Mercati Finanziari & il bivio del 27 Agosto 2022

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Brutte notizie per l’azionario, BlackRock vede recessione in arrivo dopo le mosse della Fed

La grande casa preferisce non comprare sui minimi e sottopesa l’azionario dei mercati sviluppati, ma vede appeal nei settori destinati a beneficiare di più del mega trend della transizione net zero, come il tech

 di Virgilio Chelli  7 Settembre 2022 11:22
financialounge -  BlackRock daily news Federal Reserve Jerome Powell recessione

Il nuovo regime di economie e mercati richiede aggiustamenti di portafoglio più frequenti, in quanto anche l’orizzonte temporale diventa chiave. Nel breve termine, BlackRock preferisce sottopesare l’azionario dei mercati sviluppati per il peggioramento dello scenario macro, con le banche centrali che stringono troppo facendo stallare le economie. La recessione non è ancora prezzata e per questo non compra sui minimi, mentre nel lungo termine lo stesso azionario viene moderatamente sovrappesato. BlackRock ritiene infatti che abbia un maggior appeal relative sugli asset private e il reddito fisso, penalizzato dal rialzo dei tassi. Tra i settori promettenti nel lungo termine, BlackRock indica la tecnologia, destinata a beneficiare dai mega trend come la transizione net-zero.

LA RECESSIONE INCOMBE

Sono le indicazioni del Weekly Market Commentary, titolato “la recessione incombe e il nuovo regime si sta radicando” redatto dal BlackRock Investment Institute. Tra i punti chiave evidenziati, il fatto che i policymaker stanno prendendo atto del nuovo macro regime ma ignorano il trade-off tra inflazione e crescita, con il risultato di una recessione che rappresenta una cattiva notizia per gli asset a rischio. I commenti aggressivi del capo della Fed Powell hanno avuto il loro effetto e ora anche la BCE si prepara a alzare di 75 punti base, ma BlackRock prevede che si fermerà ben prima di quanto stima il mercato a fronte della recessione.

RECESSIONE USA NELLE CARTE

BlackRock nota che con Jackson Hole le banche centrali hanno cominciato a prendere atto del nuovo regime ma non danno ancora priorità alle implicazioni economiche del contrasto all’inflazione e per ora preferiscono non gestire il duro trade-off tra inflazione e crescita, che invece conduce alla recessione, il che rappresenta una cattiva notizia per gli asset a rischio nel breve termine.

BASSA PRODUZIONE PRIMO PROBLEMA

L’economia USA è già in stallo e per BlackRock la recessione è nelle carte per inizio anno. BlackRock sottolinea che i rialzi dei tassi non risolvono il problema più grande, rappresentato oggi dalla bassa capacità produttiva, a meno che non vengano portati a un livello che faccia rallentare l’economia a un tasso coerente con la bassa produzione. Ma una contrazione della domanda del 2% avrebbe il costo di 3 milioni di nuovi disoccupati. Quando la Fed se ne accorgerà, smetterà di alzare i tassi, ma BlackRock avverte che potrebbe essere troppo tardi per evitare una contrazione economica, e oltretutto la frenata non basterebbe comunque a portare al 2% del target Fed l’inflazione, che resterebbe vicina al 3%.

LA BCE SI FERMERA’ PRIMA

L’Europa è una storia diversa, secondo l’analisi di BlackRock, che prevede una recessione profonda causata dalla crisi energetica. La BCE sembra determinate contro l’inflazione quanto la Fed, e si prepara a alzare i tassi di 75 punti base, ma si fermerà prima della Fed a un livello di tassi ben sotto le attese del mercato. A differenza delle azioni, il credito quotato è sovrappesato nel portafoglio strategico di BlackRock, con rendimenti e spread che si sono riprezzati sostanzialmente.

PREFERENZA PER I BOND INVESTMENT GRADE

Anche tatticamente BlackRock preferisce i bond Investment Grade rispetto alle azioni in quanto meglio posizionati per affrontare una frenata economica. Sovrappeso anche per i bond globali legati all’inflazione, in quanto i mercati ancora una volta stanno sottovalutando la persistenza dell’alta inflazione. A breve è attesa volatilità elevate sui mercati finanziari che anche nel lungo termine resteranno sotto la pressione di forze strutturali, come la transizione net-zero e tensioni geopolitiche che impatteranno le catene globali di fornitura.

L’alert di Steven Roach sul Pil Usa: ‘un miracolo’ per sventare una recessione. E Kashkari (Fed) è ‘contento’ del crollo della borsa

 di Laura Naka Antonelli

 30/08/2022  10:55

Parola di Steven Roach, ex presidente di Morgan Stanley Asia, tra le voci più ascoltate dal mondo della finanza, professore senior alla Yale University ed ex economista presso la Federal Reserve: gli Stati Uniti hanno bisogno di “un miracolo” per sventare una recessione. Secondo Roach, la verità è che l’economia Usa non avrebbe alcuna via di scampo e la crescita negativa riportata nel primo semestre del 2022 potrebbe confermarsi  solo l’inizio di una crisi che potrebbe durare fino al 2024. E ovviamente l’America non sarebbe un caso isolato: l’economista prevede infatti una recessione globale.

Tornando agli Usa, secondo Roach il numero uno della Fed Jerome Powell avrebbe le mani legate al punto che, al fine di sfiammare l’inflazione, finirà per essere costretto ad adottare l’approccio del suo predecessore Paul Volcker che, all’inizio degli anni ’80, alzò i tassi in modo aggressivo per combattere il persistere del boom dei prezzi.

“Guardate indietro a quel tipo di sofferenza che Paul Volcker fu costretto a infliggere all’economia americana per estirpare l’inflazione. Fu costretto a far salire il tasso di disoccupazione fino a oltre il 10%”.

Ma c’è un modo che eviti il Volcker shock , così come è stato anche definito?

L’unico modo per non arrivare a quel punto è un atteggiamento della Fed che, con Jerome Powell, mantenga fede alla sua parola, rimanga dunque concentrata sulla disciplina e porti quel tasso reale sui fed funds in territorio restrittivo. Un territorio restrittivo che è molto distante rispetto al punto in cui ci troviamo in questo momento”, ha sentenziato Roach.

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Roach: tasso disoccupazione salirà fino al…

Va detto che, finora, il tasso di disoccupazione made in Usa sta dando una decisa prova di resilienza, rimanendo al 3,5%, minimo dal 1969, nonostante i forti rialzi dei tassi inaugurati dalla Fed di Jerome Powell.

Certo, bisogna ancora attendere i numeri che saranno diffusi questa settimana, venerdì 2 settembre, quando il dipartimento del Lavoro Usa diffonderà il report occupazionale relativo al mese di agosto. Roach crede in ogni caso che il tasso di disoccupazione Usa sia destinato a puntare verso l’alto.

“Probabilmente deve salire al di sopra del 5%, e speriamo non molto oltre. Potrebbe arrivare al 6%“.

D’altronde, con il suo discorso a Jackson Hole proferito la scorsa settimana, Powell non ha indorato la pillola: le strette monetarie della Fed potranno essere tali da causare una certa sofferenza all’economia Usa e al mercato del lavoro.

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I 5 punti cruciali del discorso di Powell a Jackson Hole. Mercati ora scontano almeno +125 pb tassi Fed e Bce da qui a fine anno

Secondo Roach, il momento chiave arriverà con la capitolazione dei consumatori americani di fronte alla piaga della tassa più crudele a cui stanno facendo fronte: quella dell’inflazione. Tale capitolazione scatenerà una riduzione delle spese per consumi, che si riverberà in tutta l’economia Usa, creando per l’appunto sofferenza nel mercato del lavoro.

“Assisteremo a una flessione cumulativa dell’economia (Pil Usa) di circa -1,5%/-2%. E il tasso di disoccupazione dovrà salire come minimo di 1-2 punti percentuali”, profetizza Steven Roach.

“Si tratterà di una recessione diffusa”.

Borsa Usa: Goldman Sachs aveva lanciato l’alert

In tutto questo l’impressione è che i mercati finanziari, in particolare l’azionario Usa e mondiale, abbiano preso davvero un grande abbaglio. Un chiaro avvertimento era stato tra l’altro lanciato all’inizio di agosto proprio da Goldman Sachs, che aveva parlato del rischio di una scommessa prematura, che avrebbe avuto un effetto boomerang.

Così è, tanto che, nel commentare la reazione disastrosa di Wall Street al discorso di Powell, Rod von Lipsey, managing director di UBS Private Wealth Management,  si è così espresso in una nota riportata dalla Cnbc:

“Gli investitori stanno realizzando che la Fed è seria nell’obiettivo di ridurre l’inflazione, anche se i dati recenti sembrano suggerire che l’inflazione stia iniziando a scendere. Riteniamo che il rally estivo del mercato sia stato effimero, e continuiamo a raccomandare agli investitori di rimanere selettivi e di focalizzarsi su settori difensivi dell’azionario come l’health care e le azioni che pagano dividendi“.

Fed, Kashkari contento del crollo WS post Powell

Restando in tema di serietà, il presidente della Fed di Minneapolis ha detto addirittura di essere contento di come la borsa Usa ha reagito al discorso di Powell. Nel corso del podcast Odd Lots di Bloomberg, Neel Kashkari lo ha ammesso:

“In realtà sono stato contento di vedere in che modo il discorso del presidente di Powell di Jackson Hole è stato recepito. La gente ora capisce la serietà del nostro impegno a far tornare l’inflazione al 2%”.

Nella sessione di venerdì scorso, tutti e tre gli indici benchmark della borsa Usa – Dow Jones, Nasdaq Composite e S&P 500 – hanno perso più del 3% dopo che, in occasione del simposio annuale di Jackson Hole, Powell ha garantito che la lotta contro l’inflazione continuerà con ulteriori rialzi dei tassi.

Il sell off brutale che si è accanito contro Wall Street ha portato il Dow Jones a crollare di 1.008 punti, poco più del 3%, soffrendo la sessione peggiore dal mese di maggio. Lo S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno riportato venerdì scorso tonfi rispettivamente del 3,4% e del 3,9%, concludendo la seduta peggiore dal mese di giugno.

ieri la borsa Usa è scesa ancora.

Oltre a manifestare ‘soddisfazione’ per la reazione del mercato, Kashkari ha detto che la Fed continuerà nel suo percorso di politica monetaria restrittiva “per un po’ di tempo”, al fine di fermare l’impennata dell’inflazione, che viaggia a un ritmo superiore di tre volte rispetto all’obiettivo della banca centrale Usa, pari al 2%.

Kashkari ha ricordato inoltre che, “certamente, non ero stato entusiasta nel vedere che il mercato azionario aveva reagito con un rally dopo il nostro ultimo meeting del Fomc“.

Il riferimento è al rally che Wall Street ha riportato subito dopo l’annuncio della Fed, seguito alla riunione del 26-27 luglio del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale Usa.

Fed: la frase di Powell su tassi e inflazione che ha fatto impennare il Nasdaq del 4%

In quell’occasione, la stretta monetaria  è stata di 75 punti base per la seconda volta consecutiva, e ha portato i tassi sui fed funds Usa nel nuovo range compreso tra il 2,25% e il 2,5%, al record dalla fine del 2018: insieme, le strette monetarie di giugno e di luglio hanno rappresentato i rialzi consecutivi dei tassi più consistenti, da quando la Fed ha iniziato a utilizzare i tassi overnight alla stregua di principale strumento di politica monetaria, all’inizio degli anni ’90. E potrebbe essere, per l’appunto, solo l’inizio.

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Cosa ci si può aspettare da Powell a Jackson Hole?

David Norris, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management, consociata Vontobel, fa una previsione sulle prossime mosse della Fed

 di Anna Patti  26 Agosto 2022 08:00
financialounge -  David Norris FED Jerome Powell TwentyFour Asset Management
Dopo i dati positivi dell’IPC di luglio gli investitori prevedono che la Fed potrebbe strutturare un atterraggio morbido. La pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione sembra aver allontanato questa ipotesi. Sebbene ci siano molti segnali economici che potrebbero far pensare che l’inflazione stia raggiungendo il picco, ci sono ancora troppe variabili che potrebbero modificare la situazione.

 

LA FED E LA LOTTA ALL’INFLAZIONE

Jerome Powell, secondo David Norris, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel), dovrebbe continuare la sua linea sulla lotta all’inflazione, dissuadendo i mercati dall’idea che la Federal Reserve abbia fatto un passo falso. Il suo messaggio sarà basato sulla necessità di controllare l’inflazione, obiettivo primario della Fed, anche se tale politica rischia di mandare gli USA in recessione. Alla vigilia del discorso di Powell, i mercati dei tassi si sono ritirati, con i rendimenti dei Treasury a 10 anni che sono tornati intorno al 3%. I mercati si aspettano quindi una dichiarazione di Powell più aggressiva, sulla falsariga di una narrativa “più alta più a lungo”, sostiene Norris. “La reazione iniziale del mercato potrebbe essere contenuta, sostiene l’analista di TwentyFour Asset Management, con l’orientamento falco che si riflette sui rendimenti dei Treasury, insieme alla consapevolezza che la politica della Fed sarà dettata dai dati e dalle singole riunioni”.

ULTIMO DATO INDICI DEI PREZZI AL CONSUMO

Gli ultimi dati relativi agli indici dei prezzi al consumo sono stati incoraggianti ma hanno anche evidenziato che la componente abitativa dei dati sull’inflazione (REO e affitti) rimane un fattore importante. Anche le tariffe aeree, i prezzi delle auto usate e la riduzione dei prezzi alla pompa di benzina hanno contribuito al calo dell’IPC. Non va dimenticato che la spesa per consumi personali core (PCE) è il barometro su cui si basa la Fed e proprio in questa settimana si avranno gli ultimi dati.

STATI UNITI IN RECESSIONE?

L’economia statunitense ha avuto due trimestri di PIL negativo, tuttavia è difficile affermare che gli Usa siano in recessione, con un tasso di disoccupazione del 3,5% e circa 11 milioni di posti di lavoro non occupati. L’indagine Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS) degli Stati Uniti è scesa a giugno di 600.000 posti di lavoro, raggiungendo il livello più basso degli ultimi nove mesi, suggerendo che la tensione del mercato del lavoro si sta in qualche modo attenuando in presenza di crescenti pressioni economiche. David Norris ritiene che: “l’attuale politica della Fed sia orientata a combattere l’inflazione affrontando la domanda aggregata attraverso l’aumento dei tassi e, sebbene vi siano segnali di rallentamento dell’economia, la continua forza del mercato del lavoro e della spesa dei consumatori statunitensi ha evidenziato che l’eventuale recessione potrebbe essere di natura poco profonda”.

PROSSIMI AUMENTI DEI TASSI

Secondo il grafico dot plot della Fed, il tasso dei Fed Funds potrebbe raggiungere il 3,75% nella prima metà del 2023, per poi scendere con una previsione a lungo termine del 2,50%. Probabilmente la Fed continuerà ad aumentare i tassi fino alla fine dell’anno e non sorprenderebbe se si fermasse una volta raggiunto un tasso di Fed Funds del 3,50%.

I MERCATI DELLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE STATUNITENSI

Dall’inizio di luglio si è assistito a un rally nel mercato delle obbligazioni societarie statunitense. Dal punto di vista tecnico “la copertura delle posizioni corte, la mancanza di scorte da parte dei dealer e l’indebolimento del mercato delle nuove emissioni hanno fornito un forte contesto al credito, soprattutto perché abbiamo assistito a un aumento degli afflussi nel reddito fisso IG e HY” sottolinea David Norris. La solida stagione degli utili del secondo semestre, i consistenti bilanci societari, i bassi tassi di default e la migliorata gestione delle passività aziendali hanno determinato il ritirarsi degli spread high yield societari dai recenti massimi di 600 punti base ai 460 punti base attuali. Mentre gli spread del reddito fisso internazionale sono passati da 167 punti base agli attuali 145 punti base.

PROSEPETTIVE FUTURE

La strada da seguire dipenderà dall’inflazione e dalla politica della Banca Centrale. Se l’inflazione continua a diminuire, il Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management si aspetta che: “gli spread delle obbligazioni high yield statunitensi raggiungano livelli prossimi ai 400 punti base”. Se invece l’inflazione dovesse permanere e i tassi aumentassero più a lungo, David Norris si aspetta che “gli spread creditizi tornino verso i massimi recenti, che su base storica rappresentano un livello di supporto interessante per il credito”.

Borse europee negative in avvio con prezzo del gas al livello stellare e venti di recessione

   09:24

Partenza negativa per le principali Borse europee che aprono la seduta con ribassi frazionari. Nei primi minuti di contrattazioni il Dax cede lo 0,4% mentre il Ftse 100 e il Cac 40 mostrano rispettivamente un ribasso dello 0,2% e dello 0,6 per cento.

Venerdì sera Wall Street ha interrotto la fase di rialzo chiudendo la settimana con una seduta piuttosto negativa con tutti e quattro gli indici principali che chiudono molto vicini ai minimi intraday. I venti di recessione ed il prezzo del gas, salito anche negli Stati Uniti a livelli stellari, tornano a preoccupare i mercati azionari e fanno da zavorra al proseguimento del movimento positivo.

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