FTSEMIB 23048 : The Border between Hell and Heaven

Eccoci a un nuovo appuntamento questa volta dedicato al nostro FTSEMIB :

FTSEMIB 23048 : The Border between Hell and Heaven

Riprendiamo in mano il nostro Indice ,dopo le buone intuizioni precedenti ,che sicuramente ricorderete , la prima in cui si ipotizzava un rimbalzo a 20180 – 20400 (top 20399) contenuta nell’articolo :

FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 20180-20400  

e la successiva analisi su un possibile rimbalzo  del nostro Indice a 22500-23048  contenuta nell’articolo :

FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 22500-23048 

arrivato a un top attuale di 23008 , da cui forte correzione area 22200, su “fantomatica” e “curiosa” Crisi di Governo “Renziana” (sulla quale non facciamo alcun tipo di commento , perchè SFI ha sempre sfidato  i BURATTINAI come da nostra Mission e non i BURATTINI ).

Usiamo lo stesso grafico esposto nell’analisi :

FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 22500-23048

Il motivo è perchè ,ovviamente, i livelli considerati importanti in precedenza, sono sempre quelli e lo restano anche per questo nuovo articolo .

In particolare evidenziamo area 22500/22600  una coppia di  valori molto importanti da riprendere e ritestare con successo per vedere un secondo attacco a 23048 , valore importantissimo per il FTSEMIB come già piu’ volte in passato detto.

(vedi RADICE HFT 048=23048 , analogo valore per altri Indici = 3048 S&P = 23048 NIKKEI =13048 CINA = 13048 DAX =7048 FTSE100  = 28048 DOW JONES ecc ecc)

E’ ora quindi di aggiornare la situazione con una nuova ipotesi .

FTSEMIB


Dal superamento di 23048 e suo retest superato con successo , dipenderà un movimento rialzista per FTSEMIB ,che potrebbe avere target molto ambiziosi e collocabili a 27500 (+10000 punti da 17500) e oltre .

E siccome c’è molta carne al fuoco in Europa (Vedi Recovery Found, Vedi BCE) ma anche negli USA vedi FEDERAL RESERVE prossima ottava , ULTERIORI STIMOLI ECONOMICI USA e sopratutto trimestrali USA questo periodo sarà sicuramente decisivo  e  molto importante.


Vi ricordiamo che il nostro FTSEMIB è ,ad oggi ,ben  al di sotto dei 25500 punti che furono top PRE-COVID SHOW 1  e questa è una cosa da tenere sicuramente in considerazione ,sopratutto se la coppia 22500/22600 darà strada per 23048 una volta per tutte  e quest’ultimo sarà superato e ritestato con successo , facendo da base e supporto per i nuovi obiettivi rialzisti di questa analisi.


RIASSUMIAMO CROLLI E REAZIONI DEL NOSTRO FTSEMIB


25500-14000 il poderoso e disastroso movimento ribassista su COVID SHOW 1

14000-18000-20180/20400 reazione seguita


20400/20180-17500 il poderoso movimento ribassista su COVID SHOW 2

17500-23008 reazione seguita


23008-22200 correzione su Crisi Di Governo “Renziana”

22200-22500/22600–23048—–27500/28000 <—possibile movimento a seguire

a chiudere quindi 17500-27500 e vedere area 28000.


I BOX HFT che contengono  il nostro FTSEMIB dal 2006/2008 sono i soliti :


BOX HFT 8000-18000-28000-38000-48000

( minimo 17950 nel 2018 minimo 14089 del 2020 + 17500 sempre nel 2020)

BOX HFT 1050020500-30500-40500

(minimo 12250 del 2009)


Evidente la  doppia resistenza a  22500-22600 che con 23048 rappresentano il chiaro “ostacolo” per il possibile raggiungimento di 2750028000.


19-01-2021

FTSE MIB

22.584,00

Ci faranno rialzare….ancora una volta?

E se si….come e con che News  ?

Saranno d’accordo HFT e Giostrai e i loro “Burattini” senza fili ?


God Save Italy !

 

FTSEMIB


AGGIORNAMENTO  4 Gennaio 2022 

FTSE MIB 28.004,00>04-01-2022

FTSE MIB 27.979,00>16-11  

articolo chiuso TARGET 28000

di questa nostra GOLD IDEA

                                                     da nostro RADICE HFT 23048 + 4957 punti

FTSEMIB

FTSE MIB 27.879,00>05-11   

superato top del 16-08-2021

27500 raggiunto 3-11-2021

I due target 27500-28000 di questa analisi si stanno avvicinando

FTSE MIB 25.371,95>6-10

 
 
La nuova linea del Piave è chiara 25228-25500 
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
vedremo come risponde chi comanda i Mercati a questa ipotesi
26.686,10 Top 16-08-2021
Annotazione 2021-11-15 151834
ftsemib
ftsemib
 
FTSEMIB

AGGIORNAMENTO  6 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.371,95

 
 
La nuova linea del Piave è chiara 25228-25500
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
vedremo come risponde chi comanda i Mercati a questa ipotesi
26.686,10 Top 16-08-2021
FTSEMIB

 

AGGIORNAMENTO  5 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.962,95

 
 
La nuova linea del Piave 25228-25500
ha resistito….
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
26.686,10 Top 16-08-2021
Vedremo 🙂

AGGIORNAMENTO  4 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.460,10 

sopra   la FAN di GANN 25228 e sotto quella a 25500

Come mai ha sovra performato oggi nonostante Indici USA e ASIA negativi ?

Quanto sono importanti per il target 27500/28000 queste due FAN di GANN?

FTSE MIB 26.686,10 Top 16-08-2021

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+3638 punti da 23048 per ora ci siamo 

AGGIORNAMENTO  27 Settembre 2021 

FTSE MIB 26.237,10

di nuovo sopra   le due FAN di GANN 25228 e 25500……22-09-2021

FTSE MIB 26.686,10 Top 16-08-2021

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+3638 punti da 23048 per ora ci siamo 

FTSEMIB

AGGIORNAMENTO  16 AGOSTO 2021  

FTSE MIB 26.686,10

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+3638 punti da 23048 per ora ci siamo

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06 

Vedi idea guida di questa analisi

22200-22500/2260023048—–27500/28000 <—possibile movimento a seguire

a chiudere quindi 17500-27500 e vedere area 28000.

Vedi aggiornamenti precedenti

siamo nuovamente usciti al rialzo dal BOX 24000-25228 28-07-2021

prima FAN di GANN a 25228 recuperata

seconda FAN di GANN collocata a 25500 recuperata

LEGNATA

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“In 10 anni mai centrati gli obiettivi dei governi sui conti”

Lo afferma l’analista Maurizio Mazziero, fondatore della Mazziero Research, in vista della Nota di aggiornamento al Def che l’esecutivo dovrebbe varare domani
di Giorgia Ariosto | 29 settembre 21, 04:33

AGI – I documenti ufficiali dei governi “non hanno mai centrato” gli obiettivi indicati sui conti pubblici. Ne è convinto Maurizio Mazziero, fondatore della Mazziero Research, società di ricerca finanziaria indipendente che pubblica osservatori trimestrali sui conti pubblici.

“I governi che si sono succeduti non hanno mai centrato le previsioni ma è anche difficile riuscirci – spiega all’AGI Mazziero, a poche ore dal varo della Nota di aggiornamento al Def – Oggi per un governo è difficile centrare l’obiettivo perché le variabili sono tante, nel passato le chance c’erano ma non è mai successo. Io ho un simpatico grafico che lo dimostra, con le varie stime debito/pil nei vari Def: non ce n’è una che sia stata centrata”. In particolare, sottolinea, “quello che si vede è che ogni governo, a partire dal 2010, ha sempre detto che non riusciva a diminuire il debito nell’anno in corso ma lo avrebbe fatto l’anno successivo, e puntualmente il debito è aumentato”.

Secondo l’analista è necessario quindi mantenere una certa cautela nelle previsioni, anche perché a complicare ulteriormente il quadro è la pandemia. “Nel nostro ultimo osservatorio abbiamo mantenuto la stima di crescita al 5,7% per l’anno in corso – prosegue Mazziero – e pur avendo portato per primi la previsione sopra al +5%, a fronte del +4,5% indicato dal governo nel Def, ora ci troviamo indietro rispetto ad altri istituti di ricerca. Manteniamo una stima annua del 5,7% perché in questo momento vogliamo mantenere una certa cautela sui livelli dei consumi nel quarto trimestre. C’è una previsione di aumento delle bollette che il governo sta cercando di sterilizzare ma che non riuscirà a sterilizzare completamente. Questo – osserva l’analista – insieme alla possibilità che con il clima più freddo ci possa essere una leggera ripresa dei contagi, ci induce a essere più cauti. Non è escluso che la fiducia dei consumatori e delle imprese si indebolisca un po’ nel periodo natalizio, e quindi alla fine non si riesca effettivamente a raggiungere il 6%”.

Per Mazziero, “molto dipenderà da una serie di fattori, ad esempio il ritorno al lavoro in presenza di dipendenti pubblici e privati”. “C’è tutta una parte di settori che non hanno recuperato i livelli di attività che avevano prima della pandemia, come servizi, bar e ristorazione che sono rimasti al palo – sottolinea l’analista finanziario – noi siamo al di sotto dei livelli pre-pandemici di circa un 2-2,5%, se riuscissimo a colmare questo gap si avrebbe una forte spinta sul Pil che potrebbe crescere ulteriormente di circa il 2% su base annua, dopo 12 mesi dal rientro al lavoro”.

L’analista esprime cautela anche sui livelli di deficit e debito. “La ripresa è forte e avremo una buona riduzione del rapporto debito/Pil che dovrebbe però rimanere sopra al 150%. Quanto al deficit – prosegue – diventa difficile stabilire oggi una stima corretta. Presumo che si attesterà intorno al 10% ma ci sono tante incognite”.  

E sugli spazi finanziari che si apriranno l’analista mette in guardia: “Non si può ancora per molto tenere l’acceleratore premuto sulle misure sostegno, non è questa la strada. Penso che sicuramente una parte delle risorse dovranno essere impiegate per evitare un aumento di tassazione. Circa 3-4 miliardi serviranno per sterilizzare una parte dell’aumento delle bollette, ma non conviene spingere troppo sul deficit. Abbiamo comunque tanti fondi che provengono dall’anticipo del Pnrr, risorse che andranno a rimpolpare il debito ma che dovrebbero già indicare qualche impiego, e quindi sostenere il Pil”.

Per Mazziero, “la vera sfida sarà però nel 2022. Finché siamo sul 6% è un rimbalzo – spiega – perché con una caduta dell’8,9% nel 2020 non stiamo nemmeno raggiungendo i livelli pre-pandemia. Qundi cruciale sarà il 2022, soprattutto per le misure che si metteranno in atto con il Pnrr. Gli investimenti devono partire, altrimenti rischiamo l’anno prossimo di dover scendere a una crescita del 5%, poi nel 2023 al 2,5% e nel 2024 -2025 torniamo a una crescita dello ‘zero virgola’ a cui eravamo abituati qualche anno fa”.

Per il 2022, conclude l’analista, “stimiamo una crescita tra il 4,5% e il 5% allo stadio attuale, poi vedremo quanto riusciranno a mettere in moto gli investimenti del Pnrr. Gli investimenti che possono davvero incidere sono quelli in grandi opere perché l’ammodernamento infrastrutturale del Paese può far crescere il Pil, ma sappiamo anche che le grandi opere hanno sempre avuto gestazioni molto lunghe. Se si riuscirà a mettere in moto opere infrastrutturali la crescita si attesterà intorno al 5% altrimenti si fermerà al 4,5%”.

 

Italia: in ripresa l’attività terziaria al valore più alto in 14 anni

Gli ultimi dati Pmi di agosto ci descrivono un settore terziario in Italia in continua forte espansione. L’attività è nuovamente aumentata e al tasso più alto in 14 anni già toccato una volta. – si è posizionato ad agosto su 58.0, valore invariato rispetto a luglio, indicando inoltre il quarto mese consecutivo di incremento della produzione terziaria italiana. Il tasso di espansione generale è stato peraltro elevato ed ha indicato per la seconda volta in 14 anni il valore più rapido registrato La forte prestazione dei servizi si è unita all’accelerazione del tasso di crescita produttiva del settore manifatturiero provocando nel settore privato un’espansione ad un tasso mai visto in oltre 15 anni. Nel complesso, i dati di agosto hanno indicato un’altra prestazione mensile straordinaria per l’economia del settore privato italiano. “Le pressioni inflazionistiche sono rimaste la preoccupazione principale, anche se non hanno ancora mostrato effetti sulla crescita, con dati che non mostrano alcun segnale di rallentamento” così ha dichiarato Lewis Cooper, Economist presso la IHS Markit.

Italia: fatturato dell’industria torna a salire, +3,1% a giugno. La spinta arriva soprattutto da vendite all’estero

Torna a salire a giugno il fatturato dell’industria dell’Italia, dopo il lieve arretramento del mese precedente. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, a giugno il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, ha registrato un aumento del 3,1% rispetto al mese prima, grazie soprattutto a una particolare vivacità delle vendite sui mercati internazionali (+4,7%). Il fatturato industriale relativo alla componente estera ha segnato infatti un massimo storico, salendo ai livelli più elevati dall’inizio della serie storica (gennaio 2000). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a giugno gli indici del fatturato hanno evidenziato aumenti per tutti i principali settori: l’energia (+6,0%), i beni intermedi (+5,0%), i beni di consumo (+2,6%), i beni strumentali (+0,3%).

Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale è cresciuto in termini tendenziali del 28,4% (+30,2% sul mercato estero e +27,5% sul mercato interno). Tutti i raggruppamenti principali di industrie hanno mostrato forti aumenti tendenziali, risentendo del confronto con il livello particolarmente basso registrato a giugno dello scorso anno.

Pil Italia verso ritmo crescita record da anni ’70 (survey Bloomberg)

L’Italia si appresta a mettere a segno il miglior anno in termini di crescita economica dai lontani anni ’70. E’ quanto emerge da un survey Bloomberg. In media gli economisti interpellati segnalano per l’Italia un PIL 2021 in crescita del 5,6% rispetto ai livelli del 2020, pari a 0,6 punti percentuali rispetto al precedente sondaggio del mese scorso. Un ritmo di crescita che il Belpaese non vedeva da fine anni ’70. Nel secondo trimestre il PIL italiano ha battuto le attese segnando un +2,7% a/a.

A fare negli tra i maggiori paesi europei dovrebbe essere solo la Spagna con +6,2%, lo 0,3 in più rispetto al precedente survey. Più debole sarà invece la crescita della Germania, indicata a +3,2% dal +3,4% indicato in precedenza. L’intera area dell’euro dovrebbe crescere in media del 4,7% nel 2021 e del 4,4% nel 2022.

PNRR, UE dispone pagamento primi 24,9 miliardi. Tesoro: ‘Grande opportunità per costruire un Paese migliore’

Oggi la Commissione Europea ha disposto il pagamento del prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro in favore dell’Italia, chiudendo la fase di definizione e valutazione del Piano avviata alcuni mesi fa. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato approvato dalla Commissione europea il 22 giugno e oggi arrivano le prime risorse, corrispondenti a una tranche iniziale di 24,9 miliardi di euro. L’Italia è uno dei primi Paesi a ricevere tale prefinanziamento ed è quello che beneficia maggiormente dei fondi del programma Next Generation Eu.Con la piena disponibilità di tali risorse, sarà possibile dare attuazione agli importanti investimenti previsti dal Piano, che riguardano molteplici settori dell’economia e sono finalizzati a rendere il nostro Paese più forte e competitivo.Il Ministero dell’Economia e delle Finanze rimarca attraverso una nota che per affrontare al meglio questa sfida “adotterà tutte le misure necessarie, per quanto di propria competenza, per assicurare il raggiungimento degli obiettivi e dei risultati del PNRR nei tempi previsti”.”Il PNRR rappresenta una grande opportunità per l’Italia, per i suoi cittadini e le sue imprese. Tutte le istituzioni devono cooperare per il proficuo utilizzo delle risorse del Piano, a beneficio delle generazioni future. Lasciare in eredità un Paese migliore: questo è l’impegno che il Governo intende portare avanti attraverso la collaborazione e il confronto con tutte le parti interessate”, conclude il MEF

Piazza Affari strappa un altro rialzo: Saipem e Moncler le migliori del Ftse Mib

Piazza Affari dà seguito al rally delle ultime sedute che ha spinto il listino milanese ai top dal 2008. Il Ftse Mib ha archiviato la seconda seduta della settimana con un rialzo dello 0,24% a 26.201 punti. In attesa dell’importante dato sull’inflazione Usa in arrivo domani, tra gli investitori rimane acceso il faro per le varianti Covid che si stanno diffondendo in diversi Paesi. In particolare, la Cina che ha riportato un nuovo aumento delle infezioni da COVID-19 in quella che sembra essere la sua più grave recrudescenza del virus dalla metà del 2020 e alcune città hanno aggiunto cicli di test di massa nel tentativo di debellare le infezioni.

Indicazioni molto negative oggi dalla Germania con l’indice Zew sceso più del previsto a 40,4 dai 63,3 precedenti. Le stime di consensus erano per un calo meno marcato a 57 punti. E’ il terzo calo consecutivo con gli investitori che vedono aumentare i rischi per l’economia tedesca in caso di quarta ondata di covid-19 a partire dall’autunno o di rallentamento della crescita in Cina.

Tra i singoli titoli di Piazza Affari spicca oggi lo scatto di oltre +2,6% di Saipem che ha così superato di slancio il muro dei 2 euro grazie anche al recupero delle quotazioni del petrolio. Bene anche Prysmian (+1,36%) che si è arrampicata nell’intraday fino a 31,76 euro toccando i nuovi massimi storici. Negli ultimi 12 mesi il titolo ha segnato un balzo di quasi il 41 per cento. Ieri Prysmian ha annunciato la consegna della nave da record Leonardo da Vinci, asset che va ad aggiungersi all’attuale flotta di navi posacavi all’avanguardia del gruppo e che permetterà un’esecuzione più efficiente e sostenibile dei progetti a livello internazionale per lo sviluppo di reti elettriche smart e green, supportando la transizione energetica. Valerio Battista, CEO di Prysmian Group, ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 Ore che a fine anno, nella divisione Projects, il fatturato sarà quasi il doppio dell’anno scorso grazie a oltre 1,2 miliardi di commesse degli ultimi mesi. Battista ha rimarcato come il business dell’energia resterà il baricentro (nei primi sei mesi 2021 ha generato 271 milioni di ebitda e 4,551 miliardi di fatturato, tornando ai livelli pre-Covid) e un ruolo importante anche delle tlc.

Bene oggi anche Moncler (+2,4%) e CNH (+1,67%), mentre hanno sofferto alcuni bancari: -0,84% Banco BPM e -0,39% Bper.

Ecco perché l’economia italiana macina successi, ma non deve tornare ai tempi pre-Covid

L’economia italiana cresce più del previsto e anche Bankitalia aggiorna le stime al rialzo. Torneremo ai livelli pre-Covid entro fine 2022.

La produzione industriale a giugno è salita dell’1% rispetto a maggio e del 13,9% su base annua. Secondo l’ISTAT, si è già riportata sopra i livelli pre-Covid, segnando +0,3% su febbraio 2020. A questo punto, serve una scossa del settore terziario (servizi) per far tornare l’economia italiana più in fretta possibile ai livelli del 2019. Solo così, potremo dire che le perdite provocate dalla pandemia siano state cancellate.

Banca d’Italia ha rivisto al rialzo il PIL per il 2021 a +5,1%. Entro la seconda metà del 2022, l’economia italiana avrà superato del tutto la crisi, stando a Palazzo Koch. Un’evoluzione rapida e positiva rispetto a quanto andassimo dicendo e sperando solamente qualche mese fa. A trainare il Bel Paese è, in questa fase, l’export. E questo è a sua volta legato al balzo dell’economia americana, che incide per la metà del nostro avanzo commerciale.

Se tutto andrà come stiamo immaginando, per l’Italia sarà un bel traguardo. Azzerare le perdite in un paio di anni può anche risultare in linea con il trend globale, ma per la nostra economia non sarebbe affatto scontato. La triste lezione del decennio scorso ce lo insegna. Tuttavia, non può bastare. A fine 2019, poco prima che la pandemia travolgesse il mondo, il PIL italiano valeva in termini reali circa il 4% in meno del lontano 2007, ultimo anno prima della crisi finanziaria mondiale.

Economia italiana alla prova del post-Covid

Superare la crisi per l’economia italiana non può limitarsi a significare cancellare le perdite del Covid, bensì anche recuperare quelle accusate con la precedente doppia recessione del 2008-2009 e del 2011-2014. Poiché dopo queste due fasi siamo tornati a crescere al ritmo medio annuo di appena lo 0,8%, ci servirebbero altri 5 anni per riacciuffare i livelli del 2007.

Non è ammissibile. L’Italia dovrà come minimo raddoppiare i ritmi di crescita. A questo dovrà servirci il Recovery Fund con le annesse riforme giustamente chieste dalla Commissione europea.

Che l’economia italiana non possa semplicemente tornare a prima del Covid, lo dimostrano anche i pessimi dati sull’occupazione, tra le più basse di tutto il mondo avanzato. Mancano all’appello 4 milioni di posti di lavoro per essere in linea con la media OCSE ed europea. E il lavoro lo creano le imprese producendo beni e servizi, cioè creando PIL. Solo così potremo credibilmente risanare i conti pubblici e rimettere il debito su una traiettoria discendente e sostenibile. Stiamo andando nella direzione giusta. Finalmente, possiamo dirlo. Ma non culliamoci. Dobbiamo anche essere in grado di marciare veloci. E chissà che i successi plurimi ottenuti nell’atletica leggera alle Olimpiadi di Tokyo non siano un buon presagio.

Ftse Mib inarrestabile sopra quota 26mila: trainata da lavoro Usa, Bper e Banco Bpm le regine

Finale d’ottava a vele spiegate per Piazza Affari che trova sponda nei dati sul lavoro Usa migliori delle attese. E trainata dai nuovi record di Wall Street festeggia anche la Borsa di Milano, migliore in Europa: la seduta si è chiusa con il Ftse Mib che è salito dell’1,3% a quota 26.000,28. L’indice milanese è riuscito così a chiudere oltre la soglia dei 26mila punti (toccata per l’ultima volta nell’ottobre 2008).

Protagoniste assolute di giornata Bper e Banco Bpm che sono volate rispettivamente del 10,65% e del 7,33%, entrambe reduci dalla pubblicazione nei giorni scorsi dei risultati finanziari. Il tema dell’M&A resta in primo piano a Piazza Affari, e secondo alcuni analisti il management di Bper è apparso “più costruttivo sull’M&A”. Per il gruppo guidato da Giuseppe Castagna i numeri del semestre sono arrivati ieri a mercati chiusi e hanno messo in evidenza un utile netto semestrale di 361,3 milioni dai 105,2 milioni dello stesso periodo del 2020 (+243,4%). “Risultati nettamente migliori delle attese grazie a una migliore performance operativa su tutte le linee”, commentano gli analisti di Equita che ha confermato la raccomandazione buy su Banco Bpm e ha alzato il prezzo obiettivo a 3,1 euro. Tra le migliori del listino anche Pirelli (+7,24%). Per il gruppo della Bicocca l’utile netto è salito a 131,6 milioni di euro nel primo semestre contro il rosso di 101,7 milioni, mentre i ricavi sono stati pari a 2,56 miliardi (+41,2% a/a). Rialzi anche per Unipol (+2,89%) che beneficia dell’utile semestrale in salita. Nelle retrovie del Ftse Mib DiaSorin che ha chiuso in calo dell’1,67%, seguita da Amplifon e Nexi che hanno registrato cali rispettivamente dell’1,11% e dello 0,81%.

Su scala globale i mercati si ridestano con le buone indicazioni arrivate dal lavoro americano che ha accelerato a luglio, con un aumento dei posti di lavoro migliore delle aspettative. Allo stesso tempo, il tasso di disoccupazione è calato più del previsto, dimostrando un ulteriore slancio dell’occupazione americana che resta ancora alle prese con le sfide in tema di assunzioni. “I segnali di miglioramento che la Fed ha dichiarato di attendersi dal mercato del lavoro stanno iniziando ad emergere. Questo consente alla Fed di portare avanti il conto alla rovescia del tapering, senza accelerare però troppo il conteggio”, commenta Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte.

AGGIORNAMENTO  26 LUGLIO 2021  

FTSE MIB 25.172,10

siamo sempre nel BOX 24000-25228 oramai prossimi alla FAN di GANN a 25228

AGGIORNAMENTO  21 LUGLIO 2021  

FTSE MIB 24.729,10

TORNIAMO SOTTO FAN di GANN a 25228

IL RETEST fu superato da 25928 21-06-2021 in prima battuta

inutile dire quanto sia importante la tenuta di area 24000/24500 quota superata dopo oltre 10 anni di laterale tra 12500 e 24500 ma sopratutto quanto sia importante tornare sopra la FAN di GANN a 25228 e 25500 <–top Pre-Covid19 del 2020

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06

FTSEMIB

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PIL Italia straccia le attese, Mameli (Intesa Sanpaolo): ‘Difficile pensare che crescita 2021 non vada oltre +5%’

Sorpresa positiva dal PIL Italia. I dati Istat di oggi evidenziano uno scatto a +2,7% su base trimestrale rispetto al +1,3% atteso. Crescita che va oltre quella media europea (+2% t/t il PIL dell’area euro). Nel trimestre, la performance dell’economia italiana è stata circa in linea con quella spagnola (2,8% t/t) e decisamente migliore rispetto a Germania (1,5% t/t) e Francia (0,9% t/t).

Per i prossimi trimestri sarà essenziale la parabola della risalita dei contagi dettata dal diffondersi della variante delta. “Se sarà seguita da una crescita delle ospedalizzazioni, potrebbe almeno indurre gli agenti economici a un nuovo aumento della cautela nelle decisioni di spesa, se non costringere le autorità a nuove misure restrittive, sia pure verosimilmente più blande di quelle poste in essere durante le precedenti ondate”, argomenta Paolo Mameli, senior economist Direzioni Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che prevede un impatto più nel trimestre autunnale che in quello estivo, anche se le prossime settimane saranno decisive per capire se l’avanzamento della campagna vaccinale sarà in grado di contenere le pressioni sul sistema sanitario, scongiurando quindi restrizioni con effetti significativi sull’attività economica.

Mameli stima comunque una dinamica del PIL ancora ampiamente positiva nei prossimi trimestri, ma destinata a rallentare gradualmente (su base trimestrale) dopo il balzo registrato nei mesi primaverili. “Difficilmente le nuove preoccupazioni relative alla situazione epidemiologica potranno impedire un rimbalzo del PIL superiore al 5% quest’anno”, conclude Mameli.

Fmi premia l’Italia di Draghi, PIL meglio di Germania per due anni. Kairos su Piazza Affari: parola d’ordine selettività, occhio a insidie banche e a fattore brusco rialzo tassi

L’Italia di Mario Draghi si conferma al “centro della scena internazionale”, sottolinea Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos, nella sua rubrica “Italian Times”.

La nota è stata diffusa nello stesso giorno in cui il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita del Pil italiano, per gli anni 2021 e 2022.

Dopo la contrazione pari a -8,9% nel 2020 a causa delle ripercussioni che la pandemia Covid-19 e i conseguenti lockdown hanno avuto sull’economia italiana, il prodotto interno lordo è atteso rimbalzare quest’anno del 4,9%, ben 0,7 punti percentuali in più rispetto al +4,2% previsto da Washington ad aprile.

Per il 2022 le previsioni sono di una espansione al ritmo del 4,2%, 0,6 punti percentuali in più rispetto alle stime di aprile.

L’Italia mette dunque il turbo, e lo fa anche più del motore dell’economia dell’Europa, la Germania, per cui il Fondo prevede un aumento del Pil pari a +3,6% nel 2021 e del 4,1% l’anno prossimo.

Certo, rischi alla crescita interessano il mondo intero. L’Fmi puntualizza infatti che “l’emergere di nuove varianti molto contagiose potrebbe deragliare la ripresa e spazzare via 4.500 miliardi di dollari dal pil entro il 2025″.

KAIROS, Trabattoni: “L’Italia resta al centro della scena internazionale”

Ma veniamo alla nota di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, che porta il titolo L’Italia resta al centro della scena internazionale”:

“Da inizio anno il FTSE MIB ha messo a segno rialzi a doppia cifra e nello stesso periodo le small e mid cap di Piazza Affari si sono messe in evidenza con performance ancora più robuste. Ne deriva che questo tema di investimento resta interessante e, secondo Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity, riguarda quelle aziende con potenziali di crescita sostenuti, alle quali si fornisce una leva per un ulteriore sviluppo.

“È vero che queste società hanno beneficiato dei tassi bassi ma, a causa della loro struttura patrimoniale, spesso non hanno la possibilità di autofinanziarsi e quindi devono raccogliere equity dal mercato per crescere e svilupparsi” spiega Trabattoni.

Tuttavia è indispensabile essere selettivi perché le valutazioni sono cresciute molto e in diversi casi i margini per nuovi rialzi si sono ridotti sensibilmente. Ciò riguarda anche titoli che oggi beneficiano di un momentum positivo per il proprio settore, ma che potrebbero scontare valutazioni molto meno favorevoli nell’eventualità di un brusco rialzo dei tassi. Una dinamica, quella appena descritta, che sembra non intaccare le solide prospettive dei settori legati alle infrastrutture, grazie principalmente ai sostanziosi piani di investimento previsti dal Next Generation EU, declinato in Italia attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fresco di approvazione a Bruxelles.

Kairos scrive che le infrastrutture energetiche saranno infatti favorite dai fondi destinati al potenziamento della rete per venire incontro alla gestione dell’energia prodotta con tecnologia rinnovabile e alla domanda che avrà un’ulteriore spinta dalle ricariche del parco auto, sempre più orientato all’elettrico.

“Anche in questi casi, però, è opportuno osservare l’evoluzione dei tassi. Un aumento strutturale dei saggi di mercato di solito ha ricadute negative sulle aziende che fanno maggiore uso del debito, le cui valutazioni potrebbero risentirne”, spiega Trabattoni.

Rimanendo nell’ambito delle infrastrutture, un altro capitolo interessante riguarda le torri TLC. Il passaggio alla tecnologia 5G è epocale e richiede investimenti ingenti, ma delinea anche prospettive molto positive per gli operatori del settore, soprattutto nel medio termine.

Guardando poi la composizione degli indici di Piazza Affari, si nota una quota importante di titoli e settori ciclici, in particolare i finanziari.

Banche italiane alle prese con alcune insidie

“Nelle fasi in cui il mercato azionario va a posizionarsi sul tema del rialzo dei tassi in funzione delle maggiori aspettative inflattive, i titoli finanziari tendono a performare meglio della media. Tuttavia, il modello della maggior parte delle banche italiane quotate presenta comunque delle insidie perché vede una competizione sempre più forte soprattutto sul versante della nuova finanza (fintech), che ha meno costi strutturali e offre servizi sempre più smart. Per questo le banche devono accelerare le fusioni, snellirsi e cercare di ridurre ai minimi termini le inefficienze per restare competitive”, commenta Trabattoni.

Leggi

Banche italiane protagoniste della settimana con utili UniCredit, voci M&A, stress test, ok finale Bce a dividendi. Pioggia cedole da tre Big

Il rialzo dei tassi può rappresentare un elemento positivo anche per le assicurazioni:

“La struttura delle compagnie assicurative è comparabile a quella bancaria, forse solo un po’ meno regolamentata rispetto ai rigidi paletti imposti agli istituti di credito, ma anche l’assicurativo è un modello che resta continuamente minacciato dall’evoluzione tecnologica”, specifica il gestore.

Per quanto riguarda l’ambito dei titoli growth, Massimo Trabattoni ritiene che la prova del nove arriverà con i profitti del secondo trimestre.

“È ancora presto perché non abbiamo al momento annunci sugli utili. Ma dai colloqui che abbiamo con le aziende la sensazione è che possano esserci delle notizie positive dalle trimestrali, e i prezzi di Borsa delle ultime settimane sembrerebbero andare in questa direzione. D’altra parte l’Italia resta al centro della scena internazionale, con gli investitori (anche esteri) che sembrano voler dare credito al cambio di passo che ci aspetta”.

Export italiano a gonfie vele, le ragioni dell’ottimismo per il 2021

Il 2020 si è chiuso con un dato record positivo per la bilancia commerciale. E quest’anno potrebbe andare anche meglio.

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Il 2020 si è chiuso con un record per la bilancia commerciale italiana. Il saldo attivo è salito a 63,6 miliardi di euro, il 3,85% del PIL. A pesare sul dato c’è stato sicuramente il tonfo delle importazioni (-54 miliardi), che ha superato quello delle esportazioni italiane (-46,7 miliardi). Ma anche i primi mesi del 2021 si caratterizzano per un andamento certamente positivo per il Made in Italy. Da gennaio a maggio, la bilancia commerciale segna un attivo di 23 miliardi, sostanzialmente simile allo stesso periodo dell’anno precedente.La ripresa dell’economia italiana dopo la fase acuta dell’emergenza Covid dovrebbe avere ripercussioni ambigue sull’import-export. Da un lato, salgono gli ordini dall’estero grazie alle riaperture e al graduale ritorno alla normalità. Dall’altro, crescono anche le importazioni italiane, nonché il loro costo. Pensate al prezzo del petrolio e delle altre materie prime. Per questo, il dato sulla bilancia commerciale nei primi 5 mesi dell’anno appare più che positivo.

Esportazioni italiane, il peso dell’agroalimentare

E ci sono altre ragioni per ambire a un po’ di sano ottimismo in questa fase. Dovete sapere che oltre i due terzi dell’attivo commerciale realizzato nel 2020 si è avuto grazie a due sole economie: USA e Svizzera con rispettivamente +27,7 e 15,7 miliardi di euro. Per fortuna, si tratta di realtà attese per quest’anno in forte crescita. L’economia americana dovrebbe segnare un PIL a +7% e quella elvetica a +3,5%. Nel 2020, si erano contratte la prima del 2,5% e la seconda del 3%. Questo significa che già in questi mesi starebbero non solo recuperando le perdite accusate a causa della pandemia, ma si starebbero riportando decisamente sopra i livelli pre-Covid.

E cosa fa un’economia quando è in buona salute? Compra.

Dunque, le esportazioni italiane verso i due paesi potrebbero persino aumentare, migliorando ulteriormente il saldo commerciale complessivo o almeno frenando la tendenza a un suo deterioramento con la risalita delle importazioni. A tale proposito, bisogna sperare che le riaperture di bar e ristoranti un po’ in tutto il mondo traini la domanda di generi alimentari del Bel Paese, già a +8,9% nel primo quadrimestre di quest’anno. Questi sono stati l’unico comparto ad essere cresciuto persino nel 2020, attestandosi sopra i 46 miliardi di euro.

Di fatto, l’agroalimentare pesa per circa un decimo delle esportazioni italiane. Ed è trainante per alcune economie regionali. Sempre nel 2020, invece, hanno sofferto particolarmente Sardegna e Sicilia. Esse hanno visto praticamente dimezzato il valore delle esportazioni dei prodotti petroliferi raffinati, per cui hanno segnato rispettivamente -40,6% e -24,2% per le esportazioni complessive. Ma la ripresa sia della domanda che dei prezzi del greggio dovrebbe sostenere queste due economie relativamente povere dell’Italia. Insomma, ci sono ragioni per credere che il 2021 vedrà la nostra crescita economica balzare forse più del previsto. Facendo gli scongiuri sulla variante Delta, l’obiettivo di un PIL a +5% sembra davvero alla portata.

Istat: -1% m/m per fatturato industria a maggio, +40,2% a/a

L’indice destagionalizzato del fatturato dell’industria diminuisce a maggio, interrompendo la dinamica positiva in atto dalla fine dello scorso anno. Secondo i dati diffusi dall’Istat, a maggio il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, ha mostrato un calo dell’1%, in termini congiunturali. Il calo, spiega l’istituto di statistica, è determinato dall’andamento del mercato interno (-1,9%) mentre si rileva un moderato incremento su quello estero (+0,7%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di maggio 2020), il fatturato totale è aumenta in termini tendenziali del 40,2% (+41,0% sul mercato interno e +38,6% su quello estero).

AGGIORNAMENTO  12 LUGLIO 2021  

FTSE MIB 25.367,10

torniamo sopra la FAN DI GANN collocata a 25228 . Bene. 12 Luglio 2021

vedi precedenti aggiornamenti

24500-25228 praticamente eseguito , resta forte la resistenza della FAN di GANN a 25228 vedremo se il nostro Indice riuscirà a tornare sopra questa FAN o no.

AGGIORNAMENTO  9 LUGLIO 2021  

FTSE MIB 25.142,10

dopo che ci sono voluti oltre 10 anni per superare 24500 ,una reazione da questo importante supporto era certa, meno certo è il recupero della FAN a 25228 , per questo attendiamo risposta dal mercato  e da chi lo guida.  Intanto il Box nel quale è contenuto il nostro Indice ieri è stato ritestato sul fondo a 24500 (BOX  24500-25000-25500) dopo i molti tentativi di uscita al rialzo che hanno dato un top a 25928  8 Giugno 2021

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06

AGGIORNAMENTO  8 LUGLIO 2021  

FTSE MIB 24.502,10

Trading range 25228 FAN di GANN e 25550 FAN di GANN terminato

con nuovo cedimento di 25228  raggiunto supporto ex resistenza 24500

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06

Profondo rosso a Piazza Affari: raffica di catalyst negativi scatena sell-off su tutti i titoli del Ftse Mib

Raffica di vendite sui mercati europei che si accodano alla negatività dei listini asiatici. Si addensano nubi sulle prospettive di ripresa economica con la variante Delta che potrebbe impattare proprio nella seconda metà del 2021 che tutti indicavano come il periodo di maggior propulsione della ripresa economica. A impensierire sono anche i timori che la Federal Reserve metta in atto il tapering (riduzione degli acquisti di asset) prima di quanto preventivato.
A impensierire è anche la mano dura della Cina sulle società nazionali quotate nelle borse statunitensi e che sono in gran parte società tecnologiche. Il Paese promette di reprimere le aziende nazionali che si quotano a Wall Street. Una mossa che potrebbe sconvolgere un mercato da 2 trilioni di dollari e molto amato da alcuni dei più grandi investitori americani.

Sul fronte banche centrali, attesa per gli annunci di oggi della Bce con la strategy review che dovrebbe contenere una maggiore tolleranza a inflazione sopra il target del 2%. “Il cambiamento dovrebbe permettere alla BCE di mantenere ancora più a lungo una politica accomodante, considerato che, stando alle ultime stime dell’Istituto, l’inflazione nel 2023 si dovrebbe attestare all’1,4%, ben lontano dall’obiettivo”, rimarcano gli analisti di MPS Capital Services.

Tassi Treasury sempre più giù, banche pagano dazio

Indicazioni che pesano soprattuttto sul comparto bancario, tra i più penalizzati nelle ultime sedute complice il ritracciamento dei rendimenti (tassi Treasury Usa 10Y ai minimi a oltre 4 mesi sotto l’1,3%).
Piazza Affari segna un calo di oltre il 2% (-2,03% a 24.775 punti il Ftse Mib) risultando la peggiore in Europa insieme all’Ibex 35 spagnolo, anch’esso molto esposto al settore bancario. Cali più contenuti per il Dax di Francoforte (-1,18%).
Tutti i titoli del Ftse Mib viaggiano in calo. Spicca come detto la debolezza delle banche: oltre -3% per Banco BPM e Bper. Molto male anche Unicredit (-3,1% a 9,44 euro) che viaggia sui minimi a due mesi con un saldo di oltre -12% nell’ultimo mese. Contiene i cali a -2,67% Intesa Sanpaolo.

Male anche Stellantis e TIM

Tra le big soffrono anche ENI a -2,2% ed Enel a 1-,8%.
Giornata di forti vendite anche sulla galassia Agnelli. CNH cede oltre il 3% così come Stellantis che stamattina ha anticipato che i margini sugli utili operativi rettificati nella prima metà del 2021 dovrebbero superare l’obiettivo per l’intero 2021 compreso tra il 5,5% e il 7,5%. Nonostante le perdite di volumi rispetto ai livelli di produzione pianificati, il gruppo ha beneficiato dell’andamento positivo dei prezzi e al mix di prodotto favorevole. Attesa ora per i dettagli della strategia sull’elettrificazione che verranno illustrati dal ce Tavares alle 14:30.
Infine male anche Telecom Italia (-1,69% a 0,395 euro) dopo che l‘Antitrust ha avviato un’istruttoria riguardo ad alcune clausole dell’accordo fra Tim e Dazn per la distribuzione e il supporto tecnologico relativo ai contenuti dei Pacchetti 1 e 3 dei diritti per la visione delle partite del Campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024.

AGGIORNAMENTO  28 GIUGNO 2021  

FTSE MIB 25.227,10

FTSE MIB 25.580,00 <-top di giornata

retest FAN di GANN a 25228 superato da 25928 21-06-2021 

il FTSEMIB resta sopra 25000/25228 

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06  

terzo tentativo di raggiungere  25500 (MAX PRE-COVID 19 ) riuscito 1-06

rivisto finalmente Massimo Pre-Covid 19 per nostro Indice 

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+2874 punti da 23048 per ora ci siamo 

FTSEMIB

FTSEMIB

Italia: nuovo aumento della fiducia consumatori e imprese a giugno

Continua a migliorare il clima di fiducia in Italia, consolidando la tendenza positiva in atto da dicembre 2020. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, a giugno si registra un marcato aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 110,6 a 115,1) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 107,3 a 112,8).

Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in crescita seppur con intensità diverse: il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi più decisi (rispettivamente da 116,2 a 126,9 e da 102,6 a 108,1); più contenuta la dinamica del clima personale e di quello futuro (il primo passa da 108,7 a 111,1 e il secondo da 122,5 a 125,5).

Per quel che riguarda le imprese, si stima un miglioramento della fiducia nella manifattura e, soprattutto, nei servizi. In particolare, nell’industria manifatturiera l’indice sale da 110,9 a 114,8, nei servizi di mercato aumenta da 99,1 a 106,7 e nel commercio al dettaglio cresce da 99,9 a 106,7. Solo nelle costruzioni l’indice di fiducia diminuisce lievemente, passando da 153,9 a 153,6

Giovedì euforico per Piazza Affari, tre titoli del Ftse Mib aggiornano i top storici. S&P vede boom Pil Italia

Piazza Affari torna a sorridere e archivia una seduta in deciso rialzo sulla scia dei nuovi record toccati da Wall Street e dalle indicazioni arrivate da Ifo tedesco e Bollettino Bce. Il Ftse Mib chiude così a 25.422 punti (+1,38%).
Nel Bollettino Economico diffuso stamattina dall’istituto centrale emerge l’indicazione di un ritorno del PIL ai livelli pre-Covid già nel primo trimestre 2022 e l’Eurotower rassicura sul fatto che le pressioni inflattive rimarranno contenute.

Oggi sono anche arrivate le nuove stime di S&P Global Ratings che vede il PIL dell’Eurozona segnare +4,4% quest’anno e +4,5% nel 2022 in virtù di una più ampia implementazione degli stimoli fiscali nell’ambito del piano Next Generation EU. L’Italia è vista crescere al ritmo di +4,9% sia quest’anno che nel 2022.
Un assist positivo ai mercati è arrivato dalle dichiarazioni dovish del presidente della Federal Reserve di Richmond, Thomas Barkin, che ha detto di ritenere che le pressioni inflazionistiche si smorzeranno negli Stati Uniti nel quarto trimestre di quest’anno. Ieri invece Robert Kaplan, esponente della Federal Reserve, che ha detto di intravedere un primo rialzo dei tassi sui fed funds Usa nel 2022, stimando un’inflazione misurata dall’indice PCE, per il 2021, al 3,4%, e poi al 2,4% nel 2022.

Volano a nuovi record Campari, Amplifon e Nexi

Guardando alle storie di oggi a Piazza Affari spiccano i rialzi nell’ordine del 2,6 per cento da parte di Amplifon che chiude ai nuovi massimi storici. La migliore sul Ftse Mib è stata però Nexi (+4% circa a 18,635 euro). Anche per la paytech leader in Italia si tratta dei nuovi massimi storici in scia all’effetto dell’operazione di M&A in Europa da parte del colosso Visa. Il gigante Usa dei pagamenti sborserà 1,8 miliardi di euro per Tink, fintech svedese utilizzata da banche e startup per accedere ai dati finanziari dei consumatori.
Massimi storici anche per Campari (+2,33% a 11,415 euro). Oggi gli analisti di Citi hanno alzato il rating sulla società di beverage da sell a neutral con prezzo obiettivo a 11,5 euro.
In buon rialzo anche i titoli bancari con Intesa Sanpaolo che segna +2,07% a 2,364 euro, meglio fa Unicredit (+2,76% a 10,366 euro).
Unici segni meno di oggi sul Ftse Mib sono stati Telecom Italia e Banco Bpm, entrambe giù dell’1 per cento circa. Pirelli (+0,2%) è risalita sul finale dopo aver sofferto a causa della bocciatura a sell da parte di Goldman Sachs che ha rimarcato come i produttori europei di pneumatici hanno avuto performance del 20% migliori rispetto ai produttori di componenti per auto negli ultimi tre anni, ma si potrà assistere a un cambiamento ciclico. Goldman sachs ha così rivisto al ribasso anche il prezzo abbassato da 4,80 a 4,70 euro.

Istat: fatturato industria torna a salire ad aprile a +3,3%

Nel mese di aprile, l’Istat stima un fatturato industriale in salita del 3,3% con una crescita più marcata sul mercato interno (+4,0%) rispetto a quello estero (+1,7%). Così rende noto l’Istat secondo cui Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come ad aprile 2020), il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 105,1%, in ragione del confronto con il dato estremamente basso di aprile 2020. In particolare, si registrano variazioni positive di ampiezza straordinaria su entrambi i mercati: 114,7% sul mercato interno e 87,8% su quello estero.

Piazza Affari torna a salire: Stellantis e Prysmian le migliori del Ftse Mib oggi

Giornata dai due volti per Piazza Affari. Dopo un avvio difficile, con Ftse Mib scivolato sotto i 25 mila punti, è tornato il sereno sulle Borse e a fine giornata l’indice guida milanese segna +0,71% a 25.397 punti. I timori di una Federal Reserve più hawkish del previsto a seguito delle parole di Bullard (possibile primo rialzo dei tassi nel 2022) hanno fatto gradualmente spazio oggi al ritorno del focus sulle buone prospettive di ripresa. Il presidente della Bce, Christine Lagarde, ha rimarcato oggi che l’attivita’ economica migliorerà fortemente nella seconda metà del 2021, sostenuta da un robusto rimbalzo della spesa dei consumatori e da solidi investimenti delle imprese.

L’ottimismo sulla ripresa ha messo le ali soprattutto a banche e auto. A Milano corsa a +1,01% per ENI. Meglio di tutti ha fatto Stellantis con +3,37% e ritorno sopra i 17 euro. Oggi Equita SIM ha aggiornato al rialzo il prezzo obiettivo su Stellantis a 20,4 euro con rating buy confermato. Il nuovo prezzo obiettivo, che implica un potenziale upside di oltre il 20% rispetto ai livelli attuali, incorpora la valutazione di Aramis, società che si occupa della vendita di auto usate online e che è stata quotata a 23 euro per azione (estremo inferiore della forchetta di prezzo 23-28 euro).

Tra i segni più spicca anche Prysmian (+2,79%) grazie a una commessa negli Usa da 900 mln di dollari per fornire cavi all’avanguardia ad alta tensione in corrente continua per trasmettere energia rinnovabile ad oltre 1,2 milioni di famiglie.

Bene anche CNH Industrial (+0,84%) dopo l’annuncio dell’accordo per acquisire il 100% delle azioni di Raven Industries, un leader nelle tecnologie di agricoltura di precisione con sede negli Stati Uniti. L’acquisizione avverrà per 58 dollari per azione, che rappresentano un premio del 33,6% sul prezzo medio ponderato sugli scambi delle ultime quattro settimane, ovvero 2,1 miliardi di dollari di Enterprise Value.

Tra le banche +1,86% per Unicredit che ha ceduto crediti in sofferenza per 200 mln di euro. Chiusura a +1,43% per Banco BPM

In fondo al listino oggi invece Snam (-3,7%), Terna (-3,13%) e Poste Italiane (-1,54%) complice lo stacco del dividendo. Poste ha staccato 0,324 euro per azione quale saldo del dividendo, con dividend yield del 2,7%. Saldo cedola anche per Snam (0,1497 euro, yield del 2,95%) e per Terna (0,1786 euro, yield 2,74%).

Dividendi Piazza Affari: gli stacchi sul Ftse Mib di lunedì 21 giugno, maxi-cedola Telecom Italia risparmio e saldo ricco da Poste

 

Ultima tornata corposa di dividendi per Piazza Affari in questo 2021, in attesa di sapere se la Bce toglierà le restrizioni sulle cedole delle banche (decisione attesa il prossimo 23 luglio) che potrebbe spianare la strada a una pioggia di dividendi a fine anno da parte soprattutto di Intesa Sanpaolo. Le restrizioni Bce hanno costretto le banche a limitare il dividendo a un massimo del 15% degli utili cumulati tra il 2019 e il 2020, senza superare il tetto dei 20 punti base di capitale Cet1.

Poste, Snam e Terna staccano saldo cedola

Lunedì prossimo a Piazza Affari staccheranno la cedola alcune delle big del listino con rendimenti generosi in particolare da Poste, Terna e Telecom Italia risparmio.
Di seguito l’elenco degli stacchi del 24/5 in ordine alfabetico con relativi yield calcolati in base al prezzo di chiusura del 18 giugno

Spicca Poste Italiane, tra i best performer 2021 di Piazza Affari. Il gruppo postale guidato da Matteo Del Fante stacca il saldo dividendo. La cedola approvata dal Cda di Poste è di 0,324 euro per azione quale saldo del dividendo, tenuto conto dell’acconto di 0,162 euro per azione già pagato nel mese di novembre 2020. Ai prezzi attuali, il saldo cedola presenta un dividend yield del 2,7%.
Saldo cedola anche per Snam (0,1497 euro, yield del 2,95%) e per Terna (0,1786 euro, yield 2,74%).

Maxi-cedola per soci Telecom Italia risparmio

Spicca poi la remunerazione elevata per i soci di Telecom Italia azioni risparmio (0,0275 euro, yield 5,67%). Per le azioni ordinarie della tlc italiana la cedola è invece meno corposa a 0,01 euro (yield 2,29%).
Cedola anche per Pirelli con rendimento dell’1,59%. L’assemblea del gruppo della Bicocca il 15 giugno ha approvato il bilancio del 2020 e la distribuzione di un dividendo da 0,08 euro per azione.

Istat: ad aprile export e import accelerano a +3,4% e +1,9%

Ad aprile 2021, l’Istat stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+3,4%) che per le importazioni (+1,9%). L’incremento su base mensile dell’export è dovuto all’aumento delle vendite verso i mercati extra Ue (+7,4%); quelle verso l’area Ue registrano un calo contenuto (-0,2%).

Nel trimestre febbraio-aprile 2021, rispetto al precedente, l’export aumenta del 4,2%, l’import del 7,6%.La stima del saldo commerciale ad aprile 2021 è pari a +5.870 milioni di euro (era -1.117 ad aprile 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +8.719 milioni (era +135 ad aprile dello scorso anno).

Nel mese di aprile 2021 i prezzi all’importazione aumentano dello 0,9% su base mensile e dell’8,3% su base annua.

Ftse Mib si arrampica a nuove vette: CNH e Unicredit inarrestabili a +3,5%, Intesa nota stonata

Piazza Affari prova un nuovo allungo con alcuni titoli che aggiornano i massimi storici. Il Ftse Mib, reduce da sette sedute consecutive al rialzo, segna a metà seduta +0,81% a a 25.776 punti, aggiornando i top dal 2008. MIlano sta nettamente sovraperformando oggi (il Dax segna solo +0,11%) con le banche ancora in prima fila tra voci di M&A e promozioni degli analisti.Tra i singoli titoli si segnalano in positivo Banco BPM (+1,44%) e Unicredit (+3,48%) con quest’ultima promossa a buy da parte degli analisti di Jefferies con target price a 12,25 euro. Jefferies ritiene che l’istituto di piazza Gae Aulenti può essere tra i principali beneficiari delle prospettive migliori relative al volume dei prestiti.Di contro Jefferies ha tagliato il giudizio su Intesa Sanpaolo (-0,14%) passato da buy a hold.Continua la corsa di Interpump (+0,5% a 50,55 euro) che aggiorna i massimi storici. Oggi il gruppo leader nella produzione di pompe ad alta pressione ha dato il via al programma di acquisto di azioni proprie; Sono previsti acquisti per un totale di 500.000 azioni da effettuarsi entro il 30 settembre 2021 al prezzo massimo di 52 euro per azione.

Top storici anche per CNH che svetta sul Ftse Mib con +3,7% a 15,135 euro.

Istat: sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%)

Nei primi mesi dell’anno lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una decisa ripresa del commercio mondiale e da un progressivo miglioramento della produzione, seppure con tempistica e ritmi eterogenei tra i paesi.Per l’Italia si prevede una sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%). Così l’Istat sottolineano che nel biennio di previsione l’aumento del Pil sarà determinato dalla domanda interna al netto delle scorte (rispettivamente +4,6 e +4,5 punti percentuali) trainata dagli investimenti (+10,9% e +8,7%) e, con un’intensità minore ma significativa, dalla spesa delle famiglie e delle ISP (+3,6% e +4,7%)

Piazza Affari sopra ai livelli pre-Covid, l’Italia è tornata a essere attrattiva

Il Ftse Mib tocca un rialzo dell’1,2% e torna ai livelli di ottobre 2008. Ora il Paese non deve perdere il treno dei fondi del Next Generation Ue per continuare il percorso di crescita

A 25.480 punti 

 

 1 Giugno 2021 – 12:05
 

Piazza Affari brilla nella prima giornata di contrattazioni del mese. Dopo poche ore di scambi, il Ftse Mib ha toccato un rialzo dell’1,2%, incremento che ha portato l’indice di Milano a quota 25.480 punti, sopra ai 25.478 del 19 febbraio 2020, appena prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria. Ma non solo: con questo risultato, il Ftse Mib si riporta a livelli che non vedeva dall’ottobre 2008, circa due settimane dopo il fallimento della banca Lehman Brothers e lo scoppio della crisi economica di fine decennio.

I DATI MACRO

Secondo gli analisti della banca d’investimento indipendente Equita, a trainare il listino milanese è stato soprattutto il continuo miglioramento dei dati macro, con l’indice PMI della zona euro salito ai livelli più alti dal 2006 e le trimestrali delle principali società quotate complessivamente migliori delle attese, che hanno compensato la paura dell’inflazione e di un tapering anticipato della Fed.

POSSIBILI SCENARI

Per gli analisti di Equita, Piazza Affari potrebbe avere ora una fase di consolidamento di qualche mese prima di una nuova accelerazione guidata dai titoli di quei settori che sono la spina dorsale del Ftse Mib: bancari, assicurativi e industriali. Non è da sottovalutare inoltre l’arrivo dei fondi del Next Generation Ue, che potrebbero portare a una crescita superiore alle attese nei prossimi trimestri dell’anno, grazie anche al mantenimento di politiche fiscali e monetarie espansive.

L’OPPORTUNITÀ DEI FONDI EUROPEI

Per gli analisti di Equita infatti i fondi europei rappresentano un’opportunità unica per lo sviluppo del Paese, che potrebbe cogliere l’occasione per fare quelle riforme strutturali che l’Europa, e non solo, chiede da anni. In conclusione, per gli esperti della banca d’investimento, l’Italia è tornata finalmente investibile, con un profilo di rischio in miglioramento che potrebbe portare a un ritorno di capitali verso il Paese e l’intero continente.

PIL Italia sorprende e alimenta l’euforia a Piazza Affari: Ftse Mib ai top dal 2008 con Eni e Saipem scatenate, rush anche di Stellantis

Mercati azionari europei in grande spolvero con nuovi record del Dax e anche Piazza Affari riesce a completare il recupero sopra i massimi pre-Covid con il Ftse Mib che si spinge a livelli che non vedeva da oltre 12 anni. La prima seduta di giugno vede le Borse festeggiare sulla scia dei dati economici migliori del previsto arrivati oggi. Bene soprattutto le azioni cicliche che beneficiano della prospettiva di una forte accelerazione economica. Molto bene anche i titoli energetici sulla scia dei top dal 2018 toccati dalle quotazioni del petrolio.

PMI confermano boom da riaperture, PIL Italia sorprende

Il Pmi dell’area euro è schizzato a 63,1 punti a maggio, meglio della lettura preliminare (62,8), confermando la crescita a ritmo record. Indicazioni molto forti anche dal Pmi manifatturiero italiano. E sempre oggi l’Istat ha diffuso il dato sul PIL che segna a sorpresa un marginale rialzo (+0,1% t/t nel 1° trimestre 2021) rispetto alla prima stima che era stata di -0,4%. “I dati rivisti del PIL del primo trimestre sono stati una sorpresa positiva, principalmente nella componente degli investimenti”, rimarca Paolo Pizzoli, senior economist di Ing, che vede adesso la possibilità che nel 2021 l’Italia cresca più del 4%. “L’altro fattore positivo per le prospettive risiede nel Recovery Find – aggiunge Pizzoli – . Ora che la procedura di autofinanziamento ha ricevuto l’approvazione parlamentare da tutti i membri dell’UE, non dovrebbero più esserci ostacoli esterni a fermare l’erogazione delle prime tranche anticipate entro la fine di settembre. La sfida attuativa diventerà ora di natura domestica e richiederà il rigoroso rispetto dell’ambizioso piano di riforma concordato dal Parlamento italiano e presentato alla Commissione UE”.

Eni, banche e galassia Agnelli suonano la carica

A Piazza Affari l’indice Ftse Mib si è così spinto fino a 25.501 punti, livello che corrisponde con il massimo intraday dall’ottobre 2008, superando così i picchi pre-Covid del 19 febbraio 2020 (top intraday a 25.477). A volare sono i titoli oil con Eni a +2,3% a 10,29 euro, meglio fanno Saipem (+3,7%) e Tenaris (+3,02%). Tra le big del listino milanese viaggiano in forte rialzo anche le banche: +1,7% Intesa Sanpaolo e +1,5% Unicredit.
Infine, nella galassia Agnelli spicca il +1,48% di CNH; molto bene anche Stellantis (+169% a 16,53 euro) che nell’Electrification Day in calendario l’8 lugli potrebbe dare delle indicazioni su eventuali piani di produzione delle batterie per auto elettriche in Italia. “Torino ha le competenze e le capacità per ospitare lo stabilimento. Mi aspetto che da parte di tutti, industriali e politica, si lavori in questa direzione” ha affermato Giorgio Airaudo, segretario Fiom Piemonte che considera “positiva l’occasione Stellantis, a patto che si sappia cogliere”.

Ftse Mib schizza ai top ultradecennali, titoli oil e galassia Agnelli in forte rialzo

Forte accelerazione delle Borse nella prima seduta di giugno sulla scia dei dati economici migliori del previsto arrivati oggi. L’indice Stoxx Europe 600 guadagnato oltre l’1% sotto la spinta delle azioni cicliche che beneficiano della prospettiva di una forte accelerazione economica. Molto bene anche i titoli energetici sulla scia dei top dal 2018 toccati dalle quotazioni del petrolio.Il Pmi dell’area euro è schizzato a 63,1 punti a maggio, meglio della lettura preliminare (62,8), confermando la crescita a ritmo record. Indicazioni molto forti anche dal Pmi manifatturiero italiano. E sempre oggi l’Istat ha diffuso il dato sul PIL che segna a sorpresa un marginale rialzo (+0,1% t/t nel 1° trimestre 2021) rispetto alla prima stima che era stata di -0,4%.A Piazza Affari l’indice Ftse Mib si è così spinto fino a 25.501 punti, livello che corrisponde con il massimo intraday dall’ottobre 2008, superando così i picchi pre-Covid del 19 febbraio 2020 (top intraday a 25.477). A volare sono i titoli oil con Eni a +2,3% a 10,29 euro, meglio fanno Saipem (+3,7%) e Tenaris (+3,02%). Tra le big del listino milanese viaggiano in forte rialzo anche le banche: +1,7% Intesa Sanpaolo e +1,5% Unicredit. Infine, nella galassia Agnelli spicca il +1,48% di CNH; molto bene anche Stellantis (+169% a 16,53 euro) che nell’Electrification day in calendario l’8 lugli potrebbe dare delle indicazioni su eventuali piani di produzione delle batterie per auto elettriche in Italia.

Italia: Pmi manifatturiero raggiunge nuovo record a maggio

Nuovo record per il Pmi manifatturiero italiano. Secondo i dati diffusi da Ihs Markit, nel mese di maggio l’indice Pmi manifatturiero è aumentato ulteriormente da 60,7 di aprile, raggiungendo a maggio il nuovo valore record di 62,3 e ha segnalato la migliore prestazione delle condizioni operative dall’inizio della storia dell’indagine, nel giugno del 1997.“A metà del secondo trimestre, il settore ha riportato una prestazione strepitosa dando quasi inesistenti (o minimi) segnali di rallentamento della crescita. Le imprese sono rimaste ottimiste su un’ulteriore espansione della produzione, ciò potrebbe essere il caso in quanto le misure restrittive anti Covid-19 si stanno allentando ulteriormente e l’economia generale si sta riprendendo”, ha commentato Lewis Cooper, economista di Ihs Markit.

AGGIORNAMENTO  31 MAGGIO 2021  

FTSE MIB 25.284,00

terzo tentativo di raggiungere  25500 (MAX PRE-COVID 19 )

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+2236 punti da 23048 per ora ci siamo 

FTSE MIB 25.185,00 top 6-04

Uscita al rialzo da Box di laterale decennale 12500-24500 e Max Pre Covid 25500 si avvicina

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+2137 punti da 23048 per ora ci siamo  

FTSEMIB

FTSEMIB

Ocse: PIL Italia crescerà al 4,5% nel 2021 mentre prosegue la campagna vaccinale

Il Pil dell’Italia salirà al 4,5% nel 2021 e al 4,4%, nel 2022: così emerge dalle Prospettive Economiche dell’Ocse presentate oggi a Parigi. Guardando al nostro paese, il prodotto interno lordo dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia del 2019 nella seconda metà del 2022, afferma l’Ocse. In Italia “la pandemia è stata messa sotto controllo grazie alle misure di contenimento” adottate dal governo: è quanto si legge nella scheda dedicata all’Italia delle Prospettive economiche dell’Ocse, presentate oggi a Parigi, in cui il governo viene invitato ora a puntare sulle riforme della pubblica amministrazione in quanto “necessarie per sostenere una maggiore crescita”. “Il governo ha di conseguenza allentato le restrizioni, consentendo la riapertura di ristoranti, musei e scuole superiori” e adesso “mira a vaccinare l’80% della popolazione (41,5 milioni di persone) entro il mese di settembre 2021”.

Piazza Affari ancora sopra 25mila, tra le migliori Nexi e Moncler

Piazza Affari chiude la settimana in territorio positivo, sopra quota 25mila punti. In una finale d’ottava intonato al rialzo per le Borse europee, il Ftse Mib ha archiviato la seduta con una crescita dello 0,45% a quota 25.169,39 punti. Nel pomeriggio un supporto è arrivato da Wall Street che ha aperto al rialzo dopo la pubblicazione di una serie di indicazioni macro, tra cui la fiducia dei consumatori calcolata dall’università del Michigan poco sopra le attese.

Tornando a Piazza Affari e ai titoli che si sono messi in evidenza da segnalare Nexi che ha terminato la giornata con un rialzo del 2,3%. Bene anche Moncler (1,8%). Per il titolo in primo piano le parole dell’a.d. Remo Ruffini che ha espresso in una intervista al Corriere della Sera alcune considerazioni su scenari di M&A. Non vede aggregazioni nel lusso in Italia, in quanto nessun imprenditore, ad eccezione di Renzo Rosso, sembra avere le potenzialità e il desiderio di farlo, e d’altro canto non sembra esserci la volontà di vendere da parte delle famiglie che controllano il rispettivo marchio da generazioni. Si è però detto interessato alla creazione di valore più che al possesso delle quote, e quindi disposto anche ad avere una quota inferiore di Moncler purché nell’ambito di un’operazione che crei valore e che migliori la redditività del gruppo. Parole che sono state interpretate da alcuni organi di stampa come segno della volontà di fare da polo aggregante.

Intonazione positiva sul Ftse Mib anche per Leonardo (+1,4%). A sostenere il titolo dell’ex Finmeccanica diverse notizie, tra cui l’alleanza strategica con il gruppo Maire Tecnimont per la realizzazione di impianti industriali di nuova generazione in Italia e all’estero. Un supporto arriva anche dalle previsioni snocciolate dai francesi di Airbus, che offrono una visibilità sul percorso di ripresa. In particolare, il gruppo transalpino ha comunicato che intende aumentare la produzione della famiglia A320 da una media di 45 aerei al mese nel quarto trimestre del 2021 a 64 aerei al mese entro il terzo trimestre del 2023. “Nelle nostre stime attuali, ipotizziamo una moderato ripresa dell’attività del business aerostrutture, destinata a rimanere in perdita e bruciare cassa nei prossimi anni. Qualsiasi notizia/conferma che l’attività si sta riprendendo è buona, anche se Leonardo è chiaramente più esposto a Boeing rispetto ad Airbus”, commentano da Banca Akros.

Sul fondo del listino milanese due big del settore oil come Tenaris e Saipem che hanno terminato rispettivamente a -1,1% e a -1%. Sotto la lente per il settore bancario con il mercato che apprezza l’ipotesi spezzatino di Mps: il titolo della banca senese ha chiuso a +3,3% dopo che il Sole 24 Ore ha reso noto che “tra i numerosi advisor coinvolti nel risiko starebbe prendendo piede l’ipotesi di valutare una sorta di ‘spezzatino’ della banca senese”, coinvolgendo più soggetti di quelli inizialmente ipotizzati. L’idea sarebbe quella di coinvolgere non solo UniCredit e Mcc, ma “potenzialmente anche Banco Bpm e Bper fino ad arrivare a Poste”. Bper tra le peggiori del listino con un calo dello 0,6%. Nelle ultime sessioni il mercato ha scommesso sulle nozze tra Popolare di Sondrio e Bper, dopo che Unipol – azionista di maggioranza di Bper – ha annunciato l’intenzione di salire fino al 9,5% della banca valtellinese.

Chiusura d’ottava sprint per Cattolica (+14,9%). Il gruppo assicurativo di Verona ha annunciato di avere archiviato il primo trimestre dell’anno in decisa crescita, con un risultato operativo migliore di sempre e un utile netto di gruppo triplicato. Ribadita anche la guidance sull’utile operativo 2021 nel range 265-290 milioni di euro

Ftse Mib dice 25.000: ruggiscono Intesa Sanpaolo, Stellantis e Unicredit

Colpo di reni di Piazza Affari in coincidenza con l’avvio positivo di Wall Street. L’indice Ftse Mib riesce a portarsi sopra i 25 mila punti (+1,04% a 25.036 punti), soglia più volte avvicinata invano nelle ultime settimane. “Bisognerà attendere almeno il superamento del precedente massimo a 25.113 punti toccato il 18 maggio per avere una conferma della forza del movimento rialzista”, rimarca l’ufficio studi di FinanzaOnline.Sponda al rally dei mercati arriva dai dati macro Usa: il Pil Usa è salito nel primo trimestre del 6,4%, poco al di sotto della crescita del 6,5% attesa dal consensus. Indicazioni positive soprattutto dalle richieste di sussidi di disoccupazione, scese a 406.000 dalle 444.000 unità della settimana precedente, al nuovo minimo dall’inizio della pandemia Covid-19.Tra le big di Piazza Affari a fare tra traino al rally odierno ci sono i titoli della galassia Agnelli: +3,66% CNH, +2,25% Stellantis e +1,24% Exor. In spolvero anche il settore bancario con +2,68% per Unicredit, meglio fa Banco BPM (+2,93% a 2,91 euro) che aggiorna i top da marzo 2018 rimanendo al centro delle voci di risiko bancario. In buon rialzo anche Intesa Sanpaolo con +1,98% a 2,3975 euro.

Italia: fiducia in netto miglioramento a maggio, “dicotomia tra produttori e servizi sembra essere finita”

“Sia nelle imprese sia nei consumatori si registra un netto miglioramento della fiducia in Italia. È interessante notare che la dicotomia tra produttori e servizi sembra essere finita: un altro elemento che prova che si sta andando verso una sorta di normalizzazione”, commenta Paolo Pizzoli senior economist di ING, dopo i dati diffusi oggi dall’Istat sulla fiducia di imprese e consumatori nel mese di maggio.

L’economista sottolinea che “i dati sulla fiducia di maggio sono indiscutibilmente positivi e si aggiungono al fatto che la crescita del Pil nel secondo trimestre 2021 risulti più forte di quanto previsto in precedenza. In tal caso, la crescita media del PIL nel 2021 potrebbe anche superare la soglia del 4%, il che sarebbe una buona notizia”.

Investitori Usa fanno incetta di azioni e ETF europei, Stellantis e Nexi tra i preferiti. Ma per gestori margini rialzo Ftse Mib & Co ormai risicati

Gli investitori americani stanno facendo incetta di azioni europee. E’ quanto emerge da un articolo di MarketWatch, che cita tra le altre cose il commento degli analisti di Jefferies.
“L’economia dell’area euro continua a rimbalzare, con gli ultimi sondaggi dell’Ifo e dell’Insee che confermano il miglioramento significativo della fiducia delle imprese in Germania e in Francia, guidato dal settore dei servizi”, hanno scritto gli esperti.

Jefferies fa anche i nomi di alcuni tra i titoli su cui posizionarsi per cavalcare la ripresa dei fondamentali nell’era post Covid-19. C’è anche il nome di Stellantis, accanto a quelli di Nexi e di Adyen.
Viene riportato inoltre che, nella sessione di ieri, mercoledì 26 maggio, gli ETF azionari europei, in particolare JP Morgan BetaBuilders Europe ETF BBEU, iShares MSCI Eurozone (ETF EZU), e Vanguard FTSE Europe (ETF VGK) sono stati tre degli otto fondi azionari che sono stati acquistati dagli investitori basati negli States. Dai dati di FactSet emerge che, nel 2021, gli ETF azionari europei sono stati interessati da flussi in entrata complessivi per $7,6 miliardi da parte degli investitori americani.
Il boom dei flussi in entrata nel mercato azionario si spiega con il maggiore ottimismo nei confronti dell’economia dell’area euro, grazie alle vaccinazioni più spedite, che hanno portato diversi paesi, Italia inclusa, a ritirare quelle misure di restrizione-lockdown che erano stati costretti a introdurre per frenare il boom dei contagi. Di base, c’è anche una ragione molto più pratica, che spiega l’incetta dei titoli azionari europei: essendo le borse rimaste indietro a Wall Street, le azioni presentano valutazioni più attraenti.
Detto questo, la corsa dell’azionario europeo potrebbe aver raggiunto il suo picco.
Da un sondaggio di Reuters a cui hanno partecipato nelle ultime due settimane 16 tra gestori, strategist e broker è emerso che gli esperti stimano in media un valore di 451 punti entro la fine dell’anno, in crescita di appena l’1,3% rispetto al valore di chiusura di lunedì. Dall’inizio dell’anno, l’indice europeo di riferimento è salito dell’11,5%.
Nello specifico, dal sondaggio è emerso che l’indice Ftse 100 della borsa di Londra dovrebbe terminare il 2021 a 7.250 punti, poco al di sopra dei 7.051,59 della chiusura della sessione di lunedì. Il CAC 40 della borsa di Parigi è atteso in aumento a 6.500 dagli attuali 6.410 punti, mentre per il Ftse Mib italiano e l’Ibex spagnolo le previsioni sono di ulteriori rialzi di appena oltre il 3% prima della fine dell’anno. L’outlook sul Dax tedesco è di una crescita pari a +1,7% a 15.700 punti.

Bank of America rivede al rialzo il Pil dell’Italia, view positiva sui titoli bancari

Dopo la pubblicazione di solide trimestrali un report di BofA valuta positivamente bancari e finanziari in generale e rivede anche in rialzo le stime sul Pil italiano nel 2021

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Il settore finanziario quotato italiano ha messo a segno risultati robusti nel primo trimestre battendo le previsioni anche se l’andamento di Borsa rimane diversificato, con UniCredit che ha tratto il maggior beneficio. Ma in generale la qualità dei bilanci è risultata buona così come le prospettive dell’intera economia italiana, supportata dal sostegno fiscale varato dal governo Draghi. Per questo, oltre a esprimere un giudizio positivo sul comparto bancario e assicurativo, un report di BofA dell’analista Alberto Cordara rivede anche al rialzo le stime del PIL atteso nel 2021 portandole al 4,2%, un punto in più rispetto alla stima precedente.

TUTTE LE TRIMESTRALI BATTONO LE ATTESE

In particolare, BofA passa in rassegna le trimestrali di UniCreditIntesa Sanpaolo, Banco BPM, Mediobanca, Mediolanum, Poste Italiane, Azimut e Generali, sottolineando che tutte hanno battuto le stime del mercato. Passando al quadro macro, BofA motiva la sua revisione al rialzo delle stime di crescita del PIL con la robusta risposta in termini di misure fiscali, il nuovo calendario di riapertura delle attività, e gli ambiziosi obiettivi definiti nel Recovery and Resilience Plan. BofA osserva anche che nel primo trimestre il Pil italiano ha registrato una contrazione minore del previsto, indicando che l’impatto della seconda ondata del Covid sarà meno forte di quanto temuto.

ITALIA VERSO IL PICCO DEL RIMBALZO

BofA vede un’economia italiana proiettata a toccare il picco del rimbalzo post-Covid nel terzo trimestre, quando la campagna di vaccinazioni dovrebbe dispiegare interamente i suoi effetti positivi. In ogni caso, Cordara sottolinea che il fattore principale alla base della revisione al rialzo delle stime sul PIL risiede nella valutazione positiva della risposta fiscale del governo Draghi alla crisi, che ha il potenziale di aggiungere un altro mezzo punto di crescita già quest’anno, grazie ai trasferimenti diretti alle aziende nei settori più colpiti e alle misure di sostegno ai redditi. Altri 20 punti base di PIL secondo le stime di BofA dovrebbero essere aggiunti quest’anno dalle moratorie e dalle garanzie sui prestiti previste dal Recovery and Resilience.

SENTIERO DI CRESCITA FINO AL 2026

Per il 2022 inoltre, BofA stima l’aggiunta di altri 10 punti base di crescita del Prodotto interno lordo per ciascuno dei quattro trimestri. In pratica, il piano di Ripresa e Resilienza varato dal governo Draghi è destinato secondo BofA a mettere l’Italia su un chiaro sentiero di supporto fiscale fino al 2026, con misure che totalizzano 205 mld nel periodo 2021- 26, per un importo pari al 10,7% del PIL italiano. Livello che potrebbe raggiungere il 12% del Pil grazie all’ulteriore potenza di fuoco aggiunta da misure di complemento al Recovery, con la prospettiva di una crescita addizionale dell’1,4% sull’arco dei sei anni.

Dividendi Piazza Affari: la classifica dei rendimenti dei 18 titoli del Ftse Mib che staccano la cedola lunedì 24 maggio

Dividend-day 2021 in arrivo per Piazza Affari. Lunedì staccheranno la cedola molte delle big del listino milanese. Dopo il corposo antipasto dello scorso 16 aprile, il più importante appuntamento con lo stacco dei dividendi 2021 è in programma lunedì 24 maggio quando a presentarsi all’appuntamento con la remunerazione degli azionisti saranno ben 18 società del Ftse Mib. Tra queste spiccano dividendi molto generosi anche se continuano a pesare le restrizioni Bce per i titoli bancari. Quest’anno tornano infatti a staccare la cedola le banche, fermate nel 2020 dallo stop Bce. Le restrizioni Bce permangono in parte, con la raccomandazione alle banche di limitare il dividendo a un massimo del 15% degli utili cumulati tra il 2019 e il 2020, senza superare il tetto dei 20 punti base di capitale Cet1.

Generali e Unipol le più generose

Di seguito l’elenco degli stacchi del 24/5 in ordine alfabetico con relativi yield calcolati in base al prezzo di chiusura del 21 maggio.

A spiccare sono le cedole generose di Generali Assicurazioni (1,01 euro con rendimento del 5,72%) e Unipol (0,28 euro con yield del 5,65%). Poco sotto la soglia del 5% anche Italgas (0,277 euro, yield del 4,78%), così come  Azimut (4,79%) e A2A (4,53%).
Nella lista ci sono anche due saldi cedola da parte di  ENI (0,24 euro) e Recordati (0,55 euro).

Intesa dà nuovo appuntamento ai soci entro fine anno

C’è poi la cedola di 0,0357 euro di Intesa, che è pari al massimo consentito dalla Bce.  Intesa Sanpaolo ha già predisposto un piano sul fronte dividendi che prevede la distribuzione cash da riserve, possibilmente entro la fine del 2021, che aggiungendosi ai predetti dividendi porti al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3.505 milioni di euro di utile netto rettificato, nonché un interim dividend (ammontare non specificato) sugli utili 2021 (target di payout del 70%) con 1.061 milioni di euro già maturati nel primo trimestre 2021.

Istat: a marzo in aumento fatturato industria

In salita nel mese di marzo il fatturato dell’industria che, secondo quanto rende noto l’Istat, registra un aumento congiunturale dell’1,6%, risultante da una crescita su entrambi i mercati (+2,0% quello interno e 0,6% quello estero). Nel primo trimestre l’indice complessivo segna un incremento del 3,5% rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno (+3,3% sul mercato interno e +3,7% su quello estero).

Confindustria: Bonomi, Draghi novità più positiva da diversi anni

“Pur con una necessaria prudenza, è ragionevole supporre che il contesto dell’industria sia destinato a migliorare ulteriormente nei prossimi mesi. Ma le prospettive della domanda interna restano appese all’incertezza. Risolvere questa incertezza è il compito maggiore al quale è chiamato il Governo guidato da Mario Draghi. Il cui avvento è stato senza alcun dubbio la novità più positiva da diversi anni a questa parte nella vita pubblica italiana”. A dirlo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’Assemblea privata della Confederazione tenutosi oggi.

Confindustria: Bonomi, Draghi novità più positiva da diversi anni

“Pur con una necessaria prudenza, è ragionevole supporre che il contesto dell’industria sia destinato a migliorare ulteriormente nei prossimi mesi. Ma le prospettive della domanda interna restano appese all’incertezza. Risolvere questa incertezza è il compito maggiore al quale è chiamato il Governo guidato da Mario Draghi. Il cui avvento è stato senza alcun dubbio la novità più positiva da diversi anni a questa parte nella vita pubblica italiana”. A dirlo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’Assemblea privata della Confederazione tenutosi oggi.

Draghi accelera su riaperture, ecco i titoli di Piazza Affari che avranno maggiori benefici

Accelerazione del governo sulle riaperture e a Piazza Affari diversi titoli sono pronti a trarne pieno beneficio. In considerazione della frenata dei casi di contagio Covid e dell’accelerazione della campagna vaccinale, il governo Draghi ha accelerato sulle riaperture. In particolare il nuovo crono-programma per le riaperture prevede che da oggi il coprifuoco viene posticipato alle 23.00, dal 7 giugno alle 24.00 e dal 21 giugno sarà cancellato.
Dal 22 maggio i centri commerciali potranno rimanere aperti anche nel weekend e dal 24 maggio potranno riaprire le palestre (misura anticipata di una settimana). Dal 1 giugno toccherà a bar e ristoranti che potranno operare anche al chiuso, sia a pranzo che a cena. Dal 15 giugno riapriranno i parchi tematici, mentre dal 1 luglio, potranno tornare a operare sale giochi, sale scommesse e casinò, così come piscine al chiuso e centri termali. Per le regioni `bianche` cadranno tutte le restrizioni, a parte l’obbligo di distanziamento sociale e di uso delle mascherine.

Riaperture: gli impatti sulle società quotate

Equita ha valutato gli impatti più importanti per le aziende quotate. Tra le società più espostesi  segnala OVS che potrà beneficiare di una piena normalizzazione delle vendite con la riapertura dei centri commerciali nel weekend e gli analisti stimano vendite in calo del 30% nel primo trimestre e del 10% nel secondo. IGT ha ceduto recentemente le attività retail italiane di gaming e sport betting, quindi non vedrà un beneficio dalle riaperture (e sarà da verificare l`impatto sul consumo molto forte di lotterie visto in questi mesi).
NEXI deriva circa metà dal fatturato da volumi legati a pagamenti digitali con un mix che è per il 31% legato a consumi discrezionali (non food retail) e un altro 31% a settori ad alto impatto (hotel, ristoranti, trasporti) mentre 38% consumi di base (food retail, pharma). Infine focus su Marr: le misure supportano il deciso miglioramento già implicito nelle stime del core business per Giugno (-5% sul 2019 vs. -35/40% exp. a Maggio).

Dividendi 2021 Piazza Affari: si avvicina pioggia di cedole sul Ftse Mib, rendimenti al top per Unipol e Generali. Da Intesa Sanpaolo per ora un antipasto

Si avvicina il dividend-day per Piazza Affari. Tra una settimana staccheranno la cedola molte delle big del listino milanese. Dopo il corposo antipasto dello scorso 16 aprile, il più importante appuntamento con lo stacco dei dividendi 2021 arriverà il 24 maggio, quando a presentarsi all’appuntamento con la remunerazione degli azionisti saranno ben 18 società del Ftse Mib. Tra queste spiccano dividendi molto generosi anche se continuano a pesare le restrizioni Bce per i titoli bancari.
Va ricordato che si tratta dello stacco del dividendo 2021, ossia relativo all’esercizio 2020. Per incassare il dividendo bisogna detenere l’azione alla chiusura dell’ultimo giorno lavorativo prima dello stacco della cedola. Quest’anno tornano a staccare la cedola le banche, fermate nel 2020 dallo stop Bce. Le restrizioni Bce permangono in parte, con la raccomandazione alle banche di limitare il dividendo a un massimo del 15% degli utili cumulati tra il 2019 e il 2020, senza superare il tetto dei 20 punti base di capitale Cet1.

Stacchi del 24 maggio, assicurazioni e utility le più generose

Di seguito l’elenco degli stacchi del 24/5 in ordine alfabetico con relativi yield calcolati in base al prezzo di chiusura del 14 maggio.

A spiccare sono le cedole generose di Generali Assicurazioni (1,01 euro con rendimento del 5,73%) e Unipol (0,28 euro con yield del 5,71%). Sopra la soglia del 5% anche Italgas (0,277 euro, yield del 5,02%). Seguono poi Azimut (4,77%) e A2A (4,68%).
Nella lista ci sono anche due saldi cedola da parte di  ENI (0,24 euro) e Recordati (0,55 euro).

Da Intesa un antipasto in vista di doppia razione di fine anno

C’è poi la cedola di 0,0357 euro di Intesa, che è pari al massimo consentito dalla Bce.  Intesa Sanpaolo ha già predisposto un piano sul fronte dividendi che prevede la distribuzione cash da riserve, possibilmente entro la fine del 2021, che aggiungendosi ai predetti dividendi porti al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3.505 milioni di euro di utile netto rettificato, nonché un interim dividend (ammontare non specificato) sugli utili 2021 (target di payout del 70%) con 1.061 milioni di euro già maturati nel primo trimestre 2021.

Borsa Milano chiude ottava in bellezza, rally di Prysmian e Banco Bpm

Sprint rialzista in finale di settimana per la Borsa di Milano. L’indice Ftse Mib ha mandato in archivio le contrattazioni con una crescita di circa il +1,14% a quota 24.766,09 punti, accorciando le distanze dalla soglia psicologica dei 25mila punti. Piazza Affari, come le altre Borse europee, trova una sponda dall’attenuarsi dei timori legati al balzo dell’inflazione. Sugli investitori sembrano avere fatto presa le rassicurazioni che sono arrivate da un esponente della Federal Reserve, Christopher Waller, che ha rimarcato che l’istituto centrale ha bisogno di “molti altri mesi di dati” prima di considerare modifiche alla sua politica monetaria. Al di là delle questioni legate all’inflazione, a Piazza Affari la settimana è stata scandita dalla stagione degli utili.

Protagonista di giornata è stata Prysmian (+4,5%%) che ha proseguito la corsa della vigilia innescata proprio dai risultati dei primi tre mesi in rialzo. “Partenza d’anno incoraggiante, con un primo trimestre migliore delle attese e confidenti di raggiungere la parte alta della guidance”, commentano gli analisti di Equita che mantengono la raccomandazione hold su Prysmian. Il target price è invece stato rivisto al rialzo del 4% a 29 euro.

Per il mondo del risparmio gestito si è invece messa in luce Azimut (+3,1%). All’indomani della trimestrale gli analisti hanno passato al setaccio i conti che hanno visto l’utile consolidato salire a 96,8 milioni, mentre i ricavi consolidati si sono attestati a 273,5 milioni. In particolare, Equita ha alzato il target price di Azimut del 3% a 22,2 euro e confermato la raccomandazione hold alla luce di “un primo trimestre molto forte e sopra le attese, una guidance 2021 confermata ma visibilità aumentata”.

In deciso rialzo Banco BPM (+3%) con il ritorno della speculazione su possibili scenari di M&A. Unicredit (+2%) potrebbe fare la prima mossa mettendo nel mirino proprio l’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Bene anche Nexi (+2,1%) che già ieri in evidenza in scia a riscontri trimestrali oltre le attese, e si è accomodata nelle prime file del Ftse Mib anche Interpump (+3,2%) dopo i conti con il titolo che riavvicina i top storici. Per il gruppo emiliano il primo trimestre è stato chiuso con vendite nette di 375,6 milioni di euro (+9,2%), un Ebitda di 91,5 milioni (+23%) e un l’utile netto per 53,8 milioni (+61,5% rispetto al primo trimestre 2020). “Le vendite hanno raggiunto e superato i livelli precedenti alla pandemia. La vigorosa ripresa è tuttora in corso e troverà compiutamente espressione nel secondo trimestre; le recenti acquisizioni crescono mostrando il loro valore. I margini di redditività risultano i più alti mai prima espressi”, ha commentato il presidente di Interpump, Fulvio Montipò.

Ha recuperato terreno dopo i cali registrati in mattinata Unipol (+0,1%) che ha riportato un utile netto di 361 milioni nel primo trimestre confermando gli obiettivi per l’intero 2021. Sul fondo del listino milanese Inwit che ha ceduto il 3%, debolezza per Atlantia (-0,2%) che ha chiuso il primo trimestre 2021 con una perdita netta di 67 milioni di euro.

Fuori dal paniere principale rally di Datalogic (+15%). Ad accendere la miccia rialzista i risultati trimestrali migliori delle attese e le prospettive per il 2021. In particolare, il gruppo ha chiuso il primo trimestre con ricavi in crescita del 13,6% a 135,4 milioni di euro, un utile netto di 9 milioni e con un Ebitda adjusted triplicato a 21,6 milioni rispetto al primo trimestre 2020. La società bolognese guarda con fiducia all’intero anno, con le previsioni di crescita per l’anno 2021 che rimangono positive e a doppia cifra, in un range tra il 16% e il 20% rispetto al 2020.

Italia: Commissione UE rivede al rialzo PIL tricolore. Economia in ripresa nella seconda metà del 2021

PIL italiano rivisto al rialzo al 4,2% quest’anno e 4,4% il prossimo. Così la Commissione Ue nelle previsioni economiche di primavera, secondo cui “le vaccinazioni e l’allentamento delle restrizioni stanno aprendo la strada alla forte ripresa dell’economia italiana nella seconda metà del 2021. Gli investimenti sostenuti dall’Ue dovrebbero portare l’economia su un percorso di espansione sostenuta, che dovrebbe consentire alla crescita di tornare al livello pre-pandemia entro la fine del 2022”.

Italia: PIL a +4,2% nel 2021, crescita torna a pre-pandemia entro fine 2022

Si intravede la luce in fondo al tunnel per l’economia della zona euro e anche dell’Italia dopo più di un anno di debolezza segnata dalla pandemia Covid e dalle conseguenti restrizioni. “Le  prospettive sono migliori delle attese per due fattori: un rimbalzo più forte del previsto nell’attività globale e nel commercio, e l’impulso del Recovery che è stato incorporato alle previsioni”,  così il commissario all’economia Paolo Gentiloni presentando le previsioni economiche di primavera della Commissione Ue.

Le previsioni economiche della Commissione Ue

Nel dettaglio, la Commissione Ue rivede al rialzo il Pil: l’economia dell’Ue si espanderà del 4,2% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, quella della zona euro crescerà del 4,3% quest’anno e del 4,4% l’anno prossimo.  Ma le previsioni economiche di primavera sono rosee anche per l’Italia visto che rivedono al rialzo il Pil tricolore a 4,2% quest’anno e 4,4% il prossimo. 

Se poi il debito pubblico italiano continua a salire nel 2021 “a causa del protrarsi del sostegno pubblico” all’economia, comincerà a scendere dal 2022, scrive ancora la Commissione Ue rivedendo al rialzo la stima del debito, che toccherà il 159,8% quest’anno, per poi scendere a 156,6% il prossimo. Anche il deficit sale quest’anno a 11,7% “a causa del costo del sostegno visto che le restrizioni alle attività economiche sono ancora necessarie per contenere la pandemia”. Ma nel 2022 scende a 5,8%, grazie al calo della spesa pubblica e l’accelerazione dei ricavi”.

La Commissione Ue si attende che il Recovery spinga la crescita Ue di circa l’1,2% nel periodo 2021-2022, come ha affermato il commissario all’economia Paolo Gentiloni, precisando però che si tratta di un impatto parziale: “Con un orizzonte di meno di due anni, questa previsione può valutare solo l’impatto immediato e diretto sul Pil dall’aumento della domanda interna. Può solo catturare parzialmente gli effetti indiretti che saranno generati dal rafforzamento degli investimenti e dalle riforme del Recovery”, ha spiegato Gentiloni.

Borsa Milano cancella ribassi di ieri: exploit di Stellantis (+7%) nel giorno dei conti, CNH a ruota

Mercoledì con forti rialzi sui mercati dopo il sell-off della vigilia. Piazza Affari si è accodata alla ripresa dei maggiori listini mondiali trovando sponda anche in riscontri positivi dalle trimestrali di big quali Intesa e Stellantis. In chiusura il Ftse Mib segna +2,03% a 24.463 punti. Il corposo recupero si spiega con le precisazioni arrivate da Janet Yellen, che ieri aveva accennato a possibili rialzi dei tassi per impedire che l’economia si surriscaldi”. Il segretario al Tesoro USA ha corretto il tiro: “Non credo che ci sarà un problema legato all’inflazione. Ma se ci sarà, possiamo contare sul fatto che la Fed lo affronterà”.A tenere banco a Piazza Affari sono le trimestrali. Intesa Sanpaolo (+1,43% a 2,341 euro) ha stupito con un utile netto pari a 1,516 miliardi di euro, in crescita del 32% rispetto all’analogo trimestre 2020. Il consensus Bloomberg indicava un utile sotto il muro del miliardo (984 milioni di euro). Una sponda decisiva al boom di utili sono stati i minori accantonamenti per sofferenze (il 25% in meno rispetto ad attese consensus). Intesa Sanpaolo ha confermato per quest’anno un obiettivo di profitto “ampiamente” superiore ai 3,5 miliardi di euro. L’istituto di credito ha ribadito che prevede una distribuzione di dividendi aggiuntivi sui guadagni del 2020 una volta chela Bce revocherà le restrizioni sui dividendi. Intesa prevede, subordinatamente alle indicazioni che verranno fornite dalla BCE in merito alle politiche dei dividendi, una doppia razione di dividendi.Assist dai conti anche per Stellantis (+7% a 14,86 euro), in primissima fila oggi del Ftse Mib. Nel primo trimestre 2021 il gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA ha registrato una crescita dei ricavi pro-forma pari al 14% a 37 miliardi di euro grazie ai maggiori volumi soprattutto in Nord America e in Europa.Boom anche per Cnh Industrial con un rialzo di oltre il 5% a ridosso di area 13 euro dopo i risultati del primo trimestre 2021. Nel dettaglio, il gruppo ha registrato ricavi consolidati per 7,5 miliardi di dollari in crescita del 37% rispetto al primo trimestre 2020, mentre l’utile netto è balzato a 425 milioni, con un risultato diluito per azione adjusted pari a 0,32 dollari.Tra i migliori di oggi figura ancora una volta Tenaris (+4,46%). Molto bene anche ENI con oltre +2%. Oggi nuovo rialzo del petrolio con il Brent che ha sfiorato quota 70 $.

Vaccini, NextGenUE e Draghi: cocktail perfetto per premere buy su Piazza Affari. I titoli preferiti di Equita

Aprile ha visto i mercati mettere nuovamente le marce alte con nuovi record a più riprese per Wall Street e l’equity globale in generale. Top assoluti anche per l’Euro Stoxx 600, mentre ad annaspare un po’ è stata Piazza Affari che nell’ultimo mese ha lasciato sul terreno oltre il 2%. Una debolezza relativa di Piazza Affari che stride in parte con il newsflow positivo degli ultimi mesi che ha portato molti analisti a confidare in una nuova ventata di ottimismo sugli asset italiani in virtù della stabilità garantita dal governo Draghi e dall’importante fetta di risorse del Next Generation EU che l’Europa ha riservato all’Italia.

Verso sorprese positive dal PIL Italia

Venerdì scorso i dati sul PIL non hanno sorpreso, con la contrazione del primo trimestre che dovrebbe trasformarsi già in questo trimestre in crescita prima di un’accelerazione più decisa nella seconda metà dell’anno. Il ciclo economico nei prossimi mesi dovrebbe giovarsi non poco del percorso di graduale riapertura delle attività soggette a restrizioni e degli effetti della campagna vaccinale sta guadagnando velocità.
C’è poi il potenziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che, con l’aggiunta di risorse nazionali, è arrivato ad un importo di oltre 248 miliardi. “Specie se accompagnato da un’efficace implementazione delle riforme annunciate, suggerisce che il PIL possa crescere al di sopra del potenziale (attualmente stimato a poco più di mezzo punto percentuale) per diversi anni a venire (stimiamo almeno sino al 2025)”, rimarca Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che vede profilarsi rischi al rialzo sull’entità del recupero atteso nella seconda metà dell’anno.

Tre motivi per rimanere positivi sui mercati

Oggi intanto gli analisti di Equita nel loro consueto Monthly Report si soffermano sulle prospettive dei mercati azionari, che hanno performato molto bene da inizio anno e quindi nel breve non  sorprenderebbero delle contenute prese di profitto. Tuttavia, la view rimane positiva sui mercati e in particolare Piazza Affari per tre ordini di motivi:
– Continuiamo a ritenere che un’accelerazione della crescita nei prossimi trimestri resti lo scenario più probabile in quanto l`efficacia iniziale dei vaccini esistenti sembra elevata;
– L`Italia è tornata investibile, visto un profilo di rischio drasticamente migliorato, ed è tra i principali beneficiari dei fondi del Next Generation EU, elementi che potrebbero portare un ritorno di capitali verso l`Italia e l`Europa;
– Riteniamo che il `reflation trade` (crescita più elevata unita ad un`inflazione strutturalmente più alta) a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi possa proseguire, continuando a guidare i mercati azionari, in quanto ci aspettiamo che l’inflazione aumenti nei prossimi anni ma rimanendo su un livello accettabile, e che le banche centrali continueranno a tenere sotto controllo i tassi di interesse.

Investimenti di 82,7 miliardi di euro: al via grandi opere pubbliche

Investimenti per 57 grandi opere è di 82,7 miliardi di euro. Interventi per 21,6 miliardi al Nord, per 24,8 al Centro e per 36,3 miliardi al Sud.

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investimenti opere pubbliche

Il valore complessivo degli investimenti per 57 grandi opere è di 82,7 miliardi di euro. Esse sono state già finanziate per circa 33 miliardi e saranno completate con altre risorse nazionali ed europee. Quindi anche con il Next generation Eu. Per chi non lo sapesse, quest’ultimo è un fondo approvato a luglio 2020 dal Consiglio Europeo per sostenere gli Stati membri colpiti dal Coronavirus. Con esso sono previsti 21,6 miliardi al Nord e 24,8 al Centro. Tra Sud e Isole, invece, sono previsti 36,3 miliardi.

Investimenti di 82,7 miliardi di euro per grandi opere

Mario Draghi il 16 aprile ha firmato il Dpcm che,  grazie anche alla nomina dei commissari straordinari, ha visto sbloccare 16 infrastrutture ferroviarie. Per esse sono previsti investimenti per 60,8 miliardi di euro di cui 28,6 miliardi al Sud. Le opere stradali da terminare sono 14che sono bloccate a causa dei ritardi legati al progetto e alla complessità delle procedure amministrative.
C’è la messa in sicurezza della SS45 della Val Trebbia con la costruzione del nuovo Ponte Lenzino. Gli interventi sulla SS20 colle di Tenda, sulla E78 Grosseto-Fano, sulla SS675 Umbro Laziale e sulla SS4 Salaria. E ancora sulla 55647 Fondovalle di Biferno, sulla SS16 Adriatica, sulla SS89 Garganica e sul collegamento stradale Cisterna Valmontone. Inoltre sulla SS369 Appulo Forterina ed SS212 Della Val Fortore, sulla SS17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico nonché sulla SS106 Jonica. Infine sulla SS640 strada degli scrittori e sulla Ragusa-Catania.

Grandi opere pubbliche: investimenti di 82,7 miliardi

Il premier Draghi ha comunicato che a breve sarà resa nota anche l’apertura di tutti i cantieri. Il Ministero per le Infrastrutture Giovannini crede che grazie a tale sblocco si farà un grande passo per rilanciare opere pubbliche in Italia.

Queste in parte, come detto, sono già state finanziate. La loro attuazione, però, determinerà delle importanti ricadute non solo economiche ma occupazionali.
Il Governo ha comunicato inoltre che si cercherà inoltre di semplificare l’iter autorizzativo delle opere stesse che è ancora molto lungo. Il Ministero, poi, monitorerà a cadenza trimestrale la realizzazione delle diverse fasi in modo tale da rimuovere anche possibili ostacoli.

Draghi come i grandi asset manager, gestione strategica del rischio

L’obiettivo della crescita sostenibile nel lungo termine richiede di prendersi rischi razionali nel breve. La strategia del premier italiano non è molto diversa da quella dei grandi asset manager

 

A lezione di gestione del rischio dal Professor Mario Draghi. Diversi media hanno “letto” la riapertura graduale annunciata dal premier venerdì 16 aprile come un cedimento alle pressioni dei settori più penalizzati dai lockdown, a cominciare da ristoratori e operatori del tempo libero. In realtà la svolta dell’ex capo della BCE può essere analizzata infilando gli occhiali dell’asset manager, ruolo che alla fine è più o meno lo stesso, si tratti di gestire i risparmi o il governo di un paese, con l’obiettivo di aumentare il benessere del “cliente”, si tratti di un fondo pensione o di un’intera comunità nazionale. Dove vede il rischio principale il presidente del Consiglio? Nella crescita, o meglio nell’eventualità che non riparta abbastanza robusta e soprattutto sostenibile. Le risorse disponibili vanno impiegate senza risparmio per evitare questo rischio.

NESSUN RISCHIO NEL DEBITO ELEVATO

Dove Draghi il rischio proprio non lo vede è nel debito pubblico, che da quasi 30 anni è lo spauracchio numero uno di chi occupa Palazzo Chigi. Che possa arrivare al 160% del PIL e anche oltre non lo preoccupa, perché anche qui quello che conta è la sostenibilità, vale a dire il costo, vale a dire gli interessi pagati agli investitori. Se sono a zero o quasi, e lo resteranno per un bel po’ di tempo, il rischio non c’è. E il virus? Qui il rischio ovviamente c’è, ma è ragionevole assumerlo se non si esagera. Con le vaccinazioni che vanno avanti, la pandemia è un rischio di breve termine, come l’inflazione in agguato tanto temuta soprattutto in America.

IL DILEMMA DI CHI GOVERNA L’ITALIA

Il rischio vero, di lungo termine, è la mancata crescita, che può compromettere, sempre nel lungo termine, anche la sostenibilità del debito. Il dilemma di chi governa l’Italia da quando è scoppiata la pandemia è lo stesso che induce milioni di famiglie e imprese a tenere congelati migliaia di miliardi sui depositi bancari se non sotto il materasso. Il modo migliore per non rischiare di perderli è non impiegarli. Nel breve termine può anche funzionare. Nel lungo termine può voler dire trovarsi a 70 o 80 anni a dover fare un lavoro part time, se uno ce la fa ancora, perché la pensione non basta a tirare avanti. Draghi non è il solo a pensare, in giro per il mondo, che il virus sia diventato un rischio gestibile e non sia più in cima alla lista dei pericoli che si corrono.

UNA CONFERMA AUTOREVOLE DALLA SURVEY DI BOFA

Una conferma decisamente autorevole viene da Bank of America, che ogni mese tasta il polso a circa 200 fund manager che gestiscono un totale di mezzo trilione di dollari andandogli a chiedere dove vedono i maggiori rischi e cosa pensano delle prospettive dei mercati. L’edizione di aprile scopre che per il secondo mese consecutivo da quando è esplosa, la pandemia non è più in cima alla lista dei rischi, posto occupato, anche qui per la seconda volta consecutiva, dall’accoppiata “taper tantrum” e inflazione, dove il primo indica la paura che stia arrivando l’annuncio di un inizio di chiusura dei rubinetti della liquidità, come quello dell’allora capo della Fed Bernanke che fece sbandare i mercati nel 2013 proprio in coincidenza con una fiammata inflazionistica. I due rischi sono ritenuti i più pericolosi da circa il 30% degli intervistati, mentre possibili incidenti di percorso nelle vaccinazioni si contendono il terzo e quarto posto con il timore di tasse troppo pesanti in arrivo da Biden, con entrambi che preoccupano più o meno il 15% dei gestori. Chiude la classifica il rischio che la ripresa economica tocchi il picco troppo presto, temuto solo dal 5%.

ORA DI SPENDERE IN INVESTIMENTI

Anche sulla necessità di spendere senza risparmio in investimenti, gli asset manager globali la pensano come il Professor Draghi. Il grafico qui sotto ripreso dalla survey di BofA mostra infatti che fino alla seconda metà del 2020 la preoccupazione maggiore era che le imprese si concentrassero sulla solidità dei bilanci, poi l’inversione di tendenza con il focus che si è spostato sull’aumento della spesa per investimenti, perché sono la semina della crescita futura, che è oggi molto più importante della distribuzione di cash agli azionisti sotto forma di dividendi e buy back.

 

La ripartenza del ciclo, vale a dire tornare come eravamo prima della pandemia, si conferma invece un tema decisamente ciclico. Oggi i portafogli sono sbilanciati sui temi della crescita “classica”, a partire da commodity e finanziari, e ancora sottopesati su temi di più lungo termine, come i tecnologici, come si vede nel “grafico del mese” proposto da BofA, che mostra uno sbilanciamento sui temi ciclici rispetto alla media degli ultimi 10 anni.

NESSUNA BOLLA, CORREZIONE POSSIBILE

Sono dati che si prestano a una lettura “contrarian”, quando c’è troppo affollamento su un’estremità della barca è probabile che ci si riposizionerà verso la parte opposta. Non è sicuramente lo scenario di una bolla, esclusa infatti dalla stragrande maggioranza degli asset manager, mentre tre quarti la vede nel Bitcoin. Ma è uno scenario che potrebbe preludere a una correzione dell’azionario in corso d’anno, soprattutto se il rendimento dei Treasury dovesse spingersi in area 2,5-30%, rendendo l’obbligazionario competitivo rispetto all’equity.

BOTTOM LINE

La gestione del rischio è una componente essenziale sia dell’arte di governare che di quella di gestire gli asset finanziari. Prendersene un po’, razionalmente, nel breve termine, può essere essenziale per evitare quelli di lungo termine e conseguire il successo finale, che si chiama crescita sostenibile, sia che si parli di asset finanziari che del benessere di una comunità.

Bank of America costruttiva sull’Italia: “È la chiave per investire in Europa”

Draghi al governo e le risorse in arrivo dall’Europa rafforzano la positività sul debito italiano e in particolare sui titoli finanziari. Importante la spinta del risparmio gestito

16 Aprile 2021 – 7:50
 

L’investitore globale che guarda all’Eurozona dovrebbe prendere l’Italia come punto di riferimento e bussola per orientare le sue decisioni. Il paese rappresenta il 15% del PIL dell’Eurozone GDP, è il secondo produttore manifatturiero dopo la Germania e vanta un elevato tasso di risparmio, mentre l’ampio debito pubblico racchiude potenziali dinamiche pericolose e forze centrifughe sempre presenti che spingono l’Italia a forzare i limiti della costruzione europea. Ma l’arrivo di Mario Draghi alla guida del governo. l’uscita imminente dall’emergenza Covid e le risorse messe a disposizione dalla UE supportano una visione costruttiva sia sul debito sovrano che sui titoli azionari finanziari quotati a Milano.

RESILIENZA DEI TITOLI FINANZIARI

È la tesi sostenuta da un report di BofA in cui l’analista Alberto Cordara si sofferma in particolare sui titoli finanziari italiani, sottolineandone la resilienza. Negli ultimi 15 anni banche e assicurazioni italiane hanno attraversato tre recessioni di cui due particolarmente dure, quella del 2008-09 e quella del 2011-13, in coincidenza della crisi del debito sovrano, ciascuna caratterizzata da una forte dislocazione degli investimenti dai titoli del debito italiano, detenuto in abbondanza da istituzioni finanziarie. Quelle che hanno superato la tempesta hanno modelli di business resilienti e non corrono più rischi di sopravvivenza, e hanno ora la possibilità di cogliere le opportunità offerte dalla ripresa in arrivo.

IL SUPPORTO DELLO STATO ALL’ECONOMIA

La situazione delle società finanziarie italiane si inquadra in un contesto che vede lo Stato intervenire a supporto dell’economia aiutando a tenere sotto controllo i rischi di default aziendali, anche se la qualità del credito ha mostrato segni di deterioramento. I prestiti a imprese e famiglie sono cresciuti in coincidenza con la pandemia e quando le moratorie cesseranno anche gli impieghi bancari potrebbero cessare di essere performanti. Ma, nota BofA, fino a che il rischio è trasferito allo stato questo non rappresenterà un problema per le banche, considerando che con ogni probabilità sia le moratorie che le garanzie statali verranno estese oltre la scadenza di giugno 2021.

L’M&A LIBERERÀ VALORE

L’analisi di BofA sottolinea anche la spinta che può arrivare in termini di liberazione di valore degli asset dall’attività di M&A, a differenza di quanto avvenuto in passato, quando le fusioni sono state rappresentate soprattutto da operazioni di salvataggi bancari a seguito di casi che hanno invece distrutto valore. Ora invece l’ambiente di tassi di interesse molto bassi dovrebbe consentire alle operazioni di aggregazione una maggior efficienza di costi. Gli stessi tassi di interesse sono secondo BofA un fattore rialzista, vista la tendenza in prospettiva all’irripidimento della curva, un fattore favorevole alle banche.

UNA SPINTA AL RISPARMIO GESTITO

Infine l’analisi di BofA cita il risparmio gestito, industria che in Italia ha registrato afflussi robusti in avvio del 2021 con flussi netti andati sui fondi comuni di investimento a un ritmo tre volte più forte rispetto al 2020. L’attesa, spiega l’analista Hubert Lam, ora è per una più spiccata propensione alla componente azionaria del risparmio gestito che dovrebbe registrare un aumento di volume e margini sulla spinta dell’uscita dalla pandemia e della mobilizzazione dell’imponente quantità di liquidità oggi parcheggiata inutilizzata sui conti correnti.

Visco (Bankitalia): possibile Pil Italia +4% come da stime Fmi, cruciale accelerare vaccinazioni

La ripresa dell’economia italiana potrà partire già in “questo trimestre”, ovvero nel secondo trimestre, sempre se “saranno rispettati i piani di vaccinazione del governo”. E’ quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, esponente del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, in un’intervista televisiva alla Cnn.Visco ha sottolineato che i dati di Bankitalia, tra l’altro, “confermano che è possibile, malgrado restino rischi elevati”, riuscire a centrare il target di crescita del Pil italiano, nel 2021, pari a +4%, del Fondo Monetario Internazionale.Per la ripresa economica è comunque “cruciale accelerare la campagna vaccinale”.Le misure “di sostegno all’economia” devono essere inoltre mantenute fino a quando “non saranno superati i momenti difficili”, ha detto ancora Visco.

Draghi, vietato sbagliare: sul deficit dovrà giocarsi tutto con il maxi-scostamento di bilancio

Il disavanzo pubblico dell’Italia per quest’anno salirà in area 10% del PIL. Ulteriori misure a debito non saranno sostenibili.

Il Consiglio dei ministri del governo Draghi varerà un ennesimo scostamento di bilancio con misure in deficit per altri 35 miliardi di euro. Questo sembra l’orientamento di queste ultime ore nella maggioranza, sebbene il leader leghista Matteo Salvini chieda un conto ancora più salato, cioè di 50 miliardi. Soldi, che serviranno a finanziare la proroga delle chiusure delle attività.

Con questi numeri, il deficit di bilancio per quest’anno salirà di altri 2 punti di PIL. Tenuto conto che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) abbia stimato per l’Italia un disavanzo fiscale nell’ordine del 7,5% a gennaio, questo implica che ci porteremmo a ridosso della soglia del 10%, con ogni probabilità sostando tra il 9% e il 9,5%. Una discesa lieve dal 10,9% del 2020. Insomma, il 2021 non sarà proprio l’anno della ripartenza, semmai dell’assestamento.

Nel cercare di tenere a bada il rapporto debito/PIL, esploso al 155,6% lo scorso anno, il premier Mario Draghi dovrà inevitabilmente fissare un tetto al deficit di bilancio. A quale livello? Tutto dipende dal tasso di crescita economica e da quello d’inflazione. L’FMI ha alzato nei giorni scorsi le previsioni sul PIL dell’Italia di 1,2 punti al 4,2% per quest’ano. Meglio di prima, ma non bene. Nel 2020, il nostro PIL è collassato dell’8,9%. In pratica, alla fine di quest’anno resteremmo sotto i livelli pre-Covid del 5%.

Deficit di bilancio, la barriera dei 130 miliardi

Non solo. Al 31 marzo, l’inflazione acquisita in Italia è salita allo 0,9%. Essa è risalita dai valori negativi assunti per gran parte del 2020, pur rimanendo debole. Sommata al tasso atteso di crescita, oggi come oggi il PIL nominale salirebbe di poco oltre il 5%. Con un deficit di bilancio oltre il 9%, ciò implicherebbe l’ulteriore lievitazione del rapporto debito/PIL.

Infatti, affinché questo resti invariato, il PIL nominale dovrebbe crescere di oltre il 6% con un deficit di bilancio al 9,5%. In valori assoluti, il debito pubblico a fine anno non dovrebbe superare la barriera dei 2.700 miliardi, cioè il disavanzo dovrebbe limitarsi a circa 130 miliardi.

Certo, Draghi potrebbe sempre puntare a un lieve aumento del rapporto debito/PIL, forzando la mano sul deficit di bilancio. Tuttavia, la soglia psicologica del 160% non andrebbe sfidata. Anche perché nessuno è in grado di prevedere se davvero l’Italia crescerà di un 4% abbondante quest’anno, né se l’inflazione tenderà al target BCE di quasi il 2% o resterà ai livelli attuali. L’evoluzione dell’economia dipenderà essenzialmente da quella del Covid, a sua volta legata al successo e alla rapidità della campagna vaccinale. Inoltre, se la BCE non rafforzerà per la terza volta il PEPP, le emissioni nette di debito pubblico italiano dovrebbero confidare sulla domanda del mercato. E qui arriverebbero i dolori.E c’è il capitolo dell’impatto sul PIL dei deficit di bilancio lievitati con gli scostamenti decisi dal governo. Limitarsi a offrire sostegno alle categorie colpite senza garantire loro e all’intera Nazione una prospettiva di ripartenza in un futuro non lontano e certo esiterà scarsi frutti. Non è un caso che Draghi mediti l’avvio graduale delle riaperture dal 20 aprile. Solo così le decine di miliardi di nuovo deficit di bilancio contribuirebbero a stimolare la crescita economica, traducendosi in consumi per effetto del maggiore ottimismo delle famiglie. Ma fino a quando lo stato pagherà milioni di italiani per farli rimanere a casa, la domanda interna non ripartirà e l’economia resterà al palo. E ciò non giova alla stabilizzazione del rapporto debito/PIL.


Il commissario europeo parla anche delle riforme del Patto di stabilità e delle regole per debito e investimenti pubblici. Sul Recovery italiano è ottimista.

Il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni è ottimista sulla ripresa economica, anche se su questa influiscono tanti fattori legati anche alla pandemia e i vaccini. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex premier spiega che “noi alla Commissione siamo d’accordo con l’Ocse e la Bce nel dire che la zona euro—inclusa l’Italia — nel 2021 e nel 2022 possa avere livelli di crescita con pochi precedenti negli ultimi decenni”.

E anche se “l’emergenza andrà avanti per mesi”, “gradualmente prenderà corpo una ripresa che potrebbe diventare impetuosa” ma “dipenderà dalla campagna vaccinale, dai piani di Recovery, dalle scelte dei governi. Niente è già garantito”.

I prossimi passi dopo l’emergenza

Gentiloni poi richiama alla memoria le scelte d’urgenza fatte durante la pandemia nell’Ue con la sospensione del Patto di stabilità, le regole europee sugli aiuti di Stato, il piano di acquisti della Bce e sottolinea che “Next Generation EU e il fatto che abbiamo già avuto emissioni di debito comune di successo, per il programma Sure, rassicurano i mercati” quindi “di fronte alla pandemia, c’è stata una rivincita europea”.

Per il commissario europeo adesso “non vanno ritirate prematuramente le misure di sostegno, va allungata al 2022 la sospensione del Patto di stabilità, bisogna lavorare perché la politica monetaria e la politica economica vadano all’unisono”.

Le riforme europee

Sul Patto di stabilità e la revisione la discussione verrà ripresa in autunno ma Gentiloni vede due problemi all’orizzonte: “Il primo è che esiste un’enorme domanda di investimenti pubblici e privati”, che mancano, e la second questione è che “non si tratta di rivedere gli obiettivi stabiliti dai trattati. Ma con un debito pubblico in media al 103% del Pil nell’area euro, abbiamo bisogno di una discussione sulle modalità di rientro, i percorsi, i tempi e i perché”.

Non si parla soltanto di Italia e Grecia che hanno livelli di debito altissimi e “devono esercitare particolare prudenza”, ma anche della Francia, che per il commissario Ue sarà sopra il 120% del Pil per anni.

Il Recovery plan

Il commissario butta un occhio poi all’Italia e al lavoro del governo Draghi sul Recovery plan.

“Draghi è una delle figure più autorevoli e rassicuranti sul piano internazionale e questo per l’Italia è un bonus”.

Sul Recovery Plan “il lavoro è ripreso e in questo momento è volto a rafforzare la qualità e la selezione degli investimenti, che non possono essere troppo dispersivi”. Per Gentiloni “il prefinanziamento del 13% del pacchetto italiano può arrivare prima della pausa estiva, ma Next Gen EU non è un fondo come gli altri: se i governi non rispettano tempi e obiettivi da loro stessi indicati, le rate semestrali potrebbero non essere versate”.

In ogni caso Gentiloni si dice “ottimista, perché il lavoro che si sta facendo nei ministeri coinvolti è di qualità notevole. Purtroppo, abbiamo ormai solo quattro-sei settimane per chiudere”.

Goldman Sachs: “Fiducia in una ripresa solida dell’Italia”

Filippo Taddei, Senior European Economist della divisione Global Investment Research di Goldman Sachs, evidenzia una maggiore sensibilità della nostra economia alle chiusure, ma anche diversi punti di forza

21 Marzo 2021
 

Italia e Spagna torneranno dopo altre nazioni europee ai livelli pre-Covid, ma ci sarà comunque un recupero robusto. L’economia italiana ha carte importanti da giocare nei prossimi mesi, anche se sarà fondamentale non sbagliare nell’impiego del Recovery Plan. È questa, in estrema sintesi, la view di Filippo Taddei, Senior European Economist della divisione Global Investment Research di Goldman Sachs, sul futuro dell’economia italiana.

ITALIA MOLTO SENSIBILE AI LOCKDOWN

Tra gli aspetti più rilevanti emersi nei mesi scorsi, Taddei ha messo in evidenza come l’economia italiana sia particolarmente sensibile, nel bene e nel male, alle restrizioni anti-Covid. Il nostro tessuto economico è molto reattivo rispetto ai lockdown, quindi tende a rallentare molto durante le chiusure e a riprendersi altrettanto rapidamente nelle fasi di riapertura. Tuttavia, ci sono dei fattori strutturali che fanno sperare in una ripresa solida della nostra economia, che rimane tra le più colpite dalle conseguenze della pandemia.

MANIFATTURA E LEGAME CON LA GERMANIA

Il primo riguarda la forza del settore manifatturiero. Un settore che, ha sottolineato Taddei, ha dimostrato di saper reggere meglio di altri alle restrizioni e che per fortuna, nel caso italiano, è molto più “pesante” per l’economia rispetto ad altri settori più duramente colpiti come il turismo. Il secondo aspetto sottolineato dall’esperto di Goldman Sachs è la stretta integrazione tra la nostra economia e quella tedesca: un vantaggio non indifferente perché la Germania ha risentito meno delle conseguenze economiche della pandemia.

VOLATILITÀ DI BREVE TERMINE

“Ci aspettiamo una volatilità di breve termine a livello europeo, ma possiamo guardare con fiducia alla ripresa dei prossimi due-tre anni – ha spiegato Taddei – perché la campagna vaccinale, seppur con qualche rallentamento, sta procedendo e ci aspettiamo che l’Italia possa arrivare al 50% della popolazione vaccinata entro la fine di giugno”.

RECOVERY PLAN CRUCIALE

Per agganciare la ripresa, però, sarà fondamentale impiegare in modo costruttivo i fondi del Recovery Plan che, sostanzialmente, per il momento ricalca più o meno l’ultima versione del governo Conte per quanto riguarda la ripartizione per ambiti di intervento. “Senza il Recovery Plan la politica fiscale italiana è fondamentalmente neutra – ha commentato Taddei – Per renderla uno stimolo della ripresa serviranno questi fondi in arrivo dall’Europa”.

OPPORTUNITÀ PER I FORNITORI DELLA PA

Proprio guardando alla ripartizione del Recovery Plan, l’esperto di Goldman Sachs vede ovviamente una grande opportunità per le aziende impegnate nella transizione green del Paese. Ma anche per i fornitori digitali della pubblica amministrazione, chiamata a trasformarsi completamente insieme alla sanità. Infine, per quanto riguarda l’inflazione, Taddei vede nei prossimi mesi movimenti abbastanza accentuati “ma dovuti a fattori tecnici, come lo spostamento dei saldi e i nuovi panieri utilizzati per il calcolo dell’inflazione”. Per questo il suggerimento è guardare al trend più che a singoli valori.

Con Draghi e Recovery Plan stile piano Marshall è buy Italia: outlook su Piazza Affari e spread BTP-Bund 

“Nel 2020 i flussi di investimento esteri diretti in Italia si sono addirittura azzerati, mentre quelli verso Francia e Germania si sono ridotti del 60%. Inoltre, l’azionario Italia nei portafogli internazionali è attualmente ‘sottopeso’. Esiste quindi la concreta possibilità di far arrivare nel nostro Paese non solo i flussi mancati nel 2020 e quelli degli anni precedenti, ma anche tutta una serie di investimenti che sono in attesa di valide opportunità di medio­lungo termine, specie ora che il rischio Italia, grazie a Draghi, si è fortemente alleggerito agli occhi di molti allocatori e investitori globali”. E’ quanto si legge in “Una fonte di Alpha irripetibile con elevati margini potenziali di recupero” di Carlo Sturlese del Team Investment Advisory di Kairos, che concentra in modo particolare sul fattore Draghi premier, una garanzia di credibilità per l’Italia e per i suoi asset:“La caratura e la personalità di Mario Draghi sono fuori discussione, soprattutto al di fuori dei confini nazionali. Averlo come presidente del Consiglio permette all’Italia di contare su capacità apprezzate anche a livello internazionale nella cruciale gestione dei 209 miliardi di euro del Recovery Plan, un piano strategico per il futuro del nostro Paese. Spendere queste risorse in modo infruttuoso significherebbe pregiudicare l’avvenire delle generazioni future, ma la presenza di Draghi rappresenta una garanzia sulla qualità delle scelte di investimento che saranno effettuate. L’Italia ha bisogno di soluzioni decise ed intelligenti per affrontare con slancio le prossime sfide, e si deve dotare innanzitutto di infrastrutture energetiche e digitali. La propulsione del Recovery Plan dovrà essere sfruttata per effettuare questo rilancio della nostra economia sposando appieno anche logiche di crescita sostenibile”.

Secondo Sturlese, si potrebbero “generare forti acquisti non solo sul FTSE MIB” ma anche, “a cascata, sulle mid e small cap di Piazza Affari, con effetti positivi sull’economia reale e sul sistema Paese Italia”.
“Le ricadute positive non riguarderebbero infatti soltanto le tante multinazionali ‘tascabili’ del made in Italy già apprezzate nel mondo, ma anche le diverse realtà in campo industriale, alimentare e farmaceutico che non sono al momento pienamente valorizzate dal mercato. Ma, con ogni probabilità, l’aspetto strutturale più rilevante riguarderebbe la possibilità di creare, nel medio periodo, le condizioni per colmare un gap storico che l’Italia accusa da decenni nell’evoluzione del proprio mercato dei capitali, essendo ora in grado di intercettare e aprirsi ad un significativo afflusso di capitali esteri. Se paragonato alle altre potenze industriali occidentali, il ritardo del nostro Paese nel mercato dei capitali è evidente”.

Draghi-Recovery Plan, occasione storica di rimettere Italia in vetrina

Mario Draghi conosce in modo approfondito le dinamiche di mercato e, grazie all’effetto combinato capitali esteri/Recovery Plan, ha l’occasione storica di rimettere in vetrina e sotto i riflettori di tutto il mondo l’asset Italia e far ripartire l’economia. Raggiunti questi obiettivi, l’evoluzione del nostro mercato dei capitali incentiverebbe la quotazione di molte delle migliori eccellenze private presenti in Italia, generando quindi quel processo virtuoso di evoluzione e di apertura del mercato dei capitali al tessuto industriale e tecnologico del Paese, che molte nazioni prima di noi hanno già percorso”, continua Sturlese.
Questo scenario apre importanti opportunità per i gestori attivi, che potranno selezionare aziende quotate di qualità e di prospettiva, e sia per coloro, come i gestori di ELTIF, che puntano ad accompagnare in Borsa aziende e start up innovative non quotate. Certo, è necessario che le riforme (in primis quella del lavoro e quella del mercato dei capitali) vengano finalmente varate, ma l’ampio sostegno al governo Draghi fa ben sperare in questo senso. In un contesto generale nel quale è sempre più difficile individuare titoli e temi d’investimento sottovalutati, l’Italia offre oggi una potenziale fonte di alpha e rappresenta un’opzione di investimento che al contempo può essere motivo sia di diversificazione che di crescita molto interessante all’interno dei portafogli globali. Negli ultimi cinque anni, per esempio, mentre il FTSE MIB ha segnato un +50,8%, lo S&P 500 ha registrato un +95,2% e il Nasdaq addirittura un +175,3%. Performance che dimostrano quali siano i margini potenziali di recupero del listino italiano, a patto di saper sfruttare la congiunzione astrale favorevole al governo Draghi”.

Kairos, Brera: momento giusto per investire nel nostro paese

La fiducia nel governo Draghi e nel Draghi Effect viene messa in rilievo anche da Guido Brera, Chief Investment Officer di Kairos, che sottolinea che “sembra che questo sia, dopo decenni e decenni, il momento giusto per investire nel nostro Paese”. L’importanza del Recovery Plan, tra l’altro, è decisamente elevata: si tratta per Brera di “una sorta di piano Marshall ed è anche un inizio di Eurobond”.
“Il Recovery Plan prevede trasferimenti e sussidi e rappresenta un’opportunità per ricostruire il nostro Paese dalle fondamenta e renderlo un asset “trofeo” nel mondo. Un asset dove si può venire a lavorare e a vivere, a patto che funzionino diversi fattori imprescindibili: dalla fibra ai trasporti, dalla sanità alla scuola. L’Italia può diventare davvero un luogo incontaminato, perché l’ambiente è un fattore che siamo riusciti a preservare e nel nuovo mondo green il nostro Paese può ricoprire un ruolo fondamentale”.
Sulla possibilità che Piazza Affari inverta il trend registrato negli ultimi 20 anni, il Chief Investment Officer di Kairos Guido Brera mette in evidenza che “la capitalizzazione complessiva del mercato azionario italiano oggi è di 600 miliardi di euro circa” e che “addirittura, il segmento delle piccole­medie imprese, l’AIM, ha un market cap di soli 7 miliardi di euro. Sempre in termini di capitalizzazione, il controvalore attuale rispetto al PIL in Italia è del 30%, contro un valore medio del 50% in Europa e addirittura un valore del 150% negli Stati Uniti. Un dato che deve farci riflettere è sapere che l’intero mercato italiano rappresenta circa un terzo della capitalizzazione di Apple: non a caso, a fine 2020, il mercato americano contava per il 50% sul totale del valore azionario globale. In questo contesto, sapere che il piano di aiuti europeo potrebbe far affluire in Italia 200 miliardi di euro, cioè un terzo della capitalizzazione del mercato azionario italiano, non può che infonderci ulteriore fiducia sulle prospettive del nostro Paese e nella valorizzazione dei propri asset”.

Kairos e le previsioni su spread BTP-Bund

“Nel reddito fisso,la curva dei tassi vede l’interazione di due componenti. La prima è quella relativa al tasso di mercato, che potrebbe soffrire nei prossimi mesi se il trend di rialzo dei tassi di interesse dovesse proseguire. La seconda componente è lo spread, che è influenzata da dinamiche domestiche e potrebbe, al contrario, risultare favorevole. Lo spread decennale italiano attualmente è in area 100 punti base – ricorda Bove – frutto della differenza del rendimento dello 0,65% dei Btp a 10 anni e del ­0,35% dell’omologo Bund tedesco. Le aspettative sul Governo Draghi fanno ragionevolmente ipotizzare che il differenziale italiano possa agganciare quello spagnolo, che attualmente viaggia intorno ai 65 punti base. Se la crescita della zona euro dovesse prendere corpo è probabile che i tassi a 10 anni del Bund tedesco salgano, magari portandosi a zero. Se l’Italia agganciasse la Spagna a 65 punti base, il rendimento del Btp a 10 anni stazionerebbe ancora in area 0,65%. L’Italia continuerebbe a pagare bassi tassi di interesse sul proprio debito, ma con il vantaggio di avere una crescita molto più dinamica rispetti agli ultimi anni”.
“Il nostro Paese può infatti intraprendere un’andatura economica ben impostata per i prossimi anni grazie al Recovery Plan messo a punto dal Governo Draghi, e questo metterà in secondo piano l’aumento del debito perché rassicurerà gli investitori sulla sua sostenibilità”, specifica Bove.
Inoltre, secondo l’Head of Fixed Income di Kairos, il rischio obbligazionario Italia può essere agevolmente gestito in portafoglio guardando a tutta la gamma di strumenti a disposizione, a cominciare dai Btp inflation linked per poi spaziare anche nelle altre asset class di rischio sia obbligazionarie che azionarie.
‘Certo’ ammette Bove, “sarà importante evitare intoppi nel piano di vaccinazione (fondamentale per le riaperture e il ritorno alla crescita), così come sarà fondamentale che le Banche Centrali non commettano errori gravi. Uno di questi potrebbe essere quello di restringere troppo presto le condizioni favorevoli del credito, oppure alimentare fiammate inflattive strutturali con un mix inadeguato di politiche monetarie e fiscali”.

AGGIORNAMENTO  9 MARZO 2021

FTSE MIB 23.875,00 ore 17.25

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

uscito >23500 08 – 03-2021 e speriamo che ci resti fuori dal Box

BOX  22500–23048–23500

AGGIORNAMENTO  8 MARZO 2021

FTSE MIB 23.796,00 ore 19.00

FTSE MIB 23.728,00 ore 17.30

uscito >23500 08 – 03-2021 e speriamo che ci resti fuori dal Box

FTSE MIB 22.925,00 ore 8.00 

FTSE MIB 23.416,00 ore 24.30 

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

AGGIORNAMENTO  5 MARZO 2021 

FTSE MIB 23.268,00 ore 22.00 

FTSE MIB 22.965,00 ore 17.30 

FTSE MIB 23.270,00 ore 15.15

FTSE MIB 22.682,00 ore 9.30

E un’ottava esatta che ci facciamo questa domanda e anche oggi non ci rispondono

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

AGGIORNAMENTO  4 MARZO 2021 

FTSE MIB 23.144,00 ore 17.35

FTSE MIB 23.048,00 ore 17.15

FTSE MIB 23.193,00

FTSE MIB 22.720,00

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

FTSE MIB 23.554,42 top 9-02

AGGIORNAMENTO  3 MARZO 2021 

FTSE MIB 23.053,00 ore 17.35

FTSE MIB 22.844,00 ore 15.50

FTSE MIB 23.358,00 ore 9.30

FTSE MIB 23.272,00 ore 8.30

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

FTSE MIB 23.554,42 top 9-02

AGGIORNAMENTO  2 MARZO 2021 

FTSE MIB 23.083,00 ore 17.35 

FTSE MIB 23.321,00 ore 12.35

FTSE MIB 23.122,00 ore 10.20

FTSE MIB 23.355,00 top ore 22.30 01-03-2021

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

AGGIORNAMENTO  1 MARZO 2021 

FTSE MIB 23.355,00 ore 22.30

FTSE MIB 23.078,00 ore 8.00

Siamo “incastrati” nel BOX  22500–23048–23500 da che parte usciremo ?

FTSE MIB 22.848,00 CLOSE WEEKLY sotto 23048

FTSE MIB 22.743,00 ore 16.30

FTSE MIB 22.970,00 ore 15.30

FTSE MIB 22.810,00 ore 14.00

FTSE MIB 23.010,00 ore 10.15 

FTSE MIB 22.615,00 ore 8.30

Nuovo cedimento di 23048 Radice HFT 048

e torniamo verso il supporto ex resistenza 22500/22600

FTSE MIB 23.326,00 top 25-02

FTSE MIB 23.554,42 top 9-02

AGGIORNAMENTO  25 FEBBRAIO 2021 

FTSE MIB 22.750,00 ore 23.00 

FTSE MIB 22.980,00 ore 20.00

FTSE MIB 22.790,00 ore 18.35

FTSE MIB 23.063,00 ore 17.35

FTSE MIB 23.326,00 ore 10.00

                              sopra e sotto  l’importantissimo RADICE HFT 048 = 23048

Italia: l’attività manifatturiera si rafforza, a febbraio Pmi salito a 56,9 punti

Dopo la robusta prestazione di gennaio, il settore manifatturiero italiano migliora ulteriormente, con un tasso di crescita in forte accelerazione. L’indice Pmi (Purchasing Managers Index) calcolato dall’istituto IHS Markit, che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore, è aumentato a febbraio al livello maggiore in 37 mesi posizionandosi a 56,9 punti, in salita da 55,1 di gennaio, e ha segnalato un elevato miglioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano (consensus leggermente superiore a 57 punti). Il motivo principale della continua ripresa è stata la crescita più veloce dei nuovi ordini e della produzione, aumentati per entrambi i parametri al livello più veloce da febbraio 2018.

Effetto Draghi intatto, su spread e azionario solo falsi allarmi

I sussulti dei Btp sono del tutto analoghi se non minori di quelli che hanno investito i Bonos spagnoli sull’onda dell’aumento dei tassi dei Treasury. Ma i trend di lungo termine sono intatti

Settimana scorsa abbiamo cercato invano sui media iberici titoli di prima pagina che segnalassero una pericolosa impennata dello spread Bonos-Bund, campanello d’allarme di una minor fiducia di mercati e investitori nella politica e nell’economia della Spagna. In Italia invece non sono mancati sulle prime pagine e in apertura dei notiziari finanziari televisivi che recitavano più o meno “lo spread BTP-Bund tradisce Draghi e torna a 100 punti”. Strano, perché nella parte finale di febbraio lo spread tra il rendimento del decennale governativo spagnolo rispetto al corrispondente germanico si è allargato almeno quanto quello del Btp, con un movimento ancora più marcato se guardiamo al rendimento sul mercato secondario. Quello del Btp, da un minimo di 0,4% toccato l’11 febbraio è risalito fino allo 0,8% della chiusura di giovedì 25 mentre nello stesso periodo il rendimento del titolo del Tesoro spagnolo è passato da 0,10% a 0,46% quasi quintuplicando, contro un semplice raddoppio del corrispondente italiano, come si vede nel grafico qui sotto

LE GRANDI CASE NON ABBOCCANO

Poi venerdì 26 entrambi hanno recuperato qualcosa. Gli Strategist delle grandi case d’investimento, con cui FilanciaLounge.com è sempre in contatto, non hanno ovviamente ‘abboccato’ alla narrativa del ritorno dello spread e hanno inquadrato il tema nella dinamica dei mercati. È successo che i rendimenti sulla parte lunga della curva dei tassi americani hanno accelerato al rialzo, sulla spinta di diversi fattori, primo tra tutti la possibilità di un risveglio dell’inflazione in scia alla robusta ripresa economica già iniziata in USA. Il tasso reale a 10 anni, quello che guarda veramente la Fed, è rimasto negativo, ma in pochi giorni è passato a -1,1% a -0,8% provocando fibrillazione. I money manager, che da fine estate erano andati alla ricerca di un po’ di rendimento sui governativi periferici europei, hanno incassato tatticamente i guadagni. In pratica è stato il classico battito d’ali di farfalla, ma alla rovescia: un movimento abbastanza violento sul mercato dei Treasury ha mosso di una manciata di punti i tassi dei governativi periferici in euro.

SOLO UN AGGIUSTAMENTO TATTICO

Si tratta di un aggiustamento tattico. Infatti le grandi case continuano a essere molto positive sull’Italia, sia sul fronte del debito che sull’azionario. Due esempi per tutti: Candriam ha confermato il sovrappeso dei titoli sovrani periferici dell’euro ma ha aumentato l’esposizione sui BTP, mentre un altro asset manager, Lemanik, vede una vera e propria occasione nei titoli finanziari quotati a Milano, giudicando che trattino a sconto fino al 25%. Tornando al mercato americano, dove come sempre comincia e finisce tutto, lo strappo dei rendimenti dei Treasury sembra sia stata un’ottima scusa per portare a casa il profit sui titoli più sensibili ai tassi di interesse, vale a dire i growth, a cominciare dai Big Tech, che hanno fatto la storia del mercato nel 2020. Sono titoli che pesano moltissimo sugli indici, e questo fa andare in ombra movimenti sottostanti importanti, come il rialzo del 20% messo a segno in sole quattro sedute a Wall Street dai titoli legati a viaggi e turismo, con le compagnie aeree protagoniste.

LA FED PER ORA LASCIA FARE

Il mercato, soprattutto in America, sta giocando il tema della reflazione e di una ripresa ciclica forse più robusta delle attese, alimentata dagli stimoli di Biden appena approvati e da una Fed che non vuol sentire neanche parlare di aumento dei tassi, almeno fino a che la disoccupazione non rientra sostanzialmente e stabilmente. Per ora la Banca Centrale guidata da Jay Powell non sta indicando l’intenzione di mettere sotto controllo i tassi sulle scadenze lunghe, dai 10 anni in poi, come fanno ad esempio da tempo i giapponesi. Probabilmente il gioco delle Fed è lasciar sfogare il mercato con qualche fiammata aspettando che trovi da solo il limite su cui fermarsi, magari lasciando anche che qualcuno si faccia male da solo se esagera. In Europa la banca centrale fa un po’ più fatica a tenere insieme tensioni in direzioni opposte. Peccato che Mario Draghi, visto come ha messo in riga i partner europei sui vaccini, non abbia anche l’interim della Bce, dove per sette anni ha fatto abbassare la cresta a falchi e falchetti.

BOTTOM LINE

Per l’investitore non è il momento di cambiare strategia, i temi secolari di crescita legati all’innovazione distruttiva e creativa sono intatti. Il reflation trade può essere un tema tattico, utile a cavalcare l’onda del 2021 e a profittare delle correzioni per entrare a prezzi più accettabili sui titoli legati alla crescita di lungo termine, a cominciare da USA e Cina. Al tutto si è aggiunta un’Italia tornata attraente in un’ottica di medio periodo.

Ftse Mib da buy con Draghi Effect, l’outlook di UniCredit. Anche JP Morgan bullish su Piazza Affari con assist BTP

Con Mario Draghi al governo ci sarà la rimonta di Piazza Affari, oltre a quella dei BTP. E’ quanto ritengono gli strategist di UniCredit e anche gli esperti di JP Morgan, stando a quanto riportato da un articolo della Cnbc. L’articolo ricorda che l’indice benchmark Ftse Mib della borsa di Milano è salito del 7% dal minimo dello scorso 29 gennaio, grazie alla chiamata di Draghi da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvenuta all’inizio di febbraio, nel bel mezzo della crisi del governo Conte bis.Spazio per salire ce n’è ancora, indicano gli esperti di UniCredit, parlando di “un potenziale di performance assoluta del +10% circa dagli attuali livelli”, nel corso del 2021. Su Piazza Affari è pronto a scommettere anche Mislav Matejka, responsabile della divisione di strategia sull’azionario globale ed europeo di JP Morgan.Le politiche di Draghi, ha commentato Matejka, sono “bullish per il mercato azionario italiano”: i motivi citati sono diversi, come il restringimento degli spread BTP-Bund e di altri spread dei paesi periferici (rispetto ai Bund), la maggiore credibilità della politica e il forte sostegno fiscale, destinato ad aumentare con il forte contributo delle risorse del Recovery Fund Next Generation EU, che ammontano a 209 miliardi di euro.
“A livello settoriale, il quadro è positivo soprattutto per i finanziari, così come per quei titoli che prezzano la ripresa dei consumi”, ha aggiunto Matejka.
In una nota riportata sempre dalla Cnbc Marco Protopapa, economista di JP Morgan, ha parlato dell’importanza dell’agenda di riforme del governo Draghi, in particolare della “selezione dei progetti di investimento”.
Protopapa ha ricordato che Draghi ha di fatto l’anno scorso “enfatizzato l’importanza delle risorse destinate all’Italia con il Recovery Fund facendo una distinzione tra il debito buono, collegato a spese prestabilite che puntino al rafforzamento della produttività sotto forma di investimenti caratterizzati da elevati ritorni sociali, e il debito cattivo che emerge con l’adozione di misure sparpagliate”.
Gli analisti sono bullish guardando anche alla possibilità che in Italia venga lanciata finalmente una vera riforma fiscale: “Spostando il carico fiscale dalla forza lavoro attraverso la riduzione delle tasse sui redditi e i dei contributi previdenziali degli imprenditori ridurrebbe i costi legati all’occupazione, aumentando la produttività delle aziende”, si legge nella nota degli analisti della società di ricerca sugli investimenti Gavekal Research. Draghi ha anche promesso di utilizzare i fondi europei in arrivo per focalizzarsi sulla digitalizzazione del paese, e sull’accelerazione dei piani di transizione energetica.
In generale, gli analisti sono convinti che con il governo Draghi le risorse del Next Generation EU non verranno sprecate. Nella nota di Gavekal Research si legge, che ovviamente “riuscire a realizzare le riforme strutturali sarà difficile”. Ma anche che, “dopo un lungo periodo in cui l’Italia è rimasta fanalino di coda, le aspettative sono basse”. Di conseguenza, “un qualsiasi segnale che Draghi possa avere successo nel promuovere la crescita alimentando le riforme strutturali potrebbe portare a una rivalutazione – rerating- al rialzo degli asset italiani”.
Una nota positiva su Piazza Affari è arrivata anche da Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, nel report “Italian Times”: “L’annuncio del 2 febbraio da parte del Presidente Mattarella di voler nominare Mario Draghi come possibile Primo Ministro di un governo tecnico di larghe intese, è stato un momento di svolta per i listini italiani che hanno recuperato in fretta tutta la sottoperformance del mese precedente derivante dalla crisi politica, e che ora stanno sovraperformando il resto dei mercati europei man mano che giungono notizie positive riguardo alla creazione del nuovo Governo sostenuto dalla maggior parte dei partiti”. “Nello specifico – ha fatto notare Trabattoni – da inizio anno al 20 febbraio 2021 il FTSE MIB ha guadagnato il 3,2% contro il 3% del CAC e l’1,5% del DAX, mentre da quando è stato annunciato Draghi, il FTSE MIB guadagna il 4%, il CAC il 3% e il DAX solo lo 0,5%”.
Quali sono stati i settori che hanno beneficiato in misura maggiore dell’effetto Draghi? “In questa prima fase a guidare il rimbalzo di mercato sono state sicuramente le banche e i titoli finanziari tradizionali; questi hanno beneficiato materialmente dal restringimento dello spread sotto i 100 punti e in generale dal miglioramento dell’outlook del paese che inevitabilmente porterà a un rerating del settore che trattava a forte sconto sul patrimonio relativamente ai peer europei. Assieme ai finanziari sono andati bene i titoli legati al re-opening e più correlati con il ciclo economico e il pick-up dell’inflazione, mentre hanno sottoperformato i titoli growth e le utilities che soffrono la risalita dei tassi e il riposizionamento degli investitori”, ha fatto notare il numero uno della divisione azionario italiano di Kairos, soffermandosi su cosa significhi davvero Draghi premier per l’Italia:
“Vale la pena approfondire il tema Draghi per cercare di valutare quanto grande sia l’opportunità per l’Italia. In primo luogo, lo schema del programma politico, come descritto da Draghi nelle ultime settimane, è incoraggiante. Oltre all’inevitabile impegno ad accelerare la campagna di vaccinazione “con tutti i mezzi disponibili”, ha evidenziato due tematiche fondamentali nei suoi interventi al Senato e alla Camera: la necessità di attuare delle riforme strutturali per far ripartire la crescita economica e lo stampo profondamente europeista di questo Governo in termini di politica estera. Entrambi i temi sono estremamente importanti per il mercato, che da anni chiede all’Italia un cambiamento strutturale per stimolare la crescita e che al contempo è sempre spaventato dall’antieuropeismo dei partiti populisti. Questo tipo di interventi inoltre rassicura quei soggetti del mondo finanziario che fino a poco tempo fa ritenevano l’Italia un mercato con una volatilità troppo alta e quindi non investibile. Si presume quindi che ciò porterà ad un ritorno di flussi verso l’Italia, che invece negli ultimi anni aveva visto diminuire i volumi sui propri listini, e probabilmente anche alla chiusura di tante posizioni short, sia sui singoli titoli sia sul paese in generale”.
Tra l’altro, “la notizia della creazione di questo nuovo Governo si rivela ancora migliore se si considera che Draghi avrà a disposizione per rilanciare il paese più di 200 miliardi di euro grazie al Recovery Fund. Il mercato, infatti, non era convinto che l’Italia sarebbe riuscita a spendere in maniera efficace tutte queste risorse con il governo Conte (che si basava su fragili compromessi e numeri tiratissimi), mentre è pronto a scommettere che Draghi non si limiterà a finanziare i progetti più urgenti, ma che si impegnerà per mettere in piedi un piano di ampio respiro con obiettivi di lungo termine. E d’altra parte, negli interventi sulle politiche economiche rilasciati alla stampa negli ultimi mesi – come anche nel discorso al Senato di qualche giorno fa – Draghi non si è limitato a impegnarsi per ulteriori misure di stimolo per proteggere aziende e dipendenti, ma ha anche poi elencato una serie di riforme strutturali mirate a far ripartire la crescita. Tra queste la riforma del fisco, in parte per ridurre l’elevata pressione fiscale sul ceto medio, in parte per incoraggiare un aumento del tasso di occupazione delle donne, la riforma del sistema giudiziario, le riforme della pubblica amministrazione, le riforme del mercato del lavoro, la digitalizzazione e il cambiamento climatico”.
“È questo il tipo di cambio di passo che il mercato si aspetta da un’Italia guidata da Draghi avendo a disposizione ingenti risorse europee -ha concluso il numero uno della divisione sull’azionario italiano di Kairos – e qualora ci fosse il raggiungimento di queste aspettative nei prossimi mesi, il mercato italiano continuerà il processo di rerating appena iniziato che vedrà diminuire sempre di più lo storico sconto-paese che da anni si portano dietro la larga maggioranza delle società italiane quotate”

AGGIORNAMENTO  24 FEBBRAIO 2021 

FTSE MIB 23.256,00 ore 22.00

FTSE MIB 22.933,00 ore 15.00

FTSE MIB 23.048,00 ore 14.00

FTSE MIB 23.060,00 ore 9.30

FTSE MIB 22.880,00 ore 8.00

Continua il “balletto” sopra e sotto l’importantissimo RADICE HFT 048 = 23048

Moody’s taglia stime Pil Italia 2021 per Covid-19 e lockdown. Su governo Draghi: garanzia che soldi Recovery Fund saranno spesi bene

Moody’s ha reso noto di aver rivisto al ribasso le stime sul Pil dell’Italia del 2021 dal +5,6% precedentemente previsto al +3,7%.L’agenzia di rating ha motivato la decisione con l’aumento dei contagi Covid-19 e con la reintroduzione di restrizioni-misure varie di lockdown, volte a frenare la diffusione del coronavirus.Moody’s prevede che il Pil italiano si rafforzerà del 4,1% nel 2020.l governo Draghi, il giudizio è stato positivo: l’insediamento di un governo che gode del sostegno di un’ampia maggioranza, ha sottolineato, garantisce che i 209 miliardi di euro che l’Italia riceverà con il Recovery Fund Next Generation EU sotto forma di sussidi e prestiti a bassi tassi di interesse saranno spesi bene.

AGGIORNAMENTO  23 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.049,00 ore 21.30

FTSE MIB 22.897,00 ore 16.25

FTSE MIB 22.657,00 ore 15.50

FTSE MIB 22.928,00 ore 14.30

FTSE MIB 22.658,00 ore 11.30

FTSE MIB 23.149,00 ore 9.15

sopra e sotto RADICE HFT 048 =23048 ancora una volta

AGGIORNAMENTO  22 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.067,00 ore 19.30

FTSE MIB 23.048,00 ore 19.00

 

FTSE MIB 23.009,00 ore 17.35

FTSE MIB 23.042,00 ore 17.21

FTSE MIB 22.833,00 ore 10.00

FTSE MIB 22.963,00 ore 8.00

giornate molto importanti queste si balla sopra e sotto RADICE HFT 048=23048

FTSE MIB 23.185,00 19-02-2021

close weekly sopra RADICE HFT 048=23048

Timori reflazione Usa scatenano effetto domino, ma Draghi blinda BTP e spread. Moody’s e Fitch pronte al regalo?

Finito un problema – crisi di governo – , con Mario Draghi presidente del Consiglio e timoniere di un nuovo esecutivo, per i BTP la nuova minaccia porta il nome di reflazione Usa, vera o presunta: sicuramente percepita dai mercati, visto il boom dei tassi dei titoli di Stato Usa, arrivati a un passo dalla soglia dell’1,40%.Per alcuni, il balzo che quei rendimenti hanno riportato dall’inizio del mese – pari a ben +28 punti base -è una minaccia da non sottovalutare. Per altri, non si può ancora parlare di pericolo reflazione negli Stati Uniti: per altri ancora, a prescindere dalla minaccia reale di una brusca impennata dell’inflazione Usa, il problema è la paura che i mercati stanno scontando, e che si sta riflettendo tutta sui rendimenti, con un chiaro effetto domino.

Giusto per fare un esempio, i tassi dei Bund tedeschi a 10 anni indicizzati all’inflazione sono saliti la scorsa settimana al -1,28%, record dallo scorso ottobre (da segnalare come il fenomeno dei tassi negativi rimanga ben presente nella realtà dell’Eurozona, dopo le varie miure accomodanti-bazooka lanciati dalla Bce). Un livello che è stato considerato fin troppo alto dagli analiti di UniCredit: “Anche l’ottimismo generalizzato sull’outlook della crescita globale non sarebbe sufficiente a giustificare i livelli correnti dei rendimenti reali dei Bund a 10 anni”, hanno scritto in una nota riportata da un articolo di Reuters.
I tassi dei Bund a 10 anni oscillano attorno allo 0,28%, al valore più alto in otto mesi, dopo essere volati di quasi 12 punti base la scorsa settimana, al ritmo più forte su base settimanale dal mese di giugno.
Althea Spinozzi, strategist della divisione di reddito fisso di Saxo Bank, ha fatto notare che, dopo il forte calo innescato dall’effetto Draghi, anche i tassi sui BTP decennali hanno riportato un solido rialzo, volando in una settimana di 16 punti base, al ritmo più forte dall’aprile del 2020, quando l’Italia era in piena fase di lockdown da coronavirus Covid-19.
Il fenomeno, ha fatto notare Spinozzi, ha alimentato un interrogativo legittimo: a questo punto, cosa potrebbe dover fare la Bce? Francoforte sarà costretta stavolta ad agire per prevenire che il vento della reflazione Usa, o dei timori a essa legati, finisca per danneggiare anche l’area euro?
In realtà un altro articolo, sempre della Reuters, parla ancora dell’effetto salvifico dell’ex presidente della Bce, Mario Draghi, sull’Italia: viene fatto notare che, a dispetto delle scommesse degli investitori sulla reflazione, i bond italiani hanno continuato, infatti, a fare meglio dei titoli di stato di Germania e Francia, così come dei bond spagnoli.
Il Draghi Effect, insomma, ci sarebbe ancora, dopo essere stato immediato, facendo scendere lo spread, nell’arco di poche sessioni, sotto quota 100.
Qualcuno crede che, grazie a Draghi premier, l’Italia potrebbe beneficiare addirittura di un upgrade sul rating e dunque di un’ondata di nuovi acquisti di BTP da parte di quei gestori che sono costretti a rispettare determinati parametri (livelli prestabiliti di rating) nel momento in cui acquistano i bond sovrani.
Gli analisti di Citi, per esempio, credono che, se l’Italia riuscirà a lanciare un percorso credibile e sostenibile di riforme economiche, verso la fine del 2021 Moody’s e Fitch potrebbero rivedere al rialzo la valutazione sul debito sovrano di un gradino, rispetto al livello attuale, che è superiore al giudizio junk-spazzatura di appena un livello.
Proprio Moody’s, nel commentare le difficoltà del governo Conte, era tornata alla fine di gennaio ad agitare la minaccia dello spettro junk per l’Italia.

Draghi Effect ancora in atto, la carica dei buy dagli investitori stranieri?

E gli strategist di ING, UniCredit e Société Generale scommettono tutti sulla possibilità che i rally dei BTP portino lo spread con i Bund a capitolare sotto la soglia di 80 punti base, al minimo record dal 2010, stando ai calcoli di Refinitiv.
In particolare, in trader con sede a Milano che ha optato per l’anonimato, ha riferito a Reuters che il prossimo rally della carta italiana potrebbe essere scatenato dai buy degli investitori stranieri, nel ricordare che finora i buy hanno avuto come mittente soprattutto gli investitori domestici.
In generale, gli esperti sono concordi nel ritenere che il nuovo percorso che l’Italia imboccherà con il governo di Mario Draghi, e la maggiore credibilità e stabilità che il presidente del Consiglio darà all’euro, fomenteranno ulteriormente  i buy esteri. Lo pensa anche Nick Sanders, gestore di portafoglio di AllianceBernstein, che ha fissato un target sullo spread BTP-Bund a 75 punti base nel giorno della nomina ufficiale di Mario Draghi alla presidenza del Consiglio.
Société Générale stima invece che, dopo aver venduto BTP per un valore di 60 miliardi di euro durante la primavera del 2020, è possibile che gli investitori stranieri abbiano riacquistato BTP per un valore compreso tra 32 e 47 miliardi di euro, e che dunque ci sia un ulteriore spazio per gli acquisti dei titoli del debito pubblico italiano.
C’è poi la view più bullish di tutti, che gli analisti di Morgan Stanley hanno inciso in una nota recente, con cui hanno presentato un outlook da sogno non solo per i BTP, ma per la stessa Piazza Affari.  
In quest’ultimo caso, lo spread BTP-Bund crollerebbe al minimo dal 2008.

Recovery Plan, Gentiloni: ‘resta ancora parecchio da fare, ma governo Draghi ha profilo giusto’

“Con le correzioni e le integrazioni fatte al Recovery nelle ultime settimane abbiamo già una buona base, coerente con le priorità Ue. Ma restano ancora parecchi passi avanti da fare, sia sugli impegni di riforma sia sulle procedure di attuazione. Il tempo stringe, ma anche in questo caso il governo Draghi ha il profilo giusto e una base parlamentare adeguata a compiere questi sforzi ulteriori”. E’ quanto ha detto il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, un’intervista rilasciata a La Stampa.Sulla gestione del Recovery Plan, Gentiloni ha detto che “la scelta del Mef è razionale e facilita il lavoro di Bruxelles”. Aggiungendo che “già da questa settimana riprenderemo i contattitecnici con Roma: ci aspettiamo versioni via via più avanzate del Piano. Teniamo conto che nessun Paese ha ancora presentato versioni definitive”.“Dobbiamo canalizzare questo enorme flusso di risorse (del Recovery Fund-Next Generation EU – verso gli obiettivi qualitativi dello sviluppo, le tecnologie, la transizione digitale, il Green Deal al quale il Recovery assegna il 37% degli investimenti totali. L’Italia non si deve sottovalutare: ci deve credere, può farcela. L’Italia deve essere pronta. L’ora della rinascita è adesso”. Grazie al governo Draghi, come Gentiloni ha indicato più volte, tanto da dire, sempre nell’intervista, che “a questo punto l’Italia può diventare protagonista della rinascita europea. Può avere un ruolo decisivo. Un’Italia finalmente virtuosa può spostare gli equilibri interni all’Unione. L’effetto Draghi conta molto”.

Governo Draghi, Gentiloni: ‘Italia può diventare protagonista della rinascita europea’

“A questo punto l’Italia può diventare protagonista della rinascita europea. Può avere un ruolo decisivo. Un’Italia finalmente virtuosa può spostare gli equilibri interni all’Unione. L`effetto Draghi conta molto”. E’ quanto ha detto il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, un’intervista rilasciata a La Stampa.Gentiloni ha aggiunto che “l’azione del suo governo, che va esattamente in questa direzione, è fondamentale perché ricrea fiducia nel Paese e aiuta a superare le eventuali resistenze degli altri Stati membri sui meccanismi di riforma del Patto di stabilità”.

AGGIORNAMENTO  19 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.185,00 ore 17.35

close weekly sopra RADICE HFT 048=23048

FTSE MIB 22.969,00 ore 10.30

FTSE MIB 22.840,00 ore 8.30

giornate molto importanti queste 

AGGIORNAMENTO  18 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.048,00 ore 20.30 

giornate molto importanti queste 

FTSE MIB 22.921,00 ore 17.30

FTSE MIB 22.880,00 ore 16.30

FTSE MIB 23.039,00 ore 15.35

FTSE MIB 22.971,00 ore 14.55

FTSE MIB 23.089,00 ore 13.51

FTSE MIB 22.942,00 ore 12.00

FTSE MIB 23.048,00 ore 11.30

occhio sempre a nostro  Radice HFT 048 23.048 

giornate molto importanti queste 

AGGIORNAMENTO  15 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.702,00  

da nostro alert Radice HFT 048 23.048 +654 punti

AGGIORNAMENTO  12 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.603,42 ore 22.00  

FTSE MIB 23.410,42 ore 17.35

che caso ha tenuto 23048 12-02-2021 

FTSE MIB 23.056,42 ore 10.00

e ora vediamo se il FTSEMIB tiene i 23048 o no.

sopra RADICE HFT 048  23048 con top 23554

AGGIORNAMENTO  9 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.554,42

sopra RADICE HFT 048  23048

FTSE MIB 23.288,00<-TOP 5-02

AGGIORNAMENTO  5 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 23.083,42

Close weekly

primo close Weekly del 2021 sopra RADICE HFT 048  23048

Double_Red_Bull

FTSE MIB 23.288,00<-TOP 5-02

Siamo sopra la prima coppia di resistenze 22500/22600 4 FEBBRAIO 2021

e sopra per la prima volta dal 20-02-2020 

il confine tra Inferno & Paradiso 23048 5 FEBBRAIO 2021

Piazza Affari chiude in calo, Ftse Mib torna sotto i 23mila punti. Exploit di A2a, bene Stellantis 

Piazza Affari fallisce il tentativo di rimbalzo e chiude in calo. Dopo un avvio positivo, l’indice Ftse Mib ha invertito la rotta, terminando gli scambi con un ribasso dell’1,11% a 22.921,83 punti, sotto la soglia psicologica dei 23.000 punti. Complice la debolezza di Wall Street in scia ai brutti numeri arrivati dal fronte macro, con le richieste di sussidi alla disoccupazione che sono balzate ben oltre le attese (861mila contro un consensus di 773mila) a conferma di come il mercato del lavoro americano continui a soffrire gli effetti della pandemia Covid-19. Sempre protagonisti anche i timori su una brusca impennata del tasso di inflazione Usa, complice il boom dei prezzi del petrolio, che hanno testato nuovi massimi, e il rialzo dei rendimenti dei Treasuries. I tassi decennali salgono al di sopra della soglia dell’1,31%.Tra i titoli del paniere principale di Piazza Affari, exploit di A2A che ha chiuso come miglior titolo con un progresso di oltre l’1%. Acquisti anche su Stellantis, che con un +0,56% si è unita al coro di rialzi dell’intero settore auto in Europa in scia al rumor su una potenziale Ipo di Porsche. Secondo quanto riporta Bloomberg, Volkswagen starebbe considerando una possibile quotazione della propria controllata Porsche, come alternativa allo spin-off. I proventi verrebbero utilizzati per acquisizioni o investimenti tecnologici. La quotazione potrebbe avvenire, secondo i rumors, già l’anno prossimo. Stando a Manager Magazin, potrebbe essere collocato fino a un massimo del 25% delle azioni della societE’ riuscita a schivare le vendite Campari (+0,12%) nel giorno dei risultati finanziari. Il gruppo del beverage italiano ha archiviato il 2020 con vendite nette pari a 1,77 miliardi di euro (consensus Bloomberg a 1,78 miliardi), mentre l’utile netto è sceso del 39,1% a 187,9 milioni dopo rettifiche operative, finanziarie e fiscali per 14,2 milioni (l’utile netto rettificato è scivolato del 24,4% a 202,1 milioni). Campari ha comunque proposto un dividendo annuale per l’esercizio 2019 pari a 0,055 euro per azione (consensus Bloomberg a 0,056 euro), in linea con l’anno precedente.I titoli del comparto oil hanno invece rallentato la loro corsa iniziale, innescata da una nuova fiammata del petrolio. A fine giornata Saipem ha segnato un debole +0,08%, mentre Eni è scivolata dello 0,8% in attesa dei conti che verranno diffusi domani. Tenaris ha addirittura terminato tra i peggiori titoli del Ftse Mib con un -2,3%. Sul fondo del listino anche Leonardo (-2,7%) che oggi ha annunciato la firma di un accordo quadro con Danieli e Saipem insieme la riconversione green dell’acciaio. Le tre società hanno deciso di proporsi assieme in progetti di riconversione sostenibile di impianti primari energy intensive nel settore siderurgico, sia in Italia sia all’estero.Deboli le banche, in scia alla rimonta dello spread tornato verso quota 100, dopo i forti cali delle sessioni precedenti. Si smorza l’effetto del governo Draghi, che ieri ha incassato il voto di fiducia al Senato. Tra le singole storie, sono tornate con insistenza le voci di grandi manovre per una futura fusione tra Banco Bpm e Bper, in ribasso rispettivamente dello 0,6% e dell’1,7%. La Stampa ha parlato di interlocuzione tra il ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, e Carlo Cimbri, ad di Unipol (che detiene la quota maggioranza relativa di Bper) volte a definire la governance del futuro gruppo. In tal senso ci sarebbe da sciogliere il nodo relativo al ruolo che avrà l’attuale ad di Bper, Alessandro Vandelli. L’operazione vera e propria partirebbe nella seconda metà dell’anno, una volta che Bper avrà completato l’integrazione degli sportelli ex Ubi Banca.

Bonomi fa un appello a Draghi: ‘Non vogliamo assistere a nuova proroga blocco dei licenziamenti’

Appello di Confindustria al neo presidente del Consiglio Draghi. “Non vorremmo di nuovo, tra poche settimane, assistere a una nuova protrazione del blocco generale dei licenziamenti al fine di prendere ancora tempo. Sarebbe l’invito alle imprese a rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni: un segnale decisamente sbagliato”, sottolinea Carlo Bonomi, presidente dell’associazione delle imprese. “Abbiamo chiesto da 8 mesi di confrontarci su due riforme che vanno avviate subito – prosegue Bonomi – la prima relativa agli ammortizzatori sociali che tenga conto della complessità del settore produttivo, e la seconda inerente alle politiche attive del lavoro con il pieno coinvolgimento dei privati. Entrambe sono volte alla formazione e alla rioccupabilità dei lavoratori, cosa che invece non avviene con le CIG e i Centri Pubblici per l’Impiego”. “Ora – conclude il Presidente di Confindustria – è il momento di agire, per rendere davvero concreto l’impegno a non lasciare indietro nessuno”.

Piazza Affari tenta il rimbalzo, ancora acquisti sulle big oil del Ftse Mib

Piazza Affari parte con il segno più, provando a mettere da parte la debole seduta della vigilia. A Milano l’indice Ftse Mib si muove con un rialzo dello 0,21% a 23.243 punti dopo la flessione dell’1,12% a 23.178 punti messa a segno ieri. La sfera politica resta sempre in primo piano dopo che iIl Senato ha accordato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. L’ex presidente della Bce, in occasione del discorso proferito con la replica in Senato dopo il dibattito sulla fiducia, i è così espresso. “Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto”.Sul Ftse Mib nuova giornata all’insegna degli acquisti per i principali titoli del comparto oil in scia alle positive perfomance del petrolio, con il Brent che avanza di circa l’1% a un soffio dai 65 dollari al barile. Tra i singoli titoli del comparto si mette in evidenza Saipem che sale di oltre il 2% ma anche Eni e Tenaris che salgono rispettivamente dell’1,3% e dell’1,17 per cento. Giornata positiva anche per Stmicrolectronics che viaggia sopra la soglia dei 35 euro dopo avere incassato la valutazione Berenberg
Nelle retrovie del Ftse Mib Campari, Generali e Unipol che mostrano cali di inferiori a un punto percentuale.Intanto l’agenda macro odierna prevede diversi appuntamenti soprattutto Oltreoceano. Nel pomeriggio giungeranno dagli Stati Uniti le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione, e le indicazioni sul mercato immobiliare, con i permessi edilizi e le nuove costruzioni. Per quanto riguarda l’Eurozona, verrà diffusa la fiducia dei consumatori. La Bce pubblicherà oggi i verbali dell’ultima riunione, mentre la Banca centrale della Turchia annuncerà la sua decisione sui tassi. Sul fronte politico in Italia, oggi il presidente del Consiglio Mario Draghi presenzierà al dibattito sulla fiducia alla Camera da cui si attende l’ultimo via libera al governo. A livello societario, oggi sono attesi i conti di Campari e Moncler.

Governo Draghi ottiene la fiducia, il premier: ‘vostra stima dovrà essere validata nei fatti’

Il Senato ha accordato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. L’ex presidente della Bce, in occasione del discorso proferito con la replica in Senato dopo il dibattito sulla fiducia, i è così espresso. “Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto”.“Voglio ribadire quanto considero cruciale la funzione e il lavoro del Parlamento, in particolare per quanto riguarda il Programma di ripresa e resilienza, ho indicato come la governance debba essere incardinato al ministero dell’Economia con strettissimo coordinamento con i ministeri competenti, per definire e attuare i progetti. Il Parlamento sarà informato in modo tempestivo sul programma e le linee di intervento”, ha sottolineato il presidente del Consiglio durante la replica al Senato, ribadendo l’importanza dei ‘concetti’ di ambiente e di sviluppo sostenibile.Turismo e cultura sono stati altri temi su cui il premier si è soffermato, dicendosi a favore di altri ristori. In particolare la cultura è un “patrimonio che definisce la nostra identità” e “le restrizioni necessarie a contenere la pandemia hanno messo a dura prova musei, cinema, teatri”. Ma “la cultura va sostenuta. Il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità. La perdita economica è ingente, ma ancor più grande sarebbe la perdita dello spirito”.“Molto è stato fatto per assicurare ristori adeguati. Serve fare ancora di più. Soprattutto occorre rinforzare le tutele dei lavoratori e utilizzare il patrimonio del Next generation Eu. Il ritorno al più presto possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura, imprescindbibile per la crescita del Paese”, ha detto ancora.Inoltre, “un’impresa che certamente riaprirà dopo la pandemia è il turismo, quindi investire e sostenere non significa buttare via i soldi, quei soldi tornano indietro. Vanno messe in campo misure che permettano alle imprese del turismo di non fallire e ai lavoratori di tutelare i livelli di reddito.Bisogna impedire che falliscano, perché si perde un capitale, anche umano”, ha concluso.Intanto la frattura interna al M5S nel votare la fiducia al governo Draghi è stata evidente: 15 senatori del M5s hanno votato contro: “Il nostro sì non sarà mai incondizionato – ha detto il capogruppo M5S al Senato Ettore Licheri nel corso della replica al Senato – sarà un sì vigile, direi guardingo. Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole. Sul tavolo abbiamo il blocco dei licenziamenti e degli sfratti e noi le romperemo le scatole. Come gruppo M5S abbiamo passato giornate terribili. Presidente dia corpo e gambe all’intuizione di Grillo di dotare questo Paese di dotare di una transizione ecologica. Lo faccia e avrà il nostro appoggio, e che Dio lo assista”.Dal canto suo Italia Viva, responsabile della crisi del governo Conte con il suo leader Matteo Renzi, si è presa la rivincita. Così la senatrice Teresa Bellanova: “E’ finalmente evidente a tutti perché un drappello di visionari riformisti ha avuto ragione indicando i limiti di un esecutivo che aveva nell’emergenza il suo unico motivo di esistenza”

Morgan Stanley incorona Piazza Affari e indica 5 titoli del Ftse Mib su cui puntare. Con Draghi potenziale sovraperformance del 10-15%

Mario Draghi nel ruolo di presidente del consiglio sarà un ‘significativo catalyst positivo’ sull’azionario Italia. Ne è convinta Morgan Stanley che nel report intitolato ‘PM Draghi’s Government – a big moment for Italy and Europe’ sottolinea come le azioni italiane trattano a valutazioni sui minimi record rispetto al resto d’Europa e si aspettano quindi una sovraperformance nell’ordine del 10.15%, con i finanziari in testa. I titoli sovrappesati che vengono evidenziati sono: Unicredit, Mediobanca, ENEL, Stellantis e Prysmian.Morgan Stanley ritiene che un buon uso del Recovery Fund porterà a una maggiore fiducia verso una maggiore crescita dell’economia italiana. Un governo competente potrà inoltre fornire sostegno verso la creazione di un sistema di prestiti congiunti, nonché verso la riforma del Patto di Stabilità e Crescita, mentre la credibilità del track record di Draghi e i suoi contatti potranno aiutare a portare la questione in cima all’agenda politica. View positiva anche sui BTP con spread Btp-Bund visto scendere in area 55 pb nella seconda metà dell’anno.

Con governo Draghi outlook da sogno per Piazza Affari e i BTP. UniCredit tra i titoli vincenti, mentre crollo spread sarà da record

Si fa sempre più nutrita la platea degli analisti ed economisti che guardano con favore all’effetto che il governo Mario Draghi avrà sul futuro dell’Italia, asset finanziari in primis.

Morgan Stanley scommette sull'Italia con il governo Draghi. Outlook da sogno per Piazza Affari e BTP. Spread crollerà
ROME, ITALY – FEBRUARY 17: Italian Prime Minister Mario Draghi attends the debate ahead of the confidence vote on the new Italian government at the Italian Senate, on February 17, 2021 in Rome, Italy. The new President of the Italian Council, Mario Draghi, will present his political priorities to the Senate before a vote of confidence on the government formed by the former head of the European Central Bank is held in the upper house of parliament. (Photo by Roberto Monaldo/AM POOL/Getty Images)

 

Nel giorno in cui il neo presidente del Consiglio è intervenuto al Senato per presentare le Comunicazioni sulle linee programmatiche del suo esecutivo, in vista del voto sulla fiducia,  Morgan Stanley ha diramato la nota “European Economics&Strategy | PM Draghi’s Government – a big moment for Italy and Europe”. Tradotto: “Strategia ed economia europea/ Il governo del premier Draghi: un grande momento per l’Italia e per l’Europa“.
Nel report, gli esperti hanno sottolineato come “l’autorità, la stabilità e la competenza del nuovo governo rappresentino un fattore positivo importante, che aumenta la convinzione verso un utilizzo efficace del Recovery Fund da parte dell’Italia”.
Dall’analisi sono emersi alcuni punti, che hanno confermato, tra l’altro, l’attenzione verso quei titoli di Piazza Affari che potrebbero secondo gli analisti beneficiare dell’era Draghi, e anche l’outlook roseo sui BTP e, di conseguenza, sullo spread BTP-Bund.

Spread BTP-Bund: tonfo fino a 55 punti base? Outlook Morgan Stanley

Di seguito le osservazioni più importanti messe in risalto dal team di Morgan Stanley:

  • Una possibile durata del governo Draghi, compresa tra 1 e 2 anni, grazie a credibilità e una solida maggioranza parlamentare.
  • Il focus dell’esecutivo Draghi, in primo luogo, su buon uso del Recovery Fund, in modo che le risorse aggiuntive (~2% del PIL all’anno per cinque anni) siano utilizzate efficacemente, portando ad una maggiore fiducia verso il superamento della previsione di crescita italiana precedente (4% nel 2021 e 5,3% nel 2022); in secondo luogo, sulla riforma fiscale della zona euro, per rendere la valuta più sostenibile.
  • Un governo italiano competente potrà fornire sostegno verso la creazione di un sistema di prestiti congiunti, nonché verso la riforma del Patto di Stabilità e Crescita, mentre la credibilità del track record di Draghi e i suoi contatti potranno aiutare a portare la questione in cima all’agenda politica.
  • Il governo Draghi rappresenta un significativo e positivo catalizzatore per l’azionario italiano; la Banca si aspetta una sovraperformance del 10-15% guidata dal settore finanziario.
  • I titoli sovrappesati che vengono evidenziati sono: Unicredit, Mediobanca, ENEL, Stellantis e Prysmian.
  • La Banca rimane positiva sul trend dei BTP. Lo scenario base obiettivo potrebbe vedere una diminuzione da 85 punti base (da dic. ’21 a giu. ’21) a 55 punti base, nel corso del secondo semestre ’21.
  • Il miglioramento dell’outlook verso l’Italia da parte degli investitori fornisce un ulteriore (e inaspettato) elemento positivo per l’azionario europeo (specialmente per il settore bancario, per il quale una sovraperformance superiore al 30% non è da escludere).

Il discorso di Mario Draghi al Senato per la fiducia al suo governo

Diverse oggi le questioni che Mario Draghi ha illustrato nel discorso al Senato con cui ha chiesto la fiducia al suo governo.
Il premier ha sottolineato l’importanza di combattere la pandemia, sottolineando che il “virus è nemico di tutti”. Il discorso ha confermato la lungimiranza del presidente del Consiglio, la sua attenzione verso il futuro, la necessità di evitare gli sprechi – in vista dell’utilizzo delle risorse del Next Generation EU, pari per l’Italia a 209 miliardi di euro -, in quanto ‘ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle future generazioni’.
Questo, ha tenuto a sottolineare Draghi, non è un governo nato dal fallimento della politica, ma un governo del Paese:
“Siamo cittadini di un Paese che ci chiede di fare tutto il possibile – ha detto il presidente del Consiglio -, senza perdere tempo, senza lesinare anche il più piccolo sforzo, per combattere la pandemia e contrastare la crisi economica. E noi oggi, politici e tecnici che formano questo nuovo esecutivo siamo tutti semplicemente cittadini italiani, onorati di servire il proprio Paese, tutti ugualmente consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo“.
In termini operativi, l’accento è stato posto sulla necessità di rafforzare il Programma nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) da presentare a Bruxelles:
“Dovremo rafforzare il Programma prima di tutto per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano. Obiettivi strategici: Il Programma è finora stato costruito in base ad obiettivi di alto livello e aggregando proposte progettuali in missioni, componenti e linee progettuali. Nelle prossime settimane rafforzeremo la dimensione strategica del Programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G. Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione. Compito dello dello Stato – ha continuato ancora Draghi – è utilizzare le leve della spesa per ricerca e sviluppo, dell’istruzione e della formazione, della regolamentazione, dell’incentivazione e della tassazione. In base a tale visione strategica, il Programma nazionale di Ripresa e Resilienza indicherà obiettivi per il prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next Generation EU, il 2026″.
Affrontati i temi con difficoltà annesse della scuola (con la necessità di recuperare le ore perse a causa delle conseguenze della pandemia Covid-19), l’importanza da assicure nel paese la parità di genere, visto che ““l’Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa“, il bisogno cruciale di avviare riforme che non possono essere più procrastinate, come la riforma della Pubblica Amministrazione e del fisco, con una profonda revisione dell’Irpef. Il tutto, deciso da un governo convintamente europeista e atlantista, imperniato sull’irreversibilità dell’euro.

Bank of America: con Draghi premier comprare i titoli delle banche italiane

BofA Securities vede un impatto positivo del calo dello spread che ha accompagnato l’arrivo del nuovo governo soprattutto sulle azioni bancarie, che beneficeranno anche del ritorno alla cedola

15 Febbraio 2021 
I titoli bancari italiani sono da comprare. Lo sostiene in una research BofA Securities secondo cui la caduta dello spread tra BTP e Bund che ha accompagnato l’arrivo del governo di Mario Draghi avrà l’effetto di ridurre il COE, vale a dire il Cost of Equity, beneficiando in particolare i titoli azionari del comparto finanziario che dovrebbero essere premiati con valutazioni più elevate. In quanto detentrici di grandi importi di BTP in portafoglio, le banche dovrebbero infatti registrare una riduzione del beta, vale a dire l’esposizione alle oscillazioni del mercato, con un effetto positivo sulle quotazioni destinato ad essere amplificato una volta che saranno eliminate le restrizioni ai dividendi, secondo BofA entro fine anno.

UN RAGGIO DI SPERANZA

BofA aveva già espresso il suo favore per la formazione di un governo Draghi, sostenendo che avrebbe costretto le forze politiche a un atteggiamento più costruttivo soprattutto nel dialogo con l’Europa, abbattendo ogni rischio residuale di “Italexit”. Secondo la grande istituzione americana, la caduta dello spread dovrebbe continuare, anche se in modo più graduale rispetto alla velocità del movimento iniziale misurato in quasi 40 punti base. Per BofA l’arrivo di Draghi vuol anche dire un ‘raggio di speranza’ per l’economia italiana nel suo complesso.

PERCHÉ DRAGHI FA BENE ALL’ITALIA

Questo, nell’analisi di BofA firmata da Alberto Cordara (Research Analyst), Chiara Angeloni (Europe Economist) e Erjon Satko (Rates Strategist), è dovuto principalmente a quattro motivi. Il primo è che Draghi sblocca un capitale politico non interamente dispiegato per fronteggiare e contrastare la crisi da Covid. In secondo luogo perché l’arrivo a Palazzo Chigi dell’ex capo della BCE aumenta la probabilità di un impiego tempestivo e efficiente delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund europeo, pari a circa il 10% del PIL su un arco di sei anni. Quindi perché rafforzerà la credibilità italiana negli sforzi per le riforme. Infine la statura dello stesso Draghi, che avrà un impatto anche al di fuori dei confini italiani, nel dibattito sulle regole fiscali che verranno adottate in futuro dall’Europa.

IL SUPPORTO DELLA BCE

La nuova stabilità politica, insieme all’implementazione degli investimenti del “New Generation EU” con il sostegno aggiuntivo di un robusto e prolungato quantitative easing della BCE, supportano la visione positiva di BofA. Il principale rischio di cui tenere conto è rappresentato da un’improvvisa impennata dell’inflazione, che farebbe salire violentemente il premio a breve termine su scala globale.

TUTTO GIOCA A FAVORE DELLE BANCHE

Tornando alle banche, BofA sottolinea che la combinazione di tutti i fattori positivi si tradurrà in una capitalizzazione più robusta, il che consentirà agli istituti di credito italiani di ricorrere con maggior facilità all’emissione di strumenti subordinati rendendo più agevole l’allineamento con i requisiti patrimoniali, e di praticare condizioni più favorevoli per il credito alla clientela corporate, contribuendo così ad abbassare i livelli di insolvenza. In questo modo sarà anche aiutata la dismissione di esposizioni non performanti di cui le banche volessero liberarsi.

Pil Italia: Barclays vede balzo crescita in seconda metà anno, deficit 2021 al 9%

Nel commentare la svolta politica in Italia, con Mario Draghi a capo del nuovo governo, Barclays si attende nel trimestre in corso il PIL riflettere ancora il momentum debole all’inizio dell’anno (+ 0,3% t/t), nonostante i miglioramenti sul fronte del Covid. È probabile che la crescita riprenda solo in primavera, una volta che la vaccinazione delle fasce più vulnerabili consentirà l’allentamento di alcune restrizioni. “Continuiamo ad aspettarci un’accelerazione significativa della crescita nella seconda metà dell’anno (+ 2% t/t in media) e che il PIL italiano tornerà ai livelli pre-COVID19 entro il secondo trimestre 2022. La politica fiscale dovrebbe rimanere a sostegno della crescita, con un disavanzo pari al 9% del PIL e un rapporto debito/PIL che sale al 159% nel 2021. A nostro avviso, i rischi per la sostenibilità del debito a breve termine rimangono contenuti”, sottolinea Barclays.Sulla composizione del governo Draghi, spicca la presenza strategica di tecnici nei ministeri che l’ex presidente Bce probabilmente ritiene fondamentali in ottica Recovery Find. “Una scelta strategica di Draghi di concentrarsi il controllo del Recovery Fund e metterlo nelle mani di esperti e amministratori. Tuttavia, Draghi dovrà procedere con cautela questioni politicamente divisive per evitare di mettere a repentaglio il suo sostegno politico”, argomenta Ludovico Sapio, economista di Barclays.

Moody’s: Draghi al timone migliora prospettive Italia. Non solo Recovery Fund, attenzione alle sfide di lungo termine e minaccia populismo

Moody’s benedice il nuovo governo Draghi nel report appena pubblicato “Draghi’s government improves Italy’s prospects for effective use of EU funds, but will face longer-term challenges”, ovvero: “Il governo Draghi migliora le prospettive dell’Italia riguardo all’utilizzo efficiente dei fondi Ue, ma affronta sfide di più lungo termine”.

Mario Draghi: Moody's avverte su diverse sfide. Non solo Recovery Fund, occhio a riforme strutturali

 

Palazzo Chigi: Inauguration ceremony of the new Prime Minister, Mario Draghi. Rome (Italy), February 13th, 2021 (Photo by Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)

Secondo l’agenzia di rating (che ha sul debito pubblico italiano un rating pari a Baa3 con outlook stabile), “è probabile che questo nuovo governo abbia un molto successo all’inizio, soprattutto riguardo all’utilizzo efficace dei fondi Ue (ovvero del Recovery Fund-Next Generation EU), grazie all’appoggio del mondo politico. Detto questo, una volta che l’urgenza legata alla pandemia del coronavirus si affievolirà, è probabile che il governo dovrà far fronte a sfide simili e all’opposizione politica lanciando le (tanto attese)  riforme strutturali, così come è già avvenuto nel caso di altri governi che lo hanno preceduto”.
Nel ricordare che Draghi si è assicurato il sostegno di più dell’80% del parlamento italiano per formare un governo di unità nazionale e diventare primo ministro, Moody’s scrive nella sua analisi che l’ex presidente della Bce ha ricevuto un forte mandato a guidare il paese. Il sostegno del mondo politico (a parte quello di Fratelli d’Italia) lascia pensare che “anche i partiti più improntati al populismo intravedono vantaggi politici in quelle che sono le due principali priorità gemelle del nuovo esecutivo: far fronte alle conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia (del coronavirus), e fare in modo che l’Italia utilizzi i fondi europei nei prossimi mesi e nei prosimi anni”.
“Le implicazioni di breve termine del cambio del governo sul rating del debito italiano sono positive – scrive Moody’s – Sotto la leadership del primo ministro Draghi, il piano che l’Italia presenterà a Bruxelles il prossimo 30 aprile sull’utilizzo dei fondi Ue includerà probabilmente progetti di alto livello sulle infrastrutture che riusciranno probabilmente a rafforzare le prospettive di crescita del paese”. d’altronde, nel caso in cui si dovesse attingere a tutti i fondi del Recovery Fund, questi ammonterebbero a quasi 300 miliardi di euro, o quasi il 20% del Pil pre-pandemia”.
E’ probabile che l’agenda politica del governo Draghi cerchi di avviare riforme strutturali al fine di migliorare il potenziale di crescita (dell’economia italiana); queste (riforme) potrebbero focalizzarsi su aree che sono state spesso identificate dalle organizzazioni internazionali alla stregua dell’Ue come quelle che hanno maggiormente bisogno di riforme in modo più urgente: si tratta della pubblica amministrazione, del sistema giudiziario e del sistema fiscale”.
“Una volta che l’urgenza della pandemia si smorzerà -prosegue Moody’s – una sfida chiave per il governo di Draghi sarà quella di riuscire a conservare il momentum al di là delle riforme e il sostegno politico per avviare i cambiamenti (necessari). Alcuni partiti o gruppi parlamentari si sono opposti in modo attivo per anni agli aspetti di quelle riforme di tipo giudiziario o amministrativo che sono state proposte dai precedenti governi”.
Si sa che “l’utilizzo produttivo dei fondi del Recovery sarà legato in modo inestricabile all’agenda di riforme economiche del governo”.
E’ anche noto che “in passato, difficoltà di carattere amministrativo, soprattutto in quelle regioni dell’Italia che hanno bisogno in misura maggiore di investimenti, hanno ostacolato l’assorbimento dei fondi europei da parte del paese. Tra i 27 stati membri dell’Ue, l’Italia ha il terzo peggiore tasso di assorbimento del ciclo di fondi strutturali del periodo 2014-2020″.
In questa situazione, “la chiave per migliorare l’assorbimento dei fondi Ue da parte dell’Italia sarà rappresentata da quelle misure che miglioreranno l’efficienza degli appalti pubblici e della pubblica amministrazione più in generale, così come quelle che snelliranno i processi degli investimenti pubblici”.
Riguardo alle sfide che dovranno essere affrontate dal governo Draghi non può essere sottovalutata, secondo l’agenzia Moody’s, quella di frenare o imbrigliare il populismo in Italia.
“L’ultimo sondaggio dell’Eurobarometro indica che solo il 28% di tutti gli italiani si fida dell’Unione europea, la percentuale più bassa di tutti i 27 paesi Ue. Nonostante la popolarità di cui gode tra gli italiani, esistono rischi di più lungo termine che il premier Draghi, così strettamente associato alle istituzioni dell’euro ed europee, avvii riforme non popolari. Im questo cao, è anche possibile che, nell’arco di un periodo di più lungo termine, i tentativi di concretizzare riforme che, in teoria, siano una precondizione affinché l’Italia riceva i fondi del Recovery, amplifichino le tendenze populiste anti-Ue che sono cresciute nell’ultimo decennio”.
Moody’s conclude scrivendo che “la fase politica attuale può essere paragonata a quella del governo tecnico guidato da Mario Monti nel periodo 2011-2013. L’esistenza di un piano di ripresa europeo – conclude l’agenzia – rappresenta una differenza importante, ma la ricerca di un piano economico di riforme da parte del governo che venga soggetto alla supervisione di Bruxelles riveste forse una importanza simile”.

UniCredit: S&P vede sfide su profittabilità futura, da monitorare azioni strategiche nei prossimi trimestri

I risultati 2020 di UniCredit hanno confermato che la banca deve affrontare condizioni operative difficili tra tassi di interesse bassissimi e alta concorrenza, che continuerà a pesare sui suoi utili. Lo afferma S&P Global Ratings che allo stesso tempo rimarca come i progressi finora compiuti dalla banca per ridurre il rischio forniranno un cuscinetto per assorbire l’impatto del potenziale deterioramento della qualità degli attivi nei prossimi due anni.“Nel 2020, i ricavi del gruppo sono diminuiti del 9%, più di quanto ci aspettassimo – argomenta S&P – principalmente a causa di una forte contrazione del margine di interesse, mentre le commissioni sono diminuite in linea con i peers. Inoltre, sebbene neutri dal punto di vista del capitale, riteniamo che gli 886 milioni di euro di svalutazione dell’avviamento segnalati nelle divisioni di investment banking aziendali indichino alcune prospettive di guadagno più deboli in questo settore in mezzo a un livello significativo di incertezza legato alla pandemia COVID-19, in linea con le altre banche”.UniCredit ha anche annunciato che distribuirà circa 447 milioni di euro tra dividendi e riacquisto di azioni proprie, ma è pronta ad aumentare questa distribuzione a circa 1,1 miliardi di euro durante l’anno se la BCE lo consentirà. S&P rimarca che tale ammontare sarebbe al di sopra delle attese, ma nel complesso non influenzerebbe in modo significativo le attuali aspettative che UniCredit manterrà il suo coefficiente patrimoniale corretto per il rischio comodamente al di sopra del 7% nei prossimi due anni.“Monitoreremo da vicino le azioni strategiche del gruppo nei prossimi trimestri, comprese potenziali fusioni o acquisizioni”, conclude S&P.

‘Oggi l’Italia è il luogo dove investire nel mondo’. Guido Brera (Kairos) vede un Rinascimento duraturo per Piazza Affari

Opportunità Italia. Guido Brera, Chief Investment Officer di Kairos e autore del best seller I Diavoli, non ha dubbi sulle prospettive d’investimento legate all’Italia in virtù di un allineamento perfetto tra i pezzi del mosaico economico-finanziario-politico italiano “che ci fa dire che oggi l’Italia è il luogo dove investire nel mondo”. L’arrivo di Draghi a palazzo Chigi rappresenta una svolta forse epocale per l’Italia e di conseguenza per l’appeal del mercato azionario italiano.
Ecco un estratto del commento audio odierno del CIO di Kairos:“Ci sono dei momenti nei quali è come se le stelle si allineassero. Sembra che questo momento sia, dopo decenni e decenni, arrivato anche per il nostro Paese.  Tutto parte ovviamente dagli uomini e dalle parole, e chi controlla le parole, ho sempre detto, controlla le cose. Tre parole, “whatever it takes”, hanno salvato l’Europa da una tempesta perfetta, ma anche la credibilità dell’uomo che le ha pronunciate ha salvato l’Europa. La sua forza, la sua reputazione e la sua capacità. Ora quell’uomo può regalarci una stabilità politica che noi non abbiamo mai avuto prima e una visibilità del futuro che all’Italia non è mai stata in fondo concessa, o meglio, che a chi ha investito nell’Italia non è stata mai in fondo concessa. Due, forse anche cinque o sette anni di visibilità politica è un’enormità ed è esattamente quello che l’investitore vuole.

La stabilità politica è fondamentale in un Paese, perché ne determina la credibilità. C’è però un secondo punto, globale, un punto di cambiamento di politica economica. Larry Summers in un paper scritto a gennaio lo dice chiaramente: prima di tutto ci dice che i parametri di Maastricht, con questi livelli di tassi d’interesse perdono di valore e significato, perché la sostenibilità del debito, essendo questo meno caro, è ovviamente migliorata. Summers ci dice anche che per i Paesi come l’Italia, che hanno un altissimo livello di debito sul Pil l’unico modo per abbattere quel livello è fare più debito, quindi espandere il deficit, a patto che il debito generi una crescita superiore al tasso di finanziamento del debito stesso. Quindi non si lavora più su un’austerity spinta e su tagli ma, chiaramente, c’è un’aria di neo-keynesianesimo in giro, cioè investimenti pubblici, ricerca di una crescita superiore al tasso di interesse a cui ci si indebita. Torna Keynes, in Italia tornano le teorie di Federico Caffè, di cui Mario Draghi è stato allievo.
Il terzo elemento è rappresentato dai tassi di interesse, ai minimi storici. Ovunque e anche e finalmente in Italia, con uno spread che si stringe sempre di più e aiuta il Paese nella sfida enorme rappresentata dal cercare una crescita superiore al tasso di finanziamento.
C’è poi un quarto elemento che non dobbiamo assolutamente sottovalutare: il Recovery Plan. Una sorta di piano Marshall, un piano fatto sì di debito ma anche di sussidi, un inizio, e questo lo abbiamo ripetuto e detto tante volte fin da giugno. Un inizio di Eurobond, nel quale sono presenti dei trasferimenti, nel quale si parla di sussidi, quanto tempo ci ha messo l’Europa ad arrivar fin qui. Se ricordiamo quella passeggiata tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, quando si disse che in caso di fallimento della Grecia anche i privati avrebbero dovuto contribuire.
Oggi ci sono i sussidi in questo Recovery Plan ed è grande, un’opportunità enorme per ricostruire il nostro Paese sin dalle fondamenta.
C’è poi un’idea strategica dettata sia dalla pandemia che dalla globalizzazione, la globalizzazione selvaggia si è arenata. Ripetiamo tante volte che l’Italia deve diventare un asset trofeo nel mondo. Un asset dove si può venire a lavorare e a vivere, a patto che funzioni la fibra, funzionino i trasporti, funzioni la sanità e funzioni la scuola. L’Italia può diventare davvero un luogo incontaminato, perché l’ambiente è un fattore che siamo riusciti a preservare e nel nuovo mondo green il nostro Paese può avere un suo ruolo fondamentale.

La parola ai numeri: tutta Borsa Italiana vale solo un terzo di Apple

C’è per ultimo un dato, un dato importante che è quello dei numeri. La capitalizzazione complessiva del mercato azionario italiano oggi, è di 600 miliardi circa. Addirittura, il segmento delle piccole medie imprese, l’AIM, ha una market cap di soli 7 miliardi di euro. Ora, pensiamo che la capitalizzazione rispetto al Pil in Italia è del 30%, contro un valore medio del 50% in Europa e addirittura un valore del 150% negli Stati Uniti.
Addirittura, a fine del 2020 il mercato americano contava, per il 50% sul totale del valore globale azionario. Il piano di aiuti europei, che potrebbe essere per l’Italia di 200 billion, corrisponde a un terzo della capitalizzazione del mercato azionario. Il risparmio, in termini di yield, cioè di rendimenti governativi italiani, è di circa l’1%.
L’altr’anno gli yield governativi sono stati in media del 2%, se ora la media scendesse all’1%, significherebbe che ci sarebbero 25/30 miliardi di risorse addizionali da utilizzare. Un dato
che fa male, è sapere che l’intero mercato italiano rappresenta circa un terzo della capitalizzazione di Apple. Questi sono dati che ovviamente ci spingono sempre di più a
riflettere sull’Italia, e combinati agli elementi che vi ho raccontato, possono creare uno shift direi monumental, monumentale verso il mercato azionario italiano.
Noi come Kairos siamo pronti a prenderlo, abbiamo costruito la nostra verticale, tra pochissimo partirà l’Eltif. La nostra verticale vuol dire che investiamo dalle big cap, cioè dalle grandi aziende, alle mid cap. La nostra presenza è anche nelle small è molto importante, ma con l’Eltif entriamo anche nella parte non quotata. L’Eltif lo chiamiamo Renaissance, Rinascimento

Quirinale: Draghi scioglie la riserva, domani il giuramento

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Palazzo del Quirinale Mario Draghi, il quale, sciogliendo la riserva formulata lo scorso 3 febbraio, ha accettato di formare il nuovo Governo e ha sottoposto a Mattarella le proposte relative alla nomina dei Ministri. Lo si apprende in una nota del Quirinale nella quale il presidente della Repubblica ha firmato i relativi decreti. Il giuramento dei componenti il Governo avverrà domani alle 12.

Patrimoniale, Confindustria: ‘ce ne sono già 17’. Su Irap: abolirla, ‘ha fatto il suo tempo’

Riguardo l’imposta patrimoniale il tema non è ‘se’ introdurne una, ma come riorganizzare le 17 che abbiamo già”. E’ necessario ridisegnare la progressività dell’imposta Lo ha detto Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco.“Gran parte del dibattito sull’imposta patrimoniale in Italia si concentra intorno agli immobili residenziali e alla prima casa. Un catasto obsoleto, la cui riforma è lunga e costosa, la congiuntura e le esperienze del passato invitano alla cautela”.Sulla riforma dell’Irpef, Orsini ha sottolineato che non solo questa imposta deve essere rivista ma, in generale, il fisco intero. E’ necessario inoltre abolire l’Irap, che “è un’imposta che ha fatto il suo tempo”.Dopo la cancellazione temporanea dei versamenti nel 2020, “il legislatore ha un’occasione storica per eliminarla del tutto. Si avrebbero enormi benefici in termini di semplificazione e attrazione di nuovi investimenti”.

Confindustria: ‘Irpef sembra uscita da bisturi Dr. Frankestein, ridisegnarne progressività’

 
Oggi l’Irpef “sembra uscita dal bisturi del Dr. Frankenstein: parti estranee e incoerenti, tenute l’una all’altra solo dal filo ideale di tassare il reddito personale”. E’ necessario ridisegnare la progressività dell’imposta Lo ha detto Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco.Orsini è intervenuto in una audizione che si è svolta presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato, in relazione all’indagine conoscitiva sulla riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e altre questioni inerenti il fisco.Con l’Irpef attuale “un dipendente che cerca di guadagnare un euro in più finisce col trovarsi in tasca pochi centesimi o, al limite, col peggiorare la propria situazione complessiva, perdendo bonus e detrazioni”, ha detto Orsini, spiegando che per un lavoratore dipendente “l’aliquota marginale effettiva sopra i 28 mila euro è di oltre il 31% (quella legale è del 27%)”.“Tra i 35 mila ed i 45 mila euro – ha continuato – il prelievo effettivo arriva al 61% (a fronte di un’aliquota legale del 38%). Questo sistema è un disincentivo al lavoro e alla produttività”.

Quale riforma fiscale per il governo Draghi? Bonus Renzi, detrazioni e aliquote IRPEF nel mirino

Capitolo tasse oggetto di discussione durante le seconde consultazioni tra il premier incaricato e i partiti. Vediamo quello che emerge.

Quale riforma delle tasse con Mario Draghi?

Uscendo dalle seconde consultazioni con il premier incaricato, il leader della Lega, Matteo Salvini, si è mostrato soddisfatto per la rassicurazione ricevuta da Mario Draghi che non ci saranno aumenti delle tasse. Poco prima, l’alleata Giorgia Meloni, l’unica che non voterebbe la fiducia al nuovo esecutivo, aveva espresso rammarico sulla mancata introduzione della “flat tax”. Ecco, prende forma il piano di riforma fiscale del prossimo governo, che cercherà sul tema di accontentare un po’ le opposte fazioni. E non sarà né facile, né auspicabile, dato che un modello fiscale in sé deve essere coerente e non pasticciato.Ad ogni modo, emerge per l’appunto che Draghi non voglia introdurre la “flat tax”, quell’aliquota unica al 15% su tutti i redditi, che il centro-destra propone da anni. Al contrario, il premier incaricato punterà su un modello di progressività dell’IRPEF, pur cercando di renderlo compatibile con l’incentivo al lavoro. Cosa significa nel concreto? Un’imposta si dice progressiva, quando la sua aliquota aumenta rispetto al reddito. Tuttavia, essa disincentiva l’occupazione e incentiva l’economia sommersa. Un esempio: se guadagno fino a 28 mila euro all’anno, pagherò sopra i 15.000 euro il 27%. Dai 28 fino ai 55 mila euro, l’aliquota s’impenna al 38%. Quindi, se lavorassi un po’ di più e guadagnassi, per ipotesi, 29 mila euro, sui 1.000 euro aggiuntivi pagherei 110 euro di IRPEF in più, cioè 380 anziché 270.A tale proposito, stando alle indicazioni che arrivano da PD e Leu, sembra che Draghi possa prendere in considerazione il modello tedesco, in base al quale la progressività dell’imposta evita quei “salti” tipici degli scaglioni, avvenendo secondo un algoritmo che innalza gradualmente la tassazione man mano che il reddito aumenta.Questa riforma non sarebbe ben vista dal centro-destra e da Italia Viva e, comunque, continuerebbe a disincentivare l’occupazione, pur in maniera più soft.

Flat tax o modello tedesco: ecco le alternative proposte dell’Agenzia delle Entrate

La giungla fiscale complica qualsiasi riforma

Il ragionamento è complicato dalla confusione creata dall’attuale sistema fiscale, che si regge su una miriade di detrazioni e trattamenti differenziati tra categoria e categoria. Uno dei problemi da risolvere una volta per tutte sarà il bonus Renzi, innalzato di recente da 80 a 100 euro al mese. Così com’è stato congegnato sin dal 2014 non è formalmente una detrazione e, soprattutto, accresce quel “salto” per i contribuenti oltre una certa soglia di reddito, contribuendo a far impennare ulteriormente la tassazione. L’ipotesi, tecnicamente tutt’altro che semplice, sarebbe di sostituirlo con un taglio delle aliquote per i redditi medio-bassi, tale da esitare per i lavoratori un reddito netto sostanzialmente simile. Sul piano contabile, finalmente il bonus IRPEF non verrebbe più considerata una voce di spesa.Ma come finanziare queste misure di riduzione complessiva del carico fiscale? Attraverso il taglio delle detrazioni. Ne esistono ormai ben 513 e sottraggono allo stato gettito fiscale per circa 100 miliardi all’anno. Eliminarle non sarà neppure in questo caso semplice. Anzitutto, perché molti contribuenti hanno approfittato di questo o quell’incentivo fiscale per acquistare un bene o un servizio, confidando in una riduzione pluriennale dell’IRPEF. Venire meno alla parola data sarebbe dannoso per la credibilità dello stato, forse persino incostituzionale. Inoltre, le detrazioni, che aumentano di anno in anno, sono lo specchio di una sorta di “clientelismo” dei governi di turno a favore di questa e quella categoria. Si pensi ai bonus mobili o quello per gli abbonamenti in palestra, etc.Tagliare la giungla delle detrazioni andrebbe anche nella direzione di rendere il fisco più equo, dato che le varie analisi svolte su di esse hanno esitato un paradosso: lo stato con una mano fissa aliquote elevate sui redditi medio-alti, con l’altra abbassa il carico fiscale su di essi attraverso le detrazioni.I redditi incapienti, infatti, non possono accedervi, se non parzialmente. Pertanto, queste misure finiscono per premiare coloro che possono “scaricare” dalle tasse importi anche ingenti. Per contro, la riduzione delle detrazioni contribuirebbe a innalzare la pressione fiscale sui redditi più alti, tornando a disincentivare l’occupazione, a meno di compensarla con adeguati tagli alle aliquote. Dubitiamo che ciò avvenga, specie se consideriamo che il governo Draghi sarà sostenuto verosimilmente da forze come PD e Movimento 5 Stelle, oltre che Leu, notoriamente contrari ad abbassare le tasse ai ceti medio-alti.

Detrazioni fiscali addio e aliquote IRPEF più basse? Ecco lo scambio possibile

Niente aumenti di tasse

Infine, cosa accadrà a IVA e IMU? Sappiamo da molti anni che i “tecnici” siano molto propensi ad assecondare l’impostazione europea, in base alla quale la pressione fiscale andrebbe abbassata sui redditi e innalzata sui consumi e gli immobili. Tuttavia, la presenza del centro-destra nel nuovo esecutivo avrebbe sventato un tale scenario, tant’è che ieri, come dicevamo nell’incipit dell’articolo, Salvini avrebbe ricevuto garanzie da Draghi che non sarà aumentata alcuna imposta e che non vi saranno né una patrimoniale, né un prelievo forzoso.Infine, il Superbonus 110%. E’ tecnicamente una detrazione e, in teoria, dovrebbe rientrare in quell’area da sfoltire per finanziare il taglio delle tasse. Ma nel caso specifico la linea sarebbe diversa. Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega avrebbero chiesto a Draghi di mantenere e prorogare l’incentivo, al fine di sostenere l’edilizia. Non a caso, sempre ieri Salvini snocciolava il dato, in base al quale per ogni 1 miliardo speso nel settore, verrebbero creati 15 mila posti di lavoro. Dunque, il Superbonus non verrebbe toccato, anzi dovremmo attenderci uno sfoltimento della lunga trafila burocratica necessaria per accedervi e che, ad oggi, ha frenato paradossalmente i lavori di ristrutturazione, specie nei condomini. Peraltro, il maxi-incentivo verrebbe mantenuto in chiave “green”. E sulla transizione ecologica, il premier incaricato vuole compiere sostanziali passi in avanti, anche avvalendosi dei fondi europei del Recovery Plan, ricevendo sostegno sul tema specie dai “grillini”.Sulle tasse Draghi si giocherà la faccia. Siamo abituati ormai da 30 anni ad associare i governi tecnici alle stagnate fiscali. L’ex governatore della BCE dovrà smentire tale sensazione e i partiti che lo sostengono pagherebbero un prezzo politico altissimo, nel caso in cui alle rassicurazioni non corrispondessero i fatti.

Reddito di cittadinanza, quota 100 e patrimoniale: i primi nodi del governo Draghi

Nelle mani di Draghi. Ue: Pil Italia non tornerà a livelli pre-pandemia neanche entro fine 2022. Ma nelle stime non c’è effetto Recovery Fund

Il Pil dell’Italia relativo al 2020 crollerà meno di quanto paventato nelle ultime previsioni europee dello scorso autunno, ma farà più fatica a riprendersi nel 2021. E’ quanto emerge dalle previsioni economiche invernali snocciolate dalla Commissione europea, che presentano un quadro simile, in realtà, per la maggior parte dei paesi Ue e dell’area euro.
Il messaggio è che nel 2021 la ripresa sarà più debole di quanto sperato.Per l’anno iniziato per l’Italia con una carrellata di tumulti politici, culminati nella crisi di governo e nel successivo incarico a formare un nuovo esecutivo che il Quirinale ha dato all’ex presidente della Bce Mario Draghi, Bruxelles prevede ora una ripresa del 3,4%, inferiore rispetto al +4,1% atteso in precedenza.

Secondo l'Ue il PIl italiano non tornerà a livelli pre pandemia Covid neanche entro fine 2022. Si spera nel Recovery Fund e nell'effetto Mario Draghi

 

The appointed Premier Mario Draghi coming out his house in Prati district heading the Chamber of Deputies. Rome (Italy), February 4th 2021 (Photo by Samantha Zucchi/Insidefoto/Mondadori Portfolio via Getty Images)

La buona notizia è che, secondo l’Ue, il crollo del Pil nel 2020 è stato meno drammatico: le previsioni sono state migliorate, infatti, dal tonfo -9,9% stimato nell’outlook autunnale del 2020, a una caduta ridotta a -8,8%.
La Commissione ha inoltre migliorato le previsioni per il 2022 dal +2,8% al +3,5%.
L’economia italiana si affida a questo punto alle mani del governo di Mario Draghi:
Le previsioni snocciolate oggi dalla Commissione europea indicano che il Pil reale dell’Italia non riuscirà a tornare ai livelli del 2019 pre-pandemia neanche entro la fine del 2022. E’ vero comunque che Bruxelles non ha ancora incluso nel suo outlook l’impatto sulla crescita degli aiuti del Recovery Fund-Next Generation EU: la mancata inclusione implica che sull’outlook del Pil italiano aleggia un rischio al rialzo considerevole.
La Commissione europa scrive, riguardo al caso Italia, che “l’allentamento delle restrizioni previsto entro l’estate del 2021 dovrebbe avvantaggiare in particolare le spese per consumi, scatenando la domanda repressa nel secondo semestre dell’anno”. Tuttavia, “gli elevati risparmi delle famiglie italiane (costretti, e in parte accumulati in via precauzionale) dovrebbero scendere in modo solo graduale”, fattore che porta a ritenere che “la crescita dei consumi privati modererà il passo nel corso del restante periodo preso in considerazione per le previsioni (dunque fino al 2022 incluso). Gli investimenti delle famiglie continueranno a beneficiare del Superbonus del 110%, ovvero dell’incentivo fiscale lanciato per migliorare l’efficienza energetica degli immobili residenziali e per la protezione contro i rischi sismici. Gli investimenti delle aziende, dopo il forte calo del 2020, dovrebbero recuperare quest’anno sulla scia della ripresa dei flussi di cassa e delle migliori prospettive per la domanda”.
Le aspettative sul governo Draghi sono decisamente elevate: il suo solo nome, d’altronde, ha fatto scendere lo spread BTP-Bund sotto quota 100.
Riguardo all’incarico conferitogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’è da dire che rimangono ancora cinque questioni aperte.

Non solo Italia, Ue: per Ue e area euro ripresa posticipata

Per il Pil dell’Unione europea e dell’area euro, la ripresa nel 2021 ci sarà, ma non come preventivato appena qualche mese fa: “Una ripresa posticipata ma più forte”, precisa tuttavoa la Commissione europea, nel suo nuovo rapporto dedicato alle previsioni economiche invernali.
D’altronde, “L’Europa rimane stretta in modo fermo nella morsa della pandemia” Covid, a causa della “recrudescenza delle infezioni durante l’autunno”, che “hanno costretto molti stati membri a reintrodurre o rafforzare le misure di contenimento (lockdown più o meno severi), che incidono sull’attività economica. Più di recente, nuove varianti del coronavirus più contagiose hanno iniziato a diffondersi nel mondo, aggravando la situazione epidemiologica e scatenando nuovi lockdown nell’Unione europea”.
Di conseguenza, a parte qualche eccezione come la Spagna, la Commissione europea si è trovata costretta a peggiorare le stime per il 2021: la buona notizia, tuttavia è che, nella maggior parte dei casi, è stato migliorato sia l’outlook per il 2020 che quello relativo al 2022.
In generale, per il Pil dell’area euro del 2020 Bruxelles prevede ora una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% stimata nelle precedente outlook autunnale.
Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e in ripresa sempre al ritmo del 3,8%, nel 2022, più del +3% stimato in precedenza.
Guardando all’intero blocco dell’Unione europea, il Pil è atteso salire del 3,7% nel 2021 e rafforzarsi ulteriormente del 3,9% nel 2022.
Tuttavia, “la velocità della ripresa varierà in modo significativo in Ue; alcuni paesi – si legge nel report – hanno sofferto in misura maggiore rispetto ad altri durante la pandemia, mentre altri sono più dipendenti da settori come il turismo, che dovrebbero rimanere deboli per ancora un po’ di tempo. Il risultato è che, se alcuni stati membri vedranno tornare la loro economia ai livelli entro la fine del 2021 o gli inizi del 2022, altri impiegheranno più tempo”.
Sulla base di questi presupposti, l’inflazione dell’area euro e dell’Ue dovrebbe salire in modo lieve nel 2021 rispetto allo scorso autunno, rimanendo contenuta nonostante il temporaneo sostegno provenienti dagli effetti di base. Nell’area euro, il tasso di inflazione è atteso in aumento dallo 0,3% del 2020 all’1,4% del 2021, prima di ridurre lievemente il passo all’1,3% nel 2022. E queste previsioni fanno i conti con una incertezza significativa e con rischi elevati, legati in modo prevalente all‘evoluzione della pandemia e al successo della campagne di vaccinazione”.
Guardando ai fattori positivi, si legge ancora nel report della Commissione, “le vaccinazioni potrebbero portare a un allentamento delle misure di contenimento più veloce e dunque a una ripresa anticipata e più forte. La forza della ripresa potrebbe tra l’altro sorprendere al rialzo, scatenata da un’esplosione di ottimismo post crisi, che si tradurrebbe in una domanda più forte e in progetti di investimento innovativi, grazie ai risparmi storicamente elevati delle famiglie, ai bassi costi di finanziamento e alle politiche di sostegno”.
Un fattore negativo è rappresentato invece dal fatto che “la pandemia potrebbe dimostrarsi più duratura o diventare più grave nel breve termine, rimandando la ripresa attesa. C’è anche il rischio di cicatrici più profonde nel tessuto economico e sociale dell’Europa”. Cicatrici “inflitte dalla crisi protratta, e dunque dai fallimenti, dalla disoccupazione di lungo termine e da maggiori disuguaglianze”.
L’Ue intravede però una speranza, che è anche quella dell’Italia: “Ultima cosa ma non meno importante è il programma Next Generation EU, la cui realizzazione ambiziosa e veloce, e dello stesso strumento del Recovery and Resilience Facility, dovrebbe dare una forte spinta alla ripresa dell’economia europea”.

Il nuovo outlook della Commissione europea

Vediamo il nuovo outlook della Commissione europea, considerando i paesi più importanti del blocco:
La Commissione europea ha reso noto di aver rivisto al rialzo le stime sul Pil dell’Italia relativo al 2020, dal crollo -9,9% stimato nell’outlook autunnale del 2020, a un tonfo ridotto a -8,8%. La Commissione ha però tagliato le previsioni per il 2021 dalla ripresa precedentemente attesa del 4,1% al +3,4%, migliorando le previsioni per il 2022 dal +2,8% al +3,5%.
Le stime sul Pil della Francia relative al 2020 sono state migliorate a una contrazione del Pil dell’8,3%, rispetto al -9,4% atteso in precedenza; tagliate però le previsioni sul Pil francese relative al 2021 dal +5,8% al +5,5%, mentre per il 2022 le stime sono state riviste al rialzo dal +3,1% precedente al +4,4%.
Le stime sul Pil della Spagna relative al 2020 sono state migliorate a una contrazione del Pil -11%, rispetto al -12,4% atteso in precedenza; riviste al rialzo anche le previsioni sul Pil spagnolo relative al 2021 dal +5,4% al +5,6%, mentre per il 2022 le stime sono state alzate dal +4,8% precedente al +5,3%.
La Commissione europea ha migliorato anche l’outlook per il Pil della Germania relativo al 2020: ora l’Ue prevede una contrazione del Pil tedesco del 5%, inferiore a quella pari a -5,6% attesa nel suo precedente outlook autunnale. Le stime per il 2021 sono state tuttavia tagliate dal precedente +3,5% al +3,2%. Migliorato invece l’outlook per il 2022, dal precedente +2,6% al +3,1%.
In generale, per il Pil dell’area euro del 2020 Bruxelles prevede una contrazione del 6,8%, inferiore a quella del -7,8% attesa nelle precedenti stime dell’autunno del 2020. Per il 2021, il Pil dell’Eureozona è atteso in recupero del 3,8%, meno del +4,2% atteso in precedenza, e sempre del 3,8% nel 2022, più del +3% del precedente outlook.

Fisco e tasse, Draghi anticipa le novità Ecco cosa cambierà col nuovo governo

Nessuna flat tax o imposta unica ma un fisco “progressivo”, senza aggiungere nuove tasse. Si guarda al modello tedesco, con una curva più graduale del prelievo. Benefici per i redditi bassi

Ultimo giro di consultazioni con i big per il premier incaricato Mario Draghi che oggi incontra a Montecitorio le delegazioni delle principali forze politiche. Cominciano a fissarsi i punti del programma di governo: vaccino, lavoro e scuola. E potrebbe mettere mano al fisco, mantenendolo però “progressivo”.

NIENTE FLAT TAX MA FISCO PROGRESSIVO

“Rimodulare le aliquote ma tenendo un sistema progressivo senza aggiungere nuove imposte”, il premier incaricato Mario Draghi avrebbe spiegato ai partiti l’intenzione di non adottare una aliquota unica e flat tax. Il programma dettagliato del suo governo verrà, comunque, illustrato in Parlamento. Ma si dovrebbe partire da questi punti.

QUALE MODELLO ADOTTARE?

Mario Draghi per quanto riguarda l’Irpef, preferirebbe un modello da adottare simile a quello tedesco, ossia caratterizzato da aliquote continue e da una crescita più graduale del prelievo. Allo studio anche il riordino delle tax expenditures, tra sconti fiscali e detrazioni, anche in ambito ambientale, mettendo mano anche alle imposte dirette e spingendo ulteriormente sul fisco online.

PROGRESSIVITÀ DEL CARICO FISCALE

Addio flat tax e aliquota unica, come in passato auspicato dalla Lega, ma un modello simile a quello proposto dal Pd: progressività del carico fiscale, guardando al modello tedesco che si basa su una curva crescente della tassazione e non prevede aliquote. Per finanziare la riforma del fisco, il nuovo esecutivo punterà sulla lotta all’evasione. A beneficiare maggiormente del nuovo sistema fiscale dovrebbero essere i redditi medio-bassi. Nella riforma, ha precisato Draghi ai partiti, non è previsto un aumento della tasse.

Il programma di Draghi e l’occasione irripetibile in Europa

Da oggi nuovo giro di consultazioni per il premier incaricato. Non sarà facile stilare un programma di governo con una maggioranza così larga, ma si aprono prospettive interessanti sul piano europeo.

E’ stata una domenica di lavoro ieri per Mario Draghi. Il premier ha iniziato a fare la sintesi per un programma di governo che riesca ad accontentare tutti i partiti della nuova, larga maggioranza. A sorpresa, Matteo Salvini ne farà parte con la Lega, una mossa che spiazza i sogni di una maggioranza “Ursula” del PD, il quale ha ipotizzato persino un appoggio esterno per non fare parte di un esecutivo insieme al Carroccio. Idea, tuttavia, negata ufficialmente dal Nazareno.Da oggi, partirà il secondo giro di consultazioni con i leader politici. Gli incontri clou arriveranno domani, quando Draghi incontrerà i rappresentati di Forza Italia, PD, Lega e Movimento 5 Stelle. Diversi i nodi: governo tecnico-politico e con quali nomi? I leader ne vorranno far parte? Nicola Zingaretti sembra orientato per il no, quanto meno per una questione di immagine, cioè per non essere inquadrato ai Consigli dei ministri con Salvini. Quest’ultimo non escluderebbe un suo ingresso, mentre il premier uscente Giuseppe Conte sì, pur garantendo il suo sostegno al nuovo esecutivo.

Draghi nella trappola della politica italiana, capirà presto che è stato più facile guidare la BCE

Ma veniamo al programma. I partiti non stanno ponendo veti di alcun tipo per agevolare il difficile lavoro di Draghi. Salvini ha semplicemente chiesto che non vengano alzate le tasse. Questo sarà uno dei nodi centrali: ci sarà una riforma fiscale ed eventualmente di quale tipo? Sembra impossibile trovare la quadra tra una Lega che chiede la “flat tax” e un PD che punterebbe a una patrimoniale. Sulle pensioni, invece, la strada sarebbe quella di un mancato rinnovo di quota 100 dopo la fine di quest’anno, quando scade il triennio di sperimentazione, ma al contempo verrebbe garantita ai lavoratori maggiore flessibilità in uscita, irrobustendo misure come Opzione Donna e Ape Social. Niente eliminazione del reddito di cittadinanza, poi, il quale magari verrebbe rimodulato per renderlo uno strumento di sostegno alle politiche attive del lavoro e non un sussidio che disincentivi la ricerca di occupazione da parte dei beneficiari.

Draghi papabile nuovo leader d’Europa

Con Draghi, si aprono prospettive interessanti in Europa. La stima verso l’ex governatore della BCE è unanime tra le cancellerie. L’attuale governatore Christine Lagarde ha accolto con toni entusiastici la nomina di Draghi come premier. I tedeschi sono chiaramente soddisfatti, nonostante dalla Germania siano partiti gli attacchi più duri al suo operato a Francoforte. Ma Berlino sta entrando in campagna elettorale. A settembre, si rinnova il Bundestag e si conclude ufficialmente la lunga era della cancelliera Angela Merkel. Non sappiamo ancora chi la succederà alla guida del suo partito, meno che mai alla cancelleria. E anche per la Francia si va verso una fase pre-elettorale. Nel maggio dell’anno prossimo, Emmanuel Macron cercherà il secondo mandato di presidente, tutt’altro che scontato.Con l’asse franco-tedesco a ripiegare necessariamente sulla politica interna, l’Italia avrà l’opportunità storica e inimmaginabile fino a pochi giorni fa di assumere la leadership dell’Unione Europea nei mesi prossimi, specie considerando che avremo la presidenza di turno del G-20, un assise finanziario sempre più importante nel panorama internazionale. Con Draghi, le probabilità che ciò accada sono aumentate repentinamente. Ha le qualità di esprimere la sua leadership politica, la sua visione dell’Europa e le sue proposte su come ricostruirla dopo le macerie lasciate in eredità dal Covid. Lo spread politico con il resto dei grandi del continente, almeno transitoriamente, si annullerebbe. E la maggiore, recuperata credibilità dell’Italia nel contesto internazionale impatterebbe positivamente anche sul piano finanziario, con rendimenti dei BTp in calo, Piazza Affari in crescita e attrattività dei capitali esteri.Un quadro di questo tipo ci consentirebbe di trattare le migliori condizioni possibili con Bruxelles per il dopo-Covid, quando i governi dovranno avviare il risanamento fiscale con annesso rientro nei parametri del Patto di stabilità. Conviene a tutti i partiti che Draghi abbia successo, perché dopo che probabilmente si sarà spostato da Palazzo Chigi al Quirinale tra un anno, il suo successore avrà modo di governare senza più il fiato sul collo di spread e commissari. Non che i fondamentali macro possano mutare in meglio dalla mattina alla sera per magia; semplicemente, l’Italia si sarà conquistata sui mercati e a Bruxelles quella minima fiducia necessaria per non venire ispezionata sugli zero virgola, così come accaduto negli ultimi anni, a fronte di una flessibilità di gran lunga maggiore concessa a paesi come Spagna e Francia. Il successo di Draghi sarà il successo di chi dopo di lui vincerà le elezioni politiche. E inevitabilmente, dell’Italia intera.

Draghi abbatte già lo spread di 30 punti e ci riporta al varo del suo QE, ma il rally dei BTp non è finito

Mercati italiani finalmente attraenti grazie all’arrivo di Mario Draghi

L’effetto Draghi può aggiungersi all’appeal rappresentato dai prezzi da saldi di Piazza Affari. La strategia del debito buono potrebbe dare l’esempio e accelerare l’integrazione europea

Se la Banca Centrale rifiutasse di finanziare il debito dello Stato sarebbe un atto sedizioso. Anno 1971, considerazioni finali di Guido Carli, allora governatore di Bankitalia, che vent’anni dopo da ministro del Tesoro avrebbe chiamato un poco più che quarantenne Mario Draghi come suo direttore generale. Lette in trasparenza, le parole di mezzo secolo fa di Carli sembrano anticipare la dottrina del debito buono e del debito cattivo, enunciata dal suo erede e prosecutore Draghi nell’estate del 2020, quando forse aveva già deciso che se il presidente della Repubblica lo avesse chiamato non si sarebbe tirato indietro.

ABUSO DEL RICORSO AL DEBITO

Nel decennio successivo alle parole di Carli, la politica italiana abusò del credito garantito dalla Banca Centrale facendo una montagna di debito cattivo per spendere a piene mani in iniziative folli, come quella del 1973 del governo Rumor di mandare la gente in pensione a 35 anni. L’ubriacatura da debito cattivo costrinse al ‘divorzio’ tra Tesoro e Bankitalia nel 1981, aprendo la strada a un processo che nel giro di pochi anni avrebbe portato a sottoporre al giudizio dei mercati la sostenibilità del debito italiano.

IL BIVIO DELLA CRISI DEL 2011

Quando è arrivato al timone della BCE nel novembre del 2011, Draghi si è trovato di fronte al bivio: da una parte la strada dell’ortodossia sovversiva, vale a dire lasciare che l’insostenibilità del debito sovrano di alcuni paesi affondasse l’euro insieme probabilmente alla tenuta sociale e democratica dei paesi membri, dall’altra la strada del sostegno monetario fatta di acquisti sul mercato dei titoli di Stato. Tenendo presente però che c’è un debito buono e un debito cattivo.

QUANDO IL DEBITO ERA SOLO CATTIVO

La linea di confine tra i due regni Draghi l’aveva già tracciata tre mesi prima di assumere la guida della Bce, nella famosa lettera all’Italia firmata da governatore italiano insieme al suo predecessore Trichet. Per sette anni il problema di Draghi è stato sempre lo stesso, avere contro una fazione minoritaria ma molto pesante fatta di Germania e satelliti nella cui cultura il debito buono non esiste, tanto che in tedesco per dire debito e colpa si usa la stessa parola: Schuld.

ANCHE I TEDESCHI SI SONO CONVERTITI

Nonostante il voto regolarmente contrario della Bundesbank, Draghi è andato avanti come un carrarmato con il suo Quantitative Easing e i tassi zero, tenendo a galla il sistema, non solo monetario e finanziario, ma anche politico e sociale, di tutta l’Eurozona, Germania compresa. Christine Lagarde sta andando avanti sulla stessa strada con qualche zoppicamento lessicale, ma la vera novità è che, complice la pandemia, anche i tedeschi si sono convertiti alla dottrina del debito buono, che è l’essenza del Next Generation EU, che porta le firme teutoniche di Ursula von der Leyen e Angela Merkel.

USCIRE DAL TUNNEL DELLA CRESCITA ZERO

Come tutte le dottrine, anche quella del debito buono deve essere validata, come insegna Karl Popper, vale a dire superare il test del suo effettivo funzionamento nel mondo reale. Draghi alla guida del governo italiano può calare nel mondo reale la dottrina del debito buono, tirando fuori il paese dal tunnel della crescita zero in cui è infilato da 20 anni e certificando la validità della ricetta anche per il resto d’Europa. Il patto di stabilità è sospeso a tempo indeterminato, ma non potrà essere riesumato così com’era. L’ideale sarebbe aprire adesso un cantiere che abbia come punto d’arrivo il completamento dell’unione fiscale e bancaria e la creazione di un ministero del Tesoro europeo, capace di riscuotere tasse federali e emettere debito federale.

UN CANTIERE ITALIANO PER L’EUROPA

Il debito targato Europa tra l’altro esiste già con le prime emissioni a carico del bilancio comunitario per finanziare il programma SURE e proseguirà per alimentare la Next Generation EU. Un anno di cura Draghi, con il varo e l’approvazione europea di un Recovery Plan dettagliato e efficiente e l’avvio di due-tre riforme strutturali con una road map ben tracciata, potrebbe dare una forte accelerazione al processo e persino fare dell’Italia un modello per il resto d’Europa. A febbraio del prossimo anno Draghi potrebbe continuare il lavoro sia in Italia che in Europa da una cabina di regia collocata sul più alto dei sette colli di Roma, vale a dire il Quirinale.

BOTTOM LINE

Per l’investitore che guarda all’Italia il fattore Draghi si aggiunge all’appeal dei prezzi da saldo degli asset soprattutto azionari. Tenendo a mente che resta uno strano paese dove le sorprese sono sempre in agguato, capace di produrre colossi di calibro globale come Draghi o Guido Carli ma non di darsi con continuità una classe politica mediamente accettabile per un membro del G7 e seconda potenza industriale d’Europa.

Renzi su Draghi: ‘è come se avessimo fatto un’assicurazione sulla vita del Paese’

“È come se avessimo fatto un’assicurazione sulla vita. Ma sulla vita del Paese. Io ho frequentato i consessi internazionali: nessuno gode della stima di Mario, da Obama a Trump a Biden, dalla Merkel a Macron a Johnson. Ci saranno riforme, altrimenti non arriveranno le risorse europee”. Così l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi, sull’incarico di formare un governo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito ieri all’economista ed ex presidente della Bce Mario Draghi.“E’ probabile che io sia il più impopolare del Paese, è improbabile che Conte sia il più popolare, ma è certo che Draghi sia il più competente. Va bene così. Draghi fino al 2023 e Recovery riscritto da capo. Felice ma ho patito l’odio”, sottolinea Renzi nell’intervista al quotidiano.ulla necessità di riscrivere il Recovery Plan, il numero uno di Italia Viva sottolinea che sì, va riscritto:“Fossi il premier io lo farei. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni. Quello che è importante è evitare di spendere i soldi in micro-mance come quelle di molte misure della Legge di Bilancio e avere una visione strategica chiara”.

AGGIORNAMENTO  3 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 22.527,00<– 0re 17.35

Siamo sulla prima coppia di resistenze 22500/22600

e sempre sotto il confine tra Inferno & Paradiso 23048

FTSE MIB 22.777,00<– 0re 8.55

AGGIORNAMENTO  2 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 22.594,87<– 0re 22.50

Annuncio di Mattarella su incarico a Mario Draghi

Siamo sulla prima coppia di resistenze 22500/22600 e 23048

Quirinale: Mattarella convoca Mario Draghi per domani mattina alle 12

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per domani mattina al Quirinale il professor Mario Draghi. Lo ha dichiarato il portavoce del presidente della Repubblica, Giovanni Grasso.

FTSE MIB 22.066,87<– 0re 17.35

Restiamo sotto la doppia coppia di resistenze 22500/22600 e 23048

FTSE MIB 22.156,00<– 0re 11.00

AGGIORNAMENTO  1 FEBBRAIO 2021

FTSE MIB 21.959,00<– 0re 22.30

FTSE MIB 21.836,00<– 0re 17.35

FTSE MIB 21.890,00<– 0re 15.00

FTSE MIB 21.281,00<– 0re 24.30

AGGIORNAMENTO  29 GENNAIO 2021

FTSE MIB 21.572,00<– close weekly

FTSE MIB 21.768,00<– ore 16.30

FTSE MIB 21.537,00<– ore 09.15

Restiamo sotto la doppia coppia di resistenze 22500/22600 e 23048

AGGIORNAMENTO  28 GENNAIO 2021

FTSE MIB 21.986,00<– ore 18.45

Restiamo sotto la doppia coppia di resistenze 22500/22600 e 23048

FTSE MIB 21.305,00<– ore 8.00

AGGIORNAMENTO  27 GENNAIO 2021

FTSE MIB 21.305,00<–ore 22.30

FTSE MIB 21.420,00<–ore 15.50

AGGIORNAMENTO  26 GENNAIO 2021

FTSE MIB 22.108,00<–ore 22.30

                        Restiamo sotto la doppia coppia di resistenze 22500/22600 e 23048

FTSE MIB 21.987,00<–ore 17.35

FTSE MIB 22.056,00<–ore 13.00

FTSE MIB 21.514,00<-ore 8.00

Restiamo sotto la doppia coppia di resistenze 22500/22600 e 23048 

AGGIORNAMENTO  22 GENNAIO 2021

FTSE MIB 22.088,00

Close Weekly

AGGIORNAMENTO  21 GENNAIO 2021 

FTSE MIB 22.425,00 <–AFTER-BCE

E’ bastato un solo accenno BCE alla possibilità di TASSI ad HOC per ogni Nazione e Debito Sovrano a ricordare la situazione Debito Pubblico Italiano e Rapport Debito/Pil al 160%

FTSE MIB 22.836,00 <–PRE-BCE

Vedi aggiornamenti precedenti

>22500 e 22600 20-01-2021




AGGIORNAMENTO AL CLOSE DEL 19 GENNAIO 2021

FTSEMIB SENTE CHIARAMENTE LA RESISTENZA 22500/22600

FTSE MIB 22.442

NEWS ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO

Piazza Affari ha smarrito retta via, che succede al Ftse Mib? I titoli top & flop YTD e quelli da seguire a inizio maggio. Intesa & co. al test conti

02/05/2021

Mese di aprile non proprio da ricordare per Piazza Affari che ha fatto dietrofront mentre sia l’Euro Stoxx 600 che Wall Street andavano ad aggiornare più volte i massimi storici.  Le azioni europee hanno segnato il terzo mese consecutivo di guadagni grazie alla spinta di forti utili societari e dell’ottimismo su una ripresa economica dalla pandemia COVID-19. L’indice STOXX 600 ha chiuso il mese in rialzo dell’1,8%,ancora meglio Wall Street con Nasdaq tornato a ruggire con +3,6% nell’ultimo mese. 
Il Ftse Mib invece ad aprile evidenzia un bilancio negativo di oltre il 2% complici le ultime due settimane  del mese intonate al ribasso e una striscia di ben 4 ribassi consecutivi a fine mese.

Ultima seduta di aprile che è stata comunque incolore per tutte le Borse del Vecchio continente in scia al ritorno in recessione tecnica dell’Eurozona, anche se le attese sono di una pronta ripresa nel trimestre in corso quando i freni pandemici vengono rimossi durante l’accelerazione delle campagne di vaccinazione.
L’economia tedesca si è contratta di un 1,7%, più delle attese, colpita da nuovi blocchi, mentre l’economia italiana ha segnano -1,4%.

Top & Flop YTD

In generale il saldo dei primo 4 mesi dell’anno rimane ampiamente positivo (+8,58%).  I 5 titoli migliori YTD sono Tenaris 35,24% Banco Bpm 31,08%, Poste Italiane 31,01%, Bper Banca 27,81%, A2a 24,72%. I peggiori invece sono: Diasorin -16,96% Saipem -12,86% Prysmian -10,42% Ferrari -5,57% Nexi -2,45%

“Graficamente i Piazza Affari mostra una perdita di forza relativa nelle ultime settimane – asserisce Pietro Di Lorenzo, trader professionista e fondatore di SosTrader –  proseguendo in una incredibile fase laterale mentre gli indici Usa toccano nuovi massimi. In particolare il Ftse Mib è ingabbiato dall’11 marzo fra area 23.900 e 24.900 punti: solo la fuoriuscita dei prezzi da questo box, innescherà il ritorno dei volumi e della volatilità e sarà in grado di generare un significativo movimento direzionale”.
Nelle prossime giornate da monitorare in primo luogo il settore bancario, con Intesa Sanpaolo che il 5 maggio apre l’earning season bancaria, seguita il giorno dopo da Unicredit, MPS e Banco BPM.

I titoli da seguire il 3 maggio

Tra i titoli interessanti per la prossima seduta, le indicazioni date da SOS Trader si soffermano su seguenti titoli:
BANCA GENERALI disegna una Long white che esplode nella volatilità e nei volumi (scambiata la quantità più elevata dal 30 novembre). Una chiusura superiore a 33€ fornirà un solido segnale di continuazione rialzista

Volumi importanti anche per A2A che si riporta a contatto con i massimi in area 1,6€. Il superamento di questo livello, potrebbe calamitare nuovi acquirenti.

Telecom Italia torna al centro dell’interesse del mercato disegnando una Long white che testa la trendline scaturente dai massimi toccati il 18 Marzo. Il superamento di questo livello, potrebbe innescare un veloce allungo verso area 0,475€.

Diasorin fornisce timidi segnali di reazione dopo il recente sell-off. L’interruzione della serie di 7 massimi giornalieri decrescenti (ovvero il ritorno sopra 142€) potrebbe innescare un repentino rimbalzo.

Prese di profitto su STM dopo il rally di giovedì..

La luce in fondo al tunnel da metà maggio? Ecco perché i dati spingono a un cauto ottimismo

500.000 dosi somministrazioni al giorno contro il Covid. Di questo passo, ritorno alla normalità vicino.

di Giuseppe Timpone , pubblicato il 01 Maggio 2021 alle ore 08:13

C’è finalmente una buona notizia sul fronte delle vaccinazioni in Italia: abbiamo raggiunto le 500.000 somministrazioni di dosi anti-Covid al giorno. E’ il traguardo a cui il generale Francesco Paolo Figliuolo tendeva sin dalla sua nomina come commissario all’emergenza pandemia. L’obiettivo è stato agguantato a quattro mesi dall’avvio della campagna vaccinale. Nel frattempo, la Germania è arrivata a 1 milione di dosi al giorno. In rapporto alla popolazione, sta praticamente somministrando dosi all’1,2% dei tedeschi ogni giorno contro lo 0,8% dell’Italia.

Una soglia psicologica, senza dubbio. Eppure, di questo passo riusciremmo presto a metterci alle spalle la fase più cupa delle restrizioni anti-Covid. Già a metà maggio, potremmo ambire ad accelerare il ritorno graduale alla normalità, pur tra le cautele del caso. I numeri ci raccontano che rispetto al recente picco di marzo, i contagi giornalieri in Italia sono diminuiti del 45%, i morti del 35% dai massimi di metà aprile. Entrambi, tuttavia, restano altissimi.

Ma le vaccinazioni in Italia accelerano e sulla base dei dati che ci arrivano da Regno Unito e Israele, l’uscita dal tunnel potrebbe essere vicina. Questi sono i due paesi che nel mondo hanno vaccinato più velocemente. Ebbene, Londra ha assistito a una discesa dei contagi sotto la soglia dei 5.000 al giorno (seguita un paio di settimane più tardi dal calo dei morti sotto quota 100), quando le somministrazioni delle prime dosi avevano raggiunto un terzo della popolazione. A Gerusalemme la discesa è stata inarrestabile con circa il 40% dei cittadini che avevano ricevuto almeno una dose.

Vaccinazioni in Italia a pieno ritmo, estate salva?

L’Italia ha chiuso il mese di aprile con oltre 14 milioni di cittadini con almeno una dose anti-Covid iniettata.Al ritmo di 500.000 al giorno, a metà maggio ne avremo altri 7 milioni tra prime dosi e vaccinati veri e propri. La percentuale si porterebbe a un terzo della popolazione complessiva. Sarebbe (forse) il numero magico a cui tendere per avvertire in misura sensibile la discesa di contagi e morti. La maggioranza di governo ha fissato proprio per il 14 maggio la data in cui fare un check-up sulle riaperture parziali di bar e ristoranti del 26 aprile scorso. E sempre a maggio verrà discusso il tema spinoso del coprifuoco. Spostare in avanti di 1 ora o più il limite consentito per uscire di casa o confermare alle ore 22?

Se tutto andrà bene, i numeri deporranno tutti a favore della tesi delle riaperture. Esistono, tuttavia, due rischi che non possiamo sottovalutare. Il primo è che le vaccinazioni in Italia subiscano un qualche intoppo, magari a causa delle minori consegne di dosi da parte delle case farmaceutiche. Il secondo riguarda la loro stessa efficacia contro le varianti del Covid. Adesso, fa paura quella indiana, ma ne esistono centinaia nel mondo e non sappiamo ancora se e in quale misura alcune di esse siano più resistenti al siero.

Sempre ipotizzando che le vaccinazioni in Italia mantengano almeno il ritmo delle 500.000 dosi giornaliere, entro fine giugno avremmo più di altre 15 milioni di persone coperte con almeno una dose. E verosimilmente sarà stata coperta integralmente la fascia più a rischio, quella degli over 60. Ricordiamo che gli studi scientifici dei dati di questi mesi dimostrerebbero che già con una dose il rischio di forme gravi di Covid si riduca consistentemente a partire da due settimane dopo la somministrazione. Addirittura, nel caso di Israele si è riscontrato un azzeramento di ricoveri e decessi tra i vaccinati o chi abbia ricevuto una sola dose. Forse, a luglio il sole tornerà a risplendere sul Bel Paese.

Piazza Affari vola ancora. Tenaris la migliore oggi sul Ftse Mib, ENI balza sopra i 9 euro

15/02/2021

Parte sotto i migliori auspici la nuova settimana borsistica. L’Italia continua a cavalcare l’effetto Draghi, il cui governo ha prestato giuramento sabato e nella seconda metà di questa settimana dovrebbe incassare la fiducia da entrambi i rami del parlamento. Cresce poi l’ottimismo sul fronte vaccini. L’Unione Europea ha fatto sapere che accelererà le approvazioni dei vaccini contro il coronavirus anche per combattere le varianti.
Il Ftse Mib, reduce dalla sovraperformance della prima metà di febbraio con oltre +8% di saldo, oggi ha chiuso la giornata con un progresso dello 0,83% a quota 23.604 punti. Sul parterre milanese tornano a correre le banche con le sirene di M&A che continuano ad accendere la speculazione. Bper (+1,13%) in testa, seguita da Unicredit e Intesa, entrambe a oltre +1%. Su Intesa gli analisti di Credit Suisse hanno confermato la view positiva sul gruppo guidato da Carlo Messina indicandolo come l’azione bancaria preferita del sud Europa insieme a Caixa Bank.
Spicca poi il rally prepotente dei titoli oil sotto la spinta dei nuovi massimi di periodo del petrolio (WTI di slancio sopra i 60$) a seguito delle rinnovate tensioni tra Yemen e Arabia Saudita. Incidono anche l’ottimismo per l’arrivo di nuovi stimoli fiscali da parte dell’amministrazione di Joe Biden e la speranza per l’allentamento dei lockdown da coronavirus negli Stati Uniti e nel mondo. Tra i singoli Tenaris è stata la migliore con rialzi nell’ordine del 5,91%. Molto bene anche ENI (+2,75%) tornata sopra i 9 euro e Saipem (+4,86%).
In consistente rialzo oggi anche Telecom Italia (+2,45%) a ridosso di quota 0,39 euro. Il mercato guarda con favore alla nomina di Vittorio Colao come nuovo ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale del governo Draghi. Colao potrebbe dare un impulso allo sviluppo del 5G in Italia. L’ex ceo di Vodafone è stato a capo della maxi task force chiesta da Giuseppe Conte per la redazione del Piano del Recovery Fund. Il Piano Colao di giugno 2020 si concentrava su internet super-veloce per tutti, prevedendo che la fibra ottica arrivasse anche nelle `zone grigie` grazie all’impegno dello Stato a supportare i costi di realizzazione. Dove fosse impossibile portare i cavi fisici, il Piano prevedeva di utilizzare tecnologie alternative fra le quali il wi-fi super veloce (Fwa) e la stessa rete mobile in 5G.
Segno più anche per Unipol (+0,59%). Oggi Equita SIM, a seguito della conference call a commento dei conti 2020, ha deciso di alzare il prezzo obiettivo di Unipol del 12% a 6,1 euro, con raccomandazione buy confermata. Il focus è sulla conferma da parte del management dell’obiettivo di dividendi cumulati per 600 milioni. Oltre al dividendo di 0,28 euro per azione già autorizzato, la holding della compagnia assicurativa bolognese ha in cantiere altri 400 mln di euro di dividendo. “Visto il contesto incerto il regolatore ha chiesto di mantenere un approccio prudente sulla distribuzione di capitale, conseguentemente è improbabile il pagamento di un extra-dividendo nel 2021, mentre si dovrebbe procedere con la distribuzione dei 400 mld residui nel 2022 ( oltre12% yield)”, argomenta Equita che conferma la raccomandazione d’acquisto considerando che il titolo, pur essendo esposto ai medesimi trend di UnipolSai (su cui il rating è hold), tratta a valutazioni particolarmente cheap (2021 P/E = 5.6x), offre un dividendo interessante con una probabile extradistribuzione nel 2022 e tratta con uno sconto sul NAV del 37%.
Fuori dal Ftse Mib continua il magic moment di Fincantieri (+3,47%) che sabato 13 febbraio ha varato, presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia), “Damsah” e ha impostato “Sumaysimah”, rispettivamente la seconda e la quarta unità della classe di corvette “Al Zubarah”, commissionate a Fincantieri dai qatarini e la cui consegna è prevista, rispettivamente, nel 2022 e 2023. Il contratto del Qatar con Fincantieri, annunciato nell’agosto 2017, vale 5 miliardi di euro (compreso 1 miliardo di euro per i missili) e comprende quattro corvette per la difesa aerea, la costruzione di due navi di tipo OPV/FACM basate sulla classe Falaj 2 e un LPD per la difesa aerea.

Piazza Affari adesso cerca conferme, Morgan Stanley crede nella svolta Draghi per Italia (e UE). Cinque titoli da monitorare lunedì 15 febbraio

14/02/2021

Piazza Affari è pronta a ripartire con gli investitori ancora proiettati sulle nuove prospettive per l’Italia alla luce della nascita del governo Draghi. Il sentiment molto positivo delle ultime due settimane (oltre +8% per l’indice Ftse Mib, balzato ai massimi a quasi un anno) cercherà conferme nelle prossime settimane/mesi con il governo Draghi che sarà chiamato alla prova dei fatti. “Tre parole, “whatever it takes”, hanno salvato l’Europa da una tempesta perfetta, ma anche la credibilità dell’uomo che le ha pronunciate ha salvato l’Europa. La sua forza, la sua reputazione e la sua capacità. Ora quell’uomo può regalarci una stabilità politica che noi non abbiamo mai avuto prima e una visibilità del futuro che all’Italia non è mai stata in fondo concessa, o meglio, che a chi ha investito nell’Italia non è stata mai in fondo concessa. Due, forse anche 5 o 7 anni di visibilità politica è un’enormità ed è esattamente quello che l’investitore vuole”, rimarca Guido Brera, Chief Investment Officer di Kairos, che vede oggi l’Italia come il luogo dove investire nel mondo.

Da migliore gestione Recovery Plan spinta verso maggiore crescita

Morgan Stanley, che si aspetta almeno un anno di governo Draghi, ritiene che il focus sarà subito sulla gestione dell’emergenza Covid e del Recovery Plan. L’obiettivo sarà quello di utilizzare le tante risorse (circa 2% del PIL all’anno per 5 anni) nel modo più efficace. Nel report intitolato ‘Draghi’s Cabinet’, la casa d’affari USA ritiene che Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, con l’aiuto dei tecnocrati nominati ai ministeri chiave della spesa delle infrastrutture e delle transizioni verdi e digitali, sono ben posizionati per raggiungere questo obiettivo. La scadenza di fine aprile per la presentazione della bozza del recovery plan costituirà un primo obiettivo chiave per il governo. Una corretta gestione del recovery plan può indurre a un rialzo delle stime per il Pil dell’Italia (4% a nel 2021, 5,3% a nel 2022 quelle attuali di MS).
In aggiunta, Draghi ha nominato dei tecnocrati per dirigere i ministeri dell’interno, della giustizia e i ministeri dell’istruzione, il che può essere un segno di ambizione riformista. 
Con Draghi a palazzo Chigi, qualcosa può cambiare anche in Europa. L’ex presidente della Bce ha detto che la sua priorità per l’Europa è quella arrivare a un bilancio comunitario comune e secondo Morgan Stanley il suo lavoro al governo potrebbe avere un certo peso nel raggiungimento di questo obiettivo. Ad esempio, se l’Italia utilizzerà il recovery plan in modo efficace, ciò aiuterà a convalidare l’uso del prestito congiunto.

ROME, ITALY – FEBRUARY 13: Italian President Sergio Mattarella(C) and Italian Prime Minister Mario Draghi pose for a picture after the swearing-in ceremony at the Quirinal palace, on February 13, 2021 in Rome, Italy. Former President of the European Central Bank Mario Draghi was sworn in as Italy’s Prime Minister today, after the collapse of the Italian government last month. (Photo by Roberto Monaldo/AM POOL/Getty Images)

Caccia ai titoli più sensibili alla svolta Draghi

Piazza Affari dal canto suo, che capitalizza solo il 30% del PIL italiano e circa un terzo di quella di Apple, potrebbe essere tra i grandi beneficiari dell’effetto Draghi. Come sottolinea Pietro Di Lorenzo, trader e fondatore di SosTrader,  individuare le aziende quotate che per prime possano beneficiare dell’avvento del nuovo governo. In particolare quelle che possono trarre i maggiori vantaggi dalle abbondanti risorse che verranno allocate grazie al Recovery Fund.
Operativamente, lunedì potrebbe essere una seduta con volumi e volatilità in contrazione a causa della chiusura di Wall Street (per il President’s Day). Chiusi anche i mercati cinesi continueranno ad essere chiusi fino a mercoledì per la celebrazione del capodanno lunare.
La settimana  sarà caratterizzata dalla pubblicazione dei dati preliminari di febbraio degli indici PMI per le principali economie. In particolare, l’attenzione sarà rivolta al settore servizi che fino ad ora ha manifestato la maggiore debolezza. Tra gli altri dati, negli USA saranno da monitorare, in particolare, i dati su produzione industriale e vendite al dettaglio di gennaio.  Sul fronte banche centrali ci saranno i verbali delle ultime riunioni di Fed e BCE. In programma la riunione della Banca centrale turca attesa lasciare i tassi invariati al 17%.  Infine, è attesa la riunione dell’Eurogruppo che non prevede temi particolari se non l’evoluzione della situazione pandemica e la discussione delle ultime stime economiche della Commissione europea.

Cosa guardare a Piazza Affari nella prossima seduta 

Ecco i titoli interessanti per la seduta di lunedì segnalati da SosTrader: 
NEXI accelera dopo la pubblicazione dei risultati riportandosi a contatto con la resistenza in area 16,5€. Una chiusura superiore a questo livello, fornirà un interessante segnale rialzista

CAMPARI, in attesa della pubblicazione dei risultati in programma giovedì 18, consolida sotto la resistenza chiave in area 9,85€. Monitoriamo questo livello, superato il quale ci attendiamo una accelerazione

SAIPEM torna il titolo di Piazza Affari con la maggior percentuale di capitale shortato. Monitoriamo i prezzi in area 2,5€ in attesa di un eventuale short covering

Monitoriamo anche MONCLER in attesa del CdA sul bilancio di giovedì 18. Il livello chiave è 52,68€ ovvero i massimi assoluti toccati mercoledì.

Rimane al centro dell’interesse del mercato FINCANTIERI (+23.29% negli ultimi 5 giorni) su cui sono scattate le ricoperture dei ribassisti. Il titolo va seguito per costruire veloci operazioni che sfruttino la volatilità come quella illustrata in questo articolo. 
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Mario Draghi e il nuovo MIRACOLO ITALIANO

L’arrivo di Mario Draghi è stato come una panacea per il mercato italiano. Borsa in festa, Spread BTP Bund che collassa verso livelli visti solo tanto tempo fa. Questo è il valore della persona. Colui che disse la famosa frase “whatever it takes”. E il mercato che vee la frase ribaltata sul sistema Italia. A qualunque costo ce la faremo. E se Draghi ha salvato l’Euro, salverà anche l’Italia. Questa è la convinzione che ha il mercato. Questo è quello che ha spinto in alto Piazza Affari e in basso lo spread.

E chi era sottopesato di Italia o peggio ancora, chi la stava shortando, si ritrova grande compratore…

«Un investitore inglese sta comprando BTp trentennali per un grosso importo in questo momento». È lunedì pomeriggio, Mario Draghi ha l’incarico di formare un Governo da meno di una settimana, e durante una telefonata con un operatore arriva questo messaggio. In tempo reale. Un flash sul suo computer. E non è un caso. Basta chiamare qualunque sala operativa, desk di trading o broker per sentirsi raccontare più o meno la stessa storia: in questi giorni tutte le tipologie di investitori stanno cercando di assaltare la diligenza dei titoli di Stato italiani.
Ci sono assicurazioni, fondi e banche estere. Ma anche istituti italiani. Qualcuno segnala anche piccoli risparmiatori. E, soprattutto nei giorni scorsi, una certa operatività sui BTp futures è stata fatta dagli hedge fund. (…) [Source]

Il grafico in apertura vi illustra non solo lo Spread BTP Bund, ma anche il prezzo del CDS, ovvero della copertura sul rischio Italia. Ed è proprio questo che è sorprendente, non lo spread. Oggi il rischio sul nostro paese è risibile, ma la situazione, come è noto, non è proprio brillantissima.

Qui il rapporto debito PIL è ancora “dignitoso” (registrato al terzo trimestre 2020), oggi siamo in area 160%. Un grafico che invece dovrebbe illustrarci un ben altro scenario a livello di Spread e di CDS.

E’ tutto merito del Draghi effect. Potete anche non stimarlo, ma SuperMario per i mercati è tanta roba. Ovvio, è un garante per il sistema e quindi significa che comporterà dei sacrifici per noi italiani. Vedremo, magari non subito, la priorità si chiama Next Generation EU. 

MES o non MES? A questi tassi…

Come era lecito attendersi, torna in auge il MES. Prendere o non prendere il MES? Adesso tutto diventa più discutibile, perchè l’Italia, grazie a SuperMario, si è ritrovata con una curva dei rendimenti spostata “brutalmente” verso il basso.

(…) i BTp richiedevano in media il 2% in più di interessi rispetto alle linee di credito europee oggi lo scarto è di appena 85 punti base. Un differenziale che garantirebbe ancora un risparmio di interessi. Ma comunque compensato dai vincoli che, seppur minimi, impone una richiesta di finanziamento al fondo Salva Stati. Vincoli non presenti nel caso dei finanziamenti contratti con l’Ue per finanziare la cassa integrazione (Sure). Così come per il piano Next Generation Eu che il nuovo governo è chiamato a stilare. (…) [Souce]

Adesso l’accesso al MES diventa meno interessante. Continua ad esserlo, ma rispetto a qualche mese fa, lo è molto meno. Sarà Draghi a dirci la sua. Intanto è chiaro che la fiducia sul personaggio è notevole, forse esagerata. Per una volta, godiamoci l’effetto di sentirci rispettati, almeno per un po’.

Draghi e l’impresa titanica di raddrizzare l’Italia con il Recovery Fund. Risolvendo quell’incapacità atavica di spendere bene i soldi

09/02/2021

Ci aspettiamo che l’Italia faccia i compiti“, tanto più ora, con Mario Draghi che si appresta a scrivere la storia del paese. Parola di Manfred Weber, capogruppo del Partito popolare europeo (Ppe) al Parlamento Ue, che parla sia al quotidiano La Repubblica che al Financial Times.

“Questa è una occasione storica affinché il paese investa nella sua economia e si prepari al futuro con un piano di riforme ambizioso – insiste Weber all’Ft – Noi ci aspettiamo che l’Italia faccia i suoi compiti, come ci aspettiamo che lo facciano tutti gli stati membri. Non dimenticate che questa è una parte esplicita dell’accordo. E su questo rimarremo fermi”.
L’Ue si conferma così faro e sentinella dell’Italia, anche con Draghi al timone del paese, mentre il Financial Times ricorda l’importanza che, attraverso un uso corretto delle risorse del Next Generation EU-Recovery Fund, Roma riesca a “rilanciare la sua economia sclerotica”.
Praticamente, avverte il quotidiano britannico, “il successo o il fallimento di Draghi nel dispiegare i fondi del Recovery e nel lanciare le riforme chiave sarà cruciale non solo per il futuro dell’Italia, ma anche per la credibilità del piano economico congiunto più ambizioso che l’Unione europea abbia approntato dalla nascita dell’euro“. Dunque, tirando le somme, anche per la credibilità dell’Europa e dell’euro stesso.
L’FT fa riferimento “alla politica tossica che ha già segnato l’Italia”, ripercorrendo la genesi della crisi di governo, culminata con la decisione del leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi di staccare la spina al governo Conte bis, nato a sua volta dalle ceneri del primo governo Conte, venuto alla luce con l’alleanza tra il M5S e la Lega.

Draghi, Gentiloni: ecco perchè il suo governo sarà diverso da quello di Monti

Viene riproposto l’apparente parallelismo con il governo di Mario Monti, con l’opportuna precisazione.
“Stavolta l’Ue ha sospeso le sue regole fiscali (leggi Patto di stabilità), permettendo al debito pubblico italiano di superare il 150% del Pil (…) Ciò non significa che i fondi del Recovery Fund arriveranno senza condizioni. Per accedere alle risorse (209 miliardi di euro all’Italia – la fetta più grande della torta – sotto forma di sussidi e prestiti – ), allo stato membro (dell’Ue) è stato infatti richiesto di avviare un insieme di riforme, che dovranno essere presentate in base a tempi e con risultati fissati insieme alla Commissione (europea), presieduta da Ursula von der Leyen, nei cosiddetti Pnrr (piani nazionali di ripresa e di resilienza)”.
E su questo, come ha confermato una fonte all’FT, la Commissione non concederà sconti: le riforme dovranno essere fatte.
Detto ciò, il commissario Ue agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni ha sottolineato come ci sia una grande differenza tra il governo in via di formazione che sarà guidato da Mario Draghi e quello tecnico di Mario Monti, che resse l’Italia tra il 2011 e il 2013.
“La missione di Monti è stata una missione di salvataggio. Questa è una missione per evitare di perdere una opportunità storica, ed è per questo motivo che la leadership di Draghi è così importante -spiega al Financial Times Gentiloni, lui stesso ex presidente del Consiglio – Si tratta di un contesto molto diverso rispetto a quello che abbiamo avuto otto o nove anni fa. Alcuni di quei problemi ci sono ancora, ma ora c’è l’occasione di affrontarli in un contesto positivo di forte spinta alla crescita e alla ripresa, e non in un contesto di salvare il paese dalla troika”.
“Sono sicuro – ha continuato Gentiloni – che (Draghi) farà uso di tutta la sua esperienza straordinaria e della sua forte leadership per agire in modo giusto. Lui conosce molto bene tutti gli ostacoli, le difficoltà, le sfide che i presentano nel rendere possibile l’attuazione delle riforme in Italia”.
A tal proposito, la fiducia a Draghi è stata riconosciuta senza alcun dubbio dai mercati finanziari, se si considerano il tonfo dello spread BTP-Bund sotto quota 100 e, anche, le previsioni ottimistiche che arrivano dal mondo dei banchieri, Carlo Messina di Intesa SanPaolo in primis.
Ormai Draghi è considerato una sorta di dividendo per il paese,  tanto che gli analisti intravedono un futuro radioso sia per la borsa di Milano che per i BTP.

Reichlin: obiettivo risolvere incapacità strutturale Italia di spendere soldi

Dello stesso avviso Lucrezia Reichlin, docente presso la London Business School ed ex responsabile della divisione di ricerca della Bce, che sottolinea che Draghi non è “un tecnocrate che cade dal cielo” e che vuole spingere il paese verso un “corso intensivo volto a liberalizzare la sua economia” .
Il suo scopo, dunque lo scopo delle proposte che presenterà alla Commissione, sarà piuttosto quello di cercare di risolvere “l’incapacità strutturale dell’Italia di spendere soldi, che è collegata all’abilità del settore pubblico di prendere decisioni, di seguire processi trasparenti, e di essere sottoposto a controlli”.
L’Italia ha alle spalle una lunga storia che l’ha resa famosa per essere uno dei paesi che spendono nella misura peggiore i fondi strutturali dell’Unione europea. Un record che condivide anche con la vicina Spagna.
Nel periodo di bilancio Ue compreso tra il 2014 e il 2020, la Spagna riuscì a spendere solo il 36% delle risorse entro la fine dell’ultimo anno, e l’Italia fece poco meglio utilizzando il 43% delle risorse, rispetto alla Francia (tasso di assorbimento delle risorse pari al 61%) e all’81% della Finlandia“. Per questo, la preoccupazione di Erik Nielsen, capo economista di UniCredit, è più che comprensibile, laddove afferma che il sogno si realizzerà soltanto “se i soldi saranno spesi bene e, ovviamente, non sprecati”.
Lo stesso appello ha lanciato Weber nell’intervista rilasciata a La Repubblica:
“Questo fondo (riferimento al Recovery Fund-Next Generation EU diventerà un successo per l’Europa solo se non sprechiamo i soldi per spese orientate al passato. Bisogna investire nel futuro, nei nuovi lavori, puntando su clima, digitale e sanità. E servono le riforme: quando vedi la scarsa capacità di assorbimento dei tradizionali fondi Ue da parte dell’Italia capisci che riformare la Pubblica amministrazione e la giustizia è cruciale per il Paese”.

Dai vaccini modello inglese al calendario scolastico, Draghi presenta il programma ai partiti

Con il secondo giro di consultazioni comincia a delinearsi il disegno che accompagnerà il premier incaricato Mario Draghi verso il nuovo esecutivo. Riforme in vista per Fisco, Pubblica amministrazione e giustizia civile

Un orizzonte di «lungo periodo». Dovrà essere un governo marcatamente «europeista» e dalla «forte vocazione atlantista». Serviranno maggiori investimenti per la ripresa evitando con i ristori il più possibile contributi a fondo perduto. Messi insieme gli spezzoni venuti fuori dal secondo giro di consultazioni, prende forma mano a mano il disegno di programma che accompagnerà il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi verso il nuovo esecutivo. Agli esponenti dei vari partiti l’ex presidente della Bce ha rinnovato l’intenzione di puntare dritto a riforme nei gangli vitali dell’amminstrazione dello Stato, dal fisco alla giustizia civile.Leggi anche

Priorità all’ambiente negli investimenti

Nella impostazione di fondo abbozzata da Draghi sarà l’ambiente a «innervare» tutti gli ambiti di investimento, spingendo a una riconversione del sistema produttivo. Nell’immediato la priorità è quella di «implementare» l’attuale piano vaccinale perché diventi realmente «efficace». Soltanto raggiunto un livello alto di vaccinazione della popolazione si potrà tornare a una fase espansiva, prima di quel momento risulta infatti difficile pensare a una ripresa robusta dell’economia. Nel frattempo l’Italia si potrebbe trovare a gestire una alto tasso di disoccupazione; questo comporta che il governo dovrà «tutelare le persone che perdono il lavoro». Si tratta in buona sostanza di dare rilievo concreto alla coesione sociale richiamata dal premier nelle sue interlocuzioni degli ultimi giorni.

Il confronto con le parti sociali

Mercoledì è in programma, nella tarda mattinata, il confronto tra Mario Draghi e le parti sociali. Per quanto riguarda le imprese, oltre al loro sostegno, una mina è la questione dell’indebitamento con le banche, dei crediti che potrebbero trasformarsi in crediti deteriorati. E dunque puntellare la solidità del sistema bancario appare una ulteriore necessità strategica nei piani dell’esecutivo nascente. In base a quanto anticipato molti degli investimenti interesseranno le infrastrutture.Leggi anche

Più velocità sui vaccini, focus su logistica

Per dare slancio alla campagna di vaccinazione avviata il focus verrà posto in particolare sugli aspetti assai spinosi della produzione e della logistica. Ai gruppi parlamentari incontrati il premier avrebbe sottolineato la questione dell’approvvigionamento citando ad esempio, per bocca di alcuni interlocutori, la marcia innestata dal Regno Unito nella somministrazione a tappeto sul territorio.

Fisco, Pa e giustizia civile

Stando ancora a quanto riferito, per Draghi una autonoma capacità fiscale della Ue potrebbe dotarne il bilancio delle risorse necessarie per la mutualizzazione del debito buono. È un obiettivo non facile ma che l’alto profilo del premier incaricato, nella responsabilità che si trova ora innanzi, riporta in primo piano. Intanto sull’impianto del Recovery plan italiano sono arrivate in giornata non poche riserve nell’ambito delle audizioni in Parlamento, laddove – come sottolineato dall’Ufficio parlamentare di bilancio – «ragioni di efficacia richiederebbero verosimilmente di rinunciare a qualche linea di intervento e concentrare le risorse su un numero minore di priorità, per avere un impatto maggiormente visibile su quelle prescelte». Accanto alla riformulazione del piano da presentare a Bruxelles Draghi avrebbe fatto espresso riferimento a tre riforme da varare, in ordine cioè a Fisco, Pubblica amministrazione e giustizia civile. Sul primo punto non è più procastinabile il metter mano a una razionalizzazione nella giungla delle cosiddette “tax expenditures”.

8 febbraio 2021

Evitare cattedre vacanti a settembre

Anche l’istruzione è stat posta in cima all’agenda, nei colloqui con i partiti. In questo senso per il premier incaricato occorre lavorare da subito perché a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico. Da evitare il ripetersi delle molte migliaia di cattedre vacanti come lo scorso anno, alla ripresa dopo l’estate. Inoltre il futuro governo dovrà «rimodulare il calendario scolastico» del periodo in corso, per recuperare i «numerosi giorni persi».

Piazza Affari ancora in rialzo, banche protagoniste. Bper continua a volare

08/02/2021

Piazza Affari avvia gli scambi in territorio positivo, prosegeuendo i guadagni della scorsa settimana. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Ftse Mib sale dello 0,9% in area 23.300 punti. Il sentiment sui mercati rimane positivo di fronte alle buone notizie riguardanti i risultati societari, il piano di rilancio economico negli Stati Uniti e la campagna di vaccinazione nel mondo con la possibile disponibilità di un nuovo vaccino. Johnson & Johnson ha fatto richiesta alla FDA, l’autorità americana dei farmaci, di autorizzare il suo vaccino per uso in emergenza.

In Italia si monitora anche la questione politica, con il premier incaricato Mario Draghi che ha terminato la settimana scorsa il primo giro di consultazioni, e a partire da oggi si appresta a iniziare un secondo round di incontri per spiegare il suo piano di azione per la formazione di un nuovo esecutivo (probabilmente, almeno secondo circola, a larghissima maggioranza).

Tra i titoli del paniere principale di Piazza Affari, spiccano le banche con Bper Banca che guida il comparto con un balzo in avanti del 4,8%, proseguendo i guadagni della scorsa ottava. La seguono Banco Bpm e UniCredit con rialzi intorno al 3,5%. Acquisti anche su Saipem che avanza di oltre 3 punti percentuali, sostenuta dal petrolio, con il Brent ormai a un soffio dalla soglia dei 60 dollari al barile. Sul fronte opposto, invece scivolano sul fondo del listino Snam e Atlantia con un debole -0,3%.

Il calendario macro odierno prevede diversi dati. A cominciare dalla produzione industriale in Spagna e l’indice Sentix che misura la fiducia degli investitori nella zona euro. È inoltre prevista la presentazione del report annuale Bce al Parlamento europeo da parte del presidente dell’istituto centrale di Francoforte, Christine Lagarde.

Visco (Bankitalia): ripresa economia da primavera, la campagna vaccinazione sarà fondamentale

06/02/2021

“La seconda ondata di contagi e le misure di contenimento hanno determinato una nuova flessione del prodotto nel IV trimestre, pari al 2% sul III e al 6,6% sui 12 mesi. Le nostre proiezioni vedono una ripresa dell’attività produttiva dalla primavera, se in uno scenario di attenuazione dell’epidemia nei prossimi mesi”, Così il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenendo al 27mo Congresso Assiom Forex. “Il successo della campagna di vaccinazione sarà fondamentale per stabilizzare la ripresa”, ha aggiunto.

Visco (Bankitalia): patrimonializzazione banche italiane si è rafforzata nel 2020

06/02/2021

Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, intervenuto oggi al 27mo Congresso Assiom Forex, ha rimarcato che anche grazie alle misure di sostegno dell’economia adottate dal Governo, le banche italiane hanno mantenuto condizioni di offerta distese in risposta all’aumento della domanda di fondi da parte delle imprese. “Nel 2020 la patrimonializzazione delle banche ha continuato a rafforzarsi. Il rapporto tra il capitale di migliore qualità e il totale delle attività ponderate per il rischio (CET1 ratio) è cresciuto di 1,2 punti percentuali, al 15,1%”, ha rimarcato Visco.

Draghi regala una settimana d’oro a Piazza Affari e BTP, ecco chi ha beneficiato di più dell’ondata di Buy Italy

05/02/2021

Nuovi massimi storici per Wall Street che si appresta ad archiviare una settimana di forti rialzi. Assist al risk-on arriva dal voto del Senato USA per adottare un progetto di bilancio per il pacchetto di stimoli da 1,9 trilioni di dollari del presidente Joe Biden. Le non farm payrolls sotto le attese non hanno intaccato il clima positivo sui mercati.
A distinguersi in positivo nelle ultime 5 sedute è stata Piazza Affari sotto la spinta dell’effetto Draghi. L’incarico a formare il governo affidato all’ex presidente della Bce ha scatenato gli acquisti sugli asset Italia con spread Btp-Bund sui minimi dal 2015 sotto il muro dei 100 pb e la Borsa di Milano ha fatto en plein. Il Ftse Mib ha chiuso oggi a 23.083 punti, in rialzo dello 0,80%. Il saldo settimanale è di quasi +7%, sovraperformando con decisione rispetto a Dax e Wall Street che segnano rialzi tra il 4 e il 5%.La classifica settimanale vede ATLANTIA in pole (+20,7%), seguita da UNIPOL (+14,2%), BANCO BPM (+13,9%), FINECOBANK (+13,5%) e POSTE ITALIANE (+13,4%). In generale a correre è stato soprattutto il settore bancario e i titoli finanziari più sensibili al fattore spread.
Di contro, i peggiori sono stati FERRARI (-1,7%), DIASORIN (-1%), BUZZI UNICEM (+0,9%), STMICROELECTRONICS (+1,5%) ed ENI (+2,6%).

La giornata di oggi

Oggi riflettori su Intesa Sanpaolo, salita del 2,61% a 2,061 euro. I numeri del quarto trimestre sono stati migliori del previsto e la banca ha aggiornato le stime sulla sinergie legate all’integrazione di UBI Banca. La maggiore banca italiana ritiene che a regime nel 2024 saranno superiori al miliardo di euro e oltre l’80% di tali sinergie sarà raggiunto nel 2023 ((nel documento di OPAS il gruppo Intesa Sanpaolo aveva indicato sinergie per circa 700 milioni). Guardando all’anno in corso, il ceo Carlo Messina professa ottimismo. La banca indica un obiettivo di utile 2021 oltre i 3,5 miliardi considerando anche Ubi. “Il nostro impegno è assolutamente di superare questo obiettivo”, dice Messina aggiungendo che il target sarà superato “facilmente”.
Ta le banche si è distinta Bper (+4,71%) che conferma la sua capacità di performare meglio dei peers in questo primo scorcio d’anno. Da inizio anno Bper è il migliori titolo di tutta Piazza Affari con un balzo di oltre il 18% dopo il 2020 difficile chiuso come peggiore blue chip milanese.
Rally convinto anche per Unicredit (+2,17%). Oggi il presidente designato di UniCredit, Pier Carlo Padoan, in un’intervista rilasciata a Repubblica ha detto di non escludere nulla in tema di M&A. “Non escludo nulla. Siamo in una fase di profondo cambiamento e la crescita per linee esterne è uno degli strumenti a disposizione, anche se come è ovvio il cda non approverà nessuna operazione che non sia nell’interesse pieno di tutti i suoi azionisti”, dice Padoan che aggiunge: “Abbiamo voglia di crescere e di creare valore più di prima”.
Tra i segni meno si segnala Enel (-1,27% a 8,447 euro) all’indomani dei numeri preliminari 2020. La maggiore blue chip di Piazza Affari ha mostrato un Ebitda sostanzialemente in linea con le stime di mercato e un debito migliore delle attese. Enel ha chiuso il 2020 con ricavi pari a 65 miliardi di euro, in diminuzione del 19,1% rispetto al 2019, per effetto del Covid, che ha ridotto la vendita e il trasporto di energia soprattutto in Spagna e Italia, e per l’evoluzione negativa dei tassi di cambio, in particolare in America Latina. L’Ebitda ordinario ammonta a 17,9 miliardi di euro, in linea con il 2019 e con le attese degli analisti. Enel ha beneficiato in particolare del buon andamento del business rinnovabili in Italia, Nord America e Spagna. Bene anche il termoelettrico grazie ai minori costi di procurement e ai maggiori margini unitari. L’indebitamento finanziario netto a fine 2020 è pari a 45,4 miliardi di euro, decisamente sotto i 48,7 miliardi attesi (la guidance era di 48-49 miliardi).

Piazza Affari oltre quota 23mila, non si placa voglia di rialzi: bancari protagonisti con spread, oggi conti Intesa

05/02/2021

Piazza Affari continua a percorrere la strada dei rialzi anche nell’ultima seduta della settimana. Quando sono trascorsi pochi minuti dall’avvio degli scambi, l’indice Ftse Mib avanza dello 0,5% e abbatte anche la soglia di 23mila punti. E’ stata una settimana di acquisti sul listino milanese: ieri il Ftse Mib ha chiuso con un +1,65% a 22.900 punti, sui massimi da febbraio 2020, cavalcando l’ulteriore discesa dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp a dieci anni e il Bund è infatti sceso sotto la soglia dei 100 punti base per la prima volta da fine 2015, e anche stamattina continua a viaggiare sotto il muro di quota 100.Bancari in evidenza a Piazza Affari. La migliore è Bper Banca (+2,5%) che in settimana ha presentato i conti per il 2020 e per l’ultimo trimestre 2020. Oggi spetterà invece a Intesa Sanpaolo (+2,1%) comunicare al mercato i risultati finanziari. Stando alle previsioni degli analisti intervistati da Bloomberg, i risultati del quarto trimestre del 2020 della banca guidata da Carlo Messina sono stati colpiti da alcune poste straordinarie di bilancio, oltre a essere stati complicati dall’inclusione delle attività di Ubi Banca, dopo la fusione tra i due istituti. I mercati hanno già avuto modo di vedere l’impatto dell’integrazione sulla trimestrale di Ubi Banca. Tra le big del comparto bancario avanzano anche UniCredit e Banco Bpm con rialzi di poco inferiori al 2 per cento.Dopo lo scatto della vigilia in scia alla positiva valutazione di BofA, Pirelli finisce oggi nelle retrovie con un calo di quasi tre punti percentuali. Debolezza anche per Enel (-0,3%)che ieri a mercati chiusi ha comunicato i numeri 2020. La maggiore blue chip di Piazza Affari ha diffuso i risultati preliminari 2020 che mostrano ricavi pari a 65 miliardi di euro, in diminuzione del 19,1% rispetto al 2019, per effetto del Covid, che ha ridotto la vendita e il trasporto di energia, e per l’evoluzione negativa dei tassi di cambio, in particolare in America Latina. L’indebitamento finanziario netto a fine 2020 è pari a 45,4 miliardi, in miglioramento rispetto alle attese. I numeri dettagliati arriveranno il prossimo 18 marzo.Il tema politico resta in primissimo piano in Italia. Grande attesa per le consultazioni iniziate ieri dal premier incaricato Mario Draghi e che si concluderanno sabato mattina. Pieno sostegno è arrivato da Azione ed Europa+. Anche il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha apertamente espresso il sostegno a Draghi e sarà direttamente l’ex premier a guidare la delegazione di Forza Italia attesa oggi da Draghi, insieme a Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia e Pd. Ancora incerta la posizione che prenderanno Lega e del M5S.

Draghi come possibile premier migliora la reputazione dell’Italia del 16%

04/02/2021

La sola ipotesi che Mario Draghi possa ricoprire il ruolo di premier ha portato un miglioramento della reputazione dell’Italia di 16 punti percentuali. Un dato che si trasforma in capitale economico contante, grazie alla fiducia di mercati e istituzioni. Questo è quanto emerge dall’analisi realizzata attraverso l’algoritmo di Reputation Rating.Andando ad analizzare l’incremento nello specifico, per quanto concerne i driver che determinano il valore della reputazione, Leadership e, soprattutto, Performance, intese in senso finanziario, sono tra i più rilevanti. In particolare, la reputazione dell’Italia in termini di Performance finanziaria è schizzata alle stelle, registrando un +32%, grazie alla fiducia internazionale nei confronti di una figura come quella di Mario Draghi, tra le prime che affiorano in mente in termini di affidabilità negli investimenti.A pensarlo sono per lo più cittadini, come rilevato dalla Sentiment Analysis in rete degli utenti, che evidenzia un sentiment positivo del 71% attorno alle keyword connesse a Draghi premier. Ottimo riscontro anche da parte di investitori e istituzioni internazionali, che esprimono una piena fiducia nella figura di Draghi, che si riflette anche sul mercato, con il forte rialzo di Piazza Affari e lo spread che vira in giù a quota 100.“Questo è uno di quei casi emblematici in cui la Reputazione di una singola persona diventa immediatamente capitale economico traslato su una intera nazione. – Spiega Davide Ippolito, cofondatore di Reputation Rating – Mario Draghi ha una reputazione internazionale così altamente consolidata che la sola notizia di una sua possibile nomina ha portato benefici economici per l’Italia che si vedranno, qualora l’ipotesi di governo andasse in porto, nel brevissimo termine”.

Goldman Sachs presenta ‘The All-In Draghi Option’: l’Italia si gioca tutto? E c’è chi paventa rischio ‘calice amaro’

04/02/2021

“The All-In Draghi Option” by Goldman Sachs. O anche: con Draghi l’Italia si gioca praticamente tutto: si gioca il presente e il futuro, e si gioca anche la fiducia degli elettori e degli investitori internazionali, di chi vuole fare business nel paese, di chi ha tentato e non ci è riuscito, di chi lo ha fatto ed, esasperato. è scappato a game levate.
Con la carta Draghi, gli investitori potrebbero posizionarsi sui BTP e sugli asset del made in Italy come api sul miele, ma gli stessi potrebbero scaricare con la stessa facilità l’Italia, nel caso in cui il Draghi dream venisse in qualche modo incrinato.

Attenzione, dunque: fino a oggi Draghi è stato una chimera, un’utopia secondo molti (anche se, fin da quando disse addio alla Bce alla scadenza del suo mandato, economisti, giornalisti e vari iniziarono a scommettere su un suo futuro seduto allo scranno più alto di Palazzo Chigi o del Quirinale).
Ora che è entrato nel mondo delle possibilità, o meglio delle probabilità, i mercati e il mondo pretendono un’Italia traghettata dal Mr WhateverItTakes.
L’ipotesi di un’Italia che si facesse scappare un’occasione del genere – Draghi regista dell’utilizzo delle risorse del Recovery Fund-Next Generation EU – verrebbe presa molto male dal mondo della finanza. Rifletterebbe praticamente un paese incapace di sfruttare perfino le proprie ricchezze e i propri patrimoni (una critica che in realtà è già ben radicata), per usare le parole dello stesso Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria.
Bonomi ha definito Draghi un patrimonio del Paese. E non è sicuramente ad avere questo giudizio nei confronti dell’ex numero uno della Bce e di Bankitalia.
Che figura ci farebbe l’Italia, se non riuscisse neanche a sfruttare quella che è, di fatto, una “once in a lifetime chance”, ovvero l’occasione che si presenta soltanto una volta nella vita?

Goldman Sachs:  “The All-In Draghi Option”

Filippo Taddei di Goldman Sachs fa il punto della situazione, riassumendo quanto avvenuto in queste ore e anticipando i prossimi eventi: Draghi, ricorda, ha accettato con riserva l’incarico conferitogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La condizione sine qua non affinché diventi premier è il sostegno di “una parte sufficientemente ampia dei partiti in Parlamento. Una volta che questo sostegno sarà stato assicurato, Draghi deciderà con il presidente Mattarella il nuovo governo – probabilmente prima della fine della settimana – e, successivamente, si preparerà ad affrontare il voto di fiducia sia alla Camera che al Senato, forse all’inizio della prossima settimana”.
“A quel punto – si legge nella nota di Goldman Sachs – l’esito del voto di fiducia si dovrebbe confermare positivo” e, “sebbene i confini della nuova coalizione siano ancora confusi, noi prevediamo una maggioranza a sostegno di Draghi più solida di quella che ha sostenuto il Conte bis”. Questo perchè, oltre all’assist della precedente coalizione di governo (5STelle, Partito Democratico e Italia Viva) ci sarebbe anche Forza Italia di Silvio Berlusconi.
La banca d’affari americana mette in evidenza il momento epocale in cui l’opzione di un governo Draghi si presenta, in un certo senso ribattendo anche a chi ritiene che un esecutivo Draghi sarebbe la fotocopia di quello guidato anni fa da Mario Monti.

Governo Draghi fotocopia di governo Monti? Assolutamente no

Niente di più sbagliato, in quanto “il governo di alto profilo e fondamentalmente tecnico che (Draghi) guiderebbe non avrebbe come compito quello di avviare una fase si consolidamento fiscale ma, piuttosto, il contrario. Il governo dovrebbe assicurarsi, infatti. che il sostegno fiscale disponibile attraverso lo strumento RRF (Recovery and Resilience Facility) venga dispiegato prontamente e in modo efficace”.
Un dettaglio, fa notare Goldman Sachs, che fa in modo che il compito di Draghi “regga su basi più solide rispetto a quelle di qualsiasi altro governo tecnico che lo ha preceduto nel recente passato”.
“Sul fronte politico, riteniamo che il nuovo governo avrebbe un impatto su almeno tre fronti importanti. Primo, (l’esecutivo Draghi) dovrebbe migliorare la prontezza della risposta fiscale alla crisi del Covid, monitorando in modo più attento la sua esecuzione. Secondo, (il governo) probabilmente migliorerà la struttura e la gestione del Recovery Plan italiano facendo leva sull’ampia esperienza istituzionale del primo ministro insieme a quella del ministero dell’economia e delle Finanze (Mef…chi arriverà a tal proposito dopo Roberto Gualtieri?). Fattore ancora più importante, ci aspettiamo che il nuovo presidente del Consiglio sostenga le riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno per facilitare l‘allocazione e l’utilizzo dei fondi europei. Infine, intravediamo anche la possibilità di una strategia in qualche modo più efficace sulle vaccinazioni, nell’arco delle prossime settimane, e un miglioramento del sistema sanitario italiano, grazie ai rapporti che Draghi ha con le istituzioni europee”.

Draghi premier, i due principali rischi politici

Detto questo, secondo Goldman Sachs ci sono due principali rischi politici, che pesano sullo scenario di un governo Draghi, al di là del voto di fiducia:
“Il primo è rappresentato dalla composizione frammentata del Movimento 5 Stelle, diviso tra una maggioranza pro-Europa e una grande minoranza lievemente euroscettica”. Sebbene il M5S non possa permettersi l’opzione delle elezioni anticipate, secondo Goldman Sachs il caso Draghi potrebbe spaccare i suoi gruppi parlamentari, fattore “importante, visto che i 5Stelle rappresentato il gruppo parlamentare più ampio (con 191 deputati e 92 senatori)”.
Il secondo rischio riguarda Forza Italia, che tutti ritengono darà il suo sostegno a Draghi: il suo ingresso nella coalizione aumenterebbe tuttavia la frammentazionme della piattaforma politica”.
Filippo Taddei continua:
“Abbiamo già osservato in passato, nei casi di governi tecnici (per esempio, il governo guidato dal senatore Monti), che anche il sostegno politico più forte in Parlamento può smorzarsi in poco tempo, alimentando il sostegno a favore dei partiti euroscettici. Sebbene la portata di questo rischio dipenda da quanto il governo sia efficiente nell’affrontare le esigenze del paese, riteniamo che le forze politiche si concentreranno in Parlamento sulla riforma del sistema elettorale, a favore di una rappresentazione proporzionale, così come messo in evidenza in passato”.
Secondo Goldman “questo cambiamento, nel caso in cui si presentasse con successo e in tempo, dovrebbe ridurre il livello della volatilità politica, anche se il paese dovesse tornare alle urne. Al di là del 2021, l’elezione del presidente della Repubblica nel febbraio del 2022 fornirà l’occasione di una pausa strutturale. Non ci sono limiti alla possibilità che il premier venga eletto presidente, sebbene ciò sia qualcosa che non è mai avvenuto in passato. Nonostante questo, se Draghi venisse eletto presidente, le sue dimissioni dal suo ruolo di presidente del Consiglio potrebbero scatenare una crisi politica simile a quella attuale e riportare l’opzione delle elezioni anticipate. In alternativa, sempre a seconda di quelle che sono le intenzioni di Draghi, il Parlamento potrebbe prendere un po’ di tempo per individuare un candidato alternativo, aumentando così ulteriormente il livello del conflitto politico”.

Draghi: l’ultima frontiera per la politica italiana?

Secondo Goldman Sachs Draghi rappresenta il “(Political) ‘Lender of Last Resort”, ovvero l’ultima frontiera per la politica italiana.
“A nostro avviso, le elezioni anticipate rimangono uno scenario molto improbabile, soprattutto dopo che il presidente Mattarella ha chiarito che il timing (almeno quattro mesi per la formazione di un nuovo governo) sarebbe estremamente sfidante per l’economia e rischioso per il contenimento della pandemia. Detto questo, un rischio al ribasso si affaccerebbe, nel caso in cui Draghi non riuscisse a formare un nuovo governo”.
La questione è che, “a causa della sua importanza, Draghi è visto come un ‘prestatore di ultima istanza’ per il capitale politico e istituzionale del paese. E’ dunque difficile immaginare chi potrebbe riuscire a formare un esecutivo efficace nel caso in cui fallisse. E, in questo scenario, noi ci aspetteremmo un aumento del rischio sul debito sovrano“.
Ovvero, tradotto, un sell off sulla carta italiana, in particolare sui titoli di stato italiani, dunque sui BTP. E, di conseguenza, un rialzo dello spread BTP-Bund.
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Sempre dal mondo degli strategist, François Rimeu, Senior Strategist di La Française AM, mette in evidenza tutta la difficoltà del compito in cui Draghi, a Montecitorio in queste ore per tastare il terreno on i partiti, si è imbarcato:
“Mario Draghi ha accettato la richiesta del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella di formare un governo e ora deve intraprendere le consultazioni con i leader delle diverse forze politiche. L’incognita, ovviamente, è se questo cambierà qualcosa per l’Italia, sia in termini di stabilità politica che di sviluppi futuri per l’economia. Non sarà facile mettere insieme una nuova coalizione – sottolinea Rimeu – anche per un personaggio rispettato come Draghi. La Lega e gli alleati di destra non hanno interesse ad aiutarlo, e Matteo Salvini ha dichiarato di preferire le elezioni. Il Movimento 5 Stelle accetterà di collaborare? Questo partito ha perso molta popolarità dall’esordio del primo governo Conte nel 2018 e quindi è possibile che accetti, ma la coalizione non sarà comunque molto stabile. Infine, la coalizione dovrà fare affidamento sul sostegno di una variegata compagine di partiti minori e nel migliore dei casi potrà contare su una maggioranza parlamentare ridotta. In conclusione, sarà la stessa coalizione che ha sostenuto Conte e presto torneranno d’attualità le difficoltà sul decidere come l’Italia dovrà spendere i €209 miliardi che riceverà nei prossimi anni da parte dell’Unione Europea”.
“Per ottenere i primi pagamenti – continua l’esperto di La Francaise AM – all’Italia è richiesto di presentare a Bruxelles il proprio piano di ‘ripresa e resilienza’ entro aprile, e il Paese dovrà rispettare inoltre alcuni criteri per assicurarsi le tranches successive. Alcuni di questi parametri (ancora non interamente resi noti) si baseranno sull’implementazione di riforme strutturali come quella del sistema fiscale e di quello pensionistico – un tema che in Italia è molto controverso e potrebbe portare alla caduta della nuova coalizione. I compiti di Draghi sono molto difficili, a voler essere ottimisti. Dovrà usare la propria influenza per convincere i partner europei ad allentare le varie condizioni cui sono legati i prossimi esborsi e spingere per alcune riforme più indulgenti sul fronte interno. Non siamo sicuri che Draghi sarà in grado di fare veramente la differenza nel lungo termine, ma probabilmente assicurerà all’Italia una certa stabilità nel corso del 2021″.

Ft: Draghi costretto a bere l’amaro calice

L’FT parla di “Missione di salvataggio dell’Italia” per Mario Draghi. Una missione che potrebbe confermarsi più difficile di quella portata avanti dal 2011 al 2019, quando Draghi fu il numero uno della Bce.
Draghi, ricorda il quotidiano britannico, “ha giocato un ruolo decisivo nel salvare la moneta unica da una emergenza bancaria e dei debiti sovrani quasi fatale. Ha mostrato di avere competenze politiche eccezionali nel convincere alcuni leader dell’Eurozona, soprattutto in Germania, di come alcune misure della banca centrale non ortodosse fossero essenziali al salvataggio (dell’euro)”.
Ancora, l’economista “ha lasciato (la Bce) con una reputazione luminosa, riconosciuta in tutto il mondo. Questione diversa è se il suo talento sarà sufficiente a tirare fuori dai guai l’Italia”.
L’FT parla di “intrighi politici a Roma” che hanno provocato il collasso del governo di Giuseppe Conte, ammonendo che, “in una crisi grave (come quella della pandemia) i cittadini italiani, che soffrono da molto tempo, meritavano di meglio dai loro leader politici, che si sono rifiutati di assumere la responsabilità per un caos che loro stessi hanno creato“.
“Invece di focalizzarsi sull’interesse nazionale, molti politici stanno facendo manovre per vantaggi personali e di partito, in vista delle elezioni politiche che saranno indette entro il 2023″.
Certo, il quotidiano britannico elenca le doti di Draghi:
“La sua autorità e la sua esperienza rassicureranno i mercati finanziari, l’imprenditoria italiana e gran parte dei cittadini, sul fatto che ci saranno mani salde al timone”. Tuttavia, “il pericolo per Draghi è che il suo governo possa finire con l’essere un amaro calice.
“In quanto tecnico non eletto in una era di populismo, in assenza di una base di partito propria, Draghi sarà vulnerabile a chi lo accuserà del fatto che le sue politiche non saranno espressione della volontà del popolo. Con le elezioni all’orizzonte, (Draghi) rischierà di diventare ostaggio dei partiti politici prima che il suo governo abbia la possibilità di far proprie le riforme economiche di cui l’Italia ha bisogno disperatamente da decenni”.
L’FT risfodera il paragone con l’ex presidente del Consiglio Mario Monti anche se, come ha fatto notare Goldman Sachs, il compito di Draghi non sarà quello di imporre eventuali politiche di austerity per far tornare sotto controllo il debito pubblico italiano ma, piuttosto, organizzare il modo migliore di spendere le risorse europee.
L’FT conclude scrivendo che le previsioni sono di un governo Draghi che introdurrebbe “riforme volte a migliorare la produttività, migliorare i servizi pubblici, snellire il sistema giudiziario e sradicare la corruzione”.
“Tuttavia – ed è questo il rischio del calice amaro – il successo di queste misure richiede più di una leadership di un tecnico dotato, soprattutto se è destinato a rimanere in carica per appena due anni. Richiede piuttosto il coraggio e l’impegno di lungo termine dei parlamentari italiani. E altri governi europei temono proprio che la classe politica italiana non disponga di queste qualità”.
L’articolo del Financial Times termina con un duro monito:
“Se il nuovo governo non riuscirà a utilizzare in modo ottimale le vaste somme di soldi europei che dovrebbero essere a sua disposizione, le conseguenze, sia per l’Europa che per l’Italia, saranno gravi”.

Whatever…you need is Mario Draghi!

Il riferimento all’ormai mitico “whatever it takes” è chiaro. In questo post non mi metto a fare politica o previsioni, credo che ci siano fior di professionisti molto più preparati di me, anche in ambito “toto-nomine”. Proviamo invece a capire come il mercato abbia preso la notizia dell’OK di Super Mario.
Beh, in realtà è un post apparentemente inutile perché il risultato è sotto gli occhi di tutti. E allora rendiamolo un po’ meno inutile con alcune considerazioni che, vedrete dopo, sono suffragate anche da documenti che ci permetteranno di valutare, a posteriori, la coerenza di questa persona che rappresenta un po’ l’ “ultima spiaggia”.

Mario Draghi è tutto quello che occorre per cambiare nel breve la view sull’Italia. Perché, come dicevo ieri, i mercati che se ne fregano della “memoria”, ora vedono il binomio “Draghi-Italia” come una cosa possibile, sensata, credibile. E quindi ecco che, in un mercato ricco di liquidità che non si sa più dove investire, l’Italia diventa un posto appetibile per comprare un po’ di tutto, meglio se con codice ISIN che inizia per IT.

Il primo a reagire è il nostro vecchio amico Spread BTP-Bund e subito dopo il mondo che Mario Draghi meglio rappresenta, ovvero le banche. Inoltre se prima il Recovery Fund era un’incognita, oggi per il mercato sarà una pratica seguita da Super Mario e quindi verrà portata a termine con successo.
Signori, si fanno i conti senza l’oste perché il primo Governo Draghi è un “work in progress” totale. Ma c’è fiducia, e la credibilità del soggetto fa il resto.
Che poi faccia gli interessi di chi…questo è un altro paio di maniche. C’è chi dice che è il braccio armato della Germania sull’Italia, la voce di BlackRock o del Bildemberg, o ancora dei Rotschild. Massi dai, tutto questo fa anche tanto colore. In realtà Draghi è la voce della disperazione perché non c’erano alternative. Solo un super personaggio come lui (ripeto, per credibilità e prestigio) poteva dare un senso persino alla crisi di Renzi. Mattarella ha fatto l’unica cosa che quindi doveva fare. E per fortuna Draghi ha accettato il ruolo di Premier traghettatore.

Si, perché non mi aspetto con lui la rivoluzione copernicana, ma l’indispensabile per arrivare alle nuove elezioni: e a quel punto un Draghi bis? Presto per dirlo ma ipotesi secondo me difficile. Lo vedo meglio come Presidente della Repubblica a tendere.
Qualcuno, soprattutto dall’estero (cosi mi riferiscono) sperano in un Draghi innovatore e rivoluzionario. Non penso, non ha il tempo e nemmeno l’appoggio per essere così incisivo. Larghe intese e incrociamo le dita.

SPECIAL MISSION: RECOVERY PLAN

Ammetto personalmente tanta curiosità per come sarà gestita la questione più importante ed urgente: il Recovery Plan. Ricordate bene: i fondi non arriveranno in automatico, sono subordinati all’attuazione delle riforme nazionali che dovranno essere presentate a Bruxelles (che dovrà dare l’ok), ma finora il processo è stato piuttosto confuso ed improduttivo, vuoi per l’incapacità di alcuni politici oppure dei contrasti nelle stanze dei bottoni. Almeno su una cosa dovremmo essere certi: Draghi non ha l’obbligo e il peso di un partito politico da servire. Il suo unico partito si chiama ITALIA e per una volta auguriamoci che le prese di posizione siano veramente a favore del futuro degli italiani.
Intanto però investite 30 minuti del vostro tempo e risentite cosa il buon Draghi ha detto al Meeting di Rimini ad agosto dell’anno scorso. E vediamo se, almeno lui, cercherà di essere coerente coi principi espressi.

“Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire. Ai giovani bisogna dare di più: i sussidi finiranno e resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri” (…)
“La società nel suo complesso non può accettare un mondo senza speranza; ma deve, raccolte tutte le proprie energie, e ritrovato un comune sentire, cercare la strada della ricostruzione.” (…)
“Dobbiamo accettare l’inevitabilità del cambiamento con realismo e, almeno finché non sarà trovato un rimedio, dobbiamo adattare i nostri comportamenti e le nostre politiche. Ma non dobbiamo rinnegare i nostri principi. Dalla politica economica ci si aspetta che non aggiunga incertezza a quella provocata dalla pandemia e dal cambiamento. Altrimenti finiremo per essere controllati dall’incertezza invece di esser noi a controllarla.”(…)
“Ora è il momento della saggezza nella scelta del futuro che vogliamo costruire. Il fatto che occorra flessibilità e pragmatismo nel governare oggi non può farci dimenticare l’importanza dei principi che ci hanno sin qui accompagnato.”(…)
“Dobbiamo ora pensare a riformare l’esistente senza abbandonare i principi generali che ci hanno guidato in questi anni: l’adesione all’Europa con le sue regole di responsabilità, ma anche di interdipendenza comune e di solidarietà; il multilateralismo con l’adesione a un ordine giuridico mondiale.”(…)
“Il ritorno alla crescita, una crescita che rispetti l’ambiente e che non umili la persona, è divenuto un imperativo assoluto: perché le politiche economiche oggi perseguite siano sostenibili, per dare sicurezza di reddito specialmente ai più poveri, per rafforzare una coesione sociale resa fragile dalla pandemia e dalle difficoltà che l’uscita dalla recessione comporterà nei mesi a venire, per costruire un futuro di cui le nostre società oggi intravedono i contorni. L’obiettivo è impegnativo ma non irraggiungibile se riusciremo a disperdere l’incertezza che oggi aleggia sui nostri Paesi.” (…)
“…il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani. È nostro dovere far sì che abbiano tutti gli strumenti per farlo pur vivendo in società migliori delle nostre. Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza.” (…)
“Trasparenza e condivisione sono sempre state essenziali per la credibilità dell’azione di governo; lo sono specialmente oggi quando la discrezionalità che spesso caratterizza l’emergenza si accompagna a scelte destinate a proiettare i loro effetti negli anni a venire.” (…)
“La strada si ritrova certamente e non siamo soli nella sua ricerca. Dobbiamo, lo dico ancora un’ultima volta, essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve al proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro.” (Source)

Se saprà essere coerente con quanto ha detto, e farà anche solo la metà delle cose espresse, sarà veramente l’uomo del miracolo.

AMEN

Draghi scatena il Buy Italy, è solo l’inizio? Previsioni degli analisti su spread, Btp e Piazza Affari con SuperMario (e quelle se tentativo fallirà)

03/02/2021

Mario Draghi si appresta a diventare il primo ministro del 132° governo italiano negli ultimi 160 anni. Le probabilità di successo del tentativo di formare un esecutivo istituzionale appaiono alte considerando le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha escluso quasi categoricamente l’altra ipotesi sul tavolo, ossia andare a elezioni anticipate.
Nell’ipotesi di un voto favorevole del Parlamento, si perverrà a un Governo Draghi chiamato a implementare le proposte per il Next Gen EU. Un esecutivo di alto profilo, come sottolineato ieri sera d Mattarella, con al suo interno nomi di spicco (tra quelli che circolano ci sono Panetta o Cottarelli per l’Economia, Marta Cartabia per la Giustizia, Enrico Giovannini per il ministero del Lavoro o al MISE) chiamati a gestire l’emergenza pandemica ma anche ad accelerare anche sul fronte delle riforme strutturali. Nel caso in cui dalle consultazioni emergesse “un sostegno significativo e duraturo in Parlamento (almeno 170 voti favorevoli/appoggi al Senato) Mario Draghi potrebbe non solo focalizzarsi sui punti già espressi dal presidente Mattarella ma anche sui principali problemi dell’economia italiana, dalla bassa produttività all’elevato livello di disoccupazione”, asserisce Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.

I mercati oggi hanno subito mostrato di gradire non poco la scelta di Mattarella con forti acquisti sui Btp così come sull’equity (+2,09% il close del Ftse Mib). Sul parterre di Piazza Affari sono stati forti gli acquisti sui titoli finanziari, le grandi banche quali Intesa e Uniicredit, così come Poste Italiane, tutti istituti che risultano fortemente esposti sui titoli di Stato italiani.

Italia pronta a raggiungere Spagna e Portogallo in termini di spread

Lo spread si è stretto portandosi ai minimi dal 2016 a ridosso del muro fatidico dei 100 pb. Dove potrebbe posizionarsi se l’avventura di Draghi a palazzo Chigi prendesse forma? “Sul BTP le prospettive più favorevoli possono far ipotizzare una convergenza (ancorché non completa) verso i rendimenti dei titoli governativi spagnoli che trattano, al momento, ad uno spread di 60 punti base contro il Bund tedesco”, argomenta Fabio Castaldi, Investment manager di Pictet Asset Management, che ipotizziamo quindi un’ulteriore compressione dello spread BTP/Bund fra i 20 e i 30 punti base con obbiettivo l’area 70/80 punti base se Draghi diverrà premier. Se si va alle urne, lo spread potrebbe addirittura schizzare in area 150bp.
Dello stesso parere Filippo Diodovich. “La credibilità internazionale e la reputazione di un governo con a capo Mario Draghi diminuirebbe il rischio paese “Italia” con uno spread in forte calo nelle prossime settimane sui livelli di Spagna e Portogallo (50-60 punti base). In tale scenario il settore bancario italiano riceverà molteplici benefici non solamente dalla discesa dello spread ma anche per un maggiore impegno dell’esecutivo ad agevolare la cessione di crediti deteriorati e maggiori incentivi governativi per un consolidamento del comparto per aumentare la redditività”. Di contro, in caso di consultazioni negative da parte di Draghi la risposta sui mercati potrebbe essere molto negativa con uno spread in forte crescita ben al di sopra di 130 punti base nelle prossime settimane e in caso di ritorno alle urne al di sopra dei 150 punti base.

Possibile ondata di capitali verso l’azionario Italia

Lato Piazza Affari, Equita oggi spiega che la credibilità di Draghi a livello internazionale potrebbe spostare flussi di capitale sull’Italia e in una prima fase potrebbero giovarsene i titoli liquidi (quindi appartenenti all’indice Ftse Mib) che traggono vantaggio dalla riduzione dello spread, dall’implementazione degli investimenti legati al Recovery Fund e/o dalla riduzione dello `sconto Italia`. Equita fa i nomi di Buzzi Unicem, Intesa, Mediobanca, Mediolanum e Stellantis.
Antonio Amendola, Fund Manager Equity Italia ed Europa di AcomeA SGR, concorda che i primi beneficiari per una questione di liquidità saranno i titoli blue chip, ma alla lunga i vincitori potrebbero essere le mid small cap che beneficiano maggiormente dei piani di investimento, sono rimaste indietro al livello di performance, hanno solidi fondamentali e sono “cheap”.  “Una volta superata la prova della Camera e del Senato, avremo più chiarezza sulla squadra di Governo e sulla sua tipologia. Gli investitori, in particolare esteri, sono ancora scettici sulla nascita di questo Governo, ma allo Stato attuale è difficile che non si realizzi. Una volta in carica, ci aspettiamo importanti flussi sul nostro Paese sia sullo spread Btp/Bund, ma soprattutto sull’Equity”, è la previsione di Amendola.

Chi sosterrà Draghi? M5S e Lega ago della bilancia

Al momento non c’è un’evidenza chiara di chi sosterrà politicamente un governo Draghi. Nel centrosinistra Italia Viva è favorevole così come il PD, mentre in forse il sostegno del M5S con il reggente Vito Crimi e il fondatore Beppe Grillo che si sono detti contrari all’idea di un governo di unità nazionale. La galassia dei piccoli gruppi parlamentari moderati di centro sembra destinata ad appoggiare Draghi, mentre la posizione del centrodestra rimane incerta.
“Sospettiamo che Forza Italia uscirà e sosterrà un governo Draghi – argomenta Paolo Pizzoli, senior economist di Ing – . Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto finora che non ci sono pregiudizi contro Draghi e che dipenderà molto dalle priorità che verranno indicate”. Fratelli d’Italia sembra, per il momento, deciso a non appoggiarlo.
“Se la Lega decidesse di sostenere il governo di Draghi e il 5SM lo negasse – ipotizza Pizzoli – i numeri sarebbero sufficienti per assicurare un’ampia maggioranza in entrambi i rami del parlamento italiano. Se entrambi scelgono monoliticamente di non sostenere il governo Draghi, è improbabile il successo del tentativo. Soluzioni intermedie che implichino una scissione nei due partiti darebbero a Draghi un sostegno parlamentare sufficiente”.

Draghi su Recovery Fund: ‘risorse straordinarie, opportunità di fare molto per il nostro Paese’

03/02/2021

“Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, con uno sguardo attento al futuro delle giovani generazioni e al rafforzamento della coesione sociale”. Così Mario Draghi ha commentato con la stampa la decisione di riservarsi di accettare l’incarico di presidente del Consiglio al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Draghi ha fatto riferimento alle risorse del Recovery Fund-Next Generation EU. Draghi ha lasciato il Quirinale ed è arrivato a Montecitorio, per informare il presidente della Camera Roberto Fico, di aver ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per formare il nuovo governo. Poco prima aveva detto: “Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento, espressione della sovranità popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile”.

Ipotesi Draghi premier, NY Times ricorda Monti: ‘governo tecnocrati ha reputazione salva-Italia quando politica fallisce’

03/02/2021

Il New York Times commenta la notizia della convocazione dell’ex presidente della Bce e di Bankitalia Mario Draghi da parte del Colle, nell’articolo “Italy Looks to Mario Draghi to Solve Crisis, to Delight of Pro-E.U. Politicians”. Ovvero, “L’Italia guarda a Mario Draghi per risolvere la crisi, e per compiacere i politici pro-europeisti”. Nell’articolo Jason Horowitz sottolinea che, “nel presentare ufficialmente Draghi come leader potenziale in un momento cruciale, l’Italia sembra destinata a ritornare al modello del governo dei tecnocrati, che ha la reputazione di salvare il paese quando le forze politiche falliscono. Durante la crisi economica dell’Eurozona, il presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi, fu costretto a mettersi da parte e a lasciare la strada libera a Mario Monti, un altro tecnocrate ben rispettato, che, dal punto di vista economico, fece il lavoro sporco e impopolare di tirare fuori dai guai l’Italia”.

Torna in mente quanto detto dall’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, verso la fine di dicembre, al Corriere della Sera: “Quando i problemi sono gravi si pensa sempre a un deus ex machina. Ma spesso gli italiani aspettano un salvatore per poi crocifiggerlo”.

DRAGHI TIME: ultima spiaggia

E alla fine è arrivata l’ora di Mario Draghi. Convocato alle h 12 da Mattarella al Quirinale, si troverà davanti ad una Mission Impossible, visto che rimettere in piedi l’Italia è sicuramente una Mission Impossible. Ma la scelta di Mattarella rappresenta, oltre che una scelta di buon senso, quella che è l’ultima spiaggia, perché Draghi ha una cosa che nessuno ha in Italia, oggi. Si chiama CREDIBILITA’.

Il buon Fico non ha trovato altre alternative, un Conte-ter era soluzione impraticabile e allora, con la coda tra le gambe, dal Presidente della Repubblica. E quindi bisognava trovare una persona che fosse credibile ma che accetterà SOLO ad una condizione. Avere carta bianca. Quello che Draghi programmerà, SE accetterà, sarà quello che ci chiede Bruxelles. Un programma di lungo termine per far ripartire l’Italia.
Alternativa? Le elezioni ma Mattarella sa benissimo che rischiano di essere la catastrofe nella catastrofe. E allora gioca il tutto per tutto. Chiama Mario Draghi al colle. Che potrebbe sempre rinunciare, non scordiamoci mai.

E se Draghi dovesse accettare, ecco subito un piccolo problema. Si chiama debito pubblico. Vale circa 2.600 miliardi di Euro. Significa circa 43.000 € su ogni testa. Questo sarà il debito pubblico che ci ritroveremo alla fine della pandemia.

È naturale: il PIL è destinato a crollare (-8,8% per il 2020), la spesa pubblica sta impazzendo nel tentativo di salvare imprese, famiglie, autonomi e indigenti. Secondo voi Draghi non metterà in programma, una volta passata la buriana, un piano di rientro importante? E magari già fin partendo da subito, prendendo i soldi dove ci sono. Ora non fatemi fare previsioni azzardate, i numeri li conoscete tutti e Draghi, che è tutto fuorchè stupido, saprebbe come e dove agire. Ma anche nell’ipotesi in cui accettasse l’incarico, riuscirà a mettere in concreto un piano poi condiviso in Parlamento e da un Governo che adesso fatico ad immaginare?

Mario Draghi e il suo “whatever it takes” in BCE

Non dimentichiamo che c’è poi il Recovery Plan… Insomma, signori, mettetela come volete ma per l’Italia si apre un capitolo fondamentale per la sua storia. E questo capitolo come possiamo chiamarlo se non “Ultima spiaggia”? Si, perché nel bene o nel male, questa per noi è veramente l’ultima spiaggia e ci vorranno una serie di “whatever it takes” che dovranno convincere tutti in Europa, e forse convinceranno molto meno molti italiani. Tra qualche ora vedremo come si sviluppa questo capitolo degno del miglior Thriller di Stephen King (ok…forse ai limiti dell’Horror?)

PS: se volete scoprire meglio chi è Mario Draghicliccate QUI.

E Mattarella chiamò Draghi: l’Angelo dei BTP, il Mr Whatever It Takes, l’uomo salva-euro e salva Italia

03/02/2021

“Pronti per l’effetto #Draghi? Althea Spinozzi, strategist della divisione di reddito fisso di Saxo Bank, commenta la notizia della convocazione di Mario Draghi al Quirinale parlando di Draghi Effect sulla carta italiana, ovvero sui BTP e dunque di conseguente effetto sullo spread BTP-Bund.

“Nel caso in cui Draghi diventasse presidente del Consiglio, i tassi sui BTP decennali potrebbero scendere di 12-19 punti base sulla scia della notizia, confermando un capital gain del 2%. I BTP a 30 anni potrebbero salire fino a +7% ma in modo più graduale”.
Il commento è stato rilasciato da Spinozzi subito dopo la notizia relativa alla decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di convocare l’ex presidente della Bce e l’ex numero uno di Bankitalia, o anche SuperMario, o anche Mr WhateverItakes, l’uomo che ha blindato l’euro salvando così l’Europa, l’uomo che potrebbe forse passare alla storia per aver salvato l’Italia facendola uscire dal tunnel più buio della sua storia, quello della crisi scatenata dalla pandemia del coronavirus Covid-19, traghettandola verso un sentiero di crescita magari finalmente sostenibile grazie all’occasione del Recovery Fund-Next Generation EU: 209 miliardi di euro tra prestiti e sovvenzioni che l’Italia riceverà sotto fondi UE e che potrebbero inaugurare una nuova era per il paese, a seconda di come verranno canalizzati. Ed è quello il punto, visto che il worst case scenario è quello di un’Italia che rischia di ripetere gli errori del passato, sprecando quelle stesse risorse.
Draghi mancherà: avevano scritto tutti nel 2019, alla vigilia della scadenza del suo mandato come timoniere della Bce.
Già allora, prima che l’Italia e il mondo intero capissero che si sarebbero dovuti confrontare con la nuova realtà della pandemia Covid-19, i giornali italiani scrivevano di lui come possibile premier dell’Italia. Lui, l’angelo dei BTP o meglio l’Angelo dei bond, così come lo ricordava già Bloomberg, che aveva salvato l’euro con la famosa frase “l’euro è irreversibile”, sancendone l’immortalità contro l’armata degli euroscettici vari.
Lui, negli ultimi giorni di questa crisi di governo nel bel mezzo di una pandemia, citato come deus ex machina, come salvatore della Patria, sempre e comunque Draghi Whatever It Takes. Ma che risponderà ora lui?

La nota del Quirinale

Così la nota del Quirinale, dopo la constatazione della rottura delle trattative tra le forze politiche confermata da Matteo Renzi, leader di Italia Viva.
Niente da fare con i Cinque Stelle, il M5S:
“Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei niet dei colleghi della ex maggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato”.
l’uomo del Colle, il presidente Sergio Mattarella, è stato chiaro:
“Vi sono adesso due strade fra loro alternative: dare immediatamente vita a un governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti, sanitaria, sociale, economica-finanziaria, ovvero quella di immediate elezioni anticipate. Questa seconda strada va attentamente considerata perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia. Di fronte a questa ipotesi ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che oggi devono fare riflettere sull’opportunità di questa soluzione. Ho il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale e la conseguente riduzione dell’attività di governo coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia”.
La nota del Quirinale continua: “Sotto il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo rinchiede un governo nella pienezza delle sue funzioni, per adottare i provvedimenti via via necessari, e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento fra lo Stato e le Regioni”.
“Sul versante sociale, fra l’altro, a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti, e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale”.
“Entro il mese di aprile va presentato alla Commissione europea il piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispnsabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione. Questa ha due mesi di tempo per discutere il piano con il nostro Governo, con un mese ulteriore per il Consiglio europeo per approvarlo. Occorrerà quindi successivamente provvedere tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli”.
Un governo dall’attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche aspetto, neppure potrebbe e non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro.Va ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere, a quello delle elezioni, sono necessari almeno 60 giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di 20 per proclamare gli eletti e riunire le Camere. Queste devono nei successivi giorni nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il Governo e questo per operare a pieno ritmo deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari ministeri. Dallo scioglimento delle Camere nel 2013 sono trascorsi quattro mesi, nel 2018 sono trascorsi cinque mesi. Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un Governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani. Credo che sia giusto aggiungere una ulteriore considerazione. Ci troviamo nel pieno della pandemia, il contagio del virus è diffuso e allarmante, e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti. Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre, la successiva campagna elettorale richiede inevitabilmente tanti incontri affollati, assemblee, comizi. Il ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. In altri Paesi, in cui si è votato obbligatoriamente perché erano scadute le legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti, si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno, anche oggi, a registrare. Avverto pertanto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Conto quindi di conferire al più presto un incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato”.

Il commento di Romano Prodi

Così ha commentato in un articolo a La Stampa Romano Prodi, ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea, la convocazione di Mario Draghi al Quirinale:
“Credo che dobbiamo apprezzare tutti la scelta del presidente Mattarella. Spiegata agli italiani con un discorso che ha messo in luce la drammatica situazione in cui versa il Paese e ha saputo indicare la soluzione di più alto profilo che era a sua disposizione. Sono molto contento per lui. È una indicazione importante. Mattarella ha fatto quel che in questi casi fanno le cariche istituzionali: ha analizzato una situazione certamente non semplice, ha scelto per il meglio del Paese e ha saputo spiegare agli italiani le ragioni della strada indicata. Non è stata solo una decisione difficile ma è anche stata compiuta con la capacità di illustrarne i motivi agli italiani. A Mattarella va riconosciuto un notevole spirito didattico, comunicativo, una particolare abilità didattica”.
E ancora Prodi, che comunque aveva ben presentato giorni fa il noto vizio degli italiani – quello di aspettarsi un deus ex machina per poi crocifiggerlo:
“Sono convinto che la scelta del nome di Draghi sia quella che proteggerà meglio il Paese in questo momento particolarmente difficile. Penso che la situazione dell’Italia sia purtroppo sotto gli occhi di tutti. E che in un momento tanto delicato sia indispensabile cercare di rassicurare l’Europa sulla credibilità del nostro sistema. Un passaggio non secondario perché sarà molto importante il giudizio dei nostri partner europei sulle scelte che faremo utilizzandoil Recovery fund“.
In definitiva, Il governo Draghi “innanzitutto dovrà risollevare l’Italia da una situazione di drammatica emergenza sanitaria, economica e sociale. Per questo mi pare che Mattarella abbia individuato la soluzione ideale per contrastare questa deriva. Io penso che questa sia davvero la migliore scelta che si potesse fare in queste condizioni e mi auguro davvero che Mario Draghi voglia accettare l’incarico”

Intesa Sanpaolo e Stellantis mettono il turbo al Ftse Mib, exploit per CNH

02/02/2021

Piazza Affari concede il bis in questo inizio di febbraio. L’indice Ftse Mib si è riportato di slancio sopra i 22 mila punti chiudendo a 22.066 punti (+1,11%). Sui mercati prevale l’ottimismo per l’adozione del piano di rilancio da 1.900 mld di dollari negli Stati Uniti e parallelamente si smorzano i timori legati ai movimenti frenetici che hanno riguardato titoli azionari quali GameStop e l’argento tra le commodity.

Galassia Agnelli in prima linea

Giornata di forti rialzi sul parterre di Piazza Affari per CNH (+5,32% a 11,275 euro) con l’upgrade a buy  deciso dagli analisti di Equita Sim che vedono all’orizzonte un possibile M&A per Iveco con effetto positivo su SOTP, qualità portafoglio (essendo strutturalmente sottoperformante vs peers) e percezione di CNH come holding (tra i motivi della sistematica sottoperformance del titolo vs Deere/Agco).Secondo gli esperti della Sim milanese, l’intervento della politica italiana, ostile ad una cessione a cinesi, si ritiene  possa influenzare l’esito finale, ma non impedire un deal.
Sempre nella galassia Agnelli spunto rialzista per Exor (+3,76%) e Stellantis (+3,05% a 12,99 euro); quest’ultima, che domani diffonderà i conti 2020, ha incassato il buy di Goldman Sachs che ha avviato la copertura sul titolo con raccomandazione buy e prezzo obiettivo a 18 euro. La casa d’affari Usa ritiene il titolo interessante rispetto ai peers UE e Usa e sono alte le probabilità che il gruppo raggiunga le sinergie da 5 mld annui indicate in sede di fusione. Una sponda agli utili futuri dovrebbe arrivare dal lancio di numerosi nuovi modelli previsto nei prossimi 18 mesi. Intanto ieri i dati sulle immatricolazioni a gennaio 2021 hanno visto il nuovo gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA sottoperformance sia in Italia che in Francia. In Italia, che rappresenta circa il 9% dei volumi di Stellantis, il gruppo guidato da Carlo Tavares ha fatto decisamente peggio del mercato segnando un -22% a/a a 53 mila unità con solo Jeep (-9% a 5,5 mila unità) e Peugeot (-7 a 9,1 mila) sovraperformanti.

Intesa in corsa, allo studio maxi cessione NPE

Tra le banche spicca il +2,69% di Intesa Sanpaolo. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, la banca guidata da Carlo Messina starebbe studiando la cessione di un nuovo portafoglio di NPE da 5-6 mld, che andrebbe a sommarsi alla GACS di oltre 4 mld finalizzata a dicembre. Il costo dell’operazione dovrebbe essere sostenuto dall’utilizzo di parte del badwill generato dall`acquisizione di UBI (3,5 mld).

Ferrari inciampa dopo conti e guidance 

Tra i pochi segni meno si segnala Diasorin (-0,33%) che paga il risk-on tornato sui mercati. Nelle retrovie anche Ferrari (-2,97%) che ha accolto con freddezza i conti 2020, sostanzialmente in linea con le previsioni della società. Per il 2021 il gruppo del Cavallino Rampante si attende ricavi netti pari a circa 4,3 miliardi di euro (3,8 miliardi nel 2019 e 3,46 miliardi nel 2020), un dato di poco superiore ai 4,18 miliardi indicati dal consensus Bloomberg.
Infine, giornata interlocutoria per Telecom Italia (+0,62% a 0,3557 euro) con le ultime indicazioni stampa che vedono la possibile conferma del presidente Rossi e del ceo Gubitosi alla guida della tlc, così come di alcuni membri del cda quali De Puyfontaine e Cadoret vicini a Vivendi. In una riunione del CdA di TIM di domani dovrebbero esserci aggiornamenti sulla proposta della nuova lista da proporre in assemblea. Intanto un’intervista ad ampio raggio di Xavier Niel, fondatore di Iliad, emerge come la tlc low cost francese non veda di buon occhio la rete unica, che ridurrebbe la concorrenza, anche se la decisione spetta ad attori privati e all’autorità. Il patron di Iliad non esclude comunque l’interesse a partecipare nel caso in cui si vada in questa direzione. Su Iliad Italia, confermata l’indicazione dell’ingresso nel fisso entro l’estate e l’obiettivo di 7 mn di clienti mobili.

PIL Italia in calo nel quarto trimestre 2020 del 2% e del 6,6% a/a

02/02/2021

Nel quarto trimestre del 2020, il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, secondo l’Istat è diminuito del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% in termini tendenziali.

Piazza Affari ancora in rialzo guidata da galassia Agnelli

02/02/2021

Movimenti positivi a Piazza Affari che si muove sopra quota 22 mila punti. A Milano l’indice Ftse Mib guadagna oltre un punto percentuale a quota 22.076 punti, proseguendo i guadagni di inizio settimana. Ieri l’indice Ftse Mib, che ha archiviato gennaio con un saldo di quasi -3%, ha chiuso con un +1,17% a 21.825 punti. Sui mercati prevale l’ottimismo per l’adozione di un piano di rilancio negli Stati Uniti e lo smorzarsi della frenesia su GameStop e l’argento. Intanto in Italia si guarda alla questione politica, con le trattative tra i diversi partiti condotte dal presidente della Camera, Roberto Fico, che nei giorni scorsi ha avuto il mandato esplorativo dal Quirinale.

Tornando a Piazza Affari, si mette in luce tutta la galassia Agnelli. A cominciare da Cnh Industrial, la migliore del listino con un rialzo del 3,5%, che ha incassato la promozione di Equita che ha portato la raccomandazione a buy (acquistare) soprattutto per potenziale M&A Iveco (o spin-off) e ha alzato anche il target price del 33% a 14 euro. Bene anche Stellantis (+3,44%) ma anche Ferrari che sale di oltre il 2% nel giorno della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre 2020. Per il Cavallino Rampante focus anche sulla nomina del nuovo amministratore delegato dopo le dimissioni di Camilleri. Avanzano anche due big del comparto oil Tenaris e Saipem che guadagnano circa il 3 per cento. Debolezza e modesti ribassi Telecom Italia (-0,2%).

Piazza Affari guarda a trimestrali Intesa e Stellantis dopo gennaio da dimenticare. Ftse Mib alle prese con supporto chiave per evitare che situazione degeneri al ribasso 

31/01/2021

Per Piazza Affari è andato in archivio un primo mese del 2021 non certo propizio. Al generale emergere di timori sulla lenta implementazione dei vaccini, si è aggiunto il polverone dell’ultima settimana sul caos GameStop e i suoi possibili effetti collaterali sui mercati. L’Italia inoltre deve fare i conti con la crisi di governo aperta da Renzi e sfociata nelle dimissioni di Conte. Ieri Confindustria è detto che bisognerà attendere metà 2021 per vedere una vera ripresa del PIL italiano, a patto che la vaccinazione abbatterà l’emergenza sanitaria e farà ripartire i consumi. £La flessione stimata per fine 2020 e la debolezza attuale fanno già rivedere al ribasso la crescita complessiva attesa per quest’anno”, argomenta il Centro Studi Confindustria (CSC) nel report ‘Congiuntura Flash’.

Striscia negativa di tre settimane, migliori e peggiori di gennaio

Per Wall Street, reduce da nuovi massimi assoluti, l’ultima settimana di gennaio è stata la peggiore dallo scorso ottobre. L’indice Ftse Mib ha iniziato prima la parabola discendente e ha accumulato una striscia di tre settimane consecutive in negativo e l’ultima è stata la peggiore del 2021 (-2,34%). Il primo mese dell’anno si è così chiuso con un corposo segno meno per Piazza Affari (-2,97% il Ftse Mib). Le 5 blue chips migliori sono state: Stmicroelectronics 8,9% Diasorin 6,17% Buzzi Unicem 4,26% A2a 2,72% Bper Banca 2,32%. Le peggiori invece: Atlantia -10,94%, Inwit -10,73%, Nexi -10,34%, Ferrari -8,69% e Prysmian -8,39%.

Il calendario dell’earning season dei 40 titoli del Ftse Mib

Nelle prossime sedute sarà importate verificare come andrà l’earning season di Piazza Affari, che al momento ha visto arrivare solo i conti di Stm (andati meglio delle attese). Martedì sarà il turno di Ferrari, seguita il 3 febbraio da Stellantis, CNH, Amplifon e Bper; quest’ultima sarà la prima banca al test dei conti, anticipando Intesa Sanpaolo che solitamente era la prima banca a dare in pasto i conti trimestrali. I numeri dalla maggiore banca italiana arriveranno il 5 febbraio, stesso giorno di quelli di Banco BPM.
Per Unicredit bisognerà invece attendere la seconda settimana del mese (10 febbraio il CdA, diffusione dei conti il girono successivo prima dell’apertura dei mercati).

Per indice Ftse Mib rischio di un’ulteriore gamba ribassista

I mercati sembrano preoccupati che lo scenario di una repentina normalizzazione delle attività grazie all’arrivo dei vaccini sia stato oltremodo ottimistico. Da qui le vendite che sono più decise a Piazza Affari che soffre anche per una situazione politica precaria”, rimarca Pietro di Lorenzo, trader e fondatore di SOSTrader. “Operativamente affinchè la situazione grafica non degeneri al ribasso – aggiunge Di Lorenzo – è importante che i prezzi consolidino sopra il supporto in area 21.300. Il cedimento di questo livello potrebbe infatti sviluppare una nuova gamba ribassista”.

Ecco i titoli interessanti per la prossima seduta segnalati da SOStrader:

  • Ci attendiamo grande volatilità su Ferrari in attesa della presentazione dei risultati. I prezzi dopo una ripida discesa mostrano interessanti segnali di reazione disegnando un interessante Engulfing Bullish. La fuoriuscita dei corsi dal ripido canale ribassista, fornirà un interessante segnale Long.
  • HERA disegna una white spinning top con volumi che rimbalza sul supporto in area 2,83€. Possibile un tentativo di rimbalzo da questi livelli
  • RECORDATI riconosce il supporto psicologico a 41€ disegnando una Long white che esplode nei volumi e nella volatilità.
  • MEDIOBANCA è il titolo bancario che mostra maggior forza relativa. Fin quando i prezzi “galleggeranno” sopra area 7,15€, l’impostazione rimane rialzista
  • ATLANTIA disegna un potenziale triplo minimo in area 12,9€. Verifichiamo l’efficacia del pattern nelle prossime sedute.

Ripresa ‘vera’ solo da metà anno, per Confindustria il PIL Italia rimbalzerà meno del previsto nel 2021

30/01/2021

Bisognerà attendere metà 2021 per vedere una vera ripresa del PIL italiano, a patto che la vaccinazione abbatterà l’emergenza sanitaria e farà ripartire i consumi. L0 rimarca oggi il Centro Studi Confindustria (CSC) nel report ‘Congiuntura Flash’. A inizio 2021, rimarca Confindustria, il peggioramento delle attese spinge una parte delle famiglie a risparmiare a scopo precauzionale; inoltre, vari acquisti sono ostacolati dalle norme anti-Covid. Tutto ciò frenerà i consumi e il PIL, almeno nel 1° trimestre. Un forte rimbalzo è atteso solo dal 3° trimestre 2021, sopra le stime iniziali se la vaccinazione sarà efficace e rapida. “Un allentamento delle restrizioni anti-pandemia, infatti, rilancerebbe anche la fiducia e quindi la domanda, liberando per i consumi le risorse accumulate in questi mesi col risparmio “forzato”. Il recupero potrebbe poi proseguire, se l’aumento dei vaccinati continuasse a far calare i contagi. Comunque, la flessione stimata per fine 2020 e la debolezza attuale fanno già rivedere al ribasso la crescita complessiva attesa per quest’anno”, argomenta il CSC.

Piazza Affari affossata dalle vendite. Stm ancora in rialzo, debole Bper

Finale d’ottava all’insegna delle vendite a Piazza Affari, come nel resto d’Europa. Anche dopo l’avvio delle contrattazioni a Wall Street in calo, l’indice Ftse Mib ha continuato a percorrere la strada dei cali e ha archiviato la giornata a quota 21.572,53, mostrando una flessione dell’1,57%.

Una seduta caratterizzata da una certa incertezza visto che persistono le preoccupazioni legate ai ritardi nelle consegne vaccini che potrebbero rallentare il tanto atteso ‘ritorno alla normalità. In questo contesto già incerto è arrivata l’ultimo aggiornamento di Johnson&Johnson. Il colosso americano ha reso noto che il proprio vaccino contro il coronavirus ha dimostrato una efficacia pari al 66% nella protezione contro il Covid-19. In particolare, ha detto la società americana, il vaccino ha mostrato una efficacia del 72% negli Stati Uniti, del 66% in America Latina e del 57% in Sud Africa. I mercati restano inoltre in fibrillazione con crescenti preoccupazioni sugli effetti che potrebbe avere il trading sfrenato in atto su alcuni titoli quali GameStop. Il tutto mentre a livello nazionale

A Piazza Affari, tra i singoli titoli, Leonardo che ha guadagnato lo 0,5% dopo la conferma della guidance per il 2020. Nel dettaglio, l’ex Finmeccanica ha precisato che il 2020 si è concluso in maniera positiva, ottenendo “ottimi risultati grazie alla performance del business militare/governativo in tutte le divisioni, a fronte di una minor contribuzione del civile”. Positive anche DiaSorin e Recordati con rialzi vicini all’1,5 per cento. Ancora una seduta positiva per Stmicroelectronics (+0,8%). Le vendite nel primo trimestre del 2021 per STM saranno sostenute da tutte le divisioni con il maggiore contributo di auto e discreti (+33% a/a) e microcontrollori (+38% a/a) rispetto agli analogici/sensori (+23% a/a) anche per la normale stagionalità delle vendite smartphone. Così Equita in un report dedicato al big italo-francese dei chip, spiegando che il gross margin nel primo trimestre del 2021 al 38,5% ipotizza un full loading delle fabbriche. “Non ci sono variazioni nel rapporto con Apple anche si attendono vendite stabili nel segmento imaging (riteniamo a causa della possibile perdita dei socket dei sensori ToF con Samsung), aggiungono gli esperti.

Debolezza, invece, per Bper che lascia sul terreno il 2,5%. La banca emiliana ha comunicato oggi che l’assemblea straordinaria dei soci ha deliberato sull’unico argomento all’ordine del giorno, ovvero le modifiche riguardanti lo statuto. L’assemblea dei soci ha approvato, con il 96,40% dei voti espressi corrispondenti al 50% del capitale sociale complessivo, la proposta del consiglio di amministrazione concernente la modifica degli articoli 5, 11, 14, 17, 18, 19, 20, 22, 24, 27, 28, 29, 31, 32, 33, 34, 36, 37 e 45 dello Statuto sociale, oltre all’abrogazione degli articoli 21 e 23 e l’inserimento del nuovo articolo 28, con conseguente rinumerazione degli articoli dello statuto sociale. Le proposte di modifica dello Statuto erano state autorizzate da Banca Centrale Europea lo scorso 15 dicembre 2020.

Fmi: debito dell’Italia sostenibile e tornerà a scendere grazie a tassi zero e risalita Pil

28/01/2021

Il debito record dell’Italia non è un problema grazie soprattutto ai bassi tassi di interesse e alla prospettiva di una ripresa economica. Lo afferma Vitor Gaspar, direttore del dipartimento degli Affari Fiscali del Fondo monetario internazionale. “Vediamo il debito italiano come sostenibile, e in effetti nelle nostre proiezioni scenderà in futuro”, ha detto Gaspar durante un briefing, rimarcando come le proiezioni beneficeranno di tassi di interesse nominali relativamente bassi, molto bassi in termini storici per l’Italia, ma anche ripresa della crescita.

Le ultime stime contenute nel World Economic Outlook del FMI prevedono un rimbalzo del PIL italiano di solo +3% nel 2021. La spesa pubblica per i
programmi di stimolo per sostenere l’economia ha finora superato i 130 miliardi di euro, spingendo potenzialmente il rapporto tra debito e pil vicino al 160%

Investor sentiment di UBS: tre preoccupazioni assillano gli investitori italiani (che però guardano con ottimismo ai mercati azionari)

28/01/2021

Nel quarto trimestre la view degli investitori italiani verso l’economia del proprio paese è ottimista per il 71% degli investitori italiani intervistati se si guarda al breve periodo (12 mesi), in aumento del 10% rispetto al terzo trimestre.
Così emerge dalla nuova edizione dell’Investor Sentiment di UBS, il report che analizza la fiducia degli investitori in tutto il mondo, per il quale sono stati intervistati più di 4.000 investitori e imprenditori in 14 mercati a livello globale tra fine dicembre 2020 e gennaio 2021.

Gli investitori italiani secondo UBS

Soffermandosi sull’Italia, guardando ai mercati, aumenta l’ottimismo di investitori e imprenditori nei confronti del mercato azionario nei prossimi sei mesi con il 70% degli investitori italiani che si dichiara ottimista contro il 21% che si dichiara neutral e il 9% pessimista.
Le maggiori preoccupazioni degli investitori italiani sono il  Covid 19 per il 54%, seguito dal debito nazionale per il 52%  e il cambiamento climatico per il 50%. Gli investitori italiani vedono opportunità nel settore della sostenibilità visto che l’81% ritiene che gli investimenti sostenibili siano molto importanti. Il 45% crede che offrano opportunità aggiuntive, mentre il 42% per la diversificazione e il 41% crede che sia meglio per il rischio e il rendimento. Nove investitori italiani su dieci inoltre si aspettano da questi investimenti rendimenti uguali o migliori rispetto a quelli derivanti da investimenti tradizionali (il 57% migliori, il 30% uguali, il 13% peggiori). Inoltre il report rivela anche che il 66% degli investitori italiani sta cercando di aumentare gli investimenti sostenibili, mentre il 34% non lo sta facendo.  Il 52% degli investitori italiani ritiene che gli investimenti sostenibili possano migliorare molto il mondo, mentre il 40% pensa che lo possano fare solo un po’ e infine l’8% ritiene che lo possano cambiarlo leggermente o anche per nulla. Infine il 48% vorrebbe che tale miglioramento avvenisse tramite l’annullamento del cambiamento climatico contro il 45% che lo vorrebbe tramite la sanità  e il 42% tramite il riciclaggio.
“L’ottimismo di investitori e imprenditori italiani è in aumento, anche sulla base di un graduale ritorno alla normalità previsto per i prossimi mesi. Tuttavia, non sarà facile lasciarsi alle spalle questo momento complesso – argomenta Paolo Federici, Market Head di UBS Global Wealth Management Italia  – . La maggior parte degli investitori italiani dichiara infatti di avere maggiore bisogno di consulenza per la gestione del proprio patrimonio. E noi non ci faremo trovare impreparati, siamo pronti a soddisfare le esigenze dei nostri clienti anche anticipando nuove tendenze di investimento sulla base della nostra esperienza globale. Da tempo ci siamo fatti ambasciatori degli investimenti sostenibili, trend confermato dagli investitori italiani: ad oggi l’81% si conferma infatti interessato a questo ambito di investimento, consapevole dei vantaggi riservati a chi punta su un futuro green

Piazza Affari frena, secondo giorno di consultazioni con Pd e Italia Viva

28/01/2021

Anche Piazza Affari parte con il freno a mano tirato dopo il sell-off di Wall Street. A Milano l’indice Ftse MIb ha cominciato la giornata in ribasso e ora sta accelerando al ribasso dell’1,3% a 21.387 punti in una seduta in rosso per le principali Borse del Vecchio continente alle prese con le questioni legate ai vaccini. A livello nazionale è la sfera politica e la crisi di governo in corso a dominare. Oggi riprenderanno le consultazioni al Quirinale, dopo i presidenti di Camera e Senato di ieri oggi toccherà salire al Colle al Pd e a Italia Viva.

Tra i migliori titoli del listino milanese due big del comparto oil Tenaris e Saipem che avanzano rispettivamente di circa il 2,6% e dell’1,1% nonostante i cali di oggi delle quotazioni del petrolio. Ribassi, invece, superiori al 3% per Amplifon, DiaSorin e Stellantis. Quest’ultima ieri ha incassato il giudizio di DBRS Limited che ha alzato da “BBB (low)” a “BBB” l’Issuer Rating e Senior Unsecured Debt rating di Stellantis N.V. Il trend su tutti i ratings è stabile.

Debolezza invece per Stmicroelectronics che cede lo 0,8% nel giorno della pubblicazione dei risultati finanziari. Per il big italo-francese dei semiconduttori il quarto trimestre 2020 è stato archiviato con un utile netto di 582 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 392 mln dello stesso periodo del 2019. I ricavi sono saliti a 3,235 mld dai 2,754 mld del IV trimestre 2019. STM stima per il trimestre in corso ricavi netti a 2,93 mld (stime consensus Bloomberg erano 2,61 mld), margine lordo al 38,5% (consensus 37,7%).

Istat: a dicembre calano import ed export. In aumento la stima del saldo commerciale

27/01/2021

Nel mese di dicembre 2020, calano entrambi i flussi del commercio dell’Italia, più ampiamente per le esportazioni (-4,6%) rispetto alle importazioni (-1,3%).A dicembre 2020, l’export cresce su base annua del 3,1% (era +2,0% a novembre), trainato dalle vendite di beni strumentali (+7,8%), beni di consumo durevoli (+6,9%) e beni intermedi (+4,3%). La stima del saldo commerciale a dicembre 2020 è pari a +7.907 (era +6.801 milioni a dicembre 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +9.912 milioni per dicembre 2019 a +9.922 milioni per dicembre 2020).

Piazza Affari alle prese con la crisi e le consultazioni, atteso avvio debole

27/01/2021

Per Piazza Affari e le Borse europee la seduta infrasettimanale potrebbe partire all’insegna della debolezza. In Italia sono le questione politiche, con la crisi di governo che si è formalmente aperta, a ritagliarsi un posto di rilievo. Dopo le dimissioni di ieri del premier Giuseppe Conte, partiranno questo pomeriggio le consultazioni (con i presidenti di Camera e Senato) che si concluderanno venerdì pomeriggio con il Movimento 5 Stelle. Come sottolineano da ING, “le dimissioni di ieri di Conte hanno aperto una nuova fase, e al presidente Mattarella spetterà decidere come procedere dopo il giro di consultazioni”. Secondo Paolo Pizzoli, senior economist, Italy, Greece di ING ci sono tre possibili opzioni sul tavolo: un nuovo governo Conte, un esecutivo di unità nazionale ed elezioni anticipate.

Al di là delle questioni italiane, il debole sentiment sui mercati riflette i timori e le preoccupazioni degli investitori per l’evoluzione della pandemia di coronavirus in corso, sebbene ci sia un certo ottimismo sull’introduzione delle vaccinazioni e sui riflessi sulle prospettive di crescita globale. Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo l’outlook sull’economia globale relativo al 2021, annunciando con il suo World Economic Outlook di stimare una crescita del Pil del 5,5%, meglio di 0,3 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre. Nel 2022 il Pil globale è atteso in espansione del 4,2%. “Molto ora dipende dal risultato di questa battaglia tra le mutazioni del virus e i vaccini, e dalla capacità delle misure (lanciate dai governi) di fornire un supporto efficiente fino a quando la pandemia non sarà terminata”, ha commentato la responsabile economista dell’Fmi, Gita Gopinath.

Intanto la stagione degli utili procede senza sosta a Wall Street: se ieri sono arrivati i risultati trimestrali di Microsoft, oggi sono attesi a mercati chiusi quelli di Apple, Facebook e Tesla.

Le condizioni di Monti per dire sì al governo (e danneggiare per la seconda volta l’Italia)

Il senatore a vita, Mario Monti, svela i programmi dell’Unione europea per il nostro Paese e non ci sono buone notizie. Il commento di Giuseppe Liturri

Quando parla, il professore e senatore a vita Mario Monti non lo fa solo per sé, ma è anche un latore di messaggi di chi, tra Berlino, Francoforte e Bruxelles, tiene le fila della UE. Ed allora val la pena commentarne i passaggi salienti. Il professore ci fornisce una visita guidata nella galleria degli orrori che abbiamo percorso fin qui (soprattutto sotto la sua guida), con ampia vista sul sentiero di guerra che ci attende.

L’inizio è tutto un programma:

L’Italia è in guerra. Ha un comando e degli alleati. L’attende, non si sa quando, un dopoguerra molto difficile, dato che era entrata in guerra già in condizioni di debolezza cronica. In questo teatro, che cosa fa l’Italia? Il governo e la maggioranza (il comando) si sfaldano.

Stupisce la logica sottesa a tale infelice similitudine. Forse al senatore sfugge la differenza tra una gerarchia militare ed una democrazia. Pare che l’assioma di base sia quello che durante un periodo di difficoltà non sia possibile esercitare i diritti democratici e che lo scrutinio sull’operato del governo debba essere sospeso proprio nel momento in cui c’è più bisogno di controllarne l’efficacia ed eventualmente sostituire chi non è capace. Il tutto servito in livrea e guanti bianchi, come se nulla fosse.

L’Unione Europea e i suoi Stati membri non erano stati mai (mai nella storia, si potrebbe dire risalendo nei secoli) alleati dell’Italia con tanto sostegno e generosità come in questa comune guerra alla pandemia.

Di quali aiuti parla il Senatore? Parla dei miliardi del Mes, disponibili previa dichiarazione di stato di pre fallimento del Paese richiedente, con potenziale assoggettamento a programma di aggiustamento macroeconomico “alla greca”, in corso d’opera? Oppure parla ancora dei miliardi del Recovery Fund, per i quali non è stato ancora approvato il Regolamento e che forse vedremo a fine 2021, ed il cui potenziale di crescita aggiuntiva, una volta che saremo stati costretti a soddisfare i vincoli di bilancio pubblico dettati dal Patto di Stabilità, sarà azzerato, se non a saldo negativo? Oppure parla dei miliardi del Sure (per le spese di cassa integrazione) del quale vengono mantenuti segreti aspetti essenziali al fine di determinarne la convenienza?

Ma da qualche giorno si chiedono se l’Italia, per la quale avevano pianto come noi vedendo quei camion militari con le bare di Bergamo, non sia tornata ad essere, pur nella tragedia di questa guerra, un Paese semiserio e non del tutto affidabile.

Ecco, l’antico espediente oratorio della mozione degli affetti ce lo poteva risparmiare. Così come il, francamente inaccettabile e liso, luogo comune, intriso di autorazzismo, di Paese “semiserio e non del tutto affidabile”. E quali sarebbero i Paesi seri? La Germania? Con SiemensWirecard e Deutsche Bank, coinvolte a vario titolo in scandali di portata internazionali, di cui non c’è quasi mai traccia nella stampa italiana e al confronto dei quali gli italiani passano come dei ladri di galline? Direi anche basta.

Il dubbio che si affaccia in Europa è se l’Italia sia in grado di stare nell’Ue come un Paese normale. Quando l’Ue, come è giusto in tempi normali, chiede a ogni Stato di contenere il disavanzo pubblico e non glielo finanzia creando moneta europea, in Italia molti strillano contro l’«austerità». Quando invece l’Ue, in tempi eccezionali di pandemia, dà enormi risorse europee agli Stati, più di tutti all’Italia, il nostro Paese sembra abbagliato da improvvisa ricchezza, si attarda in crisi politiche nelle quali l’interesse del Paese è al massimo una foglia di fico.

Qui c’è da avere comprensione per il professore. Deve difendere l’operato della sua esperienza di governo come “normale”, in contrapposizione all’eccezionalità del momento attuale. No, sono queste soluzioni ad essere normali e c’è voluta l’emergenza del Covid per fare cadere castelli di menzogne costruiti impunemente per anni. In passato, come attestato dall’OCSE e da altri autorevoli economisti, siamo stati ingiustamente danneggiati. Oggi non c’è nessuna “improvvisa ricchezza”. Sono solo caduti dei dogmi insostenibili.

Se quel che è accaduto ora in Italia si fosse verificato qualche anno fa, prima che la Bce e altre banche centrali introducessero politiche monetarie ultra-accomodanti che offuscano la percezione degli squilibri sottostanti ritardandone la soluzione, che cosa sarebbe accaduto? Lo spread sarebbe schizzato a livelli tali da impaurire l’opinione pubblica e i politici, la crisi probabilmente non si sarebbe aperta oppure si sarebbe risolta in un paio di giorni, con il recupero del senso della realtà e forse con un governo di unità nazionale per affrontare rapidamente i veri problemi del Paese: in questa fase, soprattutto la mancanza di crescita, mentre crescono solo due cose, le gravi disuguaglianze e il debito pubblico.

Nostalgia, eh? Bei tempi quelli in cui i mercati ci tenevano fermi con lo spread a 500 ed in Parlamento passavano in rapida successione, sotto il suo governo: i regolamenti del six pack, l’equilibrio di bilancio nell’articolo 81 della Costituzione, il Trattato sul Fiscal Compact, il Trattato istitutivo del Mes, i Regolamenti del two pack. Belli i tempi del “FATE PRESTO” a caratteri cubitali sul Sole 24 Ore!

A proposito di quest’ultimo, mi aspetto che il governo spieghi meglio agli italiani che oggi vi sono ragioni eccezionali per non curarsi troppo dell’aumento del debito, ma che probabilmente prima della fine di questa legislatura — cioè prima che abbia termine il governo che forse vedrà la luce nei prossimi giorni — cambieranno alcune cose nella Ue: in qualche forma, speriamo più corretta della precedente dal punto di vista economico, verrà reintrodotta una disciplina di disavanzi e debiti pubblici, e noi più di altri arriveremo a quell’appuntamento dopo l’impennata di questi anni ; inoltre, la «revisione strategica» della politica della Bce, che Christine Lagarde ha avviato, difficilmente permetterà di fare affidamento a lungo sulla possibilità di finanziare a costo zero il disavanzo italiano.

È sempre bello ascoltare la verità. Pare che ci si possa disinteressare dell’aumento del debito, seppure sotto la foglia di fico delle “ragioni eccezionali”. Non erano forse meritevoli di attenzione le ragioni che consigliavano di non condannare l’Italia ad una seconda recessione tra fine 2011 ed inizio 2014? Sembra tanto “Cicero pro domo sua”. C’è anche l’annuncio del ritorno della UE sul vecchio sentiero. Questo con buona pace di chi in Italia si illude che una mitologica prossima Conferenza per l’Europa riformi il Patto di Stabilità. La riforma è pronta e ci condannerà ad un decennio di avanzi primari del bilancio pubblico, altrimenti non vedremo un centesimo del Recovery Fund. Monti annuncia anche il rientro della Bce nei ranghi e questo è tutto da vedere. Nemmeno la Fed negli USA è riuscita a rientrare dal programma di acquisto di titoli pubblici. Al massimo si potranno fermare gli acquisti aggiuntivi, come già accaduto nel 2019, ma il rinnovo dei titoli in scadenza potrebbe durare molto a lungo.

Diviene perciò importante porsi con urgenza il problema di quanto abbia senso continuare a «ristorare» con debito, cioè a spese degli italiani di domani, le perdite subite a causa del lockdown, quando per molte attività sarebbe meglio che lo Stato favorisse la ristrutturazione o la chiusura, con il necessario accompagnamento sociale, per destinare le risorse ad attività che si svilupperanno, invece che a quelle che purtroppo non avranno un domani.

Qui siamo allo Zenit. Visto che fare debito non è buono (ma allora vanno bene solo i prestiti del Recovery Fund?) allora meglio accompagnare verso una dolce morte qualche migliaio di alberghi, ristoranti, attività culturali e ricreative con tutto il relativo indotto, vero senatore? Cos’è questo darwinismo economico, che non avremmo immaginato nemmeno nel peggiore degli incubi? Cosa sono le “attività che si svilupperanno”? La servitù della gleba? Avete mai visto un medico decidere che i feriti provocati dalla caduta di un asteroide (perché il Covid è un evento esogeno di simile natura) non debbano meritare cure, perché faremmo troppo debito?

(Conte) Spieghi che la ricerca del consenso elettorale a tutti i costi è stata la principale causa della decadenza dell’Italia, perché di questo ormai si tratta.

Non avevamo dubbi sulla scarsa considerazione nutrita dal senatore verso l’esito elettorale, naturale premessa di un sistema democratico. Lui preferisce il governo degli Ottimati, è noto.

(Conte) Dica che il governo avvierà entro un mese alcuni pubblici dibattiti, che il governo stesso guiderà in modo aperto e trasparente, con audizioni di esperti e di rappresentanti degli interessi, e che concluderà con decisioni entro sei mesi, sui seguenti temi:

– Riforma fiscale, con adeguato spazio alle semplificazioni, a un Fisco «friendly ma non troppo» verso i contribuenti, alla necessità di salvaguardare la competitività; ma anche, senza pregiudizi in alcuna direzione, ai temi che solo in Italia sono considerati tabù, temi che tutti i partiti, pavidi, non osano neppure pronunciare: imposta ordinaria sul patrimonio, imposta di successione, imposizione sugli immobili e aggiornamento del catasto, imposizione sul lavoro, ecc. Ci si potrebbe avvalere, come punto di partenza, delle audizioni parlamentari svoltesi recentemente, in particolare di quella — meticolosamente non sovversiva, ma che non ha tabù — di Giacomo Ricotti della Banca d’Italia (11 gennaio 2021).

Ecco disegnato il sentiero di guerra per i prossimi anni. Esattamente quello prefigurato nelle raccomandazioni Paese 2019 della Commissione UE e ben dettagliato nel citato studio di Bankitalia. Spostamento della tassazione dal lavoro ad altre fonti di reddito, con l’essenziale precisazione di Bankitalia che “La necessità di non pregiudicare la sostenibilità dei conti pubblici richiede che, qualora la ricomposizione delle entrate risultante dalla riforma comportasse una perdita di gettito, questa andrà compensata con opportuni interventi di riduzione delle spese”. La pressione fiscale non può cambiare e, qualora accadesse, bisognerebbe mettere mano a tagli di spesa. Cioè tornare a tagliare le spese sanitarie, impedire l’ammodernamento della pubblica amministrazione, ecc… Tutte le belle cose che ora la UE ci chiede di fare con i prestiti del Recovery Fund. Ma Monti sa (domanda retorica) che le fonti di base imponibile a cui si riferisce spesso non producono reddito? Sa che quei beni risultano aggredibili solo in danno di chi non ha accuratamente nascosto quei beni dietro lo schermo di strutture societarie estero vestite? Intende nuovamente prelevare somme dai conti correnti o prendere altri 20 miliardi raddoppiando il gettito dell’IMU o aumentando l’imposta di bollo sulle attività finanziarie? Sa che una simile operazione ci porterà nuovamente in recessione, oltre a mettere una croce sopra a quel che resta della classe media nel nostro Paese?

– Come accrescere la concorrenza e frenare le rendite di posizione. Grazie anche alla Commissione europea e all’attività nel tempo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, si dovrebbero individuare molti nodi su cui intervenire, per eliminare vere e proprie «imposte occulte» che mercati poco concorrenziali o regolamentazioni pubbliche a protezione dei rentiers fanno gravare sui consumatori e utenti di servizi pubblici.

Ma davvero Monti crede che aumentando i notai o le farmacie si contribuisca alla crescita del Paese? Ma lo sa che c’è una concorrenza feroce, frutto di un eccesso di offerta, che ci ha già mandato quasi in deflazione negli ultimi mesi? Cosa ancora resta da liberalizzare?

A questi esercizi di consapevolezza civile, che non esproprierebbero affatto governo e Parlamento del potere di decisione, ma li stimolerebbero e forse migliorerebbero la qualità delle decisioni, il governo dovrebbe invitare anche le opposizioni, per annodare anche con loro un dialogo sulla realtà delle cose, invece di dispute spesso vuote nelle quali si contrappongono sovente due modi diversi di non decidere.

Se Conte saprà parlare il linguaggio della verità e dirà chiaramente verso quale deriva rischiamo di andare tutti se ciascuno mira solo alla tutela degli interessi di parte anche quando sono legittimi, penso che ispirerà maggiore fiducia nei cittadini. E forse anche in Parlamento.

Ringraziamo il senatore Mario Monti per l’estrema accuratezza con cui ci ha illustrato il programma di aggiustamento macroeconomico prossimo venturo a noi riservato dall’Unione Europea.

Ora sta agli italiani ed alle forze politiche fare esattamente il contrario. Il sentiero è tracciato. Se nel 1917, in piena guerra e con le truppe ripiegate sul Piave dopo la disfatta di Caporetto, Armando Diaz non avesse sostituito Luigi Cadorna, saremmo diventati un Protettorato austro-ungarico. Il rischio è identico, se non peggiore.

Fitch: con crisi Governo a rischio credibile strategia crescita post pandemia

La crisi politica in corso in Italia “potrebbe ostacolare i tentativi di concordare e mettere in atto una strategia credibile di crescita post-pandemia”. E’ quanto si legge in una nota di Fitch Ratings, secondo cui “l’avvento di un Governo significativamente piu’ debole o una persistente incertezza politica potrebbero minare gli sforzi per migliorare le prospettive di crescita dopo la pandemia tramite una strategia economica coerente”. Secondo l’agenzia di rating, “la mancata attuazione di tale strategia, compreso l’uso efficiente dei fondi del piano Next Generation Eu, ridurrebbe la probabilita’ di stabilizzazione e calo del rapporto debito/Pil”. Fitch ricordando i passaggi che hanno portato alle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sottolinea che “le conseguenze politiche della crisi non sono chiare”. Fitch ritiene inoltre che “un’elezione lampo sia improbabile perche’ i sondaggi suggeriscono che darebbe la vittoria ai partiti dell’opposizione di centro-destra” e perche’ “tenere le elezioni potrebbe essere difficile mentre si affronta la crisi sanitaria”. Nell’ipotesi che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dia a Conte incarico per formare un nuovo Governo, “una riconciliazione tra Conte e Renzi appare improbabile, date le richieste di quest’ultimo riguardo alla politica di governo”.

BlackRock: Fink ai ceo, aziende dimostrino compatibilita’ con economia zero emissioni

‘Visto il ruolo centrale che rivestira’ la transizione energetica per le prospettive di crescita di tutte le societa’, chiediamo alle aziende di divulgare un piano relativo alla compatibilita’ del proprio modello di business con un’economia a zero emissioni nette, ovvero uno scenario in cui il riscaldamento globale sia limitato a un livello assai inferiore a 2?C, in linea con l’aspirazione globale di arrivare a zero emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050′. E’ quanto scrive il ceo di BlackRock, Larry Fink, nella tradizionale lettera di inizio anno alle aziende in cui investe il colosso del risparmio gestito. ‘Chiediamo alla Sua societa’ – scrive Fink – di illustrare le modalita’ con cui questo piano viene integrato nella strategia aziendale a lungo termine e rivisto dal consiglio di amministrazione’.
Nella lettara Fink, che definisce quella della sostenibilita’ una sfida storica, ribadisce l’invito alle aziende gia’ rivolto l’anno scorso ad allinearsi, nelle proprie informative, alle raccomandazioni della Task force sulla rendicontazione finanziaria dei fattori climatici (Tcfd) e del Sustainability Accounting Standards Board (Sasb).
“Riteniamo molto incoraggianti i progressi osservati lo scorso anno – scrive Fink – un aumento del 363% delle informative Sasb e oltre 1.700 organizzazioni che si sono espresse in favore delle linee guida Tcfd. Le informative Tcfd rappresentano lo standard globale per aiutare gli investitori a comprendere i rischi climatici piu’ materiali che le societa’ si trovano ad affrontare e il modo in cui li gestiscono”

Pil Italia, da FMI maxi taglio ad outlook 2021: prevista crescita +3% rispetto a +6% NaDef

26/01/2021

Altro che crescita del 6% nel 2021. Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime sull’espansione del Pil italiano relativa a quest’anno di 2,2 punti percentuali, ad appena +3%.L’FMI ha però migliorato le previsioni per il 2022, prevedendo una crescita del 2022, 1% circa meglio del precedente outlook di ottobre.Per il 2020 l’Fmi stima una flessione del prodotto interno lordo dell’Italia del 9,2%, meglio del -10,6% stimato qualche mese fa.Lo scorso 20 gennaio, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri aveva riconosciuto la presenza di “rischi al ribasso per la previsione programmatica 2021 (che punta a un rialzo del Pil pari a +6%)”.“Tuttavia – aveva continuato il titolare del Tesoro – se la campagna di vaccinazione proseguirà secondo le previsioni e se da un lato gli interventi di politica economica definiti dalla legge di bilancio e integrati dalle misure di sostegno del prossimo decreto, e dall’altro gli investimenti previsti nel Recovery Plan saranno tempestivamente attuati, il risultato di crescita di quest’anno non risulterà molto inferiore a quanto previsto nella Nadef”.Sempre qualche giorno fa Gualtieri aveva detto di essere fiducioso sulla possibilità che il Fondo Monetario Internazionale potesse migliorare le stime (quelle del 2020 e del 2022 sono di fatto migliori, sicuramente non quella del 2021).

Outlook Fmi su Pil: Italia destinata a essere anello debole tra paesi avanzati. Occhio a stime UK, Francia, Spagna, Usa

26/01/2021 1

Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato l’outlook sulla crescita del Pil dell’area euro, nel 2021, di 1 punto percentuale, prevedendo un’espansione del 4,2% per il blocco, nel suo complesso. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del World Economic Outlook.L’Italia si conferma anello debole tra le economie avanzate. In particolare, dopo una contrazione del Pil pari a -9,2% nel 2020, il Pil italiano dovrebbe secondo l’istituzione di Washington recuperare il 3% (maxi downgrade del 2,2% rispetto alla stima precedente), per poi espandersi del 3,6% nel 2022 (revisione al rialzo di 1 pp).Il Pil spagnolo, dopo il crollo dell’11,1% nel 2020, dovrebbe rimbalzare del 5,9% (revisione al ribasso rispetto alle stime di ottobre dell’1,3%), per poi salire del 4,7% nel 2022 (upgrade di 0,2 pp).La Francia, dopo la contrazione del 9% dello scorso anno, dovrebbe secondo l’Fmi espandersi del 5,5% (downgrade di 0,5 pp rispetto a ottobre), per poi fare +4,1% nel 2022 (upgrade dell’1,2%).La Germania, dopo la contrazione del 5,4%, dovrebbe recuperare del 3,5% (revisione al ribasso 0,7 pp), per poi avanzare del 3,1% (outlook lasciato invariato).L’Eurozona, dopo il -7,2% del 2020, dovrebbe recuperare del 4,2% nel 2021 (downgrade -1 pp) e riprendersi del 3,6% nel 2022 (upgrade +0,5%).Gli Stati Uniti, dopo la contrazione del 3,4%, dovrebbero assistere a un rimbalzo del Pil del 5,1% per poi fare +2,5% l’anno prossimo. (outlook Usa 2021 rivisto al rialzo di 2 punti percentuali, peggiorato di 0,4 pp per il 2022).Il Pil del Giappone, dopo il -5,1% del 2020, dovrebbe salire secondo il WEO dell’Fmi del 3,1% nel 2021 (revisione al rialzo +0,8 pp) e del 2,4% nel 2022 (+0,7 pp).Il Pil del Regno Unito, dopo il -10% del 2020, è atteso in ripresa del 4,5% nel 2021 (revisione al ribasso di 1,4 pp) e del 5% nel 2022 (revisione al rialzo +1,8 pp).Il Pil del Canada, dopo il -5,5% del 2020, è atteso in ripresa del 3,6% (revisione al ribasso -1,6 pp) e del 4,1% nel 2022 (revisione al rialzo +0,7 pp).Tra i paesi emergenti la Cina, dopo aver chiuso l’anno della pandemia coronavirus Covid-19 con una espansione del 2,3%, recupererà secondo l’FMI dell’8,1% nel 2021 (revisione al ribasso di 0,1 pp rispetto a stime ottobre), per poi espandersi di un sempre solido +5,6% nel 2022 (revisione al ribasso -0,2 pp)

Crisi di governo: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è dimesso, consultazioni Mattarella da domani

26/01/2021

Come da attese, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rassegnato le proprie dimissioni. E’ quanto si legge in una nota del Quirinale:

“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv.
Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”.

“Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio”, si legge nella nota del Colle, che comunica che il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’ufficio stampa.

L’agenzia di stampa Ansa riporta che oggi i “capi delegazione del M5s Alfonso Bonafede, del Pd Dario Franceschini e di Leu Roberto Speranza avrebbero ribadito in Consiglio dei ministri il loro sostegno a Giuseppe Conte, dopo che il presidente del Consiglio ha comunicato la sua decisione di dimettersi”.

Prodi: ‘no a elezioni. Priorità governo per Recovery. L’Italia in questo momento fa paura all’Europa’

26/01/2021

“No alle elezioni. La priorità è un governo per fare il Recovery”. Così Romano Prodi in un’intervista rilasciata a La Repubblica.

Prodi sottolinea più volte la necessità di agire con urgenza: “Non c’è più tempo. Siamo di fronte a un’emergenza: il Parlamento e le forze politiche devono trovare una soluzione e indicare una strada per il rilancio. Subito. L’Italia non può permettersi di perdere altri mesi per una campagna elettorale. Nessuno ce le perdonerebbe e l’Europa non capirebbe”.

L’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della Commissione europea non fa giri di parole per indicare la gravità della situazione che l’Italia vive, con la crisi di governo in corso – oggi il premier Giuseppe Conte dovrebbe rassegnare le dimissioni e puntare a un Conte ter – in un momento di pandemia:

“Difficlle trovare un momento più critico di questo, tra pandemia e recessione economica”, dice ancora Prodi al quotidiano, ricordando anche che il Recovery Fund Next Generation EU, con i suoi 209 miliardi con destinazione Roma, è “un treno che l’Italia non può permettersi di perdere, perchè non ne passeranno altri”.

Prodi fa notare che “l’Italia in questo momento fa paura all’Europa” e che “se l’Italia fallisce per noi è una catastrofe, ma è tutta l’Europa che arretra perché intorno a noi, che riceviamo la somma più grande, è costruito l’intero progetto di ripresa e di solidarietà europea”.

L’ex premier auspica “un programma su poche e chiare cose: sanità, scuola, giustizia più veloce, riforme fiscali, semplificazione di burocrazia e appalti”.

UBS macina utili (+137%), ma è comunque un gennaio amaro per indice banche UE. Intesa Sanpaolo la peggiore tra quelle del Ftse Mib

26/01/2021

La pandemia non ha frenato UBS che fa il pieno di utili nel 2020 e sorprende in positivo il mercato con utili più che raddoppiati nell’ultimo trimestre.
La banca d’affari elvetica ha riportato nel 4° trimestre 2020 un utile netto di 1,708 mld di dollari, in crescita del 137% e ben sopra i 966 mln $ del consensus analisti pubblicato dalla banca. L’utile ante imposte si è attestato a 2.057 milioni (in aumento del 122% su base annua), comprese perdite nette su crediti pari a USD 66 milioni. Nel quarto trimestre, la gestione patrimoniale ha visto un +22% degli utili. Il rapporto costi/ricavi è stato del 74,1%, con un miglioramento di 12,7 punti percentuali su base annua, a fronte dell’aumento del 16% dei proventi (al lordo delle perdite su crediti) e della diminuzione dell’1% dei costi operativi totali. Il rendimento del capitale CET1 è stato del 17,5%.

Titolo si scalda a Zurigo, gennaio incolore per indice banche UE

Risultati accolti con favore dal mercato con il titolo UBS che segna +3,4% a 13,36 chf alla Borsa di Zurigo. In positivo anche l’indice Euro Stoxx Banks (+0,7%) dopo il brusco dietrofront del 10% nelle ultime 2 settimane che ha vanificato l’inizio d’anno promettente.
“L’indice delle banche europee, tra i più comprati e consigliati da inizio anno, ora è già in negativo di oltre il 3,5% da inizio anno”, rimarca Alberto Tocchio, Head of Mutual Funds di Kairos.
Guardando all’Italia, nessun titolo bancario risulta al momento tra i peggiori 10 del Ftse Mib da inizio anno. Tra le big a far peggio risulta Intesa Sanpaolo con oltre -5% Ytd, seguita da Unicredit con -2,5% e Banco BPM con -1,5% circa. In ascesa invece Bper (che era stato il peggior titolo 2020 del Ftse Mib) con +2,5% e che è tra i titoli indiziati per un nuovo round di M&A.
I conti delle banche italiane arriveranno nel corso della prossima settimana (il 5 febbraio i numeri di Intesa).

I numeri di UBS sull’intero 2020

Considerando l’intero 2020, UBS segna un utile ante imposte di 8,226 miliardi di dollari, in aumento del 47% su base annua, comprese perdite nette su crediti pari a 694 milioni. Il rapporto costi/ricavi è stato del 73%, con un miglioramento di 7,4 punti percentuali su base annua, a fronte dell’aumento del 14% dei proventi (al lordo delle perdite su crediti) e dell’incremento del 4% dei costi operativi totali. L’utile netto attribuibile agli azionisti è stato di 6.629 milioni (pari a un aumento del 54% su base annua), con un utile diluito per azione di 1,79 $. Il rendimento del capitale CET1 è stato del 17,6%.
“I nostri ottimi risultati per il 2020 dimostrano chiaramente la vera forza del nostro franchise”, ha affermato l’amministratore delegato, Ralph Hamers, ex Ing subentrato a Sergio Ermotti lo scorso novembre.
Il cda intende proporre un dividendo di 0,37 dollari per azione agli azionisti, mentre la banca prevede di riacquistare circa 1,1 miliardi di dollari di azioni questo trimestre. Annunciato un nuovo programma di buyback triennale fino a 4 miliardi di franchi svizzeri (4,50 miliardi di dollari).
“La nostra solida posizione patrimoniale sostiene la crescita, i dividendi futuri e la ripresa dei riacquisti azionari: il coefficiente patrimoniale CET1 a fine anno si è attestato al 13,8% (obiettivo di riferimento 13%) e l’indice di leva finanziaria CET1 al 3,85% (obiettivo di riferimento: >3,7%)”, rimarca UBS.

Chiusura Piazza Affari: -1,6% il Ftse Mib spinto al ribasso da Stellantis e Unicredit

25/01/2021

Giornata negativa anche oggi per Piazza Affari. Dopo un avvio incoraggiante, sono tornate a prevalere le vendite. In chiusura il Ftse Mib segna una flessione dell’1,6% a 21.735,95 punti. Tra i peggiori le banche con Unicredit a -4,24%; Peggio ha fatto Stellantis con -4,65%, mentre Nexi ha ceduto il 4,02%. Tra i migliori invece Diasorin con +2,69% e Terna con +1,67%.

Piazza Affari riparte dopo peggior seduta 2021, torna l’incognita spread. Cinque titoli del Ftse Mib pronti a mostrare i muscoli

24/01/2021

E’ andata in archivio per Piazza Affari la seconda settimana consecutiva in negativo con il Ftse Mib protagonista venerdì della peggior seduta da inizio anno (close a -1,52%). Il listino milanese ha sottoperformato nell’ultima settimana complici le tensioni politiche non placate dal voto di fiducia strappato al senato dal governo Conte. Lo scenario di elezioni anticipate, il più temuto dai mercati, non appare ancora quello più probabile, ma l’incertezza politica rimane con Moody’s che ha sottolineato come un governo debole non sia lo scenario idoneo per far fronte “a sfide politiche spaventose, sia nella gestione dell’attuale fase della pandemia che nell’assicurare l’assorbimento tempestivo ed efficace dei fondi europei del Recovery Fund (Next Generation EU)”.

Ftse Mib di nuovo ostaggio dello spread?

Tale contesto ha portato a un allargamento dello spread Btp/Bund fino a 125 pb, sui massimi a due mesi e mezzo, complici anche le parole della Bce, che nel primo meeting del 2021 ha accennato per la prima volta a un possibile utilizzo solo parziale della dotazione del Pepp da 1.850 miliardi di euro.

“Il mercato italiano mostra qualche scricchiolio, ma per il momento siamo ancora in una fase di equilibrio fra acquirenti e venditori. Il particolare i prezzi sono ingabbiati da 23 sedute (a partire da 23 Dicembre) all’interno di un rettangolo di circa 1.000 punti fra area 21.900 e 23.000 punti”, asserisce Pietro Di Lorenzo, trader e fondatore di SOSTrader, che ritiene che per capire se la fase attuale è una accumulazione (ovvero il preambolo di un nuovo rialzo) o piuttosto di distribuzione (che anticipa lo sviluppo di una gamba ribassista) è importante monitorare proprio lo spread Btp/bund. “Un eventuale ritorno stabile sopra 130, fotograferebbe l’insofferenza dei mercati per una situazione politica italiana in stallo, che potrebbe innescare vendite sull’azionario”.
Le prossime settimane vedranno l’inizio dell’earning season anche a Piazza Affari, in particolare la prima ottava di febbraio vedrà arrivare i conti delle banche.

Quali titoli monitorare

Tra i titoli interessanti per la prossima seduta, SOSTrader segnala:
Tenaris, tra i peggiori delle ultime sedute con volumi esplosivi (i più elevati dal 24 Novembre), che disegna una white spinning stop che testa il supporto a 6,2€. Possibile un tentativo di rimbalzo da questo livello.

Mediobanca mostra grande forza chiudendo sui massimi dopo aver riconosciuto il supporto in area 7.25€. La tenuta di questo livello, manterrà integro il quadro grafico rialzista.

Atlantia come previsto rimbalza sul supporto passante a 13€. Il minimo toccato venerdì potrebbe essere un importante bottom di periodo.

INWIT rimbalza (per la quinta volta nelle ultime 6 sedute) sul supporto in area 9,15€, disegnando un interessante Engulfing Bullish. Possibile tentare un buy purchè si asotti uno stop loss strettissimo a 9,1€.

Torna al centro dell’interesse del mercato Ferragamo (+9,52% nelle ultime 5 sedute). I prezzi consolidano sotto la resistenza in area 16.2€: una chiusura superiore a questo livello, fornirà un solido segnale rialzista.
Tag: FTSE MIBSpread

Rischio Italia mette in ginocchio Piazza Affari: forti cali per Unicredit, Stellantis e Leonardo sul Ftse Mib

22/01/2021

Forti vendite oggi a Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso la settimana con un calo dell’1,52% a quota 22.088 punti. In generale tutte le Borse Ue hanno sofferto con l’aumento dell’incertezza legata alla possibile prolungata debolezza dell’economia a causa del Covid, che sta riprendendo vigore anche in alcune zone della Cina.

Bce e incertezza politica Italia

Inoltre, si è assistito a forti vendite sui bond periferici dopo che ieri la Bce si è mostrata eccessivamente prudente, accennando per la prima volta a un possibile utilizzo parziale della dotazione del Pepp da 1.850 miliardi di euro.
Sull’Italia pesano poi le incognite legate alla tenuta del governo Conte con lo spread Btp-Bund schizzato fino a 125 pb oggi e il tasso dei Btp a 10 anni arrivato allo 0,75% (massimi dal 10 novembre). Moody’s ha riportato alla ribalta lo spettro di un downgrade sul rating del debito italiano, scrivendo in una nota che, sebbene la prospettiva di elezioni anticipate sia improbabile, il governo italiano di Giuseppe Conte indebolito dalla recente crisi di governo “fa fronte a sfide politiche spaventose, sia nella gestione dell’attuale fase della pandemia che nell’assicurare l’assorbimento tempestivo ed efficace dei fondi europei del Recovery Fund (Next Generation EU)”.

Banche e oil al tappeto

Il settore bancario è stato tra quelli più colpiti dalle vendite. Tra i peggiori di giornata spicca Unicredit (-3,20% a 7,749 euro) in attesa di novità sul fronte scelta nuovo ceo; molto male anche Banco BPM (-2,82%) e Bper (-2,65). In deciso calo anche Intesa Sanpaolo che ha segnato -1,72%.In affanno anche i titoli oil con il petrolio che si conferma tra gli asset più suscettibili a perdere quota nei momenti di incertezza sulle prospettive di crescita globale. ENI ha così ceduto l’1,45%, dando seguito ai forti cali di ieri, così come Tenaris (-3,47%) e Saipem (-3,59%).Tra i peggiori di oggi anche Leonardo (-3,68%) e Stellantis a quasi -3%, che chiude la prima settimana di quotazione limando i forti guadagni messi a segno nella prima partedi ottava.
Fuori dal Ftse Mib, fitte vendite anche oggi su Autogrill con tonfo di quasi il 4% dopo l’oltre -10% della vigilia in seguito all’annuncio di un aumento di capitale per massimi 600 mln di euro. L’azionista di maggioranza (Edizione Holding) – che detiene il 50,1% del capitale – ha dichiarato che sottoscriverà l’aumento. Gli analisti di Equita si aspettavano la comunicazione di un aumento ma di un ammontare inferiore (500 mln). Tra gli analisti alcuni hanno subito rivisto al ribasso la valutazione sul titolo. Intesa Sanpaolo ha tagliato il prezzo obiettivo da 5,2 a 4,5 euro ritenendo che l’AdC porterà a una forte diluizione ma dall’altra consentirà alla società di riguadagnare flessibilità per cercare future opportunità di crescita organica e inorganica. Abbassata la valutazione anche da parte di Banca Akros, da 4 a 3 euro, con rating reduce.

La Bce all’Italia ha già dato, Conte è tentato dal voto e Moody’s riaccende minaccia junk: alla fine i BTP vanno al tappeto

22/01/2021

Spread BTP-Bund a 10 anni al record delle ultime nove settimane nel Day After la riunione della Bce e a seguito del comunicato bomba firmato Moody’s, che ha lanciato un alert sul rating dell’Italia. Il differenziale è balzato fin oltre il 9% superando la soglia di 125 punti base, a fronte di una fiammata dei tassi decennali fino allo 0,74%. Nella settimana che si avvia alla conclusione, i tassi sui BTP decennali sono volati di più di 12 punti base, al massimo dalla prima ondata della pandemia Covid-19.

Bce, Moody's, elezioni anticipate: mix micidiale per i BTP, che finiscono preda di violenti sell off
ROME, ITALY – JUNE 20: Protesters, wearing protective masks featuring the Italian tricolor, demonstrate against the Italian Government over the economic issues the country is facing due to the coronavirus pandemic on June 20, 2020 in Rome, Italy. The demonstration against the Italian government was organized by the spontaneous Facebook group “Mascherine Tricolori” (Tricolor masks) to support Italian trade and businesses in serious difficulty due to the Covid-19 pandemic. (Photo by Stefano Montesi – Corbis/ Getty Images)

L’ampliamento del differenziale ha messo sotto pressione Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha ceduto nei minimi intraday fino a -2% circa: osservate speciali le banche, con UniCredit che è arretrata fin oltre -3%.
Torna la tensione sui titoli di Stato che non si era palesata in modo particolare neanche con le minacce di Italia Viva di Matteo Renzi di staccare la spina al governo Conte. Quella spina, di fatto, Renzi l’ha staccata, ma il governo Conte è riuscito a tenere, sebbene con numeri così risicati che hanno dato vita a un governo di minoranza.
E Moody’s non ha potuto fare a meno di esprimere tutte le sue perplessità nei confronti di questo nuovo capitolo della politica italiana, che si innesta in uno scenario di pandemia Covid-19 ancora allarmante, a dispetto del lancio dei vaccini, e allo stesso tempo in un momento di grande opportunità storica per l’Italia con il Recovery Fund: una occasione da non perdere, come hanno fatto notare da più parti;  209 miliardi sotto forma di aiuti e prestiti, che il Next Generation EU da 750 miliardi di euro devolverà a Roma.
L’Italia riuscirà a utilizzare nel modo più proficuo questa somma? Il dubbio, già presente quando Conte godeva di una maggioranza assoluta, è diventato ancora più martellante di fronte a un governo di minoranzaE Moody’s si è sentita in dovere di certificare la situazione in corso, scrivendo nella nota odierna che, sebbene la prospettiva di elezioni anticipate sia improbabile, il governo italiano di Giuseppe Conte indebolito dalla recente crisi di governo “fa fronte a sfide politiche spaventose, sia nella gestione dell’attuale fase della pandemia, che nell’assicurare l’assorbimento tempestivo ed efficace dei fondi europei del Recovery Fund (Next Generation EU)”.
Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, Moody’s ha ammesso di temere che l’eventuale incapacità politica dell’Italia di trarre vantaggio dalle risorse disponibili dell’Unione europea finisca con l’avere ripercussioni sul rating sul debito. Che, ricordiamo, nel caso di Moody’s, è pari a Baa3 con outlook stabile: un rating già soglia pericolo per l’Italia, perchè superiore di appena un gradino rispetto al rating investment-grade. Il che significa che basterebbe un solo downgrade da parte di Moody’s per far precipitare l’Italia nel girone dei titoli di stato considerati spazzatura, o “junk”.
Ma l’ansia da spread oggi è stata rinfocolata anche a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla Bce nella prima riunione del 2021, della giornata di ieri giovedì 21 gennaio.  La banca centrale non ha indorato la pillola alimentando, anzi, il dubbio di una double dip recession in Eurozona: nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi – lasciati invariati – la numero uno Christine Lagarde ha detto di temere, infatti, un trend negativo del Pil dell’area euro nel quarto trimestre che, per ovvie ragioni, potrebbe finire con l’impattare anche il Pil del primo trimestre.
Alla luce di queste previsioni, non ha aiutato sapere che la dotazione del QE pandemico PEPP potrebbe anche non essere utilizzata del tutto.
Riguardo all’Italia, poi, Lagarde è sembrata inviare un messaggio ben preciso: Roma non si aspetti ulteriori assist da Francoforte a causa della crisi di governo. Lagarde ha negato qualsiasi intenzione, da parte della banca centrale, di stabilire un target preciso per i tassi dei bond dell’area euro, rivendicando un approccio olistico, teso a considerare l’area euro nella sua interezza e non nelle sue specificità. Il che significa che Lagarde non ha alcun target preciso neanche per lo spread BTP-Bund.
Bloomberg ha motivato l’odierno dietrofront dei bond italiani anche con un articolo del Corriere della Sera, secondo cui lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte starebbe valutando l’ipotesi di tornare al voto. Così il quotidiano: “poiché il rischio di non farcela si fa sempre più concreto, Conte torna ad accarezzare la suggestione del voto anticipato. Raccontano che «la voglia di elezioni in lui è fortissima».
I BTP sottoperformano gli altri bond dell’Eurozona, anche in quanto tra i principali beneficiari del programma PEPP: un programa che probabilmente ha raggiunto ormai la sua massima potenza di fuoco, dopo essere stato rafforzato nella riunione dello scorso dicembre. Bloomberg riporta il fenomeno che gli analisti di Goldman Sachs hanno chiamato “peak ECB”, segnalando che la Bce, quello che poteva fare, lo ha fatto. Che più di questo, insomma, non si può fare, così come più di quello che è stato fatto dalle banche centrali come la Federal Reserve Bank of Japan per arginare gli effetti economici della pandemia coronavirus. Una prospettiva del genere, da sola, porta gli investitori a temere che la Bce possa decidere anche di iniziare a rallentare gli acquisti di bond.
Il sell hanno colpito oggi anche gli altri titoli di stato dell’Eurozona, inclusi i Bund tedeschi, con il risultato che i tassi decennali tedeschi salgono al record in otto giorni al -0,487%.
Ma tra crisi politica con lo scenario elezioni anticipate più concreto, la mancanza di rassicurazione da parte della Bce e la stangata finale Moody’s, a pagare lo scotto più alto dei sell off sui bond dell’area euro è stata l’Italia.

Moody’s agita spettro downgrade rating Italia con governo più debole, spread BTP-Bund vola +9%

22/01/2021

Boom dello spread BTP-Bund a 10 anni, anche sulla scia dell’avvertimento lanciato da Moody’s: il differenziale sale di oltre il 9% sopra quota 125 punti base, toccando il valore più alto dallo scorso novembre.

I tassi sui BTP decennali si infiammano fino allo 0,74, al valore più alto dallo scorso 10 novembre. Moody’s ha riportato lo spettro di un downgrade sul rating del debito italiano, scrivendo in una nota che, sebbene la prospettiva di elezioni anticipate sia improbabile, il governo italiano di Giuseppe Conte indebolito dalla recente crisi di governo “fa fronte a sfide politiche spaventose, sia nella gestione dell’attuale fase della pandemia che nell’assicurare l’assorbimento tempestivo ed efficace dei fondi europei del Recovery Fund (Next Generation EU). Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters, Moody’s teme che l’eventuale incapacità politica dell’Italia di trarre vantaggio dalle risorse disponibili dell’Unione europee al fine di sostenere il potenziale di crescita della sua economia metterebbe sotto pressione il rating sul debito.

Il mix crisi politica-messaggio Bce fredda gli investitori che puntano sulla carta italiana.

La numero uno della Bce Christine Lagarde è sembrata inviare un messaggio ben preciso: Roma non si aspetti ulteriori assist da Francoforte a causa della crisi di governo culminata nella tenuta dell’esecutivo Conte, ma anche con un esecutivo di minoranza e con lo spettro delle eleziono anticipate mai rientrato del tutto.Inoltre la Bce ha sottolineato che la dotazione del Pepp da 1.850 miliardi di euro potrebbe anche non essere utilizzata completamente.

Da segnalare che lo scorso novembre Moody’s ha confermato il rating sull’Italia a “Baa3”.

Bce ferma ma Lagarde sull’attenti: ‘periodo pandemico fino a marzo 2022’. Ai BTP nessun assist, ‘non puntiamo a tassi specifici’

21/01/2021

“Un ampio livello di misure accomodanti di politica monetaria è ancora essenziale” perché le incognite sono significative e c’è una elevata incertezza non solo riguardo allo sviluppo della pandemia – e dunque sul protrarsi delle misure di contenimento -lockdown – ma anche sul ritmo con cui proseguiranno le vaccinazioni anti-Covid. Nella prima conferenza stampa del 2021 seguita alla prima riunione del Consiglio direttivo della Bce, Christine Lagarde non fa nulla per indorare la pillola, anche se il mercato intravede qualche nota hawkish, laddove nel comunicato la banca centrale conferma che non è detto che sarà necessario utilizzare l’intera dotazione del PEPP, pari a 1850 miliardi di euro.
Nel corso della conferenza stampa, l’impressione è che Lagarde voglia smontare però il sospetto su un suo presunto ottimismo riguardo all’evolversi delle condizioni dell’economia dell’area euro.

L’inflazione – sottolinea – rimane molto bassa, in un contesto di debolezza della domanda” e “i dati confermano l’impatto di breve termine pronunciato (della pandemia) sull’economia, così come il protrarsi della debolezza dell’inflazione”, per l’appunto.
Ancora: “la recrudescenza della pandemia ha provocato probabilmente un declino dell’attività economica nel quarto trimestre del 2020 (leggi Pil dell’area euro), che peserà anche sull’attività del primo trimestre del 2021“. Ed è vero che “le politiche fiscali stanno supportando le famiglie e le imprese, ma i consumatori rimangono cauti”.
Inoltre, a fronte dei dati Pmi che confermano “la ripresa dell’attività manifatturiera, il settore dei servizi rimane gravemente colpito”.
Insomma, “la pandemia (del coronavirus) pone gravi rischi”, anche se “la vaccinazione è un’importante pietra miliare” che è stata raggiunta. Detto questo, le vaccinazioni proseguono comunque “in modo molto graduale”, e con l’intensificarsi dei contagi e con le varianti del virus sono state introdotte di nuovo misure di contenimento e restrizioni. “I rischi sull’economia sono dunque ancora rivolti verso il basso, anche se in modo meno pronunciato“.
La numero uno della Bce non vuole snobbare l’importanza della scoperta dei vaccini anti-Covid 19, tutt’altro: la loro distribuzione avalla infatti, sottolinea, “una maggiore fiducia”, ma “ci vorrà del tempo per raggiungere l’immunità di gregge”.
In questo contesto “la Bce – assicura l’ex numero uno del Fondo Monetario Internazionale -punta a preservare condizioni favorevoli di finanziamento”, e per un periodo protratto di tempo.
“Il periodo pandemico – precisa – durerà infatti almeno fino al marzo del 2022”, il che significa “che noi saremo presenti sul mercato almeno fino al marzo del 2022“. Insomma, la Bce è disposta a rispondere prontamente a un eventuale appello dei mercati con i vari strumenti di cui dispone, come conferma lo stesso comunicato: novità stavolta non ce ne sono, anche se, a seguito di un articolo sulla questione scritto da Bloomberg, qualcuno si chiede se per caso Lagarde non stia perseguendo una strategia di controllo della curva dei rendimenti (YCC-yield curve control) per tenere sotto controllo soprattutto i tassi dei paesi indebitati e alle prese con crisi politiche di turno, come l’Italia.
Ma la risposta è no, anche perchè l’approccio della Bce vuole essere “olistico”.

Ciò significa (almeno in apparenza) che la Bce non ha in mente un target specifico sui tassi dei singoli paesi dell’Eurozona, come l’articolo di Bloomberg aveva in qualche modo lasciato intendere. E comunque, “per ora nessun movimento dei tassi dei bond sovrani dell’area euro pone problemi”, rassicura ancora Lagarde, negando insomma che la Bce abbia intenzione di fissare un tetto massimo per i tassi dei bond dell’Eurozona. E quindi anche di avere un target specifico anche per gli spread. Il che porta tuttavia qualcuno a chieders anchei se per caso la frase odierna di Lagarde non sia una versione soft dell’enorme gaffe che fece al suo esordio nelle vesti di neo presidente della Bce, quando disse che il compito della banca centrale non era certo quello di chiudere gli spread.
La carta italiana non sembra approvare le parole di Lagarde, con lo spread BTP-Bund a 10 anni che accelera al rialzo, ma senza grandi drammi.
In preda a forti oscillazioni invece l’euro, che inizialmente tende a interpretare in modo hawkish il comunicato della Bce, salendo fino al massimo intraday di $1,21723, per poi tornare in area $1,2150 dopo che Lagarde sottolinea che la banca centrale continua a “monitorare molto attentamente il tasso di cambio”.
E per ora, questo, sembra bastare a placare l’ansia che la banca centrale arrivi a permettere alla moneta unica di salire troppo, e dunque di minacciare le esportazioni dei paesi dell’area euro.

Piazza Affari negativa su rischi sanitari, penalizzati i titoli oil

22/01/2021

Piazza Affari apre sotto la parità quest’ultima seduta della settimana, proseguendo i ribassi di ieri. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Ftse Mib cede circa 1 punto percentuale in area 22.165 punti. Le nuove misure restrittive annunciate in Asia, Europa e Stati Uniti per tentare di frenare la diffusione del Covid favoriscono le prese di beneficio. In particolare si guarda alla Cina dove sale il rischio di ripresa del virus dopo che diversi focolai sono emersi in alcune parti del paese.In questo contesto, che potrebbe rallentare la ripresa economica globale, i titoli del Ftse Mib più penalizzati sono quelli oil, con Tenaris che cade sul fondo con un tonfo del 4,9%, seguita da Saipem, in calo del 3,4%, di riflesso ai ribassi delle quotazioni del petrolio (Wti -1,6% e Brent -1,4%). Scampa le vendite invece Campari che sale in vetta al paniere con un +0,4%, confortato dai dati snocciolati questa mattina dalla rivale francese Remy Cointreau.

Il comunicato della Bce sui tassi e piano Pepp

Oggi la Bce ha annunciato che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%.
In particolare, il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in maniera coerente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.
Proseguiranno inoltre gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro”.
Francoforte ha precisato tuttavia anche che, “se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscano la dotazione nell’orizzonte degli acquisti netti del PEPP, non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione. Allo stesso modo, la dotazione può essere ricalibrata, se richiesto, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli che contribuiscano a contrastare lo shock negativo della pandemia sul profilo dell’inflazione”.

Bce, Lagarde su Italia: ‘non guardiamo a tassi specifici, per ora nessun movimento bond sovrani euro pone problemi’

21/01/2021

“Non avete per caso lanciato una strategia di controllo della curva dei rendimenti, anche senza chiamarla in questo modo?”. Così ha chiesto alla numero uno della Bce Christine Lagarde un giornalista, riferendosi anche ai recenti problemi dell’Italia culminati nella crisi di governo, nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi da parte della banca centrale.Lagarde ha precisato che la strategia della Bce si basa su un “approccio olistico”, che punta ad assicurare che le condizioni di finanziamento dell’Eurozona siano favorevoli: ciò significa che la Bce non ha in mente un target specifico sui tassi dei singoli paesi dell’Eurozona.

In ogni caso, ha precisato Lagarde, “per ora nessun movimento dei tassi dei bond sovrani dell’area euro pone problemi”.

B20 Confindustria, Gualtieri: ‘2021 anno vittoria contro pandemia, spostare focus interventi su investimenti pubblici e privati’

21/01/2021

“Riteniamo che il 2021 sarà l’anno della vaccinazione di massa e della vittoria contro la pandemia. L’economia mondiale ha mostrato significativa resilienza nei passati mesi nonostante molti Paesi fosse investiti dalla seconda ondata”. Così il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, nel corso dell’evento B20 organizzato da Confindustria.Gualtieri ha parlato della necessità che gli stimoli fiscali lanciati dal governo Conte permangano fino a quando la crisi scatenata dalla pandemia coronavirus Covid-19 non sarà conclusa.E’ importante che gli interventi lanciati dal governo, ha precisato il titolare del Tesoro, restino “a supporto, fino a quando la ripresa non sarà saldamente riavviata”.
Invertire il sostegno della politica fiscale “in questa fase significherebbe compiere un errore costoso”.E’ necessario comunque che il “focus” si sposti dalla spesa corrente e dagli incentivi fiscali agli investimenti, sia pubblici che privati, per recuperare in produttività e crescita”.Gualtieri ha aggiunto che, nel corso della presidenza del G20, l’Italia di Conte si adopererà per “conseguire un accordo globale sulla digital economy e sulla definizione di una soglia minima di tassazione effettiva, sulla base del lavoro svolto dall’Ocse”. D’altronde, ha detto il ministro affrontando la questione della digital tax, “un sistema di tassazione internazionale più equo e sostenibile è fondamentale per promuovere la fiducia globale”.

B20 Confindustria, Bonomi: ‘ciclo italiano G20 affronta sfide epocali, ma segnali incoraggianti’

21/01/2021

“Siamo pronti a sostenere la comunità del G20 nella costruzione di una nuova era di crescita e prosperità”. Così il presidente di Confindustria Carlo Bonomi nel dare il via ai lavori del B20 Inception Meeting.Da segnalare che l’evento, organizzato da Confindustria, è il più importante tra gli Engagement Group creati dal G20 riservato alle imprese e alle loro associazioni di rappresentanza. Così Bonomi, rivolgendosi al ministro dell’economia Roberto Gualtieri:“Il ciclo italiano del G20 affronta sfide epocali, ma ha la capacità di cambiare le regole del gioco. Il business si impegna a far ricordare il 2021 come l’anno che ha avviato una rigenerazione sociale, economica e ambientale a livello mondiale. Ce lo meritiamo. Tutti noi. Individui, società, aziende, attori socio-economici”.Il numero uno di Confindustria si è detto “orgoglioso di inaugurare il B20 organizzato da Confindustria” in occasione della presidenza italiana del G20.“La business community ha un’occasione straordinaria per il rilancio della crescita, dell’occupazione, dell’innovazione e per promuovere la sostenibilità e ridurre le diseguaglianze”.“Il G20 è chiamato a portare risultati – ha detto ancora il presidente di Confindustria – Solidi, tempestivi ed efficaci. Il tempo è ora. Alcuni segnali incoraggianti cominciano ad essere visibili. Non ancora abbastanza per vedere la luce fuori dal tunnel. Ma sono segnali davvero positivi per la prima volta dal febbraio dello scorso anno”.“In molti paesi sono in corso massicce campagne vaccinali – ha continuato Bonomi – La nostra speranza è che siano presto diffuse in tutto il mondo. Gli effetti su vasta scala richiederanno tempo, ma la frenetica ricerca del vaccino si è finalmente conclusa, e il rimedio tanto atteso ora c’è. Nella maggior parte delle economie mondiali vengono utilizzati enormi pacchetti di stimolo”.Il numero uno degli industriali ha affermato che “l’unica strada percorribile e alla quale lavoriamo è che le forze di mercato siano i motori dell’allocazione delle risorse e che i fondi pubblici siano investiti in modo proficuo”.

Quando il pacchetto fiscale va oltre ogni previsione

Questo grafico ci ricorda che il nostro Bel Paese si è fino ad ora impegnato in modo importante per sostenere tutto il sostenibile. Riuscendoci, tra l’altro, in modo abbastanza relativo (anche perchè il “nero” è difficile da “ristorare”).Stiamo ragionando per l’Italia di un sostegno pari a circa il 35% del PIL. Numeri mostruosi che sono destinati a crescere ( non è un caso ritrovarci con un rapporto debito PIL che sfiora area 160%). Da un eccesso all’atro, guardate la Cina. Un sostegno pari al 5% del PIL. Cifre risibili. La cosa ovviamente preoccupante è che questo sostegno non solo ha fatto lievitare il rapporto debito PIL a livelli enormi, ma ha reso sempre più complessa la stabilità del sistema economico italiano.Ora, è bello vivere nel mondo dei sogni, ma è palese che questo trend di crescita del debito non può continuare. Qualcosa dovrà accadere per abbozzare un “piano di rientro”. Non un “taper tantrum” (perchè è un discorso che non interessa la BCE) ma un qualcosa che comporti un rientro dal debito. Siatene coscienti, gli strumenti possono essere tanti, più o meno traumatici, più o meno elaborati, più o meno invasivi e distribuiti nel tempo ma qualcosa di certo, arriverà. Prima o poi.


E’ evidente dalla slide qui sopra che il problema non interessa solo noi, visto che su scala globale gli stimoli non sono mancati, ma il problema resta la sostenibilità del debito e le potenzialità di un virtuoso piano di rientro. Ricordate quella cosa chiamata Recovery Plan che dovrebbe puntare proprio non troppo “sull’uovo oggi” ma soprattutto “sulla gallina domani“? La gallina domani è fondamentale perchè solo con una seria ripartenza e con investimenti in infrastrutture la ruota torna a girare, un circolo virtuoso che bisogna riattivare quanto prima. Questa è la teoria, la pratica lasciamola ai nostri spettacolari politici.

Piazza Affari parte bene, Conte incassa fiducia anche al Senato

20/01/2021

Piazza Affari parte in rialzo all’indomani della voto al Senato. Ieri il governo Conte ha ottenuto la fiducia a palazzo Madama con 156 sì, 140 contrari e 16 astenuti. Questione politica in primo piano anche Oltreoceano, dove oggi avverrà l’insediamento del presidente eletto Joe Biden che comincia ufficialmente il suo mandato. In questo contesto si registrano movimenti positivi per l’indice Ftse Mib che avanza dello 0,38% a 22.525 punti.Sin dalle prime battute si mette in evidenza A2a che si posiziona in vetta al listino milanese dopo la presentazione del nuovo piano strategico al 2030 che a livello finanziario prevede un Ebitda passare da circa 1,18 miliardi di euro del 2020 a oltre 2,5 miliardi di euro del 2030, e l’utile netto è atteso in crescita di oltre l’8% medio annuo. Il nuovo piano propone un incremento del dividendo per azione atteso sull’utile del 2020 almeno pari a 8 centesimi di euro per azione rispetto a 7,75 centesimi di euro deliberati in relazione all’utile netto del 2019. Ancora una seduta positiva per Stellantis, che ha debuttato a Piazza Affari lunedì e ieri a Wall Street. Il titolo del nuovo big dell’auto, nato dalla fusione tra PSA e FCA guadagna circa un punto percentuale.L’agenda macro odierna offre diversi spunti. In programma infatti in mattinata la pubblicazione dell’indice dei prezzi alla produzione in Germania, l’indice dei prezzi al consumo dell’area euro a dicembre (lettura finale) e l’asta Bund 30 anni. Nel pomeriggio riflettori oltreoceano con l’indice Redbook USA, il NAHB Housing Index di gennaio e le scorse di petrolio Usa nella settimana al 15 gennaio. Sul fronte banche centrali ci sarà l’annuncio sui tassi della Bank of Canada.

DRAGHI …IL GRILLINO!

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Affascinante davvero la lunga fila di topolini che in fila corrono dietro cantando al pifferaio magico, Grillo ha detto che si aspettava un banchiere ma ha trovato un grillino in Mario Draghi, si più o meno quello che pensava Varoufakis quando Draghi li ha comunicato che per la democrazia e le banche greche il tempo era scaduto che i referendum e la volontà popolare valgono zero.https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-0&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1358019278662959105&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2021%2F02%2F10%2Fdraghi-il-grillino%2F&theme=light&widgetsVersion=889aa01%3A1612811843556&width=550px

Inutile cercare la coerenza in politica, la politica è liquida come …, lasciamo perdere!https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-1&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1358868376211382278&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2021%2F02%2F10%2Fdraghi-il-grillino%2F&theme=light&widgetsVersion=889aa01%3A1612811843556&width=550px

I soliti canarini nella miniera ci dicono che le imposte saranno progressive, niente flax tax e fine alla quota 100, basta tasse e feroce lotta all’evasione, e altri dettagli che lasciamo nella miniera. Sono più che certo che qualcuno nella  miniera ci lascerà le penne, il gas è letale, ma non abbiamo fretta, basta solo aspettare.

Fa sorridere l’affermazione del teologo Pino Lorizio apparsa su Famiglia Cristiana  a proposito della formazione religiosa gesuita di Mario Draghi, sai Bellezza dice Lorizio, un collegio gesuita non è certo garanzia di fedeltà al Vangelo. Come direbbe Shakespeare, il diavolo è un fuoriclasse nel recitare le sacre scritture.

Seriamente qui non si discute della persona Mario Draghi, chi siamo noi per parlare della persona, ma si criticano i fatti, la storia di questo personaggio, le scelte, l’ideologia l’uomo che ha dichiarata morta l’economia sociale di mercato, eccessivo il welfare, salari e occupazione, l’uomo che chiedeva sacrifici alla classe media in nome del salvataggio dell’euro, il più grande fallimento della storia economico/finanziaria.

Zingales uno che non le ha mandate a dire nel criticare Draghi ora pubblica un’altra interessante visione in mezzo a un gregge di pecore che quotidianamente si fa tosare dai social e dalle fake news istituzionali…https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-2&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1358439712197926914&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2021%2F02%2F10%2Fdraghi-il-grillino%2F&theme=light&widgetsVersion=889aa01%3A1612811843556&width=550px

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Dopo i banchieri, i giganti del web sono più pericolosi degli eserciti, i colpi di Stato dei militari oggi sono antiquati.

Speriamo che il nuovo Mario non ricordi quello del Britannia…

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In America è partito il processo per l’impeachment di Trump, solo 6 repubblicani hanno votato a favore, ma la notizia del giorno arriva dal Time.

In una democrazia funziona sempre così, prima neghi l’evidenza, distruggi il nemico e poi quando la tempesta è passata, piano, piano, i media possono far uscire la verità, tanto il popolo rana è bollito.https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-3&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1358717373142958080&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2021%2F02%2F10%2Fdraghi-il-grillino%2F&theme=light&widgetsVersion=889aa01%3A1612811843556&width=550px

Il Time suggerisce che attivisti di sinistra e alcuni colossi dei social, lobby varie si sono organizzati per eliminare DonalTrump, sindacati, industriali e probabilmente parte della sicurezza americana.  Ma lasciamo da parte questi dettagli, ora ci sarà da divertirsi con il nuovo presidente, il finto tonto per eccellenza, quelli che suggerivano di non fare guerre commerciali…

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La Cina nel frattempo incomincia a frenare vistosamente, la maggior parte degli indicatori ci dicono che l’intera economia cinese sta per iniziare un lungo declino, dopo il rimbalzo miracoloso grazie al covid, trasporti e produzione giù, consumi e mercato immobiliare in decisa frenata.

Prosegue la folle corsa alla bolla più spettacolare della storia, sono felice di poter assistere ad un simile evento, Tesla sembra avere qualche problemino non solo in Cina ma in giro per il mondo con le sue automobiline.

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Unite alle oltre 150.000 ritirate recentemente nel resto del mondo ci fanno suggerire alla SEC di dare un’occhiata ogni tanto alle performance da insider trading di Musk, che ultimamente sembra più interessato alle criptovalute invece di far funzionare la società.https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-4&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1357291765322104833&lang=it&origin=https%3A%2F%2Ficebergfinanza.finanza.com%2F2021%2F02%2F10%2Fdraghi-il-grillino%2F&theme=light&widgetsVersion=889aa01%3A1612811843556&width=550px

Certo sino a quando folle entusiaste di fessi continueranno a comprare una società che vale oltre 1700 volte gli utili, può tranquillamente fare quello che vuole, sino a quando all’improvviso…

L’altro ieri si è verificato il più importante scarico dal più importante ETF sui titoli del tesoro americano a lungo termine da marzo, ma il mercato efficientissimo funziona sempre così, si liquidano perle e si compra …

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… letame!

La spazzatura va di moda a Wall Street, sembra che la nuova moda dei piranha sia quella di divarare spazzatura, i mercato dei titoli spazzatura dove la media il rendimento delle obbligazioni spazzatura statunitensi è appena sceso al di sotto del 4% per la prima volta in assoluto.

Lunedì sera l’indice Bloomberg Barclays US Corporate High Yield è sceso al 3,96%, la sua sesta sessione consecutiva di ribassi.

Bisogna avere rispetto per le tragedie umane, molta gente ci lascerà le penne, ben oltre il collasso dello scorso marzo per pandemia, moltissimi portafogli sono intrisi di questi titoli spazzatura, molti piazzati quotidianamente dalle reti al gregge da tosare.

In settimana la Loretta, si quella della FED di Cleveland, ha suggerito che la FED sarà accomodante per sempre, certo non hanno scampo, andrebbero a prenderli uno per uno a casa se smettono di distribuire droga sui mercati.

Ma la cosa più ridicola che ha detto è che continueranno a monitorare i segnali di eccesso sui mercati, come se una banca centrale fosse in grado di monitarare una bolla finanziaria, non una sola sono stati in grado di prevedere negli ultimi 25 anni, non una sola!

Loro le bolle amano provocarle e poi si tirano fuori dicendo che sono imprevedibili!

” Non vi sarebbe stato alcun fenomeno subprime se la Fed avesse vigilato, è il momento di dire le cose come stanno, ammettere i propri errori e voltare pagina(…) amava ripetere la sacerdotessa del monetarismo Anna Schwartz

Come amava ricordare con la sua sottile ironia, il grande J.K.Galbraith, …laperniciosa inutilità della politica monetaria e i rischi che derivano dal fare affidamento su di essa sono oggi una realtà.

Dell ‘inutilità delle banche centrali, della loro incapacità abbiamo già parlato ma anche Milton Friedman non scherzava in questo senso…

“…Noi non abbiamo bisogno di una Fed, per molti anni sono stato a favore della sostituzione della Fed con un computer…La Fed ha avuto molti pochi periodi di relativa buona performance…per la maggior parte della sua storia è stata una mina vagante sul ponte e non un fattore di stabilità.”

Ovviamente oggi si osanna Mario Draghi, un altro banchiere centrale che ha inventato una cura miracolosa dopo aver dormito in mezzo alla più spettacolare bolla finanziaria della storia.

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