Standard and Poor PIANO B

Ci pare giusto, visto il raggiungimento di 3029 per lo Standard and Poor (manca sempre a dire il vero 3048 che speriamo di vedere battere con precisione e non alla lontana) continuare quel filo conduttore che lega l’algoritmo di FCA+CNH da quando erano in somma titoli a 6,66 euro (pre spin off CNH) fino a quando fù raggiunta in somma titoli prima 18,04 =1804 Standard and Poor e poi 30,48 euro = 3048 Standard and Poor.

Per chi non ci avesse  mai letto tutti i chiarimenti e le informazioni  su questa analisi comparativa degli Algoritmi tra FCA + CNH e Standard and Poor (che ci segue da quasi 7 anni e che fino ad oggi è sicuramente stata straordinariamente precisa nel consentirci di anticipare il Trend dello Standard and Poor )trovate tutte le spiegazioni in questi due articoli :

Quando le cose non avvengono per caso

Manca 3048 come Top a S&P

Volete vedere cosa ha fatto FCA+CNH in somma titoli (ridotto all’osso ovviamente )dopo il raggiungimento di 30,48 ?

Eccovi accontentati :

STANDARDANDPOORPIANOB

La cosa veramente INCREDIBILE di questa analisi parallela FCA+CNH e Standard and Poor è che un pullback a 1850 per lo S&P su ripetuti tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve troverebbe un riscontro sia grafico che economico visto quanto accaduto in passato su situazioni di tagli multipli e ravvicinati da parte della Federal Reserve.

INCREDIBILE VERO ?

Si lo è come questa analisi frutto di un sito armato con la Balestra contro le Banche d’Affari armate con Missili HFT radiocomandati a distanza.

Pensiamo che oltre a SFI TRADING ADVISOR , i Rothschild e ovviamente le Banche Centrali pochi possono dire di avere compresi questi 10 anni di Mercati , che hanno stravolto ogni cosa ,ogni metodo , ogni ciclo economico….ecc ecc.

Volete che i Rothschild e ovviamente le Banche Centrali non siano i “creatori” di questo Mercato telecomandato dagli HFT ?

Ma sopratutto pensate che le Banche Centrali il G8 e il G20 non conoscano  questo grafico e i rischi che stiamo correndo se 3048 non fosse superato ?

Permetteranno quindi a questo 3048-2020-2495-1850 per lo S&P di concretizzarsi ?

L’anno prima delle Presidenziali USA ? Ci sembra strano

L’anno delle Presidenziali USA ? Anche questo la statistica ci dice essere poco probabile.

Accadrà quanto descritto nel grafico nel medio – breve periodo ?

C’è veramente da augurarsi di no.

Ma nel caso 3048 Standard and Poor fosse ostacolo insormontabile (ad oggi top 3029 quindi non raggiunto 3048) le prospettive per i Mercati sicuramente non sarebbero esaltanti se questa proiezione trovasse segnali concreti step by step nel futuro.

Ad oggi  ci auguriamo che la strada sia differente  lo sapete :

Standard and Poor 2.0

NASDAQ COMPOSITE 2.0

E se questo grafico sarà negato nelle prospettive, di sicuro non sarà per ragioni Economiche ma sempre e solo per l’intervento massiccio delle Banche Centrali che ben conoscono quanto accaduto in passato.

Ma se un giorno dovesse accadere ?

Se dovesse accadere sarebbe questo che vedremmo 3048-2020-2495-1850 ( ora considerate la correzione a    2315/2335 di Dicembre 2018 e il fatto che  FCA+CNH  ci anticipano ad oggi che quella  coppia di valori sarebbe ripresa e recuperata con un top a 2495 da cui nuova discesa a 1850)

Questo articolo non poteva che intitolarsi :

STANDARD AND POOR Piano B. Meglio averlo prima…..giusto ?

Sperando di non usarlo mai ! Ma non dipenderà certo dalla Balestra di SFI T.A.

Ma da chi manovra il Mondo Intero con gli HFT.

STANDARDANDPOORPIANOB

GOD SAVE S&P and US (FTSEMIB)

 

AGGIORNAMENTO 02/10/2019

STANDARD AND POOR 2874 <—2850-3048 box “sacro”

dopo scadenze tecniche 20/09/2019 dopo i top 3029/3024

STANDARDANDPOOR

STANDARD AND POOR


standard

STANDARDANDPOOR

 

STANDARDANDPOOR

S&P 2924 29/08/2019

FONDAMENTALE TENERE IL BOX 2850-3048 E RIENTRARE NEL CANALE (ok)

DELTA 200 PUNTI

AL RIALZO   3150-3250 <--VEDI Standard and Poor 2.0

AL RIBASSO 2750-2650 <–VEDI RISCHIO 3048-2650 Standard and Poor PIANO

 

STANDARDPOSITIVO

S&P 2988 09/09/2019

FONDAMENTALE TENERE IL BOX 2850-3048 E RIENTRARE NEL CANALE (ok)

DELTA 200 PUNTI

AL RIALZO   3150-3250 <--VEDI Standard and Poor 2.0

AL RIBASSO 2750-2650 <–VEDI RISCHIO 3048-2650 Standard and Poor PIANO

 

S&amp;P11092019

S&P 3063 01/11/2019

IL SUPERAMENTO DI 3048 PER LO S&P HA AL MOMENTO NEGATO IL GRAFICO CORRETTIVO CHE CONOSCETE E QUINDI AD OGGI E FINO A QUANDO LO STANDARD AND POOR RESTA SOPRA QUESTO IMPORTANTISSIMO LIVELLO CESSIAMO GLI AGGIORNAMENTI.

TOP STORICO 3063 (3048 raggiunto e superato)

FONDAMENTALE TENERE IL BOX 2850-3048 E RIENTRARE NEL CANALE (ok)

DELTA 200 PUNTI

AL RIALZO   3150-3250 <--VEDI Standard and Poor 2.0

AL RIBASSO 2750-2650 <–VEDI RISCHIO 3048-2650 Standard and Poor PIANO B

SM manufacturing index falls to lowest level since 2009

ECCO PERCHE’ FANNO IL QE IN AMERICA…..DEFLUSSI DAI LISTINI….

DA COMPENSARE

DEFLUSSOCAPITALI

AGGIORNAMENTO 28 FEBBRAIO 2020 VIRUS CORONA

TOP STORICO 3397 20/02/2020

CEDIMENTO 3048 27/02/2020

MINIMO AL MOMENTO 2853 28/02/2020

raggiunto FONDO BOX 2850-3048

Siamo tornati nel canale da cui da 1-11-2019 uscendo al rialzo abbiamo raggiunto tutti i target che avevamo indicato nell’analisi Standard and Poor 2.0

ORA SI TRATTERA’ DI VERIFICARE SE HFT E GIOSTRAI CI FANNO RESTARE NEL BOX 2850-3048 ….O NO.

FONDAMENTALE TENERE IL BOX 2850-3048

DELTA 200 PUNTI

AL RIALZO   3150-3250 <--VEDI Standard and Poor 2.0

AL RIBASSO 2750-2650 <–VEDI RISCHIO 3048-2650 Standard and Poor PIANO B

STANDARDANDPOORAMAGEDDON

FESTEGGIAMENTI3048

Federal Reserve cuts rates again amid trade and growth fears

Stati Uniti: produzione industriale in calo più del previsto a settembre

Battuta d’arresto della produzione industriale negli Stati Uniti. A settembre il dato ha mostrato un calo dello 0,4% rispetto al mese precedente. Si tratta della flessione più forte dallo scorso aprile. Deluse le attese degli analisti che si aspettavano un ribasso più contenuto pari a -0,1%. Ad agosto la produzione industriale era salita dello 0,8% (dato rivisto dal precedente +0,6%). La flessione di settembre sarebbe legata agli scioperi degli operai presso la General Motors.

Fmi taglia outlook PIL globale a tasso minimo da crisi finanziaria e lancia allarme

Il Fondo Monetario Internazionale diventa ancora più pessimista sulle condizioni di salute dell’economia e taglia l’outlook sul Pil globale del 2019 a +3%.Motivo: la guerra dei dazi, che sta strangolando l’attività manifatturiera e il commercio internazionale.Dal rapporto World Economic Outlook presentato oggi a Washington emerge che l’Fmi taglia così le stime sulla crescita mondiale del 2019 al ritmo più basso dalla crisi finanziaria del 2008.Il downgrade è di 0,2 punti percentuali. Per l’anno prossimo il Pil è atteso in ripresa al ritmo del 3,4%, grazie al miglioramento dei fondamentali economici di Brasile, Messico, Russia, Arabia Saudita e Turchia.In questo caso, il downgrade (sul Pil del 2020) è di 0,1 punti percentuali rispetto alle proiezioni di luglio. Gita Gopinah, responsabile economista dell’Fmi, sottolinea tra l’altro che l’outlook per il 2020 è “precario”.“Con l’incertezza sulle prospettive di molti paesi, il rallentamento atteso in Cina e negli Stati Uniti e i rischi al ribasso prominenti, potrebbe materializzarsi un ritmo molto più contenuto dell’attività globale”, avverte inoltre Gopinah. Tanto che, nel caso in cui il deterioramento dell’economia dovesse farsi più accentuato, potrebbe affacciarsi la necessità di un’azione di emergenza, sotto forma di “una risposta fiscale coordinata a livello internazionale”.La crescita dovrebbe poi riprendere negli anni compresi tra il 2021 e il 2024, grazie alla recupero dei mercati emergenti. La cosiddetta ‘Gang dei Quattro’ invece (Stati Uniti-Cina-Eurozona-Giappone) dovrebbe continuare a rallentare “nel 2020 e oltre”

Dati occupazione USA agrodolci: ora attenzione a Powell

Gli indici europei hanno accolto positivamente i dati

Come aperitivo, Eric Rosengren, membro della FOMC, il quale tradizionalmente si è opposto ai tagli dei tassi, dovrebbe parlare tra poco, mentre si attenderanno altre dichiarazioni dei membri della FOMC e Powell alle 20.00

Hong Kong: Pmi manifatturiero conferma 18esimo mese consecutivo di contrazione

Prosegue la lunga crisi dell’economia di Hong Kong, stremata dagli effetti della guerra commerciale e dai violenti scontri che proseguono da mesi tra le forze dell’ordine e i manifestanti.L’indice Pmi manifatturiero della città-stato stilato da IHS-Markit conferma la fase di contrazione dell’economia, attestandosi a settembre a 41,5 punti, in lieve ripresa rispetto ai 40,8 punti di agosto, ma ancora molto al di sotto della soglia di 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e fase di espansione (valori al di sopra). Si tratta del 18esimo mese consecutivo di contrazione. Il sottoindice che misura la fiducia delle aziende, inoltre, scende al minimo dal 2012, a 46,3 punti.

Tonfo anche per l’ISM servizi, Wall Street deraglia di nuovo (DJ cede 300 punti)

Nuovo alert per l’economia Usa. Dopo l’ISM manifatturiero dei giorni scorsi, che ha fatto scattare le vendite sui mercati, oggi è arrivata la delusione dall’ISM non manifatturiero, sceso ben oltre le attese a 52,6 a settembre dai 56,4 precedenti. Si tratta dei minimi a 3 anni.

Trump torna ad attaccare la Fed di Powell per dollaro troppo forte

Il presidente Usa, Donald Trump, torna all’attacco della Federal Reserve (Fed) e del suo governatore, Jerome Powell. “Come avevo previsto, Jay Powell e la Federal Reserve hanno permesso al dollaro di diventare troppo forte, soprattutto rispetto a tutte le altre valute, tanto da influenzare negativamente l’attività dei nostri produttori. I tassi della Fed sono troppo alti. Sono i loro peggiori nemici, non ne hanno nemmeno idea di quello che fanno. Patetici!”. Questo quanto scrive su Twitter il presidente Trump

Fitch avverte: nel 2020 crescita globale ai minimi da 8 anni

Le prospettive per l’economia globale si sono notevolmente deteriorate a causa dell’escalation nella guerra commerciale USA-Cina. Lo afferma Fitch Ratings nel suo nuovo Global Economic Outlook (GEO). Fitch vede la crescita globale attestarsi il prossimo anno al tasso più basso dal 2012 quando la crisi dell’Eurozona era al culmine.. “Ci sono pochi precedenti dagli anni ’30 realtivi a prospettive di crescita globale colpite in modo così significativo dalle interruzioni della politica commerciale”, ha dichiarato Brian Coulton, capo economista di Fitch.Fitch vede la crescita del Pil mondiale decellerare a +2,6% quest’anno e a +2,5% l’anno prossimo dal 3,2% nel 2018. Sia pèer quest’anbno che per il 2020 la stima è stata ridotta dello 0,2% rispetto al GEO diffuso lo scorso giugno.

Mercati in soggezione per tensioni Usa-Cina e rischio impeachment per Trump

Rimangono sotto pressione i principali mercati mondiali in un contesto caratterizzato dall’incertezza per le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina e le vicende del presidente americano Donald Trump con il rischio impeachment. Per quanto riguarda il commercio, diversi organi di stampa internazionali prevedono che gli Usa difficilmente prolungheranno ancora l’autorizzazione alle aziende americane di lavorare con il gruppo cinese Huawei. Le trattative tra le due potenze economiche, secondo la Cnbc, dovrebbero riprendere i prossimi 10 e 11 ottobre a Washington.Sul fronte impeachment, la procedura è stata aperta ufficialmente nella giornata di martedì da parte del Congresso Usa contro il presidente Donald Trump. Lo ha annunciato Nancy Pelosi, presidente della Camera, affermando che l’inquilino della Casa Bianca avrebbe abusato del suo potere per sollecitare l’aiuto dell’Ucraina a sporcare il nome del suo rivale democratico Joe Biden. Sebbene la destituzione di Trump sia improbabile, vista anche la configurazione attuale del Senato a maggioranza repubblicana, secondo alcuni analisti questa situazione rischia di aumentare la volatilità sui mercati, già assediati dalle preoccupazioni per le conseguenze della guerra commerciale Usa-Cina.Passando alla questione Brexit, il premier britannico Boris Johnson ha di nuovo ribadito che non cercherà di estendere l’Articolo 50, per rimandare la data di uscita fissata al prossimo 31 ottobre. Nonostante la Corte Suprema abbia dichiarato “illegale” la sospensione del Parlamento orchestrata dal premier, Johnson non ha escluso la possibilità di un tentativo per chiudere di nuovo il Parlamento la prossima settimana, in occasione della Conferenza del partito dei conservatori.In Italia, la cosiddetta Nadef, il documento programmatico del governo nella quale saranno chiarite le coperture per le attese misure su Iva e cuneo fiscale, uscirà lunedì 30 settembre. La promessa più costosa, e ufficialmente obiettivo fondante dell’alleanza M5s-Pd, è la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia che comporterebbero un aumento dell’aliquota Iva, dal 22% al 25,2%. Il rincaro andrebbe a colpire tutti i beni di consumo riducendo il potere d’acquisto delle famiglie e, potenzialmente, consumi e crescita economica.

Fmi, Georgieva nuovo direttore generale: “Dobbiamo prepararci a una recessione”

Azionario Asia: borsa Tokyo ai massimi da maggio, sentiment positivo con notizie Usa-Cina e attesa Bce

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,75% a 21.759,61, posizionandosi ai massimi livelli dal mese di maggio. La decisione di Donald Trump di posticipare l’aumento dei dazi su $250 miliardi di beni importati dalla Cina sostiene il sentiment degli investitori in Asia.

Con un post su Twitter, il presidente americano ha reso nota l’intenzione di ritardare l’imposizione dell’aumento di dazi dal 25% al 30% su beni cinesi importati per un valore di 250 miliardi di dollari dal 1° ottobre al 15 ottobre, a causa delle celebrazioni che si terranno in Cina per il 70esimo anniversario della Repubblica popolare cinese.Pechino avrebbe proposto inoltre un’azione di buona volontà nei confronti di Washington, che si sostanzierebbe nel permettere alle aziende cinesi di tornare ad acquistare i prodotti agricoli Usa, tra cui – secondo alcune fonti riportate da Bloomberg – semi di soia e carne di maiale. Borsa di Shanghai in rialzo di oltre +0,30%.Tra i titoli scambiati sulla borsa di Tokyo, occhio al trend di Yahoo Japan, balzata del 2,35% dopo alcune indiscrezioni secondo cui il gruppo ha presentato un’offerta per rilevare il retailer di abbigliamento online Zozo. Le quotazioni di Zozo hanno segnato un rally di oltre +13%.Reuters ha riportato che Yahoo Japan ha offerto a Zozo 400 miliardi di yen, l’equivalente di $3,7 miliardi, per rilevare la sua maggioranza, nell’ambito di un piano di espansione che possa agevolare la sua competitività nei confronti delle rivali Amazon e Rakuten.Giù dello 0,20% circa la borsa di Hong Kong, che ha visto protagonisti i titoli di Hong Kong Exchanges and Clearing Limited (HKEX), in calo di oltre -3,5% a seguito della notizia dell’offerta presentata al London Stock Exchange Group (LSE), piattaforma che include anche Piazza Affari.La piattaforma di Hong Kong HKEX ha confermato che la proposta è stata fatta per “combinare le due società”.In generale, anche in Asia il sentiment degli investitori è stato condizionato dalle aspettative di un nuovo bazooka della Bce nella giornata di oggi. Grande attesa per la decisione sui tassi, in calendario alle 13.45 ora italiana, e alla conferenza stampa di Mario Draghi, che inizierà alle 14.30. Tra le altre borse Sidney +0,18%, Seoul +0,84%.

Guerra commerciale Usa-Cina: scattate nuove tariffe punitive, ma peggio è atteso per dicembre

Pechino ha annunciato nella giornata di domenica l’aumento di dazi tra il 5% e il 10% su diversi beni americani esportati, come semi di soia e petrolio crude.La maggior parte dei dazi rimanenti diventerà operativa il prossimo 15 dicembre.Nella giornata di ieri, sono diventate operative anche alcune tariffe contro beni cinesi annunciate dall’amministrazione Trump.Nel mese di dicembre, quando altri dazi Usa diventeranno operativi, quasi tutte le esportazioni cinesi verso gli Usa, valutate $550 miliardi, saranno state colpite dalle tariffe punitive.

Aspettando la Bce: da sboom inflazione tedesca sponda per bazooka Draghi (analisti)

Mancano ancora due settimane al meeting Bce, ma le attese sono tutte rivolte alle mosse dell’Eurotower. L’inflazione della Germania continua a rallentare e segna un +1% armonizzato su base annua ad agosto, dall’1,1% a luglio. Il consensus era +1,2%. “Guardando al futuro, i prezzi del petrolio più bassi manterranno l’inflazione complessiva della Germania all’1% nei prossimi mesi”, è la previsione di Carsten Brzeski, capo economista di ING Germany, che aggiunge: “La bassa inflazione unita alle prospettive di un’economia stagnante nella migliore delle ipotesi rafforza il caso di nuovi stimoli monetari dalla BCE tra due settimane”. Ing prevede che la BCE non aspetterà che l’economia dell’Eurozona sarà nuovamente intrappolata in una possibile spirale deflazionistica e quindi vorrà impostare un altro (forse finale) attacco preventivo.”La BCE presenterà un nuovo pacchetto di stimolo costituito da un taglio di 20 pb nel tasso di deposito, un sistema di stratificazione, un riavvio del QE con 30 miliardi di euro al mese e un repricing dei TLTRO”.

Trump, nuovo affondo alla Fed: “Se facesse quello che deve, economia andrebbe come un razzo”

“L’economia sta andando alla grande, con un potenziale al rialzo enorme. Se la Fed facesse quello che deve fare, andrebbe come un razzo!”. L’ennesimo affondo del presidente Donald Trump alla Federal Reserve arriva come sempre via Twitter dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil a stelle e strisce. Il Prodotto interno lordo ha segnato difatti nel secondo trimestre una crescita su base annualizzata del 2% rispetto ai tre mesi prima. Si tratta della seconda lettura che viene limata rispetto al +2,1% della prima stima. Nel primo trimestre dell’anno l’economia americana aveva segnato una espansione del 3,1%.

Stati Uniti: ordini beni durevoli in rialzo a luglio oltre le attese

Aumento maggiore del previsto per gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti. A luglio il dato ha mostrato un rialzo del 2,1% rispetto al mese precedente, facendo meglio del +1,1% atteso dagli analisti. A giugno gli ordini di beni durevoli erano saliti dell’1,8%.

Guerra commerciale, Pechino smentisce Trump: ‘non cediamo a pressioni, non c’è stata nessuna telefonata’

La Cina non ha contattato gli Stati Uniti per chiedere di risolvere le tensioni commerciali. E’ quanto ha scritto su Twitter Hu Xijin, direttore del Global Times, tabloid che fa capo al People’s Daily (a sua volta quotidiano ufficiale del partito Comunista cinese).

Hu Xijin ha negato dunque quanto detto dal presidente americano Donald Trump che, parlando in occasione del G7 di Biarritz in Francia, aveva riferito che i funzionari cinesi avevano contattato telefonicamente Washington per aprire trattative in modo serio.“Negli ultimi giorni, non c’è stato alcun contatto telefonico tra i funzionari americani e cinesi di alto livello. Il fatto che le due controparti abbiano mantenuto i contatti a livello tecnico non significa ciò che Trump ha lasciato intendere. La Cina non ha cambiato la sua posizione. La Cina non cederà alle pressioni Usa”.Trump ha annunciato qualche ora fa che gli Stati Uniti e la Cina “inizieranno a trattare molto seriamente” la questione della guerra commerciale, dopo che le tensioni si sono intensificate, a seguito degli annunci arrivati sia da Pechino che via Twitter dal presidente Usa.“La scorsa notte la Cina ha contattato i nostri funzionari che si occupano del commercio proponendo ‘Torniamo al tavolo (delle trattative) – ha detto Trump – Credo che vogliano fare qualcosa. D’altronde, (la Cina) continua ad accusare danni molto alti e, allo stesso tempo, capisce che questa è la cosa giusta da fare (contattare gli Usa per il dialogo). E io ho grande rispetto per questo. Si tratta di uno sviluppo molto positivo per il mondo”.Ma lo sviluppo, in realtà, non ci sarebbe stato, stando almeno alla versione cinese.

Banche centrali, in dieci anni un bazooka da 15mila miliardi (Il Sole 24 Ore)

In dieci anni le politiche monetarie ultra-espansive adottate dalle banche centrali hanno gonfiato i bilanci delle istituzioni di ben +1.400%. E’ quanto calcola il Sole 24 Ore, facendo notare che “i bilanci delle banche centrali hanno un controvalore aggregato di 15mila miliardi di dollari, 1.400% in più rispetto al 2008”. Il riferimento è alle banche centrali del paesi del G4, ovvero di Usa, Eurozona, Regno Unito e Giappone, dunque, rispettivamente, alla Federal Reserve, Bce, Bank of England e Bank of Japan. “Se poi inseriamo nel calcolo la Bank of China – che in 10 anni ha più che raddoppiato i propri attivi per sostenere l’economia che rallenta – arriviamo alla soglia dei 20mila miliardi di dollari”.C’è da dire, tra l’altro, che il “bilancio della Bank of Japan vale più del Pil nipponico (103%). Gli attivi della Fed valgono il 18% del Pil Usa mentre quelli della Bce sono balzati al 44%, molto più anche del 27% della Bank of England”.E il punto, sottolinea il quotidiano finanziario nell’articolo di Vito Lops, è che “i miliardi iniettati dalle banche centrali nell’ultimo decennio hanno algebricamente creato una bolla sui titoli obbligazionari”, non “riuscendo più di tanto a scuotere l’economia globale dal pericoloso torpore della bassa inflazione”.

GOLD IDEA

QUANDOARRIVA3048.gif

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