VIR-ASIA : The New Financial War

Eccoci a un nuovo appuntamento dedicato agli Indici Asiatici , per fare il punto della situazione dei due  Indici più importanti:

VIR-ASIA : The New Financial War

Le prime due Nazioni Asiatiche a essere state interessate dal COVID 19 ( il “virus” con il timing finanziario più preciso degli ultimi 20 anni , sincronizzato sull’ingresso nell’anno nel Topo 24-26 Gennaio 2020  e  poi “dimenticato”  dal 19 Marzo 2020 ad oggi ,vedi nostra analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?) sono state CINA e GIAPPONE.

La CINA è riuscita a fare , come accaduto in America con  il NASDAQ , un top superiore a quello del 24-26 Gennaio 2020 , superando ampiamente il valore discriminante RADICE 048 , 13048 e arrivando oltre i 16000 punti.

CINA

Il GIAPPONE si è riportato quasi del tutto sui prezzi del periodo Pre-Covid, tentando più di una volta di riconquistare il valore discriminante tra long e short RADICE 048  23048 , ma restandone al momento sotto. Graficamente parlando somiglia molto al periodo di “congestione” di Alphabet o se preferite Google A – RG ,  di cui parlavamo nell’articolo FAANG & VIRUS (ultimo dei FAANG a riuscire a superare il massimo pre-covid ), quindi è probabile che il NIKKEI possa superare nel tempo 23048 e fare massimi superiori a quelli del 20 Febbraio 2020 Pre-Covid, come già avvenuto per l’Indice Cinese e ovviamente per il NASDAQ , per l’ETF QQQ e tutti i FAANG.

NIKKEI

Considerate sempre , come piu’ volte detto , che il Grafico dei FAANG , del NASDAQ , dell’ETF QQQ , dell’Indice Cinese e del Nikkei (e di molti altri titoli azionari e non ) sono la “fotocopia” esatta da 118 giorni a questa parte, di quanto ipotizzato nell’analisi del 19 Marzo 2020  MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? e ad oggi…continuano a esserlo.

Gli altri Indici Asiatici (Hong Kong , Singapore ) o gli Indici Europei in generale , sono tutti chi più ,chi meno, indietro, dando idea di chi è più in difficoltà in questo momento a sostenere questa situazione a dire poco anomala ,che è palesemente una Guerra Finanziaria.

Una Nuova, l’ennesima , Guerra Finanziaria causata da un Virus con un “timing” così preciso , che non ci ha mai convinto e che continua a non convincerci , come chi ci ha letto in passato sicuramente ben ricorda . Probabilmente, fiumi di inchiostro scorreranno in un prossimo futuro , scrivendo nuove  pagine di Storia nelle quali ci sarà chi ne uscirà bene o meglio  e chi male o molto male , su questo non ci sono dubbi .

Come accaduto in passato e come accadrà sempre , in  tutte le Guerre c’è chi la Guerra la dichiara e chi sarà costretto a difendersi.

Sempre che ne sarà capace ovviamente.

Ad Maiora !

asia


ANCHE QUESTA ANALISI RIENTRA DI DIRITTO

TRA LE GOLD-IDEA DI SFI TRADING ADVISOR


ARTICOLO CHIUSO 18 FEBBRAIO 2021


AGGIORNAMENTO 18 FEBBRAIO 2021 

CINA  20590<–Nuovo Top Storico

Per la prima volta >20500 17-02-2021

BOX 8000-10500-20500-30500-40500

da nostro alert RADICE HFT 048=13048 + 7542 punti 

inculoallagentedimerdachehoincontrato

CINA  16656 <-10-11-2020

da nostro alert RADICE HFT 048=13048 + 3557 punti

CINA  16530 <–superato top 19-10-2020

vedi aggiornamenti precedenti

CINA  16242 <-19-10-2020

siamo a +1342 punti da retest Max pre-Covid

siamo a +3196 punti da Radice HFT 048=13048

CINA  15984<–31-08-2020

CINA

CINA

CINA  14908

INDICE CINESE

Cina: Pmi servizi rallenta a febbraio, crescita al minimo in dieci mesi

Nel mese di febbraio l’indice Pmi servizi della Cina stilato da Caixin e Markit si è attestato a 51,5 punti, in linea con le attese, ma in lieve rallentamento rispetto ai 52 punti precedenti. Il dato ha confermato comunque la fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori appunto al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto). Il Pmi Composite ha rallentato anch’esso il passo, scendendo dai 52,2 punti di gennaio a quota 51,7 punti. Dal dato emerge che la crescita dell’attività dei servizi si è indebolita al minimo degli ultimi 10 mesi.

Cina: tasso disoccupazione invariato al 5,2% a dicembre, 12 milioni posti creati nel 2020

Nel mese di dicembre il tasso di disoccupazione della Cina è stato pari al 5,2%, come da attese e come a novembre. Nell’intero 2020, 11,98 milioni di posti di lavoro sono stati creati nelle aree urbane.

Cina: Pil +6,5% in IV trimestre, +2,3% nell’intero 2020. Meglio delle stime e in rialzo nonostante Covid-19

Nel quarto trimestre del 2020 l’economia cinese è cresciuta del 6,5% su base annua. E’ quanto emerge dai dati ufficiali diramati dall’Ufficio nazionale di statistica della Cina, che confermano l’accelerazione del Pil rispetto al trimestre precedente (+4,9% nel terzo trimestre).Il dato è stato migliore delle stime degli analisti intervistati da Reuters, che avevano previsto un’espansione del 6,1% nel quarto trimestre.Nell’intero 2020, anno segnato per tutto il mondo dalle conseguenze negative della pandemia Covid-19, l’espansione del Pil è stata pari a +2,3%.Il dato – migliore delle previsioni, con gli analisti che avevano previsto un aumento poco superiore al 2% – ha messo in evidenza la riluttanza dei consumatori cinesi a spendere: le spese per consumi si sono contratte infatti nell’intero 2020 del 3,9% (facendo +4,6% nel quarto trimestre).

Cina: Pmi manifatturiero (Caixin) sale a 53,6 punti a ottobre

Nel mese di ottobre l’indice Pmi manifatturiero della Cina elaborato dalla società privata Caixin è migliorato e ha battuto le attese. Il dato si è attestato a 53,6 punti contro i 53 della passata rilevazione. Il consensus Bloomberg segnalava un Pmi manifatturiero di 52,8.Cina: Pil del terzo trimestre +4,9%

La ripresa dell’economia cinese si rafforza, registrando nel terzo trimestre dell’anno una crescita del Pil del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2019, mettendosi del tutto alle spalle la crisi provocata dalla pandemia di coronavirus. Il dato è sotto le attese degli analisti ma il trend di crescita migliora rispetto al +3,2% visto nel secondo trimestre. Con il risultato del terzo trimestre, il Pil dei primi nove mesi del 2020 torna positivo e segna un +0,7%, dopo i tonfi della prima parte dell’anno.

AGGIORNAMENTO 27 SETTEMBRE  2021

NIKKEI 30411,00

NIKKEI 30757,00 superato top 13-09-2021

da nostro alert RADICE HFT 048=23048 + 7709 punti

Bank of Japan, trappola liquidità confermata da Kuroda: ‘disposti a ulteriori misure accomodanti, anche a tagliare i tassi’

“Se necessario, la Bank of Japan lancerà ulteriori misure di politica monetaria accomodante, riducendo per esempio i tassi di interesse”. E’ quanto ha detto Haruhiko Kuroda, presidente della BOJ, la banca centrale del Giappone.

Kuroda ha confermato l’impegno (considerato stile Mission Impossible ormai da molti anni)di raggiungere il target di inflazione pari al 2%, mostrandosi ottimista sulla capacità del tasso di inflazione di centrare l’obiettivo, anche se non prima del 2023.

Nel 2023, il tasso di inflazione oscillerà a valori ancora decisamente inferiori, con l’indice dei prezzi al consumo “pari all’1% o poco superiore all’1%”.

Di Giappone si è parlato spesso facendo riferimento al fenomeno della trappola della liquidità.

Kuroda ha affrontato la spina nel fianco dell’economia giapponese, quella della debolezza dei consumi privati, una piaga che si è fatta più dolorosa con la pandemia del Covid-19.

“I consumi privati del Giappone sono rimasti stagnanti”, ha ammesso il governatore della Bank of Japan. In ogni caso, ha aggiunto, “l’economia migliorerà nel momento in cui l’impatto del Covid si smorzerà a causa delle vaccinazioni”.

Con il controllo della curva dei rendimenti, la Bank of Japan assicura che i tassi di interesse di breve termine rimangano negativi allo -0,1% e che i tassi sui titoli di stato giapponesi – benchmark per i tassi di lungo termine – oscillino attorno allo zero.

La Bank of Japan è stata spesso oggetto di critiche anche per gli acquisti degli ETF, praticamente per acquistare parte della borsa di Tokyo, come spesso è stato detto:

“Non stiamo considerando di fermare l’acquisto o di trasferire o di vendere” gli ETF, ha detto pochi giorni fa Kuroda in un’intervista al Nikkei Asia.

Nel mese di luglio l’inflazione core del Giappone misurata dalla componente core dell’indice dei prezzi al consumo è scesa dello 0,2% su base annua, riportando il 12esimo mese consecutivo di flessione. E a fronte per l’appunto del target di inflazione pari al 2% della Bank of Japan.

NIKKEI 30706,00 <-top 16-02-2021

da nostro alert RADICE HFT 048=23048 + 7658 punti

NIKKEI

AGGIORNAMENTO 16 FEBBRAIO  2021

NIKKEI 30706,00 <–superato top 15-02

da nostro alert RADICE HFT 048=23048 + 7658 punti

NIKKEI 25.644,00<–11-11-2020

Ve lo ricordate il minimo che fece il NIKKEI post CRISI delle TIGRE ASIATICHE 1996 ?

E’ stato 6500.

Da allora NIKKEI 6500-10500-20500-2304824000/24500-24800 e ne è uscito al rialzo.

L’ASIA non si è estinta per COVID SHOW,ma anzi…..galoppa.

NIKKEI 25.186,00 <–10-11-2020

da nostro alert RADICE HFT 048=23048 + 1916 punti

NIKKEI 24.276,00<–5-11-2020

NIKKEI 23.712,00<–19-10-2020

superati i massimi del 25 Agosto e del 2 Settembre si allontana da 23048

NIKKEI 23.446,00<–2 -09-2020

per ora e fino a quando resta sopra 23048 nessun problema.

NIKKEI 23.422,61<–top 25 Agosto 2020

>23048 13-08-2020 finalmente NIKKEI sopra Radice HFT 048 ottimo.

Per capirsi 23048 NIKKEI = 3048 S&P = 28048 DOW JONES per citarne alcuni

AGGIORNAMENTO 15 LUGLIO 2020

NIKKEI 23012

L’Idea la sapete ma deve passare 23048 per vederla concretizzarsi

nikkei

NEWS ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO

Borsa Tokyo -0,86%, Asia negativa dopo alert Cina su mercati finanziari Usa ed Europa

L’indice Nikkei 225 ha chiuso la sessione in calo dello 0,86% a 29.408,17 punti. L’azionario sconta in generale l’alert che è stato lanciato dall’autorità bancaria di Pechino, sul rischio di bolle nei mercati finanziari esteri.“I mercati finanziari sono scambiati a livelli elevati in Europa, Stati Uniti e altri paesi avanzati”, ha detto Guo Shuqing, responsabile della commissione bancaria e assicurativa in Cina. La borsa di Shanghai cede l’1,50%, Hong KOng fa -1,08%, Sidney +0,40%, mentre Seoul avanza dell’1,14% dopo che il governo ha riportato che, nel mese di gennaio, la produzione delle fabbriche è balzata a gennaio del 7,5%, facendo meglio delle stime e accelerando rispetto alla crescita del 2,5% di dicembre.Diffusa una carrellata di dati macro in Giappone che, da un lato, ha messo in evidenza la resilienza del mercato del lavoro del paese e che, dall’altro lato, ha confermato le difficoltà che le aziende devono affrontare a causa degli effetti dello stato di emergenza imposto di nuovo nel paese.C’è da dire tuttavia che l’effetto pandemia non è stato particolarmente forte, anche perchè lo stato di emergenza stavolta ha interessato solo 11 – tra cui l’area metropolitana di Tokyo- delle 47 prefetture del paese.Nel mese di gennaio il tasso di disoccupazione del Giappone si è attestato al 2,9%, come a dicembre e meglio del 3% atteso. Il rapporto tra posti di lavoro disponibili e persone in cerca di una occupazione è salito a gennaio a 1,10 dagli 1,05 di dicembre, il che significa che, per ogni 100 persone in cerca di una occupazione, ci sono stati a disposizione 110 posti di lavoro.Diffusi i numeri sulle spese in conto capitale delle aziende giapponesi che, nel quarto trimestre del 2020, sono scese del 4,8% su base annua, peggio della flessione attesa del 2%, ma meglio del crollo del 10,6% del terzo trimestre. Esclusa la componente software, il capex è sceso del 6,1% su base annua, peggio del -3% stimato ma in recupero rispetto al tonfo precedente, pari a -11,6%.Sempre nel quarto trimestre del 2020 gli utili delle aziende giapponesi sono scesi su base annua dello 0,7%, facendo meglio del tonfo pari a -28,4% del terzo trimestre. Le vendite delle aziende sono calate del 4,5% su base annua, meglio del crollo -11,5% del trimestre precedente.Protagonista, oggi, anche l’annuncio dell’RBA (Reserve Bank of Australia, banca centrale dell’Australia), che ha lasciato i tassi di interesse ufficiali e il target sui tassi dei titoli di stato a tre anni invariati allo 0,1%.La borsa di Sidney non ha gradito, azzerando parte dei guadagni precedentemente riportati nella sessione, quando era salita dell’1% circa. L’azionario sperava infatti nel lancio di ulteriori stimoli monetari dall’istituzione.Ma il governatore Philip Lowe ha fatto notare che la ripresa dell’economia sta procedendo bene, e che l’espansione sta avvenendo in modo anche più spedito rispetto a quanto atteso inizialmente. Allo stesso tempo, l’RBA ha precisato che sono ancora necessari “progressi significativi” nell’occupazione, così come è necessario un aumento dei salari molto più solido di quello attuale.Lowe ha poi sottolineato che l’aumento dei tassi dei bond a livello globale ha portato anche le quotazioni del dollaro australiano a salire ma che, allo stesso tempo, la banca centrale non alzerà il tasso ufficiale fino a quando l’inflazione non supererà la soglia del 2%.Il dollaro australiano ha reagito alla notizia scendendo prima al minimo intraday di 77,37 centesimi di dollaro, poi recuperando velocemente a 77,6 centesimi di dollaro. Da segnalare che, nelle ore precedenti, alcuni economisti hanno avvertito che l’RBA potrebbe essere costretta a rivalutare la politica di tassi ultra bassi a causa del pericolo bolla immobiliare, visto il recente boom dei prezzi delle case, che lo scorso mese sono balzati a Sydney e a Melbourne rispettivamente del 3% e del 2,5%.A livello nazionale, i prezzi delle case sono saliti nelle quattro settimane di febbraio del 2,1%, riportando il rialzo più forte su base mensile dall’agosto del 2003.Focus sui prezzi del petrolio, in ribasso in attesa della riunione dell’Opec+ che prenderà il via dopodomani, giovedì 4 marzo e che deciderà i livelli della produzione per il mese di aprile. Alcuni economisti prevedono un ulteriore aumento della produzione, che potrebbe liberare fino a 1,5 milioni di barili al giorno di crude nel mercato. I prezzi del petrolio WTI scendono dello 0,74% a $60,19 al barile, mentre quelli del Brent cedono lo 0,72% a $63,23 al barile.

Borsa Tokyo debole, ma +2,6% nella settimana. Chiuse per Capodanno lunare Shanghai, Singapore, Hong Kong

Liquidità ridotta sui mercati asiatici, con le borse di Shanghai, Singapore, Hong Kong tutte chiuse per il Capodanno lunare. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,14% a 29.520,07 punti.La settimana di contrattazioni è stata molto positiva per l’azionario giapponese, balzato del 2,6%, proiettato verso la soglia psicologica dei 30.000 punti, al massimo dall’agosto del 1990. La borsa di Sidney è in calo dello 0,63%.Ieri chiusura debole per Wall Street: lo S&P è salito di 6,48 punti (+0,17%), a 3.716,35 punti; il Nasdaq ha toccato un nuovo massimo storico, avanzando di 53,239 (+0,3%), a 14.025,77. Il Dow industrial average è sceso di 7,5 punti (-0,02%), a 31.430,30 punti. Il Russell 2000 è avanzato di 2,87 punti +0,13% a 2.285,32 punti.In calo i prezzi del petrolio dopo che l’Opec e l’AIE hanno avvertito che la ripresa della domanda potrebbe essere più debole delle attese. Il contratto WTI scende dello 0,77% a $57,79, mentre il Brent fa -0,72% a $60,70 al barile.

BOOM: e-commerce ma non solo!

Tra le varie letture che mi capitano davanti nel weekend, spesso mi ritrovo con dei grafici che mi sembrano la brutta copia di cose già viste. Si, perché diventa persin difficile trovare qualcosa di nuovo. Ormai il mercato ha preso una direzione, le intenzioni della classe politica e delle banche centrali sono ben note e, certo, in corso d’opera abbiamo a che fare con qualche incidente di percorso (vedi ad esempio qualche variante del virus oppure i ritardi dei vaccini) oppure con delle sorprese (Draghi premier) che cambiano parzialmente le dinamiche dei mercati.
Dico “parzialmente” perché la strada da fare è sempre lunga e quindi il “sistema” ha tutto il tempo per “aggiustare” il tiro.
Ieri sera mi è capitato davanti un grafico di una banalità per certi versi sconcertante. Ma quando le cose sono troppo semplici spesso passano inosservate, ma poi, pensandoci bene, solo le più importanti.
Il grafico è il seguente.
Riporta l’incremento dell’e-commerce in alcuni dei principali paesi:

1) Cina
2) Germania
3) USA
4) Gran Bretagna

Il grafico alla fine ci dice che il Cina, l’e-commerce ha assunto una dimensione veramente importante, e anche in altri paesi comunque si è mosso molto bene.
Oggi, quindi, in Cina, il 44% delle transazioni retail sono on line. Fino a qui nulla di nuovo. E dove sta la cosa interessante? Beh, che i dettagli in questo caso fanno la differenza. Perché bisogna ricordare che i cinesi sono la bellezza di 1,6 miliardi di persone. Immaginate cosa significa, su una massa critica di queste dimensioni, un’impennata dell’e-commerce nelle dimensioni sopra descritte.
Qualcuno ha ancora dubbi su chi dominerà il mondo e dove troveremo i maggiori tassi di crescita economica?

rsa Tokyo chiude a record in più di 30 anni. Focus su Alibaba e Tencent a Hong Kong. A Seoul crollano Hyundai e Kia

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione con un balzo del 2,12% a 29.388,50 punti, valore di chiusura massimo dall’agosto del 1990, dunque in quasi 31 anni.Sull’azionario globale si rafforzano le speranze per un imminente bazooka fiscale negli Stati Uniti, a seguito della proposta del presidente Usa Joe Biden di lanciare uno stimolo anti-Covid-19 da $1,9 trilioni.La borsa di Shanghai sale di oltre +1%, Hong Kong fa +0,32%, Sidney +0,59%, Seoul -0,79%.
Alla borsa di Hong Kong focus sui titoli delle società Internet, dopo la notizia della messa a punto di nuove regole anti-monopolio da parte delle autorità che regolamentano i mercati in Cina.Le regole dovrebbero mettere sotto pressione i principali operatori di servizi Internet del paese come Taobao di Alibaba e WeChat Pay di Tencent. Le autorità, in via separata, hanno anche comminato una multa da 3 milioni di yuan (l’equivalente di quasi $500 milioni) a carico del gruppo retailer online di discount Vipshop, accusato aver messo in atto pratiche anti-competitive.Si guarda con favore alla dichiarazione del presidente americano Joe Biden che, pur annunciando che la sua amministrazione è preparata a una ‘estrema competizione” nei confronti della Cina, ha rassicurato che l’approccio sarà diverso rispetto a quello adottato da Donald Trump.Non agirò come ha fatto Trump. Ci concentreremo sulle regole internazionali”, ha detto Biden, in una intervista alla CBS resa nota ieri. Biden ha sottolineato di non aver parlato ancora con il presidente cinese Xi Jinping dal giorno dell’insediamento alla Casa Bianca.

Cina: vendite al dettaglio +4,6% a dicembre, peggio stime. Contrazione -3,9% nel 2020

Nel mese di dicembre le vendite al dettaglio della Cina sono salite del 4,6% su base annua, facendo peggio del +5,5% stimato dal consensus e rallentando rispetto al +5% di novembre. Dall’inizio del 2020 il dato si è confermato negativo, con una contrazione pari a -3,9%, a causa dell’incertezza dei consumatori cinesi provocata dalla pandemia Covid-19.

Cina: tasso disoccupazione invariato al 5,2% a dicembre, 12 milioni posti creati nel 2020

Nel mese di dicembre il tasso di disoccupazione della Cina è stato pari al 5,2%, come da attese e come a novembre. Nell’intero 2020, 11,98 milioni di posti di lavoro sono stati creati nelle aree urbane.

Cina, buoni dati da bilancia commerciale: export +18,1%, import +6,5% a dicembre

Diffusi i dati relativi alla bilancia commerciale della Cina, relativi al mese di dicembre.

Le esportazioni sono balzate del 18,1% su base annua, meglio del +15% stimato dagli analisti di Reuters. Le importazioni sono cresciute del 6,5% su base annua, più dell’aumento del 5% previsto.Il surplus commerciale si è attestato di conseguenza, in termini di dollari, a $78,17 miliardi, più dei $72 miliardi stimati e dei precedenti $75,4 miliardi di novembre.Nei confronti degli Stati Uniti, il surplus commerciale della Cina si è attestato a dicembre a $29,92 miliardi, rispetto ai $37,42 miliardi di novembre. Nell’intero 2020, il surplus con gli Usa è stato pari a $316,91 miliardi

La Cina supererà gli Usa nel 2028: sarà la più grande economia con 5 anni d’anticipo (grazie al Covid)

di Redazione Economia

La Cina supererà gli Stati Uniti e diventerà la più grande economia del mondo nel 2028, ovvero cinque anni prima di quanto precedentemente stimato. L’accelerazione è colpa del Covid. O meglio: la causa del «sorpasso» anticipato è la differente e divergente traiettoria di recupero dopo la pandemia. E’ questo il responso dell’analisi compiuta dal Centre for Economics and Business Research (Cebr) nel report annuale pubblicato il 26 dicembre 2021.
Le politiche di contrasto al Covid e le politiche per la crescita

«La pandemia da Covid-19, le relative ricadute economiche e la differenza nelle politiche di contrasto» al virus, si legge nel report, hanno decisamente «ribaltato la rivalità» tra Washington e Pechino a favore della Cina . Il Cebr sottolinea la «gestione abile della pandemia» da parte della Cina, con il suo rigoroso blocco anticipato per evitare il propagarsi del contagio. Sarebbe proprio lì la chiave che consentirà a Pechina una crescita a lungo termine che l’Occidente non può più permettersi.

Variante Covid assedia azionario Asia, borsa Tokyo -1,04%. Focus dato Australia

La variante Covid continua ad assediare le borse, dopo i forti tonfi sofferti alla vigilia dall’azionario europeo. Nuove misure di restrizioni e di sospensioni dei voli con il Regno Unito sono state lanciate dai paesi di tutto il mondo, visto che la variante è stata identificata in UK. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dell’1,04% a 26.436,39.La borsa di Shanghai cede lo 0,85%, Hong Kong -0,89%, Sidney -1,05%, Seoul -1,43%Contrastata Wall Street, sebbene con cali meno importanti: lo S&P 500 è sceso dello 0,4% a 3.694,92, il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0,1% a 12.742,52. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato invece 37,40 punti, a 30.216.45.Il Congresso degli Stati Uniti ha finalmente approvato il piano di stimoli economici da $900 miliardi, che si sostanzierà in aiuti alle famiglie e alle imprese.In Australia reso noto il dato preliminare relativo alle vendite al dettaglio di novembre, che ha indicato un balzo del 7% su base mensile, ben oltre il rialzo +2% atteso dal consensus, e rispetto all’1,4% di ottobre. Hanno inciso positivamente il Black Friday e la riapertura dei negozi retail a Melbourne a seguito del lockdown da coronavirus.A seguito della pubblicazione del dato, il dollaro australiano è stato scambiato a $0,7563, opo essere sceso al di sotto di $0,75 alla vigilia.

Giappone: esportazioni -4,2% a novembre, fase di contrazione più lunga dal 1979. ‘Pericolo Pil’

Nel mese di novembre, le esportazioni delle aziende giapponesi sono scese su base annua del 4,2%, facendo decisamente peggio rispetto all’aumento dello 0,5% previsto dagli analisti.Il dato è sceso per il 24esimo mese consecutivo, confermando la fase ribassista più lunga dal 1979, e peggiorando rispetto alla flessione dello 0,2% di ottobre.“Il rischio che l’economia del Giappone versi in una condizione di stallo nel primo trimestre (del 2021) sta diventando gradualmente più alto – ha commentato a ReutersTakeshi Minami, responsabile economista presso il Norinchukin Research Institute – Considerando il trend delle esportazioni e della domanda domestica, l’impressione è che la ripresa economica del Giappone rimanga in qualche modo indietro a quelle della Cina, degli Stati Uniti e dell’Europa”.Le importazioni sono scese dell’11,1% a novembre, peggio rispetto al calo del 10,5% atteso dal consensus. Il risultato è che, nel mese di novembre, il surplus commerciale del Giappone è sceso a 366,8 miliardi di yen (l’equivalente di $3,54 miliardi), rispetto alla stima di un surplus superiore, pari a a 529,8 miliardi di yen.

Cina:surplus commerciale record dal 1981, export +21,1%. E l’avanzo con Usa si rafforza

La bilancia commerciale della Cina relativa al mese di novembre ha messo in evidenza un balzo delle esportazioni al ritmo più forte dal febbraio del 2018, pari a +21,1% su base annua.Il dato è stato decisamente migliore del rialzo +12% atteso dal consensus degli analisti e in forte accelerazione rispetto al +11,4% di ottobre.Le importazioni sono salite nello stesso mese del 4,5% su base annua, meno del +4,7% di ottobre, e a un tasso inferiore rispetto al +6,1% atteso. La crescita è stata comunque la terza mensile consecutiva.Gli analisti hanno commentato la solidità del dato anche con i prezzi più alti delle commodities.Il risultato è stato un surplus commerciale, a novembre, pari a $75,42 miliardi, al record da almeno il 1981, quando Refinitiv ha iniziato a monitorare il dato. Il surplus è stato anche più alto dei $53,5 miliardi attesi dal consensus ed è balzato dai $58,44 miliardi di ottobre. Nei confronti degli Stati Uniti, contro cui la Cina ha combattuto la guerra commerciale lanciata dall’amministrazione di Donald Trump, il surplus si è ampliato a novembre a $37,42 miliardi, rispetto ai $31,37 miliardi di ottobre.

La giornata del ringraziamento è iniziata con un buon tono in Asia. I principali indici hanno tutti messo a sego progressi, ad eccezione di Sydney. Il China complex continua a mostrare una vena scarsa. La coda dell’amministrazione Trump si sta dimostrando avvelenata per la Cina, con il Segretario al Commercio Ross ad annunciare che “gli esportatori e produttori cinesi hanno goduto di sussidi pari al 122%, tra cui un supporto da una divisa sottovalutata” ( link ).

Una dichiarazione sorprendente, in quanto avvenuta dopo una rivalutazione del 10% dello Yuan. Le eventuali ritorsioni saranno decise però dal 21 febbraio 2021 in poi, quindi con un altra amministrazione.I media ufficiali cinesi hanno poi confermato che lo stimolo monetario potrebbe venire ritirato in linea con quanto avvenuto in passato, alla luce della ripresa, e un inasprimento delle condizioni finanziarie è da mettere in conto, anche se hanno aggiunto che rialzi aggressivi dei tassi sono da escludere per qualche tempo ( link ). Non una grande rassicurazione in generale per un mercato timoroso di tightening della politica monetaria.  L’ufficio studi di Bloomberg ( link ) ha osservato che la ripresa continua, sia pure con una modesta perdita di momentum nel quarto trimestre, e l’economia cinese sarà l’unica delle principali a terminare il 2020 con una crescita.
Sul fronte Covid, in Asia si comincia a notare un deterioramento non trascurabile. In Sud Corea i casi hanno fatto il nuovo massimo da marzo scorso con 583 casi ( link ). Sono numeri assai ridotti rispetto a quelli europei o US ma comunque da monitorare. Anche il Giappone sta mostrando un trend in lieve deterioramento, anche se negli ultimi giorni l’aumento si è arrestato. In Eurozone i casi scendono più o meno ovunque, e in US si comincia a notare il rallentamento (vedi schema Deutsche Bank). Dopo il Ringraziamento potremo valutare se effettivaemtne è un trend sostenibile.

Il Giappone esce dalla recessione COVID, Pil terzo trimestre +5%. Meglio delle attese

Nel terzo trimestre dell’anno il Pil del Giappone è cresciuto al ritmo annualizzato del 21,4%. Su base trimestrale, l’economia giapponese è cresciuta del 5%, meglio del 4,4% atteso dagli analisti di Reuters, e a conferma della ripresa dell’economia dai danni provocati dalla pandemia del coronavirus-COVID-19.Il dato ha confermato l’uscita del Giappone dalla recessione, grazie alla ripresa sia della domanda domestica che delle esportazioni.Il rialzo del Pil arriva dopo tre trimestri consecutivi di contrazione per la terza economia del mondo e a seguito del crollo pari a -8,2% nel secondo trimestre, dato rivisto al ribasso dal precedente -7,9% inizialmente reso noto.Il risultato è stato migliore delle attese degli analisti, che avevano previsto un recupero del 4,4%.“Tra i mesi di luglio e di settembre, l’attività economica del Giappone è tornata a una condizione di quasi normalità, con il governo che ha ritirato lo stato di emergenza nel paese (a causa della pandemia) – ha commentato Naoya Oshikubo, economista senior presso Sumitomo Mitsui Trust – Guardando in avanti, riteniamo che i numeri del Pil dovrebbero continuare a mostrare segnali di recupero nel prossimo trimestre (attuale quarto trimestre), sebbene a un ritmo inferiore”

Nessun rally post Pfizer in Asia: borsa Tokyo +0,26%. Ma volano titoli compagnie aeree e operatori casinò

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,26% a 24.905,59 punti. La borsa di Shanghai ha ceduto lo 0,36%; Hong Kong è salita dello 0,64%, Sidney dello 0,66%, Seoul +0,23%.Nessun rally, dunque, in Asia, dopo i rialzi da sogno che hanno interessato l’azionario globale nella giornata di ieri, a seguito della notizia relativa al vaccino anti-coronavirus a cui stanno lavorando Pfizer e BioNTech.Buona la performance dei titoli delle società attive nei settori più colpiti dalla pandemia COVID-19, come quelle del settore aereo, che gestiscono tour e viaggi da crociera, in generale operative nel turismo.E così a salire sono stati i titoli delle compagnie aereeQantas (oltre +8%), di Cathay Pacific (fin oltre +11%), di China Eastern Airlines (oltre +8%), di Japan Airlines, volata di quasi +20% e di ANA Holdings (quasi +17%).Molto bene anche Korean Air Lines (+14%). Rally anche per gli operatori di casino, con Crown Resorts +4,65% e Wynn Macau oltre +10%.Male i titoli stay home, come quelli delle giapponesi Nintendo, in calo di quasi il 5%, di Sony -3%.Da fronte macroeconomico della Cina resi noti i dati sull’inflazione.Nel mese di ottobre l’inflazione della Cina misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita su base annua dello 0,5%, meno del +0,8% atteso dal consensus e al ritmo più basso dall’ottobre del 2009.Il rallentamento è stato significativo visto che, nel mese di settembre, il rialzo su base annua era stato pari a +1,7%. L’inflazione misurata dall’indice dei prezzi alla produzione è scesa invece del 2,1% (sempre su base annua), più delle attese (-1,9%) e come a settembre (-2,1%).Tornando alla notizia di Pfizer, che ha innescato acquisti scatenati sugli asset di rischio di tutto il mondo, nella giornata di ieri il colosso americano ha annunciato che lo studio clinico di fase 3 del candidato vaccino che sta sviluppando con la tedesca BioNTech ha mostrato un’efficacia superiore al 90%, una percentuale ben oltre le aspettative.Pfizer e BioNTech chiederanno l’autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) subito dopo il raggiungimento del traguardo di sicurezza richiesto, che attualmente dovrebbe avvenire nella terza settimana di novembre (qualche settimana prima della fine dello studio di Fase 3).

Giappone: tasso di disoccupazione in rialzo ad agosto, in linea stime

Il tasso di disoccupazione del Giappone relativo al mese di agosto è salito al 3% dal precedente 2,9%. Il dato si è confermato in linea con le attese degli analisti.

Il trading si ferma alla borsa di Tokyo, Shanghai chiusa. Bene borsa Usa, da Pelosi e Mnuchin più fiducia in piano anti-COVID

Stop alle contrattazioni della borsa di Tokyo e mercati di Cina, Hong Kong, Corea del Sud e Taiwan chiusi per festività nazionale nella giornata di oggi.Indicazioni scarne dall’azionario dell’Asia-Pacifico, con l’indice MSCI Asia ex-Japan che sale comunque di mezzo punto percentuale circa.Il trading alla borsa di Tokyo si è interrotto per decisione del Tokyo Stock Exchange, che ha disposto lo stop a causa di problemi tecnici al sistema. La borsa di Sidney avanza dell’1,24%.Il gruppo che controlla la borsa di Tokyo ha reso noto di non poter affermare, al momento, quando le contrattazioni potranno riprendere. A sua volta, il governo giapponese ha incaricato la borsa di identificare la causa del problema tecnico, stando a quanto riporta Reuters.Emerse indicazioni dal fronte macroeconomico del Giappone: l’indice relativo al sentiment delle grandi aziende manifatturiere, emerso dal sondaggio trimestrale Tankan stilato dalla Bank of Japan, è salito a -27 punti dai -34 punti precedenti del trimestre terminato a giugno, al di sotto tuttavia dei -23 attesi dal consensus di Reuters.Il miglioramento è stato il primo in undici trimestri, dunque in quasi tre anni.L’indice relativo al sentiment delle grandi aziende non manifatturiere si è attestato invece a -12 punti, in miglioramento rispetto ai -17 del trimestre precedente, anche se peggiore dei -9 punti attesi dal consensus.Reso noto anche l’indice PMI manifatturiero del Giappone di settembre, stilato congiuntamente da Jibun Bank e Markit. Il dato si è attestato a 47,7 punti, confermando la fase di contrazione dell’attività economica giapponese, scatenata dagli effetti della pandemia da coronavirus.Il dato è infatti inferiore alla soglia dei 50 punti (linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto, per l’appunto – e fase di espansione – valori al di sopra).Allo stesso tempo, segnali di recupero sono confermati dal fatto che il dato è migliorato per il quarto mese consecutivo dal minimo record di 38,4 punti, testato a maggio. Il valore di settembre è inoltre il più alto da febbraio di quest’anno.Sul fronte del forex, l’euro sale dello 0,24% a $1,1749, riportando una performance piatta sulla sterlina (+0,07% a GBP 0,9078) e avanzando dello 0,25% sullo yen, a JPY123,96. Sul franco svizzero,avanza di appena +0,09% a CHF 1,0804. Dollaro-yen inchiodato, con +0,02% a JPY 105,50.Il Dollar Index si attesta a 93,697, continuando a ritracciare dai livelli superiori a 94,2 testati all’inizio della settimana.Ottimismo da Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average che è balzato ieri di 329.04 points, (+1,2%), a 27.781,70 punti; lo S&P 500 salito dello 0,8% a 3.363 punti e il Nasdaq Composite avanzato dello 0,7% a 11.167,51.Di nuovo, la Speaker della Camera dei Rappresentanti Usa Nancy Pelosi e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin non sono riusciti a trovare un accordo sul nuovo pacchetto di stimoli anti-COVID a cui il Congresso sta lavorando.Ma sia Pelosi che Mnuchin si sono detti più fiduciosi sulla possibilità di arrivare a una intesa e i democratici della Camera hanno rimandato il voto atteso ieri notte sulla loro proposta da $2,2 trilioni, per permettere alle trattative con i repubblicani di proseguire.

Bank of Japan: migliora l’indice Tankan su sentiment grandi aziende manifatturiere Giappone

Migliora il sentiment delle aziende giapponesi, anche se a un livello inferiore alle attese. L’indice relativo al sentiment delle grandi aziende manifatturiere, emerso dal sondaggio trimestrale Tankan stilato dalla Bank of Japan, è salito a -27 punti dai -34 punti precedenti del trimestre terminato a giugno, al di sotto tuttavia dei -23 attesi dal consensus di Reuters. Il miglioramento è stato il primo in undici trimestri, dunque in quasi tre anni.L’indice relativo al sentiment delle grandi aziende non manifatturiere si è attestato invece a -12 punti, in miglioramento rispetto ai -17 del trimestre precedente, anche se peggiore dei -9 punti attesi dal consensus.

Giappone: Pmi manifatturiero ancora in fase di contrazione ma sale per quarto mese consecutivo

Nel mese di settembre l’indice PMI manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank e Markit si è attestato a 47,7 punti. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato appena diffusa, che conferma la fase di contrazione dell’attività economica giapponese, scatenata dagli effetti della pandemia da coronavirus.Il dato è infatti inferiore alla soglia dei 50 punti (linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto, per l’appunto – e fase di espansione – valori al di sopra).Allo stesso tempo, segnali di recupero sono confermati dal fatto che il dato è migliorato per il quarto mese consecutivo dal minimo record di 38,4 punti, testato a maggio. Il valore di settembre è inoltre il più alto da febbraio di quest’anno.

Cina: indice Pmi manifatturiero migliora a settembre, confermata fase di espansione

Nel mese di settembre il PMI manifatturiero della Cina si è attestato a 51,5 punti, meglio dei 51 precedenti e dei 51,3 punti attesi dagli analisti. Quello reso noto è l’indice ufficiale diramato dal governo di Pechino e stilato sulla base di un sondaggio lanciato dall’Ufficio nazionale di statistica e dalla Federazione di logistica e acquisti della Cina. Il dato conferma l’espansione dell’attività economica, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori superiori ai 50 punti) e di contrazione (inferiori ai 50 punti).

Cina, Pmi manifatturiero Caixin-Markit: ‘espansione ma grandi incertezze su COVID ed elezioni Usa

L’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato dalle società private China Caixin e Markit è salito a settembre a 53 punti, rispetto ai 53,1 punti attesi e ai 53,1 punti precedenti.Il dato conferma l’espansione dell’attività economica cinese, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori superiori ai 50 punti) e di contrazione (inferiori ai 50 punti).Diramato nelle ultime ore anche il Pmi manifatturiero ufficiale, stilato sulla base di un sondaggio lanciato dall’Ufficio nazionale di statistica e dalla Federazione di logistica e acquisti della Cina.Dal dato ufficiale, emerge che nel mese di settembre il PMI manifatturiero della Cina si è attestato a 51,5 punti, meglio dei 51 precedenti e dei 51,3 punti attesi dagli analisti.Tornando al PMI manifatturiero non ufficiale, così Caixin ha commentato:“La ripresa del settore manifatturiero ha mantenuto il suo momentum successivo alla pandemia da COVID-19, grazie al balzo sia della domanda che dell’offerta”.In particolare, “il forte rialzo della domanda estera si è unita a quella del mercato domestico. Il mercato del lavoro rimane preoccupante. Il miglioramento dell’occupazione dipende dalla ripresa di più lungo termine dell’economia e da un contesto esterno più stabile. Nel breve, rimangono grandi incertezze sulla pandemia nei paesi esteri e sulle elezioni presidenziali Usa”.

Cina: profitti industria +19,1% su base annua ad agosto, ma trend negativo da inizio anno

Nel mese di agosto i profitti dell’industria cinese sono saliti su base annua del 19,1%, rispetto al +19,6% di luglio. Il dato – che si riferisce agli utili incassati dalle principali società attive nel ramo industriale – si è attestato a 612,81 miliardi di yuan (90 miliardi di dollari circa).Negli otto mesi compresi tra gennaio e agosto, i profitti sono scesi del 4,4% a 3,72 trilioni di yuan. Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa cinese Xinhua, nello stesso periodo gli utili delle società minerarie sono crollati del 38,1%, a fronte di quelli del settore manifatturiero calati dell’1%.

CINA Un’alternativa interessante, ma da maneggiare con cautela

In una fase di stallo per la ripresa dell’economia, tanto in America quanto in Europa, e mentre il giocattolo del grande recupero azionario sembra essersi inceppato e lo stesso oro risente dell’avversione generalizzata al rischio, una parte del mercato guarda alla Cina come alternativa per i suoi investimenti. La Cina sembra del resto offrire quattro elementi positivi, che lo diventano ancora di più se paragonati alla situazione nel resto del mondo.Il primo punto è che Covid in Cina non c’è più ormai da cinque mesi. Fatte le dovute tare sulle comunicazioni ufficiali, sulla censura e sulla propaganda, resta però difficile provare il contrario, tanto che anche gli oppositori interni ed esterni si concentrano da tempo su altri punti critici, ma non parlano più della pandemia. La storia farà luce sulle responsabilità cinesi nell’occultare la pandemia nelle sue prime fasi, ma l’azione di contenimento e di spegnimento degli ultimi focolai dopo i tre pesantissimi mesi di Wuhan e dell’Hubei è stata senza ombra di dubbio rigorosa, implacabile e, fino ad oggi, efficace. Il secondo punto è che la Cina ha risposto alla crisi economica provocata da Covid in un modo diverso dal nostro. Di fronte al doppio shock di domanda e di offerta noi (in America e in Europa) abbiamo sostenuto la domanda, la Cina ha sostenuto l’offerta. Noi abbiamo supportato le famiglie e i consumi, sia con assegni inviati a casa direttamente dal Tesoro (in America) sia inducendo le imprese medie e grandi a mantenere il lavoro e garantire lo stipendio ai dipendenti anche quando l’attività è restata bloccata, pena il mancato accesso agli aiuti pubblici (in Europa). La Cina non ha offerto alcun sostegno alle famiglie e alla loro domanda di consumi e ha concentrato gli aiuti sulle imprese a patto che riprendessero a produrre, ha indotto i centri commerciali a restare aperti anche di notte, ha permesso il commercio informale (lo straccio sul marciapiede sul quale si prova a vendere di tutto) e ha rilanciato le sue politiche anticicliche tradizionali (infrastrutture e costruzioni).Settimanale di strategiaRiapre la Fiera di optoelettronica di Shenzhen.

2 CINA In pratica noi ci siamo trovati con più soldi che prodotti, mentre la Cina si è trovata con più prodotti che soldi. La Cina ha quindi prodotto anche per noi, esportando, e noi abbiamo consumato anche per lei, importando. Il Pil cinese chiuderà quindi il 2020 con un segno positivo, il resto del mondo con un segno ampiamente negativo (ricordiamo che il Pil è il prodotto interno, anche quello esportato, e non quello importato). La bilancia delle partite correnti cinese, da qualche anno in pareggio, è quindi tornata in attivo e questo, insieme ad altri fattori, ha provocato un rafforzamento consistente del renminbi. Se alla fine di maggio occorrevano 7.19 renminbi per comprare un dollaro, oggi ne bastano 6.84. In pratica, ironia delle ironie, la guerra commerciale contro la Cina partita nel 2018 vedrà quest’anno un aumento della quota di mercato delle imprese cinesi.Il terzo fattore che può apparire interessante a chi investe in Cina è la stabilità. Si tratta di una stabilità più apparente che reale. La Cina è strutturalmente fragile e la sua parvenza di stabilità è garantita con strumenti autoritari che sono in realtà un segno di debolezza. L’America, dal canto suo, appare particolarmente agitata in questo periodo storico e in questa fase politica, ma ha un suo baricentro ancora solido. In certi momenti, tuttavia, anche le apparenze contano. Così come conta, per chi investe, la stabilità del cambio, che oscilla intorno a 7 renminbi contro dollaro ormai da dieci anni, e, almeno per quest’anno, quella delle borse cinesi, molto composte durante la pandemia e meno euforiche, ma comunque in buon rialzo rispetto all’inizio dell’anno, durante il recupero. Fa eccezione solo Hong Kong, per i noti problemi.Il quarto fattore interessante è il rendimento elevato dei titoli di stato cinesi, acquistabili anche attraverso Etf, su tutte le scadenze. Il decennale rende il 3.10 per cento, lo stesso livello del Treasury americano nell’ultima parte del 2018, quando il dollaro attirava capitali dal mondo proprio per i suoi rendimenti. Le obbligazioni corporate cinesi rendono anche di più (talvolta molto di più) ma caveat emptor, perché da qualche anno è cessata la policy dei salvataggi generalizzati e ora i default sono possibili (e presenti) come da noi.Detto questo, chi investe in Cina deve avere chiari anche i rischi che corre.Ci sono in primo luogo rischi geopolitici. La guerra fredda tra Stati Uniti e Cina è iniziata da poco tempo e facciamo fatica a tenerne il debito conto, ma è una questione seria che resterà a lungo tra noi. L’eventuale arrivo di Biden alla Casa Bianca non cambierà le cose se non nella forma. I democratici sono del resto tradizionalmente più falchi dei repubblicani in politica estera. A parte la parentesi neocon di Bush, che nessun repubblicano vorrebbe oggi ripetere, il Vietnam l’ha cominciato Kennedy e hanno fatto più guerre Clinton di Reagan e Obama di Trump. La Borsa di Shenzhen, più 27 per cento nel 2020.

3CINA E di guerra come possibilità nel futuro non necessariamente remoto si parla da tempo sia a Washington sia a Pechino. Non una guerra nucleare, ma nemmeno uno di quei conflitti in paesi terzi lontani con cui si tenevano occupati Stati Uniti e Unione Sovietica ai loro tempi. La Cina, che si sente soffocata dal controllo americano delle sue coste e che è già in un conflitto a bassa intensità con l’India, sta provando a sfondare nell’altra direzione attraverso la Via della seta e cerca uno sbocco sull’Oceano Indiano attraverso il Myanmar e il Pakistan. La frizione lungo i mari del Pacifico, tuttavia, è destinata a crescere ancora e a trovare sfogo in possibili incidenti con Taiwan (che la Cina intende riconquistare) o nel Mar Cinese meridionale. La crescente propensione americana a utilizzare le sanzioni economiche potrebbe un giorno comportare ostacoli di vario genere per chi investe in Cina. Ne abbiamo già dei piccoli esempi nel minacciato delisting dei titoli cinesi quotati sulle borse americane o nel peso ridicolmente basso (per pressione americana) dei bond e delle azioni cinesi negli indici globali.Una seconda avvertenza da considerare è che la divergenza che Covid ha creato tra Cina e resto del mondo rientrerà almeno in parte quando Covid, augurabilmente, sarà uscito di scena. Già nella seconda parte del 2021, quindi, la bilancia delle partite correnti cinese potrebbe tornare a normalizzarsi e il renminbi, di conseguenza, perderebbe una parte della sua forza recente.Chi investe o vuole investire in Cina farà quindi bene a restare su strumenti liquidi e a tenere conto delle fluttuazioni del cambio, spesso superiori al rendimento dei bond. Quanto all’azionario, va ricordato che gli indici di borsa (su cui spesso sono costruiti gli Etf) contengono in tutta l’Asia una quantità significativa di grandi carrozzoni pubblici di dubbia profittabilità. Meglio puntare sulle aziende private che si rivolgono al consumatore urbano cinese delle città intermedie, quello che aspira alla qualità ma non può permettersi il grande marchio globale.Tornando alle nostre latitudini, la correzione delle borse, oltre ai fattori stagionali e alla stanchezza per il lungo recupero, ha come motivazione anche i timori sulla seconda ondata. Nei loro momenti più bui i mercati temono non solo nuovi lockdown generalizzati, ma anche una risposta questa volta debole da parte della politica monetaria e fiscale, se non l’esaurimento delle armi a disposizione per sostenere economie e mercati.Non siamo ovviamente in grado di dire se l’epidemia sarà davvero così forte da costringere di nuovo i governi a quelle misure restrittive che si erano fermamente ripromessi di evitare. Sappiamo però, e lo vedremo meglio la Xi Jinping su una nave da guerra nel Mar Cinese Meridionale.Base cinese a Gibuti.

4CINA prossima settimana, che di armi fiscali e monetarie ce ne sono ancora molte, anche se le elezioni americane ne complicano l’utilizzo nel breve termine

Borsa di Tokyo chiude in rialzo su speranze nuovo stimolo per l’economia Usa

L’ultima seduta della settimana si è chiusa con segno positivo per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei ha terminato la seduta odierna con un progresso dello 0,51% a 23.204,62 punti. Anche gli altri listini dell’area Asia-Pacifico si muovono per la maggior parte sopra la parità questa mattina, in scia al recupero di Wall Street e alle rinnovate speranze di un nuovo pacchetto di stimolo da 2.200 miliardi di dollari per gli Stati Uniti. Secondo gli ultimi sviluppi, i Democratici starebbero rivendendo la loro proposta nel tentativo di far ripartire i negoziati con l’amministrazione Trump e il nuovo piano di rilancio potrebbe essere votato già la prossima settimana. Il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, e il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno ribadito l’importanza di questo nuovo pacchetto di stimoli, affermando che la massima priorità del governo dovrebbe essere quella di fornire prestiti a prezzi accessibili alle piccole imprese e un ulteriore sostegno ai milioni di americani ancora disoccupati.

Piazza Affari e Borse europee previste aprire in deciso ribasso. I temi da seguire

Si prevede un avvio di seduta in deciso ribasso per Piazza Affari e le Borse europee, in scia a un nuovo sell-off sui titoli tecnologici a Wall Street, con Amazon, Netflix e Apple che hanno lasciato sul parterre oltre 4 punti percentuali. Ma a soffrire di più è stata Tesla, crollata del 10,3%, dopo la delusione seguita ai mancati annunci durante l’evento del Battery Day. Il titolo ha scontato anche la decisione del gruppo di avviare una causa contro il governo Usa per azzerare le tariffe del 25% che l’amministrazione Trump ha imposto sui computer made in China e sugli schermi touch utilizzati nelle auto elettriche Model 3 di Tesla.Sui mercati pesano anche i rinnovati timori per la crescita economica in scia all’introduzione di alcune restrizioni introdotte in alcuni paesi europei, come Francia e Gran Bretagna, per cercare di arginare i contagi. Ieri gli indici Pmi hanno infatti mostrato una battuta di arresto a settembre nella componente servizi. Oltre alla paura per la pandemia sale il timore che il Congresso Usa non riesca a sfornare un nuovo piano di stimoli fiscali prima delle elezioni presidenziali Usa di novembre. La necessità di nuove misure di sostegno è stata ribadita dal numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell.A tutto questo si aggiungono le nuove tensioni geopolitiche esplose tra Seoul e Pyongyang. Il ministro della difesa sudcoreano ha confermato che la Corea del Nord ha ucciso un funzionario sudcoreano di cui si erano perse le tracce all’inizio di questa settimana. Secondo quanto comunicato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, l’uccisione del cittadino sudcoreano sarebbe la prima, per mano di Pyongyang, dal 2008. Immediata la reazione sui mercati, con i listini asiatici che si muovono in territorio negativo. La Borsa di Seoul cede oltre il 2%, Shanghai fa -1,46%, Hong Kong -1,78%. Tokyo ha chiuso con un ribasso dell’1,11% e Sidney con un -1%.La seduta sarà movimentata da alcuni dati, tra cui spicca l’indice Ifo in arrivo dalla Germania. Tra gli appuntamenti, si segnala la riunione straordinaria del Consiglio europeo, oltre che la riunione della banca centrale della Svizzera e della Norvegia, che dovrebbero in entrambi i casi confermare i tassi di interesse all’attuale livello, mentre la Bce pubblicherà il bollettino economico. Sul fronte emissioni, è in programma l’asta del Tesoro di Ctz a 2 anni fino a 3,75 miliardi di euro e di Btp decennali indicizzati all’inflazione fino a 750 milioni.

Tensioni tra Seoul e Pyongyang dopo ‘uccisione brutale funzionario sudcoreano’. Borse Asia giù

Borse asiatiche in preda alle vendita dopo i forti cali di Wall Street, ma anche dopo le nuove tensioni geopolitiche esplose tra Seoul e Pyongyang.Il ministro della difesa sudcoreano ha confermato che la Corea del Nord ha ucciso un funzionario sudcoreano di cui si erano perse le tracce all’inizio di questa settimana. Secondo quanto comunicato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, l’uccisione del cittadino sudcoreano sarebbe la prima, per mano di Pyongyang, dal 2008.La vittima è, stando a quanto riporta la Cnbc, un uomo di 47 anni, dipendente del Ministero degli Oceani e della Pesca di Seoul, scomparso dall’imbarcazione dove si trovava nella giornata di lunedì per fare un giro di ispezioni.La barca si trovava nelle acque al largo dell’isola sudcoreana di Yeonpyeong, già protagonista dell’incidente internazionale del 2010, quando quando venne bombardata dall’artiglieria della Corea del Nord (l’agenzia di stampa nordcoreana KCNA rilasciò tuttavia una nota dell’Esercito del Popolo Coreano in cui veniva sottolineato come Pyongyang avesse risposto al fuoco a seguito di “sconsiderate provocazioni militari” lanciate da Seoul).“La Corea del Nord ha trovato l’uomo nelle sue acque commettendo un atto di brutalità, uccidendolo con un colpo di pistola e bruciando il suo corpo, stando a una attenta analisi di intelligence effettuata dal nostro esercito”, si legge nella nota del Ministero della difesa della Corea del Sud.“Il nostro esercito – si legge ancora – condanna un atto tanto brutale e chiede con fermezza alla Corea del Nord di dare spiegazioni e di punire i responsabili. Avvertiamo anche fermamente che tutte le responsabilità di questo incidente ricadono sulla Corea del Nord”.Immediate le reazioni dei mercati: alla borsa di Seoul la società della difesa coreana Victek ha visto le proprie quotazioni balzare del 19% dopo l’annuncio, mentre i titoli azionari delle società sudcoreane il cui business ha un’esposizione alla Corea del Nord, come di Hanil Hyundai Cement e Hyundai Elevator sono colpiti dalle vendite. La borsa di Seoul cede oltre -2%, il Nikkei 225 della borsa di Tokyo arretra dello 0,91%, Shanghai fa -1,46%, Hong Kong -1,78%, Sidney -1%

Giappone: Pmi manifatturiero, Servizi e Composite di settembre confermano fase di contrazione

Nel mese di settempre l’indice PMI manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank e Markit si è attestato a 47,3 punti, quasi invariato rispetto ai 47,2 di agosto. E’ quanto risulta dalla lettura preliminare del dato. Diffuse anche le letture preliminari del Pmi servizi (in lieve rialzo a settembre, a 45,6 punti rispetto ai precedenti 45) e del Pmi Composite (45,5 rispetto ai precedenti 45,2). I dati rimangono in fase di contrazione, in quanto inferiori ai 50 punti, soglia di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra

Borsa Tokyo ancora chiusa, azionario Asia resiste meglio ai Sell-Attack globali a parte Seoul

Borsa Tokyo chiusa anche oggi, in occasione dei festeggiamenti dell’equinozio di autunno. Dopo il tonfo degli indici azionari europeo, innescato dal timore di nuove misure di lockdown nei diversi paesi colpiti dalla seconda ondata dei contagi di coronavirus, le vendite colpiscono anche l’area dell’Asia Pacifico, ma in misura minore.La borsa di Shanghai cede lo 0,55%, Hong Kong perde lo 0,65%, Sidney fa -0,49%. Focus però su Seoul, che segna una caduta superiore a -2%.Sotto pressione soprattutto i titoli delle compagnie aeree, come China Eastern Airlines -2% e China Southern Airlines (quasi -3%), quotate a Hong Kong come Cathay Pacific, anch’essa in ribasso.Male a Seoul Korean Air Lines, che arretra di oltre -2%, mentre in Australia Qantas Airways fa -2,34%. Giù anche Singapore Airlines (-1,46%).Attenzione a HSBC e Standard Chartered, i cui titoli hanno perso ancora dopo la notizia di ieri, relativa alla nuova inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), che ha rivelato che, sulla base di più di 2.100 segnalazioni di attività sospette, tra il 1999 e il 2017 sono state identificate circa 2.000 miliardi di dollari di transazioni contrassegnate come possibile riciclaggio di denaro o altra attività criminale.In cima alla lista figurano la tedesca Deutsche Bank AG con 1,3 trilioni di dollari di denaro sospetto, seguita dal colosso statunitense JP Morgan. Tra le banche coinvolte anche HSBC Holdings Plc, Standard Chartered Plc e Bank of New York Mellon.Ieri sessione da dimenticare per le borse europee, e anche Wall Street chiuso negativa: il Dow Jones Industrial Average ha ceduto 509,72 punti (-1,8%), per chiudere a 27.147,70 punti. Lo S&P 500 ha perso l’1,2% a 3.281,06. Il Nasdaq Composite ha perso invece appena – 0,1% a 10.778.80. Ma lo S&P 500 ha chiuso la sua quarta sessione negativa per la prima volta dallo scorso febbraio, mentre il Dow Jones ha sofferto la perdita più forte dallo scorso 8 settebre.

Azionario globale negativo, borsa Tokyo -0,65%. Fed e BoJ dovish non convincono, buy sul dollaro

La Federal Reserve di Jerome Powell e la Bank of Japan di Haruhiko Kuroda non riescono a convincere i mercati, nonostante l’orientamento dovish di entrambe. Dopo una riunione di due giorni, il Fomc – braccio di politica monetaria della Fed – ha annunciato di Fomc sui tassi, la cui pubblicazione ha accompagnato l’annuncio di aver lasciato i tassi sui fed funds invariati nel range tra lo zero e lo 0,25%. Nella conferenza stampa successiva all’annuncio, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha rassicurato che “la Fed manterrà bassi i tassi fino a quando l’inflazione (Usa) non viaggerà al di sopra del 2% per un po’ di tempo”. Almeno fino al 2023, stando a quanto emerge dal dot plot che illustra le proiezioni dei singoli esponenti della banca centrale Usa. Nel commentarlo, ING sottolinea che “il valore mediano previsto dei tassi sui fed funds rimane nel range attuale compreso tra lo zero e lo 0,25% per l’intero anno 2023, con un solo membro tra 17 che prevede un rialzo dei tassi prima della fine del 2022 e appena quattro che stimano una mossa durante il 2023”. Motivo per cui, tirando le somme, i tassi Usa dovrebbero rimanere attorno allo zero almeno fino al 2024, secondo ING.“Fattore interessante – aggiunge la divisione di ricerca del gruppo bancario olandese -(gli esponenti della Fed) hanno mantenuto le loro proiezioni di lungo termine invariate al 2,5%, con le stime che si aggirano tra il 2% e il 3%”.La Federal Reserve ha annunciato anche le nuove stime sull’economia Usa: migliorato l’outlook sul Pil, visto in calo del 3,7% quest’anno, rispetto al -6,5% atteso a giugno. Migliorato anche outlook sulla disoccupazione, con il tasso di disoccupazione atteso ora al 7,6% nel 2020, inferiore al 9,6% previsto tre mesi fa. La Federal Reserve stima infine che il tasso di inflazione Usa, misurato dalla componente core dell’indice delle spese per consumi personali (PCE), escluse le componenti dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, si attesterà all’1,5% nel 2020, all’1,7% nel 2021 e all’1,8% nel 2022.Rimanendo in tema di banche centrali, quella del Giappone, ovvero la Bank of Japan (BoJ) ha mantenuto invariata la propria politica monetaria. Al termine della riunione odierna, la BoJ ha mantenuto i tassi di riferimento invariati a -0,10%, lasciando fermo anche il target sul rendimento dei titoli di stato decennali attorno allo zero per cento. L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda ha confermato di voler acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato giapponesi, nell’ambito del suo programma di Quantitative easing.“L’economia giapponese ha iniziato a riprendersi, con l’attività economica che mostra una ripresa graduale, sebbene sia restata una situazione grave a causa dell’impatto di Covid-19 a livello nazionale e internazionale”, si legge nel comunicato. Si tratta di un outlook leggermente migliore rispetto a quello di luglio, quando la BOJ aveva affermato che l’economia giapponese versava in uno “stato estremamente grave”.Wall Street e le borse asiatiche hanno reagito tuttavia negativamente agli annunci della Fed e della Bank of Japan. L’indive S&P 500 è arretrato di 15,71 punti (-0,46%), a 3.385,49 punti; il Nasdaq ha perso 139,85 punti o -1,25% a 11.050,40 punti, mentre il Dow Jones ha chiuso in rialzo di appena 36,78 punti (+0,13%), a 28.032,38, dopo essere balzato nei massimi intraday di 400 punti circa.L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in flessione dello 0,65%, a 23.322,76 punti circa; borsa Shanghai arretra delo 0,10%; Hong Kong fa -1,35%; Sidney -1,08%, Seoul -1,03%.Nonostante Powell sia stato dovish, il rialzo delle stime sul Pil Usa da parte della Fed sta scatenando i buy sul dollaro. L’euro-dollaro scende dello 0,40% a $1,1769; il dollaro è però piatto sullo yen, con una variazione +0,04% a JPY 104,99; sterlina-dollaro -0,25% a $1,2939. Balzo del dollaro sul dollaro canadese, +0,43% a CAD 1,3235; l’euro scende nei confronti dello yen (-0,38% a JPY 123,53), sulla sterlina (-0,19% a GBP 0,9095) e sul franco svizzero è piatto con una variazione pari a -0,06% a CHF 1,0739

Ocse migliora outlook Pil globale: contrazione da Covid -4,5% in 2020, Cina unica a crescere nel G20

L’Ocse ha rivisto al rialzo le stime sull’economia globale relative al 2020. Inferiori alle attese, dunque, i danni che la pandemia da coronavirus ha inflitto all’attività economica.Per quest’anno, l’organizzazione parigina prevede una contrazione del Pil mondiale del 4,5% quest’anno, meno del -6% atteso nell’outlook di giugno.Per il 2021, attesa una ripresa dell’economia pari a +5%, rivista lievemente al ribasso rispetto al +5,2% precedentemente atteso.La Cina, hanno precisato gli economisti, sarà l’unica economia del G20 che assisterà a una crescita del Pil, quest’anno, pari ad appena +1,8%, a fronte della contrazione del 3,8% del Pil Usa e del 7,9% del Pil dell’Eurozona.

Giappone: Sentiment aziende manifatturiere negativo per 14esimo mese consecutivo

Dal rapporto Reuters Tankan relativo al mese di agosto è emerso che l’indice relativo al sentiment delle aziende manifatturiere giapponesi si è attestato a settembre a -29 punti, meglio dei -33 di agosto, ma negativo per il 14esimo mese consecutivo.L’indice relativo al sentiment delle aziende del settore servizi è migliorato anch’esso, dai -23 di agosto a -18 punti di settembre.

Giappone: produzione industriale crolla del 15,5% su base annua a luglio

La lettura finale relativa alla produzione industriale del Giappone indica una crescita su base mensile, a luglio, pari a +8,7%, rispetto al +8% comunicato nel dato preliminare. Su base annua, il dato è crollato del 15,5%, comunque meno del -16,1% di giugno.

Effetto Nasdaq su borse Asia: Tokyo -1%, Sidney oltre -2%. Balena Nasdaq fa -10% in tre sessioni

Borse asiatiche negative, sulla scia della pessima performance di Wall Street, che ha visto il Nasdaq Composite, dopo un crollo -10% in tre giorni, scivolare in fase di correzione.Il Nasdaq Composite è crollato ieri del 4,1% a 10.847.69. L’indice Dow Jones Industrial Average è capitolato di 632,42 punti, o del 2,3%, a 27.500,89. Lo S&P 500 ha perso il 2,8% a 3.331.84, riportando la perdita in tre giorni peggiore da giugno, pari a quasi -7%.Tesla triste protagonista della seduta, con un tonfo del 21% scatenato anche dalla mancata inclusione del titolo nell’indice S&P 500.Molto male Apple, che ha sofferto un tonfo del 6,7%, portando il calo degli ultimi tre giorni di contrattazione a oltre -14%.L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dell’1,04% a 23.032,54 punti; borsa Shanghai -1,49%, Hong Kong -0,84%, Sidney -2,29%, Seoul -0,80%.In Asia focus anche sui dati macro arrivati dalla Cina, relativi all’inflazione. L’indice dei prezzi alla produzione è calato ad agosto del 2% su base annua, in linea con le attese, a fronte del +2,4% dell’indice dei prezzi al consumo, anche in questo caso come da attese.L’effetto Nasdaq è stato visibile soprattutto nella performance dei titoli hi-tech dell’area.Protagonista a tal proposito il calo della cosiddetta Balena del Nasdaq, identificata nella giapponese Softbank.Il titolo è sceso di oltre -3% alla borsa di Tokyo, precipitando di oltre -10% dalla chiusura di venerdì scorso, dopo che l’FT ha rivelato che sarebbe stata la conglomarata a scatenare le forti speculazioni a Wall Street, acquistando miliardi di dollari di opzioni call sui titoli hi-tech, nel corso dell’ultimo mese.A Hong Kong, smobilizzi su Alibaba e Xiaomi; vendite anche a Taiwan su Taiwan Semiconductor Manufacturing Company e in Corea su SK Hynix.Sul forex, euro piatto sul dollaro, +0,02% a $1,1780 in vista della riunione del Consiglio direttivo della Bce, in calendario nella giornata di domani; il dollaro scende sullo yen dello 0,11% a JPY 105,91. Sterlina-dollaro -0,10% a $1,2969; euro-yen -0,08% a JPY 124,76; euro-franco svizzero +0,06% a CHF 1,0816

Giappone: Pil II trimestre -7,9% t/t, -28,1% a tasso annualizzato. Livelli pre COVID solo a fine 2021

Il prodotto interno lordo del Giappone si è contratto nel secondo trimestre del 2020 del 7,9% su base trimestrale, al tasso trimestrale annualizzato pari a -28,1%. E’ quanto emerge dalla lettura finale del dato, che è stato rivisto al ribasso rispetto a quanto comunicato nella lettura preliminare (contrazione del 7,8%).Il Pil si è contratto per il terzo trimestre consecutivo, e nel periodo aprile-giugno ha sofferto la contrazione peggiore dal 1955.Il trend è stato lievemente migliore delle attese, visto che gli analisti avevano previsto una contrazione su base trimestrale pari a -8%, o un tonfo trimestrale a tasso annualizzato del 28,4%.I consumi privati sono scivolati del 7,9% su base trimestrale, mentre le spese delle aziende sono scese del 4,7%. Gli economisti ritengono che, sebbene l’economia giapponese dovrebbe recuperare nel terzo trimestre, il suo tasso di crescita non tornerà ai livelli pre pandemia COVID-19 almeno fino al quarto trimestre del 2021.

Bilancia commerciale Cina: +11,6% export ad agosto, -0,5% import

La bilancia commerciale della Cina relativa al mese di agosto ha mostrato un miglioramento delle esportazioni che hanno mostrato una crescita dell’11,6% su base annua rispetto al +10,4% della passata rilevazione (consensus Bloomberg a +12,4%), con le importazioni in ribasso dello 0,5% su base annua dal precedente +1,6% e dalla crescita del 6,1% indicato dagli analisti. Nel mese di agosto, la Cina ha riportato un surplus di quasi 416,6 miliardi di yuan rispetto ai 386 miliardi stimati.

Borsa Tokyo -1,11%, peggio Sidney e Hong Kong (-3%) dopo tonfo Wall Street

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,11% a 23.205,43 punti, in una sessione caratterizzata da forti sell off scatenata dall’effetto Wall Street.Una forte ondata di smobilizzi si è abbattuta nella sessione di ieri sulla borsa Usa, colpendo soprattutto i titoli tecnologici, dopo i poderosi rialzi delle sessioni precedenti.Il Dow Jones ha chiuso precipitando di 807,77 punti (-2,8%), a 28.292,73 punti, riportando la peggiore flessione dallo scorso 11 giugno. Lo S&P 500 è scivolato del 3,5% a 3.455,06 mentre il Nasdaq Composite ha sofferto un tonfo del 5% a 11.458,10, dopo che nella sessione della vigilia aveva superato la soglia psicologica dei 12.000 punti per la prima volta in assoluto.In evidenza il crollo di Apple, -8%, il più forte dalla metà di marzo, nel pieno dell’alert globale sul coronavirus.A scivolare sono stati così, in Asia, i titoli delle società rifornitrici del gigante di Cupertino, come Sharp e Murata Manufacturing in Giappone, LG Display a Seoul e Taiwan Semiconductor Manufacturing Company. Forti smobilizzi hanno colpito Alibaba, crollata di quasi -5%, Tencent -3%, in corrispondenza del tonfo dell’indice Hang Seng Tech della borsa di Hong Kong, che ha perso più del 3%.

La borsa di Shanghai perde l’1,24%, Sidney -3,11%, Seoul -1,34%

Cina: indici Pmi servizi e Composite ancora in fase di espansione ad agosto

Nel mese di agosto, l’indice PMI dei servizi della Cina compilato da Caixin-Markit è rimasto pressoché invariato a 54 punti, rispetto ai precedenti 54,1 punti. Il dato è stato migliore dei 53,9 punti attesi dal consensus, confermando la fase di espansione, in quanto superiore ai 50 punti (linea di demarcazione tra fase di espansione dell’attività economica – valori al di sopra – e fase di contrazione – valori al di sotto). L’indice PMI Composite è salito ad agosto a 55.1 punti, dai precedenti 54,5.

Giappone: indici Pmi servizi e Composite confermano fase di contrazione da COVID

Nel mese di agosto l’indice Pmi dei servizi del Giappone stilato da Jibun Bank e Markit si è attestato a 45 punti, in fase di contrazione, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti (linea di demarcazione tra fase di espansione dell’attività economica – valori al di sopra – e fase di contrazione – valori al di sotto). Così HS Markit, commentando il dato: “La pandemia COVID-19 ha continuato ad agosto ad aleggiare sul settore dei servizi, interrompendo la fase verso la ripresa, a fronte della fragilità della domanda dei consumatori e del grado notevole di incertezza”. Il dato ha, tra l’altro, anche ritracciato rispetto ai 45,4 di agosto. Il Pmi Composite ha confermato la fase di contrazione dell’attività economica del Giappone, salendo a 45,2 punti, dai 44,9 punti di luglio.

Schroders: non solo TikTok, la Cina è in pole position nel web

Molti dei principali trend di crescita in atto in Cina riguardano 4 sotto-comparti chiave: e-commerce, pubblicità online, gaming online e servizi a pagamento

Nel mondo web la Cina è all’avanguardia dell’innovazione globale e sta evolvendo rapidamente. Anche se ancora classificata tra i Mercati emergenti, in termini di rapidità nell’adozione di nuove tecnologie quella che è ormai la seconda economia globale è tutt’altro che emergente, con 904 milioni di utenti connessi a internet, che in media passano online circa 31 ore alla settimana, con un tasso di penetrazione del 65% rispetto al 34% nel 2010. Per dare un termine di confronto, gli utenti connessi in Usa sono circa 312 milioni e il tasso di penetrazione è vicino al 90%.

MOLTO TEMPO SULLE APP DEI SOCIAL

Jose Pun, Equity Analyst, Schroders, ha individuato quattro sotto-comparti di internet che indica come ‘chiave’ dello sviluppo futuro: e-commerce, pubblicità online, gaming online e servizi a pagamento, sottolineando che le app di social media sono ancora quelle su cui gli utenti trascorrono la maggior parte del tempo, ma aggiungendo che il rapido aumento nell’utilizzo di brevi video è uno dei maggiori trend in ascesa, in particolar modo tra le fasce più giovani, con uno dei principali provider rappresentato da ByteDance, che detiene TikTok, o Douyin, mentre Bilibili, simile a YouTube, è un’altra azienda che sta cavalcando questo trend.

SPAZIO PER DIVERSI OPERATORI

L’e-commerce pesa per il 27% delle vendite al dettaglio totali, ponendo la Cina in cima alla classifica globale per penetrazione insieme a Corea del Sud, con la previsione che quest’anno superi il 30%. Tra le società del settore l’esperto di Schroders cita naturalmente Alibaba, che detiene oltre il 60% del mercato, ma aggiunge che grazie al modello ‘third party’ c’è spazio per più operatori, come il player in rapida ascesa della food delivery Meituan-Dianping e il fornitore di prenotazioni alberghiere Meituan-Dianping. Pun segnala anche la nuova tendenza ancora non vista sui mercati occidentali del live streaming, con l’utilizzo di un ‘KOL’ (Key Opinion Leader) come ospite, che si sta diffondendo molto grazie ai video sul cellulare.

NUOVI ATTORI NEL BUSINESS DELLE RICERCHE WEB

Il secondo sotto-comparto è quello della pubblicità online, di cui vive il business delle ricerche su Internet, dominato da Baidu con una quota di mercato di circa il 65%, ma l’esperto di Schroders segnala l’emergere di altri attori come Sina, che gestisce Weibo, uno dei siti web di micro-blogging più popolari simile a Twitter, con circa 500 milioni di utenti, che si sta affermando come nuovo protagonista del mercato pubblicitario, anche se la tendenza che ha visto gli utenti passare da applicazioni basate sul testo al video di breve durata ha ridotto l’appeal per gli inserzionisti.

VIDEOGIOCHI DOMINATI DA TENCENT

Quindi ci sono i videogiochi, sia per PC che per cellulare, un’industria importante che si stima conti circa 600 milioni di gamer, che vede Tencent come l’operatore dominante con una quota di mercato del 55% ed è anche il più grande sviluppatore di videogiochi al mondo. Pun osserva che Tencent sta cercando di crescere a livello internazionale, e disponendo di un ampio capitale è stata in grado di acquisire altre attività in tutto il mondo, mentre anche Netease è un importante sviluppatore.

AUMENTA CHI È DISPOSTO A PAGARE I CONTENUTI

Infine l’analisi di Schroders segnala i servizi su abbonamento citando Iqiyi, società di streaming video online spesso considerata come la risposta cinese a Netflix, mentre lo streaming musicale è guidato invece sempre da Tencent Music Entertainment, con circa 800 milioni di utenti. In Cina è stato più difficile questi servizi diventare remunerativi, per l’abitudine dei consumatori a riceverli gratis, per cui oggi solo il 5% circa degli utenti di Tencent Music Entertainment paga i contenuti, contro il 45% circa di Spotify. Ma gli abbonati stanno gradualmente aumentando.

ANCORA SPAZIO PER L’E-COMMERCE

L’analisi di Schroders chiude rilevando che l’incredibile crescita dell’e-commerce cinese non dovrebbe rallentare significativamente, sostenuta dalla crescita dei redditi medi è dall’aumento dei modelli di spesa online. Pun raccomanda invece di monitorare se la Cina seguirà la stessa strada del mercato USA, dove i maggiori player mantengono il predominio acquistando nuovi concorrenti ad alto tasso di crescita, oppure se nuove aziende possano affermarsi e prosperare. In ogni caso, afferma l’esperto di Schroders, il settore Internet in Cina è all’avanguardia nell’innovazione globale, e lo sarà per molto tempo.

Borsa Tokyo +0,47%, trend positivo in Asia dopo record Wall Street.

Borse prevalentemente positive in Asia e nell’area Asia-Pacifico, con Shanghai e Hong Kong che confermano tuttavia la cautela di fondo degli investitori, riportando una performance piatta.L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo è salito dello 0,47% a 23.247,15 punti. Sidney +1,84%, Seoul +0,56%.Il trend positivo si spiega con gli ennessimi valori record testati dalla borsa Usa, con gli indici S&P 500 e Nasdaq che hanno chiuso a nuovi massimi storici. In particolare, lo S&P è salito dello 0,8% a 3.526,65 punti, mentre il Nasdaq Composite è avanzato dell’ 1,4% a 11.939,67, a un passo dal prossimo target psicologico di 12.000 punti. Bene anche il Dow Jones Industrial Average, salito di 215,61 punti, o +0,8%, a 28.645,66 punti.Occhio, sul mercato del forex, al ritracciamento dell’euro, dopo il boom degli acquisti che ieri hanno portato la moneta unica al nuovo record in due anni sul dollaro, oltre la soglia di $1,20.Le prese di profitto sull’euro sono scattate a seguito della pubblicazione, negli States, dell’Ism manifatturiero. Dal dato è emerso che l’attività manifatturiera degli Stati Uniti ha accelerato il passo, volando al record in quasi due anni, nel mese di agosto, grazie al balzo dei nuovi ordini.Il Dollar Index è salito fino a 92,465 e al momento è scambiato a 92,353. L’euro-dollaro è sceso fino al di sotto della soglia a $1,19, dopo essere balzato nella sessione della vigilia al massimo intraday di $1,2014, valore più alto dal maggio del 2018. Al momento è scambiato a $1,1893, in ribasso dello 0,14%.Il rapporto dollaro-yen recupera a JPY 106,02, dopo essere sceso fino a JPY 105,5 all’inizio della settimana.Male il dollaro australiano dopo la conferma della recessione tecnica in cui è entrata in Australia. Le autorità hanno reso noto, infatti, che il Pil relativo al secondo trimestre dell’anno è sceso su base trimestrale del 7%, soffrendo la flessione più forte della storia, a causa della crisi innescata dalla pandemia del coronavirus.Il dato è stato peggiore delle attese del consensus, pari a una contrazione del 6%, peggiorando rispetto al -0,3% del primo trimestre.Su base annua, la contrazione è stata del 6,3%, peggio del -5,1% stimato dal consensus, rispetto alla crescita, nel primo trimestre, pari a +1,6% (dato rivisto al rialzo dal +1,4% precedentemente comunicato).Il dollaro australiano scende dello 0,28% circa nei confronti del dollaro Usa, a 0,7351.

Giappone: Pmi manifatturiero migliora ad agosto, ma rimane in fase di contrazione

L’indice PMI manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit, è salito nel mese di agosto a 47,2 punti, meglio dei 45,2 punti precedenti di luglio. E’ quanto emerge dalla lettura finale del dato, che è stato rivisto al rialzo rispetto ai 46,6 riportati nella lettura preliminare.L’indice conferma tuttavia la fase di contrazione dell’attività manifatturiera giapponese, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra). Pesano gli effetti della pandemia COVID-19, come spiega Annabel Fiddes, Economics Associate Director presso IHS Markit, con le società nipponiche che continuano a tagliare le loro scorte e i dipendenti, in attesa di miglioramenti dal fronte della domanda.

Cina: Pmi manifatturiero Caixin-Markit accelera ad agosto, balza a record da gennaio 2011

L’indice PMI manifatturiero della Cina, stilato congiuntamente dalle società Caixin e Markit, è salito nel mese di agosto a 53,1 punti, meglio dei 52,5 attesi dal consensus e in accelerazione rispetto ai 52,8 di luglio.Il dato ha confermato il quarto mese consecutivo di espansione dell’attività manifatturiera cinese, in quanto superiore ai 50 punti, soglia di demarcazione tra fase di contrazione (valori al di sotto) e di espansione (valori al di sopra).L’indice è salito inoltre al massimo dal gennaio del 2011, dunque in più di nove anni. Tra le componenti, occhio ai nuovi ordinativi e alla produzione, che hanno riportato i rialzi più forti dall’inizio del 2011.

Giappone, dimissioni Shinzo Abe. I due in pole position per diventare premier

A seguito delle dimissioni a sorpresa di Shinzo Abe dalla premiership del Giappone, a causa di motivi di salute, il Parlamento giapponese terrà una sessione straordinaria il prossimo 17 settembre per eleggere il suo successore.L’elezione avverrà dopo che il 14 settembre il partito in carica al governo giapponese, l’LDP, nominerà il prescelto.Secondo il quotidiano giapponese Yomiuri, i due esponenti in pole position per essere nominati, e essere successivamente eletti dal Parlamento come premier, sono l’attuale ministro degli esteri Fumio Kishida e il numero uno del partito stesso, Yoshihide Suga.Il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato le proprie dimissioni venerdì scorso, 28 agosto, per motivi di salute, dovuti a una malattia infiammatoria intestinale, che già lo costrinse a dimettersi dalla premiership nel 2007.Abe tornò poi premier nel 2012, grazie alla vittoria registrata dal partito dei liberaldemocratici, di cui fa parte, nelle elezioni del 2012. Il suo attuale mandato sarebbe scaduto nel 2021.

Borsa in Tokyo +1,12% in vista nomina successore premier Abe. Boom titoli trading dopo affare Buffett

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,12% a 23.139,76 punti, recuperando terreno dopo il calo di venerdì scorso, scatenato dai rumor, poi confermati dallo stesso premier, sulle dimissioni di Shinzo Abe. Il Parlamento giapponese terrà una sessione straordinaria il prossimo 17 settembre per eleggere il suo successore.L’elezione avverrà dopo che il 14 settembre il partito in carica al governo giapponese, l’LDP, nominerà il prescelto.Secondo il quotidiano giapponese Yomiuri, i due esponenti in pole position per essere nominati, e essere successivamente eletti dal Parlamento come premier, sono l’attuale ministro degli esteri Fumio Kishida e il numero uno del partito stesso, Yoshihide Suga.Alla borsa di Tokyo, si mette in evidenza il rally dei titoli delle società di trading giapponesi, dopo la notizia dell’acquisizione di una quota lievemente superiore al 5%, da parte di Berkshire Hathaway di Warren Buffett, delle cinque leader Itochu, Marubeni, Mitsubishi, Mitsui e Sumitomo Corp. Le quote acquisite hanno un valore all’incirca di $6,25 miliardi e Buffett non esclude di arrivare a fare shopping fino al massimo del 9,9%. Rally dei titoli interessati, con Sumitomo che vola fin oltre +10%, Marubeni oltre +11%, Mitsui oltre +7,5%, Mitsubishi più dell’8% e Itochi che fa +5,5% circa.Assist all’azionario asiatico – che rivela comunque un trend contrastato – anche dai dati macro diffusi dalla Cina, che hanno confermato la fase di espansione dell’attività manifatturiera e non.Borsa di Shanghai in rialzo dello 0,51%, Hong Kong +0,61%. Male invece Sidney -0,11% e Seoul -0,26%.Per la precisione, il Pmi manifatturiero della Cina si è attestato ad agosto a 51 punti contro i 51,1 del mese di luglio e i 51,2 del consensus Bloomberg. Il Pmi non manifatturiero è invece salito a 55,2 punti contro i 54,2 della passata rilevazione (consensus Bloomberg a 54,2). Infine, il Pmi composto è stato pari a 54,5 contro i 54,1 della passata lettura.Meno confortante il dato relativo alle vendite al dettaglio del Giappone che, nel mese di luglio, è sceso del 3,3% su base mensile, facendo peggio del -2,5% atteso dal consensus e rallentando in modo significativo dopo il balzo del 13,1% riportato con la fine del lockdown da coronavirus a giugno. Su base annua, il trend è stato di una flessione del 2,8%, peggio del -1,7% stimato e del -1,3% precedente.Bene invece la produzione industriale del Giappone, che luglio è balzata su base mensile dell’8%, meglio del +5% atteso e rispetto al precedente rialzo dell’1,9% (dati preliminari). Su base annua, il dato rimane in forte calo, pari a -16,1%, lievemente meglio rispetto al -17,5% stimato e al precedente tonfo del 18,2%.

Giappone: vendite al dettaglio -3,3% m/m a luglio, in forte rallentamento e peggio delle attese

Nel mese di luglio le vendite al dettaglio del Giappone sono scese del 3,3% su base mensile, facendo peggio del -2,5% atteso dal consensus e rallentando in modo significativo dopo il balzo del 13,1% riportato con la fine del lockdown da coronavirus. Su base annua, il trend è stato di una flessione del 2,8%, peggio del -1,7% stimato e del -1,3% precedente.

Giappone, premier Shinzo Abe annuncia sue dimissioni: ‘mi scuso per lasciare in tempi di COVID’

I rumor erano più che fondati. Il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato le proprie dimissioni per motivi di salute, dovuti a una malattia infiammatoria intestinale, che già lo costrinse a dimettersi dalla premiership nel 2007. Abe tornò poi premier nel 2012, grazie alla vittoria registrata dal partito dei liberaldemocratici, di cui fa parte, nelle elezioni del 2012. Il suo attuale mandato sarebbe scaduto nel 2021.“Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni – ha detto Abe, in un discorso proferito in conferenza stampa – le mie condizioni di salute hanno iniziato a peggiorare verso la metà dello scorso mese. Ho così deciso di dimettermi, sia a causa della malattia che per sottopormi ai trattamenti medici”.“E’ stato molto duro prendere questa decisione – ha continuato il premier – ma non posso essere primo ministro se non sono in grado di dare il meglio. Mi scuso per dimettermi durante la crisi del coronavirus”.Nella sessione odierna la borsa di Tokyo non ha partecipato al miglioramento del sentiment dei mercati – comunque poco marcato -, succesivo all’annuncio della nuova strategia della Fed diramato ieri dal numero uno Jerome Powell, in occasione del via al Simposio di Jackson Hole.A frenare l’indice azionario giapponese sono stati proprio i rumor secondo cui il premier giapponese sarebbe stato prossimo a rassegnare le dimissioni, a causa di persistenti problemi di salute.L’indice Nikkei 225 è capitolato sulla scia delle indiscrezioni fino a -2,5%, per poi rimbalzare dell’1%, ridurre i guadagni salendo dello 0,40% circa, e tornare a cedere più dell’1%, per chiudere infine in ribasso dell’1,4% a 22.882,65 punti.Il premier Shinzo Abe soffre da anni, per la precisione, di colite ulcerosa.Abe ha rassicurato il Giappone affermando che rimarrà in carica come premier fino a quando il suo successore non sarà nominato.Il rapporto dollarto-yen continua a viaggiare ai minimi della sessione, attorno a quota JPY 106, non solo per le vendite che colpiscono il biglietto verde per la politica monetaria più accomodante decisa dalla Fed di Jerome Powell con il lancio dello strumento AIT (Average Inflation Targeting), ma anche perchè lo yen beneficia dell’avversione al rischio in Giappone, grazie alla sua natura di valuta rifugio.

Giappone: produzione industriale accelera m/m a luglio, rimane in forte calo su base annua

La produzione industriale del Giappone relativa al mese di luglio è balzata su base mensile dell’8%, meglio del +5% atteso e rispetto al precedente rialzo dell’1,9%. E’ quanto emerge dai dati preliminari. Su base annua, il dato rimane in forte calo, pari a -16,1%, lievemente meglio rispetto al -17,5% stimato e al precedente tonfo del 18,2%.

Cina: Pmi manifatturiero a 51 punti ad agosto, Pmi non manifatturiero sale a 55,2

La settimana riparte con le indicazioni macro in arrivo dalla Cina. E in particolar modo l’attività manifatturiera si è ampliata nel mese di agosto con la seconda economia mondiale che ha continuato a riprendersi dalla pandemia di coronavirus. Nel dettaglio il Pmi manifatturiero ha mostrato si è attestato ad agosto a 51 punti contro i 51,1 del mese di luglio e i 51,2 del consensus Bloomberg. Il Pmi non manifatturiero è invece salito a 55,2 punti contro i 54,2 della passata rilevazione (consensus Bloomberg a 54,2). Infine, il Pmi composto è stato pari a 54,5 contro i 54,1 della passata lettura.

Effetto Fed su azionario Asia, ma borsa Tokyo guarda ai problemi di casa con rumor dimissioni Abe

E’ ancora effetto Jerome Powell sull’azionario mondiale, nel Day After del grande annuncio, arrivato con il discorso di apertura del simposio di Jackson Hole, proferito dal numero uno della Federal Reserve.I principali listini azionari asiatici sono positivi, ad eccezione della borsa di Tokyo, che non ha partecipato al miglioramento del sentiment a causa di rumor secondo cui il premier giapponese sarebbe prossimo a rassegnare le dimissioni, a causa di persistenti problemi di salute. L’annuncio potrebbe arrivare anche nella giornata di oggi.L’indice Nikkei 225 è capitolato sulla scia dei rumor fino a -2,5%, per poi rimbalzare dell’1%, ridurre i guadagni salendo dello 0,40% circa, e tornare a cedere più dell’1%, per chiudere infine in ribasso dell’1,4% a 22.882,65 punti.Bene invece Shanghai, in rialzo di oltre +1%, Hong Kong ancora meglio con +1,7%, Seoul +0,37%, mentre in ribasso c’è anche Sidney, che scende dello 0,82%.Tornando alla Fed, Powell ha annunciato la politica dell’Average Inflation Targeting (AIT), ovvero del target di inflazione media, nello specifico, del 2%. Questo significa che la banca centrale Usa sarà disposta ad accettare per un periodo di tempo anche un’inflazione al di sopra del 2%, senza dover sentirsi costretta ad alzare subito i tassi sui fed funds Usa. Di conseguenza, i tassi di interesse Usa potrebbero rimanere inchiodati allo zero per un periodo più lungo di tempo.Wall Street ha visto lo S&P 500 chiudere al nuovo livello record: l’indice è salito di 5,86 punti (+0,17%), a 3.484,60. Nessun valore di chiusura record per il Nasdaq, sceso di39,725 points (-0.34%) a 11.625,33 punti, mentre il Dow Jones è salito di 160,22 punti (+0,57%), a 28.492,05, ancora in calo (-0,16%) dal valore con cui ha terminato il 2019, a 28.538. Il trend dell’azionario Usa, se rapportato all’importanza dell’annuncio, non è stato dunque del tutto positivo. Tuttavia i futures sul Dow Jones stanno avanzando in questo momento di più di 210 punti. Dall’inizio della settimana, lo S&P 500 è in rialzo del 2,5%, e si avvia a chiudere la settimana migliore dallo scorso 2 luglio e la quinta consecutiva in territorio positivo, per la prima volta nel 2020. Anche il Dow Jones e il Nasdaq hanno guadagnato più del 2% su base settimanale.Effetto Fed anche sul forex, con il dollaro che sconta la politica monetaria ancora più accomodante degli Stati Uniti, perdendo terreno nei confronti delle principali valute.Il rapporto eur-usd sale dello 0,44% a $1,1887, la sterlina avanza dello 0,50% a $1,3266, il rapporto usd-jpy scende dello 0,34% a JPY 106,192, dopo essere capitolato fino al minimo intraday di JPY 106,11, con gli acquisti sullo yen che si sono intensificati, sulla scia delle indiscrezioni sulle imminenti dimissioni del premier Abe. Da segnalare che la valuta giapponese è considerata tra i principali asset rifugio su cui gli investitori si posizionano nei casi di avversione al rischio. Sale sul dollaro Usa anche il dollaro australiano, che avanza dello 0,50% a $0,7293.

Movimenti violenti alla borsa di Tokyo, scende fino a -2,5% su voci dimissioni imminenti premier Shinzo Abe

Borsa di Tokyo sull’ottovolante e in preda a forti oscillazioni, con l’indice Nikkei 225 che capitola fino a -2,5%, per poi rimbalzare dell’1% e ridurre i guadagni salendo dello 0,40% circa.A scatenare i movimenti violenti dell’azionario giapponese sono alcune indiscrezioni stampa, secondo cui il premier Shinzo Abe sarebbe prossimo ad annunciare le proprie dimissioni per motivi di salute. L’annuncio potrebbe arrivare anche nella giornata di oggi.L’avversione al rischio premia lo yen. Ma sul dollaro, sotto pressione, c’è anche l’effetto Jerome Powell, presidente della Federal Reserve che ieri, in occasione dell’apertura dei lavori del Simposio di Jackson Hole, ha annunciato la svolta storica della banca centrale lanciando la politica dell’Average Inflation Targeting (AIT).Il dollaro-yen è capitolato da JPY 106,70 al minimo intraday di JPY 106,11.Si sa che lo scorso 24 agosto, secondo quanto riportato dall’Economist, Abe ha trascorso il pomeriggio presso l’ospedale Keio University Hospital di Tokyo per sottoporsi a esami medici.Lo stesso aveva fatto qualche giorno prima. Il premier, 65 anni, si sarebbe sottoposto ad accertamenti sul suo stato di salute anche a giugno. Le speculazioni sul rischio dimissioni sono state poi alimentate da alcune voci, secondo cui Shinzo Abe avrebbe vomitato sangue nel mese di luglio.Nelle ultime ore, è stata l’agenzia giapponese Kyodo News a riportare che Abe si dimetterà, citando una fonte vicina al partito dei liberaldemocratici.

Cina: profitti industriali +19,6%, tasso di crescita più alto dal 2018

Nel mese di luglio i profitti industriali della Cina sono saliti su base annua del 19,6%, rispetto al +11,5% di giugno. Il dato è cresciuto per il terzo mese consecutivo, confermando la ripresa del settore manifatturiero nel paese colpito, come il resto del mondo, dalla pandemia del coronavirus. Il tasso di crescita di luglio è stato inoltre il più forte dal giugno del 2018.

Prosegue la disputa sul Mar Cinese Meridianale. In blacklist 24 società cinesi

Dopo i missili lanciati dal Governo cinese nel Mare meridionale della Cina come avvertimento all’ingerenza USA, arriva la risposta americana.Come riporta Reuters, gli Stati Uniti hanno stilato una blacklist di 24 aziende cinesi e singoli individui ritenuti coinvolti in azioni militari e di costruzione nel Mar Cinese Meridionale, prima mossa contro Pechino in merito alla strategica via navigabile, al centro di una disputa tra i due paesi. Secondo il Dipartimento del commercio USA 24 aziende starebbero aiutando l’esercito cinese a costruire e militarizzare le isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale, condannate a livello internazionale.Il Dipartimento di Stato ha annunciato l’imposizione di restrizioni ai visti di individui cinesi responsabili o complici di simili azioni e di coloro legati a “l’uso di coercizione contro paesi interessati del Sud-est asiatico per inibire il loro accesso alle risorse offshore” da parte della Cina. Le imprese coinvolte includono Guangzhou Haige Communications Group , diverse aziende apparentemente collegate a China Communications Construction Co , insieme a Beijing Huanjia Telecommunication, Changzhou Guoguang Data Communications, China Electronics Technology Group Corp e China Shipbuilding Group.Gli Stati Uniti accusano la Cina di aver militarizzato il Mar Cinese Meridionale e di aver cercato di intimidire paesi limitrofi asiatici, interessati alle vaste riserve di gas e petrolio nella zona. Le navi da guerra statunitensi si sono inserite nell’area per rivendicare la libertà d’accesso alle vie d’acqua internazionali, alimentando i timori di uno scontro navale. Un portavoce per l’ambasciata cinese a Washington ha criticato le sanzioni statunitensi come “assolutamente irrazionali”, e ha intimato gli Stati Uniti a revocarle.

Borse Asia contrastate: trader sull’attenti, è il giorno di Jackson Hole. Uragano Laura approdato in Louisiana, occhio al petrolio

Borse asiatiche contrastate, con la cautela dei trader, che aspettano il discorso che il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell terrà oggi, in apertura dell’evento di Jackson Hole (che avverrà via webcast). La prudenza si spiega anche con i timori sulle conseguenze dell’uragano Laura, appena approdato nel sudest della Lousiana, vicino al Texas. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,35% a 23.208,86 punti. Borsa di Shanghai in rialzo dello 0,41%, Hong Kong -0,85%, Sidney +0,18%, Seoul -0,85%.L’arrivo di Laura, secondo le previsioni, potrebbe creare danni per 18 miliardi di dollari e interrompere l’attività delle principali raffinerie di petrolio nel Texas orientale e in Louisiana.Ieri i prezzi del Brent hanno chiuso in calo di 22 centesimi a $45,64 al barile, mentre quelli del West Texas Intermediate crude sono saliti di appena 4 centesimi a $43,39 al barile, comunque al record degli ultimi cinque mesi. Al momento i prezzi del WTI sono piatti, con una variazione pari a -0,07% a $43,36, mentre il Brent avanza dello 0,24% a $45,72 al barile.Il mancato rally per i timori sugli effetti che l’uragano avrà sull’offerta di petrolio si spiega con le preoccupazioni per il diffondersi della pandemia da coronavirus, che continua ad assediare il mondo.Tra le notizie macroecomiche di rilievo, il dato sui profitti industriali pubblicato in Cina, salito a luglio su base annua del 19,6%, rispetto al +11,5% di giugno. Il dato è cresciuto per il terzo mese consecutivo, confermando la ripresa del settore manifatturiero nel paese. Il tasso di crescita di luglio è stato inoltre il più forte dal giugno del 2018.Ancora problemi per la borsa della Nuova Zelanda, chiusa per il terzo giorno consecutivo a causa di un attacco cibernetico.Occhio anche alla decisione della banca centrale della Corea del Sud di lasciare invariati i tassi di interesse allo 0,50% e di tagliare in modo significativo le previsioni sulla crescita del Pil del paese, stimando ora una contrazione, nel 2020, dell’1,3%, decisamente più forte di quella pari a -0,2% prevista nel mese di maggio.Tornando all’evento clou di oggi, quello di Jackson Hole, secondo alcuni analisti il discorso che il presidente della Fed Jerome Powell terrà avrà “conseguenze profonde”, in quanto inaugurerà una nuova fase in cui cambierà il modo in cui la Fed vedrà l’inflazione.L’annuncio ipotizzato potrebbe dare il via a una nuova politica monetaria, attraverso l’introduzione, in via ufficiale, dell’Average Inflation Targeting; una politica che vedrebbe la Federal Reserve, invece di avere come obiettivo quello di portare l’inflazione, nel medio periodo, al tasso target del 2%, cercare di portare la media dell’inflazione di un determinato periodo al tasso target.Gli analisti di Bank of America sono tuttavia scettici sull’arrivo di un annuncio di tale portata. Secondo le loro simulazioni, se annunciasse il ricorso a questo strumento, la Federal Reserve dovrebbe scegliere anche “un periodo specifico di tempo in cui l’inflazione misurata dal PCE index dovesse, in media, essere pari al 2%, prima di iniziare il processo di normalizzazione della politica monetaria (alzando i tassi)”.E questo – si legge ancora nel report – sarebbe un problema, visto che dalle simulazioni condotte è emerso che “ciò potrebbe richiedere alla Fed di lasciare i tassi invariati…per ben 42 anni”.

Borse asiatiche contrastate, Tokyo +1,35%. In primo piano rally settore aereo su speranze cura COVID

Il mix nuovi record a Wall Street/prove di disgelo tra Usa e Cina ha fatto scattare al rialzo alcuni listini dell’azionario asiatico che, nel complesso, ha rilevato un trend contrastato.L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dell’1,35% a 23.296,77 punti. Shanghai negativa con -0,48%, Hong Kong -0,52%, Sidney +0,35%, Seoul +1,48%Ieri gli indici S&P e Nasdaq hanno chiuso a nuovi massimi storici, mentre il Dow Jones ha terminato la sessione a un livello inferiore di soli 50 punti rispetto al valore di chiusura del 2019.In particolare, lo S&P è avanzato di 34,15 punti (+1,01%), a 3,431.31, dopo essere salito nelle contrattazioni intraday fino a 3.432,09. Il Nasdaq ha chiuso in rialzo di 67,918 punti (+0,60%), a 11.379,72, dopo un massimo intraday a 11.462,05. Il Dow Jones è balzato di 378,13 punti (+1,35%), a 28.308,46 punti.A sostenere le borse asiatiche, oltre all’effetto Wall Street, è stata anche la notizia relativa alle prove di disgelo tra Stati Uniti e Cina, almeno sul fronte commerciale.Il vicepremier cinese Liu He ha sentito telefonicamente il rappresentante del commercio Usa Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin, per rendere operativo l’accordo commerciale sulla Fase 1 siglato tra i rispettivi paesi lo scorso 15 gennaio.“Le controparti hanno affrontato i passi che la Cina ha compiuto per apportare quelle modifiche strutturali, decise con l’accordo, che garantiranno una maggiore protezione dei diritti della proprietà intellettuale, che rimuoveranno gli ostacoli alle società americane nei settori dei servizi finanziari e dell’agricoltura, eliminando anche il trasferimento forzato di tecnologie”, si legge nel comunicato diramato dall’Office of the U.S. Trade Representative.Ancora, nel comunicato pubblicato congiuntamente dall’Ufficio di rappresentanza del commercio Usa e dal dipartimento del Tesoro, Usa si legge che “entrambe le controparti hanno rilevato la presenza di progressi e si impegnano ad adottare le misure necessarie per garantire il successo dell’accordo commerciale. Le parti hanno discusso un significativo aumento degli acquisti di prodotti americani ma anche gli interventi necessari, in futuro, per rendere esecutivo l’accordo”.Più scarno il comunicato di Pechino:“Le due controparti hanno tenuto un dialogo su alcune questioni, come quella relativa al rafforzamento del coordinamento bilaterale delle politiche macroeconomiche e alla realizzazione dell’accordo commerciale ed economico della Fase 1 tra Cina e Usa”, si legge nella versione del comunicato in lingua inglese pubblicata dal Ministero del Commercio cinese.La speranza sulla possibilità di battere il coronavirus con un vaccino e di curare i malati di COVID-19 con terapie come quella del trattamento al plasma – appena approvata in Usa dall’FDA – ha alimentato i buy soprattutto sui titoli del settore aereo.A Hong Kong, China Eastern Airlines è balzata di oltre +4,5% e China Southern Airlines ha fatto +5,45%.Alla borsa di Tokyo ANA Holdings è volata di oltre +7, mentre a Singapore, Singapore Airlines è salita di oltre +4%. Il settore ha beneficiato dei solidi rialzi che hanno interessato alla vigilia le compagnie aeree americane.Brutte notizie dal fronte macro dell’Australia: nel mese terminato lo scorso 8 agosto, l’occupazione australiana è scesa dell’1%, rivelando prospettive particolarmente fosche soprattutto per lo stato di Victoria, alle prese con una nuova ondata di casi di coronavirus.Pessime le previsioni delle autorità governative, secondo cui il tasso di disoccupazione dell’intero paese balzerà al di sopra del 13% entro la fine di settembre, dal record in 22 anni, pari al 7,5%, testato a luglio.In particolare, dall’Ufficio di statistica nazionale dell’Australia è emerso che lo stato di Victoria ha sofferto nel periodo preso in considerazione un calo dei posti di lavoro pari a -2,8%.

Prove di disgelo Usa-Cina: telefonata Hu-Lighthizer-Mnuchin su accordo commerciale Fase 1

Il vicepremier cinese Liu He ha sentito telefonicamente il rappresentante del commercio Usa Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin, per rendere operativo l’accordo commerciale sulla Fase 1 siglato tra i rispettivi paesi lo scorso 15 gennaio. E’ quanto emerge dai comunicati diramati dalle autorità governative di Stati Uniti e Cina.“Le controparti hanno affrontato i passi che la Cina ha compiuto per apportare quelle modifiche strutturali, decise con l’accordo, che garantiranno una maggiore protezione dei diritti della proprietà intellettuale, che rimuoveranno gli ostacoli alle società americane nei settori dei servizi finanziari e dell’agricoltura, eliminando anche il trasferimento forzato di tecnologie”, si legge nel comunicato diramato dall’ Office of the U.S. Trade Representative.Ancora, nel comunicato pubblicato congiuntamente dall’Ufficio di rappresentanza del commercio Usa e dal dipartimento del Tesoro Usa si legge che “entrambe le controparti hanno rilevato la presenza di progressi e si impegnano ad adottarele misure necessarie per garantire il successo dell’accordo commerciale. Le parti hanno discusso un significativo aumento degli acquisti di prodotti americani ma anche gli interventi necessari, in futuro, per rendere esecutivo l’accordo”.

Azionario Cina: ChiNext sotto i riflettori, con 18 Ipo e nuove regole trading

Azionario cinese sotto osservazione: a fronte della debolezza dello Shanghai composite, che mette a segno un lieve rialzo, il ChiNext – noto come il Nasdaq cinese – balza del 2,5% circa, beneficiando dell’entrata in vigore, nella sessione odierna, delle nuove regole di trading.La nuova disciplina permette alle azioni scambiate sul ChiNext di salire e scendere del 20% circa, rispetto alla precedente variazione consentita, sia al rialzo che al ribasso, pari al 10%.Le nuove riforme sono state ‘inaugurate’ con l’Ipo di ben 18 società tecnologiche.Reuters commenta la notizia parlando di riforma storica del listino, visto che la nuova regolamentazione implica anche un notevole allentamento delle restrizioni sul trading, precedentemente imposte.

Tokyo chiude positiva, inflazione core a zero in Giappone anche a luglio

Finale di ottava in rialzo per il Nikkei (+0,34%) che riavvicina quota 23 mila punti. La Borsa di Tokyo si accoda all’umore positivo di Wall Street, ancora una volta trascinata dai titoli tecnologici e che non ha risentito dei deludenti dati macro (richieste sussidi di disoccupazione salite oltre le attese). La settimana del Nikkei si chiude comunque con un saldo negativo di oltre l’1%.Intanto l’indicatore dell’inflazione core del Giappone è rimasto a zero per il secondo mese consecutivo, confermando che lo slancio dei prezzi potrebbe faticare a riprendersi dopo che il coronavirus ha innescato la più forte contrazione economica di sempre. I prezzi al consumo esclusi gli alimenti freschi sono rimasti invariati a luglio rispetto al +0,1% delle stime di consensus.

Le vendite di case salgono in Cina: segnale positivo, ma rischio bolla dietro l’angolo

Mercato immobiliare in miglioramento nell’economia che è stata epicentro del Coronavirus. Crescono le vendite di case, ma anche il rischio bolla.

Wuhan è stata la regione da cui si è diffuso il Covid-19, provocando un’emergenza sanitaria ed economica subito dopo nel resto del mondo. La Cina è al centro di forti tensioni diplomatiche, commerciali e finanziarie, a seguito di alcune decisioni assunte dalla Casa Bianca per reagire a presunti abusi di Pechino sul piano delle regole internazionali, oltre che per la questione spinosa di Hong Kong. In un certo senso, dati i recenti avvenimenti, ciò che accade qui viene considerato un po’ il futuro a breve che ci aspetterebbe anche in Europa. Ne abbiamo discusso con Gianmaria Panini, a capo di ELVinvest, società con sede a Ginevra e che si occupa di investimenti immobiliare all’estero.Prendendo spunto da recenti report di società finanziarie di livello mondiale, il fondatore ci snocciola qualche dato per segnalarci come il mercato immobiliare cinese si stia riprendendo già dalla crisi. A maggio, le vendite di superfici sono aumentate del 9,7% annuale, un dato che si confronta con il -2,1% di aprile. Certo, resta il fatto che gli investimenti siano diminuiti dello 0,3% nei primi 5 mesi dell’anno, ma dato il patatrac mondiale nel frattempo verificatosi, sembrano persino cifre incoraggianti.E i prezzi degli immobili confermerebbero il trend positivo: nelle prime 70 città cinesi, +0,6% a giugno, che arriva dopo il +0,5% di maggio. In 61 di queste città si registra una tendenza rialzista costante. Si compravende di più e i prezzi salgono, insomma. Non è ancora il momento di tirare un sospiro di sollievo, non certo per il comparto commerciale, quello che è risultato ovunque il più colpito dai “lockdown”. Basti pensare alle dichiarazioni allarmate del sindaco di Londra, Sadiq Khan, secondo cui molte attività nella città rischiano di chiudere con la diffusione dello “smart working”.

Rischio bolla immobiliare cinese

E c’è un rischio assai concreto in agguato, di cui suona l’allarme Deutsche Bank: la bolla immobiliare. In pratica, tra potenti stimoli fiscali e monetari, si sono create le condizioni per far decollare il credito in Cina, con effetti d’impatto positivi per l’economia, ma nel medio-lungo termine pericolosi. I prestiti a buon mercato e più cospicui spronano le famiglie a comprare, i prezzi salgono, i costruttori investono e tutto ciò porterà a una spirale rialzista dei valori immobiliari, che generalmente finisce sempre male, ossia con lo scoppio della bolla e le pesanti esposizioni del sistema bancario verso i debiti di famiglie e costruttori.Tra questi, le realtà più grosse stanno uscendo dalla crisi meglio di come vi erano entrate, avendo acquisito maggiori quote di mercato, liberate dalla chiusura delle attività minori e meno resistenti alle fasi avverse. E poiché il comparto immobiliare incide particolarmente sulle emissioni obbligazionarie “high yield” cinesi, le quali a loro volta pesano per circa la metà di quelle asiatiche, ci si aspetta un rinvigorimento dei contratti ad alto rischio o anche detti “spazzatura”, data l’attesa maggiore necessità delle società di finanziarsi sul mercato per accrescere gli investimenti.Tutto bene, se non fosse che le fondamenta dell’economia cinese si mostrino meno solide di quanto pensiamo. Trattandosi di una potenza esportatrice, Pechino risentirà sia della cattiva congiuntura internazionale, sia della tendenziale chiusura delle frontiere commerciali con la Cina da parte di USA ed Europa. E non sarà né facile e né immediato mutare il driver della crescita, puntando sulla domanda interna. Il rallentamento, già in corso prima del Covid, potrebbe accentuarsi, mandando in rovina chi, come i costruttori immobiliari, stanno scommettendo sul futuro come se la crisi fosse alle spalle.

Borse Asia giù dopo Fed prudente, Seoul cade a -3,5% dopo balzo contagi

Giovedì debole sui mercati asiatici in scia alla view economica prudente della Federal Reserve americana, che si aggiunge alle tensioni Usa-Cina e ai nuovi cluster di infezioni da Covid-19. L’Indice Nikkei a Tokyo a così chiuso a oltre -1%, peggio la Cina con l’Hang Seng che segna -2% circa a causa delle minori aspettative di un ulteriore allentamento monetario dopo che giovedì la Banca popolare cinese ha mantenuto invariato un tasso di prestito di riferimento.
Protagonista in negativo oggi è la Borsa di Seoul. L’indice Kospi segna -3,53% con le azioni sudcoreane che segnano il più grande calo giornaliero dal 15 giugno complice il picco di casi di coronavirus a Seoul.Ieri sera le minute della Fed hanno evidenziato una certa preoccupazione per lo stato dell’economia. “Il previsto tasso di ripresa del PIL reale e il ritmo di diminuzione del tasso di disoccupazione, nella seconda metà di quest’anno sono stati dovrebbe essere un po ‘meno robusto rispetto alla previsione precedente”, si legge nei verbali che indicano inflazione ancora persistentemente bassa.

Borsa Tokyo chiude in leggero rialzo, sotto lente bilancia commerciale

La Borsa di Tokyo strappa un segno positivo in chiusura. L’indice NIkkei ha terminato la giornata di scambi con un rialzo dello 0,26% a 23.110,61 punti. Sotto la lente la bilancia commerciale di luglio, con le esportazioni che sono scese del 19,2% su base annua rispetto al -26,2% della passata rilevazione, meglio delle attese pari a -20,9%. Le importazioni hanno accusato una contrazione annua del 22,3% dal precedente -14,4% e contro il -23% atteso.Il risultato è stato di un surplus commerciale di 11,1 miliardi di yen rispetto al deficit di 268,8 miliardi di yen della passata rilevazione (dato rivisto da 269,3 miliardi), superiore al deficit da 86,5 miliardi indicato dal consensus Bloomberg.

Giappone: esportazioni e importazioni ancora in forte calo a luglio, ma sopra attese

Sotto la lente bilancia commerciale del Giappone. Nel mese di luglio, le esportazioni sono scese del 19,2% su base annua rispetto al calo del 26,2% della passata rilevazione, meglio delle attese pari a -20,9%. Le importazioni hanno accusato una contrazione annua del 22,3% dal precedente -14,4% e contro il -23% atteso.Il risultato è stato di un surplus commerciale di 11,1 miliardi di yen rispetto al deficit di 268,8 miliardi di yen della passata rilevazione (dato rivisto da 269,3 miliardi), superiore al deficit da 86,5 miliardi indicato dal consensus Bloomberg.

Giappone: esportazioni e importazioni ancora in forte calo a luglio, ma sopra attese

Sotto la lente bilancia commerciale del Giappone. Nel mese di luglio, le esportazioni sono scese del 19,2% su base annua rispetto al 26,2% della passata rilevazione, meglio delle attese pari a -20,9%. Le importazioni hanno accusato una contrazione annua del 22,3% dal precedente -14,4% e contro il -23% atteso.Il risultato è stato di un surplus commerciale di 11,1 miliardi di yen rispetto al deficit di 268,8 miliardi di yen della passata rilevazione (dato rivisto da 269,3 miliardi), superiore al deficit da 86,5 miliardi indicato dal consensus Bloomberg.

Giappone: produzione rimbalza a giugno dell’1,9% dopo crollo, ma sotto le aspettative

In Giappone la produzione industriale ha segnato a giugno un rialzo dell’1,9% rispetto al mese precedente, rimbalzando dopo tre mesi consecutivi di cali: -8,9% di maggio, -9,8% di aprile e -3,7% di marzo. Si tratta della lettura finale che risulta essere inferiore alla stima preliminare in cui si era rilevato un aumento superiore e pari a un +2,7%

Giappone: Pil II trimestre crolla del 27,8% su base annualizzata, più del previsto

L’economia del Giappone ha evidenziato una contrazione senza precedenti nel secondo trimestre dell’anno. Il Prodotto interno lordo (Pil) della terza maggiore economia mondiale ha registrato nel periodo aprile-giugno una flessione annualizzata del 27,8% rispetto ai tre mesi prima, facendo peggio del previsto. Gli analisti avevano stimato una caduta del 26,9%. Nei primi tre mesi del 2020 il Pil della Giappone era sceso del 2,5% su base annualizzata (dato rivisto dal precedente -2,2%). Ora, dopo tre trimestri consecutivi di contrazione l’economia nipponica è tornata ai livelli del 2011, dopo lo tsunami e il disastro nucleare.

Wall Street verso un avvio incerto, si attendono novità da piano di stimolo e da colloqui Usa-Cina

Wall Street dovrebbe avviare quest’ultima seduta della settimana di Ferragosto incerta, con i futures sugli indici statunitensi che si muovono in ordine sparso intorno alla parità a circa due ore dalla partenza: il contratto sul Dow Jones cede lo 0,45%, quello sull’S&P500 scivola dello 0,24% mentre il future sul Nasdaq segna un +0,09%.Cresce l’attesa per la videoconferenza Usa-Cina prevista per domani per discutere sullo stato dell’accordo commerciale di Fase 1. Aleggia poi una certa cautela anche di fronte allo stallo delle trattative al Congresso Usa sul piano di stimolo per fronteggiare la crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. Nei giorni scorsi la speaker della Camera, Nancy Pelosi ha escluso la prospettiva di un qualsiasi accordo nei prossimi giorni.Sull’umore degli investitori pesano anche gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale giunti dalla Cina per il mese di luglio che continuano a indicare una debole ripresa nella regione. In particolare, a luglio la produzione industriale ha mostrato una crescita annua del 4,8% che ha però deluso le attese degli analisti pari a +1,1%, e anche le vendite al dettaglio non hanno centrato le attese e hanno registrato un -1,1% su base annua.Dagli Stati Uniti oggi giungeranno la produzione industriale, le vendite al dettaglio e la fiducia consumatori calcolata dall’Università del Michigan.

Borsa Tokyo, chiusura piatta per il Nikkei

Finale d’ottava poco mosso per la Borsa giapponese. A Tokyo, l’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni piatto a quota 23.289,36 punti (+0,17%)

Borsa di Tokyo chiude in deciso rialzo dopo rally Wall Street

La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta odierna in deciso rialzo, incoraggiata dal rally di Wall Street. L’indice Nikkei ha terminato con un progresso dell’1,78% a 23.249,61 punti. Tra i titoli, gli acquisti si sono concentrati sui produttori di chip dopo i forti guadagni dei titoli tecnologici a New York. La maggior parte dei listini dell’area Asia-Pacifico si sono mossi in territorio positivo, ad eccezione di Hong Kong che segna un ribasso dello 0,24%, e di Sydney che ha chiuso in calo dello 0,66%.

Borsa di Tokyo chiude in rialzo, azionario asiatico misto dopo ribassi Wall Street

La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta di oggi con segno più, nonostante la debolezza di Wall Street ieri sera che ha pesato sul resto dell’azionario asiatico che si è mosso in ordine sparso. L’indice Nikkei ha terminato con un progresso dello 0,41% a 22.843 punti. Intanto Shanghai segna un -0,88%, mentre Sydney chiude con un -0,11%. Gli investitori si muovono incerti di fronte alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, in vista dei colloqui di metà agosto, e in attesa dell’accordo al Congresso Usa per un nuovo piano di stimolo, mentre continuano ad aumentare i contagi di coronavirus, anche se aumentano le speranze di un vaccino contro il Covid.

Borsa Tokyo chiude in rialzo: +1,88% per il Nikkei

La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta odierna con un rialzo di quasi il 2 per cento. A Tokyo, l’indice Nikkei ha segnato un incremento dell’1,88% a 22.750,24 punti, dopo la corsa di Wall Street che ha visto l’indice S&P 500 vicino a toccare nuovi record. Ieri la Piazza finanziaria giapponese era resta chiusa per festività.

Wall Street in calo nonostante i buoni dati sul lavoro, prevalgono i timori per tensioni Usa-Cina

Wall Street negativa nell’ultima seduta della settimana. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Dow Jones segna un ribasso dello 0,28%, l’S&P500 scivola dello 0,26% e il Nasdaq cede lo 0,27%. Dal fronte macro sono giunte buone indicazioni riguardo il mercato del lavoro americano. A luglio il tasso di disoccupazione è sceso più del previsto al 10,2%, i salari sono tornati a salire dopo due mesi consecutivi di calo e sono stati creati 1,8 milioni di posti di lavoro, più del previsto. Ma sui mercati prevalgono i timori per le rinnovate tensioni tra Stati Uniti e Cina sul piano tecnologico, dopo che il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impedisce transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok. Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni. Nel frattempo, ennesima fumata nera al Congresso riguardo alle contrattazioni sul nuovo piano di stimolo.

Borsa Tokyo -0,39%. Hong Kong -1,7% paga rabbia Trump: raffica di sell su Tencent e titoli hi-tech.

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in ribasso dello 0,39% a 22.329,94 punti. Lo Shanghai Composite cede lo 0,70%; Hong Kong fa -1,74%, Sidney -0,62%.L’azionario globale continua a pagare le tensioni tra Usa e Cina, intensificate nelle ultime ore dalla decisione del presidente americano Donald Trump di firmare ordini esecutivi che impediscono transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok.Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni.Immediata la reazione del titolo Tencent, che ha segnato un tonfo alla borsa di Hong Kong fino -7% per poi ridurre le perdite a -4% circa.A soffrire, in generale, il sottoindice tecnologico della borsa di Hong Kong, ovvero l’Hang Seng Tech index – che include le 30 principali società hi-tech scambiate a Hong Kong – in calo di oltre -3%.Sell anche sull’indice conosciuto anche come il Nasdaq cinese, ovvero Chinext, scivolato di oltre -2,8%. D’altronde, le vendite non hanno risparmiato altri grandi titani cinesi, come Semiconductor Manufacturing International Corporation, che a Hong Kong è capitolata di oltre -8%; giù anche le quotazioni del produttore di smartphone cinese Xiaomi (-3,77%) e della società di infrastrutture per tlc ZTE (-3,6%). Anche Alibaba non è stata risparmiata dalle vendite, cedendo a Hong Kong il 3,77%.Tra le borse asiatiche positive, una eccezione è stata la borsa di Seoul, in rialzo dello 0,37%. Spicca il balzo di Korean Airlines, scattata di oltre il 7% dopo che la compagnia aerea, a dispetto delle pesanti ripercussioni che la pandemia da coronavirus ha avuto sull’intero settore globale, è riuscita a riportare nel secondo trimestre un utile netto, beneficiando del forte traffico di merci.A Tokyo, riflettori puntati su Nintendo, salita di oltre +4% dopo che la società di videogiochi ha riportato alla vigilia un balzo dei profitti di ben +428%, grazie al boom dei suoi prodotti durante la fase di lockdown, resa necessaria per frenare i contagi COVID-19.Tutto il mondo attende oggi la pubblicazione del report occupazionale di luglio che, secondo gli analisti di Dow Jones, dovrebbe indicare un aumento dei posti di lavoro di 1,48 milioni, in forte ribasso rispetto alla crescita di 4,8 milioni di nuovi posti di lavoro del mese di giugno.L’euro oggi ritraccia dello 0,27%, rimanendo comunque al di sopra degli $1,18, a $1,1844; lo US Dollar continua a oscillare tuttavia al minimo degli ultimi due anni, pagando tra le altre cose il continuo calo dei rendimenti dei Treasuries: quelli a 10 anni sono scesi fino allo 0,5198%, mentre quelli a 30 anni all’1,1776%.L’oro vola a nuovi record, superando anche la soglia di $2.070, con i futures sul metallo prezioso scambiati sul Comex balzati nelle ultime ore fino a $2.078,70 e il contratto spot volato fino a $2.072,50, in crescita dall’inizio della settimana del 4,7%.Dal fronte macro asiatico, focus sulla bilancia commerciale cinese.Nel mese di luglio, le esportazioni della Cina denominate in dollari sono salite del 7,2% su base annua, molto meglio della flessione dello 0,2% attesa dagli economisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono scese invece dell’1,4%, su base annua, rispetto alla crescita +1% stimata.Il risultato è stato un surplus commerciale salito a $62,33 miliardi, molto meglio dei $42 miliardi attesi, e in miglioramento rispetto ai $46,42 miliardi di giugno.Nonostante la pandemia del coronavirus abbia affossato la domanda globale, le esportazioni cinesi hanno beneficiato della richiesta di attrezzature e dispositivi medici, che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno, proseguendo anche a luglio.Il dato sulla bilancia commerciale è stato diffuso dalle autorità doganali del paese.In Giappone reso noto il dato relativo alle spese delle famiglie giapponesi, che a giugno sono scese dell’1,2% su base annua, molto meglio del tonfo del 7,8% atteso dal consensus.Su base mensile, il dato ha segnato un rialzo del 13%, battendo l’outlook di una crescita pari a +7,5%. Il balzo si spiega con gli acquisti che le famiglie del Giappone sono tornati a fare con la riapertura dell’economia post COVID-19.

Trump mette al bando transazioni WeChat e TikTok in Usa, Tencent scivola -7% a Hong Kong

Donald Trump ha firmato alcuni ordini esecutivi che impediscono transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok.Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni. Il titolo Tencent segna un tonfo alla borsa di Hong Kong pari a -7%.

Mercati di fronte a nuove tensioni Usa-Cina e in attesa dei dati Usa: cautela in avvio

Dai nuovi dati sul mercato del lavoro americano alle nuove tensioni Usa¬Cina, oltre ai dati sulla bilancia commerciale cinese. L’ultima seduta della settimana si preannuncia densa di spunti. Per quanto riguarda il mondo tech, il presidente Donald Trump ha firmato alcuni ordini esecutivi che impediscono transazioni americane con le società tecnologiche cinesi Tencent e Bytedance, a cui fanno capo rispettivamente l’APP di messaggistica WeChat e l’APP di condivisione video TikTok. Il divieto diventerà operativo tra 45 giorni. Intanto, lato macro, a luglio le esportazioni della Cina denominate in dollari sono salite del 7,2% su base annua, molto meglio della flessione dello 0,2% attesa dagli economisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono scese invece dell’1,4%, su base annua, rispetto alla crescita +1% stimata.E infine c’è grande attesa per il nuovo aggiornamento mensile sui dati occupazionali americani. Il dipartimento del lavoro pubblicherà a partire dalle 14:30 il tasso di disoccupazione, le nonfarm payrolls e il salario medio orario. Dati che arrivano mentre si attendono ancora le decisioni del Congresso sul nuovo piano di stimoli. In questo scenario incerto si prevede un avvio cauto dei listini europei.

Cina: migliora a luglio surplus commerciale, continua richiesta di dispositivi medici

Nel mese di luglio, le esportazioni della Cina denominate in dollari sono salite del 7,2% su base annua, molto meglio della flessione dello 0,2% attesa dagli economisti intervistati da Reuters. Le importazioni sono scese invece dell’1,4%, su base annua, rispetto alla crescita +1% stimata.Il risultato è stato un surplus commerciale salito a $62,33 miliardi, molto meglio dei $42 miliardi attesi, e in miglioramento rispetto ai $46,42 miliardi di giugno.Nonostante la pandemia del coronavirus abbia affossato la domanda globale, le esportazioni cinesi hanno beneficiato della richiesta di attrezzature e dispositivi medici, che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno, proseguendo anche a luglio.Il dato sulla bilancia commerciale è stato diffuso dalle autorità doganali del paese.

Giappone: spese famiglie +13% m/m a giugno, molto meglio delle attese

Nel mese di giugno, le spese delle famiglie giapponesi sono scese dell’1,2% su base annua, molto meglio del tonfo del 7,8% atteso dal consensus. Su base mensile, il dato ha segnato un rialzo del 13%, battendo l’outlook di una crescita pari a +7,5%. Il balzo si spiega con gli acquisti che le famiglie del Giappone sono tornati a fare con la riapertura dell’economia post COVID-19.

Covid: 18,8 milioni di casi nel mondo. Fauci, pandemia sotto controllo a fine 2021

Nel mondo il numero di casi confermati di coronavirus è salito a 18,8 milioni, secondo i dati aggregati dalla Johns Hopkins University, e il bilancio delle vittime è salito a 708.036. Negli Stati Uniti il conteggio dei casi è salito a 4,8 milioni. Il Brasile è secondo con 2,9 milioni di casi e 97.256 morti. L’India è al terzo posto per casi a 1,9 milioni. In un’intervista a Reuters, l’infettivologo Anthony Fauci, ha affermato che la pandemia da Covid-19 dovrebbe essere sotto controllo solo alla fine del 2021.

FASE UNO: pronti alla guerra commerciale USA contro CINA?

Avrete avuto modo ieri di vedere il post sulle aspettative di crescita economica redatte dal Conference Board E avrete notato che anche nel paese più forte, a livello di azionario, le aziende non sono poi così ottimistiche. Solo l’11% degli intervistati pensano ad una vera ripresa a V. Il 74% invece, sono decisamente più pessimisti. Scenario a U o a L.Ricordate cosa abbiamo detto molto tempo fa? Maggio 2020. Sposavo lo scenario “Swoosh”, che idealmente è la media tra la U e la L. E forse non mi sbagliavo. Magra soddisfazione perché questa è teoria e di certo avrà effetti nel medio lungo (e comporterà nuovi interventi pubblici a sostegno). Ma i mercati, come noto, vivono di altre dinamiche.Intanto però bisogna cercare di alimentare la ripresa in qualche modo. Negli USA Trump come è noto, fa “All In” sulla ripartenza economica, a novembre ci sono le elezioni. E allora vai con il valzer della propaganda elettorale per essere rieletto.Intanto sono sicuro al 101% che prima delle elezioni, Trump annuncerà al mondo intero che grazie a lui ora esiste un VACCINO per il Covid-19 che tutti potranno sfruttare (cosa che non sarà vera ma cosa importa?). Ovviamente si tornerà a parlare di FED non sufficientemente proattiva, di nuovi sostegni ai disoccupati, nuovo deficit e anche nuove prese di posizioni VIOLENTE (a livello commerciale) contro la Cina.
Ma la “mission” sembra veramente impossibile, tanto che come è noto, Trump se n’è uscito con l’ipotesi di rinviare le elezioni.

(…) Con la scusa del Covid-19, Trump ha avanzato l’idea di far slittare l’evento politico dell’anno: le elezioni presidenziali statunitensi, in programma a novembre. Una ipotesi sorprendente e senza precedenti lanciata dall’attuale Presidente, Donald Trump, che per paura di brogli, ha affermato: “Con un voto postale universale, quella del 2020 sarà l’elezione più inesatta e fraudolenta nella storia. Sarebbe un grave imbarazzo per gli Usa. Rinviare l’Elezione finché le persone non potranno votare per bene, in sicurezza?”. (…)

Vecchio volpone, ovviamente non è così semplice spostare le elezioni. E oltre alle elezioni, come detto, si tornerà sicuramente a tuonare contro la Cina.

(…) Si deve parlare di riedizione della Guerra Fredda per la crisi tra Cina e Stati Uniti? Ci sono politologi ottimisti convinti che le due superpotenze non abbiano a disposizione coalizioni di Paesi amici per replicare lo scontro tra blocchi Est-Ovest. Mike Pompeo però ora parla di scontro tra ideologie, accusando Xi Jinping di essere «un vero credente del marxismo leninismo» e di «perseguire l’egemonia della Cina». Il dizionario della sfida è lungo e i termini e le cause si accavallano. (…)

Al momento solo parole ma il rischio di ritrovarsi con il ritorno ai dazi non è così remoto. Il che avverrebbe nel nome del “Made in USA”, cercando quindi di incentivare al massimo il “rientro” delle aziende che producono fuori dagli USA (un grosso aiuto per l’occupazione) e criminalizzando il “Made in China”.Dal punto di vista propagandistico ci può anche stare, ma dal punto di vista economico potrebbe essere un grande problema. Anche perché è ovvio, Pechino non starà a guardare.

FED of NY: impatto del fallimento della “Fase Uno”

Un recente studio della FED of NY,  ha provato a ragionare sull’impatto della guerra commerciale USA-Cina sulle finanze di Washington. Ricordate l’accordo fase UNO di gennaio? Un grande accordo tra USA e Cina dove Pechino si è impegnata in un massiccio aumento degli acquisti di beni e servizi statunitensi, con obiettivi fissati per vari tipi di prodotti. Una vera e propria tabella di marcia a sostegno dell’economia USA. Peccato che al momento del patto, l’economia statunitense funzionava quasi a pieno regime e la stessa Cina consumava molto più di quanto faccia ora.L’ambiente è ora decisamente diverso, con l’economia americana che opera molto al di sotto del potenziale. E allo stesso tempo è improbabile che si raggiunga il volume di transazioni promesso dalla Cina.
Prendendo come riferimento il 2017, entro il 2021, gli acquisti totali di beni statunitensi da parte della Cina sarebbero dovuti aumentati del 75%. Viceversa gli acquisti cinesi di beni e servizi statunitensi sarebbero aumentati del 45% dal 2017.

Dal punto di vista USA, quindi, la situazione sarebbe dovuta essere così, con questi target, ma il grafico qui sotto è impietoso che ci fa capire che tali target saranno irraggiungibili causa Covid-19.

In tutto il mondo aumenta il tasso di risparmio e scendono i consumi, troppa è l’incertezza e la disoccupazione continua ad essere un problema attuale. Un quadro pessimo per spingere sull’accelleratore dell’economia. Ricordate questo grafico?

Dove sta quindi il problema? Che l’accordo della “Fase Uno” difficilmente riuscirà ad essere soddisfatto e questo è un grave problema per Trump che ovviamente userà la cosa a fini propagandistici. Ma mettere ulteriori dazi, quali effetti avrà sull’indebolita economia USA? Occhio perché l’ “effetto Boomerang” è dietro l’angolo, ed un ulteriore frenata delle transazioni economiche con la Cina potrebbero significare un ulteriore peggioramento delle condizioni economiche degli USA. Se sarà guerra commerciale (voluta da Trump), occhio che i vincitori potrebbero non essere gli americani, anche perchè, associata con la guerra commerciale, potremmo ritrovarci con la guerra valutaria.

Giappone: Pmi servizi e Composite rimangono in fase di contrazione a luglio

Nel mese di luglio, l’indice Pmi dei servizi del Giappone stilato da Jibun Bank-Markit si è confermato in fase di contrazione, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori, appunto, al di sotto). Il dato ha recuperato comunque terreno, salendo dai 45 di giugno a 45,4 punti. Il Pmi Composite è migliorato a 44,9 punti, dai precedenti 40,8 punti.Markit ha commentato i dati, rendendo noto che “le aziende interpellate dai sondaggi sono ottimiste riguardo all’outlook dei propri affari al record dallo scorso febbraio. Tuttavia, le previsioni di crescita dei prossimi 12 mesi si sono confermate legate al grado di successo con cui si riuscirà a sopprimere il coronavirus, sia in Giappone che all’estero”.

Cina: Pmi servizi rallenta a luglio, ben al di sotto delle stime

Nel mese di luglio, l’indice Pmi dei servizi della Cina stilato da Caixin-Markit ha rallentato il passo, scendendo a 54,3 punti, rispetto ai precedenti 58,4 punti. Il dato ha deluso le attese, visto che gli analisti avevano previsto un valore a 58 punti. Il Pmi Composite si è attestato a 54,5 punti, anch’esso in flessione rispetto a giugno, quando era stato pari a 55,7 punti.

TikTok, Trump: Microsoft acquisti tutto il social. E gran parte dei soldi vada nelle casse del Tesoro Usa’

Donald Trump dà la sua benedizione all’accordo Microsoft-TikTok, proponendo tuttavia di cambiarne i termini. E chiedendo anche che parte della somma vada a finire nelle tasche della sua amministrazione. Il tutto, nell’ambito di un’intesa che al colosso software americano finirebbe per costare più di quanto previsto.
Vale la pena ricordare che, a seguito delle accuse e delle minacce di Trump che sarebbe pronto a mettere al bando il social cinese tra i più amati dai giovani – e dopo una conversazione tra l’AD del gruppo americano e il presidente, è stata la stessa Microsoft a rendere noto che le trattative sarebbero continuate, e che il deal si sarebbe concluso entro la data del 15 settembre.Microsoft tuttavia non ha mai detto di essere interessata ad acquistare la regina cinese dei social, di proprietà di ByteDance, in toto, ma ‘solo’ le sue attività negli Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda.In un discorso proferito nella giornata di ieri, invece, Trump – che ultimamente sta parlando sia come se fosse un medico in versione Dr. Trump, sia evidentemente come fosse lui il numero uno di Microsoft, e non il ceo Satya Nardella  – ha chiarito i SUOI termini dell’accordo: intanto, a suo avviso, sarebbe meglio se il gigante fondato da Bill Gates acquistasse del tutto TikTok.In più, parte dei soldi per pagare TikTok dovrebbe andare al dipartimento del Tesoro, visto il placet dato al deal.
Gli Stati Uniti – ha detto il presidente americano – dovrebbero essere rimborsati o ricevere un ammontare significativo di soldi. Testuali parole: “Gli Stati Uniti dovrebbero ricevere una percentuale molto consistente di quel prezzo, perchè saremmo noi a rendere l’intesa possibile”.
Da segnalare che l’ultima grande acquisizione di Microsoft è avvenuta nel 2016, e ha avuto per oggetto il social LinkedIn, per un valore di $27 miliardi.
Reuters ha riportato che gli azionisti di ByteDance, la società cinese che ha il controllo di TikTok, valutano il social 50 miliardi di dollari circa.

Borsa Tokyo +1,70%, Sidney fa meglio dopo annuncio RBA. Focus sempre sull’oro

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,70% a 22.573,66 punti. Sidney tra le migliori, con un progresso del 2%; lo Shanghai Composite sale di mezzo punto percentuale circa, Hong Kong +1,80%, Seoul +1,14%.Il sentiment positivo dell’azionario dell’area Asia Pacifico è stato sostenuto, tra le altre cose, dalla decisione della RBA di lasciare i tassi invariati allo 0,25% e di mantenere fermo allo 0,25% anche il target sui rendimenti dei bond a tre anni.Questi target, emerge dal comunicato della banca centrale, “rimarranno in essere fino a quando non saranno stati fatti progressi sull’occupazione e sull’inflazione. E’ probabile – ha precisato l’istituto – che i sostegni monetari e fiscali saranno necessari per ancora un po’ di tempo”.“L’outlook globale – si legge ancora nel comunicato – rimane incerto (a causa della crisi del coronavirus) ma la banca centrale rimane impegnata a fare il possibile per sostenere il lavoro e le aziende”.Pubblicato in Australia il dato sulle vendite al dettaglio, che sono cresciute su base mensile del 2,7%, meglio del +2,4% atteso dagli analisti, ma in forte rallentamento rispetto al boom del 16,9% di maggio, successivo alla fine del lockdown da coronavirus nel paese.Bene il dollaro australiano, in rialzo nei confronti del dollaro Usa dello 0,14% a $0,7133.A fronte del sentiment positivo presente sull’azionario, l’oro rimane solido e orientato verso quota $2.000 l’oncia, a conferma della cautela che comunque continua a caratterizzare l’atteggiamento di diversi operatori.Il contratto spot è scambiato a $1,976.36, vicino al record di sempre testato alla vigilia. I futures sull’oro Usa avanzano a $1.993.

Tra Usa e Cina è iniziata la guerra del web

Il Covid-19 ha proiettato il confronto tra le due superpotenze dalla old economy sul terreno sempre più caldo delle app e delle piattaforme tecnologiche, dove la dimensione è quasi tutto

Un anno fa esattamente di questi tempi la guerra dei dazi tra Usa e Cina entrava nella fase più calda, con agosto che si apriva con nuove pesanti tariffe annunciate da Trump, caduta del renminbi, ritorsioni cinesi sull’import americano, aperture e chiusure di dialogo, fino alla schiarita di ottobre con la tregua tra Pechino e Washington. Il tutto spediva lo S&P 500 sotto quota 3.000 conquistata per la prima volta a luglio, che avrebbe ripreso stabilmente solo in autunno per poi lanciarsi nel rally che lo avrebbe portato al massimo storico di 3.394 toccato il 19 febbraio, prima che esplodesse la crisi da Covid. Dodici mesi dopo ci risiamo, con Cina e America di nuovo ai ferri corti, ma proprio il Covid ha cambiato tutte le carte in tavola: non si discute più di dazi sui prodotti agricoli, al centro della contesa agostana un anno fa, ma di TikTok e di primato tecnologico nella nuova frontiera delle comunicazioni, che sta diventando il vero campo di battaglia della nuova guerra fredda tra le due superpotenze.

TWEET PROFETICO DI MUSK

Il Covid ha funzionato come una specie di macchina del tempo, proiettando il pianeta in avanti di diversi anni, nel nuovo ambiente socio-economico dove, come ha twittato profeticamente Elon Musk qualche settimana fa, ‘chi controlla i ‘meme’ controlla l’universo’. Meme è un termine difficile da tradurre, lo ha inventato nel 1976 l’evoluzionista britannico Richard Dawkins per definire modi di pensare e comportamenti che si diffondono nella società come virus, senza immaginare che sarebbe diventato il modo per indicare la diffusione di messaggi virali su Internet. Il termine viene dal greco antico, e in italiano potremmo tentare di tradurlo in ‘moda culturale’ o qualcosa del genere. Di fatto i meme viaggiano sul web, e a seconda della app o della piattaforma che li veicola possono raggiungere migliaia, milioni, o miliardi di persone.

I SORPASSI TRA TENCENT E FACEBOOK

Il terzo caso è sicuramente quello che interessa di più i politici di Pechino e Washington, ma anche gli investitori di tutto il mondo, perché i ‘meme’ che diventano virali su una platea di miliardi di persone si trascinano dietro anche un fiume di denaro, fatto di pubblicità, di induzione di comportamenti di consumo, di abitudini e modi di vita, vale a dire spese individuali che moltiplicate per miliardi di persone diventano abbastanza significative. La scacchiera su cui si gioca la partita del primato del web è globale, ma i giocatori sono solo due, come nel più classico dei giochi, con il resto del mondo che sta a guardare a al massimo può fare il tifo. Se Facebook viene sorpassata per capitalizzazione, come è successo nei giorni scorsi, l’autore del sorpasso non può che essere la cinese Tencent, che a sua volta è stata poi ri-superata dal social di Zuckerbeg sulla spinta del balzo fatto dal titolo dopo la trimestrale pubblicata venerdì.

PRIMATO GLOBALE DI APPLE

E se Amazon deve temere qualcuno, evidentemente non può che essere la cinese Alibaba. Negli smartphone la cinese Huawei se la batte con la coreana Samsung per numero di prodotti venduti, ma l’americana Apple le batte tutte e due per utili e per capitalizzazione, e ha addirittura scalzato il primato globale del campione petrolifero saudita Aramco, diventando la società che vale di più in Borsa al mondo. L’ultimo fronte che si è aperto nella guerra del web tra USA e Cina si chiama TikTok, di proprietà della cinese ByteDance, a cui è riuscito quello in cui aveva fallito Tencent con la app WeChat, che in Cina fa numeri paragonabili a quelli di Facebook, ma non è mai riuscita a sfondare in Europa e tantomeno in America.

TIKTOK FA PAURA A TRUMP

TikTok invece sì, e fa paura a Trump, che vuol costringere ByteDance a venderne le attività americane, con Microsoft che si à già fatta avanti come possibile compratore, disposta a spendere una cinquantina di miliardi di dollari per entrare come terzo incomodo in un mercato oggi dominato da Facebook e Google e guadagnarsi il diritto di sostituire con la sua M la N di Netflix nei FAANG. Nella grande partita del web si intrecciano interessi politici ed economici per il controllo o almeno l’orientamento del ‘meme’ di consumatori (e elettori), con questioni di sicurezza nazionale legate ai big data e all’evoluzione tecnologica, mentre il confine tra produzione di contenuti news e intrattenimento e piattaforme di social media diventa sempre più indefinito. Non è un caso che alla guida di TikTok sia stato appena chiamato Kevin A. Mayer, la cui precedente occupazione era quella di chairman della divisione Direct-to-Consumer & International di Walt Disney.

BOTTOM LINE

Il Covid ha accelerato la guerra fredda tra USA e Cina, spostandola dalle contese su granaglie, polli e maiali al terreno del web globale, dove la competizione è insieme tecnologica e socio-economica. Chiunque vinca la Casa Bianca a novembre, non potrà tirarsi indietro. Per l’investitore si aprono scenari di grandi opportunità ma anche di rischi difficili da valutare. L’Europa sta a guardare, ma certo non potrà restare neutrale.

Trump pronto a mettere al bando social TikTok, la minaccia: ‘vendita a Microsoft avvenga entro 45 gg’

Il presidente americano Donald Trump potrebbe annunciare oggi stesso o domani la messa al bando di TikTok, il social cinese tra i più amati dai giovani di tutto il mondo, in quanto rischio, a suo avviso, per la sicurezza nazionale. E’ quanto riporta Fox News.TikTok è tra l’altro nel mirino di Microsoft, che sta trattando con la cinese ByteDance, a cui fa capo il social, per la sua acquisizione. Citando fonti vicine al dossier, Reuters riporta che Trump avrebbe dato a ByteDance 45 giorni di tempo per vendere TikTok a Microsoft. Dal canto suo il ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha rassicurato Trump, inizialmente contrario al deal.

Borsa Tokyo brinda al Pmi cinese con +2%, in Asia focus su guerra Trump a TikTok e a tonfo utili HSBC

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo del 2,24% a 22.195,38 grazie al dato cinese relativo al Pmi manifatturiero, risultato migliore delle attese.Lo Shanghai Composite avanza dell’1,30%, male Hong Kong con -0,72%. Sidney piatta, Seoul +0,16%.Carrellata di dati macro in Asia. Market mover è sicuramente il Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin-Markit, per l’appunto, salito a luglio a 52,8 punti, decisamente meglio dei 51,2 punti attesi dal consensus e a conferma della fase di espansione dell’attività economica cinese, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto). L’indice è inoltre migliorato dai 51,2 punti di giugno.Markit rileva come i sottoindici dell’output e dei nuovi ordini abbiano testato i massimi dal gennaio del 2011, grazie al fatto che il coronavirus è in gran parte sotto controllo nel paese.Il dato sostiene il sentiment in Asia e nella stessa borsa di Tokyo, che non ha invece grandi motivi di brindare alle notizie di casa propria, tutt’altro.La lettura finale del Pmi manifatturiero del Giappone stilato da Jibun-Markit indica infatti che il dato si è attestato a luglio a 45,2 punti, meglio dei 42,6 punti indicati dalla lettura preliminare, ma ancora in fase di contrazione. E, di fatto, Markit commenta il dato, sottolineato che “il settore manifatturiero del Giappone rimane gravemente colpito dalla pandemia COVID-19 e dalla conseguente crisi delle condizioni economiche mondiali”.Il governo giapponese ha reso nota oggi anche la revisione del Pil del primo trimestre, che conferma la fase contrazione, al ritmo annualizzato pari a -2,2% in termini reali.Nessuna sorpresa, in attesa del Pil del secondo trimestre che, secondo le proiezioni degli analisti, dovrebbe essere crollato in Giappone al ritmo annualizzato del 26,3%, soffrendo così la peggiore contrazione del Dopoguerra, a causa degli effetti sull’economia della pandemia da coronavirus COVID-19.Buone invece le indicazioni dall’Australia, con la lettura finale del Pmi manifatturiero stilato da CBA-Markit che ha indicato per il mese di luglio un valore a 54 punti, in rialzo rispetto ai 53,4 punti del dato preliminare e al di sopra rispetto ai 51,2 punti di giugno.Sullo sfondo le continue tensioni tra gli Stati e la Cina, dopo che il segretario di Stato Usa Mike Pompeo ha reso noto ieri che il presidente Donald Trump è pronto ad annunciare “nei prossimi giorni” nuove restrizioni contro alcune società cinesi, considerate dalla sua amministrazione un rischio alla sicurezza.Nelle ultime ore, Trump si è accanito in particolare contro TikTok, il social cinese tra i più amati dai giovani di tutto il mondo.TikTok è tra l’altro nel mirino di Microsoft, che sta trattando con la cinese ByteDance, a cui fa capo il social, per la sua acquisizione.Citando fonti vicine al dossier, Reuters riporta che Trump avrebbe dato a ByteDance 45 giorni di tempo per vendere TikTok a Microsoft. Dal canto suo il ceo di Microsoft, Satya Nadella, ha rassicurato Trump, inizialmente contrario al deal.La borsa di Hong Kong fa i conti con i pessimi risultati di bilancio del colosso bancario HSBC, che ha riportato un tonfo degli utili al lordo delle tasse, nei primi sei mesi del 2020, pari a -65%.

Giappone: Confermata contrazione Pil I trim, per il Pil II trim previsto tonfo -26,3%

Il governo giapponese ha diffuso la lettura finale del Pil relativo al primo trimestre, che conferma una contrazione, al ritmo annualizzato pari a -2,2% in termini reali.Nessuna sorpresa, dunque, in attesa del Pil del secondo trimestre che, secondo le proiezioni degli analisti, dovrebbe essere crollato al ritmo annualizzato del 26,3%, soffrendo così la peggiore contrazione del Dopoguerra, a causa degli effetti sull’economia della pandemia da coronavirus COVID-19.

Giappone: effetto COVID, Pmi manifatturiero rimane in fase di contrazione a luglio

La lettura finale del Pmi manifatturiero del Giappone stilato da Jibun-Markit indica che il dato si è attestato a luglio a 45,2 punti, meglio dei 42,6 punti indicati dalla lettura preliminare, ma ancora in fase di contrazione. L’indice rimane infatti sotto i 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto). E, di fatto, Markit commenta il dato, sottolineato che “il settore manifatturiero del Giappone rimane gravemente colpito dalla pandemia COVID-19 e dalla conseguente crisi delle condizioni economiche mondiali”.

Cina: Pmi manifatturiero meglio delle attese a luglio a conferma espansione post COVID

Nel mese di luglio il Pmi manifatturiero della Cina stilato da Caixin-Markit è salito a 52,8 punti, decisamente meglio dei 51,2 punti attesi dal consensus.Il dato conferma la fase di espansione dell’attività economica cinese, in quanto superiore ai 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto).L’indice è inoltre migliorato dai 51,2 punti di giugno. Markit rileva come i sottoindici dell’output e dei nuovi ordini abbiano testato i massimi dal gennaio del 2011, grazie al fatto che il coronavirus è in gran parte sotto controllo nel paese.Tuttavia, la crescita di nuovi casi COVID-19 nel mondo ha fatto sì che gli ordini per le nuove esportazioni cinesi siano rimasti in fase di contrazione per il settimo mese consecutivo. Male anche il sottoindice dell’occupazione, negativo anch’esso per il settimo mese consecutivo.

Borsa di Tokyo chiude in rosso dopo Pil Usa, azionario asiatico misto

Seduta negativa per la Borsa di Tokyo che chiude con una flessione di oltre il 2% dopo il crollo record del Pil degli Stati Uniti nel secondo trimestre che ha spinto al rialzo lo yen. Il Pil Usa ha mostrato nel secondo trimestre del 2020 un crollo del 32,9% su base annualizzata, lievemente meglio del -34,5% atteso dal consensus, ma al ritmo più forte di sempre. Nel primo trimestre, la contrazione del Pil era stata del 5%. Il dato alimenta il timore che una seconda ondata di pandemia, con il continuo aumento dei contagi, possa peggiorare una situazione già molto difficile. In questo quadro, l’indice Nikkei ha terminato con un ribasso del 2,82% a 21.710 punti, non riuscendo a sfruttare i segnali positivi giunti dal fronte macro.A giugno la produzione industriale del Giappone ha segnato un aumento del 2,7% rispetto al mese prima, rimbalzando dal -8,9% di maggio. Il dato ha battuto le attese degli analisti che si aspettavano un rimbalzo più contenuto pari a un +1,2%. Sul mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione si è attestato a giugno al 2,8%, mostrando un lieve calo rispetto al 2,9% di maggio. In questo caso gli analisti si aspettavano un aumento della disoccupazione al 3,1%.Gli altri listini dell’area Asia-Pacifico si muovono in ordine sparso, con Sydney che ha chiuso con un calo di oltre il 2%, mentre Hong Kong e Shanghai si muovono sopra la parità, grazie al buon dato sull’attività manifatturiera in Cina che si è espansa a un ritmo più veloce a luglio. L’indice Pmi manifatturiero è salito a 51,1 a luglio dal 50,9 di giugno, facendo meglio del previsto. Gli analisti infatti avevano stimato un calo a 50,7 punti. Il dato ha segnato il quinto mese consecutivo in cui l’indicatore principale dell’attività manifatturiera cinese è arrivato al di sopra della soglia dei 50 punti che separa l’espansione dalla contrazione. L’attività del terziario è invece leggermente diminuita. L’indice Pmi non manifatturiero è sceso a 54,2 a luglio, rispetto ai 54,4 di giugno, mantenendosi comunque in una fase di espansione.

Cina: Pmi manifatturiero ancora in rialzo a luglio per il quinto mese consecutivo

L’attività manifatturiera in Cina si espande a un ritmo più veloce a luglio. L’indice Pmi manifatturiero è salito a 51,1 a luglio dal 50,9 di giugno, facendo meglio del previsto. Gli analisti infatti avevano stimato un calo a 50,7 punti. Il dato ha segnato il quinto mese consecutivo in cui l’indicatore principale dell’attività manifatturiera cinese è arrivato al di sopra della soglia dei 50 punti che separa l’espansione dalla contrazione. L’attività del terziario è invece leggermente diminuita. L’indice Pmi non manifatturiero è sceso a 54,2 a luglio, rispetto ai 54,4 di giugno, mantenendosi comunque in una fase di espansione.Si ricorda che il Pmi (Purchasing Managers Index) è un indice che nasce da un’indagine condotta sui direttori d’acquisto delle principali aziende del paese per testare le opinioni sull’andamento del comparto. Un valore del Pmi superiore ai 50 punti indica un’economia in espansione mentre un valore inferiore rappresenta una fase di contrazione.

Borse Asia caute dopo Fed: Tokyo negativa, euro e oro giù. Banche Singapore in calo dopo raccomandazione dividendi

La borsa di Shanghai Azionario asiatico positivo, in alcuni casi debole, dopo che la Federal Reserve di Jerome Powell ha annunciato di aver lasciato i tassi sui fed funds invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, come da attese.è piatta, Hong Kong fa +0,09%, Sidney solida con +0,74%, Seoul +0,26%. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo arretra dello 0,26% a 22.339,23 punti.La decisione sui tassi Usa è stata presa all’unanimità dal Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che ha reso noto che il trend dell’economia americana dipenderà in modo significativo dagli sviluppi del coronavirus.La crisi attuale, ha aggiunto, peserà in modo significativo sull’attività economica, sull’occupazione e sull’inflazione nel breve periodo.Certo, ha precisato il Fomc, l’economia e l’occupazione sono in qualche modo migliorati negli ultimi mesi. Ma i loro livelli rimangono ben al di sotto di quelli di inizio anno, prima dell’emergenza del coronavirus COVID-19.Dal fronte macroeconomico occhio al dato relativo alle vendite al dettaglio del Giappone che, nel mese di giugno, sono scese dell’1,2% su base annua, meglio della flessione -6,5% stimata dagli analisti.Sotto i riflettori il calo dei titoli delle banche di Singapore, dopo che l’Autorità Monetaria ha chiesto di “moderare” la distribuzione dei dividendi nell’anno fiscale 2020. DBS Group ha ceduto il 3% circa, così come United Overseas Bank, mentre Chinese Banking Corporation ha lasciato sul terreno quasi il 4%. L’indice Straits Times della borsa di Singapore ha perso l’1,8% circa.Sul forex il dollaro recupera terreno, dopo la debolezza delle ultime sessioni: l’euro-dollaro scende così dello 0,30% a $1,1754; il dollaro sale sullo yen dello 0,31% a JPY 105,24 e avanza anche sulla sterlina (GBP-USD in flessione dello 0,33%, a $1,2954).Il recupero del dollaro mette sotto pressione le quotazioni dell’oro, con il contratto spot che indietreggia a $1.964,51 dopo aver guadagnato l’1% alla vigilia.

Azionario Asia in attesa della Fed, Borsa Tokyo -1% dopo Fitch. Crollano Nissan e Canon

 

Borsa Tokyo chiude in ribasso, con il Nikkei 225 che cede l’1,15% a 22.397,11 punti. A zavorrare il listino azionario giapponese, in particolare, i fattori Nissan e Fitch Ratings.Fitch ha confermato il rating del Giappone ad “A”, tagliando tuttavia l’outlook a “negativo”. L’agenzia prevede che il Pil giapponese si contrarrà del 5% nel 2020, per poi recuperare del 3,2% nel 2021. In ogni caso, l’economia giapponese non tornerà ai livelli precedenti la crisi provocata dalla pandemia del coronavirus prima del quarto trimestre del 2021.L’agenzia stima anche forti balzi del deficit, che si tradurranno in consistenti aumenti del debito pubblico; prevede un deficit-Pil al 14,3% nel 2020, al 10,9% nel 2021 e al 5,3% nel 2022. Il debito-Pil del Giappone balzerà di conseguenza, a suo avviso, di ben 26 punti percentuali nel corso di quest’anno, per volare fino al 259% circa e stabilizzarsi al di sopra del 260% negli anni 2021-22, prima di tornare a scendere.Dal fronte delle trimestrali, Nissan Motor è crollata del 10% circa, dopo che il colosso automobilistico giapponese ha comunicato di prevedere, per l’anno fiscale 2020, una perdita di bilancio di 470 miliardi di yen. Tonfo anche per il titolo Canon, che ha perso più del 13% dopo che, stando a quanto riportato Reuters, ha riportato la prima perdita trimestrale di bilancio della sua storia.Acquisti invece sulle borse cinesi: lo Shanghai composite è salito fino a +1,05% mentre lo Shenzhen component è balzato fino a +1,85%. Hong Kong +0,31%; Seoul +0,32%, Sidney -0,24%.In generale, gli investitori di tutto il mondo attendono l’esito della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria, atteso per la giornata di oggi.Così in una nota Kim Mundy, economista di Commonwealth Bank of Australia: “Ci aspettiamo che il Fomc rimarrà dovish, ammettendo che l’outlook economico degli Stati Uniti si è deteriorato dall’ultimo meeting dell’11 giugno. Da allora – ha continuato Mundy – gli Usa hanno assistito a più di 2 milioni di nuovi casi di coronavirus. Questo ha rallentato gli sforzi lanciati da alcuni stati per riaprire le loro economie (a seguito del lockdown) e il risultato è che l’incertezza sulla ripresa del Pil Usa è aumentata”.Dal fronte macro, resa nota l’inflazione dell’Australia misurata dall’indice dei prezzi al consumo che, nel trimestre terminato a giugno, è sceso dell’1,9%.Si è trattato, stando a quanto ha reso noto Bruce Hockman, responsabile economista dell’Ufficio di Statistica australiano (ABS), della flessione “più forte su base trimestrale nei 72 anni di storia del dato”.

Giappone: Fitch conferma rating ad ‘A’ ma taglia outlook. Prevede esplosione deficit e debito

Fitch Ratings ha confermato il rating del Giappone ad “A”, tagliando tuttavia l’outlook a “negativo”.L’agenzia di rating prevede che il Pil giapponese si contrarrà del 5% nel 2020, per poi recuperare del 3,2% nel 2021. In ogni caso, l’economia giapponese non tornerà ai livelli precedenti la crisi provocata dalla pandemia del coronavirus prima del quarto trimestre del 2021.Fitch stima forti balzi del deficit, che si tradurranno in consistenti aumenti del debito pubblico; prevede un deficit-Pil al 14,3% nel 2020, al 10,9% nel 2021 e al 5,3% nel 2022.Il debito-Pil del Giappone balzerà secondo l’agenzia di 26 punti percentuali nel corso di quest’anno, per volare fino al 259% circa e stabilizzarsi al di sopra del 260% negli anni 2021-22, prima di tornare a scendere.

Borsa Tokyo giù con crollo Mitsubishi Motors (-12%). Fujifilm brinda invece a effetto coronavirus

Azionario asiatico contrastato, con la Borsa di Tokyo che vede l’indice Nikkei 225 scendere dello 0,26% a 22.657,38 punti.Giù i titoli del settore auto, zavorrati dall’effetto Mitsubishi Motors, che crolla di quasi -12% dopo che il colosso ha annunciato ieri di prevedere, per l’anno fiscale che termina il 31 marzo del 2021 una perdita di bilancio di 140 miliardi di yen, l’equivalente di $1,329 miliardi circa. Male anche Nissan Motor, in flessione di oltre -3% dopo le indiscrezioni riportate dal Nikkei Asian Review, secondo cui la divisione automotive del gigante rischia di rimanere a secco di cash nel corso del prossimo anno e mezzo.Sotto pressione l’intero comparto auto made in Japan, con Toyota -1,5% e Honda in calo di oltre -1%. Effetto positivo Trump, invece, per Fujifilm, in crescita di oltre +3% dopo che il presidente americano ha reso noto che il governo Usa ha scelto l’azienda con un contratto di $265 milioni per la produzione di un vaccino contro il coronavirus.Bene la borsa di Seoul, +1,69%, che ha assistito al rialzo di oltre +4% del titolo Samsung Electronics. Positive anche Shanghai +0,46% e Hong Kong +0,44%, mentre è sotto pressione Sidney -0,27%.A frenare i buy sull’azionario asiatico la cautela degli investitori, alimentata anche oggi dalla decisione di diversi paesi dell’area di imporre nuove misure di contenimento per contrastare i contagi da coronavirus.Stando ad alcuni calcoli di Reuters, sono in tutto più di 16,35 milioni nel mondo le persone infettate dal virus, a fronte di 649.225 decessi.Intanto si attende negli Usa un nuovo pacchetto di stimoli dal Congresso, dopo che i repubblicani del Senato hanno proposto ieri nuovi aiuti per un valore di $1 trilione, dando il via ufficialmente alle trattative con i democratici per sfornare un nuovo bazooka anti-COVID-19.Riguardo agli altri asset, focus sul continuo rialzo dell’oro, che ha testato nuovi record nelle contrattazioni asiatiche. Il contratto spot è salito fino al massimo di sempre a $1.966,76 l’oncia, mentre i futures sono balzati dell’1,4% a $1.958,80.Le quotazioni del bene rifugio per eccellenza hanno beneficiato ancora della debolezza del dollaro: lo US Dollar è sceso dello 0,1%, oscillando vicino ai minimi degli ultimi due anni testati alla vigilia.Continua a correre anche l’argento, che balza del 4% circa fino a $25,52 l’oncia. Il platino avanza dello 0,5% a $950,41 e il palladio guadagna lo 0,3% a $2.318,43.Sul fronte del forex, l’euro ritraccia dai massimi degli ultimi 22 mesi testati alla vigilia, scendendo a $1,1731.

Azionario Asia contrastato, borsa Tokyo negativa, bene Taiwan con +2,4%. Dollaro giù, oro al record oltre $1.900

Azionario asiatico contrastato. Focus sul dato macro cinese relativo ai profitti dell’industria che, nel mese di giugno, è balzato dell’11,5% su base annua, rispetto al precedente aumento del 6% di maggio. Tuttavia dall’inizio dell’anno, ovvero nel periodo compreso tra gennaio e giugno del 2020, il dato è in calo del 12,8% su base annua.Tra le borse che si mettono sotto i riflettori spicca quella di Taiwan, con l’indice benchmark Taiex che è salito fino a +2,42%, grazie al balzo del titolo Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, schizzato di quasi +10%. Bene anche Seoul, salita fino a +1% circa.L’azionario made in Japan ha scontato invece quanto riferito dalla Bank of Japan nel report Summary of Opinions (rapporto che si riferisce a quanto emerso dal meeting della banca centrale di metà luglio), ovvero l’outlook secondo cui “è improbabile che l’economia del Giappone torni ai livelli raggiunti prima dell’esplosione del COVID-19” perfino nell’anno fiscale 2022.L’indice Nikkei 225 ha così chiuso la sessione in ribasso dello 0,16% a 22.715,85 punti. Male Hong Kong con -0,47%. Borsa di Shanghai +0,14%. Sidney +0,24%.A frenare i buy, in generale, è stata la cautela sugli stimoli economici che gli Stati Uniti sono pronti a sfornare per risollevare la congiuntura Usa, alle prese – come quella di tutto il mondo – con gli effetti disastrosi del coronavirus-lockdown.Il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin ha annunciato che i repubblicani hanno finalizzato una proposta di nuovi stimoli economici da $1 trilione circa, affermando di sperare in un supporto bipartisan al COngresso.Tuttavia, come fa notare la responsabile economista di Jerreries, Aneta Markowska, esiste “ancora un grande gap tra i Repubblicani e i Democratici, specialmente riguardo ai sussidi di disoccupazione e sugli aiuti statali e locali. Colmare il gap richiederà probabilmente più di una settimana, il che significa che è improbabile che un accordo venga raggiunto prima del 31 luglio”.In primo piano anche le rinnovate tensioni tra Stati Uniti e Cina – con la guerra dei consolati – che si riverberano soprattutto sul dollaro, tanto che l’euro è balzato fino a $1,17, al valore più alto degli ultimi 22 mesi nei confronti del biglietto verde, mentre lo US dollar ha confermato i minimi dal settembre del 2018.Verso il dollaro, il franco svizzero è salito al massimo in quattro mesi a 0,9186 per dollaro, mentre lo yen è avanzato fino a +0,4%, a 105,65 sul dollaro, al record dalla metà di marzo.Il calo del dollaro, le tensioni geopolitiche e la paura onnipresente del coronavirus hanno portato l’oro a balzare fino a $1.943,9275, oltre il record precedente testato nel settembre del 2011. (riferimento al contratto spot). Acquisti anche sui contratti futures sull’oro, in rialzo dell’1,54% a $1.926,70.

Cina: profitti industriali +11,5% a giugno, ma da inizio 2020 -12,8%

Nel mese di giugno, i profitti dell’industria cinese sono balzati dell’11,5% su base annua, rispetto al precedente aumento del 6%. Tuttavia dall’inizio dell’anno, ovvero nel periodo compreso tra gennaio e giugno del 2020, il dato è in calo del 12,8% su base annua.

Usa-Cina, scontro passa da dazi a consolati. Pompeo ricorda profezia Nixon su minaccia Frankenstein

Nell’eterna Guerra Fredda che si fa sempre più calda, lo scontro tra Pechino e Washington passa dal lancio di nuovi dazi alla chiusura dei consolati. Per lo meno, è questo il nuovo pretesto che mal camuffa le tensioni geopolitiche tra le due potenze economiche.Certo, oggetto del contenzioso rimane anche il coronavirus, visto che più volte l’amministrazione di Donald Trump si è accanita contro la Cina accusandola di non aver saputo impedire i contagi a livello globale. L’accusa è stata rilanciata nelle ultime ore dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ha detto che Pechino rappresenta una minaccia alla libertà e all’economia,  tra l’altro fallendo nel frenare la diffusione del virus.A queste si sono aggiunte dichiarazioni più pesanti, che hanno invitato il “mondo libero a trionfare su questa nuova tirannia“. E ancora, parlando alla libreria presidenziale di Richard Nixon di Yorba Linda, California:
“Oggi la Cina sta diventando sempre più autoritaria, e più aggressiva nelle sue ostilità contro la libertà. Se il mondo libero (free world) non cambierà la Cina comunista, la Cina comunista cambierà noi”.Ricordata la ‘profezia’ dell’ex presidente americano Nixon:
“Il presidente Nixon una volta disse di temere di aver creato Frankenstein decidendo di aprire il mondo al Partito comunista cinese. E infatti è così”, ha aggiunto Pompeo.
Dal canto suo, il presidente americano Donald Trump ha affermato che l’accordo sulla Fase 1 siglato con la Cina per scongiurare l’escalation della guerra commerciale ha perso per lui gran parte di significato.
E certo Pechino non è rimasta con le mani in mano visto che, secondo quanto riportato dai media locali dopo le indiscrezioni di ieri, il presidente cinese Xi JinPing e i suoi hanno reagito all’ordine Usa di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, decidendo di chiudere il consolato americano di Chengdu, e minacciando, anche, di espellere centinaia o anche più di diplomatici americani che lavorano per la Cia in Cina e a Hong Kong.
Da segnalare che gli Usa hanno cinque consolati in Cina: a Guangzhou, Shanghai, Shenyang, Chengdu per l’appunto e Wuhan.
La nuova guerra Usa-Cina si combatte insomma a colpi di chiusura di consolati ed espulsione di agenti segreti CIA.
HACKER E AGENTI 007, USA ACCUSANO CINA DI FURTO SEGRETI COMMERCIALI
Le tensioni sono state rinfocolate qualche giorno fa, esattamente nella giornata di martedì, quando il dipartimento di Giustizia Usa ha accusato due cittadini cinesi di aver rubato segreti commerciali e di aver hackerato sistemi informatici di aziende che stanno lavorando alla produzione di vaccini contro il Covid-19.
Stando a 11 capi di imputazione Li Xiaoyu, 34 anni, e Dong Jiazhi, 33 anni, avrebbero portato avanti una campagna globale di hacking per più di un decennio, rubando terabyte di dati non solo dagli Stati Uniti, ma anche dall’Australia, dal Belgio, dalla Germania, dal Giappone, dalla Lituania, dall’Olanda, dalla Spagna, dalla Corea del Sud, Regno Unito e Svezia.
Così il dipartimento di Giustizia Usa:
“In almeno un’occasione, gli hacker hanno tentato di estorcere criptovalute dalle società vittime, minacciandole di diffondere su Internet i loro codici nel caso in cui non fossero stati pagati. Più di recente, gli imputati sono stati accusati in merito a vulnerabilità ravvisate nelle reti informatiche di società che stanno sviluppando vaccini, tecnologie di testing e trattamenti per il COVID“.
Il dipartimento di Stato Usa ha così spiegato la decisione di chiudere il consolato cinese di Houston con la necessità di proteggere la proprietà intellettuale degli Stati Uniti.
Stando agli ultimi aggiornamenti riportati dal Guardian, i cittadini cinesi al momento arrestati dalle autorità federali Usa sarebbero saliti a quattro: tutti rischiano 10 anni di prigione e multe da $250.000.
Si tratterebbe di quattro ricercatori (inclusi i due menzionati sopra) che, secondo le accuse, avrebbero cercato di infiltrarsi nelle istituzioni americane per accedere a informazioni scientifiche e tecnologiche. In tutto questo, Axios ha riportato anche che il consolato cinese di San Francisco avrebbe dato rifugio a un militare cinese ricercato dall’Fbi.
Il fattore geopolitica torna ad assediare i mercati finanziari, riportando il risk off sull’azionario mondiale.
L’indice Shenzhen Composite è capitolato oggi di oltre -4% mentre lo Shanghai Composite ha perso più del 3%.

Risk off sui mercati, borsa Cina KO: Shenzhen -4% su tensioni Usa-Cina. Pechino ordina chiusura consolato Chengdu

L’escalation delle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina scatena il risk off sui mercati finanziari, a danno dell’azionario.Borse asiatiche negative sulla scia di Wall Street, che ha chiuso la sessione della vigilia in pesante ribasso: lo S&P, ha ceduto 40,36 punti (-1,23%), a 3.235,66 punti; il Nasdaq è capitolato di 244,7 punti (-2,29%), a 10.461,42 punti, assistendo a forti sell che hanno colpito anche i titoli FANG (Facebook, Amazon, Netflix, Google o meglio l’holding Alphabet a cui fa capo). Male anche Tesla e Microsoft. Il Dow Jones è scivolato di 353,51 punti o -1,31% a 26.652,32 punti.La borsa di Tokyo è chiusa anche oggi per festività nazionale.L’acuirsi delle tensioni tra Pechino e Washington provoca un tonfo dell’azionario cinese, con l’indice Shenzhen Composite che capitola di oltre -4% e lo Shanghai Composite che cede più del 3%.A Hong Kong, che perde più del 2%, sell soprattutto su Tencent -5,12% e Alibaba -3,41%. Sidney male, cede più dell’1% scontando le vendite sui titoli oil e finanziari. Seoul -0,56%.Focus sulle dichiarazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ha detto che la Cina rappresenta una minaccia alla libertà e all’economia, ripetendo che Pechino ha fallito nel frenare la diffusione a livello globale del coronavirus COVID-19 e che il mondo libero deve trionfare su “questa nuova tirannia”.Dal canto suo, il presidente americano Donald Trump ha affermato che l’accordo sulla Fase 1 siglato con la Cina per scongiurare l’escalation della guerra commerciale ha perso per lui gran parte di significato.Pechino ha reagito all’ordine Usa di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, diramato qualche giorno fa, con la minaccia di espellere centinaia o anche più di diplomatici americani che lavorano per la Cia in Cina e a Hong Kong.
Secondo i media locali, la Cina ha ordinato inoltre agli Usa la chiusura del consolato americano di Chengdu.

Tensioni Usa-Cina: Pompeo accusa ancora Pechino su COVID, Pechino minaccia espulsione agenti CIA

Stati Uniti e Cina sempre più ai ferri corti. Focus sulle dichiarazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo, che ha detto che la Cina rappresenta una minaccia alla libertà e all’economia, ripetendo che Pechino ha fallito nel frenare la diffusione a livello globale del coronavirus COVID-19 e che il mondo libero deve trionfare su “questa nuova tirannia”.Dal canto suo, il presidente americano Donald Trump ha affermato che l’accordo sulla Fase 1 siglato con la Cina a gennaio di quest’anno per scongiurare l’intensificarsi della guerra commerciale tra le due potenze economiche ha perso per lui gran parte di significato.Il Global Times ha riportato che Pechino potrebbe reagire all’ordine di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, diramato qualche giorno fa dall’amministrazione Usa, con l’espulsione di centinaia o anche più di diplomatici americani che lavorano per la Cia in Cina e a Hong Kong. La stampa cinese ha confermato inoltre che la Cina è pronta a ordinare agli Stati Uniti la chiusura del consolato Usa a Chengdu.

Usa-Cina: tensioni si infiammano, dopo Houston Pechino pronta a chiudere consolato americano. Trump rilancia

La Cina chiuderà il consolato americano di Chengdu in ritorsione alla decisione annunciata ieri dagli Stati Uniti di chiudere, entro la giornata di domani, il consolato cinese di Houston, in Texas. E’ quanto ha riportato il South China Morning Post.
Da segnalare che gli Usa hanno cinque consolati in Cina: a Guangzhou, Shanghai, Shenyang, Chengdu per l’appunto e Wuhan. Intanto, da altre indiscrezioni riportate da Axios, secondo cui il consolato di San Francisco avrebbe dato rifugio a un militare ricercato dall’Fbi. Il presidente Donald Trump ha alzato i toni contro la Cina minacciando di chiudere altre missioni diplomatiche cinesi.Le tensioni tra Pechino e Washington si erano già rinfocolate nella giornata di martedì, quando il dipartimento di Giustizia Usa ha accusato due cittadini cinesi di aver rubato segreti commerciali e di aver hackerato sistemi informatici di aziende che stanno lavorando alla produzione di un vaccino contro il Covid-19. Stando a 11 capi di imputazione Li Xiaoyu, 34 anni, e Dong Jiazhi, 33 anni, avrebbero lanciato una campagna globale di hacking per più di un decennio, rubando terabyte di dati non solo dagli Stati Uniti, ma anche dall’Australia, dal Belgio, dalla Germania, dal Giappone, dalla Lituania, dall’Olanda, dalla Spagna, dalla Corea del Sud, Regno Unito e Svezia.La chiusura del consolato cinese di Houston, Texas, annunciata ieri dal dipartimento di Stato Usa, è stata motivata con la necessità di proteggere la proprietà intellettuale degli Stati Uniti, mentre qualche ora prima il dipartimento di Giustizia Usa si era così espresso:
“In almeno una occasione, gli hacker hanno tentato di estorcere criptovalute dalle società vittime, minacciandole di diffondere su Internet i loro codici nel caso in cui non fossero stati pagati. Più di recente, gli imputati sono stati accusati in merito a vulnerabilità ravvisate nelle reti informatiche di società che stanno sviluppando vaccini, tecnologie di testing e trattamenti per il COVID”.
Subito dopo la notizia dell’ordine, intimato alla Cina, di chiudere il consolato con sede a Houston, il dipartimento di Stato Usa ha diramato una nota spiegando che la decisione è stata presa “al fine di proteggere la proprietà intellettuale americana”.
Ma il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, ha ribattuto che la mossa è stata “ingiustificata e vergognosa”.
Immediato l’effetto sui mercati: vittima illustre continua a essere anche oggi il dollaro, che viaggia ai minimi degli ultimi 19 mesi nei confronti dell’euro, avvicinandosi alla soglia di $1,16.

Azionario Asia: borsa Tokyo chiusa, Shanghai fino a -1% per rinnovate tensioni Usa-Cina

Azionario Asia contrastato, con la borsa di Shanghai che è scivolata di oltre -1% sulla scia delle tensioni geopolitiche rinnovate tra Stati Uniti e Cina. Al momento, il listino perde lo 0,57%.Oggi la borsa di Tokyo è chiusa per festività nazionale. Hong Kong sale dello 0,59%, Sidney fa +0,32%, Seoul cede lo 0,51%.Sotto i riflettori l’ordine intimato dagli Stati Uniti alla Cina di chiudere il consolato cinese di Houston, Texas, entro la giornata di domani 24 luglio.Pechino ha reagito definendo l’ordine “una provocazione politica”.Il dipartimento di Stato Usa ha diramato una nota spiegando che la decisione è stata presa “al fine di proteggere la proprietà intellettuale americana”, ma il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, ha ribattuto che la mossa è “ingiustificata e vergognosa”.Immediato l’effetto sui mercati: vittima illustre è stata nelle ultime ore il dollaro, capitolato ai minimi degli ultimi 19 mesi nei confronti dell’euro.Anche oggi giornata di rialzi per la moneta unica che si avvicina al traguardo di $1,16, a $1,1587. Il dollaro è piatto sullo yen, a JPY 107,14.Tra le notizie di rilievo dal fronte macroeconomico asiatico, le stime della Bank of Korea sul Pil sudcoreano, atteso per il secondo trimestre in contrazione del 3,3% rispetto al primo trimestre e del 2,9% su base annua.Forte l’incidenza delle esportazioni, che sono crollate del 16,6%. Yonhap News ha riportato che la Corea del Sud non ha riportato una tale contrazione dal 1998.Focus sui continui timori legati alla pandemia da coronavirus: Tokyo ha riportato oggi 366 nuovi casi di persone infettate dal virus, al nuovo record per la capitale del Giappone. Nell’intero paese ieri sono stati rilevati 795 nuovi casi

Borsa Tokyo chiude in rosso, bene Shanghai. Ma in Cina è alert margin trading

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,58% a 22.751,61 punti. Bene la borsa cinese, con l’indice Shanghai Composite salito fino a +1,20%, e lo Shenzhen composite che ha messo a segno un rialzo fino a +1,50%.Attenzione, però. I recenti acquisti che hanno interessato l’azionario cinese dall’inizio di luglio stanno preoccupando le stesse autorità del paese. La Commissione di vigilanza della Borsa, la China Securities Regulatory Commission, ha per esempio lanciato un allarme agli investitori, invitandoli a stare lontani da quelle società che forniscono finanziamenti illegali per il trading di margine, margin trading.In una nota diffusa di recente, ANZ Research ha definito inoltre il rally dell’azionario cinese un’arma a doppio taglio per la Cina, facendo riferimento anche in questo caso ai rischi rappresentati dal margin trading.Da segnalare che, nelle prime due settimane di luglio, lo Shanghai composite ha segnato un balzo del 14%, il CSI 300 index è volato di oltre +20% e lo Shenzhen composite è salito del 17%.Il calo della borsa di Tokyo si spiega con il 13esimo mese consecutivo di contrazione per l’attività manifatturiera del Giappone. Il dato preliminare relativo al Pmi manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamente da Markit e da Jibun Bank, indica per il mese di luglio un rialzo a 42,6 punti, rispetto ai 40,1 punti precedenti. Ma il dato rimane in fase di contrazione, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori inferiori a 50 punti – e tra fase di espansione – valori al di sopra).Diffusi anche i dati preliminari del Pmi servizi (a 45,2 rispetto ai 45 precedenti) e PMI Composite (in crescita a 43,9 dai precedenti 40,8 ma sempre in fase di contrazione).Sidney in calo nonostante la diffusione del dato preliminare relativo alle vendite al dettaglio di luglio, salite su base mensile del 2,4%, rispetto al +16,9% di maggio. Su base annua, le vendite sono aumentate dell’8,2%.Hong Kong sotto pressione con un ribasso dello 0,33%, mentre Seoul fa +0,13%.

Giappone: Pmi manifatturiero, servizi e Composite confermano fase di contrazione

Il dato preliminare relativo al Pmi manifatturiero del Giappone, stilato congiuntamente da Markit e da Jibun Bank, indica per il mese di luglio un rialzo a 42,6 punti, rispetto ai 40,1 punti precedenti. Il dato rimane in fase di contrazione, in quanto inferiore alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori inferiori a 50 punti – e tra fase di espansione – valori al di sopra).Diffusi anche i dati preliminari del Pmi servizi (a 45,2 rispetto ai 45 precedenti) e PMI Composite (in crescita a 43,9 dai precedenti 40,8 ma sempre in fase di contrazione).

Borsa di Tokyo chiude in ribasso. Azionario asiatico misto, Shanghai rimane debole

La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso, sui timori per il continuo aumento dei contagi che alimenta lo scetticismo per una ripresa economica rapida. Nella capitale del Giappone infatti si sono registrati un numero record di 293 nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. L’indice Nikkei ha terminato gli scambi con un -0,32% a 22.696,42 punti.L’azionario asiatico si muove in ordine sparso, con Hong Kong in rialzo dello 0,30%, mentre Shanghai rimane debole con un -0,30% dopo il tonfo di ieri. Sul listino cinese pesano le tensioni tra le due maggiori potenze economiche. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, l’amministrazione Trump avrebbe minacciato il divieto di ingresso negli Stati Uniti a tutti i membri del partito comunista cinese.

In Cina scoppia il caso Moutai, Pechino attacca il titolo più amato per la paura di una bolla borsistica

La Borsa cinese va al tappeto proprio nel giorno in cui il PIL evidenzia una ripresa migliore del previsto. A causare il sell-off violento di quasi il 5% per l’indice CSI 300, che raggruppa i 300 maggiori titoli negoziati alla Borsa di Shanghai e alla Borsa di Shenzhen, è un post da parte del quotidiano statale People’s Daily, il quale ha spiegato come i prodotti della società Moutai, una delle quotate in borsa più popolari tra gli investitori, siano spesso usati in casi di corruzione.
L’attacco a Moutai è visto come un segno della volontà di Pechino di rallentare la recente corsa dell’equity, dopo che fondi finanziati dal governo hanno venduto azioni o annunciato piani in tal senso negli ultimi giorni. Anche le crescenti tensioni con gli Stati Uniti, il restringimento della banca centrale cinese e un calo delle vendite al dettaglio hanno alimentato le vendite di oggi.

L’attacco ai liquori Mountai

Il People’s Daily ha preso di mira la Kweichow Moutai per l’alto prezzo del liquore che produce la Kweichow Moutai, dicendo che l’alcool veniva spesso usato in casi di corruzione. Moutai, la più grande azienda cinese quotata sul mercato interno, è crollata del 7,9% nel suo peggior calo dall’ottobre 2018, cancellando un valore record di $ 25 miliardi.
I prodotti di Moutai sono spesso coinvolti nei casi ufficiali di corruzione del Paese e usati per corruzione a causa dei loro prezzi elevati, secondo un commento di un account WeChat di proprietà del People’s Daily. Anche altri produttori di liquori sono crollati, con Wuliangye Yibin Co., Jiangsu Yanghe Brewery Joint-Stock Co. e Luzhou Laojiao Co., tutti in calo del limite giornaliero del 10%.

Occhio anche a tensioni USA-Cina

Tornano intanto le tensioni tra Stati Uniti e Cina con il segretario di stato americano, Mike Pompeo, che avrebbe anticipato una possibile restrizione dei permessi visa per alcuni impiegati delle aziende tecnologiche cinesi, come Huawei. L’amministrazione del presidente Donald Trump potrebbe inoltre intervenire nelle prossime settimane per affrontare i rischi di sicurezza percepiti posti da TikTok e WeChat, due popolari app mobili cinesi. Le ultime indiscrezioni vedono la possibilità che l’amministrazione USA starebbe valuti addirittura di vietare l’ingresso nel Paese per gli ufficiali cinesi. Tuttavia, il Presidente Trump sembra che non voglia aumentare ulteriormente le tensioni e quindi la proposta potrebbe essere abbandonata.
Passano in secondo piano i buoni riscontri giunti dalla Cina, dove l’economia è rimbalzata nel secondo trimestre dopo un crollo storico. Il Pil cinese ha segnato nel periodo aprile-giugno un balzo dell’11,5% rispetto ai tre mesi prima e del 3,2% su base annua. Si tratta di un rimbalzo maggiore del previsto. Tuttavia, la ripresa della Cina è ancora zoppicante, perché se la produzione industriale è aumentata più del previsto, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione inaspettata.

Cina: l’economia rimbalza più del previsto nel II trimestre dopo crollo storico

L’economia della Cina ha ripreso la via della crescita nel secondo trimestre dell’anno dopo un crollo storico nei primi tre mesi a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Nel periodo aprile-giugno, grazie all’allentamento delle misure di confinamento, il Prodotto interno lordo (Pil) è avanzato dell’11,5% rispetto ai tre mesi prima e del 3,2% su base annua. Si tratta di un rimbalzo maggiore del previsto. Gli analisti avevano infatti stimato una crescita del 9,6% su base trimestrale e del 2,5% su base annua, dopo un crollo storico (nel primo trimestre il Pil aveva segnato un -9,8% t/t e un -6,8% a/a, la prima contrazione dell’economia cinese dal 1992, anno in cui sono iniziate le rilevazioni statistiche).Secondo i dati diffusi oggi, la produzione industriale in Cina è aumentata a giugno del 4,8% su base annua, dopo un +4,4% del mese prima. Si tratta del terzo mese consecutivo di crescita. Tuttavia, i consumi rimangono al palo. Le vendite al dettaglio infatti hanno segnato a giugno un calo dell’1,8% su base annua, contro un +0,3% atteso dagli analisti e dopo una flessione del 2,8% a maggio. Si tratta del quinto mese consecutivo di declino.

Giappone: BoJ taglia stime crescita, politica monetaria invariata

La Bank of Japan (BoJ) ha abbassato le sue previsioni di crescita economica in scia alla pandemia di coronavirus, ma ha mantenuto invariata la sua politica monetaria. “L’economia giapponese si è trovata in una situazione estremamente grave con l’impatto di Covid-19, nonostante l’attività economia si stia riprendendo gradualmente”, si legge nel rapporto trimestrale sulle prospettive economiche dell’istituto giapponese. Secondo le stime della BoJ, l’economia giapponese si contrarrà tra il 4,5% e il 5,7% nell’anno fiscale 2020 rispetto alla precedente stima che indicava una contrazione compresa tra il 3% e il 5%.

Bilancia commerciale Cina: import ed export oltre attese a giugno

La bilancia commerciale della Cina per il mese di giugno ha mostrato un rialzo delle esportazioni dello 0,5% su base annua rispetto al -3,3% della passata rilevazione e al -2% del consensus Bloomberg, mentre le importazioni hanno registrato un aumento del 2,7% dal precedente -16,7% (consensus Bloomberg a -9%). La Cina ha riportato un surplus di 46,42 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 59,6 miliardi stimati.

Giappone: a maggio produzione industriale a -26,3% a/a, -8,9% m/m (finale)

Nella lettura finale di maggio la produzione industriale in Giappone ha registrato una flessione annua del 26,3% rispetto alla precedente lettura pari a -25,9 per cento. Su base mensile il dato è sceso dell’8,9%, in lieve peggioramento dal precedente -8,4 per cento. Si tratta della lettura finale.

CINA e non solo: la nuova classifica delle economie globali

Un percorso che era già segnato e che questa slide creata con dati di FMI e Banca Mondiale certifica inequivocabilmente.
Innanzitutto è chiarissimo che in un futuro nemmeno troppo remoto, l’economia parlerà soprattutto cinese (2024!) ma non solo.Se la Cina sarà il TOP globale, con gli USA declassati al secondo posto, sorprende l’impatto di due grandi new entry. In primis l’India, un colosso da 1.4 miliardi di abitanti che sale direttamente sul gradino più basso del podio, e poi quello che non ti aspetti. Indonesia, che avrà un ruolo tutt’altro che di secondo piano.
Per farla breve, quindi, i primi 5 paesi saranno asiatici, con gli USA a contrastare il dominio del Far East.
E l’Europa? Sempre più insignificante (si fa per dire) con un paese che praticamente si eclissa, passando dal 5° posto del 1992 al “non pervenuto” del 2024. Ma l’Italia è in ottima compagnia. Guardate il colosso teutonico, che passa dal terzo al settimo posto.

Cina: the future in now!

Già ne ho parlato in passato, ma sembra proprio che il futuro avrà gli occhi a mandorla. Malgrado il Covid-19, la fase di debolezza economica, e tutti i problemi strutturali che ancora assillano il colosso asiatico, nessuno può negare che questo paese è tornato ad investire massicciamente (mentre MOLTI altri si stanno ancora leccando le ferite). Se parliamo di infrastrutture, è ovvio ragionare anche in ambito demografico. 1.5 miliardi di persone, dove il 10% della popolazione ha più di 65 anni, e il dato e destinato ad aumentare al 20% nei prossimi due decenni. Più urbanizzazione, più spesa sanitaria, più servizi, più salute. E poi un paese che cresce con il bisogno sempre più forte di ENERGIA: ma con un percorso difficile che porterà al bisogno di energia pulita e rinnovabile.Le tematiche da discutere sono tantissime, molte anche un po’ difficili da descrivere visto che Pechino pecca ancora di trasparenza sotto diversi aspetti.
Ma un latro dato mi sembra più che chiaro.
Il colosso cinese non solo ha le spalle larghe, ma addirittura si è tenuto i colpi in canna per la debolezza che potrebbe arrivare in futuro (occasione per erodere ulteriori quote di mercato alla concorrenza).
Se gli stimoli fiscali per il 2020 sono previsto per un 12-14% del PIL (ricordiamo la straordinaria resilienza delle aziende cinesi alla crisi), cosa dire della PBoC?

China Monetary policy

Tanto per cominciare, quanti paesi possono permettersi un grafico del PIL 2020 così strutturato? Inoltre. È evidente che la PBoC, oltre alla leva dei tassi di interesse (che non sono ancora a ZERO come in Europa e USA), può ancora “giocare” sulle riserve delle banche commerciali oltre che sul bilancio della stessa PBoC. A proposito di PBoC potete notare come il grafico dimostri un appiattimento del suo bilancio.

Mentre le varie BCE, FED, BOJ ecc non hanno fatto altro che far lievitare i propri bilanci con stimoli economici senza precedenti, la PBoC invece non è intervenuta con un QE massivo come gli altri. La linea viola lo dimostra chiaramente. E quando gli altri non sapranno più a che santo votarsi, la PBoC potrà fare appello alle risorse alternative. Tutto questo però non deve solo essere visto in ottica cinese ma asiatica, perché l’impatto economico della crescita cinese avrà ripercussioni su tutta l’area. Ecco quindi giustificata la classifica presentata in apertura.

Lascia un commento