NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

Eccoci a un nuovo appuntamento , ancora una volta dedicato all’Indice Tecnologico Americano e il titolo di questo articolo come sempre è “sibillino” :

NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

Innanzi tutto cominciamo con un riassunto di tutte le analisi precedenti del NASDAQ fatte da SFI TRADING ADVISOR da Ottobre 2018 a Ottobre 2020 , tutte rialziste da 6180 punti di NASDAQ fino all’attuale top di 12467 punti , come dire +100% di Indice in 24 mesi esatti :

Mani Forti + FED= 6192-7192 Nasdaq Composite

Effetto Domino sui Mercati

La Grande Scommessa Contrarian

NASDAQ 7180

NASDAQ 7180-8133=FTSEMIB 20180-21330

La Strada Maestra degli HFT

NEVER FIGHT FED

NASDAQ COMPOSITE – FTSEMIB – DAX

NASDAQ : 7294 si gioca tutto lì

Double Max ? Nothing to declaire

Hold in May and do not Fly away

MISSION IMPOSSIBLE

Bulls Vs Bears : Who wins ?

Monday Monday

Explosive rise coming up ?

Are you ready ?

NASDAQ COMPOSITE 2.0

NASDAQ COMPOSITE: BEARISH TRAP ?

Perchè le Banche Centrali,ritornano al QE?

Financial Markets Update

We are in a burning Market

MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?

FEDERAL RESERVE : Make it happen

AMERICAN INDEX & VIRUS

Shine on you Crazy Financial Market

1000% on ETF QQQ !!!

Invesco QQQ Trust – QQQ 2.0

TRUMP vs BIDEN (and NASDAQ)

Il MOVE principale quindi in questi 24 mesi del NASDAQ , è partito da 6180 (test alla lontana del massimo di 5000 del 2000), da cui recupero di 6500,  a cui è seguito  un classico 6500-9500 . Non solo , ma su rottura al rialzo di questo Box senza alcuna correzione ha raggiunto quasi perfettamente il target risultante che era appunto 12500 (12467).

Come già detto in passato da quel momento ha corretto con forza fino a 10500 (lato alto del BOX 6500-10500 ) arrivando quasi a ritoccare il massimo assoluto (sfiorandolo con top 12250 circa)  da cui è ripartita una correzione.

Questa correzione al momento non ha ne riportato il Nasdaq a 10500 , ne è stata in grado di farlo tornare sui /sotto i livelli chiave molto importanti 11000/11050 segnalati tempo fa.

Perchè sono importanti ? Perchè sono il 1000% di rialzo da 1100 che fu il minimo dopo la correzione 5000-1100.


Ora perchè parliamo di NASDAQ 20000?


Le ragioni sono molte ,ma citiamo le piu’ importanti :

1) Rompere al rialzo un BOX come 6500-10500 e ritestare da 12500 con successo 10500 fa restare non solo fuori da Box 6500-10500 (che ha un target “nominale” di 14500 non ancora raggiunto dal Nasdaq)  , ma cosa molto piu’ importante fa restare il NASDAQ sopra il secondo scalino del Box che lo contiene:

BOX HFT  8000-10500-20500-30500-40500

2) Se fate mente locale la FORTISSIMA correzione di Febbraio/ Marzo 2020 ha portato a una falsa rottura al ribasso di 8000 (così come avvenne in precedenza con il cedimento di 6500 (minimo 6180) che poi però non è stata confermata, ma anzi come avevamo ben intuito nella nostra analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ? prima 8000, poi 84649111 sono stati recuperati e l’esplosione rialzista del NASDAQ è avvenuta su >9500 come detto in precedenza.

10.19.2020_feed_me_cartoon

Adesso facciamo due ipotesi :


PRIMA IPOTESI


La correzione 12467-10500 è stata appunto  solo un movimento tecnico di retest del lato alto del Box 6500-10500  (come ad oggi è) e questo nel lungo termine significa proseguire al rialzo verso il terzo scalino del BOX HFT di cui vi abbiamo parlato .

BOX HFT  8000-1050020500-30500-40500

E questa idea , chiaramente , è quella che ha ispirato il titolo dell’articolo che state leggendo NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

11.04.2020_Biden_Trump_Powell_cartoon


SECONDA IPOTESI


La correzione 12467-10500 è stata un movimento tecnico di retest del lato alto del Box 6500-10500  (come ad oggi è) PER DISEGNARE UN DOPPIO MASSIMO SUL NASDAQ 10500-12500-10500-12250 che potrebbe portare a una falsa rottura di 10500 con il retest dei massimi Pre-covid (9850) da cui successivo recupero di 10500 e nuovo Trend Rialzista con target pluriennale a  20000.

BOX HFT  8000-(9850)-1050020500-30500-40500

E questa idea , chiaramente ,  come la precedente è quella che ha ispirato il titolo dell’articolo che state leggendo NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

Sia che 10500 non venga rivisto  ( cosa che preferiremmo sicuramente ma sono loro che comandano e decidono dove vanno i Mercati )  , sia che lo si ceda ritestando i massimi Pre-COVID a 9850 , per come la vediamo noi ,ad oggi ,il NASDAQ è diretto comunque sul lungo termine sempre a 20000 punti.

Come sempre tempo e mercato ci risponderanno.

Ad Maiora !

nasdaq2

AGGIORNAMENTO POST ARTICOLO

16 MAGGIO 2024

NASDAQ 18641,0 = 453,76 ETF QQQ Nuovo Top Storico

Da Radice HFT 048= 13048 +5583 punti.

AGGIORNAMENTO POST ARTICOLO

21 MARZO 2024

NASDAQ 18467,0 = 449,32 ETF QQQ Nuovo Top Storico

Da Radice HFT 048= 13048 +5419 punti.

vedi precedenti aggiornamenti

Immagine 2024-03-21 171550

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Immagine 2024-03-01 171644

Immagine 2024-02-23 170317

AGGIORNAMENTO POST ARTICOLO

8 DICEMBRE 2021

NASDAQ 16770 = 408,70 ETF QQQ Nuovo Top Storico

Da Radice HFT 048= 13048 +3722 punti.

vedi precedenti aggiornamenti

nasdaqnasdaq

NASDAQ

nasdaq

Wall Street futures confermano voglia di rimonta Nasdaq. JP Morgan consiglia Buy The Dip per l’hi-tech

11/01/2022

In attesa del discorso alla Commissione bancaria del Senato che il presidente della Fed Jerome Powell proferirà nella giornata di oggi – in vista della sua riconferma alla presidenza della banca centrale – i futures Usa riportano un trend positivo. Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono dello 0,24%, quelli sul Nasdaq dello 0,53%, quelli sullo S&P 500 dello 0,37%.

Ieri, a Wall Street, i principali indici azionari americani hanno ridotto le perdite nel finale, dopo che il Dow Jones era crollato fino a -500 punti e il Nasdaq capitolato di oltre il 2%.

Alla fine il Dow Jones ha ridotto le perdite a -162 punti (-0,45%), lo S&P 500 ha ceduto lo 0,14% e il Nasdaq ha agguantato, seppur debolmente, il territorio positivo, con +0,05%.

Retrocedono i tassi sui Treasuries, che viaggiano in ribasso all’1,755% dopo la fiammata a oltre l’1,8%, scatenata dai timori di una Fed più aggressiva nell’alzare i tassi, a causa della continua crescita dell’inflazione negli Stati Uniti.

Oltre al discorso di Powell, determinante per la performance dei tassi e della borsa Usa sarà nella giornata di domani, mercoledì 12 gennaio, la pubblicazione del dato relativo all’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo, che gli economisti prevedono in media essere schizzato del 7,1% su base annua, secondo le attese di Dow Jones.

Sempre domani, verrà diffuso il Beige Book della Fed, che farà il punto della situazione delle condizioni di salute dell’economia americana.

Dopodomani giovedì 13 gennaio, sarà reso noto l’indice dei prezzi alla produzione Usa, altro parametro per monitorare il trend dell’inflazione, che condizionerà di conseguenza l’andamento dei rendimenti e, ancora, di Wall Street.

Questa settimana inizierà ufficialmente la stagione degli utili della corporate Usa:

le banche americane JP Morgan Chase, Citigroup e Wells Fargo annunceranno le trimestrali nella sessione di venerdì 14 gennaio. Secondo FactSet, gli utili delle società quotate sullo S&P 500 dovrebbero aver riportato nel quarto trimestre una crescita del 21,7%: nel caso in cui questa previsione si concretizzasse, si tratterrebbe del quarto trimestre consecutivo di crescita a un tasso superiore al 20%.

Occhio al commento di Marko Kolanovic di JP Morgan, che si è mostrato ottimista su Wall Street, sottolineando di credere che i mercati possano resistere sia a un contesto di rendimenti più alti che alla variante Omicron e che, dunque, gli investitori dovrebbero optare per il Buy The Dip sui titoli hi-tech, particolarmente martoriati nella prima settimana di contrattazioni del 2022.

“Il dietrofront degli asset di rischio come reazione alle minute della Fed è verosimilmente esagerato. Le strette (della Fed) saranno probabilmente graduali e a un ritmo che gli asset di rischio dovrebbero essere capaci di gestire, e in un contesto di forte ripresa ciclica”, ha detto Kolanovic.

Nessun crash dei tech, solo assestamenti dopo corsa mozzafiato

Nel 2022 bisognerà guardare dentro gli indici per capire dove prendere il profit e dove comprare sugli storni. La sbandata del Nasdaq non anticipa un ritorno alla bolla del 2000 ma riflette mille situazioni diverse

 di Stefano Caratelli  10 Gennaio 2022 – 7:13

Non sono pochi quelli che guardano con una certa apprensione, se non qualcosa di più, al grafico del Nasdaq, l’indice-simbolo del tech globale che nelle prime 5 sedute del 2022 ha lasciato sul terreno un migliaio di punti. Alla fine parliamo di poco più del 6% ma la metà dello scivolone si è concentrata il giorno della Befana e venerdì 7 ha fatto seguito un ulteriore calo dell’1 per cento invece del rimbalzo. Un’accelerazione che telegrafa un crash in arrivo per i big tech arrivati a fine corsa? Oppure una salutare correzione dagli eccessi che apre finestre di ingresso per comprare a saldo? Sembrerebbero tutte e due domande sbagliate, e quindi destinate a non avere una risposta utile. Parlare oggi di azioni tech non è la stessa cosa che era 22 anni fa parlare di new economy e titoli internet. Allora era un’avanguardia in territorio inesplorato, in un mondo che tutto sommato funzionava ancora prevalentemente con la old economy. Oggi il digitale è l’innervatura dell’intera economia globale, il cloud si usa in agricoltura, nei trasporti merci transoceanici, nell’oil&gas, nell’industria manifatturiera a cominciare dall’auto, nelle costruzioni e nelle infrastrutture, fino al credito e alla finanza. Ipotizzare il crash del tech vuol dire immaginare la fine del mondo.


DENTRO IL TECH C’È DI TUTTO

Evidentemente non è così. Bisogna andare a guardare dentro gli indici in profondità, e non solo il Nasdaq, perché anche nello S&P 500 la componente tech ormai pesa per almeno due terzi. E dentro si trova di tutto. Come Enphase Energy, caduta del 21% da inizio anno e distante ormai il 44% dai massimi di solo un paio di mesi fa, dopo una corsa mozzafiato, che continua però a scambiare a multipli stellari. Intanto, Enphase è tech o energy, un settore avanzato di quasi il 50% nel 2021? Applica la tecnologia alla produzione di solare e allo stoccaggio energetico. Oppure Nvidia, entrata in territorio Orso, visto che la distanza dai massimi supera anche se di poco il 20%, ma anch’essa reduce da una corsa sfrenata che l’ha portata a decuplicare il valore del titolo in tre anni, con una accelerazione mostruosa tra metà 2020 e l’inizio di dicembre, quando è iniziata la correzione. Parlare di Orso per un’azione che continua a valere tre volte quello che valeva 18 mesi fa sembra una presa in giro.

MERCATI E ECONOMIE IN MEZZO AL GUADO

Se non siamo a marzo del 2000, allora dove siamo? Probabilmente in mezzo a un guado epocale. Mercati e economie hanno deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle la terra della old economy dopo un paio di secoli, ma non hanno ancora piantato le tende sull’altra sponda, quella del digitale, del 5G, dell’intelligenza artificiale, dell’automazione, del cloud, etc. Nel guado c’è una forte corrente, fatta di forze contrapposte, che sono invece sempre le stesse da millenni. Da una parte la voglia di intascare almeno parte dei guadagni stellari realizzati finora solo sul tabellone di Wall Street, e dall’altra la tentazione di andare a raccogliere a prezzi che sembrano da saldo quello che tra pochi anni o mesi potrebbe valere tre o quattro volte di più. In questo gioco, che potrebbe durare anche tutto il 2022, gli indici di Borsa alla fine possono anche essere a somma zero, ma sotto i movimenti possono essere anche potenti.

LE ETICHETTE NON DICONO PIÙ NULLA

Ovviamente, gli ultimi arrivati sono quelli che se la passano peggio perché devono decidere se accettare la perdita dopo essere entrati sui massimi recenti, oppure tenere duro e aspettare che passi la nottata. Sul mercato intanto sta succedendo quello che ha già iniziato a verificarsi per le strategie di investimento ESG, vale a dire ambiente, sociale e governance. Fino a non molto tempo fa, bastava l’etichetta per invogliare gli investitori, ora sono sempre più quelli che vogliono guardarci dentro, settore per settore e azienda per azienda. Lo stesso sta accadendo e dovrà succedere per il mercato azionario in generale. L’etichetta “Tech” ormai vuol dire poco o nulla, in un mondo dove Amazon è la nuova Walmart globale, Microsoft la nuova IBM e Tesla la nuova General Motor o magari la nuova General Electric. In Europa è diverso, il tech è dappertutto ma viaggia sotto la superficie, non ci sono campioni globali da comprare sui minimi o vendere sui massimi.

BOTTOM LINE

Lo stock picking è lo sport da imparare a praticare nel 2022, magari approfittando della confusione per cominciare ad allocare una fettina di portafoglio sugli asset alternativi, dove il biglietto d’ingresso sta diventando sempre più alla portata di redditi non milionari. La selezione chirurgica di settori e singoli titoli non si può fare da soli, neanche nelle strategie passive, dove la gamma di strumenti è sempre più ampia e diversificata. Inseguire giorno per giorno e ora per ora i titoli dei media che passano con disinvoltura dai crolli ai rally per farsi leggere sembra il modo più sicuro per farsi del male.

NASDAQ001

Annotazione 2021-11-29 183737

NASDAQ 15708 = 382,70 ETF QQQ attuale Top Storico del 6-09-2021

Da Radice HFT 048= 13048 +2654 punti.

nasdaq

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6 SETTEMBRE 2021

NASDAQ 15708 = 382,70 ETF QQQ

Da Radice HFT 048= 13048 +2654 punti.

nasdaqgodotpowelltelly (1)nasdaqnasdaqballeNASDAQnasdaqnasdaqNASDAQNASDAQnasdaq

AGGIORNAMENTO POST ARTICOLO 29 APRILE 2021

NASDAQ 14078 = 342,80 ETF QQQ

IPOTESI RIALZISTA ESPOSTA NELL’ARTICOLO

The Italian Wolves and the Shark of Wall Street

Profits Growth 2021

NASDAQ

NASDAQ

The Italian Wolves and the Shark of Wall Street

NASDAQ 13907=QQQ 338,34$ 16-02-2021

TARGET Area 340 Ipotizzato avvicinato moltissimo 16 FEBBRAIO 2021

NASDAQ 13550=QQQ 330,00$ 25-01-2021

TARGET 305-330 Ipotizzati centrati alla perfezione 25 GENNAIO 2021

ARTICOLO CHIUSO 16 FEBBRAIO 2021

IN ATTESA RISPOSTE AREA 330/340

COME DA NUOVO ARTICOLO

Invesco QQQ – QQQ.O :RISK OFF A 330/340$ ?

ANCHE QUESTA ANALISI RIENTRA DI DIRITTO

NELLE GOLD IDEA DI SFI TRADING ADVISOR

Nuovo Top Storico , superato 12467 1-12-2020

QQQ

Vedi aggiornamenti precedenti

AVVENUTO RIENTRO NEL BOX 280-305 IN DATA 4-11-2020 FINO A QUI’ CI SIAMO

Min oggi328,00Max oggi330,00
Per ora tutto come si sperava…..vedi idea base TARGET 305/330 per QQQ

Per vedere Top a 305-330 bisogna tornare

>276,50 minimo che ci portò a 282,66 fatto 4-11

>280 minimo che ci portò al top 302,76 fatto 4-11 + retest 11/11

ETF QQQ Gap

326,36$<-chiuso

325,42$<-close 22-01-2021

323,77$<-chiuso

316,60$<-chiuso

316,04$<-chiuso

314,98$<-chiuso

314,42$<-chiuso

314,35$<-chiuso

313,92$<-chiuso

313,74$<-chiuso

312,97$<-chiuso

312,96$<-chiuso

312,68$<-chiuso

311,86$<-chiuso

311,78$<-chiuso

311,00$<-chiuso

310,06$<-chiuso

309,76$<-chiuso

309,56$<-chiuso

309,35$<chiuso

308,98$<-chiuso

308,92$<-chiuso

308,29<-chiuso

308,20$<-chiuso

307,54$<-close 06-01-2021

307,29$<-chiuso

307,25$<-chiuso

305,52$<-chiuso

304,28$<-chiuso

304,04$<-chiuso

303,85$<-chiuso

303,46$<-chiuso

302,76$ <-chiuso

302,52$<-chiuso

301,85$<-close 11-12-2020

301,31$<-chiuso

299,62$<-chiuso

299,00$<-chiuso

296,28$<-chiuso

294,47$<-close 24-11-2020

294,39$<–chiuso

293,20$<chiuso

292,38$<-chiuso

292,27$<-chiuso

290,93$<-chiuso

290,39$ <–chiuso

290,38$ <-chiuso

290,02$<-chiuso

289,76$<-chiuso

288,59$<-chiuso

288,40$<-chiuso

286,91$ <– chiuso

283,42$<-close 10-11-2020

—-BOX 280-305—— p e r f e t t i

Fate attenzione a questo finale di ottava e a questo week end perchè dal QQQ area 290$ può partire un movimento al rialzo molto forte con gli obiettivi già detti da tempo quindi 305/330/334$ COSA , PERCHE’ E QUANDO………ce lo diranno i GIOSTRAI CURARE QQQ 290$ ogni close su quel livello potrebbe essere un alert di qualche News in arrivo con il solito timing a cui siamo oramai abituati

TRUMP STA CONTESTANDO L’ESITO DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI AMERICANE E PER QUANTO CI RIGUARDA HA TUTTE LE RAGIONI PER FARE AZIONI LEGALI IN TAL SENSO

03.11.2020_panicdemic_cartoon

AllianzGI non vede bolle all’orizzonte, azioni sempre meglio dei bond

Nel suo outlook mensile, Allianz Global Investors rileva qualche eccesso di valutazione in alcuni segmenti tech USA ma non vede forti segnali di bolle a livello globale. Possibili correzioni causate da surriscaldamenti

A un anno dall’irrompere sulla scena globale della pandemia, il bilancio è positivo soprattutto per gli investitori più coraggiosi, premiati dal rialzo di molti indici azionari, in particolare fuori dall’Europa, mentre anche petrolio e metalli hanno recuperato livelli ben superiori a quelli di febbraio 2020. Le quotazioni di alcune società tecnologiche statunitensi, insieme alle criptovalute, evidenziano una vera e propria impennata a fronte di elevate attese di rendimenti potenziali o di grandi speranze di ulteriore crescita. Tutti elementi che suggeriscono un surriscaldamento degli animi di molti operatori di mercato.

TIMORI DI SURRISCALDAMENTO IN USA

Lo evidenzia Allianz Global Investors nel suo outlook mensile, sottolineando che comunque le banche centrali hanno confermato politiche monetarie anche in presenza di una forte ripartenza dell’economia. Misure monetarie e fiscali coraggiose e coordinate hanno permesso di mitigare in una certa misura le conseguenze della crisi e ora ci si chiede quanto sostegno sia ancora necessario. La prospettiva di nuovi ingenti stimoli in arrivo in USA suscita timori non del tutto ingiustificati di un surriscaldamento temporaneo dell’economia, mentre le preoccupazioni per l’aumento dell’inflazione alimentano l’incertezza sui mercati obbligazionari, con i rendimenti dei titoli governativi USA a 10 anni in netto rialzo.

CONTINUA LA RICERCA DI RENDIMENTO

Ma secondo l’outlook di AllianzGI per ora questa evoluzione dovrebbe essere considerata solo indice della maggior fiducia nella normalizzazione dell’attività, mentre occorre inoltre tener presente che al momento le ipotesi di un surriscaldamento riguardano prevalentemente gli USA, e che in Europa una simile eventualità sembra ancora remota. In una prospettiva più ampia, anche il contesto di tassi bassi e la ricerca di rendimento dovrebbero protrarsi ancora per qualche tempo.

L’INFLAZIONE PESA DI PIÙ SUI BOND GOVERNATIVI

Questo quadro, secondo AllianzGI, consiglia un’allocazione tattica di azioni e obbligazioni. Il riacutizzarsi dei timori di inflazione dovrebbe influire più sulle obbligazioni governative che sulle azioni, poiché in ultima analisi le seconde rappresentano partecipazioni in asset reali che in un contesto inflazionistico acquistano valore. Sui mercati azionari AllianzGI non esclude comunque correzioni nei segmenti che appaiono surriscaldati, come le società tecnologiche USA di più recente costituzione.

SOVRAPPESARE LE AZIONI RISPETTO ALLE OBBLIGAZIONI

Ma solo alcuni titoli azionari presentano valutazioni eccessive, mentre tra le obbligazioni governative si registra una generale sopravvalutazione, per cui secondo AllianzGI risulta preferibile continuare a sovrappesare le azioni rispetto alle obbligazioni, sempre con cautela. Dal complesso dei mercati azionari globali non emergono segnali forti in merito di formazione di bolle e l’outlook rileva che più efficace sarà la campagna vaccinale, più concrete saranno le prospettive di una riapertura, per cui probabilmente gli investitori guarderanno con maggiore interesse alle società che sono state duramente colpite dalla pandemia, mentre i titoli favoriti dallo “stay at home” potranno verosimilmente perdere slancio.

PREMIO PIÙ ALTO SUL REDDITO FISSO

Secondo Allianz GI, gli investitori azionari dovrebbero prepararsi ad un aumento dell’inflazione, che può produrre una volatilità che di norma ha effetti negativi sulle valutazioni, ma le aziende con un pricing power più elevato dovrebbero riuscire a compensare grazie a una migliore dinamica degli utili. Sul mercato delle obbligazioni gli investitori sono tornati invece a richiedere un premio leggermente più elevato per il rischio legato ai tassi, ma nel complesso i rendimenti USA restano bassi rispetto alle medie storiche.

AUTORITÀ MONETARIE SEMPRE VIGILI

In ogni caso, sottolinea AllianzGI, le autorità monetarie non hanno interesse a un deterioramento troppo rapido e troppo brusco delle condizioni finanziarie. Le obbligazioni governative dei Paesi periferici dell’euro beneficiano tuttora dei consistenti acquisti della BCE e dei primi passi verso una politica fiscale comune, con il fattore favorevole del un nuovo governo in Italia. Non si escludono nuovi progressi nei fondamentali delle obbligazioni societarie sia investment grade che high yield, mentre il debito emergente in valuta locale o forte dovrebbe beneficiare ancora della “ricerca di rendimento”.

POSSIBILE ULTERIORE CALO DEL DOLLARO

Per quanto riguarda le valute, AllianzGI ritiene possibile un ulteriore lieve deprezzamento del dollaro, con una Fed decisamente più espansiva rispetto a altre banche centrali, mentre i nuovi stimoli fiscali potrebbero mettere ulteriormente sotto pressione il deficit di bilancio degli Stati Uniti e alimentare l’inflazione, entrambi fattori che penalizzano la valuta. La sterlina britannica si è apprezzata, e resta solo moderatamente sottovalutata.

MATERIE PRIME FAVORITE

Le materie prime hanno beneficiato del contesto reflazionistico, mentre l’oro ha invece risentito della maggior propensione al rischio, anche se non è da escludere un recupero in corso d’anno vista l’incertezza sull’inflazione. Anche la debolezza del dollaro è favorevole alle materie prime.

DIVIDENDI TEMA DI INVESTIMENTO

Come tema di investimento, AllianzGI segnala i dividendi. La ricerca di rendimento continua, e negli anni negativi per l’azionario i dividendi hanno contribuito a stabilizzare la performance. I dividendi inoltre oscillano meno degli utili e confrontando le due componenti nell’indice S&P 500 dal 1960 a oggi si nota che i secondi sono stati molto più volatili dei primi con una volatilità intorno al 25% annualizzato rispetto a a poco più del 4%. Nel mezzo della seconda ondata di financial repression, i dividendi acquistano quindi un’importanza sempre maggiore nella ricerca di rendimento in presenza di un perdurante contesto di tassi bassi o negativi.

Wall Street futures in forte rialzo, Nasdaq oltre +1% con dietrofront tassi Treasuries e bazooka Usa

01/03/2021

L’ansia da inflazione Usa per ora si smorza a Wall Street, dopo aver dominato il sentiment di mercato soprattutto durante la scorsa settimana di contrattazioni. Alle 12 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones balzano di 324 punti circa (+1,05%), a 31.236 punti; quelli sullo S&P 500 salgono di 45 punti (+1,18%), a 3.854 punti, mentre quelli sul Nasdaq balzano dell’1,61% a 13.117 punti circa.

Il rialzo dei tassi decennali dei Treasuries anche oltre la soglia dell’1,6% ha provocato forte nervosismo nei mercati di tutti il mondo, nella settimana che si è chiusa venerdì scorso: il risultato è che, a Wall Street, il Dow Jones Industrial Average ha ceduto l’1,7% nelle sessioni comprese tra lunedì e venerdì; lo S&P 500 ha fatto -2,5%, mentre il Nasdaq Composite è sceso più del 4%, soffrendo giovedì scorso il peggiore sell off dallo scorso ottobre.

La fiammata dei tassi dei Treasuries si è spenta nelle ultime ore, fino a riportare i rendimenti attorno all’1,4290%.

Si guarda anche al bazooka fiscale proposto dal presidente Joe Biden per un valore do $1,9 trilioni. Sabato la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera al cosiddetto American Rescue Plan Act of 2021; tocca ora al Senato.

Tornando al trend degli indici, nell’intero mese di febbraio il Dow Jones è salito del 3,15%, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso positivamente per il quarto mese consecutivo, incassando rispettivamente il 2,61% e quasi l’1%.

AVANTI TUTTA e “don’t fight the FED”!

Credo che ormai sia chiaro a tutti il progetto che il sistema economico finanziario ha in serbo. Il mix di politica monetaria e fiscale a sostegno di un sistema economico in grossa difficoltà per colpa del Covid, del debito, ecc. ecc.
Quanto ha detto ieri sera il buon Jerome Powell merita la giusta considerazione. Leggete l’ANSA qui sotto.

(…) Il Pil americano nel 2021 “potrebbe” crescere anche intorno al 6%. Lo afferma il presidente della Fed, Jerome Powell, secondo il quale il Pil potrebbe tornare ai livelli pre-pandemia nella prima metà dell’anno. (…)

Missione numero UNO: far tornare il PIL USA ai livelli pre Covid.

(…) “Questo non è il momento di pensare al debito”, dice Powell rispondendo, nel corso di un’audizione in Congresso, a chi gli chiedeva dell’andamento dei conti pubblici. (…)

Urca, questo è un grande scoop. Il debito non è un problema? E lo dice il presidente della FED? Beh, signori, mi sembra chiaro che abbiamo invece un problema. E il problema è la perdita dichiarata dell’indipendenza della FED. Ok, era cosa già nota ma in questo modo è tutto molto esplicito ed evidente. E poi, indipendenza a parte, dire che il debito non è un problema significa voler deviare l’attenzione su altre cose in chiave positiva. Ovvero… “perché pensate alle cosa brutte? Signori, sta tornando la ripresa, e ne vedremo delle belle”.

(…) La strada – ha detto comunque Powell riferendosi anche ai 10 milioni di posti di lavoro che ancora mancano rispetto al pre-pandemia – “è ancora lunga, ulteriori progressi richiederanno del tempo”. La Fed s’impegna a mantenere una politica monetaria accomodante e, intanto, valuta attentamente la possibilità di un dollaro digitale. (ANSA). 

Ok, forse non è tutto oro quello che luccica, ci vorrà del tempo ma ce la faremo e se c’è bisogno ci attaccheremo a tutto. Anche al Dollaro digitale. Insomma senza pudore, tutti concentrati sull’obiettivo.
Don’t fight the FED. Ma se la FED osa oltremisura?

YARDENI RESEARCH: “Inflation doesn’t change on a dime.” So Said Fed Chair Jerome Powell today. Yes, but what about the record $3.5 trillion in federal budget deficits over the past year? And what about the record $2.4 trillion in Treasuries purchased by t…https://t.co/32XlW1eC0G

— Yardeni Research (@yardeni) February 23, 2021

Questo grafico non rappresenta di certo una novità per noi. MMT, deficit a go-go e massa monetaria che decolla. Decolla talmente tanto che nella storia solo uno strumento si è potuto utilizzare per domarla (se va fuori controllo). Sono i tassi di interesse, proprio quei tassi che FED e BCE non hanno intenzione di muovere ancora per lungo tempo, proprio per non destabilizzare un sistema oberato dal debito. Nasce da qui l’esigenza del Dollaro digitale? E quanto potrebbe essere “disruptive”? Pensateci. A mali estremi, estremi rimedi. Ma attenzione, non scordatevi degli effetti collaterali, perchè per forza di cose, qualcuno dovrà pagarne le conseguenze.

Mercati: i temi da seguire la prossima settimana tra Fed, dati e trimestrali Usa

22/01/2021

La settimana prossima sarà ricca di indicazioni ed eventi importanti. Ecco su cosa concentrarsi, secondo Allianz Global Investors, nel suo “THe Week Ahead” a cura d Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy.

Dopo le riunioni delle banche centrali tenutesi questa settimana, con la Bce in primo piano, mercoledì 27 gennaio sarà la Federal Reserve a chiudere la prima tornata di incontri del nuovo anno. Sembra che la linea attendista sarà confermata e non sono attese modifiche degne di nota alla politica monetaria. Sul fronte politico, negli Stati Uniti stanno per iniziare i primi 100 giorni della nuova amministrazione Biden tra le cui priorità figurano soprattutto l’attuazione di misure per frenare la diffusione della Covid-19 e il varo di un nuovo pacchetto di stimoli fiscali.

Inoltre, negli Usa entrerà nel vivo la stagione di pubblicazione degli utili per il quarto trimestre 2020. “Probabilmente si registrerà una modesta contrazione della crescita degli utili anno su anno, ma il dato dovrebbe essere nettamente migliore del -9% stimato dagli analisti a inizio 2021 – sottolinea l’esperto – Vale la pena di ricordare che nei due trimestri precedenti abbiamo assistito a una crescita degli utili molto superiore a quanto inizialmente previsto”.

Anche in ambito economico il calendario è ricco di appuntamenti. Gli indicatori del sentiment – tra cui l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche, l’indice della fiducia delle imprese Usa e l’indagine della Commissione Ue sul clima economico – faranno chiarezza sull’impatto dei nuovi lockdown sull’economia. In Giappone sono attesi i dati sulla produzione industriale e le vendite al dettaglio di dicembre. Da ultimo, alla fine della prossima settimana si conosceranno le stime preliminari sul Pil del quarto trimestre del 2020 di Stati Uniti, Germania e Francia.

Martedì 19 gennaio:
Indice tedesco del sentimento economico ZEW (gennaio)
Germania CPI (dicembre)
Annunciato il tasso di prestito privilegiato della Banca popolare cinese
Guadagni del rapporto Bank of America, GS e Netflix

Mercoledì 20 gennaio:
Joe Biden viene inaugurato come presidente degli Stati Uniti
UK CPI (dicembre)
Indice tedesco dei prezzi alla produzione (PPI) (dicembre)
CPI dell’Eurozona (dicembre)
Canadian Core CPI (dicembre)
Decisione sui tassi di interesse e rapporto sulla politica monetaria della Bank of Canada
Decisione sul tasso di interesse della Banca centrale brasiliana
Bilancia commerciale giapponese (dicembre)

Giovedì 21 gennaio:
Decisione sui tassi di interesse della Banca centrale europea (BCE)
Reclami di disoccupazione iniziali settimanali negli Stati Uniti
Permessi di costruzione degli Stati Uniti (dicembre)
Inizio alloggi negli Stati Uniti (dicembre)
Indice manifatturiero della Federal Reserve di Philadelphia (gennaio)
Dichiarazione di politica monetaria e decisione sul tasso di interesse della Banca del Giappone
Japanese National Core CPI (dicembre)

Venerdì 22 gennaio:
Vendite al dettaglio nel Regno Unito (dicembre)
PMI preliminare di produzione, materiali compositi e servizi nel Regno Unito (gennaio)
PMI Preliminary Manufacturing, Composite e Services dell’Eurozona (gennaio)
Indici preliminari tedeschi dei responsabili degli acquisti di produzione e servizi (PMI) (gennaio)
PMI manifatturiera e servizi preliminari francesi (gennaio)
Canadian Core Retail Sales (novembre)

Joe Biden inaugurato
Il 20 gennaio 2021 Joe Biden sarà inaugurato come il 46 ° presidente degli Stati Uniti. Biden ha già annunciato un nuovo sostanziale pacchetto di stimoli, che ha chiamato ” Piano di salvataggio americano ” . Questo pacchetto di stimoli da $ 1,9 trilioni è destinato a essere una continuazione del pacchetto di $ 900 miliardi approvato alla fine dello scorso anno.

Wall Street e tassi Treasuries in rialzo, discorso Yellen ‘Act Big’ rafforza speranze bazooka Biden. Bene Goldman Sachs dopo bilancio

19/01/2021

Wall Street in solido rialzo, in attesa del discorso che sarà proferito oggi da Janet Yellen, ex presidente della Federal Reserve, scelta dal presidente eletto Joe Biden per la sua squadra di governo come nuova segretaria al Tesoro. Il Dow Jones avanza di oltre 200 punti, viaggiando al di sopra dei 31.000 punti; lo S&P 500 sale dello 0,68% a 3.793 punti circa, mentre il Nasdaq guadagna più dell’1% oltre i 13.130 punti.Yellen parlerà alla commissione di Finanza del Senato, invitando la nuova amministrazione ad agire in modo importante, lanciando l’appello ‘Act Big’ e sponsorizzando così il nuovo piano di stimoli economici anti-Covid da $1,9 trilioni che Biden ha presentato qualche giorno fa.“Nè il presidente eletto (Joe Biden), né io, proponiamo questo piano di aiuti senza un aumento del peso del debito sul paese. Ma in questo momento, con i tassi di interesse ai minimi storici, la cosa più intelligente da fare è agire in modo importante”, dirà Yellen, in base a quanto emerge dagli estratti del suo discorso ottenuti dall’agenzia di stampa Reuters.Yellen dirà insomma che non è questo il momento di pensare al debito. La prospettiva di imponenti stimoli fiscali anti-Covid sta facendo salire i tassi sui Treasuries, con quelli decennali che avanzano all’1,118% e i trentennali in crescita all’1,862%.Altri estratti del discorso che verrà proferito da Janet Yellen sono stati riportati dal Wall Street Journal:“Gli economisti non sempre sono d’accordo, ma credo che ora ci sia un consensus: senza un ulteriore intervento, rischiamo una recessione più lunga e più dolorosa e una cicatrice che rimarrà più a lungo sull’economia. Nel corso dei prossimi mesi, avremo bisogno di più aiuti per distribuire i vaccini; per riaprire le scuole, per aiutare gli stati a mantenere i posti di lavoro occupati dai pompieri e dagli insegnanti”.Grande attesa anche per la giornata di domani, mercoledì 20 gennaio, quando il presidente eletto Joe Biden si insedierà alla Casa Bianca inaugurando ufficialmente la sua presidenza.Dal fronte societario, resi noti i risultati di bilancio delle due banche Usa Bank of America e Goldman Sachs.Goldman Sachs ha annunciato di aver concluso il quarto trimestre del 2020 con un utile per azione diluito di $12,08, decisamente al di sopra dei $7,47 per azione attesi dal consensus di Refinitiv, in decisa crescita rispetto ai $4,69 per azione del quarto trimestre del 2019 e contro gli $8,98 per azione del terzo trimestre del 2020.Nell’intero anno che si è concluso il 31 dicembre del 2020, l’utile per azione del colosso bancario Usa è stato di $24,74, rispetto ai $21,03 per azione dell’anno che si è concluso il 31 dicembre del 2019. Complessivamente, l’utile netto del 2020 è stato pari a $9,46 miliardi attestandosi nel quarto trimestre del 2020 a $4,51 miliardi.Su base netta, il giro di affari si è attestato a $44,56 miliardi nell’anno e a $11,74 miliardi nel quarto trimestre,
molto meglio dei $9,9 miliardi attesi dagli analisti.Il titolo Goldman Sachs accoglie positivamente i risultati.In calo invece le quotazioni di Bank of America, dopo che la banca americana ha reso noto in premercato che, nel quarto trimestre del 2020, ha riportato un utile in calo a 5,5 miliardi di dollari, ossia 59 centesimi per azione, dai 7 miliardi, ossia 74 centesimi per azione, nello stesso periodo del 2019. Il consensus (FactSet) era per un utile di 55 centesimi di dollaro.A deludere sono stati però i ricavi che sono scesi del 10% a 20,1 miliardi di dollari, contro i 20,6 miliardi attesi dal mercato.“Nel quarto trimestre, abbiamo continuato a vedere segnali di ripresa, guidati dall’aumento della spesa per i consumatori, dalla stabilizzazione della domanda di prestiti da parte dei nostri clienti commerciali e da mercati e attività di investimento forti”, ha affermato l’amministratore delegato Brian Moynihan.Attenzione anche ad American Express, dopo l’upgrade dagli analisti di JPMorgan Chase, che hanno alzato il rating sul titolo a “overweight” dal precedente “underweight”. Sale anche General Electric, dopo che la conglomerata ha reso noto di aver proposto il congelamento dei benefit pensionistici a favore di 2.800 dipendenti del Regno Unito.

Janet Yellen al cospetto del Senato: l’appello al governo Biden ‘Act Big’ con piano anti-Covid

19/01/2021

“Nè il presidente eletto (Joe Biden), né io, proponiamo questo piano di aiuti senza un aumento del peso del debito sul paese. Ma in questo momento, con i tassi di interesse ai minimi storici, la cosa più intelligente da fare è agire in modo importante”. Così dirà oggi Janet Yellen, ex presidente della Federal Reserve, scelta da Biden per la sua squadra di governo come nuova segretaria al Tesoro, nel discorso che proferirà oggi alla commissione di Finanza del Senato.Il governo, sottolinerà Yellen in base a quanto risulta dagli estratti del discorso che ha preparato per il suo intervento, dovrà “act big” con il nuovo piano di stimoli economici anti pandemia Covid.Il piano, come annunciato giorni fa dallo stesso Biden, avrà un valore di $1,9 trilioni.

“Credo che i benefici supereranno di molto i costi, specialmente se ci prenderemo cura delle persone che stanno facendo fatica ad andare avanti da molto tempo”, dirà Yellen, in base a quanto emerge dagli estratti del suo discorso ottenuti dall’agenzia di stampa Reuters.

Wall Street incorona Biden, con lui miglior rally degli ultimi 92 anni prima dell’insediamento alla Casa Bianca

20/01/2021

Il gran giorno è arrivato. Joe Biden giurerà oggi come 46° presidente degli Stati Uniti in una Washington blindata, nella speranza di trascinare il Paese fuori dalla pandemia di un secolo e di riparare le fratture della politica americana. Guardando ai mercati, nelle 11 settimane trascorse tra le elezioni del 3 novembre e ieri, 19 gennaio, l’indice S&P 500 è salito del 12,76%, secondo i dati di FactSet.
Un rally che colloca il neo presidente Biden al secondo posto nella classifica dei nuovi presidente e delle performance sui mercati, dopo il repubblicano Hoover, eletto nel 1928 e che ha portato ad un rialzo del 13,29% tra il giorno delle elezioni e quello del suo insediamento alla Casa Bianca. La presidenza di Hoover fu segnata dal crollo del mercato azionario del 1929, avvenuto circa otto mesi dopo il suo mandato, visto da molti come il punto di partenza della Grande Depressione. Biden ovviamente spera in una presidenza più propizia, anche se il suo mandato inizia durante un periodo difficile segnato dalla pandemia COVID-19. In ogni caso Joe Biden punta al miglior rally borsistico degli ultimi 92 anni prima del suo insediamento.

Nella sola giornata di ieri, gli Stati Uniti hanno toccato un nuovo triste record di decessi per il covid-19, oltre 400mila. Ai problemi sanitari si aggiungono quelli politici dopo l’assalto di Capitol Hill da parte di facinorosi seguaci di Donald Trump, accusato di aver contribuito a incitare i disordini che hanno portato alla morte di cinque persone. In ogni caso forse, più di qualsiasi altro presidente, Trump ha ottenuto successo come leader mentre le performance dell’economia e del mercato azionario deludevano. La perdita delle elezioni di Trump è stata in gran parte legata alla sua gestione della crisi sanitaria pubblica. La pandemia ha colorato le elezioni presidenziali statunitensi con problemi di conta e voti per posta. E sebbene Biden abbia dato una mano nel recente avanzamento del mercato, l’indice S&P 500, il Dow Jones Industrial Average e il Nasdaq Composite sono saliti soprattutto con le notizie sui vaccini anti Covid, da Pfizer –BioNTech fino a Moderna, riuscendo a contribuire a rafforzare le speranze di una ripresa economica a breve termine dall’epidemia.

WALL STREET: nulla di rivoluzionario, quantomeno per ora

Dopo un ottimo 2020, i mercati prendono una pausa di riflessione. Ma nulla oltre ad una classica correzione, anche perchè a livello internazionale sembra chiaro che la situazione si stia stabilizzando. (

Cari amici, dopo quest’ultima settimana, cominciamo ad inoltrarci, con tante incertezze ed interrogativi, in questo nuovo anno. I problemi da risolvere, ed ancora sul tappeto, sono davvero tanti. Innanzitutto dobbiamo ancora fare i conti con la terribile pandemia virale. La campagna di vaccinazione su scala globale ha preso finalmente il via, ma richiederà ancora molto tempo per addivenire a risultati davvero concreti e tangibili. La pandemia ha inciso pesantemente anche sull’economia. Notevoli, soprattutto in Occidente, le perdite di PIL causate dai lunghi e prolungati lockdown. C’è dunque da riavviare, si spera al più presto, i nostri sistemi economici e produttivi. La pandemia ci lascia, inoltre, in eredità un ulteriore montagna di debito pubblico, resosi necessario per finanziare e fronteggiare le nefaste conseguenze economiche della pandemia. Insomma grandi problemi, la cui risoluzione già provoca notevoli sussulti anche sul piano politico, come dimostrano le crisi di quest’inizio d’anno, negli Usa, in Italia ed in Olanda. In tale contesto alquanto precario e dissestato, l’unico elemento di certezza è al momento rappresentato dal ruolo, e dalle iniziative, delle diverse Banche Centrali. In questo terribile frangente della storia sono infatti solo quest’ultime che garantiscono un adeguato livello di liquidità al sistema. Chi avrebbe infatti mai comprato gli oltre 100 miliardi di euro di maggior debito creato in quest’ultimo anno dalla sola Italia, già di per sè iperindebitata ? L’unanime intervento iper-espansivo delle più importanti Banche Centrali ha rassicurato anche i mercati finanziari internazionali che, a dispetto della terribile situazione economica causata dalla pandemia, hanno retto alla grande. Anzi, hanno addirittura registrato i loro nuovi massimi storici, come accaduto al nostro benchmark azionario mondiale per antonomasia, ovvero l’S&P 500. Ciò ha rinfocolato le polemiche, e le accuse di manipolazione dei mercati ad opera dei soliti noti, ormai clamorosamente smentiti ed in disastrosa rotta. Costoro, dopo quasi un ventennio, non hanno infatti ancora capito che l’S&P 500 non è più, e da tempo ormai, l’indice azionario della sola economia Usa, bensi l’indice che rappresenta gli andamenti della più vasta economia globale e mondiale. E se non crolla il vero motore dell’attuale economia globale, ovvero la Cina e l’Asia in generale, com’è razionalmente possibile attendersi un crollo del suo benchmark azionario ? Capisco, che per tanti “sovranisti” è un qualcosa d’inaccettabile, ma è ormai la realtà, e negarla conduce solo a reiterare le tante brutte figure già fatte in quest’ultimo decennio.Ciò detto, andiamo ad esaminare, cosa ci indica al momento il più vasto e globale scenario intermarket. Il dollar index, dopo i tumulti di Capitol Hill, dà tangibili segnali di ripresa. In quest’ultima ottava rimbalza dello 0,75 % e risale a quota 90,78. Crescono ancora anche le commodities, che lievitano di un ulteriore 1,75 % in termini reali, e c’è qualcuno che già le vede come una possibile futura alternativa agli investimenti nell’azionario. Personalmente sarei molto più cauto al riguardo. Più morigerati segnali, giungono invece dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano arretra infatti di 3 bps, e retrocede a quota 1,09 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, arretra anch’esso si 1 bp e retrocede a quota 0,13 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si contrae a 96 bps, e ci conferma che l’economia Usa non è ancora veramente ripartita. Del mercato azionario, abbiamo già accennato. La correzione di quest’ultima settimana, S&P 500 – 1,48 %, è del tutto fisiologica e per me addirittura salutare. Il mercato, dopo un grande rialzo, si dimostra ancora una volta intelligente e saggio.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 4.794

Large Traders : – 4.559

Small Traders : + 9.353

Permane, pertanto, anche se con movimenti al suo interno, la non proprio idilliaca configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 6.691 contratti. In particolare, i Commercial traders, ovvero le Mani Forti di questo mercato, cedono 513 contratti long, e decidono di rimanere ancora in una cauta posizione di copertura, Net Short. Gli Small traders, cedono anch’essi 6.178 contratti long, e riducono alquanto la loro ancora solitaria posizione Net Long. I Large traders, infine, acquistano l’intero lotto dei 6,691 contratti long, e riducono in equivalente misura l’entità della loro posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, che non mutano la precedente configurazione, sembrano però allontanare le ipotesi future più negative. Il mercato non sembra infatti voler assecondare alcuna ipotesi di esuberanza irrazionale. Gli Small traders sembrano voler ritornare sui propri passi. Il mercato dei derivati sembra desiderare una pausa o, al limite, una moderata correzione. Ciò in attesa che l’economia dell’Occidente avvii finalmente la sua tanto auspicata ripartenza. Ci vorrà ancora del tempo credo. In ogni caso finchè l’economia cinese, ed asiatica in generale, regge, non vi sarà alcun crollo dei mercati azionari, con buona pace degli ormai del tutto inattendibili ribassisti. Insomma credo ci attenda un periodo di pausa ed assestamento dei mercati, del tutto logico visto l’attuale contesto economico. Assestamento che m’induce a non mutare il mio attuale e prudente atteggiamento, e la mia moderata view di medio termine, che resta cautamente rialzista.

Mercato quindi in cerca di assestamento

Tecnologia tra fenomeni, fallimenti e rischio bolla

Mai, forse, come nel 2020 abbiamo avuto bisogno che la tecnologia ci salvasse. E in effetti la tecnologia ha provato a farlo, in mille modi diversi: non solo mettendoci a disposizione strumenti ragionevolmente efficienti (ma non ancora efficientissimi) per lavorare e studiare da remoto, ma anche – per esempio – fornendoci rapidamente una serie di vaccini e di cure anti-Covid.

Le operazioni di soccorso del tech, però, non sono state prive di momenti di incertezza, per così dire. Ecco allora che a fine anno, sulla MIT Technology Review, è apparsa una lista dei peggiori flop e fallimenti tecnologici del 2020 , a cura di Antonio Regalado.

In un momento in cui, dopo la cacciata di Donald Trump dal paradiso terrestre di Twitter, i colossi multinazionali della tecnologia sono al centro di grandi polemiche e riflessioni per il loro ruolo nel dibattito politico statale e sovrastatale (questione complessissima e dalle ampie ricadute), vogliamo riportare giusto qualche voce di questo elenco.

Concludendo poi con una riflessione sulle bolle tech passate e, forse, anche future: sì, perché nell’anno in cui la tecnologia è corsa in nostro soccorso, ha anche più che mai attirato le attenzioni degli investitori in Borsa. Ma è davvero tutto oro quello che luccica?

Zoom, più Zoom, troppo Zoom

Hai mai fatto quel sogno in cui ti presenti al lavoro o a scuola in mutande? Una roba imbarazzantissima, che nella vita vera per fortuna non succede. Nella vita vera “in presenza”. Purtroppo, la pandemia ci ha impedito di vivere, studiare e lavorare carnalmente vicini gli uni agli altri. E gli incontri con tutti nello stesso luogo sono stati soppiantati da più igienici e asettici meeting online: ciò vale per la scuola e per il lavoro, ma anche per i momenti di svago e socialità.

Durante la pandemia, sottolinea Regalado, l’applicazione video Zoom è diventata il nostro ufficio, il nostro cortile della scuola e il nostro nuovo modo di socializzare. Ma se grazie a questa modalità di collegamento abbiamo abbattuto il rischio di trasmettere il virus, l’altro rischio, quello di trasmettere ciò che dovrebbe pudicamente restare privato, è salito alle stelle. Sciacquoni del bagno, dita nel naso, cambi d’abito inconsapevolmente in diretta, capricci dei bimbi e via dicendo.Fino al caso di un noto avvocato, blogger, autore e analista legale americano che avrebbe del tutto involontariamente esposto le sue “vergogne” (come le chiamavano le mie nonne) ai colleghi mentre si dibatteva tra una call su Zoom e una conversazione decisamente più hot su un altro canale.

Supercalifragilissi-idrossiclorochina

Nell’ampio campo da gioco della tecnologia rientrano anche le biotecnologie, che riguardano l’applicazione e lo studio di ogni tecnologia al campo appunto della biologia. Tra le biotecnologie figura la cosiddetta “red biotechnology”: è il settore delle biotecnologie che si occupa della scoperta, dell’estrazione, dell’isolamento o della fabbricazione dei principi attivi, della produzione dei vaccini, dello sviluppo di tecniche di analisi e diagnosi e delle relative terapie (fonte: Wikipedia).Se i vaccini anti-Covid sono stati il grande successo biotecnologico del 2020, l’idrossiclorochina per la cura del Covid-19 si colloca di buon diritto tra le delusioni dell’anno appena passato. Il farmaco anti-malaria è stato a lungo considerato – specialmente in alcuni ambienti cultural-social-politici (non facciamo nomi, per pietà) – la cura al Covid-19. Nonostante gli studi abbiano poi rapidamente dimostrato che in realtà non è di alcun aiuto.Purtroppo, nella nostra epoca gli studi perdono qualunque importanza davanti alla promozione di un qualunque farmaco, rimedio o medicamento da parte di influenti personalità (no, non li facciamo i nomi). Ma se, per quanto riguarda l’idrossiclorochina, all’inizio la pressione ha dato i suoi frutti, con la Food and Drug Administrations che negli Stati Uniti ha autorizzato l’uso del farmaco, alla fine ci si è dovuti arrendere ai risultati degli studi clinici. I quali non hanno individuato nella somministrazione in chiave anti-Covid di questo farmaco alcun beneficio e, anzi, hanno pure riscontrato qualche rischio cardiaco.Così, l’idrossiclorochina è uscita di scena. E anche chi tanto l’ha promossa (no, niente nomi), quando si è ammalato, ha ricevuto tutte le cure che i medici ritenevano utili. Tutte, eccetto l’idrossiclorochina.

Inquinamento luminoso da mega-costellazioni satellitari

Fin dalla preistoria, l’umanità ha volto lo sguardo verso il cielo in cerca di ispirazione. Accade anche oggi, nel mezzo di questo periodo così difficile. Ora, però, questa visione cosmica è contaminata dai riflessi di migliaia di satelliti commerciali a basso costo lanciati da aziende come Amazon, OneWeb e SpaceX, che vogliono coprire la Terra con connessioni internet.

Un vero e proprio sciame: “SpaceX”, scrive Regalado, “prevede di lanciare 12.000 dei suoi satelliti Starlink, mentre altri operatori ne pianificano 50.000”. Il guaio è che questi satelliti riflettono la luce solare provocando non poche noie ai super-telescopi il cui lavoro include il rilevamento degli esopianeti e/o dei corpi celesti che potrebbero a vario titolo entrare in collisione con la Terra.

SpaceX ha provato a colorare di nero un satellite, ma si è riscaldato troppo velocemente. Più recentemente, l’azienda ha iniziato a dotare i satelliti di visiere parasole per risolvere il problema. Basterà?

Tech, quanto è grosso il rischio bolla?

Nel frattempo, come sottolinea Bloomberg , alcuni esperti e addetti ai lavori hanno iniziato a mettere in guardia gli investitori su una possibile nuova bolla tech, citando due spie che di recente si sono accese e che sono meritevoli di grande attenzione:

  • lo spread tra il forward earnings yield e il rendimento del titolo del Tesoro USA benchmark;
  • il volume del Nasdaq rispetto al quello del NYSE.

Iniziamo dal primo. Lo strategist di SocGen Albert Edwards ha sottolineato come lo spread tra il rapporto utili/prezzo previsto per l’anno fiscale corrente (il cosiddetto forward earnings yield, appunto) sulle azioni tecnologiche globali e il Treasury è sceso sotto il 2,5%.Mercoledì 6 gennaio, il rendimento del titolo del Tesoro USA che fa da punto di riferimento per il mercato ha rotto il tetto dell’1% per la prima volta da marzo, mentre il rapporto utili/prezzo a 12 mesi sul MSCI World Information Technology Index si è attestato al 3,4% secondo i dati Bloomberg.Una differenza di appena il 2,4%: e un “livello di guardia” che in passato ha preceduto cali azionari. Non solo: secondo Tom McClellan, redattore del McClellan Market Report, il picco nel volume del Nasdaq rispetto a quello della Borsa di New York ricorda gli estremi visti durante la bolla delle dot-com.

 È probabile che ciò sia dovuto ai piccoli investitori che speculano pesantemente sulle azioni a basso prezzo. Ma è anche il sintomo di un sentiment rialzista spumeggiante, dice McClellan. E l’euforia, aggiungiamo noi, se è troppa storpia. Con le conseguenze che già sappiamo.

Wall Street incerta, timori bolla: P/E forward S&P vicino a record 2000. Ma c’è chi vede Apple a $3 trilioni

12/01/2021

Wall Street poco mossa all’indomani della sessione chiusa in rosso.

Ieri il Dow Jones ha perso 89,28 punti a 31.008,69, lo S&P 500 è sceso dello 0,7% a 3.799,61 e il Nasdaq Composite ha sofferto una flessione dell’1,3% a 13.036,43.Focus sul rapporto P/E forward dello S&P 500, che si attesta a 22,7 punti, vicino al record dal 2000, fattore che alimenta i dubbi sulla sostenibilità dei guadagni che hanno interessato la borsa Usa nel 2020.L’indice Dow Jones cede appena lo 0,05% a quota 30.994 punti; il Nasdaq sale dello 0,24% a 13.067 punti circa, mentre lo S&P 500 è ingessato anch’esso, con una variazione di +0,02% a 3.799 punti.Allo stesso tempo, in attesa di un piano di stimoli “da trilioni di dollari” che il neo presidente americano Joe Biden ha promesso agli americani, i tassi sui Treasuries continuano a salire: quelli decennali hanno testato l’1,165%, al record dallo scorso marzo, mentre quelli a 30 anni sono balzati all’1,89%.Il rialzo alimenta i timori di una improvvisa impennata del tasso di inflazione Usa. In tal senso un avvertimento è arrivato dal fondatore e ceo di DoubleLine Capital, Jeffrey Gundlach.In un’intervista rilasciata alla Cnbc nel corso della trasmissione “Halftime Report”, Gundlach ha rinfocolato il timore sull’elevato livello a cui viaggia la borsa Usa, facendo riferimento, anche, ai commenti rilasciati dal presidente della Fed di Chicago Charles Evans, lo scorso 4 gennaio:“Più l’inflazione salirà al di sopra del 2%, più i mercati capiranno che, sì, stiamo per vincere” (facendo riferimento alla battaglia della Fed per centrare il target di inflazione), aveva detto Evans.Gundlach ci crede, tanto da ritenere che l’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti salirà fino al 3% verso maggio/giugno, “qualcosa che cambierà davvero le cose, nel caso in cui dovesse manifestarsi”.Tra i titoli, Apple è ancora in ribasso dopo la chiusura negativa di ieri. Detto questo Gene Munster, ex investment banker di Piper Jeffrey, che all’epoca si era occupato della copertura del titolo, ha riferito sempre alla Cnbc di ritenere che Apple potrebbe, dopo aver superato la soglia di $2 trilioni di valore di mercato, testare e superare anche la capitalizzazione di $3 trilioni.A suo avviso il titolo ha infatti le carte in regola per balzare realisticamente fino a 200 dollari.Munster, che ha co-fondato la società di venture capital Loup Ventures, ha spiegato che la sua previsione si basa sul fatto che l’azione Apple è scambiata a un P/E di 35 volte gli utili stimati per il 2022.Titolo Tesla piatto dopo aver chiuso ieri in calo del 7,8%, riportando la prima chiusura negativa delle ultime 12 sessioni e la perdita più sostenuta dallo scorso 23 settembre.

WALL STREET: non c’è sciamano che regge….

E’ stata una settimana dove dal punto di vista morale, la democrazia USA ha vissuto un momento veramente brutto che rimarrà nel bene e nel male nella storia. Intanto però la risposta dei mercati è stata chiara. (Guest post)

Cari amici, anche questo inizio del nuovo anno, non è stato parco di sorprese. Ci è toccato infatti assistere all’incredibile assalto di Capitol Hill, ossia del Parlamento Usa, tempio della democrazia a livello mondiale. Nel guardare le immagini della tv non credevo quasi a miei occhi. Orde di facinorosi, che entravano nel parlamento americano senza colpo ferire, anzi quasi scortate ed accompagnate dalle forze dell’ordine. Scene da “ Repubblica delle Banane “, volendo usare l’espressione utilizzata dall’ex presidente Bush. Un incredibile epilogo di un periodo storico davvero scellerato. Il “sovranismo” ha mostrato il suo vero volto. Ovvero quello dello SCIAMANO con le corna del diavolo. Fa davvero specie vedere il luogo che ha ridato libertà e democrazia all’Europa, e liberato i nostri nonni dalle orribili dittature nazi-fasciste, assaltato a sua volta da un’orda di nuovi fascitoidi. Immagini politicamente sconcertanti. La risposta migliore l’hanno però data i mercati finanziari internazionali. Infatti nel mentre lo SCIAMANO e la sua sciagurata Band, violavano e profanavano il tempio della democrazia mondiale, nel tempio della finanza mondiale, ossia a Wall Street, i mercati stabilivano i loro nuovi massimi storici. Insomma, gli hanno detto chiaro e tondo che, a differenza di un secolo fà, a questa tornata della storia, per loro, non c’è e non ci sarà, alcuna trippa per gatti. A dire il vero, glielo hanno ribadito per l’ennesima volta, visto che sono ormai oltre 10 anni che glielo ripetono quasi tutti i giorni. Ma loro non se ne sono mai dati per inteso, convinti di poter rovesciare il tavolo dell’economia globale. Una convinzione, la loro, priva di ogni logica e fondamento. Insomma, una sorta di esercito di Masaniello, con a capo Donald Trump, che si è posto contro la storia, e contro l’evidenza dei fatti, e che và oggi incontro alla sua inesorabile Waterloo. Lo SCIAMANO è stato già arrestato, ed altri presto lo seguiranno, dopodiché, credo, calerà definitivamente il sipario anche su questo incommentabile incidente della storia. Il futuro, ormai è chiaro, è l’economia globale, e bisognerà adoperarsi per governarla al meglio, e non per rovesciarla, cercando di valorizzare gli aspetti positivi della stessa, e correggere, nel contempo, le cose che ancor’oggi non vanno.

Ciò detto, andiamo ad esaminare, cosa ci indica al momento lo scenario intermarket. Il dollar index, in quest’ultima incredibile settimana, dà nuovamente qualche segno di vitalità, lievita infatti dello 0,18 %, e quota oggi 90,07. Lievitano anche le commodities, liberate forse dall’intralcio ai commerci posti del trumpismo, Crescono infatti di un ulteriore 2,2 % in termini reali, e ciò lascia ben sperare in una rapida ripresa dell’economia nella fase post covid. Segnali incoraggianti, in tal senso, giungono anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano lievita infatti, in una sola ottava, di ben 20 bps, e raggiunge quota 1,12 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece, cresce di 2 soli bps e raggiunge quota 0,14 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia sino a raggiungere 98 bps, il massimo dell’ultimo anno. Del mercato azionario, abbiamo già accennato. Mentre lo SCIAMANO scorazzava indisturbato all’interno del Parlamento Usa, a Wall Street il nostro benchmark azionario mondiale, l’ S&P 500, lievitava di un altro 1,83 %,  e raggiungeva quota 3824,68,07 punti, nuovo massimo storico.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 4.281

Large Traders :  – 11.250

Small Traders : + 15.531

Resiste, pertanto, ed anzi si consolida, la non bella configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 5.009 contratti. In particolare, i Commercial traders, ovvero le Mani Forti di questo mercato, cedono 4.246 contratti long, e decidono di non invertire la loro posizione, che resta, seppur di misura, Net Short. I Large traders, cedono anch’essi 763 contratti long, e consolidano, in tal modo, la loro posizione Net Short. Gli Small traders, invece, acquistano l’intero lotto dei 5,009 contratti long, e consolidano la loro, solitaria, posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, non mutano la precedente configurazione, anzi la consolidano e la rafforzano. Il mercato ha corso davvero tanto, anche aldilà delle mie sempre ottimistiche aspettative. Sembra che anche gli operatori del mercato dei derivati azionari se ne inizino a rendere conto. Non a caso, le Mani Forti non invertono la loro posizione, e restano con maggior convinzione in una cauta posizione Net Short. Il mercato dovrebbe rifiatare, anche per non minarne la sua indubbia salute. Sinora non se n’è dato però per inteso. Il mercato dei derivati ci induce però a ritenere che una pausa o una lieve correzione sia alquanto prossima e probabile. D’altronde un mercato che è trainato dai soli Small traders, non ha mai fatto una lunga strada. Le suesposte considerazioni m’inducono a riconfermare il mio atteggiamento prudente, e la mia moderata view rialzistaMercato

Wall Street si affaccia al 2021 con multipli da bolla, ma è ‘euforia razionale’. Sell-off violento scatterà solo in un caso (e la Fed farà tutto per evitarlo)

Wall Street si appresta a chiudere il 2020 nei pressi dei massimi storici con multipli molto elevati, secondi soli a quelli della bolla dot-com del 2000. Questo non vuol dire però che nel 2021 le performance non potranno arrivare. L’outlook 2021 di MPS Capital Services spiega come la scelta dell’azionario deriva dal fatto che non ci sono reali alternative (TRINA, acronimo di There is no real alternative).

Multipli elevati, ma equity risk premium è più alto che in 2000 e 2007

Dal Cyclically Adjusted Price Earning di Shiller (CAPE ratio) emerge che le valutazioni fondamentali dell’equity USA (S&P 500) sono su livelli molto elevati (oltre 33), inferiori solamente alla bolla del 2000. Tuttavia, rimarcano gli esperti di MPS, lo stesso Shiller ha parlato di euforia razionale guardando all’Excess CAPE Yield.

“In sintesi, i tassi di mercato sono talmente bassi che, in termini relativi, l’equity risulta attraente. L’equity risk premium attuale (3,8%) è più elevato di fine 2007 (poco sopra al 2%) e del 2000 (in tale periodo era addirittura negativo di un 1% circa)”, ricorda l’outlook 2021 di MPS che lega la buona performance futura dell’azionario USA al permanere di tassi su livelli estremamente bassi.

Impennata tassi Treasury farebbe scattare sell-off, ma Fed farà di tutto per impedirlo

In base ad alcune simulazioni (usando regressioni e modelli DCF), gli esperti di MPS indicano che uno scenario di rialzo del tasso 10Y USA di 100 bps potrebbe dar luogo, ceteris paribus, ad un calo dell’indice S&P 500 al di sotto dei 3000 punti (circa un 20% di correzione dai valori attuali). “Per questo crediamo che la Fed farà di tutto (in primis allungando la duration degli acquisti) per evitare eccessivi rialzi dei tassi”, conclude MPS.

WALL STREET: alert di prudenza dal COT report

Si conferma un quadro di mercato abbastanza estremo con posizioni Net Short solo da parte degli Short Traders. Cambia il quadro del COT report. Un quadro non proprio idilliaco per chi spinge per un quadro long.

Cari amici, questo drammatico anno 2020 volge ormai al termine, e  tutti ci auguriamo che l’anno che verrà sia  più clemente. In particolare ci si augura che la terribile pandemia virale che ha investito l’intero pianeta possa essere definitivamente curata e sconfitta. Il varo, già in corso, di numerosi vaccini lascia ben sperare. Lo si spera vivamente, perché sono davvero già tante le sofferenze e le morti che tante famiglie hanno dovuto sopportare. Lo sperano fondatamente anche i mercati finanziari internazionali. Anzi, ad osservare i loro recenti andamenti, per loro trattasi di molto di più di una speranza. Come sempre accade, infatti, essi hanno già ampiamente scontato, in anticipo, la definitiva cura del virus e la conseguente ripresa a pieno regime di tutte le attività produttive. Il nostro benchmark azionario mondiale per antonomasia, l’S&P 500, nonostante le sempre numerose ed immarcerscibili cassandre, è infatti sui propri massimi storici. E nei pressi dei propri massimi è  significativamente, anche il DAX tedesco. Persino il nostro tanto bistrattato FTSE MIB dà tangibili segnali di rinnovata vitalità. Un rialzo quello degli ultimi mesi, non più circoscritto e limitato alle sole grandi società della tecnologia, ossia ad i cosiddetti FAANG, bensì molto esteso, ampio e corale. Non a caso l’indice Usa che segna la miglior performance annuale non è il famoso e celebrato S&P 500, bensi il RUSSELL 2000, ossia l’indice delle piccole e medie capitalizzazioni Usa, che segna un rialzo annuo di oltre il 18 %. Numeri che smentiscono, per l’ennesima volta, e fragorosamente, i moltissimi profeti di sventura, che popolano, a sproposito, i tanti siti di finanza che è possibile consultare sulla rete internet. Dicono che, le attuali quotazioni rappresentano una colossale bolla, e siano il frutto di una manipolazione ad opera del cosiddetto DEEP STATE. Affermazione non supportata, però, da alcun supporto fattuale. Un po’ come le accuse di brogli elettorali sostenute dai seguaci di Donald Trump. Questo fantomatico DEEP STATE, o governo invisibile e segreto, dev’essere davvero molto forte e potente, se è capace di tutto ciò. Ne sarebbe escluso, e soggiogato, persino il presidente degli Stati Uniti d’America. Teorie cospirazioniste che non hanno, a mio avviso, alcun fondamento di verità, che servono soltanto come base ideologica per tutti coloro che avversano e combattono contro i nuovi equilibri economici mondiali che vanno man mano delineandosi in questo nuovo secolo. Una guerra, la loro, che potremmo definire, a ragione, di PIRRO, che li condurrà, ben presto, alla loro definitiva sconfitta ed estinzione. Il prossimo mese Trump lascerà la Casa Bianca, dopodiché le loro residue e malconce truppe, come sempre accaduto al termine di una guerra rovinosamente perduta, batteranno disordinatamente in ritirata e si disperderanno come la neve al sole.Ciò detto, andiamo ad esaminare, in maniera più seria, le indicazioni che ci provengono al momento dallo scenario intermarket. Il dollar index continua imperterrito a stornare, in quest’ultima ottava cede un ulteriore 1,06 % e retrocede a quota 89,92. Monitoriamo con attenzione quanto accade sulla valuta Usa, perché a cascata, ci potrebbero esser ben presto riflessi anche su tutti gli altri mercati. Un riflesso ben evidente c’è già, ed è quello sui prezzi delle commodities, che anche in quest’ultima settimana lievitano del 2,23 % in termini reali, tanto che qualcuno comincia a temere un ritorno sulla scena dell’inflazione. Timore, a mio avviso, al momento, alquanto precoce e non proprio fondato. Segnali più lievi e cauti giungono infatti dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano lievita di soli 4 bps, e raggiunge quota 0,94 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, rimane invece immobile a quota 0,12 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia pertanto sino a 82 bps, e ciò ci lascia sperare in una più rapida ripresa dell’economia Usa, ancor non cominciata. Del mercato azionario, abbiamo già accennato, sembra che lo stesso abbia già scontato tutto, e veda all’orizzonte una rapida ripresa su scala globale. L’S&P 500 è sempre sui massimi a quota 3.709,41.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 2.636

Large Traders :  – 7.803

Small Traders : + 10.439

Si riconferma, pertanto, ed anzi si consolida, la non beneaugurante configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa settimana, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 3.335 contratti. In particolare, i Commercial traders, cedono altri 1.447 contratti long, e consolidano la loro ancora esigua e tenue posizione di copertura, Net Short. I Large traders, cedono anch’essi altri 1.888 contratti long, e rafforzano la loro attuale posizione Net Short. Gli Small traders, invece, acquistano l’intero lotto dei 3.335 contratti long, e permangono, da soli, in posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, così come quelle della precedente, seppur molte esigue e limitate nella loro entità, non mi piacciono molto. Sembra che il mercato voglia lanciarci degli avvertimenti, seppur timidi e non esageratamente preoccupati. Veder gli Small Traders da soli in posizione Net Long, non è mai stato un bel vedere. Certo le posizioni Short delle altre 2 categorie di operatori sono, al momento, alquanto esigue e limitate, e potrebbero esser invertite nelle prossime settimane. Ma potrebbe anche accadere il contrario. Insomma penso che il mercato voglia al momento consigliarci di esser cauti e prudenti, e di non lasciarci supinamente trascinare dal sentiment molto positivo oggi in auge. D’altra parte una pausa, o una fisiologica correzione, dopo tanto salire, sarebbe del tutto logica, e persino salutare. Prendo, pertanto, atto di queste preziose indicazioni e  riconfermo la mia ormai ben nota view, moderatamente rialzista..

Variante inglese del virus, gli scienziati rassicurano: “Il vaccino funziona lo stesso”

Borse zavorrate dai timori legati alla diffusione più rapida del Covid-19, ma secondo gli esperti questa mutazione non pregiudicherà l’efficacia del vaccino che oggi è stato approvato anche dall’Ema

In attesa di una rapida cura per le Borse europee, oggi appesantite dai timori legati alla variante inglese del Covid-19, la comunità scientifica sembra nutrire un cauto ottimismo sull’efficacia del vaccino anche su questa nuova versione del coronavirus.

ENNESIMA MUTAZIONE

Quella comparsa nel Sud dell’Inghilterra, infatti, non è la prima mutazione del Covid-19 e probabilmente non sarà l’ultima. Ma ovviamente la domanda che tutti si sono posti è se il vaccino, già in distribuzione proprio nel Regno Unito e negli Usa (dove il presidente Biden si vaccinerà in diretta tv), sia efficace anche su questa variante del virus. Lo stesso vaccino, quello realizzato da Pfizer/BioNtech, è stato approvato anche dall’Ema (European Medicines Agency) e ora verrà somministrato anche nei Paesi dell’Unione europea. La risposta degli scienziati, al momento, è abbastanza concorde nel ritenere che il vaccino sarà in grado di proteggerci anche da questa versione mutata del virus o comunque, nella peggiore delle ipotesi, la gran parte della ricerca effettuata finora sarà utile per un eventuale nuovo vaccino.

“VACCINI EFFICACI”

Il virologo Andrea Crisanti, pur sottolineando come l’indice di trasmissione di questa variante inglese sia maggiore, ha detto all’AGI che probabilmente “non invaliderà i vaccini” anche se “bisognerà verificare che le persone vaccinate non si infettino di nuovo”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità che, ospite di una trasmissione televisiva, ha detto che “è altamente improbabile che si perda l’efficacia del vaccino”.

PARERI CONCORDI

“Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare né l’aggressività clinica né la risposta ai vaccini”, ha commentato il direttore generale della prevenzione presso il ministero della Salute Gianni Rezza. “La variante inglese del Sars-Cov-2 non dovrebbe sfuggire alla protezione della vaccinazione – ha commentato il virologo Fabrizio Pregliasco – Questo è dovuto al fatto che gli anticorpi promossi dal vaccino hanno un bersaglio su diversi punti della proteina spike che si trova sulla superfice del virus, quindi anche se qualche piccola parte della spike si modifica, viene comunque riconosciuta”.

STOP AI COLLEGAMENTI CON IL REGNO UNITO

Secondo i pareri degli esperti, dunque, la variante inglese del Covid-19 sarebbe più facilmente trasmissibile, ma non più pericoloso sotto il profilo del decorso clinico. Tuttavia, diversi governi tra cui l’Italia hanno risposto a questa mutazione (secondo gli esperti sarebbe già la dodicesima tra quelle sequenziate) con la chiusura dei collegamenti aerei e marittimi con la Gran Bretagna. E sui mercati, a metà seduta, sembra crescere la preoccupazione visto che i principali listini europei sono arrivati ad accumulare perdite fino al 4% per poi rientrare in area -2,5%. Il timore, ancora una volta, è che l’aumento dei contagi possa portare a nuove, pesanti chiusure con contraccolpi durissimi per l’economia dell’intera Europa.

Prima EUFORIA e poi PANICO: mercato sugli estremi

Sono ormai giorni che parlavamo delle condizioni estreme in cui si trovava il mercato. Un rally importante che sembrava non lasciare spazio a correzioni, anche perché un drawdown faceva comodo a nessuno. Siamo a fine anno, i gestori hanno bisogno di presentare risultati incoraggianti e soddisfacenti. Quindi per muovere i mercati bisognava avere un detonatore, un fattore magari esogeno che andare a cambiare le carte non tanto dello scenario economico, ma di quello che è l’elemento più importante in questo contesto: il sentiment.Già nel weekend mi erano passati tra le mani un paio di grafici quantomento “curiosi”. Il primo è l’andamento straordinariamente divergente (il che è anomalo) tra il CESI USA e lo SP500. Una divergenza che è in passato c’è già stata ma che poi ha portato a degli importanti riallineamenti. La domanda quindi era: quando ci sarà un riavvicinamento e quali saranno le dinamiche?

Allo stesso tempo alcuni indicatori stavano “urlando” alla necessità di una correzione. Prendiamo ad esempio il Panic-Euphoria model di Citigroup. Mai visto a questi livelli.

Per chi non lo conoscesse, è un indicatore di sentiment redatto da Citigroup secondo il quale, al raggiungimenti degli attuali livelli, comporterebbe una probabilità storica del 100% di ritrovarsi su livelli inferiori di mercato azionario fra dodici mesi.
Ora, i tempi e le dinamiche sono evidentemente cambiate, ma credo sia un chiaro e fortissimo segnale che testimonia il raggiungimento di un livello tecnicamente insostenibile.

Attesa che sta per finire

Malgrado tutto è stata una settimana positiva che si è conclusa con delle scadenze tecniche importanti. Adesso attenzione perchè la notizia che i mercati stanno aspettando sta per arrivare.

WALL STREET: arrivano i Net Short che suggeriscono prudenza

Cambia il quadro del COT report. Le mani forti tornano Net Short e solo gli small traders restano long. Un quadro non proprio idilliaco per chi spinge per un quadro long.

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati azionari internazionali, dopo una lunga e forsennata corsa, si sono concessi una, del tutto meritata, pausa di riflessione. Credo che gli investitori, dopo la naturale euforia per il varo di numerosi vaccini anti-covid, comincino seriamente ad interrogarsi sulle modalità di ricostruzione di una sistema economico gravemente disastrato dall’imperversare della pandemia. In quest’ultimi terribili mesi i mercati sono stati rassicurati e tranquillizzati soprattutto dagli interventi monstre delle più importanti Banche Centrali, che hanno garantito un’ingente e copiosa liquidità a tutto il sistema. Hanno infatti acquistato pressochè in toto il surplus di debito emesso dai vari Stati per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia. Debito che resta tale, e che va ad incrementare ulteriormente quello preesistente, già di per sè enorme. Credo che, nei prossimi anni la gestione di tale enorme stock di debito, sia pubblico che privato, sarà il problema principale, con il quale tutti dovremmo confrontarci. Oggi però il problema è un altro, ossia quello di far ripartire velocemente l’economia reale, ossia il sistema produttivo, nonché il livello dei consumi e degli investimenti, sia pubblici che privati. Credo che non sarà un’impresa facile, nonostante tutte le rassicurazioni che ci vengono quotidianamente propinate. Molte cose cambieranno, alcuni settori andranno definitivamente in malora, mentre altri del tutto nuovi, legati soprattutto all’economia digitale, si affermeranno e prenderanno il sopravvento. Se così sarà, questa terribile pandemia virale, sarà ricordata storicamente come la chiave di volta che ha favorito l’ennesima trasformazione del sistema economico capitalistico. I primi segnali di questa trasformazione, già ben evidenti, ci sono già. Basta osservare le quotazioni che hanno raggiunto i giganti del tech. Ma molto credo debba ancora succedere. Prepariamoci pertanto a vivere una complessa fase di trapasso che ci condurrà, in pochi anni, in una nuova economia. Fase di trapasso che s’annuncia non del tutto indolore, e che andrà necessariamente governata al meglio. Speriamo che in tutto l’Occidente si affermi presto una nuova ed adeguata classe dirigente, all’altezza di questo difficile compito. I mercati, come sempre accaduto, saranno la cartina di tornasole del mutamento che verrà. Seguirli, pertanto, sarà ancora più importante, che non nel passato, non solo per le sempre possibili operazioni speculative, ma soprattutto per capire in anticipo, quale direzione l’economia ed il mondo prenderà nei prossimi anni.

Ciò detto, andiamo ad esaminare le indicazioni che ci provengono attualmente dallo scenario intermarket. Il dollar index, in quest’ultima settimana rimbalza dello 0,3 % e risale a quota 90,98. Un buon segnale, perché un dollaro debole non è mai un bene per l’economia. Anche le commodities lievitano dell’1,07 % in termini reali, e lasciano ben sperare su una ripresa dell’economia nel corso del 2021. Segnali meno incoraggianti giungono invece dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano arretra infatti di 7 bps, e retrocede a quota 0,90 %. Anche il rendimento dei bond a 2 anni, arretra di 3 bps, e retrocede a quota 0,12 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si contrae a 78 bps, e continua a destare qualche perplessità in più, sulla tanto auspicata ripresa dell’economia americana. Del mercato azionario, abbiamo già accennato, L’S&P 500 questa settimana cede lo 0,96 %, ma resta sempre in prossimità dei massimi a quota 3.663,46.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 1.189

Large Traders :  – 5.915

Small Traders : + 7.104

Cambia, pertanto, ancora una volta, la configurazione e l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state infatti pari a 5.024 contratti. In particolare, i Large traders, questa settimana, al contrario delle precedenti, acquistano l’intero lotto dei 5.024 contratti long, e dimezzano l’entità della loro posizione, Net Short. Le Mani Forti, ossia i Commercial traders, invece cedono 3.212 contratti long, ed invertono nuovamente la loro posizione, che passa da Net Long a Net Short. Gli Small traders, infine, cedono anch’essi 1.812 contratti long, ma restano, e da soli, in posizione, Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, limitate nel numero, ma comunque importanti nel loro significato, ci danno un forse inatteso segnale di alert. Le Mani Forti, tornano infatti Net Short, seppur di misura, segno che qualche preoccupazione sul futuro dell’economia cominciano anche loro a nutrirla. La circostanza, inoltre, che gli Small Traders siano i soli a restare in posizione Net long non è mai un buon auspicio per gli investitori più avveduti. Il mercato probabilmente dopo una forsennata corsa al rialzo ha forse bisogno di una pausa di consolidamento, in attesa di comprendere meglio quale sarà l’effetto dei vaccini, e soprattutto se vi sarà una reale e forte ripresa dell’economia. Un consolidamento, ed un lieve storno del valore attuale dei mercati sarebbe peraltro salutare ed auspicabile. Come sempre, anche questa volta prendo atto delle indicazioni che provengono dai dati del Cot Report, e pur riconfermando la mia ormai datata e storica view rialzista, assumo un atteggiamento un po’ più morigerato e prudente.Mercato pertanto in consolidamento, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo davvero difficile 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un guadagno dell’ 8,32 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 7,83 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 16,15 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha infatti conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 155 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, riduco cioè dal 75 al 70 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 25 al 30 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.

WALL STREET: mani forti in azione!

Le notizie sul vaccino danno entusiasmo al mercato e anche alle cosiddette mani forti che tornano a comprare azioni a piene mani. Analisi del COT report.

Cari amici, nella settimana appena trascorsa, causa festività Usa, la CFTC ha posticipato la pubblicazione dei dati del Cot Report. Pubblicazione avvenuta, comunque, lunedì. Per tale motivo il mio abituale commento agli stessi è redatto solo oggi, in una giornata lavorativa, peraltro molto densa di impegni. Mi limiterò pertanto ad un commento molto più stringato del solito. I mercati finanziari internazionali, nella scorsa ottava hanno proseguito nel loro tranquillo andamento. In particolare, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, dopo il lieve storno della precedente settimana, è rimbalzato del 2,27 %, ritornando nuovamente sopra quota 3.600 punti.

Molto più cauto invece il resto dello scenario intermarket. Il dollar index, ha proseguito nel suo down-trend ( -0,65 % ) e quota oggi 91,67. Le commodities, invece, continuano, seppur gradatamente, a lievitare, + 0,27 % in termini reali. Pressochè immobile il mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano cresce di soli 2 bps, e raggiunge quota 0,84 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece cede 1 solo bp, e retrocede a quota 0,15 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si amplia fino a 69 bps. Del mercato azionario, abbiamo già accennato L’S&P 500, si mantiene in prossimità dei suoi massimi storici, e mostra un’elevata fiducia su un’imminente ripresa dell’economia.

Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 118

Large Traders :  – 8.122

Small Traders : + 8.240

A sorpresa, almeno per me, cambia nuovamente la configurazione e l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state infatti pari a ben 17.067 contratti. In particolare, i Large traders, cedono l’intero lotto dei 17.067 contratti long, ed invertono addirittura la loro posizione, che passa da Net Long a Net Short. A comprare sono soprattutto le Mani Forti, ossia i Commercial traders, che acquistano la gran parte del lotto, ossia ben 16.415 contratti long, restando Net short solo per un’inezia, ossia per soli 118 contratti. Gli Small traders, infine, acquistano i residui 652 contratti e consolidano, in maniera solitaria, la loro posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, come già accennato, mi appaiono del tutto sorprendenti ed inattese. L’attuale configurazione  è quella che potremmo definire ribassista per antonomasia. Ma anche i meno esperti di questo mercato comprendono che la stessa appare del tutto transeunte ed occasionale, ossia destinata a passare ed aver vita breve. Ciò che impressiona di più è invece la rinnovata e forte fiducia che ri-esprimono le Mani Forti. Credo che nutrano grandi aspettative sull’imminenza del varo di numerosi vaccini per la cura della terribile pandemia da covid-19. Mi auguro che la loro fiducia sia davvero fondata. Se così fosse vuol dire che i mercati vedono per davvero l’uscita da questo terribile tunnel epidemico. Ed i risvolti per l’economia, e per i mercati sarebbero davvero positivi. Sulla base dell’ esperienza storica, bisogna accordare grande fiducia ai movimenti delle Mani forti sul mercato dei derivati azionari. Sono infatti gli operatori meglio informati, e se non sentono il bisogno di coprirsi, come fanno di solito, vuol dire che non vedono rischi all’orizzonte, anzi tutt’altro. Riconfermo, pertanto, con accresciuta fiducia, la mia view di fondo, moderatamente rialzista.Mercato dunque ancora in trend, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman,. Nel corso di questo difficile 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un guadagno del 2,7 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 6,5 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 9,2 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha infatti conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 150 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, muto leggermente l’assetto del mio portafoglio, incremento cioè dal 70 al 75 % le mie posizioni long, e riduco dal 30 al 25 % le mie posizioni short, assumendo di fatto una posizione Net Long pari al 50 % del mio portafoglio. C

1 DICEMBRE

Aggiornamento dei posizionamenti monetari.

Su tutti i sottostanti prosegue il riposizionamento corale dei contratti sia del comparto opzioni che del comparto future.Sulle Mibo, oltre 2000 contratti future in più e notevole aumento di put su strike 21500. Disinteresse totale per il lato call.Anche su S&P è prepotente l’aumento dei contratti future che toccano il loro massimo relativo di periodo. Sul comparto opzioni si assiste alla chiusura di posizioni call su strike atm e rollaggi su strike più esterni, 3850 e 3900. Nuove put a partire da 3650 e un’area libera da riposizionamenti fino a 3800 dove sono uscite oltre 830 contatti call.Sullo Stoxx identico aumento della componente future e chiusura di call ormai itm. Apertura di nuove put un pò su tutta la chain e riposizionamenti sul lato call a partire da 3550 e 3600.

Sul Dax, oltre al solito aumento della componente future, si assiste anche al grande aumento di contratti, sia put che call, in funzione di ricopertura, dello strike 13000.

ALERT MERCATI: segnali di inversione dal PUT CALL RATIO

Novembre è stato il miglior mese in assoluto per alcune borse. Prendiamo Milano. Da quando non si vedeva su scala mensile un + 23%? .
Le motivazioni sono note: le buone notizie dal fronte vaccini e la situazione politica USA.
E ultima in ordine cronologico, ma non per questo meno importante, la nomina dell’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen nel ruolo di prossimo segretario al Tesoro statunitense. Una colomba di scuola keynesiana che sicuramente farà tutto il necessario per assicurare tutto il sostegno necessario collaborando con il governo Biden.
Tutto perfetto quindi?
Si, ma i mercati come sempre possono riservare sorprese. Adesso dimentichiamo per un attimo quanto detto sopra e guardiamo cosa sta accadendo.

Grafico NYFANG+

Il grafico del NYFANG+ è estremamente interessante. Il rombo era il target che ci eravamo prefissati. Target raggiunto. E adesso il triangolo potrebbe riservare sorprese rialziste se rompiamo al rialzo la resistenza. Sarà davvero così? Lo scopriremo solo vivendo, intanto però guardiamo il mercato sotto un diverso punto di vista.
Ricordate il PUT CALL RATIO?

Ecco, guardate cosa ci suggerisce.
Innanzitutto chi non si ricorda come funziona e cosa è il PUT CALL RATIO clicchi qui sotto.

PUT CALL RATIO: cosa è e come funziona

Se prendiamo il Put Call Ratio Total, e proviamo a dividerlo tra quello Dumb Money e quello Smart Money, possiamo notare l’atteggiamento profondamente diverso tra questi due mondi. Il primo al TOP del sentiment positivo (quindi dal punto di vista contrarian segnale di pericolo) mentre il secondo in territorio decisamente più cauto.
E poi un altro punto di vista molto interessante.
Il Put Call Ratio Equity (quindi no options).

CBOE EQUITY PUT CALL RATIO

Se prendiamo il CBOE Put Call Ratio solo relativo all’equity, la situazione si fa molto interessante. Per togliere gli eccessi e rendere più semplice ed efficace la lettura, ho messo sia l’indicatore che lo SP500 non come valore daily ma come valore medio settimanale. Il risultato è evidente.
Quando l’indicatore ha raggiunto, nel corso degli ultimi mesi in fase di trend rialzista, quota 0,4 abbiamo assistito anche ad un TOP di mercato. Tranquilli, nulla di preoccupante perché sono sempre state correzioni naturali e fisiologiche. E questa volta sarà ancora così? Non potendo regalare verità assolute, vi saluto caramente e vi lascio alle vostre elucubrazioni mentali.

Wall Street incerta, ma Dow Jones conclude mese migliore dal 1987. S&P e Nasdaq +11% a novembre

Sessione negativa per Wall Street, con il Dow Jones che arriva a cedere 200 punti. Tra i settori più colpiti nella sessione odierna, quello energetico e dei servizi di comunicazione, che cedono sullo S&P l’1,5% e lo 0,6%. Il Nasdaq è in lieve rialzo. C’è da dire comunque che la performance degli indici azionari Usa del mese di novembre è stata stellare: il Dow Jones è balzato del 12%, riportando la migliore performance su base mensile dal gennaio del 1987; lo S&P 500 e il Nasdaq sono saliti rispettivamente dell’11% e dell’11,9%, riportando i rialzi più forti su base mensile dallo scorso aprile.Tra i titoli della sessione di oggi, protagonista il tonfo di Nikola, produttore di camion all’idrogeno, scivolato fin oltre -21%. Le quotazioni sono crollate dopo la società americana ha annunciato di aver firmato un Memorandum of Understanding (MOU) non vincolante con General Motors. Le controparti hanno raggiunto un accordo globale di fornitura con cui le celle di combustibile Hydrotec di GM saranno utilizzate per i camion all’idrogeno di Nikola.L’accordo non include tuttavia l’acquisizione da parte di General Motors di una quota del capitale in Nikola né la collaborazione nello sviluppo del pick up Badger di Nikola, precedentemente contemplati nell’accordo dell’8 settembre scorso.Attenzione anche a Moderna, che ha reso noto che chiederà l’autorizzazione all’autorità federale Usa FDA per l’utilizzo di emergenza del vaccino. Gli ultimi dati, ha sottolineato il gruppo, confermano una efficacia del vaccino superiore al 94%. Il titolo vola di quasi +17%.Focus sul forex, con il dollaro che si appresta a concludere il mese di novembre scendendo al minimo degli ultimi due anni e mezzo, stando al trend del Dollar Index.In particolare, il biglietto verde si avvia a perdere il 2,5% del suo valore rispetto al paniere delle principali valute a livello mondiale, soffrendo la perdita mensile peggiore dallo scorso luglio. Il valore del Dollar Index oscilla attorno a 91,625.La debolezza del dollaro sostiene le altre valute, in particolare l’euro, che si avvicina alla soglia di $1,20, viaggiando al nuovo record degli ultimi tre mesi. Il calo della valuta Usa si spiega con la propensione al rischio, dunque dal risk on, che ha portato gli investitori a prediligere in questo mese di novembre gli asset più rischiosi, a discapito di quelli considerati beni rifugio.

NO PROBLEM: ci pensano sempre loro!

Non vi ho più parlato delle banche centrali per non annoiarvi anche perché il “mood” non è di certo cambiato. La scoperta di molteplici vaccini non cura certo gli effetti negativi del lockdown, la politica fiscale fatica a decollare e quindi la mossa più immediata ed efficace resta della di politica monetaria, anche solo tramite promesse e forward guidance. Ma non solo perché tutte le principali banche centrali del globo si sono dette pronte ad impegnarsi oltremodo, se ce ne sarà bisogno. Dai verbali dell’ultimo meeting emerge per esempio che la Federal Reserve potrebbe presto dare indicazioni ai mercati sulla durata degli acquisti di bond a sostegno dell’economia e su quali condizioni sarebbero necessarie per poter ridurre il ricorso ai programmi di acquisto. La BCE resta sempre sul pezzo e compra titoli settimanalmente per circa 20 miliardi di Euro. La BOJ resta ovviamente proattiva, come da sempre e si dice pronta anche ad aumentare gli acquisti. Unica nota, visto che spesso e volentieri a Tokyo si comprano ETF e non solo obbligazionari, la BoJ dovrebbe esercitare la massima vigilanza contro la possibilità di un improvviso cambiamento nei mercati finanziari e dare risposte politiche flessibili quando necessario, proprio per evitare di ritrovarsi in portafoglio con perdite importanti.

Intanto la slide qui sotto mette in chiaro il programma. Se nel 2020 abbiamo esagerato, nel 2021 continuiamo a non scherzare.

Con un sostegno così, come andranno i mercati? Intanto ricordo che la politica monetaria, oggi, ha effetto soprattutto sulla finanza e non sull’economia reale. Per questa ci vuole la politica fiscale. Però per chi bazzica sui mercati, il segnale sembra quantomeno evidente. E se volete al conferma, ve la faccio vedere con questa contrapposizione.

Finchè c’è il sostegno delle banche centrali, sembra proprio che i mercati non debbano temere un gran chè. Ma questa è la teoria che fino ad ora ha retto. Può reggere per sempre? Probabilmente no? E avranno sempre ragione loro? Beh, diciamo che non sempre hanno avuto ragione. Intanto una nota sul tasso inflazione. Non fidatevi molto sulle loro previsioni. Per esempio la BCE qui ha dato spettacolo negli ultimi anni. Possibile che non abbiano saputo leggere un perfetto quadro da debt deflation?

Black Friday da record con giro d’affari da 2,5 miliardi. Il decalogo Codacons per evitare truffe

Sta per scoccare l’ora del Black Friday anche se quest’anno come non mai gli sconti e le promozioni legate all’evento che inaugura la stagione dello shopping natalizio sono iniziati con largo anticipo nei giorni scorsi.Il Codacons, associazione che in Italia monitora la propensione alla spesa delle famiglie e l’andamento degli acquisti durante il periodo di sconti speciali, stima che 25 milioni di italiani approfitteranno degli sconti, ossia +47% rispetto al 2019.L’intera settimana di promozioni genererà nel 2020 un giro d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro, con una crescita del +27% rispetto allo scorso anno.Ad abbattere ogni record di vendite contribuirà il Covid, che ha modificato sensibilmente le abitudini di acquisto degli italiani, facendo crescere il numero di consumatori che si rivolge al web per le proprie spese. “Questo perché – spiega il Codacons – le restrizioni sul fronte dei negozi, la paura dei contagi e l’incertezza sul futuro del commercio tradizionale inevitabilmente spostano gli acquisti dai negozi fisici al web”.In testa alla classifica dei prodotti che saranno più acquistati durante il Black Friday troviamo Elettronica e Hi-Tech (col il 66% dei consumatori che farà almeno un acquisto in tale settore); Abbigliamento (55%), Giochi e Videogiochi (45%).Il Codacons mette in guardia i consumatori da possibili truffe durante il Black Friday e diffonde i consigli utili per evitare fregature e brutte sorprese:

– Acquistate solo da siti Internet sicuri, protetti da sistemi di sicurezza internazionali, riconoscibili dalla presenza del lucchetto nella barra di indirizzo.

– Acquistate solo da venditori sicuri. Controllare che nei feedback siano riportati correttamente i dati della società titolare dell’attività commerciale.

– Confrontate sempre i prezzi, sia online sia nei negozi fisici. Attenzione agli sconti troppo elevati.

– Controllate che sia riportato oltre al prezzo iniziale del prodotto anche quello finale, comprensivo di spese di spedizione o tasse.

– Controllate la data di spedizione e verificare sempre da dove viene spedito il prodotto.

– Conservate sempre una copia dell’ordine effettuato e verificate che esista la possibilità di disdirlo senza pagamento di penali.

– Sul web pagate o tramite paypal o carte prepagate (meglio evitare bonifici o carte di credito), e non comunicate mai i vostri dati personali, sia via telefono, sia via mail. Non inserite mai dati privati online.

– Ricordare che per legge la merce si può restituire quando si acquista fuori dagli esercizi commerciali fisici entro 14 giorni.

– Per gli acquisti online verificare le condizioni di recesso applicate dal venditore online e ricordate che la garanzia vale anche per i prodotti acquistati online.

– Se il prodotto o il servizio acquistato hanno un difetto di conformità o di produzione avete dritto alla sostituzione o al rimborso.

Mercati: dopo il vaccino l’attenzione tornerà su banche centrali e governi

Dopo le notizie sul vaccino che hanno innescato un rally sui mercati, il movimento nelle prossime settimane potrebbe essere condizionato dalle banche centrali, che si preparano all’ultima riunione di politica monetaria del 2020, e dai governi che potrebbero lanciare nuovi strumenti di sostegno all’economia. “Ora è necessario gestire l’interim, ovvero i mesi che ci separano dal vaccino, con una seconda ondata di contagi in pieno corso e le sue conseguenze già evidenti, in termini di lockdown e nuovi rallentamenti economici – sottolinea Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR – Questo tema è, ancora una volta, demandato all’intervento di banche centrali e governi, le cui mosse nelle prossime settimane saranno oggetto di attento scrutinio da parte dei mercati”.Per quanto riguarda le banche centrali, il rischio è che le decisioni non siano ritenute sufficienti dai mercati, alla luce di lockdown sempre più diffusi. Bce e Fed, le prossime riunioni sono previste rispettivamente il 10 e il 16 dicembre. Se per la Bce (la cui riunione è prevista il prossimo 10 dicembre) l’attesa è di un rafforzamento delle misure già in essere, come preannunciato dalla stessa Chritine Lagarde, per la Fed, invece, potrebbe non arrivare nessuno aiuto aggiuntivo, come evidenziato anche dalle recenti dichiarazioni di Clarida, che ha descritto pochi giorni fa il quadro monetario attuale come “già altamente espansivo”.Un altro tema da monitorare è relativo al piano di stimolo negli Usa. L’enorme manovra di 2.200 miliardi di dollari di fine marzo è stata decisiva per spezzare la catena di trasmissione che collega disoccupazione, minori consumi e insolvenze. Un secondo pacchetto è subordinato alle negoziazioni fra democratici e repubblicani, con questi ultimi a puntare su una manovra di portata inferiore. Alcune voci parlano di accordo entro fine anno, altre ritengono che sarà improbabile l’approvazione prima dell’insediamento della nuova Amministrazione a gennaio e dell’esito del ballottaggio per gli ultimi due seggi in Senato, che stabiliranno il colore della nuova maggioranza. “In caso di gestazione prolungata – avverte l’esperto di GAM SGR – sarà importante monitorare eventuali segnali di sofferenza del consumatore americano: impennate repentine nei mancati pagamenti dei mutui o nelle richieste dei sussidi, o un arretramento inatteso delle vendite al dettaglio, potrebbero rappresentare spie di un aumento dei rischi di scenario”.

Vaccino anti-Covid di Pfizer-BioNTech efficace al 95% nei risultati finali, chiederà approvazione entro pochi giorni

Nuova notizia sul fronte vaccino anti-Covid. I risultati finali del candidato vaccino sviluppato dal colosso americano Pfizer e dal partner tedesco BioNTech ha dimostrata una efficacia al 95%, contro il 90% degli esiti preliminari. Lo hanno annunciato le due società, anticipando la volontà di chiedere l’approvazione dalle autorità sanitarie americane ed europee entro pochi giorni.La settimana scorsa Pfizer e BioNtech erano stati i primi a mostrare dati di successo da uno studio clinico su larga scala, con il loro candidato vaccino che aveva mostrato nella fase preliminare una efficacia per oltre il 90%, una percentuale ben oltre le aspettative che erano di un tasso di protezione di circa il 60%. I due partner ora hanno aggiornato l’efficacia al 95% a partire da 28 giorni dopo la prima dose, secondo i risultati finali dello studio. L’efficacia osservata negli adulti di età superiore a 65 anni è superiore al 94%. I dati hanno dimostrato inoltre che il vaccino è stato ben tollerato dagli oltre 43.000 partecipanti arruolati: nessun serio problema di sicurezza è stato osservato, le uniche reazioni avverse rilevate sono state affaticamento e mal di testa.Pfizer e BioNTech intendono chiedere entro pochi giorni l’autorizzazione alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense all’uso di emergenza, confermando così la possibilità che la distribuzione inizi già entro la fine dell’anno. Le due prevedono di poter produrre 50 milioni di dosi entro quest’anno e 1,3 miliardi nel 2021.

NYFANG: walk this way!

E’ stato il listino pilota per la borsa USA e per i principali mercati mondiali. E anche se non sta replicando i rally delle passate settimane, possiamo notare che dal punto di vista tecnico, continua ad avere un’impostazione molto interessante. I prezzi stanno “camminando” serenamente su una serie di supporti dinamici che ne stanno proteggendo il trend.

– Media mobile
– Cloud
– Trendline

E’ chiaro che la tenuta dei suddetti supporti resta fondamentale e diventa interessante capire cosa capiterà, visto che la strada è segnata.

WALL STREET ai massimi: trappola per tori o nuovo trend in atto?

Di queste situazione nella mia vita ne ho già viste tante, e diventa sempre difficile se non addirittura controproducente farsi troppe domande.
Il mercato va per la sua strada, puoi condividerne le logiche, le dinamiche, le puoi anche contestare, ma alla fine ha sempre ragione lui, il mercato, e pretendere di voler avere l’ultima parola, diventa sempre difficile.E fu così che ieri sera avvenne quello che nessuno poteva immaginare (forse). Ovvero che in una situazione di grande difficoltà, con il mondo quasi tutto in lockdown, con una crescita economica al lumicino, e tanta incertezza, ci ritroviamo con uno Spoore che rompe i massimi storici.Certo, un motivo ce l’abbiamo. Il vaccino o meglio, i vaccini. Ma è così sorprendente? Ma proprio per nulla perché erano previsti per questo fine anno. Sorprende la loro efficacia e questo è un bene, ma attenzione, dire che il virus è sconfitto è prematuro soprattutto se ragionato in questo autunno inverno 2020-2021.

(…) Wall Street chiude in deciso rialzo con il Dow Jones e lo S&P 500 che toccano nuovi record. A dare nuovo vigore ai listini è l’annuncio della casa farmaceutica americana Moderna di avere un vaccino anti Covid-19 in avanzata fase di sperimentazione e con un’efficacia al 94,5%.

Il Dow Jones termina a +1,60% a 29.950,44 punti. Lo S&P sale dell’1,21% a 3.628,44 punti. Il Nasdaq avanza dello 0,63% a 12.013,39 punti. Il titolo di Moderna, quotata al Nasdaq, avanza a fine contrattazioni del 9,63%.

Graficamente possiamo tradurre tutto così

Grafico SPX SP500 by TradingView

Innegabile la rottura della resistenza, volumi non irresistibili, indicatori di breve estremamente tirati ma ATTENZIONE, non fate l’errore madornale che fa la maggior parte dei traders. Anche se sono in ipercomprato, quanto si esce da un trading range, questi indicatori possono dare messaggi fuorvianti. Ad esempio la divergenza sull’indicatore Stocastico potrebbe indurre all’errore. La cosa da fare a questo punto? Aspettare la classica conferma temporale della rottura e comportarsi di conseguenza e, allo stesso tempo, se per caso arriva la “trappola per tori” (bull trap), fare altrettanto.

Mercati: “stanno assimilando buona notizia vaccino, potrebbero tornare su dati economici” (AllianzGI)

“Il quadro tecnico sembra tranquillo, nonostante l’impennata delle quotazioni dettata dalle novità sul vaccino. I mercati stanno assimilando la buona notizia e probabilmente torneranno a concentrarsi sui dati economici”. E’ quanto si legge nel commento settimanale di Allianz Global Investors firmato da Hans-Jörg Naumer, Director Global Capital Markets & Thematic Research, che si sofferma anche sui principali dati macro della settimana. “Nel complesso, i dati confermeranno probabilmente il rallentamento della ripresa dopo il crollo di inizio anno – precisa Naumer -. Fa eccezione la Cina, che dopo la pandemia sta recuperando terreno molto più velocemente di qualsiasi altro Paese”.La politica americana resterà sotto i riflettori. “Passate le elezioni, si prospettano settimane di relativa calma sino all’insediamento del nuovo Presidente, ma i nostri colleghi statunitensi ritengono che in questo periodo Repubblicani e Democratici possano trovare un accordo su un nuovo pacchetto fiscale”, spiega l’esperto, secondo il quale date le pesanti ripercussioni della pandemia, occorrono nuovi interventi per sostenere famiglie e imprese. Le misure a favore del mercato del lavoro si esauriranno entro fine anno e ulteriori aiuti sosterrebbero i consumi.

Wall Street verso avvio in rialzo, futures Usa positivi sull’onda lunga del vaccino

I futures sugli indici statunitensi si muovono in rialzo suggerendo un avvio positivo per Wall Street, che dovrebbe quindi rimbalzare dopo la debolezza di ieri. A circa due ore e mezza dal suono della campanella a New York, il contratto sul Dow Jones sale dello 0,76%, quello sull’S&P500 avanza dello 0,72% e il future sul Nasdaq segna un +0,71%.Sui mercati continua l’onda lunga della notizia del vaccino anti-Covid di Pfizer e BioNTech, che fa ben sperare mentre continuano ad aumentare i contagi. Ieri gli Stati Uniti hanno superato la soglia simbolica dei 100mila nuovi contagi per l’ottavo giorno consecutivo e, di fronte al deterioramento della situazione sanitaria, le autorità di diverse città, come Chicago, Detroit e New York, così come quelle di diversi stati, come la California o l’Iowa, hanno deciso di far scattare nuovamente le restrizioni.Si guarda anche al nuovo piano di stimolo per l’economia Usa, dopo l’ennesimo stop con la notizia del ritiro dell’amministrazione Trump dai colloqui. Mentre dal fronte macro, da monitorare il dato sulla fiducia dei consumatori americani, elaborata dall’Università del Michigan.A livello societario, attenzione a Walt Disney che potrebbe aprire in deciso rialzo dopo la pubblicazione dei conti del quarto trimestre. I ricavi sono risultati maggiori del previsto (14,71 miliardi di dollari vs 14,2) grazie alla forte crescita degli abbonamenti in streaming, dando luogo ad una perdita per azione più contenuta (0,2 dollari vs 0,71 attesi). Infine, il direttore finanziario McCarthy ha annunciato che a gennaio non sarà pagato il dividendo semestrale, anche se la politica di pagamento proseguirà nel lungo termine.Occhio anche a Cisco Systems, che nel pre-market di Wall Street segna un balzo di oltre il 7%, grazie ai conti del primo trimestre migliori delle attese. Gli utili per azione si sono attestati a 0,76 dollari, rispetto ai 0,70 dollari di consenso. Inoltre, anche i ricavi sono stati maggiori del previsto, pari a 11,93 miliardi di dollari verso 11,85 miliardi attesi. Migliore del previsto anche la guidance per il secondo semestre sia sul fronte utili che ricavi.

Wall Street futures in rialzo, in ripresa il Nasdaq. Ma occhio a migliori settimana: energetici +17%, finanziari +9% dopo notizia vaccino

I futures sul Dow Jones avanzano di 209 punti (+0,7%), anticipando un avvio in rialzo di 200 punti circa. Positivi anche i futures sullo S&P, in crescita anch’essi dello 0,7%. Focus inoltre sui futures sul Nasdaq che, dopo due sessioni in cui i titoli tecnologici sono stati zavorrati da importanti prese di beneficio, segnano un recupero dello 0,9%.Il Dow Jones si appresta a guadagnare per la terza sessione consecutiva, sulla scia della notizia relativa all’efficacia del vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech. L’annuncio ha alimentato le speranze che il mondo possa tornare a una condizione di normalità, una volta trovato un vaccino anti-coronavirus.Sul Nasdaq, si mettono in evidenza i rialzi in premercato di titoli come Amazon +2% e Zoom Video +4%, tra le vittime dei pesanti sell off che hanno attaccato i titoli ‘stay-at-home’ nelle sessioni precedenti.Focus sul settore energetico, con il sottoindice di riferimento che è rimbalzato di ben il 17% nel corso di questa settimana, sulla scia del recupero dei prezzi del petrolio. Molto bene anche il settore finanziario, +9% da lunedì scorso.I buy su questi comparti confermano la rotazione dai titoli hi-tech ai titoli dei settori ciclici, avvenuta in queste ultime sessioni, a seguito della notizia sul vaccino anti-COVID-19.Tornando ai prezzi del petrolio, il contratto WTI balza del 2,9% a $42,56 al barile, mentre il Brent avanza del 2,77% a $44,82 al barile.Nella sessione di ieri, il Dow Jones è salito di 262 punti, lo S&P 500 è arretrato dello 0,14% mentre il Nasdaq Composite si è confermato di nuovo maglia nera con una flessione dell’1,4%, sulla scia dei cali di Microsoft, Amazon, Facebook e Alphabet.

Joe Biden vince, è il nuovo presidente Usa

Con l’affermazione in Pennsylvania, il candidato democratico si aggiudica i 20 grandi elettori che servivano per conquistare la Casa Bianca

Adesso è ufficiale, Joe Biden è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Il candidato democratico ha vinto in Pennsylvania, arrivando quindi a quota 284 grandi elettori, e superando la soglia dei 270, utile per entrare alla Casa Bianca. È il 46esimo presidente Usa. Il presiedente uscente, Donald Trump non riconosce la sconfitta: “Le elezioni non sono finite”.

“ONORATO DALLA SCELTA DEGLI AMERICANI”

Le prime parole di Joe Biden dopo la sua elezione sono state queste: “Sono onorato che gli americani mi abbiano scelto come loro presidente. Il lavoro davanti a noi sarà difficile ma vi prometto questo: sarò il presidente di tutti gli americani”.

TRUMP NON RICONOSCE LA SCONFITTA

Il presidente uscente, Donald Trump non concede la vittoria e annuncia: “Da lunedì battaglia legale”, aggiungendo che “le elezioni non sono finite”. L’offensiva legale, quindi, inizierà lunedì per assicurare, secondo Trump, “che le leggi elettorali siano rispettate e che venga eletto il legittimo vincitore”. E ancora: “Questa elezione è lungi dall’essere finita. La vittoria di Biden non è stata certificata in tutti gli Stati”.

FESTA DAVANTI ALLA CASA BIANCA

A Washington iniziano i festeggiamenti davanti alla Casa Bianca, dove una folla si è radunata per festeggiare l’elezione di Biden nella piazza antistante a 1600 Pennsylvania Avenue che da teatro delle proteste diventa teatro dei festeggiamenti. Festa anche nella città di Biden, a Wilmington.

NASDAQ

vedi precedenti aggiornamenti

Ma è il rientro nel BOX 280-305 condizione fondamentale per nuovi Top 305/330 per QQQ e per NASDAQ perchè il mancato rientro nel Box 280-305 da come target proprio un gap aperto a 255,56$ nel frattempo è stato chiuso il gap a 269,39 close di venerdì 30-10

Il resto ce lo faranno capire. Intanto domani finalmente è il 3 Novembre.

Più guardo l’ETF QQQ e piu’ vedo “somiglianze” con l’algoritmo del GAS NATURAL Sono proprio curioso di vedere cosa accadrà THE DAY AFTER ELECTION DAY del 3-11

ETF QQQ situazione Gap

Molto importante non mollare il BOX che contiene questo ETF attualmente 280-305

Per ora da 263/265 siamo arrivati a 298$ mai ricedendo 280$ fino al 26-10

cosa che ci ha

portato il 28-10-2020 a chiudere anche il Gap aperto a 271,56$

per note News relative a timori per il salire dei Contagi Covid 19

GAP APERTI
302,76$

294,39$<–close 5-11-2020

286,91$<–close 4-11-2020

284,74$

284,40$ chiuso

284,19$ chiuso

284,18$ chiuso

282,79$ chiuso

282,66$

281,41$ chiuso

280,47$ chiuso

—–BOX 280-305 la cui tenuta/recupero è —–FONDAMENTALE per Target 305/330$——

279,92$ chiuso

276,39$ chiuso

275,16$ chiuso

274,65$<–close 3-11-2020

271,64$ chiuso

271,56$ chiuso

269,98$

269,39$ chiuso

256,81$

255,56$

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

PFIZER …IL VACCINO CHE NON ESISTE!

Ci sono importanti novità in arrivo dall’America, no non è il vaccino di mia nonna da dare in pasto agli ignoranti e ai fessi, ma qualcosa di molto più sofisticato che cambierà per sempre il corso degli eventi. Non aggiungiamo nulla, tanto ha vinto Biden, giusto?Noi abbiamo da sempre un grosso problema, amiamo la verità figlia del tempo, non importa di chi si tratta, Biden o Trump, Conte o Salvini, la nostra forza è questa ricercarla sempre e comunque attraversi i dati, i numeri.La Corte Suprema sarà l’arbitro delle elezioni americane 2020!Lunedì il numero due di Pfizer, ha detto che questo è un grande momento per l’umanità, abbiamo il vaccino e chi non lo vuole prendere deve vergognarsi. No, non sono stupidi, sono soltanto dei criminali abituati a giocare con la pelle degli uomini, l’industria farmaceutica che in maggioranza produce effetti placebo da rivendere come meraviglie.

Per chi ignora, non conosce la materia, il nostro Claudio ci aiuta con questa bella intervista, per gli altri ci sono sempre Burioni o Ricciardi che vendono il loro interesse…

Vaccino anti COVID-19: quanto manca? https://t.co/5kEWo481j4

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) November 9, 2020

Per la scienza che tanti osannano e per gli esperti la data più plausibile per la distribuzione di un vaccino è la fine del 2021, si Bellezza, non 2020 come scrivono i media mainstream ma 2021.Lo ha detto persino quel Galli che imperversa ovunque al posto di Burioni, ma ovviamente gli ingenui si bevono qualunque cosa.

La fase 3 richiede diversi mesi, se non anni, di lavoro. Perché vi sia l’approvazione dell’Agenzia regolatoria di riferimento, si deve dimostrare, con uno studio su decine di migliaia di persone sane, che il farmaco sia in grado di prevenire l’infezione o almeno le forme gravi di malattia, senza causare effetti collaterali di rilievo. I soggetti vaccinati, a rischio di infezione, vengono messi a confronto con un gruppo di non vaccinati. Tra i volontari immunizzati deve esserci un numero inferiore di contagi rispetto al team di controllo. Non solo: il risultato dei test deve essere statisticamente significativo, secondo criteri standard condivisi da tutta la comunità scientifica. Per Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare «Romeo ed Enrica Invernizzi», per avere un vaccino efficace serviranno due anni di lavoro. «Questo tempo è necessario per garantirne sicurezza ed efficacia. La comunità scientifica e industriale mondiale stanno facendo uno sforzo enorme per accelerare al massimo, così da poter avere un vaccino disponibile in miliardi di dosi verosimilmente a fine 2021, considerando che gli studi sono iniziati a gennaio di quest’anno» ( Corriere )

Eppure sarà pronto per fine anno, sarà tre volte Natale e vaccino tutto l’anno!Una pandemia per la quale purtroppo non ci sarà mai alcun vaccino, ma neppure prevenzione o immunità è quella dell’ansia da inflazione, ormai sono 12 anni che assisto a una strage di ignoranti, no innocenti, ignoranti, economisti, analisti, editorialisti, gestori, una strage senza fine, il virus dell’ignoranza sta facendo più danni del COVID.

U.S. junk-rated corporate debt broke record low last set in 2014

Pensa che ci sono addirittura consulenti e gestori che continuano a rifilare spazzatura ai propri clienti, titoli spazzatura al loro record storico in caduta libera nei rendimenti, la stessa spazzatura finanziaria che consiglia di stare lontani da titoli di Stato che rendono il doppio o il triplo di questa spazzatura.

Il mercato separa sempre il denaro e la spazzatura dagli stupidi!

U.S. junk bond yields rode a rally in risk assets to a record low, as progress toward a Covid-19 vaccine poured into the debt of riskier companies https://t.co/Mxbs7MQQmG via @markets

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) November 11, 2020

Come sempre noi non abbiamo alcuna fretta, la pandemia di stupidità sta raggiungendo livelli di contagio elevatissimi, l’ultima grande scommessa sta per giungere al termine, come direbbe il nostro Michael Burry, un investitore paziente non dovrebbe mai avere paura della volatilità!

Vaccino anti Covid-19 per i mercati? SI chiama NYFANG+

Mi aggancio a quanto ho scritto nel post precedente e a seguito di alcuni approfondimenti, possiamo dire che per certi versi, i mercati il vaccino temporaneo lo avevano trovato proprio con i titoli tech, ovvero quel listino (NYFANG+) che rappresenta i meglio della tecnologia disruptive degli ultimi anni.
Ed ecco che, quando arriva il “vero” vaccino anti Covid-19, subito i mercati corrono a “vendere” il vaccino finanziario per puntare sui titoli più massacrati negli ultimi mesi.Questo grafico, secondo me, fotografa in modo perfetto quanto sto dicendo. E’ il confronto tra il Russell 100 Growth e Value. E subito sotto il grafico tra SP500 Growth e Value. IL primo ci illustra un rally daily del value vs growth senza precedenti. Il secondo ci ricorda un gap ancora molto importante tra le due strategie. E se fino ad adesso il Growth dominava e fungeva da vaccino per i mercati, è interessante vedere quello che succederà con un vero vaccino. Non dimentichiamo però che molte cose non cambieranno più. Si tratta di cambiamenti che non sono solo economici.

VACCINO ANTI COVID-19: Pfizer regala alle borse un mega rally (per il breve termine)

Da una parte la giustificata speranza per il futuro ma dall’altre le stelle cadenti del breve termine.

Due erano i temi principali di questo periodo, quelli che potevano influire nel bene e nel male sul trend dei mercati e non solo nel breve periodo.
Delle elezioni USA abbiamo già detto molto, e dell’altro tema, ormai, sono pieni i siti, i social e anche alcune ghiandole che non voglio nominare. Però una cosa poteva diventare dirompente. E questa cosa era l’annuncio di un vaccino anti Covid-19. Notizia che continuava a non arrivare, anzi, stavano salendo i dubbi su molti test in corso in giro per il mondo. Senonchè, nella tarda giornata di ieri, dopo un avvio abbastanza positivo, con ancora gli effetti della vittoria di Biden, ecco che arriva la “bomba”…

(…) NEW YORK & MAINZ, GERMANY–(BUSINESS WIRE)– Pfizer Inc. (NYSE: PFE) and BioNTech SE (Nasdaq: BNTX) today announced their mRNA-based vaccine candidate, BNT162b2, against SARS-CoV-2 has demonstrated evidence of efficacy against COVID-19 in participants without prior evidence of SARS-CoV-2 infection, based on the first interim efficacy analysis conducted on November 8, 2020 by an external, independent Data Monitoring Committee (DMC) from the Phase 3 clinical study. This press release features multimedia. View the full release here:  [Pfizer

In italiano sintetizzabile così.

(…) La notizia dell’efficacia al 90% del vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’americana Pfizer e dalla tedesca Biontech è “l’inizio della fine dei problemi”, ha detto il primo ministro britannico, Boris Johnson. Per lo meno, lo sarà per i Paesi che lo hanno prenotato, non molti (e tutti nel ricco “primo mondo”) ma abbastanza da lanciare alle due aziende un’altra colossale sfida: produrne abbastanza da soddisfare una domanda che era già ingente quando il vaccino era ancora allo stato sperimentale e potrebbe raddoppiare con l’esercizio delle opzioni per quantitativi aggiuntivi inserite nei contratti.(…) [Source] 

Risultato: euforia sui mercati, con tanto di GAP in apertura sullo S&P 500 (circa il 3%) che costituisce un record storico dal 1982. Una notizia che appare come una liberazione. Euforia giustificata anche perché non dimenticate che la borsa, oggi come non mai, è FIDUCIA, è EMOZIONI, è EMOTIVITA, è SPERANZA.
Quantomeno nel breve o forse brevissimo periodo perché, come dice Johnson, è l’inizio della fine di UN problema ma non dei problemi. Anche perché…

(…) Le due aziende hanno fatto sapere che entro fine anno potranno essere vaccinate, nella migliore delle ipotesi, 25 milioni di persone, cifra equivalente a meno di un terzo della popolazione della Germania. (…)

Quindi parlare di copertura per tutta la popolazione globale per questo inverno è pura teoria. E l’emergenza è sicuramente ora o se preferite, in questo fine 2020. E poi ben venga un vaccino efficace, ci mancherebbe!

(…) Quel che è certo è che, se il G7 rastrellerà tutta la produzione prevista per il 2021, non ne resterà per il Sudamerica, per l’Africa, per quasi tutta l’Asia (…)

Quindi capite che è decisamente prematuro per cantare vittoria. Sperando che poi anche altri vaccini allo studio portino esiti positivi (Moderna sembra poter presentare un vaccino con la medesima efficacia). Ecco che da questo grafico che mi ha girato l’amico Roby from Berlin, potete capire come stanno le prenotazioni dei vari vaccini in giro per il mondo.

E se vogliamo andare a vedere lo stato dell’arte dei vaccini a livello di stadi nel loro processo verso la validazione per la commercializzazione, ecco cosa vediamo ad oggi.

Intanto però le borse decollano. Con tanto di rotazione settoriale. Molto bene in Europa, molto più “old economy” rispetto agli USA e con i titoli ciclici e value letteralmente euforici (e riscoperti dagli investitori). E’ come se si sentisse il profumo del ritorno alla normalità, dove molti settori, rimasti indietro negli ultimi mesi fanno risultati a doppia cifra (banche in primis un po’ tutte a più del +10%). Ed è take profit su quei titoli che invece beneficiano dal lockdown (per esempio Amazon e Netflix).

Super petrolio, tassi al rialzo e Dollaro USA al tappeto. Insomma sono rotazioni intermarket che più volte abbiamo spiegato e che nuovamente si stanno concretizzando.

A timely, effective #vaccine than enable a ‘New Normal’ will likely be the catalyst needed for a sustainable outperformance of #value. pic.twitter.com/AbG9SDTTNL

— jeroen blokland (@jsblokland) November 9, 2020

Ma questo cambiamento epocale di sentiment è giustificabile e soprattutto sostenibile?

Come ho detto prima, è secondo me molto presto per festeggiare. Bene per il breve termine ma poi? E’ tutto finito? Non credo proprio, purtroppo. Molte persone moriranno senza poter aver somministrato il vaccino e gli ospedali andranno in tilt comunque in questo 2020. E se guardiamo i grafici settoriali sulla borsa USA, scopriremo che…chi sa interpretare questi candlestick? Vi aiuto io…
Neanche a San Lorenzo si vedono così tante stelle cadenti (shooting star).

Chart by Stockcharts.com

SOS da indice Robert Shiller: per investitori rischio Black Monday e crash 1929 a livelli record. Ma un grafico lo smentirebbe

Alert dall’indice stilato dal premio Nobel per l’economia Robert Shiller: noto come Robert Shiller’s US Crash Confidence Index.
Si tratta di un indice che misura la fiducia degli investitori nella possibilità che ci sia una probabilità inferiore al 10% che la borsa possa fare crash, o che un crash anche in altri paesi possa estendersi in Usa.

Lo S&P ha terminato la migliore settimana dell’Election Day dal 1932; l’azionario globale plaude alla vittoria di Joe Biden alle elezioni Usa e al no Blue Wave, con la borsa di Tokyo che chiude anche ai massimi in 29 anni, dal 1991.
Il Nasdaq riparte dopo un balzo settimanale che è stato pari a +9%. In generale, Wall Street ha chiuso la settimana migliore dal mese di aprile, con il Dow Jones e lo S&P che sono saliti rispettivamente del 6,9% e 7,3%.
Il Congresso Usa, in quanto diviso, sembra spianare la strada a ulteriori guadagni dei titoli FAANG, FAAMG e/o FANGMAN. Tutto ok, dunque? Non proprio.
In questi ultimi giorni, com’era naturale, si è fatto un gran parlare delle elezioni presidenziali Usa e degli effetti sui mercati, così come dell’incapacità di Donald Trump di accettare la vittoria dell’avversario Joe Biden.

Indice Robert Shiller lancia SOS: timore di un crash in stile Black Monday

Ma da tempo, almeno a Wall Street, c’è una costante: la paura. Paura che il rimbalzo che la borsa Usa è riuscita a inanellare dai giorni bui di marzo non sia sostenibile, al di là dell’esito dell’Election Day. E questa paura è rimasta, di pari passo con i timori legati alla pandemia da COVID-19, che si sono riaccesi ogni giorno nelle ultime settimane con numeri da brivido sia in Europa che negli Stati Uniti.
Nessuno può prevedere con sicurezza quale sarà il danno finale che il coronavirus infliggerà all’economia mondiale. La ripresa del 2021 sembra già poco convincente, con i nuovi lockdown europei che freneranno inevitabilmente i Pil di diversi paesi. Anche l’America ottimista e pragmatica è stata ed è tuttora messa alla prova dai nuovi casi di persone infettate dal virus.
Quali basi reali possono giustificare un’eventuale convinzione che Wall Street continuerà a macinare rialzi? Di certo non è roseo l’outlook che emerge dall’indice stilato dal premio Nobel.
Veniamo al sondaggio Robert Shiller’s US Crash Confidence Index, con cui viene chiesta agli investitori qual è la probabilità, a loro avviso che “nei sei mesi successivi negli Stati Uniti si verifichi un crash del mercato azionario simile a quello del 28 ottobre del 1929 o del 19 ottobre del 1987 (il famoso Black Monday), o che un crash colpisca altri paesi finendo con il contagiare anche gli Stati Uniti”. L’indice, che misura la percentuale di chi ritiene che la probabilità di un crash sia inferiore al 10%, è ai suoi minimi storici, il che significa che la maggior parte degli investitori intervistati crede che il rischio di un tracollo sia superiore al 10%
A spiegarlo è stato lo stesso Shiller, professore presso la Yale University, in un editoriale pubblicato di recente sul New York Times:
La crisi del coronavirus e le elezioni Usa di novembre hanno fatto salire il timore di un grande crash di mercato ai livelli massimi di molti anni – si legge nell’articolo – Questo, in un contesto in cui i titoli viaggiano su livelli molto elevati. Questa combinazione volatile non significa che ci sarà un crash, ma che il rischio che ci sia è relativamente alto. Questo è il momento di essere attenti”.
Shiller fa notare che, nel mese di settembre, l’indice che lui stesso ha creato ha mostrato che la percentuale di chi crede in una probabilità inferiore al 10% di un crash della borsa  è stata pari al 15%: una “percentuale ancora estremamente bassa – ha spiegato l’economista, sebbene in recupero rispetto al 13% di agosto.
“Gli investitori istituzionali – si legge ancora nell’articolo – si sono mostrati un po’ più fiduciosi, con una percentuale del 24%, che è stata però anch’essa estremamente bassa. In poche parole, una maggioranza schiacciante di investitori ha detto di ritenere che ci sia una probabilit superiore di un crash imminente”.
C’è però qualcuno che ha ‘osato’ smentire l’affidabilità dell’indice. Si tratta, stando a quanto riporta Marketwatch, di J.C. Parets del blog  All Star Charts, che ha detto, praticamente, l’opposto.
“Ogni volta che ci siamo avvicinati a questi livelli del Crash Confidence Index, non solo non c’è stato alcun crash, ma si sono addirittura presentate opportunità storiche di acquisto, sui mercati azionari. E non credo che stavolta le cose andranno in modo diverso”.
Optando per un approccio contrarian, Parents afferma di non essere mai stato così convinto del fatto che gli investitori abbiano torto. Di conseguenza, sta facendo incetta di titoli azionari.
Un Santo Graal, secondo me, non esiste. Non esiste un indicatore magico che ci dica quando comprare e quando vendere. Noi adottiamo un approccio basato sulle prove. E questa è un ulteriore prova che acquistare azioni è un’idea migliore rispetto a quella di venderle”.

Vaccino Pfizer efficace al 90%, Borse inarrestabili con nuovi record per Wall Street

Euforia sui mercati in seguito all’annuncio da parte di Pfizer dell’efficacia mostrata dal vaccino anti-Covid che sta sviluppando con BioNTech SE. Il candidato vaccino dimostr prove di efficacia del vaccino nei partecipanti senza precedenti prove di infezione da Covid-19 sulla base della prima analisi di efficacia ad interim condotta l’8 novembre 2020 da un comitato di monitoraggio dei dati, esterno e indipendente dallo studio clinico di fase 3.Il vaccino di Pfizer risulta efficace per oltre il 90%, una percentuale ben oltre le aspettative. Sulla base dei riscontri avuti si chiederà l’autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense pianificata subito dopo il raggiungimento del traguardo di sicurezza richiesto, che attualmente dovrebbe avvenire nella terza settimana di novembre.L’analisi, spiega Pfizer in una nota, ha valutato 94 casi confermati di COVID-19 nei partecipanti allo studio. Lo studio ha arruolato 43.538 partecipanti, di cui il 42% con background diversi e non sono stati osservati gravi problemi di sicurezza. Lo studio clinico continuerà fino all’analisi finale su 164 casi confermati al fine di raccogliere ulteriori dati e caratterizzare le prestazioni del candidato vaccino.

Ceo Pfizer: ‘un grande giorno per scienza e umanità’

“Oggi è un grande giorno per la scienza e l’umanità”. Lo afferma Albert Bourla, presidente e amministratore delegato della Pfizer nella nota in cui il colosso farmaceutico annuncia che il vaccino Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech SE ha prevenuto oltre il 90% delle infezioni in uno studio su decine di migliaia di volontari. Verrà quindi chiesta l’autorizzazione alla FDA per l’uso di emergenza negli Stati Uniti alla fine del mese.“Stiamo raggiungendo questo traguardo critico nel nostro programma di sviluppo di vaccini in un momento in cui il mondo ne ha più bisogno con tassi di infezione che stabiliscono nuovi record, ospedali che si avvicinano al limite delle loro capacità e le economie che lottano per riaprire”.Pfizer e il partner tedesco BioNTech sono i primi produttori di farmaci a mostrare dati di successo da uno studio clinico su larga scala di un vaccino contro il coronavirus. La pandemia ha ucciso più di 1,2 milioni di persone in
tutto il mondo.Pfizer e BioNTech prevedono di poter consegnare 50 milioni di dosi nel mondo entro quest’anno e 1,3 miliardi nel 2021.

Euforia da vaccino: massimi storici per Wall Street e Piazza Affari vola ai top dal lockdown

Schizzano in avanti tutti i titoli del Ftse Mib a eccezione di Diasorin che arretra del 6,6%. La notizia circa i riscontri del vaccino anti-Covid sviluppato da Pfizer e BioNTech SE – efficace su oltre il 90% delle infezioni – mette le ali ai mercati.

Il Ftse Mib segna +5,38% a 20.738 punti. A Piazza Affari spiccano i balzo di oltre il 10% per Unicredit, Bper e Leonardo. Oltre +8% per ENI.

Stati Uniti: salari in rialzo dello 0,1% a ottobre, poco sotto le attese

La crescita dei salari negli Stati Uniti si mantiene costante. Secondo i dati diffusi oggi dal Dipartimento del Lavoro Usa, il salario medio orario ha segnato a ottobre un aumento dello 0,1% rispetto al mese prima, mantenendo lo stesso ritmo di settembre. Gli analisti si aspettavano però un aumento dello 0,2%. Su base annua, quindi nei confronti di ottobre 2019, il salario medio orario è cresciuto del 4,5% (consensus +4,6%).

Non farm payrolls USA oltre attese, creati 638mila di posti di lavoro a ottobre

Negli Stati Uniti sono stati creati 638mila di posti di lavoro a ottobre. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro Usa, le buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non-farm payrolls, sono aumentate di 638mila unità rispetto ai +672mila posti di settembre (dato rivisto dal precedente +661mila unità). Il consensus indicava un dato pari a +600mila.

Stati Uniti: tasso di disoccupazione sceso al 6,9% a ottobre, più del previsto

Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti si è attestato a ottobre al 6,9% in deciso calo rispetto al 7,9% del mese precedente, battendo le attese degli analisti che avevano previsto un calo al 7,7%. Si tratta del livello più basso da marzo, prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria negli Usa.

Biden presidente e il rischio double dip per l’economia, Ing ottimista ma non sul breve termine

Se Joe Biden dovesse vincere le elezioni presidenziali statunitensi – come tutto lascia supporre con le ultime indicazioni che vedono il sorpasso ai danni di Trump in Georgia (Stato che assegna 16 grandi elettori) – saranno notevoli i cambiamenti economici che il nuovo inquilino della Casa Bianca potrebbe mettere in atto. Biden ha in programma importanti aumenti della spesa, in particolare in progetti sanitari, educativi e infrastrutturali. C’è poi il capitolo riguardante le possibili importanti modifiche fiscali e normative. “Tuttavia, se il Congresso rimane nelle mani dei repubblicani, potremmo vedere molte di queste politiche annacquate”, asserisce James Knightley, Chief International Economist di Ing.Ing è ottimista riguardo alle prospettive a lungo termine per l’economia statunitense, non da ultimo perché si potrà assistere a una spesa di circa $ 1 trilione, ossia il 5% del PIL. A breve termine, invece, le cose sembrano meno buone. “Ulteriori misure anti-Covid potrebbero portare a un’altra contrazione dell’economia statunitense. E data l’animosità politica tra le due parti, trovare un accordo sugli sforzi per aiutare il paese a superare questo periodo difficile potrebbe essere molto difficile”, aggiunge Knightley.

Impennata casi Covid negli Usa e Fed timida, futures Wall Street KO e petrolio -3%

I nuovi casi Covid continuano a registrare numeri record anche oltreoceano. Ieri è stata superata quota 121 mila nuovi casi giornalieri stando ai dati della Johns Hopkins University.Gli esperti di Federated Hermes, nel commentare l’esito delle elezioni Usa nel breve e medio termine, vedono “il rischio che una seconda ondata di COVID negli Stati Uniti venga affrontata da restrizioni più sfavorevoli dal punto di vista economico da parte di Biden, un possibile catalizzatore per un ulteriore declassamento delle stime macro e degli utili per l’anno prossimo”.Intanto, i futures su Dow Jones e S&P 500 viaggiano in calo dello 0,8% circa e quello sul Nasdaq segna -1,2%. Tra le commodity spicca il calo del 3% per il petrolio WTI in area 37,7$.Gli operatori sono stati parzialmente delusi dalla Federal Reserve che ha confermato la politica monetaria con tassi ed entità QE invariata, definendo congruo l’attuale livello mentre c’era chi si aspettava un accenno a possibili rafforzamenti nel meeting di dicembre.

Meeting Fed: Powell & Co potrebbero restare dovish, aspettando esito elezioni presidenziali

“Ci aspettiamo che la Fed mantenga una posizione accomodante oggi, impegnandosi a fare di più se l’inflazione o le prospettive di crescita dovessero richiedere ulteriori azioni”. Lo scrive Mohammed Kazmi, Portfolio Manager, Macro Strategist, di Union Bancaire Privée (UBP). Secondo l’esperto per il momento la banca centrale Usa – viste le condizioni finanziarie attuali – non agirà oggi, scegliendo invece di aspettare l’esito delle elezioni e il loro impatto sulla politica fiscale. Potrebbe, invece, fornire una guidance più precisa sul QE nella riunione di dicembre, durante la quale potrebbe decidere di prolungare la durata degli acquisti di asset.

Wall Street: futures Dow Jones oltre 350 punti, Nasdaq +2,5%. Biden verso la vittoria, Trump strepita

Wall Street prosegue il trend rialzista post Election Day, con i futures sul Dow Jones che balzano di oltre 350 punti, o dell’1,3%, e quelli sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100 che avanzano rispettivamente dell’1,7% e del 2,5%.Stando alle ultime rilevazioni dell’Associated Press, Joe Biden si avvierebbe a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti, con un sostegno di 264 grandi elettori, a fronte dei 214 a favore di Donald Trump.Secondo la NBC News, l’ex vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama dovrebbe emergere vittorioso negli stati del Wisconsin e Michigan (in cui tra l’altro Trump vince l’Election Day del 2016), mentre il conteggio dei voti prosegue ancora in questi due stati e in altri.Da segnalare che, per diventare presidente degli Stati Uniti, sono necessari almeno 270 voti dei grandi elettori. Il presidente in carica Donald Trump non sembra orientato ad accettare una eventuale sconfitta e decide di adire alle vie legali, intimando lo stop al conteggio dei voti, che non è ancora completato a causa dei diversi voti che sono stati espressi via posta, a causa della pandemia del coronavirus.Brad McMillan, responsabile della divisione degli investimenti presso Commonwealth Financial Network, commenta il trend della borsa Usa, sottolineando che “i mercati stanno reagendo molto bene al fatto che gran parte dell’incertezza legata alle elezioni sia alle spalle. Non tutta, ma almeno i risultati peggiori sembrano essere stati evitati”.Lindsey Bell, responsabile della strategia di investimenti presso Ally Invest, fa notare inoltre che “sembra probabile che avremo un Congresso diviso che, stando a quanto insegna la storia, è lo scenario preferito dal mercato azionario. Questa aspettativa è stata prezzata dal mercato (nella sessione di ieri), con i titoli dei settori health care, dei servizi di comunicazione e tecnologici che hanno guidato i rialzi”.Il Dow Jones ha terminato la sessione di ieri in rialzo di 367,63 punti (+1,3%), dopo essere balzato nei massimi intraday fino a +821 punti; lo S&P 500 è salito del 2,2%, mentre il Nasdaq Composite è volato del 3,9%.L’assenza apparente di uno scenario di Blue Wave è stato apprezzato soprattutto dai titoli delle Big Tech: Facebook è balzata dell’8,3%, Amazon e Alphabet hanno guadagnato più del 6%, Apple è salita del 4%, Netflix del 2%.McMillan ha commentato il trend facendo notare che, “senza alcuna Blue Wave, il Senato rimarrà diviso, fattore che ostacolerà le decisioni politiche di chiunque diventerà presidente. Questo significa che probabilmente non ci sarà nessun grande cambiamento sul fronte delle tasse, così come sul piano di limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche”

La view del gestore: Biden (se vincerà) non avrà mani libere e le Borse lo hanno capito. Nasdaq vola, rinnovabili a picco

Anche questa volta i sondaggi hanno sbagliato e per conoscere chi sarà il Presidente degli Stati Uniti bisognerà attendere qualche giorno. Se anche dovesse vincere Biden è quasi certo che il Senato sarà in mano ai Repubblicani e questo significa che Biden non avrà mani libere per attuare il suo programma politico e questo la Borsa lo ha capito. Il future del Nasdaq 100 infatti scatta di oltre il 4% con i titoli tech che sembrano al momento quelli più favoriti, mentre perde un po’ quota il settore delle energie pulite, grande protagonista al rialzo nelle settimane pre-voto. Titoli quali First Solar e SunRun segnano ribassi importanti.

In questa video pillola il gestore Carlo De Luca, Head of Asset Management presso Gamma Capital Markets Ltd, commenta le elezioni Americane, il cui esito ancora non è scontato, indicando anche quelli che sono i possibili risvolti sulle varie asset class

Stati Uniti: Ism servizi delude attese, in calo a 56,6 a ottobre

Sorpresa negativa per l’indice Ism servizi statunitense. Il dato di ottobre è sceso a 56,6 contro il precedente 57,8, deludendo anche il consensus Bloomberg che indicava un Ism servizi a 57,5.

Stati Uniti: bilancia commerciale migliora, deficit in calo a settembre

La bilancia commerciale degli Stati Uniti migliora, ma meno del previsto. La prima economia mondiale ha evidenziato a settembre un deficit commerciale di 63,90 miliardi di dollari, in calo rispetto ai -67 miliardi di agosto. Gli analisti però avevano previsto un deficit di 63,80 miliardi.

Stati Uniti: a ottobre creati 365.000 nuovi posti lavoro nel settore privato, deluse le attese

Nel mese di ottobre, l’economia degli Stati Uniti ha creato 365.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato, meno del mese precedente e delle attese, secondo il sondaggio ADP. A settembre infatti si erano registrati +749.000 nuovi posti, il massimo in tre mesi. Da questo livello record, gli analisti si aspettavano un rallentamento a 650.000 nuovi posti di lavoro per ottobre. Il rapporto ADP è stato diffuso in attesa del report occupazionale Usa di ottobre, che sarà pubblicato dopodomani, venerdì 6 novembre

Wall Street: future attendono in rialzo l’Election Day, primo dei 3 appuntamenti chiave dell’ottava

Movimenti rialzisti per i futures su Wall Street, con gli investitori che attendono l’esito delle elezioni presidenziali tra l’attuale presidente Donald Trump e il democratico Joe Biden. Sale l’attesa per la nomina del nuovo presidente degli Stati Uniti: stando all’ultimo sondaggio stilato da CNBC-Change, Joe Biden è in lieve vantaggio su Donald Trump nei sei stati in bilico nelle elezioni del 2020, ovvero Arizona, Florida, Michigan, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin. Considerando tutti e sei gli Stati, Biden ha un consenso del 50%, rispetto al 46% di Trump.Come sottolineano gli strategist di Mps Capital Services, “la settimana è iniziata con un clima nettamente più positivo a giudicare dall’andamento dei risky asset (borse in primis), in vista della partenza del “tris” di appuntamenti negli USA (elezioni, meeting FED e dati sul mercato del lavoro). Il movimento è stato agevolato dal rialzo degli indici anticipatori sul fronte manifatturiero in Eurozona e, soprattutto, negli Stati Uniti (ISM manifatturiero al massimo da oltre due anni)”.A livello macro si attendono nuovi aggiornamenti dall’industria Usa, con la pubblicazione del dato relativo agli ordini.

Wall Street verso avvio in deciso rialzo alla vigilia delle elezioni presidenziali

Wall Street si prepara ad aprire questa prima seduta del mese di novembre in deciso rialzo, dopo aver archiviato la peggiore performance settimanale da marzo, con cali di oltre il 5%. I futures sugli indici statunitensi si muovono in territorio positivo: il contratto sul Dow Jones segna un +1,76%, quello sull’S&P500 avanza dell’1,54% e il future sul Nasdaq guadagna l’1,30%. alla vigilia delle elezioni presidenzialiA sostenere gli scambi, sono i buoni dati giunta da Cina ed Eurozona sull’attività manifatturiera, che è migliorata oltre le aspettative. In particolare, in Cina l’indice stilato da Caixin Markit si è attestato a ottobre a 53,6 punti, meglio dei 52,8 punti attesi e al record dal gennaio del 2011. Nella zona euro l’indice Pmi manifatturiero, stilato da IHS Markit, è salito a 54,8 punti a ottobre, sul livello più alto da luglio 2018, dopo i 53,7 punti di settembre e i 54,4 punti della stima flash.I dati smorzano i timori per l’evoluzione della pandemia e le nuove restrizioni in Europa. Dopo Francia e Germania, anche nel Regno Unito Boris Johnson ha annunciato un lockdown nazionale. Intanto sale l’attesa per le elezioni presidenziali di domani. L’ultimo sondaggio stilato da NBC News-Wall Street Journal conferma come l’ex vicepresidente dell’amministrazione di Barack Obama, il democratico Joe Biden, abbia un notevole vantaggio rispetto al presidente Donald Trump.

Lunedì 2 novembre:

Indice PMI manifatturiero Caixin di ottobre, Cina;

Tasso disoccupazione mensile, Italia;

Indice PMI manifatturiero di ottobre, Italia, Germania, Eurozona, Regno Unito, Usa;

Indice prezzi al consumo mensile, Usa;

Indice ISM dei direttori agli acquisti nel manifatturiero d ottobre, Usa.

Martedì 3 novembre:

Elezioni Usa

Decisione su tasso di interesse RBA, Australia;

Riunione Eurogruppo, Eurozona;

Ordinativi alle fabbriche di settembre, Usa;

Variazione disoccupazione, Eurozona.

Mercoledì 4 novembre:

Dichiarazione politica monetaria BoJ, Giappone;

Vendite al dettaglio mensili, Australia;

Indice PMI servizi di ottobre, Cina, Italia, Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito, Usa;

Disoccupazione mensile, Spagna;

Previsioni economiche UE, Unione Europea;

Variazione dell’occupazione non agricola ADP di novembre, Usa;

Saldo bilancia commerciale di settembre, Usa;

Scorte settimanali di greggio, Usa.

Giovedì 5 novembre:

Bilancia commerciale di settembre, Australia;

Vendite al dettaglio di settembre, Eurozona;

Decisioni politica monetaria della BoE, Regno Unito;

Richieste iniziali di disoccupazione settimanali, Usa;

Decisione politica monetaria Fed, Usa.

Venerdì 6 novembre:

Decisione politica monetaria RBA, Australia;

Produzione industriale di settembre, Germania;

Non-farm payrolls, Usa;

Variazione della disoccupazione, Usa.

Titoli FAANG affondano Wall Street, Nasdaq KO con tonfi tra il 5 e il 7% per le Big Tech. Twitter precipita a -21%

Le Big Tech tradiscono oggi Wall Street con il Nasdaq vittima di pesanti perdite (-2,65% a 10.884 punti). In generale cadono tutti e tre i principali indici di Wall Street trascinati al ribasso da un calo delle azioni dei pesi massimi della tecnologia dopo i risultati trimestrali. A questo si aggiunge l’aumento record dei casi di coronavirus e il nervosismo a pochi giorni dalle elezioni presidenziali. L’indice Nyse Fang+ Index, che include i cinque titoli ” FANG ” principali (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google di Alphabet), più altri cinque titoli tecnologica (Alibaba, Baidu, NVIDIA, Tesla e Twitter), segna un tonfo del 5,7%. Si segnala soprattutto il -7% di Facebook, -6% Apple e -5% per Netflix e Amazon. Unica mosca bianca oggi è Alphabet con +4%. ,Il fatturato di Alphabet è balzato del 14% dai $40,5 miliardi del terzo trimestre del 2019 a $46,2 miliardi, meglio dei $42,90 miliardi attesi, stando alle stime degli analisti intervistati da Refinitiv. In generale, gli utili e le vendite sono tornati a livelli più coerenti con quelli del periodo pre-pandemia da coronavirus COVID-19. La paura dell’advertising crunch, inoltre, non si è materializzata, se si considera che, nel trimestre terminato lo scorso 30 settembre, la società ha riportato un fatturato pubblicitario di $37,10 miliardi, rispetto ai $33,80 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. La crescita del fatturato pubblicitario di YouTube è stata particolarmente elevata, in rialzo del 32% su base annua.Anche i risultati di Amazon ed Apple sono stati migliori del consensus. Il mercato è rimasto però, deluso dalle indicazioni previsionali. Apple non ha diramato nessuna guidance per il primo trimestre fiscale del 2021 (quarto trimestre fiscale di Apple). Inoltre, le vendite degli iPhone sono scese del 20% su base annua. Il titolo cede più del 3%.Riguardo ad Amazon, il gigante dell’e-commerce ha assistito a utili netti che si sono quasi triplicati rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, visto che la chiusura dei negozi retail e le restrizioni imposte per arginare la pandemia COVID-19 hanno incoraggiato, per l’appunto, lo shopping online. Tuttavia, la guidance sul quarto trimestre ha deluso le attese degli analisti sul fronte dell’utile operativo, a causa dei $4 miliardi di spese legate ai costi da COVID-19 che dovrà sostenere. Il titolo cede il 2% circa.Meglio delle previsioni anche Facebook, che tuttavia ha detto chiaro e tondo che il “2021 porterà molta incertezza”. Chi crolla è Twitter, arrivata a capitolare fino a -21%

CORONAVIRUS: FUORI DALL’OCCHIO DEL CICLONE!

Ieri la signorina Lagarde, quella che si offriva a Sarkozy, suggerendoli di usarla, ha letto il compitino in classe davanti ai mercati.Le solite cose, nulla di interessante, se non che non ha perso l’occasione per rendersi ridicola…

#Lagarde … ” La chiamiamo inflazione negativa, non deflazione, non vediamo spirale deflazionistica.”

Perché coprirsi di ridicolo, non è già ridicola abbastanza la Cristina? pic.twitter.com/CZNTeajQaw

— Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) October 29, 2020

Non vedono spirali deflazionistica, questi non vedono nulla da dieci anni, non solo è arrivata a dire che si tratta di una dinamica momentanea dovuta ai prezzi del petrolio e che secondo le loro previsioni l’inflazione si riprenderà a breve…

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Visto il grafico qui sopra, capisco che nessuno capisce di cosa parlano, ma un minimi di serietà ci vorrebbe, perché in una azienda normale, lei, Draghi e altri prima di lui sarebbero stati licenziati da tempo.Pandemia, calo demografico, bolle finanziarie, tecnologia e soprattutto debito, tanto debito da aver prodotto la metastasi della deflazione da debiti, basta scherzare con le parole, signora Lagarde, è semplicemente ridicola.Purtroppo il titolo del nostro ultimo manoscritto è stato profetico… “La seconda ondata.” e solo ora stiamo uscendo dall’occhio del ciclone, per vivere la parte peggiore.E’ incredibile come gli uomini si rifiutano di leggere e ascoltare la storia, lo abbiamo scritto ancora in maggio, una seconda ondata era prevedibile, sempre più temibile come racconta il passato, mai è successo diversamente.E nonostante questo, cosa hanno fatto i nostri Governanti, sono andati in giro per l’Europa a mendicare un “recovery fund” che non arriverà mai se non alla fine del prossimo anno, semplicemente inutile, hanno perso risorse a dare bonus inutili e per comprare banchi a rotelle per un distanziamento che solo dei clown potevano inventarsi, IDIOTI!Nessuno che abbia pensato agli ospedali, ai pronti soccorsi, ai tamponi, a quelli EROI che ogni giorno vivono sulla propria pelle in prima linea questa emergenza, nessuno che abbia pensato a trovarci pronti di fronte a ogni evenienza.La vita deve continuare, ognuno di noi deve essere responsabile, ma non si può chiudere tutto, questa è una depressione sarebbe la fine, un caos sociale.Si può ignorare la realtà economica o il disagio sociale come fanno i mercati, i mercanti di morte, i banchieri centrali e molti politici, viene da vomitare a sentire parlare di bonus e utili in mezzo a questa carneficina sociale ma serve probabilmente ancora qualcosa per assistere ad una vera rivoluzione.Il malcontento e l’insofferenza ai divieti, ai lockdown, alle misure di contenimento è sempre più evidente, non nelle azioni di quattro imbecilli che hanno l’unica ragione nel distruggere qualunque cosa, ma nel silenzio assordante di chi soffre, per aver perso il posto di lavoro, amici o parenti, la DIGNITA’.La scorsa settimana ci saranno le elezioni in America, una nazione in ginocchio al di la delle cazzate che vi raccontano i media, con ancora 25 milioni di disoccupati, milioni di lavori che non verranno più ripristinati, aziende che chiudono come ovunque in tutto il mondo e un manipolo di idioti ha trascorso un mese per decidere se approvare stimoli o supporti che come sempre alla fine finiscono a supportare ricchi opulenti, società che evadono ed eludono tasse, speculatori falliti che giocano con i risparmi altrui e via dicendo.Leggo le solite analisi di economisti ed analisti falliti che hanno l’unico compito di supportare il sistema fallito di cui fanno parte, gente lautamente pagate per scrivere e vendere idiozie, comprate, comprate, comprate, tanto ci pensano le banche centrali, arrivano gli stimoli, pioveranno soldi dal cielo e tutti vivranno felici e contenti.

Ascoltiamo la storia, ha molte cose da insegnarci!

AZZARDO MORALE: la strada verso un pericoloso ignoto

MORAL HAZARD: quante volte avrete letto questi termini sui giornali e vi sarete magari chiesti cosa potesse significare. Attenzione che proprio noi potremmo essere le prossime vittime.

Nell’ultimo giorno lavorativo del mese che sarebbe dovuto essere dedicato all’Educazione Finanziaria (spero di dare il mio piccolo libero contributo da molto più tempo, nel bene e nel male) spieghiamo cosa significa moral hazard o se preferite azzardo o rischio morale.Nel mondo accademico, con moral hazard si intende la tendenza a perseguire i propri interessi a spese della controparte, confidando nell’impossibilità, per quest’ultima, di verificare la presenza di dolo o negligenza. Insomma una sorta di truffa legalizzata ma allo stesso tempo dolosa, nella consapevolezza che la controparte è l’anello debole e che ne potrebbe pagare le spese.In realtà fino a pochi anni fa il concetto di moral hazard non era così comune: ma poi arrivò Lehman Brothers e il mondo della finanza cambiò. O forse sarebbe meglio dire che divenne impossibile non ammettere che il Re non era nudo.Facciamo una premessa. Parlavamo di educazione finanziaria prima, continuiamo con questa “mission” e cerchiamo di fare chiarezza.
Ognuno di voi ha sentito parlare di MES, SURE, #NextGenerationEU ecc.
Attenzione però a NON fare confusione.Questi piani non possono e non devono essere accomunati e per certi versi cumulati. Ognuno hai suoi obiettivi ben definiti. Quindi è sbagliatissimo pensare che il famoso recovery Fund alias NextGeneratioEU sia una sorta di Fondo Salva Covid.
Volete lottare contro la pandemia alla ricerca della sussistenza con una disperata voglia di relislieza? Ecco a voi, MES, il SURE e i fondi BEI.
Volete accedere al NextGenerationEU? Lo dice il termine stesso. E’ il futuro e quindi questi fondi sono destinati ai progetti, alla ripartenza, agli INVESTIMENTI che in Italia non sappiamo mai fare.
Il nostro destino è quello di rimanere sommersi dai debiti, con un PIL che non riuscirà a ripartire in maniera sufficientemente importante per far rientrare il Debito/PIL, con bilanci pubblici che diventeranno insostenibili col tempo.Cerchiamo di essere realisti, provando a guardare “oltre” l’emergenza del momento.Ormai l’azzardo morale lo si vede dappertutto. L’appetito per il rischio a volte diventa quasi maniacale e tutto quello che porta rendimento aggiuntivo viene comprato a piene mani? In modo giustificato?

Prendete ad esempio i nostri BTP. Vi sembra normale che continuino ad avere prezzi così sostenuti in un quadro macroeconomico e sanitario prospetticamente preoccupante? Ammettiamolo, la manipolazione di mercato è evidente e sappiamo benissimo chi è l’autore. Ma non è tutto.Guardiamo al mondo bancario.
Vorrei ricordare che proprio a inizio 2021 scade la moratoria sui finanziamenti dati alle imprese. Indirettamente lo Stato italiano, che ne è garanti, diventerà il più grande detentore di NPL, perché a causa anche della seconda ondata pandemica molte imprese non potranno rimborsare. Ad oggi ci sono richieste al fondo di garanzia pari a 91 miliardi di Euro. (Source: MISE ) con domande di moratoria pari a 302 miliardi con prestiti garantiti da SACE pari a 15.5 miliardi.
Domanda: questi NPL quindi potenzialmente saranno a carico dello Stato ma secondo voi, a cascata, dove finiranno? Nei bilanci delle banche. E’ una storia già scritta perché voglio proprio vedere se, nel momento della scadenza, lo Stato aprirà il borsellino e pagherà gli istituti di credito.
Morale: palese ritrovarsi in futuro con un tasso NPL per le banche in forte crescita. Ma attenzione: ricordate il MANTRA assoluto del sistema, tenere alta sempre e solo una cosa.

FIDUCIA FIDUCIA FIDUCIA FIDUCIA FIDUCIA FIDUCIA FIDUCIA…

E allora nascondere i punti d’ombra, mettere la polvere sotto il tappeto e far percepire a tutti che è “tutto sotto controllo”. E chi meglio delle società di rating, garanti spesso del nulla, può certificare questo?

(Teleborsa) – S&P Global conferma il rating di alcune banche italiane, a seguito della recente azione di rating sull’Italia stessa. Per Unicredit confermati “BBB” e “A-2” a lungo e breve termine, con outlook che rimane negativo. Identica conferma per i rating di Intesa Sanpaolo e delle sue principali controllate, come Fideuram, con le prospettive a lungo termine che rimangono negative.
Stessa conferma dei rating per Fineco, ma con l’outlook che passa da positivo a negativo.
Confermato il rating anche per Mediocredito centrale a BBB- e A-3 a lungo e breve termine, con outlook che rimane negativo.

Le banche citate qui sopra non vogliono essere criminalizzate, ci mancherebbe, l’articolo parlava anche di loro ma il discorso è generalizzato a TUTTO il sistema bancario. E vedrete che questa sera il giudizio di Dbrs sul rating sovrano dell’Italia, attualmente pari a ‘BBB (high)’ con outlook ‘negativo’, sarà confermato. Una settimana fa S&P Global a sorpresa ha migliorato l’outlook sul nostro rating di ‘BBB’, portandolo da ‘negativo’ a ‘stabile’.

OK signori, massima attenzione all’emergenza del momento. Ma io sono sicuro che in un modo o nell’altro si farà di tutto per restare a galla (speriamo). Permettetemi anche di guardare OLTRE. Ecco, è proprio quell’oltre che mi preoccupa po’… Ed è lì che l’azzardo morale potrebbe diventare, a posteriori, una bomba ingestibile.

Wall Street paga dipendenza da Big Tech: unica a salire è Google, sell su FB, Amazon, Apple

Stavolta le Big Tech non portano fortuna a Wall Street. Anzi, proprio per essere mega cap, con capitalizzazioni da urlo, finiscono per mettere sotto pressione la Borsa Usa.Il Dow Jones cede lo 0,17% a 26.604 punti; il Nasdaq fa -0,83% a 11.095 punti circa. Lo S&P 500 arretra dello 0,41% a 3.295.Ieri sono state quattro le Big Tech che hanno pubblicato i risultati di bilancio relativi al terzo trimestre: Amazon, Apple, Facebook e Alphabet, la holding a cui fa capo Google. In realtà Alphabet è in solido rialzo, con un balzo di quasi +7%, dopo essere balzata fino a +9% nelle contrattazioni dell’afterhours, dopo la pubblicazione della trimestrale.Molto bene il fatturato di Alphabet, balzato del 14% dai $40,5 miliardi del terzo trimestre del 2019 a $46,2 miliardi, meglio dei $42,90 miliardi attesi, stando alle stime degli analisti intervistati da Refinitiv. In generale, gli utili e le vendite sono tornati a livelli più coerenti con quelli del periodo pre-pandemia da coronavirus COVID-19. La paura dell’advertising crunch, inoltre, non si è materializzata, se si considera che, nel trimestre terminato lo scorso 30 settembre, la società ha riportato un fatturato pubblicitario di $37,10 miliardi, rispetto ai $33,80 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. La crescita del fatturato pubblicitario di YouTube è stata particolarmente elevata, in rialzo del 32% su base annua.Anche i risultati di Amazon ed Apple sono stati migliori del consensus. Il mercato è rimasto però, deluso. Apple non ha diramato nessuna guidance per il primo trimestre fiscale del 2021 (quarto trimestre fiscale di Apple).Inoltre, le vendite degli iPhone sono scese del 20% su base annua. Il titolo cede più del 3%.Riguardo ad Amazon, il gigante dell’e-commerce ha assistito a utili netti che si sono quasi triplicati rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, visto che la chiusura dei negozi retail e le restrizioni imposte per arginare la pandemia COVID-19 hanno incoraggiato, per l’appunto, lo shopping online.Tuttavia, la guidance sul quarto trimestre ha deluso le attese degli analisti sul fronte dell’utile operativo, a causa dei $4 miliardi di spese legate ai costi da COVID-19 che dovrà sostenere. Il titolo cede il 2% circa.Meglio delle previsioni anche Facebook, che tuttavia ha detto chiaro e tondo che il “2021 porterà molta incertezza”. Giù il titolo. Ma chi crolla è Twitter, arrivata a capitolare fino a -18% nelle contrattazioni dell’afterhours.

Tempesta perfetta sui mercati, Fugnoli (Kairos): ribassisti da Covid avranno poco tempo, risalita già dopo elezioni USA (a prescindere da esito)

I timori di un nuovo lockdown hanno caratterizzato l’andamento delle Borse nell’ultima settimana di ottobre, che si appresta ad andare in archivio come la peggior performance weekly da maggio. Alla luce di ciò, Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, si chiede se sia possibile mantenere un approccio costruttivo sugli asset finanziari con quello che sta succedendo sul fronte della pandemia. La furia della nuova ondata pandemica ha visto i governi apparire “impotenti e paralizzati, incapaci di scelte nette tra salute pubblica e salvezza dell’economia e quindi perdenti su entrambi i fronti”, asserisce l’esperto di Kairos che sottolinea poi il silenzio delle banche centrali dovuto alle elezioni imminenti in America e alla semiparalisi della Bce per l’ostruzionismo tedesco verso ulteriori misure monetarie prima di dicembre in Europa.

Temporale passeggero o cambio di paradigma?

Un contesto molto complesso che rende difficile rispondere alla domanda circa un possibile cambio di scenario sui mercati rispetto a quanto visto negli ultimi mesi. La tempesta degli ultimi giorni è sotto gli occhi di tutti e adesso è il momento di capire se si è trattato di una situazione passeggera, frequente ad ottobre o se, per motivi vari, è cambiato il paradigma di questi ultimi sei mesi, fatto di stimoli monetari e fiscali, di vaccini in arrivo e di tecnologia da lavoro e di intrattenimento che fa salire le borse verso nuovi massimi.
Già la settimana prossima potremo vedere un recupero delle borse quale che sia l’esito elettorale negli Stati Uniti“, afferma Fugnoli. E se le possibili contestazioni sull’esito del voto in alcuni stati o i lunghi ritardi negli scrutini creeranno ansia sui mercati gli investitori potrebbero interpretarla come un’occasione di acquisto. “Comunque vadano le cose, il 20 gennaio a mezzogiorno l’America insedierà ufficialmente il suo presidente ed entro il mese successivo avrà varato il pacchetto fiscale straordinario da due trilioni. Per quell’epoca ci sarà sicuramente un vaccino in distribuzione iniziale in alcuni paesi e in alcune fasce della popolazione”.
Sulla base di questo scenario, Fugnoli afferma che “chi vorrà cavalcare la volatilità dei prossimi tre mesi da ribassista in nome di Covid non avrà molto tempo a disposizione. Il paradigma degli ultimi sei mesi funziona ancora e a partire dalle prossime settimane vedremo svilupparsi delle varianti, a seconda di chi vincerà le elezioni, ma non una rottura del modello”. Insomma, conclude, anche se dovessimo abituarci a vivere tra fasi intermittenti di pandemia per molti anni ancora, da una parte impareremmo ad adattarci (colpisce che le linee aeree americane, sia pure tra aumenti di capitale e licenziamenti, siano già oggi non tanto lontane dal pareggio di quanto si poteva immaginare) e dall’altra continueremmo a trarre vantaggio dal nuovo orientamento superespansivo fiscale e monetario, che rimarrà in essere anche se il virus si allontanerà dalle nostre vite o verrà sconfitto da farmaci e vaccini.

Stati Uniti: reddito e spesa famiglie in aumento più del previsto a settembre

Aumento maggiore del previsto della spesa e del reddito personale negli Stati Uniti. Nel dettaglio, a settembre la spesa delle famiglie americane è salita dell’1,4% rispetto al mese precedente, facendo meglio del +1% atteso dal mercato. Il reddito personale ha evidenziato un +0,9% rispetto ad agosto, rimbalzando dal -2,5% del mese prima (dato rivisto dal -2,7% precedente). Battute, anche in questo caso, le attese degli analisti ferme a un +0,4%. Quest’ultimo dato è utile soprattutto per prevedere il livello della futura domanda per consumi.

Wall Street verso avvio in calo, i colossi tech alimentano la paura Covid

Wall Street si prepara ad avviare l’ultima seduta della settimana e del mese di ottobre in territorio negativo, tornando a scendere dopo la pausa positiva di ieri. I futures sugli indici statunitensi si muovono sotto la parità: il contratto sul Dow Jones scivola dello 0,55%, quello sull’S&P500 cede lo 0,51% e il future sul Nasdaq è il peggiore mostrando un ribasso di oltre 1 punto percentuale. Il mese di ottobre si avvia quindi ad essere chiuso con pesanti perdite.A pesare sugli scambi oggi sono proprio le big tech americane, che hanno diffuso trimestrali con luci e ombre che alimentano i timori per l’impatto Covid. La pandemia scatena infatti un livello di incertezza tale da rendere impossibile, anche per i titani tecnologici, riuscire a fare previsioni certe per il futuro. E’ il caso di Facebook ed Apple. L’unico a salvarsi è il titolo Alphabet, in rialzo del 9% dopo che la conglomerata di cui fa parte Google è stata capace di sventare i timori di un ‘advertising crunch’, come dimostrano i numeri relativi alle entrate pubblicitarie. Attenzione quindi ai titoli cosiddetti FAANG, che potrebbero muoversi parecchio in avvio.Intanto dal fronte macro giungeranno alcune indicazioni, tra cui spiccano l’aggiornamento su reddito e spesa delle famiglie americane a settembre. Ieri il Pil Usa del terzo trimestre è salito oltre le attese del 33,1% t/t annualizzato, grazie principalmente ad un rialzo dei consumi che
hanno contribuito per oltre il 25%.

Volatilità da elezioni Usa come opportunità, il ‘buy the dip’ suggerito da Morgan Stanley a prescindere dall’esito

Come muoversi sui mercati prima e dopo le elezioni Usa? Wall Street al momento non sembra dare segnali di eccessivo nervosismo, anzi gli incidi si mantengono a ridosso dei massimi nonostante in queste settimane tanti abbiano ipotizzato una scossa di volatilità a ridosso del voto. L’attuale presidente Donald Trump appare in netto svantaggio nei sondaggi rispetto al suo avversario democratico Joe Biden. Ma le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo come insegna l’esito del 2016.

Morgan Stanley non ha dubbi: ondata di stimoli post-elezioni trainerà i prezzi

Secondo Morgan Stanley ci sono buone le probabilità che i mercati vadano effettivamente in fibrillazione con l’arrivo delle elezioni e gli investitori si mettano sulla difensiva prima di sapere l’esito della contesa. Questo potrebbe creare una buona opportunità ‘buy the dip’, ossia di acquistare sulla debolezza. “Se l’S&P 500 dovesse scendere a 3.100 punti e non sapessimo ancora l’esito delle elezioni, aumenteremo il rischio a quel punto a prescindere da quello che potrebbe accadere “, asserisce Mike Wilson, strategist di Morgan Stanley che aveva predetto il pullback dei mercati a settembre.
Questo perché, indipendentemente da chi vince le elezioni, è quasi certo che dopo si scateneranno più stimoli economici, che dovrebbero spingere in alto i prezzi degli asset.

Gli scenari delle elezioni e il loro impatto sui mercati secondo IG

Filippo Diodovich, Senior Strategist di IG Italia indica gli scenari per il 4 novembre e il loro impatto sui mercati.
Il primo scenario vede una vittoria netta di Biden e dei democratici anche non prendendo in considerazione il conteggio del voto postale. In tal caso l’impatto sui mercati sarà moderatamente positivo sulla scia dell’aumento delle attese legato alla potenziale approvazione di un piano di aiuti molto corposo, un forte aumento della spesa governativa e un allentamento delle tensioni commerciali sia con la Cina ma anche rispetto all’Unione Europea. “Crediamo che la cosiddetta “Bidenomics” – continua l’analista – possa generare effetti positivi nel medio/breve periodo oltre che buone politiche in tema di tassazione nel long run, mentre spesa assistenziale e regulation avranno conseguenze negative per l’andamento degli indici azionari”.
Il secondo scenario ipotizza un lieve vantaggio di uno dei due candidati ed è questo lo scenario che preoccupa di più gli investitori. Sarà necessario aspettare il voto postale (che dovrebbe favorire i democratici) con la possibilità per uno dei candidati di ricorrere fino alla Corte Suprema per decidere l’esito del voto elettorale, rievocando di fatto lo spettro delle elezioni del 2000 con la vittoria di George W. Bush rispetto a Al Gore, che aveva richiesto il riconteggio del voto in Florida. “Riteniamo che l’impatto di questo scenario sui mercati possa essere molto negativo con forti ribassi degli indici azionari e un marcato aumento della volatilità. Il potenziale trend ribassista potrebbe essere più forte, più a lungo durerà l’incertezza attorno alla figura del nuovo leader della Casa Bianca” continua Diodovich.
L’ultimo scenario vede una vittoria netta di Trump e dei repubblicani anche non prendendo in considerazione il conteggio del voto postale. Questo scenario, nonostante le poche probabilità che si realizzi, continua l’analista, potrebbe comunque essere valutato positivamente dai mercati perché darebbe continuità alle politiche pro-business di Donald Trump. Ci aspettiamo in caso di una netta vittoria di Donald Trump un moderato rialzo degli indici di Wall Street sia nel breve che nel medio periodo.

Biden in scioltezza

In ogni caso, conclude Diodovich, nel breve periodo una netta vittoria di Biden e dei democratici può dare continuità al rialzo dei mercati azionari.
“Riteniamo invece che, nel lungo periodo, le scelte di smantellare le tasse agevolate per le imprese promosse da Donald Trump e il forte aumento della spesa assistenziale (Affordable Care Act e Medicare) possano avere un impatto negativo sugli indici azionari di Wall Street”.
Lo scenario peggiore per i mercati? Un pareggio e un risultato contestato da uno dei due candidati che potrebbe causare un pericoloso stallo istituzionale. Il potenziale trend ribassista potrebbe essere più forte più a lungo durerà l’incertezza sul nuovo leader della Casa Bianca. Infine, conclude l’esperto, anche uno scenario con una netta vittoria di Donald Trump potrebbe avere un impatto moderatamente positivo sui mercati perché darebbe continuità alle politiche pro-business portate avanti dai repubblicani.

COVID-19: FDA approva utilizzo remdesivir contro coronavirus, Gilead in rialzo fino a +7%

L’FDA, l’autorità responsabile del controllo sui beni alimentari e sui farmaci negli Stati Uniti, ha approvato il farmaco anti-virale remdesivir, prodotto da Gilead Sciences, nel trattamento del coronavirus.Il remdesivir è ora il primo e unico trattamento approvato in pieno negli Usa per il COVID-19, che ha infettato più di 41,3 milioni di persone al mondo, uccidendone più di un milione, ed è stato utilizzato anche per curare il presidente Donald Trump.Trump è risultato positivo al test del coronavirus all’inizio di ottobre ed è stato ricoverato al Walter Reed Medical Center, per poi essere dimesso qualche giorno dopo.Gilead ha reso noto che il farmaco sarà somministrato ai pazienti malati di COVID con una età minima di 12 anni e per cui il ricovero è considerato necessario.Il titolo ha reagito con un rialzo del 7% nelle contrattazioni dell’afterhours a Wall Street.

Wall Street debole tra stallo piano stimoli e attesa elezioni Usa. Tesla +4% dopo trimestrale migliore di sempre

Wall Street debole, dopo il report relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione, che ha messo in evidenza che, nella settimana terminata lo scorso 17 ottobre, il numero dei lavoratori che hanno fatto richiesta per ricevere i sussidi di disoccupazione è stato di 787.000 unità, decisamente meglio rispetto alle 870.000 richieste attese dal consensus e in forte ribasso rispetto al dato della scorsa settimana, rivisto al ribasso a 842.000.Il Dow Jones sale dello 0,25% a 28.280 punti circa; il Nasdaq avanza dello 0,46% a 11.536 punti. Lo S&P 500 fa +0,28% a 3.445 circa.Tensioni dal fronte geopolitico, dopo che nella giornata di ieri John Ratcliffe, direttore della National Intelligence Usa, ha detto che l’Iran sta inviando email spoofing, ovvero messaggi di posta elettronica da indirizzi falsificati, volti a “intimidire gli elettori, incitare i disordini e danneggiare il Presidente” Donald Trump. Oltre all’Iran, anche la Russia, ha sottolineato Ratcliffe nel corso di una conferenza stampa, “sta adottando misure specifiche per influenzare l’opinione pubblica sulle nostre elezioni”.“Confermiamo che l’Iran e in via separata la Russia hanno ottenuto informazioni sulle registrazioni di alcuni elettori, – ha spiegato ancora il numero uno della National Intelligence, a meno di due settimane dalle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre – Questi dati possono essere utilizzati da individui stranieri per dare agli elettori che si sono registrati false informazioni, nella speranza di creare confusione, seminare il caos e minare la vostra fiducia nella democrazia americana”.Wall Street riparte oggi dopo aver concluso una sessione al ribasso, con il Dow Jones Industrial Average che ha perso 97,97 punti (-0,4%), dopo aver azzerato un guadagno superiore ai 100 punti durante la sessione, lo S&P 500 in calo dello 0,2% e il Nasdaq Composite giù dello 0,3%.Si assottigliano le speranze che il Congresso Usa riesca a varare un piano di stimoli fiscali anti-COVID prima delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre.Drew Hammill, vice dello staff della Speaker alla Camera Nancy Pelosi, ha riferito che Pelosi e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin hanno parlato ieri, alle 20.30 ora italiana, per “48 minuti”. La “conversazione – ha aggiunto – ci porta più vicini a posare la penna sul foglio e a scrivere la norma”. Hamill ha diramato questa informazione con un post su Twitter pubblicato subito dopo la chiusura delle contrattazioni a Wall Street. “La Speaker e il Segretario (al Tesoro) – ha detto ancora – hanno intenzione di parlare ancora domani (oggi per chi legge)”.Nel pieno della stagione degli utili trimestrali, attenzione a Tesla, dopo che il colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk ha pubblicato quello che lo stesso Musk ha definito “il trimestre migliore di sempre”, a dispetto del COVID-19.Nel terzo trimestre del 2020, Tesla ha riportato utili per $331 milioni, o 27 centesimi per azione, rispetto ai 16 centesimi per azione dello stesso periodo dell’anno scorso.
Su base adjusted, il colosso delle auto elettriche ha incassato profitti per un valore di $874 milioni, o 76 centesimi per azione, rispetto ai 37 centesimi per azione del terzo trimestre del 2019. Al lordo delle tasse, gli utili sono balzati di ben il 215%. Il fatturato è salito inoltre del 40%, a $8,77 miliardi, rispetto ai $6,30 miliardi precedenti.I risultati sono stati migliori delle stime, visto che gli analisti intervistati da FactSet avevano previsto utili adjusted per 56 centesimi per azione su un fatturato di $8,28 miliardi. Non solo: Tesla ha riportato un bilancio in utile per il quinto trimestre consecutivo, grazie alle consegne che continuano a crescere.Il titolo ha reagito con un rialzo superiore a +5% e in apertura segna un guadagno di quasi +4%.Bene Coca Cola, dopo che il colosso delle bevande analcoliche ha annunciato di aver concluso il terzo trimestre dell’anno riportando utili netti per $1,74 miliardi, o 40 centesimi per azione, in calo rispetto ai $2,59 miliardi, o 60 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escluse le voci di bilancio straordinarie, il gigante Usa ha incassato un attivo per azione di 55 centesimi, facendo meglio dei 46 centesimi per azione attesi dagli analisti intervistati da Refinitiv, secondo quanto riporta la Cnbc.Su base netta, le vendite sono scese del 9% a $8,65 miliardi, meglio comunque degli $8,36 miliardi stimati dagli analisti.Trimestrale da incubo, invece, come temuto, per la compagnia aerea americana Southwest Airlines, che ha riportato nel terzo trimestre dell’anno il bilancio peggiore di sempre. Colpa della pandemia del coronavirus, che continua ad affossare soprattutto i settori travel e del turismo.Il titolo tuttavia sale a Wall Street, in quanto i risultati sono stati migliori delle stime. Southwest ha sofferto una perdita netta di $1,16 miliardi, o di $1,96 per azione, rispetto all’utile netto di $659 milioni, o $1,23 per azione, del terzo trimestre del 2019. Escluse le voci di bilancio straordinarie, la perdita su base adjusted è stata di $1,99 per azione, inferiore al rosso di $2,35 per azione atteso dal consensus. Il fatturato è crollato del 68% a $1,79 miliardi dai $5,6 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso, meglio comunque del calo atteso pari a $1,70 miliardi.Southwest Airlines ha continuato a bruciare una liquidità di $16 milioni al giorno nei tre mesi terminati lo scorso 30 settembre, meno rispetto ai $23 milioni al giorno bruciati in media nel secondo trimestre.Bilancio in perdita anche per la compagnia aerea americana American Airlines, che ha chiuso il terzo trimestre con un rosso di bilancio pari a $2,4 miliardi, su base netta, rispetto ai $425 milioni di profitti dello stesso periodo dell’anno scorso.Escluse le voci straordinarie di bilancio, la perdita per azione è stata di $5,54, meglio della perdita di $5,86 per azione attesa dal consensus. Il fatturato è crollato del 73%, a $3,17 miliardi rispetto agli $11,9 miliardi del terzo trimestre dello scorso anno, meglio comunque dei $2,81 miliardi stimati.American Airlines ha ridotto l’ammontare della liquidità che brucia ogni giorno a $44 milioni al giorno, rispetto ai $58 milioni al giorno bruciati in media nel secondo trimestre. La compagnia prevede che nel quarto trimestre brucerà tra i $25 milioni e i $30 milioni al giorno. Il titolo è sotto pressione.

Stati Uniti: +787mila nuove richieste sussidi disoccupazione, meglio di attese

Nella settimana che si è conclusa il 17 ottobre le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono risultate pari a 787mila unità, in calo rispetto alle +842mila della passata rilevazione (dato rivisto da +898mila). Il mercato si attendeva un dato pari a +860mila.

Wall Street tiene, alert Fed su mancati stimoli Congresso Usa. Tesla in ripresa, preview utili

Wall Street in lieve rialzo, in attesa da settimane di un piano di stimoli economici anti-COVID-19 che continua a non arrivare. Il Dow Jones sale dello 0,20%, a 28.376 punti; lo S&P 500 fa +0,39% a 3.455 punti; il Nasdaq avanza dello 0,56% a 11.580 punti circa.Il capo dello staff alla Casa Bianca Mark Meadows ha riferito che la Speaker alla Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin hanno compiuto “buoni progressi” nelle trattative volte a sfornare un nuovo piano di stimoli economici anti-COVID, a favore delle famiglie e delle imprese americane, prima delle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre.Meadows ha detto però anche che “c’è ancora strada da fare prima di raggiungere un accordo”. Una frase che ha affossato le speranze degli investitori, molti dei quali avevano sperato in un accordo entro la fine della giornata di ieri.Un avvertimento è stato lanciato dalla governatrice della Federal Reserve Lael Brainard che, in un discorso proferito in occasione dell’evento annuale della Society of Professional Economists, ha rivolto un appello al Congresso Usa:“Oltre all’evoluzione del virus, il rischio al ribasso più significativo al mio outlook sarebbe rappresentato dal mancato concretizzarsi delle misure aggiuntive di stimoli fiscali”, ha detto Brainard, aggiungendo che “un sostegno troppo contenuto si tradurrebbe in una ripresa più debole e più lenta”.Grande trepidazione per i risultati di bilancio di Tesla, che saranno resi noti dopo la fine della seduta a Wall Street.Il titolo finalmente si riprende, salendo di oltre +1%, dopo la fase ribassista più lunga in sette mesi, ovvero dallo scorso marzo.Ieri Tesla ha chiuso in calo del 2,1%, soffrendo non solo la quarta sessione consecutiva di flessioni, ma anche la quarta sessione consecutiva con un ribasso di almeno -2%.Le quotazioni hanno bruciato l’8,5% del loro valore nelle ultime sei sessioni: si tratta della perdita più forte di quella dei sei giorni terminati lo scorso 18 marzo.Gli analisti intervistati da FactSet prevedono, in media, un utile per azione di 57 centesimi, su un fatturato di $8,28 miliardi.Da segnalare che il titolo Tesla è sceso del 5% il giorno dopo la comunicazione dei risultati del secondo trimestre, nonostante avesse battuto le stime sia sul fronte degli utili che su quello del giro d’affari. Dall’inizio dell’anno Tesla ha più che quintuplicato il suo valore (oltre +404%), rispetto al +6,6% dell’indice S&P 500.

Non hanno convinto tra le Big Tech i risultati di Netflix: il titolo continua a cedere oltre -5% viaggiando sotto la soglia di 500 dollari.La società di video streaming ha riportato un fatturato migliore di quanto anticipato, in rialzo del 22% a 6,44 miliardi, rispetto ai 6,38 miliardi previsti. La società ha deluso però sul fronte dei profitti e soprattutto degli abbonati.E’ andata bene invece al social media Snap, il cui titolo balza di oltre +22% dopo che la trimestrale ha messo in evidenza una crescita del fatturato e dei nuovi utenti ben al di sopra delle attese, oltre a profitti sorprendenti su base adjusted.In particolare, gli utenti attivi su base giornaliera si sono attestati nel trimestre a 249 milioni di unità, in rialzo di 11 milioni rispetto al secondo trimestre. Il boom è stato notevole, se si considera che gli analisti intervistati da FacSet avevano previsto una crescita su base netta di 5 milioni.Guadagna più del 2% anche Alphabet, la holding a cui fa capo Google, nonostante la decisione del dipartimento di Giustizia Usa di lanciare una causa legale contro il motore di ricerca, per violazione di leggi antitrust.Le autorità federali americane accusano il gigante di aver agito per assicurarsi una condizione di monopolio nel mercato dei motori di ricerca e della pubblicità a essi collegata.
Secondo l’accusa, Google avrebbe adottato pratiche illegali per affossare la competizione. Al centro della disputa legale, c’è l’accordo con cui il gruppo versa ogni anno miliardi di dollari a Apple per confermarsi il principale motore di ricerca sugli iPhone del colosso.

MIND THE GAP: the ultimate rescue (or not?)

Sulle stranezze del mercato non credo ci sia molto da dire. Tutti sanno benissimo che quanto stiamo vivendo è più unico che raro.
Non mi ripeterò e quindi riporto i grafici aggiornati con qualche rapido commento.
Prenderemo come riferimento il mercato USA; non solo perché è il più importante ma anche perché resta il benchmark globale, con all’interno un pugno di titoli che hanno poi dominato in lungo (per performance) e in largo (per capitalizzazione) il rally degli ultimi mesi.

Profitti corporate USA

La prima grande discrasia le vediamo da questo grafico ed è pienamente confermata. Da un lato una borsa USA a livelli stellari, ma dall’altro le povere aziende che invece faticano a riprendere redditività. E il gap si amplia.

Fiducia dei consumatori

Questo grafico è di un’importanza enorme. Ed è qui che si guarda con maggiore apprensione. La fiducia del consumatore USA non deve scemare. Deve assolutamente rimanere alta, per alimentare i consumi, per far ripartire l’economia. Ma come potete vedere al momento la fiducia latita, si è stabilizzata e un po’ sta risalendo. Ma questo livello non è soddisfacente.

Produzione industriale, risparmi e vendite retail

La produzione non è certo tornata ai livelli pre Covid, i risparmi sono un po’ diminuiti ma restano molto al di sopra della media storica, ma attenzione… le vendite sono tornate alla grande… i conti non tornano all’apparenza.
Ma poi andiamo a vedere i bilanci delle banche centrali…

Centrali Banks Balance Sheets vs GDP

… e le politiche fiscali che hanno portato deficit record…

Deficit vs GDP

Ed ecco che magicamente i conti tornano. La variabile che ovviamente ha gonfiato i mercati, ha alimentato le vendite e ha illuso tutti di un’ipotetica ripartenza, è quella che ho chiamato QUI la socializzazione dei mercati per rinfrescarvi la memoria.
L’assurdo è ritrovarsi con un’economia che rischia sempre il collasso, con potenziali NPL che potrebbero nuovamente mandare in tilt il sistema bancario…ma allo stesso tempo con la borsa USA ai massimi.Certo, abbiamo “curato” la crisi con la solita medicina: la liquidità di banche centrali ma non solo. Un mix di politica fiscale e monetaria che continuerà di certo se le cose non dovessero andare bene. Anzi, già sappiamo del nostro (si fa per dire) del nostro Recovery Fund e dei potenziali 1800-2000 miliardi di sostegno pubblico che i due pretendenti alla Casa Bianca hanno promesso.
Questa è l’arma, ma non è la cura. Pensate che si potrà andare avanti così all’infinito? Le banche centrali si sono accorte che ormai il loro intervento avrà effetti limitati. Ora tocca alla politica fiscale ma la questione di complica. Non temete però, c’è ancora margine, questo ve l’ho detto prima.Intanto però ricordate che, per combattere la Crisi Economica, dal 2008 le banche centrali hanno stampato 12 trilioni di dollari. Ma attenzione, più della metà di questi (circa 7 trilioni) sono stati emessi da aprile 2020. Una “botta di vita” senza precedenti che ha mandato in estasi i mercati e ha riacceso la fase Risk On in modo imperioso.
I Governi, ad oggi, sono a circa 15 trilioni. La somma delle parti porta alla cifra monstre di 27 trilioni. Ovvero oltre 1/3 del PIL globale.

Signori, un terzo. 27.000.000.000.000 USD.

E la maggior parte di queste cifre sono state “spese” negli ultimi otto mesi.
Ma attenzione (e i grafici sopra lo testimoniano). La cifra spesa è entrata direttamente in circolo dell’economia reale. Molta è finita nella finanza, certo, ma sono molti gli stimoli in linee di credito e similari.E poi come vi ho detto, arriveranno ancora altri stimoli.Ecco, capite perché diventa difficile “sfidare il sistema”. Siamo tutti d’accordo che questa situazione non può durare per sempre. Sappiamo tutti che uscirne fuori (exit strategy) sarà molto complesso (unica soluzione probabilmente rientrare nel rapporto debito/PIL con una crescita del denominatore maggiore del numeratore). Intanto però questa è la realtà. Questo è l’oggi. Come vi dico sempre, prendere o lasciare. Sta a voi.

Wall Street scommette su piano stimoli Usa entro fine giornata, euro solido sopra $1,18

Wall Street positiva, con il Dow Jones che avanza di oltre 140 punti circa (+0,50%), a 28.332 punti; il Nasdaq sale dello 0,45%, a 11.530, lo S&P 500 fa +0,64% a 3.448 punti. I trader scommettono sul raggiungimento di un accordo su un piano di stimoli anti-COVID prima della fine della giornata, tra l’amministrazione Trump e la speaker della Camera Nancy Pelosi.Pelosi aveva detto sabato sera di aver dato al governo Usa un ultimatum di 48 ore per raggiungere un’intesa prima delle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre.Sul mercato del forex, solido il trend dell’euro, che avanza dello 0,37% a $1,1812 nei confronti del dollaro; l’euro balza anche nei confronti della sterlina (+0,50%) a GBP 0,9138 ed è positivo sul franco svizzero (+0,13%), a CHF 1,0723. Sullo yen, la moneta unica avanza dello 0,60% a JPY 124,84. Il dollaro sale sullo yen dello 0,25% a JPY 105,69, avanzando anche nei confronti della sterlina, con il rapporto GBP/USD in flessione dello 0,17% a $1,2926.Tra i titoli bene Intel dopo l’accordo che il colosso dei chip americano ha raggiunto con il produttore sudcoreano SK Hynix per la vendita della sua divisione di memory chip NAND, per un valore di 9 miliardi di dollari.Male invece IBM, che scende del 3%. La trimestrale ha messo in evidenza il terzo trimestre consecutivo di cali per il fatturato. In particolare, il fatturato è sceso a $17,56 miliardi, superiore comunque anche se in misura lieve rispetto ai $17,4 miliardi stimati dagli analisti.Sotto i riflettori anche Procter&Gamble, in rialzo dopo la pubblicazione dei risultati di bilancio, che hanno messo in evidenza una trimestrale migliore delle attese. Il colosso dei beni al consumo ha anche alzato le stime sull’anno fiscale 2021.In particolare, nel primo trimestre fiscale, gli utili netti di P&G si sono attestati a $4,28 miliardi, o $1,63 per azione, in rialzo rispetto ai $3,59 miliardi, o $1,36 per azione. Gli analisti intervistati da FactSet avevano previsto un attivo per azione di $1,42. Il fatturato è salito a $19,32 miliardi, rispetto ai $17,80 miliardi del primo trimestre fiscale del 2019, meglio dei $18,38 miliardi precedenti.La paura per i nuovi balzi di casi da coronavirus affossa i prezzi del petrolio per la quarta sessione consecutiva.I prezzi del contratto WTI scendono dell’1,35% appena al di sopra della soglia di $40 al barile, mentre il Brent cede lo 0,82% a $42,27 al barile.A condizionare il trend, anche l’aumento atteso dell’offerta di petrolio da parte della Libia. Stando ad alcune fonti, la produzione del principale pozzo petrolifero libico, quello di Shahara – che ha riaperto lo scorso 11 ottobre – produce 150.000 barili al giorno, la metà circa della sua capacità produttiva.

Wall Street in rialzo, scommette su fumata bianca Pelosi-Mnuchin su piano stimoli anti-COVID

Finalmente una fumata bianca nelle trattative tra l’amministrazione Trump e la speaker della Camera Nancy Pelosi per un piano di stimoli anti-COVID?Wall Street continua a sperarci, come dimostra il trend al rialzo dei futures. Nella giornata di ieri il portavoce di Pelosi, Drew Hammill, ha detto che le divergenze tra le controparti hanno continuato a essere limate.Oggi, in base all’aut aut lanciato da Pelosi, è l’ultimo giorno perché le parti raggiungano una intesa prima delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre.I futures sul Dow Jones indicano un avvio al rialzo, per l’indice, di 100 punti circa.Tra i titoli sotto i riflettori, bene Intel dopo l’accordo che il colosso dei chip americano ha raggiunto con il produttore sudcoreano SK Hynix per la vendita della sua divisione di memory chip NAND, per un valore di 9 miliardi di dollari.Male invece IBM, che scende del 3%. La trimestrale ha messo in evidenza il terzo trimestre consecutivo di cali per il fatturato. In particolare, il fatturato è sceso a $17,56 miliardi, superiore comunque anche se in misura lieve rispetto ai $17,4 miliardi stimati dagli analisti.In linea con le previsioni l’utile per azione, a quota $2,58 su base adjusted. Focus sulla strategia dell’AD Arvind Krishna, che ha annunciato lo scorso 8 ottobre che procederà allo spin off della divisione globale di servizi tecnologici di IBM.

Where to Invest $1 Million Right Now

Six experts offer investment ideas for a post-pandemic future Illustration: Isabel Seliger By Devon Pendleton, Felipe Marques, Sophie Alexander and Richard Macauley November 27, 2018 | Updated on October 19, 2020

The Covid-19 pandemic and its impact on how and where we live dominate ideas among our panel of experts for where you should put your money.Real estate features extensively — the opportunity to work remotely is driving people away from cities and high-tax regions, while companies need more storage space for their ever-expanding trove of electronic data. And as online shopping expands, so is demand for warehouses to hold and sort goods.The Darwinian impact on businesses and the acceleration of pre-pandemic trends — such as electronic bikes and biotech — are also prominent. China, where the virus outbreak began, is now showing signs of an economic recovery, driving interest in the country’s debt markets.There are also more unusual and potentially fun-filled opportunities, for those fortunate to have the money to invest: dinosaur bones, Chinese art, Greek islands and Lehman memorabilia.

  1. Q4 2020
  2. Q3 2020
  3. Q2 2020
  4. Q1 2020
  5. Q3 2019
  6. Q2 2019
  7. Q1 2019
  8. Q4 2018

Eric Becker

Founder and Co-Chairman, Cresset

I’d put that $1 million into industrial real estate. Occupancy in data centers has almost doubled over the past year. We’ve all been doing so many Zoom calls, and Zoom is hosted in the cloud. There’s been a tremendous surge in demand.Then on the physical side, there’s been an explosion in e-commerce. The pandemic has caused supply-chain disruption, and research shows companies are looking to increase inventory 5% to 10% to weather the storm. For a reserve stock increase of even just 5%, they’ll need the equivalent of 700 million to 1 billion square feet of industrial distribution space to hold it all.For every $1 billion in e-commerce revenue, there’s demand for 1.25 million square feet of additional distribution space. The increase in inventory is a one-time thing, but there will still be a huge expansion in demand. If we see an annual 20% e-commerce growth rate, that’s an additional 400 million square feet of distribution space needed over five years. We think it’s a wonderful opportunity.

Another way to play: I would consider starting a dinosaur fossil collection. After the $31.8 million auction of Stan the T. Rex, we are seeing art collecting expand to include ancient artifacts. My interest in paleontology goes back to when my mom took me to Calvert Cliffs State Park in Maryland as a child, where we found fossilized shark teeth and mollusks. I have shared that interest with our two sons, and we even planned a family vacation where you can join in with archaeologists to help with the digging.

John Pantekidis

Chief Investment Officer, TwinFocus

Never in my lifetime have I seen a period when so many business models die and become antiquated and new ones come up. It has sped up this Darwinian cleansing that started two decades ago. Many of the real opportunistic investments will be the ones being ironed out and negotiated in the hallways of bankruptcy courts.In the U.K., we’re looking to buy the senior secured debt of a REIT that owns one of the top trophy retail malls in the country. If the underlying real estate is sold at a certain price level, we will achieve a very compelling return — over 20% net IRR — in a very short period of time for taking on a very measured amount of risk.Right now the valuation is about a third of what it was three years ago. We believe these trophy commercial and office properties can eventually sell for as much as 70% to 80% of their previous valuations, at which point they become very compelling, assuming the buyer can add value by redeveloping it and adapting for potential new types of use.We like to partner with bankruptcy attorneys and investment bankers who’ve been doing this for a long time. The distressed space is going to be a very exciting place over the next three to five years. Now there’s a lot of stuff in bankruptcy court that should stay in bankruptcy court and you should absolutely avoid, but there are going to be diamonds in the rough. You can make double, triple, quadruple what you’d make in the public markets over a very short period of time.

Another way to play: We know that taxes are likely going higher, especially if there’s a Blue Wave or even if we just see a Democratic president in the U.S. So we predict there’s going to be a lot more wealthy people moving to no-income tax states. I’d look at high-end real estate in Florida. Use some prudent leverage to buy it and you know it’s going to do well over time. In Europe, I’d pick a Greek island. Greece went through some very hard times over the past decade, but we think it’s in recovery. The current prime minister is doing the right things to attract capital and has been a huge catalyst for change. I’d be looking at some of the islands or the nice coastal areas. A lot of Germans, Scandinavians and British are buying as they view Greece as the new French Riviera.

Ray Tam

Co-Founder and Managing Partner, Raffles Family Office

Attention now is on how much to allocate to debt. Before Covid-19, markets expected quantitative easing and stimulus spending to gradually ease off — but of course due to the pandemic, stimulus remains important.Asian investment-grade debt, fixed income and China’s real estate bonds are areas we look at. Within China real estate, we think the economy there is going well and modernization remains a force for pushing it forward. It’s very difficult to name one company because things happen so fast. Our view is that it remains important to be diversified. If you bet on one name then, of course, you can get scared.Covid-19 had a smaller impact on growth in China than it did in other countries, and we’re seeing the recovery there is quite impressive. If you’re going into the debt market, you’re looking for stability and also at which governments have the strength and support to maintain markets should another Covid-like shock hit. Those are reasons why China makes the list. Another is that debt issuance remains common — China debt issuance accounts for 70% to 80% of total Asian debt issuance, there are prospects for expansion and there’s support from the government, too.

Another way to play: I’d definitely go to Chinese contemporary art. You have the traditional painters in China that remain very popular — just look at the popularity of Zhang Daqian in recent years. Younger generations from Asia often study in the West but back home they want to find something good that represents their culture too. And they want to be able to offer that thing to their friends, which is where art can help. The really interesting thing about modern artists is that they’re still alive. That means it’s easier to verify real works of art and to weed out potential fakes.

Akshay Shah

CIO and Founder, Kyma Capital

An e-bike is functional, clean and a staunch adherent of social-distancing norms, even as the world returns to a new normal. It lets you move around without getting in an Uber or on a train, and is more compliant with ESG than your friendly neighborhood mutual fund. If like me, you’ve added a few pounds over lockdown, it can even serve as part of a daily exercise routine.The pandemic has accelerated a makeover of our cities, with the U.K. alone spending billion of pounds to develop thousands of miles of “cycle lanes.” If you want to get on the electric bandwagon for a few thousand dollars, you could buy a MATE, a Danish e-bike with thick tires and Moncler branding. If you wanted to invest the $1 million and help reimagine mobility, invest in the common equity of an e-bike company.

The investment thesis in companies behind e-bikes is straightforward. Buyers are willing to pay upfront and wait a few months for delivery. This creates a very favorable working capital dynamic. Production is typically outsourced to a major manufacturer, with direct shipping to many of the largest markets. A typical e-bike sells for $2,000 to $3,000 with gross margins in excess of 50%. Surplus cash flow is invested in marketing, which combines with organic influencers, and prominent celebrities like Kendall Jenner, Nigel Sylvester and Will Smith (in the case of MATE) promoting the bike.

Another way to play: When businesses go bust, they leave behind reminders of the fragility of corporate power and the effects of time. Branded items tied to them become sought after as a reminder of the past. EBay sellers have been able to scoop up branded items and sell them at a pretty substantial multiple after a suitable passage of time — like the $500 Lehman sticky notes. A diversified pool of memorabilia across several different corporate failures can be attractive, though such items are not monetizable over a short period. The key to success here would be volume of products and being patient — after all, you’re chasing an illiquidity premium.

Dany Roizman

Founding Partner, Brainvest Wealth Management

I’d invest in real estate and specifically multifamily apartments. People will always need a place to live and not everyone can afford to buy a house, so there’s opportunity in rental-only buildings. What we’ve seen in the pandemic is that people are looking to move to less-crowded cities, driving demand for houses in those places. There’s also the fact companies in the U.S. have been moving headquarters to the Sun Belt area, another factor driving demand and opening new opportunities. We’ve seen rents go up 1.2% year to date, as vacancies have fallen.I’d split half of the money in the U.S., where this market is more developed, and half in markets where it’s starting to grow, like Ireland, Spain, Portugal and Italy. Millennials are usually looking to rent, not buy real estate, which helps the multifamily business. In the U.S., 10-year returns in dollars could be about 10% to 12% per year.

Another way to play: The pandemic created a huge opportunity to invest in the sale and leaseback of airplanes. We stuck with smaller, one-aisle planes, because contrary to what’s happening with intercontinental flights, local ones are recovering. And thanks to lenders pulling back, we had the chance to strike deals with big air carriers, which had a better chance of surviving, like EasyJet and Lufthansa, charging about 15% to 20% per year and having the plane as collateral.

David J. La Placa

CEO and Founder, Intellectus Partners

Focusing on the innovation cycle of a company or sector is the way to invest these days because that’s where the alpha comes from. Much like the fintech sector boomed after the banking crisis, we think there’ll be a similar boom in health care coming out of the Covid crisis.Biotech is seeing some of the biggest benefits of computing technology and AI converging to find and develop new drugs and therapies faster. It cost about $3.5 billion to $4 billion to develop a traditional drug and get it to market, but using AI can cut costs and speed the process up significantly. We think cancer is a particular area of interest. One deal that’s been in the news lately is the acquisition by Illumina, a gene-sequencing company, of a firm called Grail. They acquired them for their liquid biopsy technology, which, if it works, will allow people to determine whether they have cancer by drawing blood. It might even be able to tell them where the cancer is located instead of having to do biopsies, which can be pretty invasive.The individual stock investing side here can be fraught with risks, especially in biotech, because you can have massive volatility if a company doesn’t get their drug approved by the FDA. But there are some large biotech ETFs out there that are very liquid and really good investments. There are also dedicated mutual funds that we think are particularly good.

Another way to play: One area we’re very excited about is space. There’s a massive investment opportunity in the next decade or so — probably $1.5 trillion by 2030 — in terms of potential space-related revenue. There are more opportunities in launch, which is what SpaceX is famous for. As satellites get smaller and more powerful, the number being launched will continue to proliferate. So that means that there will be more of them up in the sky that can listen to and see more than they could in the past, at much lower price points.

Wall Street in rialzo dopo aut aut Pelosi e Pil Cina. Pesa paura COVID-19 con 40 milioni di casi nel mondo

Futures positivi, con quelli sul Dow Jones Industrial Average che avanzano di 200 punti, preannunciando un rialzo superiore a +100 punti in avvio di seduta. Positivi anche i contratti sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100.Attenzione sempre molto alta alle trattative tra i democratici e l’amministrazione Trump per il piano di stimoli economici anti-COVID-19.La Speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto sabato sera di aver dato al governo Usa un ultimatum di 48 ore per raggiungere un’intesa prima delle elezioni presidenziali Usa del prossimo 3 novembre.Nel frattempo Pelosi e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin hanno continuato a portare avanti le trattative nel fine settimana. I negoziati proseguiranno nella giornata di oggi.Il focus è anche sul dato relativo al Pil cinese che, anche se peggiore delle attese, ha confermato il recupero della seconda economia del mondo. In particolare, nel corso del terzo trimestre del 2020, il Pil della Cina è salito del 4,9% su base annua, meno del +5,2% atteso in media dal consensus.Il trend del dato porta la crescita del Pil della Cina nei primi trimestri dell’anno a +0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.Permane la forte preoccupazione per la pandemia del coronavirus, con i casi dei contagiati a livello globale che hanno testato quota 40 milioni, nella giornata di oggi. Nel caso degli States, un’analisi della CNBC effettuata sui numeri della Johns Hopkins University ha mostrato che i nuovi casi di coronavirus stanno crescendo del 5% o oltre in 38 Stati americani. In Europa le nuove infezioni stanno salendo ogni giorno di 97.000 unità circa al giorno, in crescita del 44% su base settimanale.

2 pensieri su “NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?”

  1. Ciao Fulvio,su facebook ci sono vari gruppi di analisti studiosi di Gann che prevedevano un crollo da settembre 2020 dei principali indici azionari mondiali. Crollo che non e’ avvenuto ma solo rimandato secondo questi analisti. Dalle tue analisi mi sembra che escludi un crollo del 30/40/50% dai valori attuali sui principali indici mondiali .Che ne pensi?.

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  2. Anche io ho due studi su S&P e NASDAQ di quel tipo , ma fino a quando S/P è sopra 3048 e NASDAQ sopra 11000/10500 , cosa che al momento è per entrambi ,io sono portato piu’ a vedere nuovi massimi QQQ 330=13000/13300 NASDAQ che crolli.Ma ovviamente è un’idea sempre al vaglio dei Mercati

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