Gli Italiani con la Schiena Diritta : 4.0

Continuiamo a pensare in maniera autonoma . Purtroppo per qualcuno.

E proprio per questo diamo spazio a un altro video molto interessante in questo

nuovo articolo :

Gli Italiani con la Schiena Diritta 4.0

Viste le straordinarie parole , la forza dei concetti espressi , la passione con cui

il Professore Giuseppe De Donno ha fatto questo intervento su RADIO RADIO

il 4 Maggio 2020 , abbiamo pensato di dedicare un quarto articolo ,di una lunga

serie a chi come SFI , continua pensare in maniera autonoma e sempre critica

sopratutto.

Anche a costo della loro stessa vita.

In particolare sottolineiamo e riportiamo testualmente quanto dichiara lo stesso Professore Giuseppe De Donno dal minuto 13 di questo video che riportiamo testualmente :

Non sono contrario a nulla, siccome queste armi vengono proposte dopo che noi abbiamo proposto il protocollo del plasma , bisognerebbe avere l’umiltà innanzi tutto di gratificarci e dirci cavolo quanto siete stati bravi perchè ci avete dato la possibilità di capire che noi possiamo in laboratorio amplificare la vostra scoperta. E questo non ha il coraggio di dirlo nessuno, ma anzi per denigrarci ,dicono che è una roba vecchia che risaliva al tempo della spagnola ,però quello che sono stati capaci di fare è stato assediarci e propinarci l’anticlorochina 6 ,idrossiclorochina. Questo per dire l’ambiente nel quale ci si trova a lavorare in grandissima serenità (tono ironico) .

Quando uno lavora 18 ore al giorno attaccato a un ventilatore a regolare un monitor e a vedere un paziente che ti sbuffa in faccia il corona virus e te sei preoccupato perchè vedi negli occhi del paziente il terrore ,come mi è successo oggi , vi assicuro che anche stare dietro a queste baggianate di questi professori che vengono a dire che il corona virus non arriverà mai in Italia e che poi pontificano e ti fanno passare anche per deficiente ,scusatemi il termine molto forte, ma quando bisogna usarlo è necessario usarlo , io non lo accetto piu’.

Siccome ho ricevuto in questi giorni 18 proposte per andare a lavorare all’estero , in tutte le parti del Mondo , l’ultima di oggi mi ha telefonato il Console del Messico che vuole collaborare con il nostro Ospedale e questa è una telefonata che è stata fatta in presenza del Professor Franchini che mi ha riempito di orgoglio ,oltre quelle che ho ricevuto da ONU e STATI UNITI D’AMERICA , io devo dire chiaramente che per dispetto non me ne vado dall’Italia.

Per dispetto rimango in Italia .

Se loro pensano che in questo modo fanno allontanare tutti i professionisti che vogliono impegnarsi per il loro Paese fino a minacciarli , con cose che stiamo vivendo tutti i giorni , loro si sono assolutamente sbagliati hanno toccato un tasto veramente pericoloso e sopratutto non possono accusarmi di demagogia .

Minacciato dal punto di vista scientifico ,quando da Fazio invitano Pavia con l’obbligo di non nominare Mantova ,che ha arruolato la maggior parte dei pazienti ,guardi che un motivo c’è , sono cose che non avvengono per caso , ma i cittadini non sono mica deficienti , perchè io stanotte purtroppo non ho dormito perchè ho ricevuto non so quante email, non so quanti messaggi su whatsup , no so quanti messaggi su messanger , di gente che criticava quella trasmissione .

Penso che i messaggi che ho ricevuto io stanotte siano di gran lunga superiori al numero dei telespettatori che ha avuto Fazio che è pagato con soldi pubblici e non ha fatto una corretta informazione. Ha capito ? E’ questo il mio tormento sereno . A me la mia serenità la danno i miei pazienti e quello che mi dicono i miei pazienti .Però rispetto al Paese questo è un comportamento non corretto perchè non si vuole far passare il messaggio che invece c’è la base di questo nostro approccio che sicuramente costa molto meno di molti approcci e i risultati li vedremo dopo la pubblicazione del nostro lavoro.

Sinceramente a me del potere non me ne frega niente. Quello che volevo far intendere è che a me del potere ,della fama , dell’essere gratificato andando in televisione non me ne po’ fregà de meno io sono un Medico di Campagna che ha sempre fatto il Medico di campagna che ha sempre fatto l’intensivista respiratorio da quando avevo 30 anni e faccio il mio lavoro oggi ,come lo ho fatto ieri , come lo ho fatto l’altro ieri e come spero di farlo domani .Spero che quando finisce questa canzone il tempo di una canzone , spero di tornare nel piu’ grande anonimato come ero anonimo fino a un mese fa.

SI INDAGHI E SI ACCERTINO LE RESPONSABILITA’ ATTI E QUANT’ALTRO HA PORTATO IL PROFESSOR GIUSEPPE DE DONNO AL SUICIDIO.

Giocare con la vita e la dignità di una persona è un gioco molto pericoloso Attendo con fiducia , che la Procura indaghi e arrivi ai responsabili del suicidio del Professore Giuseppe De Donno. Serve una condanna esemplare .Pesante. Che sia di esempio .

Ad Maiora !

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

dedonno

Giuseppe De Donno, indaga la Procura: “responsabilità di terzi nel suicidio?”, i sospetti

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Ulteriori indagini sono state disposte dalla procura di Mantova sulla morte di Giuseppe De Donno. È stata quindi aperta formalmente un’inchiesta per far luce sul suicidio dell’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma: il 54enne è stato trovato privo di vita nella sua casa di Eremo, la procura vuole capire se nel suicidio possano esserci responsabilità di terzi.

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Nella serata di ieri, martedì 27 luglio, i carabinieri e il magistrato hanno sentito i familiari – De Donno aveva una moglie e due figli – e hanno sequestrato i cellulari e il computer personale del medico. L’ex primario del Poma aveva acquisito una certa popolarità per la sua terapia con il plasma che era stata utile per guarire diversi pazienti affetti dal Covid. Il plasma iperimmune è però stato giudicato inefficace, ma pare che non sia stata questa delusione a spingere De Donno a lasciare l’ospedale per intraprendere la carriera del medico di famiglia.

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I colleghi del Poma e la direzione dell’Asst ricordano De Donno come “un professionista eccellente e di grande umanità, che ha lasciato un vuoto incolmabile”. In merito alla sua decisione di cambiare vita lavorativa, la direzione della Asst di Mantova sottolinea che il “percorso di cambiamento” era stato maturato “dopo il periodo più intenso e drammatico della pandemia, che ha visto De Donno dedicarsi con passione e abnegazione alla cura dei pazienti colpiti dal Covid”.

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La morte di Giuseppe De Donno ha sconvolto l’intera comunità mantovana e non solo, dato che l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma era conosciuto in tutta Italia come il padre della terapia al plasma che ha contribuito a salvare diverse vite nella fase più violenta dell’epidemia di coronavirus. In molti sui social si sono scagliati contro il mondo della scienza e alcuni colleghi, accusati di aver lasciato solo De Donno e di averlo screditato per la sua terapia che prevedeva l’infusione di sangue di contagiati in altri pazienti infetti.

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Sul tema è intervenuto anche Nino Cartabellotta di Gimbe, che ha voluto mettere un punto: “Strumentalizzare la morte di De Donno per alimentare posizioni no vax e teorizzare complottismi è sciacallaggio allo stato puro”. Il medico aveva 54 anni ed è stato trovato privo di vita nella sua casa di Eremo, frazione del comune di Curtatone: a fare la tristissima scoperta sono stati alcuni familiari. De Donno pare che si sia impiccato, al momento non sono ancora chiare le circostanze del suicidio né tantomeno le motivazioni.

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Anche Matteo Salvini ha commentato la morte del medico, che aveva avuto occasione di conoscere: “Non ci volevo credere. Perdiamo una bella persona, un grande medico, che durante il Covid ha lottato come un leone per salvare centinaia di vite, spesso contro tutto e tutti. Buon viaggio Giuseppe, lasci un vuoto grande”.

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28 luglio 2021

Addio a Giuseppe De Donno, il medico mantovano e padre della cura con plasma iperimmune, di cui fu tra i primi sponsor insieme a Le Iene. L’ex primario si è tolto la vita, a 54 anni. Lascia moglie e figli. Dietro al gesto estremo, stando alle prime ricostruzioni, il dolore per lo stop alla sperimentazione del plasma iperimmune come cura contro il coronavirus e qualcuno sostiene anche una malattia.

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Un caso che sta facendo rumore, che sta polarizzando, che fa discutere. Già, De Donno viene subito tirato per la giacchetta, a sproposito e in modo scomposto e indecente, dai no-vax, i quali sui social alimentano le più bieche teorie del complotto. Il ritornello? “È stato ucciso”, certo non materialmente, ma dalle decisioni che lo hanno tagliato fuori. Oltre alle posizioni deliranti, però, ce ne sono di più composte, e che devono far riflettere, come quella di Maria Giovanna Maglie, che punta il dito contro i colleghi e i giornalisti che, per lungo tempo, De Donno lo avevano irriso e “calunniato”, per usare le sue parole.

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Ed insomma, in questo contesto non può che rimbalzare agli onori delle cronache un vecchio cinguettio di Selvaggia Lucarelli, la quale si scagliò contro De Donno proprio quando Matteo Salvini Le Iene, due nemici giurati della sacerdotessa del giusto, sostenevano i suoi studi. Ai tempi, la blogger scrisse: “Vi ricordate il messia Giuseppe De Donno? Quel medico che salvava tutti con il plasma che chiamava proiettile magico, mentre Salvini e Le Iene insinuavano che siccome era una cura gratuità chissà, cielanakondono (scritto così nel cinguettio, ndr)? Beh, lasciato l’ospedale, ora è medico di base a Porto Mantovano”, concluse Selvaggia Lucarelli.

Un tweet vergognoso. Uno sfregio gratuito e lo sfottò, come se un medico di base a Porto Mantovano fosse l’ultimo dei fessi. Uno sfott piovuto senza neppure conoscere le vere ragioni del passo indietro di De Donno. Un cinguettio che, oggi, stona. E parecchio.

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28 luglio 2021

La morte di Giuseppe De Donno scatena la polemica. Il medico ed ex primario di pneumologia dell’ospedale di Mantova, da poco tempo tornato a fare il medico di base, è stato trovato senza vita nella sua abitazione, impiccata. Si tratta del medico che per primo iniziò le cure al coronavirus con le trasfusioni di plasma iperimmune, tecnica controversa e contro la quale, di fatto, è piovuto lo stop della comunità scientifica. E sarebbe stato anche questo stop a pesare come un macigno, per De Donno.

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Tra chi subito ha puntato il dito, si è speso in accuse per quanto accaduto, ecco Maria Giovanna Maglie, una che come sempre non le manda a dire. Su Twitter, la giornalista ha picchiato durissimo: “Troppe calunnie, insulti, irrisione dei colleghi da talk tv col sopracciò. Gli stessi che ci impongono il greenpass”, ha cinguettato. Un tweet, quello della Maglie, che in una sola ora ha collezionato oltre mille like.

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Ma non è l’unica, la Maglie. Anche molti utenti “semplici”, non famosi, nutrono dei dubbi per quanto accaduto. Per esempio Filippo, il quale si interroga: “Suicida? Siamo sicuri? Questa storia è inquietante e surreale”. E ancora, Massimo, il quale alza il livello delle accuse: “Questo suicidio in realtà è un omicidio che ha mandanti ed esecutori conosciuti”. Quindi Alex: “Dietro il presunto suicidio di De Donno c’è un uomo lasciato solo, un medico che aveva dedicato tutto alla sua cura e le sue ricerche“. Insomma, come sempre online monta il sospetto…

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28 luglio 2021

Choc e polemiche dopo la notizia della morte di Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale di Mantova morto suicida, impiccandosi nella sua casa. De Donno fu uno dei principali fautori della cura con plasma iperimmune per il coronavirus, cura che fu poi fermata: un duro colpo che il medico non avrebbe mai superato.

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La notizia del suo suicidio, come detto, ha scatenato un vespaio di polemiche, soprattutto sui social. Molti hanno puntato il dito contro il mondo della scienza, che avrebbe “lasciato solo” il medico mantovano, ostracizzato a causa della sua terapia contro il Covid, considerata un poco controversa, una terapia che prevedeva l’infusione di sangue di contagiati, dopo un trattamento, in altri pazienti infetti.

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E tra chi punta il dito, ecco Red Ronnie, che alla notizia della scomparsa del primario si è prodotto in un durissimo sfogo: “Lo hanno lasciato solo, lo hanno ucciso. De Donno è una vittima di quelli che hanno deciso questo scempio a cui stiamo assistendo, dovrebbe essere fatto santo”. E ancora, lo storico conduttore di Roxy Bar, rimarca come De Donno era “una  persona semplice, un medico che aveva capito che non bisognava intubare i malati e bruciargli i polmoni, ma bastava il plasma. Eppure non è possibile salvare le vite con metodi che non sono prescritti. Una sacca di plasma costava 80 euro (…). Avrebbe aiutato i malati a reagire, a vincere”, ha concluso.

Ma non è tutto. Red Ronnie, dopo lo sconforto, aggiunge: “Sono triste, arrabbiato. Questo mi fa diventare determinato. È ora di dire basta. Giuseppe De Donno se n’è andato. Lo volevo chiamare, non pensavo che sarebbe andata così. Con questo gesto De Donno ha motivato ancora di più noi che crediamo nell’umanità e non sul profitto, sul guadagnare su un farmaco”, ha concluso Red Ronnie. Parole pesantissime.

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