Never Fight The American Dream

Eccoci a un appuntamento a poche ore da quel 3 Novembre 2020 che abbiamo pazientemente atteso da 2 mesi a questa parte con un nuovo articolo dedicato a quello che rende l’America “speciale” e la Nazione delle Opportunità :

Never Fight The American Dream

L’ America o si ama o si odia . Non c’è una via di mezzo.

Chiunque sia andato negli STATES negli anni ’70 ,come personalmente ho avuto la fortuna di fare con i miei genitori nel lontanissimo 1976 a soli 12 anni , ricorderà per l’intera sua vita ,come accade a me ancora oggi , ogni istante di quel viaggio .

Quelle auto enormi tutte con il cambio automatico con la segnalazione lampeggiante e sonora che ti ricordava di allacciare le cinture che in Italia non sapevamo nemmeno che esistessero , delle autostrade a 8 corsie per senso di marcia colme di auto all’inverosimile , delle immense distanze tra una città e l’altra , delle 55 Miglia di limite di velocità controllato già allora con i radar dalla Polizia Stradale (NYPD) e guai a superarlo , delle sirene della Polizia prima ascoltate solo nei telefilm che sfrecciavano senza sosta , dei grattacieli talmente alti da non riuscire a fotografarli per intero , di quelle strade colme di quei Taxy gialli alla “TAXI DRIVER” , di quei Ponti che per tanto tempo sognavi prendendo le gomme americane della Perfetti in Italia , della Little Italy di New York dove la nostra gente si è fatta onore e costruita un futuro , di quelle case in legno una attaccata all’altra con aria condizionata al massimo 24 ore su 24 in cui camminando sentivi scricchiolare le tavole dei pavimenti , dei Garage che si aprivano a distanza con il telecomando , delle loro previsioni del Tempo che ti dicevano non se pioveva o c’era il sole o nuvolo ma esattamente l’ora in cui sarebbe piovuto , dei Programmi in Televisione interrotti ogni 7 minuti dalla pubblicità ,di quei Fast Food che servivano gli Hamburger con la Coca Cola ( tra il ghiaccio ) poi sbarcati in tutto il Mondo che allora erano talmente spessi da non averli piu’ visti così , o delle Steack House che ti portavano bistecche in grado di sfamare una famiglia intera da sole ad ogni cliente che magari non ti facevano nemmeno pagare se riuscivi a mangiare 2 Kg e mezzo di carne in meno di un’ora , di quelle sgangherate metropolitane spesso all’aperto color acciaio con scritte di writers ovunque che quando passavano facevano un rumore incredibile attraversando NY….e del simbolo della Libertà……La Statua della Libertà.

American Dream. Never Fight The American Dream

Gli States rappresentano in tutto e per tutto qualcosa che va’ oltre gli Stati che lo compongono e in essi sono presenti milioni di persone provenienti da tutto il Mondo , alla ricerca di realizzare un sogno di vita .

Persone che si sono sentite e si sentono ancora oggi unite dallo stesso simbolo ,che non è solo ed esclusivamente la loro Bandiera a stelle e strisce che ogni Americano sventola con grande senso della Patria, ….ma da qualcosa che si respira nell’aria .

American Dream. Never Fight The American Dream

Per tutto questo abbiamo “scelto” come rappresentante del nostro American Dream l’attuale Presidente Donald Trump quando i sondaggi lo davano molto molto indietro.

Biden non ha nulla a che fare con l’American Dream.

Cogliamo l’occasione per ringraziare i nostri numerosissimi lettori made in USA che ad oggi sono secondi solo a quelli dell’Italia.

TRUMP vs BIDEN (and NASDAQ)

Per tutto questo abbiamo creduto nel V REVERSAL dell’Economia USA.

Quando non ci credeva nessuno.

American Dream.

MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?

Per tutto questo pensiamo che l’American Dream non sia da combattere.

Come abbiamo sostenuto in ogni Analisi sui Mercati USA protesa sempre a view rialziste , cosa mantenuta anche nella nostra ultima idea in “cantiere” di cui il Mercato ci darà conferma o meno. American Dream.

NASDAQ, bubble or lies, rise to 20,000?

American Dream. Never Fight The American Dream

Mai combattere gli Americani (e i Mercati USA) con la parola : Impossibile.

Perchè è nella Natura e nella Cultura Stessa del Meraviglioso Popolo Americano…rendere Possibile ogni cosa e ad ogni costo.

E se Donald Trump vincerà queste elezioni sarà l’ennesima dimostrazione che nulla è impossibile in America.

Ad Maiora !

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NEWS ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO

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Elezioni Usa, deputato: “Trump ha vinto, mi opporrò a ratifica Biden”

“Non ho nessun dubbio sul fatto che il presidente Trump abbia vinto”. Così Burgess Owens, l’ex giocatore afroamericano di Nfl che domenica si insedierà come deputato repubblicano eletto nello Utah, ha annunciato che si unirà alle decine di colleghi della Camera che si opporranno alla ratifica della vittoria di Joe Biden durante la sessione congiunta del Congresso che si svolgerà mercoledì 6 gennaio.In un’intervista ad un giornale locale, ha affermato che contestare il risultato del Collegio Elettorale è “la cosa giusta da fare” perché “oltre il 70 per cento dei conservatori” ritengono che le elezioni “non siano state corrette”.A oltre due mesi dal voto del 3 novembre, decine di milioni di voti contati e ricontati, decine di ricorsi legali respinti, mercoledì quindi andrà in scena al Congresso l’ultimo atto del lunghissimo processo delle presidenziali Usa.I deputati e senatori infatti dovranno riunirsi, in sessione congiunta presieduta da Mike Pence, che come vice presidente è presidente del Senato, per ratificare i voti del Collegio Elettorale che il 14 dicembre scorso ha sancito la vittoria di Joe Biden per 306 voti elettorali contro i 232 dello sconfitto Donald Trump.La riunione, solitamente una formalità procedurale, quest’anno invece si è trasformata nell’ultima speranza di Trump, e dei suoi irriducibili sostenitori, di rovesciare i risultati elettorali che sono stati certificati dagli stati, dal Collegio Elettorale e confermati in decine di sedi legali, compresa la Corte Suprema degli Stati Uniti.Nonostante quindi la riunione di mercoledì sia destinata a confermare la sconfitta del presidente uscente, si prevede che diversi alleati repubblicani di Trump coglieranno l’occasione per opporsi pubblicamente alla certificazione dei risultati elettorali quando la riunione inizierà alle 13 ora di Washington, come prevede la legge che dal 1887 regola questa procedura.Pence avrà il compito di presiedere la riunione, limitandosi a far leggere i voti elettorali stato per stato e chiedendo se vi siano obiezioni da parte dei senatori e deputati. Per essere prese in considerazioni le obiezioni devono essere presentate per scritto e avere il sostegno di almeno un membro della Camera e uno del Senato. Per ogni obiezione viene sospesa la seduta congiunta, per permettere alla Camera e al Senato di dibattere, per due ore, e poi votare.Anche se è evidente che Trump non ha i numeri per rovesciare effettivamente il risultato delle elezioni, potrà contare su decine di repubblicani al Congresso, oltre 100 secondo le stime dei media, a sostegno delle obiezioni.E ora anche su un senatore, Josh Hawley del Montana, che contravvenendo alla diretta indicazione del leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, mercoledì scorso ha annunciato che intende sollevare obiezioni sui voti elettorali almeno di uno stato, la Pennsylvania. E parlando con i giornalisti ha detto di non escludere che qualche altro senatore potrebbe seguirlo.

Biden alla Casa Bianca: «C’è molto da guarire». E smantella l’era Trump con 17 ordini esecutivi

Il 46esimo presidente chiarisce subito la sua posizione in politica estera: basta impossibili e dannose promesse isolazioniste, l’America è tornata

di Angela Manganarohttps://stream24.ilsole24ore.com/embed/ADVfrlEB?autoplay=1&mute=1Biden presidente: “La democrazia ha vinto, ora torniamo uniti”

4′ di lettura

Non c’è più rabbia ma non c’è neanche più il sogno. Il primo discorso del nuove presidente degli Stati Uniti, Joe Biden allontana da quel grido del 201 Donald Trump che nel gennaio 216, con una smorfia da personaggio di Mad Max, prometteva la fine dell’«American carnage» a quegli americani impoveriti e arrabbiati per i tanti posti di lavoro persi. Ma in Washington non particolarmente fredda e con il cielo azzurro, non risuona neanche il suggestivo «Yes we can» di Barack Obama. Il 2021 non è il 2008, un altro mondo, altre urgenze, non è il momento di dire quello che «si può» ma quello che «si deve fare».

Non è stato un discorso dell’era Twitter, e non è facile farne un titolo accattivante e riconoscibile che segnerà i prossimi quattro anni ma forse è stata questa la sua forza. Nel giorno dell’insediamento, in 21 minuti, in una capitale protetta da 25mila soldati della Guardia nazionale, Biden in sostanza dice “sono qui per sistemare le cose”.Leggi anche

Si deve «risanare, ricostruire» quello che si è rotto: non si può riparare agli oltre 400mila morti per Covid in meno di un anno «più degli americani caduti nella seconda guerra mondiale» ma si deve ricordarli con un minuto di silenzio. Non si può trovare subito una soluzione per chi con la pandemia ha perso lavoro, casa, sicurezze «Milioni di posti di lavoro sono andati persi e centinaia e centinaia di aziende hanno chiuso». Non si può dimenticare quello che è stato in questi quattro anni e nell’ultimo mese in cui le istituzioni sono state sfregiate da estremisti e balordi con cinque morti nell’assalto ai palazzi e alle massime istituzioni. Ma si possono riaffermare dei principi che questo grande Paese indebolito e diviso sembra aver smarrito: «Oggi non celebriamo il trionfo di un candidato ma di una causa, la causa della democrazia. La volontà del popolo è stata ascoltata Abbiamo imparato di nuovo che la democrazia è preziosa. La democrazia è fragile. E in quest’ora, amici, la democrazia ha prevalso».

Biden deve ricordare cosa è successo in questi palazzi il 6 gennaio: «d ove solo pochi giorni fa la violenza ha scosso il Campidoglio, noi veniamo adesso insieme come un’unica nazione, guidati da Dio, indivisibile, per un pacifico trasferimento dei poteri come sempre abbiamo fatto da più di due secoli».Leggi anche

«La storia americana non dipende da uno di noi, da alcuni di noi, ma da tutti noi» scandisce, poi una frase semplice ma toccante, che tradisce la sua fede, la sua età, forse chi è Joe Biden «questo è un grande paese e noi siamo brave persone».

21 gennaio 2021

Il nuovo presidente, espressione della Washington tanto vituperata dai movimenti anti-establishment, agisce come chi sa bene che non può godersi fino in fondo questo giorno, non può concedersi il lusso del trionfo. «Dobbiamo agire con velocità e urgenza, abbiamo molto da fare in questo inverno di pericolo e possibilità. Molto da riparare. Molto da risanare. Molto da guarire. E molto da guadagnare. Pochi periodi nella storia del nostro paese sono stati cosi pieni di sfide e difficili come quello che stiamo vivendo».

Usa, la cerimonia di inaugurazione della presidenza Biden
Usa, la cerimonia di inaugurazione della presidenza BidenPHOTOGALLERY13 fotoVISUALIZZA

Invita a distinguere il dissenso dalla disgregazione, parla a chi l’ha votato e a chi non l’ha fatto: «Se poi non sarete ancora d’accordo va bene. Questa è la democrazia, Questa è l’America. Il diritto di dissentire pacificamente è forse la nostra forza più grande», si deve però «mettere fine a questa guerra incivile, democratici contro repubblicani, campagna contro città, conservatori contro liberal». Promette che sarà il presidente «di tutti gli americani». Il suo manifesto per i diritti e il dialogo: «Kamala Harris è la prima donna nera vicepresidente: non mi dite che questo non cambia le cose. Sconfiggeremo l’estremismo politico, il suprematismo bianco, il terrorismo domestico». Quindi «l’unità» come unica strada «tutta la mia anima sarà rivolta a questo: riunire l’America, unire la nostra gente, la nostra nazione». Il cattolico Biden cita Sant’Agostino: «ha scritto che un popolo è una moltitudine definita da comuni obiettivi e dall’amore». Leggi anche

C’è un’altra parola che il presidente Biden scandisce come «democrazia» e «unità» ed è «verità». Respingere l’attacco alla verità ma soprattutto quella cultura che «manipola i fatti e li fabbrica». Chiaro riferimento alla propaganda filo-trumpiana che ha scatenato una offensiva senza precedenti di fake news e teorie complottiste.

Il passaggio politico che più interessa a noi europei. «Il mio messaggio a coloro che sono oltre confine. L’America è stata messa alla prova e ne è uscita più forte di prima. Ripareremo le nostre alleanze e ci impegneremo di nuovo nel mondo». Basta con l’isolazionismo di Trump, l’America è tornata e questa è senza dubbio la novità più interessante di questa nuova amministrazione americana.

Nel pomeriggio, nonostante il richiamo all’unità – o da un altro punto di vista, forse proprio per questo – firma 15 ordini esecutivi e due azioni esecutive che smantellano la presidenza Trump che nel suo discorso non ha mai citato. Tra le priorità, mascherina obbligatoria in tutti gli edifici federali, fine dello stato di emergenza con cui Trump dirottava i fondi pubblici per costruire il muro al confine con il Messico, rientro nell’accordo di Parigi sul clima, interruzione immediata del processo di uscita dall’Organizzazione mondiale per la Sanità, annullamento delle iniziative legali per escludere dal censimento gli immigrati sprovvisti di documenti, una più centralizzata e incisiva risposta alla pandemia con il recupero del “Directorate for Global Health Security and Biodefense” d’epoca obamiana, come sostegno finanziario agli americani, Biden chiederà alle agenzie governative di estendere le moratorie sui debiti federali e sulle procedure di sfratto. Naturalmente, Biden metterà fine al bando sugli arrivi dai paesi di religione musulmana.

Justice Dept. meets Trump, Giuliani vote-fraud claims with silent skepticism

The Department of Justice building in Washington.

By Devlin Barrett and Matt ZapotoskyNovember 21, 2020 at 6:17 p.m. GMT+1

The Justice Department has met President Trump’s fantastical claims of widespread voter fraud with two weeks of skeptical silence, not taking any overt moves to investigate what Trump’s lawyer, Rudolph W. Giuliani, claims is a globe-spanning conspiracy to steal the election.Such deafening silence from one of the government’s main enforcers of election law indicates just how little evidence there is to support the wild, wide-ranging claims made by Trump and his supporters, most notably Giuliani in a Thursday news conference held inside the Republican National Committee headquarters.Privately, Justice Department officials have said they are willing to investigate legitimate claims of vote fraud; Attorney General William P. Barr even loosened some restrictions that might otherwise have discouraged prosecutors from doing so before results are certified.

As defeats pile up, Trump tries to delay vote count

But current and former officials said they thought Giuliani’s accusations sounded “crazy,” and they have not seen or heard of any evidence suggesting large-scale fraud, let alone the kind of intercontinental conspiracy described by the president’s lawyer. Like others, they spoke on the condition of anonymity to discuss a politically sensitive matter.ADA Justice Department spokeswoman declined to comment. Trump tries to overturn the election | The Justice Department’s silence is “a tiny sliver of normalcy, and frankly a positive sign that we are on our way back to a better place,” said Justin Levitt, a former Justice Department voting rights official in the Obama administration who is now a professor at Loyola Law School in Los Angeles.

“In a way, that’s hard to say because it feels like lowering the bar to below the floor, to say we should all be pretty pleased that the institution of law enforcement for the United States didn’t go either full-on partisan talking-point machine or full-on conspiracy theorist. In normal times, that wouldn’t be something to celebrate, that would just be a given. . . . The Justice Department also hasn’t come out and said the world is round, because they don’t need to.”ADLevitt noted that the public can have an inflated sense of the federal government’s role in elections, when much of the law and regulations are handled at the state and local levels.“The Justice Department is a very powerful battleship, but there are limits to its jurisdiction, and in an awful lot of elections, the contested ground is on land or in the air, where a battleship doesn’t do you a lot of good,” Levitt said.Federal law enforcement officials have also said they want to avoid getting dragged into investigations that lack any reasonable basis of suspicion. In many of the affidavits cited by Giuliani and other Republicans, the assertions amount to ill-defined suspicions and conjecture about what might have happened, not witness accounts of actual misconduct.In a handful of instances, the Justice Department has quietly signaled it is reviewing allegations that have been brought to the department, but even in those instances, federal officials have found little evidence of wrongdoing, people familiar with the matter say.ADOne Justice Department official said that just the act of announcing a probe might cast an unwarranted “pall” on the election’s credibility.Richard L. Hasen, a law professor at the University of California at Irvine and the author of “Election Meltdown,” said that given the attorney general’s public disparagement of mail-in voting leading up to the election, “if there had been anything he could have hung his hat on after the election, he would have done so. The fact that no one has come forward with anything as far as we know, that’s a pretty good indication this has been a pretty clean election.” How Bill Barr has misled the public under Trump Attorney General William P. Barr has made false or misleading statements about mail-in voting, federal investigations and Justice Department personnel moves. It would be nice, Hasen added, “if Barr would issue a public statement saying there had been no evidence uncovered of any fraud in the election,” but he might be fired if he did so. Hasen cited Trump’s ouster of Christopher Krebs as an example.

Trump fires election security official who said election was secure

Krebs, who had led the Department of Homeland Security’s Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, one of the key federal agencies charged with protecting election security, was fired Tuesday after publicly defending the vote’s integrity in the face of baseless claims suggesting otherwise.ADShortly before his dismissal, Krebs refuted allegations made by the president’s supporters that election systems had been manipulated, tweeting that “59 election security experts all agree, ‘in every case of which we are aware, these claims either have been unsubstantiated or are technically incoherent.’ ”Krebs called Giuliani’s Thursday news conference “the most dangerous 1hr 45 minutes of television in American history. And possibly the craziest.”

Federal prosecutors tell Barr they see no signs of significant voter fraud

Some current and former officials have worried that Barr, one of Trump’s most loyal and outspoken Cabinet secretaries, might marshal Justice Department resources to bolster the president’s unfounded claims. Officials inside the department were particularly distressed when Barr issued a memo allowing investigators to publicly pursue allegations of “vote tabulation irregularities” in certain cases before results are certified, a reversal of past Justice Department policy.ADA group of 16 assistant U.S. attorneys specially assigned to monitor election malfeasance urged Barr last week to rescind the memo, saying they had seen no evidence of substantial anomalies, and the head of the Justice Department’s election crimes branch stepped down to a lower position in protest.But since then, the department has not made any public moves in investigations that might bolster Trump’s claims. And some officials note that Barr’s directive was carefully worded, allowing exceptions only for investigations into anomalies that might change the results of a race. The memo noted explicitly, “Nothing here should be taken as any indication that the Department has concluded that voting irregularities have impacted the outcome of any election.”Updated November 19, 2020

Election 2020: Biden defeats Trump

The latest: Live updates

Election results under attack: Here are the facts.

Biden beats Trump: His victory is a repudiation of Trump, powered by legions of women and minority voters.

Kamala Harris makes history as first woman of color elected vice president.

Biden’s agenda: He plans immediate flurry of executive orders to reverse Trump policies | Who Joe Biden is picking to fill his White House and Cabinet

Victory speeches: Joe Biden transcript | Kamala Harris transcript

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https://twitter.com/i/status/1326369401277468672

In America si risolve. In Europa no.

Stati Uniti: salari in rialzo dello 0,1% a ottobre, poco sotto le attese

Non farm payrolls oltre attese, creati 638mila di posti di lavoro a ottobre USA:

Tasso di disoccupazione sceso al 6,9% a ottobre, più del previsto

Borse europee caute: si attende esito voto presidenziali, occhi anche su employment report Usa

L’ultima seduta della settimana prende il via con una buona dose di cautela, con i listini europei che si prendono una pausa dopo la corsa delle ultime giornate. La giornata si apre con la Borsa di Londra è in altalena (Ftse 100 a -0,01%) mentre quella di Francoforte e di Parigi vedono rispettivamente il Dax e il Cac40 cedere circa lo 0,25% in un scenario debole per via dell’aumento dei contagi da Covid in Europa e delle misure messe in atto dai governi per tentare di arginare questa seconda ondata.Sui mercati regna ancora l’attesa per l’esito del voto delle presidenziali americane (Arizona, Nevada, Georgia, Pennsylvania e North Carolina sono questi gli stati che devono ancora comunicare l’esito del conteggio dei voti). Gli investitori attendono anche l’appuntamento con i dati del mercato del lavoro Usa di ottobre. Come ogni primo venerdì del mese il dipartimento del lavoro Usa pubblica la disoccupazione e le non-farm payrolls.E in questa settimana fitta di appuntamenti per gli Usa, sotto la lente anche le indicazioni giunte ieri dalla Federal Reserve (Fed). Quest’ultima ha lasciato invariata la politica monetaria: il Fomc ha votato all’unanimità per mantenere il tasso sui Fed funds in un intervallo compreso tra 0 e 0,25%. L’istituto centrale guidato da Powell si è inoltre impegnato a utilizzare la sua gamma completa di strumenti per sostenere l’economia statunitense promuovendo in tal modo i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi.

Elezioni Usa, Trump si proclama vincitore in anticipo e la Blue Wave non c’è. Wall Street, dollaro e tassi Treasuries vanno tilt

Mercati alla mercé delle notizie e aggiornamenti sulle elezioni presidenziali Usa: forti le oscillazioni che interessano tutti gli asset finanziari, sulla scia anche del discorso proferito da Donald Trump che si è autoproclamato vincitore dell’Election Day, senza nessuna prova, e prima del completamento del conteggio dei voti. Se c’è una cosa che i mercati non digeriscono è l’incertezza e il rischio che un evento dell’importanza dell’Election Day si trascini senza che si conosca per giorni il vincitore. Rischio che in queste elezioni presidenziali Usa è ben presente visto che, a causa della pandemia da coronavirus, molti americani hanno deciso di votare per posta. Forti sono le oscillazioni che tramortiscono Wall Street: se prima della dichiarazione di Donald Trump i futures sulla borsa Usa salivano, dopo l’autoproclamazione del presidente i contratti hanno azzerato tutti i guadagni, con i futures sul Dow Jones che sono capitolati di ben 300 punti. Alle 10.22 ora italiana il quadro si è però ribaltato. Ora i futures sul Nasdaq sono positivi, rimbalzando di ben il 2%. I futures sul Dow Jones sono invece ancora sotto pressione. A fare da assist al Nasdaq sono i titoli delle mega cap Facebook, Amazon, Apple, Alphabet e Microsoft, che salgono tutti di oltre il 2%. Molto bene anche Netflix. Gli investitori e i trader di Wall Street attribuiscono il trend dei titoli hi-tech e dei futures sul Nasdaq a diversi fattori, tra cui la divisione confermata del Congresso (il Senato ancora ai repubblicani e la Camera dei Rappresentanti Usa ancora ai Democratici), che renderebbe più difficile l’imposizione di tasse più alte sui guadagni in conto capitale delle Big Tech.
Scossoni inevitabili anche sul forex, che ieri pomeriggio scommetteva su una vittoria di Biden, con tanto di sell off sul dollaro, e che ora vede invece il dollaro salire. Motivo? La situazione di incertezza che rischia di aumentare dopo le parole al vetriolo di Trump. I buy sul biglietto verde riportano così l’euro sotto la soglia di $1,17La borsa di Milano è in ribasso, insieme alle altre borse europee. I tassi sui Treasuries Usa decennali sono in calo allo 0,80% – a fronte degli acquisti dei Treasuries stessi.  Da segnalare che prima del discorso di Trump i tassi dei titoli di stato Usa erano volati al record dallo scorso giugno, allo 0,892%.Così gli analisti di IG commentano le virate significative di Wall Street;
“I futures hanno virato in territorio negativo nell’arco delle ultime ore, con i trader che stanno cercando di capire cosa significa l’assenza di una qualsiasi Onda blu – Blue Wave – o rossa. Ci potrebbe volere un po’ di tempo prima di conoscere i risultati finali. Detto questo, in ognuno dei due casi appare improbabile che ci sarà quel tipo di controllo da parte del Congresso di cui c’è bisogno per lanciare un piano anti-COVID il prima possibile. Trump ha parlato delle elezioni come della frode più grande mai perpetrata contro il popolo americano, comunicando che andrà fino alla Corte Suprema, per impedire che vengano conteggiati anche i voti che stanno ancora arrivando. Tutto ciò comporterà una grande incertezza e volatilità neo prossimi giorni”.
Da segnalare che la Blue Wave è quella situazione che si sarebbe venuta a creare nel caso in cui i democratici fossero riusciri ad aggiudicarsi la vittoria alle elezioni presidenziali, conquistando non solo la Casa Bianca ma anche entrambi i rami del Congresso americano, ovvero la Camera dei Rappresentanti e il Senato: uno scenario, questo, sempre meno probabile visto che, in base alle proiezioni, la divisione del Congresso permarrà. Si apprende infatti che i repubblicani manterranno la maggioranza del Senato, a seguito di alcune vittorie cruciali come quelle dei senatori Lindsey Graham del South Carolina, Steve Daines del Montana, Tommy Tuberville dell’Alabama. Curiosità per il Colorado, dove i democratici hanno vinto con un seggio del Senato – in precedenza assegnato a un repubblicano, per lo stato – dopo che il candidato John Hickenlooper ha battuto Cory Gardner. Detto questo, i democratici hanno bisogno di un guadagno netto di quattro seggi per aggiudicarsi il controllo del Senato. La Camera rimarrà nelle mani dei democratici dopo le rielezioni dei deputatiAlexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley. Confermata anche la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, così come il leader della maggioranza del Senato Mitch McConnell è stato rieletto nel Kentucky.Mercati ostaggio delle elezioni presidenziali Usa, da cui non è emerso ancora alcun vincitore. Nelle ultime ore, si è anzi ridotto il divario che vedeva lo sfidante democratico Joe Biden in vantaggio sul presidente americano Donald Trump. Tanto che Trump ha confermato i rumor scoop da incubo, agitando l’ascia di guerra.Prima con un tweet che è stato anche oscurato da Twitter , poi rivolgendosi ai suoi elettori con un discorso proferito nella East Room della Casa Bianca, Trump si è praticamente proclamato vincitore dell’Election Day, minacciando di ricorrere anche alla Corte Suprema degli Stati Uniti.Dalle sue dichiarazioni è emersa tutta la rabbia che di solito caratterizza i complottisti: il presidente ha parlato di “una frode contro il popolo americano”, di “un imbarazzo per il nostro paese”, riferendosi alla possibilità che gli americani stessero ancora votando nonostante la chiusura dei seggi.In realtà, il vero ostacolo alla proclamazione di un vincitore è il fatto che il conteggio dei voti non è ancora terminato: quest’anno, molti americani hanno optato per il voto per posta, fattore che sta rallentando il conteggio. Nessuno stupore per la decisione di Twitter e anche di Facebook di oscurare il tweet-post, visto che il presidente ha anche accusato i democratici di “rubare” le elezioni, con la parola “STEAL” scritta in caratteri cubitali.Dal canto suo, un Joe Biden decisamente più moderato nei toni si è detto fiducioso nella possibilità di vincere le elezioni presidenziali, e ha invocato contestualmente pazienza per il conteggio dei voti. “Dovremo essere pazienti – ha detto, parlando da Delaware – fino a quando il duro lavoro del conteggio dei voti non sarà completato”.

OCCHIO AI GRANDI ELETTORI, ORA TRA TRUMP E BIDEN E’ TESTA A TESTA

Ma qual è la situazione in cui versano i due sfidanti? Allo stato attuale delle cose, Donald Trump si è aggiudicato i voti di 213 grandi elettori, rispetto ai 238 incasssati da Joe Biden. Da segnalare che, come sempre, saranno i grandi elettori a decidere il destino dell’America. Il presidente degli Stati Uniti non è eletto infatti dal voto popolare, ma dal collegio elettorale, composto da 538 grandi elettori. Per diventare presidente, il candidato deve assicurarsi la maggioranza semplice dei voti, ovvero 270 voti. Il numero dei grandi elettori relativo a ogni Stato è proporzionale alla popolazione dello stato stesso. Chi vince il voto popolare di norma si assicura i voti di tutti i grandi elettori di quello stato, in base alla regole “Winner Takes it all”, ovvero “Il vincitore prende tutto”. Ci sono però alcune eccezioni, come dimostra il caso del Nebraska. Secondo le proiezioni di NBC News, Trump avrebbe vinto nel Nebraska, aggiudicandosi tuttavia il sostegno di soli tre dei cinque elettori dello stato. Sebbene la maggior parte degli stati Usa assegni tutti i voti del loro collegio elettorale al vincitore dei voti popolari dello stato in questione (E Trump ha vinto nello stato del Nebraska in termini di voto popolare), il Nebraska e il Maine sono un’eccezione alla regola del “winner takes it all”.Finora, i seggi sono stati chiusi in tutti i 50 stati americani, anche se i risultati sono stati diramati solo da 39 stati: Biden avrebbe vinto secondo le proiezioni in Arizona, Minnesota, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Hawaii, Illinois, Maryland, Virginia, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon, Rhode Island, Vermont e nello stato di Washington. Trump si sarebbe aggiudicato il sostegno dell’ Alabama, Arkansas, Florida, Idaho, Indiana, Iowa, Kansas, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, Montana, North Dakota, Nebraska, Ohio, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas e Wyoming. In particolare, si mette in evidenza la vittoria di Trump in Florida, che Biden sperava di conquistare.Alta rimane la trepidazione per gli esiti del voto di alcuni stati in bilico, i cosiddetti swing states, che non sono stati ancora diramati. I funzionari elettorali di Michigan, Wisconsin e Pennsylvania hanno reso noto infatti che non ci sarà stanotte (in America sono ora le 3.50 di mattina) nessun annuncio su chi avrà vinto

Elezioni Usa: come si stanno muovendo i mercati alla vigilia del voto?

Biden guida i sondaggi, ma niente esclude un recupero di Trump. Florida, Arizona e Texas, gli stati più pesanti in termini di grandi elettori, ancora in dubbio. Stabile il dollaro, gli indici di Wall Street tentano il rimbalzo

Mancano poche ore all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. Oltre 69 milioni di cittadini Usa hanno già votato con una settimana di anticipo, di cui circa 58 milioni per posta: si tratta di oltre il 50% sul totale dei voti che vennero espressi nel 2016.

Manca il voto degli elettori più giovani, che tendono a votare in presenza – e che, presumibilmente, faranno pendere l’ago della bilancia dalla parte del candidato democratico, l’ex vice di Barack Obama, Joe Biden.

Lo stesso Biden che comunque, a poche ore dal voto, guida i sondaggi. Le preferenze arrivate finora lasciano intendere che il candidato democratico starebbe ricevendo la maggior parte dei consensi dei voti pervenuti per posta. Dei circa 26 milioni di voti registrati per posta, quelli assegnati agli iscritti alle liste democratiche ammontano al 51,3% mentre solo il 25,5% è arrivato da iscritti alle liste elettorali repubblicane.

Al contrario, gli elettori che hanno fatto ricorso al voto anticipato tenderebbero ad aver votato per il suo sfidate, il repubblicano e attuale presidente in carica Donald Trump, con un vantaggio del 41,7% contro il 36,9% dei democratici.

Mancano all’appello ancora 30 milioni di schede elettorali spedite agli elettori e non ancora rientrare – di cui 11 milioni destinate ad elettori dem.

I battleground states

Anche in queste ultime ore i sondaggi confermano l’andamento particolarmente stabile della campagna elettorale : dallo scorso giugno Biden è in testa con circa il 51% delle preferenze, rispetto al 42% di Trump.

Oltre però alle modalità di voto di cui sopra, e alla maniera in cui tali voti verranno conteggiati (probabile assistere a una scalata dell’ultimo minuto di Trump, quando lo scrutinio dei voti per posta sarà terminato e resteranno solo quelli in presenza?), l’altra grande incognita sono i cosiddetti “campi di battaglia”: i battleground (o swing) states in grado di ribaltare l’esito del voto.

Breve panoramica sul voto Usa

Negli Stati Uniti non basta la maggioranza del consenso popolare: serve anzitutto quella dei grandi elettoriHillary Clinton, sfidante democratica di Trump nel 2016, lo sa bene.

I grandi elettori sono 538: due senatori per stato, deputati in proporzione alla popolazione e tre per il District of Columbia. L’aspirante nuovo inquilino della Casa Bianca deve conquistarne almeno 270 e li conquista stato per stato, secondo un sistema elettorale maggioritario noto come “winners-take-all”: chi ottiene la maggioranza in uno stato, prende tutti i voti assegnati a quello stesso stato.

Dove si consumerà lo scontro sulle elezioni Usa?

Nello specifico, in questo caso ci sono in ballo ancora l’Arizona, 11 grandi elettori; il Wisconsin, 10; Pennsylvania, Michigan, South Carolina, Georgia, tra i 15 e i 20; l’Ohio (che ha sempre finito col votare per il candidato che avrebbe vinto le elezioni), 18; ma, soprattutto, Florida e Texas, rispettivamente 29 e 38 grandi elettori.

Come si stanno muovendo i mercati finanziari?

Ormai accantonata la prospettiva si un nuovo pacchetto di stimoli fiscali in funzione anti-pandemica prima del voto, in cui la speaker della Camera dei Rappresentanti, la democratica Nancy Pelosi, ha continuato a sperare fino alla settimana scorsa, gli operatori di mercato si concentrano totalmente sulle elezioni Usa.

Secondo le previsioni del sito Five Thirty Eight, il candidato democratico Joe Biden ha il 90% di probabilità di battere il presidente Donald Trump. Un esito certo del voto aiuterebbe al rialzo gli azionari statunitensi, che temono invece l’ipotesi, niente affatto remota, di una contestazione del voto da parte di Trump.

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