RED ZONE : ETF Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ

Eccoci a un nuovo appuntamento per fare il punto della situazione su questo importante ETF del Mercato Americano che noi seguiamo molto ,come di sicuro chi non ci conosceva avrà sicuramente notato e di cui riparliamo ,a oltre un mese e mezzo di distanza dal 19 Marzo 2020 :

RED ZONE : Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ

Proseguendo quanto ipotizzato nell’analisi che conoscete del 19 Marzo 2020 , quanto mai centrata nel timing e nell’ipotesi di base  ,( visto quanto accaduto dal 19 Marzo 2020 al 29 Aprile 2020 MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? ) che ha consentito a questo ETF di arrivare a un Top attuale di 222,60$ (+59$ dal minimo 163,5$ e +41,45$ dal 19 Marzo 2020) arriviamo al motivo di questo articolo .

Avevamo segnalato 2 Gap aperti su questo ETF Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ uno a 211,50$ e uno a 204,89$ sottolineando che area 220$ è una fortissima resistenza e si è dimostrata tale nonostante il superamento con un top a 222,60$.

Durante la seduta del 30 Aprile 2020 e quella di ieri del 1 Maggio 2020 , questo ETF Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ è arrivato da 222,60$ del 29 Aprile 2020 a toccare un minimo intraday di 211,69$ non chiudendo perfettamente quindi il Gap a 211,50$ ma avvicinandosi decisamente al primo dei due Gap segnalati e entrando nella RED ZONE .

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La RED ZONE (usiamo questo termine tanto di moda visto il “fantomatico” Virus Corona e la Pandemia con il Timing Finanziario in corso….voluta da chi e per quali scopi …si vedrà negli anni….non torniamo più sull’argomento )  è un modo per indicare una zona molto importante , quella appunto del Grafico che vedete, collocata tra questi due Gap 211,50$ e 204,89$ .

La RED ZONE sarà da seguire con molta attenzione nelle giornate che verranno , perchè potenziale punto di nuova inversione al rialzo che consentirebbe il rientro nel canale rialzista che vedete indicato nel Grafico a questo ETF Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ.

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Cosa ,che se accadesse , porterebbe ( o potrebbe portare perchè sempre HFT e GIOSTRAI dovranno confermare questa ipotesi ovviamente ) a Nuovi TOP ASSOLUTI per questo ETF Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ e quindi anche a un Nuovo Rialzo corale di Indici e Mercati Mondiali .

Andrà così ?

Lo vedremo nel tempo .

Le risposte le devono dare sempre i Giostrai.

E’ chiaro , pensiamo a tutti , che questo confermerebbe il Secondo Step dell’analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? perchè oramai la prima parte di questa analisi “coraggiosa” e al solito “contrarian” di SFI TRADING ADVISOR , con il miglior APRILE dal 1938 degli Indici  è stata già confermata nei fatti.

A proposito ….Saluti  e Ringraziamenti sempre ai Censori & Untori  di Face Book che non hanno consentito la diffusione di questa analisi su Face Book da parte nostra in tempi non sospetti…segnalandola come SPAM…complimenti ! Se ancora avevamo dei dubbi su un Cartello Informativo “Corale” ce li siamo tolti del tutto da Novembre 2019 a Aprile 2020 .

L’analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? ,insieme anche ad altri articoli ovviamente , ha consentito al nostro Sito di Registrare nell’ultima decade di Marzo , in Aprile e nei primi giorni di Maggio 2020 un fantastico e inimmaginabile risultato a inizio 2020.

2020 Show Must Go On !

Eh si …egregi CENSORI & UNTORI di Face Book , perchè i lettori e le pagine lette hanno addirittura da prima eguagliato e poi superato il numero di pagine lette e i lettori di tutto il 2019 in poco più di 4 mesi vedendo salire anche nello stesso periodo da 68  a ben 88 le Nazioni collegate al nostro piccolo ma molto combattivo Sito di Informazione Finanziaria Indipendente.

Ringraziamo tutti coloro che credono nell’Informazione Libera e Indipendente !

Tanks World !!

Tanks for All !!

DEDICAAFALCONEBORSELLINO

Ad Maiora !

 

CERVELLOVSLOGOS


Primo GAP 211,50 Chiuso siamo in RED ZONE ,vedremo come andranno le cose nei prossimi giorni ,abbiamo sempre aperto il GAP a 204,89


AGGIORNAMENTO 26 MAGGIO 2020


QQQ 233,90$<–attuale top da Red Zone 26-05-2020

(da minimo in Red Zone a 210,45$ da 222,50$ tra i due gap segnalati per ora….)

ARTICOLO CHIUSO 26 MAGGIO 2020

CON IL RAGGIUNGIMENTO PERFETTO DEL GAP A 230,27$

ULTERIORI AGGIORNAMENTI NELL’ANALISI DEL 19 MARZO 2020

MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?

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NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

Wall Street non si fermerà e nel 2021 sarà boom per le azioni, le previsioni d’oro di Jeremy Siegel

Nel giorno in cui i dati sul mercato del lavoro USA hanno evidenziato ad aprile la perdita di 20,5 milioni di posti di lavoro e il tasso di disoccupazione schizzare al 14,7% dal 3,5% di due mesi fa, Wall Street non si scoraggia chiudendo in netto rialzo (+1,69% lo S&P 500 a 2.929 punti). La chiusura di ieri ha visto addirittura il Nasdaq riportare in positivo di oltre l’1,5 il bilancio 2020, unito tra i grandi indici di Borsa, azzerando così con il rally dell’ultimo mese e mezzo la forte correzione che era susseguita allo scoppio dell’allerta pandemia Covid-19 sui mercati.

Minimi di marzo non saranno rivisti

Grande ottimismo sulle prospettive di Wall Street è quello professato ieri da Jeremy Siegel. Il professore di Finanza presso la Wharton School of Business dell’Università della Pennsylvania ritiene che il mercato abbia visto i suoi minimi a marzo. Secondo Siegel, il sostegno senza precedenti da parte della Federal Reserve e del governo degli Stati Uniti rende quasi impossibile per il mercato azionario torni ai suoi minimi di marzo. Un rischio c’è, avvisa Siegel, ossia quello che a ottobre ci sia un’enorme seconda ondata di contagi senza che si abbiamo terapie o vaccini disponibili, eventualità che comporterebbe un secondo lockdown totale.
Il professore di Wharton, intervistato dalla CNBC e che nel 2015 predisse il superamento dei 20mila punti del Dow Jones, si spinge oltre e prevede che i mercati azionari saliranno con vigore nel 2021 quando vengono scoperti trattamenti e vaccini per COVID-19. “Penso che il 2021 potrebbe essere un anno boom se viene sviluppato un trattamento o un vaccino per il coronavirus che riduce la paura instillata nelle persone dall’inizio della pandemia”.Siegel recentemente aveva invece detto che prevede che il mercato toro che da 40 anni caratterizza le obbligazioni sta per finire.

I numeri di Wall Street, rally di oltre il 30% dopo ‘All-in’ della Fed

Il Dow Jones Industrial Average è aumentato di circa il 30% rispetto ai minimi del 23 marzo, così come l’S&P 500 che aveva toccato un minimo a 2.237,40 e l’indice Nasdaq salito del 32,5% dal suo minimo. Wall Street ha iniziato la risalita dai minimi del 23 marzo in coincidenza con l’azione senza precedenti della FED che ha annunciato un QE senza limiti.

Wall Street is too optimistic as global economies start reopening, Stephen Roach warns

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Stephen Roach warns the market is misjudging the coronavirus’ impact on economy

One of the world’s leading authorities on Asia is worried Wall Street is miscalculating China’s efforts to reopen its economy.

While it’s going relatively smoothly on the supply side, Yale University senior fellow Stephen Roach warns the demand side is struggling, and that’s a bad sign for the U.S. economy as it begins reopening.“Chinese consumers remain fearful of going out in public, shopping, going to movies and enjoying activities that put them in close proximity with their neighbors,” the former Morgan Stanley Asia chairman told CNBC’s “Trading Nation” on Wednesday. “Consumer behavior is not all that dissimilar in populations subjected to an unprecedented shock in their health security.”

Roach, who was in China during the deadly 2003 SARS epidemic, warned investors in late January the coronavirus could dramatically disrupt the global economy. Yet, U.S. stocks continued to hit new highs through Feb. 19.

Now, he warns the market has gotten too far ahead of itself again.

“This is not really going to be as easy an economic recovery as an optimistic market wants to presume at this point,” he said.Since the March 23 low, the Dow and S&P 500 have rallied 30%. On Wednesday, the tech-heavy Nasdaq almost closed in positive territory for the year. It has surged 34% from its 2020 low and is off 10% from its all-time high.“The market has moved up sharply anticipating probably an imminent cure or a vaccine and drawing a lot of comfort from the Fed that has opened liquidity spigots as never before. And, we’ve had massive fiscal stimulus,” said Roach. “It’s a green light for the markets.”However, he cautions the ripple effects from the demand collapse are inevitable. According to Roach, it’ll take years for U.S. economic activity to rebound to late 2019′s levels.

One of his biggest worries is the long-term impact on the jobs market.

“We’re going to see a terrible employment report later this week,” he said. “How much of that could come back as these service industries are going to have their footprints reduced?”

Roach is also concerned about long-term debt sparked by the crisis.

“No one worries about them, but interest rates are not going to stay at zero forever, and then we have a real debt problem that will have a grip on our economy in a way that we don’t envision right now,” Roach said.

Wall Street sfida report disastroso ADP, futures in rialzo. Disney in calo dopo bilancio

Futures Usa in rialzo, con gli investitori che guardano con ottimismo alla riapertura delle economie. I futures sul Dow Jones salgono dello 0,37%, a 23.853 punti; quelli sul Nasdaq avanzano dello 0,53% a 8.970,50 punti, mentre i contratti sullo S&P 500 avanzano dello 0,90% a 2.868 punti.Le indicazioni che arrivano dal fronte macro degli Stati Uniti sono però tutto fuorché confortanti e confermano lo scotto che l’economia americana ha pagato a causa della pandemia da coronavirus e per il conseguente lockdown.Il rapporto ADP relativo all’occupazione del settore privato ha mostrato come, nel mese di aprile, siano stati persi 20,2 milioni di posti di lavoro, al ritmo più forte da quando l’ADP, nel 2002, ha stilato il suo primo rapporto.Il trend è stato in ogni caso lievemente migliore delle attese, visto che il consensus aveva previsto una perdita di 22 milioni di posti di lavoro.Largamente superato, tuttavia, il precedente record di 834.665 posti di lavoro persi nel febbraio del 2009, nel pieno della crisi finanziaria e della Grande recessione.Tra i titoli, focus su Disney, il cui titolo cede in premercato il 2% circa. Il colosso ha riportato nel secondo trimestre fiscale utili per $460 milioni, o 26 centesimi per azione, su un fatturato di $18,01 miliardi, in crescita rispetto ai $14.9 miliardi dello stesso trimestre dello stesso periodo dell’anno precedente. Le chiusure dei parchi tematici sono costati al gigante dei media più di 1 miliardo di dollari di utili.

Usa, rapporto ADP: ad aprile persi più di 20 milioni posti di lavoro, più del doppio crisi 2009

Pubblicato il rapporto ADP relativo alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato degli Stati Uniti.
Il dato mostra come, nel mese di aprile, siano stati persi 20,2 milioni di posti di lavoro, al ritmo più forte da quando l’ADP, nel 2002, ha stilato il suo primo rapporto.Il trend è stato in ogni caso lievemente migliore delle attese, visto che il consensus aveva previsto una perdita di 22 milioni di posti di lavoro.Largamente superato, tuttavia, il precedente record di 834.665 posti di lavoro persi nel febbraio del 2009, nel pieno della crisi finanziaria e della Grande recessione.“Perdite di lavoro di questa portata (esattamente 20.230.000 sono senza precedenti) – ha detto Ahu Yildirmaz, co-responsabile di ADP Research Institute, che stila il report insieme a Moody’s Analytics. “Il numero totale delle perdite dei posti di lavoro nel solo mese di aprile è più del doppio dei posti di lavoro persi durante la Grande Recessione”.Il deterioramento si spiega con la pandemia da coronavirus COVID-19 e con il conseguente lockdown che ha costretto diverse fabbriche a interrompere le attività e diversi esercizi commerciali abbassare le serrande.

ECommerce: boom nel lockdown, nuovi consumatori triplicati da gennaio a marzo

In un solo mese, dall’inizio della crisi sanitaria, si è registrato un salto evolutivo verso il digitale di 10 anni: le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori italiani si sono spostati a favore dell’eCommerce. Dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), 1,3 milioni dei quali, secondo le stime di Netcomm, sono da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19. Negli stessi mesi dello scorso anno (da gennaio e maggio 2019) si registravano 700.000 nuovi consumatori.Dal punto di vista delle vendite online, si è registrata una vera e propria impennata nei settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93).A cambiare in tempi record sono state soprattutto le modalità di spedizione e di consegna. Il Click&Collect, ovvero la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio da parte del cliente, ha registrato una crescita del +349% e ci aspettiamo che nei prossimi mesi diventerà un’abitudine sempre più consolidata, poiché consente flessibilità, adattamento alle esigenze di mobilità e, soprattutto, distanziamento sociale”, commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm.

Eurozona: crollo record del Pmi servizi ad aprile (finale) a 12 punti

Contrazione record del settore terziario nell’Eurozona. Ad aprile l’indice Pmi servizi, secondo la lettura finale, è crollato ad aprile al minimo storico di 12 punti dai 26,4 punti di marzo (la stima preliminare era stata di 11,7 punti).La portata della recessione economica dell’Eurozona si è resa evidente dai crolli record registrati in ogni nazione monitorata, con una diminuzione senza precedenti della produzione nei settori del manifatturiero e del terziario della regione. Con la chiusura di gran parte dei settori economici dell’Eurozona mentre il contagio da Covid-19 si espandeva, i dati economici di aprile dovevano inevitabilmente risultare negativi, l’entità del collasso resta comunque impressionante. “I dati dell’indagine – commenta Chris Williamson, Chief Business Economist pressoIHS Markit – indicano un Pil in calo ad un tasso trimestrale di circa il 7,5%, superando di gran lunga la peggiore recessione cui abbiamo assistito durante la crisi finanziaria globale”.Secondo l’esperto, se nei prossimi mesi il tasso di contrazione darà segni di rallentamento, si potrebbe assistere a segnali di ripresa non prima della seconda metà dell’anno. “Dovranno passare probabilmente alcuni anni prima che i livelli di produzione perduti a causa della pandemia vengano interamente recuperati”, conclude.

Borse europee partono fiacche, attesa per Commissione Ue e dati macro

Partenza fiacca per le principali Borse europee, dopo i guadagni di ieri. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 scivola dello 0,23%. A Francoforte il Dax cede lo 0,22%, a Parigi il Cac40 perde lo 0,27% e a Londra l’indice Ftse 100 si muove sulla parità con un -0,03%. Gli investitori rimangono cauti in attesa di numerosi appuntamenti, macro e non solo. Oggi la Commissione europea diffonderà le nuove stime economiche ma soprattutto le proposte sul recovery fund, dopo la sentenza-minaccia della Corte costituzionale tedesca che ha dato alla Bce tre mesi di tempo per dimostrare la necessità del suo piano di acquisti di titoli pubblici (piano PSPP, più noto con il nome di Quantitative easing), pena l’addio al programma della Bundesbank. Attenzione anche ai dati macro in arrivo. Nel corso della mattina verrà diffuso l’indice Pmi servizi di Italia, Francia, Germania ed intera Eurozona relativo al mese di aprile, che dovrebbe confermare il pesante impatto del Covid anche sul terziario. In uscita anche le vendite al dettaglio nella zona euro, previste in calo di oltre il 10% ad aprile.

Q di TOBIN: siamo ad un passo dal TOP

Borsa USA: l’indicatore del Premio Nobel James Tobin illustra un mercato palesemente sopravvalutato. Ma non basterà di certo una proiezione e l’attualizzazione dei profitti analizzati dal Q di Tobin per avviare la correzione.

Un trend che sembra inscalfibile, una borsa che continua a salire. Dopo aver presentato diverse analisi sulla valutazione della borsa USA, non potevo non presentarvi un aggiornamento del Tobin’s Q, alias il Q di Tobin, un modello di calcolo del premio Nobel James Tobin che va a sintetizzare il rapporto fra la somma dei valori di mercato di azioni e obbligazioni di un’impresa e il valore di rimpiazzo (o ricostituzione) degli attivi necessari al funzionamento dell’impresa stessa.
Quindi possiamo dire che il buon Tobin fu il primo a ragionare sull’attualizzazione dei profitti per la valutazione societaria.
Egli indicò il rapporto tra il valore presente scontato dei profitti attesi dall’installazione di un nuovo macchinario e il prezzo d’acquisto del macchinario con q. Per questo la teoria degli investimenti che egli sviluppò è nota come la teoria della q (un nome indubbiamente meno indovinato di quelli scelti da Friedman e Modigliani per le loro teorie del consumo). Per ulteriori informazioni ed approfondimenti, cliccate qui a fianco (Source) Questa logica viene quindi rapportata al mondo azionario per calcolare il livello di valutazione del mercato. Il risultato che otteniamo è certamente interessante anche se non ci sorprende più di tanto (vedi qui) 

Q di TOBIN

E’ palese, oggi, il livello di sopravalutazione di mercato è netto. Siamo ad un passo da quanto visto nel 2000 con la bolla della tecnologia. Ovvio, ci sono tante variabili che stanno influenzando e che influenzeranno i mercati. Intanto però questo indicatore è un chiaro segnale di allarme.

Stati Uniti: Pmi servizi ad aprile in caduta a 26,7 punti. Si vedrà sul Pil del II trimestre

Ulteriore crollo del terziario negli Stati Uniti a causa del coronavirus e del lockdown. Ad aprile l’indice Pmi servizi, secondo la lettura finale dell’ustituto IHS Markit, si è attestato a 26,7 punti, in caduta dai 39,8 punti del mese precedente e leggermente al ribasso rispetto ai 27 punti della prima stima. “Il crollo sui minimi di sempre indica come il -4,8% del Pil Usa registrato nel primo trimestre sarà probabilmente sminuito da cosa accadrà nel secondo trimestre”, ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.

Stati Uniti: Ism non manifatturiero giù a 41,8 punti ad aprile, ma meglio di attese

Negli Stati Uniti l’indice Ism non manifatturiero si è attestato ad aprile a 41,8 punti, in deciso ribasso rispetto ai 52,5 punti di marzo, ma comunque meglio rispetto ai 36,8 punti stimati dagli analisti. Si tratta dei livelli più bassi dall’aprile 2009

Wall Street verso avvio in rialzo, prevale l’ottimismo sui segnali di ripartenza

Wall Street dovrebbe avviare gli scambi di oggi in territorio positivo, proseguendo i guadagni di inizio ottava. A poco più di un’ora dalla partenza i futures sugli indici statunitensi si muovono sopra la parità: il contratto sul Dow Jones e quello sull’S&P500 salgono di circa 1 punto percentuale, mentre il future sul Nasdaq segna un +1,4%. A rasserenare gli umori è la notizia della riapertura parziale dell’attività economica in California, lo stato più popoloso, questo venerdì e del numero di nuovi contagi negli Usa al minimo da marzo. Il clima più positivo è favorito anche dal recupero delle quotazioni petrolifere, innescato dalle aspettative che il momento peggiore dell’eccesso di surplus sia passato. Dal fronte macro si attende l’aggiornamento sulla bilancia commerciale a marzo, ma ancora più importante sarà l’indice Pmi manifatturiero e servizi e l’Ism non manifatturiero relativi ad aprile.

Mercato azionario: verso una “lenta normalizzazione”, la view di Ubs WM

“Grazie alla liquidità immessa dalle banche centrali e in particolare dalla Federal Reserve, nelle ultime settimane le borse hanno recuperato oltre il 20%, riducendo le perdite registrate dall’inizio della crisi”. Lo scrive in una recente analisi sui mercati Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs WM in Italia che spiega “di fatto il mercato sta considerando che gli utili per il 2021 saranno di poco inferiori ai livelli dl 2019: si tratta di uno scenario un po’ più roseo rispetto a quello che ci aspettiamo e che lascia pochi margini di errore”. Per questo, sottolinea ancora Ramenghi, abbiamo un posizionamento neutrale sul mercato azionario, che non offre più uno sconto sufficiente ad attutire eventuali notizie negative.
Nella sua analisi sui mercati finanziari, il chief investment officer di Ubs WM in Italia, ricorda che “il credito ha recuperato meno dell’azionario e sconta scenari più prudenti, riflettendo attese di tassi di default raramente visti nel passato. Per questo abbiamo un sovrappeso sulle obbligazioni corporate investment grade e high yield (soprattutto statunitensi per via della maggior visibilità sulle politiche economiche) e sui titoli di Stato emergenti in valuta forte”.

Pmi manifatturieri ai minimi storici nell’Eurozona, la ripresa arriverà dopo aprile?

L’istituto Ihs Markit non ha mai registrato dati così negativi: in Italia solo 31,1 punti, in Spagna 30,8. Leggermente meglio Germania (34,5) e nord Europa

Nella migliore delle ipotesi, i dati di oggi sugli indici Pmi nel settore manifatturiero dell’Eurozona confermano il picco delle perdite ad aprile. Nella peggiore – una seconda ondata di contagi da Covid-19, che potrebbe costringere a rinnovate misure di lockdown – la ripresa sarà ancora più lenta e i valori scenderanno ancora più in basso dei minimi record di stamattina.Il numero dei contagiati da coronavirus a livello globale ha ormai superato la soglia dei 3,5 milioni, mentre le vittime sono oltre 247 mila. Eppure oltre quasi due mesi di lockdown sembrano essere bastati per ridurre notevolmente la curva dei nuovi contagi tanto che, a partire da questa settimana, le restrizioni per la popolazione adottate nel tentativo di contenere la pandemia inizieranno ad allentarsi – soprattutto in Italia e Spagna: la Germania e alcuni stati degli Usa hanno infatti già alleggerito alcune misure di distanziamento sociale a partire dalla settimana scorsa.

Cosa dicono i dati sulla produzione manifatturiera di aprile?

Lo stop forzato all’attività produttiva ad aprile si fa sentire più pesante che mai. È quanto emerge dai dati pubblicati dall’istituto Ihs Markit all’indomani dell’appuntamento mensile con le interviste ai direttori degli acquisti nel settore manifatturiero.Nell’Eurozona, la stima flash di quasi due settimane fa è stata miseramente sconfessata: l’indice Pmi manifatturiero si è assestato a quota 33,4 punti, a fronte di una previsione di 33,6 – a marzo era stata di 44,5 punti. Sempre più lontana dunque la soglia dei 50 punti, che segna il confine tra un’economia in espansione e una in contrazione.La maglia nera spetta a Grecia (29,5 punti, minimo storico) e Spagna (30,8 punti, il risultato peggiore degli ultimi 11 anni), seguite da Italia (31,1 punti, anche in questo caso il minimo mai registrato) e Francia (31,5, in linea con le aspettative).Relativamente meglio invece il nord Europa. In cima alla classifica i Paesi Bassi, con 41,3 punti: lontani dalla soglia dei 50, ma comunque il risultato migliore nel Vecchio Continente. Seguono l’Irlanda (36 punti, il minimo da 11 anni) e l’Austria (31,6 punti), mentre la Germania, pur registrando il minimo da oltre 11 anni, segna un rialzo rispetto alle attese: 34,5 punti, a fronte di previsioni a 34,4.

Quali sono i fattori che più hanno inciso sul deterioramento della manifattura?

Produzione, nuovi ordini, vendite ed export sono crollati a livelli mai raggiunti neanche nel momento più acuto della crisi finanziaria del 2009: quello di stamattina, in effetti, è il risultato più basso da quando l’istituto ha iniziato a raccogliere dati, nel giugno del 1997.Il crollo del settore ha seguito, a scoppio ritardato rispetto all’indice sul comparto dei servizi, l’andamento della crisi coronavirus: dall’interruzione della catena di approvvigionamento in Cina, a partire dalle ultime settimane di gennaio, fino alla chiusura di fabbriche e imprese anche in Europa, poco più di un mese dopo. Le misure di contenimento della pandemia di coronavirus (con la chiusura delle produzioni non essenziali e il distanziamento sociale imposto dai governi) hanno dunque provocato un calo della domanda, con milioni di europei costretti a casa, e della produzione. Il carattere globale della pandemia ha inoltre provocato un crollo anche nelle esportazioni verso l’estero.A trainare verso il basso la produzione industriale hanno contribuito anche i forti rallentamenti nella catena dei trasporti: si calcola che i tempi medi di trasporto siano infatti rallentati al minimo da 23 anni – il che ha condotto anche a una carenza di forniture.

Cosa si prevede per il futuro?

“Con la curva dei contagi sempre più piatta e la prospettiva di allentare alcune delle restrizioni, si spera che aprile rappresenti l’occhio del ciclone in termini di impatto del virus sull’economia” commenta Chris Williamson, Chief Business Economist a IHS Markit. “Significa che il tasso di decrescita ora inizierà a rallentare. Escludendo una seconda ondata di contagi, che spazzerebbe via ogni ipotesi di ripresa, le notizie potrebbero iniziare a migliorare con le persone e le imprese che tornano al lavoro”.Resta tuttavia un certo pessimismo in capo alle aziende, che temono gli effetti sul lungo termine della crisi economica. Germania, Spagna e Austria sono i paesi più pessimisti.Nonostante tutto, stamattina l’indice di fiducia degli investitori nella zona Euro torna leggermente a salire, nonostante continui comunque a rasentare i minimi storici. Mentre i dati sugli indici Pmi fanno riferimento a interviste condotte fino al 23 aprile, l’indagine condotta da Sentix tra il 30 aprile e il 3 maggio mette in luce una cauta fiducia, passata da -42,9 di aprile a -41,8 di maggio (comunque inferiore rispetto al consensus di Reuters, i cui analisti attendevano almeno -33,5 punti).

Come hanno reagito gli indici europei?

Al netto dei risultati di stamattina, continua la corsa al ribasso degli indici europei. Dopo l’apertura in territorio negativo di stamattina, infatti, sulla scia della rinnovata tensione tra Stati Uniti e Cina e del conseguente calo del prezzo del petrolio, il Dax tedesco segna un calo di 3,39 punti percentuali, mentre il Cac 40 perde il 3,94%, Madrid segna -2,60% e Milano – 3,15%.

Boom disoccupazione in area euro per COVID, Bce alza stime 2020 da 7,5% a 9,4%

In media la Bce prevede che, nel corso del 2020, il tasso di disoccupazione dell’area euro si attesterà al 9,4%, in rialzo di 1,9 punti percentuali rispetto alla precedente previsione del 7,5%; per il 2021 l’outlook è di un tasso all’8,9%, rispetto al precedente 7,4% atteso. Per il 2022 il dato è stato rivisto al rialzo di 1,1 punti percentuali, dal 7,3% all’8,4%. Per il lungo termine, la disoccupazione dell’Eurozona è attesa al 7,7%, in rialzo dal 7,3% precedentemente atteso. La revisione al rialzo è dovuta agli effetti del coronavirus-lockdown sull’economia del blocco.

Bce taglia stime Pil Eurozona 2020 da +1,1% a -5,5%, alza outlook 2021 da +1,2% a +4,3%

Effetto coronavirus lockdown sull’economia dell’area euro. La Bce ha tagliato le stime sulla crescita del Pil del 2020 dal precedente +1,1% a -5,5%. Per il 2021 l’outlook è stato rivisto al rialzo dalla precedente crescita dell’1,2% a +4,3%; per il 2022 le stime sono di una espansione del Pil pari a +1,7%, rispetto al precedente ritmo dell’1,4%.

Bce taglia stime inflazione Eurozona 2020 da +1,2% a +0,4%, per 2021 da +1,4% a +1,2%

Effetto coronavirus lockdown sull’economia dell’Eurozona. La Bce ha tagliato le stime sull’inflazione del 2020 dal precedente +1,2% ad appena +0,4%; le stime relative al 2021 sono state sforbiciate dal +1,4% al +1,2%, mentre quelle per il 2022 sono passate dal precedente +1,5% al +1,4%.

              ARTICOLO CHIUSO 19 MAGGIO 2020

  CON IL RAGGIUNGIMENTO PRATICAMENTE PERFETTO DEL GAP A 230$

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