” delle Commodities, da 1-2 anni in particolare , citiamo il Palladio arrivato oggi a 2087$ ma anche lo stesso Petrolio tornato a 65,66$ al barile e l’Oro che ha toccato 1618$ l’oncia cosa che non accadeva da parecchi anni per citarne tre tra i più noti e trattati.

Questo “risveglio” delle Commodities potrebbe essere anche un “indizio” di un possibile risveglio anche del cross Eur-Usd che da tempo sembra un cross “rinnegato” tanto poco si muove, tanto è compresso e/o forse stoppato da forze finanziarie internazionali .

E perchè no.

Potrebbe essere il biennio giusto il 2020-2021 per eur-usd ?

Al momento abbiamo intitolato questo articolo come avete visto :

EUR-USD The renegade exchange rate : Eur-Usd il cambio rinnegato.

perchè sono veramente molti anni che non si vede un movimento di ampio respiro e un nuovo trend rialzista di lungo termine degno di questo nome.

Un’ultima cosa da evidenziare , Powell ha detto che non c’è alcuna ragione di toccare gli attuali TASSI USA nel 2020 (di ribassarli sopratutto), sappiamo anche come la pensa Trump in merito (l’esatto contrario), ma considerando che a metà 2018 il Mondo era  certo di 3 rialzi dei Tassi nel 2019 , che si sono poi trasformati in altrettanti tagli ,escludere che in futuro anche la FEDERAL RESERVE arrivi a tassi di interessi negativi come già accaduto con la BCE ci riesce sinceramente difficile.

Ed è chiaro che questo “dislivello” tra Tassi USA e Tassi EU è uno tra i motivi della “compressione” in atto da anni sul cross eur-usd che appare molto pilotata.

Vogliamo però anche farVi ricordare una dichiarazione di Trump

Trump torna ad attaccare la Fed di Powell per dollaro troppo forte

Il presidente Usa, Donald Trump, torna all’attacco della Federal Reserve (Fed) e del suo governatore, Jerome Powell. “Come avevo previsto, Jay Powell e la Federal Reserve hanno permesso al dollaro di diventare troppo forte, soprattutto rispetto a tutte le altre valute, tanto da influenzare negativamente l’attività dei nostri produttori. I tassi della Fed sono troppo alti. Sono i loro peggiori nemici, non ne hanno nemmeno idea di quello che fanno. Patetici!”. Questo quanto scrive su Twitter il presidente Trump

Se ci fate caso il minimo dell’eur/usd è stato fatto proprio nei giorni di questa dichiarazione del Presidente USA , Donald Trump.

Visto e considerato che ad oggi , il cross Eur-Usd è sopra 1,1080 abbiamo deciso di reiterare la stessa analisi che facemmo nel 2019 , sperando , che il risveglio delle Commodities in corso ,eventuali decisioni FEDERAL RESERVE di uniformarsi a tassi negativi sopratutto nell’anno delle Presidenziali USA o magari l’Anno del Topo sui Mercati Finanziari cresciuti per 11 anni consecutivamente ,possano vedere concretizzato questo Move rialzista da 7 figure 1,1080-1,1780 che per tutto il 2019 non è stato eseguito, ma che ad oggi è ancora possibile.

EUROUSDANALISI

Operativamente parlando , sono solo 2 i livelli  1,1080 e 1,1120 per provare questa possibilità di MOVE 1,1080-1,1780 , non ve ne consigliamo altri perchè questi due livelli sono o meglio sarebbe dire “potrebbero essere”  gli “eventuali” start level del Move (sempre che questo accada ovviamente e che queste siano le intenzioni delle Mani Forti ) .

Su questi livelli ci siamo ancora una volta alla fine di questa ottava e proprio per questo abbiamo deciso di riaggiornare la situazione.

Sotto 1,1080 meglio evitare di operare al rialzo.

MOVE IPOTIZZATO

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Riuscirà nel 2020-2021 l’eur-usd a non essere più un cambio “rinnegato” ?

Si vedrà ,come sempre saranno tempo, Mercato , Mani Forti e HFT a risponderci.

Perchè sono loro che guidano la Giostra….anche sul Forex.

GOOD LUCK !

EUR-USD The renegade exchange rate : Eur-Usd il cambio rinnegato.

FOTOEUROPERARTICOLO

AGGIORNAMENTO 6 Ottobre 2021

Eur/usd  1,1529   – 733 DAL GIUDIZIO POSITIVO DI J.P.MORGAN SU EURO.

EURO

AGGIORNAMENTO 26 MAGGIO 2021

Eur/usd  1,2262<-26-05-2021 (da 1,1750)

Eur/usd  1,22361<-25-02-2021 (da 1,2000/1,2050)

Eur/usd  1,23493<  top 06-01-2021

L’ultima volta che J.P. Morgan parlò di eur/usd
disse a 1,0750 che sarebbe continuato a scendere
e da lì salì a 1,2349 da cui retest 1,1750
lato alto di 1,0750-1,1750 e risalita a 1,2262
ora dice che eur favorito su dollaro spero per loro
che ci prendano

J.P. Morgan: la ripartenza europea attira capitali e favorisce l’euro sul dollaro

Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management rileva che nonostante il differenziale dei tassi e la minor inflazione i flussi di capitale continuano a sostenere l’euro

ARTICOLO CHIUSO SU DOPPIO MASSIMO AREA 1,2300

CHE AL MOMENTO RAPPRESENTA UNA FORTE RESISTENZA

DAI MINIMI DI 1,0750

anche questa idea visto il movimento 1,0750-1,23000 rientra di diritto tra le GOLD IDEA DI SFI TRADING ADVISOR

AGGIORNAMENTO 6 GENNAIO 2021

Eur/usd  1,23493< superato top 30-12-2020

Eur/usd  1,2267<–attuale top del 17-12.2020 superato 29-12.2020

1,25 ultimo target di questa analisi sempre piu’ vicino

da 1,0750 a 1,2267 un trend centrato al momento alla perfezione

EURUSD

vedi precedenti aggiornamenti

SnapCrab_NoName_2020-4-21_23-37-6_No-00

Eur/usd  1,22127 tentativo in corso di superate precedente top riuscito  15-12

Eur/usd  1,2177<–top da 1,0750 del 4-12-2020

da 1,0750 a 1,2212 un trend centrato al momento alla perfezione

Manca solo 1,25 e tutti i targets ipotizzati da 1,0750 “per caso” saranno raggiunti.

vedi aggiornamento precedente.

dopo 1,156 e 1,175 “finalmente” raggiunto anche 1,2050 (1.12.2020)

Per ora tutto come ipotizzato da 1,0750

SnapCrab_NoName_2020-4-21_23-37-6_No-00

Eur/usd  1,20119 <–1-09-2020

Eur/usd  1,1965 <–top 18-08-2020 superato 1-09-2020

EUR-USD

vedi aggiornamenti precedenti

4 riappoggi a lato alto di 1,1450-1,1750 e 4 Top area 1,1905-1,1915/1,1950/1,1968

fino a quando si resta fuori da 1,1450-1,1750—–target 1,2050

Eur/usd  1,1915 <–top 06-08-2020

Eur/usd  1,1904 <–top 31-07-2020

i target li sapete da quando l’eur-usd era a 1,0750

abbiamo centrato 1,1561,175

mancano solo 1,2050 e 1,25

Eur/usd  1,1750 <–retest superato 03-08-2020 e 4-08-2020

Eur/usd  1,1904 <–top 31-07-2020

                                              

SnapCrab_NoName_2020-4-21_23-37-6_No-00


Eur/usd  1,1781 TARGET ANALISI RAGGIUNTO 27 LUGLIO 2020

raggiunti 1,1750-1,1780 27 Luglio 2020

I due target ipotizzati il 10 gennaio 2020 , sono “finalmente” arrivati

1,1750 appena raggiunto , 1,1780 raggiunto ore 17.02 del 27-07-2020

Siamo a 10 figure up da 1,0750 (da quando la JP Morgan diceva che l’eur su dollaro sarebbe continuato a scendere e infatti………1,1781 oggi)

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

vedi aggiornamenti precedenti

retest 1,1560 passato 23 Luglio 2020

vedi aggiornamenti precedenti

secondo tentativo di uscita da Box 1,0750-1,1450 riuscito

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Stavano aspettando l’accordo per il Recovery F….

EUR-USD

EURO

Bce: Lagarde, apprezzamento euro tra fattori che compensa spinta positiva da nostre misure

“Il programma di acquisto di emergenza pandemica (Pepp) ha il duplice ruolo di garantire la trasmissione della politica monetaria a tutte le parti dell’area della zona euro e il grado di allentamento dell’orientamento della politica monetaria”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, rispondendo al parlamentare europeo Domènec Ruiz Devesa. “Come già chiarito in passato, nello scenario attuale, potrebbe essere utilizzata l’intera dotazione” del Pepp. “Ha anche fornito un supporto significativo all’inflazione – ha proseguito Lagarde -. La revisione al rialzo delle nostre ultime proiezioni dell’inflazione core nel 2022 è dovuta, in larga misura, alla ricalibrazione di giugno. Detto questo, altri fattori, come l’apprezzamento dell’euro, hanno in parte compensato la spinta positiva proveniente dalle nostre misure”.

AGGIORNAMENTO 24 Luglio 2020

Eur/usd  1,16647

retest 1,1560 passato 23 Luglio 2020

vedi aggiornamenti precedenti

secondo tentativo di uscita da Box 1,0750-1,1450 riuscito

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,1561,165-1,175/1,1780

Stavano aspettando l’accordo per il Recovery F….

EUR-USD

EURO

EURO vs DOLLARO USA: come interpretare il trend dell’USD?

Fare analisi sulle valute è una delle cose più difficili. Il forex è un mondo imprevedibile proprio perché sono molteplici le variabili che possono influenzare sul cross valutario.
Se poi parliamo di USD, tutto si complica ulteriormente vista la centralità di questa valuta per molteplici tematiche.Per esempio, guardate cosa è successo ad inizio 2021.
Dopo la vittoria dei Democratici nella corsa al Senato in Georgia, le aspettative di crescita per i prossimi 12 mesi sono state riviste al rialzo di circa il 2% e sono attualmente al 6% su base annua. L’attesa è forte per gli stimoli fiscali di Biden,
La reazione sulle curve dei tassi (e delle previsioni sull’inflazione) si sono fatti subito sentire.
Più crescita, più rendimento, due elementi che dovrebbero spingere al rialzo il Dollaro USA: ma non è così.

USD: il ciclo come valuta di riserva principale si sta concludendo a favore di altre valute?

Tanto per cominciare, da più parti viene sempre più messo in discussione lo status di valuta di riserva principale. Ma soprattutto il disavanzo del bilancio USA ha raggiunto livelli record.

1-1 palla al centro. Come avrete capito una cosa nega l’altra e allora siamo al punto di partenza. Oggi viaggiamo in area 1,20, un livello che forse è “di equilibrio”, e allora cerchiamo di andare oltre e vediamo come si sta comportando la speculazione. E qui abbiamo un tema che va a sostegno dell’USD.

CFTC: la voce del COT REPORT sul Dollaro USA

Infatti il consenso sul posizionamento è chiaramente a favore dell’Euro e a sfavore del Dollaro USA. In base ai dati della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) è evidente che oggi il mercato è sottopesato di USD. Un quadro di mercato che anche nella storia non è durato per sempre. Come tutti i cicli, dopo un tempo ne verrà un altro e quindi occhio a cantare il “De profundis” alla valuta USA.

Il grafico illustra chiaramente una correlazione diretta tra il posizionamento del CFTC con il cross EUR USD. Intanto notate il differenziale di rendimento tra il 2yr EUR e USD. Lo avevate notato che IN REALTA’ era a favore del govies in Euro? E questo secondo voi che effetto ha avuto sul cross EUR USD? Direi che il grafico dice tutto.

Euro sconta risk-off sul forex: scende a minimo in sei settimane su dollaro in giorno Eurogruppo

L’avversione al rischio presente sui mercati penalizza l’euro e le valute considerate risk-on, a vantaggio dello yen e del dollaro.Nel giorno della riunione dell’Eurogruppo, il rapporto euro-dollaro tocca il minimo delle ultime sei settimane, a $1,2063, in flessione dello 0,16%, scendendo anche al valore più basso in un mese nei confronti dello yen, a JPY 125,20.Lo yen guadagna terreno anche sul dollaro, a JPY 103,70, avendo la meglio inoltre sulle valute più rischiose, come il dollaro australiano e quello neozelandese.Il biglietto verde avanza invece nei confronti della sterlina, che perde lo 0,26% a $1,3555. Anche l’euro sale sulla sterlina, avanzando dello 0,12% a GBP 0,89, mentre cede lo 0,15% nei confronti del franco svizzero, a CHF 1,0744.La riunione dell’Eurogruppo – ministri delle finanze dell’Eurozona – prenderà il via in videoconferenza questo pomeriggio, capitanata dal presidente Paschal Donohoe. Il meeting si focalizzerà sugli “squilibri dell’Eurozona sulla scia del Covid” e sui piani nazionali di ripresa e resilienza stilati dai paesi del blocco, in vista degli aiuti in arrivo con il Next Generation EU (Recovery Fund)

Euro snobba imminente regalo di Natale della Bce, balza a record da 2018. Effetto risk on per vaccini, e non solo

Neanche la prospettiva di un nuovo bazooka imminente da parte della Bce riesce a frenare la corsa dell’euro: la moneta unica continua a salire, e nelle ultime ore ha superato anche la soglia di $1,21 balzando fino al record in più di due anni, esattamente dalla fine di aprile del 2018, a $1,2119.

In realtà, non tanto di forza intrinseca dell’euro si può parlare, quanto di debolezza del dollaro.
Basti pensare che il Dollar Index, l’indice che misura il trend del biglietto verde nei confronti di un paniere composto dalle valute più importanti a livello mondiale (non solo dunque nei confronti dell’euro), è scivolato nelle ultime ore al minimo degli ultimi due anni e mezzo, a 90,948 punti.
I motivi sono diversi e in questo momento hanno la meglio sulle migliori intenzioni dovish della Bce: il risk on, ovvero la fase di propensione al rischio che si è riattivata in concomitanza con il flusso di notizie relative allo sviluppo dei vaccini anti-Covid; l’attesa per l’insediamento dell’amministrazione Biden che, secondo Daisuke Uno, chief strategist di Sumitomo Mitsui Bank, “sarà dovish”, al punto che potrebbe decidere anche di “puntare su un dollaro più debole in modo diretto”; e le attese di nuovi stimoli economici anti-Covid che il Congresso deve ancora sfornare (è dal periodo pre-Election Day che repubblicani e democratici Usa discutono di quanti nuovi aiuti erogare a favore delle famiglie e delle imprese americane)”. Il risultato è che, a dispetto del regalo di Natale in arrivo da parte di Christine Lagarde & Co, gli stessi strategist rimangono rialzisti sull’euro.
Il chief strategist di Sumitomo Mitsui Bank prevede come “prossimo obiettivo per l’euro il massimo dal febbraio del 2018, pari a $1,2555″. Non solo. L’esperto afferma anche che, quando la Bce lancerà il suo bazooka la prossima settimana (il meeting è previsto giovedì prossimo, 10 dicembre), scommetterà su un rialzo dell’euro, e non su un suo ribasso.
Da un punto di vista dell’analisi tecnica, gli analisti di Mps Capital Services fanno notare che “l’euro-dollaro ha superato la resistenza in area 1,2080, la cui rottura però assume una valenza importante se verrà confermata alla fine del mese. Segnaliamo, inoltre, che il tasso di cambio nominale rispetto ai 38 principali partner commerciali dell’Eurozona (la misura monitorata dalla BCE per valutare l’eccessiva forza dell’euro) è tornato sui livelli di settembre, in cui vi erano stati forti moniti verbali da parte di diversi membri, tra cui Lane”. La Bce dunque cercherà di affossare la moneta unica con un intervento verbale?
Tra l’altro, sempre Philip Lane, che è il capo economista della Bce,  in occasione del Reuters Global Investment Outlook Summit, 2021,  ha sottolineato che non bisogna ritenere che la banca centrale si focalizzerà soltanto sui due programmi TLTRO e PEPP, nel lanciare nuove misure di politica monetaria accomodante. “Esiste, infatti,  un’ampia gaamm di strumenti in termini di garanzie, di swap, repo e così via”.
lo scetticismo con cui la stessa numero uno CHristine Lagarde ha accolto le notizie sui vaccini?
Su cosa accadrà la prossima settimana, complici le parole della stessa Lagarde, gli analisti in generale scommettono sul potenzialmente del QE pandemico e dei prestiti TLTRO alle banche. La numero uno della Bce ha alimentato d’altronde le speculazioni sull’arrivo di un maxi regalo di Natale, a dicembre, non nascondendo lo scetticismo nei confronti delle notizie sui vaccini.
“Anche se la seconda ondata della pandemia si sta dimostrando meno intensa (rispetto alla prima), non comporta rischi minori per l’economia”, ha detto Lagarde qualche settimana fa, sottolineando l’importanza di non abbassare la guardia. Chiaro, ha detto ancora la numero uno della banca centrale europea, il rischio al ribasso per le prospettive economiche di breve termine.
Dalle stesse minute di Francoforte, relative all’ultima riunione del Consiglio direttivo di ottobre, è emerso poi che “ogni segnale di compiacenza potrebbe essere dannoso” e che la pandemia potrebbe produrre anche effetti più duraturi .
Il bazooka, insomma, ci sarà, come prevedono diversi analisti ed esperti, come quelli di Mirabaud AM. A esprimersi nei giorni scorsi sono stati anche gli analisti di Goldman Sachs, che hanno reso noto di stimare un potenziamento del PEPP di 400 mld e una estensione TLTRO.
Nonostante questo, anche gli strategist di Deutsche Bank sono bullish sull’euro, prevedendo un valore pari a $1,30 entro la fine del 2021.
Nel frattempo, è arrivata anche la nota degli economisti di ING, che prevede i seguenti interventi da parte della Bce, giovedì prossimo 10 dicembre:

  • Un aumento del progreamma PEPP fino a +500 miliardi di euro e una estensione di questo programma fino alla fine del 2021.
  • Un aumento degli acquisti di asset nell’ambito del programma pensile APP da 20 miliardi a 40 miliardi di euro, senza scadenza.
  • Un’estensione dei tassi di interesse dei prestiti TLTRO di 6-12 mesi
  • Un potenziamento dello strumento di tiering per esentare un numero più alto di banche dal tasso negativo sui depositi.
  • C’è anche la possibilità che i cosiddetti Fallen Angels (corporate bond il cui rating è stato rivisto al ribasso durante la crisi Covid-19) entrino a far parte del programma di acquisti delle obbligazioni societarie da parte della Bce.

LA FINE DEL DOLLARO!

La premessa prima di iniziare oggi è che questo post non è per i deboli di cuore e suggerisco che è indicato solo per un pubblico adulto e ovviamente vietato ai minori di 12 anni.Nei mesi scorsi, nelle scorse settimane, ho ascoltato dotti, medici e sapienti, scienziati raccontare che l’oro volava perché il dollaro era debole, il dollaro stava svalutandosi, la grande correlazione che abbiamo smontato più volte negli ultimi manoscritti, le stesse fesserie che ogni giorno giornalisti e analisti, opinionisti scrivono per riempire i loro giornali, i report delle loro banche d’affari.Come mai oggi il dollaro è oltre quota 1.20, il dollar index sul minimo dell’anno e l’oro ha perso oltre il 10 % dai massimi?La risposta è semplice, non esistono più correlazioni serie in un mondo manipolato dall’econofisica, dove la speculazione in mezzo a volumi assenti o quasi, non esistono logiche, ma solo frode e manipolazione di corsi e di notizie, con analisti, economisti e giornalisti che ogni giorno si prestano a scrivere vere e proprie cazzate per giustificare cose assurde che nulla hanno a che vedere con la realtà.Ieri sono usciti dati non certo belli dall’economia americana, la seconda ondata non darà scampo, ma quello che conta è la fantasia di un vaccino che non servirà a nulla o quasi, perché la scienza che loro sempre citano ci dice che servono anni e non mesi per avere qualcosa di veramente efficace e non effetti placebo.Come scrive Lance Roberts, riportando uno splendido grafico storico di Danielle DiMartino, stiamo seguendo di pari passi il Giappone e l’evoluzione della sua spettacolare storia, perché no…

Vorrei ricordare a tutti quello che abbiamo più volte scritto in passato che anche durante la bolla giapponese i mercati scontavano la protezione delle banche centrali, addirittura la loro manipolazione testimoniata più volte da Edward Chancellor, studioso di storia a Cambridge ed Oxford, editorialista del Financial Times e dell’Economist…Riferendosi alla grande crisi giapponese, alla ormai tripla lost decade giapponese,  Chancellor scrive:

” Il giorno dopo il crollo di ottobre i rappresentanti delle più importanti società di brokeraggio del Giappone – Nomura, Daiwa, Yamaichi e Nikko, chiamate le “quattro grandi” – furono convocati al ministero delle Finanze. Ricevettero l’ordine di mantenere il mercato delle azioni NTT e di impedire all’indice Nikkei di scendere sotto quota 21.000. Ubbidendo a questa richiesta i broker offrirono ai loro clienti più importanti garanzie contro le perdite per incoraggiarli a rientrare nel mercato. Nel giro di pochi mesi l’indice Nikkei aveva recuperato le perdite e stava puntando verso nuovi picchi. In forma ufficiosa i funzionari del ministero delle Finanze si vantarono che la manipolazione del mercato azionario erà più facile del controllo del mercato valutario.”

Credo che non vi sia bisogno di aggiungere nulla, ma proseguiamo:

” Nel complesso i “quattro grandi” pesavano per più di metà degli scambi del mercato azionario di Tokyo.(…) In un rapporto intitolato “Theme Chasing: The Engine of the Tokyo Stock Market” una banca d’investimento americana avvisava i suoi clienti: “L’istinto del gregge è un solido istinto di sopravvivenza in un ambiente di eccessiva liquidità”. Grazie alle loro ampie partecipazioni azionarie nella stampa i “quattro grandi” broker riuscirono a manipolare l’informazione che raggiungeva i loro clienti.

L’istinto del gregge, non esiste una sola pecora fuori dal gregge oggi, sono tutte li!

Ad esempio, nel quarto trimestre del 2019, l’indice S&P 500 ha chiuso l’anno a 3230,78, con un aumento del 27,6% nell’anno. La base del rally è stata un accordo commerciale (che non è mai avvenuto), tagli fiscali e massicci livelli di riacquisto di azioni proprie. A quel tempo, gli analisti stimavano che i guadagni riportati per l’anno fiscale 2020 sarebbero stati di circa $ 167 / azione. Gli investitori hanno giustificato il pagamento di guadagni 19,35x a causa dei bassi tassi di interesse e della forte crescita economica prevista.

Purtroppo non è successo. Invece, l’economia è stata colpita da una pandemia, una recessione e livelli crescenti di disoccupazione. Tuttavia, a causa di massicci interventi del governo, il mercato è tornato a scambiare vicino ai massimi storici, in crescita di oltre l’11% per l’anno.

Tuttavia, gli utili per il 2020 non arriveranno a $ 167 / azione, ma piuttosto più vicini a $ 93 / azione. Tale valore è inferiore di oltre $ 74 rispetto a quanto stimato, lasciando investitori che detengono attività che hanno raddoppiato la valutazione da 19x a 38x guadagni.

La narrazione ha un prezzo, tecnicamente parlando: la narrazione ha tutto & # 8220; un prezzo? & # 8221;

Gli investitori si stanno attualmente affrettando verso asset già sopravvalutati ancora una volta sulla base delle aspettative che gli utili del 2021 saliranno a $ 143,09 / azione. Il problema è che mentre gli investitori inseguivano il mercato al rialzo, le stime per il 2021 sono crollate di circa $ 30 per azione. 

La narrazione ha un prezzo, tecnicamente parlando: la narrazione ha tutto & # 8220; un prezzo? & # 8221;

Ma questo quando si è in gregge non conta, prima o poi la tosata arriva per tutti, ma qualcuno continua a raccontare favole, fesserie su un mercato che serve solo ad arricchire un manipolo di grassi e avidi banchieri e imprenditori.

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Tornando al grafico di Danielle, noi abbiamo sottomano un’altra epocale analogia per questi primi 15 giorni di dicembre, un messaggio che proviene dal passato, un’analogia IMPRESSIONANTE, ma non per chi crede che ormai i mercati sono solo sotto il dominio dell’ECONOFISICA e delle ripetizioni spazio e tempo prodotto dalla fisica, ma la teniamo da parte perché se dovesse verificarsi il prossimo anno sarebbe davvero interessante e ve la mostreremo nell’OUTLOOK 2021.E’ triste dirlo, ma bisogna mettersi in testa che nei mercati azionari comanda la fisica, non c’è un solo prezzo che ha fondamento nella realtà oggi, ne materie prime, ne azioni, qualsiasi strumento finanziario, per non dire di quelli che ancora credono che lo spread dipende da come si muovono i governi o i tassi si giustificano in base all’inflazione.Gli Stati Uniti non sfuggiranno allo stesso destino del Giappone, nessuna possibilità ZERO assoluto!Nel frattempo come vi ho fatto notare iniziano a diminuire le scommesse sulla reflazione e sulla forza dell’euro, ma il mercato vuole vedere come la Lagarde saprà gestire questa opportunità, siamo di nuovo di fronte all’ombra di Mario Draghi capace di abbattere il cross EUR/USD da 1,40 a 1,04 in soli due anni, un’impresa memorabile della quale abbiamo beneficiato tutti soprattutto gli amici di Machiavelli.Non importa cosa fa il mercato oggi nel breve termine, ma quello che accadrà nei prossimi mesi e nei prossimi anni, non puoi sfuggire alla deflazione da debito, dopo aver fallito per 12 anni, qualunque politica monetaria ed aver solo alimentato la più spettacolare bolla della storia, al confronto la crisi subprime era una passeggiata nel parco.ento parlare di stimoli fiscali ma sono solo chiacchiere, i soldi non arrivano ai consumatori a chi ne ha bisogno, il debito aumenta ovunque, la deflazione da debito impera, regna sovrana e deciderà le sorti dei prossimi anni.Sempre e comunque, la storia si ripete, la stupidità degli uomini è il denominatore comune, non importa se si tratta di azioni o vaccini, guerre commerciali o inflazione, siamo tornati indietro ad ottobre 2018, anche li tutti vedevano tassi al 5 o 6 %, reflazione, il migliore dei mondi possibili, poi all’improvviso crollò tutto.

“Ci sentiamo come se fossimo in una macchina del tempo: tutto ciò che abbiamo studiato si sta avverando”, spiegano a Euronews lestoriche spagnole Laura e Maria Lara Martinez, che hanno studiato l’influenza del 1918 dal suo centenario.

Nel frattempo le vicende di Unicredit suggeriscono che il Partito Democratico non ha ancora rinunciato ad avere una banca, una sua banca, hanno messo Padoan alla presidenza e ora provano a fondarla con il Monte dei Fiaschi di Siena.Noi siamo sereni, seduti in riva al fiume ad attendere la rima della storia, anzi stiamo aspettando l’avvento dell’euro come moneta di rifugio, si il rifugio dell’idiozia!

Bankitalia, Visco su euro: ‘non c’è cacofonia in board Bce, effetto da suo apprezzamento è dato di fatto’

“Non c’è cacofonia nel Board” della Bce riguardo al rialzo dell’euro. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al festival economia 2020.“Se io parlo con Lagarde o con Philip Lane con Panetta e con i governatori che ci sia un effetto sui prezzi dall’apprezzamento dell’euro è un dato di fatto. Il monito è guardare con attenzione ma non è che uno guarda e poi non fa niente”, ha precisato Visco.“Sull’euro la mia posizione coincide con quella del Consiglio direttivo”, ha detto ancora il numero uno di Palazzo Koch. Il recente ralzo della moneta “preoccupa, perché genera ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi in una fase in cui l’inflazione è già bassa. Le implicazioni per la politica monetaria sono evidenti: se le pressioni negative sui prezzi metteranno a repentaglio l’obiettivo di stabilità dei prezzi dovremmo intervenire, mentre qualora emergessero effetti di segno opposto le misure già adottate potrebbero essere sufficienti”.Visco ha proseguito: “Sono rimasto colpito dalla reazione mediatica dopo la nostra riunione: l’obiettivo della Bce è molto chiaro, accomodare il più possibile l’economia monetaria a una situazione straordinaria”.

Per Stephen Roach crash dollaro ormai assicurato: “2021 anno brutale, sale rischio double-dip recession’

Il 2021 sarà un anno brutale per il dollaro. Parola di Stephen Roach, professore alla Yale University ed ex presidente di Morgan Stanley Asia, tuttora tra le voci più ascoltate nel mondo della finanza. Roach non solo ripete quanto aveva già paventato lo scorso giugno, ma presenta anche uno scenario ancora più fosco. Quella che lui stesso aveva definito come “una idea apparentemente folle”, ovvero il crash del dollaro, ora non deve essere più considerata folle, a suo avviso. “Abbiamo a disposizione dati che hanno confermato che la dinamica dei risparmi e delle partite correnti è molto più drammatica perfino di quanto avessi pronisticato”, ha detto ai microfoni della Cnbc, parlando nel corso della tramissione Trading Nation.“Il deficit delle partite correnti Usa, che rappresenta il parametro più ampio del nostro squilibrio internazionale con il resto del mondo, ha sofferto un deterioramento record nel corso del secondo trimestre – ha detto – E il cosi detto tasso di risparmio nazionale netto, che è la somma dei risparmi degli individui, delle aziende e del governo, ha anch’esso sofferto una flessione record nel secondo trimestre, scivolando in territorio negativo per la prima volta dalla crisi finanziaria globale”.Da segnalare che lo U.S. Dollar Index è scambiato al momento attorno a quota 94, rispetto ai 96 punti di giugno, quando Roach predisse che la valuta sarebbe crollata del 35%. In quel momento, Roach aveva detto di prevedere un tonfo di quella portata il prossimo anno o nell’arco dei prossimi due anni. Ora, l’economista ritiene che il crash potrebbe verificarsi entro la fine del 2021.“In un momento in cui i risparmi sono assenti e l’economia punta a crescere, si è in presenza di questi deficit delle partite correnti con cui si prendono a prestito risparmi: una situazione che affossa sempre le valute. E il dollaro non è immune a questi aggiustamenti”. Roach è preoccupato inoltre anche delle condizioni di salute dell’economia Usa, in una situazione in cui il numero dei morti negli States dovuti alla pandemia del coronavirus ha superato quota 200.000 e in cui l’Europa assiste a una recrudescenza dei contagi. Tanto che, a suo avviso, la probabilità di una recessione double dip in Usa ha superato ormai quota 50%.
“Mentre ci avviciniamo alla stagione influenzale con i tassi di nuove infezioni (da COVID-19) che tornano a crescere e il tasso di mortalità alto, il rischio di un nuovo shock non è qualcosa che può essere ignorato – ha detto Roach.Nel mese di giugno, Roach aveva stimato il crash del dollaro parlando anche di combinazione letale e di rischio stagflazione negli Usa.
Un capitombolo del dollaro non farebbe sicuramente bene al mondo del forex: valute come lo yen e l’euro schizzerebbero al rialzo, con il risultato di seminare non poco malcontento in Giappone ed Eurozona, economie che in entrambi i casi dipendono dalle esportazioni. Certo, finora non si può dire che Christine Lagarde, numero uno della Bce, abbia fatto molto per frenare l’apprezzamento dell’euro. Tanto che Goldman Sachs intravede quota $1,30.

Bce, Lagarde cerca di fare dietrofront su euro, ma dado ormai tratto? Goldman Sachs punta a $1,30

Non si tratta di un vero e proprio dietrofront, di quello famoso che fece dopo la gaffe sullo spread. E, in ogni caso, il raggio di azione della Bce continua a essere limitato dalle ferree regole del mandato che disciplina l’istituzione. La numero uno della banca centrale europea Christine Lagarde è tornata però a parlare di euro, assicurando di nuovo che la Bce monitorerà ‘attentamente’ i dati in arrivo, inclusi quelli relativi a un eventuale rafforzamento della moneta unica: rafforzamento, ha precisato, che ha rischiato di zavorrare sia la crescita del Pil che l’inflazione dell’Eurozona.
Lagarde ha parlato in occasione della riunione annuale del Consiglio dei governatori delle banche centrali e delle autorità monetarie dei paesi arabi: durante l’intervento, non è mancato l’appello lanciato ai governi affinché combattano la crisi della pandemia da coronavirus utilizzando manovre espansive di politica fiscale“E’ cruciale che le politiche fiscali espansive continuino, al fine di evitare un taglio eccessivo dei posti di lavoro, e per sostenere i redditi delle famiglie fino a quando la ripresa dell’economia non sarà più robusta”.Di fatto, nel corso della conferenza stampa successiva alla fine della riunione dell’Eurogruppo, lo scorso venerdì, la numero uno della Bce ha sottolineato come la ripresa del Pil dell’area euro fosse asimmetrica, incompleta e non equilibrata.
Lagarde ha auspicato anche un’accelerazione dei tempi per liberare le risorse del Recovery Fund, il fondo per la ripresa da 750 miliardi di euro su cui i leader europei hanno trovato l’accordo nel mese di luglio.
Ma ad attrarre l’attenzione dei mercati sono state soprattutto le sue dichiarazioni sull’euro – vista la confusione palese in materia –  che, ha sottolineato, con il suo apprezzamento ha parzialmente compensato l’impatto positivo degli stimoli monetari lanciati dalla Bce per sostenere l’inflazione.
Di conseguenza, il Consiglio direttivo – ha aggiunto Lagarde, secondo quanto riporta Bloomberg, valuterà in modo attento tutte le informazioni che arriveranno dall’economia dell’area euro, inclusi gli sviluppi del tasso di cambio, in relazione al loro impatto sull’outlook sull’inflazione di medio termine.
Un chiarimento resosi probabilmente necessario, dopo le dichiarazioni di giovedì scorso, quando Lagarde aveva innescato prima un rally della moneta unica oltre quota $1,19, per poi azzerare il rally stesso nel momento in cui aveva detto, incalzata dai giornalisti durante la conferenza stampa successiva alla decisione di Francoforte sui tassi, che la Bce avrebbe monitorato attentamente il rapporto di cambio.
C’è da dire che, se l’euro era salito, era stato anche per le revisioni al rialzo, da parte della banca centrale, delle stime sull’inflazione del 2021 e sul Pil di quest’anno.
Le parole di Lagarde sulla necessità di rispettare il mandato della Bce , con tanto di precisione – il valore dell’euro non fa parte del nostro mandato – avevano fomentato ulteriori buy sulla moneta unica, facendo spaventare l’Europa intera (più precisamente i paesi dell’Eurozona, che tanto soffrirebbero in presenza di un Super euro, a causa della dipendenza delle loro economie dalle esportazioni). La confusione era aumentata, dopo che Lagarde aveva perfino detto che i rischi di deflazione erano diminuiti, nonostante il calo dell’inflazione ad agosto. Frase che aveva mostrato tutta l’imperturbabilità dell’ex direttrice dell’Fmi nei confronti del rialzo della valuta, contrariamente ad alcuni suoi colleghi.
Nei giorni precedenti la riunone del Consiglio direttivo, era stato l’FT a svelare, infatti, che gli esponenti top della Bce avevano avvertito che, nel caso in cui la moneta avesse continuato ad apprezzarsi, avrebbe pesato sulle esportazioni, affossando i prezzi e intensificando le pressioni sul lancio di nuovi stimoli.
Alcuni di questi esponenti si sono fatti avanti, nelle ultime ore, soprattutto il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, che ha affermato che, è vero che “la Bce non ha come target un valore preciso dell’euro nell’ambito del suo mandato”, ma è altrettanto vero che la moneta unica “è una variabile importante”, che “la banca (centrale) monitora quando deve valutarne gli effetti sulla stabilità dei prezzi”.
A rimetterla in riga, nel giorno post Bce, era stato anche Philip Lane, esponente del Consiglio direttivo della Bce, di cui è anche capo economista, che non aveva nascosto neanche in precedenza la propria preoccupazione per il rialzo dell’euro: “L’euro più forte deprime l’outlook sull’inflazione – ha detto, con una frase che potrebbe essere intesa come un avvertimento lanciato a Lagarde -L’entità della revisione al rialzo dell’inflazione core è stata depressa in modo significativo dall’apprezzamento dell’euro”.

Borse Asia contrastate dopo dato Cina. Debolezza dollaro post Fed, euro a un passo da $1,20

Borse asiatiche contrastate, dopo la diffusione dell’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato congiuntamente dalle società Caixin e Markit, relativo al mese di agosto. L’indice Nikkei 225 ha terminato la sessione piatto, a 23.138,07 punti. Borsa Shanghai piatta anch’essa con +0,08%, Hong Kong +0,11%, Sidney -1,45%, Seoul +1,05%.Il dato cinese si è confermato migliore delle previsioni, balzando a 53,1 punti, rispetto ai 52,5 attesi dal consensus e in accelerazione rispetto ai 52,8 di luglio. Soprattutto, l’indice è volato al record in quasi 10 anni: immediate le reazioni delle borse di Shanghai e Hong Kong, che hanno recuperato terreno dopo i cali iniziali, non riuscendo però a scrollarsi di dosso la debolezza di fondo odierna.Dopo la diffusione del dato, lo yuan cinese onshore si è rafforzato sul dollaro a 6,8193 per dollaro, rispetto ai livelli superiori a 6,84 nella sessione della vigilia. Lo yuan offshore è stato scambiato a 6,8202 per dollaro. I livelli delo yuan sono i più alti da inizio anno.Novità anche dall’Australia, con la RBA (Reserve Bank of Australia, banca centrale del paese), che ha annunciato di aver lasciato i tassi principali di riferimento invariati allo 0,25%.Lasciato allo 0,25% anche il target sui rendimenti dei bond a tre anni. Nel comunicato si legge che il target rimarrà in vigore fino a quando non ci saranno stati progressi sul fronte dell’occupazione e dell’inflazione.La RBA ha garantito che l’approccio accomodante di politica monetaria sarà mantenuto per tutto il tempo necessario e che lancerà, anche, ulteriori acquisti di titoli di stato se necessario.Ancora, la banca centrale ha annunciato di aver esteso i finanziamenti, attraverso lo strumento Term Funding Facility, alle istituzioni di deposito autorizzate (authorised deposit-taking institutions (ADIs). Le banche beneficeranno, di conseguenza, di un ulteriore accesso ai finanziamenti aggiuntivi.Dopo l’annuncio dell’RBA il dollaro australiano ha confermato comunque la sua forza sul dollaro Usa, con il rapporto dollaro australiano-dollaro Usa in rialzo dello 0,44%, a $0,75 circa.Confermata la debolezza del dollaro, alimentata dalla recente rivoluzione della politica monetaria della Federal Reserve, annunciata dal numero uno Jerome Powell durante il simposio virtuale di Jackson Hole: lo US Dollar Index è scambiato a 91,806, in ribasso rispetto ai 92,4 precedenti.Occhio all’euro, sempre più vicino alla soglia di $1,20, con il rapporto EUR-USD che sale dello 0,42% a $1,19858.Dal fronte macro del Giappone, reso noto l’indice PMI manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit, che è salito nel mese di agosto a 47,2 punti, meglio dei 45,2 punti precedenti di luglio. E’ quanto emerge dalla lettura finale del dato, che è stato rivisto al rialzo rispetto ai 46,6 riportati nella lettura preliminare.L’indice conferma tuttavia la fase di contrazione dell’attività manifatturiera giapponese, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra). Pesano gli effetti della pandemia COVID-19, come spiega Annabel Fiddes, Economics Associate Director presso IHS Markit, con le società nipponiche che continuano a tagliare le loro scorte e i dipendenti, in attesa di miglioramenti dal fronte della domanda.

Annuncio Fed, Bini Smaghi parla di Bce e avverte: ‘rischio super-euro con danni export Europa

“Nelle parole di Powell c’è una differenza con l’Europa: da un lato la Fed non alzerà i tassi, ma al contempo non li porterà neanche su livelli negativi come ha fatto la Bce. Si vogliono evitare contraccolpi sul sistema finanziario, che peraltro nonostante la crisi continua a macinare utili come provano i record di Wall Street. I tassi negativi sono come una tassa per le banche che non possono “rivalersi” sui clienti”. Così Lorenzo Bini Smaghi, membro del board della Bce fino al 2011 e oggi presidente della Société Générale, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Il titolo dell’articolo dice tutto: Bini Smaghi “C’è il rischio super euro per l’Europa con danni alle esportazioni”.Bini Smaghi continua: “Powell insiste su un dato tecnico: si sgancia dalla mitica soglia del 2% di inflazione e dice che se si andrà più su anche per un congruo periodo di tempo, non succederà nulla e i tassi resteranno bassi”.Si tratta “sicuramente” di una svolta – precisa – la conseguenza che riguarda l’Europa è la possibile differenziazione fra le politiche delle due banche. Vediamo perché. La Bce ha lanciato anch’essa la sua “strategic review” all’inizio del 2020, interrotta dall’azione per far fronte alla pandemia. Dai primi dibattiti erano emerse posizioni diverse da quelle indicate da Powell, che miravano ad accettare che l’inflazione rimanesse sotto il 2% senza ulteriori interventi. Non dimentichiamo che la motivazione ufficiale per i ribassi dei tassi e gli acquisti dei titoli, è il basso livello di inflazione. È però possibile che quando l’Europa si riprenderà, la politica monetaria della Bce diventi meno espansiva senza curarsi se sarà stata raggiunta la soglia critica del 2%. Al contrario, Powell dice che la politica monetaria resterà espansiva quando l’economia si riprenderà anche se l’inflazione supererà il 2%, e per lungo tempo. Se prevarrà quest’impostazione, i tassi in Europa aumenteranno prima che in America, con una divaricazione monetaria tra le sponde dell’Atlantico che potrebbe determinare un rincaro dell’euro molto negativo per l’export”.Oggi le quotazioni del dollaro sono in ribasso, scontando per l’appunto la politica monetaria più accomodante che la Fed si appresta a lanciare:lo US Dollar Index cede lo 0,72%, e l’euro-dollaro supera anche la soglia di $1,19, a $1,1905, con un rialzo dello 0,70%. Il dollaro capitola nei confronti dello yen dello 0,89%, a JPY 105,62, la sterlina sale sul dollaro dello 0,61% a $1,3282.Nel caso dello yen, gli acquisti sulla valuta si spiegano con la notizia delle dimissioni di Shinzo Abe dalla carica di premier del Giappone. Lo yen sale beneficiando dell’avversione al rischio degli investitori, in quanto valuta rifugio. Anche l’euro perde sullo yen, arretrando dello 0,20% a JPY 125,73.

Re dollaro e la sua debolezza: per Credit Suisse è l’inizio di un lungo bear market

Ancora una seduta all’insegna della debolezza per il dollaro. Questa mattina il Dollar Index, che misura il valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, si muove in calo in area 93. “Il calo è dettato dalle crescenti pressioni sul raggiungimento di un accordo sul pacchetto di stimolo economico”, segnala Ricardo Evangelista, senior analyst di ActivTrades, secondo il quale “il coronavirus continua a gettare un’ombra sulle prospettive di ripresa dell’economia americana”. Senza un pacchetto di stimoli, aggiunge l’esperto, è improbabile che l’economia americana si riprenda rapidamente e questo è il motivo principale della recente debolezza del dollaro.

Il mercato ribassista del dollaro? Per Credit Suisse continuerà

C’è chi, come Credit Suisse, getta lo sguardo oltre. “Siamo ribassisti sul dollaro dall’inizio di maggio e ci aspettiamo che il mercato ribassista continui per molto tempo”, scrive il broker elvetico, secondo il quale è “l’inizio di un lungo periodo di bear market”. A supporto della loro tesi gli analisti di Credit Suisse indicano alcuni fattori alla base del calo del biglietto verde. Tra questi, il forte deterioramento della posizione fiscale degli Usa rispetto all’area euro e l’impegno della Fed per un QE illimitato, ma anche il Recovery fund (insieme ad altre misure) che “stabilisce l’euro come valuta di riserva (al momento il 20% delle riserve globali è in euro, mentre il 62% in dollari). Gli esperti citano inoltre, come terzo punto, l’avanzo delle partite correnti dell’area dell’euro che dovrebbe essere superiore del 5% rispetto a quello degli Stati Uniti per il 2020 (previsione Fmi), e come quarto punto i differenziali dei tassi reali non sono più favorevoli al dollaro. E ancora da Credit Suisse parla della “mancanza di risposta politica per fermare la debolezza del dollaro”.
Gli esperti di Credit Suisse sottolineano, però, che “la debolezza del dollaro è positiva per il Pil globale, con il 62% delle riserve monetarie e l’80% del commercio internazionale che sono espressi in dollari”. Non solo, un biglietto verde indebolito “allenta le condizioni monetarie globali e porta a prezzi più alti per le materie prime”.

Il ‘re dollaro ha perso la sua corona’, la view di Ing

Il ‘re dollaro ha perso la sua corona’. Questo l’eloquente titolo di un recente report firmato da Chris Turner, global head of markets and regional head of research for UK & CEE di Ing, che si è soffermato sulle performance e sulle prospettive del biglietto verde. Bisogna ricordare che il Dollar Index, scendendo del 4,1% e in totale è sceso del 9% dal picco di marzo. A sostenere questo calo, spiega l’esperto, la “rivalutazione del progetto europeo”, ma anche la perdita del dollaro del suo trend di crescita e del suo vantaggio in termini di rendimento. Con la prospettiva che il dollaro sarà “più vulnerabile” in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Ing si attende che il cambio Euro/dollaro mantenga il suo slancio rialzista in vista delle incerte elezioni americane. “Questo si concretizza in un cross a 1,20, con rischio esterno a quota 1,25. Questo contesto dovrebbe anche favorire le valute difensive come lo yen e il franco svizzero, visto che il mercato è in cerca di alternative al dollaro”, segnala l’esperto della banca olandese

Dollaro ai minimi da 2 anni e il governo americano scende in campo per difenderlo

Il cambio americano si è indebolito nelle ultime settimane e giovedì è intervenuto il segretario del Tesoro, Steve Mnuchin, per rassicurare sulla sua stabilità.

 

Dai massimi toccati nel marzo scorso, quando infuriarono le tensioni sui mercati finanziarie per l’emergenza Coronavirus, il dollaro ha perso oltre otto punti e mezzo percentuali in media contro le altre valute principali. Ieri, risultava sceso ai livelli più deboli di quasi due anni. Il cambio euro-dollaro, ad esempio, è il cross più importante al mondo sul forex ed è passato in pochi mesi da 1,065 a 1,16, portandosi ai massimi dal settembre 2018 Il dollaro è un tipico “safe asset”, che tende ad apprezzarsi nelle fasi critiche per l’economia globale e a sgonfiarsi quando sale la propensione al rischio. La relativa debolezza di queste settimane, però, avrebbe cause anche endogene. Tra marzo e giugno, la Federal Reserve ha iniettato sul mercato americano circa 3.000 miliardi di dollari, attraverso acquisti di assets e prestiti diretti alle imprese. Nel frattempo, il governo ha stanziato altri 3.000 miliardi per sostenere i redditi e il Congresso si appresta a discutere di ulteriori aiuti per 1.000 miliardi.In brevissimo tempo, il mercato si è trovato inondato di liquidità come mai prima ad oggi e tale da fare impallidire persino il precedente del 2008-’09, quando esplose la crisi finanziaria originata dai mutui “subprime”. L’eccesso di dollari in circolazione non può che portare a un indebolimento dei tassi di cambio, almeno dal momento in cui le altre banche centrali non avvertano più l’impellenza di tenere valuta americana più del dovuto. Per questo, giovedì il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, ha sentito l’esigenza di esprimere sostegno al dollaro, notando come esso sia valuta di riserva globale e rassicurando che il governo “lo proteggerà”.

Cambio di passo di governo e Fed?

Il prezzo dell’oro a ridosso dei 1.900 dollari l’oncia non fa che confermare quanto diffusi sarebbero sui mercati i timori per la congiuntura globale e al contempo rispecchierebbe anche aspettative negative sul dollaro.E questo non piace al Tesoro, perché un eventuale deprezzamento del biglietto verde oggi farebbe lievitare i prezzi dei beni importati, traducendosi in inflazione e tassi d’interesse più alti, colpendo la ripresa dell’economia americana e rendendo più costoso il rifinanziamento dell’elevato debito federale di Zio Sam. Solo così si spiegherebbe la discesa in campo di Mnuchin, anche perché ancora oggi il dollaro vale circa il 25% in più rispetto ai minimi toccati nel 2011. Allora, l’America era in piena era dei tassi a zero e la Fed nel bel mezzo del suo ciclo monetario espansivo.Ma non basteranno le parole a sostenere il cambio. Solo una politica fiscale e monetaria complessivamente meno accomodante potrà apprezzarlo, sebbene appaia abbastanza complicato che al momento la Fed possa alzare i tassi e/o tagliare considerevolmente gli acquisti di assets e il governo rinunci a varare nuovi aiuti per famiglie e imprese in piena campagna elettorale. Vero è, per contro, che dai massimi di giugno il bilancio dell’istituto si sia già ridotto di circa 170 miliardi di dollari, segnalando un rallentamento nei ritmi di conduzione degli acquisti da parte del governatore Jerome Powell.Ricordiamoci che gli USA sono un’economia importatrice netta cronica, per cui hanno bisogno di importare capitali dal resto del mondo per commerciare. E i capitali si spostano alla ricerca di “yield”, l’azzeramento dei quali origina deflussi, che l’America oggi non vuole potersi permettere, almeno non prima che sia arrivata la ripresa e che gli indici macro abbiano superato il Covid, la cui fase emergenziale qui è tutt’altro che cessata. Vero è, del resto, che un cambio più debole darebbe una mano alle esportazioni, anche se il principale problema dell’economia americana resta l’eccesso dei consumi interni. E potrà essere affrontato strutturalmente solo con conti pubblici in equilibrio e minore accomodamento monetario.

Dollaro vittima di tensioni Usa e giravolte Trump, euro vicino $1,16.

Le tensioni geopolitiche Usa-Cina -con gli Stati Uniti che hanno ordinato alla Cina di chiudere il suo consolato a Houston, Texas, entro la giornata di venerdì – condizionano oggi il trend dei mercati finanziari. Incide anche la dichiarazione rilasciata ieri dal presidente Usa Donald Trump, che è stato costretto ad ammettere che la pandemia da coronavirus in atto in Usa probabilmente “peggiorerà, prima di migliorare”.Pechino e Washington di nuovo ai ferri corti. Il dipartimento di Stato Usa ha motivato l’ordine imposto alla Cina di chiudere il suo consolato texano con la necessità di “proteggere la proprietà intellettuale americana”.Ma il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, ha ribattuto che la mossa è “ingiustificata e vergognosa”. Il dollaro ha continuato così a perdere terreno, dopo che l’euro, alla vigilia, aveva già testato il record dal gennaio del 2019 grazie all’accordo trovato nel Consiglio europeo sul Recovery Fund. I buy sulla moneta si intensificano, tanto che ora il rapporto eur-usd oscilla nei pressi di $1,16, a $1,1596, in rialzo di quasi +0,70%. Il Dollar Index viaggia attorno a 94,97, in calo dello 0,20%.Da segnalare che, nel corso dell’ultimo trimestre, lo US Dollar Index è capitolato del 5,1%, mentre a luglio ha perso già il 2,3%.

AGGIORNAMENTO 20 Luglio 2020

Eur/usd  1,1466

primo tentativo di uscita da Box 1,0750-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

continua a essere “prigioniero” del Box 1,1120 – 1,1450 buono per trading ma fino a quando non ne esce non avremo un altro movimento direzionale come quello che abbiamo visto da 1,0750 a 1,1403.Stanno aspettando qualcosa

EUR-USD

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Eur/usd  1,1403<—12-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

>1.1120 29-05-2020 e 1-06-2020
> 1,1080 28-05-2020
Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

EUR/USD ai massimi da quasi tre mesi, nuova fiducia sui mercati

Giornata di forti vendite sul dollaro, EUR/USD a 1,14 con la prospettiva di un nuovo vaccino anti-Covid. Basse aspettative per la Bce di domani occhi puntati sul Consiglio EU di venerdì

La fiducia in un nuovo vaccino anti-coronavirus, annunciato ieri dall’azienda biotech statunitense Moderna, e le buone trimestrali delle grandi banche Usa (dopo JP Morgan, ieri, oggi è stata Goldman Sachs a pubblicare ricavi superiori rispetto al previsto: 13,30 miliardi di dollari, il 41% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) nelle ultime ore hanno infuso nuova fiducia tra gli operatori di mercato.Torna dunque la propensione al rischio, nonostante i numeri dei nuovi contagi di Covid-19, soprattutto negli Stati Uniti (67.417 nuovi casi solo nelle ultime 24 ore), non facciano presagire la ripresa economica a V in cui i mercati azionari tanto avevano sperato.A uscirne sconfitto è il dollaro. Nelle ultime ore, il biglietto verde si è indebolito sia rispetto allo yen giapponese, scendendo a quota 106,768 (il minimo dallo scorso 10 luglio), ma soprattutto nei confronti dell’euro.Il cambio EUR/USD nelle ultime ore è infatti tornato a sfondare quota 1,1436, come non succedeva dallo scorso 9 marzo. “Grande risalita per l’EUR/USD” commenta Pietro Bellotti, Premium Client Manager di IG. “Per un mese è stato imbrigliato tra 1.12 e 1.135 , grazie alla debolezza del dollari e alle accelerazioni su un eventuale accordo per il Recovery Fund che hanno spinto l’euro. Ora manca solo il test ai massimi recenti di 1.145, ormai non lontano”.

Quali sono i prossimi eventi in grado di influire sull’EUR/USD?

La Banca Centrale Europea

Se il rally della moneta unica è destinato a durare sarà chiaro già domani, quando si riunirà la Banca centrale europea.Le aspettative non sono troppo alte: da una parte, gli indici Pmi di giugno hanno restituito all’Eurozona l’immagine di un’economia, se non in espansione, comunque neanche in caduta libera – come dopo la peggiore crisi economica dal secondo dopoguerra-; dall’altra, a differenza di quanto sta acadendo negli Usa, la pandemia di Covid-19 in Europa sembra per ora sotto controllo, il che fa pensare, come la presidente delal Bce Christine Lagarde non ha mancato già di sottolineare, che il peggio della crisi sia ormai passato.Inoltre, Francoforte viene da una serie di riunioni scandite da annunci particolarmente coraggiosi: a marzo il lancio del Pepp, il Pandemic Emergency Purchase Program – un programma di acquisto di asset da parte dell’istituto centrale europeo da 600 miliardi di euro, poi ampliato nell’ultima riunione fino ad arrivare a 1.350 miliardi di euro, molto più di quanto gli analisti avevano immaginato. Lo schema durerà per ora fino al giugno del 2021, o meglio, secondo le parole della presidente Lagarde – “finché sarà necessario”.Massicci stimoli del genere sono stati implementati in un contesto di bassi tassi di interesse. Al momento i tassi sui depositi viaggiano in territorio negativo, a -0,50%; quello sulle operazioni finanziarie principali è a zero, mentre i tassi sulle operazioni marginali viaggiano sullo 0,25%.Intervistata dal Financial Times la scorsa settimana, la stessa Lagarde ha escluso azioni rilevanti in programma per l’incontro di domani. D’altra parte, gli occhi dei mercati questa settimana, più che alla Banca centrale, sono volti verso un’altra istituzione europea: il Consiglio di venerdì e sabato.

Il Consiglio Europeo

Tra venerdì e sabato i leader dei 27 si riuniranno infatti, per la prima volta in presenza a Bruxelles, per confrontarsi sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro per far fronte all’emergenza post-pandemica nell’Unione europea.Sul tavolo delle proposte compare già quella del presidente del Consiglio, Charles Michel, una soluzione di compromesso tra i “frugal four” (Austria, Olanda, Svezia e Danimarca) che vorrebbero garanzie per la restituzione di quelli che a quel punto diventerebbero ufficialmente prestiti finanziati dalle risorse proprie dell’Unione, e il resto delle file capeggiate da Francia e Germania, fautrici del piano che originariamente prevedeva solo 500 miliardi di euro, tutti da destinare ad aiuti a fondo perduto per le economie più danneggiate dalla pandemia di Covid-19.

AGGIORNAMENTO 25 Giugno 2020

Eur/usd  1,1220 ennesimo riappoggio a 1,1220

avremmo dovuto vederlo da 1,1450 lo abbiamo visto da 1,1403 (terzo riappoggio)

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Eur/usd  1,1403<—12-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

>1.1120 29-05-2020 e 1-06-2020
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Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

AGGIORNAMENTO 23 Giugno 2020

Eur/usd  1,1346

avremmo dovuto vederlo da 1,1450 lo abbiamo visto da 1,1403 (secondo riappoggio)

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

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Eur/usd  1,1403<—12-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

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AGGIORNAMENTO 18 Giugno 2020

Eur/usd  1,12248 attenzione a questo riappoggio a 1,1220 mattinata prima dati USA

avremmo dovuto vederlo da 1,1450 lo abbiamo visto da 1,1403 (secondo riappoggio)

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Eur/usd  1,1403<—12-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

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Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

Bce: fiducia euro ai massimi di sempre, scende invece quella verso banca centrale europea

“Anche se l’euro e la BCE sono strettamente collegati a livello istituzionale, l’opinione pubblica riguardo all’uno e all’altra ha mostrato tendenze divergenti dopo la crisi”. E’ quanto emerge dal bollettino economico della Bce.“Il sostegno dei cittadini all’euro è rimasto stabile a livelli elevati anche al culmine della crisi. La fiducia dell’opinione pubblica nella BCE, invece, è significativamente diminuita durante la crisi e da allora ha segnato una lenta ripresa. Nell’autunno 2019, il sostegno alla moneta unica tra i cittadini dell’area dell’euro si è attestato al 76 per cento, a seguito di un incremento pressoché ininterrotto dalla primavera del 2016, mentre il 18 percento degli intervistati nell’area era contrario all’euro. Per contro, il 42 per cento degli intervistati ha espresso fiducia nella BCE, rispetto al 44 per cento che ha dichiarato di non averne. Pertanto, la fiducia netta nella BCE rimane in territorio negativo, mentre il sostegno netto all’euro è aumentato costantemente dal 2013 raggiungendo un massimo storico nell’autunno 2019”.“Il calo della fiducia nella BCE – si legge ancora nel bollettino della Bce – si inserisce in una più ampia diminuzione della fiducia nelle istituzioni pubbliche a seguito della crisi finanziaria mondiale. In effetti non solo la BCE, ma la maggior parte delle istituzioni pubbliche nazionali e sovranazionali in Europa hanno visto scemare la fiducia dei cittadini nell’ultimo decennio, per cui tale diminuzione anche nel caso della Banca centrale è riconducibile a una tendenza più generalizzata. Attualmente la fiducia nella BCE sembra attestarsi a un livello neutro, con percentuali pressoché uguali di intervistati che dichiarano di averne o non averne”.

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AGGIORNAMENTO 16 Giugno 2020

Eur/usd  1,1345 reazione buona ma fino a quando non passa 1,1450…

Stephen Roach: ‘crash dollaro inevitabile, rischio stagflazione. Combinazione letale in Usa’ (“tornerebbe”….con 1,25 eur-usd questa opinione di Roach)

AGGIORNAMENTO 15 Giugno 2020

Eur/usd  1,1225 attenzione a questo riappoggio a 1,1220 mattinata

avremmo dovuto vederlo da 1,1450 lo abbiamo visto da 1,1403

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Eur/usd  1,1403<—12-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

>1.1120 29-05-2020 e 1-06-2020
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Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

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Stephen Roach: ‘crash dollaro inevitabile, rischio stagflazione. Combinazione letale in Usa’

“Il crash del dollaro è praticamente inevitabile”. Lo ha detto Stephen Roach, l’ex persidente di Morgan Stanley Asia, nel corso dell’intervista rilasciata alla trasmissione “Trading Nation” della Cnbc. “Il dollaro scenderà in modo molto, molto violento”. Ovvero? Del 35% rispetto alle altre principali valute. E il crash potrebbe verificarsi l’anno prossimo, o tra due anni. Insomma – e non solo secondo Stephen Roach – l’era del dollaro forte sarebbe arrivata al capolinea, a dispetto di quanto dice il presidente americano Donald Trump. E questo per colpa della crisi da coronavirus che ha investito il mondo intero e per un problema che accomuna gli Stati Uniti a tanti altri paesi: quello relativo al deficit massiccio.
“La situazione andrà di male in peggio, visti i deficit fiscali che esploderanno nei prossimi anni – ha spiegato l’economista, che ora insegna presso la Yale University – .Nelle ultime due settimane, lo Lo US Dollar Currency Index ha recuperato terreno, salendo di oltre +1%. Su base annua, il trend è praticamente piatto. Ma Roach fa notare che non è questo il momento per diventare compiacenti, anche perchè ci sono altri campanelli di allarme che non possono essere ignorati.Probabilmente “il tasso nazionale dei risparmi scivolerà ancora di più in territorio negativo, più di quanto sia mai accaduto negli Stati Uniti o in qualsiasi altra grande economia nella storia dell’economia”, ha detto l’ex Morgan Stanley. Insomma, Stephen Roach non intravede motivi più o meno grandi per credere in una ripresa del dollaro. Piuttosto, il contrario. Al punto che quello che è noto come una delle voci più ascoltate di Wall Street, e anche da tanti anni, fa notare la presenza di una “combinazione letale”.“Allo stesso tempo – spiega – l’America si sta allontanando dalla globalizzazione ed è concentrata a prendere le distanze dal resto del mondo”.L’effetto domino del crash ‘inevitabile’ del dollaro non può essere escluso: “In generale, l’implicazione è negativa per gli asset finanziari Usa, visto che (un crollo della valuta) rende più probabile l’inflazione, visto che significa importare beni stranieri dall’estero a costi più alti. Fattore negativo per i tassi di interesse” che, a quel punto, la Fed potrebbe essere costretta ad alzare.Stephen Roach teme che il crash dollaro possa scatenare una stagflazione simile a quella della fine degli anni ’70, quando i prezzi salirono in modo significativo, a fronte di una crescita dell’economia a dir poco pervenuta. E lo scenario non sarebbe diverso neanche se ci fosse un cambio di leadership alla Casa Bianca con le elezioni presidenziali di novembre visto che il Congresso continuerà a fare di tutto per rendere il più possibile indolore l’impatto economico della crisi da pandemia di coronavirus.“Le autorità, bisogna dirlo, non si sono trovate mai neanche in una situazione vicina a quella crisi che stiamo vivendo”.L’outlook di Stephen Roach sul dollaro fa traballare ancora di più la speranza-profezia di Donald Trump che, qualche settimana fa, si è mostrato sorprendentemente bullish sul biglietto verde, dopo aver attaccato vari banchieri centrali, incluso l’ex della Bce Mario Draghi, per lanciare politiche monetarie atte a far deprezzare le altre valute nell’ottica di una svalutazione competitiva. E invece a metà maggio, contraddicendo anni di dichiarazioni diametralmente opposte, Trump ha così detto: “E’ un grande momento per avere un dollaro forte”.

AGGIORNAMENTO 11 Giugno 2020

Eur/usd  1,1403<—1-06-2020

+653 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

1,1080/1,1120–1,1180–1,1280–1,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

>1.1120 29-05-2020 e 1-06-2020
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Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

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Fed pensa alla Yield Curve Control, una mossa che scuoterebbe Borse e dollaro (analisti)

In attesa delle decisioni che arriveranno stasera dalla Fed, gli esperti ragionano sulle tematiche attorno alle quali verterà la riunione odierna. E se i tassi negativi sembrano essere un argomento messo nel cassetto, tanto che a più riprese quasi tutti gli esponenti Fed hanno rigettato questa ipotesi, sul tavolo sarebbe finita un’altra questione: ossia un maggiore controllo della curva dei rendimenti.Come sottolinea Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim “si è così aperta la discussione di un altro tema molto gradito ai mercati, soprattutto quelli azionari, ossia la cosiddetta Yield Curve Control (YCC), un’ipotesi anche questa non nuova, già in uso da parte della BoJ dal 2016 sul comparto decennale, da parte della banca centrale australiana dallo scorso marzo (target tassi 3 anni intorno allo 0,25%)”. La stessa Fed, ricorda Cesarano, ha confermato che questa ipotesi, a differenza di quella dei tassi, è in fase avanzata di discussione. I mercati allora stanno arrivando alla riunione di questa sera con l’attesa che davvero la Fed passi dalle parole ai fatti.“Powell questa sera ha in mano una decisione che può autorizzare o meno i mercati a sentirsi legittimati a ottenere l’ennesimo regalo oppure se richiamare l’attenzione sul fatto già sono numerose le manovre implementate, pur dichiarandosi disponibile a fare di più se necessario”, aggiunge l’economista, secondo il quale “la Fed potrebbe per ora soprassedere rinviando l’introduzione della YCC ma di fatto ammettendo che si tratta solo di un appuntamento ritardato che entro fine anno arriverà”.Secondo Cesarano una tale mossa comporterebbe un calo dei tassi Treasury e soprattutto dei tassi reali, al momento negativi su tutta la curva finanche sul segmento a 30 anni, Borse in rialzo e Dollaro in deprezzamento.

AGGIORNAMENTO 5 Giugno 2020

Eur/usd  1,13834

+633 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

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Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780un caso….o forse no…..vedremo…..1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780vedi quanto detto a 1,0750-1,0800 – 1,0900

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AGGIORNAMENTO 29 Maggio  2020

Eur/usd  1,1144

>1.1120 29-05-2020

> 1,1080 28-05-2020

Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05

+394 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780

un caso….o forse no…..vedremo…..

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vedi quanto detto a 1,0750-1,0800

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AGGIORNAMENTO 28 Maggio  2020

Eur/usd  1,1081 torna sopra 1,1080

Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05 e 28/05

+331 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780

un caso….o forse no…..vedremo…..

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AGGIORNAMENTO 27 Maggio  2020

Eur/usd  1,1030 torna vicino a 1,1080

Eur/usd  1,10176 <–top 1 Maggio 2020 superato 27/05

+280 pips da alert a 1,0750

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780

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Donald Trump schizofrenico sul dollaro, ora lo vuole forte. Azzerati anni di attacchi anche contro Bce di Draghi

“E’ un grande momento per avere un dollaro forte”. Il presidente americano Donald Trump spazza via con una frase anni di dichiarazioni a favore di un dollaro debole, nel corso di un’intervista rilasciata alla Casa Bianca a Maria Bartiromo, trasmessa ieri sulla Fox Business.
“Sa, noi ora paghiamo tassi di interesse a zero. Anche questo non è mai successo. Paghiamo davvero poco. E tutti vogliono investire sul dollaro perché lo abbiamo mantenuto forte. Io l’ho mantenuto forte“, ha precisato Trump.Il riferimento è al taglio con cui la Federal Reserve di Jerome Powell ha portato i tassi allo zero, in risposta allo shock dei mercati provocato dal coronavirus. I tassi sono stati abbassati di un punto percentuale alla metà di marzo, ripiombando così nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%.A tal proposito, c’è da dire che non è vero che non è mai accaduto, come ha detto Trump, che i tassi Usa abbiano oscillato attorno allo zero. Tutt’altro. Il cosiddetto ZIRP – politica di tassi di interesse attorno allo zero – è stato adottato negli Stati Uniti nel periodo della crisi finanziaria globale e anche per diversi anni, tanto che il primo rialzo dei tassi Usa è avvenuto solo nel dicembre del 2015.Detto questo, fino a oggi Trump si è accanito contro la Fed diverse volte, e contro lo stesso Jerome Powell che lui stesso ha scelto, proprio per una politica monetaria a suo avviso eccessivamente restrittiva che rendeva il dollaro Usa troppo forte e, di conseguenza, le esportazioni americane meno competitive.Lo scorso 12 settembre del 2019 attaccò anche l’allora presidente della Bce Mario Draghi con un tweet infuocato:
“Con un intervento molto veloce, la Bce ha tagliato i tassi di 10 punti base. Così facendo, sta tentando, e ci sta riuscendo, a deprezzare l’euro verso un dollaro MOLTO forte, che danneggia le esportazioni Usa...e la Fed sta lì seduta, seduta, seduta. Loro (in Europa) vengono pagati per chiedere soldi in prestito, mentre noi paghiamo gli interessi!”
Fredda e precisa fu la reazione di Draghi: “Noi non puntiamo a un target del rapporto di cambio. Punto”. Non era certo la prima volta che Trump sbraitava contro Draghi.
In diverse occasioni negli ultimi anni, il presidente americano ha ossessionato Jerome Powell, ritenendolo colpevole di rendere il dollaro troppo forte.

Trump su dollaro forte: ha parlato senza pensare?

Ieri, la svolta: un dollaro forte è ok. Alcuni analisti spiegano la giravolta sottolineando che è probabile che Trump abbia capito che andare contro i mercati è inutile.
In particolare Kathy Lien, managing director della strategia sul forex presso BK Asset Management, ha commentato l’ultima uscita del presidente, affermando che “la verità è che la valuta sale per altre ragioni, visto che l’outlook di Trump sul dollaro non ha nessun vero impatto sulla sua direzione”.
C’è da dire che, come riporta anche un articolo di Reuters, è da parecchio che i trader fanno orecchie da mercante alle dichiarazioni di Trump che hanno per oggetto il forex.
I fatti parlano chiaro: dalle elezioni presidenziali che hanno incoronato il tycoon newyorchese presidente degli Stati Uniti, il dollaro è salito del 3% circa nei confronti di un paniere di altre valute. Motivo: la crescita economica degli Stati Uniti, superiore a quella europea e anche ad alcune economie asiatiche.
I recenti buy sul dollaro si spiegano invece con la corsa agli asset rifugio scatenata dallo shock coronavirus COVID-19 sui mercati finanziari. Di conseguenza anche John Doyle, vice direttore generale della divisione di dealing e trading presso Tempus, a Washington, ha così commentato:
O Trump ha parlato senza pensare, oppure ha capito che non può indebolire il dollaro, e dunque si sta adattando”. In ogni caso, in nessun modo “i commenti di Trump cambieranno il mondo in cui faccio trading sul dollaro o condizioneranno le mie previsioni”.
Riguardo al trend del dollaro, l’indice ICE US Dollar Indec (ticker DXY) – che misura il trend della valuta americana nei confronti di un paniere composto dalle sei principali valute al mondo – è scambiato a 100,412 punti, in rialzo dell’1,4% dall’inizio di maggio e del 4,2% dall’inizio del 2020.
L’indice ha ritracciato dal massimo in oltre tre anni testato a marzo a quota 103, in concomitanza con le turbolenze che hanno colpito i mercati quel mese, a causa dei timori sulla pandemia Covid-19. Dal canto suo l’euro, considerato ‘principale rivale’ del dollaro, continua ad arrancare, a causa “della risposta (che l’area euro ha dato) alla crisi del coronavirus. Risposta che farà impennare i deficit tra le economie più alle prese con il nodo del debito (leggi Italia), ma anche per gli interventi significativi di politica monetaria (che comunque ci sono stati anche in Usa) e al fatto che non ci siano sbocchi per la mutualizzazione dei debiti)”, ha spiegato Thierry Wizman, analista di Macquarie Futures.
L’euro è stato così colpito dalle vendite, scendendo il mese scorso al minimo in tre anni sul dollaro, al di sotto della soglia di $1,07. Al momento, rimane in calo del 4% dall’inizio dell’anno.

Dollaro sotto pressione, cosa detta il trend? (analisti)

La settimana parte con il dollaro che perde terreno nei confronti delle principali valute. Lo dimostra l’andamento del Dollar index, che monitora il trend del biglietto verde nei confronti di un paniere delle sei principali valute, che si mantiene sopra quota 100 ma perde circa lo 0,37 per cento.“Durante l’attuale crisi del coronavirus, il dollaro ha rafforzato il suo status di bene rifugio per gli operatori del mercato valutario”, afferma Ricardo Evangelista, analista senior di ActivTrades, secondo il quale “le perdite di oggi rappresentano l’altra faccia di questo ruolo: man mano che il picco di infezioni e decessi in alcuni dei paesi più colpiti in Europa sembra essere superato e vari governi rivelano piani per riaprire gradualmente le economie, l’umore del mercato diventa più positivo e la domanda per il dollaro cala”.Come ricordano gli esperti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo nella ‘Forex Flash’ “la settimana proporrà ancora dati attesi negativi a causa della pandemia: fiducia dei consumatori, Pil del primo trimestre e Ism manifatturiero. La riunione della Fed dovrebbe lasciare invariati i parametri di policy confermando di essere pronta a intervenire ulteriormente se necessario”. A meno di novità particolari, secondo Intesa, il dollaro dovrebbe tendenzialmente stabilizzarsi nel range della scorsa settimana.

AGGIORNAMENTO 14 APRILE  2020

Eur/usd  1,0994

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780

un caso….o forse no…..vedremo…..

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

AGGIORNAMENTO 07 APRILE  2020

Eur/usd  1,09246

dopo 1,1080-1,1450

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione…..

perchè il 6 Aprile il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750/1,1780

un caso….o forse no…..vedremo…..

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

AGGIORNAMENTO 6 APRILE  2020

Eur/usd 1,080 nuovamente alla base attenzione da qui

dopo 1,1080-1,1450 manca 1,1080-1,175 quindi attenzione…

potrebbero fare un 1,1080-1,175/1,1780 quindi attenzione….

perchè oggi il minimo a 1,0750 è a – 10 figure….da 1,1750

un caso….o forse no…..vedremo…..

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Eur/usd 1,1495 <–attuale top da 1,080 del 9 Marzo 2020

con JP MORGAN che dice il 21/02 che scenderà ancora……ovviamente +695 pips….

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 > 1,1080  2/03/2020 >1,1120 2/03/2020 >1,1180 03/03/2020 >1,1280 06/03/2020

> 1,1380 9/03/2029 > 1,1450 9/03/2020

MOVE IPOTIZZATO

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Riuscirà nel 2020-2021 l’eur-usd a non essere più un cambio “rinnegato” ?

AGGIORNAMENTO  9 Marzo  2020

Eur/usd 1,1495

con JP MORGAN che dice il 21/02 che scenderà ancora……ovviamente +695 pips….

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 > 1,1080  2/03/2020 >1,1120 2/03/2020 >1,1180 03/03/2020 >1,1280 06/03/2020

> 1,1380 9/03/2029 > 1,1450 9/03/2020

MOVE IPOTIZZATO

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Riuscirà nel 2020-2021 l’eur-usd a non essere più un cambio “rinnegato” ?

AGGIORNAMENTO 6 Marzo  2020

Eur/usd 1,1355

con JP MORGAN che dice il 21/02 che scenderà ancora……ovviamente +555 pips….

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 > 1,1080  2/03/2020 >1,1120 2/03/2020 >1,1180 03/03/2020 >1,1280 06/03/2020

MOVE IPOTIZZATO

1,1080/1,11201,11801,12801,13801,14501,12201,156-1,165-1,175/1,1780

Riuscirà nel 2020-2021 l’eur-usd a non essere più un cambio “rinnegato” ?

AGGIORNAMENTO 2 Marzo  2020

Eur/usd 1,1172

con JP MORGAN che dice il 21/02 che scenderà ancora……ovviamente +372 pips….

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 > 1,1080  2/03/2020 >1,1120 2/03/2020

euroinculoaicoglioni

inculoatuttianchesueurusd

EUROSUPERSTAR

AGGIORNAMENTO CLOSE WEEKLY 28 FEBBRAIO 2020

Eur/usd 1,1052

con JP MORGAN che dice il 21/02 che scenderà ancora……ovviamente +2,5 figure….

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 Siamo sempre sotto 1,1080  1,1120

AGGIORNAMENTO CLOSE WEEKLY 21 FEBBRAIO 2020

Eur/usd 1,080

con JP MORGAN che dice che scenderà ancora……sta a vedere

che questo è il fondo 1,080—-1,1080/1,1120——1,175 potrebbe essere ….

 Siamo sempre sotto 1,1080  1,1120

          AGGIORNAMENTO CLOSE WEEKLY 31 GENNAIO 2020

Eur/usd 1,1096

sopra 1,1080 ma sotto 1,1120

BREXIT AVVENUTA OGGI , CHE SIA STATO QUESTO CHE ATTENDEVA IL CROSS ?

EUROUSDANALISI

                 AGGIORNAMENTO CLOSE WEEKLY 10 GENNAIO 2020

Eur/usd chiusura settimanale a 1,1121

sopra 1,1080 e 1,1120

EURUSDINCULOAGLISPIONICHESISENTONOPIU'FURBIDEGLIALTRI

NEWS ARRIVATE DOPO L’ARTICOLO

INFLAZIONE E DOLLARO… SHORT SQUEEZE!

Risultato immagini per short squeeze cartoons

Lasciamo per un attimo da parte il messia Draghi e occupiamoci di altri messia, quelli che hanno predetto inflazione stellare e dollaro nelle stalle.

Ieri all’improvviso, un fulmine sulla via dell’inflazione…

Badate bene con prezzi del petrolio e energia in aumento.  Crollano i prezzi degli affitti ai minimi dal 2011.

I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati per l’ottavo mese consecutivo a gennaio dello 0,3% su base mensile come previsto, lasciando i prezzi anno su anno in aumento di un modesto 1,4%. Non è servito a nulla stimolare l’inflazione sulle materie prime.Tuttavia,l’indice CORE l’unico che davvero conta è invariato contro aspettative di un aumento dello 0,2%.La reazione del mercato obbligazionario per una volta è stata sensibileLa reazione nelle obbligazioni è stata istantanea, con rendimenti a 10 anni in calo di 2 punti base.

Vorrei farvi notare cosa sta accadendo ai titoli a due anni, ai loro rendimenti.

A breve la Federal Reserve sarà costretta a dedicarsi al controllo della parte lunga della curva, ciò che fa il Giappone da tempo con tassi a 10 anni inchiodati a zero e che farà a breve anche l’Europa. Tassi negativi compresi, che piaccia a loro o no, decide il mercato.Poco importa se i dati sull’inflazione sono manipolati, le revisioni dei mesi scorsi sono negative. L’aumento del prezzo della benzina, sostenuto dalla speculazione sul petrolio rappresenta la maggior parte dell’aumento di tutti gli articoli.Il BLS ha dovuto ammettere che a dicembre la salita dei prezzi era la metà di quella precedentemente comunicata e che l’indice CORE era ZERO. Ripeto stiamo parlando del mese di dicembre non un mese qualunque dove i consumi sono crollati alla faccia delle illusioni.

C’è chi parla di stagflazione, ma non c’è alcuna traccia di crescita, senza stimoli e liquidità sarebbe depressione.

Il prezzo dei servizi sta crollando, di quale inflazione volete parlare?

Immagine

Siamo in piena deflazione da debiti, questo dice la storia, gli ignoranti parlano di inflazione e reflazione, ma nessuno avrà il coraggio di trasferire questa bolla finanziaria al consumatore finale e quando scoppierà la madre di tutte le bolle, sarà un’implosione deflattiva!

Ma diamo un’occhiata sulla via di Damasco del dollaro, vediamo cosa sta accadendo in questo inizio di 2021 dove le conversioni si moltiplicano e piano, piano spariscono tutte le previsioni di dollaro a 1.30 o addirittura a 1.40…

Addirittura cinque motivi per i quali il dollaro si rafforzerà per tutto il 2021!

a) Differenti politiche monetarie tra FED e BCE

b) Maggiore crescita in USA

c) Short squeeze sul dollaro in stile gamestop

d) Moneta rifugio

e) Maggiori stimoli fiscali

Ovviamente non siamo d’accordo su tutti i motivi di Bank of America, noi ci mettiamo il debito in dollari come principale causa e questioni tecniche, moneta  rifugio e possibile short squeeze.

Siamo sempre seduti sulla riva del fiume, passeranno cadaveri sull’inflazione e sul dollaro!

Per la crescita ripassate tra qualche anno!

Ieri Powell ha dichiarato per l’ennesima volta che la Fed non si muoverà dalla sua politica espansiva, in quanto la vera ripresa del mercato del lavoro è ancora lontana. Il dollaro non ha battuto ciglio, mentre la Lagarde ha ribadito che ci vorranno secoli per raggiungere l’obiettivo sull’inflazione, suggerendo che i tassi negativi saranno una realtà tra le righe.

Sembra che la telefonata tra Biden e Xi, presidente cinese non sia andata molto bene, credetemi la guerra commerciale continua.

Senza fretta, godiamoci lo spettacolo, come dice Grantham, è un onore poter assistere alla più spettacolare bolla finanziaria della storia!

Su dai continuate così, che poi anche i banchieri centrali finiranno sotto il fuoco incrociato!

Goldman Sachs: ‘dollaro rischia di perdere status valuta riserva, oro moneta di ultima istanza’

Dollaro giù, oro su: la relazione inversamente proporzionale tiene, con il biglietto verde che sta messo piuttosto male, visto che si appresta a concludere il mese di luglio peggiore in un decennio, ovvero dal 2010. E’ quanto mette in evidenza Bloomberg, sulla base dei i dati della commissione di trading sui futures sulle commodities, la Commodity Futures Trading Commission.Dai numeri, è emerso che i gestori dei fondi hanno aumentato le loro posizioni long nette su ben altre valute, come yen, euro e dollaro canadese. Le scommesse rialziste su queste altre monete hanno zavorrato ulteriormente le quotazioni del Bloomberg Dollar Spot Index, facendolo cadere del 3,4% in questo mese che si appresta alla fine.
Ne beneficia l’oro che, nelle ultime ore – riferimento al contratto spot – è volato fino al record di sempre, a $1.980,57, per smorzare poi i guadagni con le prese di beneficio degli operatori di mercato e il recupero parziale del dollaro.
Al momento, e in vista dell’annuncio della Federal Reserve atteso per la giornata di oggi, il bene rifugio per eccellenza viaggia a quota $1.955.
Il dollaro è in calo anche oggi, in attesa di nuove misure di politica monetaria accomodante della Fed, che consentono all’euro di rimanere stabile attorno a $1,1750, dopo che lunedì era volato fino al nuovo massimo in 22 mesi, a $1,17815. Il Dollar Index è scambiato attorno a 93,720, vicino al minimo dal giugno del 2018.
Gli operatori di mercato non escludono che la banca centrale americana capitanata da Jerome Powell possa far riferimento alla possibilità di ricorrere ad altri bazooka anti-COVID, come al controllo della curva dei rendimenti o YCC , o addirittura – finora l’opzione è stata esclusa – alla politica dei tassi di interesse negativi. Ed è innegabile che entrambe le opzioni, soltanto a essere citate, farebbero scendere ancora di più il biglietto verde.
In generale, gli analisti intervistati da Bloomberg ritengono che la Fed opterà per un atteggiamento attendista, in stile “wait and see”, ma sempre in versione colomba. Così Yujiro Goto, responsabile strategist del forex presso Nomura Securities:
“Viste le preoccupazioni su una seconda ondata di infezioni (da coronavirus), i mercati ritengono probabile un approccio accomodante da parte della Fed”.
Spaventa intanto l’alert di Goldman Sachs che ha detto chiaramente che lo status del dollaro come valuta di riserva è a rischio e che ha contestualmente rivisto al rialzo il target sui prezzi dell’oro a $2.300 l’oncia, in rialzo del 19% rispetto al massimo testato nelle ultime ore (riferimento ai contratti futures sull’oro) e dopo il rally del 29% da inizio anno.
Gli analisti del colosso bancario hanno motivato lo scenario bullish per il bene rifugio per eccellenza con “la possibilità che la Fed faccia riferimento all’aumentopropenda per un bias orientato all’inflazione, “in un contesto caratterizzato da continue tensioni geopolitiche, elevate incertezze in Usa sia sul fronte politico che sociale, e da una seconda ondata di infezioni COVID-19”.
Tutto ciò, “combinato con un livello record di accumulazione del debito da parte del governo Usa (destinato a crescere per gli stimoli fiscali adottati per mettere in sicurezza l’economia dagli effetti devastanti del coronavirus-lockdown), che sta iniziando a far emergere serie preoccupazioni sulla longevità del dollaro in quanto valuta di riserva“, mentre “l’oro è sempre più una valuta di ultima istanza”.
Così si legge nella nota di Goldman Sachs:
“L’oro è la moneta di ultima istanza, in modo particolare in un contesto come questo attuale, in cui i governi svalutano le loro monete portando i tassi di interesse reali a scendere ai minimi di sempre. Con ulteriori margini di ribasso per i tassi di interesse reali Usa, reiteriamo ancora una volta la nostra raccomandazione long sull’oro di marzo”.
E se Goldman Sachs ha un target sull’oro a 12 mesi $2.300, Bank of America scommette prezzi a $3.000 l’oncia per i prossimi 18 mesi.
In tutto questo, sono sempre di più gli economisti che si chiedono se un ritorno al Gold Standard farebbe bene all’economia americana. Il dibattito negli States è tornato di attualità dopo la decisione del presidente Donald Trump di nominare alla Fed Judy Shelton. Shelton è infatti nota per le sue posizioni a favore del gold standard.
La sua nomina si sta scontrando con l’opposizione di due senatori repubblicani: l’ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney e Susan Collins. Bloomberg riporta che altre due defezioni dal partito repubblicano metterebbero probabilmente KO la sua nomina, visto il no atteso dei democratici.

Cross Euro Dollaro: confermate le dinamiche del carry trade

Le giustificazioni a favore del rally dell’Euro possono essere molteplici. Un USD sempre meno “valuta rifugio”, le problematiche Covid-19, l’effetto “sostituzione” dell’oro, più mille altri motivi.
Io resto fedele alla mia teoria che in questo momento continua a dare “frutti” perché la logica è confermata.

In questo grafico potete vedere l’andamento dei rendimenti a 2 anni del bond Euro (Germania) e il paritetico titolo a 2 anni USA. Come potete vedere, i rendimenti USA sono scesi molto, mentre quelli Euro si sono stabilizzati. La logica del carry trade quindi porta ad un indebolimento del Dollar index.

E a completare l’analisi aggiungiamo lo studio delle posizioni speculative. E’ evidentissimo che questo scenario ha portato ad una forte speculazione pro Euro. Guardate i livelli, siamo vicini a quelli del 2018. I margini di rivalutazione dell’Euro quindi potrebbero non essere terminati, soprattutto se il differenziale di rendimento continuasse a restringersi. E le posizioni speculative si comporteranno anche di conseguenza.

JP Morgan sotto shock: il ceo Dimon operato d’urgenza al cuore, titolo fa -4% nel premarket

Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase & Co., ha subito un intervento chirurgico al cuore. Il banchiere di 63 anni, alla guida della maggiore banca Usa dal lontano 2006, ha avuto un malore ieri mattina e si è recato in ospedale. Gli è stata diagnosticata una dissezione aortica acuta e quindi è stato sottoposto a un intervento d’urgenza.La banca sarà guidata durante l’assenza di Dimon da Daniel Pinto, ceo della banca d’investimento, e Gordon Smith, ceo della consumer bank.A Wall Street il titolo JP Morgan segna nel premarket un calo del 4% circa dopo che ieri aveva chiuso a -4,91% sotto quota 114 dollari.

J.P. Morgan AM: euro sotto pressione e destinato a indebolirsi ancora

L’inizio del 2020 ha visto riaffiorare la forza del dollaro statunitense, aumentando le pressioni sull’euro, che potrebbe essere destinato a deprezzarsi ancora. Gli ultimi dati Usa infatti hanno mostrato una certa solidità, con una nuova accelerazione della crescita dell’occupazione e un nuovo massimo ciclico di occupati rispetto alla popolazione, mentre a gennaio anche l’indice ISM dell’attività non manifatturiera ha segnato un miglioramento.

GLI IMPATTI NEGATIVI DEL VIRUS SULLA CRESCITA CINESE COLPIRANNO PIÙ L’EUROPA DEGLI USA

Al contrario, osserva il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management nel suo Bond Bulletin Settimanale, i dati europei sono stati deludenti: la produzione industriale ha registrato un forte ribasso a sorpresa in Germania, Italia e Francia, con un andamento che verrà probabilmente confermato sulla scia delle interruzioni legate al coronavirus. Sebbene l’epidemia abbia mostrato qualche segno di stabilizzazione, il team di J.P. Morgan AM ritiene sia ancora prematuro trarre conclusioni sul suo impatto economico. Ogni colpo inferto alla crescita cinese avrà comunque ripercussioni più consistenti sull’Europa, dato il maggiore orientamento all’export, che non sugli Usa.

I TASSI NEGATIVI DELLA BCE SPINGONO L’EURO AL RIBASSO E NON CI SONO SEGNI DI CAMBI DI POLITICA

In questo quadro l’euro continua a essere una delle valute a minor rendimento, con la Banca centrale europea che mantiene saldamente il tasso di deposito in territorio negativo, con poche probabilità che la dinamica si modifichi nel breve vista la scarsa propensione della stessa Bce ad abbandonare l’orientamento accomodante. E proprio a causa del basso rendimento, gli esperti di J.P. Morgan AM indicano l’euro come valuta conveniente per il cosiddetto carry trade, vale a dire l’utilizzo crescente da parte di investitori esteri che si indebitano in euro per finanziare esposizioni su valute

PESANO ANCHE I FLUSSI SULL’AZIONARIO CHE SONO PIÙ DIRETTI SULL’AMERICA

Il Bond Bullettin infatti spiega che il differenziale di tasso tra Stati Uniti e Europa ha contribuito a un aumento delle obbligazioni “reverse yankee”, ossia emissioni di debito denominato in Euro da parte di società USA, che sta creando ulteriori pressioni al ribasso sull’euro/dollaro. Anche i flussi azionari favoriscono un euro più debole: da inizio mese, i fondi azionari Usa hanno registrato afflussi per oltre 3,4 miliardi di dollari, a fronte di deflussi superiori a 700 miliardi di dollari per i fondi azionari europei.

MONITORARE COMUNQUE ATTENTAMENTE LE POSIZIONI SUL CARRY TRADE

Secondo J.P. Morgan AM, eventuali inversioni del posizionamento degli investitori sul carry trade dovranno però essere attentamente monitorate, perché se dovessero materializzarsi condizioni favorevoli a un rafforzamento dell’euro, ad esempio un nuovo ciclo di allentamento della Fed, una consistente ripresa della crescita in Europa o una reazione inaspettatamente negativa del dollaro alle elezioni presidenziali americane, allora proprio le posizioni carry finanziate in euro potrebbero essere seriamente penalizzate.

L’EURO DESTINATO A INDEBOLIRSI ANCORA, MA I RISCHIO DI INVERSIONE C’È

Gli esperti di JP Morgan AM ritengono che gli investitori obbligazionari devono quindi tener conto che sull’euro, anche dopo aver perso da inizio anno, più del 2,5% rispetto al dollaro, i rischi di ribasso sono aumentati. Dati, i flussi di capitali e valutazioni relative negli Stati Uniti rispetto all’Europa segnalano, complessivamente, la possibilità che l’euro nel breve si indebolisca ulteriormente nei confronti del dollaro. Ma avvertono anche di tener presente il rischio di inversione del posizionamento, qualora il contesto globale dovesse rafforzarsi.

Bce, Lagarde: ‘preoccupata per tassi bassi, significano crescita economica bassa’

Un gufo tendente al falco? Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi da parte della Bce, la numero uno della Bce Christine Lagarde ha ammesso di essere preoccupata per il basso livello dei tassi di interessi. “Tassi di interessi bassi significano crescita economica bassa, sarebbe meglio avere il problema di tassi di interesse alti con una crescita economica alta”.

Bce, Lagarde: ‘prevediamo crescita inflazione in medio termine, ma politica accomodante ancora necessaria’

“Nel medio termine ci aspettiamo che l’inflazione salga sostenuta dalla nostra politica monetaria, dalla crescita dell’economia e dall’aumento dei salari”. Così ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della banca centrale sui tassi. E’ importante comunque che la politica monetaria rimanga “accomodante in modo significativo” per centrare il target di inflazione, pari a un valore di poco inferiore al 2%.

Bce, Lagarde ribadisce: politica fiscale aiuterebbe, più spesa e meno tasse in paesi che possono

Il sostegno della “politica fiscale aiuterebbe” l’economia. Così ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della banca centrale sui tassi, riferendosi alla necessità che alcuni paesi lancino misure di politica fiscale espansiva. Misure che dovrebbero concretizzarsi, ha precisato “in meno tasse e più spese in quei paesi che possono permetterselo”

Bce, Lagarde: ‘rischi economia al ribasso, ma con sviluppi commercio incertezza è diminuita’

“I rischi che gravano sull’economia dell’Eurozona sono ancora al ribasso, ma meno pronunciati, in quanto sono diminuite le incertezze sul commercio globale”. Così ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva all’annuncio della banca centrale sui tassi. “Continueremo a monitorare il commercio in modo molto attento – ha continuato Lagarde -e sul fronte Ue, ‘ho trovato conforto nell’apprendere dell’incontro tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump”.

Bce: con Lagarde lancia prima revisione strategia politica monetaria dal 2003

La Bce ha annunciato di aver lanciato la prima revisione della strategia di politica monetaria dal 2003. E’ quanto si legge nel comunicato, con cui l’istituzione guidata da Christine Lagarde ha reso noto di aver confermato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.Christine Lagarde risponderà alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa che inizierà alle 14.30 ora italiana.

Bce lascia tassi invariati, tasso depositi confermato a -0,50%

Nella riunione odierna il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha confermato i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Christine Lagarde risponderà alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa che inizierà alle 14.30 ora italiana.

Euro piatto in attesa della Bce, per analisti possibili novità su processo revisione strategica

Euro piatto nel giorno della prima riunione del 2020 della Banca centrale europea (Bce). Il cambio euro/dollaro, che ieri si è indebolito ulteriormente (mantenendosi in un range abbastanza stretto in area 1,10), si muove in leggero calo dello 0,02% a 1,1088.“Dalla riunione Bce di oggi non si attendono variazioni nei parametri di policy, mentre potrebbero esserci novità in merito al processo di revisione strategica della politica monetaria”, affermano gli esperti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo nella ‘Forex Flash’ di oggi.“Rilevante per l’euro sarà comunque la valutazione aggiornata dello scenario dell’area in relazione agli sviluppi recenti – spiegano gli economisti – un eventuale giudizio migliorativo, seppur cauto, sul quadro di crescita e inflazione potrebbe favorire una stabilizzazione del cambio. Meno probabile invece un rafforzamento significativo, o perlomeno duraturo, fintantoché non viene modificata la guidance”.

Il premier Boris Johnson terrà un discorso “speciale” ai britannici nella serata del 31 gennaio, il giorno in cui il Regno Unito lascerà l’Unione europea. Lo riporta la Bbc. In occasione della Brexit, inoltre, sarà coniata una speciale moneta da 50 pence sulla quale saranno incise le parole: “Pace, prosperità e amicizia con tutte le nazioni”.

CHIUDIAMO QUESTA ANALISI  OGGI 27-07-2020

      SUL RAGGIUNGIMENTO DEI TARGETS 1,1750-1,1780

              IN BOCCA AL LUPO A CHI RESTA A BORDO

GOLD IDEA

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