TRUMP’S TRADING 2.0

Eccoci a un articolo di aggiornamento a seguito del Tweet di Trump di ieri sera in cui ha dichiarato che applicherà dei Dazi del 10% sui prodotti Cinesi , News arrivata durante il pullback alle medie perse il giorno prima con la FEDERAL RESERVE ……e dopo la “prevista” tripla trappola ribassista su Nasdaq Composite ( due testa spalle e un doppio massimo) che erano tutte state negate riportando gli Indici praticamente sui massimi di periodo vedi analisi NASDAQ COMPOSITE: BEARISH TRAP ?

In un momento decisivo e a ridosso delle medie quindi un TRUMP’S TRADING interrompe il recupero degli Indici e dichiara il movimento degli Indici come pullback alle medie perse il giorno prima su taglio 0,25% dei tassi della Federal Reserve.

Il tutto avviene a “ridosso” del “famoso” top 3048 per lo S&P ad oggi non battuto che avrebbe completato il 650-3050 per lo S&P (666-3048) il top che mancava all’appello come da nostra analisi : Manca 3048 come Top a S&P

Cosa non torna di questo ribasso ?

  1. Siamo in attesa di un Settembre molto importante : tutti sapete che a Settembre interverrano nuovamente la BCE, la FEDERAL RESERVE e TRUMP’S TRADING DAZI appuntamenti quindi molto importanti (e che potrebbero essere fonte di speculazione al rialzo “anticipata”).
  2. Il TRUMP’s TRADING è capace di ribaltare ogni situazione con altri TWEET che tutto sono tranne che casuali come abbiamo visto ieri con un timing troppo preciso….
  3. 7755 del NASDAQ non è stato perso <—livello ZERO radice 755  solo sotto questo livello (radice 755 che separa vi ricordiamo LONG-SHORT )ci sarà una correzione di medio periodo ma ad oggi ripetiamo non è stato perso e il NASDAQ non ha ancora raggiunto il top 8133 vedi analisi NASDAQ 7180-8133=FTSEMIB 20180-21330 anche se lo ha sfiorato arrivando a 8051 ne il top 8321  vedi analisi NASDAQ : 7294 si gioca tutto lì  quindi il livello che comanda gli HFT è 7755 vedi analisi Effetto Domino sui Mercati 2.0 
  4. 2948 dello S&P non è stato perso (a -100 dal target 3048) a queste cose è sempre bene prestare attenzione , ogni minimo degli HFT è da curare con attenzione, quindi 2948 è un livello a cui prestare sempre molta attenzione.
  5. 8113 del NASDAQ COMPOSITE livello base per l’ultimo movimento 8113-8464 non è stato perso ( livello chiave importantissimo anche per 8113-9110 non ce lo dimentichiamo) se fosse ceduto allora si vedrebbe 7900/7850 -7791-7755 , ma ad oggi non è stato perso.
  6. 11900/11755 <—livello ZERO radice 755 per DAX non è stato perso.
  7. FTSEMIB 21048NIKKEI 21048DAX 12048 sono altri livelli da monitorare con estrema attenzione essendo collocati a -2000/1000 punti dai livelli discriminanti NIKKEI 23048DAX 13048FTSEMIB 23048 = STANDARD AND POOR 3048 vedi analisi Standard and Poor 2.0

Cosa vogliamo dire con questi 7 punti ?

Che qualcosa non quadra in questa fase di 29 Gap “di disturbo alla posizione sui Mercati dei traders dal 25 Giugno 2019 a oggi e da noi perfettamente anticipata ben prima della sua concretizzazione vedi analisi Mesdames et messieurs, faites vos jeux.

Che qualcosa non quadra con le TRE TRAPPOLE RIBASSISTE da noi evidenziate e anticipate poi tutte rientrate vedi analisi NASDAQ COMPOSITE: BEARISH TRAP ?

Che qualcosa non quadra con il troppo preciso intervento di TRUMP su pullback alle medie degli Indici USA perse il giorno prima con la Federal Reserve .

Quindi vi diamo un consiglio , non curatevi di News e TRUMP TRADING ma dei livelli che abbiamo evidenziato, gli HFT lavorano sui numeri così come i loro algoritmi.

Ed ecco un livello molto importante del NASDAQ COMPOSITE e i suoi ANALOGHI per altri INDICI in questo grafico.

nasdaqcifrato

E ad oggi è presto per dire come saranno AGOSTO e SETTEMBRE perchè è ancora tutto NEUTRAL , NEUTRAL BULLISH come i livelli che abbiamo evidenziato dimostrano vedi SFI Market’s Sentiment

Ecco quindi l’attuale SFI Market’s Sentiment e SFI Market’s Value :

AGOSTO 2019 – SETTEMBRE 2019

SFI MARKET’S SENTIMENT         :   NEUTRALBULLISH

SFI MARKET’S VIEW VALUE        :   35%<–01/08 New Value

Good LUCK !

Trump-a-telefono

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TROPPI TWEET MISTER TRUMP

Da Trump doppia mossa contro Covid e Piazza Affari ruggisce, coro di rialzi aspettando Jackson Hole. Occhi su Telecom

Piazza Affari parte a spron battuto grazie all’approvazione di emergenza della FDA di un trattamento al plasma sanguigno per Covid. Il Ftse Mib segna +1,27% a 19.944 punti. Tra i singoli titoli spicca l’oltre +3% di Stm che continua a cavalcare il momento positivo dei tecnologici.
Tra le big di Piazza Affari si muove bene FCA con +1,48%, così come Enel a +1,36% e Intesa Sanpaolo +0,7%. Telecom Italia, dopo un avvio in rosso, segna un +0,9% con gli ultimi sviluppi sul fronte rete unica che vedono il Tesoro spingere per la creazione di una società con un forte ruolo pubblico. Il ministro Gualtieri, stando alle ultime indiscrezioni stampa, non è favorevole al controllo della rete unica da parte di TIM, di contro vede l’operazione di TIM con KKR per FiberCop come un elemento a supporto della rete unica, non un ostacolo. Infine il ministro dell’Economia vedrebbe come poco praticabile la separazione di TIM tra clienti e infrastruttura proposta da Grillo e Buffagni.Intanto il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, ribadisce il no a un controllo da parte di Tim e in caso di mancato accordo suggerisce che il governo potrebbe chiamare a raccolta in Open Fiber gli altri operatori tlc e gli investitori infrastrutturali come Kkr e Macquarie per investire in un piano di copertura nazionale con la fibra.

Newsflow su trattamenti anti Covid e vaccino sostiene il risk-on

Ieri la Food and Drugs Administration degli Stati Uniti ha dichiarato di aver rilasciato “l’approvazione per l’uso di emergenza” per l’uso del plasma sanguigno da pazienti guariti come opzione di trattamento per alcuni pazienti affetti dagli effetti del virus Covid-19. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato intanto che il trattamento al plasma sarà esteso a un numero maggiore di malati americani di COVID-19.Inoltre l’amministrazione Trump potrebbe anche accelerare sul fronte vaccino. Da un rapporto del Financial Times emerge che la Casa Bianca sta pensando di aggirare i normali standard normativi statunitensi per accelerare un vaccino sperimentale dal Regno Unito da utilizzare in America prima delle elezioni presidenziali di novembre. Il vaccino in questione è quello in fase di sviluppo in una partnership tra AstraZeneca e l’Università di Oxford.  “Si ha la sensazione che il governo Usa cercherà di accelerare il processo per garantire che i trattamenti e i vaccini siano disponibili anche più velocemente del previsto”, rimarca IG nella sua Morning Note.
Sono invece passate in secondo piano agli occhi degli investitori  le dichiarazioni di Trump sulla possibile “rottura completa” tra Stati Uniti e Cina sul fronte dazi. “I mercati l’hanno ignorato – rimarca Paul Donovan, capo economista di UBS  GWM – . Gli investitori riconoscono che la retorica su questo argomento aumenterà durante la convention del Partito Repubblicano”.

Sguardo a Jackson Hole

Oggi agenda economica scarna con in calendario solo il Chicago PMI. In settimana spicca l’appuntamento con Jackson Hole che quest’anno avverrà in via virtuale. Tra gli interventi più attesi, quello del presidente della Federal Reserve Jerome Powell che, secondo quanto anticipano i mercati, potrebbe segnalare un’apertura della banca centrale americana alla possibilità di introdurre variazioni al target di inflazione.
In Italia da segnalare l’avvio oggi dell’offerta residuale obbligatoria di Intesa Sanpaolo sulle azioni Ubi Banca. 

Trump: “Se perdo elezioni, mercato USA crollerà”

Il mercato azionario degli Stati Uniti crollerà se perdo le elezioni. La previsione è del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel corso di un viaggio in India, in cui ha sottolineato che le azioni balzeranno più in alto se verrà rieletto, ma “se non vinco vedrete un crollo come non avete mai visto prima”.
Il presidente Usa ha anche sottolineato che il forte calo dei prezzi delle azioni di lunedì è stato negativo a causa dei timori del coronavirus, ma gli Stati Uniti erano in buona forma per affrontare il problema. Trump ha sottolineato che il presidente cinese Xi Jinping sta lavorando duramente sulla questione. “E penso che tutto sarà sotto controllo … Penso che andrà tutto bene”. Lo speriamo”, ha concluso Trump.

Azionario Asia sconta uccisione Soleimani ordinata da Trump, Khamenei promette pesante vendetta

Azionario asiatico sotto pressione, dopo la notizia dell’attacco ordinato da Donald Trump contro l’aeroporto di Baghdad, per uccidere il generale iraniano Qassem Soleimani e altre 7 persone. Il leader supremo dell’Iran, Ali Khamenei, ha promesso vendetta contro gli Stati Uniti, parlando di pesante vendetta contro “i criminali” che hanno ucciso il generale. Nell’attacco, sferrato con quattro razzi, sono rimasti feriti 12 soldati iracheni. L’auto di Soleimani, stando a quanto ha riportato Al Arabiya, ha preso fuoco dopo essere stata colpita da uno dei razzi.Il boom dei prezzi del petrolio, successivo alla conferma, arrivata dal Pentagono, dell’uccisione del generale dietro ordine di Trump, sostiene le quotazioni dei titoli del settore oil.

Dazi: Trump, il 15 gennaio firmo l’accordo con la Cina, poi volerà da Xi

Si avvia a conclusione la guerra dei dazi tra Usa e Cina, pericolosissima per i commerci mondiali, Trump lo annuncia in un tweet

di Redazione Online/Ninfa Colasanto“Firmerò la fase uno del nostro grande e completo accordo commerciale con la Cina il 15 gennaio”.  Così Donald Trump dopo l’alacre lavoro dei negoziatori delle due più grandi economie mondiali.

L’accordo comprenderà i trasferimenti di tecnologia, la proprietà  intellettuale, i prodotti alimentari e agricoli, i servizi finanziari e l’espansione del commercio. Pechino aumenterà le importazioni dei prodotti agricoli made in Usa: dai cereali alle carni, per il presidente Usa un ‘must’  che sino all’ultimo è rimasto in forse, senza gli odiati dazi, che a spot sono comparsi su varie merci delle due superpotenze mondiali che sull’argomento ormai litigano dal 2018.Un’intesa che sarà celebrata “alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina. In seguito” -ha annunciato su Twitter il presidente-  andrò a Pechino, dove inizieranno i colloqui sulla fase due”.

La Camera di Nancy Pelosi vota sì a impeachment Trump. Lui: ‘è un assalto all’America’

Donald Trump sotto impeachment, la Camera dei Rappresentanti Usa di Nancy Pelosi approva la proposta per mettere formalmente in stato di accusa il presidente americano.
Trump diventa ufficialmente il terzo presidente Usa a essere messo sotto impeachment, dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998. Richard Nixon, travolto dal Watergate, si dimise nel 1974, prima di essere messo in stato di accusa.Il voto alla Camera è il primo atto di un processo che quasi sicuramente non si concretizzerà. Affinché l’impeachment diventi esecutivo, è fondamentale infatti che all’ok della Camera faccia seguito quello del Senato. E lì, è difficile che la maggioranza richiesta dei 2/3 approvi la risoluzione, visto che sono i repubblicani ad avere il controllo.Sta di fatto che il voto si conferma storico: Donald Trump viene messo sotto impeachment, dopo un dibattito durato ben otto ore e a seguito di una carrellata di indagini, andate avanti per tre mesi, condotte dalla Camera controllata dai democratici.

Impeachment, Trump: ‘è assalto all’America’

Mentre la Camera di Nancy Pelosi votava la proposta di impeachment nella serata di mercoledì, ieri, Trump teneva un comizio nello stato del Michigan, di fronte a una folla adorante di 10.000 persone. Il suo tono è stato di sfida:
“Non mi sembra proprio che stiamo per essere messi in stato di accusa – ha detto – Questo paese non è andato mai meglio e noi non abbiamo fatto niente di male”. Ancora: l’ “impeachment illegale e di parte è una marcia dei democratici verso il suicidio politico“. E, in un post pubblicato su Twitter, Trump ha definito l’intera procedura “un assalto all’America”.
Ancora, su Twitter, Trump avverte: “Non stanno danno la cApprovati i due capi di accusa: abuso di potere e ostruzione all’attività del Congresso. L’articolo 1 dell’abuso di potere è stato approvato con 230 voti favorevoli e 197 contrari. L’articolo 2 dell’ostruzione al Congresso, è passato con 229 voti sì rispetto ai 198 no. Due democratici hanno rotto con la linea della maggioranza, decidendo di votare contro l’impeachment, nel caso del primo articolo (abuso di potere).
Si è trattato di Colin Peterson, del Minnesota, che rappresenta un distretto in cui Trump ha vinto facilmente le elezioni del 2016, e che ha fatto fronte per mesi a pressioni per votare contro l’impeachment. L’altro è il deputato del New Jersey Jeff Van Drew, democratico pronto a passare dalla parte dei repubblicani. Un terzo deputato democratico, Jared Golden del Maine, ha votato contro il secondo articolo dell’impeachment, quello che accusa il presidente Usa di ostruzione al Congresso, votando invece a favore del primo articolo, quello di abuso di potere.

Impeachment per abuso potere e ostruzione

L’impeachment è stato votato sulla base di due capi di imputazione specifici: il primo lo accusa di aver abusato del suo potere nel momento in cui ha congelato gli aiuti americani all’Ucraina, per fare pressioni sul presidente ucraino e indurlo a lanciare una indagine contro i suoi avversari politici. Nel testo si legge che, attraverso la presidenza, Trump ha consentito “l’interferenza di un governo straniero, l’Ucraina, nelle elezioni presidenziali Usa del 2020″.
Così facendo, Trump “rimarrebbe una minaccia alla sicurezza nazionale e alla Costituzione, nel caso in cui gli venisse consentito di rimanere in carica”, dopo avere “agito in modo mostruosamente incompatibile con la regola della legge e la self-governance”.
Il secondo articolo accusa Trump di ostruzione al Congresso per aver preteso che alti funzionari della Casa Bianca sfidassero i mandati di comparizione ricevuti legalmente dalla Commissione di intelligence della Camera, così “assumendo lui stesso le funzioni e le attività investigative” che sono una prerogativa costituzionale del ramo legislativo, in questo caso della Camera. Nessuno scossone sui mercati, sicuramente non sul dollaro, che dà una buona prova di resistenza. Secondo gli analisti, il timore dei mercati sarebbe un altro.
C’è poi Pimco che ritiene addirittura che l’impeachment possa avere un risvolto positivo.

Trump a Pelosi: siete voi a interferire in elezioni

L’altro ieri, prima del voto della Camera sull’impeachment, un Trump infuriato aveva scritto una lettera a Nancy Pelosi, definendo la procedura di messa in stato di accusa avviata nei suoi confronti “un tentativo illegale e di parte di lanciare un golpe“.
“Siete voi che state interferendo nelle elezioni americane – ha scritto Trump in una missiva di sei pagine -Voi che state sovvertendo la democrazia america. Siete voi che state ostruendo la giustizia, portando dolore e sofferenza alla vostra Repubblica per i vostri egoistici interessi politici, personali e di parte”.
La procedura di impeachment parte da una telefonata che il presidente Trump fece all’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, chiedendogli di indagare su un presunto caso di abuso di potere che interessava il candidato alle primarie democratiche per l’Election Day del 2020, Joe Biden, già vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama.
Trump avrebbe chiesto a Zelensky di indagare, per la precisione, sul figlio di Joe Biden, Hunter Biden, che è stato membro del consiglio di amministrazione di Burisma Holdings, importante produttore ucraino di gas naturale, dal 2014 al 2019.
L’accusa di Pelosi & Co contro Trump è di aver fatto pressioni politiche sul presidente ucraino al fine di ottenere informazioni per infangare il nome di Biden, minacciando di non erogare aiuti all’Ucraina. L’inchiesta di impeachment contro il presidente Usa è partita lo scorso settembre.
Nell’ottobre di quest’anno, Hunter Biden si è dimesso dalla carica di membro del cda di un fondo di investimento privato cinese che ha co-fondato, BHR Partners, motivando la decisione con il desiderio di evitare anche solo il sospetto di un conflitto di interesse, in concomitanza con la candidatura alle primarie democratiche di suo padre Joe.

Trump sotto impeachment, Camera Usa vota a favore. Lui: ‘cercano di annullare voto’

La Camera dei Rappresentanti Usa ha votato a favore dell’impeachment contro il presidente americano Donald Trump. La messa in stato di accusa è stata motivata con due capi di imputazione: ostruzione all’attività del Congresso e abuso di potere. La parola passa a questo punto al Senato, dove il passaggio è più difficile, visto che qui i Repubblicani detengono ancora la maggioranza e sono necessari due/terzi dei voti affinchè avvenga l’approvazione. Alcuni analisti fanno notare, di conseguenza, che è estremamente improbabile che l’impeachment diventi realtà.Lui, Trump, ha così reagito mentre teneva un comizio nello stato del Michigan:Non abbiamo fatto nulla di sbagliato. Abbiamo l’appoggio del partito repubblicano. Dopo tre anni di caccia alle streghe, bufale, vergogne, truffe, i democratici stasera stanno cercando di annullare il voto di decine di milioni di patrioti americani”, ha detto accusando l’opposizione di “abuso di potere”.Dal canto suo, la Speaker della Camera Nancy Pelosi, nel dare il via al dibattito alla Camera, si è così espressa:“Trump non ci ha dato altra scelta. Il presidente ha violato la costituzione e resta una costante minaccia per la sicurezza del nostro Paese e l’integrità delle nostre elezioni”.

Trump annuncia “grande accordo con Cina”: dazi rinviati?

Il presidente Usa ha annunciato l’avvicinarsi di una conclusione della “Fase 1” nelle trattative con Pechino: 50% di tariffe in meno su alcuni prodotti, rimandate quelle del 15 dicembre

Tweet di Trump fa volare le Borse, accordo con Cina ‘molto vicino’

Donald Trump scalda i mercati circa un imminente accordo con la Cina sui dazi. “Siamo molto vicini a un grande accordo con la Cina, lo vogliono loro e anche noi!”, recita il tweet del presidente degli Stati Uniti. In assenza di accordo Usa-Cina, il 15 dicembre scatterebbero i nuovi dazi su prodotti cinesi.

Trump su petrolio e gas: ‘Non abbiamo bisogno più del Medio Oriente, ormai siamo esportatori netti di energia’

“Visto che siamo andati così bene con l’energia nell’arco degli ultimi anni (grazie, Mr. President!), siamo ora esportatori netti di energia, e dunque il Numero uno nella produzione di energia al mondo. Non abbiamo bisogno del petrolio e del gas del Medio Oriente e, infatti, abbiamo davvero poche petroliere lì, ma aiuteremo i nostri alleati!”.

Così il presidente americano Donald Trump via Twitter, nel commentare il boom storico dei prezzi del petrolio, scatenato dalla notizia dell’attacco sferrato contro due maxi raffinerie di Saudi Aramco e dalla conseguente escalation delle tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e l’Iran.

Trump pro-tassi negativi: ‘la Fed dovrebbe tagliare i tassi a zero o anche a meno

Donald Trump a favore dei tassi negativi in stile Bce o Bank of Japan? Ma anche Swiss National Bank? A leggere i suoi post su Twitter, la risposta è affermativa. Nuovi pesanti affondi vengono lanciati contro la Fed di Jerome Powell:

“La Federal Reserve dovrebbe abbassare i nostri tassi di interesse a zero, o anche a meno, e poi dovrebbe iniziare a rifinanziare il nostro debito. LA SPESA PER INTERESSI POTREBBE ESSERE ABBASSATA, allo stesso tempo allungando in modo considerevole la scadenza (dei titoli). Abbiamo una grande moneta, il potere, e un bilancio…”.

Così continua in un altro tweet:

“Gli Usa dovrebbero pagare sempre il tasso di interesse più basso. Ma quale inflazione! E’ solo l’ingenuità di Jay Powell e della Federal Reserve che non ci permette di fare quello che gli altri paesi stanno già facendo! Stiamo perdendo l’opportunità della vita per colpa di fessi!”

Trump, nuovo affondo alla Fed: “Se facesse quello che deve, economia andrebbe come un razzo”

“L’economia sta andando alla grande, con un potenziale al rialzo enorme. Se la Fed facesse quello che deve fare, andrebbe come un razzo!”. L’ennesimo affondo del presidente Donald Trump alla Federal Reserve arriva come sempre via Twitter dopo la pubblicazione del dato relativo al Pil a stelle e strisce. Il Prodotto interno lordo ha segnato difatti nel secondo trimestre una crescita su base annualizzata del 2% rispetto ai tre mesi prima. Si tratta della seconda lettura che viene limata rispetto al +2,1% della prima stima. Nel primo trimestre dell’anno l’economia americana aveva segnato una espansione del 3,1%.

Trump tuona ancora: Fed non sa stare ‘mentalmente’ al passo con altri Paesi

Nuovo attacco di Trump alla Federal Reserve. In un tweet il presidente Usa ha detto: “La Federal Reserve non sa stare ‘mentalmente’ al passo con la competizione di altri paesi. Al G7 in Francia tutti gli altri leader erano frastornati da quanto in basso fossero scesi gli interessi. La Germania viene di fatto pagata per prendere in prestito denaro”.

Rally Btp destinato a continuare se sarà fumata bianca M5s-Pd (analisti)

Ieri è arrivato anche il tweet di Donald Trump a dare ulteriore supporto al rally dei Btp sulla speranza che M5S e Pd si accordino sul nuovo governo. Lo spread è sceso fino a 181 pb con rendimento del Btp decennale sceso fino all’1,12%, livello più basso da settembre 2016. “La benedizione di Trump a un nuovo incarico Conte, cosa che in molti hanno interpretato come una conferma ufficiosa della nascita del nuovo esecutivo”, rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. “Personalmente – prosegue Sersale – sono restio ad attribuirgli questo significato, ma concordo che in generale i segnali vanno in questa direzione. Vedremo nelle prossime ore se la conclusione è quella attesa ormai da tutti. Una fumata bianca alimenterà un ulteriore recupero del BTP, con ogni probabilità”.Questa sera si concluderà al Quirinale il secondo giro di consultazioni per verificare le condizioni per formare un nuovo governo tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Oggi il Tesoro collocherà Bot semestrali per 6 miliardi di euro.

G7 Biarritz, Trump: ‘Cina ci ha chiamati per tornare a trattare’. Futures Dow Jones +200 punti

 

I futures sull’indice Dow Jones stanno balzando di oltre 200 punti, dopo le dichiarazioni decisamente più concilianti che il presidente americano ha rilasciato al G7 di Biarritz, in Francia.Trump ha annunciato che Stati Uniti e Cina “inizieranno a trattare molto seriamente” la questione della guerra commerciale, dopo che le tensioni si sono intensificate, a seguito degli annunci delle ultime ore, arrivati sia da Pechino che via Twitter dal presidente Usa.“La scorsa notte la Cina ha contattato i nostri funzionari che si occupano del commercio proponendo ‘Torniamo al tavolo (delle trattative) – ha detto Trump – Credo che vogliano fare qualcosa. D’altronde, continuano stanno accusando danni molto alti e, allo stesso tempo, capiscono che questa è la cosa giusta da fare (contattare gli Usa per il dialogo). E io ho grande rispetto per questo. Si tratta di uno sviluppo molto positivo per il mondo”.Lo scorso venerdì, la Cina ha annunciato un piano volto ad aumentare dal 5% al 10% le tariffe imposte su $75 miliardi di beni importati dagli Stati Uniti. Gli aumenti scatteranno tra il 1° settembre e il 15 dicembre.Immediata la risposta di Trump, arrivata come di consueto via Twitter. Il presidente americano ha risposto che, a questo punto, l’America sferrerà un nuovo schiaffo commerciale contro la Cina, aumentando i dazi imposti su $250 miliardi di prodotti importati dagli Usa dal 25% al 30%. Non solo. Trump farà salire le tariffe anche su $300 miliardi di altri beni cinesi dal 10% al 15%.La guerra commerciale è protagonista indiscussa dei colloqui che si sono svolti tra i Sette big del mondo, in occasione del G7 di Biarritz in Francia: nelle ultime ore Trump è andato oltre, minacciando di dichiarare la guerra commerciale contro la Cina una emergenza nazionale.Ma ora, dopo la presunta telefonata delle autorità cinesi, si apre di nuovo lo spiraglio delle trattative.Capire le mosse di Trump non è un compito facile, se si considera che poco prima, sempre al G7 di Biarritz, aveva detto di essersi pentito di non aver alzato di più i dazi contro i prodotti cinesi.Wall Street ha perso più del 2% nella sessione dello scorso venerdì. Su base settimanale, inoltre, il Dow Jones ha ceduto -1% e lo S&P 500 e il Nasdaq Composite sono arretrati rispettivamente di -1,4% e -1,8%.Tutti gli indici hanno chiuso la settimana in territorio negativo per la quarta settimana consecutiva, confermando la fase ribassista più lunga dal mese di maggio.

Trump promette vendetta contro Cina. Carney (BoE): basta dominio dollaro, serve moneta digitale globale

La dichiarazione è arrivata direttamente dal governatore della Bank of England Mark Carney, in occasione del simposio di Jackson Hole, Wyoming, a cui ha partecipato il gotha della finanza.Il dollaro americano ha un effetto destabilizzante sull’economia mondiale e, in quanto tale, va sostituito con una moneta digitale globale. La dichiarazione non è arrivata dalla Cina, né da altri paesi ai ferri corti con l’America First di Trump come la Russia o l’Iran. La dichiarazione è arrivata direttamente dal governatore della Bank of England Mark Carney, in occasione del simposio di Jackson Hole, Wyoming, a cui ha partecipato il gotha della finanza.  Carney non ha certo negato l’importanza della valuta: “In un momento in cui l’ordine dell’economia mondiale cambia, il dollaro Usa rimane importante allo stesso modo in cui lo fu quando gli accordi di Bretton Woods collassarono (ponendo fine al peg dell’oro con il dollaro).Ma il dominio che il dollaro esercito nel sistema finanziario globale ha, secondo il governatore, aumentato i rischi di una trappola della liquidità, caratterizzata da crescita debole e da tassi di interesse ultra-bassi.Le dichiarazioni di Carney sono arrivate nelle stesse ore in cui Donald Trump prometteva nuovi dazi contro la Cina, a seguito della decisione di quest’ultima, annunciata lo scorso venerdì, di aumentare dal 5% al 10% i dazi imposti su beni importati dagli Stati Uniti per un valore di $75 miliardi. Gli aumenti scatteranno tra il 1° settembre e il 15 dicembre.Immediata la risposta di Trump, arrivata come di consueto su Twitter. Il presidente americano ha annunciato che, a questo punto, sferrerà un nuovo schiaffo commerciale contro la Cina, aumentando i dazi imposti su $250 miliardi di prodotti importati dagli Usa dal 25% al 30%.

Non solo. Trump farà salire le tariffe anche su $300 miliardi di altri beni cinesi dal 10% al 15%.La guerra commerciale è stata protagonista indiscussa dei colloqui che si sono svolti tra i Sette big del mondo, in occasione del G7 di Biarritz, in Francia: e nelle ultime ore Trump è andato oltre, minacciando di dichiarare la guerra commerciale contro la Cina una emergenza nazionale.La furia del presidente Usa non si è fermata qui: il promotore dell’America first ha, infatti, minacciato di dazi anche i vini francesi, auspicando invece un grande accordo commerciale con il Regno Unito di Boris Johnson, da lui definito come “l’uomo giusto per concretizzare la Brexit”.Il botta e risposta tra la Cina di Xi Jinping e gli Usa di Donald Trump ha freddato, di nuovo, i mercati azionari globali, che hanno iniziato la settimana all’insegna dei sell: perdite di oltre -2% per Hong Kong e la Borsa di Tokyo, e debolezza nell’azionario europeo, orfano oggi di Londra. L’escalation delle tensioni ha fatto scattare invece verso l’alto le quotazioni dell’oro.In un altro tweet, Trump ha poi ordinato alle aziende americane di iniziare a valutare immediatamente alternative alla Cina, considerando tra le mosse quella di riportare a casa (“HOME”) le attività di produzione dislocate nel paese, trasferendole nel territorio degli Stati Uniti.

 

Trump va all’attacco dei manager case auto

Il presidente Usa, Donald Trump, passa all’attacco dei manager delle case automobilistiche americane. E come spesso accade l’attacco è sferrato da Twitter. “I leggendari Henry Ford e Alfred P. Sloan, i fondatori di Ford Motor Company e di General Motors, si stanno rivoltando nella tomba di fronte alla debolezza degli attuali dirigenti delle case automobilistiche disposti a spendere più soldi su un’auto non sicura e che costa ai consumatori 3.000 in più. Pazzesco!”, torna a scrivere sul social il numero uno della Casa Bianca. Un nuovo messaggio arrivato dopo che i big dell’auto sembrerebbero non avere accolto con entusiasmo la sua proposta sulle emissioni.

Trump torna all’attacco della Fed: “tassi dovrebbero essere ridotti di 100 punti base”

Ancora una volta il presidente Usa, Donald Trump, va all’attacco della Federal Reserve (fed) sul tema tassi. “La nostra economia è molto forte nonostante l’orrenda mancanza di visione di Jay Powell e della Fed”, scrive su Twitter il primo inquilino della Casa Bianca aggiungendo che “i democratici stanno cercando di dire che l’economia va male solo ai fini delle elezioni del 2020. Molto egoisti! Il nostro dollaro è così forte che sta facendo del male ad altre parti del mondo”. E ancora Trump scrive sul social: “La Fed, in un periodo di tempo abbastanza breve, dovrebbe ridurre i tassi di almeno 100 punti base, forse lanciare anche un quantitative easing”. “Se ciò accadesse la nostra economia sarebbe migliore e l’economia mondiale si rafforzerebbe”.

Jackson Hole, il dilemma di Powell: dare liquidità ai mercati o far arrabbiare Trump

Quando la situazione si fa seria, è obbligo mentire. Qualcuno attribuisce questo aforisma ad Alan Greenspan, altri invece a Jean-Claude Juncker. Poco male. Mercoledì 14 agosto, Donald Trump lo ha aggiornato, aggiungendo una seconda ipotesi di azione: chiamare gli amministratori delegati delle principali banche del Paese. Stando a quanto riportato da Bloomberg e finora mai smentito dalla Casa Bianca, infatti, quando Wall Street ha cominciato a precipitare sotto i colpi del combinato di escalation commerciale con la Cina e inversione dei tassi Usa, il Presidente avrebbe alzato il telefono e chiamato Jamie Dimon, Brian Moynihanand e Michael Corbat, rispettivamente Ceo di JP Morgan Chase, Bank of America e Citigroup. I tre si trovavano già a Washington per un meeting con il numero uno del Tesoro, Steven Mnuchin e quando gli indici hanno cominciato a presentare lo spoiler di una chiusura che si sarebbe fissata in rosso di 800 punti per il Dow Jones, Donald Trump avrebbe colto la palla al balzo e organizzato in fretta e furia una conference call. Ai massimi livelli. Roba da Plunge Protection Team, la creatura salva-indici voluta da Ronald Reagan e avvolta a tutt’oggi da un’aura mitologica, degna quasi di una versione politica-finanziaria del Sarchiapone di Walter Chiari.Leggi anche: “Olli Rehn annuncia il nuovo ‘bazooka’ della Bce. Per salvare le banche tedesche (il Coco bond Deutsche rende il 13,5%)“Qui però la cosa è seria. E, ancora più serio, il fatto che – stando alle cronache ufficiali – a quel meeting d’emergenza spiccasse l’assenza di un pezzo da novanta. Ovvero, il capo della Fed. Certo, la via crucis quotidiana che Jerome Powell sta patendo attraverso i tweets da stalker dell’inquilino di Pennsylvania Avenue potrebbe risultare come una spiegazione plausibile ma tagliare fuori da una discussione di quel livello e su quel tema il capo della Banca centrale, stona. Decisamente. L’aria che tira, è questa. E quindi appare ancora più febbrile l’attesa per le parole che il banchiere centrale più colpevolizzato al mondo, il monsieur Malaussène del monetarismo, dirà nel corso dell’annuale meeting di Jackson Hole, organizzato dalla Fed di Kansas City e previsto dal 22 al 24 agosto. Di fatto, il grande interrogativo ormai pare uno solo: Powell vestirà i panni dell’Olli Rehn della situazione, preannunciando nuovo stimolo e nuovi tagli dei tassi già a partire dal meeting del Comitato monetario del 17-18 settembre? Oppure, ancora una volta, deluderà le attese di mercati e Casa Bianca, prendendo tempo e limitandosi al rituale rimando alle condizioni macro? Ovviamente, tutte le principali banche d’affari stanno dando vita a proiezioni e analisi, non si sa quanto per porre pressione sulla Fed e quanto per reale capacità di prospettiva. Ma due in particolare, negli ultimi giorni, paiono concordare su un punto: Jerome Powell dovrà obbligatoriamente ripartire con un programma di Qe vero e proprio già entro il quarto trimestre di quest’anno. Il fatto che gli autori degli studi in questione siano JP Morgan e Bank of America, ovvero due delle tre presenti al colloquio emergenziale con il Presidente, potrebbe far sorgere sospetti ma il loro ragionamento pare strettamente legato a contingenze reali, più che a elucubrazioni e scenari ipotetici. Il perché di quella certezza, tanto drammatica quanto attesa dai mercati, sta sostanzialmente in questo grafico di Nordea Bank

Fonte: Nordea Bank

e ci mostra quella che è una classica situazione di sovrapposizione a strati di criticità. La quale, di suo, rischia di portare a un unico epilogo: una crisi di liquidità stile 2008. Nel cuore del sistema statunitense e con livelli di leverage ben più alti. Vediamo di spiegare. Per ragioni di programmazione delle aste, da qui a fine anno la Federal Reserve è chiamata infatti a un tour de force di emissioni e, contemporaneamente, il Tesoro sarà costretto a ricostruire il suo bilancio dopo il mini-Qe implicito garantito dal periodo di stallo nelle trattative sul tetto di debito, cominciato lo scorso maggio e terminato a fine luglio, arco temporale durante il quale Mnuchin drenava fondi dal suo “conto corrente” presso la Federal Reserve per onorare le spese ordinarie dello Stato. Dai 133 miliardi attuali deve tornare a 350: di fatto, un drenaggio di liquidità dai mercati e, soprattutto, dal sistema bancario. Proprio ora, quando appunto la Fed deve emettere Treasuries per 750 miliardi di dollari, 500 in coupons e 250 in bills. E non basta, perché c’è una terza criticità temporale in atto: i primary dealers del debito USA, leggi le grandi banche o Big Ten di Wall Street, sono già stracarichi ai massimi di Treasuries, soprattutto sulle brevi scadenze, come mostra il grafico

Fonte: Bank of America

Mentre gli investitori esteri ultimamente sono in fuga, Cina e Russia in testa, per ragioni politiche o di diversificazione degli investimenti. Poi, la quarta criticità. Le riserve bancarie USA già oggi sono molto vicine al livello di scarsità allarmante, quantomeno quando la situazione richiederebbe invece liquidità per la patria. Ed ecco, infine, il quinto e ultimo problema: i FED Funds, ovvero i tassi ufficiali, sono totalmente in inversione sul tasso IOER, ovvero quello che traccia e denomina gli interessi sulle riserve in eccesso. E questa dinamica rappresenta la cartina di tornasole più chiara e palese dell’estrema sensibilità con cui i mercati guardano alle dinamiche legate appunto al livello delle riserve e fornitura di titoli di debito pubblico, come mostra il grafico

Fonte: Bank of America/New York Fed

Insomma, prezzano il livello di stress tra offerta e domanda potenziale. Di fatto, il combinato di tutte queste condizioni di mercato contemporanee porterebbe a una tale contrazione del livello di liquidità da sostanziarsi in una prosecuzione implicita di quel processo di Qt o quantitative tightnening che Donald Trump era certo di aver superato una volta per tutte, dopo che proprio la Fed aveva operato il primo taglio dei tassi da 11 anni a questa parte, archiviando de facto le redemptions di Treasuries e Abs ancora in detenzione. Addirittura, la notizia era talmente importante da meritare una menzione nel tweet presidenziale che seguì la decisione del Fomc del 31 luglio. E se da ora a fine anno, invece, ci si ritrovasse a fare i conti con un drenaggio tutt’altro che implicito di liquidità dai mercati, nonostante l’intervento della Fed? Cosa accadrebbe a prestiti, mutui, fidi e linee di credito degli imprenditori agricoli del Mid-West, ad esempio, già alle prese da tempo con una catena di default che non si registrava dalla grande crisi agricola degli anni Ottanta? Sarebbero le prime vittime della nuova stagione di austerity bancaria da carenza di liquidità, un qualcosa che la Casa Bianca non può elettoralmente permettersi. Ma, presidenziali a parte, c’è di peggio. E, forse, questo rappresenta anche in parte la ragione della conference call del 14 agosto: questi due grafici

Fonte: Zerohedge

 

Deutsche Bank

 

parlano decisamente chiaro e non necessitano di particolari spiegazioni. Il livello di liquidità presente nel sistema, principalmente finanziario e bancario, è già oggi a livelli da stress riconducibili in pieno a eventi di credito epocali, oltretutto con una correlazione fra indici equity e liquidità che, subito dopo i recenti tonfi, ha visto i primi riprendersi e la seconda decisamente in difficoltà da scarsezza. Ma la vera paura è emersa lontano, sia da Wall Street che da Washington. Per la precisione a Buenos Aires ed è plasticamente mostrata in questo ultimo grafico

Fonte: Bloomberg

il quale ci mostra come dopo il tracollo di mercato azionario e peso argentino, quest’ultimo abbia visto salire il proprio spread di prezzo fra domanda e offerta a 7 pesos per dollaro. Per molti analisti, questa dinamica è molto più preoccupante della stessa inversione dei tassi che ha affondato Wall Street il 14 agosto, perché segnala chiaramente una dislocazione di mercato che equivale a un avviso di fuga preventiva da tutte le securities che siano percepite come illiquide. Di fatto, un ulteriore proxy di criticità legato ai livelli di liquidità nel sistema. In parole povere, il rischio è quello di un effetto bomba a mano gettata nello stagno. Una volta esplosa e venuto a galla il primo pesce morto, gli altri seguiranno. Una sorta di price discovery forzata e violentissima, un momento da il Re è nudo potenziale rispetto a qualche centinaia di miliardi di assets che giacciono in portfolio di investimento e bilanci bancari e di fondi, finora placidamente addormentati su materassi di liquidità grazie alla ninna nanna coordinata delle Banche centrali. E questo, nessuno sul mercato può permetterselo. Stati Uniti in testa. Di fatto, Donald Trump ha un nemico più grande della Cina con cui fare i conti da qui al novembre 2020. E se lo ritrova in casa, adesso. Ora la parola passa a Jerome Powell, il quale si trova nella metaforica condizione del supereroe hollywoodiano che deve decidere, in pochi secondi, quale filo tagliare per disinnescare l’ordigno. Con un co-protagonista come Donald Trump che gli grida nelle orecchie suggerimenti, spalleggiato dall’intero sistema bancario statunitense. Un po’ la scena della bomba collegata alla tazza del wc di Arma letale 2, per intenderci.

Trump su Twitter: “nostro problema non è la Cina, ma la Fed”

Il presidente americano, Donald Trump, torna nuovamente all’attacco della Federal Reserve (Fed), chiedendo altri tagli dei tassi e A un ritmo più veloce. E lo fa citando l’azione di altre banche centrali (quella della Nuova Zelanda, dell’India e della Thailandia) che nelle ultime ore hanno annunciato di avere abbassato il costo del denaro.

“Il nostro problema non è la Cina, visto che siamo più forti che mai. Il denaro si sta riversando negli Stati Uniti mentre la Cina sta perdendo migliaia di imprese che si trasferiscono in altri Paesi e la loro valuta è sotto attacco – scrive Trump su Twitter -. Il nostro problema è una Federal Reserve troppo orgogliosa per ammettere il suo errore di avere agito troppo in fretta e di avere deciso troppe strette monetarie (e io avevo ragione)”.

Stati Uniti: i 4 ex presidenti Yellen, Bernanke, Greenspan e Volcker difendono indipendenza Fed

Salvaguardare l’indipendenza della Federal Reserve (Fed) e l’operato dell’attuale governatore Jerome Powell, dopo le numerose critiche mosse dal presidente Usa, Donald Trump. L’ultima solo qualche giorno fa via Twitter. Queste le motivazioni che hanno spinto quattro ex presidenti dell’istituto centrale Usa a rompere il silenzio e scendere in campo.

“Siamo uniti nella convinzione alla Fed e al suo presidente debba essere permesso di agire in modo indipendente e nel migliore interesse dell’economia, liberi da pressioni politiche a breve termine e, in particolare, senza la minaccia di allontanamento dei leader della Fed per motivi politici “, hanno dichiarato Janet Yellen, Ben Bernanke, Alan Greenspan e Paul Volcker in un editoriale co-firmato sul quotidiano finanziario Usa.

ARTICOLO CHIUSO

Abbiamo pensiamo ampiamente dimostrato la “tempistica” di certi interventi del Presidente Americano Donald Trump (che definire con “timing svizzero” su livelli importanti degli Indici Americani ) è stata TUTTO tranne che CASUALE.

GOLD IDEA

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