AMERICAN INDEX & VIRUS

Eccoci a un nuovo appuntamento dedicato agli INDICI AMERICANI , vale a dire DOW JONES , STANDARD AND POOR  , NASDAQ , NASDAQ COMPOSITE oltre al solito ETF QQQ e a un loro confronto con il Grafico e quanto ipotizzato il 19 Marzo 2020 nella nostra analisi : MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?.

AMERICAN INDEX & VIRUS

Nostra Ipotesi per i Mercati USA del 19 Marzo 2020

letstwistagain

Verifica a 78 giorni di calendario di dove si trovano questi INDICI USA su questo grafico.

Standard and Poor

STANDAR&VIRUS

 DOW JONES

DOWJONES&VIRUS

Nasdaq

NASDAQ&VIRUS

   Nasdaq Composite

NASDAQCOMPOSITE&VIRUS

ETF QQQ

QQQ&VIRUS

Rinnoviamo i complimenti , alla FEDERAL RESERVE ( e a chi li ha saputi anticipare….SFI TRADING ADVISOR 78 giorni fa.)

Come proseguiranno le cose , lo vedremo nel tempo.

Per ora….INDISCUTIBILMENTE la Mission di anticipare un forte Trend al Rialzo a V da parte di SFI TRADING ADVISOR è stata perfettamente compiuta.

Ed è questo che conta .

1900

DEDICAAFALCONEBORSELLINO

Ad Maiora !

EYzBn2tWoAIJFIi

Aggiornamento 20-11-2021

606mo giorno da analisi

DOW JONES 36499

NASDAQ 16631

STANDARD AND POOR 4726

ETF QQQ  405,30

ARTICOLO CHIUSO 20 NOVEMBRE  2021

Aggiornamento 30-12-2020

281mo giorno da analisi

DOW JONES 30607

NASDAQ 12925

STANDARD AND POOR 3756

ETF QQQ  314,68

 

SEGUONO AGGIORNAMENTI SU QUESTO ARTICOLO

NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

06.11.2020_Powell_cartoon

GRANDEPRESAPERILCULO

BOLLA o NON BOLLA: questo è il problema

Ormai le dinamiche di mercato sono chiare a tutti, sulle pagine di questo blog ho cercato di spiegare come sapevo quanto sta accadendo e, allo stesso tempo, come giustificare un rally che per certi versi diventa anche difficile da giustificare visti i fondamentali.
Un atto di fiducia molto forte verso il futuro, altrimenti certe quotazioni non sarebbero giustificabili.La domanda più ricorrente che leggo in ogni dove è: ma è una bolla speculativa? E se è una bolla speculativa, fino a dove può spingersi? E come poter misurare un potenziale target di questo rally?
Domande a cui diventa difficile dare delle risposte certe.E’ una bolla? Sicuramente come ho detto prima, più che una bolla al momento è un violento “atto di fede” guidato dalla spinta monetaria e fiscale, oltre che dalla carenza di alternative al mondo obbligazionario, ormai a rendimenti ridicoli in ogni dove, con curve dei tassi controllate a livello politico (lo possiamo dire?) e premio al rischio sul mondo bond a livelli minimi.
Fino a dove può spingersi? Sicuramente sono gli eventi a dare delle importanti direzioni a questo trend. Il Covid-19, un eventuale ricaduta, l’arrivo di un vaccino o di una cura efficace, un’evoluzione della malattia, nuove misure di stimolo, una ripartenza della fiducia… insomma, sono molteplici le tematiche che possono influenzare questa tendenza. E di certo si farà il possibile per alimentare ancora a lungo questa bolla. Nella speranza che non arrivi un brusco risveglio dovuto agli utili aziendali.
E come misurare un target? Ovvio, impossibile fare dei target, però ho trovato un interessante metro di paragone.Prendiamo la bolla della liquidità, la bolla da asset, la bolla Covid-19 (insomma chiamatela come volete) e confrontiamola con la bolla internet, che invece era effettivamente una grande bolla che poi è scoppiata e da quello scoppio il mercato si è depurato e sono partiti i campioni dell’ultimo ventennio (Apple, Microsoft, Amazon, Google ecc.)

Come potete vedere, se si tratta di una bolla, confrontandola con la bolla internet, risulterebbe a “metà strada”, quindi con margini di crescita ancora ben maggiori di quanto possiamo immaginare. Quindi non sorprendiamoci più di nulla e seguiamo il mercato e non sfidiamolo, anche se i fondamentali lancerebbero volentieri il guanto di sfida.

But…don’t fight the FED

TEST TRIMESTRALI: il momento della verità

Restiamo coerenti con il nostro credo (anzi, con il mio credo visto, che mi riferisco alla mia persona) quindi con tutti i timori per una situazione non coerente con la realtà.
La situazione, la considero critica globalmente, forse un po’ meno nella criptica Cina dove purtroppo le notizie arrivano sempre un po’ filtrate dal regime.Siamo entrate nel terzo trimestre del 2020. Quello che sarà secondo me il trimestre della verità, dove avremo modo di toccare con mano gli effetti del lockdown sul tessuto economico industriale e delle imprese in genere.
È noto, i mercati hanno avuto una reazione a V molto beneaugurante ma anche particolarmente entusiastica sulle prospettive di ripresa post Covid-19. E molti indici si stanno riportando sui massimi.

Il tutto avviene con questa situazione a livello di fondamentali. Qui gli Utili attesi e il rapporto price earning a 12 mesi su aspettative abbastanza impegnative

Questo è quanto ci illustrano i mercati. E questo è quanto invece ci riporta la realtà, quella terra terra con cui dobbiamo confrontarci prima o poi.

(…) I conti societari del secondo trimestre risentiranno pesantemente degli effetti del lockdown. Le previsioni di Reuters per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600 Indicano un calo del 53,9% degli utili. Escludendo settore energia la flessione è stimata intorno al 45,7 per cento. Il calo del fatturato è stimato al 17,2 per cento. Al netto del settore energia -12,2 per cento. (…)

Fate un confronto coi grafici precedenti e poi ragionate sulle incongruenze…

(…) I comparti più esposti all’andamento del ciclo economico saranno quelli più in sofferenza. Ad esempio i beni di consumo discrezionali (categoria in cui ricade l’industria dell’auto) per cui ci si attende una flessione degli utili stimata intorno al 125,2 per cento. Ma anche l’energia, che ha dovuto fare i conti con il crollo del prezzo del petrolio, è prevista in sofferenza. Il calo degli utili è previsto al 126,5 per cento. Pesante infine la previsione per gli industriali (-93,4%) e le materie prime (-66,4%). L’unico settore in crescita sarà, per evidenti ragioni, quello sanitario (+2,2%).
Le previsioni sono relativamente buone per tutti i comparti anticiclici come le utilities (-4,4%), le telecom (-8%) e la tecnologia (-17%). Le previsioni di consensus indicano un miglioramento della situazione nei trimestri a venire che tuttavia non potrà invertire una tendenza generale al ribasso. La previsione per il 2020 è di un calo del 33% degli utili per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600. (…)

E se parliamo di Piazza Affari…

(…) Quest’anno si prevede che un quarto del listino archivi il bilancio in rosso. Solo per otto società del listino si prevede una crescita degli utili. Ci sono nomi come Diasorin (leader nella diagnostica) e Nexi (pagamenti digitali) tra le poche ad essere in qualche modo favorite dalla pandemia. Ma anche un colosso come Enel, prima società per capitalizzazione del listino. Le previsioni del consensus S&P Market Intelligence mettono in conto profitti più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. Decisamente meno rosea la situazione dell’altra grossa controllata pubblica Eni. (…) [Source]

La domanda che dobbiamo porci è: una vota che tutti questi dati trimestrali saranno noti e soprattutto saranno confermati, quale sarà la reazione del mercato? A questl punto a fare la differenza saranno due fattori:

a) L’outlook delle aziende stesse
b) La reazione del sistema che vuole difendere il mercato ad ogni costo

A questo va ovviamente aggiunto il fattore medico che risulta tutt’ora imprevedibile

Wall Street: Fed e Fmi non vedono bolle, ma attenti al forward P/E ratio dello S&P 500

Con la sessione odierna, partono ufficialmente il terzo trimestre e il secondo semestre dell’anno. Riguardo al secondo trimestre, non ci si può lamentare proprio di come è andata Wall Street. Il Dow Jones è balzato del 17,8% nel periodo aprile-giugno, anche se ha perso il 9,6% nel primo semestre. Lo S&P 500 ha fatto +20% nel secondo trimestre, scendendo del 4% da inizio anno, mentre il Nasdaq Composite è balzato rispettivamente del 30,6% e del 12,1%. Le performance del secondo trimestre sono di tutto rispetto se si considera noi crolli precedenti, scatenati dal panico del coronavirus che avevano affossato la borsa Usa a marzo, fino a farla capitolare ai minimi dell’anno. C’è tuttavia un campanello d’allarme, rappresentato da un parametro preciso: quello del rapporto forward price-to-earnings dello S&P 500 che, così come dimostra il grafico, è al record in ben 19 anni, ovvero dal febbraio del 2001.

Vale la pena ricordare che cosa si intende per questo ratio. Si tratta praticamente di un rapporto che utilizza gli utili che sono stati stimati dal consensus per il calcolo del ratio originario, che è il price-to-earnings. Investopedia spiega che, sebbene gli utili utilizzati in questa formula sono solo una stima, e dunque non sono affidabili come gli utili che effettivamente sono stati riportati o come gli utili che risultano dalle serie storiche, il rapporto dà comunque informazioni utili. Di norma, se il forward P/E ratio è più basso rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un aumento degli utili; se il forward P/E è invece più alto rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un calo negli utili.
Tornando al forward P/E ratio dello S&P, dai calcoli effettuati in data 30 giugno 2020 (ovvero ieri), emerge che l’indice azionario benchmark di Wall Street è scambiato a un valore pari a 21,6 volte le stime ponderate del consensus sugli utili futuri, in rialzo rispetto al forward P/E di fine 2019, che era pari a 18,3 volte. IL ratio è cresciuto nonostante lo S&P 500 sia negativo da inizio anno. Il motivo risiede nel fatto che gli analisti hanno tagliato i loro outlook sugli utili a tenendo in considerazione la devastazione economica provocata dall’esplosione della pandemia COVID-19.La paura sulla formazione di una bolla è dunque piuttosto alta, anche se sia la Fed che l’Fmi hanno escluso la formazione di bolle speculative sui mercati. In particolare, la scorsa settimana, James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, ha detto chiaramente di non intravedere prove di una bolla di asset. Charles Evans, invece, presidente della Federal Reserve Bank of Chicago, ha detto che l’economia americana potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli, e che è possibile anche che i tassi di interesse Usa finiscano con l’essere abbassati fino a diventare negativi.Riguardo ai titoli che hanno performato in modo migliore, nel secondo trimestre, si mette in evidenza Apple, al podio con rialzi del 43,5% (+24,2% nella prima metà dell’anno); Dow, con un rialzo paria + 39,4% nel secondo trimestre (nel primo semestre calo -25,5%); Microsoft, +29% nel secondo trimestre, Goldman Sachs +27,8%, Boeing +22,9%.

Cina: indice Pmi manifatturiero si rafforza a giugno, record da dicembre 2019

Nel mese di giugno, l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato congiuntamente da Caixin-Markit è salito a 51,2 punti, meglio dei 50,5 punti attesi dal consensus, e in chiara fase di espansione. Il dato è stato superiore, infatti, alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto), e si è attestato anche al valore record dal dicembre del 2019. L’indice è salito rispetto ai 50,7 punti di maggio. Focus sulla componente della produzione, che è rallentata a 52,8 punti dai precedenti 54 punti, riportando il quarto mese consecutivo di espansione. In crescita invece la componente dei nuovi ordinativi. L’economia cinese continua a riprendersi dalla crisi provocata dalla pandemia del coronavirus e successivo lockdown.

Giappone: Pmi manifatturiero in contrazione a giugno per 14esimo mese consecutivo

L’indice Pmi manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit è salito a giugno a 40,1 punti, rispetto ai 37,8 punti di maggio. E’ quanto emerge dalla lettura finale, con cui il dato è stato rivisto al rialzo, rispetto alla precedente lettura preliminare, che lo aveva indicato a 38,4 punti.L’indice rimane ampiamente al di sotto della soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto), riportando il 14esimo mese consecutivo di contrazione.Pesano i cali delle componenti della produzione e dei nuovi ordinativi. Così ha commentato Joe Hayes, economista di IHS Markit, società che ha stilato il dato:“A questo punto la probabilità di una ripresa a V nel settore manifatturiero appare bassa. Stiamo ancora aspettando segnali di un miglioramento deciso del settore manifatturiero, visto che l’indice PMI di giugno non è riuscito a recuperare in modo significativo”. L’economia del Giappone, come quella del resto del mondo, sconta ancora gli effetti della pandemia da coronavirus

Vincitori e vinti in un trimestre di corsa folle dei mercati: il Dax surclassa il Ftse Mib. Nel 2° semestre meglio Wall Street o Ue?

Trimestre magico per le Borse, in UE il DAX surclassa il Ftse Mib. Nel 2° semestre meglio Wall Street o Ue?

Wall Street prova a chiudere con forza un trimestre che ha visto la Borsa Usa dettare legge e riemergere dal fossato che si era creato in seguito al crollo dettato dal panico da lockdown . Il Nasdaq è stata la stella incontrastata del trimestre e addirittura ha aggiornato i suoi massimi storici. In generale per le azioni statunitensi è il miglior trimestre dal 1998 con gli operatori  che si sono concentrati sulle prospettive di un veloce rimbalzo economico. L’S & P 500 ha avuto il miglior picco di 50 giorni negli ultimi nove decenni per poi rallentare e stabilizzarsi nel corso di giugno.
L’indice delle 500 maggiori società Usa – così come il Dow Jones – segna il miglior balzo trimestrale dal lontano 1998, rispettivamente con +19% e +17%. Performance migliore in assoluto è quella del Nasdaq Composite che viaggia a ridosso dei massimi storici in area 10 mila punti e con un balzo di quasi +30% negli ultimi tre mesi. In Europa la palma di miglior performer spetta al Dax con quasi +24%, mentre il Ftse Mib con +13,7% si consola battendo di poco il Cac 40 parigino che segna +12,15%.

Ytd le differenze sono ancora più marcate

Da inizio anno emerge un’egemonia ancora più marcata del Nasdaq con un eccezionale +10% rispetto al -5% dell’S&P 500 (che sarebbe -10% se si escludono i titoli hi-tech). In Europa Piazza Affari arranca a oltre -17% così come il Cac 40, mentre il DAX anche in questo caso limita i danni a -7,5%, facendo meglio anche del Dow Jones (-10,5%) e dell’S&P 500 ex Information Technology (-10%).
Il Nasdaq è stato positivo da inizio anno a metà anno, mentre il Dow Jones e lo S&P sono stati negativi nel primo semestre è avvenuto, stando a quanto emerge dai dati di Dow Jones Market Data, nel 1977, per la seconda volta dall’esistenza del Nasdaq, ‘nato’ nel 1971.
In generale, il Nasdaq ha riportato nei confronti del Dow Jones il divario record dal 1983, quando la differenza tra i due indici fu pari al 20,3%; anche lo spread di performance tra il Nasdaq e lo S&P 500 è il più alto dal 1983, quando il gap a favore del listino tecnologico fu pari al 17,6%.

Cosa attendersi nella seconda metà del 2020

Guardando al secondo semestre dell’anno rimane la grande incognita seconda ondata e quanto potrà condizionare in particolare gli Stati Uniti che vedono alcuni stati chiave per la dinamica del PIL quali Florida, Texas e California in piena emergenza Covid. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) vede il rischio Covid-19 ancora ben presente e lungi dall’essere finito. Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato in un briefing virtuale e ritiene forte il rischio che il virus sia presente in tutto il mondo, dicendo che “la maggior parte delle persone rimane suscettibile” e che “il virus ha ancora molto spazio per muoversi. La dura realtà è che questo non è nemmeno vicino alla fine e a livello globale la pandemia sta effettivamente accelerando”.
Tra gli analisti c’è chi consiglia di riorientarsi verso l’azionario Europa. Gli analisti di BlackRock nell’outlook di metà anno hanno infatti espresso un miglioramento della raccomandazione sulle Borse europee a “overweight”, sulla scia delle riapertura delle economie di cui il continente beneficerà.“La regione è esposta a un ribaltamento positivo nel quadro di riavvio dell’economia, con misure a sostegno della salute pubblica e misure politiche galvanizzanti sullo sfondo.” riferisce BlackRock.
BlackRock diu contro ha declassato l’azionario Usa a “neutral” citando i rischi di uno stimolo fiscale che si va riducendo e di un’epidemia prolungata, oltre che delle rinnovate tensioni con la Cina.

Ftse Mib chiude la prima metà dell’anno con seduta opaca

Oggi chiusura debole per Piazza Affari . Il Ftse Mib, reduce dal rally della vigilia, ha lasciato sul terreno lo 0,37% a 19.375 punti. Dal fronte macro buone indicazioni dalla fiducia dei consumatori Usa, schizzata in avanti più del previsto a giugno. A Piazza Affari tra i settori in affanno spiccano le banche con -2,46% per Banco BPM che ieri era stata la migliore con un sonante +6%. Male anche Unicredit a -0,86%.
Riflettori sul titolo Mediobanca che ha ceduto il 2,14% in area 6,39 euro, peggior performer di giornata sul Ftse Mib. Sulla stampa emerge una lettera inviata a Mediobanca da Bluebell Partners. La società di gestione londinese presieduta da Francesco Trapani (ex Bulgari) e che annovera due partner italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco sollecita la merchant bank di Piazzetta Cuccia a distribuire a tutti i soci un dividendo straordinario tramite azioni Generali, o che a tutti soci venga data la possibilità di comprare le azioni a un prezzo predefinito. Stando a quanto riportano Il Sole 24 Ore e Repubblica, la critica più incisiva contenuta nella lettera è quella che riguarda la partecipazione del 13% in Generali che assorbe troppo capitale (40% del Cet 1) e contribuisce in gran parte (39%) all’utile della banca.
Vendite anche su Telecom Italia che cede il 3,48% tornando sotto quota 0,35 euro. Open Fiber, stando alle ultime indiscrezioni stampa, avrebbe chiesto a Telecom Italia 1,5 miliardi di euro di danni per un supposto abuso di posizione dominante. La maggiore tlc italiana a sua volta starebbe preparando azioni legali contro il concorrente.
Tra i segni più spicca invece STM (+3,02%) in scia alle indicazioni arrivate da Micron Technology. La società americana leader nel settore delle memorie ha riportato risultati del terzo quarter (finito a maggio) con un fatturato pari a 5,4 mld di dollari (+14%) di poco superiore alle attese ($5,3 mld). La guidance di fatturato per quarto trimestre che chiuderà ad agosto è un range fra 5,75- 6,25 mld, con il mid-point a 6 mld (+23%) nettamente sopra le attese.
Lieve segno più anche per FCA (+1,31% a 8,944 euro).  Stando a quanto riporta il Giornale, la questione sollevata dall’antitrust europeo relativa alle quote di mercato nel segmento degli LCV potrebbe essere risolta vendendo una parte del business oggetto dell’indagine a CNH Industrial che ha una quota di mercato in Europa nettamente inferiore.

Overweight sui FANG, ma rally borsa Usa si sta sgonfiando. E’ il momento dell’Europa’

Rating overweight sui FANGs, sugli industriali e sull’healthcare, anche se, in generale, i rischi sulla Borsa Usa sono al ribasso. E’ quanto emerge dall’outlook sull’azionario di Barclays. “Equity Outlook: Time to be selective”. Gli strategist del colosso britannico lo dicono chiaramente: “con l’azionario che chiude sui massimi e viene scambiato a valutazioni significativamente elevate, riteniamo che sia arrivato il momento di essere selettivi. Crediamo che l’azionario europeo sia più attraente rispetto alla borsa Usa”. In particolare, “in Europa abbiamo rating overweight sui finanziari, i titoli hi-tech, le utility, i titoli minerari e industriali”.o, la crisi COVID-19 ha provocato il Bear market crash più veloce della storia, con l’indice (azionario globale) MSCI World in calo del 34% dal picco testato lo scorso 19 febbraio del 2020, che è stato poi seguito dal rimbalzo più forte mai avvenuto in precedenza, che lo ha portato a recuperare quasi le perdite YTD (da inizio anno). L’elemento catalizzatore che ha provocato prima il calo del mercato azionario e poi la sua ripresa è stato rappresentato dalla combinazione tra un virus che sembra essere diventato sotto controllo e iniziative coordinate di politica fiscale e monetaria, senza precedenti sia nella dimensione che nella velocità degli annunci”.
“Sebbene, così come nel caso della crescita economica, anche gli utili del 2020 dovrebbero essere negativi come accaduto nella Grande crisi finanziaria, la ripresa dovrebbe essere più veloce (di quella del 2008); visto che questa crisi economica è arrivata dall’esterno. Le aspettative del consensus degli investitori sull’azionario- continuano gli analisti di Barclays – sono dunque che gli utili del 2021 dovrebbero recuperare tornando ai livelli del 2019”. L’outlook è improntato forse a un ottimismo eccessivo? Questa aspettativa (del recupero degli utili) “è in netto contrasto rispetto alla maggior parte delle stime stilate da Barcalys, dal consensus e dalle banche centrali, secondo cui la ripresa economica dei paesi avanzati sarà più graduale (mentre invece gli emergenti dovrebbero recuperare in modo più veloce, trascinando al rialzo il PIl Globale. Le nostre stime sull’eps, che prebde in considerazione le proiezioni economiche, sono per esempio molto più basse. In più facciamo notare che, stpricamente, il consensus sugli utili tende a essere troppo ottimista e, di conseguenza, a essere rivisto al ribasso”.Nello spiegare il motivo per cui consigliano di posizionarsi più sull’azionario europeo che non sulla borsa Usa, gli analisti di Barclays scrivono che, “sebbene l’azionario globale abbia segnato un rally che lo ha portato a un valore inferiore di appena il 10% rispetto al precedente picco del 29 febbraio del 2020, rispetto al fondo testato lo scorso 23 marzo con un collasso (dai picchi) del 34%, sembra che la fase iniziale di rimbalzo sia passata”.


Barclays crede insomma che la carrellata di buy che si è riversata sui mercati azionari diventerà “meno importante, visto che il mondo si aggiusterà a una nuova realtà di crescita più bassa”. Ciò significa che, “visto che le valutazioni dell’azionario sono già gonfiate, e dunque consigliamo agli investitori di essere selettivi”.
E “l’azionario europeo è una opportunità, visto che ha sottoperformato Wall Street quasi sempre dal 2009, continuando a fare peggio anche da inizio anno. L’azionario Usa ha invece sovraperformato gli altri indici in modo significativo e presenta ormai valutazioni tirate, che non sono praticamente giustificate dai fondamentali. Di conseguenza, a nostro avviso, il profilo di rischio dell’azionario Usa appare meno attraente rispetto a quello europeo”. Ancora, viene fatto notare che, rispetto a qualsiasi altra area di investimento, l’Europa ha assistito a flussi in uscita dall’azionario in misura molto più forte. Il consensus continua a essere underweight sui titoli europei e le azioni presentano una convenienza rispetto alle azioni Usa vicina al record oppure anche viaggiano a valori che, relativamente a quelli dei titoli Usa, vicini al record oppure al record di sempre”. In più, “la ripresa globale (dell’economia) procede, e questo è un fattore positivo per l’azionario europeo vista l’elevata esposizione all’estero, e nonostante l’euro più forte. L’Europa è orientata anche ad avere più titoli Value e potrebbe beneficiare, dunque, da una ulteriore rotazione, che sta avvenendo a fronte della stabilizzazione dei rendimenti dei bond”.
Secondo Barclays, tuttavia, la vera svolta per l’Europa e per l’azionario è arrivata con la proposta Ue di aumentare il budget dell’Unione e di un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, di cui si sta discutendo tra l’altro in queste ore, in vista della riunione del Consiglio europeo. E’ vero che si continua a parlare di una proposta, che bisognerà vedere se riuscirà a vedere la luce in base a quanto è stato auspicato. Ma, secondo Barclays, “il fatto che per la prima volta Francia e Germania si siano trovati d’accordo su una proposta di un debito comune, senza ambiguità sugli strumenti da adottare e sulla somma del sostegno è, a nostro avviso,importante”.
Andando a vedere i settori su cui puntare in Europa, intanto il consiglio è di essere overweight sui titoli ciclici rispetto a quelli difensivi. Questo, perchè “crediamo che la ripresa dell’economia si sia ampiamente messa in moto, con i dati provenienti dalla Cina, dall’Europa e dagli Stati Uniti che si stanno muovendo nella giusta direzione, fattore che ha portato i nostri economisti a rivedere le loro stime, sebbene in misura modesta, al rialzo. La liquidità senza precedenti fornita dalle banche centrali di tutto il mondo ha provocato, inoltre, un aumento dell’offerta di moneta, mentre i governi stanno lanciando nuovi stimoli fiscali, che potrebbero facilitare la ripresa”. Le scelte cicliche top di Barclays, per l’Europa, sono i titoli industriali e minerari. I finanziari meritano un overweight. “Sebbene riconosciamo l’stacolo rappresentato dai tassi più bassi per più tempo (sulla redditività delle banche) e sebbene l’aumento degli accantonamenti e l’assenza (sospensione) di dividendi nel breve termine rappresentino una fonte di preoccupazione, il sostegno che arriva dalla Bce nel contenere l’aumento degli spread è stato di aiuto. In più, la ripresa dei prestiti suggerisce che la trasmissione del credito sta funzionando, a fronte di valutazioni che rimangono convenienti e posizionamenti ancora di supporto. Barclays consiglia di essere Overweight anche sul tech (titoli di società attive nella digitalizzazione) e sulle Utilities (per il processo della decarbonizzazione). Vengono bocciati invece in Europa, con rating underweight i settori energia, telecom e dei beni di prima mecessità”.

Fed: Powell al Congresso, nonostante segnali stabilizzazione significativi rischi a lungo termine

Nonostante i recenti segnali di stabilizzazione l’economia americana rischia di affrontare significativi rischi a lungo termine a causa dell’elevata disoccupazione e dell’ondata di fallimentI delle piccole imprese in scia al coronavirus. È quanto ha dichiarato il presidente della Fed, Jerome Powell, nella sua audizione semestrale di politica monetaria di fronte alla commissione bancaria del Senato. “I livelli di produzione e occupazione rimangono decisamente al di sotto a quelli pre-pandemia e permangono significative incertezze sui tempi e sulla forza della ripresa”, ha aggiunto Powell, secondo cui “gran parte dell’incertezza economica deriva dall’incertezza sul percorso della malattia e sugli effetti delle misure per contenerla”.
Secondo il numero uno della Fed, una ripresa completa dell’economia Usa è improbabile “fino a quando il pubblico non è sicuro che la malattia è contenuta”. Domani è, invece, prevista a partire dalle 18 ora italiana l’audizione alla Camera.

Stati Uniti: produzione industriale migliora, +1,4% m/m a maggio

La produzione industriale americana migliora a maggio, ma non c’entra le attese del mercato. Il dato ha mostrato un rialzo mensile dell’1,4% rispetto al crollo del 12,5% della passata rilevazione (il dato è stato rivisto da -11,2%). Il consensus Bloomberg indicava, però, una crescita mensile del 3 per cento.

Stati Uniti: rimbalzo vendite al dettaglio, aumentano speranze ripresa a forma di ‘V’?

Il rimbalzo delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti nel mese di maggio aumenta le speranze di una ripresa a forma di ‘V’. E’ quanto scrive James Knightley, chief international economist di ING, commentando i dati sulle vendite al dettaglio diffusi nel pomeriggio italiano.Nel dettaglio, le vendite al dettaglio Usa hanno mostrato a maggio una crescita del 17,7%, grazie alla riapertura del settore retail dopo la fase di lockdown lanciata per contenere i contagi da coronavirus. Il dato è andato ben oltre le attese ferme a 8,4% e ha scacciato il -14,7% registrato ad aprile (dato rivisto da -16,4%). “Questo dato è molto più forte rispetto a quanto aveva suggerito l’indice Redbook relativo ai dati settimanali sulle vendite al dettaglio delle catene di negozi Usa, aumentando le speranze di una ripresa a forma di V”, afferma l’economista di ING.“È chiaro che l’enorme sostegno fiscale e monetario, compresi gli extra di 600 dollari alla settimana per i sussidi di disoccupazione, ha dato alle famiglie il reddito e la fiducia per spendere. Tuttavia, questo pagamento extra termina a luglio e bisogna ricordare che l’occupazione è ancora in calo di 20 milioni rispetto all’inizio dell’anno”, prosegue Knightley, secondo il quale “le prospettive per i prossimi mesi rimangono incerte e saranno determinate dalla rapidità con cui la riapertura prenderà slancio e da quanti lavoratori torneranno ai loro posti di lavoro”.

Wall Street in rialzo, Dow Jones +700 punti dopo Fed e rumor bazooka Trump. Apple snobba l’Ue

Wall Street positiva, con il Dow Jones che vola di quasi 700 punti (+2,68%), a quota 26.452; il Nasdaq sale di quasi 200 punti (+2%), a 9.919 punti, mentre lo S&P 500 avanza di 73,96 punti (+2,41%), a 3.140.Ottimo il dato sulle vendite al dettaglio degli Stati Uniti, che sono balzate nel mese di maggio del 17,7%, grazie alla riapertura del settore retail dopo la fase di lockdown lanciata per contenere i contagi da coronavirus.Ad aprile le vendite erano scese del 14,7%. Il dato, che ha riportato il balzo più forte di sempre, è stato decisamente migliore delle attese degli analisti, che avevano previsto un rialzo dell’8,1%.Buone notizie anche dal fronte Fed, che ieri ha annunciato l’estensione degli acquisti dei corporate bond Usa. Oltre agli ETF la banca centrale guidata da Jerome Powell rileverà anche obbligazionari societarie singole, scambiate sul mercato secondario.L’ottimismo sull’azionario si spiega anche con le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui l’amministrazione Trump starebbe lavorando su una nuova proposta di stimoli fiscali da $1 trilione in spese per infrastrutture.Tra i titoli, focus su Apple, finita nel mirino delle autorità antitrust di Bruxelles. La Commissione europea ha avviato due indagini per stabilire se il colosso di Cupertino abbia violato le leggi sulla concorrenza riguardo al suo servizio Apple Pay e al suo App Store. Se ritenuta colpevole, Apple potrebbe dover pagare una multa fino al 10% delle sue entrate annuali ed essere costretta ad adeguare le sue pratiche commerciali. Il titolo tuttavia non risente della notizia e sale di oltre +2%.

Non solo ETF, Fed estende acquisti corporate bond: per JP Morgan azione preventiva. Da Trump sorpresa da $1 trilione

La sensazione è sempre quella: che le trattative dell’Unione europea finiscano per scarnificare il più nobile e soprattutto cospicuo dei progetti di rilancio per l’Europa, a fronte di un’America pragmatica,  che fa seguire ai toni trionfalistici  fatti più o proporzionati agli annunci in pompa magnaCerto, non si può però certo negare, sul fronte Europa, l’attività instancabile della Bce, che finora ha sfornato tutti i bazooka anti-virus possibili (anche se il paragone con la Federal Reserve mette in evidenza come l’America primeggi anche in questo caso).
Nelle ultime ore sono arrivate però dagli States due ulteriori novità che stanno rimettendo il turbo ai mercati (facendo impallidire di nuovo gli interventi europei). La prima è la decisione della Fed di acquistare anche i singoli corporate bond. In precedenza, la Federal Reserve aveva annunciato l’acquisto dei corporate bond sul mercato primario attraverso gli ETF. Ora, insieme agli acquisti appena annunciati, la banca centrale guidata da Jerome Powell rileverà anche corporate bond scambiati sul mercato secondario.Immediata la reazione sui mercati finanziari, con i tassi sui Treasuries Usa  che hanno puntato subito verso l’alto iI tassi sui Treasuries a 10 anni sono saliti all’annuncio fino allo 0,798%, con Ian Lyngen, responsabile della strategia dei tassi Usa presso BMO Capital Markets a New York, che ha così commentato il trend:“La reazione dei prezzi nel mercato dei Treasuries riflette la volontà della Fed di continuare a espandere il suo bilancio per sostenere la crescita economica”.
Ma negli Usa si continua ad agire anche sul fronte degli stimoli fiscali, se si considera quanto riportato da Bloomberg, ovvero che l’amministrazione di Donald Trump starebbe lavorando su un nuovo piano di stimoli fiscali da $1 trilione in termini di spese per infrastrutture. La cifra dovrebbe essere utilizzata sia per finanziare la costruzione di strade e ponti, che per creare nuove reti 5G.
I mercati guardano così con favore a quel mix di nuovi stimoli di politica monetaria e fiscale lanciati negli Usa. La Fed di Jerome Powell dimostra di avere sempre una sorpresa in serbo per gli investitori affamati di liquidità, e di essere pronta a potenziare i suoi vari strumenti per lanciare nuovi bazooka anti-COVID. E se fino a oggi ha acquisto corporate bond facendo incetta di ETF con la facility SMCCF ora quest’ultima potrà acquistare, per l’appunto, anche singole obbligazioni emesse dalle singole società.
In base a quanto emerso dal comunicato, la Fed ha detto che rileverà, direttamente sul mercato secondario, corporate bond con una scadenza rimanente pari o inferiore a cinque anni. Gli acquisti andranno di pari passo con quelli di ETF che la banca centrale continua ad acquistare, che includono sia indici con bond valutati investment grade che fondi che replicano junk bond, per la precisione fondi che replicano quei titoli di debito che prima della crisi del coronavirus godevano di un rating investment grade e che sono stati poi successivamente oggetto di downgrade, fino a scivolare nel girone “spazzatura”.
L’obiettivo dell’acquisto dei bond singoli è quello – recita il comunicato – “di creare un portafoglio di corporate bond che sia basato su un indice ampio e diversificato di corporate bond Usa. L’indice sarà composto da tutti quei bond scambiati sul mercato secondario che sono stati emessi da società americane che soddisfino i requisiti della facility (ovvero dell’SMCCF) sul rating minimo, sulla maturity massima e su altri criteri. Questo approccio sarà complementare agli attuali acquisti di ETF”.
In generale, la decisione della Federal Reserve di fare incetta di corporate bond, inizialmente solo attraverso il canale degli ETF, è stata accolta con grande stupore e non poche critiche dai mercati: a far parlare di sé non solo la decisione di acquistare anche i titoli junk QUI la lista degli ETF che la Fed acquista, ma anche la collaborazione con l’asset manager numero uno al mondo, BlackRock.
Anche per questo la Federal Reserve Bank di New York ha assicurato che non pagherà commissioni a BlackRock per gli acquisti che l’asset manager farà per suo conto. C’è da dire, comunque, che BlackRock dovrebbe ricevere comunque più di $4 trilioni l’anno per gestire un portafoglio separato di strumenti garantiti da mutui commerciali, che sono stati emessi da agenzie federali Usa”.

Wall Street pronta a proseguire i rialzi supportata dalla Fed

I futures sugli indici statunitensi si muovono in territorio positivo, anticipando un avvio di seduta in rialzo per Wall Street, che proseguirebbe così i guadagni di inizio settimana. A circa dure ore dalla partenza il contratto sul Dow Jones sale dell’1,8%, quello sull’S&P500 avanza dell’1,3% e il future sul Nasdaq segna un +1,2%. A risollevare l’umore degli investitori, mettendo in secondo piano, almeno per il momento, gli sviluppi della pandemia, è stata la Fed. L’istituto centrale ha annunciato che partiranno gli acquisti di titoli corporate bond sul mercato secondario. Fino ad ora la Fed aveva acquistato solo ETF. Nel frattempo, notizie positive giungono anche dal governo americano che starebbe preparando un nuovo piano da 1.000 miliardi di dollari di investimenti per le infrastrutture, con l’obiettivo di rilanciare l’economia Usa.Prima della partenza di Wall Street, attenzione alle indicazioni in arrivo dal fronte macro. Alle 14.30 verranno diffuse le vendite al dettaglio e alle 15.15 la produzione industriale. Entrambi i dati sono previsti in deciso aumento a maggio. Si segnala anche l’audizione di Jerome Powell, governatore della Fed, in Senato per presentare il Monetary Policy Report.

Preview Fed: Powell non si lascerà influenzare dai sorprendenti dati sul lavoro (analisti)

La Federal Reserve stasera annuncerà la sua decisione di politica monetaria, che secondo la maggior parte degli esperti, rimarrà invariata. “La Fed non si lascerà influenzare dal miglioramento dei dati sul mercato del lavoro”, sostiene Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM. Tuttavia, la Fed è ancora lontana dal raggiungere i suoi obiettivi di inflazione e piena occupazione, e per questo motivo, sebbene i asterrà dall’annunciare nuove misure, il presidente Jerome Powell farà in modo che gli analisti comprendano che la politica monetaria rimarrà estremamente accomodante per un periodo di tempo molto lungo. “Ci aspettiamo alcuni commenti sulla forward guidance, ovvero che i tassi di interesse restino a livelli molto bassi per molto tempo”, precisa l’esperto di Mirabaud AM.

Sorpresa dagli Usa: a maggio creati 2,5 MILIONI di nuovi posti di lavoro, tasso disoccupazione scende al 13,3%

Nel mese di maggio l’economia degli Stati Uniti ha creato 2,5 milioni di posti di lavoro. E’ quanto risulta dal report occupazionale appena diffuso dal dipartimento del Lavoro Usa. Il dato è decisamente migliore delle attese, visto che le stime erano per una perdita di 8 milioni di posti di lavoro.Il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa al 13,3%, rispetto al 14,7% di aprile. Gli economisti avevano previsto un tasso in rialzo al 19,8%.

Sorpresa lavoro Usa traina mercati. Anche Wall Street parte bene, DJ oltre muro 27mila

Mercati europei in accelerazione dopo i sorprendenti dati americani sul mercato del lavoro per il mese maggio, migliori delle attese. Stando ai dati comunicati poco dopo le 14:30 dal dipartimento del Lavoro Usa, a maggio l’economia Usa ha creato 2,5 milioni di posti di lavoro (le cosiddette nonfarm payrolls). Il dato è decisamente migliore delle attese, visto che le stime erano per una perdita di 8 milioni di posti di lavoro e si raffronta con il numero record di aprile, quando sono stati bruciati 20,5 milioni di posti di lavoro, la maggiore perdita dal 1939.
Sorpresa positiva anche dal tasso di disoccupazione che è sceso al 13,3%, rispetto al 14,7% di aprile. Il consensus Bloomberg si attendeva un dato pari al 19 per cento. Inoltre, il salario medio orario ha evidenziato a maggio una flessione mensile dell’1% rispetto al mese precedente e un rialzo del 6,7% su base annua. Il mercato si attendeva un rialzo mensile dell’1% e una crescita dell’8,5% su base annua.Il numero di disoccupati che hanno dichiarato di essere in sospensione temporanea dalle attività lavorative è diminuito di 2,7 mln a 15,3 mln di unità.  I disoccupati che hanno perso del tutto il posto del lavoro sono aumentati di 295 mila a 2,3 milioni.

I commenti

“I dati sono incredibili e mostrano una certa resilienza e forza, anche in un momento difficile, da parte dell’economia americana. Non sono gli unici migliori delle aspettative, anche se questi sono senz’altro più sorprendenti ed eclatanti di altri”, commenta Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, interpellato sull’argomento. “Di fatto, l’ipotesi di una ripresa a ‘V’, nonostante molti elementi di dubbio che rimangono, prende sempre più corpo”, ha aggiunto De Casa, secondo il quale quella che vedremo potrebbe piuttosto essere “una ripresa a V un po’ smorzata”. L’esperto aggiunge che “i mercati azionari hanno anticipato, e non è un caso che gli indici americani restano quelli meglio impostati con il Nasdaq che ha aggiornato i massimi storici”.
Anche Filippo Diodovich, senior strategist di IG Italia, parla di dati sorprendenti. “Cifre decisamente migliori del previsto quelle sul mondo del lavoro statunitense, sottolineate immediatamente anche da Donald Trump in un tweet (‘amazing job report”)”, sottolinea l’esperto aggiungendo che i dati hanno colto di sorpresa anche i mercati, contraddicendo anche le cifre pubblicate solamente mercoledì da ADP (-2,76 milioni di posti di lavoro)”.
“E’ da sottolineare come anche nel vicino Canada si è osservato un fenomeno simile ovvero una creazione di posti di lavoro pari a 289mila rispetto ad attese negative (-500 mila) – aggiunge Diodovich -. Le riaperture delle attività economiche hanno permesso di mantenere un certo controllo del mercato del lavoro impedendo quindi un tracollo”.
La cautela resta d’obbligo
“Saranno naturalmente emersi dei dubbi osservando queste cifre, visto che stanno raccontando una storia così diversa rispetto a tutti gli altri dati sul mercato del lavoro, ma questi sono quelli ufficiali e, a prima vista, sono fantastici”, afferma James Knightley, chief international economist di Ing, che definisce come altri  li definisce “sorprendenti”. “Ciò suggerisce che l’economia americana può riprendersi con vigore e che tutti dobbiamo rivedere le nostre proiezioni economiche”, aggiunge l’economia che però invita alla prudenza.
E spiega perchè: “È improbabile che la maggior parte dei ristoranti e dei rivenditori abbia bisogno di tutto il personale che avevano prima dello scoppio della pandemia dato il distanziamento sociale che limita il numero dei clienti. Molte aziende potrebbero ritenere che non sia economicamente fattibile aprire in questa fase e decidere di rimanere chiusi, in particolare nelle grandi città in cui gli uffici rimarranno chiusi per un po ‘di tempo”. Inoltre, rimarca James Knightley, “data la flessione dell’attività economica globale, molte aziende manifatturiere e di servizi professionali potrebbero non aver bisogno di molto personale alla luce di un nuovo contesto economico di profitti aziendali più deboli”. Bisogna infine sottolineare che, anche dopo il numero odierno, l’occupazione statunitense è ancora inferiore di 19,55 milioni rispetto a febbraio. Per questo per Knightley c’è “ancora molta strada da fare”.
La reazione sui mercati
Reazione positiva sui mercati ai numeri arrivati dal mercato del lavoro Usa. In Europa, il Dax sale di quasi il 3%, mentre l’indice londinese Ftse Mib avanza di quasi il 2% mentre il Cac40 balza del 3,4%. In gran spolvero anche Piazza Affari con il Ftse Mib che guadagna il 2,6% a 20.145,57 punti. Partenza positiva anche per Wall Street che apre con il Dow Jones che sfonda i 27mila punti (+2,76%) mentre l’S&P 500 avanza del 2% e il Nasdaq che segna un +0,84%.

ARTICOLO CHIUSO 11 GIUGNO 2020

DOPO MEETING FEDERAL RESERVE

SEGUONO AGGIORNAMENTI SU QUESTO ARTICOLO

Shine on you Crazy Financial Market

     GOLD IDEA

QUANDOARRIVA3048.gif

Lascia un commento