NASDAQ COMPOSITE , AND NOW ?

Eccoci a un nuovo articolo dedicato ancora una volta al NASDAQ COMPOSITE :

Come potete vedere dal Grafico :

MOVE NASDAQ COMPOSITE 50 – 5000 dagli Anni 70 al 2000 (+10000%)

DD NASDAQ COMPOSITE 1100/1200 doppio minimo 2002-2008 (ETF QQQ 25$ )

NASDAQ COMPOSITE Rottura al rialzo del Box 1100-5000 (delta 3900) Target 8900

TSR NASDAQ COMPOSITE Testa Spalle Rialzista Target 9111

NASDAQNUOVAANALISI

Ad oggi il NASDAQ COMPOSITE è molto vicino a 8900

(8846 toccato oggi) e anche a 9111.

Su l’ETF QQQ già sapete che ci siamo espressi per un +1000% da 25$ a 250$ (un uptrend di 100$ dal minimo che fece a 144$ un anno fa) e ad oggi siamo arrivati a 210$ proprio  da quel  minimo di 144$  quindi fino ad oggi questa idea è stata vincente.

Ovviamente se entrasse questa idea su ETF QQQ anche il Nasdaq Composite farebbe un +1000% da 1100 a 10500/11000.

In quel caso ci sarebbe su ENTRAMBI sia ETF QQQ che NASDAQ COMPOSITE da fare attenzione perchè molto spesso al raggiungimento del +1000% si assiste a correzioni anche da -50% statisticamente parlando (frequentissima sui titoli questa cosa).

Già in finale di questo anno e all’inizio del 2020  le resistenze che incontreremo a 8900/9111 ci daranno sicuramente filo da torcere…….

(ed eventualmente a 9500 dovesse continuare la galoppata 6500-8500-9500) 

Dopo un rialzo come quello del 2019 saranno molto probabilmente un ostacolo alla prosecuzione , magari di medio o di lungo si vedrà (ipotizzando una continuazione del rialzo sarebbero ostacolo di medio ) ma ognuna delle tre Resistenze indicate , 8900-9111 sopratutto ,potrebbe generare una correzione  proprio in funzione del 800% di rialzo fatto dal NASDAQ COMPOSITE dal 2009 quando quotava  1100 ad oggi che quota 8846 ma sopratutto proprio per l’avvicinarsi dei target rialzisti 8900 e 9111.

NASDAQNUOVAANALISI

Sia 800% che 1000% , i nostri studi sugli HFT ci dicono essere TOP sempre “potenzialmente” pericolosi di fine Trend (per capirsi)

Al 800% il NASDAQ COMPOSITE è arrivato ma questo non lo ha arrestato e così è avvenuto fino ad oggi anche per ETF QQQ.

Detto che siamo curiosi di vedere come si comporterà il NASDAQ COMPOSITE  in quella forchetta di prezzo tra 8900/9111 , attenderemo il loro raggiungimento che conoscendo la “precisione” balistica degli HFT non abbiamo dubbi avverrà come sempre, nel tempo e senza fretta.

Ma visto sopratutto che il 2020 è l’anno del topo (dopo il 2008) e questo anno comincerà il 25 Gennaio 2020 raggiunti quei livelli……..valuteremo meglio la situazione , ci servono loro risposte in merito.

Detto questo 1000% ETF QQQ 25-250 e 1000% NASDAQ COMPOSITE 1100-10500/11000 non sono più così lontani come quando lo erano nel 2009 e a leggere in giro sembrava arrivata la “fine del mondo” .

Noi alla fine del Mondo non ci abbiamo mai creduto……..predicando LONG per 10 anni consecutivi (cosa che Vi garantiamo….non possono dire in tanti di avere fatto e sopratutto sostenuto….anzi) , lo stesso rientro di SFI sul campo di battaglia nell’Ottobre 2018 era necessario proprio per offrire una Voce Contrarian al Monopolio Informativo….troppo univocotroppo corale…..e spesso…da usare da Contrarian come Vi abbiamo dimostrato in questi anni e in questo memorabile 2019.

Ci è gradita l’occasione per Ringraziare tutti Voi lettori di questo piccolo ma molto combattivo Sito e naturalmente per Augurare a Voi tutti e alle Vostre famiglie un Sereno Natale e Buone feste !

Good Luck

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AGGIORNAMENTO 20 FEBBRAIO 2020

Nuovo Record Storico per NASDAQ COMPOSITE a 9857

9111 uscito da Box 8464-9111 ulteriore segnale rialzista 08-01-2019

9111 ritestato più volte con successo su CORONA VIRUS.

ATTESO a 8900-9111 NASDAQ COMPOSITE e poi vedremo come si comporta

raggiunto primo target 8900 20/12/2019

raggiunto secondo target 9111 02/01/2020

raggiunto secondo target 9500 05/02/2020

raggiunto terzo target  9650 10/02/2020

manca il 1000% 1100—10500/11000

ATTESO a 220 ETF QQQ e poi vedremo come si comporta

ATTESO a 230 ETF QQQ e poi vedremo come si comporta

ATTESO a 240 ETF QQQ e poi vedremo come si comporta

raggiunto primo target 220 10/01/2020

raggiunto secondo target 230 05/02/2020

prossimi obiettivi su >220 230-240 E 248 <—1000% 25-248

>220 13/01/2020 >230 04/06-02-2020

Ovviamente se entrasse questa idea su ETF QQQ anche il Nasdaq Composite farebbe un +1000% da 1100 a 10500/11000

come da analisi : ETF QQQ : V 187,71—-144—-187,71

Nuovo Record Storico per ETF QQQ a 237,44

ARTICOLO CHIUSO 29 FEBBRAIO 2020

NUOVI AGGIORNAMENTI SUL NUOVO ARTICOLO/ANALISI

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NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

Azionario Asia: sentiment positivo in attesa firma accordo Usa-Cina. Yuan a record cinque mesi

In crescita l’azionario asiatico dopo la difffusione del dato della bilancia commerciale cinese. In ripresa le esportazioni e importazioni cinesi denominate in dollari. Nel mese di dicembre, stando a quanto reso noto dall’Autorità doganale della Cina, le esportazioni sono salite del 7,6% su base annua, in forte recupero rispetto alla flessione dell’1,3% di novembre e decisamente meglio rispetto alla crescita del 3,2% attesa dagli analisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono balzate del 16,3% su base annua, rispetto al +9,6% stimato dagli esperti. Il surplus commerciale è stato pari $46,79 miliardi, comunque inferiore rispetto ai $48 miliardi attesi. Il surplus con gli Stati Uniti si è attestato a $23,18 miliardi, in flessione dai $24,6 miliardi di novembre.Il sentiment positivo è alimentato soprattutto dall’attesa per la firma all’accordo commerciale “Fase 1” che Usa e Cina hanno raggiunto a metà dicembre, che il presidente americano Donald Trump e il vicepremier cinese apporranno nella giornata di domani, mercoledì 15 gennaio. Occhio alla valuta cinese yuan, che si è apprezzata, dopo che la scorsa settimana era già balzata al record in cinque mese. Ieri la valuta è salita ulteriormente nei confronti del dollaro, al di sotto di quota 6,90, e al record dal primo agosto.A tal proposito, in vista dell’intesa commerciale che sta per essere firmata, Washington ha detto che Pechino non manipola la propria moneta, rimuovendo il nome della Cina dalla lista che include i nomi dei paesi accusati di manipolazione valutaria. Il nome di Pechino era stato inserito nella lista dal dipartimento Usa del Tesoro cinque mesi fa.Lo Shanghai Composite mostra tuttavia un trend in calo dello 0,13%, come Hong Kong. Seoul +0,46%, Sidney +0,85%, Hong Kong anche piatta, mentre l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è salita dello 0,70% circa.

Cina: in forte ripresa esportazioni e importazioni, crescita import +16,3% a dicembre

In ripresa le esportazioni e importazioni cinesi denominate in dollari. Nel mese di dicembre, stando a quanto reso noto dall’Autorità doganale della Cina, le esportazioni sono salite del 7,6% su base annua, in forte recupero rispetto alla flessione dell’1,3% di novembre e decisamente meglio rispetto alla crescita del 3,2% attesa dagli analisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono balzate del 16,3% su base annua, rispetto al +9,6% stimato dagli esperti. Il surplus commerciale è stato pari $46,79 miliardi, comunque inferiore rispetto ai $48 miliardi attesi. Il surplus con gli Stati Uniti si è attestato a $23,18 miliardi, in flessione dai $24,6 miliardi di novembre.

Azionario Asia: borsa Tokyo chiusa, bene Shanghai e Hong Kong in attesa firma accordo Usa-Cina

Azionario asiatico positivo, nonostante gli investitori continuino a guardare con preoccupazione alle notizie che arrivano dal Medioriente. Oggi la borsa di Tokyo è chiusa per festività.L’azionario asiatico ex Giappone, rappresentato dall’MSCI Asia Pacific è salito di mezzo punto percentuale, dopo aver testato la scorsa settimana il record dal 2018.Ieri otto razzi hanno colpito la base aerea militare Balad, in Iraq. Almeno quattro soldati iracheni sono rimasti feriti. Nessun ferito americano, visto che le truppe Usa hanno lasciato la base nelle ultime ore. La base di Balad dista 80 km circa da Baghdad.Contestualmente, il numero uno degli Hezbollah in Libano, Hassan Nasrallah ha dichiarato che l’attacco dell’Iran contro le forze Usa alla base irachena di al-Asad “significa che tutte le basi americane sono un obiettivo”.Così il presidente americano Donald Trump: “Il consigliere per la sicurezza nazionale (Usa) ha suggerito oggi che le sanzioni e le proteste hanno ‘soffocato’ l’Iran, costringendolo a negoziare. In realtà, non mi potrebbe importare di meno se negoziano. Dipenderà totalmente da loro ma niente armi nucleari”, ha scritto su Twitter.Ad avere la meglio sulle tensioni geopolitiche è però l’attesa per la firma dell’accordo Fase 1 che Cina e Stati Uniti hanno siglato alla metà di dicembre, e che dovrebbe confermarsi pietra miliare nel raggiungimento di una intesa più comprensiva per porre fine, se non alla guerra commerciale, a una sua escalation.Il vicepremier cinese Liu He, responsabile del team di Pechino che ha partecipato alle trattative commerciali, dovrebbe arrivare oggi a Washington per rimanervi fino al giorno della firma dell’accordo, prevista per dopodomani, mercoledì 15 gennaio.Lo Shanghai Composite è salito fino a +0,70%. Molto bene anche lo Shenzhen Composite, arrivato a +0,85%. Hong Kong balzata di oltre +1%. Negativa invece Sidney -0,37%, zavorrata dai titoli oil. Hanno guadagnato invece i titoli delle società attive nel mercato dell’oro: +2% per Evolution Mining e Kingsgate Consolidated. Seoul+1,03%.

Stati Uniti: salari in rialzo dello 0,1% a dicembre, sotto le stime

Il salario medio orario negli Stati Uniti ha segnato a dicembre un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente. A novembre la variazione era stata di un +0,3% (dato rivisto dal precedente +0,2%). Le stime degli analisti erano per un rialzo dello 0,3%. La variazione annua risulta di +2,9% (consensus +3,1%).

Stati Uniti: non farm payrolls rallentano a +145mila a dicembre, deluse le attese

Negli Stati Uniti si è registrato a dicembre un rallentamento maggiore del previsto delle buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non farm payrolls. Secondo i dati diffusi oggi dal Dipartimento del Lavoro Usa, il mese scorso sono stati creati 145mila nuovi posti, in calo rispetto ai 256mila del mese prima (dato rivisto dal precedente +266mila). Gli analisti pronosticavano +160mila unità.

Stati Uniti: disoccupazione stabile al 3,5% a dicembre

Disoccupazione stabile negli Stati Uniti a fine 2019. Il dato di dicembre si è attestato al 3,5%, in linea con la rilevazione di novembre e le stime degli analisti.

Wall Street chiude a livelli record, Dow Jones punta a 29.000. Apple ai massimi storici, dopo dati iPhone

Wall Street ha terminato la sessione a nuovi livelli record, con il Dow Jones che ha chiuso la sessione balzando di 212,08 punti o dello 0,74% a 28.957,12 punti, a un passo da quota 29.000.Lo S&P 500 è salito di 21,66 punti (+0,67%), a 3.274,71, appena al di sotto del massimo intraday a 3.275.58. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo di 74.184 points (+0,81%) a 9203,42, dopo un massimo intraday a 9.215,95.Tra i titoli, protagonista soprattutto Apple, salito del 2,1% al nuovo livello record, dopo che i dati governativi di Pechino hanno mostrato che, nel mese di dicembre, le vendite degli iPhone sono salite del 18%.Goldman Sachs ha guadagnato anch’essa il 2% circa, dopo la nota di Bank of America, che ha rivisto al rialzo il rating sul titolo da neutral a buy, citando una valutazione a suo avviso attraente e i benefici che l’azione dovrebbe trarre da una possibile ripresa economica globale.

Wall Street apre in rialzo, Nasdaq su nuovi massimi storici

Partenza in rialzo per Wall Street che amplia così i recenti guadagni. In avvio il Dow Jones sale dello 0,58%, l’S&P500 segna un +0,59% e il Nasdaq avanza dello 0,87% dopo che ieri ha chiuso su nuovi massimi storici. L’attenzione degli investitori si sposta dal fronte Stati Uniti-Iran, dove i venti di guerra si placano, a quello Stati Uniti-Cina, dove giungono dettagli incoraggianti riguardanti l’accordo di fase 1 sul commercio, raggiunto a dicembre. Secondo quanto ha riportato il Wall Street Journal, il Ministero del commercio cinese ha ufficializzato che il prossimo 13 gennaio una delegazione si recherà a Washington per la firma dell’intesa. Si tratta della prima volta, dopo le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che dalla Cina si fa riferimento alla firma a gennaio. La data prevista sarebbe il prossimo 15 gennaio.

Tassi negativi anche negli Usa, Bernanke esorta la Fed a non escludere questo scenario

L’ex governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha esortato la banca centrale a considerare l’utilizzo di tassi di interesse negativi. Pioniere di alcune delle misure straordinarie con cui la Fed ha fatto uscire l’economia dalla Grande Recessione, Bernanke ha sostenuto il quantitative easing e ora i tassi negativi. “La Federal Reserve dovrebbe considerare i tassi di interesse negativi come una potenziale arma a disposizione per combattere le future recessioni economiche”, ha dichiarato l’ex presidente della banca centrale americana sottolineando che in questo modo si darebbe alla Fed flessibilità in un momento in cui il suo arsenale di strumenti politici è limitato.

Assist ai tassi negativi

“La Fed dovrebbe anche considerare di mantenere un’ambiguità costruttiva sull’uso futuro dei tassi negativi a breve termine, sia perché potrebbero verificarsi situazioni in cui questi fornirebbero uno spazio politico utile; sia perché escludere completamente i tassi negativi a breve termine, creando un piano efficace anche per i tassi a lungo termine, potrebbe limitare la futura capacità della Fed di ridurre i tassi a lungo termine con il  QE o altri mezzi”. Tralasciando per un attimo il significato di “ambiguità costruttiva”, questa tacita approvazione dei tassi di interesse negativi si scontra però con il crescente scetticismo nei confronti della politica accomodante in ogni angolo del pianeta come sottolinea l’editorialista di Bloomberg Brian Chappatta che ricorda come la più antica banca centrale del mondo, la Riksbank svedese, ha ufficialmente concluso il mese scorso il suo esperimento con i tassi sotto zero ampiamente interpretato come un messaggio più sui danni che possono derivare dal mantenere i rendimenti soppressi per troppo tempo.
Le dichiarazioni di Bernanke arrivano mentre i funzionari della Fed stanno valutando come rispondere alla prossima crisi con gli straordinari strumenti che hanno utilizzato durante l’ultima recessione.  Gli attuali collaboratori della Fed hanno osservato che i tassi di interesse negativi hanno avuto “potenziali effetti collaterali negativi” in altre regioni. “Le differenze tra il sistema finanziario statunitense e i sistemi finanziari di queste giurisdizioni suggeriscono che l’esperienza estera potrebbe non fornire una guida utile per valutare se i tassi negativi sarebbero efficaci negli Stati Uniti”, si legge così nel verbale della riunione del 30 ottobre della banca centrale. Il mese scorso il Presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, ha dichiarato di non essere affatto sicuro che i tassi negativi abbiano aiutato l’Europa e non prevede che gli Stati Uniti scenderanno sotto lo zero. Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, uno dei governatori più colombe, ha detto che i tassi negativi dovrebbero essere l’ultimo strumento a cui i politici si debbano rivolgere durante un periodo di recessione economica.

Bernanke si unisce al coro di altri ex banchieri Us

In questo contesto, i commenti di Bernanke suonano stridenti. Bernanke però non è l’unica autorità della banca centrale a parlare di tassi negativi. L’ex presidente Alan Greenspan ha sottolineato alla CNBC a settembre che è “solo una questione di tempo” prima che i rendimenti sotto zero arrivino negli Stati Uniti. Quando era presidente, Janet Yellen ha scritto in una lettera che “non avrebbe completamente escluso l’uso” dei tassi negativi. L’attuale presidente Jerome Powell ha detto che non si aspetta che la Fed segua questa strada. “Escludere categoricamente i tassi negativi è probabilmente poco saggio, in quanto sono certamente possibili situazioni future in cui lo spazio politico fornito dai tassi negativi potrebbe essere utile”, ha detto Bernanke.

Wall Street su nuovi massimi storici, il Nasdaq supera i 9.000 punti per la prima volta

Nuovi record per Wall Street. Ieri gli indici statunitensi hanno ancora una volta aggiornato i massimi storici, proseguendo la tendenza rialzista di fine anno, sostenuti anche dalla buona performance del colosso Amazon. L’indice vedetta della Borsa di New York, il Dow Jones, è avanzato dello 0,37% a 28.621,39 punti, l’S&P500 è salito dello 0,51% finendo a 3.239,91 punti e il Nasdaq ha superato per la prima volta la soglia dei 9.000 punti attestandosi a 9.022,39 punti grazie a un progresso dello 0,78%. Si tratta dell’11esima seduta in rialzo consecutiva per l’indice tecnologico di Wall Street. A sostenere il Nasdaq ha contribuito la buona performance di Amazon che è balzato in avanti del 4,45%, festeggiando le vendite natalizie. Il colosso dell’ecommerce ha infatti registrato vendite record per questo Natale e ha assunto più di 250mila persone a tempo pieno e parziale per la stagione delle feste di fine anno

          ARTICOLO CHIUSO 20 FEBBRAIO 2020

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