ITALIA …..TORNA A FARE RUMORE !

Eccoci a un altro appuntamento in vista della Riapertura di Negozi al Dettaglio , Bar e Ristoranti e altre attività decisa dal Governo Italiano con la Fase 2 a partire dal 18 Maggio 2020 :

ITALIA …..TORNA A FARE RUMORE !

Dopo avere visto la PANDEMIA FINANZIARIA CON TIMING chiamata CORONA VIRUS mandare al collasso o quasi le nostre Imprese , Piccoli Commercianti , Aziende , Liberi Professionisti , Turismo e naturalmente i Lavoratori..-

Dopo avere pianto quasi 32.000 morti  ad oggi , quasi sempre  senza avere avuto modo di dare ai nostri cari prima della loro dipartita  l’ultimo saluto , l’ultima stretta di mano o accompagnarli all’ultima dimora….Morti che spesso sono stati più vittime di tagli della Sanità incoscenti fatti nel passato , che del CORONA VIRUS , da parte di Governi Miopi, Ciechi ,Egoisti che non hanno difeso ne la SANITA’ PUBBLICA ne il loro POPOLO  da possibili situazioni di EMERGENZA ….morti che resteranno sulla coscienza di chi quei tagli alla spesa Spesa Sanitaria Italiana ha volutoPER SEMPRE.

Dopo avere visto le nostre Metropoli , Città , Cittadine e Paesi Laboriosi  svuotati del tutto , in un silenzio totalmente innaturale e mai visto prima, luoghi nei quali  la nostra Gente Geniale ha operato , opera e opererà con la sua consueta  inventiva , vivacità , colma di voglia di fare , creare e progettare  … dove  lavoro , sogni , desideri , speranze di ognuno di loro e di noi si fondono con una Cultura Millenaria che tutto il Mondo ci Invidia .

Dopo avere visto le nostre EROICHE Partita Iva che con i Camici Bianchi hanno lottato  e lotteranno per difendere e fare crescere   la nostra meravigliosa Nazione  come sempre hanno fatto in passato i loro nonni e padri …prepararsi in questi giorni a una nuova ripartenza. L’ENNESIMA SFIDA DA VINCERE !

   DOPO TUTTO QUESTO

R I C O M I N C I A M O

       A FARE RUMORE !

    TUTTI ASSIEME UNITI COME NON MAI !

TI AMIAMO ITALIA……OGGI ANCORA DI PIU’ !

      L’ITALIA SIAMO NOI…..IL POPOLO….

                      NON CHI CI HA GOVERNATO, SPESSO DIMENTICANDOSI DI NOI.

      R I C O M I N C I A M O

          A FARE RUMORE !

GOD SAVE ITALY !

AD MAIORA !

prima-connessione-italia

 

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO


      ITALIA …..TORNA A FARE RUMORE !


                      FTSE MIB  20.391,00 SPREAD 167

     ARTICOLO CHIUSO 08-06-2020

    CON IL RAGGINGIMENTO DI ENTRAMBI I TARGET

DELL’ANALISI RIALZISTA

FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 20180-20400

Italia: balzo della produzione industriale, +42,1% a maggio. Battute le attese

Balzo sorprendente della produzione industriale in Italia a maggio, con la fine progressiva delle misure di confinamento legate al Covid-19. Secondo la rilevazione dell’Istat, a maggio la produzione industriale sale del 42,1% rispetto ad aprile, con tutti i comparti in crescita, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco. Gli analisti si aspettavano un recupero del 22,8% dopo il crollo registrato a marzo e ad aprile (rispettivamente del 28,4% e del 20,5%) a causa del coronavirus. Su base annua, quindi nei confronti di maggio 2019, la produzione industriale italiana evidenzia una flessione del 20,3%. Il livello della produzione, peraltro, risente ancora della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l’emergenza sanitaria. Nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

Ultime da Karlsruhe sul QE. La stizza tedesca per i BTP: Bce non faccia troppo ‘Signore dell’Universo’

Spetta alla Bundesbank, ovvero alla banca centrale tedesca capitanata da Jens Weidmann, decidere se la Germania debba ritirarsi o meno dal programma PSPP (più noto come Quantitative easing) , oppure no. E’ quanto ha detto un giudice di Karlsruhe, dopo che la Corte costituzionale tedesca, lo scorso 5 maggio, ha stabilito con una sentenza shock che la Bce è “ultra vires”, ovvero che ha agito al di là dei suoi poteri, lanciando un ultimatum:
“La Bce ha tre mesi di tempo per dimostrare che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti dal programma di acquisto di titoli pubblici non sono sproporzionati rispetto agli effetti di politica fiscale ed economica derivanti dal programma”. Praticamente, o Christine Lagarde & colleghi spieghino entro l’arco dei prossimi tre mesi il perché questo piano PSPP sia così importante, oppure la Bundesbank, banca centrale tedesca, non vi parteciperà più. Con la sentenza, l’Alta Corte tedesca ha sfidato platealmente la Corte di Giustizia europea, che aveva già certificato come, con il QE, la banca centrale non avesse travalicato il suo mandato. Il verdetto ha scatenato forti reazioni in Europa, alimentando una serie di indiscrezioni, tra cui quella seconda cui la Bce si starebbe preparando a perdere quello che è alla fine il suo maggiore azionista, ovvero la Germania: a perdere, insomma, la Bundesbank o a fare di tutto per farla rimanere tra le sue fila, pur ricorrendo all’ azione legale.Ma chi deve decidere l’atto finale? Uno dei giudici della stessa Karlsruhe, ha detto in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung che la corte non è più coinvolta nel caso e che la decisione di continuare ad aderire al programma o di dire basta alla partecipazione del QE spetta alla stessa banca centrale tedesca.“La Bundesbank – ha detto il giudice Peter Huber, secondo quanto riporta la Reuters – è vincolata alla nostra decisione, ma deve determinare in base alla sua propria responsabilità se le dichiarazioni della Bce sulle ragioni (del QE) soddisfano le nostre richieste, oppure no”. Il motivo è che “la Corte Federale Costituzionale non è più coinvolta nel caso”.  a Sempre Peter Huber aveva dichiarato giorni fa, in un’intervista rilasciata al quotidiano Sueddeutsche Zeitung, che la Bce “non dovrebbe considerarsi il ‘Master of Universe’, ovvero il ‘Signore dell’Universo’.“Tutto ciò che chiediamo alla Bce è di accettare la sua responsabilità alla presenza del pubblico e giustificarsi anche, parlando anche di chi è stato messo in una posizione di svantaggio a causa delle misure da essa lanciate”.Dopo aver scatenato un’ondata di proteste, facendo scendere in campo la stessa Corte di Giustizia Ue  -costretta a mettere i punti sulle “i”, affermando che “il giudizio che la stessa emana in occasione di una sentenza preliminare è vincolante per le corti nazionali” – e dando il via a una serie di critiche arrivate, nel caso dell’Italia, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Romano Prodi, Carlo Cottarelli, Enrico Letta, Karlsruhe mette insomma ufficialmente la palla nelle mani di Weidmann & Co.
Negli ultimi giorni, sono circolate indiscrezioni su un possibile compresso tra la Bundesbank e la Bce. Sempre Reuters riporta che la scorsa settimana la Bce ha concordato sulla necessità di consegnare a Jens Weidmann documenti crucali che giustifichino l’uso del suo bazooka QE, in modo che la Bundesbank possa poi presentarli al Parlamento e al governo tedeschi, come stabilito dall’Alta corte tedesca. La probabilità che un compromesso venga raggiunto è d’altronde salita, come ha ammesso la stessa Astrid Wallrabenstein, designata giudice di Karlsruhe dal partito dei Verdi pro-Europa, che ha detto di essere ottimista sulla possibilità che di trovi un accordo sul programma di acquisti di bond da parte della Bce. Sicuramente la presenza di Wallrabenstein ridurrà la maggioranza euroscettica della Corte costituzionale, smorzando il suo atteggiamento sfidante nei confronti della Bce. Tuttavia, qualche giorno un alert sul dossier è stato lanciato dall’ex Fmi Desmond Lachman, che più volte ha paventato il peggio per l’Italia e che in un recente articolo ha parlato di “The Euro’s Day of Reckong”, ovvero del Giorno del Giudizio per l’euro.
Riferendosi al caso Karlsruhe, Lachman riporta che “il cuore della questione è se la Bce ha violato l’Articolo 123 del Trattato di Lisbona. Quell’articolo vieta esplicitamente alla Bce di fornire un finanziamento monetario al deficit di un paese membro”. “Tutta questa disputa legale ha un significato estremo per il futuro dell’euro, viste le disastrate condizioni dell’economia e delle finanze pubbliche dell’Italia. “Anche prima che la pandemia da coronavirus scegliesse l’Italia come il suo epicentro in Europa, l’economia italiana era afflitta da una crescita economica sclerotica, da un sistema bancario molto debole da un livello del debito pubblico  elevato. Dopo la pandemia da coronavirus, non c’è stato più alcun dubbio sul fatto che i conti pubblici dell’Italia fossero diventati insostenibili”. Secondo Lachman, “ciò che la Corte tedesca non riuscirà a mandare proprio giù è la decisione della Bce di acquistare, negli ultimi due mesi, BTP per un valore di 50 miliardi: un ammontare che corrisponde quasi del tutto alle necessità di finanziamento del governo italiano dello stesso periodo. Qualcuno potrebbe pensare che la decisione della Bce di agire in tal senso non faccia altro che confermare la posizione della Corte, secondo cui la Bce è ricorsa al finanziamento dei deficit governativi, in violazione flagrante delle limitazioni stabilite dal Trattato di Lisbona
Alla metà di giugno, sul caso si è espresso lo stesso Parlamento tedesco, con i suoi esperti legali che hanno reso noto, attraverso una opinione legale, che deve essere sempre la Bundesbank a esaminare se il programma di acquisto di bond della Bce rispetti o meno il principio di proporzionalità (che, secondo Karlsruhe, sarebbe stato invece violato). Dal canto suo, in occasione della pubblicazione delle minute, la banca centrale guidata da Christine Lagarde ha reso noto che, nel corso dell’ultima riunione del 4 giugno scorso, il Consiglio direttivo ha stabilito che il programma di acquisto di asset è una misura “proporzionata”, che aiuta la Bce a raggiungere la stabilità dei prezzi: “Sono presenti (nel QE), misure di protezione, lanciate in questi programmi per limitare effetti potenzialmente avversi – si legge nelle minute, che hanno precisato anche che lo scherma di acquisti di asset del valore di 2 trilioni di euro, lanciato all’epoca di Mario Draghi nel 2015,  sono “uno strumento efficace”.


Italia: fiducia consumatori e imprese risale a giugno

Come è accaduto in altri Paesi europei, anche in Italia la fiducia di consumatori e imprese migliora a giugno. Secondo i dati diffusi dall’Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è salito da 94,3 a 100,6 mentre quello delle imprese è passato da 52,7 a 65,4.“I dati sulla fiducia delle imprese e dei consumatori per il mese di giugno evidenziano i primi segnali di ripresa dopo il crollo record registrato nei mesi precedenti – commenta l’Istat -. L’aumento dell’indice riferito alle imprese e, in particolare, delle loro aspettative, è diffuso a tutti i settori, pur permanendo livelli storicamente contenuti dei diversi indicatori”. L’istituto di statistica sottolinea inoltre che l’indice della fiducia dei consumatori migliora in modo evidente, trainato dal recupero del clima personale e di quello futuro che si situano entrambi al di sopra del basso livello raggiunto a marzo 2020.

Italia: reddito disponibile giù dell’1,6% e balza la propensione al risparmio

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,3%, è aumentata di 0,4 punti percentuali rispetto al quarto trimestre del 2019. Il tasso di investimento, pari al 20,9%, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Btp riagganciano la Grecia, spread giù. Analisti puntano su appiattimento curva 2-10y nel 3° trimestre

Continua il rally dei Btp che già ieri erano stati oggetto di consistenti acquisti. Il rendimento consolida sotto quota 1,3%, sui minimi da marzo. Nel corso della mattinata il rendimento del decennale italiano si era portato in area 1,25%, tornando di poco sotto quello della Grecia, per poi risalire leggermente sopra il decennale ellenico. Lo spread Btp-Bund questa mattina è sceso sotto la soglia dei 170 pb. Secondo JP Morgan lo spread potrebbe chiudersi ulteriormente fino a 130 pb entro fine anno. Guardando ai Btp, la view di Pramerica resta moderatamente positiva. Si ritiene opportuno mantenere il sovrappeso nei confronti dei Btp, con la possibilità di ridurre le posizioni al raggiungimento di certi livelli di spread.Il BTP ieri ha trovato slancio da un articolo del Financial Times in cui si sostiene che il Governo tedesco sta portando a termine una mediazione tra la BCE e la Corte Costituzionale tedesca.L’ultimo sondaggio Bloomberg vede nel terzo trimestre la curva dei Btp appiattirsi con il differenziale tra Btp a 2 ani e quelli a 10 anni che potrebbe portarsi a 97 pb a fine settembre rispetto ai correnti 120 pb. Negli ultimi 6 mesi tale differenziale si è mosso tra un minimo di 81 pb a un massimo di 147 pb.

Btp e Piazza Affari euforici: banche e industriali suonano la carica sul Ftse Mib, Atlantia +5%

Mercati di nuovo intonati al rialzo con la sponda del chiarimento degli Usa sul fronte dazi e le parole di Enria che offrono un assist all’M&A bancario. Intanto ieri il Nasdaq ha aggiornato i massimi storici.
Il Ftse Mib segna un rialzo dell’1,4% a 19.751 punti. a 19.610 punti. Ieri l’indice guida di Piazza Affari, che da ieri vede al suo interno Inwit e Interpump al posto di Bper e Ferragamo, aveva terminato con un ribasso dello 0,71% complice anche l’effetto dello stacco cedola di alcune delle big del listino.

Assist da schiarita sui dazi  e calo spread

I mercati guardano con favore le ultime dichiarazioni di Washington sull’accordo commerciale con la Cina. Il consulente alla Casa Bianca per il commercio, Peter Navarro, ha chiarito che l’accordo commerciale sulla Fase 1 tra Stati Uniti e Cina è ancora valido, facendo dietrofront dopo aver detto il contrario qualche ora prima a Fox News.Parallelamente continua il rally dei Btp che già ieri erano stati oggetto di consistenti acquisti e il rendimento consolida sotto quota 1,3%, sui minimi da marzo. Il BTP trova ulteriore slancio da un articolo del Financial Times in cui si sostiene che il Governo tedesco sta portando a termine una mediazione tra la BCE e la Corte Costituzionale tedesca. LO spread Btp-Bund questa mattina è sceso sotto la soglia dei 170 pb.

Galassia Agnelli suona la carica, buy convinti anche sulle banche

Sul parterre di Piazza Affari corre ancora Interpump (+2,45%) che già ieri era svettato con oltre +6% al suo debutto sul Ftse Mib. Bene anche i titli della galassia Agnelli con CNH (+2,8%), Exor (+2%) e FCA (+3,42%) in prima fila. Le indicazioni favorevoli sul fronte dazi fano volare gli industriali con +4% per Buzzi, +2,2% Leonardo e +1,9% Pirelli.
Tra le banche oltre +2% per Unicredit e UBI. Intesa Sanpaolo segna +1,52% dopo aver comunicato che il nulla osta della Consob alla pubblicazione del Documento di Offerta relativo all’Ops su Ubi Banca possa essere rilasciato nel corso di questa settimana. Intanto, secondo quanto riportato dal Messaggero, Intesa Sanpaolo avrebbe dato mandato a un advisor per valutare la cessione di Provis, società che si occupa del remarketing dei beni oggetto di contratti di leasing.
Sul fronte banche una sponda al rally arriva dalle parole del numero uno del Consiglio di Vigilanza sulle banche della Bce, Andrea Enria, ha consigliato agli istituti europei di valutare “nuove aggregazioni”, in quanto “la pandemia comprimerà ancora la redditività”.

Atlantia avanti tutta dopo lettera Aspi al Mise

Svetta il titolo Atlantia che è arrivato a guadagnare oltre +5% in area 15 euro.
In una lettera inviata al Ministero delle Infrastrutture, Autostrade per l’Italia (ASPI) ha sottolineato di voler continuare a negoziare oltre il 30 giugno, fermi restando i propri diritti ai sensi dell’articolo 9bis del contratto di concessione (risoluzione in caso di modifiche unilaterali). ASPI sottolinea di aver già impugnato il Milleproroghe ritenendolo incostituzionale e contrario alle disposizioni UE. Se gli esiti del contenzioso non confermassero la tesi di ASPI (e quindi il Milleproroghe fosse giudicato legittimo), la società si riserva di chiedere la risoluzione del contratto. ASPI conclude che continuerà a gestire la rete autostradale oltre il 30 giugno essendo la concessione ancora efficace. “Il rinvio dell’esercizio della risoluzione è un segnale chiaro della volontà di trovare una soluzione negoziale“, commenta Equita SIM.
Secondo il Messaggero il TAR del Lazio dovrebbe fissare l’udienza in ottobre-novembre sul ricorso di ASPI. In quella occasione potrebbe chiedere il rinvio alla Corte Costituzionale sulla legittimità del Milleproroghe, come richiesto da ASPI. Il CEO di ASPI Tomasi conferma la volontà di trovare un accordo ed anticipa della proposta fatta a maggio al governo di un arrotondamento dell`offerta di 2,9 mld con maggiori manutenzioni.

Piazza Affari pronta a riprendere la via dei rialzi, occhio alle banche

Piazza Affari si prepara, insieme alle Borse europee, a riprendere la via dei rialzi, dopo un inizio di settimana debole. Ieri l’indice Ftse Mib ha terminato con un ribasso dello 0,71% a 19.478 punti, complice anche l’effetto dello stacco cedola di alcune delle big del listino. Sebbene rimanga sullo sfondo il rischio legato all’accentuarsi dei contagi da Covid-19, oggi gli operatori sono rassicurati dalle ultime dichiarazioni di Washington sull’accordo commerciale con la Cina.Il consulente alla Casa Bianca per il commercio, Peter Navarro, ha chiarito che l’accordo commerciale sulla Fase 1 tra Stati Uniti e Cina è ancora valido, facendo un dietrofront imbarazzante dopo aver detto il contrario qualche ora prima a Fox News. “I miei commenti sono stati presi ampiamente fuori dal contesto”, ha detto, stando a un comunicato diramato dalla Casa Bianca. A rassicurare è arrivato anche il tweet di Donald Trump: “L’accordo commerciale con la Cina è completamente intatto. Nella speranza che continueranno a rispettare i termini dell’intesa!”.
L’azionario asiatico, che a inizio giornata era partito male, si è così ripreso accelerando nel corso della mattina in territorio positivo. A Tokyo l’indice Nikkei ha virato al rialzo chiudendo con un +0,5%, anche grazie al rally dei titoli tecnologici a Wall Street (Nasdaq ha toccato nuovo massimo storico).La tendenza dei mercati oggi è sostenuta anche dall’attesa degli indici Pmi manifatturiero e servizi per il mese di giugno, in uscita nel corso della mattina, che dovrebbero mostrare un rimbalzo dell’attività nell’Eurozona.Tra i titoli di Piazza Affari, attenzione alle banche. In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, il numero uno del Consiglio di Vigilanza sulle banche della Bce, Andrea Enria, ha consigliato agli istituti europei di valutare “nuove aggregazioni”, in quanto “la pandemia (da coronavirus) comprimerà ancora la redditività”. Intanto Intesa Sanpaolo ha fatto sapere di confidare che il nulla osta della Consob alla pubblicazione del Documento di Offerta relativo all’Ops su Ubi Banca possa essere rilasciato nel corso di questa settimana.

Confindustria: II trimestre è ‘compromesso, produzione industriale -20%’

Il secondo trimestre è “compromesso”. E’ quanto ha scritto il Centro Studi di Confindustria nel report Congiuntura Flash. Nel mese di aprile la produzione industriale è crollata del 19,1% dopo il tonfo -28,4% a marzo), “con cali marcati in tessile-abbigliamento, gomma-plastica, mezzi di trasporto; nonostante il recupero atteso a maggio e giugno”.In generale, per la produzione industriale si prevede un crollo, nel secondo trimestre, attorno a -20% – che conferma l’outlook di un PIl in flessione di circa -9%, dopo -5,3% nel primo trimestre).“Questo sarà il punto di minimo della recessione, perché con la risalita faticosamente avviata si creano le condizioni per registrare un rimbalzo nel terzo trimestre”.

Bankitalia, Visco: ‘Pil Italia -10% in 2020 ma dipende da pandemia’. Il governatore cita Keynes

Il prodotto interno lordo italiano soffrirà nel corso del 2020 “una caduta attorno al 10%”. E’ quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, in occasione di una tavola rotonda organizzata dall’Accademia dei Lincei.La caduta del Pil – ha precisato il governatore – “può essere leggermente superiore o inferiore, dipende dall’evoluzione della pandemia (da coronavirus) nella seconda parte dell’anno”.“Lo stato d’incertezza nel quale ci troviamo non ci consente di fare previsioni non dico accurate ma ragionevoli, procediamo per scenari possibili”, ma questo “non vuol dire che non si debba fare niente”.Ignazio Visco ha poi citato Keynes, affermando che ci vuole “un piano ben costruito” per affrontare la crisi, senza limitarsi a pensare solo al breve termine.

Bankitalia, Visco su pandemia coronavirus: ‘esagerato parlare di guerra

“Io penso che non viviamo in una fase di guerra. E’ esagerato confrontare questa pandemia con la guerra. Non c’è un nemico definito, vi è un virus da sconfiggere, molte iniziative da prendere”. E’ quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, in occasione di una tavola rotonda organizzata dall’Accademia dei Lincei, riferendosi a quelle dichiarazioni secondo cui la pandemia da coronavirus è stata ed è tuttora una vera e propria guerra.Il modo migliore “di affrontare il presente, il breve periodo, è quello di avere un piano ben costruito per il lungo periodo – ha insistito Ignazio Visco, citando l’economista Keynes sulla necessità di avere un piano ben costruito – Poi il piano si può rivedere, ma bisogna guardare al lungo periodo per affrontare il breve”.La burocrazia inoltre serve e non deve essere eliminata: “Ci vuole una burocrazia, ci vuole una buona burocrazia, non va bene l’assenza di burocrazia come molti chiedono”.

Bankitalia su ipotesi taglio Iva: ‘serve visione ampia, non imposta per imposta’

Sulla riforma del fisco “serve una visione ampia” e “non imposta per imposta”. E’ quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, in occasione di una tavola rotonda organizzata dall’Accademia dei Lincei, commentando quanto detto ieri dal premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa con cui ha chiuso gli Stati Generali di Villa Pamphili.A causa dell’evasione fiscale, dell’illegalità e della criminalità organizzata “il carico fiscale è molto pesante per coloro che le tasse le pagano. Si tratta di “una vecchia storia su cui però bisogna riflettere oggi”.Tornando all’ipotetico taglio dell’Iva, ieri il presidente del Consiglio ha ammesso che il governo sta valutando il taglio dell’Iva:“E’ una delle ipotesi che abbiamo discusso, ma non abbiamo deciso anche perché è una misura costosa”. Allo stesso tempo, “c’è preoccupazione sul fatto che non sia ripartito appieno quel clima di fiducia che fa innescare il circuito dei consumi. E’ una misura allo studio, questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere”.

Bankitalia su Recovery Fund: ‘non è vero che fondi europei non si pagano. Si paga tutto

“Sembra che ci siano fondi europei che si possono utilizzare senza pagarli”, ma non è così, perchè “si paga tutto”. E’ quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, in occasione di una tavola rotonda organizzata dall’Accademia dei Lincei. Visco si è riferito alla proposta della Commissione europea sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro, nota an che come Netx Generation EU che, se approvata, consentirebbe all’Italia di ottenere la fetta più grande e di finanziare il piano Recovery Italia, il Recovery Plan, che il premier Giuseppe Conte vuole presentare a settembre.“All’Italia – ha avvertito Visco -serve la capacità di spenderli bene, in infrastrutture e progetti utili”, senza “perderli in rivoli”, ha concluso.

Ftse Mib tiene nonostante effetto dividendi e contagi record nel mondo

Primi scorci di giornata con quotazioni in calo per Piazza Affari. Il Ftse Mib cede lo 0,09% a quota 19.600 punti. Ribasso superiore al 4% per Snam complice l’effetto dello stacco della cedola, così come per Terna (-3,8%).Complessivamente oggi staccano il dividendo 7 titoli del Ftse Mib. Poste Italiane un saldo cedola di 0,309 euro per azione; saldo cedola di 0,1426 euro per Snam e 0,1653 euro per Terna. Tra gli altri titoli presenti sul Ftse Mib si segnala lo stacco dividendo di Exor (0,43 euro, yield dello 0,84%), Leonardo (0,14 euro) e STM (prima tranche da 0,0375 euro). Infine Telecom Italia con cedola di 0,01 euro per le azioni ordinarie (yield del 2,63%) e soprattutto quella di 0,0275 euro per i detentori delle azioni risparmio (yield di circa il 7%).Da oggi Ftse Mib entreranno a far parte per la prima volta Interpump e Inwit, entrambi si muovono molto bene con rialzo rispettivamente del 5,5% e del’1,8%. I due titolo hanno preso il posto di Salvatore Ferragamo e Bper Banca.I mercati non sembrano scossi dai timori di una nuova ondata di epidemia da coronavirus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha rilevato un numero record di contagi di Covid nel mondo nella giornata di domenica, con oltre 183 mila nuova casi in 24 ore. L’aumento maggiore nelle ultime 24 ore è stato registrato negli Stati Uniti e in Sud America.

Confcommercio: con avvio ‘Fase 2’ consumi ancora in forte calo a maggio (-30%)

Nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività, a maggio la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada per un rapido recupero. Secondo la Congiuntura Confcommercio di giugno, nel confronto annuo l’indicatore dei consumi (ICC) segnala un calo del 29,4% (in recupero però rispetto al -47% di aprile) ma che conferma grandi difficoltà soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero. Anche nel mese di maggio sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa. Confcommercio segnala, tuttavia, che per molti segmenti non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione.

Dividendi Borsa Italiana: lunedì di stacco cedola per sette big del Ftse Mib

Piazza Affari, reduce da una settimana positiva, si appresta a riaccendere i motori con diverse big che staccheranno il dividendo e condizioneranno in parte l’andamento degli indici di Borsa. Nel dettaglio saranno ben sei i titoli del Ftse Mib ha staccare la cedola.Lunedì su Borsa Italiana ci sarà l’ultimo grande appuntamento con lo stacco dei dividendi 2020, relativi all’esercizio 2019. Tra le big spicca il saldo dividendo molto sostanzioso di Poste Italiane, così come quello di Snam e Terna. Nel dettaglio Poste Italiane staccherà un saldo cedola di 0,309 euro per azione, pari a un rendimento di oltre il 3,7% circa. Saldo cedola di 0,1426 euro per Snam (yield superiore al 3%) e 0,1653 euro per Terna (2,5%).Tra gli altri titoli presenti sul Ftse Mib si segnala lo stacco dividendo di Exor (0,43 euro, yield dello 0,84%), Leonardo (0,14 euro) e STM (prima tranche da 0,0375 euro). Infine Telecom Italia con cedola di 0,01 euro per le azioni ordinarie (yield del 2,63%) e soprattutto quella di 0,0275 euro per i detentori delle azioni risparmio (yield di circa il 7%). Per completare la stagione dei dividendi mancano all’appello solo Hera (stacco il 6 luglio di 0,1 euro per azione) ed Enel (20 luglio, saldo di 0,328 euro).Nel Ftse Mid Cap sarà giornata di stacco dividendo per due utility: Acea (0,78 euro) e Iren (0,0925 euro), entrambe con dividend yield superiore al 4%. Sul Ftse Italia Star a staccare la cedola sono Carel Industries (0,12 euro) e Dea Capital (0,12 euro), mentre sull’MTA figurano ACSM-AGAM (0,08 euro), AlerionCleanpower (0,2 euro) e BF (0,003 euro).

Stati Generali, Conte: ora reiventare Italia, presto piano di rilancio. Valutiamo ulteriore scostamento bilancio

“Non è affatto sufficiente riformare il Paese, lo dobbiamo reinventare, perchè l’esperienza che abbiamo affrontato è stata troppo dura e la sfida che abbiamo di fronte è troppo impegnativa”. Così il premier Giuseppe Conte, nel chiudere con una conferenza stampa gli Stati Generali di Villa Pamphilj, durati otto giorni. A questo punto, ha reso noto il presidente del Consiglio, il governo lancerà un piano di rilancio, che spera di chiudere in una settimana, per confrontarsi con le opposizioni.“Questo piano rafforza me e i ministri nelle linee di intervento che abbiamo individuato in tre direttrici: modernizzare il Paese, avviare la transizione energetica, disegnare un’Italia più inclusiva”.“Il piano di rilancio nella versione definitiva sarà l’orizzonte dell’azione del governo. Da qui ricaveremo le riforme del Recovery Plan che presenteremo a settembre. Poi ci sono misure di più immediato impatto e abbiamo sicuramente valutato la necessità di intervenire per un ulteriore scostamento” di bilancio.

Stati Generali, Conte: ‘ora verso taglio cuneo fiscale, riduzione Iva tra ipotesi discusse’

“Dobbiamo dare impulso alla riduzione del cuneo fiscale con beneficio per i lavoratori: già a luglio avevamo predisposto una misura. E’ una direzione giusta che dobbiamo perseguire”. Così il premier Giuseppe Conte, nel chiudere con una conferenza stampa gli Stati Generali di Villa Pamphilj, durati otto giorni.La riduzione dell’Iva, “è una delle ipotesi che abbiamo discusso, ma non abbiamo deciso anche perché è una misura costosa”.Allo stesso tempo, “c’è preoccupazione sul fatto che non sia ripartito appieno quel clima di fiducia che fa innescare il circuito dei consumi. E’ una misura allo studio, questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere”

Revolut: spese degli italiani in recupero dopo la pandemia. Pagamenti con carta ai livelli di inizio marzo

Nel mese di giugno, dopo l’avvio della Fase 2, le transazioni fisiche con carta sono tornate agli stessi livelli di inizio marzo mentre i volumi di spesa sono il 25% più alti. Così afferma una recente indagine di Revolut, App finanziaria con oltre 12 milioni di clienti in Italia ed Europa, che mostra come la spesa degli italiani stia recuperando terreno dopo la pandemia Covid-19.
Con la Fase 2 tornano a crescere le transazioni presso i ristoranti e per i trasporti e registrano picchi rilevanti i monopattini in sharing e l’Home Décor

Stati Generali, Bonomi (Confindustria): ‘impegno contro dolorosa recessione ha successo se non nascondiamo colpe ultimi 25 anni

“L’impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni. Ora si onorino i contratti- debiti verso le #imprese #ServireItalia #StatiGenerali”. Così Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, dal suo profilo Twitter. Oggi è il giorno in cui Bonomi presenterà al premier Giuseppe Conte il volume “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”, in occasione della quarta giornata degli Stati Generali in corso a Villa Pamphili a Roma.

Stati Generali, Bonomi (Confindustria): ‘rispettare subito sentenza che impone a Stato restituzione 3,4 MLD accise energia’

“Chiedo immediato rispetto per sentenza magistratura che impone restituzione di 3,4mld€ di accise energia, impropriamente pagate da #imprese e trattenute dallo Stato nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione. #ServireItalia #StatiGenerali”. Così Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, dal suo profilo Twitter. Oggi è il giorno in cui Bonomi presenterà al premier Giuseppe Conte il volume “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”, in occasione della quarta giornata degli Stati Generali in corso a Villa Pamphili a Roma.

Stati Generali, Bonomi (Confindustria): ‘cig anticipata in vasta misura da imprese’

La “#CassaIntegrazione è stata anticipata in vasta misura da #imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane. Gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno liquidità. Le misure economiche dell’Italia si sono rivelate più problematiche di quelle dell’Unione Europea”.
#ServireItalia #StatiGenerali” Così Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, dal suo profilo Twitter. Oggi è il giorno in cui Bonomi presenterà al premier Giuseppe Conte il volume “Italia 2030. Proposte per lo sviluppo”, in occasione della quarta giornata degli Stati Generali in corso a Villa Pamphili a Roma.

Mes, Gualtieri: ‘prestiti non sono pasto gratis, ma a tasso zero sono attraenti per l’Italia

“Per l’Italia avere dei prestiti a tasso zero è attraente perché fa risparmiare risorse in interessi. E’ chiaro che il governo valuterà con grande attenzione” la scelta sul Mes Fondo salva-stati “non appena il negoziato sarà completato”. Lo ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, parlando dal Festival dell’Economia di Trento. “I prestiti non sono un pasto gratis ma risorse da cui si può attingere con tassi piu’ bassi di quelli di mercato”.Riguardo ai conti pubblici e alla questione eterna del debito pubblico, “quello che dovremo fare è un ridisegno strutturale della finanza pubblica che sia più a sostegno della crescita e della coesione, quindi c’è il tema della riforma fiscale, quello annoso dell’efficiantamento della spesa pubblica e poi c’è il terzo pilastro della capacità amministrativa di sostenere la crescita”.La strada delle “riforme qualitative” è fondamentale per garantire la crescita dell’economia all’Italia.L’Italia, ha ricordato Gualtieri, ha assistito a “un tasso di crescita medio negli ultimi anni dello 0,8%, al di sotto di quello degli altri Paesi, un tasso di crescita potenziale uguale nella sostanza”. Il titolare del Tesoro ha parlato di conseguenza della necessità di “raddoppiare il nostro tasso di crescita medio e potenziale” e di “portare il tasso di occupazione da 63 al 72%”.“Non si tratta di tornare come prima, ma rafforzare e accelerare quelle trasformazioni che già erano nel programma del nostro governo, della commissione europea, di green innovation deal e noi vogliamo farlo e stiamo lavorando anche in questi stati generali per predisporre un piano ambizioso”.

Italia: nuovo crollo di ordinativi e fatturato industria ad aprile

Le misure di chiusura imposte a numerose attività industriali per il contenimento dell’epidemia di Covid-19 e la forte flessione della domanda rivolta alle imprese industriali hanno determinato un calo senza precedenti di fatturato e ordinativi per l’industria in Italia. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, il fatturato è sceso ad aprile del 29,4% rispetto al mese precedente, segnando un nuovo crollo dopo il -25,8% di marzo. Ancora più ampio il calo degli ordinativi che hanno registrato una flessione del 32,2% su base mensile, dopo il -26,4% di marzo.Il calo congiunturale del fatturato, spiega l’Istat, è esteso sia al mercato interno, che cede il 27,9%, sia a quello estero, che segna una caduta del 32,0%. Per gli ordinativi, sono le commesse provenienti dal mercato interno a registrare il peggiore risultato (-33,9%) rispetto a quelle provenienti dal mercato estero (-30,0%). La flessione è generalizzata a tutti i raggruppamenti principali di industrie.Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019), il fatturato è sceso del 46,9% rispetto all’aprile dello scorso anno, con cali del 48,1% sul mercato interno e del 44,6% su quello estero. Su base annua, l’indice degli ordinativi ha segnato una caduta del 49%, con cali su entrambi i mercati (-53,0% quello interno e -43,6% quello estero). L’unica variazione positiva si è evidenziata per l’industria farmaceutica (+1,5%), mentre quella negativa più ampia si è rilevata per il settore dei mezzi di trasporto (-71,2%).

Stati Generali, Ania auspica istituzione Fondo Sovrano italiano e ipotizza nuovi PIR

“Superata la fase acuta della pandemia, siamo alle prese con la non meno difficile crisi economica. Riteniamo che proprio una crisi di così forte impatto possa essere anche l’occasione per impostare un nuovo corso dei rapporti tra Stato, sistema produttivo, famiglie”. Così la Presidente dell’Ania e presidente di Poste Italiane Maria Bianca Farina nella relazione presentata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in occasione degli Stati Generali dell’economia, in corso a Villa Pamphili.“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – continua Farina, in base a quanto emerge dalla sintesi della relazione presentata- ha parlato di un “nuovo inizio” e Lei, Presidente, ha insistito ripetutamente sulla necessità di un confronto con tutte le classi dirigenti del Paese. Lo ha fatto richiamando – anche nel suo Piano di Rilancio – l’improcrastinabile bisogno di modernizzare il Paese anche sul fronte della digitalizzazione, il che comporta sostenere la capitalizzazione delle imprese, rendere strutturali misure come Ace e Industria 4.0 e rilanciare gli investimenti pubblici e privati, puntando innanzitutto sulle reti telematiche, idriche ed energetiche. Ma occorre anche ridurre i tempi della giustizia penale e civile e riformare il Codice civile. Come pure il Fisco, per rendere il nostro sistema più equo ed efficiente”.“Questa mi sembra la via maestra di uno Stato moderno. Mai come in questi ultimi anni, l’apporto dei capitali privati– penso in modo particolare al settore che rappresento, quello delle assicurazioni – è stato sinergico per tutti i temi di welfare, per l’equilibrio del debito pubblico, ha allocato capitali per investimenti nell’economia reale”.“Tra i primi obiettivi va posto quello di riassorbire la caduta degli investimenti osservata a partire dal 2007 e, tra questi, sviluppare al più presto quelli destinati alle infrastrutture del Paese finalizzate alla transizione digitale e green. La partecipazione degli investitori privati potrebbe essere favorita dalla istituzione di un Fondo Sovrano italiano in grado di raccogliere capitale privato nazionale destinato al finanziamento di investimenti in infrastrutture o nel capitale delle imprese più fragili e/o più strategiche in affiancamento alle risorse pubbliche. Si potrebbe pensare anche all’offerta di garanzia sui progetti a più alto rischio o ad altri strumenti che permettano di conseguire condizioni e rendimenti di mercato. Bisogna altresì valutare se disegnare nuovi PIR dedicati a tale tipologia di investimenti e agli investitori istituzionali, ampliando alle imprese di assicurazione le agevolazioni già previste per gli investimenti di enti previdenziali e fondi pensione”.Farina ricorda che “il sistema assicurativo svolge un ruolo centrale nella raccolta del risparmio. La quota del risparmio degli italiani investita in forme di assicurazione vita è in crescita ormai da anni: nel 2019, secondo i dati recentemente pubblicati dalla Banca d’Italia, ha raggiunto il 18,2% della complessiva ricchezza finanziaria. Gli investimenti degli assicuratori italiani, alla fine del 2019, erano pari a circa 950 miliardidi euro, corrispondenti al 53% del PIL. Le imprese assicuratrici hanno seguito nel corso degli anni un’asset allocation che ha visto prevalere gli investimenti in titoli a reddito fisso, in particolare quelli emessi dallo Stato, pari, nel 2019, a 335 miliardi”.

Recovery Fund: Gualtieri, proposta Ue all’altezza della sfida. E’ passo avanti storico

“La proposta della Commissione europea è all’altezza della sfida e della necessità di sostenere il rilancio dell’economia con strumenti e risorse comuni. È un passo avanti storico, ora lavoriamo per adottarla rapidamente. Well done!”. Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha commentato su Twitter la proposta del Recovery Fund avanzato dalla Commissione europea. Ora l’Italia dovrà fare richiesta dei fondi all’Europa presentando anche un piano di riforme. A questo riguardo Gualtieri ha anticipato: “Potenziare gli #investimenti, riformare il #fisco, semplificare la #burocrazia. Ora serve un grande patto per lo sviluppo sostenibile e inclusivo con le forze sociali e produttive, un Recovery plan dell’Italia”.

Il Recovery Fund diventa da 750 miliardi. Per l’Italia 172,7 miliardi di aiuti, 82 a fondo perduto

 Paolo Gentiloni

«La Commissione propone un Recovery Fund da 750 miliardi che si aggiunge agli strumenti comuni già varati. Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti». Il commissario Ue Paolo Gentiloni svela le prime cifre sul Recovery Fund — ribattezzato «Next generation Eu» — proposto dalla Commissione europea agganciato al prossimo bilancio Ue 2021-2027 che varrà 1.100 miliardi. Il piano di Bruxelles mira a intervenire in tre ambiti: sostegno alla ripresa degli Stati, aiutare gli investimenti privati e prepararsi a nuove crisi (rafforzando i sistemi sanitari, i programmi per la ricerca ecc.). In altri termini investire per un’Europa green, digitale e resiliente. Per raggiungere questi obiettivi ognuno dei tre pilastri è dotato di una serie di strumenti che mettono a disposizione finanziamenti, sotto forma di prestiti e di aiuti a fondo perduto: 500 miliardi sono destinati a stanziamenti (grants) ai Paesi e ai settori più colpiti dall’impatto economico del coronavirus, mentre gli altri 250 miliardi sono riservati a prestiti (loans) agli Stati membri. La quota di fondi per l’Italia ammonta a 172,7 miliardi di euro, di cui 81,807 miliardi versati come aiuti a fondo perduto e 90,938 miliardi come prestiti. Il nostro Paese sarà il maggior beneficiario, seguito dalla Spagna un totale di 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 miliardi di aiuti e 63,1 miliardi di prestiti. La proposta dovrà ottenere il via libera del Consiglio europeo e del Parlamento Ue.

Borsa Italiana: prepotente +3,46% in chiusura, i migliori titoli di oggi sul Ftse Mib

Il Ftse Mib chiude in forte rialzo oggi e segna un +3,46% a quota 19.625 punti con banche e industriali in prima fila. Sponda importante al ritorno dell’ottimismo sui mercati è stata ancora una volta la Fed e poi anche le forti vendite al dettaglio Usa. La Fed ha annunciato l’acquisto anche di singoli corporate bond scambiati sul mercato secondario oltre a quelli che sta acquistando attraverso gli ETF. Negli Usa si profila anche un nuovo stimolo fiscale. Stando a quanto riportato da Bloomberg, l’amministrazione di Donald Trump starebbe lavorando su un nuovo piano di stimoli fiscali da $1 trilione in termini di spese per infrastrutture. La cifra dovrebbe essere utilizzata sia per finanziare la costruzione di strade e ponti, che per creare nuove reti 5G.

Buzzi svetta grazie a ipotesi maxi-piano infrastrutturale

Ipotesi maxi-piano infrastrutturale che ha sospinto titoli quali Buzzi, che ha chiuso a oltre +9% in vetta al Ftse Mib. Buzzi negli Usa genera il 55% dell’ebitda e sarebbe quindi il principale beneficiario del piano tra tutti i titoli di Piazza Affari. C’è poi Prysmian, oggi salita del 5% e che in Nord America genera il 35% dell’Ebitda gruppo (e nello specifico il business telecom in NA rappresenta il 7,5% dell’Ebitda). Non è da escludere nemmeno CNH Industrial (+4,80%) la cui divisione construction equipment nel 2019 ha generato il 10% del fatturato di gruppo, di cui il 50% negli Usa, ma solo il 3% del margine operativo a causa di problemi strutturali.

Telecom fiuta avvicinarsi della rete unica

Tra le big spicca il +4,14% di ENI grazie anche al rally del petrolio. Bene anche Enel a +2,77%. Spicca il balzo del 7,76% di Telecom Italia a 0,3734 euro che assapora l’avvicinarsi di una svolta nella creazione della rete unica italiana per internet veloce alla luce dell’offerta pervenuta a Enel da parte del fondo Macquarie per rilevare il 50% di Open Fiber. Gli analisti rimarcano come la valutazione dell’asset sarà cruciale per Enel al fine di dare il via libera ad una cessione considerando la crescente spinta sul tema della digitalizzazione e l’incremento di importanza delle reti in fibra con COVID-19.  Un’eventuale cessione della quota in Open Fiber da parte di Enel potrebbe successivamente facilitare i negoziati per la costituzione di una rete unica con TIM.

Banche avanti tutta

Impennata oggi anche per il settore bancario tra mosse ulteriori delle banche centrali e il nuovo calo dei crediti in sofferenza tra le banche italiane. Le sofferenze nette ad aprile erano pari a 26,2 miliardi, in calo rispetto ai 32,6 miliardi di aprile 2019 (-19,5%), mentre la Banca d’Italia si attende un’inversione di marcia a causa degli effetti della crisi Covid-19.
Spiccano i balzi di tutte le big: Unicredit, che era reduce da 5 sedute consecutive in ribasso, è salita del 6,62%, Intesa Sanpaolo del 4,46%, Bper +6,56%; la migliore in assoluto è Banco BPM con +7,34%. Secondo quanto riportato oggi da Il Messaggero, nelle scorse settimane – a ridosso dell`approvazione da parte della Bce dell’OPS su UBI da parte di Intesa Sanpaolo – i vertici di Banco BPM e UBI si sarebbero incontrati per discutere i termini di un’eventuale aggregazione. Tentativo che sarebbe abortito subito complice anche la contrarietà della Bce a seguito di contatti informali.

BTP Futura per chi punta sulla rinascita dell’Italia, ecco come funzionerà

Rendimenti crescenti nel tempo e premio fedeltà finale collegato alla crescita del PIL nazionale. Sono le due principali peculiarità di BTP Futura, il nuovo Titolo di Stato esclusivamente dedicato ai piccoli risparmiatori. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato oggi la prima emissione da lunedì 6 luglio a venerdì 10 luglio (fino alle ore 13).BTP Futura sarà interamente dedicato a finanziare le spese previste dagli ultimi provvedimenti varati dal Governo per affrontare l’emergenza da Covid-19 e sostenere la ripresa del Paese.

BTP Futura avrà una struttura cedolare pensata per premiare i risparmiatori che lo deterranno fino alla scadenza. Le cedole saranno infatti calcolate in base a dei tassi prefissati e crescenti nel tempo (con il meccanismo cosiddetto “step-up”). La serie dei tassi minimi garantiti di questa emissione di BTP Futura sarà comunicata venerdì 3 luglio, a ridosso dell’emissione. Non sono previsti tetti o riparti: la domanda, a partire da un lotto minimo di 1.000 euro, sarà infatti completamente soddisfatta, salvo facoltà da parte del Ministero di chiudere anticipatamente l’emissione.Coerente con l’obiettivo di supporto all’economia nazionale, anche il premio fedeltà rifletterà la crescita economica nazionale. Il premio – corrisposto soltanto a chi acquisterà il titolo nei giorni di emissione e lo deterrà fino a scadenza – avrà infatti un valore minimo garantito pari all’1% del capitale investito, ma potrà aumentare fino ad un massimo del 3% dell’ammontare sottoscritto, sulla base della media del tasso di crescita annuo del PIL nominale dell’Italia registrato dall’ISTAT nel periodo di vita del titolo.

DURATA ANCORA DA DECIDERE

La prima emissione del BTP Futura avrà una durata compresa fra gli 8 anni e i 10 anni: la decisione definitiva verrà comunicata il prossimo 19 giugno. Il collocamento avrà luogo sulla piattaforma MOT (il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana) attraverso due banche dealers: Banca IMI S.p.A, e Unicredit S.p.A.Il Titolo potrà essere acquistato attraverso gli stessi canali utilizzati dai risparmiatori retail per il BTP Italia rivolgendosi al proprio referente in banca o presso l’ufficio postale; per tenere conto delle attuali circostanze e per favorire la massima partecipazione dei risparmiatori, sarà possibile utilizzare anche il canale dell’acquisto online, mediante il proprio internet banking, se abilitato alle funzioni di trading.

Confcommercio: Misexy Index tocca livello mai raggiunto prima

Il Misexy Index (Mic), indice di disagio sociale elaborato da Confcommercio, si è attestato ad aprile su un valore stimato di 41,9, in aumento di 22 punti rispetto a marzo, toccando un livello mai raggiunto prima (l’indice è calcolato dal 2007) a seguito del peggioramento del mercato del lavoro.
“Come nel precedente numero anche questo mese sono state necessarie alcune imputazioni per limitare la sottostima della disoccupazione – spiega l’ufficio studi di Confcommercio -. In particolare, la decisa riduzione delle forze di lavoro – -758mila unità, somma dei cali degli occupati (-274mila) e dei disoccupati (-484mila) – e il contemporaneo aumento degli inattivi (+746mila) ampliano l’area degli scoraggiati. Allo stesso tempo ad aprile, considerato che la quasi totalità delle ore di CIG autorizzate era con causale Covid-19, si è scelto di utilizzare come tiraggio – la quota delle ore autorizzate effettivamente utilizzate – una percentuale del 95%”.

Tesoro, Iacovoni: debito pubblico torna a scendere da 2021, gestione titoli di Stato ‘soddisfacente’

Il debito pubblico tornerà a scendere a partire dall’anno prossimo, dopo il forte aumento del 2020 dovuto alle spese che il governo sta sostenendo per far fronte all’emergenza coronavirus. Lo ha detto il responsabile del debito pubblico al dipartimento del Tesoro, Davide Iacovoni, presentando in una videoconferenza il nuovo Btp Futura.Iacovoni ha sottolineato che, per il ministero dell’economia, la gestione dei titoli di stato italiani è al momento “soddisfacente”.“Gli effetti di questa crisi si traducono in un aumento importante delle necessità di finanziamento dello Stato. Quest’anno avremo un incremento importante del rapporto debito-Pil, che però già dal 2021 tornerà a scendere, sperando in una traiettoria discendente sempre più consistente nei prossimi anni”, ha sottolineato Iacovoni.

Rally frenetico di Piazza Affari non per tutti: su 5 titoli del Ftse Mib si spegne la luce

In una giornata euforica per Piazza Affari come quella di ieri, con Ftse Mib balzato del 2,78% oltre il muro dei 20 mila punti e coronando una settimana da sogno con un rialzo di oltre +10%, non tutti i titoli sorridono. L’ausilio del sorprendente boom delle payrolls Usa ha accentuato l’ondata di liquidità che nelle ultime due settimane si è riversata soprattutto sui titoli legati a settori quali banche e industriali, tra i più penalizzati negli scorsi mesi. Allo stesso tempo si è assistito a una sorta di ritirata da alcuni titoli che erano andati  per la maggiore nei momenti di maggiore incertezza sui mercati.

Diasorin e le altre, il rischio sboom diventa realtà

Nel parterre milanese figurano infatti alcuni segni meno anche marcati come il -4,71% di Diasorin a 166 euro. Secondo un articolo del Il Fatto Quotidiano, la graduatoria provvisoria relativa alla gara in aprile in Lombardia (ordine urgente di 500mila test Covid-19) vedrebbe in testa la svizzera Roche, che ha offerto un prezzo di 1,42 euro a test. Seconda nella graduatoria ci sarebbe Beckman Coulter con un’offerta di 3,8 euro a test, terza Ortho Clinical con 3,5 euro, quarta Diasorin con 3,3 euro e quinta Abbott offrendo 4 euro.
Diasorin mette a segno la sesta seduta negativa nelle ultime 9 con titolo che si è allontanato non poco dai massimi storici a 211,8 euro toccati due settimane fa. Diasorin mantiene comunque lo scettro di miglior titolo Ytd con quasi +44%.Hanno sofferto anche altri titoli che figurano tra i best performer da inizio anno, a testimonianza che il risk-on sui mercati ha portato alcuni investitori a chiudere posizioni sui titoli in cui si erano rifugiati negli scorsi mesi nel contesto di gande incertezza post Covid.Così Nexi, che da inizio anno è il secondo miglior performer con quasi +20%, ieri ha chiuso debole a -0,9%. Male anche Recordati, terza nella graduatoria Ytd, che oggi ha ceduto lo 0,79%. Vendite anche su Terna (-1,6%) e Ferrari (-0,84%), anche loro tra i pochi titoli che presentano un saldo 2020 positivo.

Voglia di occasioni, ecco chi rimonta a velocità doppia

Di contro gli acquisti nelle ultime sedute, si sono concentrati sui titoli che più erano rimasti indietro nei primi 5 mesi dell’anno. Così si spiegano ad esempio l’oltre +9% di Bper e Saipem di ieri, che nonostante questi rialzi risultano ancora i due peggiori titoli del 2020. Allargando lo sguardo all’ultima settimana spiccano i prepotenti recuperi di titoli quali Banco BPM, ENI, Leonardo, FCA e CNH che figurano tra i peggiori 10 titoli Ytd. Stesso dicasi per Unicredit che addirittura è risalita a ridosso dei 9 euro archiviando la sua undicesima seduta consecutiva in rialzo. Durante questa striscia vincente il titolo è balzato in avanti del 37% (il 21 maggio viaggiava a 6,45 euro). Da inizio anno il saldo rimane ampiamente negativo di -31% circa.
Ieri il rally prepotente di Piazza Affari è stato dettato in primo luogo dai sorprendenti dati dal mercato del lavoro USA. Nel mese di maggio l’economia degli Stati Uniti ha creato 2,5 milioni di posti di lavoro, il maggior balzo di sempre. Il dato è decisamente migliore delle attese, visto che le stime erano per una perdita di 8 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 13,3%, rispetto al 14,7% di aprile. Gli economisti avevano previsto un tasso in rialzo al 19,8%.

Abi: finanziamenti richiesti al Fondo di garanzia superano i 10 miliardi

L’ABI ha reso noto che i finanziamenti richiesti dalle banche al Fondo di Garanzia hanno superato quota 10 miliardi di euro
per 492 mila domande fino a 25 mila euro.Complessivamente, al 5 giugno, le domande delle banche al Fondo di Garanzia sono cresciute a 542 mila, per 25,6 miliardi di euro (oltre un miliardo in più rispetto al giorno prima).

I dati Usa ammaliano anche Piazza Affari: Ftse Mib oltre quota 20.000 punti

La settimana si chiude in bellezza per Piazza Affari dopo i sorprendenti dati dal mercato del lavoro Usa. A Milano l’indice Ftse Mib ha mostrato una crescita del 2,78% a quota 20.187,51 punti, sui massimi a quasi 3 mesi. Il listino principale di Piazza Affari ha inoltre chiuso oltre la barriera dei 20mila punti, non accadeva dallo scorso 6 marzo.Per quanto riguarda i dati sul lavoro americano, a maggio l’economia degli Stati Uniti ha creato 2,5 milioni di posti di lavoro, il maggior balzo di sempre. Un dato che è andato oltre le attese, visto che le stime erano per una perdita di 8 milioni di posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 13,3%, rispetto al 14,7% di aprile. Gli economisti avevano previsto un tasso in rialzo al 19,8%. Ieri la Borsa milanese, come le altre Borse europee, avevano corso sull’onda dell’azione della Bce che ha potenziato il QE pandemico di altri 600 miliardi.Guardando ai singoli titoli, la maglia di migliore del Ftse Mib l’ha indossata oggi CNH Industrial con un rialzo del 9,8%. Ben comprato anche Salvatore Ferragamo (+8,3%), titolo che nel corso della giornata è stato anche stoppato in asta di volatilità. Un poderoso rally per Ferragamo che rialza la testa dopo che nei giorni scorsi il mercato si era concentrato sulla notizia che il titolo della maison toscana lascerà il Ftse Mib, a partire dal prossimo 22 giugno. Si sono messi in evidenza anche gli industriali con con Fca (+7%) che ha corso sotto la spinta delle attese per un imminente via libera al maxi-prestito da 6,3 miliardi di euro con garanzia pubblica all’80%. Ieri l’ad di Sace, Pierfrancesco Latini, ha specificato che dall’esame dell’operazione emerge una piena conformità della struttura dell’operazione ai termini del decretoBene anche i bancari: la migliore è Bper con +9,7%. Sotto la lente anche Banco Bpm che ha segnato un +6,7% dopo l’oltre +4% della vigilia. La banca ha concluso l’acquisto sul mercato del 4% di Anima per un controvalore di circa 50,8 milioni di euro e arrivando a detenere il 19,4% del capitale.In luce anche il comparto oil in scia al rally del petrolio in scia ai rumors che l’Opec+ avrebbe raggiunto un accordo estendere di un mese i tagli alla produzione. Domani è attesa una riunione per confermare l’estensione dei tagli. Uno scenario positivo di cui ha approfittato Saipem (+9,5) ma anche Eni (+6%).Sul fronte delle vendite spicca il ribasso di Diasorin che è scivola sul fondo del paniere principale con un tonfo di quasi il 5% (-4,7%) in area 166 euro. Secondo un articolo del Il Fatto Quotidiano, la graduatoria provvisoria relativa alla gara in aprile in Lombardia (ordine urgente di 500mila test Covid-19) vedrebbe in testa la svizzera Roche, che ha offerto un prezzo di 1,42 euro a test. Seconda nella graduatoria ci sarebbe Beckman Coulter con un’offerta di 3,8 euro a test, terza Ortho Clinical con 3,5 euro, quarta Diasorin con 3,3 euro e quinta Abbott offrendo 4 euro.

Governo lavora a incentivi rottamazione auto 

Si intensificano intanto le indiscrezioni circa un piano di nuovi incentivi alla rottamazione auto in Italia che coinvolge anche le auto euro 6. Nel dettaglio il governo erogherebbe fino a 4 mila euro per l’acquisto di una nuova vettura Euro 6 entro fine 2020 che scenderà a 2mila euro nel 2021 (metà a carico dello Stato e metà dei concessionari) in caso di rottamazione di auto con almeno 10 anni;

Bce sorprende con altri 600 miliardi nel QE pandemico e fuga ogni dubbio su suo ruolo di prestatore ultima istanza

La Banca centrale europea non delude e aumenta la potenza di fuoco contro gli effetti del Covid. Nella riunione di oggi la Bce ha deciso di aumentare e allungare il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), il piano straordinario di acquisto di asset per dare liquidità e stabilità al sistema lanciato a marzo in risposta al Covid. Il Pepp è stato infatti aumentato di 600 miliardi di euro, portando così il suo ammontare da 750 a 1.350 miliardi. Non solo. La Bce ha deciso anche di allungare la sua durata, portandola fino alla fine di giugno 2021, anziché fino a fine 2020. “In ogni caso – si legge nella nota dell’istituto guidato da Christine Lagarde – il Consiglio direttivo effettuerà acquisti nell’ambito del Pepp fino a quando non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata”. Gli analisti si aspettavano un aumento del Pepp di 500 miliardi (alcuni di 750 miliardi) e nessun ritocco alla durata. Inoltre, la BCE reinvestirà i proventi degli acquisti PEPP almeno fino al 2022.
“In risposta alla revisione al ribasso dell’inflazione nell’orizzonte di proiezione legata alla pandemia, l’espansione del Pepp faciliterà ulteriormente la posizione di politica monetaria generale, sostenendo le condizioni di finanziamento nell’economia reale, in particolare per le imprese e le famiglie”, spiega la Bce.La Bce va oltre le attese e il mercato apprezza con acquisti soprattutto sui Btp e su Piazza Affari. “Dopo l’annuncio dell’European Recovery Plan e il potente pacchetto di incentivi fiscali tedeschi di ieri sera (1.300 mld di euro, ndr), la BCE ha aggiunto veri e propri fuochi d’artificio – rimarca Carsten Brzeski, economista di Ing – . La decisione odierna dovrebbe placare qualsiasi futura speculazione sul fatto che la BCE sia o meno disposta a svolgere il proprio ruolo di prestatore di ultima istanza per l’Eurozona”.

Le altre decisioni di politica monetaria

Nessuna novità invece dal fronte tassi. Come da attese, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimangono invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Il consiglio direttivo ha ribadito di attendersi che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.
La Bce ha infine confermato che il programma di acquisti del QE proseguirà a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, insieme agli acquisti nell’ambito della dotazione temporanea aggiuntiva di 120 miliardi fino alla fine dell’anno. Il consiglio direttivo “continua ad aspettarsi che gli acquisti netti mensili durino il tempo necessario per rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi ufficiali, per terminare poco prima di iniziare ad aumentare i tassi di interesse chiave della Bce”.
“Il Consiglio direttivo – conclude la Bce – continua a essere pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, a seconda dei casi, per garantire che l’inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo sostenuto, in linea con il suo impegno”.

La reazione dei mercati

Gli operatori accolgono con favore l’annuncio della Bce. Un Pepp da 1.350 miliardi fino a giugno 2021 conferma l’attuale fase positiva delle Borse europee, tornate ai livelli pre-lockdown, grazie soprattutto alla proposta di Recovery Fund europeo da 750 miliardi di euro da parte della Commissione Ue. E così, in seguito all’annuncio, i listini europei, che si muovevano sotto la parità, hanno girato in positivo. L’indice Eurostoxx 50 sale dello 0,30%. A Francoforte il Dax guadagna lo 0,24% e a Piazza Affari l’indice Ftse Mib avanza dello 0,61% a 19.762 punti. Ora si attende la conferenza stampa del numero uno della Bce, Christine Lagarde, in programma alle 14.30.
Attese, sempre oggi, da parte della Bce le nuove stime di crescita dell’economia e quelle sull’inflazione. Christine Lagarde ha già anticipato che le nuove previsioni per quest’anno saranno tra il -8% dello scenario medio e il -12% dello scenario peggiore, pronosticando per il 2020 una contrazione in Europa intorno al 10%. L’ipotesi più probabile è che le attuali stime sull’inflazione siano riviste al ribasso, soprattutto per il calo dei prezzi del petrolio.

Bce, tassi invariati e Pepp aumentato di 600 miliardi di euro

La Banca centrale europea aumenta il Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp) di 600 miliardi: risposta positiva delle Borse che riducono le perdite

La Banca centrale europea va oltre le attese della vigilia e porta il Pandemic Emergency Purchase Program (Pepp) a 1350 miliardi di euro in totale. L’aumento, quindi, è stato di 600 miliardi contro le attese di 500 miliardi di euro.

FIAMMATA DEI MERCATI

La risposta dei mercati non si è fatta attendere. Subito dopo la pubblicazione della nota ufficiale della Bce le piazze europee hanno dimezzato le perdite accumulate in mattinata per andare, in diversi casi, in area positiva. Milano, che nella mattinata perdeva oltre l’1% è arrivata a guadagnare otre il mezzo punto percentuale, seguita anche da altre Borse europee. Tuttavia, nel corso della conferenza stampa gli indici hanno di nuovo ripreso un trend al ribasso.

PEPP FINO A GIUGNO 2021

La stessa Bce ha annunciato che il Pepp verrà esteso almeno fino a giugno 2021, specificando che i titoli che arriveranno a scadenza verranno reinvestiti nel piano di acquisto a sostegno delle economie europee almeno fino a giugno 2022. Nessuna novità sul fronte tassi, lasciati invariati a 0% per le operazioni di rifinanziamento principali, a 0,25% per quelle marginali e a -0,5% per i depositi presso la Banca centrale europea.

Borse europee girano in positivo dopo mossa Bce su Pepp, a Piazza Affari Ftse Mib +0,60%

Le Borse europee accolgono con favore l’annuncio di politica monetaria della Banca centrale europea (Bce), che nella riunione odierna ha deciso di aumentare di 600 miliardi il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp), portandolo a 1.350 miliardi, e allungarlo fino a giugno 2021. Gli analisti si aspettavano un aumento di 500 miliardi. In seguito all’annuncio, i listini europei, che si muovevano sotto la parità, hanno girato in positivo. L’indice Eurostoxx 50 sale dello 0,30%. A Francoforte il Dax guadagna lo 0,24% e a Piazza Affari l’indice Ftse Mib avanza dello 0,61% a 19.762 punti. Ora si attende la conferenza stampa del numero uno della Bce, Christine Lagarde, in programma alle 14.30.

Bce-Day: rischio sell on news dopo forti acquisti su rumor potenziamento Pepp (analisti)

Oggi in primo piano la riunione della BCE. C’è grande attesa per la diffusione delle nuove stime di crescita della BCE e il potenziamento del piano QE anti-Covid. Secondo quanto circolato nell’ultimo periodo l’istituto guidato da Christine Lagarde potrebbe potenziare gli acquisti nell’ambito del QE pandemico. Il PEPP (acronimo di Pandemic emergency purchase program) potrebbe aumentare per altri 500 miliardi di euro in aggiunta agli attuali 750 miliardi.Non sono invece attese modifiche ai tassi sui depositi. Molto probabile una revisione al ribasso delle proiezioni macro-economiche, come già indicato da Lagarde settimana scorsa. L’annuncio Bce come di consueto arriverà alle 13:45 con successiva conferenza stampa della Lagarde alle 14:30.François Rimeu, senior strategist di La Française AM, stima che l’ammontare del fondo PEPP aumenti da €750 mld a €1000-1200 mld. “Questa è la decisione più importante, poiché i mercati potrebbero interpretarla come la conferma dell’indipendenza della Banca. La portata del PEPP è importante ma la comunicazione sarà decisiva”, asserisce l’esperto che si aspetta qualche dettaglio sugli investimenti derivanti dal PEPP. Si potrebbe dire che esso non è uno strumento a lungo termine (a differenza del QE tradizionale) e che gli acquisti non dovrebbero essere reinvestiti per sempre, ma non crediamo che la BCE intenda mandare un messaggio così “hawkish”, alla luce delle incertezze attuali.Il PEPP potrebbe vedere l’inclusione anche dei fallen angels; “A seguito delle dichiarazioni di Villeroy e di Lagarde, le aspettative dei mercati sono cresciute moltissimo negli ultimi dieci giorni – argomenta François Rimeu – . Per questo potrebbe trattarsi di un meeting ‘compra sui rumors, vendi sulle news’, ma il posizionamento sembra essere ancora sul versante basso e pertanto propenderemmo per una risposta moderatamente rialzista da parte dei mercati”

Ftse Mib cambia composizione: entrano Interpump e Inwit, fuori Ferragamo e Bper

Cambia nuovamente volto il Ftse Mib che si prepara a nuovi avvicendamenti ufficialmente a partire dalla seduta di lunedì 22 giugno. A fare il loro ingresso ufficiale nell’indice guida di Piazza Affari saranno Interpump e Inwit, mentre usciranno Salvatore Ferragamo e Bper Banca. “Il Ftse Italia Index Series Technical Committee ha approvato le seguenti modifiche per l’indice Ftse Mib che diverranno effettive dopo la chiusura delle negoziazioni di venerdì 19 giugno 2020, vale a dire, da lunedì 22 giugno 2020”, si legge nella nota diffusa ieri da Ftse Russell. I nomi presenti nella lista di riserva sono: Bper, UnipolSai, Iren e Brembo.Con riferimento alla revisione trimestrale, lunedì 15 giugno Ftse Russell pubblicherà un avviso con il numero di azioni e pesi di investibilità per l’indice Ftse Mib effettivi dopo la chiusura delle negoziazioni di venerdì 19 giugno 2020.

Borsa Italiana chiude euforica con impennata Enel e FCA. Unicredit (+5%) la migliore tra le banche

Nuova giornata di corposi rialzi per Piazza Affari. Il Ftse Mib si è spinto di slancio sopra la soglia psicologica dei 19.000 punti chiudendo in rialzo del 3,54% a 19.641 punti. Gli operatori continuano a guardare alla ripresa dell’attività economica. Sponda ulteriore oggi è arrivata dai dati della Cina dove si è assistito a un sorprendente recupero dell’indice Pmi servizi, che a maggio è balzato al record dal 2010.

Le ADP esaltano Wall Street

Molto meglio delle attese i dati sul mercato del lavoro Usa. Il rapporto ADP, tradizionale antipasto alle no farm payrolls (in arrivo venerdì) evidenzia a maggio -2,76 milioni di posti, in deciso miglioramento rispetto al dato di aprile a -19,6 milioni posti (dato rivisto da -20,2 milioni). Il trend è stato migliore delle aspettative, con il consensus Bloomberg che aveva indicato una perdita di 9 milioni di posti di lavoro.
Focus anche sul forte sostegno dalle banche centrali, in particolare Fed e Bce. William Dudley, ex presidente della Federal Reserve di New York, ha affermato oggi che non c’è nessun limite su quanto il bilancio della Federal Reserve potrebbe crescere, aggiungendo che “alcuni interventi della Fed hanno creato tuttavia episodi di azzardo morale”.Si guarda con speranza anche alla riunione di politica monetaria della Bce, in programma domani, da cui potrebbero giungere nuove misure in sostegno all’economia. Il mercato si attende un incremento del PEPP per ulteriori 500 miliardi.

Unicredit strappa a +5% alla vigilia della Bce

A Piazza Affari giornata di forti acquisti sulle banche che erano rimaste indietro nei mesi scorsi. Unicredit è stata la migliore con oltre +5%, seguita da Intesa Sanpaolo a +2,97%. Focus in primo luogo anche qui sui possibili nuovi stimoli monetari da parte della Bce. Il settore invece non ha risentito oggi della possibile introduzione della golden Power per le cessioni di NPL. Un articolo de Il Sole 24 Ore riporta il rischio che, con il Decreto Liquidità, le cessioni di crediti deteriorati da parte delle banche possano essere soggette alla normativa sul Golden Power. Questo porterebbe a un’ulteriore dilatazione dei tempi di cessione da parte delle banche in quanto sarebbe necessaria una notifica di vendita al governo e il via libera potrebbe arrivare fino a 75 giorni dopo.

Eni torna in area 9 euro, Enel allunga a 13 la striscia di rialzi

Tra le big di Piazza Affari si segnala la forza di ENI (+2,6% a 8,999 euro). Ieri ENI aveva cavalcato le anticipazioni circa il riassetto organizzativo del gruppo del Cane a sei Zampe. La riorganizzazione della struttura organizzativa dovrebbe prevedere la nascita di due direzioni generali: da un lato le attività oil (upstream + midstream) e dall’altro le attività ‘green’ (Downstream, Eni Gas e Luce, Versalis, rinnovabili).
Continua anche il momento positivo di Enel con +4,38% a 7,50 euro. La multiutility porta così a 13 il totale delle sedute consecutive al rialzo che le hanno permesso di riportare in positivo il saldo Ytd. Oggi è arrivata una novità sul fronte della mobilità sostenibile. La controllata Enel X ha annunciato l’espansione della sua rete di ricarica di veicoli elettrici (EV) a oltre 30mila punti di ricarica pubblici, quasi triplicando i circa 10.500 punti già disponibili e lanciando la connettività eRoaming assieme all’operatore olandese della rete di ricarica di veicoli elettrici Allego, a Robert Bosch GmbH e alla società tedesca Innogy.

Leonardo la migliore a +8,6% davanti a STM

Tra gli industriali balzo nell’ordine dell’8,59% per Leonardo, miglior titolo di tutto il Ftse Mib.
In gran spolvero oggi anche FCA salita di +5,16% a quota 8,768 euro (massimi dal 13 marzo scorso) in scia al rally di tutto il comparto auto Ue (indice settoriale sale del 3,13%). In Italia tornano le voci di incentivi alla rottamazione auto che potrebbero essere estesi anche diesel e benzina euro 6.
Intanto a maggio le immatricolazioni del mercato USA segnano -29,5% a/a a 1,11 mln (-23% YTD a 5,3 mln) di cui car -44% (-35% YTD) e truck -24% a 860 mila (-18% YTD). “Il mix è potenzialmente positivo per FCA dato che i truck (Jeep e RAM che hanno marginalità superiore alla media) hanno sovraperformato il mercato”, argomenta Equita che vede il mercato Usa chiudere il 2020 a -29% se non ci saranno ulteriori shock.
Spicca anche il balzo di STM dell’8,31% in scia alle novità da parte di Microchip. La società americana leader nei microcontrollori ha migliorato il range di guidance per il trimestre in corso. La società ha alzato il mid-point della stima di sales del 3% (range $1.25bn 0% qoq / $1.33 -6% qoq). La revisione è dovuta a minori disruptions nella supply chain legate a Covid-19 in Asia (Filippine, Malesia) e minori cancellazioni di ordini rispetto alle attese. STM genera circa il 20% del fatturato dai microcontrollori.

Telecom e Diasorin annaspano

Tra le poche note stonate della giornata c’è invece Telecom Italia che ha chiuso a -1% circa alla luce delle ultime indiscrezioni che vedono anche Iliad pronta a concorrere nell’arena della telefonia fissa.
Peggior titolo di giornata è stato però Diasorin (-3%) con gli investitori che prendono

Nuovo BTP 10 anni da record: sfondato muro dei 100 mld di domanda

Il nuovo Btp a 10 anni ha attirato richieste record superando per la prima volta i 100 mld di euro per un collocamento via sindacato. I dati sulla composizione della domanda non sono stati ancora comunicati dal Tesoro.L’emissione della prima tranche del nuovo BTP a 10 anni (scadenza 1° dicembre 2030, godimento 1° giugno 2020 e tasso annuo dell’1,65%, pagato in due cedole semestrali) ha visto l’allocazione di un ammontare pari a 14 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,520 corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione dell’1,707%. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze.Il collocamento è stato effettuato mediante sindacato, costituito da sei lead manager, BNP Paribas, Citigroup Global Markets Ltd, HSBC France, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A, NatWest Markets PLC e UniCredit S.p.A e dai restanti Specialisti in titoli di Stato italiani in qualità di co-lead manager.L’operazione rientra tra quelle previste dale linee guida per la gestione del debito pubblico. Il programma di emissione per il secondo trimestre 2020 prevede la possibile emissione di ulteriori nuovi titoli in aggiunta a quelli comunicati, in base alle condizioni dei mercati finanziari. L’emissione del nuovo Btp a 7 anni prevista per il secondo trimestre è stata invece posticipata al terzo trimestre 2020 per tener conto di questa operazione.

Ftse Mib: chiude in netto rialzo (+2,42%)

BCE: a maggio sottoscritti 2,8 mld titoli Stato italiani

Scendono gli acquisti di titoli di stato italiano effettuati dalla Bce nel mese di maggio. La Banca Centrale infatti ha sottoscritto 2,853 miliardi di titoli del settore pubblico. Lo dice l’istituto centrale fornendo l’aggiornamento del programma.Il valore del mese scorso va confrontato con i 10,919 miliardi di aprile. Il controvalore totale dei titoli del settore pubblico italiano acquistati finora con la nuova edizione del Qe partita in novembre si porta così a 396,233 miliardi.A comunicarlo è l’istituto centrale fornendo l’aggiornamento del programma, in attesa del meeting del 4 giugno. Ricordiamo che con il Meeting di questa settimana il mercato si attende un potenziamento del PEPP per ulteriori 500 miliardi, in linea con le rassicurazioni recenti dell’Istituto: “la Bce è pronta ad adeguare tutte le misure messe in campo in base alle necessità e in particolare ad incrementare le dimensioni del programma pandemico di acquisti di asset PEPP e ad adeguare la sua composizione, e potenzialmente gli altri strumenti se, alla luce delle informazioni che diverranno disponibili prima del vertice di giugno, stabilisse che le dimensioni dello stimolo si stessero rivelando inferiori al necessario”.

BTP e spread guardano a Bce Day, verso bazooka PEPP in versione XXL ed esteso al 2021

La riunione della Bce in programma giovedì 4 giugno, insieme al rapporto sull’occupazione negli USA in uscita venerdì, sono gli eventi clou della prima settimana di giugno.
La riunione di questo mese della Bce è guardata con interesse dai mercati e dall’Italia in particolare con i BTP che potrebbero trovare sponda dal possibile potenziamento degli acquisti nell’ambito del QE pandemico. Bce che in questi mesi ha già dimostrato come i titoli di Stato italiani siano al centro dei propri acquisti grazie anche alla flessibilità introdotta per il PEPP. Lo spread Btp-Bund potrebbe in caso di potenziamento del bazooka Bce allungare ulteriormente sotto i 200 pb, soglia sotto il quale è sceso nella parte finale di maggio.La riunione Bce è molto attesa in prima battuta per alla diffusione delle nuove stime di crescita della BCE; gli esperti dell’istituto si interrogano su quanto sarà grave e duratura sarà la recessione in Europa e quale impatto avrà sull’inflazione. In secondo luogo è alta l’attesa per un potenziamento del piano d’emergenza di acquisti di asset, il PEPP, rispetto agli attuali 750 miliardi di euro.

Cosa deciderà la BCE secondo gli analisti

Non è chiaro se la BCE delibererà nuovi stimoli già questo mese riporta Allianz Global Investors secondo cui le pressioni sui mercati finanziari sono notevolmente diminuite. Inoltre, i partecipanti alla conferenza stampa potrebbero chiedere chiarimenti circa la recente sentenza della Corte Costituzionale tedesca che potenzialmente limita future azioni di stimolo della BCE.
Per Carsten Brzeski Chief Economist, Eurozone and Global Head of Macro di ING, la BCE aumenterà il PEPP di circa 500 miliardi di euro nella riunione di questa settimana, estendendo il programma fino alla metà del 2021. Inoltre, seguendo il principio del precedente collateral easing, la BCE potrebbe anche annunciare che i proventi del PEPP saranno reinvestiti e potrebbe dare un’altra occhiata al sistema di tiering.
Concorde sul fatto che il Consiglio direttivo della BCE deciderà per un aumento del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) di € 500 miliardi ed esteso fino a settembre 2021 (rispetto all’attuale dotazione di 750 miliardi fino alla fine del 2020) anche PIMCO. Nel nuovo blog di PIMCO “Anteprima sulla BCE: Perseverare” a cura di Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates, si prevede che alla riunione del 4 giugno verrà confermato che gli acquisti PEPP saranno reinvestiti alla scadenza e sarà chiarito il trattamento dei “fallen angels” nell’ambito dei vari programmi di acquisto di asset. Infine verrà ribadita con forza la disponibilità a fare tutto ciò che è necessario nell’ambito del proprio mandato.
Mentre gli acquisti di asset della BCE e le generose disposizioni in materia di liquidità supportano i prodotti a diffusione europea, il contesto attuale – conclude PMICO – rimane caratterizzato da un’elevata incertezza sulle prospettive macroeconomiche sulla capacità dei funzionari governativi eletti di rispondere alla crisi in modo adeguato in termini di qualità e portata a cui si aggiungono vari interrogativi sulla funzione di reazione della BCE.

Piazza Affari corre a gran velocità, in volata Eni e Leonardo

Piazza Affari mette il piede sull’acceleratore a metà seduta. L’indice Ftse Mib allunga a +2,3% in area 18.900 punti, dopo una partenza in rialzo di solo mezzo punto percentuale. L’attesa per la riunione di giovedì della Bce, che dovrebbe incrementare di altri 500 miliardi il programma di acquisti di titoli, ha scaldato le quotazioni anche degli indici europei: l’Ibex 35 di Madrid e il Cac 40 di Parigi salgono di oltre il 2%, mentre il Ftse 100 di Londra rimane indietro a +1%. Il migliore indice del Vecchio Continente è il Dax di Francoforte che segna quasi il +4% in attesa del secondo piano di stimoli per sostenere la ripresa della principale economia dell’eurozona.
Le borse europee hanno ulteriormente accelerato anche grazie al miglioramento dei futures di Wall Street: i derivati su Dow Jones, S&P500 e Nasdaq avanzano di circa mezzo punto percentuale. Al momento sembra quindi prevalere l’ottimismo per una ripresa dell’economia più rapida del previsto, con la progressiva riapertura delle attività in seguito all’allentamento dei lockdown. Rimangono comunque in primo piano le crescenti tensioni sociali negli Stati Uniti e le frizioni tra Washington e Pechino.
Tornando a Piazza Affari, Eni spicca in vetta al Ftse Mib con un rialzo del 5% sostenuta dal rialzo del petrolio e dal riassetto organizzativo. Ben comprate anche Leonardo (+4,7%) e Buzzi (+4,5%).
Acquisti su Fca nonostante i brutti dati sulle immatricolazioni. Il gruppo ha registrato un andamento peggiore rispetto a quello del mercato a maggio con le immatricolazioni che sono scese del 57,2% rispetto allo stesso mese del 2019. Di conseguenza, la quota di mercato di Fca si è attestata al 22,3%.
Sono solo due i titoli in rosso: il peggiore è Diasorin che cede circa il 3%, mentre Amplifon limita le perdite allo 0,5%.

Piazza Affari chiude in volata con Ftse Mib oltre 18.500 punti, Mediobanca la migliore (+8%)

Piazza Affari archivia la prima seduta della settimana e del mese di giugno in deciso rialzo. L’indice Ftse Mib chiude in progresso dell’1,79% a 18.523,71 punti, superando la resistenza importante dei 18.481 punti, dove passa il ritracciamento del 38,2% di Fibonacci di tutto il down trend avviato a febbraio 2020.
Tra i titoli dal paniere principale, Mediobanca chiude in vetta con un rialzo dell’8,1%. Delfin, la holding di Leonardo del Vecchio, ha confermato l’autorizzazione ad incrementare la partecipazione detenuta nella banca al di sopra della soglia del 10% del capitale sociale e fino al 20%.
Forti acquisti anche su Banco Bpm e Cnh Industrial che guadagnano entrambi il 6,5%.
In fondo al Ftse Mib troviamo Diasorin (-3,7%) e Campari (-1,5%).
Gli operatori rimangono concentrati sugli ultimi sviluppi dei rapporti tra Usa e Cina. Washington ha dichiarato che eliminerà il trattamento di favore nei confronti di Hong Kong in seguito alla legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino che limita l’autonomia dell’ex colonia britannica. A sua volta, la Cina avrebbe risposto chiedendo ad alcune società controllate dallo stato di sospendere gli acquisti di soia e di carne di maiale importati dagli Usa, con la possibilità di estendere l’ordine ad altri beni agricoli se Washington adotterà nuove ritorsioni.

Auto: immatricolazioni dimezzate a maggio, Fca fa peggio del mercato

Secondo i dati pubblicati oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a maggio il mercato italiano dell’auto totalizza 99.711 immatricolazioni, ovvero il 49,6% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Il consuntivo dei primi cinque mesi del 2020 conta, quindi, 451.366 immatricolazioni, volumi dimezzati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-50,5%), con una perdita di quasi 460.000 unità.
Sono cinque, a maggio, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda (6.462 unità) ancora in prima posizione, seguita, al terzo posto, da Lancia Ypsilon (2.437) e, al quarto, da Jeep Compass (2.322). Al quinto posto troviamo Fiat 500X (2.318), seguita, al decimo, da Jeep Renegade (2.080).
In particolare, Fca ha registrato un andamento peggiore rispetto a quello del mercato. A maggio le immatricolazioni del gruppo sono scese del 57,2% rispetto allo stesso mese del 2019. Di conseguenza, la quota di mercato di Fca si è attestata al 22,3%

Enel rullo compressore: è il titolo del Ftse Mib con più Buy e gli analisti puntano su forte spinta green da UE

Piazza Affari ha evidenziato a maggio una debolezza relativa rispetto a Wall Street e Dax, ma andando a spulciare l’andamento delle big di Piazza Affari ci sono alcune grandi eccezioni con titoli che hanno dato molte soddisfazioni agli investitori.
Il Ftse Mib ha chiuso maggio con un +2,87%, una buona performance che però fa un po’ storcere il naso considerando che altri mercati come Wall Street o  il Dax (+6,68%) ha fatto molto meglio. Il saldo da inizio anno del Ftse Mib è ancora di oltre -22%, ben peggiore rispetto al -5,77% dello S&P 500.

Enel con il turbo nelle ultime settimane

Andando a guardare le performance dei singoli titoli non mancano però le sorprese positive. In particolare le ultime due settimane del mese di maggio hanno visto una straordinaria ascesa di quello che ormai da tempo è il titolo di maggior peso di tutto il listino milanese. Parliamo di Enel che ha mandato in archivio maggio con un balzo di oltre 10 punti percentuali grazie all’incredibile serie di rialzi consecutivi: le ultime due settimane si sono chiuse con un filotto di rialzi, ossia ben 10 sedute positive consecutive.Un magic moment che avvicina Enel a riportare in pareggio il saldo da inizio anno che nei primi 5 mesi è di -2,4% rispetto al -22% dell’indice Ftse Mib. Stamattina Enel si è spinta sopra i 7 euro per la prima volta dal 9 marzo, con un balzo di oltre il 35% rispetto ai minimi del 12 marzo a 5,15 euro. 


La sovraperformance ha aumentato il vantaggio di Enel rispetto al resto delle big di Piazza Affari: con una capitalizzazione di oltre 70 miliardi di euro, vale quasi 2,5 volte Eni (29,5 mld). Enel vale oltre 4 volte Unicredit e più di 5 volte FCA.

Da Recovery Fund sponda a Green Deal

Il 27 maggio la Commissione europea ha presentato la sua proposta Recovery Fund e il Green Deal fa parte del piano, con i dettagli sulle misure specifiche per stimolare la transizione energetica che arriveranno nei prossimi giorni e settimane. “Riteniamo che Enel possa assumere un ruolo di leadership nel processo e aumentiamo il nostro prezzo target a 7,8 (rispetto a 7,4), poiché ora includiamo la pipeline rinnovabile nella nostra somma delle parti”, rimarca Credit Suisse nel report dedicato a Enel che viene indicata come top pick.
La casa d’affari elvetica ritiene che Enel sia nella posizione migliore per guidare la transizione energetica in Europa, per tre motivi: la sua scala, essendo la principale utility europea sia in termini di capacità rinnovabile installata (43 GW a livello globale) sia per le aggiunte pianificate (14 GW nel 2020-22). Oggi l’Europa rappresenta solo il 30% di queste aggiunte e vediamo che questo rapporto può crescere nei piani futuri; in secondo luogo, la flessibilità della sua pipeline, con 20 GW di progetti disponibili da costruire nel 2020-22; terzo motivo è la solidità del bilancio e della liquidità (25 miliardi disponibili per 6 miliardi di scadenze nel periodo 2020-21).
Credit Suisse ritiene che nell’aggiornamento del piano aziendale di novembre il management aumenterà ulteriormente gli obiettivi di crescita rinnovabile e questo è il catalizzatore chiave di Enel nel contesto del Green Deal.

La preferita dagli analisti: l’80% dice Buy

In generale il consensus degli analisti raccolto da Bloomberg indica una larga maggioranza di Buy, pari all’80%, con il 16,7% che è Hold e solo il 3,3% che dice Sell. Il prezzo obiettivo medio è di 7,58 euro, ossia il 9% sopra i livelli di chiusura di fine maggio. Nell’ultima settimana nella platea dei buy su Enel si è aggiunta Bank of America che ha portato il target price da 7,7 a 8 euro.
Guardando alle big di Piazza Affari, nessun altro titolo raccoglie così tanti consigli d’acquisto:  Telecom Italia segna il 76% di Buy; poi c’è Ferrari con il 70,8%, Unicredit (60% di Buy), Fca (59,1%), Eni (50%), Intesa Sanpaolo (43,8%), Terna (38,1%), Generali (33,3%).
L’effetto Covid-19 non ha fermato Enel nel primo trimestre con solidi conti che hanno convinto gli analisti. L’utile netto di Enel è salito nei primi tre mesi dell’anno per Enel con un + 10,5% a 1.281 milioni di euro contro i 1.159 milioni di euro del primo trimestre 2019, mentre i ricavi calano del 12,2% a 19.985 milioni di euro contro i 22.755 milioni di euro nel primo trimestre 2019. Confermata la guidance 2020-22 ma nessun target specifico per il 2020 a causa delle numerose incertezze sugli effetti COVID, currency e one-offs.

Italia: produzione industriale recupera a maggio ma resta lontana dai livelli di un anno fa

In maggio la produzione industriale italiana è diminuita del 33,8% rispetto a un anno prima, dopo il -44,3% rilevato in aprile. Lo si legge in un commento del Centro Studi di Confindustria (CSC), secondo cui nella media degli ultimi tre mesi, ovvero da quando sono state introdotte le misure di contenimento del Covid-19, il livello dell’indice destagionalizzato della produzione è inferiore del 34,2% rispetto a febbraio. Come atteso dal CSC, la fine del lockdown e, quindi, la riapertura delle attività manifatturiere che erano ancora sospese, si è tradotta in una lenta ripartenza dell’industria, ancora soffocata da una domanda – interna ed estera – estremamente debole. Nei mesi primaverili, PIL e produzione sono attesi dal CSC diminuire in misura più forte rispetto a quanto osservato nel primo trimestre.

Italia: Pmi manifatturiero migliora dopo allentamento restrizioni per Covid-19

L’Indice PMI (Purchasing Managers Index) IHS Markit del settore manifatturiero italiano, che con una sola cifra dà un’immagine degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero, ha registrato a maggio 45,4 punti, e segnala il ventesimo mese di contrazione dello stato di salute del settore manifatturiero italiano. L’indice principale è aumentato però dal valore record negativo di aprile di 31,1 indicando un tasso di declino molto più debole.
Parte dell’economia continua ad applicare le restrizioni per cercare di contenere la pandemia da Covid-19 e di conseguenza continua a maggio la contrazione del settore manifatturiero italiano. Anche se i declini riportati sono stati più deboli rispetto al record di aprile a causa dell’allentamento delle restrizioni e della riapertura delle fabbriche, sia la produzione che i nuovi ordini sono diminuiti per il ventiduesimo mese consecutivo. La domanda rimane debole, infatti i nuovi ordini sono diminuiti ad un tasso elevato e al livello più veloce mai osservati in più di 11 anni. Allo stesso tempo, le aziende hanno continuato a ridurre il loro personale, con la contrazione di maggio che è stata la più veloce da metà 2009

Gualtieri: “Valuteremo tutti gli strumenti che ci sono, del Mes o del Sure

“Valuteremo tutti gli strumenti più convenienti che ci sono, che siano del Mes o del Sure (il programma Ue contro la disoccupazione, ndr.). Valuteremo e faremo la scelta più utile, giusta e conveniente e sono sicuro che ci sarà un senso di maturità e di responsabilità”, così ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervistato in tv a «In mezz’ora».
Il titolare del dicastero di via XX Settembre poi ribadisce che tutte le misure del decreto legge Rilancio saranno operative entro giugno, auspicando “un grande patto con tutte le forze sociali, economiche e produttive per lanciare a settembre, in occasione della presentazione della legge di Bilancio per il 2021, “un piano per la rinascita e la ripresa”.

Evasione fiscale crolla durante il lockdown

Il prolungato lockdown che ha interessato la gran parte delle piccole e piccolissime attività economiche ha comportato la diminuzione di 27,5 miliardi di euro dell’evasione fiscale in Italia. Lo afferma l’Ufficio studi della CGIA che è giunta a questo risultato economico, partendo da una considerazione molto diffusa tra l’opinione pubblica. Ovvero, che il popolo degli evasori presente in Italia è costituito quasi esclusivamente da lavoratori autonomi.Secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in Italia ci sarebbero circa 110 miliardi di evasione fiscale all’anno. Molti osservatori ritengono che questo mancato gettito sia riconducibile in massima parte ad attività caratterizzate da un rapporto commerciale diretto con il cliente finale come nel caso di molti edili, dipintori, idraulici, elettricisti, orafi, parrucchieri, estetisti, baristi, ristoratori, piccoli commercianti, etc. Basandosi su queste considerazioni e sul fatto che i 3 mesi di chiusura hanno interessato proprio tali attività, la CGIA afferma che con buona approssimazione l’evasione fiscale sia diminuita del 25 per cento, ovvero di 27,5 miliardi di euro, facendo scendere a 82,5 miliardi l’ammontare complessivo del mancato gettito. “Un risultato che, ovviamente, non ha alcun rigore scientifico, ma serve a lanciare una provocazione e, allo stesso tempo, contestare una tesi che, purtroppo, sta ingiustamente etichettando la categoria del lavoro autonomo”, asserisce CGIA in una nota.Il segretario della CGIA Renato Mason dichiara: “Grandi o piccoli che siano, gli evasori vanno perseguiti ovunque si nascondano. Tuttavia, se il nostro fisco fosse meno esigente, lo sforzo richiesto sarebbe più contenuto e probabilmente ne trarrebbe beneficio anche l’Erario. Con una pressione fiscale più contenuta, molti di quelli che oggi sono evasori marginali diventerebbero dei contribuenti onesti. Ricordo che la nostra giustizia civile è lentissima, la burocrazia ha raggiunto livelli ormai inaccettabili e la Pubblica amministrazione rimane la peggiore pagatrice d’Europa. Nonostante queste inefficienze, la richiesta del nostro fisco si colloca su livelli elevatissimi e, per tali ragioni, appare del tutto ingiustificata”.

Bankitalia, Visco: ‘con pandemia recessione scenari estrema incertezza. Come far tornare Pil a 1,5%

“La pandemia e la recessione aprono scenari di estrema incertezza che rendono molto difficile tratteggiare i contorni dei nuovi equilibri che si andranno a definire. L’incertezza è una ragione in più per rafforzare da subito la nostra economia, per muoversi lungo quel disegno organico di riforme già per molti aspetti tracciato”. Così il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel discorso sulle Considerazioni finali sul 2019. “Per riportare la dinamica del prodotto intorno all’1,5 per cento (il valore medio annuo registrato nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria globale) servirà un incremento medio della produttività del lavoro di poco meno di un punto percentuale all’anno. Questo obiettivo richiede un forte aumento dell’accumulazione di capitale, fisico e immateriale, e una crescita dell’efficienza produttiva non dissimile da quella osservata negli altri principali paesi europei. Conseguirlo presuppone comunque una rottura rispetto all’esperienza storica più recente, richiede che vengano sciolti quei nodi strutturali che per troppo tempo non siamo stati capaci di allentare e che hanno assunto un peso crescente nel nuovo contesto tecnologico e di integrazione internazionale”

Bankitalia, Visco: ‘Pil -5% in I trim, caduta più marcata nel II trim. Da recessione forte impatto su finanze pubbliche’

“Nel primo trimestre il PIL in Italia ha registrato una flessione dell’ordine del 5 per cento; gli indicatori disponibili ne segnalano una caduta ancora più marcata nel secondo”. Così il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel discorso sulle Considerazioni finali sul 2019. “L’impatto della recessione e delle misure messe in campo per contenerne le conseguenze è forte sulle finanze pubbliche. Un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi. L’economia italiana deve trovare la forza di rompere le inerzie del passato e recuperare una capacità di crescere che si è da troppo tempo appannata. Nonostante le profonde ferite della crisi e le scorie non ancora assorbite di quelle precedenti, le opportunità in prospettiva non mancano; il Paese ha i mezzi per coglierle”

Confindustria, Bonomi: un milione posti di lavoro a rischio, lavoro non arriva per decreto’

“Aspettiamo i dati di fine maggio, ma si parla di 700mila e un milione di posti di lavoro che sarebbero a rischio” a causa dell’emergenza coronavirus-COVID-19. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso di “C’era una svolta. Prospettive dell’impresa italiana” organizzato dalla Fondazione Fiera Milano. Bonomi è anche presidente di Fiera Milano.“In Italia si è sempre pensato che il lavoro venisse per decreto, ma purtroppo l’economia è altro: i posti di lavoro si creano solo se ci sono investimenti. Il problema dell’automotive non si risolve con la Cassa integrazione”, ha affermato Bonomi. Di conseguenza, “o liberiamo energia e risorse delle imprese, facendo scelte anche dolorose, o noi non cresceremo”.IL numero uno di Confindustria ha ricordato anche che “ci sono dei nodi fondamentali che dobbiamo affrontare. Penso all’automotive, al fisco, che deve essere una leva di competitività e non solo uno strumento per il gettito, il lavoro. Penso anche alle infrastrutture, le grandi opere e il mondo dell’acciaio”.

Istat: a maggio fiducia imprese piomba a valore minimo da inizio serie storica

Dopo la sospensione di aprile dovuta all’emergenza sanitaria in corso, l’Istat comunica le nuove stime effettuate con i dati raccolti a maggio che indicano livelli storicamente bassi dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (94,3) e dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (51,1).“L’emergenza sanitaria in corso – si legge nella nota dell’Istat – continua a influenzare negativamente il clima di fiducia degli operatori economici: per i consumatori l’indice raggiunge il valore più basso da dicembre 2013; per le imprese registra il valore minimo dall’inizio della serie storica, a marzo 2005. Per quanto riguarda le imprese, si rilevano livelli bassi di fiducia soprattutto nei servizi di mercato mentre la manifattura evidenzia una maggiore tenuta”.

Piazza Affari, la migliore d’Europa in avvio: vola Ferragamo con nuova governance

Partenza in deciso rialzo per Piazza Affari all’indomani del nuovo piano Ue. Nei primi istanti di contrattazioni l’indice Ftse Mib, tra i migliori in Europa, sale di circa l’1% a 18.077 punti, con i bancari che si mettono subito in evidenza come era accaduto nella seduta di ieri. In particolare, si posiziona tra le migliori del listino Bper Banca che avanza di oltre il 4 per cento.Ma la protagonista indiscussa è Salvatore Ferragamo che vola in Borsa (+10%) all’indomani dell’annuncio di una nuova governance, con Michele Norsa (ex-a.d. del gruppo de lusso) che torna nei panni di vicepresidente con poteri esecutivi. In recupero, dopo avvio di settimana all’insegna della debolezza, per DiaSorin che oggi torna agli acquisti e ora mostra una crescita di circa il 3 per cento.

Credito: domande moratoria salgono a 250 mld, quasi 400mila le richieste finanziamenti da Pmi

Sale a 2,4 milioni il numero di richieste di adesione alle moratorie sui prestiti, per un valore di 250 miliardi. Si avvicinano a quota 400.000 le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentate al Fondo Centrale di Garanzia. Attraverso ‘Garanzia Italia’ di Sace sono state concesse garanzie per 204 milioni di euro, su 27 richieste ricevute. Sono questi i principali risultati della rilevazione settimanale effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19 e diffusa oggi dal ministero dell’Economia

Sostegno agli Stati

Lo strumento principale per aiutare la ripresa degli Stati membri è la Recovery and Resilience Facility, che prevede un sostegno finanziario per investimenti e riforme per accelerare la ripresa e rendere le economie dei Paesi Ue più resilienti e preparate al futuro. Ha un budget di 560 miliardi tra prestiti (250) e trasferimenti (310). Per accedere a questi fondi i governi devono presentare dei Piani nazionali di ripresa che dovranno essere in linea con gli obiettivi del Semestre europeo (quindi con le Raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione), con i Piani energia e clima e i programmi Ue. C’è poi un secondo strumento chiamato «React-Eu» (valore 55 miliardi) che interverrà attraverso la politica di coesione per far arrivare gli aiuti ai territori, alle Regioni, alle città e alle imprese, ai settori dal turismo alla cultura. Il criterio di allocazione delle risorse terrà conto dell’impatto della crisi e non sarà quello della politica di coesione. Sarà operativo già da quest’anno. Infine saranno rafforzati due programmi esistenti: quello sullo sviluppo rurale e il Just transition mechanims, per una transizione verde equa.

Le ricadute sull’Italia

All’Italia la Commissione aveva rivolto quattro raccomandazioni specifiche, che chiedono di intervenire sul sistema sanitario; sul mondo del lavoro per garantire un’adeguata protezione dei lavoratori, in particolare gli atipici, ma anche mettendo in campo politiche attive; rafforzare l’insegnamento e le competenze a distanza, incluse quelle digitali; assicurare l’applicazione delle misure che forniscono liquidità all’economia reale, incluse le Pmi, le aziende innovative e gli autonomi, ed evitare i ritardi nei pagamenti. In particolare si chiede anche di promuovere gli investimenti per la ripresa, con un focus sul green e la digitalizzazione: energie pulite, ricerca e innovazione, trasporti pubblici sostenibili, gestione dei rifiuti, e rafforzamento dell’infrastruttura digitale. Quarta raccomandazione: migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e l’efficienza della pubblica amministrazione. Se poi si guardano i settori più colpiti, ci sono il turismo, l’automotive, i trasporti. L’Italia nell’elaborare il Piano per la ripresa da sottoporre a Bruxelles per l’approvazione e dunque ottenere i fondi Ue dovrà quindi tenere presente questi ambiti di azione.

Bce esclude Italexit e nuova crisi euro post pandemia. Lagarde minimizza su boom debiti ma c’è il paper che avverte sui conti pubblici

Italexit o Italia fuori dall’euro? Il numero due della Bce Luis de Guindos non ci crede e non condivide la preoccupazione di diversi analisti, che ammettono il rischio di un debito-Pil del paese destinato secondo Fitch a balzare al 156% nel 2020, e che segnalano il populismo che avanza.
Non ci crede neanche la numero uno della Bce Christine Lagarde che, in occasione di un evento online dedicato ai giovani, afferma di non temere che si possa verificare una crisi dell’euro a seguito della pandemia, e per colpa del balzo dei debiti. Balzo dei debiti inevitabile visto che, per mettere in sicurezza le rispettive economie, i governi stanno lanciando diversi stimoli fiscali:“Sicuramente no – ha detto Lagarde – Non siamo preoccupati al momento per i debiti (dei paesi dell’Eurozona). E non ci sarà alcuna crisi dell’euro a causa dei debiti pubblici più alti, visto che i debiti stanno aumentando in tutto il mondo”.  Anzi, far salire i debiti in un contesto del genere, caratterizzato dalle gravi conseguenze dell’emergenza coronavirus COVID-19 sull’economia, “è stata la cosa giusta da fare”.In ogni caso, più che il debito è il costo per servirlo che è importante: e con la bassa inflazione e i tassi di interese negativi, Lagarde fa notare queste spese sono estremamente basse. L’ex direttrice dell’Fmi sembra commentare implicitamente anche quanto scritto dal Washington Post nelle ultime ore:“Se non si lancerà un qualche tipo di salvataggio finanziaerio, l’Italia potrebbe essere costretta a uscire dall’euro, portandosi dietro altri paesi altamente indebitati”.Discorso simile a quello fatto dal vicepresidente della Bce:
“Non la metterei in quel modo – ha detto de Guindos rispondendo al rischio di una Italexit e/o di un’Italia che esca dall’euro – credo che qui la cosa importante da considerare sia la necessità di mettere in prospettiva la risposta politica”.Ovvero? “La chiave è la politica fiscale…e, vedete,  nel breve termine con la pandemia e la crisi che stiamo soffrendo, una risposta fiscale nazionale ma anche paneuropea sarà assolutamente necessaria”.
Il funzionario parla in attesa della proposta sul Recovery Fund da parte della Commissione europea di Ursula von der Leyen, attesa per oggi. Il debito italiano, dunque? “Sicuramente, alla fine della pandemia, il valore del debito pubblico sarà più alto. Ma l’alternativa di non fare nulla è molto peggio”, ha detto.  “Sarebbe molto peggio, in termini di crisi. E sarebbe molto peggio anche nella fase di ripresa”.
Insomma, a suo avviso la priorità ora è su risposte fiscali nazionali ed europee che siano “forti e potenti”. Ai debiti ci si penserà dopo. Idem Lagarde. Ma dopo quando?
Occhio infatti al rapporto Financial Stability Review (FSR) di maggio che la Bce ha appena pubblicato, da cui emerge che l’esplosione del coronavirus ha aumentato i rischi sulla stabilità finanziaria dell’area euro.
“Anche se il tasso dei contagi sta diminuendo in molti paesi, l’impatto sull’economia e sui mercati ha portato alla luce, aumentandole, le vulnerabilità esistenti nella stabilità finanziaria dell’area euro. I rischi alla stabilità finanziaria potrebbero crescere, visto che queste vulnerabilità interagiscono con la pandemia”.
Le vulnerabilità, si legge ancora, “includono prezzi degli asset particolarmente elevati, sostenibilità dei debiti sovrani e corporate e redditività debole delle banche”. Non per niente, il titolo del rapporto  è “Bce: la pandemia aumenta i rischi alla stabilità finanziaria”.
“In particolare le banche dell’area euro, sebbene ora meglio capitalizzate, faranno probabilmente fronte a perdite significative e a una ulteriore pressione sulla redditività – si legge ancora nell’analisi, commentata dallo stesso de Guindos:
“La pandemia ha provocato una delle contrazioni economiche più forti della storia recente, ma misure ad ampio raggio hanno impedito il crollo finanziario. Tuttavia, le ripercussioni della pandemia sulle prospettive di redditività delle banche e sui conti pubblici di medio termine dovranno essere affrontate, in modo tale che il nostro sistema finanziario continui a sostenere la ripresa economica”.
Insomma, nel breve termine nessun panico sui debiti. Ma già nel medio, le finanze pubbliche torneranno a essere osservate speciali.

Recovery Fund e Bce più flessibile su capital key premiano i BTP. Spread sotto 200, occhio a nota Goldman Sachs

Ancora una giornata di acquisti sui BTP, con lo spread BTP-Bund che è sceso oggi anche sotto la soglia dei 200 punti base, fino a 198,63 punti.  In flessione anche i tassi sui BTP decennali, scivolati fino al minimo delle ultime sette settimane, e in calo per la settima seduta consecutiva, dopo l’annuncio della proposta franco-tedesca sul Recovery Fund.
aggiornamento con BREAKING NEWS Sentenza Karlsruhe, la Bce sta lavorando a piano emergenza per continuare QE senza BundesbankUn ulteriore assist è arrivato nelle ultime ore dalla Bce, in particolare dal governatore della Banca di Francia ed esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale: Francois Villeroy de Galhau. Le sue parole hanno alimentato le speculazioni sull’annuncio di nuovi stimoli monetari straordinari. in occasione del meeting della Bce previsto per la prossima settimana. E hanno fatto sorgere anche il dubbio che Francoforte sia disposta a far cadere quello che potrebbe essere considerato come uno degli ultimi tabù rimasti da infrangere: quello del capital key.Gli acquisti sui BTP hanno così permesso ai tassi decennali di scendere fino all’1,53%, a fromte di uno spread che è tornato sotto la soglia dei 200 punti per la prima volta dalla metà di aprile.Merito anche del francese Villeroy che, in un discorso proferito ieri sera, ha detto che le banche centrali nazionali dell’Eurozona dovrebbero prepararsi ad acquistare più bond di un certo tipo rispetto ad altri, per assicurare una trasmissione più fluida della politica monetaria.“Alcune banche centrali dovrebbero poter acquistare più (bond); altre di meno,  se questo fosse necessario per prevenire una frammentazione, dinamiche di mercato o scompensi di liquidità non desiderati, che potrebbero presentarsi sui mercati”, ha detto il banchiere.In un’intervista rilasciata alla Cnbc, Villeroy ha esortato praticamente banche centrali dell’area euro a non attenersi per forza in modo meticoloso alla regola del capital key, in riferimento al PEPP:“Il PEPP non riguarda solo la quantità. La sua principale innovazione…è la sua flessibilità..non siamo vincolati ad acquistare un ammontare fisso (di bond) al mese…e non siamo vincolati a una suddivisione predeterminata sulla base di classi di asset o di giurisdizioni. Siamo dunque aperti sul volume, siamo aperti a un programma senza scadenza, che sia legato piuttosto alla data in cui si potrà parlare di fine della crisi COVID-19,  (..). Se vogliamo garantire la massima efficacia del PEPP non dobbiamo essere vincolati alla regola del capital key”.Intervistato da Reuters, Nick Kounis, numero uno della divisione di ricerca dei mercati finanziari presso ABN Amro, ha interpretato i commenti di Villeroy affermando che la Bce, probabilmente, è disposta a deviare ulteriormente dalla regola del capital key negli acquisti lanciati con il QE pandemico.A far salire i BTP anche l’attesa per il Recovery Fund.Capire quale sarà l’effettiva natura del fondo è al momento difficile, se si considera che i quattro paesi frugali (o, come li ha definiti l’ex premier Enrico Letta, tirchi), ovvero Austria, Olanda, Danimarca e Svezia hanno già presentato una loro controproposta, che conferma le nette divisioni che continuano a esistere in seno all’Unione europea.Grande è l’attesa per la proposta sul Recovery Fund che sarà presentata domani, mercoledì 27 maggio, dalla Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen.In una nota diramata oggi, gli analisti di Goldman Sachs hanno calcolato comunque che, “nel nostro scenario di base (e nel caso in cui il bazooka del Recovery Fund venisse davvero lanciato), Italia e Spagna riceverebbero rispettivamente 85 miliardi e 65 miliardi di euro. In realazione ai loro contributi al bilancio (Ue) – sottolineano gli analisti – ciò significa che il trasferimento di risorse di lungo periodo sarebbe pari all’1,5% del Pil nel caso dell’Italia e al 2% del Pil nel caso della Spagna, con i finanziamenti che arriverebbero dai paesi ‘core’ e da altri membri dell’Unione europea”.“Allo stesso tempo, prevediamo che i trasferimenti al sud Europa potrebbero essere molto più sostanziosi, se si guardasse – e così sembra essere, almeno nella proposta franco-tedesca – ai paesi che sono stati colpiti più degli altri dal coronavirus COVID-19.Goldman Sachs ritiene ch, la Commissione europea presenterà una propria proposta di un ammontare superiore a quello proposto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron, pari a 500 miliardi di euro. Ma, alla fine, la somma non si discosterà molto da questa.“Ci aspettiamo che la versione finale del Recovery Fund sarà di un ammontare vicino ai 500 miliardi di euro, con una porzione rappresentata da prestiti (dunque non solo da sovvenzioni). Nello specifico, stimiamo che i prestiti rappresenteranno il 10% del totale del Recovery Fund, dunque 50 miliardi di euro, coinvolgendo la partecipazione della Bei”.Secondo il colosso Usa, il Recovery Fund non sarà in ogni caso operativo “prima del 2021”, se si considera l’iter di approvazione, che implica la ratifica di tutti i 27 parlamenti dei rispettivi paesi membri dell’Ue.Nello scenario di base, Goldman Sachs prevede che i 450 miliardi di euro che saranno erogati come sussidi o sovvenzioni verranno effettivamente sborsati nel periodo compreso tra il 2021 e il 2023, con 300 miliardi nel 2021.“Consideriamo anche uno scenario più veloce, in cui le sovvenzioni vengano sborsate in due anni (con 400 miliardi di euro nel 2021), e uno scenario ‘lento‘ in cui la somma venga spalmata in quattro anni (soltanto 100 miliardi di euro nel 2021)”. “Nello scenario di base, l’Italia e la Francia ricevono ciascuna 85 miliardi di euro, più della Germania (76 miliardi) e della Spagna (65 miliardi). Nello scenario ‘generoso’, l’allocazione verso Italia e Spagna sale rispettivamente a 120 miliardi e 100 miliardi di euro”. In quest’ultimo caso, il trasferimento di risorse nette sarebbe pari al 3,5% del Pil nel caso dell’Italia e al 5% in quello della Spagna.Tuttavia il punto è che, secondo gli economisti di Goldman Sachs, l’apporto che il Recovery Fund darà nel riuscire a ridurre il funding gap si rivelerà, alla fine, modesto.“Al fine di calcolare il funding gap del periodo 2020-2022 – definito come deficit pubblico al netto dei sostegni Ue – combiniamo le nostre stime sui bisogni di finanziamento con gli acquisti dei debiti sovrani già annunciati dalla Bce”, precisano gli analisti di Goldman:“Nello specifico, includiamo sia il PSPP (programma di acquisto di asset noto come Quantitative easing, che al momento è pari ad acquisti di titoli per 20 miliardi di euro al mese più la somma di 120 miliardi per tutto il 2020) e il PEPP (il QE pandemico di 750 miliardi). Nel considerare queste previsioni, emerge che la Bce assorbirà le emissioni di tutta l’area (euro) di un valore che si aggirerà al 10% del Pil nell’arco dei prossimi due anni. In termini di allocazione per paese, partiamo dal nostro assunto di base secondo il quale il Consiglio direttivo della Bce sarà overweight su Francia, Italia e Spagna di 5 pp rispetto al capital key del 2020, effettuando poi acquisti in base alla regola del capital key nel 2021″. Anche Goldman ritiene di conseguenza che la Bce sarà più flessibile nei confronti della regola del capital key.Detto questo, “nonostante gli acquisti della Bce, i fondi del MES, i fondi SURE e lo scenario di base per il Recovery Fund, il funding gap netto dell’Eurozona sarà ancora pari al 3% del Pil nel 2020-22, con i maggiori fabbisogni che caratterizzeranno l’Italia (4% del Pil) e la Spagna (4% del Pil), anche se, sottolinea Goldman Sachs, “gestibili rispetto alla dimensione dei relativi deficit”.Gli esperti intravedono però la presenza di rischi al rialzo sul funding gap, che sono tra l’altro “molto sensibili a come gli acquisti della Bce verranno distribuiti. Per esempio, i bisogni di finanziamento di Italia e Spagna salirebbero in modo notevole se la Bce decidesse di condurre il QE in base alla regola del capital key (invece di premiare Francia, Spagna e Italia di 5 punti percentuali, così come sta facendo oggi)”. Ma Villeroy oggi ci ha detto proprio che la regola della Bce, per ora, sarà quella di non attenersi troppo alle sue regole. Per la gioia di Karlsruhe. E di tutti i tedeschi falchi.

DIFESA AD OLTRANZA (ma in Italia potrebbe non essere così)

Resto dell’idea che ci sia troppa positività sull’impatto della bomba di liquidità sul sistema. E’ sicuramente una quantità di denaro immane, mai visto nulla di simile in passato, ma continuo a pensare che si sottovaluti gli effetti del Covid-19 soprattutto a livello di “logoramento” di sistema.
Un esempio chiarissimo lo abbiamo visto in questi giorni. Un colosso noto a tutti che salta come un tappo di champagne.

(…) Il fallimento della multinazionale dell’autonoleggio Hertz, che sabato ha dichiarato “Chapter 11” sulle attività in Stati Uniti e Canada, rappresenta il primo default eccellente da pandemia. Ed è probabile che non sarà l’unico. D’altronde anche con la fine del lockdown e la fase 2 è difficile ipotizzare un ritorno alla normalità per alcuni settori particolarmente colpiti dalla pandemia come le linee aeree, il noleggio auto a breve termine, il turismo e altri. Per molte di queste aziende il lockdown ha comportato una drastica riduzione (se non un azzeramento) del fatturato che ha comportato un immediato peggioramento degli indicatori di sostenibilità del debito. (…)

A dire il vero, proprio sorprendente non lo era, quantomeno per gli addetti ai lavori. Infatti i famosi CDS, i credit default swap alias i contratti assicurativi sulla solvibilità dell’emittente, già stavano dando segnali chiarissimi di difficoltà. Difficoltà che poi è sfociata nel default.

CDS Hertz 5yr

La frase che mi verrebbe da dire a questo punto è “Avanti un altro”, oppure “Chi sarà il prossimo”? Perché quanto è successo a Hertz, accadrà sicuramente a molte altre società. Nell’articolo sopra citato si parlava di compagnie aeree, di turismo, di crociere e di tutto quel mondo che si è inchiodato e che lungo tempo non sarà più quello di una volta. Se mai tornerà ad esserlo.
E diciamo che anche a livello di spread, si inizia a vedere un chiaro peggioramento del mondo crediti. Ma non sicuramente quanto ci saremmo potuti immaginare. Anzi, gli spread tra BBB e govies si sta tornando a chiudere.

Spread BBB vs Government bonds

Malgrado il fatto che il mondo corporate ha approfittato delle condizioni eccellenti per rincarare la dose ed indebitarsi come non mai. Guardate gli USA.

Quindi ci sarebbe da chiedersi…ma cosa sta accadendo? Beh, in realtà i conti tornano perché abbiamo i nuovi angeli custodi del credito, coloro che in ultima istanza salvano tutto e tutti. Perché rispetto alla crisi Lehman, qui il bubbone è ben più grande ma il sistema è BEN cosciente di cosa potrebbe succedere. E allora, onde evitare gli errori gestionali visti con la crisi subprime, alza le paratie e difende anche l’indifendibile. Banche centrali che comprano bond HY, e ne stanno comprando a ritmo frenetico (si calcola circa di 2,4 miliardi di USD all’ora) e forse si spingeranno anche oltre, se sarà necessario. Con tutto quello che ne consegue.

(…) Insomma, al netto di tutto, sorge una domanda: quanto è residuale il concetto di libero mercato nel mondo a controllo finanziario centralizzato? Ma, soprattutto: quale impatto avrà un eventuale ritiro – anche minimo – delle misure di stimolo straordinarie su un contesto come questo, totalmente dipendente dalle mosse delle Banche centrali e privo di ogni principio minimo di price discovery e fair value, come testimonia il dato degli utili per azione a 12 mesi del Nasdaq? Forse, l’idea di fondo è proprio quella di rendere – giocoforza – lo straordinario come nuovo ordinario? Il new normal, insomma. (…)

The New Normal, quanto abbiamo descritto più volte. E le anomalie di borsa sulle quali vi ho già annoiato a morte. E l’impatto dell’ipotetica exit strategy, perché prima o poi ci dovrà essere la exit strategy. Ma in quali condizioni e termini, oggi è assolutamente impossibile prevederlo. Intanto però è palese lo stato di onnipotenza delle banche centrali e dei governi “che contano” (quello che io chiamo spesso il SISTEMA) che hanno preso il controllo di tutto a suon di acquisti. Ricordiamolo: hanno messo sul piatto circa il 24% del PIL globale. Ma questa percentuale è destinata a lievitare ancora.A questo punto possiamo dire che “andrà tutto bene”? Fosse facile, sarebbe la panacea di tutti i mali. Ma noi sappiamo bene che non basterà e ci vorrà pochissimo per rompere quegli equilibri precari che si sono formati.
Tanto per cominciare non dimentichiamo che il sistema si è mosso in modo proattivo soprattutto dove aveva i mezzi per poter essere veramente invasivo. Quindi il discorso appena fatto è valido per economie come USA e Germania, tanto per fare due nomi. Ma pr altri paesi come l’Italia?
Chi avrà le spalle più larghe, ne uscirà meglio. Chi invece è più debole, ne uscirà ancora più indebolito.Proprio ieri parlavo dell’ITALIA Meditate…
E se parliamo di debolezza quindi, non possiamo non rivalutare il pericolo di sostenibilità per il mondo bancario italico, proprio per le motivazioni sopra esposte.

(…) La pandemia potrebbe bruciare il 20% dei ricavi delle banche e fino al 60% dei profitti medi, in Europa come in Italia. Un falò di proporzioni tali che, se le banche europee vorranno mantenere intatto il rapporto tra costi e ricavi, dovranno varare la più profonda revisione dei costi mai vista, qualcosa nell’ordine dei 35-40 miliardi di euro: significa moltiplicare per due gli sforzi fatti dalla crisi Lehman ad oggi. (…) [

Quindi prepariamoci all’ennesima rivoluzione. Il Covid-19 ha già cambiato molto nelle abitudini dei bancari e del modo di concepire la banca. Ma sono i primi passi per una futura nuova rivoluzione che sarà tanto più necessaria, quanto la crisi andrà a colpire i bilanci delle banche, con redditività in forte calo e NPL in forte ascesa. Un mix esplosivo che non lascerà indenne la redditività e la sostenibilità del settore.

(…) La partita vera per le banche italiane si giocherà, come si è iniziato a vedere già con le prime trimestrali, sul campo degli accantonamenti. Perché maggiori saranno le coperture fatte in vista delle future perdite su crediti, più risicati saranno i profitti. (…)

Quindi anche qui, la banca che già prima era più solida ne uscirà addirittura rafforzata a livello di settore. Ma attenzione, tagliare i costi per cercare disperatamente redditività, significa anche tagliare gli investimenti e quindi, frenare il percorso che porta alla banca del futuro.
Capite benissimo quindi che la sfida è ampiamente aperta, e bisognerà ripensare a modelli di business, offerta alla clientela, gestione degli investimenti e dei costi.Chi riuscirà a farlo meglio degli altri, ne uscirà vincitore. Ma questo non solo per il mondo bancario, sia ben chiaro, ma per tutto il tessuto produttivo.
La sfida è aperta, ma sarà una sfida molto molto complicata.

Coronavirus: al via riduzione di 600 mln per bollette piccole imprese

Al via la riduzione di 600 milioni di euro per le bollette dell’elettricità delle utenze non domestiche connesse in bassa tensione attraverso la diminuzione delle componenti fisse delle tariffe di trasporto, distribuzione e misura e degli oneri generali. A pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Rilancio, con la delibera approvata oggi, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) rende operativa la misura prevista dall’art. 30 che era stata oggetto della propria segnalazione al Governo e al Parlamento, come una delle proposte a contrasto dell’emergenza Covid-19. Nel dettaglio, l’Arera spiega che ai piccoli esercizi commerciali, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti e servizi (i clienti in bassa tensione non domestici) con potenza superiore a 3 kW, per il trimestre maggio- giugno-luglio, viene azzerata la quota relativa alla potenza e applicata solo una quota fissa di importo ridotto (fissata convenzionalmente a quella corrispondente alla potenza impegnata di 3 kW), senza ridurre in alcun modo il servizio effettivo in termini di potenza disponibile.Nella nota ufficiale si legge che il risparmio per 3,7 milioni di clienti non domestici interessati – che arriva a valere circa 70 euro al mese per un cliente con contratto con potenza pari a 15 kW – sarà particolarmente incisivo sulla spesa totale della bolletta per gli esercizi commerciali ancora costretti alla chiusura, riducendola fino al 70%. Per gli esercizi che hanno riaperto, il risparmio si attesterà comunque tra il 20% e il 30% della spesa totale della bolletta.

Piazza Affari, avanti tutta su speranze ripresa: volata di Bper nel finale, bene industriali e lusso

Continua la striscia di rialzi a Piazza Affari che, insieme alle principali Borse europee e a Wall Street, guarda con fiducia alla ripresa post lockdown. A Milano, l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un progresso dell’1,5% a 17.860,46 punti. Il prossimo ostacolo al rialzo è la zona di resistenza importante tra 18.000 e 18.400 punti, dove passa il 38,2% di Fibonacci di tutto il down trend avviato a febbraio 2020. A incoraggiare i mercati è la prospettiva di una ripresa dell’economia mondiale che mette in secondo piano le preoccupazioni legate alla pandemia, le tensioni internazionali tra Usa e Cina e quelle a Hong Kong. Il mercato si concentra in questa fase all’allentamento delle misure di confinamento in diversi paesi, che continuano ad alimentare le speranze di un ritorno progressivo alla normale attività delle imprese.Tra i protagonisti di giornata a Piazza Affari spiccano gli industriali, il mondo del lusso e i bancari (in gran spolvero in tutta Europa), settori che più di altri hanno sofferto nell’ultimo periodo, e che ora stanno beneficiando dell’ottimismo che ruota attorno alla ripresa dell’attività dopo la chiusura dettata dal lockdown. Tra i titoli del comparto bancario, che beneficiano anche della discesa dello spread, spicca il rally pomeridiano di Bper Banca (la peggiore da inizio anno del Ftse Mib), con una volata che l’ha portata ad archiviare la giornata in rialzo del 10,4%. Positiva anche Mediobanca che ha guadagnato il 5,7%. In prima fila anche le big del lusso che risalgono la china dopo i cali della scorsa settimana in scia alle tensioni ad Honk Kong, con forti acquisti per Salvatore Ferragamo (+7,3%) e Moncler (+4,9%). Quest’ultima ha comunicato oggi il rinnovo del patto parasociale attualmente in essere tra Ruffini Partecipazioni Holding di Remo Ruffini e Venezio Investments Pte. Tra gli industriali in evidenza anche oggi Leonardo (+6,7%).Sul fronte opposto, quello delle vendite, giornata da dimenticare per Diasorin che è scivolata sul fondo del paniere principale con calo del 5,9% prendendosi una pausa dai recenti guadagni. Il titolo del gruppo di diagnostica, reduce da un forte rally e best performer del Ftse Mib da inizio anno, ha incassato oggi la bocciatura di Jefferies che ha abbassato la raccomandazione a underprform dal precedente hold. Il target price è stato tuttavia rivisto al rialzo a 120 euro dal precedente 101 euro. “La valutazione di DiaSorin è al momento difficile da giustificare, visto che l’azione scambia a circa 50 volte il consenso sull’Eps 2021, con un premio di circa il 90% rispetto ai peer”, segnala l’analista di Jefferies. Segno meno anche per Saipem (-0,4%) nonostante l’annuncio dell’accordo con Equinor, della durata di due anni per fornire servizi di ingegneria a livello mondiale.

Bini Smaghi spinge su M&A: in Europa servono grandi banche. E l’EBA propone aiuti in stile TARP con Recovery Fund

Le banche americane riusciranno ad assorbire meglio di quelle europee lo shock provocato dalla pandemia del coronavirus. Parola di Lorenzo Bini Smaghi, ex esponente del Consiglio direttivo della Bce, al momento presidente del colosso bancario francese Société Générale.

In un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, Bini Smaghi parla di banche europee, ma anche di Recovery Fund e di MES.
“Il divario tra grandi banche Usa ed europee è destinato ad aumentare – sottolinea, riferendosi alle conseguenze della crisi sul settore bancario – In entrambi i continenti si prospetta un calo della redditività, ma le dimensioni consentiranno ai colossi statunitensi di assorbire meglio e più rapidamente lo shock economico. In Europa servono grandi banche, ma temo che le aggregazioni paneuropee purtroppo per un po’ di tempo saranno impossibili. Sia per il calo della redditività, e quindi per la crescente difficoltà ad attrarre capitali privati. Sia perché, essendo diventate strumento di politica economica, è difficile che gli Stati rinuncino proprio in questa fase ad avere banche nazionali”.Tutto questo mentre si mette in evidenza l’auspicio di José Manuel Campa, numero uno dell’Eba, l’Autorità bancaria europea che chiede, in un’intervista a Reuters, “un approccio europeo a sostegno delle banche”. Spiegando che “ciò potrebbe verificarsi sotto forma di una ricapitalizzazione precauzionale stile Tarp. Qui, il fondo di ripresa Ue potrebbe svolgere un ruolo”.Dal Recovery Fund proposto dalla Francia di Emmanuel Macron e dalla Germania di Angela Merkel aiuti dunque alle banche europee appartenenti a paesi più deboli e più colpiti dal coronavirus, come le banche italiane? Campa precisa che, a suo avviso, l’assistenza dovrebbe essere data comunque a banche reputate fondamentalmente solide ma che sono state colpite più che da altre dalla crisi COVID-19.
Intanto, Equita SIM calcola che “per recuperare gli impatti sul capitale previsti dall’EBA, sarebbero necessari fra i 22 e 37 miliardi di euro per le banche italiane”
Equita dirama oggi una nota dedicata proprio al settore bancario, facendo riferimento anche alle parole del numero uno dell’Eba, sulla necessità che venga lanciata un’operazione di ricapitalizzazione precauzionale à la Tarp Usa.
“L’EBA ha pubblicato un report in cui si stimano gli impatti del deterioramento macro legato al Covid-19 sulle banche europee. Non vengono forniti dettagli a livello di paese, l’assunzione sottostante è di una contrazione cumulata del Pil in 2 anni del 2,4%, ipotesi simile a quella incorporata nelle guidance dalle banche italiane. In base a 3 scenari differenti (nel primo è previsto che il deterioramento sia legato esclusivamente ai settori più immediatamente colpiti dalla crisi, mentre il terzo prevede effetti più pervasivi con allargamento ad esempio anche a prestiti personali) si stima:

  • un impatto negativo sul CET1 delle banche europee compreso fra -233 e -380 punti base, a causa delle perdite su crediti e aumento delle RWA. Le banche italiane hanno un CET1 2020 di 13,1%, che scenderebbe in un range 10,8% – 9,4% applicando l’impatto previsto dall’EBA.
  • il costo del rischio è atteso a 116 punti base nello scenario 1, 186bps nello scenario 2 e 200bps nello scenario 3. In occasione dei risultati del primo trimestre le banche hanno fornito guidance di costo del rischio FY di circa 100bps, ad eccezione di UniCredit che prevede 200-240bps per il CBK Italy.

“In base alle nostre stime – scrivono gli analisti di Equita – soltanto Intesa SanPaolo e Mediobanca risulterebbero in grado di generare utili incorporando i livelli di costo del rischio ipotizzati dall’EBA nei 3 scenari, mentre tutte le altre banche riporterebbero perdite anche a partire dallo scenario 2 (ie costo del rischio a 186bps). Le simulazioni fornite dall’EBA confermano – come prevedibile – che in uno scenario caratterizzato da elevata incertezza e probabile forte aumento nel costo del rischio, lo stock picking deve privilegiare banche di maggiore dimensione che, grazie alle economie di scala che garantiscono livelli superiori di efficienza e a business model più diversificati, risultano più attrezzate a fronteggiare shock esterni. La nostra strategia è coerente con questo approccio, visto che i nostri best pick sono rappresentati da Intesa SanPaolo, Mediobanca e Credem”.
Equita riprende poi, per l’appunto, le dichiarazioni del presidente dell’EBA José Manuel Campa, che “ha proposto di adottare un approccio europeo alla crisi utilizzando le risorse del Recovery Fund con uno schema simile al TARP (ie lo schema di ricapitalizzazione utilizzato in USA nel 2008)”.
A tal proposito, dai calcoli di Equita, emerge per l’appunto che per recuperare gli impatti sul capitale previsti dall’EBA sarebbero necessari fra i 22 e 37 miliardi di euro perle banche italiane”. In generale, secondo gli analisti, “la possibilità di utilizzare un approccio comune per ricapitalizzare le banche, benché favorita dal temporary framework che sospende di fatto il bail-in fino a fine anno, ci sembra di difficile implementazione – fra l’altro – per una questione di tempi e di scarsa uniformità nei profili di rischio delle banche europee”.
Tornando  a Bini Smaghi, l’ex esponente della Bce sottolinea nell’intervista al Sole 24 ore di sperare che la crisi rappresenti ‘l’occasione per promuovere un vero mercato unico dei capitali’. La crisi economica scatenata dal Coronavirus, spiega, dovrebbe essere sfruttata insomma dall’Europa come un’occasione per accelerare nel processo di integrazione.
Riguardo alla proposta del numero uno della Vigilanza sulle banche della Bce, Andrea Enria, relativa alla creazione di una bad bank europea, il presidente di SocGen commenta che “le bad bank vanno finanziate con capitali pubblici” e che “bisognerà vedere se il problema degli Npl sarà uguale in tutta Europa o se riguarderà principalmente i paesi che non hanno completato la riduzione dei crediti a rischio prima della crisi”. A suo avviso, “il problema dovrebbe riguardare soprattutto le banche medio-piccole, meno redditizie e meno attrattive per i capitali privati”.
Non poteva mancare una domanda sul Mes, che Lorenzo Bini Smaghi appoggia. L’economista ribadisce il suo sostegno al ricorso al Fondo salva stati.
Al giornalista, che gli fa notare che per ora solo Cipro lo ha richiesto e che gli domanda se per caso una “eventuale richiesta dell’Italia comporti uno stigma nei confronti degli investitori”, l’ex Bce risponde:
“Al contrario, lo stigma da parte degli investitori potrebbe esserci se non lo utilizzeremo. Un paese come l’Italia che rifiuta un prestito che costa meno delle emissioni di titoli di Stato nazionali dà l’impressione di fare scelte poco razionali, su basi ideologiche”.

Dl rilancio, Gualtieri: taglio Irap da 4 mld per 2 milioni imprese, lavoriamo su ‘Patrimonio Cdp’

Il taglio dell’Irap è una “misura importante, di sostegno, risultato di un dialogo con il mondo produttivo che ha avanzato una richiesta che abbiamo ritenuto giusto, sia pure in parte, accogliere” che “rappresenta un taglio alle tasse valutabile in 4 miliardi per due milioni di imprese”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione sul dl rilancio alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.Gualtieri ha parlato poi dell’istituzione “Patrimonio Rilancio” in Cdp, che “consentirà di effettuare interventi di supporto alla ricapitalizzazione di S.p.A. con sede in Italia che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro”.“Gli uffici – ha continuato – stanno già lavorando all’elaborazione del decreto attuativo, con il quale saranno definiti condizioni, criteri e requisiti di accesso per le due modalità operative, quella promozionale, in applicazione del Temporary Framework, e quella secondo logiche e condizioni di mercato, in ogni caso tenendo conto delle esigenze indicate dal decreto stesso (sviluppo tecnologico, infrastrutture critiche e strategiche, filiere produttive strategiche, sostenibilità ambientale; livelli occupazionali)”.

Effetto coronavirus-lockdown: Pil area Ocse -1,8% in I trim. Pil Italia -4,7%, Francia -5,8%

“A seguito dell’introduzione delle misure di contenimento sul COVID-19 lanciate in tutto il mondo, il Pil dell’area Ocse è sceso dell’1,8% nel primo trimestre del 2020, riportando la flessione più forte dalla contrazione pari a -2,3% del primo trimestre del 2009, all’apice della crisi finanziaria, stando alle stime provvisarie”. E’ quanto si legge nell’outlook trimestrale sull’economia dell’Ocse, appena diffuso.“Tra i paesi del G7, il Pil è sceso in modo significativo in Francia e Italia, dove le misure di lockdown sono state più severe e lanciate prima che in altri paesi”, si legge nel rapporto. Il Pil francese è crollato del 5,8%, mentre quello italiano del 4,7%, dopo rispettivamente i cali di -0,1% e -0,3% del quarto trimestre del 2019″.Confermata la recessione tecnica – due trimestri consecutivi di crescita negativa – sia per l’Italia che per la Francia.

Piazza Affari positiva, continua la corsa di Diasorin, bene Fca. Atlantia giù su nuovo scontro governo

Piazza Affari si muove in territorio positivo, proseguendo i guadagni della scorsa ottava. Poco dopo l’avvio l’indice Ftse Mib segna un +0,45% in area 17.393 punti, rallentano leggermente il passo rispetto all’avvio ma mantenendosi in linea con il resto d’Europa. La seduta odierna sarà probabilmente più tranquilla, complice la chiusura per festività di Wall Street (oggi si celebra il Memorial Day).Gli operatori guardano da una parte alla ripresa delle attività e ai piani di sostegno all’economia, con l’ultima voce riguardante un nuovo piano in Giappone da 929 miliardi di dollari (852 miliardi di euro). Dall’altra rimangono le tensioni a Hong Kong, che ieri ha visto la più grande manifestazione dallo scoppio della pandemia contro le nuove misure per la sicurezza nazionale decise dal governo centrale di Pechino. Ancora tensioni Usa-Cina, con lo stesso ministro cinese degli Affari Esteri, Wang Yi che, parlando alla stampa, ha detto chiaramente che la Cina e gli Stati Uniti sono a un passo da una nuova Guerra Fredda.Dal fronte macro è atteso l’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche. Intanto, sempre dalla Germania, è giunto il Pil che nel primo trimesttre 2020 ha segnato una contrazione del 2,2% rispetto al periodo precedente. Si tratta della più forte contrazione dell’economia tedesca dalla crisi finanziaria del 2008/2009 (nel primo trimestre del 2009 il Pil tedesco si era contratto del 4,7% rispetto al trimestre precedente), nonché il secondo più grave declino nella storia della Germania riunificata. Non solo. Con la revisione in negativo del dato sul Pil del quarto trimestre 2019 (da 0% a -0,1%) la Germania entra ufficialmente in recessione tecnica (così si definisce una variazione congiunturale negativa del Pil per due trimestri consecutivi).Guardando ai titoli di Piazza Affari, continua la corsa di Diasorin che segna un +1,6%. Tonica anche Fiat Chrysler Automobiles (Fca), tra i migliori titoli del Ftse Mib con un progresso del 2%. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha detto di essere fiducioso che il governo e Fca trovino un accordo sul prestito con garanzie statali per la casa automobilistica.Sul fondo del listini principale invece piomba Atlantia, che in avvio segna un -5% per poi limitare le perdite a un -2,9% in area 13,54 euro, dopo il nuovo sconto con il governo. La holding della famiglia Benetton ha infatti deciso di rinviare altri investimenti sulla rete autostradale controllata da Autostrade, visti i gravi danni provocati dalle mancate risposte della politica italiana. La società si riferisce alla questione legata ad Aspi e alla revoca della concessione, dopo il crollo del ponte di Genova.

Letta, Ue: ‘soldi vengano distribuiti direttamente in tasche cittadini e imprese. I quattro paesi frugali? Piuttosto, tirchi’

“I fondi che si stanno negoziando in Europa non vengano distribuiti dai singoli Stati: sia direttamente Bruxelles a metterli nelle tasche di cittadini e imprese”. La proposta arriva dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta. In un’intervista rilasciata a La Stampa, Letta si racconta. L’ex premier ha trascorso il suo lockdown a Roma, dove non ha potuto fare a meno di notare “ancora tensione, troppi sguardi in cagnesco”. E. anche, troppo “euroscetticismo”. Fattore che conferma come la forbice tra ciò che l’Europa fa davvero per l’Italia e ciò che viene percepito continua a rimanere troppo ampia. Tanto che, per molti, Cina e Russia starebbero facendo molto di più per aiutare la nostra economia: “C’è uno scarto impressionante tra quello che sta facendo l’Europa e la percezione dei cittadini: secondo i sondaggi, molti credono che ci stiano aiutando più Cina e Russia, con qualche milione di euro, dell’Unione europea che sta mettendo miliardi. La gente deve percepire che le risorse che ci aiuteranno a ripartire sono targate Ue”.
Sarebbe di conseguenza un bene se, una volta raggiunto un accordo sul Recovery Fund, i soldi non venissero erogati dal tramite dei singoli Stati, ma da Bruxelles. Certo, viene ricordato come ci siano ancora diversi paesi, in Europa, contrari alla proposta franco-tedesca, la cui realizzazione comporterebbe l’erogazione di sussidi, non di prestiti da restituire. Frugali? Per Letta il termine frugale ha un’accezione positiva. Sarebbe il caso di estrarre dal vocabolario il termine “tirchi”, dice.“Il termine frugale ha un’accezione positiva – spiega Letta – Preferisco come vengono chiamati in Francia: Paesi radins».I Paesi «tirchi»” Tra l’altro, la loro proposta (di erogare prestiti, a fronte dell’osservanza di determinate condizioni) “non si può definire tale, è un modo per non sedersi nemmeno a trattare. È la premessa per arrivare all’opting out inaugurata dall’Inghilterra: quando si contrapponeva talmente a qualunque forma di avanzamento dell’integrazione europea da far passare l’idea che gli altri andassero avanti a negoziare mentre loro si tenevano fuori. Lo hanno fatto in varie occasioni, con l’euro, con Schengen…”. A suo avviso questi paesi frugali a suo avviso tirchi – in questo caso sono Austria, Danimarca, Olanda e Svezia – che hanno presentato di fatto una loro controproposta a quella di Merkel-Macron – devono essere consapevoli delle loro dimensioni: solo due – Austria e Olanda -sono nell’euro, e due su 19 sono una piccola minoranza. Non si può fermare tutto per l’avarizia di due Paesi».In queste ore i quattro paesi hanno fatto di tutto per prendere le distanze dal piano franco-tedesco. Eppure proprio in una recente intervista a Bloomberg inizialmente il premier austriaco Sebastian Kurz aveva manifestato l’intenzione di mostrare solidarietà all’Italia, sottolineando che, senza l’Ue, Roma non riuscirebbe a gestire il suo carico di debiti. Peccato che in quell’occasione Kurz non avesse esplicitato cosa significhi per lui “solidarietà”, cosa che ha fatto invece qualche giorno fa, quando ha detto che ‘vogliamo mostrare solidarietà ai paesi che sono stati colpiti in modo particolarmente duro dalla crisi (del coronavirus COVID-19), ma ritieniamo che i prestiti siano la cosa giusta, non i sussidi”.I quattro paesi frugali – tirchi per Letta – hanno presentato la loro proposta nella giornata di sabato 23 maggio: nel testo, si legge che la ripresa economica debba essere accompagnata da “un forte impegno verso le riforme e gli impegni di bilancio”. Il Fondo di emergenza ci sarebbe ma avrebbe al massimo una durata di due anni. Austria, Danimarca, Svezia e Olanda hannno anche auspicato controlli in modo che i fondi stanziati vengano protetti da eventuali frodi, e che la spesa dunque venga monitorata per evitare qualsiasi episodio di corruzione. I quattro insistono che debba essere esclusa una qualsiasi “mutualizzazione del debito” in quanto un tale iter porterebbe i paesi meno disciplinati e più deboli dell’Ue a percepire finanziamenti a tassi più agevolati caricando gli oneri sulle spalle dei paesi più forti del Nord Europa.

Fase 2 a rilento: consumatori rimandano acquisti tra paura e voglia di risparmiare

l 72% delle imprese è già ripartito, ma solo il 29% degli italiani è tornato a servirsi delle attività che hanno riaperto per acquistare prodotti o servizi. Il weekend, però, potrebbe segnare un’accelerazione: il 26% dei consumatori progetta acquisti proprio per questo fine settimana, il primo del dopo-lockdown. È quanto emerge da un sondaggio condotto da SWG con Confesercenti su consumatori ed imprese.Tra chi ha rinunciato agli acquisti, il 54% dichiara di non aver comprato perché non ne aveva bisogno. Il 24%, invece, non è tornato in negozi e bar per timore di esporsi a rischi. Ma c’è anche un 14% che preferisce risparmiare.Anche una volta terminata l’emergenza, gli italiani appaiono propensi a cambiare le loro abitudini: l’88% ritiene che continuerà ad evitare assembramenti, mentre il 68% ha riscoperto grazie alla mobilità ‘ristretta’ le attività del proprio quartiere, e segnala l’intenzione di servirsene di più. Più di quanti (il 54%) hanno invece intenzione di rivolgersi maggiormente, in futuro, all’online.Lato esercenti, a soffrire di più sono ristoranti, trattorie e pizzerie: il 92% degli imprenditori della somministrazione ritiene insoddisfacenti o molto insoddisfacenti i risultati dei primi giorni d’apertura. Seguono i bar (83%). Centri estetici e parrucchieri, invece, vivono un primo rimbalzo, con una percentuale di soddisfatti e molto soddisfatti rispettivamente del 81 e del 62%.Su tutti, pesa l’aumento delle spese: in media, sanificazione e dispositivi di protezione sono costati 615 euro ad impresa. Secondo un approfondimento di Confesercenti sui propri associati, tra le imprese che hanno fatto richiesta per le forme di credito agevolato messe a disposizione dal Decreto Liquidità, il 51% riferisce di aver ricevuto risposta negativa.

Piazza Affari chiude in bellezza l’ottava: +4% Unicredit, solo un titolo fa meglio sul Ftse Mib

Piazza Affari finisce la settimana con un convinto segno più distinguendosi in positivo rispetto alle altre Borse. Il Ftse Mib, dopo un avvio difficile, ha chiuso a +1,34% a quota 17.316 punti. L’acuirsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina è passato in secondo piano in una giornata priva di spunti di rilievo, così come le tensioni sul fronte Hong Kong dopo la notizia della decisione di Pechino di lanciare nuove misure di sicurezza nella città stato. Il governo centrale di Pechino ha fatto sapere di un disegno di legge sulla sicurezza nazionale che potrebbe limitare le attività di protesta anti-governative nell’ex colonia britannica.
Male oggi il comparto del lusso: Moncler e Ferragamo sono rimaste per tutta la giornata in coda al Ftse Mib con oltre -2% per la prima e -2,5% per la seconda complici le tensioni legate a Hong Kong. “Gli impatti di questa notizia sul settore ci sembrano comunque marginali considerato che il peso di Hong Kong, storicamente al 6% circa del fatturato di settore, era già stato sostanzialmente dimezzato dalle proteste del secondo semestre del 2019”, sostengono da Equita.

Enel archivia settimana da prima della classe

Tra le big segno più anche oggi per Enel (+1,26% a 6,41 euro) che manda in archivio una settimana caratterizzata da una netta sovraperformance rispetto al mercato. Gli analisti sottolineano i segnali di ripresa dei consumi elettrici in Italia, con un miglioramento a -8% a/a nell’ultima settimana e punte a -5% secondo i dati riportati da Quotidiano Energia sugli andamenti settimanali dei consumi elettrici. Tra i titoli maggiormente sensibili alla domanda elettrica figura proprio Enel, insieme ad A2a (+0,26%).

Banche in spolvero nonostante alert FMI

Tra le banche rally del 4,34% per Unicredit, tra i migliori di tutto il Ftse Mib. Il settore bancario non è stato frenato dal rapporto del FMI che vede gli utili delle banche sotto pressione anche dopo la fine dell’emergenza Covid complici tassi bassi e aumento dei crediti in sofferenza. Il FMI ritiene che tale situazione di difficoltà si potrà estendere fino al 2025.
Quotazioni in rialzo anche per Intesa Sanpaolo (+1,59%). Tiene sempre banco il nodo OPS, con l’offerta della maggiore banca italiana su UBI che potrebbe slittare a dopo l’estate. Secondo Il Sole 24 Ore l’Ops di Intesa Sanpaolo su UBI potrebbe partire a settembre rispetto ad un’ipotesi iniziale di luglio. Lo spostamento sarebbe legato ai tempi tecnici necessari per ottenere l’ok Bce, Ivass e Banca d’Italia, al cui via libera è condizionata l’operazione. Si è poi aggiunto il nodo antitrust, che ha aperto un’indagine nelle scorse settimane e il suo responso non dovrebbe arrivare prima di fine giugno-inizio luglio.

Diasorin inarrestabile

Miglior performer di oggi è stata Diasorin con oltre +6% e lo sfondamento per la prima volta del muro dei 200 euro. Il saldo da inizio anno è arrivato a oltre +75%, con la capitalizzazione in Borsa del gruppo della diagnostica in vitro schizzata a 11 miliardi di euro.
Seduta in crescendo per Prysmian, con un balzo in chiusura nell’ordine del 3,5%. Il colosso dei cavi ha definito i nuovi obiettivi di sostenibilità a medio termine entro il 2022, in linea con i Sustainable Development Goal delle Nazioni Unite. Prysmian si impegna a incrementare la percentuale dei ricavi da “low carbon products” al 50% entro il 2022.

Coronavirus, George Soros: ‘preoccupato per l’Italia, trattata male da Ue e Germania’

“Sono preoccupato, in particolare, per l’Italia”. Così il finanziere e filantropo George Soros, in un discorso in cui parla del rischio che l’Unione europea, colpita dalla crisi del coronavirus COVID-19, non riesca a sopravvivere.Soros ha aggiunto che “l’Italia è stata trattata male sia dall’Unione europea che dalla Germania”. Le sue dichiarazioni sono state riportate da Reuters, sulla base della trascrizione di un incontro del finanziere con la stampa.Soros ha poi avvertito che la ‘sopravvivenza Ue a rischio senza bond perpetui’.

Utilities di Piazza Affari: Enel e gli altri titoli pronti a giovarsi di risalita consumi elettrici e misure UE sulle rinnovabili

Segnali di ripresa dei consumi elettrici in Italia in corrispondenza con l’implementazione della Fase-2. I dati più aggiornati evidenziano un miglioramento con -8% a/a nell’ultima settimana e punte a -5% secondo i dati riportati da Quotidiano Energia sugli andamenti settimanali dei consumi elettrici.
Nell’ultima settimana i consumi elettrici sono quindi cresciuti del 4% rispetto alla settimana precedente. In particolare, mercoledì 20 maggio i prelievi totali sono stati in calo del 5,8% rispetto al 2019. Miglioramenti significativi rispetto al -18% (destagionalizzato) registrato ad Aprile, con il Nord Italia a -20%.Nel 2009, l’anno di maggiore contrazione dei consumi elettrici, il calo era stato del 5,7%. Gli analisti di Equita rimarcano come sarà importante verificare nelle prossime settimane quale accelerazione avrà la ripresa dei consumi come indicazione dell’andamento del PIL.

Quattro titolo sensibili alla risalita dei consumi energetici

La ripresa della domanda elettrica, del prezzo del gas e dell’energia elettrica è importante soprattutto per le stime sul 2021/22 (le vendite sul 2020 sono in gran parte coperte da hedging). Nel settore utilities, rimarca Equita, i titoli più esposti sono A2a (powergen vale il 20/22% dell’EBITDA ed il 2021 è coperto per meno del 20%), Iren (22% EBITDA), Erg (100% EBITDA) ed Enel (8%-10% EBITDA incluso il retail in Italia).

Spazio al green nel nuovo EU Recovery Package

Sguardo anche agli interventi a favore delle rinnovabili. Bruxelles pubblicherà il 27 maggio il nuovo EU Recovery Package, il cui scopo potrebbe essere quello di includere il Green Deal introducendo anche ulteriori misure a favore del settore rinnovabili che andranno a confermare il commitment dell’UE allo sviluppo del settore, dell’elettrificazione e della mobilità a zero emissioni. Anche in questo caso Equita fa una cernita dei titoli maggiormente sensibili sul fronte green:
– Maggiori esposizioni per Enel, Erg, Falck, Terna (investimenti nella rete). 
– Esposte per la distribuzione elettrica anche Acea (40% dell’EBITDA) ed in misura minore Iren ed A2a.
– Lo sviluppo dell’idrogeno potrebbe essere un catalyst positivo per Snam (in misura minore Italgas).

BTP Italia: 8,3 mld agli istituzionali con richieste per oltre 19,5 mld

Il collocamento del nuovo BTP Italia Italia si è concluso con l’emissione di titoli per 22.297,606 milioni di euro e ha segnato un record storico di volume emesso in un’emissione, superando di poco il precedente record di raccolta che risaliva al 2013.In particolare il Tesoro rimarca che nel corso della Prima Fase del collocamento, dedicata ai piccoli risparmiatori, sono stati conclusi 383.966 contratti per un controvalore pari a 13.997,606 milioni di euro. Nella Seconda Fase del collocamento (dedicata a investitori istituzionali), che si è aperta e conclusa nella giornata odierna, il numero delle proposte di adesione pervenute ed eseguite è stato pari a 746, per un controvalore emesso pari a 8,3 mld di euro a fronte di un totale richiesto pari a 19.546,876 milioni di euro (coefficiente di riparto pari a circa il 42,5 per cento).La nuova emissione, che per la prima volta prevedeva una destinazione specifica, ossia sarà interamente destinata a finanziare i recenti provvedimenti del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19, prevede una scadenza a 5 anni (26 maggio 2025) e per coloro che hanno sottoscritto il Titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza, quindi per l’intera durata dei 5 anni, c’è infatti la novità di un premio fedeltà doppio rispetto alle precedenti emissioni, pari all’8xmille del capitale investito.

Decreto Rilancio: al via il pagamento dei 600 euro di aprile, più tempo per i lavoratori dello spettacolo

L’Inps ha completato le operazioni di pagamento della seconda rata (aprile) delle indennità 600 euro a favore dei lavoratori autonomi, dei collaboratori e degli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali. Completate anche le operazioni di pagamento a favore degli operai a tempo determinato dell’agricoltura, con seconda rata dell’indennità fissata a 500 euro. In dettaglio, oggi 1.400.000 pagamenti sono stati accreditati sui conti correnti e sulle carte, altri 400.000 domani e gli ulteriori 2.000.000 di pagamenti saranno accreditati lunedì 25 maggio. Il pagamento in contanti per i 190.000 lavoratori che, all’atto della domanda inviata ad aprile scorso hanno scelto questa modalità di pagamento, avverrà a partire da martedì 26 maggio.Discorso a parte per i lavoratori autonomi dello spettacolo, per i quali il decreto Rilancio Italia ha previsto l’ampliamento della platea a tutti coloro che nel 2019 hanno avuto almeno 7 giornate assicurate e un reddito inferiore a 35.000 euro e ha introdotto, oltre alla seconda rata (aprile), anche una terza rata di pari importo (600 euro) per il mese di maggio. Il decreto legge ha stabilito però che il diritto alla seconda e terza dell’indennità sia subordinato alla verifica dell’assenza di un rapporto di lavoro subordinato o di un trattamento pensionistico al 19 maggio scorso. Per questo motivo, l’Inps dovrà eseguire i controlli anche per le domande pervenute ad aprile e, successivamente, potrà disporre i relativi pagamenti della seconda e terza rata.

BTP Italia al gran finale, cedola dell’1,4% ha ammaliato i piccoli risparmiatori. Gualtieri: forte segnale di fiducia

Si conclude oggi la sedicesima emissione del Btp Italia con la giornata dedicata agli investitori istituzionali. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che il tasso cedolare (reale) annuo definitivo è pari all’1,40%, ossia pari al tasso minimo comunicato prima dell’avvio dell’emissione. Per la Seconda Fase del periodo di collocamento del BTP Italia, dedicata agli investitori istituzionali, il codice ISIN del titolo è IT0005410912.
L’emissione potrebbe segnare un record per ammontare collocato se anche dagli istituzionali arriveranno copiosi ordini d’acquisto. Il record risale al novembre 2013 quando furono collocati  22,27 miliardi di euro. Tra le emissioni più copiose spicca anche quella dell’aprile 2014 (20,56 mld), scaduta il mese scorso.

Boom di ordini, esultano Gualtieri e Conte

Nei primi tre giorni di collocamento dedicato ai retail gli ordini sono stati pari a quasi 14 miliardi di euro (13,966 mld) con un totale di quasi 400 mila investitori che hanno sottoscritto questa nuova emissione. “Un grande successo, gli italiani dimostrano così fiducia e sostegno al nostro Paese, che vuole uscire presto da questa crisi, più forte di prima”, ha commentato su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.Di BTP Italia ha parlato anche il premier Giuseppe Conte collegando il successo dell’emissione con il nodo debito: “Il debito italiano è sostenibile: lo ha riconosciuto la Commissione europea e ne abbiamo avuto un esempio anche in questi giorni in cui il Btp Italia ha avuto un grande successo”. Il primo ministro in un’intervista a Il Foglio ha negato che ci sia in programma una patrimoniale, dopo che una frase proferita qualche giorno fa aveva alimentato le paure di un prelievo forzo. “C’è anzi l’intenzione, da parte del governo, di continuare ad alleggerire la pressione fiscale, rimodulandola con puntuali interventi, per rilanciare la crescita”.

L’appeal decisivo di cedola e premio fedeltà

La 16esima emissione del Btp pensato per le famiglie si presentava a condizioni alquanto favorevoli. Convenienza destinata a lievitate tanto più l’inflazione sarà elevata. Inoltre, il vantaggio aumenta per chi detiene il titolo fino a scadenza, con l’aggiunta del premio fedeltà dello 0,8% che equivale a uno 0,16% annuo.  
La sedicesima emissione del BTP Italia presenta come novità importante infatti la scadenza a 5 anni (26 maggio 2025) e per coloro che sottoscriveranno il Titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza, quindi per l’intera durata dei 5 anni, un premio fedeltà doppio rispetto alle precedenti emissioni, pari all’8xmille del capitale investito. Ciò in ragione della speciale destinazione di questa sedicesima emissione del BTP Italia che sarà interamente destinata a finanziare i recenti provvedimenti del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
Il nuovo BTP Italia, per il resto, presenta le stesse caratteristiche dei precedenti collocamenti: cedole semestrali indicizzate al FOI (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), a cui si aggiunge il pagamento del recupero dell’inflazione maturata nel semestre (con la previsione di un floor in caso di deflazione, che garantisce che le cedole effettivamente pagate non siano comunque inferiori al tasso reale garantito definitivo), rimborso unico a scadenza.

Ftse Mib chiude a +1%, in volata le utility

Piazza Affari chiude bene la seduta di metà ottava. Dopo una prima parte di giornata in affanno con molti titoli in netto calo, il Ftse Mib ha risalito la china ed è andato a chiudere in rialzo (+1,05% a 17.213 punti). A dare la spinta giusta ha contribuito ancora una volta Wall Street che segna rialzi nell’ordine del 2% oggi con l’emergere di speranze di un’economia Usa in ripresa con il progressivo allentamento del lockdown.A Piazza Affari una spinta decisiva è arrivata da Enel, titolo di maggior peso di tutto il listino milanese e che è balzato del 3,56% a 6,252 euro. Già ala vigilia Enel si era distinto come uno dei pochi titoli in rialzo.Rialzo superiore al 2% per Terna ed Hera. Tra le big si è mossa bene anche ENI (+0,54%) e rialzi nell’ordine del mezzo punto percentuale anche per Unicredit e Intesa Sanpaolo.Chiusura debole a -1,58% per FCA che nel corso della giornata era arrivata a cedere oltre il 5% scendendo sotto i 7 eur. Il quotidiano MF ha riportato alcuni rumor secondo cui il dividendo straordinario di 5,5 miliardi di euro, la cui distribuzione è prevista dall’accordo di fusione tra il colosso e PSA, potrebbe essere a rischio. Il governo Conte starebbe valutando infatti l’ipotesi di congelare il dividendo per 12 mesi, nel caso in cui FCA accedesse alle garanzie SACE.Peggior performer di giornata è Telecom Italia, affondata del 7,86% a 0,32 euro, bissando il crollo di ieri. A pesare sulle quotazioni i risultati del primo trimestre 2020. Il gruppo tlc ha registrato ricavi per 3,9 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto all’anno precedente e al di sotto delle aspettative degli analisti. Tim prevede che compenserà l’impatto negativo sui ricavi e sull’ebitda di Covid-19 con ulteriori efficienze in termini di costi e investimenti al fine di mantenere la sua guidance su Ebitda e capex. Equita prevede che l’Ebitda domestico di Tim per il 2020 diminuirà del 7,1%, più del consenso del 6,2%, comunque in ripresa significativa dopo il calo dell’11,6% visto nel primo trimestre.

Da Recovery Fund effetto positivo su Italia: ‘BTP meglio dei Bund, ecco fin dove potrebbe scendere spread’

Se sarà davvero lanciato, il Recovery Fund da 500 miliardi di euro proposto da Francia e Germania avrà un effetto positivo sui BTP, che faranno meglio dei Bund. Lo spread BTP-Bund a 10 anni, termometro del rischio Italia, potrebbe a quel punto riportarsi ai livelli dello scorso dicembre, attorno a quota 160-165 punti base, dai 210 punti base attuali. E’ quanto emerge dalla nota scritta dagli esperti di Credit Suisse “Position for tactical BTP-Bund spread narrowing”, dedicata agli investimenti a 3-6- mesi.

L’effetto positivo sullo spread della proposta franco-tedesca sul Recovery Fund si è già visto.Oggi il differenziale oscilla attorno ai 217 punti base, dopo aver perso 30 punti base nelle due sessioni precedenti.Il consiglio tattico di Credit Suisse è di puntare sui BTP contro i Bund, posizionandosi long sull’indice composto da Btp con duration 7-10 anni e shortando per contro l’indice composto da Bund con duration a 7-10 anni (per esempio, prendendo in riferimento gli indici Bloomberg Barclays, così come mostrato nel grafico).Un tale posizionamento, secondo l’outlook di Credit Suisse, potrebbe garantire un guadagno potenziale del 5% circa.

“Un’ Europa finalmente unita?”, si chiedono gli analisti di Credit Suisse, riferendosi alla proposta sul Recovery Fund.“Germania e Francia hanno annunciato un piano congiunto per un Recovery Fund Ue. Il fondo comporta 500 miliardi di euro di emissione di debito comune sotto il nome Ue, e un esborso sotto forma di sussidi. Considerando la probabilità che i sussidi del fondo si accolleranno parte del peso che paesi altamente indebitati come l’Italia si trovano a sostenere, riteniamo che (la proposta) possa inaugurare un cambiamento positivo per l’area euro“.
La cautela, ovviamente, è d’obbligo.
“Sebbene questo sia un primo passo nella giusta direzione, tutti i dettagli su come le passività comuni del fondo saranno finanziate, a parte il fatto che le spese rientreranno nel budget dell’Unione europea, non sono ancora chiari”.
Credit Suisse sottolinea comunque che, con un eventuale via libera al piano, le possibilità di una Europa più unita cresceranno. Se approvato, ne beneficeranno in generale, secondo la divisione di ricerca della banca svizzera, i bond della periferia dell’area euro, dunque anche i BTP.
“Di conseguenza prevediamo che gli spread verso l’indice benchmark (Bund tedeschi) si restringerà a favore dei BTP italiani“, in quanto – viene fatto notare – il mercato dei debito italiano è grande e liquido e l’Italia è proprio al centro delle discussioni sulla sostenibilità del debito”.

Design Italy: al via la campagna di Equity Crowdfunding per crescere all’estero

Partita il 18 maggio la campagna di Equity Crowdfunding per sostenere la crescita sui mercati esteri di Design Italy: start up innovativa nel settore dell’eCommerce e del Digital Export che promuove prodotti di design multicategoria.
Il progetto ha avuto origine da un’idea di Roberto Ferrari, ex direttore generale di ‘CheBanca!’, Chief Digital and Innovation Officer di Mediobanca ed esperto di Fintech, che ha voluto creare per il design, partendo però dai canali digitali, quella raccolta di “eccellenze” che Eataly è per il food

In quattro pagine di documento congiunto, Angela Merkel e Emmanuel Macron rimettono Germania e Francia alla testa dell’Europa. E propongono un «piano di recupero» da 500 miliardi di euro per consentire all’Unione europea e ai Paesi più colpiti dal virus di uscire dalla crisi indotta dalla pandemia. Francia e Germania, dopo settimane di incertezza e riflessione sulla strategia da seguire per fare fronte all’emergenza economica generata dal Covid-19, ritrovano l’unità e lanciano la loro idea alla Commissione europea, impegnata in questi giorni a costruire un non semplice consenso intorno al Recovery fund, il «fondo per la ripresa» su cui la presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua proposta la settimana prossima, il 27 maggio.

 

Il documento franco-tedesco vuole presentarsi come un compromesso tra la posizione dei Paesi dell’Europa meridionale, con Italia e Francia in testa, e quella dei nordici più rigorosi dal punto di vista fiscale, di cui la Germania è capofila. Da un lato le dimensioni chieste per il fondo, 500 miliardi appunto, appaiono nettamente inferiori rispetto alla richiesta della sponda Sud, che finora ha spinto per uno stanziamento di almeno 1.000 miliardi. Dall’altro, secondo il meccanismo proposto da Parigi e Berlino, queste sovvenzioni – incardinate sul bilancio pluriennale europeo – dovrebbero essere a fondo perduto, un aspetto che ha fatto finora storcere il naso ai falchi del nord.

Auto: crollo record delle immatricolazioni in Europa ad aprile, Italia la peggiore. Fca -88%

Crollo record delle immatricolazioni di auto in Europa a causa del lockdown, che ha frenato bruscamente la domanda in tutti i paesi dell’area, anche se è stata l’Italia a mostrare i dati peggiori. Tra le case costruttrici, Fiat Chrysler Automobiles (Fca) è stata tra le più colpite con una contrazione di quasi l’88%. E ora si guarda alla prospettiva di incentivi alla rottamazione che possano risvegliare la domanda e aiutare il settore a risollevarsi. Intanto, nelle ultime ore, il governo ha chiarito che per il prestito con garanzia statale a beneficio di Fca sono necessarie alcune precise condizioni, tra cui la conferma e il potenziamento del piano di investimenti, l’impegno a produrre in Italia e a mantenere i livelli occupazionali nel paese.Peggior calo di sempre delle immatricolazioniSecondo i dati diffusi oggi dall’European Automobile Manufacturers Association (Acea), ad aprile, primo mese intero con restrizioni per il Covid-19, le immatricolazioni di autovetture nel Vecchio Continente (Ue+Efta+Uk) sono scese del 78,3%. E’ il peggior calo di sempre. Nella sola Unione europea la frenata è stata del 76,3%. Tutti i paesi hanno visto una brusca frenata della domanda, ma la contrazione più drammatica l’ha fatta registrare l’Italia (-97,6%). La causa principale di questi risultati catastrofici è naturalmente l’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown, anche se va sottolineato che il mercato auto europeo era già debole anche prima del manifestarsi della pandemia.“Le prospettive per i prossimi mesi restano cupe – ha commentato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – E ciò per il fatto che il Decreto Rilancio ha completamente ignorato l’esigenza, avvertita ovunque in Europa, di rilanciare la domanda di autovetture con incentivi alla rottamazione che prevedano pure l’acquisto di vetture nuove di ultima generazione con alimentazione tradizionale”.Immatricolazioni di Fca giù di quasi l’88%, la sua quota si riduce al 3,7%Guardando alle singole case, Fca ha visto il mese scorso le immatricolazioni scendere nel Vecchio continente dell’87,7%, facendo dunque peggio del del mercato e mostrandosi tra i costruttori più colpiti, insieme a Honda e Jaguard Land Rover. La quota di mercato di Fca si è ridotta al 3,7% dal 6,6% di aprile 2019. TRa i singoli marchi del gruppo, a fare peggio è Lancia/Chrysler che ha visto crollate del 98% le immatricolazioni, mentre Alfa Romeo è risultato il migliore con un -85,8%.I pessimi dati sulle immatricolazioni pesano sul titolo Fca che a Piazza Affari si muove in controtendenza, imboccando la via dei ribassi con un calo dell’1,3%. L’azione arresta il rally innescato ieri in scia alla conferma da parte del Lingotto della richiesta al Governo italiano per l’ottenimento di una garanzia da SACE secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità. Per l’operazione è stato avviato un dialogo con Intesa Sanpaolo per il perfezionamento di una linea di credito a tre anni, destinata esclusivamente alle attività italiane del Gruppo Fca e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia. Il prestito richiesto è di 6,3 miliardi di euro e corrisponde al 25 per cento del fatturato italiano del gruppo.

Piazza Affari vola. Exploit per FCA (+8%), Unicredit e Telecom

Lunedì da incorniciare per Piazza Affari che ha più che compensato l’effetto stacco dividendi che rischiava di zavorrare il Ftse Mib. L’indice guida milanese invece alla fine ha chiuso in gran spolvero a +3,32% a quota 17.412 punti.
A dare sprint ai mercati sono le speranze di ulteriori stimoli. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha paventato una prolungata debolezza dell’economia Usa me ha indicato che la Fed ha ancora ulteriori munizioni per agire. A Wall Street inoltre si scommette sull’arrivo di un vaccino, dopo che la società biotech Moderna ha reso noto che, i test effettuati sull’uomo con il vaccino anti-coronavirus hanno dato esiti positivi, producendo anticorpi contro il virus in tutti i 45 partecipanti all’esperimento.Oggi intanto calda accoglienza al BTP Italia con ordini nel primo giorno (riservato ai retail, così come il 2° e il 3°) ben superiori a quelli delle ultime emissioni. Da ricordare che oggi c’è stato lo stacco cedola di ben nove titoli del Ftse Mib con un peso dello 0,86% sull’indice.

Titoli oil e banche in volata

Sul parterre di Piazza Affari in volata del 7,61% Tenaris che si accoda all’euforia dei prezzi del petrolio (+11% il WTI oltre i 32 $) sulle speranze di una risalita della domanda. Segno più anche per ENI (+1,6%) che ha più che compensato l’effetto stacco cedola (saldo di 0,43 euro, con yield del 5%).
Molto bene le banche con Unicredit e Intesa Sanpaolo che hanno guadagnano rispettivamente il 5,91% e il 4,94%. Miglior titolo di tutto il Ftse Mib è Unipol con +8,62% con l’ad Cimbri che ha espresso convinzione circa la capacità del gruppo assicurativo bolognese di raggiungere gli obiettivi del 2020 e distribuire il dividendo (dopo lo stop in seguito alla raccomandazione dell’Ivass legata all’emergenza Covid-19).

Giornata da incorniciare anche per FCA e Telecom

In volata oggi il titolo Fca che sale di oltre l’8 per cento in area 7,79 euro. Il mercato guarda con favore alla conferma da parte del Lingotto della richiesta al Governo italiano per l’ottenimento di una garanzia da SACE secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità. Per l’operazione è stato avviato un dialogo con Intesa Sanpaolo per il perfezionamento di una linea di credito a tre anni, destinata esclusivamente alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia. Il prestito richiesto è di 6,3 mld di euro e corrisponde al 25 per cento del fatturato italiano del gruppo.
Seduta effervescente infine anche per Telecom Italia salita di oltre il 5,5% e anche le la big Enel a +3,52%. Secondo il Corriere Economia, Enel è in discussioni con Macquarie per cedere il 50% che detiene in Open Fiber. L’articolo ricorda che recentemente si è espresso con favore sul progetto rete unica anche Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, definendolo “fondamentale per il Paese. “L’indiscrezione è interessante in quanto la cessione della quota in Open Fiber da parte di Enel faciliterebbe i negoziati per la costituzione di una rete unica, vista la posizione scettica di Enel sul tema”, commenta Equita SIM

Indici mondiali in rialzo, le parole di Powell più forti della recessione del Giappone

Il presidente della Fed “non scommetterebbe contro l’economia Usa” e spinge al rialzo gli azionari globali. Bene l’Europa nel giorno della riapertura post-coronavirus, Milano guadagna l’1,32%Le Borse europee danno il via a una sessione tonica nel giorno di riapertura dal lockdown da coronavirus in Italia e Spagna. La giornata promette bene persino per Piazza Affari, dove oggi staccano il dividendo 11 società quotate sul Ftse Mib. I timori di ribassi, spinti da cedole in calo fino allo 0,69% (come quella di Eni), sono stati infatti spazzati via dall’effetto del discorso di stanotte (ora italiana) del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, il quale “non scommetterebbe contro l’economia degli Stati Uniti”.

Quali conseguenze in Asia sul Pil dopo la crisi coronavirus?

I futures Usa in rialzo sono riusciti a bilanciare anche l’effetto negativo del crollo del Pil trimestrale in Giappone, i cui dati preliminari, pubblicati stamattina hanno evidenziato un calo rispetto all’ultimo trimestre 2019 dello 0,9%: meno rispetto al risultato previsto (-1,2%), ma comunque abbastanza per far entrare la terza economia mondiale ufficialmente in recessione tecnica dopo che anche lo scorso trimestre aveva segnato un ribasso rispetto al precedente dell’1,9%.Anno su anno, l’economia giapponese nel primo trimestre si è contratta del 3,4%, rispetto al risultato precedente, -7,3%. In chiusura comunque il Nikkei ha segnato un rialzo dello 0,48%, mentre il più ampio Topix ha chiuso a +0,38%.Chiusura contrastata invece per la Cina, con Shanghai che segna un rialzo dello 0,24% mentre Shenzhen perde lo 0,40%. Guadagna lo 0,46% invece l’indice China A50.

Cosa ha detto Powell?

In un’intervista al programma serale “60 minutes”, il presidente della Banca centrale Usa ha lasciato intendere che l’economia statunitense ha davanti a sé delle prospettive di ripresa – sebbene osservabili nel medio-lungo termine e solo nel momento in cui venisse trovato un vaccino contro il Covid-19.Powell ha sottolineato come il tasso di disoccupazione, che si prevede possa sfiorare il 25%, e la contrazione dell’economia Usa nel secondo trimestre (presumibilmente intorno al 30%), potrebbero costituire il picco della crisi. Entro tre-sei mesi le misure fiscali disposte dal Congresso cominceranno a dare i propri frutti ed, entro il 2021 e previa scoperta di un vaccino, si potrebbe assistere a un rimbalzo.“Penso che ci siano buone possibilità che vi sia una crescita positiva nel terzo trimestre. E penso che sia una previsione plausibile che ci sarà crescita nella seconda metà dell’anno”, ha dichiarato il presidente della Fed. “Direi che non torneremo velocemente ai livelli a cui eravamo. Non ritorneremo a quei livelli prima della fine dell’anno”.

Nel frattempo, il cross EUR/USD, dopo una timida ripresa, torna a scendere a quota 1,0813, mentre nei confronti della sterlinail cambio segna 1,211; la coppia valutaria USD/JPY segna 107,177.L’ottimismo per le parole di Powell, insieme alla ripesa delle attività in quelli che nelle ultime settimane sono stati considerati tra i focolai più virulenti del coronavirus (Italia, ma anche Spagna e New York) hanno inoltre contribuito a spingere al rialzo il prezzo del petrolio, che torna al di sopra dei 30 dollari al barile con il Wti che guadagna oltre il 5% e arriva a quota 31,01 dollari al barile, mentre il Brent sale del 4,03% a 33,81 dollari.Impennata di acquisti anche sull’oro, che raggiunge i massimi da sette anni a 1.763 dollari l’oncia.

 

Unimpresa: superbonus al 110% anche alle famiglie e per lavori fino almeno al 2024

Superbonus al 110%, al momento accessibile solo alle famiglie, da estendere anche alle società e partite Iva, prorogando la scadenza dei lavori almeno fino al 2025. Questa la richiesta del consigliere nazionale di Unimpresa, Cristiano Minozzi, secondo cui “è indispensabile dare un forte incentivo al rilancio dell’edilizia, perché serve più tempo per realizzare le innumerevoli opere di cui necessitano gli immobili esistenti sul territorio nazionale: basti pensare a tutto il patrimonio con destinazione diversa dal residenziale, fabbriche, capannoni, stalle, porcilaie, colonie, caserme”.

BTP Italia chiamato a sedurre gli italiani, conviene comprare? La risposta guardando cedola, cpi e premio fedeltà

I piccoli risparmiatori italiani sono chiamati a gran voce all’adunata per la sedicesima emissione del BTP Italia che in 4 giorni potrebbe segnare un punto di svolta per il Tesoro che in questi mesi è alle prese con il difficile compito di adempiere a una raccolta totale che nel 2020 si aggirerà sui 500 miliardi di euro, ben superiore a quella che si prospettava prima dell’emergenza Covid-19.
Il nuovo BTP Italia si caratterizza per alcune importanti novità a partire dal fatto che per la prima volta presenta una destinazione specifica, ossia il finanziamento degli interventi relativi all’emergenza Covid-19. Una chiamata all’adunata che è arrivata da più parti con il presidente della Consob, Paolo Savona, che ha fatto un appello al patriottismo: “l’unico modo per dimostrare che teniamo a un futuro diverso è sottoscrivere il debito pubblico”.La quota di debito italiano in mano ai piccoli risparmiatori è ad oggi irrisoria come spiegato dal direttore generale del debito pubblico, Davide Iacovoni; la quota detenuta direttamente ammonta a circa 80 miliardi di euro, circa il 3% del debito pubblico totale, mentre il Tesoro punta ad arrivare al raddoppio nel giro di qualche anno. Ancora più ambizioso il banchiere Carlo Messina che in una recente intervista, in cui ha proposto la ricetta di ‘ bond sociali’ con rendimenti competitivi e sgravi fiscali, immaginava l’aumento fino al 10-20 per cento della parte del debito pubblico controllata dal risparmio privato italiano.

Borse europee aprono in deciso rialzo, incoraggiate da petrolio e fine lockdown

Partenza in deciso rialzo per le principali Borse europee, incoraggiate dalla fine del lockdown per molti paesi e dal rimbalzo delle quotazioni del petrolio. A sostenere gli scambi anche le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che in un’intervista rilasciata alla trasmissione “60 Minutes” ha predetto una ripresa dell’economia Usa già nel terzo trimestre. Secondo Powell, il Pil Usa potrà soffrire un crollo superiore a -30% (su base annualizzata) nel secondo trimestre del 2020, riuscendo però a evitare una depressione economica nel lungo termine con una ripresa già evidente nel terzo quarter. In questo quadro, l’indice Eurostoxx 50 segna in avvio un balzo del 2,1%. A Francoforte il Dax avanza del 2,3%, a parigi il Cac40 sale del 2,3% e a Londra l’indice ftse100 segna un progresso del 2,5%. Pochi gli spunti macro che movimenteranno la seduta odierna. L’agenda macro odierna prevede la sola pubblicazione dell’indice Nahb sulla fiducia dei costruttori negli Stati Uniti.

Short selling, Consob rimuove il divieto con un mese d’anticipo

Lo Consob rimuove il divieto allo short selling. Alla luce della progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato, la Consob ha deciso di sospendere il divieto temporaneo all’assunzione di nuove posizioni nette corte e all’incremento delle posizioni nette corte esistenti. La Consob continuerà a monitorare attentamente l’andamento generale dei mercati finanziari.Il 17 marzo scorso la Consob aveva annunciato la decisione di vietare l’assunzione di nuove posizioni nette corte e l’incremento delle posizioni nette corte esistenti per un periodo di 3 mesi alla luce delle incertezze legate all’impatto della pandemia sull’economia e la fatto che costituisse una seria minaccia alla fiducia degli investitori. IN tal modo la Consob, adottando questa misura eccezionale, ha voluto impedire che un incremento delle posizioni nette corte potesse avere un effetto pro-ciclico.“Dall’implementazione del divieto, la Consob ha osservato una progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato, a cui tuttavia si è associata una riduzione della liquidità”, si legge in una nota dell’autorità di regolamentazione dei mercati.La Consob, in consultazione con l’ESMA e con le autorità di Austria, Belgio, Francia, Grecia e Spagna, che hanno adottato misure analoghe, ha deciso di sospendere il divieto alle posizioni nette corte, che terminerà oggi. La Consob continuerà a monitorare attentamente le condizioni generali di mercato e rimarrà in stretto contatto con le altre autorità. Nel caso le condizioni di mercato lo richiedessero, la Consob si farà portatrice di un’istanza per un’azione coordinata a livello europeo.Rimane invece in vigore la decisione dell’ESMA che impone un obbligo di notifica delle nuove posizioni nette corte che raggiungono la soglia dello 0,1% del capitale sociale

Allarme Confcommercio: consumi a -47,6% ad aprile, Pil -16% a maggio

Il lockdown per contenere il contagio ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale. A dirlo è Confcommercio, che nel suo rapporto sulla congiuntura ha rilevato ad aprile un crollo dei consumi del 47,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo (alimentazione domestica, comunicazioni ed energia), per molti altri, invece, soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero, la domanda è stata praticamente nulla. Per queste ragioni, dunque, il rimbalzo congiunturale del 10,5% del Pil, stimato per il mese di maggio, appare modesto se confrontato alle cadute di marzo ed aprile e, nel confronto annuo, la riduzione è ancora del 16%.

 

 

 

 

 

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