Le ultime parole famose del 26 Maggio 2021 sul cross Eur-Usd

Eccoci a un nuovo appuntamento questa volta dedicato al cross  eur-usd , in particolare a cosa è seguito al giudizio della J.P. Morgan del 26 Maggio 2021 :

Le ultime parole famose del 26 Maggio 2021 sul cross Eur-Usd


Andiamo quindi a riprenderle queste ultime parole famose sul cross eur-usd della J.P. Morgan :

J.P. Morgan: la ripartenza europea attira capitali e favorisce l’euro sul dollaro. Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management rileva che nonostante il differenziale dei tassi e la minor inflazione i flussi di capitale continuano a sostenere l’euro



SFI Trading Advisor lo stesso giorno esprimeva , ricordando il passato , un forte scetticismo su quanto asserito dalla ben nota Banca D’Affari.

EUR-USD : The renegade exchange rate

AGGIORNAMENTO 26 MAGGIO 2021

Eur/usd  1,2262<-26-05-2021 (da 1,1750)

Eur/usd  1,22361<-25-02-2021 (da 1,2000/1,2050)

Eur/usd  1,23493<  top 06-01-2021

L’ultima volta che J.P. Morgan parlò di eur/usd disse a 1,0750 che sarebbe continuato a scendere e da lì salì a 1,2349 da cui retest 1,1750 lato alto di 1,0750-1,1750 e risalita a 1,2262 ora dice che eur favorito su dollaro spero per loro che ci prendano

J.P. Morgan: la ripartenza europea attira capitali e favorisce l’euro sul dollaro

Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management rileva che nonostante il differenziale dei tassi e la minor inflazione i flussi di capitale continuano a sostenere l’euro



Dal 26 Maggio 2021 al 28 Settembre 2021

il cross eur-usd passava da 1,2262 a 1,1673 

EURO


Fino ad arrivare a 1,1529 del 6 Ottobre 2021

AGGIORNAMENTO 6 Ottobre 2021

Eur/usd  1,1529   – 733 DAL GIUDIZIO POSITIVO DI J.P.MORGAN SU EURO.

QUINDI VENIAMO ALLE CONCLUSIONI

Ancora una volta , non uniformarsi al PENSIERO UNICO , pensare CONTRARIAN ,porsi dei DUBBI è stata non solo scelta giusta e corretta, ma vincente.

E non è la prima volta che accade…ne sarà l’ultima !

AD MAIORA !

LEGNATA

Dal 26 Maggio 2021 al 26-Settembre-2022

il cross eur-usd passava da

1,2262 a 0,9551 -2711 Pips

Cedute oltre 27 figure !

NEWS ARRIVATE SU FORTE DISCESA CROSS EUR-USD

Rialzo dei tassi BCE, ecco la data dell’annuncio

La dichiarazione resa ieri dal governatore Christine Lagarde chiude il cerchio dei rumours a proposito di un prossimo rialzo dei tassi BCE. Durante un discorso tenuto a Lubiana, capitale della Slovenia, ha reso nota la possibilità che l’avvio della stretta monetaria nell’Eurozona avvenga “poche settimane dopo” la fine del “quantitative easing” (QE). L’espressione ufficiale resta […]

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 12 Maggio 2022 alle ore 06:53

Rialzo tassi BCE vicino

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La dichiarazione resa ieri dal governatore Christine Lagarde chiude il cerchio dei rumours a proposito di un prossimo rialzo dei tassi BCE. Durante un discorso tenuto a Lubiana, capitale della Slovenia, ha reso nota la possibilità che l’avvio della stretta monetaria nell’Eurozona avvenga “poche settimane dopo” la fine del “quantitative easing” (QE). L’espressione ufficiale resta “qualche tempo dopo” e Lagarde ha ammesso che non è ancora stato definito con esattezza cosa significhi nel concreto. Ma ha aperto all’ipotesi che possa consistere per l’appunto in poche settimane.

Rialzo tassi BCE in estate

Sempre il governatore ha additato alla guerra tra Russia e Ucraina l’esacerbazione dell’inflazione e le difficoltà a carico della politica monetaria, perché “nel breve periodo inflazione e crescita vanno in direzione opposta”. Per questo, ha spiegato, “flessibilità e gradualità” restano fondamentali nell’azione dell’istituto. Come dire che il rialzo dei tassi BCE ci sarà probabilmente in estate, ma la politica monetaria resterà espansiva e non si legherà le mani vincolandosi a un percorso predeterminato.

A quando l’annuncio? Sappiamo ad oggi che gli acquisti netti di assets con il QE potranno cessare già nel terzo trimestre, molto probabilmente proprio all’inizio di esso. Questo significherebbe stop già dopo la fine di giugno. A quel punto, i tassi BCE potrebbero essere alzati già al board del 21 luglio. Saranno passate per allora tre settimane dalla fine del QE, un lasso di tempo compatibile con le ultime dichiarazioni di Lagarde.

Prima del governatore era stato il capo della Bundesbank, Joachim Nagel, ad avere prospettato un rialzo dei tassi quanto prima, chiarendo che allo stato attuale non sembra necessario alcun meccanismo anti-spread.

Il collega francese François Villeroy de Galhau aveva puntato l’accento, invece, sulla gradualità della stretta “dall’estate in poi”. Nessuno più rinvia il rialzo dei tassi, né potrebbe con un’inflazione salita a quasi quattro volte il target del 2% nell’Eurozona.

Fine dei tassi negativi

Le attese sono per un aumento del tasso sui depositi delle banche di 0,25% a -0,25%. Entro settembre, si arriverebbe allo zero, cioè alla fine della lunga era dei tassi negativi. Ma la BCE non rincorrerà più di tanto la Federal Reserve. Essa si concentrerà più che altro su crescita e stabilità finanziaria nell’Eurozona in quello che appare una paradossale inversione dei ruoli. E la FED ad essere vincolata per legge al doppio mandato, mentre Francoforte dovrebbe semplicemente mantenere la stabilità dei prezzi. Ma il rispetto letterale degli statuti è saltato da molti anni. L’ortodossia monetaria è diventata roba per nerd.

Cambio euro dollaro ai minimi da inizio pandemia e parità non esclusa

Il cambio euro dollaro si è portato ai livelli minimi da maggio 2020 e non si esclude che possa sprofondare intorno alla parità entro breve

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 18 Aprile 2022 alle ore 06:45

Venerdì scorso, il cambio euro dollaro è sceso a 1,08, il livello più basso da maggio 2020, cioè dall’inizio della pandemia. E dire che nel dicembre di due anni fa, in scia all’ottimismo per l’avvio delle vaccinazioni contro il Covid, il cross si era portato a un massimo superiore a 1,22. Quest’anno, invece, perde un altro 5%. La debolezza è da addebitare a tre cause concomitanti principali. La prima riguarda la netta divergenza monetaria tra Federal Reserve e BCE, con la prima ad avere iniziato ad alzare i tassi d’interesse e la seconda a tergiversare.

Cambio euro dollaro tra tassi, guerra ed elezioni francesi

Il board di Francoforte di giovedì scorso non ha portato alcuna novità. Nessun rialzo dei tassi in vista, semmai la prospettiva di chiudere con gli acquisti dei bond nel terzo trimestre di quest’anno. Viceversa, la FED alzerebbe i tassi di un altro mezzo punto percentuale al board del 3-4 maggio. Inevitabile che il cambio euro dollaro s’indebolisca sempre più: il Treasury a 10 anni si è portato fino a oltre 2,8% nei giorni scorsi, il Bund decennale supera a stento lo 0,8%. E in entrambi i casi, a fronte di tassi d’inflazione ai massimi da inizio anni Ottanta.

C’è anche la guerra russo-ucraina a pesare diversamente sulle due valute. Gli effetti dell’embargo commerciale e finanziario contro Mosca si stanno sentendo, anzitutto, ai danni dell’economia europea. Questa è largamente dipendente dall’energia russa, specie dal gas. Il boom dei prezzi delle materie prime sta rallentando la crescita del PIL nel Vecchio Continente e, apparentemente, non starebbe ad oggi colpendo significativamente quella americana. Anche per questa ragione la BCE non se la sente di avviare sin da subito la stretta monetaria.

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Infine, c’è il fattore Francia. Alle elezioni presidenziali di domenica prossima si sfideranno l’uscente Emmanuel Macron e la candidata della destra euro-scettica Marine Le Pen. I sondaggi danno tutti il primo come favorito, ma il rischio di un ingresso della donna all’Eliseo esiste e nel caso si concretizzasse, secondo gli analisti il cambio euro dollaro scenderebbe fino a portarsi alla parità. Per quanto la leader del Ressemblement National abbia abbandonato proposte come l’uscita della Francia dall’Unione Europea e dall’euro, è pur vero che la sua vittoria segnerebbe la fine delle ambizioni di unione politica nell’area.

Possibile risalita tra non molto

Per tutte queste ragioni, il cambio euro dollaro dovrebbe restare debole anche nelle prossime settimane, ma in possibile risalita già da lunedì 25 aprile, quando con ogni probabilità i mercati festeggeranno il secondo mandato di Macron. Peraltro, la divergenza sui tassi è stata già scontata e d’ora in avanti ogni rumour che vada nella direzione di far intravedere un atteggiamento più restrittivo della BCE e/o meno restrittivo del previsto per la FED non farà che rafforzare la moneta unica. La fine della guerra, poi, sarebbe un toccasana per il cambio euro dollaro, verosimilmente “sgonfiando” buona parte dei prezzi delle materie prime, petrolio e gas in primis.

Euro rischia $1,13, minimo in 16 mesi con Fed e Covid

17/11/2021

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la giornata di contrattazioni in ribasso dello 0,40% a 29.688 circa, dopo la pubblicazione del dato relativo alla bilancia commerciale del Giappone.

Il dato ha messo in evidenza un aumento delle esportazioni pari a +9,4%, in rallentamento rispetto alla crescita di settembre, pari a +13%, confermando il trend peggiore dal mese di febbraio.

Le consegne di auto sono crollate del 36,7%. La notizia ha messo sotto pressione le aziende giapponesi del settore auto: male alla borsa di Tokyo Nissan, Honda e Mitsubishi Motor.

La borsa di Shanghai sale dello 0,44%, Hong Kong fa -0,39%, Sidney -0,68%, Seoul -0,16%.

Ieri Wall Street ha chiuso la sessione in rialzo, sebbene sempre con una certa cautela: il Dow Jones Industrial Average è avanzato di 54.77 punti, o +0,15%, a 36.142,22. Lo S&P 500 ha guadagnato lo 0.39% a 4.700,90 punti, e il Nasdaq Composite è salito dello 0,76% a quota 15.973,86.

Sul forex focus sulla solidità del dollaro che, nei confronti dello yen, viaggia al record dal marzo del 2017, e che nei confronti di altre valute è al valore massimo degli ultimi 16 mesi, dopo che una carrellata di dati macro Usa ha portato i trader ad aumentare le scommesse su un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve in anticipo rispetto a quanto precedentemente atteso.

Il biglietto verde è salito fino a 114,975 yen.

L’euro, che sconta anche la paura per la quarta ondata della pandemia Covid-19 che sta colpendo l’Europa, retrocede al minimo degli ultimi 16 mesi nei confronti del dollaro, con il rapporto eur-usd in calo dello 0,14% a $1,1303.

Cambio euro-dollaro giù, mai così basso dall’estate 2020 e andrà peggio

Il cambio euro-dollaro è sceso questa settimana ai livelli minimi dall’estate dello scorso anno e può indebolirsi ulteriormente

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 08 Ottobre 2021 alle ore 15:47

Cambio euro-dollaro verso 1,15

Il cambio euro-dollaro è sceso questa settimana ai livelli minimi toccati dal luglio 2020. Mentre scriviamo, il cross si aggira sotto 1,1540 e perde circa il 5,5% quest’anno. Il 2021 era iniziato sopra 1,22, ma nelle ultime settimane diverse notizie hanno concorso a indebolire la moneta unica e a rafforzare contestualmente il biglietto verde.

Diciamo, anzitutto, che il calo del cambio euro-dollaro è dettato dalla paura. Di cosa? Che le strozzature dell’offerta, note anche come “colli di bottiglia”, possano prima o poi portare alla paralisi di interi comparti della produzione. Per questo, i capitali si sono messi in moto verso gli USA, a caccia di asset in dollari per ripararsi dalle possibili tensioni future. A preoccupare è, in particolare, la carenza di svariate materie prime, tra cui il gas. L’Europa rischia una crisi energetica grave durante l’inverno che sta per arrivare e devastante per la ripresa della sua economia dopo il Covid.

Divergenza monetaria e cambio euro-dollaro

Ma c’è anche un altro fattore a colpire il cambio euro-dollaro: l’inflazione. Negli USA, è salita sopra il 5%, nell’Eurozona sopra il 3% e in Germania sopra il 4%. Livelli insostenibili alla lunga. Tant’è che la Federal Reserve ha già prospettato l’avvio del “tapering”, cioè la riduzione degli acquisti di bond, nonché il rialzo dei tassi USA prima delle precedenti previsioni. Un ritocco del costo del denaro avverrebbe forse nel corso del 2022. La BCE ha sinora tenuto lontano questo scenario, semmai aprendo a un “moderato” rallentamento negli acquisti di bond con il PEPP.

L’indice ISM dei servizi negli USA a settembre ha battuto le stime, salendo a 61,9 punti e segnalando un’ulteriore pressione al rialzo dei prezzi nel settore terziario.I posti di lavoro creati a settembre, poi, sono risultati 568.000, meglio delle attese e il livello massimo da tre mesi. E anche le lunghe trattative per la formazione del nuovo governo in Germania non danno di certo una mano alla moneta unica.

Dunque, la divergenza monetaria tra FED e BCE indebolisce il cambio euro-dollaro. Potrebbe non essere finita. In primis, perché non è scontato che non vi sarà una nuova ondata di contagi da Covid, con annessa fuga dei capitali verso i porti sicuri. Secondariamente, perché l’America annuncerebbe il taglio degli acquisti dei bond già prima di Natale. Per l’Eurozona, una brutta notizia. Un euro debole accelera il tasso d’inflazione, aumentando il costo dei beni importati. I consumatori perdono ancora più potere d’acquisto e la BCE si troverà prima o poi costretta a ridurre gli stimoli monetari più in fretta, pur non necessariamente con un’economia in condizioni solide.

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