Shine on you Crazy Financial Market

Eccoci a un nuovo appuntamento  con questo articolo , resosi necessario per la rapidità di “esecuzione” di movimenti  rialzisti di Mercato  , avvenuti con una tale forza e rapidità da rendere appunto necessario un nuovo aggiornamento:

Shine on you Crazy Financial Market

Il titolo di questo articolo ,  richiama  un celebre brano del 1975 dei Pink Floyd , che ci pare molto adatto a descrivere la situazione dei Mercati da Ottobre 2018 a oggi e in particolare da Gennaio/Febbraio  2020 a oggi , se volete ascoltarlo potete cliccare sul titolo. Rendiamo quindi omaggio a un grande Gruppo Musicale entrato di diritto nella Storia della Musica.

Pink Floyd – Shine On You Crazy Diamond I – V (1975 Original Pressing)

Bene ora partiamo ,con il solito preambolo ,che facciamo sempre per consentire ai tantissimi nuovi lettori di comprendere il ragionamento di fondo  dall’ inizio :

L’analisi Guida di questi 79 giorni è stata e continua essere la stessa :

MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?

Dove sono arrivati ad oggi i titoli Guida ( F A A N G ) e gli Indici Americani lo potete vedere in questi due articoli recenti :

FAANG & VIRUS

AMERICAN INDEX & VIRUS


Bene ora veniamo al punto di questo articolo


Invesco QQQ Trust – QQQ – NASDAQ

Riparliamo di questo ETF che, dopo il Top a 237,44$ pre-covid del 20-02-2020 ,dai minimi da Panic Selling di 163/165$ interpretabili come l’ultimo spike esaustivo del ribasso  e il successivo recupero di 170$ è arrivato a toccare un Nuovo Top Storico Assoluto di 240,29$ confermando fino a oggi le nostre ipotesi.

Per chi non avesse seguito mai questo ETF ricordiamo che nel 2000 sul crollo di Wall Street arrivò a un top di  105$ =5000 Nasdaq (da cui minimo nel 2009 a 25$=1100 Nasdaq sia per l’esplosione della Bolla delle Dot.com, sia per l’attentato alle Twin Tower del 2001 e sia per la Crisi Subprime 2008  ) .

Quindi con il Top a 240,29$ il 1000% 25$-250$ è arrivato a -9,71$ dall’essere concluso (200925$  2020240,29$)

QQQSUPERINCULATAAIFURBI

Analizzando l’ampiezza dei Precedenti Movimenti del Passato notiamo :

QQQ 25-100/105 ( up-trend di 75-80$)

QQQ 100-175/180 (up-trend di 75-80$)

QQQ 144/150-237,44 (up-trend di 87,5-93,5$)

Arrivando a 250$ sarebbe  un movimento  da 79,50-88,5

QQQ 163/170-240,29(al Top del 5-06-2020 up-trend di 70,5-77,5$)

Un movimento  da 79,50-88,5 al rialzo per questo ETF , rientrerebbe in linea di massima con quanto visto nel passato e consentirebbe agli HFT di concretizzare il “famoso” 1000% “classico” di Wall Street per la gioia di Powell e di Trump viste le Elezioni Presidenziali in arrivo.

QQQLUNGO

Aspettiamo queste risposte nelle prossime ottave :

1) Area 250$  dopo un 1000% dal 2009 al 2020 arresterà il recupero di questo ETF , o il rialzo continuerà vista l’uscita da un BOX 25-150 delta 125$ ritestato con  il minimo di Dicembre 2018 , (minimo 144$ con falso rientro nel Box 25-150$  e reverse long fino al Top del 20 Febbraio 2020 a 237,44$ ) che aveva come obiettivo  long term 244$/248-250 in prima battura e 275$/280$ in seconda ?

2) In caso Area 250$ = 1000% arrestasse la salita sarebbe plausibile attendersi la chiusura del Gap aperto lasciato aperto a 204,84$ che confermerebbe il livello grafico di minimo dell’idea guida MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? prima di una nuova ripartenza  magari proprio per 275/280$?

3) Quale sarebbe poi  la causa di una eventuale correzione per questo ETF a 204,84$ nel caso fosse confermata dopo avere  raggiunto un Top sul quale attendiamo le risposte dalle Mosse delle Mani Forti ?

Le risposte , come sempre , le possono dare solo i Giostrai e i loro HFT.

A noi tocca andare per ipotesi , sempre.


Considerate sempre che il grafico quì sotto è un’ipotesi di algoritmo HFT che come sempre deve trovare conferme step by step .


Tanto quanto il 19 Marzo 2020 sui minimi prospettavamo una ipotesi di  ripartenza molto forte per Mercati che Bontà loro c’è stata , ora come vedete stiamo cominciando a considerare anche la Parte 2 di questa Ipotesi ,che con il Gap lasciato aperto da questo ETF a 204,84$  ad oggi a nostro modo di vedere , un piccolo indizio  di quale potrebbe essere il ” prossimo  minimo di ripartenza ”  di questo ETF c’è.

Tempo & Mercato e il Top del QQQ ce lo faranno capire LORO senza alcun dubbio.

DEDICAAFALCONEBORSELLINO

Ad Maiora !


letstwistagainQQQ

GRANDEPRESAPERILCULO

ARTICOLO CHIUSO 23 GIUGNO 2020

SU PRECISO RAGGIUNGIMENTO DEL 1000% DI QUESTO ETF

NUOVI AGGIORNAMENTI NELL’ARTICOLO 1000% on ETF QQQ !!!

ETFQQQ

chegoduriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Sempre da curare con attenzione Trump

11-06-2020 ore 18.00

Donald J. Trump
@RealDonaldTrump

The Federal Reserve is wrong so often. I see the numbers also, and do MUCH better than they do. We will have a very good Third Quarter, a great Fourth Quarter, and one of our best ever years in 2021. We will also soon have a Vaccine & Therapeutics/Cure. That’s my opinion. WATCH!

08-06-2020 ore 17.30

Donald J. Trump
@realDonaldTrump

Big day for Stock Market. Smart money, and the World, know that we are heading in the right direction. Jobs coming back FAST. Next year will be our greatest ever!

05-06-2020

Donald J. Trump
@realDonaldTrump

Donald Trump in merito alla decisione di Warren Buffett di smobilizzare i titoli del settore aereo:“Ha avuto ragione tutta la vita ma a volte anche qualcuno come Warren Buffett – verso cui ho molto rispetto – commette errori. Avrebbe dovuto tenere i titoli del settore aereo, perchè queste azioni sono volate oggi”, aveva detto Trump lo scorso venerdì, commentando il rally dei titoli del settore aereo.

AGGIORNAMENTO 23 GIUGNO 2020

RICORDIAMO IL LIVELLO DISCRIMINANTE TRA LONG & SHORT

RADICE 048 HFT UNICO LIVELLO IMPORTANTE DEGLI INDICI MONDIALI

IN ROSSO E IN VERDE GLI INDICI SOTTO O SOPRA RADICE 048 HFT

           23048 FTSEMIB = 13048 DAX = 3048 STANDARD AND POOR = 23048 NIKKEI

        =8048 NASDAQ =28048 DOW JONES=27048 HONG KONG=10048 SMI SVIZZERA

     =27048 GERMANIA MEDIA CAP=3648 EUROSTOCK50=7048 FTSE100=13048 CINA

     =8048 NASDAQ COMPOSITE=9048 IBEX=2048 WIG POLONIA=2048 ATHEX GRECIA

          GLI INDICI SOPRA IL LIVELLO RADICE HFT 048 SONO 4 su 16 :


FTSE MIB  20189 9-07

          FTSE MIB  19.884,57 24-06

                           FTSE MIB 18.969,29 close 15-06

dopo una “sberla da 2103 punti teniamo quota 18000/18500 da 20391

                                speriamo che si “accontentino”

FTSEMIB

ftsemib


CI MUOVONO COME VOGLIONO
         5 giorni per perdere 2103 punti
FTSE MIB
18.288,86
—————————————————
     25 giorni per guadagnare 3891 punti
AGGIORNAMENTO 8 GIUGNO 2020
FTSE MIB SPREAD 169
20.391,00 +3891 punti da alert 16500 14-05-2020

DOW JONES

DOWJONES

DOWJONESNUOVO

DOWJONES

DOWJONES

DOWJONES

DOWJONES

DOWJONES

STANDARD AND POOR

STANDARFOTTUTO

STANDARNUOVO

STANDARDNUOVO

STANDARDPOOR

STANDARDANDPOOR

STANDARD AND POWEL

NASDAQ

NASDAQ

NASDAQ

nasdaq

nasdaq

NASDAQ

QQQNASDAQ

ETF QQQ

QQQSUPERINCULATAAIFURBI

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QQQSUPERINCULATAAIFURBIMODIFICAUNICA

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Quindi con il Top a 247,81$  del 10 -06-2020 il 1000% 25$-250$ è arrivato a -2,19$ dall’essere concluso (2009252020247,81$)

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ARTICOLO CHIUSO 23 GIUGNO 2020

SU PRECISO RAGGIUNGIMENTO DEL 1000% DI QUESTO ETF

NUOVI AGGIORNAMENTI NELL’ARTICOLO 1000% on ETF QQQ !!!

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato oggi che l’economia americana potrebbe essere in fase di stabilizzazione, ma rischia di affrontare significativi rischi a lungo termine a causa dell’elevata disoccupazione e dell’ondata di fallimenti delle piccole imprese in scia al coronavirus. Secondo il numero uno della Fed, una ripresa completa dell’economia Usa è improbabile “fino a quando la gente non sarà sicura che la malattia è contenuta”

Fed: Powell al Congresso, nonostante segnali stabilizzazione significativi rischi a lungo termine

Nonostante i recenti segnali di stabilizzazione l’economia americana rischia di affrontare significativi rischi a lungo termine a causa dell’elevata disoccupazione e dell’ondata di fallimentI delle piccole imprese in scia al coronavirus. È quanto ha dichiarato il presidente della Fed, Jerome Powell, nella sua audizione semestrale di politica monetaria di fronte alla commissione bancaria del Senato. “I livelli di produzione e occupazione rimangono decisamente al di sotto a quelli pre-pandemia e permangono significative incertezze sui tempi e sulla forza della ripresa”, ha aggiunto Powell, secondo cui “gran parte dell’incertezza economica deriva dall’incertezza sul percorso della malattia e sugli effetti delle misure per contenerla”.
Secondo il numero uno della Fed, una ripresa completa dell’economia Usa è improbabile “fino a quando il pubblico non è sicuro che la malattia è contenuta”. Domani è, invece, prevista a partire dalle 18 ora italiana l’audizione alla Camera.

TEST TRIMESTRALI: il momento della verità

Restiamo coerenti con il nostro credo (anzi, con il mio credo visto, che mi riferisco alla mia persona) quindi con tutti i timori per una situazione non coerente con la realtà.
La situazione, la considero critica globalmente, forse un po’ meno nella criptica Cina dove purtroppo le notizie arrivano sempre un po’ filtrate dal regime.Siamo entrate nel terzo trimestre del 2020. Quello che sarà secondo me il trimestre della verità, dove avremo modo di toccare con mano gli effetti del lockdown sul tessuto economico industriale e delle imprese in genere.
È noto, i mercati hanno avuto una reazione a V molto beneaugurante ma anche particolarmente entusiastica sulle prospettive di ripresa post Covid-19. E molti indici si stanno riportando sui massimi.

Il tutto avviene con questa situazione a livello di fondamentali. Qui gli Utili attesi e il rapporto price earning a 12 mesi su aspettative abbastanza impegnative

Questo è quanto ci illustrano i mercati. E questo è quanto invece ci riporta la realtà, quella terra terra con cui dobbiamo confrontarci prima o poi.

(…) I conti societari del secondo trimestre risentiranno pesantemente degli effetti del lockdown. Le previsioni di Reuters per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600 Indicano un calo del 53,9% degli utili. Escludendo settore energia la flessione è stimata intorno al 45,7 per cento. Il calo del fatturato è stimato al 17,2 per cento. Al netto del settore energia -12,2 per cento. (…)

Fate un confronto coi grafici precedenti e poi ragionate sulle incongruenze…

(…) I comparti più esposti all’andamento del ciclo economico saranno quelli più in sofferenza. Ad esempio i beni di consumo discrezionali (categoria in cui ricade l’industria dell’auto) per cui ci si attende una flessione degli utili stimata intorno al 125,2 per cento. Ma anche l’energia, che ha dovuto fare i conti con il crollo del prezzo del petrolio, è prevista in sofferenza. Il calo degli utili è previsto al 126,5 per cento. Pesante infine la previsione per gli industriali (-93,4%) e le materie prime (-66,4%). L’unico settore in crescita sarà, per evidenti ragioni, quello sanitario (+2,2%).
Le previsioni sono relativamente buone per tutti i comparti anticiclici come le utilities (-4,4%), le telecom (-8%) e la tecnologia (-17%). Le previsioni di consensus indicano un miglioramento della situazione nei trimestri a venire che tuttavia non potrà invertire una tendenza generale al ribasso. La previsione per il 2020 è di un calo del 33% degli utili per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600. (…)

E se parliamo di Piazza Affari…

(…) Quest’anno si prevede che un quarto del listino archivi il bilancio in rosso. Solo per otto società del listino si prevede una crescita degli utili. Ci sono nomi come Diasorin (leader nella diagnostica) e Nexi (pagamenti digitali) tra le poche ad essere in qualche modo favorite dalla pandemia. Ma anche un colosso come Enel, prima società per capitalizzazione del listino. Le previsioni del consensus S&P Market Intelligence mettono in conto profitti più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. Decisamente meno rosea la situazione dell’altra grossa controllata pubblica Eni. (…) [Source]

La domanda che dobbiamo porci è: una vota che tutti questi dati trimestrali saranno noti e soprattutto saranno confermati, quale sarà la reazione del mercato? A questl punto a fare la differenza saranno due fattori:

a) L’outlook delle aziende stesse
b) La reazione del sistema che vuole difendere il mercato ad ogni costo

A questo va ovviamente aggiunto il fattore medico che risulta tutt’ora imprevedibile

Wall Street: Fed e Fmi non vedono bolle, ma attenti al forward P/E ratio dello S&P 500

Con la sessione odierna, partono ufficialmente il terzo trimestre e il secondo semestre dell’anno. Riguardo al secondo trimestre, non ci si può lamentare proprio di come è andata Wall Street. Il Dow Jones è balzato del 17,8% nel periodo aprile-giugno, anche se ha perso il 9,6% nel primo semestre. Lo S&P 500 ha fatto +20% nel secondo trimestre, scendendo del 4% da inizio anno, mentre il Nasdaq Composite è balzato rispettivamente del 30,6% e del 12,1%. Le performance del secondo trimestre sono di tutto rispetto se si considera noi crolli precedenti, scatenati dal panico del coronavirus che avevano affossato la borsa Usa a marzo, fino a farla capitolare ai minimi dell’anno. C’è tuttavia un campanello d’allarme, rappresentato da un parametro preciso: quello del rapporto forward price-to-earnings dello S&P 500 che, così come dimostra il grafico, è al record in ben 19 anni, ovvero dal febbraio del 2001.

Vale la pena ricordare che cosa si intende per questo ratio. Si tratta praticamente di un rapporto che utilizza gli utili che sono stati stimati dal consensus per il calcolo del ratio originario, che è il price-to-earnings. Investopedia spiega che, sebbene gli utili utilizzati in questa formula sono solo una stima, e dunque non sono affidabili come gli utili che effettivamente sono stati riportati o come gli utili che risultano dalle serie storiche, il rapporto dà comunque informazioni utili. Di norma, se il forward P/E ratio è più basso rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un aumento degli utili; se il forward P/E è invece più alto rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un calo negli utili.
Tornando al forward P/E ratio dello S&P, dai calcoli effettuati in data 30 giugno 2020 (ovvero ieri), emerge che l’indice azionario benchmark di Wall Street è scambiato a un valore pari a 21,6 volte le stime ponderate del consensus sugli utili futuri, in rialzo rispetto al forward P/E di fine 2019, che era pari a 18,3 volte. IL ratio è cresciuto nonostante lo S&P 500 sia negativo da inizio anno. Il motivo risiede nel fatto che gli analisti hanno tagliato i loro outlook sugli utili a tenendo in considerazione la devastazione economica provocata dall’esplosione della pandemia COVID-19.La paura sulla formazione di una bolla è dunque piuttosto alta, anche se sia la Fed che l’Fmi hanno escluso la formazione di bolle speculative sui mercati. In particolare, la scorsa settimana, James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, ha detto chiaramente di non intravedere prove di una bolla di asset. Charles Evans, invece, presidente della Federal Reserve Bank of Chicago, ha detto che l’economia americana potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli, e che è possibile anche che i tassi di interesse Usa finiscano con l’essere abbassati fino a diventare negativi.Riguardo ai titoli che hanno performato in modo migliore, nel secondo trimestre, si mette in evidenza Apple, al podio con rialzi del 43,5% (+24,2% nella prima metà dell’anno); Dow, con un rialzo paria + 39,4% nel secondo trimestre (nel primo semestre calo -25,5%); Microsoft, +29% nel secondo trimestre, Goldman Sachs +27,8%, Boeing +22,9%.

Stati Uniti: forte recupero per indice manifatturiero Fed Richmond a giugno

Forte recupero nel mese di giugno per l’indice manifatturiero stilato dalla Fed di Richmond. Il dato è passato da -27 del mese passato a 0. Il dato è anche migliore delle attese del consensus che avevano stimato -2.

Stati Uniti: Pmi servizi e manifattura migliorano a giugno, ma deludono le attese

Pmi servizi e manifatturiero in miglioramento negli Stati Uniti a giugno, pur deludendo le attese del mercato. Secondo la stima preliminare diffusa da Ihs Markit il Pmi servizi è risalito a 46,7 dai 37,5 della passata lettura, mentre il Pmi manifatturiero si è attestato a 49,6 dai precedenti 39,8. Il consensus Bloomberg indicava un Pmi servizi a 48 e quello manifatturiero a 50.

Stati Uniti: balzo vendite case nuove a maggio, +16,6% m/m

Balzo per le vendite di case nuove a maggio. Il dato ha mostrato una crescita mensile del 16,6% contro il -5,2% della passata rilevazione (dato rivisto da +0,6%). Anche il mercato si attendeva un dato in miglioramento, con una crescita al ritmo del 2,7 per cento.

Giappone, effetto COVID: Pmi manifatturiero al minimo in 11 anni. Rimbalza invece Pmi servizi

La lettura preliminare del PMI manifatturiero del Giappone diffusa congiuntamente da Jibun Bank e Markit indica un ulteriore rallentamento del dato, a giugno, a 37,8 punti, dai 38,4 punti di maggio.L’indicatore permane rimanere drammaticamente al di sotto della soglia dei 50 punti (linea di demarcazione tra fase di contrazione – valori al di sotto – e di espansione dell’attività economica – valori al di sopra) e oscilla al minimo degli ultimi 11 anni, continuando a risentire degli effetti della pandemia da coronavirus Covid-19 sull’economia. E’ il secondo mese consecutivo, di fatto, che il Pmi manifatturiero testa il valore più basso dal 2009.Forte rimbalzo invece per il Pmi dei servizi, balzato dai 26,5 punti precedenti a 42,3 punti. Il Pmi Composite è salito a 37,9 dai 27,8 di maggio.

Wall Street cauta nonostante boom Chicago Fed. Occhio a Netflix: titolo tocca record intraday

Sentiment improntato alla cautela a Wall Street, con l’indice Dow Jones che scende di 170 punti circa (-0,66%) a 25.698 punti. Il Nasdaq fa -0,10% a 9.935 mentre lo S&P 500 arretra dello 0,40% a 3.084 punti.I tre principali indici della Borsa Usa sono saliti la scorsa settimana per la quarta settimana consecutiva: sia il Dow Jones che lo S&P 500 hanno guadagnato l’1% circa, mentre ilNasdaq Composite è salito, su base settimanale, di oltre +3%.Buone indicazioni sono arrivate OGGI con la pubblicazione dell’indice Chicago Fed relativo all’attività economica nazionale che, nel mese di maggio, è tornato positivo, salendo a 2,61 punti da -17,89 di aprile.La media mobile del dato è avanzata inoltre da -7,5 punti di aprile a -6,65.La cautela della borsa Usa e dell’azionario globale si spiega con gli ultimi dati sul COVID-19, che indicano un aumento dei nuovi casi.In particolare, i dati stilati dalla Johns Hopkins University hanno messo in evidenza che, nella sola giornata di venerdì, i casi confermati di coronavirus COVID-19 negli Stati Uniti sono balzati di oltre 30.000 unità: si tratta del numero più alto di nuove infezioni individuate in un giorno dal 1° maggio scorso.Gli stati del Nevada, Florida, California e Arizona, in particolare, hanno riportato un numero record di nuovi casi di persone colpite dal virus.Occhio anche ai nuovi casi di coronavirus rilevati in alcuni paesi, tra cui la Germania, tanto che si parla dell’ipotesi di un nuovo lockdown nel Land tedesco Nordreno-Vestfalia, dopo più di 1000 contagi individuati in un mattatoio, il più grande in Europa, a Guetersloh.Detto questo, i bullish a Wall Street non mancano, se si considera il caso Netflix. Il titolo ha appena testato un massimo intraday di sempre a 460,70 dollari, dopo essere salito del 10% nell’arco di sei sessioni.

Governi e banche centrali: bazooka fiscali e monetari anti-Covid per $18,4 trilioni. Più del 20% del Pil mondiale

Gli stimoli straordinari che le banche centrali e i governi di tutto il mondo hanno lanciato per rispondere alla crisi del coronavirus ammontano a $18,4 trilioni, suddivisi in $10,4 trilioni di stimoli fiscali e $7,9 trilioni di stimoli monetari, per un totale pari al 20,8% del Pil mondiale iniettato soltanto negli ultimi tre mesi. E’ quanto emerge dai calcoli di Bank of America, che segnala anche come, dall’inizio dell’anno, ci siano stati ben 134 tagli record ai tassi.Il risultato è che le manovre senza precedenti lanciate in particolare dalle banche centrali delle sei aree del G-6 – dunque da Federal Reserve, Bce, Bank of Japan, Bank of England, Bank of Canada e Reserve Bank of Australia – hanno gonfiato i bilanci dei rispettivi istituti. Soltanto la Fed, alle prese con una valanga di monete da essa stampate, dallo scorso 2 marzo ha visto gli asset totali presenti nel suo bilancio volare di più della metà. In generale, dal 2008, il bilancio della Banca Centrale americana è cresciuto fino a rappresentare il 30% del Pil Usa.

Un  grafico mette in evidenza, a livello aggregato, i bilanci delle sei banche centrali.

Da un altro grafico emerge, inoltre, come gli stimoli fiscali fino a oggi adottati, in questo 2020, siano stati più elevati nelle economie dei paesi avanzati che in quelle dei mercati emergenti.

Del fenomeno ha parlato Michael Hartnett, responsabile investimenti di Bank of America, facendo notare che, stando ai dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, gli Stati Uniti e l’Australia sono state le economie che hanno iniettato maggiori stimoli fiscali (per un valore superiore al 10% del Pil), mentre l’Europa ha fatto ricorso soprattutto a garanzie aggressive sui crediti (per esempio, in Italia queste sono state lanciate per un valore pari al 32% del Pil). In Giappone e Corea del Sud si è scelta infine la strada delle iniezioni di capitali e dei prestiti governativi.
Una tabella ancora più dettagliata fa il punto dei varo stimoli monetari e fiscali lanciati dai governi:

Ftse Mib tiene nonostante effetto dividendi e contagi record nel mondo

Primi scorci di giornata con quotazioni in calo per Piazza Affari. Il Ftse Mib cede lo 0,09% a quota 19.600 punti. Ribasso superiore al 4% per Snam complice l’effetto dello stacco della cedola, così come per Terna (-3,8%).Complessivamente oggi staccano il dividendo 7 titoli del Ftse Mib. Poste Italiane un saldo cedola di 0,309 euro per azione; saldo cedola di 0,1426 euro per Snam e 0,1653 euro per Terna. Tra gli altri titoli presenti sul Ftse Mib si segnala lo stacco dividendo di Exor (0,43 euro, yield dello 0,84%), Leonardo (0,14 euro) e STM (prima tranche da 0,0375 euro). Infine Telecom Italia con cedola di 0,01 euro per le azioni ordinarie (yield del 2,63%) e soprattutto quella di 0,0275 euro per i detentori delle azioni risparmio (yield di circa il 7%).Da oggi Ftse Mib entreranno a far parte per la prima volta Interpump e Inwit, entrambi si muovono molto bene con rialzo rispettivamente del 5,5% e del’1,8%. I due titolo hanno preso il posto di Salvatore Ferragamo e Bper Banca.I mercati non sembrano scossi dai timori di una nuova ondata di epidemia da coronavirus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha rilevato un numero record di contagi di Covid nel mondo nella giornata di domenica, con oltre 183 mila nuova casi in 24 ore. L’aumento maggiore nelle ultime 24 ore è stato registrato negli Stati Uniti e in Sud America.

Borse europee aprono in deciso ribasso, timori su nuovi contagi coronavirus

Le Borse europee hanno aperto in deciso ribasso sui timori di una nuova ondata di epidemia da coronavirus, che frenano le speranze di una ripresa dell’economia. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 cede l’1,3%. A Francoforte il Dax perde l1,2%, a Parigi il Cac40 segna una flessione dell’1,3% e a Londra l’indice Ftse100 arretra di 1 punto percentuale. In assenza di ulteriori spunti, gli operatori guardano con preoccupazione all’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha rilevato un numero record di contagi di Covid nel mondo nella giornata di domenica, con oltre 183 mila nuova casi in 24 ore. L’aumento maggiore è stato registrato negli Stati Uniti e in Sud America, dove il Brasile conta ormai più di 50mila morti. Coronavirus a parte, sono pochi gli spunti macro che movimenteranno la seduta di oggi. Alcune indicazioni sono previste solo nel pomeriggio, in particolare la fiducia dei consumatori dell’Eurozona e le vendite di case negli Stati Uniti.

Week-end trading sui mercati asiatici, tra Covid-19 e tensioni geopolitiche

Le tensioni tra le due Coree, la distensione con gli Usa sulla responsabilità della pandemia e la gestione delle rivolta a Hong Kong, ma soprattutto il nuovo focolaio di Covid-19 a Pechino: quella che si chiude è stata una settimana di alta volatilità sugli indici asiatici a partire da lunedì, quando l’incubo del coronavirus è tornato ad affacciarsi sulla scena dopo quasi due mesi di tregua.

Un nuovo focolaio?

È cominciato tutto a Pechino, nel mercato agricolo all’ingrosso di Xinfadi (oltre 20 volte quello di Wuhan): centinaia di nuovi casi di Covid-19 in pochi giorni hanno fatto correre le autorità ai ripari, circoscrivendo la zona interessata, chiudendo scuole e luoghi di assembramento e cancellando intorno al 60% dei voli in arrivo e partenza dall’aeroporto di Pechino.L’indice di Shanghai, che già veniva da una serie di chiusure al ribasso, lunedì ha proseguito il trend, in perdita di oltre l’1%. D’altra parte, l’azione tempestiva (secondo quanto dichiarato da Pechino) del governo ha fatto in modo che la situazione tornasse sotto controllo, affilando quattro chiusure positive fino a quella di oggi (+0,96%, a 2.967 punti).

Le tensioni geopolitiche

Gli alterchi tra l’esercito cinese e quello indiano nella zona contesa dell’Himalaya, da una parte, e tra quello sudcoreano e quello di Pyongyang, dall’altro, per alcune ore hanno catturato l’attenzione degli operatori.Sui mercati non sono poi state registrate ripercussioni eclatanti, ma niente esclude un’escalation. È dal 20 maggio che l’esercito cinese e quello indiano portano avanti azioni sparse sulla cosiddetta “Linea di effettivo controllo”, ovvero un lembo di terra, la valle del Galwan, a cavallo della regione del Ladakh, in India, e quella autonoma del Tibet, in Cina.SI tratta comunque solo dell’ultima schermaglia nella disputa sino-indiana che prosegue da quarant’anni sul confine tra i due stati. Più preoccupante è invece stato l’attacco da parte della Corea del Nord a un centro di collegamento sudcoreano al confine. Dopo l’attacco, il ministro per la riunificazione di Seul ha rassegnato le proprie dimissioni; Kim Yeon-chul era stato nominato nell’aprile dello scorso anno dopo il fallimento delle trattative tra Usa e Corea del Nord e il rifiuto, da parte di quest’ultima, di stringere accordi commerciali fintantoché Seul rimanga sotto l’ala protettrice degli Stati Uniti – che non demordono con le sanzioni a Pyongyang, imposte dopo il rifiuto di abolire il programma di armi nucleari.Naufraga così il labile patto con cui, nel 2018, i due paesi avevano tentato un ravvicinamento: il governo nordcoreano ha annunciato di voler tagliare ogni canale di comunicazione militare e civile. Nessuna ripercussione tuttavia sull’indice Kospi, che anzi mercoledì ha chiuso in rialzo dello 0,37%.

Passi avanti nelle relazioni con gli Usa?

Secondo alcune indiscrezioni trapelate in giornata, si delinea segnali di schiarimento sul fronte Cina-Usa. Sembra infatti che Pechino si sia detta disposta a ottemperare agli accordi commerciali previsti dalla “Fase 1” della guerra dei dazi che ha contrapposto per oltre un anno e mezzo Cina e Stati Uniti.La notizia è arrivata proprio mentre si svolgeva l’incontro tra il segretario di Stato Usa Mike Pompeo e il diplomatico cinese Yang Jiechi, ieri. I due, in una riunione fiume di oltre sette ore nelle Hawaii in quello che Pechino ha definito un incontro “costruttivo”. L’ordine del giorno non è stato reso noto, ma sembra che i due abbiano parlato anche delle questioni dello Xinjiang, di Taiwan e, soprattutto, di Hong Kong.A proposito di Hong Kong, il parlamento cinese proprio in questi giorni sta discutendo la legge sulla sicurezza nazionale che, dopo il lockdown, ha riportato in piazza i manifestanti dell’ex colonia britannica. Il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo (il principale organo legislativo del partito Comunista) potrebbe deliberare già sabato: l’attesa ruota intorno alla pubblicazione della bozza di legge, che ancora non è certa.Da tenere monitorata dunque la situazione sull’indice Hang Seng: la legge, che già ha scatenato tensioni pericolose, potrebbe infatti allineare definitivamente i paesi occidentali (Usa prima di tutti) in una ferma condanna contro la Cina. L’indice di Hong Kong oggi ha chiuso in rialzo dello 0,73%, a 24.643 punti.

Overweight sui FANG, ma rally borsa Usa si sta sgonfiando. E’ il momento dell’Europa’

Rating overweight sui FANGs, sugli industriali e sull’healthcare, anche se, in generale, i rischi sulla Borsa Usa sono al ribasso. E’ quanto emerge dall’outlook sull’azionario di Barclays. “Equity Outlook: Time to be selective”. Gli strategist del colosso britannico lo dicono chiaramente: “con l’azionario che chiude sui massimi e viene scambiato a valutazioni significativamente elevate, riteniamo che sia arrivato il momento di essere selettivi. Crediamo che l’azionario europeo sia più attraente rispetto alla borsa Usa”. In particolare, “in Europa abbiamo rating overweight sui finanziari, i titoli hi-tech, le utility, i titoli minerari e industriali”.la crisi COVID-19 ha provocato il Bear market crash più veloce della storia, con l’indice (azionario globale) MSCI World in calo del 34% dal picco testato lo scorso 19 febbraio del 2020, che è stato poi seguito dal rimbalzo più forte mai avvenuto in precedenza, che lo ha portato a recuperare quasi le perdite YTD (da inizio anno). L’elemento catalizzatore che ha provocato prima il calo del mercato azionario e poi la sua ripresa è stato rappresentato dalla combinazione tra un virus che sembra essere diventato sotto controllo e iniziative coordinate di politica fiscale e monetaria, senza precedenti sia nella dimensione che nella velocità degli annunci”.
“Sebbene, così come nel caso della crescita economica, anche gli utili del 2020 dovrebbero essere negativi come accaduto nella Grande crisi finanziaria, la ripresa dovrebbe essere più veloce (di quella del 2008); visto che questa crisi economica è arrivata dall’esterno. Le aspettative del consensus degli investitori sull’azionario- continuano gli analisti di Barclays – sono dunque che gli utili del 2021 dovrebbero recuperare tornando ai livelli del 2019”. L’outlook è improntato forse a un ottimismo eccessivo? Questa aspettativa (del recupero degli utili) “è in netto contrasto rispetto alla maggior parte delle stime stilate da Barcalys, dal consensus e dalle banche centrali, secondo cui la ripresa economica dei paesi avanzati sarà più graduale (mentre invece gli emergenti dovrebbero recuperare in modo più veloce, trascinando al rialzo il PIl Globale. Le nostre stime sull’eps, che prebde in considerazione le proiezioni economiche, sono per esempio molto più basse. In più facciamo notare che, stpricamente, il consensus sugli utili tende a essere troppo ottimista e, di conseguenza, a essere rivisto al ribasso”.Nello spiegare il motivo per cui consigliano di posizionarsi più sull’azionario europeo che non sulla borsa Usa, gli analisti di Barclays scrivono che, “sebbene l’azionario globale abbia segnato un rally che lo ha portato a un valore inferiore di appena il 10% rispetto al precedente picco del 29 febbraio del 2020, rispetto al fondo testato lo scorso 23 marzo con un collasso (dai picchi) del 34%, sembra che la fase iniziale di rimbalzo sia passata”.


Barclays crede insomma che la carrellata di buy che si è riversata sui mercati azionari diventerà “meno importante, visto che il mondo si aggiusterà a una nuova realtà di crescita più bassa”. Ciò significa che, “visto che le valutazioni dell’azionario sono già gonfiate, e dunque consigliamo agli investitori di essere selettivi”.
E “l’azionario europeo è una opportunità, visto che ha sottoperformato Wall Street quasi sempre dal 2009, continuando a fare peggio anche da inizio anno. L’azionario Usa ha invece sovraperformato gli altri indici in modo significativo e presenta ormai valutazioni tirate, che non sono praticamente giustificate dai fondamentali. Di conseguenza, a nostro avviso, il profilo di rischio dell’azionario Usa appare meno attraente rispetto a quello europeo”. Ancora, viene fatto notare che, rispetto a qualsiasi altra area di investimento, l’Europa ha assistito a flussi in uscita dall’azionario in misura molto più forte. Il consensus continua a essere underweight sui titoli europei e le azioni presentano una convenienza rispetto alle azioni Usa vicina al record oppure anche viaggiano a valori che, relativamente a quelli dei titoli Usa, vicini al record oppure al record di sempre”. In più, “la ripresa globale (dell’economia) procede, e questo è un fattore positivo per l’azionario europeo vista l’elevata esposizione all’estero, e nonostante l’euro più forte. L’Europa è orientata anche ad avere più titoli Value e potrebbe beneficiare, dunque, da una ulteriore rotazione, che sta avvenendo a fronte della stabilizzazione dei rendimenti dei bond”.
Secondo Barclays, tuttavia, la vera svolta per l’Europa e per l’azionario è arrivata con la proposta Ue di aumentare il budget dell’Unione e di un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, di cui si sta discutendo tra l’altro in queste ore, in vista della riunione del Consiglio europeo. E’ vero che si continua a parlare di una proposta, che bisognerà vedere se riuscirà a vedere la luce in base a quanto è stato auspicato. Ma, secondo Barclays, “il fatto che per la prima volta Francia e Germania si siano trovati d’accordo su una proposta di un debito comune, senza ambiguità sugli strumenti da adottare e sulla somma del sostegno è, a nostro avviso,importante”.
Andando a vedere i settori su cui puntare in Europa, intanto il consiglio è di essere overweight sui titoli ciclici rispetto a quelli difensivi. Questo, perchè “crediamo che la ripresa dell’economia si sia ampiamente messa in moto, con i dati provenienti dalla Cina, dall’Europa e dagli Stati Uniti che si stanno muovendo nella giusta direzione, fattore che ha portato i nostri economisti a rivedere le loro stime, sebbene in misura modesta, al rialzo. La liquidità senza precedenti fornita dalle banche centrali di tutto il mondo ha provocato, inoltre, un aumento dell’offerta di moneta, mentre i governi stanno lanciando nuovi stimoli fiscali, che potrebbero facilitare la ripresa”. Le scelte cicliche top di Barclays, per l’Europa, sono i titoli industriali e minerari. I finanziari meritano un overweight. “Sebbene riconosciamo l’stacolo rappresentato dai tassi più bassi per più tempo (sulla redditività delle banche) e sebbene l’aumento degli accantonamenti e l’assenza (sospensione) di dividendi nel breve termine rappresentino una fonte di preoccupazione, il sostegno che arriva dalla Bce nel contenere l’aumento degli spread è stato di aiuto. In più, la ripresa dei prestiti suggerisce che la trasmissione del credito sta funzionando, a fronte di valutazioni che rimangono convenienti e posizionamenti ancora di supporto. Barclays consiglia di essere Overweight anche sul tech (titoli di società attive nella digitalizzazione) e sulle Utilities (per il processo della decarbonizzazione). Vengono bocciati invece in Europa, con rating underweight i settori energia, telecom e dei beni di prima mecessità”.

Piazza Affari parte con il piede giusto in attesa del Consiglio Ue, rimbalzo di Fineco

Piazza Affari parte con il piede giusto in attesa del Consiglio europeo che affronterà per la prima volta in concreto lo spinoso tema del Recovery Fund, partendo dalla proposta presentata a maggio dalla Commissione Europea sul fondo da 750 miliardi per rispondere alla crisi Covid-19. Gli sguardi degli investitori restano focalizzati anche sulle notizie che riguardano la pandemia da coronavirus: non tutti i segnali sono positivi, visto che i casi in quattro stati americani hanno riportato balzi record. La settimana si conclude anche con il “triple witching day”, il “venerdì delle tre streghe”, con la scadenza contemporanea dei futures su indici, delle opzioni su indici azionari e delle opzioni su azioni. Il giorno delle tre streghe si presenta quattro volte all’anno, il terzo venerdì dei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.Fin dai primi scambi l’indice Ftse Mib imbocca la via dei rialzi, segnando poco dopo l’avvio un +0,7% e attestandosi in area 19.623 punti, dopo la flessione di ieri. In testa al listino principale balza il comparto finanziario, guidato da Fineco che tenta il rimbalzo segnando un progresso di oltre il 2%, dopo che ieri ha chiuso con una flessione del 3,4%. La seguono Nexi e Banco Bpm con un rialzo intorno all’1%. Bene anche Enel (+1%). Secondo indiscrezioni di mercato, Macquarie potrebbe aver valutato Open Fiber (con una offerta non vincolante) 7 miliardi di euro. “La valutazione sarebbe molto elevata e potrebbe consentire a Enel l’incasso di un equity value di circa 2 miliardi, con un significativo capital gain sull’investimento, che a fine 2019 aveva un book value di 400 milioni circa”. Sul fondo del listino invece scivola Unipol con un debole -0,4% , seguita da Diasorin che cede lo 0,12% dopo aver segnato in avvio un ribasso dell’1%

Gran Bretagna: vendite al dettaglio rimbalzano a maggio più del previsto

Rimbalzo maggiore del previsto dei consumi in Gran Bretagna. A maggio, mese in cui sono state allentate le misure di lockdown, le vendite al dettaglio sono aumentate del 12% rispetto ad aprile, quando erano crollate del 18%. Il dato è migliore delle aspettative. Gli analisti infatti avevano stimato un recupero del 5,7%. Su base annua, quindi nei confronti di maggio 2019, le vendite al dettaglio in Gran Bretagna mostrano una flessione del 13,1% (consensus -17,1%).

Australia: vendite al dettaglio +16,3% a maggio grazie a fine parziale lockdown

Il dato preliminare delle vendite al dettaglio in Australia indica un balzo, a maggio, del 16,3%, successivo al tonfo del 17,7% di aprile. Il forte recupero era atteso, visto che il paese ha iniziato a sospendere le misure di contenimento lanciate per contrastare la pandemia da coronavirus proprio a maggio. Occhio al dollaro australiano, che sale nei confronti del dollaro Usa in misura però molto moderata, attestandosi a $0,6855 circa.

Effetto COVID frustra ancora di più Bank of Japan, inflazione Giappone attorno allo zero

Inflazione ancora attorno allo zero in Giappone, nonostante gli interventi di liquidità ripetuti della BOJ (Bank of Japan). Pesa la crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus e dal successivo lockdown, anche se c’è da dire che le manovre espansive della banca centrale non erano riuscite a scatenare un balzo significativo dell’inflazione neanche prima.Nel mese di maggio l’indice dei prezzi al consumo è salito di appena lo 0,1% su base annua, meno del +0,2% atteso, e allo stesso ritmo del mese precedente. Esclusa la componente dei prezzi dei beni alimentari freschi, il dato è sceso dello 0,2% su base annua, lanciando un alert di deflazione, rispetto al -0,1% atteso e allo stesso tasso di aprile.Esclusa la componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, l’indice è salito dello 0,4% su base annua, come da attese, e in recupero dal +0,2% precedente.Diffuse intanto oggi le minute della Bank of Japan guidata da Haruhiko Kuroda. Dai verbali emerge una grande incertezza su quello che sarà l’impatto effettivo del COVID-19 sull’economia del paese: qualche esponente ha suggerito acquisti di bond più aggressivi da parte della banca centrale, al fine di mantenere stabilmente bassa la curva dei rendimenti.

Stati Uniti: Philly Fed in risalita dopo crollo, a giugno risale a 27,5

Significativa risalita del Philly Fed a giugno. L’indicatore che misura l’andamento del manifatturiero dell’area di Philadelphia è passato a 27,5 punti rispetto ai -43,1 punti del mese passato, stracciando le attese del consensus che era in territorio negativo a -21,4.

Stati Uniti: calano ancora sussidi disoccupazione, nell’ultima settimana sono 1,508 mln

Negli Stati Uniti si sono registrate nella settimana conclusa al 13 giugno 1,508 milioni di nuove richieste di sussidi alla disoccupazione rispetto a 1,566 milioni di richieste della passata rilevazione (dato rivisto da 1,542 milioni). Gli analisti avevano stimato un calo ulteriore pari a 1,29 milioni.

Azionario Asia: Borsa Tokyo -0,45%. Ansia da COVID in Cina e Usa, focus su Ipo JD.com a Hong Kong

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in calo dello 0,45% a 22.355,46 punti. La borsa di Shanghai è piatta, Hong Kong -0,47%, Sidney -0,92%, Seoul -0,50%Pesano i timori su una seconda ondata di coronavirus, già alimentati alla vigilia dalle notizie in arrivo dalla Cina.Il balzo delle infezioni da coronavirus ha costretto Pechino a cancellare i voli, chiudere le scuole e creare anche zone rosse in alcuni quartieri della città.Non solo. Negli Stati Uniti, il Texas ha assistito a un balzo dei ricoveri, nella sola giornata di mercoledì, pari a +11%. E un modello sul coronavirus citato dalla Casa Bianca prevede ora che, entro il prossimo 1° ottobre, il numero di morti in Usa per il COVID-19 potrebbe essere superiore alle 200.000 unità.A Hong Kong, riflettori puntati sull’Ipo del gigante dell’e-commerce cinese JD.com. Il titolo è salito di oltre +3% rispetto al prezzo di collocamento con cui è sbarcato in Borsa.Tra le altre notizie di rilievo, oggi la PBOC (People’s Bank of Ch.ina, banca centrale della Cina) ha tagliato i tassi sui reverse repo a 14 giorni dal 2,55% al 2,35%, iniettando liquidità per 70 miliardi di yuan (l’equivalente di $9,88 miliardi) nel mercato monetario cinese. La PBOC ha iniettato anche 50 miliardi di yuan attraverso reverse repo a sette giorni, al tasso del 2,2%, lasciato invariato rispetto alla precedente iniezione di liquidità.Pessimi i numeri arrivati dall’Australia: nel mese di maggio, gli effetti del mix micidiale pandemia coronavirus + lockdown hanno azzerato in Australia 227.000 posti di lavoro, facendo schizzare il tasso di disoccupazione al 7,1%, record dal 2001. L’Ufficio Nazionale di Statistica dell’Australia ha reso noto che, negli ultimi due mesi, l’economia ha perso più di 824.000 posti di lavoro, con l’occupazione che è tornata ai livelli di marzo del 2017.A maggio il tasso di disoccupazione ha continuato a salire, dal 6,4% rivisto al rialzo di aprile.I numeri sono stati decisamente peggiori delle attese, visto che gli analisti, per il mese di maggio, avevano previsto una perdita di posti di lavoro inferiore, pari a -78.800 unità, rispetto alla perdita monstre di aprile, rivista a -607.400 unità.Il tasso di disoccupazione era stato stimato a un livello inferiore, pari al 6,9%, rispetto al precedente 6,4% (rivisto al rialzo).

Wall Street passa in rosso, Fauci avverte: pandemia negli Usa non è affatto finita

Frenata per Wall Street con gli indici che si riportano sotto la parità dopo un avvio promettente. TRa i singoli titoli si segnala la debolezza di Bank of America a -2,1%, in calo anche Facebook a -1,15%, mentre salgono con decisione Netflix (+2,2%) e Amazon (+1,435).I mercati azionari statunitensi sono reduci da una serie di tre guadagni giornalieri consecutivi nonostante il riemergere negli ultimi giorni di preoccupazioni per il rilancio della pandemia sia negli Stati Uniti che in Cina.In particolare, preoccupa il rischio seconda ondata in Cina. A Pechino si segnalano 31 nuovi casi e le autorità hanno deciso di chiudere le scuole, università e luoghi di intrattenimento, mentre anche la vicina regione di Heilonjiang ha imposto un periodo di quarantena di tre settimane; oltre 1.200 voli sono stati cancellati. In giro per il mondo continuano le difficoltà del Brasile che ha registrato un record di 34.918 nuove infezioni, mentre il Messico ho visto 4.599 nuovi casi.In un’intervista con il Financial Times, l’immunologo americano Anthony Fauci – consigliere del presidente Trump – ha avvertito che la pandemia non è finita negli Stati Uniti come dimostra il numero crescente di infezioni in stati importanti come Texas, Florida e California.

Stephen Roach: ‘crash dollaro inevitabile, rischio stagflazione. Combinazione letale in Usa’

“Il crash del dollaro è praticamente inevitabile”. Lo ha detto Stephen Roach, l’ex persidente di Morgan Stanley Asia, nel corso dell’intervista rilasciata alla trasmissione “Trading Nation” della Cnbc. “Il dollaro scenderà in modo molto, molto violento”. Ovvero? Del 35% rispetto alle altre principali valute. E il crash potrebbe verificarsi l’anno prossimo, o tra due anni. Insomma – e non solo secondo Stephen Roach – l’era del dollaro forte sarebbe arrivata al capolinea, a dispetto di quanto dice il presidente americano Donald Trump. E questo per colpa della crisi da coronavirus che ha investito il mondo intero e per un problema che accomuna gli Stati Uniti a tanti altri paesi: quello relativo al deficit massiccio.
Stephen Roach“La situazione andrà di male in peggio, visti i deficit fiscali che esploderanno nei prossimi anni – ha spiegato l’economista, che ora insegna presso la Yale University – .Nelle ultime due settimane, lo Lo US Dollar Currency Index ha recuperato terreno, salendo di oltre +1%. Su base annua, il trend è praticamente piatto. Ma Roach fa notare che non è questo il momento per diventare compiacenti, anche perchè ci sono altri campanelli di allarme che non possono essere ignorati.Probabilmente “il tasso nazionale dei risparmi scivolerà ancora di più in territorio negativo, più di quanto sia mai accaduto negli Stati Uniti o in qualsiasi altra grande economia nella storia dell’economia”, ha detto l’ex Morgan Stanley. Insomma, Stephen Roach non intravede motivi più o meno grandi per credere in una ripresa del dollaro. Piuttosto, il contrario. Al punto che quello che è noto come una delle voci più ascoltate di Wall Street, e anche da tanti anni, fa notare la presenza di una “combinazione letale”.“Allo stesso tempo – spiega – l’America si sta allontanando dalla globalizzazione ed è concentrata a prendere le distanze dal resto del mondo”.L’effetto domino del crash ‘inevitabile’ del dollaro non può essere escluso: “In generale, l’implicazione è negativa per gli asset finanziari Usa, visto che (un crollo della valuta) rende più probabile l’inflazione, visto che significa importare beni stranieri dall’estero a costi più alti. Fattore negativo per i tassi di interesse” che, a quel punto, la Fed potrebbe essere costretta ad alzare.Stephen Roach teme che il crash dollaro possa scatenare una stagflazione simile a quella della fine degli anni ’70, quando i prezzi salirono in modo significativo, a fronte di una crescita dell’economia a dir poco pervenuta. E lo scenario non sarebbe diverso neanche se ci fosse un cambio di leadership alla Casa Bianca con le elezioni presidenziali di novembre visto che il Congresso continuerà a fare di tutto per rendere il più possibile indolore l’impatto economico della crisi da pandemia di coronavirus.“Le autorità, bisogna dirlo, non si sono trovate mai neanche in una situazione vicina a quella crisi che stiamo vivendo”.L’outlook di Stephen Roach sul dollaro fa traballare ancora di più la speranza-profezia di Donald Trump che, qualche settimana fa, si è mostrato sorprendentemente bullish sul biglietto verde, dopo aver attaccato vari banchieri centrali, incluso l’ex della Bce Mario Draghi, per lanciare politiche monetarie atte a far deprezzare le altre valute nell’ottica di una svalutazione competitiva. E invece a metà maggio, contraddicendo anni di dichiarazioni diametralmente opposte, Trump ha così detto: “E’ un grande momento per avere un dollaro forte”.

Giappone: crollo export più forte da crisi 2009, esportazioni auto in Usa oltre -70%

Nel mese di maggio le esportazioni giapponesi sono crollate al ritmo più veloce dalla crisi finanziaria globale del 2009, zavorrate soprattutto dal tonfo delle consegne di auto verso gli Stati Uniti.Il dato conferma le aspettative di una contrazione profonda per la terza economia al mondo.La crisi provocata dalla pandemia da coronavirus si è tradotta, per la precisione, in un calo delle esportazioni del Giappone pari a -28,3%, peggio del -26,1% atteso dagli economisti intervistati da Reuters e anche del -21,9% di aprile. Si tratta della flessione, su base annua, più forte dal settembre del 2009.Dimezzato l’export verso gli Usa – principale mercato del Giappone -, che ha sofferto il tonfo – su base annua – più forte dal marzo del 2009, a causa del crollo superiore a -70% delle esportazioni di auto e componenti auto.Le importazioni sono scese del 26,2%, più del -20,4% stimato, e al ritmo peggiore dall’ottobre del 2009. Il risultato è che il Giappone ha sofferto a maggio un deficit di 833,4 miliardi di yen (equivalente di $7,77 miliardi), comunque meglio rispetto al deficit da 1,07 trilioni di yen atteso.

Giappone, sondaggio Reuters Tankan: sentiment aziende manifatturiere e non a minimi da 2009

Dal sondaggio mensile Reuters Tankan emerge che il sentiment delle aziende manifatturiere giapponesi rimane al minimo dal giugno del 2009. Nel mese di giugno, l’indice relativo è sceso ulteriormente a -46 punti, in calo rispetto a -44 a maggio.L’indice non manifatturiero, invece, ha recuperato lievemente terreno, salendo a -32 punti dai -36 precedenti.Da segnalare che il report Reuters Tankan anticipa la diffusione del rapporto trimestrale che prende lo stesso nome diffuso dalla Bank of Japan (BOJ).L’outlook rimane fosco. Per il mese di settembre si prevede che l’indice che monitora il sentiment delle aziende manifatturiere si attesterà a -35 punti, mentre quello delle aziende non manifatturiere sarà pari a -29 punti.

Alert contagi in Cina e Us smorza entusiasmo mercati, Wall Street rallenta e poi scatta di nuovo

L’ondata di ottimismo sui mercati all’indomani del nuovo intervento della Fed e in scia ai forti dati sulle vendite al dettaglio Usa è stata parzialmente attutita dalle ultime notizie sul peggioramento delle infezioni da coronavirus in Florida, Texas e Cina. Gli indici di Wall Street, partiti a spron battuto e arrivati fino a quasi +3%, hanno repentinamente rallentato e l’indice S&P 500 ha ridotto i guadagni a circa +0,6% per poi accelerare di nuovo a +1,7% in area 3.126 punti. La volatilità del mercato rimane sostenuta con VIX in area 34 pti.Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato oggi che l’economia americana potrebbe essere in fase di stabilizzazione, ma rischia di affrontare significativi rischi a lungo termine a causa dell’elevata disoccupazione e dell’ondata di fallimenti delle piccole imprese in scia al coronavirus. Secondo il numero uno della Fed, una ripresa completa dell’economia Usa è improbabile “fino a quando la gente non sarà sicura che la malattia è contenuta”.Intanto secondo quanto riporta Bloomberg, Pechino si appresta a chiudere le scuole a causa della nuova ondata di casi di Covid.

BET TRADING: la nuova frontiera della bolla speculativa

Tutti i vari post sulla liquidità scritti nelle ultime settimane vi hanno illustrato un mondo, quello della finanza, inondato di cash. Una liquidità che ha sicuramente effetti benefici, quantomeno nel breve termine, ma che nel lungo termine ci sono molti aspetti che oggi sono sottovalutati e che avranno conseguenze tuttora difficili da quantificare.Ma è normale, in un contesto come quello attuale, che la forte quantità di cash non vada a finire tutta nell’economia reale, ma buona parte della stessa finisca proprio nella finanza. Un percorso che non per forza è IRREVERSIBILE, e magari un giorno questo denaro finirà realmente nell’economia reale. Ma in questo momento, è destinato ad altre cose. Cash o finanza.E se fino a qualche tempo fa, investire in finanza significava un aumento degli investimenti tradizionali, tramite equity, fondi ecc, oggi ci sono anche delle soluzioni di investimento innovative che sono figlie della speculazione finanziaria più estrema.
Ed è per questo che l’ho battezzata BET FINANCE o BET ECONOMY. Fate voi… Nel mio piccolo preferisco definirla BET TRADING vista proprio la tipologia di quelli che diventa difficile definirli investimenti, mentre sono molto più vicini al classico ALL IN.
E questo fenomeno non è destinato a fermarsi.
Prendiamo ad esempio il 30 giugno. Un giorno come tanti altri, direte voi. Ma non per la FED.

(…) In parole povere e in totale contrasto con quanto accaduto lo scorso settembre, quando la scarsezza di liquidità sui conti di riserva della Fed innescò la crisi del mercato repo che sancì il ritorno in campo della Banca centrale Usa dopo un decennio, il Tesoro americano sta per alluvionare il mercato con 700 miliardi di cash. Di fatto e al netto della purga della seduta borsistica dell’11 giugno, questo accadrà in piena euforia degli indici e con il livello della ratio put/call che mostra chiaramente la propensione rialzista degli operatori e la pressoché – pericolosissima – assenza di strategie di hedging in atto. Insomma, si sta per offrire un pacco enorme di free-drink a chi ha già bevuto troppo e, a breve, potrebbe mettersi alla guida. (…) [Source] 

A tutto questo aggiungiamo le buone news in arrivo dai mercati di questa notte. Una FED che aumenta gli acquisti e la BOJ che segue a ruota.

(…) La Federal Reserve amplia il sostegno ai mercati e le Borse registrano con favore questa nuova iniziativa, mentre restano alte le preoccupazioni per una seconda ondata del virus in Cina e negli stessi Stati Uniti. (…) ha fatto sapere che inizierà ad acquistare un “ampio e diversificato portafoglio di bond societari a sostegno della liquidità del mercato e la disponibilità di credito”, sottolineando che gli acquisti saranno effettuati tramite il suo programma di emergenza che finora ha riguardato solo Exchange-Traded Fund, Etf. (…) Sul mercato giapponese si è confermata ben presente anche la Bank of Japan (Boj) che ha mantenuto invariata la sua politica monetaria espansiva, ma, al contempo, ha ulteriormente aumentato la dotazione dei suoi programmi di aiuto per le imprese che affrontano la grande crisi economica causata dalla pandemia. Le eccezionali misure adottate dalla Boj da marzo scorso per sostenere il finanziamento delle società giapponesi ammontano ora a 110 trilioni di yen (900 miliardi di euro), contro 75 trilioni di yen in precedenza, ha annunciato l’istituzione monetaria dopo la sua riunione. (…) [Source] 

Facciamo pure tutte le valutazioni e le ponderazioni del mondo ma poi tanto tutto va a farsi benedire da questo interventismo che ormai sta raggiungendo picchi impensabili.
Il Quantitative Easing fa decollare la massa monetaria (M2) che però solo parzialmente va nell’economia reale.
Quindi possiamo dire che è deficit pubblico a favore e sostegno di Wall Street. E guarda caso tutto questo avviene proprio in prossimità delle elezioni USA. Dite che sia poi tutto così casuale? Sicuramente no, diciamo che si vuole unire l’utile al dilettevole e che con un piccione si prendono due fave. Intanto però le incongruenze non potranno che aumentare, e su questo non ci sono dubbi.
E tra le varie incongruenze, drammaticamente alimentate proprio da questa liquidità, compresi i sussidi pagati ai cittadini, c’è appunto in BET TRADING, un ramo della BET ECONOMY a cui stiamo assistendo.

MA cosa diavolo è questo BET TRADING?

E’ un modo di speculare con un tipo di approccio al rischio di tipo TOTALE. Quindi si rischia praticamente tutto il capitale ma i margini di guadagno sono a tre cifre. E non pensate a ragionamenti qualitativi. Qui si lavora solo sulla speculazione e sul VIX.

(…) I numeri delle piattaforme dipingono un quadro in crescita esponenziale negli Usa di chi mescola il trading al betting. Un anno fa gli utenti di WallStreetBetz – una delle piattaforme più conosciute nel settore che fa parte della community Reddit – erano 577mila. Oggi si sono moltiplicati a quota 1,3 milioni. (…)

Clienti consapevoli di cosa fanno? Ma neanche per sogno. Conta solo speculare, guadagnare usando soldi che spesso “sono piovuti dal cielo”, come appunto i sussidi pagati da Trump nel bel mezzo della crisi Covid-19.

(…) L’espansione del fenomeno è fotografata anche dati di RobinHood, broker nato nel 2014 (ma non presente in Italia) con la mission di «rubare ai ricchi per dare ai poveri». Sulle operazioni di trading non vengono applicate commissioni, poi sta all’abilità degli utenti generare profitti vendendo a prezzi più alti di quelli di ingresso. «Questa nuova generazione di scommettitori sta puntando i soldi ricevuti dalle politiche fiscali per contrastare il coronavirus, 1.200 dollari attraverso la helicopter money e 600 dollari al mese come sussidio di disoccupazione (…) Con il risultato che oggi i mercati sono doppiamente drogati: in prima istanza dalle politiche monetarie dalle banche centrali e in seconda battuta, seppur con proporzioni molto diverse, dalle modalità con cui alcuni sussidiati stanno decidendo di spendere i soldi ricevuti dall’ “elicottero” governativo». (…) [Source]

Avete capito quindi cosa è il BET TRADING? Ed ecco quindi che certe situazioni paradossali diventano subito più chiare, perché poi, per guadagnare di più, si usano anche titoli molto aggressivi, come ad esempio Hertz, la società di noleggio auto che ha portato i libri in tribunale ma che, dopo la dichiarazione di fallimento, ha addirittura visto crescite esponenziali delle quotazioni, tanto che gli amministratori hanno chiesto l’autorizzazione a vendere delle azioni, in quanto ritenevano la cosa come un’opportunità tanto assurda quanto straordinaria per recuperare tutto il recuperabile.

(…) Hertz Global Holdings, che aveva fatto richiesta d’ingresso in Chapter 11 lo scorso 22 maggio, vuole vendere azioni per 1 miliardo di dollari per approfittare del recente rally a Wall Street: dai minimi di 56 centesimi segnati il 26 maggio, il titolo ha toccato un picco di 5,53 dollari l’8 giugno. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, gli avvocati del maggiore gruppo Usa di noleggio auto (in termini di vendite) hanno dichiarato al giudice fallimentare che l’apprezzamento del titolo “presenta un’opportunità unica”. Hertz per altro proprio il 26 maggio aveva ricevuto una notifica di delisting dal New York Stock Exchange ma ha fatto ricorso in appello (il titolo continuerà a scambiare regolarmente al Nyse fino a quando non verrà risolto l’appello). Hertz, dopo avere chiuso con un crollo del 18,25% giovedì a Wall Street (a 2,06 dollari di valore), ha toccato un rally superiore all’8% in after market.(…) [Source] 

Ovviamente non c’è solo Hertz (serviva per spiegare cosa succede) ma tutti i titoli più “in trend” e quindi ovviamente Tesla, Apple, Amazon ecc.
Un modo di concepire la finanza e gli investimenti che…non hanno nulla a che fare con la VERA finanza. L’ennesimo tassello che ci deve dare consapevolezza di come si sta evolvendo la situazione e di come non dobbiamo più sorprenderci di nulla.
Nel bene. Ma prima o poi anche nel male.

PS: vi lascio questo ultimo grafico. Un aggiornamento sulla massa monetaria M2 generata (sempre più impennata!), sulla velocità di circolazione della moneta (sempre più bassa), sul debito generato (sempre più alto) e sull’indice CPI (Che continua a scendere, a testimonianza del fatto che i soldi in buona parte vanno nella finanza).
Credo che il giochino sia stato scoperto, ditemi voi cosa ne pensate. E tutto il resto non è che tanta bella filosofia che nel breve, conta come il due di picche.

Stati Uniti: produzione industriale migliora, +1,4% m/m a maggio

La produzione industriale americana migliora a maggio, ma non c’entra le attese del mercato. Il dato ha mostrato un rialzo mensile dell’1,4% rispetto al crollo del 12,5% della passata rilevazione (il dato è stato rivisto da -11,2%). Il consensus Bloomberg indicava, però, una crescita mensile del 3 per cento.

Stati Uniti: rimbalzo vendite al dettaglio, aumentano speranze ripresa a forma di ‘V’?

Il rimbalzo delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti nel mese di maggio aumenta le speranze di una ripresa a forma di ‘V’. E’ quanto scrive James Knightley, chief international economist di ING, commentando i dati sulle vendite al dettaglio diffusi nel pomeriggio italiano.Nel dettaglio, le vendite al dettaglio Usa hanno mostrato a maggio una crescita del 17,7%, grazie alla riapertura del settore retail dopo la fase di lockdown lanciata per contenere i contagi da coronavirus. Il dato è andato ben oltre le attese ferme a 8,4% e ha scacciato il -14,7% registrato ad aprile (dato rivisto da -16,4%). “Questo dato è molto più forte rispetto a quanto aveva suggerito l’indice Redbook relativo ai dati settimanali sulle vendite al dettaglio delle catene di negozi Usa, aumentando le speranze di una ripresa a forma di V”, afferma l’economista di ING.“È chiaro che l’enorme sostegno fiscale e monetario, compresi gli extra di 600 dollari alla settimana per i sussidi di disoccupazione, ha dato alle famiglie il reddito e la fiducia per spendere. Tuttavia, questo pagamento extra termina a luglio e bisogna ricordare che l’occupazione è ancora in calo di 20 milioni rispetto all’inizio dell’anno”, prosegue Knightley, secondo il quale “le prospettive per i prossimi mesi rimangono incerte e saranno determinate dalla rapidità con cui la riapertura prenderà slancio e da quanti lavoratori torneranno ai loro posti di lavoro”.

Wall Street in rialzo, Dow Jones +700 punti dopo Fed e rumor bazooka Trump. Apple snobba l’Ue

Wall Street positiva, con il Dow Jones che vola di quasi 700 punti (+2,68%), a quota 26.452; il Nasdaq sale di quasi 200 punti (+2%), a 9.919 punti, mentre lo S&P 500 avanza di 73,96 punti (+2,41%), a 3.140.Ottimo il dato sulle vendite al dettaglio degli Stati Uniti, che sono balzate nel mese di maggio del 17,7%, grazie alla riapertura del settore retail dopo la fase di lockdown lanciata per contenere i contagi da coronavirus.Ad aprile le vendite erano scese del 14,7%. Il dato, che ha riportato il balzo più forte di sempre, è stato decisamente migliore delle attese degli analisti, che avevano previsto un rialzo dell’8,1%.Buone notizie anche dal fronte Fed, che ieri ha annunciato l’estensione degli acquisti dei corporate bond Usa. Oltre agli ETF la banca centrale guidata da Jerome Powell rileverà anche obbligazionari societarie singole, scambiate sul mercato secondario.L’ottimismo sull’azionario si spiega anche con le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui l’amministrazione Trump starebbe lavorando su una nuova proposta di stimoli fiscali da $1 trilione in spese per infrastrutture.Tra i titoli, focus su Apple, finita nel mirino delle autorità antitrust di Bruxelles. La Commissione europea ha avviato due indagini per stabilire se il colosso di Cupertino abbia violato le leggi sulla concorrenza riguardo al suo servizio Apple Pay e al suo App Store. Se ritenuta colpevole, Apple potrebbe dover pagare una multa fino al 10% delle sue entrate annuali ed essere costretta ad adeguare le sue pratiche commerciali. Il titolo tuttavia non risente della notizia e sale di oltre +2%.

Wall Street pronta a proseguire i rialzi supportata dalla Fed

I futures sugli indici statunitensi si muovono in territorio positivo, anticipando un avvio di seduta in rialzo per Wall Street, che proseguirebbe così i guadagni di inizio settimana. A circa dure ore dalla partenza il contratto sul Dow Jones sale dell’1,8%, quello sull’S&P500 avanza dell’1,3% e il future sul Nasdaq segna un +1,2%. A risollevare l’umore degli investitori, mettendo in secondo piano, almeno per il momento, gli sviluppi della pandemia, è stata la Fed. L’istituto centrale ha annunciato che partiranno gli acquisti di titoli corporate bond sul mercato secondario. Fino ad ora la Fed aveva acquistato solo ETF. Nel frattempo, notizie positive giungono anche dal governo americano che starebbe preparando un nuovo piano da 1.000 miliardi di dollari di investimenti per le infrastrutture, con l’obiettivo di rilanciare l’economia Usa.Prima della partenza di Wall Street, attenzione alle indicazioni in arrivo dal fronte macro. Alle 14.30 verranno diffuse le vendite al dettaglio e alle 15.15 la produzione industriale. Entrambi i dati sono previsti in deciso aumento a maggio. Si segnala anche l’audizione di Jerome Powell, governatore della Fed, in Senato per presentare il Monetary Policy Report.

Dal fattore FOMO alla sbornia Tech: le 10 ragioni che spingono a investire proprio ora sulle azioni

L’economia mondiale è ancora in piena recessione e in molte aree – quali America Latina, India e gli stessi Stati Uniti – i nuovi contagi sono ancora a livelli molto elevati. Sui mercati però sembra che sia già arrivato il momento di mettersi la crisi alle spalle e tornare a puntare con decisione sull’azionario.
Cosa c’è dietro questa notevole ripresa dei mercati, che in alcuni casi è sensazionale se si pensa ai record recentemente aggiornati dal Nasdaq. Dopo il drammatico calo di marzo, i prezzi stanno risalendo con convinzione negli ultimi mesi e solitamente il mercato tende ad anticipare quello che succederà nell’economia reale. In queste settimane si è parlato ripetutamente su scommessa degli investitori per una ripresa a V, ma dietro al rally forsennato delle azioni c’è sicuramente dell’altro.

Dieci motivi per salire adesso sul Toro

Il Centro Studi BGSAXO ha individuato ben 10 ragioni per cui gli investitori stanno investendo proprio ora. Eccole riportate di seguito.

  1. Acquista quando il mercato scende “Buy the Deep”.

L’ottimismo è una caratteristica importante di un gran numero di investitori. E nonostante la dura crisi della corona, molti di loro credono – e continuano a credere – in buoni rendimenti. Non solo a lungo termine, ma anche a breve termine. Nello scenario attuale che ha visto toccare minimi storici, molti investitori pensano che sia il momento perfetto per entrare o acquistare a prezzi scontati.

  1. Cerca il rendimento

La crisi in corso non ha modificato i tassi di interesse estremamente bassi. Al contrario, la pressione sui tassi di interesse e l’aspettativa che questi rimangano tali per lungo tempo sono solo aumentati. Gli investitori che erano alla ricerca di rendimenti aggiuntivi e quindi hanno detto addio a liquidità e risparmi, hanno solo più motivi per continuare a cercare mercati più redditizzi.

  1. il ruolo delle Banche centrali

La BCE, la Federal Reserve e altre banche centrali hanno colto la crisi come un’opportunità per una nuova e inedita ondata di liquidita’ uniti a programmi di riacquisto di titoli di stato e obbligazioni societarie. Ciò crea un’enorme afflusso di nuovi soldi che – come negli ultimi anni – sta riconducendo in larga misura ai mercati finanziari.

  1. I Governi pagano il conto

Anche la Commissione europea e i governi dei paesi colpiti dalla crisi sanitaria stanno spendendo miliardi per mitigare e prevenire gli effetti drammatici sull’economia gettando liquidita’ “a qualunque costo”. Sebbene i governi siano consapevoli di un conseguente indebitamento, questo approccio sta attenuando il danno economico e fornendo, tra gli altri, investimenti importanti nel settore sanitario.

  1. Tecnologia, tecnologia, tecnologia!

Non solo il settore medico è monitorato dagli investitori, ma anche il settore delle grandi tecnologie non sembra preoccuparsi della crisi globale. Aziende come Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft sono addirittura considerate i grandi vincitori. Il fatto che queste cosiddette aziende GAFAM pesino ora oltre il 20% dell’ S&P-500 e che siano centrali nel Nasdaq-100, spiega l’ottimo andamento di questi indici.

  1. Cina e mercati emergenti

Europa e Stati Uniti sono state colpite duramente e hanno molte morti attribuite al COVID-19, ma gran parte del mondo è stata molto meno colpita dalla pandemia. L’impatto in Africa e in Asia è molto inferiore e pertanto danneggerà di meno questi mercati emergenti. Questo scenario unito ad un mercato Cinese in rapida ripresa potrebbe trainare le economie occidentali a uscire più rapidamente dalla crisi.

  1. Energia a buon mercato

I prezzi attualmente molto bassi dell’energia e delle altre materie prime stanno sicuramente aiutando. Sebbene i paesi (ad esempio la Russia) e le aziende (ad esempio Shell) abbiano accusato il colpo, questo trend è un dono del cielo per altri settori interessati, come il trasporto aereo. I bassi prezzi dell’energia possono anche far uscire il resto dell’economia dalla crisi più velocemente e in modo più economico.

  1. Speranza per il vaccino

Naturalmente non possiamo dimenticare la causa della crisi stessa. Il coronavirus. Nonostante l’effetto devastante sull’economia e sulle imprese, c’è una forte sicurezza che il virus possa essere contenuto e che ci si possa convivere. Pare anche certo che un vaccino arriverà si tratta solo di tempo. Un folto gruppo di investitori sta già speculando su questa buona notizia, che senza dubbio darà una spinta ai mercati.

  1. Guardando al futuro

Ma guardare al futuro non riguarda solo il COVID-19. Gli investitori con orizzonti temporali più lunghi non lasceranno che l’attuale crisi li ponga fuori dai giochi. Stanno osservando cifre storiche e sono convinti che i profitti e i dividendi aziendali torneranno presto alla normalità. Non si allontaneranno dal mercato, ma continueranno a investire, soprattutto ora.

  1. Paura di non cogliere l’attimo (FOMO)

Infine c’è il gruppo di investitori irrequieto. Hanno osservato cadere il mercato azionario, ma ora lo vedono rialzarsi rapidamente. E hanno sempre più paura di perdere il treno se non arrivano in tempo: The Fear of Missing Out (FOMO). Non sanno se ciò che accade ha caratteristiche fondamentali e strutturali, ma non importa. Vogliono evitare il rischio di perdere una potenziale occasione e seguono il trend principale.
Un dato oggettivo è che i mercati si sono chiaramente spostati nuovamente verso l’alto nell’ultimo mese. Naturalmente ci sono anche molti aspetti negativi correlati alla situazione attuale da tenere in considerazione. Spetta a te valutare ogni aspetto del mercato e decidere in modo consapevole se ci sono evidenti segnali di espansione anche per il futuro.
Forse stai investendo pesantemente o forse ti stai mantenendo a distanza dal mercato azionario. Qualuncque sarà la direzione del mercato una cosa è certa, il 2020 sarà un anno che passerà alla storia.

Boom borsa di Tokyo e azionario Asia: indici fino a +5% dopo nuovo bazooka Fed. Bene anche futures Usa

Boom per la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei 225 che ha chiuso la sessione balzando del 4,88% a 22.582,21 punti, dopo che la Bank of Japan ha confermato la sua politica monetaria, come da attese. La borsa di Shanghai avanza di oltre +1%, Hong Kong quasi +3%, Sidney balza di oltre +4%, Seoul quasi +5%.Al termine della riunione odierna, la BoJ ha mantenuto i tassi di riferimento invariati a -0,10%, lasciando fermo anche il target sul rendimento dei titoli di stato decennali attorno allo zero per cento. L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda ha confermato di voler acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato giapponesi, nell’ambito del suo programma di Quantitative easing.La banca centrale giapponese acquisterà anche ETF al ritmo di 20 trilioni di yen all’anno. Infine, per quanto riguarda il programma anti-Covid per le imprese, la BoJ ha mantenuto gli importi in essere a circa 110 trilioni di yen all’anno.Dal comunicato della BOJ emerge che Kuroda & Co lanceranno misure di politica monetaria espansiva senza esitazione in caso di bisogno, continuando a prestare attenzione all’impatto della pandemia da coronavirus sull’economia del Giappone.

L’assist delle banche centrali c’è. I mercati guardano anche – o soprattutto – alle novità arrivate dalla Fed, che ieri ha annunciato l’intenzione di acquistare anche i singoli corporate bond.

In precedenza, la Federal Reserve aveva annunciato l’acquisto dei corporate bond sul mercato primario attraverso gli ETF. Ora, insieme a quegli acquisti,la banca centrale guidata da Jerome Powell rileverà anche corporate bond scambiati sul mercato secondario.

Reazione positiva dei futures sulla borsa Usa, con quelli sul Dow Jones che salgono di 465 punti, indicando un avvio di seduta, per l’indice, in rialzo di più di 500 punti.

Bloomberg riporta inoltre che l’amministrazione Trump starebbe lavorando su una nuova proposta di stimoli fiscali da $1 trilione in spese per infrastrutture.

Inoltre, dalle minute della Reserve Bank of Australia è emerso che il board della banca centrale “ha riconosciuto che un allentamento significativo, coordinato e senza precedenti della politica fiscale e monetaria in Australia sta aiutando l’economia ad attraversare questo periodo difficile”.

Ancora: “è probabile che questi sostegni fiscali e monetari siano richiesti per un periodo di tempo”.

Piazza Affari a spron battuto grazie a Fed: volano banche, FCA e Leonardo

Partenza lanciata per Piazza Affari grazie alla sponda della Fed. Il Ftse Mib segna un +2,08% a quota 19.324 punti con banche in prima fila. Sponda importante al ritorno dell’ottimismo sui mercati è stata la mossa della Federal Reserve che annunciato l’acquisto anche di singoli corporate bond scambiati sul mercato secondario oltre a quelli che sta acquistando attraverso gli ETF. Orientamento ultra-espansivo anche della Bank of Japan. L’istituto guidato da Haruhiko Kuroda ha confermato di voler acquistare un ammontare illimitato di titoli di stato giapponesi, nell’ambito del suo programma di Quantitative easing.Sponda al rally dei mercati anche dal calo dei casi di Covid a Pechino (27 nuovi casi segnalati lunedì, in calo rispetto a 36 nuovi casi del giorno precedente).Sul parterre di Piazza Affari si segnala il rally del settore bancario. Unicredit segna +3,29%, Intesa Sanpaolo +3,11%, Banco BPM +2,67% e UBI +2%. Molto bene anche gli industriali con Buzzi in testa a +6,4%, Leonardo quasi +4%, FCA +3,9% e STM +3,3%.Infine in evidenza Telecom Italia (+2,6%) con il rumor di un’offerta del fondo australiano Macquarie per rilevare il 50% di Open Fiber detenuto da Enel. Operazione che potrebbe favorire il processo verso la rete unica TIM-Open Fiber.

Stati Uniti: indice Empire State manifatturiero sorprende a giugno

In netto miglioramento l’indice Empire State, barometro dell’andamento dell’attività manifatturiera nell’area di New York redatto dalla Federal Reserve NY, a giugno. Il dato si è attestato a -0,20 rispetto ai -48,5 della passata rilevazione. Il mercato si attendeva un dato pari a -27,5.

Consulenti delusi dagli ETF, con crisi meglio la gestione attiva. Ottimismo su prospettive Wall Street e Piazza Affari

Consulenti finanziari e professionisti della finanza non temono cadute del mercato azionario, soprattutto per Wall Street, con una ripresa continua nel corso del secondo semestre, nonostante i significativi timori legati alla volatilità. Dall’indagine di Natixis Investment Managers, condotta su 2.700 professionisti della finanza in 16 Paesi, tra cui 300 negli Stati Uniti, emerge infatti che consulenti d’investimento, gestori patrimoniali, broker/dealer e pianificatori finanziari si aspettano che le azioni Usa chiudano l’anno in calo del 7% per l’S&P500, meglio della flessione prevista del 7,3% per l’indice MSCI World Index. Addirittura, gli esperti americani prevedono per l’indice S&P500 un calo di appena il 3,6% a fine 2020. Le aspettative di rendimento per il 2020 sono più simili ai modesti cali registrati nel 2018 rispetto all’andamento del 2008, quando l’S&P500 lasciò sul terreno il 37% e l’MSCI il 40,33%.
Nel mercato statunitense le prospettive sono più ottimistiche, tuttavia altrove i professionisti della finanza sono notevolmente più pessimisti sull’andamento dei listini nei propri mercati: quelli di Hong Kong, Australia, Italia e Germania prevedono che l’anno si chiuderà con perdite a due cifre. In particolare, per l’indice Ftse Mib di Piazza Affari si prevede una perdita del 13,5% (nel 2018 aveva chiuso comunque peggio con un -16,2%), mentre per il tedesco Dax l’aspettativa è di chiudere il 2020 con una performance negativa del 16,6%.“Con la graduale riapertura delle economie e l’allentamento delle tensioni su scala globale, i consulenti finanziari sono nel complesso ottimisti per quanto riguarda la ripresa”, dichiara Antonio Bottillo, Country Head ed Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Investment Managers. “Tuttavia sono ancora concentrati sulle modalità di protezione dei clienti dalla volatilità che si aspettano. La crisi ha rappresentato la tempesta perfetta per coloro che tendono a prendere decisioni di investimento su base emotiva e con la crisi che ha messo a nudo i limiti delle strategie di investimento passivo, la larga maggioranza dei consulenti si sta orientando verso una gestione attiva nell’attuale contesto”.

Cosa spaventa di più? al primo posto la volatilità

La volatilità continua a rappresentare il principale rischio per la performance di portafoglio e per le prospettive di mercato. Due terzi (69%) dei professionisti su scala globale indicano nella volatilità una delle principali fonti di preoccupazione, seguita da vicino dai timori di recessione (67%). Quasi la metà (47%) individua anche l’incertezza legata agli eventi geopolitici tra i rischi per i propri portafogli. In un drastico spostamento delle preoccupazioni causate dal rischio rispetto ai sondaggi degli anni precedenti, un quinto degli intervistati (19%) ha espresso preoccupazione per i bassi rendimenti, mentre i problemi relativi alla liquidità sono stati citati dal 17% degli intervistati.
Dopo un periodo di 12 anni in cui l’S&P500 ha prodotto rendimenti medi annui di quasi il 13% e ha raggiunto livelli record a gennaio e febbraio, l’entità delle perdite causate dalla pandemia è stata rapida e sorprendente. Non importa che quasi la metà dei consulenti finanziari (47%) sia d’accordo sul fatto che i mercati fossero sopravvalutati. Il sondaggio evidenzia infatti come il 67% dei consulenti finanziari ritenga che i singoli investitori non fossero preparati a una flessione di mercato.
“La flessione di mercato – e la prevista ripresa – vale come una lezione di finanza comportamentale, anche se appresa attraverso perdite reali e obiettivi mancati – dice Dave Goodsell, Executive Director del Natixis’Center for Investor Insight – Gli investitori hanno avuto di nuovo un assaggio di come il rischio possa presentarsi ed è un momento da interpretare in maniera costruttiva. I consulenti finanziari possono mostrare il proprio valore parlando con i clienti in termini reali delle aspettative di rischio e di rendimento, aiutandoli a costruire portafogli resilienti e a tenere sotto controllo le emozioni durante le oscillazioni del mercato”.

Wall Street verso avvio in forte calo, il Covid torna a spaventare

La settimana si apre all’insegna del risk-off sui mercati. Mentre le Borse europee si muovono in territorio negativo, i futures sugli indici statunitensi mostrano cali intorno a 2 punti percentuali, suggerendo un avvio di seduta in forte calo per Wall Street. A circa due ore dalla partenza, il contratto sul Dow Jones cede il 2,5%, quello sull’S&P500 scivola del 2,10% e il future sul Nasdaq segna un -1,5%. Da segnalare che il Dow Jones e lo S&P sono reduci da un calo, la scorsa settimana, rispettivamente del 5,5% e del 4,7% (su base settimanale), mentre il Nasdaq ha perso -2,3%. Tutti e tre gli indici hanno sofferto la settimana peggiore dal 20 marzo scorsoA pesare sui mercati sono i timori per una seconda ondata di epidemia da Covid, soprattutto in Asia e negli Stati Uniti, che possa far deragliare il recupero economico.Negli Usa, in 21 Stati si è registrato negli ultimi giorni un incremento dei contagi, mentre complessivamente i casi sono aumentati dell’1,4%, il maggior balzo giornaliero di giugno e superiore alla media (1,1%) dell’ultima settimana. A impattare, vari elementi come le riaperture, le manifestazioni e il crescente numero di test. Dall’altra parte del Pacifico, stando ai risultati preliminari dei Centri cinesi per il controllo delle malattie (CDC), sembrerebbe che un nuovo tipo di Covid-19 si stia diffondendo a Pechino, la città che ha registrato negli ultimi giorni un rialzo dei nuovi casi, facendo scattare misure di confinamento. Il vicepremier cinese, Sun Chunlan, ha affermato che il rischio che ci sia una nuova ondata di infezioni, nel paese, è alta, visto che tutti i casi sono stati originati dall’assembramento dei cittadini nel mercato all’ingrosso di Xinfadi.Intanto negli Usa, il rappresentante per il commercio, Peter Navarro, ha affermato che la Casa Bianca sta valutando un ulteriore pacchetto di stimolo incentrato sul settore manifatturiero per “almeno di 2.000 miliardi di dollari”.

Morgan Stanley: ecco su cosa essere long, i mercati stanno sottovalutando potenziale ripresa post Covid

Assumere posizioni long sui finanziari e sulle small cap degli Stati Uniti, ma anche sull’euro e sulle valute dei mercato emergenti, come la rupia indonesiana e la rupia indiana, aumentando l’esposizione anche ai loro portafogli di credito. “Riguardo all’azionario globale, raccomandiamo un’ampia rotazione nei ciclici e nei titoli Value”. E’ quanto emerge dall’outlook sui mercati diramato dalla banca di investimenti Morgan Stanley. Di base, gli analisti sottolineano che gli investitori stanno ancora sottovalutando la ripresa economica post coronavirus e che i mercati azionari, dunque, dispongano ancora di margini di rialzo. A dispetto del pessimismo che da qualche giorno ha colpito Wall Street e l’azionario globale – pessimismo che continua anche oggi, sulla scia dei timori di una seconda ondata di COVID-19 nel mondo – Morgan Stanley è rialzista sull’indice S&P 500, per cui ha fissato un target a 3.350 punti entro la metà dell’anno prossimo. A fronte del rialzo dell’azionario, i mercati del credito faranno dietrofront, motivo per cui le previsioni sui tassi decennali dei Treasuries Usa, sempre entro la metà del 2021, sono di un recupero fino all’1,m3% (rispetto all’attuale 0,6609%).
Azionario su, bond giù: è questo insomna l’outlook di Morgan Stanley, che ritiene che l’economia globale si stia apprestando a vivere un nuovo ciclo di espansione e che la produzione tornerà ai livelli precedenti l’esplosione della pandemia da coronavirus ewntro il quarto trimestre. “Abbiamo maggiore fiducia nel nostro outlook di una ripresa a V, viste le recenti sorprese arrivate dai dati macro sulla crescita e dagli interventi delle autorità”, si legge nella nota degli economisti del colosso bancario Usa, che fanno parte del team guidato da Chetan Ahy.Lo scenario di base è, dunque, quello di una “recessione forte, ma breve” e dunque di un crollo del Pil globale fino a -8,6% su base annua e nel secondo trimestre, e una ripresa del 3% entro il primo trimestre del 2021.  I motivi per cui la recessione sarà breve.Non si tratta di uno shock endogeno scatenato da forti squilibri.Le pressioni sul deleveraging saranno più mpderateIl sostegno delle autorità è stato decisivo, importante e si dimostrerà efficace nel sostenere l’economia. Le misure di sostegno non saranno allentate presto, visto che sia le banche centrali che i ministri delle finanze continueranno a iniettare liquidità nelle loro economie rispettive.
I rischi al loro outlook, ammettono gli esperti, sono rappresentati dall’evoluzione del coronavirus e dalla possibilità che venga trovato in vaccino:
“Nel nostro scenario di base, partiamo dall’assunto secondo cui una seconda ondata di infezioni si verificherà entro l’autunno, ma si confermerà gestibile, fattore che provocherà lockdwon selettivi”, hanno scritto gli economisti, citando uno scenario in cui un vaccino potrebbe essere disponibile in modo diffuso entro l’estate del 2021.
“Nel nostro scenario ribassista, invece – precisano gli esperti – torneremmo alle misure di contenimento lanciate all’inizio di quest’anno, fattore che provocherebbe un double-dip-.
L’outlook di Morgan Stanley contrasta con quello di altri economisti e banche d’affari. Contrasta sicuramente, inolre, con le stime diramatre dal Fondo Monetario Internazionale che, proprio la scorsa settimana, ha avvertito che l’economia globale si sta riprendendo a un ritmo più lento delle attese, e che rimane “una profonda incertezza” sull’outloo.
Gli economisti di JP Morgan che fanno capo a Bruce Kasman hanno avvertito inoltre che il balzo dei debiti e dei deficit, conseguenza naturale di tutte le misure di stimoli adottate, potrebbe costringere i vari governi a ritirare i piani varati a sostegno dell’economia.

Futures Usa crollano dopo alert Cina su coronavirus, per Dow Jones si prevede calo -850 punti

Ancora bagno di sangue a Wall Street, dove i futures sul Dow Jones crollano di 778 punti, anticipando un avvio di seduta in perdita, per l’indice azionario Usa, di più di 850 punti. In calo anche i contratti sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100.Da segnalare che il Dow Jones e lo S&P sono reduci da un calo, la scorsa settimana, rispettivamente del 5,5% e del 4,7% (su base settimanale), mentre il Nasdaq ha perso -2,3%.Tutti e tre gli indici hanno sofferto la settimana peggiore dal 20 marzo scorso, zavorrati dai timori di una nuova seconda ondata di contagi da coronavirus.A deprimere in queste ore i futures sono le notizie arrivate dalla Cina, che domenica 14 giugno ha riportato 49 nuovi casi COVID-19, di cui 10 importati e 39 locali.Stando alla National Health Commission, la Commissione sanitaria nazionale della Cina, 36 casi sono stati diagnosticati a Pechino e tre nella provincia di Hubei.Focus sulle dichiarazioni del vicepremier cinese Sun Chunlan, che ha affermato che il rischio che ci sia una nuova ondata di infezioni, nel paese, è alta, visto che tutti i casi sono stati originati dall’assembramento dei cittadini nel mercato all’ingrosso di Xinfadi.Dopo il potente sell off della scorsa settimana, lo S&P 500 è in calo da inizio anno del 5,8% anche se in rialzo di più del 38% dal minimo di marzo. Il Dow Jones è in perdita del 10,2% da inizio anno.

FED, BCE and ZOMBIE ECONOMY

FED protagonista. PBoC ancora meno interventista rispetto alle consorelle, la BOJ che oramai non fa più testo e la BCE che continua con il suo “whatever it takes 2.0”.FED e BCE sembrano comunque legate ad un filo conduttore comune nella strategia, hanno più volte ripetuto di essere pronte a fare di più se necessario per favorire la ripresa, raccomandandosi però di provare a trasformare l’attuale crisi in un’occasione per apportare cambiamenti strutturali importanti.
Tutto molto bello in teoria ma poi lo sappiamo bene (soprattutto NOI italiani), la pratica è un’altra cosa.Intanto però le banche centrali non sembrano per nulla intenzionate ad alzare il piede dall’acceleratore. Secondo l’ultimo sondaggio svolto da Reuters fra gli economisti, Francoforte annuncerà tra non molto nuove misure di stimolo.
In un report Unicredit stima che la banca centrale potrebbe aver bisogno di acquisire asset per 4.000 mld di euro (l’equivalente di circa tre anni di acquisti all’attuale ritmo) nel tentativo di riportare l’inflazione ai livelli pre-crisi, qualora non vi sia un contributo deciso da parte delle politiche fiscali dei Paesi del blocco.
La FED non starà di certo a guardare e sul FOMC abbiamo detto settimana scorsa.

Come tutte le cure invasive non mancano gli effetti collaterali. Il fatto che ci sia un supporto aggressivo della Fed e della BCE ai mercati del credito, sia con acquisti di bond che con compressione verso il basso della curva dei tassi, non può che mantiene in vita le aziende che altrimenti sarebbero già fallite da un bel po’.
E’ quella che si chiama “Zombie Economy”. Dalla crisi finanziaria del 2008, la leva finanziaria nel settore delle imprese è aumentata in modo significativo e allo stesso tempo la percentuale di società negli Stati Uniti che hanno interessi sul debito solo aumentate. Questa tendenza con una quota crescente di imprese con un tasso di copertura degli interessi inferiore a uno probabilmente continuerà ad andare avanti. E provate ancora a chiamarla economia sana…

Il Toro di Wall Street non si arrenderà

Nonostante la ‘strambata’ di giovedì 12 giugno, la sostanza del recupero resta intatta e ora i livelli raggiunti vanno consolidati man mano che l’economia ripart

Per tutto aprile e buona parte di maggio lo storytelling di molti guru e media era: Wall Street è totalmente disconnessa dal mondo reale fatto di virus che divora vite umane a centinaia di migliaia e di economie in caduta verticale, il rimbalzo è solo un ‘bear market rally’ vale a dire l’Orso che lascia fare una corsetta al Toro per poi ‘matarlo’ meglio, il bottom di marzo andrà ritestato e forse sfondato al ribasso. Oggi, dopo che maggio si è mostrato tutt’altro che un mese da vendere e che prima di arretrare il Nasdaq ha violato la vetta storica dei 10.000 punti, le firme sullo storytelling sono le stesse ma la trama è cambiata: non si parla più ovviamente di bottom, ma di picco, che ormai sarebbe stato raggiunto e da cui si può solo tornare indietro, anche violentemente, se arriva un’ondata di ritorno del contagio. L’àncora della nuova narrativa è la giornata di giovedì 11 giugno, quando Wall Street ha preso una strambata, in parte riassorbita il giorno dopo ma non abbastanza per evitare di chiudere in negativo la settimana, la prima con il segno meno dopo tre di fila con il più.

I DATI DICONO CHE LA RIPRESA È VELOCE COME LA CADUTA

Secondo il nuovo storytelling Wall Street non è più disconnessa dalla realtà, ma sta prezzando una ripresa a V troppo forte: il ritorno alla crescita ci sarà, ma richiederà più tempo e sarà più lenta di quanto incorporano i prezzi delle azioni. Ovviamente nessuno parla più di bear market rally, ma molti parlano di correzione, che dovrebbe avere un’ampiezza del 10-15%. Insomma, la narrazione ha fatto una bella inversione a U nel giro di meno di due mesi: prima stavamo precipitando verso l’abisso e Wall Street viveva nel mondo dei sogni, ora stiamo tornando a galla, ma Wall Street dipinge troppo di rosa un trend comunque positivo. Non sono solo i dati macro, dall’occupazione americana agli indici Pmi dell’attività manifatturiera e dei servizi, a dire che l’economia americana sta uscendo dalla recessione con la stessa velocità con cui ci è entrata. Ci sono anche indicatori tecnici, come la curva dei tassi.

LA CURVA DEI TASSI USA SEGNALA RAPIDA USCITA DALLA RECESSIONE, MA NON FA TITOLO

Un anno fa di questi tempi una breve inversione della curva dei rendimenti del debito del Tesoro americano aveva fatto scattare l’allarme rosso recessione con titoli agostani in prima pagina e qualche sbandata a Wall Street. In effetti la recessione poi è arrivata, ma non c’entrava niente con l’inversione della curva, è stata portata dal ‘cigno nero’ del virus che il mercato dei T-bond non poteva prevedere. Ora la curva si sta irripidendo, per non dire impennando, con la distanza tra i tassi a due anni e quelli dai 10 anni in su sempre più ampia, come mostra il grafico qui sotto, ma nessun giornale titola: la curva ripida dei tassi Usa anticipa l’economia in rapida uscita dalla recessione, come dicono i manuali.

L’S&P 500 HA ROTTO UNA RESISTENZA IMPORTANTE CHE STA TENENDO

La distanza tra il rendimento a due anni e quello a 30 è ai massimi da 52 settimane. Un altro indicatore tecnico, che riguarda gli indici di Borsa e non l’economia reale, è la media mobile a 200 giorni: se lo S&P 500 viaggia sotto è una resistenza importante, se è sopra costituisce un supporto. L’ultima settimana di maggio è stata rotta con decisione al rialzo, e venerdì 12 giugno ha tenuto e ha fatto da base per il rimbalzo del finale di seduta. E’ sicuramente ancora troppo presto che il livello poco sopra i 3.000 punti, su cui si situa oggi la media a 200 giorni, sia stato acquisito definitivamente. Ma la tenuta di venerdì dopo un giovedì da dimenticare è significativa.

TROPPI TRADER SI SONO BUTTATI A CAVALCARE IL RALLY

Altri indicatori tecnici importanti sono quelli ‘contrarian’: se le attese di rialzo superano troppo quelle di ribasso è probabile che il mercato sia ipercomprato e che vada verso uno storno, e viceversa, troppi Orsi a bordo segnalano l’arrivo del Toro. MarketWatch cita l’Hulbert Stock Newsletter Sentiment Index, che traccia le attese dei trader che operano sul breve e che a fine maggio/inizio giugno era risalito ai livelli pre-virus di inizio febbraio dai minimi a cui era sprofondato a marzo. Un altro di questi indicatori, il sondaggio settimanale dell’American Association of Individual Investor, quindi risparmiatori ma non trader, vede invece gli Orsi ancora molto sopra la media storica, con i Tori invece sotto.

BOTTOM LINE

Sembrerebbe che Wall Street abbia sostanzialmente completato il disegno della sua V post virus, mentre l’economia reale è a meno di metà strada. Ci aspetta probabilmente un’estate di consolidamento del mercato e di dati macro in potente recupero. Per tirare le somme bisognerà aspettare almeno il Labor Day americano del 7 settembre o più probabilmente le presidenziali del 3 novembre. Di qui ad allora, storni anche pesanti potrebbero essere buone occasioni per comprare a sconto.

Borse europee partono male sui timori di seconda ondata di Covid-19

Partenza in deciso ribasso per le Borse europee sui timori di una seconda ondata di epidemia di Covid-19, dopo un aumento dei nuovi casi in Cina e negli Stati Uniti. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 cede il 2,7%. A Francoforte il Dax perde il 2,7%, a Parigi il Cac40 scivola del 2,6% e a Londra l’indice Ftse100 segna una flessione del 2,14%.A Pechino si sono contati ieri 36 nuovi casi di coronavirus, un bilancio identico alla giornata precedente e che rappresenta il numero più elevato nella capitale cinese dalla fine di marzo. In quattro giorni si sono rilevati 79 nuovi casi, un ritorno dell’pidemia senza precedenti da febbraio. Per questa ragione le autorità cinesi hanno deciso di adottare alcune misure di confinamento a Pechino. Notizie no anche dal Giappone: nella città di Tokyo sono stati individuati domenica 47 nuovi casi di contagi da coronavirus: al massimo dal 5 maggio scorso. Negli Stati Uniti, 25mila nuovi casi sono stati individuati sabato, il numero più alto dal 2 maggio scorso.In Europa la situazione sanitaria al momento sembra essere stabile, anche se in Germania il numero di casi da Covid è salito nelle ultime 24 ore di 192. Intanto la Francia si prepara oggi ad accelerare sull’allentamento delle misure di confinamento, con la riapertura di bar e ristoranti a Parigi.

Borsa Tokyo tonfo -3,47%. Sentiment azionario ancora negativo, spaventano casi coronavirus Cina

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso scivolando del 3,47%, a 21.530,95 punti. Ancora bagno di sangue a Wall Street, dove i futures sul Dow Jones crollano di 778 punti, anticipando un avvio di seduta in perdita, per l’indice azionario Usa, di più di 850 punti. In calo anche i contratti sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100.La borsa di Shanghai scende dello 0,77%, Hong Kong capitola del 2,2%, Sidney fa -1,88%, Seoul -3,66%.A deprimere in queste ore i futures Usa e l’azionario globale in generale sono le notizie arrivate dalla Cina, che domenica 14 giugno ha riportato 49 nuovi casi COVID-19, di cui 10 importati e 39 locali.Stando alla National Health Commission, la Commissione sanitaria nazionale della Cina, 36 casi sono stati diagnosticati a Pechino e tre nella provincia di Hubei.Sul fronte del coronavirus, notizie no anche dal Giappone: nella città di Tokyo sono stati individuati domenica 47 nuovi casi di contagi da coronavirus: al massimo dei contagi dal 5 maggio scorso.Da segnalare che il Dow Jones e lo S&P sono reduci da un calo, la scorsa settimana, rispettivamente del 5,5% e del 4,7% (su base settimanale), mentre il Nasdaq ha perso -2,3%.Tutti e tre gli indici hanno sofferto la settimana peggiore dal 20 marzo scorso, zavorrati dai timori di una nuova seconda ondata di contagi da coronavirus.Focus sui dati macro arrivati dalla Cina, relativi tutti al mese di maggio: il dato relativo alla produzione industriale cinese è salito del 4,4% su base annua, meno del rialzo del 5% atteso ma in miglioramento rispetto alla precedente crescita del 3,9%.Da inizio anno, la produzione industriale è scesa però del 2,8% su base annua, meglio del -3% stimato e della flessione precedente del periodo gennaio-aprile, pari a -4,9%.Il tasso di disoccupazione della Cina si è attestato al 5,9%, come da attese, in miglioramento rispetto al 6% di aprile.Le vendite al dettaglio della Cina sono scese del 2,8% su base annua, più del -2,3% stimato dal consensus, ma in deciso miglioramento rispetto al -7,5% di aprile. Il dato è sceso però per il quarto mese consecutivo, a causa delle conseguenze economiche della pandemia da coronavirus COVID-19.Da inizio anno, le vendite al dettaglio sono crollate del 13,5% su base annua, come da attese, in miglioramento rispetto al -16,2% del periodo compreso tra gennaio ed aprile.Infine, dall’inizio dell’anno fino al mese di maggio, gli investimenti in asset fissi (esclusi quelli rurali) della Cina sono scesi del 6,3% su base annua, peggio del -6% atteso ma in miglioramento rispetto al precedente -10,3%.

Giappone: 47 nuovi casi di coronavirus a Tokyo, al massimo dal 5 maggio

Nella città di Tokyo sono stati individuati domenica 47 nuovi casi di contagi da coronavirus: delle infezioni, otto hanno colpito individui che hanno frequentato il distretto Kabukicho di Shinjuku, noto per i suoi locali e la vivace vita notturna.Degli altri 29 casi, 7 sono legati a contatti in ospedale, 4 ad altri locali sparsi nella capitale del Giappone. I nuovi 47 casi di COVID in un giorno confermano il massimo dei contagi dal 5 maggio scorso.

Cina: da inizio anno fino a maggio investimenti in asset fissi -6,3%, peggio delle stime

Dall’inizio dell’anno fino al mese di maggio, gli investimenti in asset fissi (esclusi quelli rurali) della Cina sono scesi del 6,3% su base annua, peggio del -6% atteso ma in miglioramento rispetto al precedente -10,3%.

Cina, effetto COVID: vendite al dettaglio -13,5% da inizio anno a maggio

Nel mese di maggio, le vendite al dettaglio della Cina sono scese del 2,8% su base annua, più del -2,3% stimato dal consensus, ma in deciso miglioramento rispetto al -7,5% di aprile. Il dato è sceso però per il quarto mese consecutivo, a causa delle conseguenze economiche della pandemia da coronavirus COVID-19.Da inizio anno, le vendite al dettaglio sono crollate del 13,5% su base annua, come da attese, in miglioramento rispetto al -16,2% del periodo compreso tra gennaio ed aprile.

Cina: tasso di disoccupazione in calo al 5,9% a maggio

Nel mese di maggio, il tasso di disoccupazione della Cina si è attestato al 5,9%, come da attese, in miglioramento rispetto al 6% di aprile.

Cina: produzione industriale migliora a maggio ma delude le attese

Nel mese di maggio il dato relativo alla produzione industriale cinese è salito del 4,4% su base annua, meno del rialzo del 5% atteso ma in miglioramento rispetto alla precedente crescita del 3,9%. Da inizio anno, la produzione industriale è scesa però del 2,8% su base annua, meglio del -3% stimato e della flessione precedente del periodo gennaio-aprile, pari a -4,9%.

Covid alert: Cina a rischio seconda ondata, Brasile e India in ginocchio. FMI vede aggravarsi shock economico

Covid-19 non molla la presa e tornano ad aumentare i timori in varie zone del mondo. Spicca il maggior balzo degli ultimi due mesi per i casi in Cina. Pechino ha chiuso un importante mercato di frutta e verdura e i quartieri residenziali vicini nel timore di una seconda ondata del coronavirus. Preoccupa anche la positività di un autista di autobus navetta dell’aeroporto di Pechino. Oggi la Cina ha riportato 57 nuovi casi confermati di Covid-19, ossia il record giornaliero degli ultimi due mesi.I dati dei contagi a livello globale vedono confermarsi l’emergenza in America Latina. Il Brasile è diventato il 2° paese al mondo per morti totali dietro gli Stati Uniti, superando il Regno Unito. IL paese carioca è arrivato a 850.514 contagi (+21.704 nell’ultimo giorno) e 42.720 morti (+892). Tra i nuovi contagiati anche il sindaco di San Paolo, Bruno Covas, che sta combattendo contro il cancro.Record di contagi per l’India che ha registrato 11.929 nuovi casi nelle ultime 24 ore portando il totale a oltre 320 mila con 9.195 decessi.Il Fondo monetario internazionale nelle prossime settimane si accinge a rivedere ulteriormente al ribasso le sue previsioni per l’economia globale (ad aprile la stima era di -3%). “È probabile che rivedremo ulteriormente al ribasso sulla base dei dati in entrata, il che ci dice che la maggior parte dei paesi sta facendo peggio di quanto avessimo previsto”, ha affermato il direttore generale del FMI, Kristalina Georgieva, osservando che solo un piccolo numero di stati sta facendo meglio, ma non abbastanza per sostenere in crescita.

Indice Dow Jones in rialzo, ma non basta per chiudere la settimana in positivo

Chiusura contrastata anche per gli indici europei, che tentano il rimbalzo ma non recuperano le perdite delle vendite di ieri. Sembrava un’ultima sessione della settimana all’insegna del recupero, con il Dow Jones che in apertura ha segnato un rimbalzo di oltre il 2% in linea con gli altri listini di Wall Street.

Le dichiarazioni della Federal Reserve di mercoledì sera, con cui la Banca centrale statunitense ha lasciato invariati i tassi di interesse e pronosticato un crollo del 6,5% del Pil Usa entro il 2020, hanno provocato una forte ondata di sell-off sui mercati nella giornata di ieri, che ha bruscamente stoppato il rally con cui gli indici globali, galvanizzati dalle prospettive di ripresa post-coronavirus, avevano dato il via al mese di giugno.

Come si conclude per Wall Street la settimana della Fed?

Ieri gli azionari statunitensi hanno osservato contrazioni che non si vedevano da marzo, con una perdita in chiusura del 6,9% per il Dow Jones (sceso a 1861,82 punti), mentre anche l’S&P500 perdeva il 5,9% e il Nasdaq il 5,27%. A contribuire al ribasso, oltre alle fosche previsioni della Fed, anche la crescente preoccupazione per l’andamento della pandemia di coronavirus.Al contrario, oggi in apertura gli azionari del Nyse hanno osservato rialzi intorno ai 500 punti, mentre anche il Nasdaq (che in settimana ha toccato un nuovo massimo storico, arrivando a superare la soglia dei 10 mila punti) ha osservato un rialzo dell’1,8%.“È stata una settimana di correzione fisiologica abbastanza prevedibile” commenta Pietro Bellotti, Premium Client Manager di IG. “Non prevedibile è stata la velocità e la forza con cui è avvenuta soprattutto ieri. Oggi il mercato ha reagito cercando di recuperare terreno e ritrovando ottimismo nonostante i timori dovuti all’aumento dei casi in Texas Florida e California che hanno aumentato nei giorni scorsi le paure di un nuovo scoppio pandemico”.Difficilmente però tutto ciò sarà abbastanza per recuperare i cali di ieri – i peggiori dal 16 marzo, quando l’impatto del Covid-19 sui mercati colpiva più forte – ed molto probabilmente si assisterà alla prima settimana di chiusura negativa dopo quattro settimane: Dow Jones ed S&P500 sono ancora in ribasso del 3% rispetto a venerdì scorso, il Nasdaq dello 0,6%.

Wall Street rimbalza dopo giovedì nero, Dow Jones +700 punti. Hertz vola di oltre +46%

Wall Street rimbalza dopo il forte tracollo della vigilia.Il Dow Jones avanza di quasi 700 punti, fino a +2,8%, a 25.819 punti; il Nasdaq Composite sale del 2,4% a 9.717 punti, lo S&P è balzato fino a +2,6% a 3.077 punti. In quello che può essere considerato sicuramente un giovedì nero per la borsa Usa, tutti e tre gli indici azionari hanno sofferto la sessione peggiore dallo scorso 16 marzo.L’indice S&P 500 è scivolato di 188,04 punti (-5,89%), a 3002,10 punti, dopo aver testato un minimo intraday a 2999,49 punti. Il Nasdaq è capitolato di 527,62 punti (-5,27%), a 9.492,72 punti, appena al di sopra del minimo della sessione, a 9.491,30 punti. Il Dow Jones ha segnato un tonfo di 1861,82 punti (-6,9%), a 25.128,13 punti, dopo aver toccato in minimo intraday a 25.082,72 punti.Una buona indicazione è arrivata oggi dal fronte macroeconomico, con la pubblicazione dell’indice dei prezzi alle importazioni Usa che, nel mese di maggio, è salito dell’1%, segnando il primo rialzo dal mese di gennaio.Esclusa la componente energetica, il dato è avanzato di appena +0,1%. Detto questo, l’indice indica che gli Stati Uniti sarebbero usciti dal rischio di deflazione in cui erano finiti a causa della pandemia da coronavirus COVID-19.

Focus sui prezzi del petrolio importato, balzati del 20,5%, al ritmo più forte da quando il governo Usa ha iniziato a pubblicare l’indice, nel 1992. Tuttavia, il balzo segue i tonfi dei prezzi pari a -31%, -27%, -9% dei tre mesi precedenti.

Tra i titoli, forte il rally di Hertz Global Holdings, dopo che la società di noleggio auto, che lo scorso 22 maggio è ricorsa al Chapter 11 negli Stati Uniti e in Canada, dichiarando bancarotta, ha reso nota l’intenzione di vendere fino a $1 miliardo di sue azioni per trarre vantaggio dal recente rally dei titoli. Le indiscrezioni sono state riportate dal Wall Street Journal. Il titolo vola di oltre +46%.


Dopo un +47% dello S&P leggere certe cose da il senso della qualità dell’informazione finanziaria in Italia

La vendetta degli orsi, dopo il ‘trash-rally’ scatenato da sbornia Millennial e ‘FOMO’. E ora?


Sono stati ampiamente snobbati, in queste ultime settimane, e almeno dalla fine di marzo. Scavalcati dai tori, visti come i pariah del mercato, sono rimasti lì all’angolo, a guardare i tori a ingozzarsi di azioni e altri asset rischiosi, come se non ci fosse domani. Ma alla fine sono tornati, e si sono vendicati. Sono gli orsi, i “bears” che, come scrivono gli analisti di Barclays in una nota, sono tornati più forti che mai, affamati di vendetta. “Che differenza che fa una settimana – si legge nella nota che porta la firma del colosso britannico . “I mercati azionari sono tornati con i piedi per terra, in modo doloroso, dopo il rally impressionante andato avanti dalla metà di maggio. La rotazione verso il rischio che ha scatenato la recente corsa ha vacillato anche pa causa del forte dietrofront dei rendimenti dei bond, fattore che ha portato le azioni Value ad azzerare gran parte dei loro guadagni recenti nei confronti delle azioni Growth”.

NEW YORK, NY – DECEMBER 08: Tourists take a picture with the market bull near the New York Stock Exchange (NYSE) on December 8, 2016 in New York City. Stocks began today higher following yesterday’s rally, the best day for the market since the presidential election. (Photo by Spencer Platt/Getty Images)

Barclays ricorda di aver lanciato un avvertimento già la scorsa settimana quando, attraverso alcune note, aveva fatto notare che “l’azionario stava viaggiando su valori troppo alti, e che non sarebbe mancato molto a una fase di consolidamento. L’analisi tecnica lanciava l’allarme overboight (ipercomprato) e i valori multipli del P/E erano diventati troppo tirati, in un contesto in cui i rischi di coda abbondavano e il fattore negativo rappresentato dalla stagione estiva diventava sempre più imminente”. Insomma, un ritracciamento ci stava tutto”.
Ma quanto durerà questo improvviso e violento colpo sferrato dagli orsi? In realtà gli analisti della banca UK fanno capire sì che la vendetta degli orsi c’è stata, ma anche che questo non significa che saranno ora loro a troneggiare sui mercati:“Nonostante tutto, non crediamo che il quadro sia cambiato molto per l’azionario. La ripresa delle attività prosegue, sebbene sia alla mercè di una seconda ondata di infezioni; il mix di interventi è decisamente a favore della crescita, se si considera che la Francia è l’ultimo di diversi paesi ad aver rafforzato gli stimoli fiscali, e c’è poi il posizionamento degli investitori istituzionali che è tuttora cauto, anche se i flussi in entrata arrivati da questo segmento degli investitori sono aumentati di recente. Sul fronte monetario, sembra che la Fed abbia deluso i mercati la sua impostazione bearish, facebndo capitolare ulteriormente i rendimenti e affossando le speranze di una ripresa a V, ma l’ampia liquidità dovrebbe continuare a blindare l’azionario, mantenere alte le valutazioni e stimolare un atteggiamento “TINA” (acronimo che sta per ‘There is Not Alernative, non c’è alternativa). IN sintesi, sebbene sia possibile che la fase di consolidamento non sia terminata e i margini di rialzo avallati dai fondamentali siano limitati ai livelli attuali, crediamo che ci saranno altri buy on the Dip”.Ma chi è perché ha acquistato in modo così violento nelle ultime settimane? Oltre ai fondi di investimento, che hanno incrementato i loro flussi in entrata nelle ultime tre settimane, Barclays spiega come determinante per l’andamento dei mercati sia stato il miglioramento del “sentiment degli investitori retail, che detengono la maggior fetta del mercato azionario Usa”. Viene precisato che tale miglioramento del sentiment è ben lontano da una fase di euforia. E tuttavia, “l’ultimo indice bull-bear AAII conferma che l’allocazione in azioni dei portafoglio retail è salita nel mese di maggio, a fronte di un’esposizione sul cash che è diminuita. I flussi sugli ETF retail sullo S&P 500 rimangono contrastati, ma sembra che il momentum sia migliorato dai minimi di aprile-maggio. L’atteggiamento rialzista ‘bullishness’ è visibile soprattutto nella parte dei milliennial/nuovi investitori della base retail, grazie ad alcune APP di piattaforme di trading come Robinhood cjhe hanno assistito a un balzo degli acquisti di ETF azionari, nell’ultimo periodo”.

Barclays fa notare inoltre che la forza del ‘trash rally’, che ha visto soprattutto rimbalzare le azioni meno amate e più shortate, suggerisce che, per questa categoria di investitori, probabilmente il ‘FOMO’ ha prevalso sull’analisi dei fondamentali. Riteniamo tuttavia che questo segmento di investitori retaul rappresenti una minoranza, e che la comunità più ampia di investitori retail stia ‘facendo del riscaldamento’, visto che le loro posizioni, nel complesso, non sono eccessivamente bullish”.

Riguardo ai fondi di investimento, i flussi in entrata nell’azionario sono aumentati, attestandosi questa settimana a $13,8 miliardi, in rialzo per la terza settimana consecutiva, e in tutte le principali aree che monitoriamo, a eccezione del Regno Unito e dei mercati emergenti. I fondi monetari, dopo essere stati interessati da flussi in entrata record dall’inizio dell’anno, hanno sperimentato due settimane di flussi in uscita: da inizio anno, i flussi cumulativi rimangono comunque alti, al 20,5% degli asset gestiti. I flussi in uscita hanno colpito i bond governativi dell’area euro e i bond Usa.

Del fattore FOMO ha parlato anche Mark Dowding, CIO di BlueBay, nella nota: “Mentre nel mondo crollano le statue, sui mercati è tornata la FOMO”. Così Dowding:
“È evidente che nelle ultime settimane il rally degli asset rischiosi ha creato una rinnovata FOMO o ‘fear of missing out’ (‘paura di essere tagliati fuori’) negli investitori. Un’ottima prova di questo sviluppo è l’aumento temporaneo del 1500% in un solo giorno delle azioni di una società chiamata FANGDD Network. Sembrerebbe che chi stava inseguendo il rally dei titoli FANG non si sia accorto che questa società opera invece nel settore immobiliare. Ciò è sintomatico di un mercato nel quale l’importanza attribuita a ricerca e analisi è stata sostituita dall’impulso di cavalcare ogni trend, perché non ci si può permettere di essere gli unici a rimanere tagliati fuori. Ad ogni modo, quel che è certo è che i fattori tecnici del mercato non sono più sbilanciati come un paio di mesi fa. Di conseguenza, si è tentati di pensare che il recente rialzo in alcuni mercati possa essere sostituito da movimenti all’interno di un range fisso, specialmente se alcuni investitori, avendo recuperato le perdite precedenti, decidono che è il momento di ridurre un po’ l’esposizione per le prossime settimane”.

Wall Street si prepara al rimbalzo, futures Usa corrono in territorio positivo

Wall Street si prepara ad aprire la seduta di oggi in deciso rialzo, nel tentativo di recupero dopo l’ondata di vendite di ieri, innescata dai timori su di una possibile seconda ondata di contagi, dopo che i casi da coronavirus sono schizzati in alcuni Stati Usa (California, Florida e Texas). Il Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha cercato di tranquillizzare il mercato sostenendo che non è assolutamente possibile chiudere l’economia statunitense per una seconda volta, anche nell’eventualità di una seconda ondata di contagi. A poco più di due ore dalla partenza i future sugli indici statunitensi si muovono in territorio positivo: il contratto sul Dow Jones segna un +1,98%, quello sull’S&P500 avanza dell’1,70% e il future sul Nasdaq guadagna l’1,42%. Tuttavia, l’indice Vix, che sale vigorosamente, rappresenta un invito alla prudenza. Attenzione oggi al dato in arrivo dal fronte macro Usa. Nel pomeriggio verrà diffusa la lettura preliminare della fiducia dei consumatori americani, elaborata dall’Università del Michigan relativa al mese di giugno

Uk: ancora molteplici sfide, Candriam mantiene una view negativa

“Nonostante i dati molto deboli e peggiori delle aspettative pubblicati oggi, lo scenario illustrato dal Comitato di Politica Monetaria di un calo del 25% del PIL nel secondo trimestre, accanto al commento sui rischi di ribasso relativi a questo scenario, suggerisce come questi dati non abbiano sorpreso le autorità. Questi numeri dovrebbero garantire un’estensione del QE di almeno 100 miliardi di sterline la prossima settimana”. Questo il commento di Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income and Member of the Executive Committee di Candriam, che mantiene una view negativa sul Regno Unito alla luce delle sfide che esistono su molteplici orizzonti.“La scarsa performance relativa nella gestione della crisi Covid, l’apparente mancanza di urgenza intorno alle negoziazioni con l’UE su un futuro accordo commerciale e la sempre più improbabile proroga della scadenza (fine anno) – spiega Forest -. Tutto questo insieme a un massiccio deficit fiscale, a un debito eccessivo rispetto al PIL e al deficit delle partite correnti che richiede finanziamenti. Di conseguenza, ci manteniamo short sulla sterlina, poiché ci aspettiamo un ulteriore deprezzamento”.

Eurozona: crollo record della produzione industriale, ad aprile -17,1%. Ma meglio del previsto

La produzione industriale nell’Eurozona è crollata ad aprile del 17,1% rispetto al mese precedente, accelerando al ribasso dopo il -11,9% di marzo. Si tratta del calo mensile più forte mai registrato prima, da quando cioè l’Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, ha iniziato la rilevazione, ed è decisamente superiore ai ribassi del -3% e -4% osservati a fine 2008 e inizio 2009 con la crisi finanziaria globale. Eì l’effetto delle misure di confinamento adottate nei diversi paesi membri dell’area per limitare il contagio da Covid. Il dato è comunque migliore del previsto. Gli analisti infatti si aspettavano una flessione del 20%. Su base annua, quindi nei confronti di aprile 2019, la produzione industriale nell’area euro è scesa del 28% (consensus -29,5%).

Bagno di sangue a Wall Street, roba da giovedì nero. Panico da virus, in Arizona casi COVID +300% da 1° maggio

Bagno di sangue a Wall Street: l’indice S&P 500 è scivolato di 188,04 punti (-5,89%), a 3002,10 punti, dopo aver testato un minimo intraday a 2999,49 punti. Il massimo intraday è stato pari a 3.123,53 punti. Il Nasdaq è capitolato di 527,62 punti (-5,27%), a 9.492,72 punti, appena al di sopra del minimo della sessione, a 9.491,30 punti. Il massimo intraday è stato pari a 9868,02 punti.
L’indice Dow Jones è scivolato di ben 1861,82 punti (-6,9%), a 25.128,13 punti, dopo aver toccato in minimo intraday a 25.082,72 punti e un massimo intraday a 26.294,08 punti.Il Dow Jones ha chiuso al minimo dallo scorso 27 maggio, perdendo terreno, insieme allo S&P 500, per la terza sessione consecutiva. In ribasso tutte le 30 componenti del listino, con Boeing che si è confermata la più tartassata dalle vendite, in perdita di oltre -16%.In generale, il giovedì nero è stato il peggior giorno per i principali indici azionari dal 16 marzo scorso. I mercati hanno scontato le dichiarazioni arrivate mercoledì dalla Federal Reserve che, nel lasciare i tassi sui fed funds invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, ha escluso un rialzo prima del 2022, a causa degli effetti disastrosi della pandemia del coronavirus COVID-19 sull’economia Usa.“Non stiamo pensando di alzare i tassi. Non stiamo neanche pensando a pensare di alzare i tassi”. Così Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, dopo l’annuncio del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americano.Powell non ha nascosto di avere timori sugli effetti di lunga durata che il coronavirus e il successivo lockdown potrebbero avere sull’economia Usa.Rese note ieri le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, salite la scorsa settimana di altre 1,54 milioni di unità, meglio comunque del rialzo di 1,565 milioni di unità atteso dal consensus. Tuttavia, sebbene il dato  continui a scendere da marzo, nell’ultima settimana di maggio le domande per ricevere sussidi a livello statale e per accedere agli aiuti federale, sono state presentate più di 2,2 milioni. Un numero che azzera quasi la crescita shock a maggio dei nuovi posti di lavoro (+2,5 milioni) messa in evidenza con il report occupazionale Usa.
I mercati hanno pagato insomma non solo la Fed ma, in generale, il timore legato ai contagi da coronavirus, che negli Usa hanno superato quota 2 milioni, e che sono tornati a salire in diversi stati, dopo il ritiro delle misure di lockdown.
Alert in particolare nello stato dell’Arizona, dove il dipartimento per la Sanità ha riportato 1.412 nuovi casi di contagi nella giornata di ieri, per un totale di 31.264 persone contagiate. I numeri dei nuovi casi sono balzati di quasi +300% dal 1° maggio scorso, raddoppiando quasi dal Memorial Day (25 maggio), stando ai dati della Johns Hopkins University compilati dalla Cnbc.
Tanto che gli ospedali dello stato dell’Arizona stanno lavorando con una capacità pari all’84%. L’Arizona è solo uno degli stati che stanno assistendo al balzo dei nuovi casi di COVID-19, dopo aver allentato le misure di lockdown.
Sulla Fed è intervenuto in maniera vigorosa il presidente Donald Trump incolpandola di aver depresso l’umore del mercato con previsioni troppo cupe.
“La Federal Reserve ha torto così spesso – ha twittato Trump – Avremo un ottimo terzo trimestre, un grande quarto trimestre e un anno tra i migliori in assoluto nel 2021. Presto avremo anche un vaccino e terapie/cure. Questa è la mia opinione”.
Cautela invece dal mondo degli analisti. Così Andrew Slimmon, managing director e gestore di portafoglio senior di Morgan Stanley Investment Management:
“Vista la portata del rally (dai minimi di marzo), sarei scioccato se la caduta degli indici si concludesse con una sola giornata di forte sell off.  I titoli che hanno guadagnato di più dai minimi sono ancora quelli più rischiosi, che presentano un alto beta,  le small cap. Questi titoli si confermano ancora i grandi vincitori dei mercati e sospetto che ci saranno ancora dolori, nel breve termine, prima che l’eccessiva speculazione a cui abbiamo assistito recentemente venga azzerata”.
A dispetto del sell off del giovedì nero, gli indici S&P 500 e Dow Jones rimangono infatti in rialzo di oltre +37% rispetto ai minimi intraday testati lo scorso 23 marzo.
La maggior parte dei guadagni ha interessato quelle azioni che trarrebbero maggior beneficio dalla fine del lockdown, tra cui titoli del settore aereo, delle società da crociera e i retailers.
“Alcuni di questi titoli sono andati al di là dei valori giustificati dai fondamentali. Quando si vedono alcuni titoli del settore aereo prezzati agli stessi livelli attorno a cui oscillavano prima che tutto ciò iniziasse, e poi si sente dire che le compagnie aeree stimano di fare il 60% dei precedenti affari, tutto questo (il forte balzo dei titoli) non ha semplicemente senso”, ha commentato J Kinahan, chief market strategist di TD Ameritrade.
E così titoli come American, Delta e United hanno chiuso con il tonfo della vigilia in ribasso di oltre -20% su base settimanale, mentre il calo sempre settimanale di banche come  JPMorgan Chase, Citigroup, Wells Fargo e Bank of America è superiore a -12%.

Tonfo record per Pil UK: ad aprile -20,4%, su base mensile mai così male nella storia

Il Pil del Regno Unito è crollato ad aprile del 20,4% rispetto al mese di marzo, riportando la contrazione più forte, su base mensile, di tutti i tempi.Il dato è stato peggiore delle attese degli analisti intervistati da Reuters, che avevano previsto un calo del 18,4%. Su base annua, il tonfo è stato pari a -24,5%.Il dietrofront dell’economia UK si spiega, così come negli altri casi a livello globale, con gli effetti economici dell’emergenza sanitaria del coronavirus COVID-19. La pandemia ha costretto il governo di Boris Johnson a lanciare una serie di misure di lockdown, di contenimento, fattore che ha messo praticamente in quarantena l’economia del paese.L’ufficio nazionale di statistica del Regno Unito – l’ONS – ha reso noto che nei tre mesi fino alla fine di aprile, la contrazione è stata pari a -10,4% rispetto al precedente periodo di tre mesi, peggio del -10% stimato dal consensus.

Futures in rialzo dopo crollo record a Wall Street (Dow Jones in picchiata, -1861 punti)

Futures Usa positivi, gli indici azionari americani tentano di riprendersi dalla peggiore sessione dal 27 marzo scorso.I future sul Dow Jones Industrial Average salgono di 355 punti, indicando un avvio di seduta per il listino in rialzo di 395 punti.Anche i contratti sullo S&P 500 e il Nasdaq-100 futures preludono a un inizio di sessione positivo per i due indici.Ieri bagno di sangue a Wall Street: l’indice S&P 500 è scivolato di 188,04 punti (-5,89%), a 3002,10 punti, dopo aver testato un minimo intraday a 2999,49 punti. Il massimo intraday è stato pari a 3.123,53 punti.Il Nasdaq è capitolato di 527,62 punti (-5,27%), a 9.492,72 punti, appena al di sopra del minimo della sessione, a 9.491,30 punti. Il massimo intraday è stato pari a 9868,02 punti. L’indice Dow Jones è scivolato di 1861,82 punti (-6,9%), a 25.128,13 punti, dopo aver toccato in minimo intraday a 25.082,72 punti e un massimo intraday a 26.294,08 punti.Il Dow Jones ha chiuso al minimo dallo scorso 27 maggio, perdendo terreno, insieme allo S&P 500, per la terza sessione consecutiva.In generale, il giovedì nero è stato il peggior giorno per i principali indici azionari dal 16 marzo scorso.

Tracollo Wall Street con Dow Jones -6,9%. Trump incolpa la Fed, ma è spettro seconda ondata

Giovedì nero per Wall Street con gli investitori che toccano con mano la paura di una seconda ondata di coronavirus negli Usa dopo che i contagi sono tornati a salire in diversi Stati dopo il ritiro delle misure di lockdown. Il totale dei casi Covid-19 negli Stati Uniti ha superato i 2 milioni, con un balzo nei casi segnalati in Florida, Texas e Arizona dopo cinque settimane di declino in tutto il paese. Il Texas in particolare ha registrato 2.504 nuovi casi (variazione giornaliera più elevata da quando è iniziata la pandemia). Il mercato è stato inoltre deluso anche dall’outlook economico molto cauto della Fed.Il Dow Jones ha chiuso le contrattazioni con un tracollo del 6,9%, in calo di 1.861 punti. Calo del 5,84% per lo S&P 500 che è tornato in area 3.000 pti, mentre il Nasdaq ha ceduto il 5,27%. Per la Borsa di New York è la peggior seduta da 10 settimane. Tra i singoli titoli spicca il tonfo delle banche con -10% per Bank of America. Tra i colossi tech calo di quasi il 5% per Apple, -4,4% Alphabet e -3,29% Amazon.Sulla Fed è intervento in maniera vigorosa il presidente Donald Trump incolpandola di aver depresso l’umore del mercato con previsioni troppo cupe. “La Federal Reserve ha torto così spesso – ha twittato Trump – Avremo un ottimo terzo trimestre, un grande quarto trimestre e un anno tra i migliori in assoluto nel 2021. Presto avremo anche un vaccino e terapie/cure. Questa è la mia opinione”.Il tweet di Trump contro la Fed è arrivato quando gli indici cedevano il 3% circa, non avendo quindi l’effetto di risollevarne l’umore.

Spettro seconda ondata Covid affonda le Borse, a Milano debacle di tutte le big

Piazza Affari si rimangia buona parte dei cospicui guadagni messi a segno nel primo scorcio di giugno. Oggi è tornato prepotente il risk-off sui mercati complice il timore che arrivi una seconda ondata di coronavirus negli Usa dopo che il Texas ha registrato 2.504 nuovi casi (variazione giornaliera più elevata da quando è iniziata la pandemia). Il mercato è stato deluso anche dall’outlook economico molto cauto della Fed.Il Ftse Mib ha così chiuso a -4,81% a 18.806 punti con tutti i 40 titoli che in calo. Ribassi sostenuti soprattutto per industriali, bancari ed energy. Tra le big del listino milanese si segnala il calo del 7,7% di FCA, così come per la holding Exor. Su Fca tiene banco il nodo antitrust Ue, con la possibile apertura di un’indagine legata alla fusione con PSA. L’istruttoria Antitrust Ue, che potrebbe durare 4 mesi, rischia infatti di mettere a rischio la tempistica della fusione, la cui finalizzazione è attesa nella prima metà del 2021.Ha fatto peggio CNH (-11,82% a 5,926 euro) in scia all’esposizione sul mercato Usa e anche allo sgonfiarsi dell’effetto Nikola, startup Usa partecipata al 7% da CNH e le cui quotazioni sono scese del 18% ieri complici le contromosse di Tesla e Ford sul fronte dei camion ibridi.A Piazza Affari sbandamento vistoso anche per i titoli del comparto oil con chiusura a -7,03% di ENI a 8,58 euro e -7,51% per Saipem. A deprimere il comparto ha contribuito anche il forte calo delle quotazioni del petrolio tra timori seconda ondata di coronavirus e balzo maggiore del previsto delle scorte di greggio negli Usa.Molto male oggi anche Telecom Italia a -8,21% a quota 0,341 euro; oltre -9% anche per Atlantia nel giorno del cda chiamato ad approvare i conti del primo trimestre 2020.Seduta da dimenticare per le banche. La peggiore è stata Unicredit arrivata a cedere il 7,87% e scivolata sotto la soglia degli 8 euro. Calo simile per Banco BPM (-7,82%). Gli analisti di Banca IMI hanno rimosso la raccomandazione buy sul titolo scendendo ad ‘add’ con prezzo obiettivo limato da 2,1 a 1,64 euro.

Mix Fed + nuovi casi coronavirus affossa Wall Street: Dow Jones -3,2%, perde più di 800 punti

Wall Street in forte ribasso, il Dow Jones capitola di più di 800 punti, crollando fino a -856 punti (-.3,2%), a 23.130 punti circa. Lo S&P è scivolato fino a -84 punti (-2,6%), a 3.106 punti, mentre il Nasdaq Composite scivola fino a -2,2%, attorno a 9.800, dopo aver testato ieri un nuovo record intraday superando quota 10.000. La borsa Usa si allinea al trend dell’azionario globale, che vede il Ftse Mib segnare un tonfo del 4%. I mercati scontano le dichiarazioni arrivate ieri dalla Federal Reserve che, nel lasciare invariati i tassi sui fed funds nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, ha escluso un rialzo prima del 2022, a causa degli effetti disastrosi della pandemia del coronavirus COVID-19 sull’economia Usa. “Non stiamo pensando di alzare i tassi. Non stiamo neanche pensando a pensare di alzare i tassi”. Così Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, dopo l’annuncio del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana.Le previsioni del Fomc sull’economia e sui tassi sono chiare: dal dot plot emerge che i tassi sui fed funds sono visti rimanere nel range attuale fino al 2022; il Pil Usa è atteso in calo del 6,5% nel 2020, in ripresa al tasso +5% nel 2021, in crescita del 3,5% nel 2022 e dell’1,8% nel 2023.Si stima inoltre un’impennata del tasso di disoccupazione, nel 2020, al 9,3%, e una discesa progressiva al 6,5%, al 5,5% e al 4,1% nei prossimi anni.L’inflazione misurata dall’indice PCE è stimata allo 0,8% quest’anno, in ripresa all’1,6% nel 2021, per poi salire ancora all’1,7% e al 2% negli anni successivi, mentre l’inflazione core dovrebbe attestarsi, secondo la Fed, all’1% nel 2020, all’1,5% nel 2021 e all’1,7% nel 2022.I mercati pagano anche il timore legato ai contagi da coronavirus, che negli Usa hanno superato quota 2 milioni, e che sono tornati a salire in diversi stati, dopo il ritiro delle misure di lockdown.Wall Street viene affossata così da forti sell off: ieri il Dow Jones ha chiuso in calo di 282,31 punti, (-1%), a 26.989,99 punti; lo S&P è arretrato di 17,04 punti (-0,5%), a
3.190,14, mentre il Nasdaq è salito di 66,59 punti (+0,7%), a 10.020,35 punti.Sia lo S&P 500 che il Dow Jones siano in rialzo di circa il 45% dalla fine di marzo; tuttavia lo S&P 500 è in calo del 2,1% dall’inizio dell’anno e il Dow Jones in ribasso del 5,4%. Il Nasdaq Composite invece porta i suoi guadagni ytd a quasi +10%.Reso noto intanto il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, salite la scorsa settimana di altre 1,54 milioni di unità, meglio comunque del rialzo di 1,565 milioni di unità atteso dal consensus. Tuttavia, sebbene le nuove richieste continuino a scendere da marzo, più di 2,2 milioni di richieste di sussidi sono state presentate per accedere ai piani statali e federali nell’ultima settimana di maggio.Occhio al trend dei titoli del settore aereo, conUnited Airlines Holdings, Delta Airlines e American Airlines Group che sono scesi fino a -12% nelle prime battute della giornata di contrattazioni.Viene da pensare al commento che ha fatto il presidente americano Donald Trump in merito alla decisione di Warren Buffett di smobilizzare i titoli del settore aereo:“Ha avuto ragione tutta la vita ma a volte anche qualcuno come Warren Buffett – verso cui ho molto rispetto – commette errori. Avrebbe dovuto tenere i titoli del settore aereo, perchè queste azioni sono volate oggi”, aveva detto Trump lo scorso venerdì, commentando il rally dei titoli del settore aereo.Peccato che il presidente americano aveva forse dimenticato che Warren Buffett ragiona in un’ottica di lungo periodo

La Fed ha ancora paura del COVID, nessun rialzo tassi fino al 2022. Ipotesi YCC, l’asso nella manica di Powell

“Non stiamo pensando di alzare i tassi. Non stiamo neanche pensando a pensare di alzare i tassi”. Così Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, dopo la decisione del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale, di lasciare i tassi sui fed funds inchiodati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%. “Quello a cui stiamo pensando è di dare un sostegno all’economia. E riuscire a farlo richiederà un po’ di tempo”. E di fatto, le previsioni del Fomc sull’economia e sui tassi parlano chiaro: i tassi sui fed funds sono visti rimanere nel range attuale fino al 2022; il Pil Usa è atteso in calo del 6,5% nel 2020, in ripresa al tasso +5% nel 2021, in crescita del 3,5% nel 2022 e dell’1,8% nel 2023. Si prevede un’impennata del tasso di disoccupazione, nel 2020, al 9,3%, d una discesa progressiva al 6,5%, al 5,5% e al 4,1% nei prossimi anni.L’inflazione misurata dall’indice PCE è stimata allo 0,8% quest’anno, e in ripresa all’1,6% nel 2021, per poi salire ancora all’1,7% e al 2% negli anni successivi, mentre l’inflazione core dovreebbe attestarsi, secondo la Fed, all’1% nel 2020, all’1,5% nel 2021 e all’1,7% nel 2022. L’intenzione di lasciare i tassi sui fed funds fermi allo zero fino al 2022 è confermata dal dot plot, ovvero dal grafico da cui emergono le previsioni del Fomc sull’andamento futuro dei tassi: I 17 esponenti del Fomc sono unanimi nel prevedere tassi sullo zero fino al 2021, mentre per il 2022 sono solo due a stimare un rialzo.Nessun esponente sembra pensare alla prospettiva dei tassi negativi, uno strumento che, anche da precedenti dichiarazioni di Powell, sembra non riscuotere l’approvazione della commissione.Dal comunicato del Fomc emerge che “l’esplosione del coronavirus sta provocando sofferenze economiche e umane tremende negli Stati Uniti e nel mondo. Il virus e le misure varate per proteggere la salute pubblica hanno causato forti cali nell’attività economica e un balzo delle perdite dei posti di lavoro. La domanda più debole e i prezzi del petrolio significativamente più bassi stanno frenando l’inflazione dei prezzi al consumo”.Da segnalare che le misure straordinarie lanciate dalla Fed per sostenere l’economia americana hanno portato il bilancio della banca centrale, il mese scorso, a superare la soglia dei 7 trilioni di dollari per la prima volta in assoluto. “Crediamo che la Fed rimarrà dovish per tutto il tempo necessario a evitare un mini taper-tantrum”, ha detto Jeffrey Halley, analista di OANDA.Oltre all’acquisto degli ETF sui bond, montano le speculazioni sulla possibilità che la Fed inizi a fare shopping anche di ETF azionari. Un’altra ipotesi è quella del controllo della curva dei rendimenti (Yield Curve Control), reo la decisione di stabilire tetti massimi sui tassi per la prima volta dal 1940 per tenere sotto controllo i costi di finanziamento per le imprese e i consumatori: a tal proposito, c’è da dire che il 54% degli economisti intervistati da Bloomberg ritiene che questa tattica sarà sul tavolo a partire da settembre. Tra l’altro, nel mese di marzo, il presidente della Federal Reserve di New York, John Williams, aveva detto che la Fed stava “pensando molto seriamente” all’opzione del controllo sulla curva dei rendimenti.Così gli analisti di ING commentano quanto emerso ieri dalla Fed:“L’outlook (della Fed) sulla politica monetaria rimane molto incerto. Mentre i mercati azionari e altri asset rischiosi sembrano prezzare una ripresa a V, i mercati dei Treasuries e dei futures sui tassi di interesse sono molto più cauti. Crediamo che la cautela sia giustificata e riteniamo che ci siano poche prospettive di una Fed orientata a una politica monetaria restrittiva. Al contrario, intravediamo una maggiore probabilità di nuovi stimoli”. E questo anche perché si teme una seconda nuova ondata di contagi di coronavirus negli Stati Uniti. Gli ultimi dati, di fatto, non sono affatto confortanti. Il numero di persone contagiate dal COVID-19, negli Usa, ha superato quota 2 milioni, a fronte di un aumento delle vittime a 113.000. Casi di contagi, stando a quanto ha riportato il New York Times, sono saliti in 21 stati.In questo contesto ING scrive che “semplicemente, non sappiamo che strada prenderà il virus. Gli stati che hanno riaperto per prima hanno assistito a un aumento dei casi rispetto a quelli che sono rimasti in lockdown. Le misure di contenimento potrebbero essere reintrodotte, nel caso in cui il numero dovesse aumentare ulteriormente.  In più, rimaniamo preoccupati sulla possibilità che il virus riacquisti forza durante la stagione invernale e che le condizioni rendano più facile il contagio. Visto che ci sono poche indicazioni sull’arrivo imminente di un vaccino, è troppo presto rilassarsi sui potenziali costi sanitari ed economici. Ci sono inoltre fattori come il distanziamento sociale,  la cautela dei consumatori e le restrizioni sui viaggi che impediranno di tornare alla ‘normalità’ economica precedente il Covid-19. E a dispetto del report occupazionale shock diffuso la scorsa settimana (che ha indicato un balzo inatteso di 2,5 milioni di posti di lavoro), dobbiamo ricordare che il numero degli occupati rimane inferiore di 19,5 milioni di unità rispetto al mese di febbraio. Considerado anche la minaccia dei default societari, visto l’aumento dei debiti e il calo del fatturato e degli utili, il potenziale di dazi, le tensioni politiche e sociali che hanno ripercussioni negative sull’economia, è chiaro che ci sono molti ostacoli che l’economia deve fronteggiare”. Detto questo, “non crediamo che l’ipotesi dei tassi negativi sia realistica, visto l’entusiasmo pari a zero dei funzionari della Fed (non hanno funzionato in Europa o in Giappone e potrebbero davvero nuocere alla disponibilità del credito. E’ possibile invece che ci sia più QE che sia specificamente pensato per stabilire un tetto massimo sui tassi, il cosidetto controllo della curva dei rendimenti. Tuttavia, i tassi sui Treasuries, al momento ben ancorati, suggeriscono che, al momento, non c’è alcuna urgenza. (La prospettiva) diventerebbe più probabile se l’aumento delle emissioni dei Treasuries provocasse una indigestione nel mercato dei bond, facendo salire i tassi e scatenando condizioni più rigide di accesso ai finanziamenti negli Usa”.

Fed: tassi fermi vicino allo zero. Powell, “grande incertezza sul futuro

La Federal Reserve (Fed) ha mantenuto i tassi di interesse invariati e ha indicato che probabilmente resteranno vicino allo zero fino al 2022 finché l’economia non si risolleverà dalle conseguenze del coronavirus.Nel comunicato ufficiale la banca centrale Usa spiega che “l’attuale crisi della sanità pubblica peserà molto sulla crescita dell’attività economica, sull’occupazione e l’inflazione nel breve termine e comporta rischi considerevoli per le prospettive economiche a medio termine”. Per tale ragione il costo del denaro è stato confermato nel range compreso tra 0 e 0,25%. Inparticolare, “il Comitato prevede di mantenere questo intervallo fino a quando non sarà sicuro che l’economia abbia resistito agli eventi recenti e sarà sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi massimi di occupazione e stabilità dei prezzi, precisa ancora la Fed.“Non stiamo nemmeno pensando di aumentare i tassi”, ha confermato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel corso della conferenza stampa. “C’è grande incertezza sul futuro”, ha affermato Powell, ricordando che la banca centrale Usa è fortemente impegnata a fare “tutto il possibile, per tutto il tempo necessario” per sostenere l’economia. “Siamo stati molto disposti ad adattarci e continueremo ad esserlo”, ha aggiunto il numero uno della Fed. “Quando verrà il momento, dopo che la crisi sarà passata, rimetteremo gli strumenti di emergenza nella cassetta degli attrezzi”.

POWELL FED: WATERLOO!

Il grande stratega Napoleone Bonaparte, prima di vivere la sua tragica Waterloo, amava dire che non bisogna mai interrompere il proprio nemico mentre sta facendo un errore.Da anni la Federal Reserve e le altre banche centrali, continuano a ripetere lo schema fallimentare dell’esperienza giapponese, migliaia di miliardi di quantitative easing e liquidità che a nulla è servita, a nulla serve per vincere la grande battaglia contro la deflazione da debiti, anzi si tratta di un errore strategico che continua ad indebolire il nemico, mai interrompere la Fed mentre sta commettendo un errore madornale!

Ieri per noi una vittoria strepitosa, per Powell la sua Waterloo!Tassi fermi almeno sino al 2022, tassi a ZERO ad essere ottimisti, se le cose peggiorano i tassi NEGATIVI saranno la sua personale Waterloo, lui che nega questa eventualità!Le previsioni di tassi intorno al 2 o 3 % per il 2033 sono semplicemente RIDICOLE!La Fed ieri ha dovuto ammettere un’altra grande sconfitta nella sua battaglia contro l’inflazione, inflazione core tra lo 0,6% e 1 % per il 2020 ben lontano dal loro obiettivo del 2 %Inoltre ieri i dati sull’inflazione al consumo hanno distrutto le aspettative del mercato di un rialzo, fesserie da consulenti dell’ultima ora…

Quindi riepilogando secondo la FED:

a) Tassi a ZERO sino al 2022

b) PIL -6,5% nel 2020 e un rimbalzo del 5 % nel 2021, altra pura illusione

c) Disoccupazione al 9.3 % altra illusione

d) Inflazione core 1% nel 2020 1,5 % nel 2021 e 1,7% nel 2022 troppo ottimisti!

Ovviamente si tratta di una battaglia, la guerra finale non è ancora vinta, abbiamo vinto quasi tutte le battaglie, ora manca solo la ciliegina sulla torta.Nessun governatore ha avuto il coraggio di dire che i tassi andranno in negativo, ma come ben sappiamo, non sono loro che decidono, sarà il mercato a portare i tassi sotto la soglia dello ZERO e loro dovranno semplicemente adattarsi!Non solo Powell è stato costretto a dichiarare che i tassi resteranno a ZERO almeno sino al 2022, una dichiarazione che mi sarei aspettato ben diversa più ottimistica, ma ha dovuto aumentare a 80 miliardi al mese più 40 di MBS, gli acquisti di treasuries americani.Altro clamoroso errore strategico!Di fronte all’incredibile ondata di emessioni di titoli di Stato americani 80 miliardi sono semplicemente RIDICOLI, il nulla!In questi giorni l’ORO e i BOND stavano dando un segnale inequivocabile, stavano cancellando tutte le leggende metropolitane sui falsi dati dell’occupazione americana.Addirittura sconcertanti le dichiarazioni sulla disiguaglianza di Powell, ieri il che dimostra che questi sociopatici o psicopatici come meglio credete, non hanno alcun contatto con la realtà, o meglio dissimulano, facendo credere che loro aiutano…

 “La disuguaglianza è stata qualcosa che è stata sempre con noi per quattro decenni e non è realmente correlata alla politica monetaria”.

Ci sono studi e ricerche a centinaia che dimostrano che il QE sta aumentando la disparità di ricchezza e questi sociopatici, ci dicono che non è vero, negano l’evidenza.

“Oggi ci sono differenze fondamentali con la Grande Depressione, la risposta del Governo è stata veloce e l’economia era in buona salute. Il dato sul lavoro di maggio è stata una piacevole sorpresa. Supporto fiscale diretto è necessario per alcune persone.”

L’economia era in buona salute, si certo come il sistema finanziario era fondamentalmente solido prima della crisi subprime del 2008, ma quanto sono falsi e ipocriti questi sociopatici, il dato del lavoro una piacevole sorpresa, quanta falsità dentro questi uomini.L’economia era già in fiamme, ma dare la colpa ad altri o alla pandemia risulta facile per questi signori, banchieri che sono i principali responsabili di questo dissesto!Ma la ciliegina sulla torta, per la gioia di migliaia di psicopatici arriva alla fine…

“Vogliamo che gli investitori valutino il rischio come dovrebbero fare i mercati” e ha spiegato che la Fed non  toglierebbe mai il sostegno all’economia perché ritiene che i prezzi delle attività siano troppo alti: “Saremmo pronti a tollerare o io dovrei dire di ad accogliere letture molto basse sulla disoccupazione senza preoccuparsi dell’inflazione “.

Solo gli ignoranti si preoccupano dell’inflazione, ma una cosa l’ha detta Powell, non importa quanto enorme ed esplosiva sarà la bolla che riusciranno a costruire sui mercati, società fallite che triplicano il loro valore o altri assurdità potranno continuare a salire all’infinito, tanto loro non toglieranno mai i supporti ai loro amici psicopatici, perché vi faranno credere che aiutano l’economia.La madre di tutte le bolle deve ancora partorire e tu bellezza, devi solo decidere se una Banca centrale è onnipotente o se prima o poi l’errore farà collassare tutto. Se credi questo compra azioni e basta e tanti auguri e buon divertimento.Io credo che neanche i governatori della Fed sanno quello che li aspetta, le previsioni sul PIL e sulla disoccupazione hanno divari enormi si passa dal 4,5% al 12 % per non parlare delle ridicole previsioni sul PIL, assolutamente ridicole!Questo è un enorme divario e sottolinea il livello di incertezza che devono affrontare i responsabili delle politiche. Questo continua nelle proiezioni del 2021.Non puoi avere scenari sul PIL per il 2021 che passano dal -1% al 7 % disoccupazione dal 4,5 % al 12 %, significa che non hai la più pallida idea di quello che succederà il prossimo anno, figurarsi nel 2022 o nel 2023.

BlackRock: “Le elezioni Usa possono diventare un elemento di complicazione per i mercati

Per Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, la corsa alla Casa Bianca farà sentire i suoi effetti sui mercati nei prossimi mesi. In un portafoglio ben diversificato la parte core dovrebbe essere debito IG e HY, senza dimenticare l’oro

Nella scorsa settimana le Borse europee sono cresciute dell’11%, continuando il recupero, con il Nasdaq a New York che ieri ha superato quota 10mila punti, segnando un altro record storico. “A tutti gli effetti abbiamo avuto delle sorprese positive”, spiega Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia. “Le riaperture delle economie non hanno prodotto una riaccelerazione dei contagi”. E poi c’è da considerare anche un secondo aspetto: nonostante i segnali di ripresa delle attività produttive, non sono diminuite le misure di sostegno delle Banche centrali. Anzi, sono anche aumentate, con la Bce che ha esteso di altri 600 miliardi il suo programma di acquisti pandemico (Pepp), prolungandolo fino a giugno 2021. Per Rovelli, il rischio di un aumento delle infezioni “resta basso in Europa”, ci sono dei dubbi invece per gli Stati Uniti dove si registrano numeri ancora preoccupanti.

L’EUROPA DIVENTA L’AREA PIÙ ATTRAENTE

Dagli Stati Uniti all’Europa che per BlackRock diventa l’area geografica più attraente in ottica investimento. “La reazione di policy è più coesa e rapida – prosegue Rovelli – sia dal punto di vista fiscale che monetario”. I settori da tenere in considerazione? “Quelli più interessanti continuano ad essere la tecnologia e il settore farmaceutico, con l’aggiunta del settore industriale che può beneficiare del ciclo globale”. Più cautela, invece, per le materie prime che “dipendono da una crescita dell’economia cinese” ed è improbabile che aumenti in maniera significativa nell’immediato.

I MERCATI TROPPO SCOLLATI DELL’ECONOMIA?

I listini corrono, mentre l’economia riprende a fatica. Se è vero che i mercati azionari anticipano sempre l’economia reale, oggi non c’è però troppa distanza? Per Rovelli, i mercati oggi sono cari. “Se usiamo valutazioni statiche, questo tipo di metriche in questo momento ci dicono che i mercati sono allineati alle medie storiche”, spiega il Managing Director di BlackRock Italia. “Dal punto di vista dinamico, però, relativamente al ciclo economico, i mercati sono molto cari”.

VERSO LE PRESIDENZIALI USA

Nei prossimi mesi la campagna elettorale per le presidenziali americane potrà sicuramente avere qualche effetto sui mercati. “Al momento il confronto con la Cina è sospeso, a causa delle tensioni interne”, continua nella sua analisi Rovelli. “Ma non c’è dubbio che la corsa alla Casa Bianca introduca un elemento di complicazione che ci ha spinti ad essere più orientati sull’Europa”. In caso di una vittoria di Biden, con un senato democratico, potremmo assistere “ad un amento della tassazione corporate, con più regolamentazione del settore farmaceutico”.

LA PARTE CORE DEL PORTAFOGLIO

“Penso che la parte core della costruzione del portafoglio sia detenere obbligazioni investment grade e high yield”, aggiunge Rovelli. “Oggi significa detenere asset class con valutazioni attraenti”, che vanno nella direzione dell’azione delle banche centrali. Per BlackRock, questo tipo di asset class ha dei ritorni aggiustati per il rischio molto positivi e migliori di quelli dei mercati azionari.

L’ORO È SEMPRE UNA BUONA IDEA

Bene rifugio o valuta alternativa? Il metallo giallo non dovrebbe mai mancare in un buon portafoglio diversificato. “Penso che l’oro debba essere strutturalmente parte di una allocazione strategica”, precisa il responsabile del team di investimento in Italia di BlackRock. “Offre una diversificazione rispetto alle asset class che in fase di correzione tendono a diventare molto correlate fra loro”. Dal momento che non sappiamo quali saranno le conseguenze a lungo termine di questa espansione monetaria, “detenere oro come valuta alternativa in portafoglio”, per Rovelli, potrebbe essere utile, soprattutto “con i tassi di interesse bassi”.

FOMC: Tutto è già stato scritto (in teoria) e il DOT PLOT non mente

Ma di cosa ci stiamo parlando? Di un mondo che non esiste, o forse che non è mai esistito ma nel quale ci hanno catapultato. Una banca centrale, la più potente del pianeta, la FED che tramite il suo “braccio armato”, il FOMC, ha fatto capire di voler controllare la curva dei tassi, comprimendola verso il basso ancora per tanto tempo, comprando titoli a manetta, nella consapevolezza che il 2020 porterà ad un PIL pari a -6,5% ma con un 2021 che ci regalerà un PIL a +5%.
A casa mia vuol sempre dire -1,5% in due anni, direi coerente con l’andamento dei mercati. La conferma ce l’abbiamo leggendo le proiezioni fatte a dicembre. Se la matematica non è un’opinione…

Ma tanto le dinamiche ormai sono chiare e già ampiamente spiegate.
Inflazione tenuta quanto possibile sotto controllo, e QE finchè ce n’è bisogno, finchè il mercato assimila, finchè si può, finchè non si capisce che la situazione diventa ingestibile.
Tassi ovviamente stabili, a 0% – 0,25% come previsto.
Ma quello che interessante è il Dot Plot, ovvero i famosi pallini che ci dicono la previsione dei vari membri del FOMC sui tassi USA.

DOT PLOT REVOLUTION

Innanzitutto nessuno pensa che arriveremo a tassi negativi. Seconda cosa, c’è univocità sul fatto che i tassi saranno compressi verso il basso. Quindi è già una storia scritta, alla faccia della legge di mercato. Tutto pienamente e volutamente pilotato. E sul lungo termine, è evidente che nel lungo termine saremo tutti morti (come dice sempre un mio amico) e quindi ovvio pensare che prima o poi i tassi saliranno.

(…) The Federal Reserve kept interest rates near zero and indicated that’s where they’ll stay as the economy recovers from the coronavirus pandemic. “We’re not thinking about raising rates. We’re not even thinking about thinking about raising rates,” Fed Chairman Jerome Powell said. “What we’re thinking about is providing support for the economy. We think this is going to take some time.” (…) The Fed also said it will continue to increase its bond holdings, targeting Treasury purchases at $80 billion a month and mortgage-backed securities at $40 billion. (…) Powell said the economic projections were made with the “general expectation of an economic recovery beginning in the second half of this year and lasting over the next couple of years, supported by interest rates that remain at their current level near zero.” (…) [Source] 

Come vedete, anche la disoccupazione USA e l’indice PCE è visto in normalizzazione. Dite che quindi il mercato si muoverà col pilota automatico? Parlare di pilota automatico non mi sembra corretto. Mi sembra più di essere su una funivia dove tutto è scritto e calcolato. Sempre che i cavi non cedano un giorno.

Fed: cosa aspettarsi dalla riunione? Ecco a cosa fare attenzione

Oggi è il giorno della Federal Reserve. Questa sera (alle 20.00 ore italiane) la banca centrale americana annuncerà la sua decisione di politica monetaria a cui seguirà la conferenza stampa del governatore Jerome Powell. Nell’attesa ci si chiede se la Fed possa sorprendere ancora dopo il bazooka anti-coronavirus, lanciato a marzo con il QE Infinity e gli acquisti di bond societari per la prima volta nella sua storia ultracentenaria.
Cosa si aspettano gli esperti“La Fed non si lascerà influenzare dal miglioramento dei dati sul mercato del lavoro”, sostiene Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, che non prevede alcuna nuova misura in arrivo dalla banca centrale americana. Allo stesso tempo però è probabile che il presidente Jerome Powell farà in modo che il mercato comprenda che la politica monetaria rimarrà estremamente accomodante per un periodo di tempo molto lungo. “Ci aspettiamo alcuni commenti sulla forward guidance, ovvero che i tassi di interesse restino a livelli molto bassi per molto tempo”, precisa l’esperto di Mirabaud AM.Anche a La Française AM non si aspettano grosse novità dalla Fed. “Il target range per il tasso dei Fed funds dovrebbe, con ogni probabilità, essere mantenuto fra 0 e 0,25% – afferma François Rimeu, senior strategist di La Française AM – I membri della Fed hanno espresso già diverse volte la propria contrarietà ai tassi negativi”. Per quanto riguarda la forward guidance, l’esperto si aspetta un approccio “wait and see” sulle politiche monetarie non convenzionali. “Riteniamo che i membri vorranno aspettare settembre, in attesa di maggiore chiarezza sul fronte macroeconomico prima di impegnarsi a qualsiasi altro nuovo piano di stimoli”, conclude, aggiungendo che le attese del mercato su questo meeting potrebbero forse essere un po’ troppo alte e potrebbe quindi innescarsi una reazione negativa del mercato durante o dopo la riunione.

A cosa prestare attenzione
Sebbene non siano previsti grandi cambiamenti nella politica monetaria della Fed, c’è da fare comunque attenzione ad alcuni aspetti. Innanzitutto, le nuove prospettive economiche. La Fed oggi rilascerà le sue previsioni economiche per la prima volta da dicembre, quindi alla luce dell’effetto Covid. Secondo JP Morgan l’economia americana andrà incontro a una flessione del Pil del 6% nel 2020 con una disoccupazione intorno al 10-11%.
Da guardare da vicino anche la forward guidance. Finora la Fed ha cercato di evitare di dare troppi dettagli sull’orientamento di politica monetaria futura, ma il mercato ha fame di ulteriori chiarimenti sulla possibile evoluzione. Quindi massima attenzione alle indicazioni che verranno fornite sui prossimi passi, sia per quanto riguarda i tassi sia sulle misure non convenzionali. In particolare, da monitorare se il governatore Powell utilizzerà l’espressione “fortemente impegnata” nell’indicare la volontà della Fed a utilizzare tutti i suoi strumenti per sostenere l’economia, o semplicemente “impegnata”. L’attesa è comunque di un “dot plot” dovish ma senza picchi eccessivi.
Infine, attenzione a possibili dichiarazioni sulle proteste negli Stati Uniti. Dall’ultima volta in cui Powell ha parlato, gli Stati Uniti sono stati scossi dalle proteste di massa contro l’ingiustizia razziale e la brutalità della polizia e in questo nuovo contesto il presidente della Fed potrebbe dover affrontare la questione, come potenziale nuovo rischio per l’economia americana in aggiunta al coronavirus.

Preview Fed: Powell non si lascerà influenzare dai sorprendenti dati sul lavoro (analisti)

La Federal Reserve stasera annuncerà la sua decisione di politica monetaria, che secondo la maggior parte degli esperti, rimarrà invariata. “La Fed non si lascerà influenzare dal miglioramento dei dati sul mercato del lavoro”, sostiene Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM. Tuttavia, la Fed è ancora lontana dal raggiungere i suoi obiettivi di inflazione e piena occupazione, e per questo motivo, sebbene i asterrà dall’annunciare nuove misure, il presidente Jerome Powell farà in modo che gli analisti comprendano che la politica monetaria rimarrà estremamente accomodante per un periodo di tempo molto lungo. “Ci aspettiamo alcuni commenti sulla forward guidance, ovvero che i tassi di interesse restino a livelli molto bassi per molto tempo”, precisa l’esperto di Mirabaud AM.

DISOCCUPAZIONE USA: forse i numeri non ce la contano giusta

Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di assistere ad uno “spettacolare” recupero della forza lavoro USA. La disoccupazione resta sempre a livelli molto elevati ma in un solo mese abbiamo assistito ad un miracoloso recupero.

(…) A sorpresa ripartono le assunzioni in America. Il dato di maggio è del tutto inatteso e positivo: sono stati creati 2,5 milioni di posti di lavoro. Di conseguenza il tasso di disoccupazione Usa scende: mentre ad aprile aveva toccato il massimo storico dal dopoguerra a quota 14,7%, il mese scorso è ri-disceso a 13,3%.
E’ pur sempre una disoccupazione altissima e la distruzione di posti di lavoro è stata immensa durante i tre mesi di pandemia e lockdown: (…) Però tutti gli analisti si aspettavano che la disoccupazione avrebbe proseguito la sua impennata fino al 20%. L’inversione di tendenza di maggio è stata precoce, rispetto a tutti gli scenari prevalenti. (…) [Source]

Come forse ricordate, la disoccupazione USA possiamo analizzarla studiando diversi parametri. Noi siamo abituati alla cosiddetta U-3, ovvero il tasso disoccupazione registrato prendendo i disoccupati che attivamente cercano lavoro.
Di certo non ve ne ricorderete ma la questione in passato è stata ampiamente discussa. Sono andato a rivedere un mio vecchio post del 2014 e credo sia attualissimo per capire il momento attuale e per capire la scala disoccupazione che passa da U-1 a U-6.

Intanto guardate questo grafico realizzato con dati ufficiali BLS. Forse, i numeri non sono cosi straordinariamente positivi come ci hanno fatto vedere.

Prossima frontiera di Fed e Bce? Acquistare azioni con gli ETF

La Bank of Japan lo fa da anni e non è impensabile che altre grandi banche centrali possano seguire l’esempio nipponico e acquistare ETF azionari. Un tema che è più che mai caldo in questo momento. L’emergenza Covid-19 ha spinto Fed e Bce a cimentarsi in territori fino ad ora inesplorati. Il particolare la Federal Reserve ha impresso una svolta alla propria azione (dando una scossa positiva ai mercati) annunciando il 23 marzo il QE Infinity e che avrebbe acquistato bond societari per la prima volta nella sua storia ultracentenaria e il Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF) è di fatto partito il 12 maggio facendo subito il pieno di ETF.
La Fed non è la prima banca centrale ad acquistare ETF nell’ambito di un piano di acquisto asset. La Bank of Japan acquista ETF azionari quotati in Giappone dal 2012 nell’ambito del suo programma di QE e detiene e $ 289 miliardi circa di asset attraverso replicanti (ossia il 76% dei $ 382 miliardi totali di asset nel settore degli ETF in Giappone). E già qualcuno si è spinto a prevedere che nel prossimo futuro anche la Fed e qualche altra banca centrale prenderanno in considerazione l’acquisto di ETF azionari.

L’esempio della Bank of Japan

L’azione della Fed potrebbe spingersi ancora oltre nel prossimo futuro. Il deterioramento delle condizioni economiche potrebbe infatti spingere la Fed a spingersi oltre e procedere all’acquisto di ETF azionari. Il presidente della Fed di Boston, Eric Rosengren, ha affermato che alla banca centrale potrebbe essere consentito “di acquistare una gamma più ampia di titoli o attività“, facendo quindi intendere che le azioni potrebbero essere nella lista della spesa della Fed se sia tassi di interesse a breve che Treasury a 10 anni si avvicinano a zero. L’acquisto di ETF potrebbe  essere preso in considerazione anche dalla Bce. Peter Kažimír, che fa parte del Consiglio direttivo della Banca centrale europea per conto della Slovacchia, ha dichiarato che non lo “esclude per il futuro”.
La Bank of Japan acquista un massimo annuale di 12 trilioni di yen. La natura degli acquisti della BoJ è cambiata nel tempo – rimarca Cosmo Elms, Head of ETF Business Development di Legal & General Investment Management (LGIM) – . Inizialmente, utilizzava solo ETF che seguivano gli indici Topix e Nikkei 225 tradizionali. Nel 2015, tuttavia, ha deciso di destinare agli ETF incentrati sulle società che effettuano investimenti proattivi nel capitale fisico e umano. In un momento di immensa perturbazione sociale ed economica, questo potrebbe essere un percorso che anche altre banche centrali desiderano intraprendere, piuttosto che usare semplicemente l’intervento monetario per sostenere i prezzi delle attività”. E da un recente studio del National Bureau of Economic Research emerge che il programma di acquisti sembra aver migliorato le valutazioni delle azioni sottostanti e ha quindi incoraggiato tali società a fare un maggiore uso del finanziamento azionario e aumentare i loro book assets.  Tuttavia, sembra che il denaro raccolto dalle aziende non fosse investito in modo particolarmente produttivo; la maggior parte si accumula sotto forma di liquidità sui bilanci aziendali. Vi è stato un leggero aumento dell’occupazione associato agli acquisti dell’ETF, ma nessun impatto statisticamente significativo sulle spese di ricerca e sviluppo.
Va ricordato che la BoJ non ha diritto di voto nelle società in cui investe tramite ETF. Ciò riflette l’obiettivo dichiarato dei suoi acquisti di abbassare il premio per il rischio delle azioni anziché influenzare le scelte del consiglio di amministrazione e quindi non utilizza le sue quote per promuovere priorità ESG.

Ecco cosa sta acquistando la Fed

La Fed tra il 12 maggio e il 19 maggio ha acquistato $ 1.58 miliardi nell’ambito degli Investment Grade e High Yield ETF con un valore corrente di mercato di $ 1.307 miliardi di dollari. Gli acquisti sono stati effettuati in 15 ETF a reddito fisso di cui 6 high yield e 11 a livello investiment grade. La maggior parte (83%) dell’investimento è stata destinata a ETF investment grade, mentre il restante 17% è stato assegnato a ETF ad alto rendimento.
La facility SMCCF può acquistare solo ETF quotati in Usa e il cui obiettivo di investimento sia di fornire “una ampia esposizione al mercato dei corporate bond americani”. Nello specifico sono acquistabili gli ETF che puntano soprattutto sui corporate bond americani con rating investment-grade e il resto sarà negli ETF il cui obiettivo primario di investimento è l’esposizione alle obbligazioni societarie statunitensi ad alto rendimento.
SMCCF prenderà in considerazione diversi fattori aggiuntivi per determinare quali ETF saranno idonei all’acquisto. Tali considerazioni comprendono: la composizione del debito con rating investment grade e non investment grade; lo stile adottato dal management per la gestione dell’ETF; l’ammontare del debito detenuto presso le ‘depository institutions’ (istituzioni di deposito); le condizioni del debito sottostante; gli asset totali gestiti; il volume, in media, del trading giornaliero; e, nel caso in cui sia presente, il leverage.

Wall Street: Dow Jones negativo per prima volta in 7 giorni. S&P +47% da minimi marzo

Per la prima volta in sette giorni, l’indice Dow Jones perde terreno, scendendo di oltre 350 punti, o cedendo -1,4%. Lo S&P 500 cede l’1% circa, mentre il Nasdaq fa -0,5%. Sotto pressione soprattutto i titoli delle compagnie aeree, che nei giorni scorsi avevano guadagnato grazie al rinnovato appeal speculativo. United Airlines e Delta Air Lines cedono ciascuna più del 10%. Male anche i titoli delle società che gestiscono viaggi da crociera, Carnival e Royal Caribbean. In ribasso poi il settore retail, con i sell che colpiscono in particolare Gap e Simon Property Group.Il sentiment negativo è successivo agli acquisti di ieri, che hanno riportato l’indice S&P 500 in territorio positivo da inizio anno e a un livello superiore di oltre +47% dai minimi di marzo. Sempre ieri il Nasdaq è salito a un nuovo record, portando i suoi guadagni da inizio anno a +10,6%.

Doppio colpo da KO per le banche del Ftse Mib: stop dividendi fino al 2021 e ostacoli a OPS Intesa su UBI

Ondata di vendite oggi sulle banche di Piazza Affari che interrompono bruscamente la striscia di rialzi record delle ultime due settimane. I ribassi arrivano al oltre -5% per le big bancarie Intesa Sanpaolo e Unicredit (quest’ultima reduce da 12 rialzi consecutivi). A soffrire sono sia le banche che società d’investimento e assicurazioni dopo che ieri è arrivata la raccomandazione del Consiglio generale del Comitato Europeo per il rischio sistemico (CEMS), organo di supervisione della BCE, circa lo stop dei dividendi per tutto il 2020, ossia oltre il limite del 1° ottobre stabilito dalla BCE lo scorso marzo.

L’indicazione sui dividendi

Il CEMS ha integrato le precedenti iniziative intraprese da BCE, EBA ed EIOPA emettendo una nuova raccomandazione sulla restrizione al pagamento dei dividendi fino al primo Gennaio 2021. La raccomandazione del CERS si applica a banche, imprese di investimento e assicurazioni e raccomanda la sospensione dei dividendi, riacquisto di azioni proprie e pagamento delle remunerazioni variabile, mentre non include il pagamento delle cedole degli AT1, che non sono quindi a rischio dal punto di vista regolamentare.
Gli analisti di Equita SIM sottolineano come la notizia aumenta i rischi sul pagamento della seconda tranche di dividendo da parte di Generali (3% yield) e su quello di Unipol (5,7%).A Piazza Affari soffre tutto il comparto finanziario con oltre -4% per Mediobanca, -3,5% circa per UBI Banca e Banco BPM. Tra le assicurazioni -2,9% Generali e -1,8% Unipol. Nel segmento risparmio gestito -4,8% per Banca Mediolanum e -3,93% Azimut e -2,9% Banca Generali.

Frenata anche sul fronte Intesa-UBI

Pesano anche i rumor circa l’esito di una prima fase dell’istruttoria antitrust che non vedrebbe le condizioni per dare il via libera all’OPS di Intesa su UBI Banca. Dopo aver ottenuto l’ok della Bce e ieri anche quello di Banca d’Italia, secondo quanto riporta Il Messaggero al termine di una prima fase dell’istruttoria antitrust non ci sarebbero le condizioni per autorizzare l’OPS di Intesa su UBI. L’autorità antitrust non riterrebbe soddisfatte, al momento, alcune condizioni in merito al rispetto della concorrenza – che potrebbero però essere modificate nell’ambito della discussione dell’istruttoria fra le parti.
Non verrebbero ritenute infatti sufficienti le previste cessioni di sportelli (400-500) a Bper che, stando al piano di integrazione presentato da Intesa, dovrebbero garantire il rispetto dei limiti antitrust. Secondo l’interpretazione di Equita SIM, quanto riportato rappresenterebbe un giudizio preliminare suscettibile di essere modificato: “E’ ragionevole attendersi che Intesa presenti le proprie controdeduzioni e/o eventuali piani alternativi di cessione in modo da garantirsi il rispetto delle condizioni richieste rimuovendo un ostacolo che non consente la partenza dell’OPS sul mercato”.

Indici europei invertono la rotta dopo il rally di Wall Street. Al via oggi la riunione della Fed

Dopo un’apertura frazionata, gli azionari del Vecchio Continente virano al ribasso – in attesa del Pil dell’Eurozona. Sale l’attesa per la riunione del Fomc. Nel frattempo, gli indici Usa si riavvicinano ai massimi pre-crisiLa buona performance degli indici statunitensi di ieri (Dow Jones +1,7%, Nasdaq +1,13% e S&P500 +1,2%, recuperando le perdite seguite alla crisi del coronavirus) sembravano poter spingere al rialzo anche l’Europa, dove l’allentamento delle misure di lockdown e la fiducia sul ritorno della possibilità di viaggiare, almeno entro i confini di Schengen, infondono nuovo ottimismo sui mercati. I guadagni degli ultimi giorni si sono invece fermati oggi, con Piazza Affari sotto pressione soprattutto per via del comparto bancario, dove i maggiori istituti segnano tutti ribassi superiori al 4,5%.

Come si è chiusa la giornata in Asia?

Sui mercati giapponesi la giornata si chiude al di sotto della parità. In vista della riunione del Fomc, l’organo esecutivo della Federal Reserve statunitense che domani sera si esprimerà sulle previsioni economiche post-coronavirus, gli operatori si sono infatti rifugiati nello yen come valuta rifugio, provocando nelle ultime ore di contrattazione nel mercato asiatico un balzo della valuta giapponese di circa l’1% e il calo del cambio USD/JPY fino a un minimo di 107,850.Gli azionari hanno accusato tale apprezzamento: in chiusura, il Nikkei ha perso lo 0,38% mentre il più ampio Topix è riuscito a contenere leggermente meglio le perdite, -0,14%.Poco mosse, ma comunque tutte al di sopra della parità, le Borse cinesi: Shanghai viaggia in rialzo dello 0,62%, China A50 guadagna lo 0,45%. Bene anche l’Hang Seng (+1,82%), mentre il Kospi coreano sale dello 0,2%.Exploit dell’Australia, dove i mercati tornano operativi dopo la pausa festiva di ieri. L’indice australiano S&P/AUX è infatti balzato del 2,7%, guidato dal settore bancario dove i principali istituti (Commonwealth Bank of Australia, Westpac e Australia and New Zealand banking Group) hanno guadagnato tutti almeno il 4%.

Cosa sta muovendo i futures Usa?

Continua il rally degli indici statunitensi: ieri l’S&P 500 è tornato positivo dai minimi del 23 marzo e il Nasdaq è ormai tornato vicino ai massimi storici. Oggi gli operatori guardano alle dichiarazioni di ieri della Banca mondiale secondo cui, nel 2020, il Pil globale subirà una contrazione del 5,2%, per rimbalzare del 4,2% solo nel 2021, ma soprattutto all’apertura dei lavori del Fomc, che si esprimerà domani sulle proiezioni economiche – ampiamente attese dopo che l’istituto centrale Usa ha saltato l’appuntamento con quelle di marzo, a causa del Covid-19.D’altra parte, le prime previsioni sembrano incoraggianti – a partire dall’ottimo dato sui nonfarm payrolls di venerdì scorso che hanno rivelato la creazione a maggio di oltre 2,5 nuovi posti di lavoro, portando il tasso di disoccupazione a scendere al 13,3%, mentre v’è una generale certezza sulle mosse della Fed, che non dovrebbe intervenire sui tassi di interesse almeno fino al 2021.Torna a salire il prezzo del petrolio dopo che, ieri, ha subito l’impatto della notizia di un accordo sulla produzione in seno all’Opec+ (i tagli da 9,7 milioni di barili al giorno continueranno per tutto luglio). Il greggio, schizzato fino a far superare anche al Wti i 40 dollari al barile, aveva poi subito un leggero calo durante la giornata di ieri. Al momento, quest’ultimo viene scambiato per 38,06 dollari al barile, mentre il Brent viaggia sui 40,57.Torna a quota 1.701 dollari all’oncia invece l’oro dopo che, ieri, era sceso sotto la soglia dei 1.700.

Cosa si prevede oggi in Europa?

A pochi minuti dall’apertura della sessione, gli indici europei hanno bruscamente invertito la rotta: rispetto ai timidi rialzi in apertura (Milano aveva aperto in rialzo dello 0,1% per poi salire dello 0,14%, Parigi guadagnava lo 0,17%), con solo Francoforte in leggero ribasso dello 0,08% e Londra dello 0,27%, al momento gli indici si confermano tutti al di sotto della partià: il Ftse Mib perde l’1,78%, il Cac lo 0,71%, il Dax scende dello 0,98% e Londra lascia sul terreno lo 0,70%.Crollate le esportazioni di aprile della Germania (-24%, a fronte di previsioni del -15,%), la cui bilancia commerciale si è fermata a 2,3 miliardi di euro (il mese precedente erano stati 12,8 miliardi), ora l’Eurozona attende il Pil definitivo per il primo trimestre.

Eurozona: Pil I trimestre in calo del 3,6%, flessione storica. Occupazione giù dello 0,2%

Il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Eurozona ha evidenziato nel primo trimestre del 2020 una contrazione del 3,6% rispetto al trimestre precedente, secondo l’Eurostat. Si tratta della maggiore flessione dall’inizio della rilevazione nel 1995. A marzo, l’ultimo mese del periodo considerato, le misure di confinamento legate al Covid-19 hanno iniziato a essere adottate in larga misura dagli Stati membri. Il calo si confronta con una crescita dello 0,1% registrata nel quarto trimestre del 2019 e con un -3,8% rilevato nella prima lettura dell’Eurostat sul primo trimestre 2020.Sempre nel primo trimestre del 2020, l’occupazione nell’Eurozona è scesa dello 0,2% rispetto al periodo precedente, in linea con le attese degli analisti, marcando una inversione rispetto al +0,3% registrato nel quarto trimestre del 2019.

Wall Street riparte da nuovi record: bene Amazon, boom di buy su Boeing (oltre +10%)

Wall Street in rialzo ma con cautela, in attesa della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, in calendario nella giornata di domani e dopodomani.Il verdetto di Jerome Powell arriverà al termine della riunione, nella giornata di mercoledì 10 giugno. Nessuna sorpresa secondo gli analisti sul fronte dei tassi sui fed funds, che dovrebbero essere lasciati invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%.Boom di acquisti su Boeing, che avanza di oltre +10% scommettendo sul ritorno alla normalità delle attività, dopo la fine del lockdown.La sessione odierna si apre con un balzo del Dow Jones superiore a 220 punti, a 27.338 punti; il Nasdaq si appiattisce dopo un esordio positivo, mentre lo S&P 500 fa +0,40% a 3.206.Titolo Amazon in rialzo dell’1%, dopo che l’analista Mark Mahaney di RBC Capital ha aumentato il target price del 22%, a $3.300, ribadendo il rating “outperform”.L’upgrade fa di Mahaney l’analista più bullish su Amazon di Wall Street: il suo target è infatti superiore del 10% rispetto al target price immediatamente più alto $3.000, stabilito da due dei 48 analisti interpellati da FactSet.B

La ripresa di Borsa e economia può portare a quella di Trump su Biden

La miscela di un’America che torna in massa al lavoro e di proteste violente non favorisce lo sfidante Dem. Intanto l’Europa che cerca di ricomporsi su nuove basi potrebbe diventare attraente per l’investitore

Tra una decina di giorni sono 4 mesi esatti da quando il virus ha fatto irruzione sui mercati di Europa e Stati Uniti precipitando molti nel panico e inducendo un’ondata di vendite che, nell’arco di un mese, ha bruciato oltre il 35% del valore alle azioni di Wall Street e quasi il 40% di quelle europee, con Milano particolarmente colpita con oltre 10.000 punti lasciati sul terreno dal FTSE Mib. Alla chiusura del 5 giugno al Nasdaq bastavano meno delle dita di una sola mano per contare la distanza dai massimi del 19 febbraio, a S&P 500 e Dow Jones solo qualcosa di più mentre il germanico DAX era risalito a una distanza di un migliaio di punti dal picco pre-virus. Per le azioni italiane invece la risalita è ancora a metà strada e manca all’appello un 20% abbondante. È stato l’Orso più veloce della storia, ma anche il Toro che ne ha ripreso il posto non scherza. E le economie stanno seguendo la strada tracciata dalle Borse, come anticipato una settimana fa su Financialounge.com, cominciando a disegnare una decisa ‘V’.

LA ‘V’ DELL’ECONOMIA STA DIVENTANDO GLOBALE

L’America sta tornando in massa al lavoro, come ha mostrato il Job Report di venerdì 5 giugno che ha stupito solo chi si ostinava a ignorare la ‘lettura’ di Wall Street, e anche il resto del mondo va nella stessa direzione. L’indice J.P.Morgan Global Manufacturing di maggio è risalito a 42,4 da 39,6 di aprile. Resta ancora ben sotto quota 50, che demarca contrazione e espansione, ma in Cina l’attività manifatturiera si è già portata sopra, a 50,7 da 49,4. L’Eurozona è ancora indietro a 39,4, ma in netto rialzo dal minimo di 33,4 di aprile, con l’Italia che ha fatto molto meglio degli altri, mettendo a segno un massimo di 3 mesi a 45,4 seguita a distanza dalla Francia. Quando cadevano verticalmente, questi indici facevano titolo di apertura sui media, ora che rimbalzano a ‘V’ finiscono nelle brevi di economia, se c’è spazio. Per chi ha venduto a marzo preso dal panico e incoraggiato dalle previsioni catastrofiche il bilancio è disastroso, per chi aveva liquidità da impiegare e una visione in grado di mettere le cose in un contesto è stata una colossale opportunità di comprare a sconto del 30-40%.

IL GRADIMENTO DI TRUMP ALLO STESSO LIVELLO DI OBAMA 8 ANNI FA

Ora si avvicinano le presidenziali americane. Al 3 novembre mancano meno di una ventina di settimane, e viene da chiedersi: ma non è che lo stesso tipo di illusione ottica negativa che ha indotto a una lettura sbagliata di mercati e economie ora sta influenzando anche la percezione dell’umore degli elettori americani? I sondaggi danno l’ex vice di Obama Joe Biden al 48% dei consensi contro un 42% di Trump. Se si vanno a cercare quelli di 4 anni fa di questi tempi si vede che Trump era ancora più indietro contro Hillary Clinton: 40-48. Si potrebbe obiettare che Trump è alla fine del primo mandato, mentre 4 anni fa era un outsider poco gradito al suo stesso partito. E allora andiamo a vedere come era il gradimento di Obama alla stessa distanza temporale dalla rielezione nel 2012 rispetto a Trump su Rasmussen Reports, che fa sondaggi su tutto e pubblica un report giornaliero del consenso presidenziale: al 5 giugno 2020 tasso di approvazione di Trump 48% mentre Obama alla stessa data del 2012 aveva il 47%.

IL PRECEDENTE DEL 1968 QUANDO LA MAGGIORANZA SILENZIOSA VOTO’ NIXON

Se il Job Report di venerdì scorso è solo l’antipasto dei dati che usciranno nelle prossime settimane e che dovrebbero disegnare la stessa ‘V’ di Wall Street per l’economia, Trump potrebbe ‘vendersi’ elettoralmente la creazione di milioni di posti di lavoro al mese di qui a settembre-ottobre. E se in estate continuano le proteste violente delle ultime settimane si potrebbe verificare uno scenario da 1968, quando gli elettori spaventati dalle sommosse seguite per mesi all’assassinio in aprile di Martin Luther King e dalle proteste violente degli studenti contro la guerra in Vietnam mandarono Richard Nixon alla Casa Bianca con una valanga di voti della ‘maggioranza silenziosa’, espressione inventata proprio da Nixon. Per Joe Biden, che comunque deve ancora ufficializzare la nomination alla Convention democratica di Milwaukee, in Wisconsin a fine agosto, la miscela di un’economia che riparte a ‘V’ e di saccheggi e incendi notturni nelle metropoli non sembra esattamente il miglior viatico per battere Trump.

Wall Street verso avvio positivo, si apre la settimana della Fed

I futures sugli indici statunitensi si muovono in territorio positivo, suggerendo una partenza in rialzo per Wall Street, che andrebbe così a proseguire i guadagni della scorsa ottava. A circa due ore e mezza dall’avvio, il contratto sul Dow Jones sale dello 0,48%, quello sull’S&P500 avanza dello 0,33% mentre il future sul Nasdaq è poco mosso con un +0,03%, dopo che venerdì scorso l’indice tecnologico ha chiuso su nuovi massimi. A sostenere gli scambi è un nuovo possibile pacchetto di aiuti Oltreoceano. Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato espressamente la volontà di chiedere al Congresso ulteriori stimoli, in arrivo verosomilmente a luglio, con focus in primis sulle aziende più colpite dal coronavirus (intrattenimento, cinema, ecc.). Sullo sfondo la guerra commerciale, con Trump che è tornato a minacciare dazi all’Europa (e Cina). Tra gli appuntamenti della settimana, l’attenzione degli operatori sarà orientata soprattutto alla giornata di mercoledì, quando la Fed rilascerà le nuove stime di crescita e inflazione e i nuovi Dot Plot. Il timore è che la banca centrale americana riduca il suo sostegno dopo i sorprendenti dati sul mercato del lavoro usciti venerdì.

ARTICOLO CHIUSO 23 GIUGNO 2020

SU PRECISO RAGGIUNGIMENTO DEL 1000% DI QUESTO ETF

NUOVI AGGIORNAMENTI NELL’ARTICOLO 1000% on ETF QQQ !!!

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