ELON MUSK teme il +1000% -50% ?

Torniamo a parlare di ELON MUSK e della sua “creatura” TESLA.

ELON MUSK teme il +1000% -50% ?

L’idea base che questo titolo fosse stato “programmato” con gli algoritmi HFT per “un ricalco” dello stesso up trend che fece AMAZON è stata esposta il 13 Novembre 2019 in una delle migliori analisi/studio di algoritmi fatta da SFI TRADING ADVISOR negli ultimi 27 mesi :

Tesla una nuova Amazon ?

Ebbene ad oggi (vedi ultima analisi su TESLA TESLA una nuova Amazon ? 4.0 ) con il top raggiunto di 3035$ (607×5 Post-Split) raggiunto il 30 Novembre 2020 siamo a -515$ dall’attuale top storico di AMAZON che è di 3550$.

Quindi possiamo rispondere alla domanda che ci facevamo il 13 Novembre 2019

Tesla una nuova Amazon ?

con un SI, almeno nell’algoritmo che è sostanzialmente e senza alcun dubbio identico.


AGGIORNAMENTO 30 NOVEMBRE 2020

TESLA – TSLA.O 607,80$

da 380×5=1900$ a 408×5=2040$ a 607×5=3035$


MA QUALE E’ LA DIFFERENZA , A OGGI

TRA TESLA E AMAZON ?


AMAZON ha impiegato 20 anni di quotazione per raggiungere 3550$

TESLA da 350 a 3035$ dal 13 Novembre 2019 al 30 Novembre 2020 (1 anno)


La cosa ha sorpreso anche noi  (piacevolmente sia chiaro ), visto che  in questo articolo  The Power of Electric Mobility avevamo proprio parlato di un ventennio per arrivare a 2050$ , mentre TESLA è già arrivata a 3035$ l’anno seguente la nostra analisi Tesla una nuova Amazon ?.

Quindi possiamo sicuramente dire una cosa senza tema di smentita :

ALGORITMO HFT “PROGRAMMATO”  TESLA = AMAZON    IDENTICO

TEMPI PER RAGGIUNGERE LE QUOTAZIONI                           DIFFERENTI

1/20 PER TESLA

(escludendo quanto precede il raggiungimento di 350$ sempre Pre-Spin 5-1)


E questa è una differenza che non solo noi , ma anche lo stesso ELON MUSK ha notato ovviamente.

Tesla, rally da urlo spaventa anche Elon Musk: ‘titolo troppo alto’.

Elon Musk scrive una lettera ai propri dipendenti, da cui emerge un certo timore per il futuro del suo gruppo.Quel balzo di quasi +600% che il titolo ha messo a segno da inizio anno, confermandosi tra i migliori del 2020 a dispetto della pandemia, inizia a essere quasi scomodo per il ceo. In una email ai dipendenti riportata dalla CNN, Musk ha fatto notare però la nota dolente dei margini di profitto, che sono decisamente bassi, pari ad appena l’1%, e ha aggiunto, anche, che i livelli attuali del titolo riflettono (come fanno d’altronde sempre i mercati) le aspettative degli investitori sui profitti futuri, piuttosto che i risultati di bilancio recenti.
“Se mai si renderanno conto che tutto ciò non accadrà – ha avvertito il ceo – il nostro titolo farà la stessa fine di un soufflé colpito da un martello!“, ha scritto nell’email inizialmente riportata da Electrek.
Tesla non ha risposto alla richiesta di commenti sull’email inviata dal fondatore e ceo.


TORNIAMO AL NOSTRO ARTICOLO


Gli HFT hanno una tale precisione e “costanza” nel raggiungere le quotazioni che sono state programmate , che a nostro modo di vedere alla fine i 3500/3550$ (700-710$x5 Post Spin 5-1) verranno raggiunti , ma quanto dice ELON MUSK è sicuramente condivisibile.

E quindi una certa “curiosità” di vedere cosa accadrà quando TESLA avrà raggiunto lo stesso top di AMAZON 3550$ (700/710$x5 Post Spin 5-1) c’è già ora .

Chi ha in PTF TESLA da 350$ (Pre-Spin 5-1) si troverà un 1000% al raggiungimento di 3550$ (700/710$ x5 Post Spin 5-1) e sarà sicuramente molto contento.

MA ATTENZIONE alla REGOLA NON SCRITTA del RISCHIO

+1000% -50%

tante volte da noi vista in questi 20 anni di Mercati.

Forse anche ELON MUSK la conosce ?

Vista la mail che ha scritto ai propri dipendenti, forse si.

Magari non andrà così…….o magari si.

Nel dubbio , abbiamo preferito dirlo ora…..che a cose fatte come da Mission SFI

Chiudiamo con un’ultima considerazione :

La stima come “uomo” per ELON MUSK dopo quella email ai suoi dipendenti  è ulteriormente cresciuta e sul lungo termine la sua onestà verrà sicuramente ricompensata.

(anche se nel frattempo magari gli HFT metteranno in scena il +1000% -50%).

Ad Maiora !

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AGGIORNAMENTO 5 MARZO 2021

TESLA ha perso 710=3550

Denaro529,00Lettera529,53

529×5=2645 -1855 da 4500

-42% dai massimi

unica differenza non da 710 ma da 900

ANCHE QUESTA ANALISI RIENTRA DI DIRITTO

TRA LE GOLD IDEA DI SFI TRADING ADVISOR

ARTICOLO CHIUSO 5 MARZO 2021

tesla

AGGIORNAMENTO 31 DICEMBRE 2020

1000% 350 (pre-spin 1-5) – 3500 (700/710 post spin 1-5) 31-12-2020

ESEGUITO

ANTICIPO INTENZIONI DELLE MANI FORTI DI BEN 12 MESI SUGLI EVENTI

DA PARTE DI SFI TRADING ADVISOR

ORA CI SARA’ DA VEDERE COSA HANNO IN TESTA I GIOSTRAI A SEGUIRE.

TESLA – TSLA.O 710,00$

da 380×5=1900$ a 408×5=2040$ a 666×5=3550$

Raggiunti prima coppia Target 2900/2940 27-11-2020

1900(380×5)—1979(395,8×5)—2136(427,5×5)—2650(530×5)—2900/2940(580-588×5)

Superata area 2650(530×5) e sopratutto 2900/2940(580-588×5)

vedremo top superiori a 3050 (610×5)  centrato 7-12-2020

e 3500/3550 (700-710×5) 3500/3550 centrati 31-12-2020

TESLA

DIFFICILE NON RICORDARE QUANTO ACCADUTO PER VW

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NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

Gli ETF di Ark Invest continuano a scaricare Tesla. La strategia di Cathie Wood con tanto di target price

16/09/2021

Ottobre 2020: “Ark Invest di Cathie Wood spiazza tutti, sono cinque i fondi presenti nella top degli ETF del 2020. Di mezzo il miracolo Tesla”.

Settembre 2021: dall’inizio del mese gli ETF di Cathie Wood hanno venduto le azioni del colosso produttore di auto elettriche per un valore di $266 milioni circa.

Nella giornata di mercoledì, in particolare, stando ai dati aggiornati, relativi alle operazioni di trading di Ark Investment, gli ETF ARK Innovation e ARK Next Generation Internet hanno venduto più di 81.600 azioni Tesla, per un valore di $62 milioni.

Questa somma va aggiunta agli smobilizzi effettuati nell’intero mese di settembre, che hanno interessato più di 350.000 azioni del gigante EV fondato da Elon Musk.

ETF Ark Invest e Tesla: luna di miele finita? Non proprio

La luna di miele tra gli ETF di Cathie Wood e Tesla è finita? Niente affatto.

Intanto, il titolo si conferma la principale partecipazione detenuta dagli ETF, stando ai dati riportati da Bloomberg. Inoltre, Wood continua ad attribuire all’azione TSLA un target price di $3000, fattore che implica un margine di rialzo di ben +300% rispetto al valore a cui il titolo ha chiuso la sessione di giovedì scorso, attorno a $755.

La scelta di Wood si spiega con la strategia che caratterizza i suoi fondi: vendere periodicamente alcune quantità dei titoli vincenti per puntare su altri target.

L’anno scorso, nello spiegare il motivo per cui aveva ridotto la propria quota in Tesla, in un colloquio con la Cnbc la stessa Wood aveva definito la mossa “una gestione saggia di portafoglio” per controllare le dimensioni delle posizioni dei suoi fondi.

Bloomberg precisa in ogni caso che gli aggiornamenti forniti da Ark Invest riflettono i cambiamenti di portafoglio lanciati dal team di investimento della società, escludendo al contempo altre attività come le offerte pubbliche: i dati vanno interpretati dunque cum grano salis.

Tesla: dopo rally +700% a che punto siamo?

La scommessa Tesla ha dato ad Ark Invest i suoi frutti soprattutto nel 2020 quando è arrivata la notizia sul fatto che, tra i fondi ETF migliori del 2020, ben cinque erano di Ark Invest.

Il merito era stato proprio di Tesla, le cui quotazioni nell’anno del Covid-19 avevano incassato un rally del 700%.

Tra i magnifici cinque, spiccava l’ETF a gestione attiva ARK Next Generation Internet ETF, che aveva garantito nel 2020 un ritorno di quasi +110%, dopo balzi del 220% e del 511% rispettivamente nei tre e cinque anni precedenti.

Le cose, nei mesi successivi, non erano  andate poi tanto bene, se si considera che, nel mese di maggio, veniva segnalato come l’Ark Innovation Fund ETF fosse capitolato di ben il 35% dai record di inizio anno.

Il trend poco confortante del titolo Tesla nella prima metà del 2021 è stato tuttavia ribaltato soprattutto da qualche mese a questa parte.

Dalla metà di maggio, le quotazioni di Tesla sono rimbalzate infatti del 34% circa. Cathie Wood avrà dunque pensato bene di passare all’incasso.

Tesla, crisi globale chip: Elon Musk annuncia rinvio Tesla Roadster al 2023

02/09/2021

Elon Musk, numero uno di Tesla, ha annunciato via Twitter che il lancio del Tesla Roadster sarà posticipato al 2023, a causa della crisi globale dei chip, che sta provocando continui problemi alla catena di approviggionamento delle aziende di tutto il mondo.

“Il 2021 continua a essere un anno di carenze super folli nelle catene di offerta, dunque non importa se abbiamo avuto 17 nuovi prodotti, visto che nessuno di questi sarà consegnato”, ha twittato il ceo del colosso di auto elettriche.

Il nuovo Tesla Roadster avrebbe dovuto essere lanciato, nei progetti originali del gruppo, già nel 2020.

Ecco il Tesla Bot, Elon Musk presenta il robot umanoide che farà i lavori “brutti e noiosi”

20/08/2021

Tesla costruirà un robot umanoide chiamato Tesla Bot. Nell’ambito dell’AI Day il numero uno di Tesla, Elon Musk, ha annunciato la grande novità che ha in serbo con il primo prototipo che dovrebbe arrivare nel 2022. “Siamo anche bravi con i sensori e le batterie e probabilmente avremo un prototipo l’anno prossimo che assomiglia a questo”, ha detto Musk che nella presentazione si è avvalso di un attore in una tuta progettata per assomigliare al robot Tesla. Musk ha subito specificato che non era un vero robot, ma “il Tesla Bot sarà reale”.

Come sarà il Tesla Bot? “Sarà buono, ovviamente, e vivrà in un mondo fatto per gli umani eliminando compiti pericolosi, ripetitivi e noiosi“, ha assicurato Musk. Quindi un robot atto ad affiancare l’uomo, aiutarlo nei lavori più gravosi, non per sostituirlo. A detta di Musk il robot umanoide a regime sarà in grado di fare anche cose del tipo andare al negozio e comprare dei generi alimentari o cose simili. 

I primi dettagli tecnici del Tesla Bot 

Sono statti svelati anche alcuni dettagli tecnici. Il Tesla Bot sarà alto 176 centimetri, per 56 chilogrammi di peso e sarà in grado di trasportare pesi fino a 20 kg e di muoversi ad una velocità di circa 8 km/h. Musk ha affermato che il robot, nome in codice “Optimus”, si basa sugli stessi chip e sensori utilizzati dalle auto di Tesla per le funzioni di guida autonoma.

Dal robotaxi alle tegole solari, i tanti annunci roboanti del recente passato

Ancora una volta Musk ha voluto anticipare i tempi annunciando una innovazione entusiasmante per dipendenti, fan e investitori, ma su cui ancora c’è poco di concreto. In passato l’istrionico imprenditore, che con il boom di Tesla in Borsa nell’ultimo anno è arrivato a essere l’uomo più ricco del mondo, ha annunciato l’arrivo di nuovi prodotti con tempistiche poi non rispettate. Nel corso dell’Autonomy Day dell’aprile 2019, Musk affermò che la società avrebbe messo in strada 1 milione di robotaxi autonomi nel 2020 e a tutt’oggi non ha rispettato tale promessa. Un parziale flop a cui Tesla sta ancora lavorando è il Solar Roof (tegole solari) annunciato nell’ottobre 2016 e la cui diffusione ha subito continui ritardi.

Big Short Michael Burry alza scommessa su crollo Tesla, nel mirino anche l’ETF simbolo di Cathie Wood

17/08/2021

Michael Burry, l’investitore reso famoso dal film ‘The Big Short‘, alza la posta su Tesla continuando a scommettere sul crollo del titolo del colosso delle auto elettriche. A finire nel mirino di Burry c’è anche un altro volto ormai famoso di Wall Street, ossia Cathie Wood e la sua Ark Invest.

Nel dettaglio emerge che la Scion Asset Management di Burry possiede contratti ribassisti contro 235.500 azioni dell’ARK Innovation ETF alla fine del secondo trimestre. La nuova posizione è stata valutata a quasi 31 milioni di dollari. ARK Innovation ETF è il principale fondo quotato di Cathie Wood e ha attirato miliardi nell’ultimo anno dopo che le sue scommesse tematiche incentrate sulla tecnologia hanno trionfato sul mercato nel 2020. Successo dell’ARK ETF che ha perso slancio nella prima metà del 2021 complici le preoccupazioni per i prezzi elevati di alcuni titoli tech e l’accelerazione inflazione. Un contratto put conferisce a Scion il diritto di vendere azioni dell’ETF prima di una certa data e ad un prezzo precedentemente concordato. Il suo valore aumenta se le azioni scendono al di sotto della soglia.

Burry ha avvertito per mesi di valutazioni insostenibili sul mercato. A giugno, ha avvertito che gli investitori retail potrebbero essere coinvolti nella “madre di tutti i crash” investendo in criptovalute e meme stock.

Michael Burry, che nel 2008 ha fatto guadagnare al suo fondo d’investimento circa 2,6 miliardi di dollari scommettendo un miliardo di dollari sul crollo del mercato immobiliare americano, ha anche incrementato la sua scommessa short contro Tesla, che risulta anche il principale titolo dell’ARK Innovation ETF.

Le altre mosse di Mr Big Short

Burry ha aumentato le sue scommesse ribassiste contro il produttore di veicoli elettrici, con 1.075.500 azioni Tesla rispetto alle 800mila circa del primo trimestre.

The Big Short nel corso dello scorso trimestre ha apportato diverse altre modifiche al suo portafoglio: ha acquistato opzioni di chiamata rialzista su Walmart, Cardinal Health e McKesson; di contro ha venduto sue partecipazioni in Occidental Petroleum, Meredith e Zymeworks.

Nelll’ultimo anno Burry è finito sotto i riflettori perché ha contribuito a spianare la strada alla frenesia di acquisto di GameStop all’inizio di quest’anno investendo nel rivenditore di videogiochi. Burry ha acquistato una partecipazione in GameStop nel 2019 perché ha stabilito che il titolo era sottovalutato. Ha scritto tre lettere ai capi del rivenditore di videogiochi, esortandoli a riacquistare azioni. Burry l’ha descritta come “un’opportunità senza precedenti” per “portare a termine forse il riacquisto più consequenziale e favorevole agli azionisti nella storia del mercato azionario con eleganza e furtività”.

Tesla: autorità Usa apre indagine su sistema pilota automatico, titolo giù nel pre-market

16/08/2021

Tesla nel mirino dei regolatori Usa. In particolare sotto la lente è finito il sistema di assistenza alla guida Autopilot. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha aperto un’indagine formale di sicurezza sul sistema Autopilot presente in circa 765.000 veicoli Tesla negli Stati Uniti.

Dal gennaio 2018 l’NHTSA ha identificato 11 incidenti in cui i modelli Tesla hanno incontrato scene di primo intervento e successivamente hanno colpito uno o più veicoli coinvolti in quelle scene. Incidenti che hanno provocato 17 feriti e un decesso.

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha dichiarato che dal gennaio 2018 ha identificato 11 incidenti in cui i modelli Tesla “hanno incontrato scene di primo intervento e successivamente hanno colpito uno o più veicoli coinvolti in quelle scene”. Ha detto di avere notizie di 17 feriti e un decesso in quegli incidenti. Quest’anno gli incidenti sono stati quattro.

Tesla: Musk vola a Berlino per discutere sul nodo Gigafactory europea

12/08/2021

L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, è in Germania dove ha incontrato i vertici del Land del Brandeburgo per parlare dello stato avanzamento lavori per la costruzione della Gigafactory di Berlino. Il ministro dell’Economia del Brandeburgo, Jörg Steinbach, ha riferito via Twitter che Musk ha ribadito l’importanza per la sua azienda di rispettare il programma per la costruzione della gigafabbrica nello stato tedesco del Brandeburgo.
L’incontro tra Musk e i vertici del Land precede di qualche giorno la visita alla Gigafactory organizzata da Armin Laschet, uno dei candidati alla successione del cancelliere Angela Merkel.

L’avvio della gigafactory da 5,8 miliardi di euro, che produrrà batterie e auto elettriche, è stato posticipato a fine 2021 dopo aver incontrato la resistenza locale a causa delle preoccupazioni ambientali. In tal senso, l’agenzia per l’ambiente del Brandeburgo deve ancora dare l’approvazione definitiva il progetto e questo potrebbe comportare un ulteriore ritardo.

Tesla nei guai in Cina, ecco i motivi dietro lo sboom delle consegne. Adesso NIO & co. sono pronte allo storico sorpasso

10/08/2021

I cinesi voltano le spalle a Tesla. I dati di luglio del mercato auto cinese evidenziano uno sboom delle consegne di modelli Tesla nel territorio cinese e il colosso di Elon Musk inizia a sentire il fiato sul collo delle rivali cinesi. Adesso andrà verificato se il passo falso sarà solo momentaneo o perdurerà nei prossimi mesi.

Tesla ha venduto a luglio 32.968 veicoli fabbricati in Cina, compresi quelli destinati all’esportazione, sostanzialmente in linea con il mese precedente (-0,6%). Quello che però salta all’occhio dai dati diffusi oggi dalla China Passenger Car Association (CPCA) è che il leader mondiale delle auto elettriche, che produce berline Model 3 e la sportiva Model Y a Shanghai, ha evidenziato un crollo delle consegne di auto elettriche destinate al mercato cinese, che sono state appena 8.621 unità, in calo del 69% da giugno, quando lo stabilimento Tesla di Shanghai aveva spedito 28.138 auto al mercato locale. Le esportazioni sono invece balzate a 24.347 contro 5.017, con la maggior parte di quei veicoli destinati all’Europa.

I possibili motivi del dietrofront di luglio

Il drastico calo delle consegne in Cina è da imputare alla pubblicità negativa che ha preso di mira il colosso di Elon Musk ed è culminata nel maxi-richiamo di quasi 300mila modelli che l’azienda ha venduto nel paese.

Tra i possibili motivi del crollo può essere stato anche l’annuncio della versione più economica del crossover Model Y costruito localmente, che potrebbe aver indotto alcuni clienti a ritardare il loro acquisto in vista dell’arrivo sul mercato del nuovo modello, la cui consegna partirà nei prossimi mesi. La versione standard partirà da 276.000 yuan (42.600 dollari) al netto dei sussidi governativi, circa il 20% in meno rispetto all’originale Model Y a lungo raggio.

NIO e le altre mai così vicine al colosso di Elon Musk

Sul mercato cinese il colosso di Elon Musk deve fare i conti con l’agguerrita concorrenza delle startup di veicoli elettrici locali capitanate da Nio, Xpeng Inc. e Li Auto, con quest’ultima che ha appena raccolto 1,5 miliardi di dollari nella sua quotazione a Hong Kong. Li Auto è stata anche quella che ha guidato le consegne di auto tra i tre player EV con 8.589 veicoli venduti a luglio, mentre Xpeng ha venduto 8.040 veicoli il mese scorso e Nio poco meno (7.931). Numeri che per la prima volta sono vicini a quelli registrati da Tesla.

Complessivamente, le vendite di auto in Cina sono scese del 6,4% a luglio a 1,52 milioni di unità. In controtendenza ancora una volta le vendite di veicoli green (auto elettriche e ibride plug-in) che sono aumentate di quasi il 170% rispetto all’anno precedente a 222 mila unità con BYD in prima fila con oltre 50mila modelli venduti

Tesla corre nel pre-market, Jefferies alza giudizio a buy

09/08/2021

Verso un avvio positivo il titolo Tesla dopo che Jefferies ha alzato la sua raccomandazione sul produttore di auto elettriche a buy dal precedente neutral. Jefferies vede un potenziale upside del 22% per il titolo.

Nel pre-market Tesla sale dell’1,57% a 710 dollari.

tesla

Tesla: per Goldman Sachs azioni sono da comprare, ecco perché

Tesla: per Goldman Sachs azioni sono da comprare, ecco perché

Le quotazioni di Tesla stanno tenendo con il fiato sospeso gli investitori. 

Il titolo TSLA infatti dopo aver conosciuto un 2020 da record, sembra arrancare in questo 2021. Dopo i record di gennaio, in cui ha toccato i 900 dollari, le azioni sono “crollate” e oggi valgono 642 dollari circa.

Adesso l’attenzione degli investitori è proiettata a lunedì 26 luglio quando l’azienda di Elon Musk renderà noti i risultati del secondo trimestre del 2021. Gli analisti si aspettano dati positivi considerato che Tesla ha raggiunto un nuovo record di auto vendute: 200.000 nel trimestre aprile-giugno 2020. Il dato, sebbene inferiore alle attese (207.000 secondo le previsioni, 201.000 nella realtà), è comunque ottimo: più del doppio di un anno fa. 

Va detto però che nello stesso periodo, nel 2020, la pandemia obbligava fabbriche e concessionari a chiudere i battenti in tutto il mondo.

A farla da padrone nelle vendite sono le Tesla Model 3 e Model Y di cui sono stati venduti circa 199.000 modelli. Adesso l’obiettivo di Elon Musk è arrivare a 900.000 o anche un milione di veicoli venduti in tutto il 2021. 

Tutto questo sta avvenendo nonostante problemi di produzione legati all’approvvigionamento di materiali. Mancano infatti i microcontroller, ovvero le schede madri che collegano i circuiti elettrici delle auto, e di cui Tesla chiaramente non può fare a meno

Tesla sta inoltre affrontando non pochi problemi legati alla sicurezza. Ad aprile infatti un incidente negli Stati Uniti, a Houston, in Texas, ha visto due persone perdere la vita. La particolarità era che nessuno era alla guida: gli occupanti si erano affidati alla guida automatica della Tesla, ma qualcosa non è andato per il verso giusto, l’auto è uscita di strada, schiantandosi e prendendo fuoco. Questo episodio ha destato preoccupazioni.

A questo si aggiunge anche il fatto che in Cina oltre 285.000 veicoli sono stati “richiamati” per problemi al software di assistenza alla guida. Per i proprietari è stato necessario procedere ad un aggiornamento del sistema. 

Le previsioni per le quotazioni di Tesla

Al netto dei problemi e delle polemiche, gli analisti restano ottimisti per il prezzo delle quotazioni di Tesla. 

Secondo Goldman Sachs gli utili attesi salgono da 84 a 94 centesimi per azione. Il prezzo delle azioni invece nel 2021 può arrivare fino a 860 dollari, +30% rispetto alle quotazioni attuali. 

Tesla sta attraversando un momento non facile in Borsa, complice i problemi di sicurezza riscontrati dalle proprie auto in Cina. GS però ritiene che le azioni saliranno

A Wall Street ancora vendite sul titolo Tesla. Dopo il -2,5% patito nella seduta di Borsa di ieri, le azioni di Palo Alto al momento fan segnare un calo dello 0,67% a 664,09 dollari. Sembrano lontani i tempi in cui il rally del produttore di auto elettriche sembrava inarrestabile, anche quando tutto il mercato azionario manifestava segni di instabilità. Dal record storico raggiunto a gennaio 2021 a 900 dollari, la compagnia guidata da Elon Musk ha lasciato per strada circa il 25% del suo valore.

Il 2021 non è stato molto benevolo per Tesla, impelagata in molte vicende riguardo la sicurezza delle auto, soprattutto in Cina che è il mercato più grande del mondo. La carenza dei semiconduttori ha dato il colpo di grazia all’azienda condizionando fortemente la produzione in tutti i suoi stabilimenti.

Così, dall’inizio dell’anno il titolo è in calo del 5,3%, cosa che risalta di più se lo si paragona al guadagno del 16% dell’indice S&P 500. Adesso gli investitori sono concentrati sui prossimi dati trimestrali che verranno pubblicati il 26 luglio, prestando molta attenzione sulle vendite effettuate.

Goldman Sachs: le azioni Tesla sono da comprare

L’analista Mark Delaney di Goldman Sachs rimane ottimista sul titolo, nonostante le oggettive difficoltà della società californiana. Secondo l’esperto, la chiave di volta per Tesla potrà essere l’aggiornamento alla Model Y, che costituirebbe una fonte di guadagni notevole. Il cavallo vincente sarà rappresentato ancora una volta dalla Cina, perché la gamma di produzione lì potrà usufruire di una batteria LFP molto più economica.

Gli stabilimenti nel territorio cinese saranno utilizzati anche per produrre le auto per l’Europa, almeno fin quando non entrerà in funzione l’impianto di Berlino, tra il 2021 e il 2022. Il mercato cinese rimane fondamentale anche e soprattutto per via dei sussidi elargiti dal Governo per la produzione di auto non inquinanti.

A giudizio di Delaney, anche le preoccupazioni degli investitori in relazione alla sicurezza non sono così allarmanti. Una donna a Shangai ha organizzato una protesta contro Tesla per la gestione riguardo il sistema dei freni e alcuni della carta stampata hanno ipotizzato che, in virtù di queste vicende, gli ordini dei veicoli targati Tesla siano diminuiti in Cina del 50%.

Per l’analista di Goldman Sachs le vendite sono in ripresa a seguito della protesta, grazie a un aumento del 28% del mese di giugno rispetto a maggio. Nel secondo trimestre, Palo Alto ha già consegnato 201 mila auto, in linea con le previsioni degli analisti. Inoltre, se si considera l’intero semestre, le immatricolazioni sono arrivate a 387 mila.

Goldman Sachs: il target price per le azioni Tesla

Alla luce di queste considerazioni, Mark Delaney ha aumentato le prospettive di profitto nella pubblicazione della trimestrale di Tesla, portando gli utili attesi da 84 a 94 centesimi per azione. Di conseguenza, l’esperto ha mantenuto il rating buy sul titolo con prezzo obiettivo a 860 dollari per i prossimi 12 mesi, quindi con uno spazio di rialzo del 30% rispetto alle quotazioni attuali.

Tuttavia, lo strategist di Goldman individua 3 rischi che possono far rallentare la corsa del titolo. Innanzitutto, la crisi dei semiconduttori che potrebbe frenare fortemente l’offerta, in secondo luogo l’aumento dei costi di trasporto dovuto alla crescita delle quotazioni del carburante, infine l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle componenti di assemblaggio.

Elon Musk a processo per acquisto da 2,6 mld $ di SolarCity. Mr Tesla difende operazione, rischia di dover pagare risarcimento monstre

12/07/2021

Elon Musk difende l’acquisizione di SolarCity da parte di Tesla. L’operazione da 2,6 mld di dollari, risalente al 2016, è nel mirino di fondi pensione sindacali e gestori patrimoniali che hanno intentato una causa sostenendo che il consiglio di amministrazione di Tesla avrebbe acquistato SolarCity proprio mentre stava per finire i soldi. Musk possedeva una quota del 22% in SolarCity, fondata dai suoi cugini.

Musk nega che l’accordo fosse un salvataggio di SolarCity. “Dal momento che si trattava di una transazione stock-for-stock e possedevo quasi esattamente la stessa percentuale di entrambi, non c’era alcun guadagno finanziario”, ha detto il ceo di Tesla. Musk, che si è presentato con abito scuro, camicia bianca e cravatta scura, ha affermato inoltre che per anni prima dell’accordo con SolarCity vedeva l’azienda di pannelli solari come una parte naturale della transizione verso l’energia sostenibile. Musk ha specificato di non avere il controllo della nomina dei membri del CdA o il loro compenso e che hanno negoziato l’accordo con SolarCity e le sue condizioni economiche senza la sua influenza.

La testimonianza di Musk dà il via a un processo di due settimane a Wilmington, nel Delaware. Gli azionisti hanno chiesto alla corte di ordinare a Musk di rimborsare a Tesla quanto speso per l’accordo, che rappresenterebbe una delle più grandi sentenze mai pronunciate contro un singolo individuo.

Tesla entra nello S&P 500 e gli investitori perdono soldi. Ecco cosa sta succedendo

L’ingresso di Tesla nell’S&P 500 è costato ad alcuni investitori ben 41 punti base dei loro portafogli, 410 euro ogni 100 mila euro investiti.

di Pietro Pisello , pubblicato il 05 Luglio 2021 alle ore 13:59

L’ingresso di Tesla nell'S&P 500 è costato ad alcuni investitori ben 41 punti base dei loro portafogli, 410 euro ogni 100 mila euro investiti.

L’ingresso di Tesla nello S&P 500 è costato agli investitori oltre 45 miliardi di dollari da dicembre.

Il pioniere dei veicoli elettrici era già la settima società quotata al mondo quando è stato finalmente ammesso all’interno dell’indice S&P 500 alla fine del 2020, più di un decennio dopo essere entrato in altri indici come il Russell 1000.

Le azioni Tesla erano aumenta di ben il 764% nei 12 mesi precedenti a questo ingresso, per poi scendere nei sei mesi successivi. Parallelamente, il titolo che è dovuto uscire dallo stesso indice, Apartment Investment and Management (AIV), è cresciuto del 48%.

Tesla e lo strano fenomeno del ribilanciamento degli indici

Secondo Rob Arnott, presidente di RA, questo ribilanciamento è costato agli investitori 41 punti base dei loro portafogli.

“AIV ha superato Tesla con un margine enorme”, ha detto Arnott. “Un pensionato che, ad esempio ha acquistato delle quote di un ETF sull’S&P 500 per 100 mila dollari, senza questo bilanciamento avrebbe potuto guadagnare ben 410 dollari in più. Sfortunatamente, questo costo è totalmente inosservato perché è integrato nella performance dell’indice”.

Fenomeni di questo tipo, si sono già visti diverse volte. Circa il 65% dei nuovi entranti, scrive il Financial Times, vede i propri prezzi delle azioni salire tra il giorno in cui viene annunciata la loro imminente ammissione e il giorno in cui entrano effettivamente a far parte dell’indice.

Al contrario, circa il 60 per cento delle società che escono dall’indice perdono molto terreno nei giorni successivi all’annuncio.

Ad ogni modo, nei successivi 12 mesi i prezzi si muovono nella direzione opposta: le aggiunte in media sottoperformano l’indice, anche se di solo di un punto percentuale, ma i titoli che vengono sostituiti lo battono in media di quasi 20 punti.

Panasonic esce da Tesla con plusvalenza monstre: affare da 3,6 mld $ per i giapponesi (acquistò i titoli nel 2010 a 21,15$)

25/06/2021

Panasonic ha venduto la sua partecipazione in Tesla per circa 400 miliardi di yen, pari a 3,6 miliardi di dollari. Lo ha annunciato oggi il gruppo nipponico che sta cercando di ridurre la sua dipendenza da Tesla e raccogliere fondi per investimenti. La cessione di azioni Tesla è avvenuta nell’anno fiscale conclusosi il 31 marzo 2021. Panasonic aveva acquistato 1,4 milioni di azioni Tesla a 21,15 dollari ciascuna nel 2010 per circa 30 milioni di dollari.

Un portavoce di Panasonic ha precisato che la vendita della quota non influirà sulla partnership con Tesla nel business delle batterie.

Oggi il titolo Panasonic ha chiuso a +4,9%.

Le 25 azioni (Tesla compresa) di cui i super investitori Usa si sono liberati quest’anno

Banche, media company, case automobilistiche: ecco quali sono i titoli azionari che non convincono più i grandi investitori americani

24 Giugno 2021 – 11:45

Tempo di prese di profitto, o semplicemente di rotazione di portafoglio, per gli investitori americani più ricchi. Che si tratti di noti miliardari o di grandi fondi di investimento, in questi primi tre mesi del 2021 si è assistito a una smobilitazione delle posizioni più intensa rispetto allo scorso anno.

CRESCONO LE VENDITE

Secondo un rapporto pubblicato da Bloomberg e aggiornato alla prima settimana di maggio, molti grandi investitori hanno venduto azioni che si erano apprezzate in modo particolare durante i mesi della pandemia. Le vendite sono state pari a un valore di 24,4 miliardi di dollari, poco meno dei 30 miliardi di dollari di azioni vendute tra giugno e dicembre 2020. Bezos, per esempio, ha venduto azioni Amazon per 6,7 miliardi di dollari. Il sito di informazione finanziaria dell’editore americano Kiplinger, analizzando i documenti della Sec (l’equivalente Usa della nostra Consob) ha stilato una lista dei 25 titoli più venduti dagli investitori più ricchi d’America: ecco quali sono.

BERKSHIRE HATHAWAY DICE QUASI ADDIO A WELLS FARGO

L’elenco non poteva che cominciare da Warren Buffett, fondatore di Berkshire Hathaway, che nel primo trimestre 2021 ha ridotto del 98% la propria quota nella banca Wells Fargo, uno dei suoi investimenti storici. Ruane Cuniff & Goldfarb, società di investimento di New York, ha dimezzato la partecipazione in Mastercard riducendo così una posizione costruita a partire dal 2006. Jim Simons (Renaissance Technologies) ha venduto oltre 5 milioni di azioni della società cinese Baidu, riducendo le quote in suo possesso del 62% e portando il peso di Baidu nel suo portafoglio da 80,4 miliardi di dollari dal 2% allo 0,9%. John Paulson, di Paulson & Co., nel primo trimestre 2021 ha azzerato la propria quota in Discovery, al centro di una fusione con Warner Media.

PRESE DI PROFITTO SU TESLA

Tra i titoli più venduti nei primi tre mesi del 2021 dai grandi investitori Usa ci sono anche Carnival, PayPal e Laboratory Corp. of America, le cui azioni sono state cedute rispettivamente da Marshall Wace LLP, David Tepper (Appaloosa Management) e Larry Robbins (Glenview CM). Carl Icahn ha deciso di azzerare la propria presenza in Herbalife mentre la società di investimento Baillie Gifford ha continuato a vendere azioni Tesla, aggiungendo un taglio del 40% nel primo trimestre e portando a casa un importante guadagno, visto che le azioni erano state acquistate a partire dal 2013.

FORD E GENERAL ELECTRIC NELLA LISTA

La lista degli altri titoli più venduti dagli investitori più ricchi d’America prosegue con Green Brick Partners (azioni cedute da David Einhorn), NCR (sempre da David Einhorn), Fisker (Apollo Global Management), SPDR Gold Shares (Ray Dalio di Bridgewater Associates), Ford (John Overdeck and David Siegel), Berkshire Hathaway (Eagle Capital Management), Uber Technologies (Tiger Global Management), Eli Lilly (Winsdlow CM), Fidelity National Information Services (Dan Loeb), Planet Fitness (Dan Loeb), General Electric (Theleme Partners).

POSIZIONI RIDOTTE IN PHILIP MORRIS E BOFA

Inoltre, nell’elenco stilato in base alle dichiarazioni rese alla SEC figurano anche: Bank of America (posizioni azzerate da Steadfast CM), MercadoLibre (venduta da Generation IM), Philip Morris International (Veritas Asset Management), Walt Disney (Philippe Laffont) e DuPont (Southeastern Asset Management).

Festa finita per Tesla? Sentite l’ex numero uno della Ford

di Redazione – 7 Giugno 2021 33CONDIVIDI FacebookTwitter

La festa è finita per Tesla? Secondo l’ex n.1 Ford, Mark Fields, gli indizi indicano che la leadership della Casa di Fremont nell’elettrico comincia a vacillare.

Festa finita per Tesla? “La concorrenza avanza e ora…”

Fields è un personaggio molto noto nel mondo automotive e le sue analisi sono lette con  attenzione. In un’intervista al network americano CNBC, il top manager ha dato a Elon Musk il merito di aver spinto le Case auto tradizionali a passare all’elettrico. Ma ha aggiunto che i marchi storici stanno recuperando il tempo perduto e ora sono in grado di sfidare Tesla. Citando il fatto che la quota di mercato di Tesla nel mercato globale degli EV è scesa all′11% ad aprile, dal 29% di marzo, secondo dati del Credit Suisse. “Ora ha una vera concorrenza, ed è per questo che vedi parte della sua quota di mercato in alcuni dei principali mercati molto sotto pressione”, ha detto Fields. In realtà tutti sanno che Tesla concentra tutti gli sforzi nel consegnare il massimo delle vetture entro la fine del trimestre borsistico (in questo caso gennaio-marzo). Per poi rallentare le consegne e riprendere nelle settimane successive. Per cui i dati andrebbero letti non sui singoli mesi, ma su periodi più lunghi.

“Musk non guadagna con le auto, ma coi crediti green”

In particolare, spiega Fields, si sta facendo agguerrita la concorrenza di due competitor: il Gruppo Volkswagen, ormai leader in Europa, e la Ford negli Stati Uniti. La Casa di Deaborn, in particolare, sta avendo un notevole successo in patria con la Mustang Mach-e e ora ha lanciato l’attesissimo pick-up F-150 elettrico. Una concorrenza di cui si è accorta anche Wall Street: da inizio anno il titolo Tesla è sceso del 15%.

festa finita per Tesla
Bob Lutz (a destra) con Donald Tump: quattro anni fa disse che Tesla non avrebbe superato il 2019…

Elon Musk, poi, secondo Fields, ha un altro punto debole: i suoi bilanci dipendono troppo dalla vendita di crediti green . “Quando guardi i profitti Tesla da inizio anno e  del 2020, ti accorgi che hanno fatto molto di più vendendo crediti di CO2 che non con veri utili aziendali”, ammonisce l’ex numero 1 Ford. “Man mano che quei crediti si esauriranno, ci sarà molta pressione per continuare a far soldi aumentando i margini sulla vendita dei veicoli”. Bisogna dire però che Fields non è l’unico ex della Ford ad avere fatto previsioni fosche sul futuro Tesla. Tutti ricordano il precedente di Bob Lutz, che qualche anno fa vaticinò l’imminente fine della Casa di Musk. Sbagliando clamorosamente.

Tesla richiama più di 700 auto Model 3 prodotte nel 2019 e consegnate in Cina

03/06/2021

Tesla sta richiamando 734 veicoli Model 3, prodotti nel 2019 e consegnati in Cina. E’ quanto ha reso noto lo State Administration for Market Regulation, l’autorità governativa cinese di controllo sulla competizione nel mercato, sui monopoli, sulla proprietà intellettuale e la sicurezza dei medicinali, citando un piano di richiami lanciato dal colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk. Le auto avrebbero problemi alle cinture di sicurezza e alle gomme. Il titolo è sotto pressione in premercato, dopo aver ceduto il 3% nella sessione di ieri di Wall Street.

Ultim’ora: “Twitter Sister” per Elon Musk, lo ha deciso la SEC dopo l’ennesima violazione

Elon Musk è stato costretto dalla SEC a firmare un accordo in base al quale deve essere affiancato da un “twitter sitter”.

02 Giugno 2021 alle ore 17:34

La scorsa primavera, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti (SEC) ha ammonito Tesla e il CEO Elon Musk per presunta violazione dei termini di un accordo, in base al quale la stessa Tesla, e i suoi legali, avrebbero dovuto mettere a freno i tweet esuberanti del proprio CEO. La notizia è stata riportata in questi giorni dal Wall Street Journal. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La SEC è intervenuta sui tweet di Elon Musk

Nel 2018, Musk, in seguito ad un suo tweet su un possibile buyout della società con “finanziamenti già assicurati”, era stato accusato di frode da parte della SEC.

In quella occasione, il patron di tesla era stato costretto a pagare una sanzione da 40 milioni di dollari e a firmare un accordo in base al quale, sostanzialmente, gli doveva essere affiancato un “twitter sitter”. Così, tutti i tweet di Elon Musk, prima della pubblicazione, devono essere supervisionati e approvati dagli stessi avvocati di Tesla.

Tuttavia, secondo la SEC, l’accordo sarebbe stato violato già 2 volte:

  1. nel 2019, parlando dei numeri di produzione del Solar Roof;
  2. il 1° maggio 2020, quando Elon Musk ha affermato che il prezzo delle azioni di Tesla era “troppo alto”, provocando un calo di oltre 13 miliardi di dollari nel valore di mercato dell’azienda.

Cosa rischia adesso il CEO di Tesla?

Nonostante le due violazioni sopra menzionate, la SEC ha deciso “voler risolvere le controversie senza andare in tribunale”, chiedendo agli avvocati di Tesla di “implementare ulteriori misure di controllo per non danneggiare ulteriormente gli azionisti”.

Ad ogni modo, secondo il Wall Street Journall’ammonizione di Elon Musk non dovrebbe essere seguita da alcuna sanzione.

Tesla contattata dalla Sec: non è riuscita a rispettare ordine tribunale di controllare tweet Musk

02/06/2021

L’Autorità di borsa Usa Securities and Exchange Commission – Sec – avrebbe contattato lo scorso anno Tesla, accusandola di non aver controllato in modo appropriato i tweet pubblicati dal suo fondatore e ceo Elon Musk. E’ quanto ha riportato il Wall Street Journal. L’utilizzo di Twitter da parte di Musk, ha riferito la Sec, ha violato per ben due volte la disposizione del tribunale che aveva imposto ai legali del produttore di auto elettriche di approvare in via preventiva i tweet di Musk, prima che venissero pubblicati.

IL VULKANGRUPPE ATTACCA LA TESLA GIGA BERLIN: INCENDIATI CAVI DELL’ALTA TENSIONE

Aurelio Vindigni Ricca | 27 Maggio 2021, ore 10:10

Il Vulkangruppe attacca la Tesla Giga Berlin: incendiati cavi dell'alta tensione

INFORMAZIONI SCHEDA

Il 2021 doveva essere un anno storico per Tesla in Europa, con la messa in funzione della nuova Giga Berlin e la costruzione in serie della Model Y da vendere nel vecchio continente. Le cose invece andranno un po’ per le lunghe, anche per via di nuovi atti di sabotaggio.

Sembra infatti che il sito attualmente in costruzione sia stato vittima di un deliberato attacco “politico”. Alcuni cavi necessari alla fornitura di corrente elettrica sarebbero stati incendiati nella notte fra il 25 e il 26 maggio 2021, con lo scopo – è facile immaginare – di ritardare i lavori di costruzione. Un vero e proprio “avvertimento”, confermato dalla polizia locale e raccontato dai media tedeschi.

Scrive ad esempio RBB 24: “Nella notte di mercoledì, secondo le indagini della polizia, c’è stato un incendio a 500 metri dal cantiere Tesla a causa del quale è andato a fuoco un piccolo tratto di bosco. Ignoti avrebbero danneggiato i cavi elettrici e li avrebbero portati a prendere fuoco con un liquido infiammabile”. In realtà i responsabili non sono più tanto ignoti: sui social media un gruppo chiamato Vulkangruppe avrebbe rivendicato l’attacco.

Nella lettera pubblicata sul web si legge: “Nella notte tra il 25 e il 26 maggio 2021 abbiamo interrotto l’alimentazione elettrica al cantiere Tesla a Grünheide, vicino Berlino, dando fuoco ad alcuni cavi dell’alta tensione. Tesla non è un’azienda green, né ecologica, né sociale. Il nostro fuoco si oppone alla menzogna dell’automobile green”.

Sfortunatamente per loro, l’attacco non è andato proprio a buon fine: la corrente elettrica non è stata interrotta, è però chiaro che la società americana ha adesso un (nuovo) problema molto serio. La Giga Berlin è un progetto enorme che porterà in Germania moltissimi nuovi posti di lavoro, già in passato però è stato ostacolato da gruppi ambientalisti e cittadini del luogo, timorosi della scarsità d’acqua nella zona.

FONTE: ELECTREKLeggi l’articolo completo su Everyeye AutoSPECIALETESLA AMMETTE CHE LA GUIDA AUTONOMA CITTADINA SARÀ DI LIVELLO 2: IL PUNTO

ALTRI CONTENUTI PER TESLA

Tesla, dopo i ribassisti il fuoco del Dragone: la bolla rischia di scoppiare

Non solo le scommesse di Scion AM, la poca solidità del business dei green certificate, il crollo dei bitcoin, la concorrenza delle case cinesi e Pechino…

di Marco Scotti

Se pensate di avere avuto una brutta giornata, consolatevi: c’è chi sta peggio di voi. È il caso di Elon Musk che continua a oscillare pericolosamente tra la figura di guru della new economy, pericoloso Gianburrasca guasta mercati e un uomo che corre sul filo del rasoio. E che ha perso il 25% del suo patrimonio, oggi fermo a “soli” 144 miliardi.

La verità è che il magnate sudafricano sta iniziando a pagare lo scotto di un modello di business un po’ troppo aggressivo, che non si fonda né sulla vendita di prodotti – come Jeff Bezos o Bernard Arnault – né sulla gestione dei dati e delle informazioni personali – citofonare Mark Zuckerberg. Dopo un 2020 in cui la sua ricchezza è aumentata in maniera spropositata, facendolo diventare per qualche giorno perfino l’uomo più ricco del mondo, ora Musk sta vivendo un momento di appannamento. E i motivi sono molteplici.

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In primo luogo, la sua decisione di buttarsi a capofitto nei bitcoin è sembrata un’idea grandiosa per fare una rapida plusvalenza. Ne ha comprato 1,5 miliardi, si è ritrovato rapidamente con un surplus di valore di almeno il 30%. Poi però si è magicamente accorto (ma davvero qualcuno crede alla casualità delle sue affermazioni) che sminare le criptovalute era enormemente inquinante. E ha deciso di non accettarle più per comprare i servizi di Tesla. Non solo: ha poi anche risposto con un laconico “davvero” a chi sosteneva che sia imminente una sorta di guerra tra i bitcoiner

Risultato: il bitcoin ha perso il 40% del suo valore e ora viene prezzato intorno a quota 32mila dopo aver abbondantemente sforato la soglia di 50mila dollari. Elon Musk si è ritrovato più “povero” di un buon 25% a causa delle tensioni sulle criptovalute. E soprattutto Tesla ha perso, da gennaio, 250 miliardi di capitalizzazione.

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Chiariamoci: rimane comunque più grande di qualsiasi altro player dell’automotiveMa forse qualche contraddizione inizia a emergere. Intanto, perché il sistema di self-drive tanto decantato sta mostrando qualche pecca. L’incidente in Texas costato la vita a due persone è stato prontamente rispedito al mittente da Musk che ha dichiarato che il pilota automatico non fosse inserito. Ma allora perché qualcuno dovrebbe spendere oltre 100mila dollari per un veicolo che non è neanche in grado di limitare la pericolosità della marcia?

Waymo, l’azienda del gruppo Alphabet che sta sviluppando sistemi di guida autonoma, ha sbertucciato le funzioni di Tesla. Secondo il Ceo John Krafcik, il brand di Musk non è minimamente un competitor per il semplice fatto che sta mettendo a punto sistemi sempre più evoluti di guida assistita, non autonoma. “Per noi, Tesla non è affatto un concorrente – ha dichiarato Krafcik. Stiamo sviluppando un sistema di guida completamente autonomo. Tesla è una casa automobilistica che sta sviluppando un ottimo sistema di assistenza alla guida”.

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Secondo problema di Tesla è la sostenibilità del business model. È vero, infatti, che i conti sono in utile per quasi 500 milioni, ma questo non dipende dalle vendite, ma dalla cessione dei cosiddetti “green certificate (ovvero crediti sulle emissioni che vengono scambiate con altre case automobilistiche che così rientrano nei parametri di sostenibilità). E, soprattutto, dalle plusvalenze sui bitcoin. Dunque non si tratta di un successo, ma piuttosto di un’abile alchimia di mercato (lecitissima, per carità) che ha dato una bella mano di bianco. Ma a mano a mano che le aziende automotive continueranno a produrre veicoli sempre più verdi, che cosa se ne faranno dei green certificate di Tesla?

Proprio i green certificate sono alla base di un’operazione di “big short” da parte di Michael Burry, un trader spregiudicato capace di predire la crisi dei mutui subprime. Secondo il finanziere, il business di Tesla è destinato a non reggere nell’urto. Per questo ha “shortato” 800mila azioni del gruppo, per un controvalore a oggi di 530 milioni di dollari. Quello che non si sa, e che agita i sonni di Elon Musk, è quando è stata fissata la data per la vendita. E se per allora il titolo dovesse aver ulteriormente perso, Burry si assicurerà una bella plusvalenza, mentre l’imprenditore sudafricano dovrà iniziare a guardarsi le spalle.

Anche perché nel frattempo c’è un mostro enorme che spaventa Tesla: il Dragone. In Cina, infatti, la progressiva esplosione della classe media ha convinto le autorità che non si potesse passare da veicoli alimentati a energia tradizionale per far muovere i cinesi, altrimenti la situazione sarebbe stata drammatica. E si è quindi scelto di puntare fortissimo sull’elettricoSono decine i player più o meno grandi che stanno portando avanti progetti di questo tipo.

Le Bubble Stocks se la passano male. Il punto sulla lotta tra Volkswagen e Tesla per il dominio nell’EV market

13/05/2021

Il tema della trasformazione “green” dovrà affrontare una nuova realtà in cui le aspettative di inflazione in aumento e la titubanza degli investitori possano mettere sotto pressione la redditività e la crescita futura. Lo si legge nel report a cura di Peter Garnry, Head of Equity Strategy per BG Saxo, secondo cui i costi di input più elevati sulle materie prime hanno un impatto diretto sui prezzi della tecnologia di trasformazione green. Tuttavia, si legge nel report, non sono solo i titoli della trasformazione green a sentire la pressione proveniente da una crescente inflazione.

Paniere a tema azionario Bubble Stocks di BG Saxo

Il paniere bubble stocks (ovvero, società con valutazioni aggressive su EV/vendite e aspettative di guadagno negative) di BG Saxo è sceso del -9,8% da inizio anno, rendendolo uno dei panieri con la peggiore performance da inizio anno. Gli investitori, spiega BG Saxo, stanno diventando sempre più ansiosi a causa delle alte valutazioni azionarie e di un probabile aumento dei tassi d’interesse guidato da una maggiore inflazione.
I titoli bubble hanno un profilo di durata ultra-lungo poiché le loro valutazioni sono guidate da flussi di cassa molto lontani nel futuro. Inoltre, si legge nella nota, queste compagnie sono principalmente finanziate con capitale proprio e il costo del capitale (il tasso di sconto sui flussi di cassa futuri) è guidato dal costo della componente equity. Con valutazioni azionarie elevate, il premio di rischio implicito è basso. Quindi un cambio minimo dei tassi d’interesse è la causa dominante di una variazione del costo del capitale.
Mentre i titoli bubble sono una scommessa a lungo termine sul mondo della tecnologia, a breve termine rimangono sensibili al tasso d’interesse e al sentimento di mercato. Secondo BG Saxo, la scommessa aggressiva di alcuni investitori si basa sulla prospettiva di una bassa inflazione che si stabilirà a seguito di un picco. Quindi, a breve termine, le bubble stocks saranno un’immagine speculare dei tassi di interesse.

Fonte: Bloomberg e Saxo Group

Volkswagen può raggiungere Tesla?

BG Saxo ha dato anche un breve sguardo ai guadagni di Volkswagen e alle loro consegne di EV (veicoli elettrici) nel primo trimestre 2021, che sono 3 volte inferiori a quelle di Tesla. La casa automobilistica tedesca ha infatti riportato entrate che mostrano una crescita del 13% a/a, ma un calo rispetto al quarto trimestre del 2020. Secondo BG Saxo, il dato chiave per gli investitori a lungo termine sono le 59.948 consegne di EV di cui il 70% che va al mercato europeo. Questo numero è tre volte al di sotto delle 184.800 consegne di Tesla nel primo trimestre e dimostra che Volkswagen è ancora molto indietro e che l’attuale carenza di componenti per le case automobilistiche non sta rendendo le cose facili.
Per ora, si legge nel report, la casa automobilistica statunitense sta tenendo a bada la concorrenza e rafforzando la narrazione di una crescita elevata e che può conquistare l’industria automobilistica futura. Tuttavia, BG Saxo fa notare che una grande parte della valutazione dipende dalla tecnologia di auto a guida autonoma che può trasformare Tesla in una flotta di auto che può ricavare anche profitti da vari servizi di intrattenimento che la compagnia potrebbe offrire durante la guida. Ma Elon Musk ha recentemente lasciato intendere che la tecnologia di guida autonoma è molto più difficile di quanto inizialmente previsto e l’attuale rete stradale non è ottimizzata o progettata per la visione del computer, ma per la visione umana

Tesla: titolo giù sul Nasdaq dopo tweet Musk. Il camion Tesla Semi sempre più un miraggio

30/03/2021

In un tweet diffuso poche ore fa nella giornata di oggi, il fondatore e ceo di Tesla Elon Musk ha reso noto che i problemi relativi all’offerta delle celle per le batterie complicano la produzione del suo camion elettrico Tesla Semi, il cui sbarco è stato già rimandato altre volte.

“Il problema non è la domanda, ma l’offerta di breve termine delle celle, che rende difficile aumentare la produzione del Semi. Questa limitazione sarà meno onerosa il prossimo anno”, ha detto Musk.

Il ceo del colosso produttore di auto elettriche ha risposto così a un suo follower che, su Twitter, ha fatto riferimento ad alcune indiscrezioni, secondo cui Tesla avrebbe ricevuto un ordine di 10 Tesla Semi da MHX Leasing LLC.

Il debutto del camion elettrico è stato più volte rimandato, dopo che Musk ne ha svelato il prototipo nel 2017, affermando che il camion Class 8 sarebbe andato in produzione entro il 2019. La data è stata poi posticipata al 2021.

La scorsa settimana, Musk ha poi spiegato che i rallentamenti nella catena di fornitura avrebbero rimandato il lancio nel 2022.

Il titolo cede sulla scia della notizia, arretrando del 2,5% sul Nasdaq, complici anche altre indiscrezioni, secondo cui alcuni acquirenti di auto Tesla si sarebbero visti addebitare sui loro conti correnti il doppio del prezzo che avrebbero dovuto pagare per l’acquisto dei veicoli.

Tesla sbanda in area 600 $ a Wall Street, Jefferies taglia valutazione

29/03/2021

Vendite anche oggi sul titolo Tesla che torna a ridosso della soglia dei 600 $, ossia con valore sceso di circa un terzo rispetto ai picchi storici intraday toccati a inizio 2021 a 900$. Il titolo cede l’1,6% a 608 $ dopo aver toccato in avvio un minimo a 596 $. Già venerdì Tesla era scesa di oltre il 3%.

Oggi Jefferies ha tagliato la valutazione su Tesla da 775 a 700 dollari. “Volatilità, Bitcoin e tweet hanno portato tanto rumore ma pochi cambiamenti fondamentali da quando abbiamo declassato Tesla”, si legge nel report di Jefferies datato 28 marzo. Jefferies aveva tagliato il giudizio su Tesla a da buy a hold lo scorso dicembre, prima che il titolo facesse il debutto sull’S&P 500.

Azioni Tesla: Crollo o ripartenza?

22/03/2021


Nella correzione di Marzo il titolo Tesla è arrivato a perdere il 40% dai massimi e tantissimi investitori, soprattutto quelli alle prime armi sono arrivati a perdere tantissimi soldi.

A questo punto che cosa aspettarsi dal titolo Tesla ci sarà nuovo crollo o farà nuovi massimi? Il titolo è sopravvalutato oppure no? Le risposte a queste domande le troviamo nell’articolo seguente a cura di Alessandro Moretti, trader professionista e Socio Professional SIAT.

L’andamento del titolo

“Crollo delle azioni Tesla”, questo il titolo sui principali siti di finanza, ma si sa, i giornalisti tendono ad enfatizzare ogni volta i movimenti sia al rialzo che a ribasso per fare ascolti.
Se ci focalizziamo nell’ultima parte del movimento è vero, il titolo è arrivato a perdere il 40%, ma così abbiamo una visione distorta della situazione.
Se contestualizziamo il tutto e prendiamo in considerazione il movimento partito da giugno 2019 fino ai massimi del 2020/21, il titolo aveva guadagnato più del 2000%.
E allora un ribasso del 40% su un titolo che ha guadagnato il 2000% mi sembra il minimo.
Come sempre in borsa, ma in generale nel mondo degli investimenti, il tutto è collegato sempre alla classica formula rischio/rendimento.
Maggiori rendimenti equivalgono a maggiori rischi.
Nonostante la correzione di Marzo, Tesla ad oggi sovraperforma ancora il suo mercato di riferimento infatti in 12 mesi ha guadagno il 328% contro una media del mercato auto del 227% e contro un mercato americano che ha fatto circa il 38%

I dati di bilancio di Tesla

Cominciamo quindi con il pe, quanto prezzano ad oggi le azioni rispetto agli utili che fa.
Per l’azienda di Elon Musk parliamo di circa 915x.
Quindi ai prezzi attuali comprando un azione Tesla la stiamo pagando 915 volte gli utili che produce contro una media di settore di circa 38 volte.
Ora obiettivamente il pe è molto alto, ma attenzione a non cadere nella trappola di chi ti dice “era scontato il crollo di questi giorni con un pe così alto”.
Fermo lì, non era scontato per niente e non era nemmeno prevedibile, ti ricordo che Tesla è un titolo che per sua natura ha un pe molto alto, fin da quando quotava qualche centinaio di dollari, e da sempre si grida alla sopravvalutazione.
Ma in borsa contano i risultati e il mercato può rimanere irrazionale più di quanto tu possa rimanere solvibile, e quindi chiederei a chi shortava l’azienda dai 200 perchè il pe era alto quanto ha guadagnato.
La verità è solo una, che il mercato se ne infischia di quello che pensi tu o di quello che penso io, per ottenere dei risultati bisogna avere un set di regole che ci dicono quando entrare e quando uscire, sia che vada bene che e soprattutto se va male.
Ora tornando a Tesla, se ci soffermiamo nuovamente sul bilancio vedremo comunque che i fondamentali sono migliorati, il fatturato è cresciuto fino a circa 31.5 miliardi e fa circa 700 milioni di utile con un buon flusso di cassa e con dei costi tenuti stabili.
A livello finanziario è gestita molto bene e nell’ultimo periodo abbiamo assistito a una riduzione del debito fino a circa 10 miliardi e raggiungendo una liquidità in cassa di circa 20 miliardi.
Guardiamo anche quelle che sono le prospettive di crescita dell’azienda, infatti nel 2025 gli analisti si aspettano che l’azienda possa raggiungere un fatturato di circa 125 miliardi di dollari con 8 miliardi di utile, quindi è un azienda che ha un potenziale di crescita enorme.
Detto ciò l’azienda di oggi è esattamente la stessa di 1 mese fa quando sui giornali la vedevano con target strabilianti.
L’unica cosa che è cambiata, è la prospettiva mentre sale la si guarda con euforia e si fa a botte per comprare le azioni, quando scende terrore e panico.
Ma come l’azienda è la stessa, anche la macchina che produce è la stessa, e quando ci sali a prescindere da quelli che possono essere i commenti personali, l’effetto wow è lo stesso del primo iphone, quando Steve Jobs salì sul palco, tutti si accorsero immediatamente che quello non era solo un telefono, come la Tesla non è solo un auto.

Le conclusioni finali

Si, Tesla quota cifre stellari è vero, ma le previsioni sono fatte per essere smentite, dicendo se ci sarà un nuovo crollo o se i prezzi arriveranno a 2000 lancerei semplicemente una monetina e non è questo che ti voglio passare, ma il processo e il metodo che c’è dietro.
L’unica domanda a cui devi rispondere è:”Tesla al momento rispetta i criteri della mia strategia di investimento?” Si, perfetto la compro gestendo l’unica cosa che mi è concessa, il rischio che corro se la mia analisi è sbagliata.
No, semplice non la compro.
Questo è il consiglio più importante che ti puoi portare dietro.

Tesla fine di un sogno? Pronto l’assedio Volkswagen e di altre rivali EV, mentre Musk si diletta in giochetti NTF vendendo i suoi tweet

17/03/2021

Fari puntati sul titolo Tesla, dopo i recenti sell off che si sono abbattuti sull’azione con la rotazione dai titoli growth ai titoli value, ma anche per le ‘trovate’ varie del fondatore Elon Musk che, dopo essersi fatto battezzare dalla sua stessa società Technoking (praticamente re dell’hi-tech), ha prima messo in vendita un suo tweet bollandolo come NTF, per poi rifiutare un’offerta che si è presentata per $1 milione.

Tesla, il sogno è finito? Mentre Elon Musk si diletta in vari giochetti c'è chi parla della minaccia crescente di Volkswagen
CENTURY CITY, CA – AUGUST 12: A general view of the Tesla Store at the Westfield Century City shopping mall on August 12, 2020 in Century City, California. (Photo by AaronP/Bauer-Griffin/GC Images)

Il tweet in questione – visibile nell’account di Twitter di Musk – ha incluso una canzone, con il testo che recitava: “NFT for your vanity. Computers never sleep. It’s verified. It’s guaranteed.” Tradotto, “NTF per la nostra vanità. I computer non dormono mai. E’ accertato. E’ garantito”.
A tal proposito, è bene ricordare cosa sono gli NTF, che rappresentano sempre di più un mercato in espansione. Si tratta delle non-fungible token, di cui si è parlato molto soprattutto all’evento di cronaca che ha visto protagonista l’acquisto dell’enorme collage in Jpeg dell’artista Beeple, l’opera ‘Everydays: the First 5,000 Days’, battuta all’asta di Christie’s lo scorso 11 marzo per quasi 70 milioni di dollari (con il pagamento che è avvenuto da un certo Metakova tramite ether).
Evidentemente, per farsi notare, Elon Musk ha cavalcato l’onda, come si vede e si legge (e si ascolta anche) dal tweet.
Nel momento in cui si è presentata tuttavia un’offerta reale per il suo ‘NTF’, il fondatore di Tesla ha detto no: “In realtà non mi va ora di vendere questa cosa. Passo”.
Detto questo, la sua ‘opera d’arte’ ha avuto 10,7 milioni di visualizzazioni.
E mentre Musk si dilettava in questo giochetto, Tesla riportava l’ennesima sessione negativa, nonostante il recupero dei titoli growth, nella sessione di ieri, come i ben noti FANG o anche FAANG.
Gli scettici continuano a ritenere che, a questi livelli, il titolo ormai non abbia spazio per crescere, soprattutto se si considerano le rivali, sempre più determinate a crescere nel mercato delle auto elettriche (EV-electric vehichles). E non si tratta solo dei competitor cinesi come Nio (che in realtà ha visto le sue stesse quotazioni sbandare, nell’ultimo periodo).
Anche in Europa ci si sta dando un nel po’ da fare, se si considera la carrellata di annunci tedeschi che hanno messo il turbo a Volkswagen.
Ieri il gigante ha annunciato che, entro il 2030, costruirà 6 Gigafactory in Europa per alimentare i veicoli elettrici con l’aggiunta di investimenti globali nelle stazioni di ricarica. Ogni gigafactory avrà 40 GWh per un totale di 240 Gigawatt.
Il produttore auto numero due al mondo ha sottolineato che ha già accordi per due siti, e che sta esplorando opzioni per altri quattro impianti.
Scetticismo sul trend del titolo Tesla è stato manifestato nelle ultime ore, in particolare, dal gestore dei fondi di Lansdowne Partners, Per Lekander, in un intervento alla trasmissione della Cnbc “Squawk Box Europe”.
Lekander ha detto di ritenere che l’azione sia in bolla, tanto da essere short sul titolo. Tesla ha visto il proprio valore di mercato volare oltre quota $800 miliardi nei dodici mesi terminati a gennaio. Il valore di mercato è poi crollato a meno di $600 miliardi a febbraio, per poi risalire fino a $679 miliardi.
Secondo il gestore, questo sarà proprio l’anno in cui torneranno alla ribalta le rivali di Tesla, in particolar modo proprio Volkswagen, valutata al momento 119 miliardi di euro, l’equivalente di $141 miliardi, sul cui titolo Lekander è long.
“Ci sono alcune perle d’oro, che credo si confermeranno vincitrici nel lungo termine. Nel breve termine, credo nel macro trend secondo cui i tassi di interesse saliranno e il mercato si sveglierà, riconoscendo il fatto che le rivali non sono posizionate così male come si crede mentre invece sì, Tesla andrà giù”.
Il gigante di Musk non ha risposto alla richiesta di un commento presentata dalla Cnbc. Lekander, dal canto suo, ha fatto un paragone con la bolla dot com:
“Se pensate ai visionari che parlavano di Internet nel 1999, e se ascoltate quello che dicono oggi, vi renderete conto che stanno davvero sottovalutando quanto accadde allora. Le conseguenze furono anche più drastiche di ciò che avvenne davvero”.
Cisco, per esempio, oggi ha un valore di mercato molto più alto di quello del 2000. “Ma prima – ha ricordato Lekander – (il titolo) è crollato dell’80%. L’equivalente, in Europa, ha continuato Lekander, è stata probabilmente Nokia, il cui titolo segnò anch’esso un tonfo dell’80%.

Tesla, NIO e Plug Power tornano sulla terra, titoli giù fino a -40% dai top dopo sbornia 2020. La view degli analisti per i prossimi mesi

Continua la retromarcia di molti dei titoli che hanno stupito in positivo negli ultimi 12 mesi. Il titolo Tesla ha chiuso ieri a quota 653 dollari, con un calo del 4,84%. Il saldo da inizio anno è negativo del 7,5%, ma a saltare all’occhio è il consistente sboom del 27% rispetto ai massimi in area 900 $ toccati nel primo mese dell’anno. Per il colosso guidato da Elon Musk si tratta ancora di livelli ben superiori rispetto a un anno fa (+328%) e addirittura +1.000% se si guarda a quanto quotava Tesla a inizio marzo 20219. Ma tra gli investitori inizia a serpeggiare un certo timore che il magic moment, dettato anche dall’ingresso nell’S&P 500 lo scorso dicembre, sia finito.
Discesa di Tesla che settimana scorsa ha spinto Cathie Wood, founder e ceo di ARK Investment Management LLC (Ark Invest) ad acquistare massicciamente il titolo. La numero uno di Ark ha detto che si trattava di una rara opportunità d’acquisto.PUBBLICITÀ

Da oltreoceano arrivano notizie circa l’erosione della quota di mercato di Tesla nell’elettrico, soprattutto per mano di Ford che guadagna terreno grazie alla nuova Mustang Mach-E. In generale le case automobilistiche tradizionali stanno alzando gli obiettivi per le proprie vendite di veicoli elettrici e vanno ad aumentare la concorrenza nella fascia di prezzo dei prodotti Tesla. General Motors (GM) ha lanciato una versione SUV della sua Chevrolet Bolt una settimana fa, con un prezzo ben al di sotto della Model Y, e ha annunciato che intende vendere solo auto a emissioni zero dal 2035. Ford ha fissato un obiettivo EV ancora più ambizioso per le sue vendite europee con solo veicoli elettrici entro il 2030. In aggiunta Apple sta valutando la possibilità di collaborare con una casa automobilistica per entrare nel settore automobilistico. Questi sforzi stanno innervosendo alcuni investitori Tesla, rimarca Ives, anche se crede che ci sarà abbastanza passaggio ai veicoli elettrici per più vincitori tra le case automobilistiche globali.
Tra gli analisti si segnala come UBS ha portato il target price su Tesla a 730 dollari, più che raddoppiato dai precedenti 325 dollari con rating neutral confermato.

NIO sprofonda dopo conti e guidance, ma JPM vede rosa

A scivolare in maniera marcata sono tutti i titoli che sono rimasti in vetrina nel corso del 2020 e nelle prime settimane del 2021. Tra le EV Stock prosegue la discesa di NIO che ieri ha segnato oltre -4% a $ 41,53, allontanandosi ulteriormente dal suo massimo assoluto di $ 66,99 (a febbraio aveva segnato quasi -20%). Il calo fa seguito al crollo del -13% di martedì a seguito dei conti 2020 e della guidance sulle vendite trimestrali che non hanno convinto il mercato. Nel quarto trimestre 2020 la startup cinese delle auto elettriche ha registrato ricavi per $ 1,02 miliardi e una perdita rettificata di $ 0,14 per azione, ossia il doppio della perdita di $ 0,07 stimata dal consensus di mercato.
Gli analisti continuano però a puntare con forza su questo titolo, reduce dal sensazionale +1.170% del 2020. Secondo l’analista di JP Morgan, Nick Lai , il quarto trimestre di NIO è stato “solido” e la guidance di oltre 20.000 consegne di veicoli nel primo trimestre del 2021 lo porta a essere ottimista sulle prospettive a lungo termine. JPM dice buy sul titolo e indica per il 2021 consegne per almeno 90.500 unità. Tra i possibili catalyst futuri per NIO c’è poi l’espansione in altri mercati. NIO ha detto che entrerà nel mercato europeo e stando a quanto riferito dall’agenzia Reuters sta studiato l’ingresso nel mercato statunitense.
La reazione negativa del mercato ai dati di Nio non è condivisa neanche da Deutsche Bank che non esclude consegne addirittura oltre quota 100 mila nel 2021.  DB ritiene che NIO sia sulla buona strada per diventare un leader di mercato nel segmento premium della Cina e ci sono diverse aree di crescita non sfruttata. Tra queste c’è una potenziale partnership per sviluppare un marchio diverso che si rivolge al mercato di fascia medio/bassa, ipotesi che non è stata esclusa per il futuro dal top management di NIO.

Anche Plug Power si spegne

Altro nome eccellente a pagare dazio in questi giorni è Plug Power, il titolo di maggior peso all’interno del maggiore ETF mondiale sulle energie pulite (l’iShares Global Clean Energy ETF). Plug Power, fornitore leader di motori a idrogeno e soluzioni di alimentazione per la mobilità elettrica, ieri ha segnato un sonoro -10% scivolando a 43,81$, ben lontano dai 75$ a cui si era spinto a gennaio. Il titolo Plug Power era arrivato a segnare +1.500% rispetto ai livelli di inizio 2020 e nonostante il ritracciamento delle ultime settimane, il saldo YTD è ancora di oltre +29%.
In generale, a fare dietrofront è tutto il settore tech. Ieri il Nasdaq Composite è scivolato del 2,7% sotto i 13 mila punti con colossi quali Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet che hanno perso più del 2%. L’aumento dei rendimenti obbligazionari solleva preoccupazioni circa le valutazioni azionarie e su una ripresa dell’inflazione. Nello specifico, rendimenti obbligazionari più elevati colpiscono i titoli tecnologici in modo particolarmente duro poiché sono società che fanno affidamento a finanziamenti a basso costo per dare fiato a investimenti per la crescita. Gli investitori stanno riscoprendo settori quali banche ed energetici, mentre pagano dazio i tecnologici. Sia a Wall Street che in Europa anche ieri si è confermata tale tendenza. “E’ stata un’altra giornata caratterizzata da una forte rotazione settoriale che ha visto privilegiare banche e titoli energetici a scapito principalmente (ma non solo) dei titoli tecnologici”, sottolineano gli esperti di MPS Capital Services.

La Cina e le auto elettriche a basso costo, un mercato sconfinato che Tesla non può raggiungere

12/03/2021

Le auto elettriche stanno sfondando sul mercato cinese e si prospetta all’orizzonte un boom soprattutto dei modelli a basso costo, con prezzi a partire da soli 4.230 dollari, con buona pace di Tesla.
Se infatti una Model 3 parte da circa 38.000 dollari, in Cina si può acquistare un crossover da 66.900 yuan (10.000 dollari) dal produttore cinese Hozon Auto. Il modello è uno dei tanti veicoli che funzionano con batterie e che stanno guadagnando popolarità tra la fascia della  popolazione a basso reddito, considerando i prezzi modesti e costi di gestione più bassi – i veicoli elettrici non hanno bisogno di cambi d’olio, candele, o che le varie cinghie debbano essere sostituite periodicamente come sulle auto a benzina.

Auto elettriche e lo sconfinato mercato cinese

I veicoli elettrici economici hanno il potenziale di essere alla portata di un’intera classe di persone che prima non potevano permettersi di avere quattro ruote. “Questi EV economici stanno raggiungendo un target di cliente in Cina, come probabilmente faranno in altri mercati quando i prezzi scenderanno” dice l’analista di BloombergNEF Siyi Mi. I prezzi dei veicoli elettrici sono sulla buona strada per essere al pari con le auto a combustibile fossile nei prossimi quattro o sei anni e a quel punto le vendite annuali inizieranno a salire alle stelle, raggiungendo 25 milioni nel 2030, da circa 2 milioni all’anno attualmente, secondo BNEF.
Questo cambiamento potrebbe avere effetti sociali di vasta portata, soprattutto per le persone che vivono fuori dai centri urbani e nelle zone rurali dove l’accesso al trasporto pubblico è limitato, sottolinea Selika Talbott, docente presso l’American University di Washington e socio fondatore di una società di consulenza automobilistica.
Nell’ultimo decennio, i prezzi delle auto hanno superato di gran lunga la crescita dei salari negli Stati Uniti, costringendo un quinto della popolazione con i redditi più bassi a spendere fino al 30% del loro reddito per i costi di trasporto. In Cina, la Neta N01 di Hozon Auto è uno dei tanti veicoli elettrici a basso costo, affiancandosi alla minicar e1 da 8.950 dollari della BYD Co. sostenuta da Warren Buffett. C’è anche la Hongguang Mini della joint venture SAIC Motor Corp.-General Motors Co. che è entrata sul mercato l’anno scorso ad un prezzo base di soli 4.230 dollari ed è diventata rapidamente un successo. Nella prima metà del 2020 il prezzo medio al dettaglio di un EV, esclusi gli incentivi, era di 55.233 dollari negli Stati Uniti, rispetto ai 29.895 dollari in Cina, secondo la società di ricerca automobilistica Jato Dynamics.
Inoltre, i prezzi bassi permettono a un numero crescente di persone – spesso giovani, a basso reddito e che vivono fuori dalle grandi città – di acquistare la loro prima auto. Questi EV sono particolarmente popolari nelle parti più rurali della Cina, dove vivono più di 500 milioni di persone ma meno di 1 su 5 ha posseduto un’auto fino a poco tempo fa.
Il primo posto, nel mercato degli EV (veicoli elettrici), è stato aggiudicato a febbraio da Hongguang Mini, auto elettrica a basso costo sviluppata dalla joint venture di General Motors con Wuling Motors e il produttore statale SAIC Motor. Al secondo posto Tesla, con il Model 3.
Certo questo successo crescente dell’industria EV a basso costo della Cina ha avuto come spinta i sussidi governativi e altri incentivi come i prestiti a basso interesse nei villaggi, nelle città e nelle piccole città. La Cina è anche il più grande produttore di batterie del mondo, quindi i suoi produttori di auto elettriche beneficiano dell’accesso a una fornitura a basso costo della parte più costosa di un veicolo plug-in.

Miracolo Tesla finito? Titolo -30% dal record, qualcuno consiglia a Musk di mollare il Bitcoin. Ma motivi crolli sono diversi

05/03/2021

Qualcuno dà la colpa anche al Bitcoin: probabilmente, se Elon Musk non avesse avuto la poi non tanto brillante idea di investire nella criptovaluta numero uno al mondo (si vocifera), il titolo Tesla non avrebbe performato così male.

L’ex ceo Aegon Asset Management Gary Black lo dice anche chiaramente: Tesla potrebbe creare “un momentum positivo” per i suoi titoli, se vendesse la quota del valore di $1,5 miliardi che ha accumulato nel Bitcoin.
“Immaginate il momentum positivo che Tesla potrebbe creare, se annunciasse la vendita della sua posizione nel Bitcoin, e autorizzasse piuttosto un buyback azionario”, ha scritto Black su Twitter.
Ma è davvero tutta colpa del Bitcoin?
O non è invece il sell off che si è abbattuto sul Nasdaq e sui titoli delle Big Tech a causa del reflation trade, che ha coinvolto tutte le megacap, Tesla inclusa?
Un articolo dell’Observer sottolinea che “non è solo il titolo Tesla che sta soffrendo, visto che gli indici azionari principali e la maggior parte dei titoli tecnologici hanno sofferto un ribasso, di recente, a causa dell’aumento dei tassi” dei Treasuries Usa.
Tesla si sta mettendo però in evidenza per i sell off  piuttosto importanti che stanno assaltando le sue azioni: ieri il titolo ha chiuso a 620 dollari, in flessione del 31% rispetto al record intraday di sempre testato a $900, quando la capitalizzazione di mercato era di circa $800 miliardi, la metà circa del valore di Amazon, nonostante il gruppo avesse consegnato soltanto mezzo milione di auto in un anno.
Praticamente, il valore di mercato è capitolato di 268 miliardi, a 596 miliardi circa.
Il ritracciamento si può spiegare anche con la crescente competizione nel mercato delle auto elettriche: giganti dell’auto come General Motors e Volkswagen si sono fatti ormai avanti.
E ci sono poi le rivali cinesi attive nel mercato EV (dei veicoli elettrici), come Nio, Li Motors e Xpeng, tutte quotate tra l’altro a Wall Street, che stanno dando a Elon Musk & Co. non poco filo da torcere in Cina, il mercato straniero più grande in cui il gruppo opera.
E’ anche vero che anche questi stessi titoli sono stati travolti dagli smobilizzi, nonostante la febbre per le auto elettriche.
Nelle ultime ore è poi arrivata anche una ciliegina sulla torta, che sicuramente non fa da assist al titolo Tesla: l’investitore miliardario Ron Baron ha smobilizzato 1,8 milioni di azioni Tesla per conto dei suoi clienti, dal mese di agosto, nonostante sia convinto del fatto che l’azione balzerà fino a 2.000 dollari nell’arco dei prossimi 10 anni.
Baron, che da tempo investe nel titolo, nel suo intervento alla trasmissione Squawk Box della Cnbc ha reso noto che la sua società omonima ha venduto le azioni, in quanto l’incidenza della quota era diventata troppo elevata in alcuni portafogli di investimento.
E’ stato doloroso vendere ogni singola azione“, ha affermato, specificando che personalmente non ha venduto neanche uno degli 1,1 milioni di titoli che possiede. La vendita è stata necessaria per “mitigare il rischio” per i suoi clienti: circa 1,2 milioni di titoli, ha precisato Baron, sono stati venduti a un valore compreso tra $400 e $900. Su base annua, il titolo Tesla rimane in rialzo del 338%. E l’investitore è convinto che manterrà la sua esposizione “per almeno 10 anni”

Cathie Wood e i suoi ARK ETF pagano caro turbolenze su Tesla & co: il boomerang della maxi-concentrazione su pochi titoli porta a -15% in 4 sedute

01/03/2021

Cathie Wood e la sua Ark Investment Management hanno messo in archivio una settimana decisamente turbolenta, solo in parte attutita dalla lieve risalita (+0,66%) di venerdì del suo prodotto di punta, l’ARK Innovation ETF, che ha evitato il quinto giorno consecutivo di cali. ARK con i suoi fondi quotati innovativi paga il corposo sell-off tecnologico innescato dall’aumento dei rendimenti obbligazionari.
L’ultima volta che la fondatrice di Ark Cathie Wood ha subito un tracolo simile è circa un anno fa durante il caos sui mercati di inizio marzo 2020 alimentato dal diffondersi dell’emergenza Covid. L’ARK Innovation ETF è ora 11 volte più grande di un anno fa.Gli asset dell’ETF sono crollati nell’ultima settimana di febbraio a 17,7 miliardi, con un calo di oltre il 14 per cento rispetto ai livelli a cui avevano chiuso la settimana precedente. Giovedì 25 febbraio l’ARK Innovation ETF, che tra le sue maggiori partecipazioni include Tesla, Square, Baidu e Spotify, è sceso del 6,4% per la sua peggior performance daily in sei mesi.

Le incertezze dopo il grande boom

ARK Innovation ETF in seguito al boom di +150% del 2020 è divento il più grande ETF gestito attivamente. Nel complesso il patrimonio in gestione di Ark Invest è salito a quasi $ 54 miliardi da circa $ 3,9 miliardi l’anno scorso. La Wood ha un sempre maggiore seguito nelle sue scelte d’investimento, con una fan page su Reddit e un grande seguito tra i day trader dell’App Robinhood.
Tra i punti di domanda delle strategie portate avanti dai fondi quotati di ARK c’è la loro forte concentrazione su pochi titoli ad alto potenziale di crescita, in particolare titolo tech. Una scelta che è stata premiante nel 2020 potrebbe allo stesso tempo esporre tali fondi a forti oscillazioni anche al ribasso.
La correzione sui mercati, con titoli quali Tesla, non ha affatto scoraggiato Cathie Wood che in un’intervista a Bloomberg Radio ha affermato nei giorni scorsi che il forte calo di Tesla ha creato una rara opportunità d’acquisto. “Le correzioni sono buone, ci mantengono tutti umili”, ha detto la Wood rimarcando come “i mercati rialzisti più forti si sono costruiti su muri di preoccupazione”. Ark ha comunicato che tre dei fondi negoziati in borsa – Ark Innovation, Ark Autonomous Technology & Robotics e Ark Next Generation Internet – hanno acquistato il 23 febbraio un totale di 240.548 azioni Tesla.

Cresce il Cathie Wood Power, oltre il 10% in ben 29 società

Da un’analisi di Bloomberg emerge poi come Ark Investment Management ha una posizione dominante in alcuni titoli. Ark ora possiede oltre il 10% di almeno 29 società attraverso i suoi ETF, rispetto alle 24 di appena due settimane fa, secondo i dati compilati da Bloomberg. Ci sono poi le partecipazioni di Nikko Asset Management che con una quota di minoranza in Ark collabora per consigliare diversi fondi. Se combinati, la coppia possiede più del 25% di almeno tre società: Compugen, Organovo Holdings Inc e Intelia Therapeutics.

Gli short-seller su Tesla si prendono la rivincita, in una settimana incassano 3,5 miliardi $

25/02/2021

I venditori allo scoperto sono seduti su profitti stimati di $ 3,5 miliardi dalle loro posizioni ribassiste sulle azioni Tesla negli ultimi sette giorni. E’ quanto emerge dai dati della società di analisi finanziaria Ortex al 23 febbraio. Le azioni della casa automobilistica elettrica sono crollate del 17% dalla settimana fino a mercoledì complice il sell-off sui titoli tech e soprattutto il forte calo del Bitcoin, sui cui Tesla ha investito $ 1,5 miliardi.
Dopo la risalita di ieri, oggi sono tornate le vendite sul titolo Tesla che a Wall Street cede il 5,5% poco sopra il muro dei 70$.

Tesla inciampa sulla controversa svolta pro bitcoin, titolo affonda. Musk da paladino green a fan della cripto super inquinante

23/02/2021

Janet Yellen, neo Segretario al Tesoro USA, ieri ha messo al tappeto il bitcoin con un crollo arrivato fino a -17% a seguito del duro affondo circa la rischiosità insita nell’investimento nelle criptovalute e anche la loro inefficienza nelle transazioni. Anche oggi il bitcoin segna il passo con -11% a 48.000 $.
L’ex presidente della Fed, intervistata dal New York Times, ha espresso preoccupazione legata ai rischi che corrono gli investitori: “Penso che le persone dovrebbero essere consapevoli che può essere estremamente volatile e mi preoccupo per le potenziali perdite che gli investitori possono subire”. La Yelen ritiene il bitcoin “altamente speculativo” e “inefficiente” per le transazioni ed è spesso usato per compiere “illeciti”.

Tesla affonda a -8,5% Wall Street nello stesso giorno del crash di cripto e green stock

Il bitcoin non è stato l’unico asset a soccombere a pesanti vendite. Ieri è andato in scena anche un corposo sell-off dai titoli tech Usa. Cali superiori al 2% per colossi quali Apple, Microsoft e Amazon. Ma a pagare maggiormente dazio è stata Tesla con -8,55% a 714,5 $. Si tratta del maggior crollo dallo scorso settembre per Tesla che vede il suo saldo Ytd virare improvvisamente in negativo dopo che a gennaio si era spinta fino a un picco a 900$. In generale sono andate al tappeto tutte le EV stock  (anche NIO giù di oltre l’8%) e le azioni green. L’MSCI Global Clean energy è caduto ieri del 6% circa.  Il rialzo dei rendimenti dei Treasury ha alimentato il nervosismo sui mercati con sell-off soprattutto per i settori che hanno corso di più nell’ultimo anno come tech e green.
All’inizio di questo mese, Tesla ha annunciato di aver acquistato $ 1,5 miliardi di Bitcoin per “maggiore flessibilità per diversificare ulteriormente e massimizzare i rendimenti sulla liquidità”. La società ha anche affermato che prevede di iniziare ad accettare pagamenti in Bitcoin per i suoi prodotti. Addirittura nei giorni scorsi (prima del crash di ieri e oggi del bitcoin) l’analista di Wedbush Securities, Daniel Ives, ha scritto che Tesla è “sulla traiettoria per guadagnare di più dai suoi investimenti in Bitcoin che dai profitti dalla vendita delle sue auto EV (veicoli elettrici) in tutto il 2020”.
Elon Musk ha difeso su Twitter l’investimento sulla criptovaluta definendo il bitcoin una versione “meno stupida” del contante. Il ceo di Tesla ha aggiunto che la decisione di Tesla di acquistare Bitcoin non riflette direttamente la sua opinione.
A far discutere è anche l’aspetto contraddittorio della scelta di Tesla di puntare su una criptovaluta che si stima comporti consumi energetici in un anno pari a quelli di un paese intero quale l’Argentina. La Yellen ieri ha anche accennato alla quantità di energia consumata nell’elaborazione delle transazioni BTC e l’ha definita “sconcertante”.

I costi ambientali del mining

Il bitcoin è moneta virtuale, quindi niente carta, plastica o metallo. Il problema legato alle emissioni di CO2 è legato all’attività di mining. L’Università di Cambridge ha calcolato che il bitcoin consuma circa 121,36 terawattora all’anno. I mega computer utilizzati dai ‘miners’ consumano quantità enormi di energia elettrica e spesso risulta energia prodotta dal carbone come in Cina o in Siberia. Ovviamente potrebbe utilizzare l’energia rinnovabile in una certa misura.

Il consumo annuale di elettricità di Bitcoin lo pone al limite dell’equivalente di uno dei primi 30 paesi al mondo. In un anno utilizza circa la stessa elettricità dell’intera popolazione del Pakistan (circa 217 milioni di persone) e nel mondo sviluppato più di quella olandese (circa 17,5 milioni di persone). “Con l’aumentare del prezzo, aumenterà anche l’incentivo a utilizzare sempre più computer ad alta potenza per estrarre di più, aumentando così l’impronta energetica”, sottolineava settimana scorsa Jim Reid, analista di Deutsche Bank., che valuta come speculativo l’aumento di cinque volte da ottobre in avanti del prezzo del bitcoin “e in un mondo in cui l’ESG sta guadagnando rapidamente spazio inevitabilmente ci sarà un dibattito più ampio in arrivo sulla sua impronta di carbonio.

Tesla e ESG 

L’inclusione della criptovaluta nel portafoglio di investimenti di Tesla fa storcere quindi il naso visto che il colosso delle auto elettriche sventola la bandiera delle zero emissioni e nell’attuale contesto in cui la considerazioni ESG – ambientali, sociali e di governance – sono diventate un fattore importante per gli investitori globali, tale mossa potrebbe avere ripercussioni anche sulle scelte d’investimento. “Siamo ovviamente molto preoccupati per il livello di emissioni di anidride carbonica generate dall’estrazione di bitcoin”, ha affermato Ben Dear, ceo di Osmosis Investment Management, un investitore che gestisce circa $ 2,2 miliardi di asset che detiene azioni Tesla in diversi portafogli.
L’ingresso di grandi aziende nel mercato delle criptovalute potrebbe aumentare gli incentivi a produrre “bitcoin geeen” utilizzando energia rinnovabile. Inoltre, le aziende potrebbero acquistare carbon credits per compensare.

Tesla taglia i prezzi di Model 3 e Model Y, a Wall Street il titolo si salva con rush finale

18/02/2021

Tesla taglia i prezzi delle sue varianti più economiche della berlina Model 3 e del Suv Model Y, aumentando allo stesso tempo i prezzi per le loro varianti. Stando a quanto riporta il sito web del produttore di auto elettriche, il prezzo della Model 3 Standard Range Plus è stato abbassato a $ 36.990 da $ 37.990, mentre il prezzo della Model Y Standard Range è sceso a $ 39.990 da $ 41.990. La gamma standard della Model Y è stata lanciata a gennaio, con il prezzo base del SUV che adesso è vicino a quello della berlina Model 3 (l’auto meno costosa della gamma Tesla).Intanto ieri a Wall Stret il titolo Tesla era arrivato a toccare i minimi dal 6 gennaio a 762$, per poi risalire la china sul finale chiudendo in lieve rialzo (+0,24% a 798,15$). Il titolo viaggia oltre 100$ sotto il picco storico a 900$ toccato il 25 gennaio.

Apple tira giù Wall Street, peggio fa Tesla che arriva a -15% dai record di gennaio

17/02/2021

Giornata nuvolosa a Wall Street con i tecnologici a guidare i cali. In attesa delle minute Fed in arrivo in serata, il Nasdaq cede poco più dell’1% a 13.900 punti. Lo S&P 500 segna -0,37%, mentre tiene bene il Dow Jones, sulla parità in area 31.529 punti.
A pesare sono i cali di alcune big tecnologiche a partire da Apple (-1,97% a 130$), la società a maggior capitalizzazione di tutta la Borsa di New York. Pesa la notizia relativa alla decisione di Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffet, di ridurre la partecipazione detenuta nel colosso produttore di iPhone Apple del 6,4%, dalla precedente quota pari a 947,5 milioni di azioni, a 887,1 milioni di titoli.Male anche Tesla che cede il 2,2% a 778 $, dopo che già ieri aveva perso oltre il 2%. Oggi il titolo del colosso delle auto elettriche è sceso fino a 762%, livello più basso dal 6 gennaio e in calo del 15% rispetto al picco storico a 900$ toccato il 25 gennaio.Oggi focus sulla pubblicazione dei verbali della riunione di gennaio della Federal Reserve, che si è impegnata a fissare i tassi di interesse vicini allo zero fino a quando l’inflazione non salirà al 2% e la sua nuova strategia di inflation target è ora anche disposta a tollerare periodi di inflazione oltre il 2%. Una politica monetaria ultraespansiva che, abbinata al piano di stimolo fiscale da 1.900 mld di dollari proposto da Biden, fa temere un veloce aumento dell’inflazione.

Tesla inciampa a Wall Street, da Cina pesanti critiche su qualità delle sue auto elettriche

09/02/2021

Vendite oggi sul titolo Tesla che paga le critiche in arrivo dalla Cina che mette in dubbio la qualità dei suoi veicoli. Le azioni del colosso delle auto elettriche segnano un calo dell’1,6% sotto la soglia degli 850$. Tesla, che sta crescendo velocemente sul mercato cinese, è stata chiamata dal governo cinese per colloqui su questioni di qualità nelle sue auto elettriche dopo essere stata costretta a richiamare oltre 160.000 veicoli negli Stati Uniti per controlli touch screen difettosi la scorsa settimana. Un gruppo di autorità cinesi, tra cui il principale regolatore del mercato del paese e l’autorità dei trasporti, hanno indetto colloqui con Tesla dopo che i consumatori del Paese asiatico si sono lamentati di irregolarità delle auto Tesla nell’accelerazione, nell’accensione della batteria, errori di aggiornamento del software e altri problemi del veicolo.Tesla ha dichiarato sulla piattaforma di microblogging Weibo che “accetta sinceramente la guidance dei dipartimenti governativi” e “rispetterà rigorosamente le leggi cinesi”, lavorando anche per rafforzare la sua struttura operativa interna e il flusso di lavoro sotto la direzione delle autorità di regolamentazione al fine di garantire la sicurezza e i diritti dei consumatori. Tesla sta crescendo velocemente in Cina ma in questi anni ha effettuato una serie di richiami a causa di parti o funzioni difettose. L’ultimo è stato il richiamo di 20.428 veicoli Model S importati e 15.698 unità di Model X importate.La Cina contribuisce per 6,66 mld di dollari ai ricavi di Tesla nel 2020, un ammontare più che doppio rispetto all’anno prima e pari a più del 20% del totale dei ricavi del colosso che fa capo a Elon Musk (dal 12% circa del 2019). La Gigafactory di Shanghai, dove Tesla gode di agevolazioni fiscali concesse dal governo municipale locale, ha permesso alla casa automobilistica di localizzare gli approvvigionamenti e la produzione, abbassando così i prezzi della Model 3.

Tesla richiama 350.000 veicoli per problemi touch screen. Elon Musk ‘in pausa da Twitter

02/02/2021

Alla fine Tesla ha deciso di cooperare con le autorità americane per la sicurezza stradale richiamando 135.000 auto elettriche, a causa di problemi ai touch screen. Il colosso delle auto elettriche ha annunciato che i richiami interessano alcuni sedan Model S prodotti tra il 2012 e il 2018 e auto Model X tra il 2016 e il 2018, nell’intento di risolvere il problema. Tesla si mette sotto i riflettori oggi anche per l’annuncio del fondatore Elon Musk di prendersi una pausa da Twitter. “Off Twitter for a while”, si legge nel suo ultimo post su Twitter che risale a quattro ore fa. Il titolo sale in premercato dello 0,88% a $847,22.

Tesla stock falls after earnings disappoint, but analysts brush aside margin worries

Last Updated: Jan. 29, 2021

Investors continued to sell Tesla shares on Thursday after earnings disappointment, but Wall Street analysts were waiving some of their biggest concerns, such as weak margins.

Tesla shares TSLA, -5.02% traded as low as $801 and were recently down 2%, on the heels of a selloff Wednesday after Tesla’s fourth-quarter results.

Opinion: Apple justifies its huge valuation, while Tesla…not so much

Tesla reported an adjusted profit in the fourth quarter of 80 cents and a 46% gain in revenue, at $10.74 billion. But Wall Street analysts were looking for adjusted earnings of $1.02 and sales of $10.47 billion. They were also looking for direct guidance on 2021 sales, which they didn’t get.

The Silicon Valley auto maker said it planned to grow its manufacturing capacity “as quickly as possible,” and as far as deliveries, its proxy for sales, it expects to reach a 50% average annual growth over a “multiyear horizon.” Executives said Wednesday they expect to grow more than that in 2021.

The lack of a clear-cut deliveries outlook “will be mixed bag,” Chris McNally at Evercore ISI said in a note.

Bulls and bears will debate the lack of a formal delivery outlook guide, he said, with bulls pointing at the implication that Tesla would get to 3.88 million units by 2025 and bears pointing at the implied 2021 guide around 750,000, which would compares with previous Wall Street expectations of around 800,000 to 850,000.

Deutsche Bank analysts said in their note Thursday they’d “use any post-earnings (Tesla) weakness to accumulate shares, based on solid underlying 4Q20 operational performance, and ahead of what should be a great year for the company.”

The analysts, led by Emmanuel Rosner, highlighted “material acceleration in deliveries, new plants and geographies, new products and segments, and large upside optionality from FSD,” Tesla’s self-driving software.

Weaker margins — net sales made on its automobiles after deducting costs — were another worry that cropped up for investors, said Citigroup analyst Itay Michaeli. Automotive gross margin excluding credits came in at 20.7% versus expectations for 24.2% and 20.9% a year ago, he said.

“Though we don’t think the quarter changes the LT [long-term] bull/bear debate much, the softer Q4 gross margins, (on declining ASPs — vehicle average selling prices) will likely be viewed as a negative to the prevailing bull case around supply and demand,” said Micheali. Among the Tesla bears, Citi rates Tesla a sell/high risk with a $159 target price.

Outside of lower prices, margins were weighed by a $267 million stock-based compensation award linked to Tesla Chief Executive Officer Elon Musk’s 2018 package, alongside price reductions and change costs on Models S and X and price cuts on the China Model 3, said Ben Kallo, a senior research analyst at Baird.

Kallo urged some calm on this front. “While disappointing, we view these additional costs/price reduction as necessary to fuel long-term growth and ephemeral in nature. In China, particularly, we view price reductions as prudent steps to stunt the growth of increasingly well-funded domestic upstarts,” he said in a note.

Kallo raised his price target on Tesla to $736 from $728 a share and kept his outperform rating. The guidance from Musk was “robust, particularly long-term, albeit more vague” on 2021 in particular, he said, but added he is sticking with its own 2021 volume expectations, lifting it from 856,000 to 859,000.

Dan Ives, an analyst at Wedbush who rates Tesla as neutral with a $950 price target, described the latest results from the electric-car maker as “robust,” and argued that automotive gross margin remains in a “healthy range,” despite investor worries. Software upgrades and strong growth from China are driving Tesla’s growth story, he said in a note to clients.

Citi’s Michaeli also highlighted comments from Tesla management, which made “confident” noises about the rate of improvements to full self-driving technology (FSD) this year.

“We continue to believe that FSD/AV [autonomous vehicles] will be a very important part of the Tesla story this year,” he said, but added that they would like to see “more evidence” of progress on that front.

Tesla shares have gained more than 640% in the past 12 months, while the S&P 500 SPX, -1.93% has gained 14%.

Michael Burry non ha dubbi su crollo Tesla: il suo Big Short sta diventando ‘sempre più grande’

24/01/2021

Michael Burry, il trader che nel 2008 ha fatto guadagnare al suo fondo d’investimento circa 2,6 miliardi di dollari scommettendo un miliardo di dollari sul crollo del mercato immobiliare americano, raccontato nel libro di Michael Lewis “The Big Short” e nel successivo film La grande scommessa, va contro tutti anche questa volta e reitera la sua posizione ribassista su Tesla, ossia il titolo che ha incantato nell’ultimo anno a Wall Street con rialzi fino a +800%.
“Il mio ultimo Big Short è diventato sempre più grande e ancora più GRANDE”, ha twittato nelle scorse settimane. Burry, oggi a capo della Scion Asset Management aggiungendo: “Goditelo finché dura”. Burry ha sottolineato che Tesla è arrivata a guadagnare in una singola seduta circa 60 miliardi di dollari di capitalizzazione, l’equivalente dell’intero valore di mercato della General Motors.

Da inizio anno il saldo di Tesla è già soddisfacente (+18% circa) anche se dopo i massimi toccati l’8 gennaio a 880 $ l’esuberanza del titolo sembra essersi un po’ spenta e titolo che nelle ultime due settimane è oscillato tra 855 e 826 dollari.

Burry è short su Tesla già da tempo

A dicembre Burry era uscito allo scoperto affermando di aver shortato Tesla, prevedendo che le azioni Tesla avrebbero subito un crollo. E ha chiesto al CEO Elon Musk di capitalizzare quella ridicola quotazione della sua società di veicoli elettrici emettendo azioni. “Vendi quel #TeslaSouffle”, ha aggiunto.
Il titolo Tesla è salito di circa il 740% nel 2020, garantendo alla casa automobilistica un valore di mercato più grande di Facebook (ora sono solo 4 le società che valgono più di Tesla) e facendo di Musk l’uomo più ricco del mondo.
Burry su Twitter si chiama “Cassandra”, un riferimento alla sacerdotessa della mitologia greca che era stata condannata a condividere profezie vere mai creduta. In effetti, Burry è stato quasi universalmente ridicolizzato quando ha previsto che la bolla immobiliare sarebbe scoppiata ma poi l’ondata di insolvenze di mutui ipotecari ha infine affondato il mercato immobiliare nel 2007 e Burry ha racimolato 100 milioni di dollari e ha realizzato 750 milioni di dollari di profitti per i suoi investitori. Sarà così anche stavolta?

Il caso Tesla e le bubble stock, tra i titoli ‘pericolosi’ tanto tech e un po’ di green. Ecco cosa può far scattare una correzione

Nel corso del 2020 abbiamo assistito a un significativo fenomeno speculativo per quanto riguarda le azioni green e tech. Nella Pillola settimanale “Cosa c’è da sapere sulle bubble stock” il Centro Studi BG Saxo ha voluta dare uno guardo alle azioni con un rapporto EV/Sales elevato. Secondo gli esperti, queste sono quelle più a rischio nel caso in cui dovesse verificarsi una correzione o una inversione nella loro valutazione nel corso del 2021, dovuta alla reflazione e in caso di aumento dei tassi di interesse.
Il mercato azionario rialzista al quale abbiamo assistito lo scorso anno ha fatto emergere valori elevati di rapporto EV/Sales, che è il rapporto tra il valore di una società e il suo fatturato, che non si vedevano dagli anni della dot-com bubble (fine anni ’90).

Il caso di Tesla

Così come l’esperienza passata ha mostrato un finale drammatico a questo genere di corsa speculativa e osservando il prezzo delle azioni di Tesla, BgSaxo ritiene che gli investitori dovrebbero monitorare gli sviluppi nelle decisioni sui tassi di interessepoiché un loro aumento potrebbe causare una correzione del prezzo di tali titoli.

Fonte: BG SAXO

Nel caso di Tesla, secondo il Centro Studi il recente rialzo è stato alimentato da un sentiment speculativo nei confronti delle azioni green, dato che gli investitori stanno puntando sul fatto che la nuova amministrazione Biden giocherà a favore di queste società, attraverso sussidi e regolamentazioni.
BgSaxo resta dell’idea che la trasformazione green rimarrà uno dei principali trend di mercato nei prossimi 10 anni, sebbene quest’anno sarà più probabile assistere ad una divisione dei titoli green tra quelli di “qualità” e quelli maggiormente speculativi.
Le azioni speculative green possono anche essere trovate tra quelle che hanno un rapporto EV/Sales elevato e il risultato è che il fenomeno delle bubble stocks coinvolge anche altre società oltre che quelle della Silicon Valley.

Azioni value e tassi di interesse


Come mostra il backtest sul Russel 1000 elaborato dal Centro Studi BgSaxo, le azioni con basso EV/Sales (value stock) generalmente registrano una performance migliore rispetto a quelle con alto rapporto EV/Sales (growth stock). Tuttavia, dal 2014 le prime hanno drammaticamente sotto-performato in quanto gli investitori hanno progressivamente puntato sulle growth stock come conseguenza del crollo dei tassi di interesse.
Durante il grande crollo azionario al quale abbiamo assistito durante gli anni della dot-com bubble, le azioni con rapporto EV/Sales elevato hanno registrato un calo dell’80% in confronto a circa il 53% degli altri quantili all’interno del Russell 1000. Lo spread tra i due gruppi (long value stocks e short growth stocks) è aumentato negli anni a seguire il 2000 e nuovamente dopo la Grande Recessione.
Secondo BgSaxo, questo potrebbe accadere nuovamente ma non possiamo prevederne il momento. Infatti, lo spread ha raggiunto i minimi durante il mese di agosto dello scorso anno e da allora è aumentato (le azioni value hanno nuovamente sovra-performato), il che è correlato all’aumento dei tassi di interesse e alla reflazione.

I titoli più pericolosi

La tabella seguente mostra le società statunitensi ed europee con un valore di mercato superiore ai 10 miliardi di dollari che hanno il rapporto EV/Sales più elevato (in ordine in base alla capitalizzazione di mercato). La lista dal Centro Studi BgSaxo comprende molte azioni ben note, appartenenti principalmente al settore tecnologico, ma sono presenti anche alcune azioni green.

Fonte: BG SAXO

Dato che una gestione del rischio prudente include la diversificazione attraverso molti asset che non sono correlati tra di loro e di evitare fonti di rischio certe, BgSaxo ha identificato alcune azioni con alto rapporto EV/Sales e, quindi, tra le più pericolose in termini di rischio, sostenendo che gli investitori con portafogli molto concentrati sulle posizioni seguenti dovrebbero considerare il livello di rischio che sono disposti ad assumersi.

Gli shortisti su Tesla hanno perso 40 miliardi di dollari nel 2020

Lo scorso anno il titolo Tesla è cresciuto del 743%: chi aveva scommesso su un calo delle azioni ha subito una vera e propria batosta

Il 2020 è stato senza ombra di dubbio l’anno di Tesla: il titolo è cresciuto del 743% e molti investitori hanno portato a casa performance da capogiro. Ma tanti altri si stanno leccando le ferite. Sono quelli che in gergo borsistico vengono chiamati “shortisti”, coloro che ritenendo Tesla una “bolla” hanno scommesso su un calo del prezzo delle azioni. Secondo i calcoli di S3 Partners, nel 2020 questo folto gruppo di ribassisti ha perso circa 40 miliardi di dollari.

SHORTISTI SENZA SHORT

Una vera e propria debacle, secondo Ihor Dusaniwsky di S3 Partners, intervistato da CNN Business, che ha rischiato di lasciare molti investitori scettici senza neanche i soldi per comprare i pantaloncini (short in inglese) che Elon Musk, fondatore di Tesla, aveva scherzosamente messo in vendita a luglio. In quel momento, infatti, le azioni della casa automobilistica stavano prendendo quota e, accanto agli entusiasti sostenitori di Tesla, un nutrito gruppo di investitori era invece pronto a scommettere sul crollo delle azioni.

L’ANNO DELL’INGRESSO NELL’S&P 500

La storia, lo sappiamo, è andata diversamente: dalla data di lancio dei pantaloncini (6 luglio) il titolo Tesla è passato da 274 dollari ai 705 del 31 dicembre, arrivando anche ad entrare nell’S&P 500. Difficile dire se la traiettoria della casa specializzata nella produzione di auto elettriche sarà ancora la stessa, ma per ora Elon Musk – che nel frattempo è diventato l’uomo più ricco del mondo – si gode una rivincita contro i suoi critici più agguerriti.

I RIBASSISTI DI TESLA, AMAZON E APPLE

Per gli shortisti di Tesla il 2020 è stata una vera e propria Waterloo. Con 40 miliardi di perdite, infatti, hanno superato le perdite accumulate dai ribassisti delle altre principali nove società di Wall Street messe insieme. Gli shortisti di Apple, secondo i dati di S3 Partners, hanno perso 6,7 miliardi di dollari, mentre gli investitori scettici su Amazon hanno detto addio a 5,8 miliardi. Dopo la batosta subita nel 2020, la quota di investitori short che controllava le azioni Tesla è scesa dal 19% del 2020 al 5,5% del 2021, ancora elevata se confrontata con Amazon e Apple, dove questa quota è inferiore all’1%.

Come Elon Musk è appena diventato l’uomo più ricco del mondo, ma la sua Tesla è sopravvalutata?

Il fondatore e CEO di Tesla ha una ricchezza stimata di circa 180 miliardi di dollari, sorpassando Jeff Bezos, patron di Amazon.

10 Gennaio 2021 

Elon Musk è diventato l'uomo più ricco del mondo

Elon Musk si affacciava al 2020 con un patrimonio stimato di “soli” 27 miliardi, a malapena rientrando tra i 50 principali uomini più ricchi del mondo. Questa settimana, sarebbe diventato il più ricco di tutti con un patrimonio di 184,7 miliardi, scavalcando Jeff Bezos, fondatore di Amazon, con 184 miliardi. Ci sono differenze nei calcoli, che dipendono dagli indici utilizzati. Ad esempio, Forbes continua a tenere il fondatore e CEO di Tesla al secondo posto e dietro a Bezos, ma probabilmente sottostimandone il patrimonio, non conteggiando il diritto di opzione su 33 milioni di azioni Tesla, di cui l’uomo gode come benefit. Sappiamo con certezza, invece, che egli possegga 170,5 milioni di azioni della società, il 18% dell’intero capitale.

Elon Musk di Tesla apre ai Bitcoin: “favore da 1.000 miliardi agli azionisti”

Il titolo è esploso nel corso dello scorso anno e continua a lievitare anche in questo primissimo scorcio di questo 2021. Rispetto a inizio 2020, guadagna l’850%. Proprio per questo, la ricchezza di Musk è letteralmente schizzata, sorpassando personalità del calibro di Warren Buffett e Bill Gates e, per l’appunto, giocandosela ormai alla pari con Bezos.Certo, parliamo di una ricchezza virtuale – e lo stesso vale per gli altri nomi citati – in quanto dipendente dall’andamento dei titoli azionari posseduti. Un eventuale tracollo ridurrebbe drasticamente il patrimonio e farebbe scivolare il fondatore di Tesla nella classifica degli uomini più ricchi. Da mesi, ad esempio, si dibatte tra gli analisti e gli stessi investitori se il titolo della casa produttrice di auto elettriche non sia in bolla. Per quanto i segnali vi sarebbero, non si avverte per il momento alcun trend ribassista in vista.

Tesla vale troppo?

A questi valori, tuttavia, la capitalizzazione di Tesla vale 1.616 volte gli utili, un rapporto incommensurabilmente più elevato di quell’appena 18 di Volkswagen.Essa sarebbe anche pari a circa 1,55 milioni per ogni auto venduta nel 2020 contro i poco più di 14.400 per ogni auto venduta dalla casa tedesca. E’ evidente che il mercato non stia comprando i numeri attuali, bensì le prospettive future. Tesla è il principale costruttore di auto elettriche nel mondo, un segmento che va crescendo di anno in anno e che l’agenda economica dell’amministrazione Biden rafforzerebbe con la svolta ambientale degli USA.In effetti, se guardiamo ai numeri di Tesla, il tasso di crescita nelle vendite è stato enorme: +886% in 5 anni, pari a un tasso annuo medio del 58%. A questi ritmi, tra 5 anni si arriverebbe a una produzione di 5 milioni di veicoli, pur ancora insufficiente per giustificare l’altissima capitalizzazione di borsa del titolo. Se, invece, il ritmo si mantenesse tale per i prossimi 10 anni, Tesla arriverebbe a sfornare quasi 50 milioni di auto all’anno, numeri capaci di dare un senso alle cifre della borsa, ma ad oggi apparentemente irrealistiche. Non solo non esiste alcuna casa automobilistica che anche lontanamente si avvicini a un simile dato, ma si consideri che nel 2019, prima del crollo delle vendite seguito alla pandemia, tutte le auto vendute nel mondo a stento arrivarono a 75 milioni. Pur immaginando una crescita del mercato automotive tra le economie emergenti, dovremmo supporre che Tesla raggiunga tra pochi anni quote elevatissime e da farne un quasi monopolio globale. Insomma, forse il titolo è andato ben oltre il dovuto e parte della immensa ricchezza di Musk potrebbe sgonfiarsi.

Elon Musk ci insegna perché i poveri rischiano di restare sempre poveri

SPY FINANZA/ Il +740% di Tesla e la domanda sullo short per il 2021

Pubblicazione: 02.01.2021

Con il suo +740% messo a segno nel 2020, Tesla è l’emblema dei titoli short killer. Resta da capire se chi punta sugli short avrà quest’anno la sua vendetta

(LaPresse)

The short killer. Se qualcuno avesse ancora avuto dubbi sul carattere di vendicatore del mercato dalle scorrerie dei ribassisti di Elon Musk è stato servito nell’ultima giornata di contrattazione dell’anno. Con gli interessi. Passivi, quantomeno per chi è rimasto troppo a lungo sul lato sbagliato del trading: come mostra questo grafico, forte del suo +740% nel corso del 2020, il titolo Tesla ha indirettamente inflitto a chi gli scommetteva contro perdite di mercato pari a 38 miliardi di dollari. E a far impressione è la magnitudo del distacco della creatura di Elon Musk dal secondo classificato fra i castigatori di short-sellers: Apple con “soltanto” 7 miliardi di mark-to-market loss affibbiata ai suoi detrattori

E che quanto accaduto sia epocale, lo dimostra questo altro grafico, il quale mostra non solo il tracollo dello short interest contro Tesla – passato da oltre il 20% di inizio anno all’attuale 6% -, ma anche la cavalcata sopra quota 700 dollari posta in essere dal titolo il 31 dicembre. Oltre e soprattutto alle parole di Ihor Dusaniwsky, managing director di S3 Partners, l’azienda che traccia i flussi delle scommesse finanziarie: “Quella che abbiamo appena registrato non è stata soltanto la più grande perdita su un singolo titolo per quest’anno, bensì la maggiore di sempre”. 

E se Elon Musk può sorridere al nuovo anno, forte del suo pacchetto azionario del 18%, il rally innescato lo scorso marzo dalla discesa in campo della Fed ha di fatto aperto un vulnus che rischia di diventare strutturale: quello a cui abbiamo assistito nell’anno appena concluso, infatti, ha rappresentato il più grande short squeeze della storia, al netto dei titoli più soggetti a scommesse ribassiste che nell’insieme hanno segnato qualcosa come il +207%, obbligando a sistemiche e sempre più massive chiusure forzate di posizioni. Massimo assoluto da quando vengo tracciate le serie storiche. 

Lo short selling è ufficialmente morto? Apparentemente, sì. Non foss’altro per due ragioni. Primo, quanto accaduto ha imposto al mercato la sua legge, a suon di rialzi: mai andare contro la Fed. Secondo, proprio la Fed ha di fatto confermato il suo impegno rispetto al controvalore di acquisti – 120 miliardi al mese – e lasciato intendere che la sua scelta di non implementazione di dicembre nasconde – in realtà – la volontà di mantenere nell’arsenale qualche arma in più per la primavera, se necessaria. Il trend pare segnato. 

Party like 2009?, come dicevamo nel mio articolo di ieri dedicato al rischio parallelo e contemporaneo dell’esplosione speculativa e di valutazione di Bitcoin? In quel caso, premio Braveheart a chiunque intenda rischiare la ghirba scommettendo al ribasso. Ma attenzione a quanto mostrano questi altri due grafici, il primo dei quali conferma come i cinque principali titoli presenti sullo Standard&Poor’s 500 abbiano raggiunto negli ultimi mesi un peso sul totale dell’indice senza precedenti, il 25%. Ora che anche Tesla è entrata a far parte del gotha di Wall Street, al netto del vulnus sulla volatilità implicita, quanto rischio incorpora una dinamica simile, nonostante la Fed in servizio effettivo e in missione permanente per conto del Dio profitto? 

Siamo forse di fronte a un pericoloso chicken game come in Gioventù bruciata (o, per i più giovani, in Footloose), ovvero una gara a chi si getta prima dall’automobile in corsa, fra rialzisti senza redenzione e ribassisti a oltranza e in odore di masochismo? Molto pericoloso. Non fosse altro perché riduce il margine di errore nelle scelte politiche della Fed praticamente a zero. Il secondo grafico, invece, mostra come per ogni dollaro di inflow sugli indici azionari statunitensi, 6,6 centesimi vadano su titoli Tesla. E attenzione, perché se le posizioni dalla 2 alla 5 riguardano i titoli sopracitati e che praticamente hanno retto da soli lo Standard&Poor’s 500 nel 2020, ecco che la sesta è appannaggio di Boeing. Ovvero, una vera e propria mina vagante. Non solo per i conti disastrati, lo stock debitorio immane, il downgrade del rating a junk dello scorso marzo e il conseguente salvataggio da parte della Federal Reserve con acquisti di bond su valutazione di merito ex ante, bensì per il fatto che le fortune eventuali del titolo si basano quasi totalmente sul leverage del vaccino anti-Covid e la sua capacità di normalizzazione dei trasporti internazionali, del turismo e degli spostamenti business. 

Non parliamo poi di Alibaba, al netto della crociata anti-trust delle autorità cinesi contro la finanziaria facente capo a Jack Ma, dopo averne di fatto sabotato il collocamento. Davvero, ragionando razionalmente da investitore e non in base al riflesso pavloviano da new normal imposto dalle Banche centrali, un titolo come Boeing non meriterebbe un pensierino short, ad esempio? Qualcuno avrà il coraggio di restare sul sedile dell’auto, guardando l’approssimarsi del burrone di altre perdite su scommesse ribassiste e sperando che sia la bolla da sovra-valutazione a lanciarsi per prima, scoppiando? Chissà. Una cosa è certa, al netto del volume letteralmente esploso del trading-on-line da parte di clientela retail nel 2020: nel caso gli short-sellers meditassero vendetta e dovessero trovare soddisfazione in un mercato ormai totalmente privo di hedging dal rischio (e quindi iper-sensibile a ogni possibile scostamento), sappiamo già chi resterà con il cerino in mano. A fortissimo rischio di ustione di terzo grado. 

Wells Fargo’s top predictions for 2021 include a warning for Tesla investors

PUBLISHED SUN, DEC 27 20205:00 PM ESTStephanie Landsman@STEPHLANDSMANVIDEO01:37Tesla will become the new AOL, Wells Fargo’s Chris Harvey warns

Wells Fargo Securities’ Chris Harvey is out with the bank’s top 10 predictions for next year.

No. 1 on his list: Tesla becomes the new AOL.

“It reminded us so much about 1998 — the late ’90s,” the firm’s head of equity strategy told CNBC’s “Trading Nation” last week. “AOL, similar to Tesla had a game changing technology, incredible performance [and] it goes into the [S&P 500] index late in the year in December after an amazing run. But it was a seminal event.”AOL, the former king of media, saw its influence unravel because it failed to keep up with the rapid pace of technology. Harvey warns the electric auto maker could suffer a similar fate. His warning comes as Apple looks to take on Tesla by producing its own self-driving vehicle by 2024.“After ’99, many tech and growth companies lost 50% to 100% [of value],” said Harvey. “We’re thinking in 2020, everything happens much faster. So, if it took 12 months for the end to begin, now it’s going to take six months.”So far this year, Tesla stock has surged almost 700%.Its record run is one of the reasons why Harvey tells clients to avoid thinking about growth at any price.

“They need to start looking at cyclicality. They need to start thinking about getting more high Covid-beta names in their portfolios,” he said. “Old economy, not new economy.”

And, that sets up No. 2 on Harvey’s list: Stocks with ugly charts start to prevail.

“You really want to look for those really beaten up, less picked over stories where the chart actually looks broken.” he said.

Tesla Stock Now Faces Its Most Serious Potential Threat: Analyst

Talk about Tesla (TSLA) rivals usually center around Chinese EV startups and traditional U.S. automakers. But recently, tech giant Apple’s (AAPL) rumored plans to enter the market are causing a stir on Wall Street. Tesla stock rose.A Reuters report on Monday suggested Apple could introduce a car as soon as 2024. Apple has not commented on the report.But if true, it would be “one of the biggest moments in the autos and shared mobility industry in 2020 … with the potential to be a transformative event for the industry over the decades to come,” Morgan Stanley analyst Adam Jonas wrote in a note late Tuesday.”Apple’s potential entry into autos represents perhaps the most credible/formidable bear case for Tesla’s stock that investors have had to consider for some time,” he added.Tesla has not officially commented on the Reuters Apple car report either. But CEO Elon Musk revealed late Tuesday he once brought up a merger with Apple CEO Tim Cook.”During the darkest days of the Model 3 program, I reached out to Tim Cook to discuss the possibility of Apple acquiring Tesla (for 1/10 of our current value). He refused to take the meeting,” Musk tweeted.Meanwhile, Jonas says Apple’s possible entry could hurt traditional automakers like General Motors (GM) and Ford (F).”Based on our early discussions with investors, most believe that what is already a tall order in: outspending, ‘out-innovating’ and ‘out talent-attracting’ Tesla and the rest of the startups, only gets more difficult for the legacy OEMs if Apple were to really throw its weight around and intensify competition,” he wrote.


Despite $38.2B In Losses, Tesla Short Sellers Ramp Up Bearish Bets

Wayne DugganMon, December 21, 2020, 11:05 PM GMT+1·2 min read

A huge 2020 was cumonated this week for Tesla Inc (NASDAQ: TSLA) investors after Tesla was added to the S&P 500 index at a record high market cap of above $625 billion. Tesla shares hit new all-time highs on Friday on forced institutional buying in the closing minutes and inflicting even more pain on Tesla’s battered short sellers.Tesla short sellers got a bit of a break on Monday after profit-takers drove the stock down 5.9%. That pullback has earned Tesla short sellers a more than $1.8 billion profit on Monday, according to S3 Partners analyst Ihor Dusaniwsky.On Monday, Dusaniwsky said Tesla remains the most heavily shorted stock in the world with more than $34.5 billion in short interest. That amount of short interest is three times the short interest of the second most shorted stock, Apple, Inc. (NASDAQ: AAPL). Apple has only $11.4 billion in short interest.

Related Link: Cannabis Short Sellers Now Down 3M In 2020 Following Tilray-Aphria Merger

Horrendous Year For Shorts: Even after Monday’s gain, Tesla short sellers have endured another $4.3 billion in net-of-financing, mark-to-market losses in the month of December.Following Monday’s pullback, Tesla shares are still up more than 730% year to date, and short sellers have been taking a pounding all year. As of midday on Monday, Tesla short sellers have endured $38.2 billion in mark-to-market losses in 2020, according to S3.Despite the huge losses Tesla short sellers have been adding to their positions ahead of the S&P 500 inclusion. S3 reported that Tesla’s short interest has increased by $1.5 billion over the past 30 days.“Shorts were active ahead of Tesla’s S&P inclusion and we may see continued short selling into the new year as short sellers look for the short-term pre-inclusion momentum and speculative long buyers to sell their long positions and realize mark-to-market profits in this tax-year,” Dusaniwsky said.

Ingresso Tesla nello S&P 500. Smart Beta lanciano codice rosso per ETF e fondi passivi: la storia parla chiaro

L’ingresso di Tesla nell’indice S&P 500, che sarà ufficializzato nella seduta di oggi, lunedì 21 dicembre 2020, decreterà per caso la fine del rally storico. che ha portato le quotazioni a volare dell’800% dai minimi di marzo e del 700% dall’inizio dell’anno?A porre l’interrogativo sono alcuni nerds di Wall Street, come li chiama Bloomberg, che includono esperti di finanza quantitativa: esperti che, di solito, sono attivi tra gli “smart beta”, portafogli di investimento ibridi che offrono i vantaggi delle strategie passive insieme a quelli delle strategie attive (come il caso degli ETF Smart Beta).
Tra i pionieri delle Smart Beta c’è Rob Arnott, che ha pubblicato diversi studi da cui emerge che le cosiddette mega cap – come Tesla – hanno il potenziale di danneggiare i ritorni dei fondi passivi: gli stessi che, nelle settimane scorse, hanno fatto incetta dei titoli del colosso delle auto elettriche fondato da Elon Musk, per assicurarsi che i loro indici (nel caso degli ETF sullo S&P 500) replicassero fedelmente il ‘nuovo’ S&P 500, ovvero l’indice aggiornato con l’ingresso di Tesla.
Insieme a un collega di Reasearch Affiliates, Arnott ha scritto un paper intitolato “Tesla — The Largest-Cap Stock Ever to Enter S&P 500: A Buy Signal or a Bubble?”, ovvero “Tesla – il titolo large cap più grande della storia entra nello S&P 500: un segnale Buy o una Bolla“?
A supporto della teoria secondo cui le new entry delle mega cap nuocerebbero i fondi passivi, vengono presentati dati storici, relativi a un arco di tempo di 31 anni: da questi numeri emerge che, quando una società raggiunge una capitalizzazione tale da riuscire ad aggiudicarsi uno dei primi 100 posti dello S&P 500 (e Tesla sarà la sesta dell’indice), le sue quotazioni tendono a scendere del 7%, in media, l’anno successivo al debutto.
I titoli delle società che sono state invece ‘cancellate’ tendono a battere il listino di ben il 20%.
Il paper arriva alla conclusione secondo cui, nei 12 mesi successivi l’ingresso di una mega gap e/o la cancellazione di una azione dall’indice di riferimento, il gap che si viene a creare tra la performance del titolo mega cap e quella del titolo eliminato è pari al 24%.
Tutto questo, si legge nel paper, viene pagato caro dagli investitori, che vengono esposti a quello che Arnott definisce un problema fondamentale degli indici market-cap, che sono fin troppo dipendenti dalla capitalizzazione di mercato delle azioni che includono. Azioni che potrebbero aver terminato la loro corsa proprio una volta entrate, nel caso specifico, nel listino S&P:
“L’aggiunta di Tesla descrive bene quanto sosteniamo – ha detto Arnott, contattato telefonicamente da Bloomberg – Il titolo è volato dell’800% dai minimi di marzo. E ora volete aggiungerlo (allo S&P 500)?“.

Apple’s Car Plan Creates Tesla Bear Case, Morgan Stanley Says

Kristine OwramTue, December 22, 2020, 8:49 PM GMT+1·1 min read

Apple’s Car Plan Creates Tesla Bear Case, Morgan Stanley Says

(Bloomberg) — Apple Inc.’s reported foray into making its own self-driving, electric cars creates “a new Tesla bear case,” according to analysts at Morgan Stanley.Tesla Inc. shares fell as much as 5.5% Tuesday, adding to their 6.5% drop on Monday, after Reuters reported that Apple is moving forward with autonomous technology and aims to produce a passenger vehicle by 2024 that could include its own battery design. Tesla’s two-day slump also follows its admission into the benchmark S&P 500 Index before the open on Monday.“Apple’s potential entry into autos represents perhaps the most credible/formidable bear case for Tesla’s stock that investors have had to consider for some time,” analysts led by Adam Jonas wrote in a note Tuesday. Jonas gives Tesla a buy-equivalent rating with a $540 price target, about 15% below where it’s trading currently.The iPhone maker getting into the vehicle market could also pose a threat to legacy automakers like General Motors Co. and Ford Motor Co., which will have a hard time competing if “Apple were to really throw its weight around,” Jonas said.For suppliers of electric, autonomous and connected-car systems, meanwhile, Apple’s plans “could very likely mean a significant inflection in the speed and magnitude of a wide range of investments,” he added. Lidar suppliers include Luminar Technologies Inc. and Velodyne Lidar Inc. rallied Monday after the report and continued to rise Tuesday.

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©2020 Bloomberg L.P.

Tesla entra nell’Olimpo della borsa Usa: ma alert anche su risparmi pensionistici

Arnot non è l’unico a non esultare per l’ingresso, tra l’altro molto atteso, del titolo Tesla nell’Olimpo della borsa Usa. Proprio questa attesa tra l’altro, ha fatto volare le quotazioni del gruppo di oltre +50% dalla metà di novembre, quando la società che gestice l’indice,  S&P Dow Jones Indices, ha annunciato che avrebbe consentito l’inclusione di Tesla il mese successivo. (in precedenza la società si era rifiutata di dare il via libera all’entrata, fattore che aveva provocato grande sconcerto tra gli investitori).
Da quando l’autorizzazione è arrivata, si è riattivata insomma la febbre per il titolo. Che ora potrebbe essere però arrivata al capolinea anche secondo Vincent Deluard, strategist di StoneX che, sempre stando a quanto riporta Bloomberg, ha scritto una nota “Time to Fire the S&P 500 Index Committee”, ovvero “E’ il momento di licenziare la Commissione dell’indice S&P 500”, spiegando che la decisione di posticipare l’ingresso di Tesla, oltre a provocare il “trasferimento dei risparmi pensionistici agli speculatori”, costerà agli investitori più di $500 miliardi.
Da segnalare che il titolo Tesla al momento viene scambiato a un valore pari a 20 volte il fatturato del colosso e a quasi 10 volte la valutazione dell’indice S&P 500.
La sua aggiunta, ricorda l’articolo di Bloomberg, sta già scatenando il boom degli acquisti delle azioni, per miliardi di dollari, da parte dei fondi che replicano il listino, e che hanno un valore stimato complessivo di $4,5 trilioni.
Il punto è che la domanda di titoli Tesla, avverte Dimensional Fund Advisors (che ha incluso comunque Tesla nei suoi fondi negli ultimi nove anni) si concentrerà su “un lasso di tempo artificialmente corto” distorcendo ulteriormente i prezzi, visto che i fondi dovranno apportare gli aggiustamenti nella data effettiva (dell’ingresso del titolo).
Detto questo Wes Crill, ricercatore senior presso il gigante di finanza quantitativa, ha spiegato che “l’obiettivo di un gestore di fondi indicizzati non è quello di aumentare i ritorni attesi dagli investitori, ma di minimizzare l’errore di tracciamento. Esiste insomma “un costo per gli investitori che, in qualche modo, è quasi forzato, visto che agli stessi viene detto cosa fare e quando farlo, in base a un indice”.  E’ più importante riuscire a replicare l’indice, in poche parole, che valutare esattamente quello che fa una società in cui si investe.
Detto questo è lo stesso Cris ad avvertire nell’intervista a Bloomberg che, al momento, “sarebbe un gioco molto pericoloso” scommettere contro Tesla. Allora, cosa dovrebbero fare gli investitori, più in generale? Semplicemente, a suo avviso, non avere il titolo in portafoglio.

Tesla destinata ai 60-80 dollari per azione nel 2021

Mercato azionario6 ore fa (16.12.2020 13:05)      Tesla destinata ai 60-80 dollari per azione nel 2021

Le azioni di Tesla Inc (NASDAQ:NASDAQ:TSLA) potrebbero precipitare fino al livello dei 60 dollari, secondo quanto dichiarato martedì a Yahoo (NASDAQ:AABA) Finance da Gordon Johnson di GLJ Research nel corso di un’intervista.

Cosa è successo: Johnson ha collocato il fair value di Tesla tra i 60 e gli 80 dollari. “Pensiamo che è diretta lì; pensiamo che accadrà l’anno prossimo”.

Le azioni della società guidata da Elon Musk saranno anche aumentate del 657% su base annua, ma dopo l’inclusione della casa automobilistica nell’indice S&P 500, il 21 dicembre, il movimento al rialzo potrebbe arrestarsi, secondo Johnson.L’analista ha anche fatto riferimento ad altri fattori come elementi negativi, tra cui la perdita dei crediti fiscali governativi per le auto elettriche in favore delle case automobilistiche rivali e la riduzione della quota di mercato in Cina ed Europa.Johnson ha sostenuto la sua tesi con esempi del passato e ha equiparato Tesla alla società di cannabis Tilray Inc (NASDAQ:TLRY), le cui azioni nel 2018 hanno toccato il livello dei 150 dollari, ma che al momento della pubblicazione dell’articolo erano valutate 7,87 dollari.“L’avete già visto prima. So che sembra folle, ma guardate Tilray, guardate SunEdison, guardate Suntech, alcuni di questi titoli sono passati da 5 a 300 dollari, e poi di nuovo a 5 dollari. Sono passati da 2 a 300 dollari a zero”, ha dichiarato Johnson a Yahoo Finance.L’analista ha affermato che Tesla è un “candidato privilegiato” ad un simile movimento di prezzo.Perché è importante: Johnson ha affermato che Tesla sta affrontando problemi di domanda indicando che il Supercharging gratuito offerto dalla società e il taglio dei prezzi del suo inventario in Germania come indicatori del fatto che la casa automobilistica cerca di “spingere la domanda”.Johnson ha spiegato che l’aumento delle vendite in Cina è stato possibile a causa di una riduzione dei prezzi dell’8% all’inizio di ottobre.”Ma il problema è che la riduzione dei prezzi è stata resa possibile dal cambiamento della tecnologia”, ha affermato Johnson. “Le batterie [al litio-ferro-fosfato], di cui ora si segnala un’ampia presenza in Cina, in inverno raggiungono solo il 50% dell’autonomia”.L’analista si è chiesto se Tesla sia in grado di continuare a vendere quella quantità di auto in Cina, ora che le persone stanno vedendo che l’autonomia è “solo la metà di quanto promesso”.La vertiginosa valutazione di Tesla, con le azioni della società che hanno avuto un’impennata del 783% in 12 mesi, ha lasciato gli analisti divisi, con alcuni di loro che hanno emesso dei declassamenti ed altri che invece prevedono un ulteriore rialzo.Movimento dei prezzi: martedì le azioni Tesla hanno chiuso in perdita di quasi l’1%, a 633,25 dollari, e poi nell’after-hours sono scese di un altro 0,92%.

Leggi l’articolo anche in Benzinga Italia

Are Tesla’s Shares Worth $90 or $780?

Wall Street Can’t Decide

By Esha Dey 12 dicembre 2020, 22:00 CET

  • Wide disparity in price targets highlights valuation struggle
  • Tesla can be valued as climate-change innovation ETF, MS says

For all the headline-making drama surrounding Elon Musk and his brainchild Tesla Inc., investors were rewarded handsomely for their patience this year.

Now that the company is maturing into blue-chip status with its addition to the S&P 500 Index this month, what happens next may boil down to some simple questions: What type of company is Tesla exactly? And how should the stock be valued? Wall Street’s answers, however, are wildly different — Goldman Sachs has a price target of $780, while JPMorgan Chase’s is $90.

Tesla, doccia fredda da JP Morgan: titolo ‘drammaticamente sopravvalutato’. E trader Grande Scommessa dice short

Il titolo Tesla è arrivato a un livello “drammaticamente sopravvalutato” e gli investitori che stanno pensando di fare incetta di azioni in vista del suo debutto nell’indice S&P 500 – previsto per il prossimo 21 dicembre – dovrebbero ripensarci. E’ quanto ha scritto in una nota ai clienti – si legge in un articolo di Bloomberg –Ryan Brinkman, analista di JP Morgan.

Tesla vehicles are on display at a Tesla store in Palo Alto, California, United States on October 3, 2019. Telsa Inc. shares fell more than 4 percent on Thursday, after a weaker than expected 3rd quarter deliveries. (Photo by Yichuan Cao/NurPhoto via Getty Images)

Brinkman ha fatto notare che, nell’arco degli ultimi due anni, le quotazioni del colosso produttore di auto elettriche sono volate di oltre +800%. E che, a fronte di una revisione al rialzo dei target price, che è stata del 450% circa, gli analisti hanno simultaneamente tagliato le stime sugli utili del gruppo, relativi agli anni che vanno dal 2020 al 2024.
Questa contraddizione, ha sottolineato l’analista, “suggerisce in modo netto l’idea che ci sia qualcosa che sta sostenendo il titolo che sia diverso dai fondamentali (fervore speculativo?)”.
In realtà anche Brinkman ha rivisto al rialzo il target price sul titolo Tesla, ma l’upgrade sa più di una bocciatura più clemente che non di una vera e propria promozione.
Il titolo Tesla è scambiato infatti poco al di sopra di 600 dollari, mentre l’esperto di JP Morgan ha alzato l’obiettivo da $80 a $90, citando come motivazione l’annuncio di martedì scorso, con cui il gigante ha reso noto che procederà a un aumento di capitale di  $5 miliardi.

E il trader che ha ispirato La Grande Scommessa shorta il titolo

Oltre ad alzare il target price l’analista di JP Morgan ha reiterato il rating sell sul titolo. Stando a quanto riporta Bloomberg, gli analisti in media hanno un target price di 364 dollari sul titolo, valore che si conferma in forte ribasso rispetto alle quotazioni attuali, volate di quasi +670% nel periodo compreso tra il 1° gennaio e lo scorso 8 dicembre.
C’è da dire che questa non è certo l’unica nota negativa su Tesla. Michael Burry, noto per aver guadagnato $100 milioni scommettendo sul collasso del mercato immobiliare Usa e interpretato da Brad Pitt nel film “The Big Short” (La Grande Scommessa), ha rivelato di recente con un tweet poi cancellato di shortare Tesla.
Numeri alla mano, il gigante mega cap di Wall Street è arrivato a superare nella sessione di giovedì scorso la soglia di capitalizzazione di mercato di $600 miliardi: tuttavia, nei primi nove mesi dell’anno, il fatturato si è attestato a $21 miliardi, a fronte di utili operativi per un valore di appena $1,4 miliardi.
Il titolo Tesla ieri ha pagato la nota di Brinkman, chiudendo in ribasso di quasi il 7%. L’analista ha d’altronde ricordato, anche, che il titolo è scambiato a un valore pari a 1.325 volte il suo PE di lungo termine e a 291 volte le stime sugli utili del 2020.
Le azioni hanno guadagnato il 57% da quando S&P Dow Jones Indexes ha annunciato l’imminente ingresso nell’indice S&P. La notizia ha scatenato ulteriori reazioni bullish sul titolo, anche in vista delle manovre dei gestori di quei fondi ETF che replicano l’indice S&P 500 e che, di conseguenza, si sono trovati nella necessità di acquistare il titolo per aggiungerlo ai loro portafogli. Agli altri che non lo hanno ancora fatto, Brinkman ha consigliato di rimanere fermi, proprio a causa di un valore drammaticamente sopravvalutato che emerge “praticamente da qualsiasi parametro convenzionale esistente“. Tag: JP Morgan, Tesla Elon Musk Comme

Tesla piazzerà 5 mld $ di nuove azioni, titolo sbanda dopo annuncio terzo AdC del 2020

08/12/2020

Tesla procederà a piazzare sul mercato fino a 5 miliardi di dollari di azioni. Da un documento presentato alla SEC, la Consob statunitense, emerge che Tesla ha stipulato un contratto di vendita di azioni (con un pool di banche composto da Goldman Sachs, Citigroup, Barclays Capital, BNP Paribas, BofA Securities, Credit Suisse Securities, Deutsche Bank, Morgan Stanley, SG Americas Securities, LLC e Wells Fargo Securities. Saranno cedute azioni ordinarie Tesla del valore nominale $ 0,001 per azione, per un ricavo aggregato della vendita fino a 5 miliardi di dollari. L’operazione avverrà attraverso un’offerta “at-the-market”.Dopo l’annuncio il titolo Tesla, reduce dai nuovi massimi storici toccati ieri oltre i 600 mld di dollari di capitalizzazione, ha virato in rosso e segna nel pre-market un calo del 3,6% a 620 dollari.Per Tesla, che dal 21 dicembre entrerà a far parte dell’indice S&P 500, si tratta del terzo ricorso a nuova emissione di azioni in questo 2020.

Elon Musk warns employees Tesla’s stock could ‘get crushed like a soufflé under a sledgehammer’

Musk vende tutto e guarda a Marte, ma si tiene strette le azioni Tesla. E la sua creatura tra 3 anni potrebbe valere quanto Apple

08/12/2020

Tesla sempre più al centro dei riflettori in questo 2020. Il colosso delle auto elettriche ha raggiunto valutazioni impensabili solo 12 mesi fa e c’è chi azzarda previsioni a lungo termine che la vedono valere molto di più con quotazioni simili a quelle a cui viaggia attualmente Apple, prima azienda al mondo per valore di mercato.
Intanto Elon Musk non manca di far notizia anche al di fuori della sfera degli investimenti. In un’intervista al giornalista tedesco Mathias Döpfner pubblicata da ‘La Repubblica’, l’istrionico numero uno di Tesla torna a parlare di civiltà spaziale.  “Abbiamo bisogno di enormi risorse per costruire una città su Marte – dice Musk, rilevando di aver ceduto la sua residenza principale a Los Angeles due mesi fa  e che si appresta a cedere anche altre case. “Non avrò quasi nessuna proprietà di grande valore oltre alle azioni delle società – afferma Musk – . Ho bisogno di una casa solo quando ci sono i miei figli. In questo caso ne affitto una“. Musk prevede che il primo uomo su Marte ci sarà verosimilmente tra 6 anni, ma forse già tra 4 anni. E lui stesso intende avventurarsi nello Spazio tra 2 o 3 anni.Musk non intende privarsi delle azioni delle società che ha creato. “Tutto quello che desidero è possedere sono le azioni di Tesla e SpaceX. Se falliscono, anch’io personalmente fallisco”, afferma il ceo di Tesla.

Nuova iniezione di liquidità da 5 mld $

Quando mancano meno di due settimane al suo debutto sull’S&P 500, Tesla sfrutta i livelli record toccati a Wall Street per apportare la terza iniezione di liquidità di questo 2020 record per la creatura di Elon Musk. Tesla procederà a piazzare sul mercato fino a 5 miliardi di dollari di azioni. Da un documento presentato alla SEC, la Consob statunitense, emerge che Tesla ha stipulato un contratto di vendita di azioni con un pool di banche composto da Goldman Sachs, Citigroup, Barclays Capital, BNP Paribas, BofA Securities, Credit Suisse Securities, Deutsche Bank, Morgan Stanley, SG Americas Securities, LLC e Wells Fargo Securities. Saranno cedute azioni ordinarie Tesla per massimi 5 miliardi di dollari. L’operazione avverrà attraverso un’offerta “at-the-market”.
Dopo l’annuncio il titolo Tesla, reduce dai nuovi massimi storici toccati ieri oltre i 600 mld di dollari di capitalizzazione, ha virato in rosso e arrivando a segnare nel pre-market un calo di oltre 3% a 620 dollari. Il titolo del colosso delle auto elettriche segna un sensazionale +670% quest’anno, sostenuto dall’aumento della domanda di auto elettriche a livello globale e soprattutto in un mercato chiave quale la Cina, così come dall’inclusione nell’S&P 500 a partire dal prossimo 21 dicembre.

Spinta per investimenti monstre nell’elettrico 

Per Tesla si tratta del terzo ricorso a nuova emissione di azioni in questo 2020. Il precedente aumento di capitale, sempre di $ 5 miliardi, risaliva a settembre, mentre un’offerta di $ 2 miliardi era stata conclusa a febbraio. Ciò ha aiutato Tesla a più che raddoppiare la spesa pianificata per impianti e attrezzature. ILa nuova iniezione di liquidità andrà a sostenere i piani del gruppo che sono di raddoppio del budget di spesa in conto capitale durante i prossimi due anni, fino a un intervallo compreso tra $ 4,5 e $ 6 miliardi. In particolare, Tesla è impegnata nella costruzione di due nuovi stabilimenti – uno ad Austin, in Texas, e il suo primo stabilimento europeo vicino a Berlino – e sta espandendo la produzione nelle sue strutture di assemblaggio di veicoli esistenti a Fremont, in California, e Shanghai.

Boom di vendite in Cina

Tesla intanto ha venduto 21.604 veicoli in Cina a novembre, posizionandosi al terzo posto nella classifica dei produttori di veicoli elettrici. E’ quanto emerge dai dati della China Passenger Car Association. Numeri che segnano un balzo di ben +78% per il colosso guidato da Elon Musk rispetto alle 12.143 auto vendute nel paese asiatico a ottobre 2020. In totale le vendite di veicoli new energy a novembre sono state di 169mila unità, pari a un balzo del 136,5%. Il mese scorso ha visto in generale un +7,8% delle vendite di auto in Cina con un totale di 2,11 milioni di unità.

Analisti vedono spazio per quotazioni stellari in futuro

Tesla ieri ha chiuso a +7% a 641$ varcando per la prima volta sopra la soglia dei 600 miliardi di capitalizzazione di mercato. A detta di diversi analisti la corsa di Tesla è destinata a proseguire nei prossimi mesi.
Addirittura ieri il venture capitalist Gene Munster di Loup Ventures ha dichiarato che il titolo Tesla potrebbe crescere fino a oltre $ 2.500 nei prossimi tre anni, ossia una capitalizzazione di mercato di oltre $ 2 trilioni, livello toccato nella storia solo da Apple. A detta di Munster, Tesla si evolverà nei prossimi anni per essere molto più di una semplice azienda automobilistica. “Sebbene Tesla sia già molto più di una casa automobilistica al momento, gli analisti continuano a valutarla in questo modo, commettendo un grosso errore”, ha detto Munster alla CNBC.
Nelle scorse settimane hanno alzato il tiro su Tesla anche gli esperti di Goldman Sachs, che hanno portato il target price del titolo fino a $780.
Tra gli analisti tradizionalmente bullist su Tesla c’è sicuramente Dan Ives di Wedbush che ha fissato nel suo “bull case” un target price su Tesla pari a $800-$1000″. Secondo Ives la domanda di EV (electric vehicles, auto elettriche) sta davvero iniziando a svoltare, soprattutto in Cina. A suo avviso, inoltre, le vendite di auto elettriche a livello globale sono destinate a balzare entro il 2025 al 10% di quelle complessive, rispetto al 3% attuale. L’analista di Wedbush vede Tesla come l’indubbio leader di questo segmento di mercato e la Cina potrebbe rappresentare il 40% delle vendite entro il 2022, rispetto al 15% di oggi.

Tesla dovrebbe produrre 20 milioni di auto elettriche l’anno per mantenere l’attuale quota di mercato del 20% del settore.

Lo dice uno studio di Goldman Sachs.

È evidente che Tesla sia stata, lato azioni, un vero e proprio investimento super remunerativo che ha portato a vedere cifre incredibili ed anche in poco tempo.Sicuramente due sono stati i fattori ossia quello legato al listing nel S&P 500 SPX ed ovviamente lo split azionario che ha avuto dei risultati ottimi sul prezzo, ed infatti a metà settembre il titolo TSLA scendeva a 330 dollari mentre adesso è quasi raddoppiato e sfiora i 600 dollari.

Pareri positivi arrivano anche da parte di Goldman Sachs in cui gli analisti hanno rilasciato una nota in cui si prevede il raggio di copertura dell’azienda per i prossimi decenni e questo potrebbe spingere ancora di più le azioni dell’azienda:

“Crediamo che il passaggio verso l’adozione di veicoli elettrici alimentati a batteria stia accelerando e si verificherà più velocemente rispetto alla nostra visione precedente. Crediamo che i prezzi delle batterie stiano scendendo più velocemente di quanto ci aspettassimo, il che migliora l’economia della proprietà dei veicoli elettrici, e recentemente c’è stato un aumento delle proposte normative di alcune giurisdizioni per limitare o vietare completamente la vendita di nuovi veicoli con motore a combustione interna (ICE) in 10-20 anni. Di conseguenza, insieme ai nostri colleghi a livello globale, stiamo aumentando le nostre prospettive di adozione di veicoli elettrici e ora ci aspettiamo che i veicoli elettrici rappresentino il 18% delle vendite a livello globale nel 2030 e il 29% nel 2035 (con un’adozione del 50% nel 2035 sia negli Stati Uniti che in Europa occidentale)”.

Infatti se Tesla riuscisse a mantenere una quota di mercato del 20% anche per i prossimi anni, potremo arrivare a vedere l’azienda produrre ben 20 milioni di macchine elettriche l’anno, cosa che sarebbe davvero impressionante, soprattutto se guardiamo al settore dell’automotive in generale.

Tesla e la concorrenza nel settore delle auto elettriche

Non dimentichiamo che la maggior parte delle aziende di questo settore sta cercando e trovando soluzioni alla combustione fossile, proprio per ridurre l’inquinamento e salvaguardare quello che resta dello strato di ozono. Per farlo è necessario sia trovare fonti alternative di combustibile e sia implementare motori alternativi come quelli elettrici.

La partita è del tutto aperta ed ha diversi concorrenti. Il principale nemico dell’auto elettrica in futuro sarà l’idrogeno, ma su larga scala ancora non conviene ai costruttori produrre, anche se poco alla volta il prezzo sta già diminuendo.

Altri costruttori hanno già sul mercato auto elettriche più economiche e dalla buona autonomia, basta pensare alle varie marche giapponesi, che renderebbero la competizione ancora più importante, visti i costi di una vettura elettrica della casa di Tesla.

Questi ed altri aspetti (copertura elettrica in ogni città, smaltimento delle batterie) fanno propendere su un futuro verso l’elettrico, ma non è detto che la stessa Tesla possa diventare il punto di riferimento o produrre quella quantità di veicoli l’anno, cosa che si tradurrebbe in un calo anche nelle azioni che in futuro potrebbero valere di gran lunga molto meno.

Elon Musk will love this: Tesla short sellers lost more than the US airline industry this year

CNN Business

New York (CNN Business)The incredible year for Tesla stock has created a bloodbath for those shorting its shares.According to analysis by S3 Partners, short investors in Tesla— those who placed bets in the market that its shares would lose value — have lost $35 billion on those positions so far this year.”There’s nothing that compares to it that I can remember,” said Ihor Dusaniwsky, managing director at S3 and an expert in stock shorting.To put that loss into context, the US airline industry posted combined net losses of $24.2 billion, excluding special items, through the first nine months of 2020, the worst losses the industry has ever reported.Tesla short sellers lost $8.5 billion in November alone, as the company’s shares climbed 46% in the month. That’s more than the $6.7 billion Tesla itself lost in the 11 years from when it first reported results in 2008 to the end of last year. It must be sweet vindication for Tesla CEO Elon Musk, who has made no secret of his hatred of short sellers. And Tesla (TSLA) is a stock that investors seem to love or hate. For all those who believe the company is a paradigm-changing clean energy leader of unlimited potential, there are other investors who believe it is an overhyped niche player soon to be overwhelmed by larger, more established automakers.That’s why there has long been so much short interest in Tesla stock, with those doomsayers currently holding about 6% of total shares. That’s much higher than the typical 1% or 2% of short interest in most other large cap companies.And this was the year that Tesla became one of the largest cap companies in the country. After years of posting losses as it ramped up production of electric cars, the firm started to turn a profit at the end of 2019. And the shares took off, gaining more than 600% year to date. It is now worth roughly as much as the next six most valuable global automakers — Toyota (TM), Volkswagen (VLKAF), Daimler (DDAIF), General Motors (GM), BMW and Honda (HMC) — combined, despite having only a fraction of the sales of any of those companies.

Why the losses are so big

When investors short a stock, they are promising to sell shares at a future date at a set price. If the stock price goes down, they make money by being able to buy shares at a lower cost than they have pledged to sell them. But if the stock price rises, they lose money. Potentially a lot of money. The meteoric rise in Tesla shares this year has caused pain unlike anything that has been seen in the market before because so many investors have taken a short position and the company’s shares have become so expensive. Dusaniwsky said many of the shorts have closed out their positions — the number of Tesla shares held by short sellers is down 63% so far this year. But he said many are still unwilling to change their minds, despite the losses.”You have the shorts with high conviction holding onto their trades,” he said. There are other large cap stocks on which shorts have taken big losses this year as the market came roaring back from the March selloff. But they represent a fraction of the losses that have been suffered on Tesla because there are far fewer investors holding short positions. Shorts second biggest loser is Apple (AAPL), but those losses totaled $5.8 billion for the year. Amazon (AMZN) is No. 3 with short losses of $5.6 billion. The combination of Tesla being a very large cap stock with so much short interest staying put despite huge losses is what makes this so unique, Dusaniwsky said.”This is truly a unicorn short,” he said.Musk himself has questioned whether the stock is worth its current market value.”I even said the stock was too high. I mean what am I supposed to do?” he said while rolling his eyes during an interview with Mathias Doepfner, CEO of technology and media company Axel Springer, on Tuesday. Musk also warned his employees in an email this week that if they don’t work to control costs and investors begin to doubt forecasts of large profits ahead “our stock will immediately get crushed like a soufflé under a sledgehammer!”

High profile shorts staying put

One of the market’s major short investors, Jim Chanos, admitted that he has cut back on the short position he has long held in Tesla, even as he continues to have doubts about the company’s long-term prospects.”We still do have a [short] position,” he told Bloomberg this week. “It’s been painful, clearly.”And another major short seller, Michael Burry, who became famous as the focus of the book “The Big Short” thanks to his bet against the housing bubble and mortgage-backed securities just ahead of the Great Recession, disclosed in a since deleted tweet that he had taken a short position in Tesla as well.”So Elon Musk, yes, I’m short Tesla, but some free advice for a good guy … Seriously, issue 25-50% of your shares at the current ridiculous price. If there are buyers, sell that #TeslaSouffle,” the tweet read.

Elon Musk warns employees Tesla’s stock could ‘get crushed like a soufflé under a sledgehammer’

But despite the continued doubts of some shorts, Tesla is winning over other skeptics. Goldman Sachs upgraded its recommendation on the stock to buy from neutral on Wednesday, and set a 12-month target price of $780, 31% above Thursday’s close. Goldman predicted that despite Tesla’s small overall market share, it could become one of the world’s largest automakers, selling 15 million cars a year by 2040. For comparison, global leader Volkwagen sold 11 million cars last year.

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