Europa Indici a Confronto

Eccoci a un nuovo appuntamento , nel quale vorremmo evidenziare , ancora una volta , come l’Unione Europea , sia dal punto di vista Politico & Culturale che Economico – Finanziario – Monetario è una aspirazione  ,  che si è ampiamente rivelata totalmente utopistica e che non si è mai concretizzata in alcun modo nei fatti .

Europa  Indici a Confronto

Basta vedere ad oggi , 10 Luglio 2020 , i Grafici degli Indici di Borsa dei cosidetti Paesi “Virtuosi” come  Germania , Olanda , Svezia ad esempio e confrontarli con quelli di Gran Bretagna , Francia , Italia  e Spagna per notarlo immediatamente.

GERMANIA

OLANDA

SVEZIA

FTSE100

francia

ITALIA

SPAGNA

La totale mancanza di una Politica Comune e di Sviluppo , di SostegnoSolidarietà tra gli  Stati che la compongono  e sopratutto di una precisa volontà di farli crescere tutti assieme , per il bene comune , (in maniera da rafforzare l’Europa sia Politicamente che Economicamente dandole modo di vincere la battaglia sulle altre Economie Mondiali ) , ha prodotto come unico risultato ,  il rafforzamento di quest’ultime , che con i loro prodotti e servizi , hanno letteralmente invaso l’Europa.

Quando il 19 Marzo 2020 abbiamo fatto l’analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? non abbiamo parlato di Indici Europei , ma di Indici , ETF e Azioni USA e non a caso ovviamente.

NASDAQ

Fate caso all’età di molti CEO di Aziende quotate sul Nasdaq ad esempio .

Avete notato , quanto sono ancora oggi e quanto lo erano giovani , quando hanno da prima fondato e poi quotato le loro Aziende sul Nasdaq ?

Vi pare che in Europa i giovani , che hanno buone idee imprenditoriali, siano supportati , finanziati o fatti crescere allo stesso modo di come accade praticamente sempre o quasi negli USA ?

No. 

Infatti abbiamo , da decenni , il grosso problema della fuga dei Cervelli negli USA e non solo , fuga di gente che per portarla alla Laurea ha richiesto un investimento dei genitori e della società da 0 a 25 anni di circa 250.000 euro e alla quale poi si offrono posizioni subalterne , sottopagate o peggio , molto spesso ,si impedisce  addirittura loro di crescere e sviluppare una loro idea imprenditoriale per salvaguardare nepotismi e interessi vari.

La stessa classifica dei 10 uomini più ricchi al Mondo parla con una chiarezza straordinaria :   8 sono degli USA e Europa e India ne hanno 1 a testa.

Poi , non ci si sorprenda, se la Gran Bretagna sceglie BREXIT , se molti Laureati , Ricercatori , Imprenditori e non  scelgono di lasciare l’Europa per andare  a lavorare negli USA   o se peggio   Investono i propri risparmi , nelle Aziende USA .

Ad Maiora !

EUUSA

NEWS ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO 

Il Dax si prepara ad allargarsi, passerà da 30 a 40 titoli 20 SETTEMBRE 2021

AGGIORNAMENTO 28 Febbraio 2022 

DAX 16300  Nuovo Top Storico 19-11-2021 

da nostro 13048 +3252 punti 

Annotazione 2022-02-28 070257

Dax

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Annotazione 2021-11-26 084021

 

AGGIORNAMENTO 19 NOVEMBRE 2021  

DAX 16300  Nuovo Top Storico 19-11-2021

da nostro 13048 +3252 punti 

DAX 16031 Top Storico 13-08-2021

Attacco al precedente Top Storico riuscito

BOX HFT 1450015600-17500 per Indice Tedesco

 

AGGIORNAMENTO 13 AGOSTO 2021

DAX 16031 Nuovo Top Storico 

Attacco al precedente Top Storico riuscito

BOX HFT 1450015600-17500 per Indice Tedesco

>15600 1 giugno 2021

da nostro 13048 +2983 punti  

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Candriam: perché le elezioni tedesche non preoccupano i mercati

Stefan Keller (Candriam) non esclude una fase di volatilità temporanea, se i Verdi o l’FDP decidessero di allontanarsi dai negoziati, come accadde nel 2017

Il futuro della Germania 

 

 di Leo Campagna  29 Settembre 2021 – 7:50

L’esito delle elezioni non ha risposto alla domanda sulla possibile leadership tedesca nell’Unione Europea. E’ comunque probabile che prenda corpo una coalizione tripartita focalizzata su un programma centrista. “Ciò dovrebbe limitare i movimenti relativi sia delle azioni sia dei rendimenti del Bund” commenta Stefan Keller, Senior Asset Allocation Strategist di Candriam. “Conoscere la composizione del nuovo governo richiederà diverse settimane, compreso il nome del nuovo cancelliere. L’attuale governo guidato da Angela Merkel si occuperà delle questioni necessarie fino al giuramento di una nuova coalizione prima della fine dell’anno”.

LA PRESIDENZA DEL G7 NEL 2022

Il nuovo esecutivo potrebbe infatti insediarsi e giurare entro la fine dell’anno per essere pronto per assumere la presidenza del G7 nel 2022 e riuscire a lavorare a stretto contatto con la Francia a cui toccherà la presidenza dell’Unione Europea nel primo semestre dell’anno prossimo. “Nelle prossime settimane, in funzione dell’evoluzione dei negoziati ufficiali sulla coalizione fra i tre partiti, si deciderà sulla volontà o meno di supportare un ampliamento della libertà di azione nelle prossime discussioni sulle riforme fiscali nell’Eurozona” spiega Keller.

UN PARLAMENTO PIU’ FRAMMENTATO

Il prossimo cancelliere deve costruire una maggioranza in un Parlamento più frammentato, in cui circa tre quarti dei parlamentari non appartengono al partito del cancelliere. “Il ruolo dei junior partner (Verdi e FDP) sta acquisendo più importanza. Una situazione che si è presentata già in Italia e in Spagna, ma che rappresenta una novità significativa per la Germania” sottolinea il manager di Candriam. Dal momento che il partito dei Verdi e l’FDP concordano su pochissimi temi politici chiave, con posizioni divergenti su alloggi, regole fiscali, politiche del mercato del lavoro, e politiche europee, i colloqui bilaterali più difficili dovrebbero rivelarsi proprio tra questi due partiti che, alla luce del risultato elettorale, sceglieranno il cancelliere.

UNA COALIZIONE GUIDATA DALL’SPD

A questo proposito il partito dei Verdi mostra maggiori compatibilità con gli altri ed è probabile che propenda per essere junior partner in un governo guidato dalla SPD piuttosto che in un governo guidato dalla CDU/CSU, mentre la FDP preferirebbe il contrario. “E’ probabile che al centro del programma di una coalizione guidata dall’SPD, con l’appoggio dei Verdi, figurino una maggiore spesa fiscale, una riforma del patto di stabilità e di crescita dell’UE l’anno prossimo, ma con una politica meno austera, mentre all’FDP spetterebbe il ruolo vigile di custode delle strette regole fiscali” riferisce Keller.

E UNA GUIDATA DALLA CDU

Al contrario, se la coalizione fosse guidata dalla CDU la spinta maggiore, insieme alla FDP, sarebbe nella direzione di una modernizzazione rapida dell’amministrazione e dell’economia , compresa la necessaria digitalizzazione, mentre il partito dei Verdi svolgerebbe la funzione di controllo della transizione climatica.

I JUNIOR PARTNER VERDI E FDP

In ogni caso, i junior partner (Verdi e FDP) dovranno prima risolvere i loro disaccordi per poi avviare formalmente i negoziati di coalizione. “E’ una fase che ci aspettiamo a partire da ottobre e che potrebbe comportare una volatilità temporanea qualora uno dei junior partner decidesse di allontanarsi dai negoziati, come accadde nel 2017. Questo porterebbe probabilmente a una nuova grande coalizione, che oggi nessuno vuole davvero” conclude il Senior Asset Allocation Strategist di Candriam.

Vedi aggiornamenti precedenti

DAX 15806 top  14-06   

BOX HFT 1450015600-17500 per Indice Tedesco

>15600 1 giugno 2021

da nostro 13048 +2758 punti  

raggiunta la mediana dopo top a 15516 che ci ha fatto ritestare area 14500 (14800)

per ora precisione TEDESCA sul Dax

BOX HFT 14500-15600-17500 per Indice Tedesco

>14500 16-03-2021

vedi precedenti alert a 11800 a 12229 e 13048 ultimo nostro livello buy.

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Salario minimo a 12 euro l’ora e nessun aumento dell’età per andare in pensione

Pochi giorni alle elezioni federali in Germania, dove il probabile nuovo cancelliere promette di aumentare il salario minimo dal 2022.

di , pubblicato il 
 

Si avvicina la data delle elezioni federali in Germania, che si terranno il prossimo 26 settembre. Il favorito da tutti i sondaggi per la corsa alla cancelleria è Olaf Scholz, attuale ministro delle Finanze e capo dell’SPD, il Partito Socialdemocratico. Definito ironicamente “Scholzomat” dalla stampa tedesca per il suo modo di parlare robotico e privo di emozioni, l’uomo ha prospettato cambiamenti non marginali per l’economia domestica. Una delle sue principali promesse consiste nell’aumentare il salario minimo legale a 12 euro l’ora sin dal 2022.Già con i governi di Grosse Koalition, l’SPD era riuscita a strappare negli anni scorsi alla CDU-CSU della cancelliera Angela Merkel l’introduzione del salario minimo. Questo è salito a 9,60 euro l’ora dal luglio scorso e dal luglio 2022 salirà ancora a 10,45 euro. Dunque, Scholz sta promettendo di aumentarlo di un altro 15% nel caso in cui diventasse cancelliere.Non è l’unica promessa rilevante. Sotto di lui, non ci sarà più alcun aumento dell’età pensionabile, ad oggi fissata a 66 anni. E il livello delle pensioni resterà stabile, una dichiarazione che prelude al mantenimento del potere di acquisto degli assegni tedeschi per i prossimi anni. Ma c’è il rovescio della medaglia: la Spitzensteuerrate, vale a dire l’aliquota più alta sui redditi delle persone fisiche, salirà dal 42% al 45%. Ad oggi, essa grava sui redditi sopra circa 58.000 euro lordi all’anno. In cambio, spiega Scholz, ci saranno maggiori detrazioni fiscali per i single fino a 100.000 euro e le coppie fino a 200.000 euro.

Salario minimo, pensioni e tasse al centro delle trattative politiche

Il socialdemocratico promette anche maggiori investimenti pubblici, rompendo con la politica di austerità perseguita durante l’era Merkel.

Tuttavia, è probabile che il successore della cancelliera faccia i conti con un’economia tedesca meno dinamica di quanto previsto. L’IFO ha tagliato le stime di crescita per quest’anno dal 3,3% al 2,5%. In cambio, le ha alzate dello 0,8% al 5,1% per il 2022. Causa? Colli di bottiglie per l’interruzione delle catene di produzione e mancanza di chip. Questi colpiscono particolarmente il settore automotive, che in Germania traina l’industria.

L’implementazione delle promesse di Scholz dipenderà nel concreto anche dal tipo di alleanze che farà. Stando ai sondaggi, l’SPD non potrà certamente governare da sola. Avrà bisogno di 1-2 partiti almeno per guidare il prossimo governo. Quasi scontata la coalizione con i Verdi, mentre sul terzo alleato le opzioni restano tutte aperte: o la stessa CDU-CSU o i liberali dell’FDP o persino la Linke, il partito nostalgico del comunismo nella DDR. Nel primo e nel secondo caso, la coalizione sarebbe bilanciata a destra, nel terzo si sposterebbe nettamente a sinistra. Scholz è un centrista dentro l’SPD, ma nel partito le sue posizioni moderate sono mal tollerate dall’ala più progressista, desiderosa di rompere con i conservatori e di imprimere al governo federale un’impronta più socialisteggiante.

Salario minimo, pensioni e tasse saranno campi di battaglia su cui difficilmente il papabile nuovo successore farebbe passi indietro. E, però, rappresenterebbero bocconi indigesti per il centro-destra orfano di Frau Merkel, inaccettabili per la FDP pro-business. Al contrario, Verdi e Linke non avrebbero remore a dare il loro appoggio su questi temi. Anzi, l’ultra-sinistra preme per misure più radicali, tra cui il “congelamento” degli affitti, una questione sensibile nelle grandi città e, soprattutto, a Berlino. L’era Merkel sembra davvero finita.

Più sexy e meno noioso: ecco il nuovo Dax che si allarga a 40 con dieci nuovi titoli

Da 30 a 40, da “noioso” a molto più attraente per gli investitori: il Dax, il principale indice azionario in Germania che monitora la performance delle blue chip tedesche negoziate sulla Borsa di Francoforte, cambia e si allarga da 30 a 40 titoli.

Sulla scia dello scandalo Wirecard, la società fintech di servizi di pagamento finita in bancarotta, che non fa più parte dell’indice Dax da agosto dello scorso anno,  Deutsche Boerse che gestisce il Dax ha presentato agli investitori nel corso di una consultazione alcune ipotesi di riforma dell’indice che prevede un aumento delle società incluse nell’indice DAX a 40 da 30, introduzione di condizioni più severe per l’adesione e al contempo riduzione delle aziende facenti parte del SDAX (Small-Cap-DAX) da 60 a 50.  Ora l’indice affronta il suo più grande cambiamento nei suoi 33 anni di storia il che porterà inevitabilmente ad un guadagno di attenzione a spese però del MDax, l’indice azionario composto da 50 società con capitalizzazione media. Finora, il Dax copre una porzione inferiore alla media del mercato azionario nazionale complessivo rispetto ad altri importanti indici di riferimento internazionali e dopo l’espansione, questa cifra dovrebbe salire a poco più dell’80%, portandolo nella stessa sfera dell’S&P 500, che, tuttavia, rimane impareggiabile in un aspetto, ossia il numero di settori – e sottosettori – che può coprire con abbastanza azioni individuali, grazie ai suoi 500 membri. Tuttavia, i nuovi arrivati stanno aggiungendo più diversità e crescita strutturale al Dax (come nella tecnologia medica e nel commercio elettronico). Il loro peso, inizialmente piccolo, potrebbe aumentare nel tempo dicono da DWS.

L’obiettivo principale del DAX 40 appena rinnovato è quello di fornire un quadro ancora più completo delle maggiori società quotate in Germania in termini di profondità e ampiezza, riflettendo così a sua volta l’intero spettro dell’economia tedesca. Il nuovo DAX 40 entrerà in vigore dal prossimo lunedì, 20 settembre, senza cancellazioni di alcuno dei suoi 30 titoli componenti in questo frangente e la prossima revisione dell’indice è prevista per il 3 dicembre 2021.

L’introduzione di un nuovo requisito di redditività

Per essere idonei a far parte della coorte delle 40 blue-chip del DAX, i futuri candidati devono presentare un EBITDA positivo. Quindi, tali requisiti di pre-screening più severi probabilmente miglioreranno la qualità dei titoli componenti il DAX in termini di salute finanziaria e ridurranno la probabilità che le società in perdita siano incluse nel DAX.

I membri dell’indice saranno selezionati in base alla capitalizzazione di mercato a partire dalla revisione del settembre 2021 e il fatturato di borsa non sarà considerato nel processo di classificazione. Invece, i membri dovranno soddisfare un nuovo requisito minimo di liquidità. Questo nuovo processo di selezione, considerando la capitalizzazione di mercato del flottante insieme alla liquidità minima, porterà probabilmente il DAX in linea con gli standard internazionali in termini di mantenimento di una liquidità sufficiente.

Tra i nuovi dieci membri abbiamo:

  • Airbus (produttore aerospaziale)
  • Zalando (piattaforma di vendita al dettaglio di moda online)
  • Siemens Healthineers (produttore di dispositivi medici)
  • Symrise (fornitore di profumi, aromi, principi attivi cosmetici)
  • HelloFresh (consegna di pasti freschi preconfezionati)
  • Sartorius (produttore di attrezzature di laboratorio per le scienze della vita)
  • Porsche Automobil (casa automobilistica di lusso)
  • Brenntag (distributore di prodotti chimici)
  • Puma (athleisure e abbigliamento sportivo)
  • Qiagen (biotecnologia, fornitore di campioni molecolari e tecnologie di analisi)

Dax a una svolta storica, più titoli per avvicinarsi al modello S&P 500. Occhio alle possibili new entry

Più grande e relativamente migliore: così si presenterà il Dax, il principale indice azionario in Germania che monitora la performance delle 30 società blue chip tedesche negoziate sulla Borsa di Francoforte.Sulla scia dello scandalo Wirecard, la società fintech di servizi di pagamento finita in bancarotta, che non fa più parte dell’indice Dax da agosto dello scorso anno,  Deutsche Boerse che gestisce il Dax ha presentato agli investitori nel corso di una consultazione alcune ipotesi di riforma dell’indice che prevede un aumento delle società incluse nell’indice DAX a 40 da 30, introduzione di condizioni più severe per l’adesione e al contempo riduzione delle aziende facenti parte del SDAX (Small-Cap-DAX) da 60 a 50.

Dax più grande e relativamente migliore

Ora la riforma è ad un passo e il Dax si espanderà affrontando così il suo più grande cambiamento nei suoi 33 anni di storia il che porterà inevitabilmente ad un guadagno di attenzione a spese però del MDax, l’indice azionario composto da 50 società con capitalizzazione media.Finora, il Dax copre una porzione inferiore alla media del mercato azionario nazionale complessivo rispetto ad altri importanti indici di riferimento internazionali e dopo l’espansione, questa cifra dovrebbe salire a poco più dell’80%, portandolo nella stessa sfera dell’S&P 500, che, tuttavia, rimane impareggiabile in un aspetto, ossia il numero di settori – e sottosettori – che può coprire con abbastanza azioni individuali, grazie ai suoi 500 membri. Tuttavia, i nuovi arrivati stanno aggiungendo più diversità e crescita strutturale al Dax (come nella tecnologia medica e nel commercio elettronico). Il loro peso, inizialmente piccolo, potrebbe aumentare nel tempo dicono da DWS.Una maggiore diversità e potenzialmente 350 miliardi di euro in più di capitalizzazione di mercato potrebbero aiutare il Dax a guadagnare ulteriore attenzione soprattutto agli occhi degli investitori internazionali, mentre il suo secondo livello, l’MDax, potrebbe perdere circa la metà della sua capitalizzazione di mercato.

Chi saranno le 10 new entry?

Il DAX 30 sta cambiando in DAX 40 al fine di aumentare la qualità degli indici DAX, fornire un quadro più completo delle più grandi aziende tedesche e allineare gli indici DAX con gli standard internazionali, come ha sostenuto Deutsche Boerse. La decisione è stata presa in concomitanza con una serie di ulteriori riforme dell’indice tedesco, come l’inasprimento delle regole di corporate governance.Il DAX 30 diventerà il DAX 40 questo mese, secondo Deutsche Boerse, ma non c’è attualmente una data specifica per il cambiamento. Certo è che quando il DAX 30 diventerà il DAX 40, la Deustche Boerse ammetterà dieci società in più nell’indice, il che significa un potenziale cambiamento nelle assegnazioni di ponderazione e una gamma più ampia di settori coperti, così come altre disposizioni normative.Le potenziali new entry potrebbero essere il gigante aerospaziale Airbus, l’operatore di e-commerce Zalando, e il gruppo di assicurazione globale Hannover Rueck SE, con altre probabili nomi tra cui la società immobiliare LEG Immobilien e Siemens Energy.Mentre in precedenza il DAX 30 considerava il fatturato di borsa per le sue classifiche, ora i membri dell’indice saranno invece considerati per i livelli di liquidità. I nuovi membri dovranno dimostrare di possedere le solite credenziali di capitalizzazione di mercato, ma anche la loro redditività nei loro due più recenti bilanci annuali.

Inflazione al 3% (top a 10 anni) fa sudare freddo la Bce, si avvicina il tapering anche in Europa?

L’inflazione dell’area euro balza ai massimi a dieci anni e mette a dura prova la convinzione in seno alla Bce che un picco post-Covid delle pressioni sui costi dovrebbe rivelarsi temporaneo.

I prezzi al consumo dell’area euro sono aumentati del 3% annuo ad agosto, superando le previsioni di consensus Bloomberg e attestandosi ai top ultradecennali. L’inflazione core, che elimina elementi volatili come energia e cibo, ha raggiunto l’1,6%, il livello più alto dal 2012.

Una crescita alimentata da fattori una tantum. La salita dei prezzi al consumo è sostenuta dalla tempistica delle vendite estive, che sono state ritardate l’anno scorso a causa della pandemia. Inoltre, incide anche l’aumento dell’IVA in Germania. I numeri rilasciati oggi dall’Eurostat “faranno sudare le mani, ma non ha fornito molte prove di un’inflazione più elevata strutturale”, argomenta Bert Colijn, senior economist di Ing, che però vede tali movimenti come temporanei, mentre l’aumento dell’inflazione dei servizi è stato molto più contenuto, dallo 0,9 all’1,1%. L’esperto di Ing non ritiene quindi che tale sviluppo dell’inflazione andrà a influenzare la BCE verso una posizione più aggressiva in vista della riunione del 10 settembre.

Che risposte aspettarsi dalla Bce

A luglio il presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ripetutamente affermato che la Bce non agirà sull’inflazione temporanea. La BCE ritiene che l’inflazione rallenterà l’anno prossimo. Il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha detto ieri che non vede alcun rischio di surriscaldamento dei prezzi. Le recenti dichiarazioni di Philip Lane e Isabel Schnabel hanno inoltre sottolineato proiezioni di inflazione molto al di sotto del 2% nel 2022 e nel 2023.

Guardando alla riunione della prossima settimana, è quindi difficile immaginare che la BCE cambierà qualcosa nella sua comunicazione.

La Banca centrale europea sta mantenendo la politica monetaria più accomodante rispetto ad altre banche centrali come la Federal Reserve, che prevede di iniziare a ridurre gli acquisti di asset (tapering) entro la fine dell’anno. Attualmente gli acquisti netti di attività nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) sono previsti almeno sino alla fine di marzo 2022. 

Ieri la Germania ha registrato il tasso di inflazione più alto a 13 anni (+3,4%). Come rimarca Bloomberg, l’inflazione importata in Germania, la più grande economia della regione, è addirittura al 15%. I rivenditori di tutta la regione dei 19 Stati dell’Unione prevedono di aumentare i prezzi nei prossimi tre mesi e i consumatori si sono già adeguati, dicendo che hanno meno probabilità di effettuare acquisti importanti nel corso del prossimo anno.

In Italia, il ritmo di crescita dei prezzi ha raggiunto il 2,6%, il più veloce dal 2012 e mezzo punto al di sopra della previsione mediana degli economisti.

Germania: +10,4% a/a per Ppi a luglio, +1,9% m/m

Nel mese di luglio l’indice dei prezzi alla produzione (Ppi) per la Germania ha mostrato una crescita del 10,4% su base annua rispetto al +9,2% atteso e al precedente +8,5 per cento. Su base mensile il dato è salito dell’1,9% rispetto al +1,3% della passata rilevazione e al +0,8% del consensus Bloomberg.

Germania: Bundesbank alza stime su crescita (e inflazione), Pil tedesco +3,7% nel 2021 e +5,2% nel 2022

La Germania, la più grande economia europea, si sta riprendendo dalla crisi pandemica e dovrebbe registrare una forte crescita sia quest’anno sia il prossimo. Lo prevede la Bundesbank, che ha rivisto al rialzo le stime sul Prodotto interno lordo (Pil). La banca centrale tedesca prevede ora una crescita del Pil del +3,7% quest’anno e del +5,2% il prossimo, contro le precedenti previsioni del 3% e del 4,5%. Per il 2023 si prevede una crescita dell’1,7%. “L’economia tedesca sta superando la crisi legata alla pandemia”, ha sottolineato il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Riviste al rialzo anche le proiezioni sull’inflazione, attesa al 2,6% quest’anno, contro una precedente previsione dell’1,8%, per poi rallentare all’1,8% nel 2022 e all’1,7% nel 2023.

Germania: Zew, livello più alto da oltre 20 anni

“Il rallentamento della terza ondata di Covid-19 ha reso gli esperti del mercato finanziario ancora più ottimisti. L’indice Zew ha raggiunto a maggio il livello più alto in oltre 20 anni. Anche la valutazione della situazione economica è notevolmente migliorata”, commenta il presidente della Zew, Achim Wambach, sulle attuali aspettative. “Gli esperti prevedono una significativa ripresa economica nei prossimi sei mesi. Anche le prospettive economiche per l’area dell’euro e gli Stati Uniti sono notevolmente migliorate”, aggiunge.

Germania: Zew ancora in salita a maggio, balzo a 84,4 punti

La fiducia degli investitori in Germania migliora ancora a maggio. L’indice tedesco Zew sulle aspettative per il mese di maggio si è, infatti, attestato a 84,4 punti contro i 70,7 punti di aprile, facendo meglio delle attese del mercato pari a 72.

DAX 14195 <-top 03-02-2021

da nostro 13048 +1700 punti 

Il DAX ha eseguito il MOVE 12295(gap di fuga) – 14500

anticipato proprio SUL RAGGIUNGIMENTO di 12295

dove è che questo Mercato è imprevedibile ?

AGGIORNAMENTO 18 MARZO 2021

DAX 14814 attacco al precedente top riuscito

BOX HFT 14500-15600-17500 per Indice Tedesco

>14500 16-03-2021

vedi precedenti alert a 11800 a 12229 e 13048 ultimo nostro livello buy.

da nostro 13048 +1766 punti 

DAX 14195 <-top 03-02-2021

da nostro 13048 +1700 punti 

Il DAX ha eseguito il MOVE 12295(gap di fuga) – 14500

anticipato proprio SUL RAGGIUNGIMENTO di 12295

dove è che questo Mercato è imprevedibile ?

Germania: Pmi servizi balza a 50,8 a marzo, manifattura sui massimi da aprile 1996

L’economia del settore privato tedesco mostra segnali positivi, con l’ultimo mese del primo trimestre dell’anno in ripresa. Secondo i dati diffusi da Ihs Markit, a marzo l’indice Pmi manifatturiero tedesco è balzato a 66,6 punti contro i 60,7 di febbraio, segnando un record dall’aprile 1996. Si riporta sopra la soglia critica di 50 il Pmi servizi che è salito a quota 50,8 contro i 45,7 di febbraio (massimi a 7 mesi). In entrambi i casi si tratta della lettura flash di marzo.

Germania: Zew nuova accelerazione a sorpresa a febbraio

La fiducia degli investitori in Germania migliora ancora. L’indice Zew sulle aspettative per il mese di febbraio si è, infatti, attestato a 71,2 contro i 61,8 punti di gennaio, facendo meglio delle attese del mercato pari a 59,6 punti.

DAX

DAX 13459<–top 9-11-2020

Dopo >13048 e ben 4 retest ci allontaniamo da RADICE HFT 048=13048

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Ma 14500/15500-16500 il DAX li raggiungerà in gran parte con INGEGNERIA Finanziaria passando da 30 a 40 titoli quotati….? Lo vedremo nel 2021 9 DICEMBRE 2020 DAX 13459+30%= 4000 punti = 15500/16500-17500 (da 30 a 40 titoli la matematica dice questo)

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Robeco punta sull’Europa: guiderà la ripresa globale

Secondo gli esperti di Robeco l’Europa è pronta a prendere il testimone della crescita economica da Cina e Stati Uniti: ecco quali sono gli elementi a favore

 

L’Europa sta recuperando il ritardo rispetto alla ripresa già registrata in Cina e negli Stati Uniti grazie all’accelerazione del piano di vaccinazioni anti Covid-19 e all’allentamento delle misure di lockdown. L’aumento della mobilità fornisce particolare impulso all’economia dei servizi, e trova conferme anche negli indicatori della fiducia dei produttori, sia nel terziario che nel settore manifatturiero, alcuni dei quali si sono portati sui massimi degli ultimi 15 anni, o addirittura degli ultimi 17 nel caso del sentiment nel comparto dei servizi.

ESPANSIONE ECONOMICA CON PRESSIONI INFLAZIONISTICHE IN AUMENTO

“Riteniamo che il driver principale sarà una crescita trainata dalla solidità dei consumi e delle esportazioni, in particolare nel settore dei servizi. Essenziale, inoltre, il proseguimento della politica monetaria della BCE e delle norme fiscali promosse dalla Commissione europea. Un contesto che avvalora il nostro scenario di riferimento, nel quale continua l’espansione economica con pressioni inflazionistiche in aumento” fa sapere Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, secondo cui sono tre gli elementi fondamentali che sostengono l’ottimismo sulla crescita europea.

IL LIVELLO DEI RISPARMI SU LIVELLI STORICAMENTE ELEVATI

Il primo, e anche il più consistente, è il livello dei risparmi che, con la pandemia, ha raggiunto livelli storicamente elevati come dimostra il tasso di risparmio delle famiglie tedesche che nel primo trimestre si attestava al 20%. “È comprensibile che ci sia impazienza ad incrementare la spesa per servizi, come i viaggi, appena possibile nel secondo semestre, e che l’erosione dei risparmi sia destinata ad accelerare nel medio termine” sottolinea der Welle.

PROSEGUIMENTO DEGLI STIMOLI FISCALI E MONETARI

Il secondo elemento di supporto è la combinazione senza precedenti dello stimolo fiscale dell’Eurozona (il Recovery Fund prevede risorse per 750 miliardi di euro spalmati fino a circa il 2026) e una politica monetaria ancora accomodante. E’ vero che, il ritardo della ripresa resta dal momento che il livello del PIL aggregato dell’Eurozona rimane quattro punti percentuali al di sotto dei livelli del 2019 Tuttavia, considerando che l’output gap resta relativamente ampio, è probabile che le pressioni inflazionistiche di fondo restino contenute rispetto agli Stati Uniti. Questo, secondo il manager di Robeco, giustifica una politica monetaria accomodante e gli acquisti di emergenza della BCE sui mercati finanziari.

UN’EUROPA SEMPRE PIÙ POPULISTA E PROGRESSISTA

D’altra parte, la Commissione europea ha rinviato l’applicazione dei parametri del debito di Maastricht fino all’inizio del 2023. Un inclinazione, quest’ultima, che è anche figlia dell’evoluzione politica, che vede un Europa sempre più populista e progressista, anche in risposta alla crescente disuguaglianza dei redditi dopo la pandemia, e pertanto sarebbe più contraria a future misure di austerità. “I sondaggi più recenti premiano i Verdi in vista delle elezioni in Germania, in programma nel prossimo mese di settembre. Inoltre si percepisce un lieve orientamento progressista anche negli attuali negoziati per la formazione di una coalizione nei Paesi Bassi”, spiega der Welle.

IL RITROVATO VIGORE DEL COMMERCIO ESTERO

Infine, ma non meno importante, anche il ritrovato vigore del commercio globale potrà fornire un supporto sostanziale all’economia europea. “L’Eurozona è un’economia aperta con una spiccata sensibilità ai flussi commerciali globali, specialmente dalla Cina. È vero che il credit impulse in Cina suggerisce che la domanda cinese di importazioni potrebbe rallentare verso la fine dell’anno, ma è altrettanto vero che gli attuali indici della fiducia dei produttori nel colosso asiatico segnalano un’espansione continua. Inoltre, non è da escludere che possano esserci ricadute positive dal mercato statunitense grazie all’imponente stimolo fiscale e monetario USA”, conclude lo Strategist del team Multi Asset di Robeco.

Germania: attività manifatturiera accelera a febbraio sui massimi a 3 anni, controbilancia debolezza servizi

In Germania l’attività manifatturiera si mantiene robusta accelerando più del previsto a febbraio e controbilanciando la continua debolezza del settore terziario, secondo la lettura preliminare degli indici Pmi (Purchasing Managers Index) elaborati dall’istituto IHS Markit. A febbraio l’indice Pmi manifatturiero è salito a quota 60,6 dai 57,1 punti di gennaio, facendo meglio delle attese degli analisti che si aspettavano un rallentamento a 56,5 punti. Si tratta del livello più alto degli ultimi tre anni. L’indice Pmi servizi invece è scivolato da 46,7 a 45,9 punti, peggio dei 46,5 punti previsti. Si ricorda che un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Pil Eurozona: Ue migliora stime 2020, prevede ora contrazione -6,8%. Ma taglia outlook 2021 

Per il Pil dell’area euro del 2020 la Commissione europea prevede una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% stimata nelle precedenti stime dell’autunno del 2020.Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e sempre del 3,8% nel 2022, più del +3% del precedente outlook.

Pil Spagna: Ue rivede al rialzo outlook 2020. Previsto tonfo -11%. Migliorate anche stime 2021-2022

La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime sul Pil della Spagna relative al 2020: nelle sue previsioni invernali, ora l’outlook è di una contrazione del Pil dell’11%, rispetto al -12,4% atteso in precedenza; migliorate anche le previsioni sul Pil spagnolo relative al 2021 dal +5,4% al +5,6%, mentre per il 2022 le stime sono state migliorate dal +4,8% precedente al +5,3%.

Pil Francia: Commissione Ue migliora outlook 2020 a calo -8,3%, ma taglia stime 2021

La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime sul Pil della Francia relative al 2020: nelle sue previsioni invernali, ora l’outlook è di una contrazione del Pil dell’8,3%, rispetto al -9,4% atteso in precedenza; tagliate però le previsioni sul Pil francese relative al 2021 dal +5,8% al +5,5%, mentre per il 2022 le stime sono state migliorate dal +3,1% precedente al +4,4%.

Pil Eurozona: Ue migliora stime 2020, prevede ora contrazione -6,8%. Ma taglia outlook 2021

Per il Pil dell’area euro del 2020 la Commissione europea prevede una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% stimata nelle precedenti stime dell’autunno del 2020.Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e sempre del 3,8% nel 2022, più del +3% del precedente outlook.

Governo Draghi, Lagarde (Bce): ‘Italia ed Europa fortunate, piena fiducia che sarà all’altezza della sfida’

“L’Italia e l’Europa sono fortunate che Mario Draghi abbia accettato la sfida di aiutare a mettere fine alla crisi economica e sociale dell’Italia, in un momento in cui questa è il Paese dell’Eurozona colpito più duramente dalla pandemia” del coronavirus Covid-19. Così Christine Lagarde, presidente della Bce, commenta la decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire al suo predecessore, l’ex numero uno della Bce Draghi, l’incarico di formare il governo.In un’intervista rilasciata al Journal Du Dimanche, Lagarde ha aggiunto: “Ho piena fiducia che Mario Draghi sarà all’altezza della sfida. Ha tutte le qualità che ci vogliono: ha la competenza, il coraggio e l’umiltà necessarie” per “far ripartire l’economia italiana con l’aiuto dell’Europa”.

Coronavirus Germania, Merkel: ‘fino ad altre 10 settimane di duro lockdown, altrimenti entro Pasqua casi 10 volte tanto’

Il quotidiano tedesco Bild riporta indiscrezioni, secondo cui la cancelliera Angela Merkel starebbe valutando l’opzione di continuare a imporre il lockdown in Germania fino agli inizi di aprile. Bild cita indiscrezioni riportate da alcuni funzionari che hanno partecipato alla riunione dei partiti CDU-CSU. Secondo quanto riferito, Merkel avrebbe avvertito che il paese necessita ancora di “altre 8-10 settimane di misure dure di lockdown”. In caso contrario, “avremo un numero di casi (di contagi da coronavirus COVID-19) 10 volte tanto quello attuale entro la Pasqua”. Merkel ha fatto riferimento, nello specifico, alla variante inglese del virus.Nella giornata di ieri, sono entrate in vigore in 17 stati federali tedeschi misure di restrizioni più severe. Nella giornata di venerdì, il numero delle vittime è stato di
pari a 1.188 unità, toccando il record dall’inizio delle pandemia.

Moody’s su Eurozona: ‘elevati livelli debiti e crescita a singhiozzo intensificheranno rischio altro shock’

“La stabilizzazione del debito rappresenterà una sfida politica cruciale” e “gli elevati livelli dei debiti, insieme a una crescita a singhiozzo intensificheranno il rischio e l’impatto di un altro shock”. E’ quanto ha scritto Moody’s nel report odierno intitolato “Moody’s – Euro area sovereigns’ negative 2021 outlook reflects significant economic and fiscal uncertainty”, ovvero “Moody’s: l’outlook negativo per il 2021 dei debiti sovrani dell’area euro riflette incertezze significative dal fronte economico e fiscale”.“La pandemia del coronavirus ha scatenato una recessione profonda nel 2020 per l’area euro, provocando un forte rialzo dei ratio dei debiti governativi (debito-Pil)”, ha detto
Steffen Dyck, vice presidente di Moody’s e autore del report.

Moody’s su Eurozona: ‘ripresa da shock coronavirus sarà lenta, non equilibrata e fragile’

“La ripresa economica (dell’Eurozona) dallo shock del coronavirus sarà lenta, non equilibrata e fragile”. E’ quanto ha scritto Moody’s nel report odierno intitolato “Moody’s – Euro area sovereigns’ negative 2021 outlook reflects significant economic and fiscal uncertainty”, ovvero “Moody’s: l’outlook negativo per il 2021 dei debiti sovrani dell’area euro riflette incertezze significative dal fronte economico e fiscale”.“Moody’s prevede un rimbalzo della crescita del Pil dell’area euro, su base reale, pari a +4,6% nel 2021, a seguito di una forte contrazione del 7,7% attesa per il 2020”.La ripresa avverrà grazie alle “continue misure espansionistiche in arrivo dal fronte fiscale e monetario, che risulteranno in un contesto di bassi tassi di interesse e in un buon accesso al credito sia per le famiglie che per le imprese”.

Bce: Panetta, si inizia a “intravedere luce in fondo a tunnel ma ancora non siamo fuori”

“Il 2020 è stato per l’Europa un anno del tutto eccezionale, in cui abbiamo affrontato una recessione senza precedenti in tempo di pace: nei primi sei mesi dell’anno il prodotto dell’area dell’euro si è contratto di oltre il 15 per cento. Ma abbiamo assistito a una reazione comune anch’essa senza eguali nella storia dell’unione monetaria. Una reazione che ha evitato una depressione economica potenzialmente catastrofica. E ora, con le notizie positive sui vaccini, iniziamo finalmente a intravedere la luce in fondo al tunnel”. E’ quanto ha dichiarato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea (Bce), nel corso del suo intervento al ‘Rome Investment Forum 2020’.Panetta ha però avvertito: “non siamo ancora fuori dal tunnel. Il prossimo anno sarà anch’esso probabilmente segnato dalla pandemia, da incertezze elevate e da vulnerabilità diffuse di famiglie e imprese. Il modo in cui l’economia europea emergerà dalla crisi dipenderà da come affronteremo questa transizione”

 

Germania nella morsa del virus, Merkel pronta a varare lockdown duro fino a gennaio

I casi record di Covid, con i nuovi contagi arrivati a sfiorare i 30mila al giorno nel corso di questa settimana, spingono la Germania a valutare ulteriori restrizioni. Il vice cancelliere Olaf Scholz ha chiesto restrizioni più forti in vista del vertice in programma oggi tra leader federali e statali per decidere su ulteriori misure. “Dobbiamo prendere decisioni di vasta portata e drastiche”, ha detto Scholz a Berlino ieri. La priorità è “che ora aiutiamo a ridurre i contatti. Pertanto, la Germania deve nuovamente accettare molte restrizioni”.Stando a quanto riferisce il quotidiano Bild si va verso un lockdown duro a partire da mercoledì prossimo per tutto il periodo natalizio. Le nuove misure potrebbero includere la chiusura di negozi, scuole e asili nido. Misure che dovrebbero protrarsi almeno fino al 10 gennaio.Alcuni stati tedeschi hanno già prescritto pesanti regole di blocco, con il coprifuoco implementato in Baviera, Sassonia e Baden-Württemberg.

 

E arrivano anche altre News “accomodanti”

ZEW tedesco risale a 55 punti a dicembre

La fiducia degli investitori in Germania torna a salire nell’ultimo mese dell’anno. L’indice Zew sulle aspettative per il mese di dicembre si è attestato a 55 punti, contro i 39 punti a cui era caduto a ottobre. Le aspettative erano per un indice pari a 46 punti.

 

PIL area euro segna balzo maggiore dal 1995

L’Eurostat conferma il rimbalzo vigoroso del PIL dell’area euro nel terzo trimestre. Nei tre mesi tra luglio e settembre l’economia dell’area euro segna un +12,5% rispetto al secondo trimestre, ossia il balzo maggiore dal 1995. Nell’UE il PIL segna invece +11,5% t/t. Nel secondo trimestre l’emergenza Covid aveva comportato un crollo del PIL dell’11,7% nell’area euro. Su base anua il calo risulta del 4,3%.

 

Germania: produzione industriale migliora a sorpresa a ottobre

Migliora a sorpresa la produzione industriale tedesca. Il dato di ottore ha mostrato un rialzo mensile del 3,2% contro il precedente 2,3% (dato rivisto da +1,6%), battendo il consensus Bloomberg fermo a +1,6%. Su base annua la flessione è stata del 3% contro il -6,7% della passata lettura e il -4,6% indicato dagli analisti.

Germania: +2,9% m/m ordini fabbrica a ottobre, oltre attese

In Germania gli ordini di fabbrica hanno mostrato ad ottobre un rialzo mensile del 2,9% contro il +1,1% della passata rilevazione (dato rivisto da +0,5%). Il mercato si attendeva un dato in crescita dell’1,5 per cento.

 

La Bce continuerà ad acquistare bond per almeno 18 mesi

Secondo Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea, Fed e Bce manterranno politiche accomodanti ancora per molto

Il filo rosso della politica monetaria accomodante unisce le due sponde dell’Atlantico, e nei prossimi mesi la situazione rimarrà invariata. A specificarlo, nella settimana che vede in programma la riunione della Banca Centrale Europea giovedì, è Volker Schmidt, Senior Portfolio Manager di Ethenea

LE PAROLE DI LAGARDE

L’esperto parte proprio dalle dichiarazioni di Christine Lagarde, presidente Bce, durante l’ultima conferenza stampa. In quell’occasione la presidente della Bce ha specificato che “gli acquisti effettuati durante il temporaneo Pandemic Purchase Programme (PEPP) continueranno almeno fino a giugno 2021” e che “i principali pagamenti dei titoli in scadenza saranno reinvestiti in obbligazioni almeno fino a giugno 2022”.

IL LEGAME FED-BCE

Inoltre, ricorda Schmidt, la Bce ha annunciato ulteriori misure che saranno adottate già a dicembre. “Ciò mostra chiaramente che la Bce resterà un acquirente di obbligazioni per i prossimi 18 mesi almeno – commenta Schmidt – e che non ha nessuna intenzione di vendere i titoli obbligazionari. La BCE non ridurrà le sue partecipazioni obbligazionarie vendendo titoli, ma eliminando gradualmente i suoi investimenti esistenti”. Un atteggiamento comune alla Federal Reserve, anch’essa impegnata nel contenimento degli effetti della pandemia sull’economia, e che potrebbe vedere la banca centrale americana intensificare nuovamente l’acquisto dei Treasury.

OBBLIGAZIONI PRIMA SCELTA

“Per questo motivo – spiega l’esperto di Ethenea – le obbligazioni, con una quota superiore all’85%, continuano ad essere la prima scelta per il conservativo Ethna-DEFENSIV perché continuano ad offrire ritorni moderatamente positivi a fronte di una bassa volatilità. D’altra parte, in Ethna-AKTIV, che ha un profilo meno prudente, abbiamo ridotto la componente obbligazionario e investito il capitale in azioni. Ciò non è dovuto alla mancanza di fiducia nelle obbligazioni, ma alla prospettiva che il perdurare di bassi tassi d’interesse darà un ulteriore slancio alla performance azionaria, in particolare a quella dei titoli growth. Inoltre, Ethna-AKTIV è in grado di tollerare una maggiore volatilità se le prospettive di rendimento sono altrettanto elevate”.

Eurozona: Pmi manifatturiero novembre (finale) a 53,8 punti, prosegue fase di ripresa

Si riconferma a novembre la forte crescita nel manifatturiero nell’Eurozona. L’indice Pmi manifatturiero, elaborato dall’istituto IHS Markit, si
è contratto leggermente a novembre, passando a 53,8 punti dai 54,8 di ottobre, ma è risultato leggermente migliore della stima preliminare. L’incremento inoltre si è mantenuto ben al di sopra della media a lungo termine dell’indagine. Guardando ai singoli paesi, la Germania è stata la nazione a riportare i risultati migliori, seguita dai Paesi Bassi e l’Irlanda. Forti crescite sono state osservate in Austria e Italia, a differenza delle marginali contrazioni riportate in Spagna e Francia. La Grecia è rimasta la nazione che di gran lunga ha registrato i risultati peggiori.“Il settore manifatturiero dell’eurozona ha continuato a registrare a novembre un decente livello di crescita – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit – Malgrado il tasso di espansione sia diminuito rispetto al valore record in 32 mesi di ottobre per le nuove misure restrittive, la crescita continua dovrebbe aiutare a ridurre l’impatto della crisi economica data dalle misure di contenimento da Covid-19, che ha colpito duramente il settore dei servizi. L’indagine quindi aggiunge evidenze che la regione eviterà durante l’ultimo trimestre dell’anno una contrazione simile a quella registrata nel secondo trimestre”.

 

Eurozona: S&P stima un rimbalzo del Pil nel 2021, anche dopo ‘lockdown leggeri’

L’eurozona può ancora rimbalzare nel 2021 anche dopo i recenti ‘leggeri lockdown’. È quanto scrivono gli esperti di S&P Global Ratings che presentano le previsioni macroeconomiche per l’Eurozona. Nel dettaglio, gli economisti dell’agenzia di rating si attendono che il Prodotto interno lordo (Pil) della zona euro si ridurrà del 7,2% nel 2020 prima di rimbalzare del 4,8% nel 2021. “I vincoli all’attività economica, sebbene decisamente meno stringenti rispetto a marzo e aprile, hanno interrotto la ripresa in atto”, segnalano gli esperti secondo i quali “l’estensione del sostegno alle politiche fiscali e monetarie, nonché il loro coordinamento, saranno essenziali per riavviare l’economia dal 2021 in poi”.Da S&P segnalano inoltre che “la Banca centrale europea non avrà altra scelta che mantenere i tassi di interesse più bassi più a lungo ed estendere i suoi acquisti di asset fino alla fine del 2021, dato che è improbabile che le pressioni inflazionistiche salgano prima del 2023”.“I rischi per le nostre prospettive macroeconomiche rimangono orientati al ribasso, ma sono leggermente più equilibrati rispetto a tre mesi fa”, aggiungono ancora gli esperti che suggeriscono, come principali rischi al rialzo, quelli legati alla disponibilità del vaccino che potrebbe arrivare più rapidamente di quanto indicato nelle previsioni di base, così come gli effetti positivi sulla fiducia dovuti alla semplice esistenza di un vaccino.

 

Bce, ecco cosa attendersi da meeting dicembre. Goldman Sachs stima potenziamento PEPP di 400 mld ed estensione TLTRO

“Reiteriamo la nostra previsione secondo cui il Consiglio direttivo della Bce si focalizzerà sulla durata dei sostegni, nel corso del meeting di dicembre, attraverso una estensione del programma QE pandemico (PEPP) e l’estensione dei termini attraenti delle operazioni di TLTRO fino alla fine del 2021, a fianco di altre misure”. Così gli analisti di Goldman Sachs, nell’outlook dedicato a cosa farà la Bce di Christine Lagarde nell’imminente riunione del Consiglio direttivo, in calendario il prossimo 10 dicembre.“Prevediamo tuttora un aumento del QE pandemico di 400 miliardi di euro e intravediamo lo spazio per annunci più espliciti sulla forward guidance. Riteniamo che la recente enfasi posta sulla durata delle misure di sostegno porti i rischi che incombono sul nostro outlook verso una estensione più lunga delle misure pandemiche rispetto al nostro scenario di base, che prevedeva una durata fino alla fine del 2021”.Goldman Sachs ha continuato, sottolineando che i timori sulle condizioni del mercato del credito segnalano “la possibilità di una ricalibrazione più significativa delle operazioni di TLTRO. Sul PEPP (QE pandemico), crediamo che la ricalibrazione tenterà di preservare, piuttosto che ridurre ulteriormente, i tassi dei bond sovrani”

vedi aggiornamenti precedenti

retest di 13048 importantissimo superato 3 volte….

Vedi Idea Guida

Il DAX ha potenzialità per vedere target 14500-15000/16000-16500 nel 2021

Livello di RIFERIMENTO sempre e SOLO RADICE HFT 048=13048

vedi precedenti aggiornamenti

AGGIORNAMENTO 19 NOVEMBRE 2020

DAX 13135  retest di 13048 importantissimo superato 3 volte….

Il DAX ha potenzialità per vedere target 14500-15000/16000-16500 nel 2021

Livello di RIFERIMENTO sempre e SOLO RADICE HFT 048=13048

vedi precedenti aggiornamenti

DAX 13048 10 NOVEMBRE 2020 retest di 13048 importantissimo

oggi ZEW , ricordatevi dove sono arrivati l’Indice Cinese e il Nikkei dopo avere superato il nostro RADICE HFT 048 = 13048 DAX= 23048 NIKKEI = 13048 Cina

DAX 13299 9 NOVEMBRE 2020

>13048 9-11-2020 finalmente torniamo BULLISH sul DAX

e’ SEMPRE E SOLO 13048 il livello “importante” per il DAX , recuperare quel livello è fondamentale per una view rialzista con 12650-13650 come primo movimento ma ben altri sarebbero poi i targets.Vedremo .Ad oggi siamo ancora sotto.

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Ma il fatto che il DAX passi da 30 a 40 titoli e che la Merkel abbia detto che la Germania si indebiterà per sostenere l’economia…non è che per caso…..

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EUROPA

Borse europee fiacche nonostante misure Biden, al via oggi stagione utili Usa

Le principali Borse europee aprono in calo l’ultima seduta della settimana che sarà caratterizzata dall’avvio della stagione degli utili negli Usa. Nei primi istanti di scambi sono i segni negativi che dominano: a Londra il Ftse 100 lascia sul terreno lo 0,32%, mentre il Dax cede lo 0,34% e il Cac40 perde lo 0,5 per cento. Un avvio incerto nonostante le positive notizie arrivate dall’America con il presidente Usa neoeletto, Joe Biden, che ha presentato il piano di stimoli anti-Covid 19 del valore di $1,9 trilioni. La proposta, che porta il nome di American Rescue Plan, comprende misure a sostegno delle famiglie e le imprese, con l’intento di fornire aiuti fino a quando i vaccini saranno stati distribuiti in modo ampio.Lo scenario ancora una volta è dominato dalle notizie poco rassicuranti in arrivo dall’aumento di casi di contagi da Covid-19 nel mondo. E risuona ancora l’avvertimento dei giorni scorsi dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che ha dichiarato che “il secondo anno della pandemia di coronavirus potrebbe essere più complicato del primo”, nonostante l’avvio delle campagne di vaccinazione in 40 paesi in tutto il mondo, soprattutto in Europa, Stati Uniti e alcuni paesi dell’America Latina. Tornando in Europa, resta in primo piano la scena politica italiana con la crisi di governo in atto.Molti gli appuntamenti macro della giornata. Si comincia in mattinata con la pubblicazione dell’aggiornamento mensile da parte di Bankitalia con il debito pubblico italiana e con la bilancia commerciale della zona euro. Per gli Stati Uniti diversi i dati in uscita, tra cui le vendite al dettaglio, la produzione industriale e la fiducia dei consumatori calcolata dall’università del Michigan. Come anticipato entra nel vivo oggi con i risultati delle principali banche americane la stagione degli utili: in calendario i conti di JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup

Le Borse europee proseguono il recupero

La decisione di Trump di congelare il nuovo piano di stimoli da 900 miliardi di dollari non spaventa i listini Ue, che partono in rialzo nell’ultima seduta prima delle festività

Nell’ultima seduta prima della pausa natalizia le Borse europee tentano di proseguire il recupero avviato ieri. Bene, in avvio, Piazza Affari e Francoforte, con gli indici FTSE MIB e DAX in area +0,6%. Guadagnano circa mezzo punto percentuale Madrid e Parigi, mentre in avvio fatica Londra, che rimane poco sotto la parità. In avvio, a Piazza Affari, spicca il -2,3% della Juventus dopo la sconfitta di ieri contro la Fiorentina e l’accoglimento del ricorso del Napoli, costato tre punti alla Juve in attesa di rigiocare la partita.

LO STOP DI TRUMP

A poche settimane dall’avvicendamento alla Casa Bianca a favore di Joe Biden, Donald Trump torna protagonista sulla scena politica americana e blocca il piano di stimolo da 900 miliardi di dollari. Il presidente Usa ha definito “ridicoli” i 600 euro previsti dal piano a sostegno dei cittadini, dichiarando di volerli portare fino a 2000 dollari. Al momento, dunque, l’accordo siglato tra Democratici e Repubblicani dopo mesi di trattative tornerà al Congresso per un nuovo esame.

FUTURES DI WALL STREET DEBOLI

Lo stop imposto da Donald Trump ha appesantito i futures degli indici di Wall Street. Dopo una seduta, quella di martedì, già debole per Dow Jones e S&P 500 (che hanno chiuso rispettivamente a -0,67% e -0,21%) a causa di dati macro contrastanti i futures, nella mattinata europea, stazionano poco sopra la parità. Il solo Nasdaq, l’indice tecnologico, continua la sua corsa con la chiusura di martedì a +0,51%.

EUROPA CONCENTRATA SUI VACCINI

In Europa i mercati seguono l’evolversi dell’approvazione del piano di stimoli Usa, ma gli occhi sono puntati sull’evolversi della variante inglese del Covid-19 e sull’andamento della campagna di vaccinazioni. Preoccupa la situazione nel Regno Unito, alle prese con un nuovo pesante lockdown e con il rischio di un blocco commerciale a causa di un mancato accordo per la Brexit. Attesa, a livello continentale, per il Vaccine Day del 27 dicembre con i primi vaccinati nei Paesi dell’Unione europea. In Italia si partirà da un’infermiera e due medici dell’ospedale Spallanzani di Roma. Secondo le dichiarazioni di Pfizer e Moderna, i vaccini probabilmente saranno efficaci anche su questa nuova “variante inglese” del virus.

ASIA E MATERIE PRIME

Bene, invece, le Borse asiatiche che non sembrano spaventate dalla mossa di Trump sul piano di stimoli. Il Nikkei 225 di Tokyo ha chiuso con un rialzo dello 0,33% mentre Hang Seng di Hong Kong e Shanghai viaggiano verso una chiusura in area +0,7%. Per quanto riguarda le materie prime, continua a scendere il petrolio. Il Wti perde l’1,17% (46,47 dollari al barile) e il Brent segna -1,16% (49,5 dollari al barile). Poco mosso l’oro, che si attesta a 1.896 dollari l’oncia con un calo dello 0,037%. Spread Btp/Bund a 111 punti base. Il dollaro perde ancora terreno rispetto all’euro e il cambio euro/dollaro Usa raggiunge 1,2186.

Le Borse europee in positivo provano a reagire alla paura della variante inglese

I listini del Vecchio Continente tentano il rimbalzo, in negativo solo Londra, dopo la raffica di vendite di ieri per la variante inglese del Covid. Continua il calo del prezzo del petrolio

Dopo i forti cali di ieri, le Borse europee tentano di rialzare la testa e aprono in prudente rialzo. A causare le forte vendite non solo la variante inglese del Covid, ma anche i ribilanciamenti dei portafogli di fine anno. Milano in avvio di contrattazioni segna +0,53%, Francoforte +0,63%, Madrid +0,49%, Parigi +0,52%, apre in negativo Londra con il Ftse 100 a -0,45%. La Borsa di Tokyo chiude in ribasso, con l’indice Nikkei a -1,04%, rallentato dai timori per il nuovo ceppo del virus.

RESTA AVVERSIONE AL RISCHIO

Le misure di lockdown per contenere la diffusione del virus e la variante del Covid-19 identificata nel Regno Unito, ma anche in altri Paesi Ue, tra cui l’Italia, continuano a tenere alta l’avversione al rischio degli investitori, nonostante l’imminente avvio della campagna vaccinale anche in Europa, dopo che ieri l’Ema ha dato il via libera alla commercializzazione del vaccino Pfizer-BioNTech.

IL PIANO DI AIUTI USA

Il Congresso degli Stati Uniti approva il nuovo piano di aiuti da 900 miliardi di dollari, dopo lunghe settimane di trattative, per fronteggiare gli effetti negativi del coronavirus sul piano economico. La misura ha l’obiettivo di sostenere il Paese, tra i più colpiti nel mondo dal Covid. Ora il provvedimento, dopo il via libera del Congresso, passerà alla Casa Bianca, dove il presidente Donald Trump dovrà ratificarlo.

CALA IL PETROLIO, SPREAD STABILE

Sul fronte valutario, il dollaro consolida i guadagni a 1,2222 per un euro, da 1,2210 di ieri, mentre non si ferma la discesa del prezzo del greggio. Il Wti con scadenza febbraio perde il 2,3%, scambiato a 47,05 dollari al barile, mentre il Brent cerca di resistere a quota 50 dollari al barile, in calo comunque dell’1,77%. Lo spread si attesta a 116 punti base, un punto in più rispetto al closing di ieri

Pausa sui mercati europei dopo rally novembre, sotto lente Lagarde e inflazione Germania

Avvio di contrattazioni in territorio negativo per i mercati europei nella prima seduta della settimana e ultima del mese, dopo i forti guadagni registrati a novembre in scia alle positive notizie sui vaccini. Nei primi minuti di scambi prevalgono i segni negativi, con il Dax di Francoforte che cede lo 0,49%, mentre Il Cac40 e il Ftse 100 lasciano sul parterre rispettivamente lo 0,72% e lo 0,42 per cento.Tra i temi di giornata i dati giunti dalla Cina, con il nuovo miglioramento dell’attività manifatturiera. In particolare, a novembre l’indice Pmi manifatturiero della Cina è salito a 52,1 punti, rispetto ai precedenti 51,4 punti e al record dal settembre del 2017. Il dato è stato decisamente migliore delle attese del consensus pari a 51,5 punti. L’indice non manifatturiero è, invece, balzato a 56,4 punti, facendo anch’esso meglio delle attese (56 punti) e salendo rispetto ai 56,2 punti di ottobre, attestandosi al record dal giugno del 2021. In agenda oggi anche il discorso del presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, e i dati preliminari sull’inflazione d’Italia e Germania.Intanto gli investitori terranno d’occhio a partire da domani l’incontro dell’OPEC e degli alleati, con il gruppo dei principali paesi produttori di petrolio chiamati a decidere se estendere i grandi tagli alla produzione fino al 2021.

 

Bce, Kazimir: ‘ricalibrereno strumenti che hanno funzionato’. Verso potenziamento Pepp e TLTRO?

La Bce ricalibrerà quegli strumenti che “hanno funzionato”. Lo ha detto Peter Kazimir, attuale governatore della banca centrale della Slovacchia e membro del Consiglio direttivo della Bce.Le parole di Kazimir sembrano anticipare che non ci sarà nessun ulteriore taglio dei tassi, da parte della Bce, nella prossima riunione di dicembre.Piuttosto, le dichiarazioni avallano quanto era stato già preventivato dai mercati, ovvero che la Bce ricalibrerà sia il QE pandemico (PEPP) che le operazioni di TLTRO.E’ stata la stessa Christine Lagarde, presidente della Bce, a dire lo scorso 11 novembre che “gli strumenti PEPP (QE pandemico) e TLTRO rimarranno probabilmente i principali strumenti della Bce, visto che possono essere aggiustati in modo dinamico per reagire alla pandemia”.

 

Bce: Lagarde affonda proposta Sassoli (e del M5S): niente cancellazione debiti, trattati Ue lo vietano

Christine Lagarde affossa del tutto la proposta del presidente dell’Europarlamento David Sassoli di cancellare i debiti Ue che si sono accumulati nel periodo della pandemia del coronavirus COVID-19. Proposta che era stata avanzata da Sassoli nel corso di un’intervista rilasciata, qualche giorno fa, al quotidiano La Repubblica. Nell’intervista, il numero uno del Parlamento Ue aveva parlato anche della necessità di “rendere permanenti le emissioni di debito comune” e di “creare un Tesoro a livello europeo”, rilanciando dunque il bisogno di eurobond permamenti.Sul capitolo della cancellazione dei debiti, il numero uno del Parlamento europeo si era così espresso: “E’ un’ipotesi di lavoro interessante”, anche perchè “nella riforma del patto di stabilità dovremo concentrarci sull’evoluzione a medio termine di deficit e spesa pubblica in condizioni di crisi e non solo ossessivamente sul debito”. Un freno era arrivato qualche ora dopo dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che aveva parlato più della necessità di ridurlo che non di quella di cancellarlo. “Il miglior modo per cancellare il debito è quello di ridurlo attraverso la crescita economica – aveva detto il titolare del Tesoro, nel commentare la proposta di Sassoli”. Un altro no più o meno netto è arrivato successivamente, precisamente nella giornata di ieri, dal commisario Ue agli Affari economici e monetari, l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

 

Pausa sui mercati europei, prevalgono timori virus. Oggi Consiglio UE

Ribassi in avvio per le principali Borse europee, che mettono così da parte le buone performance registrate ieri sull’onda delle nuove notizie in arrivo sul fronte vaccini. Nri primi istanti di scambi l’indice francese Cac40 si muove in calo dello 0,8%, mentre il Ftse 100 e il Dax di Francoforte segnano rispettivamente una flessione dello 0,9% e dello 0,75 per cento. Oggi sembrano avere la meglio le preoccupazioni che il balzo di nuovi casi di coronavirus costringa diversi stati a reintrodurre misure di contenimento e nuovi fasi di lockdown che potrebbero pesare sulla ripresa dell’economia globale.A livello macro, tra gli appuntamenti da cerchiare in rosso, la riunione del Consiglio UE che si occuperà del tema della Brexit e del Covid. Nel corso della giornata si attendono le decisioni della banca centrale turca sui tassi. Nel pomeriggio in arrivo i sussidi settimanali alla disoccupazione per gli Usa, ma anche l’indice Philadelphia Fed. Oltreoceano si attende anche il leading Index e le vendite di case esistenti

 

Bce: Lagarde, chiaro rischio al ribasso per prospettive economiche di breve termine

“Nel complesso, si prevede che l’economia dell’area dell’euro sarà gravemente colpita dalle ricadute del rapido aumento delle infezioni e dal ripristino delle misure di contenimento, che rappresentano un chiaro rischio al ribasso per le prospettive economiche a breve termine”. Lo ha dichiarato il presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, nel corso di un intervento in videoconferenza relativo all’audizione presso la commissione problemi economici e monetari del Parlamento.Lagarde ha ribadito che sulla base della valutazione aggiornata “il Consiglio direttivo ricalibrerà i suoi strumenti, se necessario, per rispondere alla situazione in evoluzione per promuovere una convergenza dell’inflazione verso il nostro obiettivo in modo duraturo, in linea con il nostro impegno per la simmetria”. “Sebbene tutte le opzioni siano sul tavolo, il PEPP e le TLTRO hanno dimostrato la loro efficacia nello scenario attuale e possono essere adattate dinamicamente per reagire all’evoluzione della pandemia. È quindi probabile che rimangano gli strumenti principali per l’adeguamento della nostra politica monetaria.

 

Marker mover: l’agenda di mercoledì 18 novembre

L’agenga macro di mercoledì 18 novembre prevede in mattinata l’inflazione britannica e quella per la zona euro. Dagli Stati Uniti sono invece attesi aggiornamenti per il mercato immobiliare, con l’uscita dei permessi edilizi e le nuove costruzioni abitative

Mercati europei verso avvio piatto: vacilla un po’ il rally dei vaccini?

Le principali Borse europee si preparano ad aprire la seduta infrasettimanale poco mosse, dopo i rialzi registrati in avvio d’ottava in scia alle notizie positive sul vaccino contro il coronavirus. Una certa debolezza si è vista ieri in chiusura nei listini europei (fatta eccezione per Piazza Affari), ma anche alla Borsa di Tokyo e a Wall Street. La Borsa americana sembra essersi focalizzata maggiormente sul nuovo balzo di casi di coronavirus in Usa.In Europa da monitorare oggi il settore automobilistico dopo i dati diffusi stamattina da Acea. Dopo la prima crescita dell’anno registrata lo scorso settembre (+1,1%), le immatricolazioni di autovetture nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) sono tornate a frenare a ottobre, mostrando una flessione del 7,1% a quota 1.129.223 vetture rispetto all’ottobre 2019.A livello macro, in uscita la lettura finale dell’inflazione per la zona euro. Dagli Stati Uniti sono invece attesi alcuni aggiornamenti per il mercato immobiliare, con l’uscita dei permessi edilizi e le nuove costruzioni abitative.

Sassoli spinge per eurobond permanenti e apre a cancellazione debiti per Covid

David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, ritiene necessario rendere permanenti le emissioni di debito comune e creare un Tesoro a livello europeo. Dopo il successo con i bond di Sure, Sassoli è convinto che sia un modello da rendere definitivo. “Con bond europei potremmo impegnare la Bce nel finanziamento della transizione ecologica, che è anche uno strumento della ripresa. Si tratta di un tema decisivo che potrebbe consolidare davvero l’Unione” afferma Sassoli in un’intervista concessa a Repubblica. Circa la possibilità di cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere al Covid, il presidente dell’Europarlamento sostiene che sia un’ipotesi di lavoro interessante da conciliare con il principio cardine della sostenibilità del debito. “Nella riforma del patto di stabilità dovremo concentrarci sull’evoluzione a medio termine di deficit e spesa pubblica in condizioni di crisi e non solo ossessivamente sul debito”, afferma Sassoli che parla anche del Mes caldeggiando una sua riforma al fine di renderlo uno strumento comunitario e non più

MES IL CORONAVIRUS EUROPEO

Scritto il alle 11:21 da icebergfinanza
 

Ue, coronabond: si avvicina l'ora della verità - We Wealth

Qualcosa di surreale sta accadendo, no non solo in America, dalla quale nelle prossime settimane dovrebbero arrivare delle clamorose sorprese, ma soprattutto in Europa e in Italia, dove all’improvviso qualcuno si è deciso a dire la verità, ovvero che il MES così come è non va…

David Sassoli ha ragione:il Mes così come è strutturato oggi non va bene. Arrivano consensi da destra Matteo Salvini, sinistra, Stefano Fassina anche da centro, Enrico Letta, alla proposta del presidente dell’Europarlamento che in ‘intervista a Repubblica ha detto che quello strumento “ormai è anacronistico” che nessun paese europeo lo vuole utilizzare che bisogna” riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo”.

Ha ragione Sassoli, commenta dopo avere letto i giornali l’ex premier italiano Letta.  “Noi – dice -abbiamo fatto una proposta, con l’istituto Jacques Delors: si prenda atto che è assurdo che ci siano 400 miliardi bloccati e si faccia una scelta: si trasformi il Mes e lo si porti dentro la Commissione Ue, lo si dia in gestione alla Commissione. Si gestiscano quei soldi con regole comunitarie e li si utilizzino subito”.

Premesso che Salvini e Fassina da sempre dicono che questo MES non è ricevibile, che è una trappola, l’ipocrisia di Repubblica, che vende l’incredibile strambata di Sassoli e Letta, come una novità condivisa da tutti è semplicemente vergognosa, anche se abituale per la stampa italiana.

Tu passi settimane e mesi ad ascoltare questi scienziati che ti dicono di prendere il MES subito, ora, adesso, che non ci sono problemi, che i trattati sono stati cambiati e poi all’improvviso arriva il professor  Sassoli a dichiarare che bisogna cambiare i trattati che così non vanno bene che non ha senso tenere 400 miliardi fermi e via dicendo.

Ma in che mondo viviamo!

Ringrazio il Cielo che ci siete Voi che ci date la forza di continuare in mezzo a questa fogna mediatica, intrisa di ipocrisia e falsità!

Aggiunge Fassina…

 “Da marzo, dice -, con pochi altri colleghi in Parlamento e una schiera di economisti completamente trascurati dai grandi media, sosteniamo le stesse posizioni, attaccate come ideologiche, anti-europeiste, sovraniste. L’autocritica no, ma speriamo che almeno ora il Pd corregga rotta e costruisca un minimo di autonomia culturale nell’interpretazione del vincolo esterno”.

Pura illusione, il Partito Democratico è l’essenza del vincolo esterno, la stessa ragione di esistere del Partito Democratico è quella di tenere il Paese sotto una cappa di terrore e paura, senza la cazzata di Salvini e la pandemia, il PD sarebbe estinto da tempo.

Per il resto una serie di importanti dati macro in arrivo dagli Stati Uniti in settimana, che lasciano il tempo che trovano, di fronte a dinamiche ben più sofisticate e davvero interessanti in continua evoluzione.

Nel frattempo, si risveglia un gigante come Robert Shiller per ammonire che una nuova colossale bolla immobiliare è in atto in America, a tempo debito riprendere a monitorare il tutto anche grazie ai nostri informatori sul posto, gli stessi professionisti che ci hanno aiutato ad individuare prima di chiunque altro in Italia, la crisi subprime del 2008.

Eurozona: bilancia commerciale migliora più del previsto, surplus cresce a 24,8 mld a settembre

La bilancia commerciale dell’Eurozona migliora, evidenziando a settembre un surplus di 24,8 miliardi di euro, in aumento dai 14,7 miliardi del mese prima e dai 18,3 miliardi di settembre 2019. Gli analisti si aspettavano un surplus commerciale di 22 miliardi. Secondo le rilevazioni dell’Eurostat, le esportazioni sono scese del 3,1% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite del 7,1%.

Eurozona: Pil III trimestre (preliminare) rimbalza del 12,6%, leggermente meno del previsto

Rimbalzo poderoso dell’economia dell’Eurozona nel terzo trimestre, dopo la caduta record durante il lockdown primaverile. Secondo la stima preliminare diffusa oggi dall’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, il Prodotto interno lordo (Pil) della zona euro ha segnato nel terzo trimestre un +12,6%. Si tratta del rialzo più importante dall’inizio delle serie temporali nel 1995 e di un rimbalzo rispetto al -11,8% del secondo trimestre. Tuttavia, il dato è leggermente inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un +12,7%. Su base annua, quindi nei confronti del terzo trimestre del 2019, il Pil dell’Eurozona evidenzia una flessione del 4,4% (consensus -4,3%).

 

Goldman Sachs alza le previsioni sull’azionario europeo: +13% in 12 mesi

Goldman Sachs Research vede una combinazione positiva di accelerazione della crescita e politiche accomodanti e si aspetta anche un forte rimbalzo degli utili nel 2021 e 2022 per le aziende europee

Goldman Sachs Research vede prendere corpo in Europa una combinazione di accelerazione della crescita economica e di allentamento monetario particolarmente favorevole ai mercati azionari del continente. Per questo ha alzato il livello obiettivo dell’indice pan-europeo STOXX 600 a 430 sull’arco di 12 mesi, che incorpora un rialzo potenziale del 13% dei prezzi dei titoli e un ritorno totale del 16%, comprendendo anche i dividendi nel calcolo. Si tratta di un livello che resta comunque appena sotto i massimi toccati a febbraio del 2020, prima dell’esplosione della crisi da virus.

RIPRESA A V COME VALUE

Nel suo Europe Equity Strategy Outlook, Goldman Sachs Research parla di una ripresa dell’economia e dei mercati europei disegnata a V come la lettera iniziale di value. Gli economisti di Goldman si aspettano infatti una accelerazione marcata della crescita a partire dalla fine del primo trimestre del prossimo anno, come effetto dell’allentamento dei lockdown e dell’inizio della vaccinazione delle popolazioni. La previsione di crescita economica sia per l’Europa che a livello globale secondo Goldman dovrebbe situarsi vicino al 6% l’anno prossimo, una stima supportata dalle recenti positive notizie di Pfizer sull’efficacia del nuovo vaccino.

FORTE RIMBALZO DEGLI UTILI

Goldman Sachs Research si aspetta inoltre, a livello di utili societari, un forte rimbalzo, pari al 50% nel 2021 e del 12% nel 2022, dei profitti per azione delle società dell’indice STOXX Europe, anche se avverte che i risultati relativi al 2020 potrebbero invece subire una lieve contrazione a causa dell’impatto degli attuali lockdown.

CONTINUO SUPPORTO DELLE BANCHE CENTRALI

E mentre la crescita dell’economia è attesa in miglioramento, Goldman ritiene che il supporto fiscale e monetario resti attivo. I fondi del Recovery Fund Europeo si stanno appena iniziando a spendere e gli economisti di Goldman prevedono anche un ulteriore stimolo fiscale consistente a livello di bilanci nazionali, mentre stimano che la BCE utilizzi ulteriori munizioni nei programmi di acquisto di titoli per altri 400 mld di euro. E intanto anche Bank of England è gia intervenuta oltre le attese incrementando il suo QE. Non sono invece attesi rialzi dei tassi di interesse praticati dalle principali banche centrali fino al 2025.

Piazza Affari e Borse europee attese caute dopo sbornia rialzi su vaccino Pfizer

Le principali Borse europee (Piazza Affari) si apprestano a mettere da parte in avvio i forti rialzi della vigilia innescati dal newsflow sul vaccino anti-Covid. Notizia che ieri ha acceso a Wall Street un vero e proprio rally che ha riguardato però solo il Dow Jones e l’S&P500, balzati entrambi a livelli record su base intraday, mentre il Nasdaq ha scontato il calo dei titoli ‘stay-at-home’ o da lockdown come Netflix e Zoom.Tornando alla notizia di Pfizer, che ha fatto scattare l’euforia rialzista sugli asset di rischio di tutto il mondo, il big pharma Usa ha annunciato che lo studio clinico di fase 3 del candidato vaccino che sta sviluppando con la tedesca BioNTech ha mostrato un’efficacia oltre il 90%. Un livello di efficacia, che se dovesse ricevere conferma andrebbe ben oltre le aspettative. Pfizer e BioNTech chiederanno l’autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) subito dopo il raggiungimento del traguardo di sicurezza richiesto, che attualmente dovrebbe avvenire nella terza settimana di novembre. Pfizer si attende di produrre 50 milioni di dosi nel 2020, e 1.3 miliardi di dosi nel 2021. Nonostante la portata della notizia e la forte reazione dei mercati, in molti invitano a mantenere un atteggiamento cauto soprattutto nel breve termine. “I risultati dello studio Pfizer sono sicuramente una notizia gradita, un tasso di successo del 90% è sicuramente ben al di sopra delle aspettative – commenta Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK – e come tale rappresenta un faro di luce necessario in quello che è stato un anno buio per l’economia globale, ma una rondine non può fare primavera, e c’è ancora molta strada da fare prima che la vita (come la conoscevamo un anno fa), possa tornare a una qualsiasi parvenza di normalità, nel breve o medio termine”.Intanto lato macro, in attesa della pubblicazione dell’indice Zew, nella nota italiana è uscita l’inflazione in Cina. In particolare, a ottobre l’inflazione cinese misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita su base annua dello 0,5%, meno del +0,8% atteso dal consensus e al ritmo più basso dall’ottobre del 2009. Il rallentamento è stato significativo visto che, nel mese di settembre, il rialzo su base annua era stato pari a +1,7%. L’inflazione misurata dall’indice dei prezzi alla produzione è scesa invece del 2,1% (sempre su base annua), più delle attese (-1,9%) e come a settembre (-2,1%).

 

Eurobond sempre più vicini ‘grazie’ a Covid, con i bond SURE prove generali di debito condiviso (analisti)

I segnali di ripresa di inizio autunno sembrano sbiadire, mentre la resilienza dell’economia globale a una nuova fase di lockdown generalizzati è tutta da dimostrare. Lo si legge nel commento macro a cura del Team Investimenti di Fineco Asset Management, incentrato sul settore obbligazionario e sulle risposte alla crisi covid, con particolare riferimento agli Eurobond. Secondo gli esperti del Team Investimenti di Fineco AM, sui mercati obbligazionari tiene banco il rapporto tra politica monetaria e politica fiscale: l’emergenza Covid-19 ha avvicinato il traguardo degli Eurobond, grazie anche ai bond SURE della Commissione UE.
Gli indicatori PMI di recente hanno visto un rimbalzo chiaro e abbastanza uniforme, anche se la fase positiva sul fronte dell’occupazione ha in qualche modo rallentato già prima degli ultimi round di lockdown decisi nelle ultime settimane. A livello globale, si legge nel report, il PIL reale è circa il 3% sotto i livelli pre-Covid e gran parte dell’economia dipende da programmi di stimolo fiscale soltanto temporanei. In effetti, lo slancio della ripresa ha mostrato una decisa frenata. Questo non sorprende il Team Investimenti di Fineco AM: il comportamento dei consumatori è profondamente cambiato e, nel frattempo, i numeri dell’inflazione restano molto bassi. Resta quindi da vedere quanto sarà resiliente l’economia globale a un nuovo potenziale periodo di lockdown generalizzato. Il grafico sottostante mostra la rigidità delle misure anti-pandemia in cinque Paesi europei.

 

L’indice Government Response Stringency è una misura composta, creata dall’Università di Oxford e basata su nove indicatori di risposta, incluse le chiusure di scuole e luoghi di lavoro e i divieti di viaggio, ponderati su una scala da 0 a 100.

L’impatto sul mercato obbligazionario

La gravità diffusa del quadro economico globale naturalmente si trasmette sui driver dei mercati obbligazionari in modo diverso rispetto ai cicli precedenti. Ha scatenato infatti una risposta monetaria e fiscale, in tandem, nei mercati Sviluppati. Per di più, scrive il Team Investimenti di Fineco AM, ha spianato la strada per il Recovery Fund Europeo e preannunciato un potenziale Eurobond, uno sviluppo ritenuto una probabilità remota nel mondo pre-Covid, di importanza capitale per i mercati obbligazionari. La portata iniziale del Recovery Fund, pari a 750 miliardi di euro, non è il punto principale. Il punto principale è l’idea della condivisione delle emissioni obbligazionarie e della responsabilità. Così come le politiche monetarie non convenzionali si sono affermate durante le ultime crisi, l’emissione di debito condiviso da parte dei Governi oggi sfuma le linee di demarcazione tra i singoli debiti e potrebbe far convergere ulteriormente gli spread tra i Paesi europei.
A inizio ottobre, l’Unione Europea ha introdotto la Recovery and Resilience Facility (RRF), parte del più ampio Recovery Fund. Ora i Paesi membri dovranno inviare i piani di riforma e di investimenti che guardano ai prossimi cinque anni, fino al 2026. Solitamente risposte di politica fiscale coordinate vedono la luce dopo un periodo di gestazione lungo, ma l’urgenza della pandemia sta facendo compiere progressi molto chiari verso gli Eurobond.

Le obbligazioni SURE

Testimonianza chiara di quanto tale processo sia ormai avviato è, secondo il Team Investimenti di Fineco AM, il programma obbligazionario legato a SURE (Support to Mitigate Unemployment Risks in an Emergency) introdotto dall’Unione Europa per supportare piani a favore dell’occupazione in tutti i Paesi Membri. Inaugurando la fase di raccolta di capitali a favore del programma, la Commissione ha collocato due bond che hanno le caratteristiche di veri e propri Eurobond: quadro economico condiviso a livello europeo, choc esogeno comune – vale a dire la pandemia. Questi fattori, si legge nel report, hanno accelerato significativamente l’avvento degli Eurobond. Pur non costituendo un vero e proprio Eurobond, essendo state emesse da un veicolo separato, le obbligazioni SURE hanno registrato un ottimo risultato in termini di appetito degli investitori, con una domanda pari a 14 volte l’offerta per una tranche iniziale da 17 miliardi di euro.

Il ruolo della politica fiscale

D’altra parte, i banchieri centrali sembrano concordare sul ruolo cruciale della politica fiscale. Nel Vecchio Continente, Philip Lane, membro del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea, è stato esplicito nell’affermare che la politica fiscale deve reggere il colpo: la scala degli acquisti di bond ha permesso alla politica monetaria di facilitare la politica fiscale, sul modello del Giappone. Negli Stati Uniti, Jerome Powell, presidente della Fed, nelle sue ultime dichiarazioni ha sottolineato la necessità di una espansione della politica fiscale. Sebbene Nancy Pelosi, speaker della Camera, e Steven Mnuchin, segretario al Tesoro, si siano espressi a favore di una Fase 4 per il pacchetto di stimoli fiscali, e la distanza tra repubblicani e democratici sulla dimensione del piano (1.600 miliardi vs 2.200 miliardi) si stia colmando, è sempre più chiaro che non ci sarà un annuncio se non dopo le elezioni.
Insomma, conclude il Team Investimenti di Fineco AM, le dichiarazioni provenienti dalle principali Banche centrali convergono su una chiara consapevolezza: la politica monetaria, per quanto espansiva, da sola non basta a sostenere l’economia.

Mercati europei centrano il rimbalzo, oggi è il Bce Day

I mercati europei tentano un timido rimbalzo nei primi minuti di scambi. A Parigi il Cac40 sale dello 0,3%, mentre l’indice inglese mostra un leggero aumento dello 0,10% e quello tedesco Dax sale dello 0,6 per cento. Ieri il balzo record dei nuovi casi di coronavirus Covid-19 negli Stati Uniti e in Europa ha fatto scattare forti vendite, con il Dow Jones che ha riportato la perdita peggiore dallo scorso 11 giugno. Si continua a guardare all’evoluzione dei contagi e ai lockdown di Francia (totale) e a quello parziale della Germania
In questo scenario si svolge oggi la penultima riunione del 2020 della Bce. Il Consiglio direttivo della Bce, a meno di sorprese dell’ultima ora, probabilmente manterrà invariata la politica, anche se diversi analisti si aspettano che fornisca segnali sull’arrivo di un maggiore sostegno.Il calendario odierno vede in primo piano numerosi dati: per l’Italia si guarda alla fiducia dei consumatori e delle imprese, mentre per gli Stati Uniti in primo piano il Pil annualizzato del terzo trimestre (si tratta della lettura flash) e le richieste settimanali di sussidi. Da monitorare anche il dato preliminare di ottobre relativo all’inflazione in Germania.

 

Resta americano il primato di mercati e economia, l’Europa deve rincorrere

Il debito ‘buono’ di Draghi e la storia d’amore Macron-Merkel accendono speranze, ma l’Europa resta indietro sia sui mercati che in economia, rispetto a un’America che va verso le elezioni in piena ripartenza

Proviamo a mettere insieme i pezzi scomposti del mosaico di mezz’estate. Cominciamo da Mario Draghi, che al festival di Rimini ha svelato che esiste anche un debito ‘buono’ oltre a quello ‘cattivo’, affermazione che se presa alla lettera dovrebbe imporre un cambiamento al dizionario tedesco, visto che da quelle parti usano la stessa parola, Schuld, sia per indicare il debito che la colpa. Nel suo discorso inoltre, il salvatore dell’euro non ha neanche preso in considerazione l’idea che le economie europee possano rientrare in lockdown e ha evocato la necessità per l’Europa di dotarsi di un ministro del Tesoro, carica che nessuno meglio di lui potrebbe ricoprire.

Eurozona: produzione industriale rallenta crescita ad agosto, +0,7% m/m

Rallenta la crescita della produzione industriale della zona euro ad agosto. Stando ai dati forniti dall’Eurostat, il dato ha mostrato una crescita dello 0,7% dal precedente +5% (dato rivisto da +4,1%). Il mercato si attendeva un rialzo dello 0,8%. Su base annua la flessione è stata del 7,2% rispetto al precedente -7,1% (dato rivisto da -7,7%) e del -7% del consensus Bloomberg.

 

STORIA D’AMORE IN PROVENZA

Altro evento importante, il vertice Macron-Merkel nella residenza presidenziale di Fort de Bregancon, sulla costa provenzale: la storia d’amore tra i due leader continua e si dice che dopo aver portato a casa il Recovery Fund stiano pensando a un coordinamento europeo per la gestione della ripartenza dopo il lockdown, per evitare che ognuno vada per conto suo, con i governi ipnotizzati dal conteggio giornaliero dei nuovi casi, come succede in Italia, dove i numeri assoluti non dicono la verità, perché la percentuale di positivi resta saldamente ancorata vicino all’1% dei test fatti giornalmente.

I SONDAGGI NON PREMIANO IL TICKET DEM

Poi c’è stata l’investitura da parte della Convention Democratica virtuale del ticket Biden-Harris, esaltata dai media ma poco pagante in termini di sondaggi, visto che il vantaggio dell’ex vice di Obama si assottiglia un po’ e soprattutto si allontana la prospettiva che i Dem facciano il pieno prendendo anche il Senato. Intanto circolano modelli statistici collaudati da molte elezioni azzeccate, di cui uno finito anche sulla stampa italiana nei giorni scorsi, che continuano a dare Trump vincitore. Un fattore determinante sarà sicuramente l’economia, che gli indicatori danno in violento rimbalzo nel terzo trimestre.

ECONOMIA USA IN VIOLENTO RIMBALZO

Le ultime proiezioni della Fed stimano il PIL americano in crescita intorno al 26% nel terzo trimestre dopo il crollo di oltre il 30% nel secondo, mentre il PMI composito flash di agosto, che registra la salute sia del manifatturiero che dei servizi, è schizzato a 54,7 punti dai 50,3 di luglio, portandosi ai massimi da 18 mesi. Anche la disoccupazione, nonostante le richieste settimanali di sussidi siano tornate sopra il milione, sta rientrando, perché i ‘continued claims’ vale a dire quelle che si rinnovano da una settimana all’altra, continuano a calare, anche se non fanno titolo. E intanto l’immobiliare continua a tirare, sia per le nuove costruzioni che nelle compravendite. Con questi dati, è abbastanza comprensibile che la Fed esiti ad adottare nuovi stimoli, forse non ce ne sarà bisogno.

EUROPA FRENATA DAI TIMORI SUL COVID

L’Europa, che all’inizio del trimestre sembrava messa meglio degli USA, ha difficoltà a sostenere il passo della ripartenza: il corrispondente indice PMI composito nella lettura flash di agosto torna indietro a 51,6 punti da 54,9 di luglio, proprio a causa dei timori di una nuova ondata di Covid, che in alcuni paesi hanno indotto a restrizioni di attività che hanno colpito soprattutto i servizi. Il tutto è stato puntualmente registrato dai mercati, che in America si sono spinti a nuovi record di sempre con lo S&P 500, mentre il Nasdaq in settimana ha messo a segno il massimo di tutti i tempi numero 35 da inizio anno, cose mai viste.

IN ORDINE SPARSO SUL CONTRASTO

Le Borse europee risentono invece dell’economia che fa fatica, anche perché i paesi dell’Unione continuano a muoversi in ordine sparso nelle misure di contrasto al virus, tentano lo strappo in avanti, come successo tra il 17 e il 18 agosto, ma poi tornano indietro. Come torna indietro anche l’euro, che dopo essersi avvicinato alla soglia di 1,20 su dollaro ha chiuso la settimana appena sotto 1,18.

BOTTOM LINE

Mettendo tutto insieme, la big picture è fatta di mercati e economia americani che si avvicinano senza troppe fibrillazioni al test elettorale, pronte a ingranare un possibile rally di fine anno che potrebbe diventare una carica di cavalleria se vince Trump, mentre l’Europa deve completare la svolta storica del Recovery Fund con una strategia unitaria anti-virus e qualche altrettanto storico passo avanti in materia di Unione Bancaria e di gestione del futuro debito europeo, che altrimenti potrà essere ‘buono’ o ‘cattivo’ a seconda delle mani nazionali in cui finiscono i soldi.

Perché il nuovo lockdown porterà al reset del debito pubblico nel mondo

Le nuove chiusure in Europa segnano la fine delle speranze di ripresa a V e creano le condizioni per una crisi globale del debito, a cui verrà fornita una risposta straordinaria.

Tutta Europa gradualmente sta richiudendosi come a marzo. Dall’Irlanda alla Spagna, passando per Francia e Italia, il secondo lockdown è nei fatti. Le autorità dei diversi stati stanno imponendo nuovamente una sorta di quarantena locale e part-time, altre come a Dublino hanno varato una chiusura per tutti e tutto il giorno. I contagi crescono a ritmi drammatici di giorno in giorno. I casi più gravi si hanno in Francia, Spagna e Regno Unito. La prima supera ormai quota 50 mila. Questo significa che la ripresa dell’economia europea – ma potremmo dire lo stesso per quella globale – si allontana. Il rimbalzo del PIL nel terzo trimestre verrà probabilmente seguito da una nuova contrazione o da un andamento stagnante.Se l’economia riparte più lentamente e più tardi, per contro i governi dovranno potenziare gli aiuti alle famiglie e alle specificatamente alle categorie colpite dalle loro misure restrittive. I livelli di debito pubblico lieviteranno anche oltre le previsioni sin qui pubblicate. Per l’Italia, il superamento del rapporto tra debito e PIL al 160% non sarebbe più un tabù. E Francia e Spagna oltrepasserebbero quota 130%, come del resto oltreoceano gli USA. Se il Giappone viaggia verso il 270%, la Germania resta ad oggi l’unica eccezione positiva tra le grandi. A fine anno, non dovrebbe oltrepassare il limite del 75%.

Sul debito pubblico italiano qualcuno racconta frottole

Il boom del debito globale

Tuttavia, secondo il Fondo Monetario Internazionale il debito pubblico globale a fine anno sarà in area 105%. Nella stessa Eurozona dovrebbe attestarsi intorno al 100%. Tutto questo è sostenibile? Sì, fino a quando le banche centrali continueranno ad assorbire le emissioni nette dei governi e a tenerne i costi a livelli irrisori.Un debito fa male nel momento in cui entra a bilancio e comporta il sostenimento di un costo a carico dei contribuenti. Se è troppo alto rispetto al PIL, richiederà lo stanziamento di risorse sempre più ingenti per rinnovarlo.Affinché questo boom del debito globale sia sostenibile anche nel lungo periodo, servono due condizioni: che i tassi di rifinanziamento restino sempre bassi e che non superino i tassi di crescita dell’economia. Ma se le condizioni lo richiedessero, cioè se l’inflazione tornasse a salire con vigore, le banche centrali si vedrebbero costrette ad alzare il costo del denaro. A quel punto, diversi bilanci pubblici salterebbero e con essi le democrazie. Poiché nessuno vuole arrivare a tanto, governi e banche centrali saranno presto costretti a trattare sottobanco un compromesso che tuteli tutti.Dicevamo, il debito è sostenibile se può essere ripagato a costi contenuti. E se arrivasse a scadenza tra molti decenni? Questa sarebbe la strada maestra per monetizzare i debiti degli stati senza dichiararlo ufficialmente. Ad esempio, la Federal Reserve detiene più di 4.500 miliardi di dollari in Treasuries (più del 20% del PIL USA di fine 2019), mentre la BCE ha a bilancio titoli di stato dell’Eurozona per 3.000 miliardi di euro, oltre un quarto del PIL dell’area di fine 2019. Nei prossimi mesi, per non dire anni, continueranno a comprare debito dei rispettivi governi, fino ad arrivarne a detenere una percentuale rilevante. In Giappone, già circa la metà è in manco all’istituto di Tokyo.

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La futura monetizzazione dei debiti sovrani

Per quanto il trend rassicurerebbe il mercato, fino a quando il debito formalmente arriverà a scadenza, gli investitori sconteranno sempre un certo rischio di credito. E con rapporti che viaggiano ormai apertamente quasi ovunque tra il 100% e il 200% del PIL, nessun governo potrà permettersi di rimanere in balia della finanza. Ecco perché le banche centrali toglieranno loro le castagne dal fuoco. Come? Immaginate che la BCE prenda tutti questi 3 mila miliardi di bond ad oggi accumulati in anni e anni di acquisti e li trasformi in un maxi-bond perpetuo o della durata di almeno 100 anni, chiedendo in cambio ai governi debitori il pagamento di un tasso d’interesse molto basso, per ipotesi dell’1%.Peraltro, come accade già oggi, potrebbe sempre girare loro gli interessi incassati attraverso lo stacco dei dividendi alle banche centrali nazionali, di fatto azzerando il costo del debito.Solo così, il debito pubblico resterebbe sostenibile anche a livelli esorbitanti. Né il mercato avrebbe remore a comprare le emissioni residue, confortato dal “salvataggio” di Francoforte. Questo scenario, di cui si discute più sul piano teorico che fattivo da anni, sta avvicinandosi incredibilmente per effetto della pandemia, che ha fatto esplodere i livelli globali di indebitamento, anche privati. Con la seconda ondata di contagi e gli annessi lockdown, la monetizzazione dei debiti sovrani per mano delle banche centrali è diventata lo scenario più realistico.

Monetizzazione del debito e prestiti diretti alle imprese, cosa significa la svolta delle banche centrali

Fmi: le politiche devono restare favorevoli per sostenere ripresa in Europa che sarà irregolare e parziale

L’impatto della pandemia è stato enorme sull’economia dell’Europa e la ripresa da questa crisi sarà irregolare e parziale. Lo ribadisce oggi il Fondo monetario internazionale (Fmi), ricordando come nel suo ultimo Economic Outlook si prevede per l’Europa un calo del 7% del Pil nel 2020. E anche se nel 2021 il Pil reale rimbalzerà del 4,7%, sarà comunque inferiore del 6,3% rispetto alle proiezioni pre-pandemiche, il che implica una perdita del Pil di quasi 3 trilioni di euro. Gran parte di questa perdita non sarà recuperata a medio termine, sottolinea l’Fmi. Secondo il Fondo, di fronte a questa crisi, la risposta politica è stata senza precedenti, sia in rapidità che in scala, impedendo un risultato ancora più devastante: almeno 54 milioni di posti di lavoro in Europa, per esempio, sono stati tutelati da programmi di mantenimento dell’occupazione. “I rischi rimangono significativi e aumentano con l’intensificarsi di una seconda ondata di infezioni – avverte l’Fmi – Data la notevole incertezza, le politiche devono restare decisamente favorevoli per sostenere la ripresa”.

Mercati europei vacillano su aumento contagi, oggi test Ifo per la Germania

Partenza in deciso calo per le principali Borse europee nella prima seduta dell’ultima settimana di ottobre in calo. La giornata è partita in rosso con il Dax che mostra un ribasso di quasi il 2,6%, mentre l’indice inglese Ftse 100 cede l’1% e il Cac40 di Parigi cede l’1,4 per cento. A frenare i mercati del Vecchio continente l’aumento di casi di contagi da Covid-19. Si sta assistendo a una recrudescenza del coronavirus in Europa che prosegue a ritmo sostenuto negli ultimi giorni, con la Francia che ieri ha registrato un aumento giornaliero record di nuove infezioni mentre in Italia è arrivato un nuovo Dpcm che impone la chiusura anticipata di bar e la chiusura di palestre e piscine. A pesare sul sentiment, a una settimana dal voto per le presidenziali negli Usa, anche lo stallo nelle trattative tra i democratici e l’amministrazione Trump sul nuovo piano di stimolo fiscaleA livello macro, oggi si attende l’indice tedesco Ifo per il mese di ottobre, ma anche negli Usa le vendite di case nuove e l’indice manifatturiero Fed di Dallas. Da monitorare anche la riunione dei vertici del Partito comunista cinese che dovrebbe presentare il nuovo piano quinquennale 2021-2026. Il tutto in una settimana che vede la riunione della Banca centrale europea in primo piano nella zona euro.

 

Eurozona: crescita più alta in oltre due anni del settore manifatturiero

Buone notizie per l’attività manifatturiera della zona euro. L’indice Pmi finale, misuirato da Ihs Markit, sale a settembre a 53,7, invariato dalla stima flash e in rialzo da 51,7 del finale di agosto.
Si tratta della crescita più alta in oltre due anni del settore manifatturiero della zona euro, segnando un aumento di produzione e nuovi ordini supportato dalla ripresa del commercio estero. L’incremento della regione è stato trainato dalla forte espansione manifatturiera tedesca con il rispettivo PMI che ha raggiunto il livello maggiore in 26 mesi. Anche il settore manifatturiero italiano ha ottenuto buoni risultati, riportando la crescita più alta in oltre due anni

 

Shock NPL da COVID-19, Bce chiama a rapporto le banche: si rischia bomba da $1 trilione con nuovi bailout

La Bce si prepara al peggio, per non essere costretta a gestire una valanga di NPL che potrebbe confermarsi più drammatica del previsto, soprattutto nel caso in cui in Europa scattassero nuovi lockdown. Lockdown che stanno scattando, come dimostra il caso della Francia e di altri paesi europei alle prese con la seconda ondata di contagi da coronavirus. Per ora nessun lockdown in Italia, anche se non viene esclusa l’ipotesi di chiusure selettive in caso di peggioramento.
Finora, in tempi di Covid-19 la Bce ha optato per la politica del bastone e della carota nei confronti delle banche dell’area euro: da un lato ha fatto alcune concessioni agli istituti, che possono non rispettare il minimo richiesto di capitali e di cuscinetti di liquidità da detenere, fino alla fine del prossimo anno. Dall’altro lato, ha esteso – come comunicato alla fine di luglio – lo stop ai dividendi e alle operazioni di buyback a tutto il 2020.Azionisti di banche a secco, insomma, non senza qualche polemica, come l’affondo che è stato lanciato dal numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, che ha definito l’alt alle cedole di Francoforte una bomba atomica.La Bce previdente ha fatto anche altro, come riportato oggi dal Sole 24 Ore:“In una lettera inviata ai ceo delle banche significative in luglio, e alla quale è stata data risposta entro il 15 di settembre, la Bce ha sollecitato l’avvio di un’operazione di verifica sotto moratoria, per iniziare a valutare il prima possibile i crediti caso per caso, per discriminare tra clienti buoni, clienti cattivi e già falliti, per ristrutturare sull’immediato i prestiti delle controparti per metterle in condizione di poter ripagare i debiti e di classificare come sofferenze chi andrà in bancarotta”.Pur con le concessioni fatte alle banche, insomma, e pur in tempi di Covid-19, la Bce ha ordinato insomma ai vertici degli istituti di credito più importanti di iniziare a stilare una lista dei crediti buoni e di quelli a rischio: questo, perchè la minaccia di un balzo degli NPL, dei crediti deteriorati, nei bilanci delle banche, con le aziende (e famiglie) che vedono prosciugarsi le casse a causa degli effetti disastrosi del lockdown, è reale.Ne parla anche Bloomberg  in un articolo di qualche ora fa: solo per l’anno prossimo gli analisti prevedono che il sistema bancario europeo si accollerà NPL per un valore di 300 miliardi di dollari: un ammontare che, a loro avviso, le banche saranno in grado di fronteggiare. Il problema è un altro: un altro eventuale round di lockdown, stando a quanto ha calcolato la stessa Bce, potrebbe scatenare uno tsunami di bad loans superiore a 1 trilione di dollari, riproponendo così sul tavolo la drammatica ipotesi di nuovi bailout di banche ergo di nuovi salvataggi bancari da parte dei vari stati.

 

Ci saranno banche che soffriranno, che non avranno capitale a sufficienza, che saranno o vicine alle richieste minime di capitale o anche al di sotto – ha commentato a Bloomberg Thorsten Beck, professore presso la London’s Business University. “Una soluzione soltanto privata probabilmente non sarà sufficiente a garantire che si esca dalla crisi con un settore bancario forte”.
Non c’è ancora chiarezza sul danno che la pandemia COVID-19, con tanto di lockdown passati, attuali ed eventualmente futuri potrà provocare ai bilanci delle banche. Ma l’allarme risuona, soprattutto nei corridoi di colossi del calibro di BNP Paribas e HBSC Holdings, ma anche della tedesca Commerzbank.
BNP Paribas ha già lanciato l’allarme sull’esposizione che ha sui settori aereo e del turismo: quante delle aziende attive in questi due comparti a cui il colosso francese ha erogato prestiti non saranno in grado di restituirli?
Commerzbank, che ha venduto obbligazioni per aumentare i suoi cuscinetti di capitale, prevede ulteriori default. Finora i danni sono stati contenuti, grazie alle misure di sostegno arrivate in Europa, in primis le moratorie. Ma quando questi programmi saranno ritirati, come ha detto il direttore finanziario di Commerzbank, Bettina Orlopp, “si capirà davvero in che modo la ripresa economica sia resiliente e sostenibile”.
“I governi e le banche stanno assicurando la sopravvivenza delle aziende, in alcuni casi in modo artificiale, attraverso moratorie ed esenzioni”, ha ricordato Reinhard Dammann, avvocato francese che fornisce servizi di consulenza sulle questioni attinenti ai casi di insolvenza presso la Commissione europea.
Per questo, la Vigilanza bancaria della Bce guidata da Andrea Enria ha chiamato a rapporto le banche, inviando le lettere ai vari ceo: per la Vigilanza è fondamentale che gli istituti si preparino ad affrontare una eventuale valanga di NPL già da ora e anche in tempi di COVID-19, classificando i crediti a seconda del merito creditizio del cliente.
Come sottolinea il Sole 24 Ore nell’articolo, insomma, per la la Bce le “moratorie e le garanzie pubbliche non dovranno portare le banche a nascondere le sofferenze sotto il tappeto, a dare ossigeno a controparti zombie. Per questo il supervisore europeo aumenterà la pressione sulle banche per evitare che solo nel momento in cui le moratorie termineranno, scatteranno le riclassificazioni su una nuova valanga di crediti deteriorati”.
Proprio l’altroieri il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha parlato del rischio di un aumento degli NPL nei bilanci delle banche, sottolineando tuttavia anche che in alcuni casi le stime sono esagerate, e segnalando che “i dati effettivi sui crediti deteriorati sono molto buoni”.
Ma la divisione di supervisione bancaria della Bce non vuole rischiare di trovarsi impreparata di fronte a uno shock. Il numero uno Andrea Enria è stato più che chiaro lo scorso 30 settembre, quando ha detto che “la preparazione e l’identificazione dei problemi sono ora la cosa più importante da fare. La fase in cui ci troviamo ora è quella di prepararci all’impatto” del Covid. Le banche dell’Eurozona, insomma, sono state avvisate.

Eurozona in deflazione, quali fattori la determinano e cosa farà la BCE

Prezzi al consumo in calo nell’unione monetaria anche a settembre, la prima volta dal 2016. L’emergenza Covid non passa e i suoi effetti stanno avendo effetti più duraturi del previsto sull’economia.

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A settembre, l’indice dei prezzi nell’Eurozona è sceso dello 0,3% su base annua, in calo dal -0,2% di agosto. Lo ha reso noto venerdì scorso l’Eurostat ed è la prima volta dal 2016 che l’istituto registra una contrazione per due mesi consecutivi nell’area. A inizio anno, l’indice segnava +1,4%, ma già a marzo la crescita si dimezzava con l’arrivo dell’emergenza Covid.Il vice-governatore della BCE, Luis de Guindos, commentando i dati, ha dichiarato di attendersi un tasso d’inflazione negativo per il resto dell’anno, ma in decisa ripresa nel 2021, quando dovrebbe esservi il rimbalzo del pil dopo il crollo accusato nel 2020. Lo spagnolo ha anche ricordato che la Francoforte possiede le munizioni necessarie per reagire, sebbene non avverta l’urgenza di farlo adesso.Il mercato sta scontando un prossimo taglio dei tassi overnight al -0,60% entro fine anno, così come un secondo potenziamento del PEPP, il piano emergenziale anti-Covid varato a marzo per 750 miliardi e portato a giugno a 1.350, nonché esteso temporalmente fino al giugno dell’anno prossimo. E de Guindos ha parlato proprio della possibilità di “ricalibro” del programma all’occorrenza.

Anche la BCE svolta sull’inflazione, l’obiettivo cambia e spuntano nuovi rischi

Rischio deflazione reale?

Ad avere inciso negativamente sui prezzi sono stati diversi fattori concomitanti. In primis, le basse quotazioni delle materie prime, tra cui il petrolio, quest’ultimo tornato sotto i 40 dollari al barile nella seduta di venerdì, alla notizia che il presidente americano Donald Trump e la moglie Melania sono risultati positivi al test anti-Covid. In più, da metà maggio a fine agosto il cambio euro-dollaro si era rafforzato di oltre il 10%, nei fatti rendendo ancora meno costosi i beni importati, commodities incluse.Infine, il taglio temporaneo dell’IVA in Germania per sostenere i consumi ha avuto un suo ruolo, se è vero che l’inflazione tedesca sia scesa dallo 0,9% di giugno al -0,2% di settembre.Parlare di rischio deflazione appare al momento un’esagerazione. I prezzi si contraggono e continueranno a cedere fino a quando il pil nell’area non inizierà a rimbalzare, trainato dai consumi, ma difficile che questa tendenza attecchisca anche per il medio-lungo periodo. Ad ogni modo, la BCE non può nemmeno limitarsi a confidare semplicemente nel rimbalzo dell’economia, in quanto c’è in agguato la seconda ondata dei contagi, se così possiamo definirla. La situazione sanitaria è assai delicata in Spagna e Francia e in deterioramento anche in Germania e Italia. La crescita giornaliera dei positivi si è impennata nelle ultime settimane, risultando spesso più alta rispetto ai picchi toccati nella fase di emergenza.Parigi e Madrid stanno imponendo nuove restrizioni, così come diverse regioni italiane. Queste azioni avranno un impatto negativo sulla ripresa, che ora è attesa meno marcata e più lenta. Questo scenario indebolisce le aspettative sulla domanda aggregata nell’area, con conseguenze negative sui prezzi. Per questo, quasi certamente la BCE invierà un nuovo segnale ai mercati entro Natale. Come? Tagliando i tassi overnight, aumentando gli acquisti di assets condotti con il PEPP, forse (anche) attraverso il QE per non indispettire i paesi del Nord Europa. Infatti, con il PEPP, a differenza del QE, non sarebbe tenuta al rispetto del “capital key”, la regola che lega gli acquisti alle dimensioni economiche degli stati. In soldoni, non potrebbe aiutare in misura particolare paesi come l’Italia, rassicurando la Germania e gli alleati sulla non volontà di monetizzare i debiti sovrani più rischiosi.

Eurozona: fiducia economica migliora a settembre, sale a 91,1

La fiducia economica migliora e batte le attese nella zona euro a settembre. Il dato si è attestato a 91,1 contro gli 87,5 della passata rilevazione (dato rivisto da 87,7). Gli analisti si attendevano un dato pari a 89. “Il sentiment economico nell’Eurozona è migliorato a settembre, ma a un ritmo più lento”, commentando gli esperti di Ing indicando che “con l’adozione di nuove misure restrittive nazionali per contenere le seconde ondate del virus, i rischi al ribasso per le prospettive stanno diventando più significativi per il quarto trimestre”.

 

Borsa di Tokyo chiude in deciso rialzo, Shanghai debole su nuove sanzioni Usa

Inizio di settimana positivo per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei ha terminato la seduta odierna con un progresso di oltre 1 punto percentuale (+1,32%) a 23.511,62 punti, sulla scia di Wall Street che venerdì scorso ha terminato con segno positivo grazie al risveglio dei giganti tecnologici. In rialzo la maggior parte dei listini dell’area Asia-Pacifico, ad eccezione di Shanghai che rimane debole (-0,06%) sui timori di nuove restrizioni da parte degli Stati Uniti. In particolare, il produttore di chip Semiconductor Manufacturing International sta crollando a Shanghai (-6,7% in questo momento) dopo la notizia del fine settimana secondo cui il governo degli Stati Uniti ha imposto nuove sanzioni, preoccupato che le esportazioni della società cinese siano state dirottate verso usi militari, secondo il Financial Times. In Giappone, il produttore di chip Kioxia Holdings ha posticipato la sua Ipo, dopo aver affermato la scorsa settimana che le restrizioni alle esportazioni statunitensi contro le tecnologie cinesi di Huawei stavano danneggiando la sua attività. Dagli Stati Uniti però è giunta domenica la notizia che un giudice federale ha bloccato il divieto imposto

 

Bce, Lagarde: ‘elevata incertezza, valuteremo impatto tasso di cambio su outlook inflazione’

Nell’area euro, la ripresa economica rimane incompleta, incerta e sbilanciata. E’ quanto ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, intervenendo ieri alla Commissione Ue sugli Affari economici e monetari.“Nell’attuale contesto di elevata incertezza – ha detto Lagarde – il Consiglio direttivo della Bce valuterà attentamente tutte le informazioni, inclusi gli sviluppi sul tasso di cambio (dunque sull’euro), riguardo alle loro implicazioni sull’outlook dell’inflazione di medio termine”.“La Bce è pronta ad aggiustare tutti i suoi strumenti in modo appropriato, per assicurarsi che l’inflazione si muova verso il suo obiettivo in modo sostenuto, in linea con l’impegno verso la simmetria”, ha aggiunto Lagarde.“Da ora in poi – ha detto ancora la numero uno della banca centrale europea – pubblicheremo sul nostro sito le opinioni della Commissione etica della Bce sui casi di conflitti di interesse”.dall’amministrazione Trump contro la popolare app TikTok di proprietà cinese.

 

Piazza Affari e Borse europee pronte al rimbalzo, previsto avvio con segno più

Le Borse europee, compresa Piazza Affari, sono previste aprire in deciso rialzo oggi, sulla scia di Wall Street che venerdì scorso ha chiuso con segno positivo grazie ai giganti tecnologici. Un rimbalzo dopo una ottava complicata a causa dei timori sanitari e delle incertezze politiche con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane. A questo riguardo, si ricorda l’appuntamento di domani con il primo dibattito tra Donald Trump e il suo rivale democratico Joe Biden. Sullo sfondo rimangono i timori per l’evoluzione della pandemia, soprattutto in Europa, dove la Francia ha superato complessivamente la soglia dei 500mila contagi venerdì scorso e il governo intende implementare nuove restrizioni.In questo contesto, sale l’attesa per l’audizione della presidente della Bce, Christine Lagarde, davanti al Parlamento Europeo, prevista per questo pomeriggio. Attenzione anche alla ripresa dei colloqui tra Londra e Bruxelles sul tema Brexit. In Italia il Governo è al lavoro per definire la Nota di aggiornamento al Def, la cui approvazione è prevista entro la settimana. Dal fronte macro invece non sono attesi dati di rilievo nella giornata odierna.

 

Bce, Villeroy: ‘potremmo consentire a inflazione di superare 2% per un periodo di tempo’

La Bce potrebbe lasciare l’inflazione salire anche al di sopra del 2% per un periodo di tempo. E’ quanto ha detto il governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, esponente del Consiglio direttivo della banca centrale.Villeroy ha aggiunto che il target di inflazione – che, nel caso della Bce è appena inferiore al 2% – dovrebbe essere percepito non tanto come un tetto, ma appunto come un obiettivo, tra l’altro in modo flessibile e simmetrico.Allo stesso tempo, il banchiere ha tenuto a precisare subito che la Bce non seguirà la strategia della Fed: una precisazione che, probabilmente, mette ancora più in evidenza la confusione della Bce nel comunicare quella che è la strategia di politica monetaria che intende adottare.

 

Piazza Affari e Borse europee potrebbero tentare il rimbalzo, previsto avvio sopra la parità

Piazza Affari e le principali Borse europee potrebbero tentare il rimbalzo e aprire quest’ultima seduta della settimana poco sopra la parità, dopo essere state penalizzate dai dubbi sulla ripresa economica di fronte a una situazione sanitaria in via di peggioramento in diversi paesi del Vecchio continente, Francia e Gran Bretagna in primis. Ieri l’indice Ftse Mib ha chiuso con un calo dello 0,12% a a 18.906 punti.A sostenere i mercati il rimbalzo dei titoli tecnologici a Wall Street nella seduta di ieri e un possibile nuovo piano di stimolo da 2.200 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Finora la faziosità tra Democratici e Repubblicani ha impedito un rinnovo degli aiuti da parte del Congresso, e il recente posto vacante alla Corte Suprema dopo la morte del giudice Ruth Bader Ginsberg ha allargato il divario. Ma secondo le ultime indiscrezioni, i Democratici starebbero rivendendo la loro proposta nel tentativo di far ripartire i negoziati con l’amministrazione Trump e il nuovo piano di rilancio potrebbe essere votato già la prossima settimana.Pochi invece gli spunti previsti dal fronte macro. L’agenda macro di oggi prevede la sola pubblicazione degli indici di fiducia in Italia e degli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti. Tra gli altri appuntamenti, si segnala che l’agenzia Fitch si pronuncerà sul rating della Gran Bretagna. Lato emissioni, in programma l’asta del Tesoro di Bot semestrali per 6,5 miliardi.

 

Gran Bretagna: attività manifatturiera e servizi in calo a settembre

La ripresa della Gran Bretagna perde slancio a settembre e le prospettive economiche scivolano al livello più debole da maggio. E’ ciò che emerge dalla lettura preliminare degli indici Pmi dell’istituto IHS Markit. Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero scende a 54,3 punti a settembre dai 55,2 di agosto e il Pmi servizi passa da 58,8 a 55,1 punti, alla luce dell’introduzione di alcune misure di restrizione che hanno riguardato soprattutto la ristorazione. “Il rallentamento riflette aumenti più deboli sia nella produzione manifatturiera sia nell’attività del settore dei servizi – spiegano da IHS Markit – Le aziende private si aspettano un altro calo degli affari per il prossimo anno, con il grado di ottimismo che scende al minimo da maggio”.

 

Eurozona: Pmi manifatturiero sale sui massimi a 31 mesi a settembre, ma nuovo calo del terziario

L’economia dell’Eurozona mostra a settembre una fase di stallo. La crescita più rapida del manifatturiero è controbilanciata da un nuovo calo del settore terziario, a causa della recrudescenza del tasso di contagio del Covid-19. Secondo i dati preliminari rilevati dall’istituto IHS Markit, l’indice Pmi manifatturiero a settembre dell’area euro sale a 53,7 punti dai 51,7 di agosto, sui massimi degli ultimi 31 mesi e sopra le aspettative degli analisti ferme a 51,9 punti. Tuttavia, l’indice Pmi servizi scende sotto la soglia di espansione a 47,6 punti dai 50,5 punti di agosto, finendo sui livelli più bassi degli ultimi quattro mesi. E così l’indice Pmi Composite si contrae per il secondo mese consecutivo, scendendo da 51,9 di agosto a 50,1.“A settembre si è bloccata la ripresa dell’economia dell’Eurozona per via dell’incremento dei casi di Covid-19 che ha causato nuovamente la contrazione dell’attività del settore dei servizi”, ha sottolineato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

 

Germania: la crescita sostenuta dalla produzione, battuta d’arresto per il terziario

La Germania fa affidamento sulla produzione per sostenere la crescita visto che l’attività terziaria subisce una battuta d’arresto a settembre. Gli ultimi dati Pmi rilevati dall’istituto IHS Markit mostrano un ulteriore aumento dell’attività manifatturiera tedesca questo mese, grazie al forte aumento della produzione. Tuttavia, il ritmo generale di crescita diminuisce per il secondo mese consecutivo a causa di una battuta d’arresto del settore servizi.Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero si attesta a 56,6 punti a settembre, secondo la lettura preliminare, salendo dai 52,2 punti di agosto e facendo meglio delle stime degli analisti ferme a 52,5 punti. L’indice Pmi servizi invece scende a 49,1 punti dai 52,5 di agosto, deludendo le attese di un aumento a 53 punti. E così l’indice Pmi Composite scivola per il secondo mese consecutivo finendo a 53,7 punti dai 54,4 punti.Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

 

Francia: Pmi manifatturiero torna in fase di espansione a settembre, ma delude Pmi servizi

L’attività manifatturiera in Francia torna in fase di espansione a settembre, dopo il crollo nei mesi di lockdown, facendo meglio delle aspettative. Ma delude il terziario che torna a sorpresa in fase di contrazione. Secondo la lettura preliminare condotta dall’istituto IHS Markit, l’indice Pmi manifatturiero sale a settembre a 50,9 punti, dai precedenti 49,8 punti, sui massimi degli ultimi due mesi e sopra il consensus fermo a 50,5 punti. Il Pmi servizi invece scivola a 47,5 punti dai 51,5 punti di agosto, sui minimi degli ultimi quattro mesi e deludendo le aspettative degli analisti che prevedevano una conferma a 51,5 punti.“L’attività imprenditoriale in Francia è diminuita a settembre per la prima volta dagli ultimi quattro mesi in vista di una possibile nuova interruzione relativa alla pandemia da coronavirus”, si legge nel rapporto redatto da IHS Markit. L’indice Pmi Composite è infatti sceso a 48,5 dai 51,6 punti precedenti.Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

 

Ifo, previsioni d’autunno: economia tedesca in ripresa, Pil atteso a -5,2% nel 2020

L’economia tedesca prosegue la sua ripresa. Secondo le previsioni d’autunno presentate oggi dall’istituto Ifo, il Prodotto interno lordo della Germania dovrebbe mostrare una contrazione del 5,2% nel 2020 in miglioramento rispetto alla precedente stima pari a -6,7 per cento. “Dato il ritmo di ripresa ipotizzato, il Pil non raggiungerà il livello pre-crisi fino al quarto trimestre del 2021”, segnala l’Ifo indicando che la crescita del Pil sarà del 5,1% nel 2021 e non del 6,4% come indicato in precedenza. Per il 2022 l’Ifo indica, invece, un rialzo dell’1,7%. L’ifo precisa tuttavia che “prevalgono i rischi al ribasso” e che “le prospettive economiche complessive sono soggette a molti fattori imponderabili”.

 

S&P vede l’Eurozona in fase di guarigione da shock Covid, PIl visto a +6,1% nel 2021

L’economia della zona euro si è ripresa più rapidamente del previsto dalla prima ondata di COVID-19. LO affermano oggi gli economisti di S&P Global Ratings in un rapporto intitolato “L’Eurozona sta guarendo da COVID-19”.Ora S&P prevede che il PIL dell’area euro scenderà solo del 7,4% quest’anno e rimbalzerà del 6,1% l’anno prossimo. Marion Amiot, economista senior di S&P Global Ratings, rimarca che sono state anche abbassate leggermente le aspettative per la disoccupazione, che S&P prevede raggiungerà un picco del 9,1% nel 2021.“Tuttavia, la riapertura delle economie è stata la parte più facile della ripresa”, ha detto Amiot. “La zona euro sta entrando in un difficile periodo di transizione dal graduale ritiro del sostegno del governo all’attuazione del programma di riforme economiche dell’UE. La liquidità, il comportamento delle famiglie e la domanda saranno cruciali per consentire all’economia europea di resistere a questa transizione e qualcosa potrebbe andare male lungo la strada. “

 

Piazza Affari e Borse europee previste in rialzo in avvio, oggi l’audizione di Powell

Questa prima seduta d’autunno dovrebbe avviarsi con segno positivo per Piazza Affari e le Borse europee, nel tentativo di rimbalzo dopo un inizio di settimana negativo. Ieri l’indice Ftse Mib ha chiuso in forte ribasso (-3,75% a quota 18.793 punti), ma c’è stato chi ha fatto peggio con il Dax arretrato del 4,57% e il Cac 40 parigino del 3,92%. Si tratta della peggiore performance dallo scorso 11 gennaio. Dopo il tonfo degli indici azionari europei, innescato dal timore di nuove misure di lockdown nei diversi paesi colpiti dalla seconda ondata dei contagi di coronavirus, questa mattina le vendite colpiscono anche l’area dell’Asia Pacifico, ma in misura minore (Tokyo rimane chiusa anche oggi in occasione dei festeggiamenti dell’equinozio di autunno), segno che l’avversione al rischio resta presente sui mercati.Diversi i temi da seguire. Il primo ministro inglese, Boris Johnson, dovrebbe annunciare oggi nuove misure di restrizione al fine di limitare i contagi. Oltre all’evolversi del coronavirus si guarderà anche Oltreoceano, dove si respira un clima di tensione al Congresso Usa per la nomina di un giudice della Corte Suprema. La seduta sarà animata anche dalla prima delle tre audizione di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, previste questa settimana al Congresso.Dal fronte macro in arrivo le vendite di case esistenti negli Stati Uniti e la fiducia dei consumatori nell’Eurozona. In agenda anche la decisione della Banca di Svezia sui tassi d’interesse.

Germania: sondaggio Gfk, fiducia consumatori a -1,6 a ottobre

In Germania la fiducia dei consumatori mostra un lieve miglioramento, pur sostando ancora in territorio negativo. Secondo il sondaggio Gfk in relazione al mese di ottobre, la fiducia dei consumatori tedeschi si è attestata a -1,6 punti dai -1,7 punti della passata rilevazione (dato rivisto da -1,8 punti precedenti). Deluse le attese degli analisti che si aspettavano un dato pari a -0,8.“In Germania la fiducia dei consumatori si ferma. La stagnazione della fiducia dei consumatori suggerisce che il rimbalzo guidato dal consumo non si trasformerà necessariamente in una ripresa sostenibile sostenuta proprio dai consumi”, segnalano da Ing.

 

Il rimbalzo dell’economia sarà lenta e l’Italia resterà più indietro degli altri stati

Previsioni OCSE poco incoraggianti per l’economia mondiale e, in particolare, per paesi come l’Italia. Rischiamo una ripresa lenta dopo il disastro Covid e di restare ancora più indietro rispetto al resto dell’Eurozona.

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è stato sin dall’inizio tra coloro che si sono espressi con maggiore preoccupazione riguardo alle condizioni dell’economia italiana dopo il Covid, fiutando il rischio di una ripresa lenta. Ha confermato lo scetticismo questa settimana, quando dinnanzi ai banchieri privati dell’Abi ha parlato di “conseguenze gravissime” e ha messo in guardia il governo sulla necessità di mantenere una politica di bilancio a sostegno dei redditi anche nei prossimi anni.Come se non bastasse, l’OCSE ha rivisto in peggio le previsioni sull’Italia, stimando un crollo del pil per quest’anno del 10,5% e una risalita per il 2021 del 5,4%, molto meno del precedente +7,7%. Quanto all’Eurozona, il crollo sarebbe del 7,9%, seguito dal +5,1%. L’economia mondiale, invece, dovrebbe contrarsi del 4,5% per risalire del 5,1% l’anno prossimo.Queste cifre ci segnalano che i timori di Visco fossero più che fondati. Volendo essere sinceri, basterebbe avere un minimo di conoscenza di quanto accaduto all’Italia nell’ultimo decennio per capire che le probabilità di una ripresa a “V” della nostra economia risultino minime, anche perché già sembrano basse per altre grandi economie come Germania, Francia e gli stessi USA.

Gli errori del governo Conte nell’emergenza Coronavirus pesano sull’economia italiana

Crescono le distanze con l’Eurozona

Prendendo per buoni i dati OCSE, avremmo che il livello reale del pil italiano alla fine del 2021 sarebbe del 5,7% inferiore a quello del 2019. Nell’Eurozona, sarebbe del 3,2% più basso. In altre parole, l’Italia resterebbe indietro alla media dell’intera unione monetaria di 2,5 punti percentuali e, a voler essere ottimisti, impiegheremmo altri 4-5 anni per tornare ai livelli di ricchezza prodotti nell’ultimo anno prima del Covid.In altre parole, se va bene nel 2026-2027 avremmo superato gli effetti dell’ultima crisi, ma ancora avremmo altri 4 punti percentuali da recuperare rispetto ai livelli del pil del 2007, prima della grande crisi finanziaria mondiale.Stiamo affermando che alla fine di questo decennio rischiamo di produrre la stessa ricchezza reale di oltre 20 anni prima. Le distanze con l’Eurozona, che già si erano ampliate nel corso dell’ultimo decennio, non farebbero che allargarsi a nostro discapito. Ovviamente, non parliamo di un destino ineluttabile. Se varassimo riforme capaci di attirare capitali, di creare posti di lavoro e rafforzare la domanda interna, oltre che le esportazioni, potremmo anche accelerare il passo e rimetterci gradualmente in carreggiata con i nostri partner europei.Rispetto agli anni passati, dovremmo attenderci una politica fiscale più espansiva, così come una monetaria ancora più accomodante. In un certo senso, ciò gioverà a non ripercorrere gli stessi passi post-2008/’09. Ma senza riforme, non si andrà da nessuna parte. Esse implicheranno la necessità di tagliare la spesa pubblica improduttiva per abbassare la pressione fiscale sui redditi, nonché di abbattere la burocrazia e di potenziare gli investimenti infrastrutturali. Il “Recovery Fund” agevolerebbe di molto quest’ultimo capitolo, ammesso che ci mostriamo capaci di sfruttarlo. Per quanto si alzerà la soglia di tolleranza riguardo al nostro debito, non potremo sfuggire all’impellenza di rivoltare la cosa pubblica come un calzino. L’alternativa sarebbe rassegnarsi a diventare un paese relativamente povero all’interno del mondo ricco.

Eurozona: inflazione con segno meno per la prima volta dal 2016, ad agosto scesa a -0,2%

Inflazione negativa nell’Eurozona per la prima volta dal 2016. Secondo i dati diffusi oggi dall’Eurostat, il tasso di inflazione si è attestato ad agosto a -0,2% su base annua, evidenziando un calo rispetto allo 0,4% di luglio. Si tratta della lettura finale che conferma la stima preliminare diffusa lo scorso 1 settembre. Nell’agosto 2019, quindi l’anno precedente, il tasso era all’1%. Per ritrovare il segno meno all’inflazione occorre andare indietro fino a maggio 2016 quando era a -0,1%.

 

Germania: Zew balza ancora e batte attese, a settembre sale a 77,4

Nuovo balzo in avanti per la fiducia degli investitori in Germania a settembre. L’indice Zew sulle aspettative per il mese in corso si è infatti attestato a 77,4 punti contro i 71,5 punti di agosto e i 59,3 punti di luglio. Un forte recupero che ha sorpreso anche gli analisti che si attendevano un rallentamento a 69,8.

 

Bce, Lagarde: ‘ripresa Pil Eurozona in III trim. sarà asimmetrica, incompleta, non equilibrata’

La ripresa del Pil dell’Eurozona, attesa per il terzo trimestre del 2020, sarà asimmetrica, incompleta, non equilibrata’. E’ quanto ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce, nella conferenza stampa successiva alla riunione dell’Eurogruppo. Lagarde ieri ha innescato forti oscillazioni al rapporto di cambio euro-dollaro, che prima è balzato fino a $1,19, per poi ritracciare velocemente, azzerando praticamente il rally.Nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio dei tassi da parte della Bce (lasciati invariati, così come sono stati lasciati invariati gli strumenti straordinari di politica monetaria accomodante, alcuni dei quali lanciati per far fronte al Covid-19, come il QE PEPP pandemico), Lagarde ha detto che il livello dell’euro “non è un target di politica” monetaria della banca centrale, non facendo parte del suo mandato.Successivamente, la numero uno della Bce ha sottolineato che l’istituzione “monitorerà attentamente” il suo valore.La Bce “valuterà in modo attento le informazioni in arrivo, inclusi gli sviluppi del tasso di cambio, riguardo alle sue implicazioni sull’outlook di medio termine dell’inflazione”, ha precisato Lagarde.A quel punto l’euro, che era balzato fino a $1,1917 in crescita dell’1% circa sul dollaro, ha fatto dietrofront, a $1,1825, vicino ai valori attorno ai quali oscillava prima del discorso di Christine Lagarde.

 

Germania: +2,8% m/m per ordini di fabbrica a luglio

Nel mese di luglio gli ordini di fabbrica in Germania hanno mostrato un rialzo mensile del 2,8% rispetto al +28,8% della passata lettura (dato rivisto da +27,8%). Il consensus Bloomberg indicava una crescita del 5 per cento. Su base annua il dato ha registrato un calo del 7,3% dal precedente -10,6% (consensus a -6%).

Eurozona: +4,1% m/m per produzione industriale a luglio, -7,7% a/a

Nella zona euro la produzione industriale ha mostrato una crescita mensile del 4,1% a luglio contro il precedente +9,5% (dato rivisto da +9,1%) e il +4,2% del consensus Bloomberg. Su base annua il dato ha segnato invece una contrazione del 7,7%, in recupero rispetto al -12% della passata rilevazione (dato rivisto da -12,3%). Il consensus Bloomberg si attende un calo più marcato e pari a -8,1 per cento.

 

Germania: bilancia commerciale migliora più del previsto a luglio, ma export delude

La bilancia commerciale della Germania migliora, mostrando a luglio un surplus di 18 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 14,5 miliardi del mese prima e oltre i 16 miliardi stimati dagli analisti. Le esportazioni sono salite del 4,7% rispetto al mese precedente, rallentando il ritmo dal +14,9% di giugno e deludendo le attese degli analisti che avevano previsto un aumento del 5%. Le importazioni sono aumentate dell’1,1% dopo il +7% di giugno, sotto le aspettative ferme a +3,3%.

 

Piano Macron da 100 miliardi alimenta balzo Borse Ue, sul Ftse Mib scatenate FCA e TIM. Euro/dollaro scende ancora

Emmanuel Macron cala l’asso di un maxi-piano di stimoli da 100 mld per rilanciare l’economia francese. Il governo transalpino ha presentato un pacchetto di stimoli da 100 miliardi di euro. Il pacchetto, che sarà finanziato al 40% dal Recovery Fund dell’UE, mira a ridurre le tasse sulle imprese di oltre 20 miliardi di euro in 10 anni, una delle politiche centrali su cui Macron è stato eletto nel 2017 ma che non è stato ancora in grado di implementare.
Nei giorni scorsi il Commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, aveva detto riferendosi all’Italia:  “Guai se usiamo questi 200 miliardi per ridurre le tasse, sarebbe davvero un messaggio sbagliato”.Le azioni francesi hanno raggiunto il livello più alto in quasi due mesi con Cac 40 arrivato fino a +2%, bene anche Piazza Affari con il Ftse Mib tornato sopra quota 20 mila punti con FCA e Telecom Italia in spolvero a quasi +4%. Assist al risk-on anche dai segnali che la Banca centrale europea è preoccupata per la forza della valuta e potrebbe valutare nuovi stimoli. Indicazioni che hanno accentuato il movimento al ribasso dell’euro in area 1,18 contro il dollaro.

Piano record finanziato in buona parte dal Recovery Fund

Il piano “France Relance” da 100 miliardi di euro, ovvero più del 4% del PIL del 2019, ossia il doppio del piano di ripresa avviato dopo la crisi finanziaria del 2008. Se i tempi verranno rispettati, lo stimolo per il prossimo anno ammonterebbe all’1,5% del PIL.
L’economia francese ha assistito a un crollo del pil nella prima metà dell’anno (-5,9% nel primo trimestre e -13,8% nel secondo).
I dettagli del piano di ripresa annunciati oggi dal primo ministro francese, Jean Castex, vedono la Francia concentrandosi principalmente sullo stimolo dal lato dell’offerta e sulla transizione verde. L’obiettivo principale del governo è aumentare l’occupazione, in modo che il tasso di disoccupazione scenda al di sotto del 10% entro il 2022.

Tre pilastri per la ripresa

Il piano si articola su tre pilastri. Innanzitutto, 30 miliardi di euro sono destinati alla transizione green, con sussidi per il rinnovamento energetico degli edifici (7 miliardi di euro), 11 miliardi di euro per i trasporti (principalmente per lo sviluppo delle ferrovie, ma anche bonus per l’acquisto di veicoli puliti e sostegno alla bicicletta), 9 miliardi di euro per la decarbonizzazione delle attività industriali e 1,2 miliardi di euro per la transizione agricola. “Si tratta di un piano di ripresa molto green, nell’ottica di allinearsi all’obiettivo carbon neutral che la Francia si è posta per il 2050”, Charlotte de Montpellier, economista di Ing.
Il secondo pilastro del piano si concentra sulla competitività e l’innovazione delle imprese e arriverà a 35 miliardi di euro. La maggior parte di questa dotazione (20 miliardi di euro) sarà destinata alla riduzione di diverse imposte sulle società nel 2020 e nel 2021. “Questa riduzione dovrebbe avvantaggiare principalmente le piccole e medie imprese – argomenta Ing – e l’importo rimanente sarà speso per sostenere gli investimenti e il trasferimento e per rafforzare il capitale proprio delle società”.
Il terzo pilastro di ulteriori 35 miliardi di euro include spese per “solidarietà e competenza”. In particolare, si compone di un piano per l’occupazione giovanile (6,5 miliardi di euro), 6,6 miliardi di euro già stanziati per il lavoro part-time, oltre ad aiuti agli enti locali e piani di investimento per gli ospedali.
“Il piano di ripresa è principalmente un piano di investimenti – asserisce Charlotte de Montpellier – che mira a rafforzare il lato dell’offerta dell’economia più che quello della domanda. L’obiettivo del governo francese è preparare la Francia al 2030 e aumentare il potenziale di crescita di un ulteriore punto entro 10 anni”.

Eurozona: vendite al dettaglio in calo dell’1,3% a luglio

A luglio 2020, un mese caratterizzato da un certo allentamento delle misure di contenimento del COVID-19 in molti stati europei, il volume delle vendite al dettaglio destagionalizzato è diminuito dell’1,3% nell’area Euro e dello 0,8% nell’UE rispetto a giugno 2020. Lo si apprende dalle stime dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Nel giugno 2020, il volume delle vendite al dettaglio è aumentato del 5,3% nell’area dell’euro e del 5,1% nell’UE.

E invece sì, dopo mossa Fed la Bce teme Super euro. Incubo deflazione, Lagarde & Co. pensano a nuovo bazooka

E invece sì, la Bce è preoccupata per i recenti balzi dell’euro. E’ quanto emerge dall’ articolo del Financial Times “Rising euro stokes ECB worries over falling prices“, ovvero “il rialzo dell’euro alimenta le preoccupazioni della Bce sul calo dei prezzi”.
Dall’FT emerge che, a fronte dell’apparente imperturbabilità mostrata in via ufficiale riguardo alla corsa della moneta unica, nei piani alti di quel grattacielo di Francoforte, sede della Bce, la tensione c’è, ed è piuttosto palpabile.Fino a oggi diversi investitori e strategist erano rimasti sorpresi o delusi dalle dichiarazioni ufficiali rilasciate dalla Bce, in merito al recente rally dell’euro: dagli esponenti, non era emersa infatti nessuna preoccupazione. Bocche più o meno cucite, inoltre, sull’intenzione o meno della banca centrale europea di lanciare nuovi stimoli, in risposta al grande annuncio sulla svolta della politica monetaria della Fed, arrivato la scorsa settimana da Jerome Powell.E’ stato proprio quell’annuncio a scatenare la carica degli orsi contro il dollaro, permettendo all’euro, due giorni fa, di testare il nuovo massimo degli ultimi due anni, con il superamento della soglia di $1,20. Più che rassicurare i mercati, la Bce ha fatto però un’altra gaffe (altra, in quanto è ancora viva nella memoria l’incredibile frase che addirittura la stessa numero uno dell’istituzione, Christine Lagarde, proferì mesi fa sullo spread.
Stavolta la nuova gaffe ha visto protagonista l’esponente del Consiglio direttivo della Bce, Isabel Schnabel che, qualche giorno dopo l’annuncio di Powell, ha detto che la banca centrale non ha motivo di aumentare le misure di stimoli lanciate in tempi di COVID-19 (riferimento al PEPP o anche QE di emergenza, pensato ad hoc proprio per arginare gli effetti disastrosi sull’economia della pandemia coronavirus).
Quell’apparente quasi sfacciata imperturbabilità ha avuto effetti anche sui titoli di stato dell’Eurozona, nello specifico sui BTP, che hanno visto schizzare i rendimenti al record in settimane, con effetti evidenti sullo spread BTP-Bund, tornato a infiammarsi.
Ma la calma della Bce è, per l’appunto, solo apparente:
“Gli esponenti top della Bce hanno avvertito che, se la moneta continuerà ad apprezzarsi, peserà sulle esportazioni, affossando i prezzi e intensificando le pressioni sul lancio di nuovi stimoli”, si legge nell’articolo dell’FT, che continua rendendo noto “che diversi membri del Consiglio direttivo della Bce hanno riferito al Financial Times che il rialzo dell’euro nei confronti del dollaro Usa e verso molte altre valute rischia di frenare la ripresa dell’economia dell’Eurozona”.
Questo, in vista della riunione dello stesso Consiglio, che avverrà la prossima settimana, giovedì 10 settembre.
“Nelle ultime settimane c’è stato un apprezzamento dell’euro, che è sempre preoccupante in un contesto di debolezza della domanda, soprattutto per l’area euro, che è l’economia più aperta al mondo e che insolitamente sta dipendendo dalla domanda globale”, ha sottolineato un altro esponente del board. Lo stesso ha ricordato come la svolta annunciata dalla Fed la scorsa settimana, che vedrà ora la banca centrale Usa proiettata verso un target di inflazione media (del 2%) – impostazione più dovish di quella precedente – ha spinto al rialzo l’euro nei confronti del dollaro, facendo aumentare le pressioni sulla Bce affinché faccia qualcosa, magari attingendo alla revisione di politica monetaria su cui sta lavorando. Revisione che, che tra l’altro dovrebbe essere completata il prossimo anno.
“Il problema – ha detto un altro esponente della Bce- è che la Fed ha già deciso, fattore che potrebbe portare il mercato a rietenere che i tassi di interesse siano strutturalmente più alti nell’area euro, e che a sua volta potrebbe innescare un ulteriore apprezzamento dell’euro”.
La moneta unica aveva tra l’altro già imboccato il trend rialzista, visti i suoi guadagni di circa l’8% dallo scorso febbraio.
“E’ una preoccupazione che sale, sebbene non sia ancora enorme”. Ma “se il trend continua allora sarà un problema, a cui dovremo guardare”. Lo stesso ha aggiunto che l’apprezzamento dell’euro richiederà probabilmente alla Bce di tagliare ulteriormente il proprio outlook sull’inflazione, nella riunione prevista per la prossima settimana.
E mentre gli analisti di Société Générale prevedono un balzo dell’euro-dollaro fino a $1,35 in un arco temporale di 2-3 anni, il falco tedesco Jens Weidmann commenta, facendo riferimento a tutti gli stimoli lanciati in Europa, che “i sostegni straordinari fiscali e monetari dovranno essere temporanei ed essere ridotti dopo il COVID”.
Un terzo esponente del Consiglio ha continuato, facendo notare all’Ft che la forza dell’euro deriva comunque da alcuni fattori positivi, come la recente approvazione da parte del Consiglio Ue del Recovery Fund anti-pandemia da 750 miliardi di euro, e la ripresa più forte delle attese che l’economia europea sta riportando dalla crisi del coronavirus.
“Quello a cui stiamo assistendo riflette una storia positiva ….ma sancisce anche il punto di una fase in cui probabilmente l’euro era sottovalutato nei confronti del dollaro. Oggi, la situazione non è così preoccupante, ma potrebbe diventare un problema”.
In realtà, oltre al commento di Schnabel, questa settimana a mettere in guardia contro un eventuale apprezzamento eccessivo dell’euro è stato lo stesso responsabile economista della Bce, Philip Lane che, stando a quanto riporta l’FT, ha commentato, nel vedere balzare la valuta al di sopra della soglia di $1,20 contro il dollaro Usa, che l’”euro-dollaro ha importanza” e che, “se ci sono forze al rialzo che condizionano il cambio, allora queste condizionano anche le nostre stime sull’Europa e sul mondo e, di conseguenza, condizionano la nostra impostazione di politica monetaria”.
L’agguato però è sempre là, e porta sempre il volto di Jens Weidmann, presidente della Bundesbank ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, che per anni ha fatto la guerra all’ex numero uno della Bce, Mario Draghi.
Intanto guardando alla prossima settimana Frederik Ducrozet, strategist presso Pictet Wealth Management, ha riferito all’FT di ritenere che la Bce taglierà le proprie stime sull’inflazione del 2022 dall’1,3% all’1,2%-1,1%, per riflettere l’impatto deflazionistico che l’euro più forte ha sui prezzi alle importazioni.
“L’euro è un fattore che scatenerà la bassa inflazione nell’arco dei prossimi mesi”, ha detto Lane.
Il punto – ha spiegato Ducrozet – è che, tagliando l’outlook sull’inflazione a tali livelli, ben lontani dal target appena inferiore alla soglia del 2% stabilito dalla Bce –  la pressione affinché la banca riconsideri l’eventualità di rafforzare i suoi stimoli monetari salirà, specialmente ora che i dati hanno mostrato come l’Eurozona sia tornata in deflazione, ad agosto, per la prima volta in quattro anni.
Di conseguenza, “il minimo” che la Bce possa fare, secondo lo strategist, è di segnalare almeno l’intenzione di incrementare gli acquisti di bond lanciati con il QE pandemico, tra l’altro rallentati nel corso dell’estate. Tanto che, secondo Nick Kounis, responsabile della divisione di ricerca macro e finanziaria presso ABN Amro, se la Bce non farà nulla la prossima settimana, comunque alzerà entro la fine di quest’anno la portata del QE pandemico di altri 500 miliardi di euro.
Infine Christian Keller, responsabile della divisione di ricerca economica di Barclays, ha detto che il modo più efficace per abbassare il tasso di cambio rimane il taglio dei tassi di interesse. Ma, con il tasso sui depositi già al minimo record pari a -0,50%, “non credo che vorranno farlo”, ha aggiunto.

Istat su Pil Italia: ‘dati suggeriscono proseguimento fase ripresa, fiducia aumentata’

“Nel secondo trimestre il Pil italiano in volume ha registrato una contrazione senza precedenti (-12,8% rispetto al trimestre precedente), determinata dalla caduta dei consumi e degli investimenti”. Lo ha detto Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica dell’Istat, nel corso dell’audizione in Commissione Bilancio della Camera sul Recovery Fund.“Anche la componente estera ha fornito un contributo negativo – ha continuato Monducci – La sintesi trimestrale riflette anche nel nostro Paese andamenti mensili diversi legati alla tempistica delle misure di lockdown. Alla marcata contrazione della produzione e dei consumi di aprile è seguita una fase di recupero che ha caratterizzato i mesi di maggio e giugno, quando la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno mostrato decisi segnali di vivacità. Le informazioni disponibili per i mesi di luglio e agosto, seppure ancora parziali, suggeriscono il proseguimento della fase di ripresa. Il clima di fiducia delle imprese è aumentato in entrambi i mesi in tutti i settori economici anche se i
livelli degli indicatori sono ancora inferiori a quelli precedenti la crisi, soprattutto nei servizi di mercato.“Ulteriori segnali positivi – ha continuato Monducci – si rilevano a luglio quando, rispetto al mese precedente, si osservano aumenti nei dati dei consumi elettrici e dellafatturazione elettronica. A luglio, inoltre, stime preliminari sui flussi commerciali con i paesi extra-ue indicano la prosecuzione della fase di risalita delle vendite all’estero, con un dimezzamento del calo tendenziale dell’export osservato a giugno. Il livello di produzione industriale registrato a giugno, seppure ancora inferiore
del 12,8% rispetto a febbraio, determinerebbe una crescita media del terzo trimestre rispetto al secondo del 16,4%, nell’ipotesi che l’indice restasse invariato nei mesi estivi. Il passaggio da un rimbalzo alla ripresa richiede tuttavia il mantenimento di un sentiero di crescita della produzione industriale positivo anche nei mesi estivi, seppure a tassi mensili più moderati di quelli dei due mesi precedenti”.

Germania: -0,9% m/m per vendite al dettaglio a luglio, deluse attese

Nel mese di luglio le vendite al dettaglio hanno mostrato una contrazione dello 0,9% rispetto al -1,9% della passata rilevazione. Il mercato si attendeva un ulteriore miglioramento, con dato in rialzo dello 0,5 per cento.

COVID, Draghi: ‘Sussidi dovranno scendere, lavoro ai giovani’. E ‘finché non si trova vaccino, test di massa per rilanciare economia’

L’ex presidente della Bce Mario Draghi torna a parlare di COVID e di come i governi stanno gestendo la crisi scatenata dalla pandemia, lanciando un messaggio preciso. Gli stimoli lanciati e in attesa di essere lanciati, dice, dovranno essere canalizzati a favore di quei settori che possono creare nuovi posti di lavoro per i giovani, piuttosto che per salvare quelli vecchi e difendere lo status quo.“I sussidi dovranno scendere e al tempo stesso si creeranno nuovi posti di lavoro per i giovani”. Mario Draghi ha parlato nel corso dell’intervista rilasciata al professor Filippo Crea – ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e dall’altro ieri (primo italiano) editor in chief delloEuropean Heart Journal -, nella giornata conclusiva del Congresso della Società Europea di Cardiologia – Escardio 2020.“I governi hanno dato la giusta risposta con l’aumento del debito e del deficit per ammorbidire l’impatto del Covid”, ha riconosciuto l’ex timoniere della banca centrale europea, ora guidata da Christine Lagarde. E, ha aggiunto, “dovremmo spendere molto di più per la salute“, visto che “la pandemia (da coronavirus) ha messo in rilievo l’importanza di avere buone strutture sanitarie”.Detto questo, nonostante la giusta risposta data dai governi, solo “la scoperta del vaccino eliminerà tante incertezze che ci sono al momento” . Inoltre, “finché non sarà trovato un vaccino anti-Covid, per rilanciare l’economia servono test di massa e tracciamento”.Draghi è tornato sotto i riflettori nelle ultime ore anche per l’attacco lanciato contro di lui da Alessandro Di Battista (M5S). In un post su Facebook, Di Battista ha così scritto:“Il divino Draghi ha diretto l’acquisizione da parte della Repubblica italiana di titoli speculativi che hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, arricchito le banche private ed impoverito le casse dello Stato. È difficile avere cifre esatte su queste operazioni. Sull’acquisto di derivati perdura un sostanziale segreto di Stato come per la strage di Ustica. In effetti la verità farebbe male. Farebbe male a quei tecnici strapagati, con curricula di tutto rispetto, usciti dalle migliori università del pianeta, che inorridiscono quando il popoluccio si interessa di questioni che vanno oltre il calcio mercato, che tuttavia sono stati capaci di farci perdere miliardi di euro e che adesso sognano persino di sedersi al Quirinale, supportati da una classe politica che non può far altro che restare in silenzio avendo la bocca tappata dalle mani ossute di centinaia di scheletri negli armadi…”.

Coronavirus, Draghi: ‘da governi data giusta risposta, con aumento debito e deficit’

“I governi hanno dato la giusta risposta con l’aumento del debito e del deficit per ammorbidire l’impatto del Covid”. Così, stando a quanto riporta l’Ansa, l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, in una intervista rilasciata nella giornata conclusiva del Congresso della Società Europea di Cardiologia – Escardio 2020.Tuttavia Draghi ha aggiunto che, a suo avviso, solo “la scoperta del vaccino eliminerà tante incertezze che ci sono al momento”. “Finché non sarà trovato un vaccino anti-Covid, per rilanciare l’economia servono test di massa e tracciamento”, ha aggiunto l’ex numero uno della Bce.

Goldman Sachs abbassa stime PIL Europa: rimbalzo sarà meno forte complice seconda ondata contagi

I nuovi casi di Covid, aumentati notevolmente in Europa nelle ultime settimane, vedono in paesi quali Spagna e Francia tassi giornalieri vicini ai picchi di metà aprile. “Sebbene la crescita dei casi rimanga finora significativamente inferiore rispetto all’inizio dell’anno, anche in Germania e in Italia i numeri sono in costante aumento”, rimarca Goldman Sachs in un report dove pone l’accento sul ritorno di alcune misure di contenimento da parte dei governi. Uno scenario che porta la casa d’affari Usa a rimettere mano alle stime per il trimestre in corso indicando un PIL per il terzo trimestre in rimbalzo dell’8% rispetto all’8,9% indicato in precedenza, complice principalmente il rallentamento della crescita in Spagna e Francia.

Secondo lockdown in Francia? Cosa c’è dietro alla minaccia di Macron e quali effetti per l’Italia

I contagi da Covid-19 esplodono in Francia e il presidente minaccia una seconda quarantena. E dalla Germania anche la cancelliera Merkel invita a non sottovalutare il trend.

Sul finire della scorsa settimana, il presidente Emmanuel Macron ha avvertito che in Francia potrebbe venire imposto un secondo “lockdown”. Il numero quotidiano dei contagi è salito nei 7 giorni al sabato 29 agosto di quasi 5.000 unità, praticamente più della fase più critica dell’emergenza sanitaria, sebbene il numero dei morti rimanga contenuto, pari a 90 in una settimana. Dalla Germania, la cancelliera Angela Merkel ha messo in guardia i tedeschi sul fatto che i prossimi mesi saranno duri sul fronte Covid-19. Insomma, non solo la guardia non viene abbassata né a Parigi e né a Berlino, ma salgono le probabilità di uno scenario avverso dopo l’estate, di un ritorno ai mesi bui della quarantena.Le parole di Macron svelano non solo la preoccupazione dell’Eliseo per la crisi sanitaria ancora in corsa, quanto anche per i contraccolpi economici. La Francia non sta vedendo di buon occhio il recente apprezzamento del cambio euro-dollaro (+6% nel terzo trimestre), perché è ben consapevole che l’Eurozona non possa permetterselo, dovendo affidarsi per la ripresa alle esportazioni, forza motrice della sua economia.Ora, dopo che la Federal Reserve ha prospettato per gli USA tassi bassi a lungo e, in generale, una politica monetaria strutturalmente molto più espansiva, il rischio sarebbe di assistere a un vigoroso e veloce apprezzamento dell’euro contro il dollaro, con gli analisti a non escludere un cambio a breve in area 1,25 e che punterebbe nel tempo a 1,50, come prima della crisi finanziaria del 2008. Uno scenario orribile per le imprese dell’unione monetaria, che, oltre alla debole domanda interna, farebbero i conti con il duro impatto del cambio sulle loro esportazioni.

Il vero obiettivo delle parole di Macron

E non c’è modo migliore per frenare il rafforzamento di una valuta o per invertirne il trend di far pesare sulla banca centrale le incognite per il futuro.Con l’allarme lockdown, Macron ha lanciato un chiaro messaggio alla BCE: “non azzardatevi a riporre gli stimoli monetari nel cassetto, perché ne avremo bisogno ancora a lungo”. Se qualcuno tra i “falchi” del Nord Europa si facesse prendere allucinazioni come sul rialzo dei tassi o la fine degli acquisti di assets tra alcuni mesi sarebbe bene che si facesse un giro in cortile per riflettere.

Macron pretende non solo un euro debole per sostenere l’export, ma anche acquisti serrati e a lungo termine dei bond, così da tenere sotto controllo i costi di rifinanziamento dei debiti sovrani, questi ultimi esplosi ovunque e che nella sua Francia quest’anno schizzerebbero a non meno del 125% del pil. La minaccia del lockdown non è altro che un modo per segnalare ai mercati, oltre che a Francoforte, che la politica monetaria nell’area dovrà necessariamente essere tenuta ultra-espansiva per molto tempo ancora e che lo stesso ripristino del Patto di stabilità sia al momento un’ipotesi del terzo tipo.

Per l’Italia, questo “terrorismo” verbale fa bene al debito, i cui rendimenti sul mercato secondario continuano a restare bassissimi, pur i più alti d’Europa insieme alla Grecia. Certo, per contro rischia di acuire il pessimismo di imprese e famiglie sul futuro. Se Parigi piange, perché Roma dovrebbe ridere? Chi mai prenoterà una vacanza o programmerà un investimento fino a quando non avrà certezza che l’emergenza sanitaria sarà cessata?

I contagi risalgono in tutta Europa, ma i rischi di nuovi lockdown restano bassi

 

L’Unione Europea dovrà affrontare nei prossimi mesi un forte shock economico che metterà a dura prova la solidarietà europea e potrebbe avere conseguenze politiche e sociali dannose, ha affermato Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per affari esteri e politica di sicurezza, lunedì al Forum strategico di Bled 2020.

“La nostra economia subirà un forte shock dopo l’estate, quando le persone torneranno dalle vacanze e scopriranno che molte aziende sono scomparse e in molti si troveranno senza ricavi. Sarà una grande prova per la solidarietà europea”, ha detto il capo della politica estera dell’UE.Borrell ha avvertito che alcuni Stati membri potrebbero affrontare una grave crisi economica con ulteriori aziende in bancarotta e lavoratori perdere il posto. In questo momento, gli investimenti saranno cruciali per sostenere l’economia degli Stati membri dell’UE e del blocco stesso, ha affermato il capo della politica estera.

“Nei prossimi mesi la sfida più importante sarà quella economica. Di sicuro, i problemi economici avranno conseguenze sociali e forse politiche”, ha commentato Borrell, aggiungendo che la Banca centrale europea sta lavorando diligentemente per fornire finanziamenti.

A seguito dei prolungati negoziati iniziati a luglio, i leader dell’UE hanno concordato un pacchetto di interventi del valore di 750 miliardi di euro in prestiti e sovvenzioni per aiutare gli Stati membri a riprendersi dopo la pandemia COVID-19. Tuttavia, Borrell ha affermato che l’attuazione pratica del fondo di emergenza avrà le sue difficoltà.

“L’attuazione del pacchetto economico sarà decisiva, ma non sarà così facile perché spendere 750 miliardi con le tante condizionalità … metterà in seria prova le capacità amministrative degli Stati membri, lasciando da parte il problema della ratifica politica”, Borrell ha detto, aggiungendo che gli Stati membri dell’UE dovranno essere “pronti ad affrontare una situazione economica molto spiacevole”.

Il capo della politica estera dell’UE ha osservato che il piano di ripresa del blocco dei paesi UE deve ancora essere ratificato dai parlamenti nazionali degli Stati membri. Borrell ha detto che sarebbe un “grande fallimento” se gli Stati membri non ratificassero la proposta.

Secondo l’accordo raggiunto dai leader dell’UE a luglio, l’Italia riceverà il 28 per cento del fondo di recupero COVID-19 dell’Unione europea, il più grande di qualsiasi nazione, che comprende 81 miliardi di euro di sovvenzioni e 127 miliardi di euro di prestiti rimborsabili.

Eurozona: disoccupazione sale al 7,9% a luglio

Nel luglio 2020, un mese caratterizzato da un certo allentamento delle misure di contenimento del COVID-19 in molti stati dell’Europa, il tasso di disoccupazione destagionalizzato dell’Area Euro è stato del 7,9%, rispetto al 7,7% di giugno 2020. Il tasso di disoccupazione dell’UE è stato del 7,2% a luglio 2020, in aumento rispetto al 7,1% di giugno 2020. Questi dati sono stati pubblicati dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.

Germania: Pmi manifatturiero peggiora a 52,2 ad agosto (finale)

Nella lettura finale di agosto il Pmi manifatturiero peggiora, attestandosi a 52,2 dai 53 della lettura preliminare e del consensus Bloomberg.

Italia: Pmi manifatturiero sale a 53,1 ad agosto da 51,9 di luglio

Gli ultimi dati PMI hanno evidenziato ad agosto il miglioramento più veloce delle condizioni operative del settore manifatturiero italiano in oltre due anni. Secondo quanto diffuso da Ihs Markit, il dato di agosto ha raggiunto quota 53,1, salendo da 51,9 di luglio e segnalando il secondo mese consecutivo di miglioramento delle condizioni operative del settore.“Continuano a migliorare ad agosto le condizioni operative del settore manifatturiero in Italia, il PMI manifatturiero principale ha infatti raggiunto il livello maggiore da giugno 2018”, sottolinea Lewis Cooper, economista di IHS Markit, aggiuggendo che “i dati di agosto hanno fornito alcuni segnali incoraggianti per il settore manifatturiero, indicando che siamo nel bel mezzo della ripresa dagli effetti catastrofici della pandemia”. L’esperto aggiunge che “le esportazioni però continuano a fungere da freno, e con il livello occupazionale ancora in contrazione, è improbabile che la sola domanda nazionale possa essere sufficiente ad alimentare una effettiva ripresa”.

Spagna: Pmi manifatturiero cala a 49,9 ad agosto

Nel mese di agosto il Pmi manifatturiero in Spagna si è attestato a 49,9 rispetto ai 53,5 di luglio. “La ripresa nel settore manifatturiero spagnolo si è presa una pausa in agosto dopo la crescita di luglio”, segnalano da Ihs Markit.

Il lavoro non c’è e in Europa s’inventano la settimana corta

Il ricorso alla cassa integrazione cresce a luglio in Italia, segno che la ripresa dell’occupazione dopo l’emergenza Covid resta lontana. Finlandia e Germania teorizzano la riduzione delle ore di lavoro durante la settimana.

A luglio, le ore di casse integrazione autorizzate dall’Inps sono cresciute del 10% a 449,6 milioni. Nel periodo aprile-luglio, quello interamente coperto dall’emergenza Covid, si è arrivati così a oltre 2,5 miliardi di ore. Il dato del mese scorso sottolinea come la ripresa dell’occupazione dopo lo shock dei mesi scorsi per via del “lockdown” non sia affatto arrivata, anzi resta lontana. Considerando una media di 23 giorni lavoratori e di 8 ore al giorno, i posti di lavoro tenuti in agghiaccio da uno dei principali ammortizzatori sociali previsti dalla nostra legislazione sarebbero quasi 2,5 milioni.

Il divieto di licenziamento per le imprese mette a rischio tutti i posti di lavoro

In altre parole, se le imprese fosse libere di licenziare – il divieto è stato esteso fino a fine anno – il tasso di disoccupazione s’impennerebbe, magari fino a sfiorare il 20%. Il problema esiste in tutta Europa, per quanto l’Italia partisse già prima del Covid da una condizione assai precaria, con uno dei tassi di occupazione più bassi di tutto il mondo avanzato.

Le proposte in Europa

E così, la premier finlandese Sanna Marin ha rilanciato uno dei cavalli di battaglia del suo Partito Social Democratico, quando ha dichiarato che “la riduzione a 6 ore di lavoro al giorno non dovrebbe essere accantonata”. La giovane donna ha spiegato che in passato, quando le ore di lavoro vennero abbassate a 8 al giorno, gli stipendi in Finlandia non diminuirono, anzi nei decenni crebbero. E così, aggiunge, avverrebbe anche stavolta.In Germania, il tema della riduzione dell’orario è stato lanciato dal capo di IG Metall, Joerg Hofmann, il potente sindacato dei metalmeccanici, che invita a valutare l’idea della settimana corta di 4 giorni.Dal ministro del Lavoro, il socialdemocratico Hubertus Heil, è arrivata l’inattesa apertura: “la settimana corta di 4 giorni potrebbe essere la risposta al cambiamento strutturale di settori come l’industria dell’auto”.Non è la prima volta che in Europa si discute di ridurre le ore di lavoro settimanali dalle 40 attualmente vigente un po’ in tutto il continente. Nel 1997, il ministro del Lavoro francese, la socialista Martine Aubry, ottenne la riduzione a 35 ore, pur annacquata nel tempo, al fine di aumentare l’occupazione. I risultati di quell’esperimento furono scarsi, ma a sinistra il tema viene riesumato dopo un paio di decenni, forse per riallacciare il dialogo con la categoria dei lavoratori, tra i quali sono andati perduti moltissimi consensi a favore di formazioni di destra, alcune delle quali euro-scettiche.

L’indebita intromissione del legislatore

E’ vero che l’orario di lavoro è stato ridotto in passato dal legislatore, ma in quei casi si trattò di adeguarsi alle mutate e migliorate condizioni del mercato del lavoro, la cui crescita della produttività rendeva possibili stipendi più alti e percepiti in meno tempo. Oggi, la situazione appare capovolta: a fronte di una crisi di proporzioni bibliche e inattesa, arrivata dopo anni di produttività stagnante, i governi vorrebbero per legge decretare che si possa lavorare non più di 6 ore al giorno o 4 giorni a settimana, così da creare nuova occupazione. Ma questa imposizione non farebbe altro che alzare i costi di produzione, disincentivando le imprese ad assumere e produrre.Per contro, è vero che legare la giornata lavorativa a un orario standard stia diventando ormai obsoleto e che concentrare gli sforzi in un arco temporale minore contribuirebbe, in molti casi, ad accrescere la produttività. Ma non sarà una legge dello stato a stabilire tutto ciò. E’ il mercato che decide per sé, altrimenti rischiamo di uscire dalla crisi sanitaria creando le condizioni perfette per una stagnazione secolare.

Merkel teme per le finanze della Germania e avvisa: ‘prossimi mesi difficili’

Il cancelliere tedesco Angela Merkel avvisa che la crisi Covid rappresenta una sfida per la salute finanziaria della Germania perché non c’è certezza per quanto tempo la pandemia durerà. “La Germania può permettersi le misure prese finora – ha rimarca la Merkel nel corso dell’annual summer address a Berlino – e tutto le decisioni sono state bilanciate con il rischio di non agire”.

Merkel: Covid mette a rischio salute finanziaria della Germania

Il cancelliere tedesco Angela Merkel avvisa che la crisi Covid rappresenta una sfida per la salute finanziaria della Germania perché non c’è certezza per quanto tempo la pandemia durerà. “La Germania può permettersi le misure prese finora – ha rimarca la Merkel nel corso dell’annual summer address a Berlino – e tutto le decisioni sono state bilanciate con il rischio di non agire”.La Merkel ha fatto presente come perduri l’incertezza circa quando effettivamente arriverà un vaccino. “Non sappiamo se saranno tre mesi o 12 mesi o 15 mesi. In tal senso è davvero una sfida sconosciuta alla nostra capacità finanziaria”.

Fed manda alle stelle l’euro/dollaro, Borse UE smarriscono bussola. Sul Ftse Mib occhi su Enel, TIM e Unicredit

La Fed spariglia le carte e Piazza Affari, così come le altre Borse UE, fatica a ritrovare la retta via. Il Ftse Mib, che già ieri aveva sofferto con -1,44% (peggior Borsa Ue) oggi ha aperto in buon recupero per poi subito virare nuovamente in rosso. toccando un minimo a 19.686 punti.
All’indomani della Fed, che ha rivisto l’obiettivo di inflazione indicando un average inflation target (AIT) intorno al 2% (ossia consentirà uno sforamento temporaneo del 2%), gli investitori del Vecchio continente si concentrano più sulla delicata situazione economica e sull’aumento dei contagi in diversi paesi dell’UE, Italia compresa, che potrebbe rallentare la ripresa. In aggiunta, pesa il balzo dell’euro arrivato in area 1,19 contro il dollaro.Infatti, a seguito delle parole di Powell, il dollaro è inizialmente sceso bruscamente nei confronti dello yen e dell’euro, ma si è invertito quando i rendimenti dei Treasury USA a lungo termine sono tornati ai livelli più alti degli ultimi mesi (tasso Treasury a 10 anni in area 0,77%).

“Il  nuovo linguaggio Fed offre loro la flessibilità per spingere un po’ più l’economia  prima di prendere in considerazione l’aumento dei tassi di interesse e dà il via libera a un più modesto irripidimento della curva dei rendimenti e alla debolezza del dollaro”, rimarcano gli analisti di ING.

Borse europee aprono in leggero rialzo all’indomani della svolta Fed

Le Borse europee si muovono in leggero rialzo a inizio seduta, in un timido tentativo di rimbalzo dopo i ribassi di ieri. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 segna un +0,12%. A Francoforte il Dax sale dello 0,20%, a Parigi il cac40 guadagna lo 0,15% e a Londra l’indice Ftse 100 segna un +0,30%. Gli investitori riprendono confidenza negli asset più rischiosi dopo aver accolto con un certo scetticismo la svolta storica della Federal Reserve, che lascia auspicare un mantenimento dei tassi di interesse quasi a zero negli Stati Uniti e una maggiore tolleranza a una inflazione oltre il 2%. La seduta odierna sarà movimentata da diverse indicazioni macro, tra cui spiccano gli indicatori di fiducia in Italia ed Eurozona. Dagli Stati Uniti giungeranno nel pomeriggio la bilancia commerciale, i redditi e la spesa delle famiglie e la fiducia dei consumatori calcolata dall’università del Michigan.

Francia: Pil II trimestre (preliminare) -13,8%, confermato crollo storico

Il Prodotto interno lordo (Pil) della Francia ha segnato nel secondo trimestre del 2020 un crollo storico del 13,8% rispetto al trimestre precedente. Si tratta della lettura preliminare fornita dall’Insee, l’ufficio di statistica nazionale francese, che conferma la prima stima rilasciata lo scorso 31 luglio. Da quando ha iniziato a rilevare l’attività economica su base trimestrale, l’Insee non ha mai registrato un crollo di tale portata.

Germania: sondaggio Gfk, fiducia consumatori torna a peggiorare. Deluse le attese

In Germania la fiducia dei consumatori è vista in peggioramento, dopo tre mesi consecutivi di miglioramento. Secondo il sondaggio Gfk in relazione al mese di settembre, la fiducia dei consumatori tedeschi si è attestata a -1,8 punti dai -0,2 punti della passata rilevazione (dato rivisto al rialzo dai -0,3 punti precedenti), in scia all’aumento dei contagi da coronavirus. Deluse le attese degli analisti che si aspettavano un ulteriore aumento della fiducia a 1,2 punti.

Germania: in arrivo estensione dei sostegni economici per circa 10 mld

In Germania, i partiti del governo di coalizione tedesco hanno trovato l’accordo per l’estensione delle misure di sostegno contro l’impatto della crisi del coronavirus per un costo fino a 10 miliardi, incluso il prolungamento di un regime di lavoro a orario ridotto e il congelamento delle regole sull’insolvenza. Lo riporta Reuters.La contrazione del pil trimestrale tedesco (-9,7%), la peggiore contrazione nella sua storia, vede il governo impegnato a mitigare il più possibile gli effetti della pandemia, vista anche l’avvicinarsi delle elezioni previste per l’autunno 2021.Annegret Kramp-Karrenbauer, leader del partito conservatore Cdu, ha dichiarato “Il coronavirus rimane una realtà e una sfida. Oggi abbiamo concordato che estenderemo importanti ed efficaci misure su come affrontare il coronavirus”.Tra le principali decisioni figurano l’estensione dei sussidi per il lavoro a orario ridotto, la cui scadenza era prevista a marzo 2021, fino alla fine del prossimo anno, e il prolungamento degli aiuti per le piccole e medie imprese fino alla fine del 2020.

Chi sono i miliardari italiani e perché ci parlano del declino economico dell’Italia

La classifica degli uomini più ricchi nel mondo ci segnala un grosso problema per l’Italia e che nei fatti spiega meglio di mille parole le cause del nostro declino.

L’Italia non cresceva già da quasi 30 anni prima del Covid e adesso rischia di tornare ai livelli reali del pil di inizio anni Novanta. Se la pandemia colpisce un po’ tutte le economie della Terra, i tempi di recupero per la nostra rischiano di essere molto più lunghi. Crisi del 2008-’09 insegna. Per capire perché, basterebbe forse scorrere la classifica degli uomini italiani più ricchi. I Paperoni si chiamano: Giovanni Ferrero, a capo del colosso alimentare omonimo e che tra l’altro produce la Nutella: 32 miliardi di dollari di patrimonio; seguono Leonardo Del Vecchio di Luxottica con 20,4 miliardi, i fratelli Gianfelice Mario e Paolo Rocca di Techint con 8,2 miliardi, Silvio Berlusconi con 7,17 miliardi e Giorgio Armani con 6,23 miliardi.Cosa ci dice questo primo spicchio di classifica? Anzitutto, che l’età media dei top five miliardari italiani sfiora i 75 anni. Secondariamente, sono tutti imprenditori attivi in settori maturi e tradizionali dell’economia: alimentare, moda e accessori, telecomunicazioni e acciaio. Tanto di cappello per le capacità, che non vogliamo minimizzare in alcun modo. Semplicemente, non possiamo non notare che l’arricchimento sia avvenuto nei decenni passati e mai in un settore oggi da considerarsi innovativo.Prendiamo l’America. I primi 5 uomini più ricchi si chiamano Jeff Bezos di Amazon (196 miliardi), e Bill Gates di Microsoft (114 miliardi), Mark Zuckerberg di Facebook (100 miliardi), Elon Musk di Tesla (84,8 miliardi) e Warren Buffett di Berkshire Hathaway (84 miliardi). Età media: 59 anni, 16 in meno dell’Italia, con 2 under 50, di cui uno under-40. Ma, soprattutto, si tratta perlopiù di imprenditori attivi in campi innovativi, che spaziano dall’informatica alle vendite online, passando per le auto elettriche e i social.Buffett fa eccezione, essendo a capo di un fondo d’investimento con ramificazioni un po’ ovunque. A fine mese, compie 90 anni.

Il modello americano vince

In pratica, questi super ricchi americani sono diventati tali nell’arco degli ultimi 20-30 anni, anche meno, come nel caso di Zuckerberg o di Bezos, quest’ultimo sconosciuto ai più fino a pochissimi anni fa e oggi diventato l’uomo più ricco al mondo. Alla base di questo arricchimento vi sono state l’innovazione, la capacità di rischiare in attività giudicate inizialmente persino una perdita di tempo e di denaro. Chiaramente, l’inventiva c’entra fino a un certo punto, forse marginalmente. Un Bezos italiano si sarebbe scontrato verosimilmente con le corporazioni del retail tradizionale e non avrebbe nemmeno potuto avviare l’attività di vendite su internet oltre certe dimensioni.E che dire di un Musk? Chi gli avrebbe prestato le decine di miliardi di dollari necessari per avviare un business ostile a quello delle auto con motore alimentato dal carburante? Il capitalismo relazionale avrebbe fatto scudo attorno a realtà come Fiat Chrysler per impedire la nascita di un concorrente “esterno”. E pensate che sarebbe mai potuto nascere un fenomeno Zuckerberg nelle università del Bel Paese? Sarebbe stato oggetto di derisione e scherno da parte dell’imprenditoria e del sistema bancario, perché nessuno avrebbe mai scommesso su un’attività che fattura mettendo in comunicazione persone residenti in qualsiasi parte del mondo.Per essere sinceri, non è solo l’Italia a soffrire di questo capitalismo gerontocratico e con la testa rivolta al passato. Non si hanno notizie di grosse realtà multinazionali come quelle della Silicon Valley nel resto d’Europa, nemmeno nella pur tanto invidiata Germania. Burocrazia, familismo, alta tassazione e forte ingerenza dei governi negli affari dei privati limitano le possibilità di sviluppo nel Vecchio Continente, dove per inventiva e conoscenze non esisterebbe alcunché da invidiare agli americani, i quali effettivamente importano gran parte delle risorse umane dal resto del mondo per sopperire alla carenza di “cervelli” in patria.Ma i capitali restano negli USA e semmai l’Europa perde le sue menti più brillanti per l’ottusità di chi la governa.

Emergenza Covid in Spagna: premier Sanchez esclude nuovo lockdown

La Spagna si conferma sotto la morsa del Covid con quasi 20 mila nuovi casi negli ultimi 4 giorni. Dalla stampa iberica sono arrivati degli appelli al governo di prendere delle misure drastiche per contenere la pandemia, ma oggi il primo primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, ha escluso un nuovo lockdown esercitando invece pressione sulle autorità regionali. “L’evoluzione non è buona, è preoccupante soprattutto in alcune regioni e dobbiamo affrontarla”, ha detto Sanchez in una conferenza stampa dopo una riunione di gabinetto a Madrid.“Dobbiamo appiattire questa seconda curva che ora sta salendo in modo minaccioso”, ha aggiunto il primo ministro che si è uniformato a quanto affermato nei giorni scorsi da Merkel e Macron che hanno escluso lo scenario di un nuovo lockdown.

Germania: indice Ifo in ascesa ad agosto

Fiducia del mondo imprenditoriale tedesco in miglioramento ad agosto. L’indice Ifo business climate, che misura la fiducia delle imprese tedesche, si è attestato a 92,6 punti ad agosto dai 90,4 punti di luglio. Battute di poco le attese degli analisti ferme a 92,2 punti. Nel settore manifatturiero, rimarca l’istituto Ifo, il clima del business è migliorato in modo considerevole.

Germania: PIL II trimestre rivisto a -9,7% t/t, -11,3% a/a. Tonfo più forte che in crisi 2008

 

Nel secondo trimestre del 2020, il PIl della Germania ha sofferto una caduta pari a -9,7% su base trimestrale, soffrendo gli effetti, sull’economia, della pandemia del coronavirus e del lockdown. E’ quanto ha reso noto Destatis, l’Ufficio nazionale di Statistica tedesco, rivedendo lievemente al rialzo il dato che, in via preliminare, aveva indicato una contrazione pari a -10,1% lo scorso 30 luglio.Su base annua, il Pil tedesco è scivolato dell’11,3%, rispetto al -11,7% inizialmente riportato.Destatis ha precisato che il tonfo del prodotto interno lordo è stato decisamente più forte di quello pari a -4,7% sofferto nel primo trimestre del 2009, nel pieno della crisi finanziaria globale del 2008.

Ripresa Eurozona già zoppica, Pmi giù e caos Covid in Francia alimenta incubo lockdown 2.0. Arriva il nein della Merkel

Perde vigore ad agosto la ripresa dell’attività economica dell’Eurozona. Il rapido avvio della ripresa sta rallentando durante i mesi estivi. Gli effetti positivi della riapertura delle economie si stanno attenuando soprattutto nel settore dei servizi. Indicazioni che hanno messo il freno alle Borse con Piazza Affari virata in rosso (-0,1%).

I dati flash PMI di agosto, rallentamento vistoso

I dati anticipatori diffusi da Ihs Markit evidenzia come sia l’attività commerciale che le nuove commesse sono cresciute modestamente e a un ritmo più lento rispetto a luglio. L’indice flash del settore manifatturiero è sceso da 51,8 d 51,7, mentre il Pmi servizi è sceso a 50,1 da 54,7 di luglio. Infine l’indice flash Composite Purchasing Managers, sintesi dei primi due e visto come un buon indicatore della salute economica complessiva, è sceso a 51,6 dalla lettura finale di luglio di 54,9. A luglio era stata registrata la prima espansione dell’attività commerciale in cinque mesi, con una fase di ripresa successiva alla pandemia da Covid-19 e alle perturbazioni causate dalle restrizioni in tutta l’area dell’euro.
Per quanto riguarda i singoli paesi, la crescita in Germania è rimasta solida, facendo registrare solo un modesto rallentamento rispetto a luglio. In Francia la crescita ha subito una perdita di slancio dopo la forte ripresa del mese precedente.

Asse Merkel-Macron per evitare un nuovo lockdown

Proprio dai due paesi, Francia e Germania, è arrivato ieri il monito di fare tutto il possibile per evitare un nuovo lockdown che avrebbe effetti devastanti. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha invitato i leader europei a lavorare insieme per evitare nuove chiusure in questa fase in cui la ripresa del coronavirus minaccia le economie. “Politicamente, vogliamo evitare di chiudere nuovamente le frontiere ad ogni costo, ma ciò presuppone che agiamo in coordinamento”, ha detto la Merkel ieridurante una visita a Emmanuel Macron. Lo stesso presidente francese aveva precedentemente affermato che un nuovo lockdown sarebbe deleterio. “Non possiamo chiudere il paese, perché il danno collaterale del confinamento è considerevole”, ha detto Macron, in un’intervista alla rivista Paris Match. Intanto in Francia i nuovi contagi sono schizzati ieri a 4.771, ossia i nuovi massimi dal lockdown. 

Niente ripresa a V

Agosto evidenzia quindi che la crescita in tutto il settore privato dell’Eurozona ha evidenziato una perdita di slancio. “La minore espansione complessiva – rimarca Ihs Markit – è dovuta esclusivamente alla debolezza del settore terziario, mentre è stata rilevata un’accelerazione della crescita della produzione manifatturiera. Nel
frattempo, le aziende dell’area euro hanno continuato a ridurre la forza lavoro”.
“Gli effetti positivi della riapertura delle economie si stanno attenuando nel settore dei servizi, a conferma che la ripresa non sarà a forma di V”, asserisce Bert Colijn, Senior Economist di Ing, che rimarca come i dati del PIL nel 3° trimestre saranno comunque molto positivi in quanto si misurano contro una base artificialmente bassa di un’economia bloccata. “Molto più rilevante sarà il livello di attività che verrà riportato – aggiunge l’economista – poiché gli effetti della riapertura stanno diminuendo nel corso del trimestre, avremo già un’idea decente del divario tra l’attività economica attuale e il pre-virus. Ciò probabilmente dimostrerà che una ripresa a forma di V non è in corso nonostante i dati di crescita trimestre su trimestre molto forti”.

Eurozona a un bivio

Commentando i dati, Andrew Harker, economist director presso Ihs Markit ha dichiarato: “La ripresa dell’Eurozona ad agosto ha perso slancio, sottolineando la debolezza intrinseca della domanda causata dalla pandemia da Covid-19. La ripresa è stata compromessa dall’aumento dei nuovi casi di infezione da coronavirus in varie zone dell’area euro, e al ripristino di restrizioni più rigide con il conseguente impatto particolarmente patito dalle imprese del terziario. Le aziende manifatturiere hanno continuato a registrare aumenti marcati della produzione e dei nuovi ordini”.
Harker ritiene che l’Eurozona si trova ad un bivio, con la crescita destinata a riprendersi nei prossimi mesi o a continuare a vacillare dopo la ripresa iniziale post-restrizioni. “Quale sarà il percorso intrapreso probabilmente dipenderà dalla capacità di bloccare la pandemia da Covid-19 e dalla fiducia delle imprese e dei loro clienti, necessaria per sostenere la crescita”

Ftse Mib in altalena sui dati PMI Francia e Germania

 

Piazza Affari sull’altalena in scia ai dati manifatturieri francese e tedesco. L’uscita alle 9.15 di quello francese sotto le attese infatti aveva fatto virare in negativo il Ftse Mib, mentre quello tedesco sopra le attese ha riportato sulla parità l’indice.In particolare, in Francia, l’indice PMI sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende manifatturiere è inaspettatamente sceso in agosto a 49 da 52,4 di luglio, il consensus si aspettava un miglioramento a 53. Male anche quello relativo ai servizi. In Germania invece l’indice PMI manifatturiero (pubblicato alle 9.30) è salito a 53, da 51 di luglio e meglio delle attese ferme a 52,3. Il PMI Servizi è caduto a 50,8 da 55: attesa 55.Piazza Affari aveva aperto in positivo in scia ai nuovi massimi del Nasdaq 100 e per gli aggiornamenti del vaccino di Pfizer.

Paure UE nella parola che appare 20 volte nei verbali Bce. Ing: rischio tilt economia dopo sblocco licenziamenti

I verbali pubblicati dalla BCE illustrano che la BCE non ha intuizioni esclusive su come contrastare la crisi e la conclusione dall’analisi dei dati disponibili è che l’economia della zona euro vedrà un netto rimbalzo iniziale, mentre la forma della successiva ripresa è tutt’altro che chiara. La parola “incertezza” appare ben 20 volte nel verbale.
Durante la discussione sulle prospettive economiche, la BCE ha fatto l’importante distinzione tra rimbalzo e ripresa, ad esempio affermando che “è importante sottolineare che, sebbene l’attività economica stesse guadagnando slancio, non c’era spazio per l’autocompiacimento”. Il fatto che le prospettive di crescita e inflazione nelle proiezioni di giugno fossero “condizionate a un sostanziale sostegno della politica monetaria, mentre qualsiasi inasprimento prematuro delle condizioni finanziarie potrebbe mettere a rischio la ripresa in corso”, mostra che l’attuale orientamento monetario è destinato a restare ancora a lungo.C’è stata un po’ di controversia durante la discussione. Alcuni membri della BCE hanno affermato che la dimensione totale degli acquisti di PEPP (1,35 trilioni di euro) dovrebbe essere “considerata un tetto piuttosto che un obiettivo”. Gli oppositori al quantitative easing non hanno quindi ancora rinunciato alla loro resistenza.Guardando al futuro, gli ultimi commenti di alti funzionari della BCE all’inizio di agosto hanno sottolineato che la BCE rimane in stato di massima allerta. Il capo economista Bce, Philip Lane, ha sottolineato che la BCE si aspetta una ripresa molto graduale dopo il rimbalzo iniziale e ha suggerito una chiara volontà di fare di più, se necessario, per riportare l’inflazione al target.

Le attese per settembre

La prossima riunione della BCE è a settembre e “arriverà probabilmente troppo presto per prendere una posizione più netta sull’andamento della ripresa, ma creerà sicuramente qualche grattacapo in più per quanto riguarda le prospettive di inflazione”, rimarca Carsten Brzeski di Ing che rimarca come l’apprezzamento del tasso di cambio dell’euro nei mesi estivi potrebbe abbassare le previsioni di inflazione in modo quasi meccanico tra 0,2 e 0,4 punti percentuali. Ricorda che nelle previsioni di giugno, l’inflazione dovrebbe attestarsi allo 0,8% nel 2021 e all’1,3% nel 2022.
“Poiché l’incertezza non sarà definitivamente scomparsa alla riunione di settembre, la riunione arriverà troppo presto per una nuova azione. Tuttavia, nuove revisioni al ribasso delle previsioni di inflazione potrebbero essere lo stimolo per nuovi stimoli monetari prima della fine dell’anno”, argomenta l’esperto di Ing.

Il nodo lavoro

Così come il blocco dei licenziamenti in Italia, simili programmi di conservazione del lavoro in altri paesi Europei dovrebbero terminare nel quarto del 2020 e nel primo trimestre del 2021. La conseguenza sarà che il tasso di disoccupazione inizierà a riflettere alcuni degli enormi danni economici causati dal Covid-19.
La disoccupazione è rimasta artificialmente bassa durante la pandemia di Covid-19, con i governi europei che sono intervenuti per sovvenzionare i salari e mantenere i lavoratori sul libro paga. Il capo economista di Ing, Carsten Brzeski, ritiene che questo comporterà conseguenze non lievi per il mercato del lavoro alimentando la possibilità di una doppia recessione per l’Europa.

UE: accordo con la tedesca CureVac per acquisto vaccino

“La Commissione europea mantiene la promessa di garantire l’accesso ai vaccini contro il coronavirus. Abbiamo concluso i colloqui e avremo presto un accordo con CureVac”. Lo rimarca via Twitter dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sottolineando come per Bruxelles si tratti della 4a azienda con cui stipula un accordo e “Altri seguiranno, per diversificare il nostro portafoglio”. La Commissione UE rimarca che è previsto l’acquisto iniziale di 225 milioni di dosi per conto di tutti gli Stati membri e che saranno distribuite non appena sarà dimostrata “la sicurezza e l’efficacia del vaccino”.CureVac, biotech tedesca che è fresca di quotazione lo scorso 14 agosto con boom di quasi +250%, segna oggi a Parigi un balzo di oltre il 12%.

Verbali Bce: sostegno all’economia ma discussione su entità Pepp

Il consiglio della Banca Centrale Europea, nel corso dell’ultima riunione di politica monetaria si è espressa sulla ripresa economica della zona euro e sulla flessibilità del programma degli acquisti di asset legato all’emergenza sanitaria, il cosiddetto ‘Pepp’. E quanto si apprende dai verbali diffusi oggi dalla Bce. Nei verbali, si conferma l’impegno ad utilizzare tutti gli strumenti in possesso per sostenere e rilanciare le economie dei Paesi membri.Traspare però dal verbale che non tutti i membri del consiglio siano favorevoli ad un eventuale incremento del Pepp. Anzi il messaggio che sembra uscire dai verbali è che i 1.350 miliardi della banca centrale siano da considerare un tetto massimo più che un obiettivo. Sembra però trattarsi di una posizione di minoranza, dal momento che “nello scenario base l’importo andrà utilizzato nella sua interezza”. Positiva invece la lettura dei dati macroeconomici pubblicati durante l’estate che sembrano mostrare una ripresa delle economie europee, che, covid permettendo, potrebbe addirittura procedere più rapidamente del previsto.

Impennata contagi in Francia, ma Macron esclude il lockdown: ‘danni collaterali troppo elevati’

Mercoledì la Francia ha segnalato 3.776 nuovi contagi da Covid, il maggiore aumento giornaliero in tre mesi, superando di poco la Spagna (3.715 nuovi casi ieri, massimo dal 23 aprile) che negli ultimi giorni si era distinta come il Paese più in difficoltà in questa nuova fase di contagi estivi dovuti anche ai viaggi che hanno favorito la diffusione del virus in più zone.Il presidente francese Emmanuel Macron ha però escluso di fermare la nazione, in linea con gli altri paesi che lottano con una recrudescenza del coronavirus che minaccia di turbare la ripresa economica. “Non possiamo chiudere il paese, perché il danno collaterale del confinamento è considerevole”, ha detto Macron, in un’intervista alla rivista Paris Match. L’Eliseo punta su chiusure mirate quando la situazione lo richiederà e l’istituzione di mini zone rosse.

Norvegia: banca centrale lascia tassi a zero

La Norges Bank, la banca centrale della Norvegia, ha lasciato i tassi invariati allo 0%. La decisione è in liea con le attese. “La valutazione del Comitato delle prospettive e dell’equilibrio dei rischi suggerisce che il tasso di riferimento rimarrà molto probabilmente al livello attuale ancora per un po’ di tempo”, afferma il governatore della Norges Bank, Øystein Olsen.Lo statement della Norges Bank rimarca come l’economia norvegese sia in profonda recessione con l’attività che è aumentata negli ultimi mesi, ma rimane inferiore rispetto a prima della pandemia. La disoccupazione è diminuita ma è ancora elevata.

Mercati europei cauti, i record di Wall Street non bastano: ecco i fronti aperti

Si cerca il rimbalzo sui mercati europei e anche a Piazza Affari. Nonostante l’ennesima sponda arrivata ieri dai record messi a segno da Wall Street e dalla chiusura positiva della piazza finanziaria di Tokyo sui listini del Vecchio continente prevale in avvio una certa prudenza sui mercati. Gli investitori sono impegnati su diversi fronti tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, allo stallo del Congresso sul fronte pacchetto stimoli ma anche all’evoluzione della pandemia. Cresce inoltre l’attesa per i verbali della Federal Reserve che verranno pubblicati stasera.In questo scenario continua l’altalena degli indici del Vecchio continente che dopo un avvio in calo hanno virato in territorio positivo: ora il Dax viaggia a 12886 punti, mentre il Cac40 è a 4941 (+0,07%). Stesso copione per il Ftse Mib sta cautamente guadagnando terreno e ora si muove sulla linea della parità a quota 19.850,06 (+0,02%).
In questo quadro tra i singoli titoli del Ftse Mib si mette in luce Moncler che avanza di circa dell’1 per cento. Ancora una seduta rialzista per Banco Bpm che ora sale dello 0,8 per cento. Per la banca guidata da Giuseppe Castagna restano sempre in primo piano le tematiche legate al risiko bancario. Il numero uno di Banco Bpm aveva ribadito in una recente intervista l’apertura ad M&A ad ampio raggio. Giù invece i titoli legati al comparto petrolifero come Saipem che lascia sul terreno l’1,3% e Tenaris che cede lo 0,94% in scia alla debolezza del petrolio.

Occhi puntati sugli Usa
L’attenzione è rivolta in particolar modo agli Stati Uniti. Sul tema commerciale il presidente americano Donald Trump ha affermato di aver rinviato i colloqui commerciali con Pechino e di non voler parlare con la Cina in questo momento. Il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows ha successivamente dichiarato ai giornalisti che non c’erano nuovi colloqui ad alto livello in programma tra Washington e Pechino.E mentre si segue sempre da vicino l’evoluzione della pandemia, che continua a diffondersi in diversi paesi come Spagna, Francia e Malta, facendo salire i timori di una seconda ondata, si attendono in serata i verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve (Fed). Nell’ultimo meeting la Fed ha garantito che utilizzerà tutto il suo ampio ventaglio di strumenti agendo in modo adeguato per sostenere l’economia Usa. La banca centrale guidata da Jerome Powell ha mantenuto invariati i tassi sui Fed funds nel range compreso tra lo zero e lo 0,25% (come da attese).

Eurozona: inflazione a luglio (finale) allo 0,4%

Secondo la lettura finale dell’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, l’inflazione si è attestata a luglio allo 0,4% su base annua, contro lo 0,3% di giugno.

Mercati europei verso avvio positivo dopo nuovi record Wall Street

I mercati europei si preparano ad aprire la seduta odierna leggermente al rialzo in scia alle performance di Tokyo che strappa un segno più in chiusura e di Wall Street che ha visto l’indice S&P 500 e il Nasdaq toccare nuovi record. In uno scenario in cui gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il presidente americano Donald Trump ha affermato di aver rinviato i colloqui commerciali con Pechino e di non voler parlare con la Cina in questo momento.E mentre si segue sempre da vicino l’evoluzione della pandemia, che continua a diffondersi in diversi paesi come Spagna, Francia e Malta, facendo salire i timori di una seconda ondata, si attendono in serata i verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve (Fed). Nell’ultimo meeting la Fed ha garantito che utilizzerà tutto il suo ampio ventaglio di strumenti agendo in modo adeguato per sostenere l’economia Usa, in attesa dei nuovi stimoli fiscali dal Congresso.

Draghi: ritorno alla crescita è imperativo. Concentrarsi sulla costruzione di un futuro per i giovani

“Dobbiamo concentrarci ora sulla costruzione di un futuro per i giovani. La pandemia rende ancora più urgente un massiccio investimento nell’istruzione e nella formazione, in modo che i giovani abbiano la capacità di gestire il cambiamento e adattarsi”. Lo ha detto Mario Draghi, ex numero uno della banca centrale europea, intervenendo all’apertura del Meeting di Rimini 2020, in riferimento alla crisi scatenata dal Covid-19.“Il ritorno alla crescita è diventato un imperativo assoluto, ma non avverrà da solo – ha proseguito Draghi – Dobbiamo ridurre l’incertezza con politiche economiche che diano sicurezza ai più vulnerabili, ma che siano anche sostenibili e quindi credibili. Stiamo facendo abbastanza?

Germania: Bundesbank prevede Pil in rapida crescita questa estate dopo crollo record

L’economia tedesca dovrebbe evidenziare una rapida ripresa quest’estate dopo aver subito una contrazione senza precedenti in primavera a causa del Covid-19. Lo prevede la Bundesbank nel suo ultimo rapporto mensile: “Il forte e diffuso rimbalzo dei dati macroeconomici, iniziato dopo che l’economia ha toccato il fondo in aprile, continuerà”, si legge nel documento, anticipando che “l’economia tedesca crescerà in modo significativo nell’estate del 2020”. La ripresa sarà sostenuta soprattutto dai consumi interni.Nel secondo trimestre dell’anno la maggiore economia europea si era contratta del 10,1% rispetto ai tre mesi prima, a causa dell’emergenza sanitaria che ha costretto a imporre misure di confinamento e chiudere le imprese.Tuttavia, la Bundesbank ha anche avvertito che la pandemia non è sotto controllo e questo avrà un impatto negativo sulle esportazioni tedesche e sulla produzione industriale. “Fino a quando non sarà disponibile una soluzione medica efficace, come un vaccino, anche l’attività economica in alcune industrie di servizi rimarrà limitata”, aggiunge la banca centrale della Germania.

Agenda della settimana: focus su indici Pmi, verbali banche centrali e contagi Covid

La settimana dopo Ferragosto, caratterizzata da volumi di scambio ancora bassi e tipicamente estivi sui mercati, sarà movimentata da alcuni appuntamenti macro. In particolare, da monitorare gli indici anticipatori Pmi manifatturiero e servizi di Francia, Germania e Eurozona relativi al mese di agosto. Il consenso di mercato si aspetta un proseguimento della fase di espansione attualmente in vigore, con un’accelerazione prevista in particolare nel settore manifatturiero. Anche negli Usa saranno pubblicati i Pmi. Ma qui l’attesa maggiore è per il nuovo piano di stimolo all’economia, ancora in discussione al Congresso, dove Democratici e Repubblicani non riescono a trovare una intesa sul prolungamento degli ulteriori aiuti fiscali alle famiglie statunitensi dopo l’emergenza coronavirus.
E a proposito di Covid-19, l’evoluzione della pandemia rimarrà al centro dell’attenzione degli investitori. Il numero di casi di coronavirus continua ad aumentare anche in Germania e Francia, mentre negli Stati Uniti il bilancio supera ormai i 170mila morti e l’India registra più di 50mila decessi. La Nuova Zelanda, di fronte a un ritorno del virus, ha deciso di rimandare di un mese il voto per le elezioni generali, originariamente previste per metà settembre, e in Australia lo stato di Victoria ha prolungato di un mese, fino al 13 settembre, lo stato di emergenza.Infine, occhio anche alle banche centrali, con la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni di luglio di Fed e Bce, per verificare se emergeranno alcune indicazioni non emerse dalle conferenze stampa. In programma anche le riunioni delle banche centrali di Norvegia e Turchia, con il consenso che non si aspetta variazioni sul fronte tassi.

Nel dettaglio, l’agenda macro della settimana:
Lunedì 17 agosto
Stati Uniti, indice Nahb sulla fiducia dei costruttori
Martedì 18 agosto
Australia, verbali Rba
Stati Uniti, permessi edilizi e apertura cantieri
Mercoledì 19 agosto
Giappone, bilancia commerciale
Gran Bretagna, inflazione di luglio
Eurozona, inflazione di luglio (finale)
Stati Uniti, verbali riunione FOMC
Giovedì 20 agosto
Germania, prezzi alla produzione
Norvegia, riunione banca centrale
Turchia, riunione banca centrale
Eurozona, verbali Bce
Stati Uniti, nuove richieste sussidi disoccupazione
Venerdì 21 agosto
Giappone, inflazione
Giappone, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Gran Bretagna, vendite al dettaglio
Francia, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Germania, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Eurozona, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Gran Bretagna, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Stati Uniti, indice Pmi manifatturiero e servizi di agosto (preliminare)
Eurozona, fiducia consumatori
Stati Uniti, vendite abitazioni esistenti.

Borse europee in moderato rialzo, focus su evoluzione pandemia

Partenza sopra la parità per le principali Borse europee. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 sale dello 0,31%. A Francoforte il Dax guadagna lo 0,24%, a Parigi il Cac40 segna un +0,47% e a Londra l’indice Ftse 100 avanza dello 0,28%. Oggi dal fronte macro non sono attese indicazioni di rilievo, dopo quelle giunte dal Giappone dove il Pil nel secondo trimestre del 2020 ha evidenziato una contrazione senza precedenti e più grave del previsto a causa del Covid-19. Il Pil della terza maggiore economia mondiale ha registrato nel periodo aprile-giugno una flessione annualizzata del 27,8% rispetto ai tre mesi prima, contro una stima pari a -26,9%. In assenza di altri dati macro, l’attenzione rimane rivolta all’evoluzione della pandemia. Il numero di casi di coronavirus continua ad aumentare anche in Germania e Francia, mentre negli Stati Uniti il bilancio supera ormai i 170mila morti e l’India registra più di 50mila decessi. La Nuova Zelanda, di fronte a un ritorno del virus, ha deciso di rimandare di un mese il voto per le elezioni generali.

Market mover della prossima settimana: focus su PMI di agosto per la zona euro

“Le indicazioni più importanti in Europa arriveranno probabilmente dagli indici anticipatori PMI di agosto relativi a Francia, Germania e Eurozona. Il consenso di mercato si aspetta un proseguimento della fase di espansione attualmente in vigore, con un’accelerazione prevista in particolare nel settore manifatturiero. Anche negli USA saranno pubblicati i PMI, oltre ad una serie di dati relativi al settore immobiliare”. Queste le indicazioni che arrivano dagli strategist di Mps Capital Services che hanno indicato i market mover della prossima settimana.Sul fronte banche centrali, proseguono gli esperti, da monitorare la pubblicazione dei verbali delle ultime riunioni di luglio di Fed e BCE, “per verificare se emergeranno alcune indicazioni non emerse dalle conferenze stampa. In programma anche le riunioni delle banche centrali di Norvegia e Turchia, con il consenso che non si aspetta variazioni sul fronte tassi”.

Vaccino anti-Covid: Commissione Ue firma accordo con Astrazeneca per acquisto di 300 mln di dosi

La Commissione europea ha raggiunto un primo accordo con l’azienda farmaceutica AstraZeneca per l’acquisto di un potenziale vaccino contro il Covid-19. La notizia, annunciata oggi da Bruxelles, segue quella relativa ai colloqui esplorativi intrapresi con Sanofi-GSK, annunciati il ​​31 luglio, e con Johnson & Johnson di ieri.Una volta che il vaccino si dimostrerà sicuro ed efficace contro il virus, la Commissione avrà la possibilità di acquistare 300 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, con un’opzione per acquistarne altri 100 milioni, per conto degli Stati membri. La Commissione, precisa, continua a discutere accordi simili con altri produttori di vaccini.L’accordo approvato oggi sarà finanziato attraverso l’Emergency Support Instrument, che dispone di fondi dedicati alla creazione di un portafoglio di potenziali vaccini con diversi profili e prodotti da diverse aziende

Eurozona: bilancia commerciale migliora a giugno, surplus salito a 21,2 mld. Battute le attese

 

La bilancia commerciale dell’Eurozona migliora, evidenziando a giugno un surplus di 21,2 miliardi di euro, contro i 9,4 miliardi del mese prima e i 19,4 miliardi di giugno 2019. Il dato è migliore delle attese. Gli analisti infatti si aspettavano un surplus commerciale di 12,6 miliardi. Tuttavia, le misure di confinamento adottate per contenere il Covid-19 hanno continuato ad avere un impatto significativo sul commercio internazionale di beni, nonostante i primi segnali di miglioramento rispetto al mese prima. Secondo l’Eurostat, infatti, le esportazioni dell’Eurozona verso il resto del mondo sono scese del 10% rispetto a giugno 2019. Le importazioni sono diminuite del 12,2% su base annua.

Eurozona: Pil II trimestre (preliminare) -12,1%, confermata prima lettura

 

Il prodotto interno lordo (Pil) dell’Eurozona ha evidenziato nel secondo trimestre del 2020 un crollo del 12,1% rispetto ai tre mesi prima, secondo la stima preliminare che conferma la prima lettura da parte dell’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea. Il dato indica una accelerazione al ribasso dal -3,6% del primo trimestre, a causa delle misure di confinamento adottate per ridurre la diffusione del virus. Si tratta della contrazione più forte mai registrata da quando sono iniziate le rilevazioni statistiche nel 1995. Su base annua, quindi nei confronti del secondo trimestre del 2019, il Pil dell’Eurozona è sceso del 15%.

Clima estivo sui mercati: regna cautela in Europa alla vigilia dei colloqui Usa- Cina

Sui mercati europei regna un clima tipicamente estivo, caratterizzato da scambi ridotti alla vigilia del Ferragosto. E in questo scenario i listini europei si muovono con una certa prudenza in attesa soprattutto di avere indicazioni sul fronte commerciale tra Stati Uniti e Cina e dopo i segnali misti arrivati dai dati cinesi questa mattina. Dopo la chiusura in calo di ieri, anche stamattina sono le vendite a dominare: il Dax di Francoforte lascia sul terreno lo circa mezzo punto percentuale, mentre il Cac40 e il Ftse 100 cedono quasi un punto percentuale.

I temi caldi di oggi: dai colloqui commerciali ai dati cinesi, UE ed Usa ma anche le trattative al Congresso Usa sul piano stimoli

Tra i temi caldi sui mercati, cresce l’attesa per la videoconferenza Usa-Cina prevista per domani per discutere sullo stato dell’accordo commerciale di Fase 1. Aleggia poi una certa cautela anche di fronte allo stallo delle trattative al Congresso Usa sul piano di stimolo per fronteggiare la crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. Nei giorni scorsi la speaker della Camera, Nancy Pelosi ha escluso la prospettiva di un qualsiasi accordo nei prossimi giorni. In un clima di attesa inE’ un finale d’ottava con numerosi dati macro in agenda. Focus stamattina sugli ultimi dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale in arrivo dalla Cina per il mese di luglio che “continuano a indicare una debole ripresa nella regione”, sottolinea Michael Hewson Chief Market Analyst di CMC Markets UK. In particolare, a luglio la produzione industriale ha mostrato una crescita annua del 4,8% che ha però deluso le attese degli analisti pari a +1,1%, e anche le vendite al dettaglio non hanno centrato le attese e hanno registrato un -1,1% su base annua.Nel corso della mattinata è atteso poi il Pil della zona euro. Si passa nel pomeriggio ai dati Usa, con l’uscita della produzione industriale, delle vendite al dettaglio e della Fiducia consumatori calcolata dall’Università del Michigan.

Dazi: Stati Uniti confermano tariffe sui prodotti Ue, l’Europa non ha fatto abbastanza

Gli Stati Uniti hanno deciso di mantenere invariati i dazi sui prodotti dell’Unione europea nell’ambito del contenzioso con Airbus sugli aiuti di Stato. La United States Trade Representative (USTR, l’ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti) ha confermato sia la quantità di prodotti soggetti alle tariffe a 7,5 miliardi di dollari, sia le aliquote al 15% per gli aeromobili e al 25% per tutti gli altri prodotti. Alcune modifiche hanno invece riguardato l’elenco dei prodotti soggetti ai dazi americani. In particolare, sono stati rimossi dall’elenco alcuni prodotti della Grecia e del Regno Unito e sono entrati al loro posto alcuni della Francia e della Germania. “L’UE e gli Stati membri non hanno intrapreso le azioni necessarie per conformarsi alle decisioni del WTO (World Trade Organization)”, ha affermato l’ambasciatore Usa, Robert Lighthizer. Le modifiche annunciate entreranno in vigore l’1 settembre.

Germania: inflazione a luglio (finale) confermata a -0,1%, negativa per la prima volta dal 2015

In Germania l’inflazione si è attestata a luglio, secondo la lettura finale, a -0,1% su base annua, confermando la stima preliminare ed evidenziando un calo rispetto allo 0,9% di giugno. L’inflazione è negativa per la prima volta da gennaio 2015.

Ytd gli spread tra indici abissali (oltre 40% tra Nasdaq e Ibex 35)

Da inizio anno ogni confronto è ancora impari con il Nasdaq forte di un sontuoso +20%, seguito a considerevole distanza dall’S&P 500 a +3,19%, segno meno per il Dow Jones a -2,98%. In Europa il DAX conferma una forza relativa a -2,45% rispetto ai cali a doppia cifra di tutti gli altri indici (-13,6% Ftse Mib, -15,7% Cac 40 e addirittura -23,8% l’IBEX 35).
Guardando anche agli indici europei, nella prima settimana e mezza di agosto stanno facendo meglio di Wall Street con Dax, Eurostoxx 50 e Cac 40 a +5% circa. Il Ftse Mib con lo sprint di ieri è arrivato a +6,3%, miglior indice continentale al momento per quanto riguarda agosto. La spinta in più a Piazza Affari arriva essenzialmente dal movimento delle banche, in ripresa nelle ultime sedute dopo le difficoltà degli ultimi mesi.

Focus indici Italia

Volgendo lo sguardo alla sola Piazza Affari, agosto sta segnando una forza relativa proprio del Ftse Mib e dell’indice generale Ftse Italia All Share (costituito dall’aggregazione di tutti gli elementi degli indici FTSE MIB, FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia Small Cap), entrambi a oltre +6%, seguiti dal Ftse Italia Mid Cap a +5,2%, mentre il Ftse Italia Star è rimasto indietro a +3,8%.
Da inizio anno i rapporti di forza si capovolgono con proprio il Ftse Italia Star che si è dimostrato il più resiliente segnando solo -2,65% (+47% dai minimi di marzo), seguito a debita distanza da Ftse Mib e Ftse Italia All Share, entrambi a oltre -13 per cento. Fanalino di coda il Ftse IT Mid cap con -14%.
Il Ftse Star in questo 2020 conferma quindi la sua forza relativa: a 12 mesi segna +15% rispetto al saldo piatto del Ftse Mib, mentre a 5 anni il divario è ancora più visibile con quasi +50% del Ftse Italia Star  rispetto a -12% del Ftse Mib.

Borse Ue e i perché del boom di ieri

Per le Borse europee emerge un tentativo di far meglio di Wall Street. Ieri il sentiment spumeggiante sui principali indici è stato trainato da ciclici, banche e value. Boom di buy sull’equity Ue che non trova un motivo preciso dopo che negli ultimi mesi il mercato ha continuato a premiare Wall Street nonostante le maggiori difficoltà a contenere i casi Covid rispetto all’Europa. “E’ come se, improvvisamente, l’azionario europeo si fosse reso conto che il rally dell’euro si è interrotto qualche giorno fa, e che i dati macro sono migliorati parecchio anche in Continente – argomenta Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – . Quindi, non c’era motivo per mantenere questa enorme divergenza di performance con gli USA, accumulata nelle ultime tre settimane”. “Naturalmente – prosegue Sersale – l’azionario Eurozone è favorito anche dalla rotazione in corso, disponendo di molti più ciclici e bancari e value, e meno tech e growth”.
Di pari passo la salita dei rendimenti sull’obbligazionario ha offerto un buon assist soprattutto per le banche.

Crollo verticale Pil UK costringerà Boe a muovere su tassi e QE (analisti)

Crollo record dell’economia UK. Nel secondo trimestre 2020 il Pil britannico ha segnato una caduta del 20,4% rispetto ai tre mesi prima, evidenziando la peggiore performance tra i principali paesi del Vecchio continente a causa del Covid-19. La contrazione porta ufficialmente la Gran Bretagna nella sua prima recessione tecnica dal 2009. Il dato è comunque leggermente migliore delle attese. Gli analisti si aspettavano un crollo del 20,7% nel secondo trimestre. L’economia britannica si è contratta di quasi il 22% nella prima metà del 2020, un calo tre volte superiore a quello registrato nella crisi finanziaria del 2008-09.Tonfo del PIL che indurrà con ogni probabilità la Bank of England (Boe) a fare qualcosa. “La performance negativa del Regno Unito rispetto ad altri Paesi sviluppati riflette un periodo di lockdown durato più a lungo e un settore dei servizi – l’ambito colpito più duramente dal distanziamento sociale – relativamente più ampio”, argomenta David Riley, Chief Investment Strategist, BlueBay Asset Management, rimarcando comunque come l’economia britannica ha iniziato a recuperare. “Per la ripresa sarà necessario ulteriore supporto da parte del Governo, mentre la BoE potrebbe sicuramente tagliare i tassi di interesse a zero – attualmente sono allo 0,1% – e incrementare il proprio programma di acquisti di bond prima della fine dell’anno”. “Raggiungere un nuovo accordo commerciale con l’Unione Europea prima che il Paese lasci l’unione doganale e il mercato unico europeo è essenziale, al fine di evitare il doppio shock della pandemia e della possibile imposizione di dazi da parte del principale partner commerciale del Regno Unito”, conclude Riley.

Zona euro: +9,1% m/m per la produzione industriale a giugno

La produzione industriale nella zona euro ha mostrato a giugno un rialzo mensile del 9,1 per cento. Il dato, inferiore alle attese del mercato che indicava un aumento del 10%, si confronta con il +12,3% della passata rilevazione (dato rivisto da +12,4%).

Zona euro: +9,1% m/m per la produzione industriale a giugno

La produzione industriale nella zona euro ha mostrato a giugno un rialzo mensile del 9,1 per cento. Il dato, inferiore alle attese del mercato che indicava un aumento del 10%, si confronta con il +12,3% della passata rilevazione (dato rivisto da +12,4%).

Gran Bretagna: Pil II trimestre (preliminare) registra crollo record del 20,4% a causa del Covid

Crollo record dell’economia della Gran Bretagna. Nel secondo trimestre dell’anno il Prodotto interno lordo (Pil) inglese ha segnato una caduta del 20,4% rispetto ai tre mesi prima, evidenziando la peggiore performance tra i principali paesi del Vecchio continente a causa del Covid-19. La contrazione, dopo il -2,2% del primo trimestre, porta ufficialmente la Gran Bretagna nella sua prima recessione tecnica dal 2009. Il dato è comunque leggermente migliore delle attese. Gli analisti si aspettavano un crollo del 20,7% nel secondo trimestre. Su base annua, il Pil inglese ha evidenziato una flessione del 21,7%.

I contagi risalgono in tutta Europa, ma i rischi di nuovi lockdown restano bassi

I nuovi casi di Covid-19 subiscono una brusca impennata in tutta Europa, sebbene questo non implichi il ritorno allo stato di quarantena. Ecco i dati.

Il Coronavirus non è scomparso, anzi il numero dei contagi accelera nelle ultime settimane un po’ in tutta Europa. Anche in Italia stiamo assistendo a un rinvigorimento dei casi, seppure meno che altrove. Nelle due settimane alla giornata di domenica scorsa, sono stati complessivamente 4.280, un dato che si confronta con i 3.057 delle due settimane precedenti. Tuttavia, a fronte di un circa +30% messo a segno nel nostro Paese, molto peggio hanno fatto Germania e Francia, dove i nuovi contagi sono praticamente raddoppiati, passando da 6.569 a 12.022 nella prima e da 8.135 a 16.074 nella seconda. Vera esplosione, invece, in Spagna: da 7.835 a 41.921, +535%.Questi numeri accrescono i timori tra governi, imprese, lavoratori e mercati di nuovi “lockdown”. Del resto, l’apertura delle frontiere comportava in sé il rischio di diffusione di nuovi focolai, così come l’eliminazione delle restrizioni interne agli stati. In realtà, questi stessi numeri si prestano all’ottimismo. E’ vero che il numero dei nuovi positivi sta crescendo anche drasticamente, ma i tassi di mortalità crollano ovunque.

Ci sarà un nuovo lockdown in autunno con un seconda ondata di contagi?

In Italia, dove in media sono morti 14,5 pazienti ogni 100 affetti da Coronavirus, nelle ultime due settimane si è scesi al 2,3%, meno della metà del 5% delle due settimane precedenti. In Germania, si è passati dal già bassissimo 0,8% allo 0,6%. In Francia, crollo dal 2,10% allo 0,75% (e Parigi ha avuto in media lo stesso tasso di mortalità italiano), mentre in Spagna si è passati dallo 0,37% allo 0,17%.Dunque, si ammalano molte più persone di qualche settimana fa, ma ne muoiono molte in meno. Sul dato generale starebbero influendo diversi fattori, come la maggiore diffusione tra le classi d’età più basse e, quindi, più resistenti al virus, nonché l’indebolimento della carica virale, probabilmente anche per l’innalzamento delle temperature in piena estate.

 

Da non escludere, infine, cure più appropriate rispetto alla fase iniziale, quando i sistemi sanitari di tutto il mondo furono colti alla sprovvista.

Nuove restrizioni?

Non possiamo dormire, però, sonni tranquilli. L’oro sopra i 2.000 dollari e i rendimenti sovrani collassati ai minimi storici anche negli USA ci segnalano che i mercati hanno paura dell’autunno, quando le temperature scenderanno e il virus potrebbe mietere un numero più alto di vittime, anche a parità di contagi, costringendo i governi a intervenire per arrestare la crisi sanitaria. Questo non implica anche, tuttavia, che stiamo dirigendoci verso nuovi lockdown. La quarantena della primavera passata è stata sufficiente a far collassare le economie di tutto il mondo, spingendo banche centrali e governi a varare rispettivamente piani di allentamento monetario e fiscale senza precedenti.

Se l’autunno ci portasse la cattiva novella di un nuovo lockdown, nessuna economia sarebbe con ogni probabilità capace di resistere. Il tracollo avrebbe conseguenze drammatiche sul piano sociale, finanziario e politico e questo rischio non può correrlo nessun governo. La sopravvivenza delle istituzioni democratiche stesse ne risulterebbe minacciata. Al tempo stesso, nuove restrizioni restano possibili, in forma di quarantena locale, part-time, regole più rigide di distanziamento sociale e chiusure ad hoc di attività. Quanto basta per impensierire tutti sui prossimi mesi, a iniziare da quanti stiano accorrendo a comprare oro, evidentemente non ottimisti sul futuro a breve dell’economia mondiale. Se c’è una cosa che dovremmo escludere che ormai si verifichi è quella tanto agognata ripresa a “V”.

Germania: indice Zew sorprende tutti, balzo a 71,5 ad agosto

La fiducia degli investitori in Germania in deciso miglioramento ad agosto. L’indice Zew sulle aspettative per il mese in corso si è infatti attestato a 71,5 punti contro i 59,3 punti della passata rilevazione. Gli analisti si attendevano un peggioramento, con un dato pari a 55,8 punti.

Gran Bretagna: tasso disoccupazione Ilo stabile al 3,9% a giugno

Il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna si attesta al 3,9% sui tre mesi a giugno, secondo la rilevazione dell’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro). Il dato è stabile rispetto alla passata rilevazione, con il mercato che indicava un tasso al 4,2 per cento.

SURE … LA SUPPOSTA DI FERRAGOSTO!

 

Come spesso accade sotto l’ombrellone, nel fine settimana il ministro di Storia Gualtieri, probabilmente su sollecitazione dei suoi amici alla Commissione europea ha richiesto il SURE, Support to mitigate Unemployment Risks in a Emergency inutile strumento europeo a supporto delle richieste di cassa integrazione.Le recenti rivelazioni sui verbali segreti dei tragici eventi di marzo, quando come sembra il Governo di Giuseppe Conte ha deciso di chiudere tutto il Paese nonostante il parere diverso del Comitato dei tecnici, ci spiegano come questo uomo sia abituato a fornire informazioni false e fuorvianti che hanno portato il nostro Paese al peggior crollo economico della sua storia in tempo di pace.La tabella qui sotto è emblematica, il crollo ha riportato indietro il Paese al 1993, il peggiore a livello mondiale e tutto perché la chiusura fu totale, un comportamento davvero suicida…Nel frattempo il ministro di Storia Gualtieri inizia richiedere la prima supposta per il nostro Paese, il SURE, in attesa del MES…Solo un Paese dove vige una dittatura come il nostro può arrivare a richiedere decine di miliardi quando può tranquillamente ottenerli attraverso il mercato senza passare dal Parlamento.Ma in fondo è quello che accade sempre in ogni istante, sotto l’ombrellone le supposte agli italiani non fanno mai male, dal BAILIN al pareggio di bilancio, dal SURE al MESE che verrà, italiani popolo di FESSI!Nel fine settimana come aveva annunciato Donald Trump, contro tutti gli indicatori preliminari, i dati sull’occupazione annunciati dal BLS sono risultati positivi. Di solito i dati del BLS vengono comunicati ai presidenti il giorno prima ma credo che spesso e volentieri basta una telefonata e un ordine per sapere prima la situazione ed eventualmente aggiustarla.Prepariamoci ad avere dati parziali e ovviamente ritoccati da qui ad eventuali elezioni americane.Nulla di scandaloso sia ben chiaro, manipolazione mediatica e dei dati, manipolazione economica e finanziaria sono da sempre al primo posto in molte realtà governativa, non solo nella Cina comunista.Ma torniamo all’ America. 1,8 milioni di nuovi occupati a fronte di soli 176.000 annunciati dalla ADP nel settore privato americano, con gli aggiustamenti stagionali si sarebbe dovuti arrivare al massimo a un milione ma sono stati bravi a portarli a quasi 2 milioni.Le revisioni dei mesi precedenti non riflettono ancora le anomalie denunciate dal BLS nel suo sistema di rilevazioni e tantomeno i più affidali sussidi di disoccupazione.Come dimostra l’andamento delle piccole e medie imprese americane non c’è alcuna ripresa a V nonostante le riaperture che durano ormai da oltre due mesi…I rendimenti reali del decennale USA sono destinati a nuovi minimi in concomitanza con il picco dell’oro…

Un mercato quello dei titoli del tesoro americano che è addirittura raddoppiato dal mese di marzo mentre i soliti ignoranti prospettavano la fine del mondo per l’America e promotori e consulenti suggerivano di stare alla larga da titoli i cui rendimenti avrebbero dovuto esplodere.

Per quanto riguarda il dollaro come abbiamo visto nell’ultimo Machiavelli siamo davvero vicini ad un punto di svolta visto il persistente fallimento nello sfondamento della nuova linea Maginot.Inoltre quando tutti sono spostati verso lo stesso lato della barca, ovvero quando in troppi stanno scommettendo contro il dollaro e probabilità che questa si rovesci sono estremamente elevate…

Bene noi annunciamo la fine delle fesserie sul dollaro.

Il giorno dopo il FOMC (vedi grafico della scorsa settimana) ha raggiunto il minimo dello 0,6% il livello estremo più venduto in 9 anni un evento molto raro.

Siamo di fronte a dinamiche estreme amplificate dalla stagione estiva come sempre.Aspettatevi una grande richiesta di dollari nei prossimi mesi…

Il bello deve ancora cominciare…

Eurozona: fiducia investitori migliora ancora ad agosto, oltre le attese

 

Continua a migliorare la fiducia degli investitori nell’Eurozona. L’indice Sentix si è attestato ad agosto a -13,4 dai -18,2 punti del mese di luglio. Si tratta del quarto mese consecutivo di miglioramento dopo che ad aprile la fiducia era precipitata a -42,9 punti. Il dato è anche superiore alle attese del mercato che si attendeva -16.

Borse europee caute in avvio di fronte a nuove tensioni Usa-Cina, buoni segnali da Germania

 

Prevale la cautela nei primi istanti di contrattazioni sulle principali Borse europee. Il Ca40 si muove poco sotto la parità a 4882 punti, mentre il Ftse 100 e il Dax salgono rispettivamente dello 0,08% e dello 0,21 per cento. Numerosi i temi da monitorare in giornata, a cominciare dalle nuove tensioni Usa Cina, ma anche i dati commerciali in arrivo dalla Cina e dalla Germania fino ad arrivare a quelli sul mercato del lavoro statunitense.Più nel dettaglio, il presidente Donald Trump ha firmato alcuni ordini esecutivi che impediscono transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok. Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni. Sul fronte macro, a luglio le esportazioni della Cina denominate in dollari sono salite del 7,2% su base annua, molto meglio della flessione dello 0,2% attesa dagli economisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono scese invece dell’1,4%, su base annua, rispetto alla crescita +1% stimata. Ancora segnali positivi dalla Germania, con la produzione industriale in ulteriore recupero a giugno. IL dato ha mostrato una crescita mensile dell’8,9% contro il 7,4% della passata lettura (dato rivisto da +7,8%). Il mercato si attendeva una crescita dell’8,2 per cento. Su base annua la produzione industriale ha evidenziato un calo dell’11,7% dal precedente -19,5 per cento.E infine c’è grande attesa per il nuovo aggiornamento mensile sui dati occupazionali americani. Il dipartimento del lavoro pubblicherà a partire dalle 14:30 il tasso di disoccupazione, le nonfarm payrolls e il salario medio orario. Dati che arrivano mentre si attendono ancora le decisioni del Congresso sul nuovo piano di stimoli.

Germania: nuovo recupero per la produzione industriale, +8,9% m/m a giugno

Ancora segnali positivi dalla Germania, con la produzione industriale in ulteriore recupero a giugno. IL dato ha mostrato una crescita mensile dell’8,9% contro il 7,4% della passata lettura (dato rivisto da +7,8%). Il mercato si attendeva una crescita dell’8,2 per cento. Su base annua la produzione industriale ha evidenziato un calo dell’11,7% dal precedente -19,5 per cento.

Borse europee aprono sotto la parità, attesa per il nuovo piano di stimolo Usa

 

Partenza in moderato calo per le Borse europee. In avvio l’indice Eurostoxx 50 scivola dello 0,32%. A Francoforte il Dax è piatto con un -0,03% e a Parigi il Cac40 segna un -0,37%. Sui mercati torna a prevalere la prudenza di fronte all’incertezza sul nuovo piano di rilancio degli stati Uniti. Il clima sui mercati è offuscato anche dallo scontro tra Pechino e Washington in campo diplomatico e tecnologico, in vista del prossimo ciclo di incontri fissato per metà agosto. Sullo sfondo rimane anche l’evoluzione sempre preoccupante della pandemia, con il numero di contagi che aumenta in diversa parti del mondo.

Germania: nuovo balzo degli ordini di fabbrica, +27,9% a giugno

Nuovo balzo, maggiore del previsto degli ordini di fabbrica in Germania. A giugno gli ordini sono aumentati del 27,9% rispetto al mese precedente, superando le attese degli analisti ferme a un +10,1%. A maggio il dato aveva mostrato già un aumento del 10,4% dopo che ad aprile si era assistito a un crollo del 26,2%.

Eurozona: vendite al dettaglio in rialzo del 5,7% a giugno, ritorno ai livelli di febbraio

I consumi nell’Eurozona continuano ad aumentare dopo il crollo a causa del lockdown, anche se a un ritmo meno sostenuto rispetto a maggio e alle attese degli analisti. Secondo la rilevazione dell’Eurostat, le vendite al dettaglio hanno evidenziato a giugno un rialzo del 5,7% rispetto al mese precedente, contro il +5,9% stimato dagli analisti. A maggio le vendite erano schizzate del 20,3%. “Ciò significa che il volume delle vendite al dettaglio sono tornate sui livelli registrati a febbraio, prima che le misure di confinamento sono state introdotte”, precisa l’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea.

Francia: Pmi servizi a luglio (finale) rivisto al ribasso a 57,3 punti

 

In Francia l’indice Pmi servizi si è attestato a luglio, secondo la lettura finale di IHS Markit, a 57,3 punti, in deciso aumento rispetto ai 50,7 punti di giugno ma in ribasso rispetto ai 57,8 punti della lettura preliminare. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Eurozona: terziario torna in fase di espansione, Pmi servizi a luglio (finale) rivisto a 54,7 punti

 

Il settore terziario torna in fase di espansione a luglio nell’Eurozona. Secondo la lettura finale di IHS Markit, l’indice Pmi servizi si è attestato a luglio a 54,7 punti, in aumento rispetto ai 48,3 punti di giugno. Il dato è stato però rivisto al ribasso rispetto ai 55,1 punti della lettura preliminare. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Germania: Pmi servizi a luglio (finale) torna in fase di espansione ma viene limato a 55,6 punti

 

In Germania l’indice Pmi servizi si è attestato a luglio, secondo la lettura finale di IHS Markit, a 55,6 punti, tornando in fase di espansione ed evidenziando un deciso aumento rispetto ai 47,3 punti di giugno. Il dato è stato però rivisto al ribasso rispetto ai 56,7 punti della lettura preliminare. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Italia: il settore terziario torna a crescere, Pmi servizi salito a 51,6 punti a luglio. Più del previsto

 

Grazie all’allentamento delle restrizioni adottate per contenere la diffusione del Covid-19, il settore terziario in Italia torna in zona espansione a luglio, iniziando la seconda metà del 2020 con basi più solide. L’indice Pmi servizi si è attestato, secondo il sondaggio condotto da IHS Markit, a 51,6 punti, dai 46,4 punti di giugno. Il valore è dunque aumentato segnalando la prima espansione dell’attività terziaria in cinque mesi. Battute le attese degli analisti che si aspettavano un indice pari a 51,1 punti.Dopo cinque mesi consecutivi di forte contrazione, il volume dei nuovi ordini ha dato segnali di maggiore stabilità generale, mentre le prospettive sull’attività nei prossimi 12 mesi si sono rafforzate mostrando il valore più alto in sei mesi. Tuttavia, malgrado il marginale incremento dell’attività, gli ultimi dati hanno di nuovo segnalato un calo dell’occupazione del settore terziario evidenziando forti tagli agli organici.

Spagna: terziario prosegue ripresa, Pmi servizi sale a 51,9 punti a luglio

 

Prosegue la ripresa del terziario in Spagna dopo il lockdown. A luglio l’indice Pmi servizi si è attestato a 51,9 punti, salendo dai 50,2 punti di giugno. Gli analisti si aspettavano un dato pari a 52 punti. Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Borsa Madrid anticipatrice di nuovi sell off da COVID? Paura in Spagna, turismo -98%

 

Indicazioni non proprio confortanti per l’azionario europeo arrivano dalla borsa di Madrid, in particolare dai futures sull’Ibex 35 che, nell’arco di nove sessioni, sono crollati dell’11%. E’ quanto riporta Reuters, indicando come motivo “i timori di nuovi lockdown e i dati macro più deboli delle attese, che stanno affossando il sentiment degli investitori”.
“C’è una combinazione di fattori – ha commentato James McKenzie, responsabile della divisione di ricerca Fidentiis, a Madrid, elencandoli:“Le preoccupazioni su possibili nuovi lockdown; i numeri recenti relativi al Pil del secondo trimestre e dati probabilmente ancora peggiori, diffusi in vista della decisione del Regno Unito di mettere in quarantena i viaggiatori provenienti dalla Spagna, dopo l’aumento di nuovi casi di coronavirus: questo fattore metterà infatti ulteriormente sotto pressione l’industria (spagnola) del turismo”.La decisione della Gran Bretagna è arrivata inattesa alla fine di luglio, scatenando una brusca ondata di sell off proprio sui titoli del settore viaggio. Tra l’altro, c’è da dire che il governo inglese non ha escluso di prendere misure simili anche nei confronti di Francia e Germania se ci dovesse essere un aumento del numero di contagi.Viene segnalato che, nella giornata di venerdì, la Spagna ha riportato 1.525 nuovi casi di COVID-19, l’aumento più significativo di casi dal mese di giugno, ovvero da quando il governo ha deciso di ritirare il lockdown, sostanzialmente le varie misure di contenimento precedentemente varate per contenere la diffusione del virus.
Il risultato è che anche ieri, sebbene in rialzo dell’1,4%, l’indice azionario benchmark spagnolo ha sottoperformato le altre borse europee, sia a causa del boom dei nuovi casi di coronavirus, che per alcuni dati, che hanno mostrato che, nel mese di giugno, gli arrivi dei turisti stranieri in Spagna sono crollati, su base annua, di ben il 98%

Borse europee in rialzo in avvio: ecco i temi caldi da seguire

Primi istanti di contrattazioni in rialzo per le principali Borse europee. A Parigi il Cac40 sale dello 0,88%, mentre l’indice Dax avanza dello 0,76 per cento in scia alla chiusura positiva di Wall Street e della Borsa di Tokyo. A trainare i listini mondiali le incoraggianti indicazioni contenute nei report economici pubblicati ieri, in particolare gli indici Pmi manifatturieri che hanno mostrato una ripresa in Cina, ma anche nella zona euro e negli Stati Uniti. In questo scenario gli investitori provano a scrollarsi di dosso i timori legati alla risalita di casi di coronavirus in diversi Paesi nel mondo. E in una seduta non particolarmente densa di dati macro (nel pomeriggio si attendono gli ordini di fabbrica negli Stati Uniti) si continua a seguire la stagione delle trimestrali che è entrata nel vivo in Europa, con i numeri di Bp.

Zona euro: Pmi manifatturiero migliora a luglio, “prossimi mesi importanti per valutare recente ripresa”

A luglio torna a crescere l’economia manifatturiera dell’eurozona. Nella lettura finale di luglio il Pmi manifatturiero della zona euro si è attestato a 51,8 contro la stima flash di 51,1 e quella finale di giugno a 47,4. Ihs Markit, che ha elaborato i dati, sgnala che “anche se modesto, il miglioramento generale delle condizioni operative segnalato dal Pmi è stato il primo registrato dall’indagine da febbraio 2019”.“I dati dei prossimi mesi saranno importantissimi nel valutare se la recente ripresa della domanda avrà un seguito, aiutando quindi le aziende a recuperare la produzione persa alleviando il bisogno di ulteriori tagli futuri”, commenta Chris Williamson, chief business economist di Ihs Markit, analizzando i dati finali Pmi del manifatturiero dell’eurozona.

Banche a secco di dividendi: effetti su prezzi di un’astinenza percepita come duratura e il rischio autogol recessivo della Bce

Il 28 luglio ha Bce ha prorogato fino al 1° gennaio 2021 la raccomandazione di non pagare dividendi agli azionisti delle banche. La decisione segue quella dello scorso marzo quando venne raccomandata la sospensione delle cedole in scia alla situazione di grave emergenza scatenata dall’esplosione della pandemia COVID-19. Inizialmente la Bce aveva deciso di raccomandare agli istituti di congelare l’erogazione dei dividendi ed eventuali operazioni di buyback pianificate fino al prossimo 1° ottobre.
Una decisione dettata dal concreto timore che nel prossimo futuro il patrimonio delle banche conosca una riduzione severa e il capitale potrebbe risultare insufficiente ad assorbire le perdite garantendo stabilità al sistema. “Se ciò accade, gli azionisti dovranno presentarsi sul mercato col cappello in mano, emettendo nuove azioni a condizioni penalizzanti e imbarcando tanti soci (con cui dividere gli utili futuri) in cambio di pochi soldi”, rimarcano gli economisti Silvio Cuneo e Andrea Resti in un articolo pubblicato su Lavoce.info. Lo stop ai dividendi può pertanto essere la scelta migliore per gli stessi azionisti che lo subiscono.Il responsabile della supervisione bancaria della Bce, Andrea Enria, ha commentato la decisione ribadendo che l’intento è “assicurare che il settore bancario rimanga resiliente e sostenga la ripresa economica attraverso una offerta adeguata di credito”.

Rischio che la misura venga percepita come non transitoria

Silvio Cuneo e Andrea Resti pongono però l’accendo sul potenziale rischio di tale stop ai dividendi se verrà percepito come permanente dal mercato. In equilibrio, il prezzo delle azioni bancarie cresce con il volume di utili annui attesi, ma anche con il pay-out ratio, cioè la quota di utile distribuita agli investitori. La Bce, nel comunicato del 28 luglio, fa sapere che il bando ai dividendi potrebbe proseguire anche nel 2021. “Se la riduzione del pay-out non fosse vista come eccezionale e transitoria, il risultato sarebbe un calo dei prezzi e della capitalizzazione di mercato degli enti creditizi. Oltre a danneggiare evidentemente gli azionisti (famiglie e fondazioni incluse), ciò potrebbe portare a conseguenze paradossali“, argomentano i due citando un report di Bank of America dall’evocativo titolo “Zero dividends: a local mistake”: quotazioni depresse potrebbero indurre le banche a prestare di meno anche se il coefficiente patrimoniale sale di qualche punto decimale grazie al dividendo non distribuito.  Il rischio è quindi un effetto boomerang in un contesto recessivo come quello attuale se la raccomandazione Bce sui dividendi si prolungherà ulteriormente.

“Il contesto risk on tiene ancora”

I fattori tecnici favoriscono un sovrappeso su azioni e materie prime. Per Greg Meier (AllianzGI) gli indicatori ciclici suggeriscono una rotazione che potrebbe favorire le borse europee

Da inizio giugno, da quando cioè è ripresa l’attività delle principali economie, l’indice MSCI World ha registrato soprattutto movimenti marginali mentre i contagi hanno ripreso a salire spingendo diversi Paesi europei e asiatici e 10 Stati USA a ripristinare le misure di contenimento. “Provvedimenti che danneggeranno alcune aziende e comunità ma gli effetti sull’economia nel suo complesso dovrebbero essere inferiori rispetto a quelli di nuovi lockdown nazionali”, fa sapere Greg Meier, Senior Economist Director di AllianzGI.

UNA QUESTIONE DI DOMANDA E OFFERTA

L’esperto, ricorda che, mentre la riapertura consente di ripristinare l’offerta di merci e servizi, la domanda dipende, stavolta più che mai, dalla fiducia dei consumatori. “In quest’ottica, occorre considerare che una quota importante di consumatori, quella degli over 65, che spende molto più degli under 25 (meno a rischio), ha più possibilità di soccombere al virus”, spiega Meier. Se non arriverà un vaccino o un rapido contenimento della malattia, l’iniziale ripresa a ‘V’ dell’economia potrebbe trasformarsi in un lungo processo di riparazione dei danni strutturali. Dalla cui durata dipenderanno i rischi di perdita permanente di posti di lavoro, cambiamento dei comportamenti dei consumatori, chiusura delle imprese e stress delle autorità.

ATTESI LA PROSSIMA SETTIMANA DATI MACRO IMPORTANTI

La prossima settimana avremo nuovi elementi per comprendere meglio cosa aspettarci. Lunedì, si saprà lo stato di salute delle attività manifatturiere in Cina e Stati Uniti, con questi ultimi che, in base alle stime di consensus, dovrebbero far segnare i livelli più elevati da aprile 2019. Mercoledì sarà la volta dei dati sulle vendite al dettaglio dell’area euro. “Il consensus stima un aumento del 15,8% m/m in giugno, ma il tasso a/a dovrebbe scendere dal -5,1% al -7,5%” specifica Meier. Lo stesso giorno verrà pubblicato l’indice ISM dei servizi USA – che rappresentano circa il 70% del PIL statunitense – relativo al mese di luglio. Si prevede che permanga in territorio espansivo (55,0 punti) ma in contrazione rispetto ai 57,1 del mese precedente, incorporando i futuri danni legati alla (ri)chiusura di bar, palestre, ristoranti e la continua debolezza del segmento viaggi.

FOCUS SU EXPORT DELLA GERMANIA E SUL MERCATO DEL LAVORO USA

Infine ,mentre giovedì saranno resi noti i dettagli sugli ordinativi delle fabbriche tedesche e le decisioni di politica monetaria nel Regno Unito, venerdì sono attesi i dati su importazioni ed esportazioni cinesi, che dovrebbero segnalare una contrazione rispettivamente del 10,0% e dell’1,5% a/a. Attesi, sempre venerdì 7 agosto, i dettagli sulla ripresa economica tedesca, che dovrebbe evidenziare un’accelerazione delle esportazioni al 13,8% m/m e un aumento della produzione industriale al 10%. Lo stesso giorno, infine, si saprà se le stime di consensus di 2,26 milioni di nuovi posti e una diminuzione della disoccupazione dall’11,1% al 10,3% sul mercato del lavoro USA sono corrette.

IL CONTESTO RISK ON TIENE ANCORA

“Il contesto risk-on tiene ancora, con il dollaro che si indebolisce e le materie prime che salgono. In base agli indicatori ciclici ci potrebbe essere una rotazione in grado di favorire le borse europee. Anche perché, i titoli tecnologici che continuano a trainare il mercato azionario americano cominciano a suscitare timori a causa delle valutazioni eccessive”, conclude l’economista di AllianzGI.

Eurozona: Pil II trimestre (preliminare) crolla del 12,1%, più del previsto. Mai rilevato prima

Crollo storico e più grave del previsto per l’economia dell’Eurozona. Secondo la lettura preliminare dell’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Eurozona è sceso del 12,1% nel secondo trimestre del 2020 rispetto ai tre mesi prima. Si tratta del maggior declino da quando sono iniziate le serie storiche nel 1995. Il dato è peggiore delle attese. Gli analisti infatti si aspettavano un calo dell’11,2%. Nei primi tre mesi del 2020, il Pil dell’Eurozona era sceso del 3,6%.Su base annua, quindi nei confronti del secondo trimestre del 2019, l’economia della zona euro si è contratta del 15%, peggio del -13,9% previsto dagli analisti.

Eurozona: inflazione a luglio (preliminare) salita a sorpresa allo 0,4% su base annua

 

Inaspettato rialzo dell’inflazione nell’Eurozona, seppur di entità minima. Secondo la lettura preliminare dell’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, l’inflazione si è attestata a luglio allo 0,4% su base annua, contro lo 0,3% di giugno. Gli analisti si aspettavano un calo allo 0,2%. Si ricorda che la Bce ha un obiettivo di inflazione al 2% nel medio termine.

Borse europee ritrovano il segno più, partenza positiva in attesa del Pil Ue

Le Borse europee aprono sopra la parità, cercando di reagire dopo la recente debolezza. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 sale dello 0,52%. A Francoforte il Dax guadagna lo 0,23%, a Parigi il Cac40 avanza dello 0,34%. Il clima rimane comunque improntato alla prudenza in una seduta caratterizzata da una nuova raffica di trimestrali societarie e dalle prime indicazioni sull’evoluzione dell’economia nell’Eurozona nel secondo trimestre dell’anno dopo che ieri gli Stati Uniti sono entrati ufficialmente in recessione tecnica. Il Pil Usa ha mostrato nel secondo trimestre del 2020 un crollo del 32,9% su base annualizzata, lievemente meglio del -34,5% atteso dal consensus, ma al ritmo più forte di sempre. Nel primo trimestre, la contrazione del Pil era stata del 5%. L’effetto Covid ha messo in ginocchio anche la Germania, motore dell’Europa. Qui il Pil è crollato del 10,1% rispetto ai primi tre mesi del 2020, evidenziando la peggior caduta dal 1970 a causa del Covid-19. Non è stata da meno la Francia, dove il Pil ha subito una contrazione del 13,8% nel secondo trimestre dell’anno rispetto ai tre mesi prima. Si tratta di un crollo record, mai rilevato prima dall’Insee, l’ufficio di statistica nazionale francese.

Francia: Pil nel II trimestre (preliminare) -13,8%, è crollo storico. Ma meglio del previsto

Crollo storico del Prodotto interno lordo (Pil) della Francia a causa del Covid-19. Secondo i dati diffusi oggi dall’Insee, l’ufficio di statistica nazionale francese, il Pil ha subito una contrazione del 13,8% nel secondo trimestre dell’anno rispetto ai tre mesi prima, secondo la lettura preliminare. Da quando ha iniziato a rilevare l’attività economica su base trimestrale, l’Insee non ha mai registrato un crollo di tale portata. L’istituto ha inoltre rivisto al ribasso il Pil del primo trimestre a -5,9% dal precedente -5,3%.La caduta del Pil francese nel secondo trimestre è tuttavia inferiore a quanto previsto dalla maggior parte degli analisti, che si aspettavano una flessione del 15,3%. Nel dettaglio, i consumi delle famiglie, la componente principale della crescita, sono diminuiti dell’11%, gli investimenti del 17,8% e le esportazioni del 25,5%.

Germania: vendite al dettaglio rallentano a giugno dopo balzo, ma meno del previsto

I consumi tornano a scendere in Germania. A giugno le vendite al dettaglio sono diminuite dell’1,6% rispetto al mese precedente, dopo che a maggio erano balzate in avanti del 12,7% (dato rivisto dal +13,9% precedente). Il calo è comunque più contenuto del previsto. Gli analisti avevano pronosticato una flessione del 3,3%. Su base annua, quindi nel confronto con giugno 2019, le vendite al dettaglio sono salite del 5,9%, facendo meglio del +3% atteso dal mercato.

Piazza Affari ancora giù insieme alla Borse europee. Eni guida i ribassi del comparto oil

Piazza Affari fallisce il tentativo iniziale di reagire alla recente debolezza e dopo poco l’avvio torna a scendere, allineandosi agli altri listini europei. Gli investitori devono digerire le indicazioni arrivate ieri sera dalla Federal Reserve (Fed) ma anche il valzer di trimestrali che continua senza sosta nel mondo.In particolare, dopo la due giorni di meeting la banca centrale guidata da Jerome Powell ha mantenuto invariati i tassi sui Fed funds nel range compreso tra lo zero e lo 0,25% (come da attese) e ha garantito che utilizzerà tutto il suo ampio ventaglio di strumenti agendo in modo adeguato per sostenere l’economia Usa. Il Fomc ha poi precisato che il trend dell’economia a stelle e strisce dipenderà in modo significativo dagli sviluppi del coronavirus. La crisi attuale, ha aggiunto, peserà in modo significativo sull’attività economica, sull’occupazione e sull’inflazione nel breve periodo. Certo, ha precisato il Fomc, l’economia e l’occupazione sono in qualche modo migliorati negli ultimi mesi, ma i loro livelli rimangono ben al di sotto di quelli di inizio anno. A questo riguardo oggi pomeriggio ci sarà l’importante test del Pil annualizzato Usa relativo al secondo trimestre 2020, in un contesto in cui continuano ad aumentare i contagi da coronavirus.In questo quadro, l’indice Ftse Mib si è avviato in rialzo per poi rallentare fino a scivolare in territorio negativo con un calo di circa 1 punto percentuale in area 19.685 punti. L’indice milanese si continua così ad allontare dalla soglia psicologica dei 20.000 punti. Al ribasso, un ritorno sotto 19.174 punti potrebbe innescare discese verso 18.481 e 18.000 punti, dove passa anche la trend line rialzista che ha accompagnato i corsi da metà febbraio.Tra i titoli di Piazza Affari, si mette in evidenza fin dai primi scambi Enel che corre in testa al paniere principale con un progresso di oltre l’1% (in avvio saliva di oltre il 2%) dopo i conti del primo semestre diffusi ieri sera a mercato chiuso. Nei primi sei mesi del 2020 il gruppo ha registrato un utile netto ordinario in crescita del 5,6% a 2.405 milioni. Sul fondo del listino invece Eni che cede quasi il 4% nel giorno dei conti, guidando i ribassi del comparto oil. Nel secondo trimestre del 2020 il gruppo del Cane a sei zampe ha riportato una perdita netta di 4,41 miliardi di euro, contro l’utile da 0,42 miliardi del corrispondente periodo del 2019. I risultati sono stati penalizzati dall’effetto Covid e dalle condizioni di oversupply di petrolio e gas. Ma Eni si mostra fiduciosa per il futuro, prevedeno una gradale ripresa della codomanda nel secondo semestre dlel’anno a un ribalzo nel 2021.La seduta sarà movimentata anche da diverse indicazioni macro. Da cerchiare in rosso il Pil tedesco relativo al secondo trimestre 2020 (si tratta della stima preliminare), ma anche il bollettino economico della Bce, e ancora il tasso di disoccupazione in Italia ed eurozona. Per gli Stati Uniti sotto la lente il Pil annualizzato del secondo trimestre (stima flash) e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione.Per la stagione degli utili in Italia sotto la lente i risultati finanziari di A2A, Azimut, Cnh, Inwit, Leonardo, Mediobanca, Nexi, Prysmian, e Recordati. Attesa anche per i conti di alcune big tech Usa del calibro di Amazon e Apple che annunciano i risultati trimestrali dopo la chiusura di Wall Street.

Bce: ‘azionario euro in recupero con PEPP, ma rischi nuove correzioni con taglio outlook utili’

“A causa delle aspettative sulle ricadute economiche della diffusione mondiale del coronavirus (COVID-19) e alla considerevole incertezza a essa associata, i corsi azionari nell’area dell’euro sono scesi di oltre il 30 per cento da febbraio a metà marzo 2020”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, appena reso noto.“Con l’annuncio del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), i prezzi delle azioni nell’area dell’euro hanno registrato una tendenza al rialzo, i mercati hanno parzialmente recuperato i normali livelli di funzionamento, e i differenziali denaro-lettera hanno mostrato un netto calo – ricorda ancora il bollettino della Bce.Viene rilevato che “la principale motivazione alla base della risalita dei corsi azionari è la ripresa della propensione al rischio che, come si evince dalla scomposizione effettuata con un modello di sconto dei dividendi (Dividend Discount Model, DDM), sembra aver più che compensato il calo delle aspettative sugli utili”.Detto questo, la Bce fa notare che, “oltre alle aspettative a più lungo termine sulla crescita degli utili, anche le previsioni sugli utili per azione (earnings per share, EPS) continuano a essere revisionate al ribasso sugli orizzonti più lunghi. A metà marzo del 2020 il profilo delle previsioni trimestrali sugli utili ricavate dalle indagini continuava a evidenziare una chiara ripresa ‘a forma di V’, nonostante la debolezza della redditività realizzata nel primo trimestre dell’anno. Gli analisti prevedevano una rapida ripresa già a partire dal secondo trimestre dell’anno, su attese di un graduale allentamento delle misure di lockdown. Da allora, nonostante l’annuncio del PEPP, le aspettative a medio termine sugli utili hanno continuato a essere riviste al ribasso, anche se nello stesso periodo i corsi azionari nell’area dell’euro hanno registrato una ripresa”.La Bce non esclude il rischio di nuove correzioni dell’azionario, prendendo in considerazione alcuni parametri:“I rischi di nuove correzioni dei corsi azionari nel prossimo futuro rimangono significativi, come evidenzia la struttura per scadenza del premio per il rischio azionario (ERP). La stima dell’ERP a partire dai prezzi delle opzioni su orizzonti compresi tra 1 e 24 mesi evidenzia una struttura a termine positivamente inclinata in momenti di congiuntura economica e finanziaria favorevole ‒ come osservato in lieve misura nel febbraio 2020 ‒ e negativamente inclinata nei periodi di tensione finanziaria, per effetto dei rischi di
ingenti perdite finanziarie nell’immediato futuro. Infatti, nel momento immediatamente precedente l’annuncio del PEPP, l’ERP sull’orizzonte di un mese è aumentato in modo repentino toccando il 30 per cento circa. Nonostante il significativo calo registrato da quel momento, l’ERP si mantiene ancora ben al di sopra dei livelli osservati a febbraio su tutti gli orizzonti, mostrando una inclinazione ancora negativa della struttura per scadenza”.“Anche altre misure basate sulle opzioni continuano a registrare livelli elevati dell’incertezza e delle masse di probabilità nella coda sinistra della distribuzione (left tail risk) dei rendimenti attesi. La distribuzione neutrale al rischio dei rendimenti attesi dagli investitori può essere
ottenuta tramite i prezzi delle opzioni. Poiché i contratti di opzioni con diverse scadenze vengono negoziati a un dato momento nel tempo, essi consentono di ricavare una struttura per scadenza della distribuzione neutrale al rischio dei
rendimenti attesi dagli investitori. Tra febbraio e la fine di marzo 2020 si è osservata una sostanziale riduzione del rischio negativo (‘left tail risk’) rispetto al rischio positivo (‘right tail risk’), come implica la diminuzione del coefficiente di asimmetria (skewness) della densità neutrale al rischio ricavata dai prezzi delle opzioni sull’indice Euro Stoxx 50. Già all’inizio di febbraio, prima della diffusione dell’epidemia di COVID-19 in Europa, i mercati delle opzioni evidenziavano un forte sbilanciamento verso il rischio negativo a due/tre mesi, con una successiva riduzione. In seguito alla correzione dei mercati azionari, i rischi negativi e positivi, per i mesi a venire, sono divenuti più bilanciati. Ciò è dovuto al fatto che gli investitori hanno iniziato ad attribuire maggior valore all’ipotesi di un’ulteriore ripresa dei prezzi (accrescendo la probabilità della coda destra rispetto a quella della coda sinistra) ed è in linea con la riduzione dell’ERP registrata a partire
dal culmine della pandemia. Tuttavia, in seguito al recente flusso di notizie negative per l’economia e ai timori di una rinnovata diffusione del virus, la distribuzione neutrale al rischio è rimasta fortemente asimmetrica verso sinistra in prospettiva storica. Inoltre l’incertezza, come indica la varianza delle distribuzioni, rimane su livelli elevati”.

Eurozona: disoccupazione in leggero rialzo al 7,8% a giugno

 

Leggero rialzo, ma inatteso, della disoccupazione nell’Eurozona. Secondo i dati dell’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, il tasso di disoccupazione nella zona euro si è attestato a giugno al 7,8%, contro il 7,7% di maggio. Gli analisti si aspettavano una disoccupazione stabile.

Bce: ‘prospettive economiche soggette a rischi al ribasso, inflazione scende ancora in prossimi mesi’

 

“Le prospettive economiche sono caratterizzate da elevata incertezza e soggette a rischi al ribasso. In tale contesto, il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariato l’orientamento complessivo della politica monetaria e di riconfermare per intero l’insieme delle misure di politica monetaria già in essere”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, appena reso noto.Riguardo all’andamento dei prezzi, si legge ancora nel bollettino, “secondo la stima rapida dell’Eurostat nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è salita dallo 0,1 per cento di maggio allo 0,3 per cento di
giugno, rispecchiando in prevalenza una dinamica meno negativa della componente energetica. Sulla scorta dei prezzi correnti del petrolio e dei relativi contratti future,
e tenendo conto della riduzione temporanea dell’IVA in Germania, ci si attende che l’inflazione complessiva scenda ancora nei prossimi mesi, per poi tornare a recuperare agli inizi del 2021. Nel medio termine la maggiore debolezza della
domanda determinerà pressioni al ribasso sull’inflazione, solo in parte compensate da spinte al rialzo legate a vincoli dal lato dell’offerta. Gli indicatori delle aspettative
di inflazione a più lungo termine ricavati dai mercati sono rimasti su livelli contenuti”.

Bce: ‘prezzi petrolio oltre +10% da giugno, ma domanda rimarrà contenuta fino a inizio 2021’

 

“I corsi petroliferi sono cresciuti di più del 10 per cento dall’ultima riunione del Consiglio direttivo (riferimento alla riunione di giugno), in un contesto caratterizzato da una ripresa dell’ attività economica e dal calo dell’offerta dovuto a riduzioni concordate all’inizio di maggio”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, appena reso noto.“I corsi petroliferi – hanno spiegato gli economisti della Bce – sono stati sostenuti da una ripresa della domanda di petrolio più forte del previsto sulla scia dell’allentamento delle misure di chiusura. La domanda di petrolio dovrebbe rimanere contenuta nella seconda metà del 2020 e all’inizio del 2021 e i consumi dovrebbero rimanere al di sotto dei livelli osservati nel 2019. Tuttavia, le stime della domanda sono state recentemente riviste al rialzo a seguito dell’allentamento delle misure di chiusura in diversi paesi. Oltre alla ripresa della domanda, anche la riduzione dell’offerta ha contribuito a riequilibrare i mercati
del petrolio. In particolare, il rimbalzo dei corsi petroliferi è stato favorito dall’accordo raggiunto dall’OPEC+ (cioè dai principali paesi produttori) all’inizio di maggio, in base al quale è stata stabilita una riduzione dell’offerta di quasi 10 milioni di barili al giorno (mbg), e da significativi blocchi della produzione negli Stati Uniti. Anche i prezzi dei metalli hanno registrato una marcata ripresa da metà aprile, con un aumento del 2 per cento circa dall’ultima riunione del Consiglio direttivo”.Oggi i prezzi del petrolio sono sotto pressione, dopo i nuovi dati che indicano un aumento dei casi di coronavirus COVID-19 in tutto il mondo. Il contratto WTI scambiato a New York cede più dell’1% a $40,85 al barile mentre il Brent fa -0,91% a $43,35.

Bce: ‘anche con allentamento lockdown ripresa disomogenea, incerta e incompleta in tutto il mondo’

 

“Anche se, in tutto il mondo, si è provveduto a rendere meno severe le politiche di contenimento (lockdown da coronavirus), la ripresa a livello internazionale resta disomogenea, incerta e incompleta”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Bce, appena reso noto.“I dati ricavati delle indagini indicano che la contrazione senza precedenti dell’economia mondiale nel primo semestre del 2020 sta lasciando spazio a segnali di un’inversione di tendenza. A giugno l’indice mondiale composito dei responsabili degli acquisti (Purchasing Managers’ Index, PMI) relativo al prodotto (esclusa l’area dell’euro) ha continuato a registrare un recupero dal minimo toccato ad aprile, raggiungendo il livello di 47,6. L’incremento di giugno ha
interessato tutte le sottocomponenti. Anche il settore dei servizi, che aveva mostrato un ritardo rispetto a quello manifatturiero in termini di miglioramento, ha segnato una
forte ripresa. Si tratta di andamenti generalizzati che hanno caratterizzato inoltre quasi tutte le principali economie avanzate ed emergenti. Tuttavia, ovunque, ad eccezione della Cina, gli indici PMI hanno continuato a segnalare una contrazione, attestandosi su valori inferiori a 50 ed evidenziando la persistente debolezza dei livelli di attività a livello mondiale”.

Germania: Pil II trimestre (preliminare) crolla del 10,1%, peggior calo dal 1970

 

Il Prodotto interno lordo (Pil) della Germania è crollato nel secondo trimestre dell’anno del 10,1% rispetto al periodo precedente, evidenziando la peggior caduta dal 1970 a causa del Covid-19. Su base annua, quindi nei confronti del secondo trimestre del 2019, il Pil tedesco ha segnato una contrazione dell’11,7%. Il dato è peggiore delle attese degli analisti, che avevano previsto una flessione del 9% su base trimestrale e del 10,9% su base annua.

Piazza Affari ancora debole, si allinea a Borse europee. Enel corre dopo conti e guidance

Piazza Affari si muove sotto la parità, allineandosi agli altri listini europei e fallendo il tentativo iniziale di reagire dopo la recente debolezza. Dopo un avvio positivo, l’indice Ftse Mib rallenta fino a scivolare in territorio negativo con un -0,75% in area 19.731 punti. Gli investitori devono digerire la raffica di trimestrali societarie, tra cui spiccano Eni, Enel e Generali.Tra i titoli del paniere principale, si mette in evidenza fin dai primi scambi Enel che corre in testa con un balzo di oltre il 2% dopo i conti e la guidance per il 2020. Sul fondo del listino invece DiaSorin con un -1,3%. Debole anche Ubi Banca, in calo dell’1,4% nell’ultimo giorno dell’offerta di Intesa.La seduta sarà movimentata anche da diverse indicazioni macro. Da cerchiare in rosso il Pil tedesco relativo al secondo trimestre 2020 (si tratta della stima preliminare), ma anche il bollettino economico della Bce, e ancora il tasso di disoccupazione in Italia ed Eurozona. Per gli Stati Uniti sotto la lente il Pil annualizzato del secondo trimestre (stima flash) e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione.

Altro che Recovery Fund….negli USA i soldi vanno in tasca alla gente….non agli Stati

Ieri sera al Senato degli Stati Uniti, i repubblicani hanno presentato un nuovo piano di stimolo all’economia da 1.000 miliardi, base di partenza per il negoziato con i democratici, i quali, alla Camera, hanno approvato un loro piano da 3.500 miliardi di euro. Facendo proprie le indicazioni della Casa Bianca, il provvedimento taglia di circa due terzi i sussidi di disoccupazione, dagli attuali 600 dollari la settimana, a 200 dollari. Ma nulla cambia per quanto riguarda l’assegno di assistenza in vigore da questa primavera: una famiglia composta da due genitori e due figli, con introiti annui sotto i 75.000 dollari, continuerà a ricevere ogni mese 3.400 dollari: 2.400 per gli adulti e 500 per i minori. 

Recovery Fund, Morgan Stanley: ecco di quanto azionario europeo potrà battere quello globale

 

Il Recovery Fund darà un assist all’azionario europeo, in particolare alle borse dei paesi periferici, dunque anche a Piazza Affari. E’ quanto prevedono gli analisti di Morgan Stanley, definendo il fondo per la ripresa, su cui i leader europei hanno trovato un accordo la scorsa settimana, un “game changer” per l’Europa (un elemento, dunque, che cambierà le carte):
“Riteniamo che i mercati azionari dell’Unione monetaria europea potranno sovraperformare le borse globali del 10%, guidati dagli indici dei paesi periferici (che faranno ancora meglio, con una outperformance del 15%)”, si legge nella nota che è stata diramata nelle ultime ore.Tra l’altro, spazio per recuperare terreno le borse europee ce l’hanno.L’indice di riferimento Stoxx 600 è infatti in calo dell’11% dall’inizio dell’anno, a fronte di una flessione di appena -1%.
Bullish sull’Europa anche Chris Dyer, direttore della divisione di azionario globale presso Eaton Vance, intervenuto nella trasmissione CNBC’s Squawk Box Europe. Secondo Dyer, le borse europee faranno meglio di Wall Street.
“Quello che stiamo vedendo in Europa è una maggiore coesione…mentre negli Stati Uniti è prevista una maggiore incertezza”. E il riferimento è alle imminenti elezioni presidenziali Usa di novembre.
A dare fiducia all’Europa sono stati anche gli analisti di UBS:
“La risposta politica europea (alla crisi innescata dalla pandemia del coronavirus) è stata migliore di quanto i mercati prevedessero, così come dimostrato dal Recovery Fund, e questo fattore sarà positivo per la regione”.
UBS è, tuttavia, anche cauta: “Detto questo, per l’area euro, prevediamo una forte recessione degli utili e una ripresa lenta”. Tanto che gli analisti del colosso svizzero stimano un crollo dei profitti, nel 2020, pari a ben -39%.

Bce conferma rumor: proroga divieto a banche di distribuzione cedole per tutto il 2020

 

Così come trapelato da alcune indiscrezioni di qualche giorno fa, la Bce ha esteso a carico delle banche dell’Eurozona il divieto di distribuire i dividendi a tutto l’anno 2020, per garantire il sostegno all’economia in tempi di coronavirus-COVID-19.Francoforte ha prorogato lo stop alle cedole, così come le operazioni di buyback delle banche fino al 1° gennaio del 2021 chiedendo agli istituti, anche, di “adottare una moderazione estrema” nell’erogazione dei bonus.

Mercati europei aprono in rialzo, tema vaccini e trimestrali in primo piano

Per i mercati europei la seconda seduta della settimana inizia sopra la parità. Nei primi minuti di contrattazioni il Dax avanza dello 0,67%, mentre il Ftse 100 segna un rialzo dello 0,57% e il Cac40 mostra un +0,06 per cento. I listini del Vecchio continente provano così a mettere da parte i timori legati alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, e all’evoluzione dei contagi nel mondo, concentrandosi piuttosto sulle positive notizia in arrivo dal fronte vaccini. Ieri Moderna ha annunciato il via dello studio di Fase 3 per il suo vaccino sperimentale.Si attende inoltre per gli States un nuovo pacchetto di stimoli dal Congresso, dopo che i repubblicani del Senato hanno proposto ieri nuovi aiuti per un valore di $1 trilione, dando il via ufficialmente alle trattative con i democratici per sfornare un nuovo bazooka anti-Covid-19. Certo, la parola cautela continua ad aleggiare sui mercati ed è alimentata anche oggi dalla decisione di diversi paesi asiatici di imporre nuove misure di contenimento per contrastare i contagi da coronavirus. Stando ad alcuni calcoli di Reuters, sono in tutto più di 16,35 milioni in tutto il mondo le persone infettate dal virus, a fronte di 649.225 decessi.In questo contesto continua il rally dell’oro, con il contratto spot che è salito fino al massimo di sempre a $1.966,76 l’oncia. Il tutto mentre prosegue senza sosta la stagione degli utili in Usa e in Europa.

Mercati europei verso un avvio sopra la parità: i temi da monitorare oggi

I mercati europei cercheranno di gettarsi alle spalle in avvio la debole performance messa a segno ieri in scia al mix di due fattori, ovvero le tensioni tra Stati Uniti e Cina ma anche l’evoluzione dei contagi nel mondo. Così ha fatto Wall Street che ha archiviato la seduta in rialzo, concentrandosi soprattutto sulle positive notizia in arrivo dal fronte vaccini. Ieri Moderna ha annunciato il via dello studio di Fase 3 per il suo vaccino sperimentale e ha inoltre fatto sapere che riceverà un finanziamento aggiuntivo fino a 472 milioni di dollari.Intanto si attende negli Usa un nuovo pacchetto di stimoli dal Congresso, dopo che i repubblicani del Senato hanno proposto ieri nuovi aiuti per un valore di $1 trilione, dando il via ufficialmente alle trattative con i democratici per sfornare un nuovo bazooka anti-Covid-19. Certo, la parola cautela continua ad aleggiare sui mercati ed è alimentata anche oggi dalla decisione di diversi paesi asiatici di imporre nuove misure di contenimento per contrastare i contagi da coronavirus. Stando ad alcuni calcoli di Reuters, sono in tutto più di 16,35 milioni in tutto il mondo le persone infettate dal virus, a fronte di 649.225 decessi.In questo contesto continua il rally dell’oro, con il contratto spot che è salito fino al massimo di sempre a $1.966,76 l’oncia. Il tutto mentre prosegue senza sosta la stagione degli utili in Usa e in Europa.

Germania: indice Ifo, fiducia imprese migliora ancora a luglio

Ulteriore miglioramento a luglio della fiducia nel mondo imprenditoriale tedesco. Nel mese in corso l’indice Ifo business climate, che misura la fiducia delle imprese in Germania, si è attestato a 90,5 punti dagli 86,3 punti di giugno (dato rivisto da 86,2 precedenti). Il dato ha battuto le attese del mercato che si attendeva 89,3.

Borse europee aprono intorno alla parità tra tensioni Usa-Cina e trimestrali

Partenza incerta per le Borse europee, che nei primi minuti di contrattazione si muovono miste intorno alla parità. In avvio l’indice Eurostoxx 50 segna un -0,09%. A Francoforte il Dax sale dello 0,28%, mentre a Parigi il Cac40 scivola dello 0,13%. Da una parte i timori per le tensioni Usa-Cina, con la guerra dei consolati, e l’evoluzione della pandemia e dall’altra le speranze di un piano di rilancio americano. Intanto sale l’attesa per le numerose trimestrali societarie previste in questi giorni. La seduta odierna sarà movimentata dall’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche e gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti.

Eurozona: Pmi manifatturiero e servizi migliorano ancora a luglio, è segnale di ripresa nel III trimestre

Con la progressiva riapertura del mercato economico dopo le restrizioni imposte per prevenire la diffusione del Covid-19, i dati previsionali Pmi
indicano che l’attività economica dell’Eurozona è aumentata per la prima volta da febbraio registrando il maggiore rialzo in poco più di due anni. A luglio l’indice Pmi Composito dell’Eurozona, elaborato dall’istituto IHS Markit nella lettura preliminare, si è attestato a 54,8 punti, segnando un nuovo discostamento rispetto ai minimi storici di aprile di 13,6 punti e aumentando dai 48,5 di giugno. È la prima volta da febbraio che si registra una lettura superiore alla soglia di non cambiamento di 50 punti.Sia il settore manifatturiero che terziario sono tornati in territorio di espansione, segnando rispettivamente i valori più alti in 23 e 25 mesi, con i servizi che hanno tra l’altro indicato l’impennata più forte. Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero è salito da 47,4 a 51,1 punti, mentre quello servizi è passato da 48,3 a 55,1 punti.Le aspettative future sono migliorate e allo stesso tempo si è avuto un rialzo del flusso dei nuovi ordini e un rallentamento dei tagli occupazionali, sebbene la perdita di posti di lavoro continui ad essere ampiamente diffusa a causa dei numerosi ridimensionamenti aziendali in atto.Analizzando i dati dei singoli paesi, le aziende francesi hanno guidato la ripresa riportando un’espansione della produzione per il secondo mese
consecutivo e segnando il più rapido tasso di crescita da gennaio 2018. Sia il manifatturiero che il terziario hanno indicato i migliori ritmi di crescita in due anni e mezzo. In Germania, la produzione è aumentata per la prima volta da febbraio, crescendo ad un ritmo mai visto in quasi due anni. L’impennata dell’attività terziaria, che ha mostrato l’espansione maggiore in due anni e mezzo, si è accompagnata ad un incremento più modesto della produzione manifatturiera.“Le aziende dell’area euro hanno riportato un incoraggiante inizio del terzo trimestre – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit – (…) I dati raccolti aggiungono segnali di una possibile forte ripresa dell’economia dopo il collasso senza precedenti del secondo trimestre”. Secondo l’esperto, il maggior rischio per la ripresa è rappresentato dalla crescente disoccupazione.

Gran Bretagna: nuovo balzo dei consumi, a giugno +13,9% le vendite al dettaglio

Nuovo balzo dei consumi interni in Gran Bretagna con la fine del lockdown. A giugno le vendite al dettaglio sono salite del 13,9% rispetto al mese precedente, facendo meglio del +8% atteso dagli analisti dopo che a maggio si era già assistito a un rialzo del 12,3% (dato rivisto dal +12% precedente). Il recupero è iniziato a maggio, con l’allentamento delle misure di confinamento, dopo che ad aprile si era registrato un crollo delle vendite al dettaglio di oltre il 18%. Su base annua, quindi nei confronti di giugno 2019, il dato mostra un calo dell’1,6%.

Piazza Affari e Borse europee previste aprire in rosso su tensioni Usa-Cina

L’ultima seduta della settimana dovrebbe avviarsi in rosso per Piazza Affari e le Borse europee, in scia ai listini asiatici (Tokyo ancora chiusa per festività) che questa mattina mostrano tutti segno negativo. Sui mercati pesano le nuove tensioni tra Stati Uniti e Cina. Il Global Times ha riportato che Pechino potrebbe reagire all’ordine di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, diramato qualche giorno fa dall’amministrazione Usa, con l’espulsione di centinaia o anche più di diplomatici americani. La stampa cinese ha confermato inoltre che la Cina è pronta a ordinare agli Stati Uniti la chiusura del consolato Usa a Chengdu.Intanto da Oltreoceano giungono pesanti dichiarazioni dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ha detto che la Cina rappresenta una minaccia alla libertà e all’economia, ripetendo che Pechino ha fallito nel frenare la diffusione a livello globale del coronavirus e che il mondo libero deve trionfare su “questa nuova tirannia”. Dal canto suo, il presidente americano Donald Trump ha affermato che l’accordo sulla Fase 1 siglato con la Cina a gennaio di quest’anno per scongiurare l’intensificarsi della guerra commerciale tra le due potenze economiche ha perso per lui gran parte di significato.Posizioni che innescano una nuova escalation delle tensioni tra le due super potenze economiche e pesano sui mercati, facendo scivolare in secondo piano le trimestrali societarie. Gli investitori potrebbero reagire con la lettura preliminare dell’indice Pmi manifatturiero e servizi nelle maggiori economie europee relativo al mese di luglio, che verrà diffuso nel corso della mattina. Tra gli altri dati, anche la fiducia dei consumatori e delle imprese in Italia. In programma anche la decisione della Banca centrale della Russia sui tassi.

Recovery Fund, Conte al Senato: ‘Ue all’altezza della sua storia, freno emergenza non è diritto di veto’. E cita Delors

“Ho ritenuto mio dovere essere qui per riferire sul Consiglio europeo che ha assunto decisioni di portata storica”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo in Aula al Senato.E’ stato, ha continuato, “un vertice straordinario in termini di complessità, in linea con la posta in gioco. L’intesa rappresenta un passaggio fondamentale: l’Europa è stata all’altezza della sua storia, della sua missione e del suo destino. Ha saputo rispondere con coraggio e visione fino ad approvare un ambizioso programma di rilancio: si è realizzato ieri un radicale mutamento di prospettiva”.Ieri Conte e i leader Ue hanno annunciato di aver raggiunto un accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro, ripartito in 390 miliardi sotto forma di sussidi e 360 miliardi in prestiti. All’Italia la fetta più grande della torta, in tutto 209 miliardi.Anche nel momento in cui la “rigidità delle posizioni sembrava insuperabile” è continuata a maturare, comunque, la “consapevolezza del profondo senso di responsabilità: non potevamo fallire, accedere a un mediocre compromesso o rinviare”, ha sottolineato, riferendosi alle condizioni inizialmente rigide che i Paesi Frugali – Olanda, Austria, Danimarca e Svezia – hanno tentato di imporre.Sulle varie interpretazioni che sono circolate nelle ultime ore sul cosiddetto freno di emergenza, il premier Giuseppe Conte ha tenuto a precisare che non si tratta di un diritto di veto.“Nelle ultime ore, poco prima che si chiudesse il negoziato, abbiamo ottenuto una rimodulazione del ‘freno di emergenza’ ottenendo che nel Consiglio, ove mai fosse investito con specifiche e motivate richieste, ci sia una semplice discussione, escludendo la capacità decisionale e che la sospensione dovrà essere di tre mesi”.“Sono state richiamate espressamente – ha continuato il presidente del Consiglio – le competenze e gli articoli del Trattato che richiamano i poteri della Commissione e abbiamo chiesto un parere legale della Presidenza del Consiglio europeo da allegare agli atti. Abbiamo ottenuto che non venissero compromessi i meccanismi decisionali e l’efficacia del programma”. Di conseguenza, il Recovery Fund “non potrà prevedere il diritto di veto evitando passaggi all’unanimità che avrebbero innescato derive pericolose”.Conte ha sottolineato anche che “il piano della ripresa sarà un lavoro collettivo”, aggiungendo che il governo si confronterà “con il Parlamento”. In ogni caso: “dobbiamo anche lavorare per alimentare la fiducia nelle istituzioni italiane e nell’Europa”.Il discorso si è concluso citando Jacques Delors. Il 10 febbraio 1993 in occasione dell’investitura della Commissione Ue, Delors disse: “E’ veramente giunto il momento di ricollocare il fiore della speranza al centro del giardino europeo”.

Recovery Fund ok, ma che fine fa il MES? Letta: ‘prendiamolo, sono risorse che arrivano subito’. Ma Conte braccato da populismo M5S

Cosa deciderà di fare l’Italia con il MES, ora che è riuscita ad assicurarsi con il Recovery Fund 209 miliardi di euro tra sussidi e prestiti? Rispetto a qualche giorno fa, quando gli screzi con l’Olanda di Mark Rutte avevano fatto pensare al peggio, c’è un interrogativo a cui ufficialmente nessuno è riuscito a dare ancora una risposta: l’Italia chiederà il MES Fondo Salva-Stati sì o no? Indiscrezioni e dichiarazioni ufficiali a favore o contro il MES non mancano: oggi la Stampa ha pubblicato un’intervista all’ex presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha ribadito il proprio sì al MES. Il titolo dell’articolo a lui dedicato dice tutto: “Sconfitti Rutte e i populisti. Adesso prendiamo il Mes”.Letta commenta il successo italiano ottenuto con l’accordo sul Recovery Fund, facendo qualche precisazione:“Abbiamo vinto tutti e, forse per la prima volta, ha vinto la solidarietà nella Ue. Ma bisogna ribaltare una narrativa che si sta diffondendo a livello europeo”, ovvero “l’idea che ci prendiamo i soldi degli olandesi e dei Paesi del Nord”.
Letta lo sottolinea: “Non è così. La grandezza di quest’operazione non è che mendichiamo i soldi di altri, ma che tutti insieme come europei prendiamo più soldi dai mercati per ripartire fondi nuovi”.
Detto questo, “ora tocca a noi. I partner europei hanno fatto uno sforzo enorme, ora sta a noi comporre un piano nell’interesse dell’Italia, che guardi al futuro. Spero che ci sia crescente consapevolezza sul fatto che quando le scelte sono sbagliate, poi le paghi: una di queste è Quota 100. Il perfetto racconto di un Paese cicala da cui dobbiamo uscire”.
Ribadito poi il pieno assist al MES:
“Non ho mai cambiato idea. Per due ragioni: per la finalità del Mes – le spese sanitarie – e per la tempistica. Le risorse di questo accordo arriveranno non prima dell’anno prossimo, quelle del Mes sono disponibili dall’autunno“.
Dalle indiscrezioni riportate dalla stampa emerge tuttavia che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si starebbe convincendo a non prendere i fondi del MES, ovviamente per motivi prettamente politici, visto che il M5S vede il ricorso a questi aiuti come fumo negli occhi, così come il leader della Lega Matteo Salvini.
Letta spiega:
“La narrativa di oggi sull’accordo è che arrivano 200 miliardi per l’Italia: i nostri cittadini e le nostre imprese aspettano questi soldi, se non li vedono presto circolare, l’effetto frustrazione è dietro l’angolo. Per questo il Mes è ancora più importante. Potremmo mettere in piedi mille centri di telemedicina diagnostica in mille comuni remoti e montani: daremmo un segnale ai residenti, spesso anziani, e lavoro alle start up, oltre a digitalizzare il Paese. È importante dare un segnale subito: oggi è una bella giornata, ma bisogna dare la sensazione che non che non siano solo annunci, per questo la tempistica è importante”.
Ma cosa emerge da Palazzo Chigi e dalla maggioranza di governo? Cosa emerge dal PD e dal M5S?
Il segretario del PD Nicola Zingaretti è sembrato fare una retromarcia, ospite di In Onda a La 7:
“Sul Mes rispettiamo il Presidente che presiede una coalizione in cui deve contemperare esigenze differenti. Noi chiederemo ai cittadini un sostegno alle nostre posizioni”.
Il Messaggero ha riportato, d’altronde, indiscrezioni secondo cui lo stesso Conte avrebbe chiuso la porta in faccia al PD decidendo di non chiedere il MES.

Perchè il MES all’Italia serve ancora (La Stampa)

Sulla Stampa Veronica De Romanis spiega il perchè sia necessario non dimenticare quest’altro strumento che è stato vittima fin da subito di attacchi ingiustificati, visto che il ricorso al Fondo Salva Stati significa che l’Italia otterrebbe subito 36 miliardi di euro a tassi a zero.
Ci sono “almeno tre ordini di motivi”.
In primo luogo, i tempi. “I fondi del MES sono disponibili subito, previo passaggio parlamentare, mentre quelli del Ngeu – (Next Generation EU, Recovery Fund)- non verranno erogati prima del secondo semestre dell’anno prossimo.
Secondo motivo: le condizioni. “Il MES serve a finanziare le spese sanitarie dirette e indirette di cui c’è urgente bisogno anche per prevenire gli effetti di una possibile seconda ondata della pandemia (e qui De Romanis segnala alcuni interventi che potrebbero essere lanciati subito, per esempio per mettere in sicurezza le scuole e le imprese, ma anche per acquistare vaccini e medicinali). Le risorse del Ngeu, invece, devono essere impiegate prevalentemente per la spesa in conto capitale e non per la spesa corrente“.
Terzo motivo è il “monitoraggio”.
“Il Paese beneficiario del Mes – continua Veronica De Romanis – deve presentare una semplice rendicontazione degli interventi mentre quello che accede al Ngeu è sottoposto a una valutazione della Commissione su cui si deve pronunciare l’Ecofin, il Consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze europei. Un singolo Stato può attivare un ‘freno di emergenza’ che ne blocca l’erogazione nel caso in cui non venisse rispettata la tabella di marcia”.

Calenda spiega diritto veto-freno emergenza Recovery Fund

Anche Azione di Carlo Calenda non ha dubbi: il MES serve.
“Se si affronta la questione del #MES da un punto di vista non ideologico la questione è semplice: quei soldi servono alla #sanità e vanno chiesti subito“, è quanto dice Walter Ricciardi su Twitter.
E a proposito di Recovery Fund, Carlo Calenda da Twitter fa notare che, commentando le dichiarazioni di Conte: (“Non avrei consentito a nessun Paese il diritto di veto”)  che invece in qualche modo il diritto di veto c’è. (GUARDA IL VIDEO)

Calenda spiega bene cosa si intende davvero per freno di emergenza, e sottolinea come sia errato pensare che i fondi che l’Italia riceverà con  il Recovery Fund siano incondizionati.
Nel video Calenda spiega bene cosa si intende davvero per freno di emergenza, e sottolinea come sia errato pensare che i fondi che l’Italia riceverà con il Recovery Fund siano incondizionati.
E a un utente che gli chiede di spiegare cosa intenda dire, quando parla di diritto di veto e di freno di emergenza, risponde:
“Spiegami cos’è. Un qualsiasi paese può attivare una procedura di blocco decisa dal consiglio all’unanimità se ritiene che il paese non stia rispettando le raccomandazioni della Commissione. Come lo chiami Gino?”

Borse europee, prevale la cautela in avvio: ecco i temi caldi di giornata

Partono caute le principali Borse europee. Nei primi minuti di scambi prevalgono le vendite, con l’indice tedesco Dax che lascia sul terreno lo 0,03%, mentre il Cac40 e il Ftse 100 cedono rispettivamente lo 0,3% e lo 0,25 per cento.A poco più di 24 ore dell’accordo storico sul Recovery Fund, gli investitori sembrano essere tornati in preda a un’ansia da coronavirus. Non a caso si guarda al bene rifugio per eccellenza, l’oro, con i contratti che salgono fino a quota 1.857 dollari l’oncia, record in nove anni. Come segnala Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets UK, l’ottimismo derivante dall’accordo di ieri sul Recovery Fund ha ben presto lasciato il posto al fatto che la distribuzione di eventuali fondi resta ancora lontana. Nonostante lo scetticismo, Hewson rimarca però che “l’accordo ha rotto un precedente importante tabù, ovvero la creazione di una qualche forma di debito comune”.Intanto in una giornata scarna di dati macro, si guarda al mondo societario per il quale tiene banco la stagione degli utili. In particolare, oggi sono in primo piano alcune big del calibro Tesla e Microsoft, con i conti trimestrali in arrivo a mercati chiusi.

La grande sfida Old vs New Economy e l’eterna lotta azionario Usa vs Europa

Dalla ripresa del mercato azionario a partire da marzo, le azioni europee appaiono “più economiche” rispetto a quelle americane. Lo si legge nel report a cura di Mobeen Tahir, Associate Director e Research di WisdomTree, secondo cui la “storiella” delle azioni europee a basso costo è la stessa che sentiamo ripetere nei mercati da dieci anni a questa parte.
Il rapporto prezzo/utili corretto per il ciclo (Cyclically Adjusted Price Earnings, Cape) del Professor Shiller misura il valore a lungo termine degli asset dividendo il prezzo di un indice azionario per la media mobile dei guadagni dei 10 anni precedenti. Questo calcolo, spiega Mobeen Tahir, aiuta a rimuovere l’impatto delle variazioni cicliche sugli utili. La figura sottostante mostra la divergenza tra le azioni statunitensi e quelle europee utilizzando questo parametro a partire dalla crisi finanziaria globale del 2008.

 

Fonte: Barclays, dati aggiornati al 30/06/2020. US equities fa riferimento all’indice S&P500. European equities fa riferimento all’indice Bloomberg European 500.

Non c’entra lo stimolo monetario

Le politiche monetarie accomodanti della Fed e della Bce contribuiscono dal 2008 ad alimentare i mercati azionari in entrambe le regioni. Ma le azioni europee sono rimaste indietro rispetto a quelle statunitensi, dopo la crisi finanziaria globale, a causa della minore potenza di fuoco della Bce? Secondo il manager di WisdomTree non sembra che questa sia la spiegazione esatta. La figura sottostante mostra che l’iniezione monetaria da parte della Bce, in rapporto alle dimensioni dell’economia di riferimento, è stata semmai maggiore di quella della Fed.

 

Fonte: Bloomberg. Dati aggiornati al 30/06/2020

L’inclinazione verso la “new economy”

Le azioni della cosiddetta new economy, precisa Mobeen Tahir, hanno avuto un peso sempre maggiore negli indici statunitensi rispetto a quanto ne hanno avuto in quelli europei, soprattutto negli ultimi 5 anni. Per “new economy” si intendono le imprese all’avanguardia nell’innovazione. La tecnologia e la sanità sono i principali candidati in questa categoria e i multipli di valutazione in questi settori si sono ingranditi negli ultimi anni, poiché i mercati continuano a puntare sull’idea che l’innovazione in questi settori guiderà la crescita nel futuro.
Al contrario, all’interno dell’azionario europeo detengono ancora un peso importante i settori della “vecchia economia”, e cioè settori come quello finanziario, dei beni di base e industriale. Secondo il manager di WisdomTree non è giusto dire che le imprese della vecchia economia non possono e non vogliono innovare. In effetti, però, queste imprese tendono ad essere più mature e ad essere basate su modelli di business tipici del ventesimo secolo. Al contrario, le aziende della new economy, nate nel ventunesimo secolo, sono guidate da Internet.

Cosa prendere in considerazione

La forte performance azionaria si ottiene quando le aziende di alta qualità generano profitti solidi. Questo può accadere in qualsiasi settore (della vecchia o “nuova” economia) e in qualsiasi regione. Per Mobeen Tahir ci sono tre punti importanti da prendere in considerazione.
In prima luogo è utile tenere d’occhio i multipli di valutazione, ma non vi si può fare affidamento per prevedere la performance futura. Le azioni statunitensi hanno storicamente scambiato multipli più elevati rispetto alle azioni europee e potrebbero continuare a farlo anche in futuro.
In secondo luogo, se il mix settoriale basato sulla capitalizzazione non è quello desiderato, gli investitori possono optare per approcci che utilizzano i fondamentali per l’assegnazione delle ponderazioni.
Infine, conclude Mobeen Tahir, esistono delle opportunità che permettono di avere accesso ad un’esposizione mirata ai settori che puntano sull’innovazione. La nuova crescita proveniente dalla new economy potrebbe anche incoraggiare nuovi stili di investimento.

 

Fonte: WisdomTree, Bloomberg. Dati aggiornati al 17 luglio 2020. US equities fa riferimento all’indice S&P500. European equities fa riferimento all’indice Bloomberg European 500.

Recovery Fund: Pimco, “accordo rafforza azione intrapresa da Bce a sostegno mercati sovrani

“Dopo una riunione-maratona durata cinque giorni, i leader europei hanno trovato un accordo sul Recovery Fund, destinato a fornire ulteriore stimolo fiscale paneuropeo alla regione nei prossimi anni. Come previsto, il compromesso comporta un certo allentamento della proposta originale della Commissione, ma mantiene un sostegno significativo con poche condizioni”, commenta Nicola Mai, responsabile della ricerca sul credito sovrano di Pimco, dopo l’intesa sul Recovery Fund.L’esperto segnala che “i prossimi passi saranno l’approvazione da parte del parlamento europeo e le ratifiche parlamentari nazionali in tutti i Paesi; mentre ci potrebbero essere un po’ di contestazioni nel tragitto verso le diverse approvazioni, ritengo in ogni caso che verranno date senza particolari problemi”. “L’accordo rafforza – aggiunge Mai – l’azione intrapresa dalla Bce a sostegno dei mercati sovrani ed è di supporto alla posizione costruttiva che come Pimco abbiamo sui Paesi europei periferici”.

Ue: Sassoli, “accordo senza precedenti fra governi per risollevare economia

“Accordo senza precedenti fra governi per risollevare l’economia europea. Adesso al lavoro per migliorare gli strumenti, senza rinunciare a un QFP più ambizioso e a certezze su risorse proprie. L’Europarlamento lavorerà nell’interesse dei cittadini europei”. Così David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo, dopo l’intesa raggiunta sul Recovery Plan dopo 4 giorni di negoziati.

Recovery Fund: leader Ue trovano accordo, all’Italia 209 miliardi. Conte: ‘ora dobbiamo correre’

E’ stato trovato finalmente l’accordo sul Recovery Fund e sul bilancio dell’Unione europea relativo al periodo 2021-2027. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.Il fondo per la ripresa avrà una dotazione di 750 miliardi di euro, ripartita in 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti.Il bilancio Ue avrà un valore di 1.074 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte porta in Italia 209 miliardi di euro.“Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo – ha detto il premier – Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”.Conte ha annunciato il raggiungimento dell’accordo facendo riferimento proprio alla fetta del Recovery Fund destinata all’Italia:“Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”.L’accordo sul Recovery Fund è stato raggiunto dopo una maratona di trattative durata quattro giorni e quattro notti.

Recovery Fund, così l’Olanda fa saltare i piani di Conte

Il premier olandese Mark Rutte pretende il diritto di veto anche di un solo governo per bloccare le erogazioni del Fondo per la ripresa. E per l’Italia i veri guai iniziano adesso.

L’Olanda si mette di traverso e dice “no” al Recovery Fund così com’è stato concepito dalla Commissione europea. In questa battaglia non è sola, bensì alleata dei cosiddetti paesi “frugali”, vale a dire Austria, Danimarca e Svezia. Ma la posizione dell’Aja appare oggi la più intransigente, tanto che dopo 12 ore di riunione-fiume a Bruxelles per trovare un accordo, la seduta è stata aggiornata alle ore 11 di questa mattina. La sensazione è che qualche passo in avanti possa pure compiersi, ma che un’intesa vera e propria slitterebbe almeno a fine mese.Il premier Mark Rutte sostiene la necessità per anche solo un paese europeo di bloccare gli aiuti del fondo, di fatto assegnando a tutte le capitali il diritto di veto. A non convincerlo sono diversi aspetti, tra cui, anzitutto, la ripartizione degli aiuti a fondo perduto e dei prestiti, con l’Olanda a volere che i primi siano quanto più contenuti possibili e che i secondi stessi vengano condizionati al varo di un’agenda di riforme per risanare i conti pubblici e sostenere la crescita nel medio-lungo termine.La stessa entità del fondo di 750 miliardi viene messa in discussione, dato che i “Frugal Four” vorrebbero che fosse abbassata. A presiedere la riunione è stato e sarà l’ex premier belga, Charles Michel, nelle vesti di presidente del Consiglio europeo, anche se la presidenza di turno della UE in questo semestre è in mano alla cancelliera Angela Merkel, che si sta affannando per evitare un flop pericoloso per la tenuta dell’Eurozona in piena crisi e rovinoso per la sua stessa immagine di leader.

La poltrona di Conte traballa

Strettamente connessa al Recovery Fund vi è l’approvazione del bilancio comunitario da 1.050 miliardi di euro per i prossimi 7 anni.Di fatto, l’Olanda sta bloccando entrambi per evitare che gli stati del Sud Europa ottengano aiuti e prestiti senza condizioni e, soprattutto, per potenziare al massimo i controlli sugli stati beneficiari. Rutte vorrebbe che questi ricadessero in capo agli stessi capi di stato e di governo, volendo escludere che a monitorare le erogazioni fosse la sola Commissione, la quale in questi anni si è mostrata abbastanza benevola un po’ con chiunque abbia trasgredito le regole fiscali.Il premier italiano Giuseppe Conte è quello che su questa partita ha scommesso tutto. Se tornasse a casa con un pugno di mosche, la sua permanenza a Palazzo Chigi diverrebbe molto a rischio. Ed è proprio Conte a non convincere gli stati del nord. Le sue misure di sostegno all’economia di queste settimane hanno attirato gli strali di capitali come Vienna, con il cancelliere Sebastian Kurz a dichiarare senza fronzoli di non poter giustificare aiuti all’Italia dinnanzi ai cittadini austriaci, se a Roma le risorse vengono impiegate tra l’altro per mandare gli italiani in ferie, con chiaro riferimento al bonus vacanze.Conte non può permettersi l’insuccesso, anche perché sinora i mercati finanziari e le stesse agenzie di rating si sono mostrati benevoli nei confronti dei BTp, rassicurati del fatto che non solo la BCE stia sostenendoli con una politica monetaria ultra-espansiva e senza precedenti nella storia più che ventennale dell’euro, ma anche che a Bruxelles saranno introdotti prima o poi meccanismi minimi di unione fiscale, che all’impatto darebbero sollievo alle economie collassate come quella italiana.

Italia senza programma

Non possiamo nemmeno escludere che la UE rinvii a settembre il raggiungimento di un accordo, date le grosse divergenze tra governi. Se così fosse, l’estate a Roma si farebbe torrida.Le tensioni nella maggioranza “giallo-rossa” monterebbero ulteriormente su un altro capitolo che ha a che vedere con l’Europa: il MES. PD e Italia Viva premono da mesi, affinché Palazzo Chigi chieda fino ai 36 miliardi spettanti all’Italia per finanziare programmi di spesa sanitari a costi sostanzialmente nulli. Il Movimento 5 Stelle è contrario, perché teme che l’assenza di condizioni per tali aiuti sia solo temporanea e strumentale a far incappare l’Italia in un commissariamento postumo.La verità è che Conte a Bruxelles si è presentato anche ieri con il cappello in mano, ma senza uno stralcio di piano con cui giustificare la richiesta di aiuti. Per quali spese dovremmo prendere a prestito fino ai 57 miliardi di euro netti di cui l’Italia avrebbe diritto? Non si conoscono né gli obiettivi e né le misure concrete per l’impiego delle risorse. E gli olandesi giustamente temono di finire a versare denari a fondo perduto in un pozzo senza fondo e senza, peraltro, che la stessa economia italiana ne tragga giovamento. Inammissibile agli occhi di Rutte, ma a rifletterci bene lo sarebbe anche per noi stessi italiani, che dovremmo pretendere dal nostro governo azioni incisive per la ripresa e non slogan.

BTP pronti a nuovo rally, Olanda permettendo. Ecco quanto può scendere lo spread con ok a Recovery Fund

Prende il via oggi il Consiglio europeo sul piano di aiuti post Covid e che vede un braccio di ferro tra il premier olandese Mark Rutte da una parte e Spagna e Italia dall’altra. Il premier olandese chiede un voto all’unanimità in Consiglio Ue sui piani di riforme per dare via libera agli aiuti del Recovery Fund, una richiesta indicata come non in linea con la Costituzione europea, afferma Giuseppe Conte il quale si augura di trovare un accordo già entro luglio.
“Vedo poco meno del 50% di possibilità di raggiungere un accordo” sul Recovery Fund “entro domenica”. Ha sottolineato Rutte al suo arrivo al Consiglio europeo. “È ancora possibile raggiungere un compromesso a questo vertice”, ma “ci aspetta un duro lavoro”, ha aggiunto Rutte, sottolineando la sua ferma intenzione di “vedere le riforme” in cambio degli aiuti.

ING vede accordo non in tempi brevissimi

Diversi sono gli scenari che appaiono sulla carta in vista del vertice UE e secondo gli analisti di ING, quello di base, prevede qualche progresso nelle trattative anche se ci vorrà più tempo per arrivare ad un accordo definitivo. Le pressioni dei cosiddetti “Frugal Four” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia) guidati proprio dal premier Rutte sulle dimensioni del fondo, sul processo di erogazione, sulla condizionalità e sul mix sovvenzioni/prestiti sembrano aver tolto dal tavolo la proposta originaria franco-tedesca. Tuttavia, gli intensi colloqui bilaterali e gli sforzi di mediazione del Cancelliere tedesco Merkel hanno contribuito a creare un certo margine di compromesso. Il team di economisti di ING ritiene che tale compromesso possa consistere in qualcosa di simile ad un fondo di 600 miliardi di euro, 50/50 per prestiti/sovvenzioni, con revisioni annuali per determinare il mix prestiti/le sovvenzioni a seconda del rispetto di alcune condizioni. “Tuttavia, con molti punti critici (e non solo quelli sollevati dai “Frugal Four“) ancora da affrontare, non vediamo il raggiungimento di un accordo prima di questo vertice UE. Ci aspettiamo invece che si faccia qualche progresso verso un compromesso, ma è ancora necessario un po’ di tempo per ulteriori negoziati”. Lo scenario meno probabile è di una interruzione delle trattative.
Ing stima che la Grecia (vantaggio netto del 17,8% del PIL e del 279% del fabbisogno finanziario netto del 2019-21) e il Portogallo (9,5%, 121%) siano in cima alla lista dei maggiori beneficiari. Il risultato di entrambi i paesi è che, considerata come tale, la proposta UE coprirà una parte significativa delle loro esigenze di finanziamento nei prossimi anni. “A seconda di come gli Stati scelgono di utilizzare i fondi, per spese aggiuntive o in sostituzione di finanziamenti del mercato, ciò potrebbe comportare un forte calo delle emissioni di debito”.

Euro e BTP, cosa aspettarsi

Alcuni dei vantaggi del Recovery Fund, vale a dire una riduzione del rischio di disgregazione dell’Eurozona, sono già stati valutati sui mercati. Sia nel livello a cui viaggia l’euro che nel fatto che i rendimenti del Bund non sono riusciti a rivedere i loro minimi di marzo nonostante la BCE abbia potenziato il suo programma di QE.
“Se la forte emissione di debito italiano o spagnolo continuerà nei prossimi anni – argomenta Ing –  riteniamo che l’impatto combinato degli acquisti della BCE a breve termine e il sostegno finanziario dell’UE a medio termine equivalgano a una licenza per gli investitori all’acquisto di obbligazioni periferiche”.
Così, continuano gli analisti, in caso di un rapido accordo, lo spread tra BTp e Bund potrebbe raggiungere l’obiettivo di 150 bp quest’estate. In caso di un processo più lungo, questo obiettivo verrebbe probabilmente raggiunto solo verso la fine dell’anno. “In entrambi i casi, il beneficio derivante dal debito periferico e la minore volatilità prospettica grazie all’intervento della BCE lo rendono un’alternativa migliore alle obbligazioni core”.

Eurozona: inflazione a giugno confermata in rialzo allo 0,3% su base annua

Il tasso di inflazione nell’Eurozona si è attestato a giugno allo 0,3%, evidenziando un rialzo rispetto allo 0,1% di maggio, secondo quanto rilevato dall’Eurostat. Un anno fa era all’1,3%. L’inflazione si trova ancora a un livello molto lontano rispetto al target del 2% fissato dalla Bce

Borse europee si muovono in leggero rialzo su speranze nuovi aiuti, oggi inizia il Consiglio Ue

 

Le Borse europee si muovono appena sopra la parità, cercando di reagire ai ribassi di ieri sulle speranze di nuovi poderosi interventi da parte dell’Unione europea. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 segna un +0,19%. A Francoforte il Dax avanza dello 0,33%, a Parigi il Cac40 è piatto con un -0,05% e a Londra l’indice Ftse100 guadagna lo 0,10%.Dopo il “non evento” della Bce, che ieri ha confermato la sua politica monetaria, oggi la palla passa al Consiglio europeo che dovrà trovare un accordo sul Recovery Plan, il piano di rilancio da 750 miliardi di euro. I leader europei si riuniranno a Bruxelles oggi e domani per discutere delle misure e degli aiuti da mettere in campo per la ripresa dell’economia nel post-Covid. Sullo sfondo rimangono i timori per il continuo aumento dei contagi, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo Reuters, almeno 70mila nuovi casi di coronavirus sono stati identificati negli Stati Uniti nel corso delle ultime 24 ore, un record assoluto da quando è iniziata l’epidemia. A questo si aggiungono le tensioni Usa-Cina, con l’amministrazione Trump che avrebbe minacciato il divieto di ingresso nel paese a tutti i membri del partito comunista cinese.La seduta odierna sarà movimentata anche da alcune indicazioni macro. In particolare, si segnala il fatturato e gli ordinativi dell’industria in Italia e l’aggiornamento sull’inflazione nell’Eurozona.

Bce: tassi di interesse invariati

Tutto confermato sul fronte tassi da parte della Banca centrale europea (Bce). I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Lo si apprende in una nota dell’istituto guidato da Christine Lagarde.Il consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.

Bce ribadisce: pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti se necessario

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria. È quanto si legge nel comunicato ufficiale della Bce in attesa che prenda il via la conferenza stampa del presidente Christine Lagarde a partire dalle 14:30.

Bce: consiglio direttivo conferma Pepp a 1.350 mld euro

Il consiglio direttivo della Bce continuerà il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp), con una dotazione totale di 1.350 miliardi di euro. Nell’ultimo meeting l’orizzonte degli acquisti netti nell’ambito del Pepp sarà esteso almeno sino alla fine di giugno 2021. E’ quanto si legge nel comunicato dell’istituto di Francoforte.

Eurozona: bilancia commerciale migliora, surplus sale a 9,4 mld a maggio

La bilancia commerciale dell’Eurozona ha mostrato a maggio un surplus di 9,4 miliardi di euro, in rialzo dai 2,9 miliardi della passata rilevazione.

Auto: immatricolazioni Europa in calo del 24,1% a giugno, Francia in controtendenza

Nuova pesante frenata del mercato delle quattro ruote in Europa. Secondo i dati diffusi oggi dall’Acea (European Automobile Manufacturers Association), a giugno sono state immatricolate in Europa occidentale (Ue+UK+Efta) 1.131.843 auto, evidenziando una flessione del 24,1% rispetto al corrispondente mese del 2019. Tuttavia, la flessione è inferiore a quella di maggio, quando si era registrato un crollo del 56,8%.Tutti i principali mercati europei hanno messo a segno un declino, ad accezione della Francia (+1,2%), che ha beneficiato degli incentivi sui veicoli a basse emissioni introdotti dal governo francese a inizio giugno. Guardando agli altri paesi, hanno tutti riportato una contrazione delle immatricolazioni a doppia cifra: Spagna -36,7%, Germania -32,3% e Italia -23,1%.Allargando lo sguardo ai primi sei mesi del 2020, le immatricolazioni evidenziano un calo del 39,5%, riflettendo i ribassi storici in quattro mesi consecutivi.

Eurozona: a maggio produzione industriale torna a salire ma delude le attese

Nel mese di maggio la produzione industriale della zona euro segna un aumento del 12,4% contro la flessione del 17,1% precedente rivista a -18,2%. Il dato non supera le attese del consensus che avevano stimato una crescita del 15%.

Borse europee giù in avvio, sul sentiment inizia a pesare tema contagi

Ribassi in avvio di contrattazioni per i principali listini europei, con l’evoluzione della pandemia che inizia a pesare sul sentiment. In attesa che prenda il via la stagione degli utili che oggi entra nel vivo con i conti delle big bank Usa. Sono attesi, infatti, oggi i conti del secondo trimestre di JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo. I mercati non sembrano trovare supporto nei dati migliori delle attese sul fronte della bilancia commerciale cinese. E così nei primi minuti di contrattazioni prevalgono le vendite in Europa: il Dax cede oltre l’1%, mentre il Ftse 100 e il Cac40 lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,8% e l’1,34 per cento.

Bce: le prossime tappe chiave saranno a settembre e ottobre, con più idee su ripresa

Giovedì 16 luglio è in calendario la riunione della Banca centrale europea (Bce). Non sono attese sorprese di rilievo dopo le recenti misure, con gli investitori che si concentreranno sulle parole di Christine Lagarde nel corso della conferenza stampa (al via alle 14.30) che segue le decisioni ufficiali di politica monetaria.
“La riunione della Bce non dovrebbe fornire troppe sorprese”, afferma Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets UK, ricordando che nell’ultima riunione, la Bce ha aumentato il Pepp di altri 600 miliardi di euro, con l’orizzonte temporale esteso fino a giugno 2021.Secondo Carsten Brzeski, chief economist Eurozone e global head of macro di Ing, nel meeting di giovedì prossimo si guarderà soprattutto alle comunicazioni di Christine Lagarde. “L’incontro della prossima settimana sarà un test per le capacità comunicative di Lagarde”, spiega l’esperto della banca olandese, secondo il quale “la prossima importante tappa per la Bce saranno gli incontri di settembre e ottobre quando ci saranno chiare informazioni e prove sulla forma della ripresa nella seconda metà dell’anno”.

FLUSSI FINANZIARI e MERCATI: tutto merito di TINA?

Anche se risulta strano, quanto sto per raccontarvi rappresenta la realtà dei fatti. E come spesso si dice, spesso un’immagine vale più di mille parole e allora io mi affido (come spesso accade) ai grafici che in modo matematico, forse un po’ freddo ma inequivocabile, raccontano la realtà dei fatti.Qui trovate i flussi sugli ETF negli USA, sommati ai money flows sul risparmio gestito. Credo sia evidente che il mercato azionario non è da tempo in cima alle preferenze degli investitori. E questa tendenza è in essere da circa 18 mesi.

I flussi finanziari settimanali sono assolutamente in linea anche se meno netti.

E dove va il denaro? Mercato obbligazionario e monetario. Quest’ultimo ora vale circa $ 4,7 trilioni, livelli mai visti nemmeno ai tempi della crisi di Lehman Brothers.
Qui di seguito troverete i grafici che documentano quanto sopra descritto, tratti da Horan Capital.

Questo è quanto ci raccontano i flussi finanziari. E i flussi illustrano un quadro di scetticismo degli investitori. E ora vedremo se con le trimestrali cambia qualcosa. Certo che tutto suona strano, visto che i flussi sull’equity sono da tempo negativi. E allora chi si sta muovendo? Parliamo solo di derivati? Parliamo solo di speculazione? E’ vero che il fenomeno TINA sta influendo sul mercato. Ma quanto sta influendo sull’andamento del mercato? Ah, per chi non lo sapesse TINA è l’acronimo di There Is No Alternative (visti i rendimenti risibili dei bonds)E ancora: cosa succede se questo scetticismo degli investitori nei confronti dell’equity dovesse invertire? Ci ritroveremo con valanghe di denaro sul mercato azionario? Si perchè le stranezze si trovano in ogni dove.Ad esempio, il Nasdaq 100 (NDX), dal suo minimo del 2019 è quasi raddoppiato. Va bene che il Covid-19 ha accelerato il processo di informatizzazione, ma occorre anche dire che, nel frattempo, né l’economia né i profitti aziendali sono raddoppiati rispetto al 2019. Il Dow ha avuto il suo miglior trimestre dal 33 anni. L’S&P 500 dal 1998. E il NASDAQ dal 1999 con un +38,85%.E tutto questo avviene mentre l’economia va in tilt, con tutto quello che ne è conseguito e che vi ho riportato in queste settimane. Gli esperti mai si sarebbero aspettati tali performance (eccovi spiegato i risultati sul money flow prima illustrati), visti anche i dati macro catastrofici che oggi stanno parzialmente rientrando. Ma i mercati hanno avuto il loro andamento, aiutati da banche centrali e governi.La situazione si fa interessante e questo mercato, unico nella storia, non smetterà di certo di regalarci tante emozioni nel bene e nel male. Occhio a “guardarsi indietro”, nella storia non ci sono mai state le condizioni in cui ci troviamo.

1 pensiero su “Europa Indici a Confronto”

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