FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 22500-23048

Eccoci a un nuovo appuntamento questa volta dedicato al nostro FTSEMIB :

FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 22500-23048

Riprendiamo in mano il nostro Indice dopo la buona intuizione precedente ,che sicuramente ricorderete ,in cui si ipotizzava un rimbalzo a 20180 – 20400 (top 20399) contenuta nell’articolo FTSEMIB: CAN BE BOUND AT 20180-20400 ,da cui come tutti abbiamo visto, è partita una correzione fino a venerdì di scadenze tecniche .

E’ ora quindi di aggiornare la situazione con una nuova ipotesi che Vi illustriamo in questo grafico

FTSEMIB

Siccome noi continuiamo a pensarla come ben sapete e come esposto in questi articoli precedenti :

Mercati : Chi c’è dietro questa Strategia ?

Creano Crisi & Offrono Soluzioni dal ’90

E siccome c’è molta carne al fuoco in Europa (Vedi incontri per Recovery Found e Brexit ) ma anche intervento del FMI che ha detto che si “augura” che grazie alla BCE e al suo intervento l’Italia riesca a farcela abbiamo pensato che fosse il momento giusto per questo nuovo articolo.


Condizione fondamentale per questa idea su FTSEMIB , è ovviamente che le idee Rialziste sui Listini Americani siano corrette e si continui a trovare conferme di esse nei mesi a venire (come dal 19 Marzo 2020 sono state ) . In particolare che lo Standard and Poor non perda il Box 2951,1 – 3048 – 3245/3417 e l’ETF QQQ non ceda l’importantissimo supporto a 240$.

UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU

Ad oggi il FTSEMIB  da 14000 punti non è andato oltre 20399 con un riappoggio a 19000 .

Sicuramente area 19000/19100/19300 è da curare con estrema attenzione proprio perchè proprio da questi livelli il nostro FTSEMIB potrebbe ripartire.

I BOX HFT che contengono  il nostro FTSEMIB dal 2006/2008 sono i soliti :


BOX HFT 8000-18000-28000-38000-48000

( minimo 17950 nel 2018 minimo 14089 del 2020)

BOX HFT 10500-20500-30500-40500

(minimo 12250 del 2009)


Evidente la  doppia resistenza a  19300-19500 che con 20500 rappresenta il chiaro “ostacolo” per il raggiungimento di 2250023048.


Ci faranno rialzare….ancora una volta?

E se si….come e con che News fino a 22150-22500-23048 ?

Giugno – Settembre non è stagione in teoria favorevole, ma non diamo per scontato nulla nell’Anno del Topo ,non è “prudente” farlo,sia al ribasso che al rialzo.

Saranno d’accordo HFT e Giostrai e i loro “Burattini” senza fili ?


God Save Italy !

FTSEMIB

GRANDEPRESAPERILCULO


Quattordicesimo Aggiornamento

05-02-2021

                                                     FTSE MIB

23.048,14

                    raggiunto primo target di questa analisi che era 22500 da 17500

Superato (di 548 punti) il top del 30 Novembre 2020

Trento e Trieste sempre a 23048 RAGGIUNTA 5-02-2021

Anche questa analisi entra di diritto nelle GOLD IDEA

di SFI TRADING ADVISOR

FTSEMIB

Anche questa analisi entra di diritto nelle GOLD IDEA

di SFI TRADING ADVISOR

Amundi: la Bce protegge l’Italia, la crisi può essere un’opportunità per gli investitori

Secondo Matteo Germano (Amundi) la Bce contribuirà a mantenere la volatilità sui governativi a livelli contenuti: l’aumento temporaneo dei rendimenti può servire ad incrementare l’esposizione

Dopo che Italia Viva, partner minore della coalizione di governo italiana guidato dall’ex primo ministro Matteo Renzi si è tirato fuori, il ricorso a elezioni anticipate resta comunque improbabile, mentre il primo ministro Conte potrebbe trovare comunque i numeri per dar vita a un nuovo governo sempre guidato da lui, anche nella prospettiva di traghettare il Paese fino alle prossime elezioni. Lo rileva Matteo Germano, Head of Multi Asset CIO Italy di Amundi, secondo cui i mercati finanziari sembrano comunque reggere, con l’azione della BCE che contribuisce a mantenere la volatilità a livelli storicamente contenuti.

FATTORI TECNICI SOLIDI

L’esperto di Amundi ricorda che la BCE ha ampliato il programma di acquisti per l’emergenza pandemica di altri 500 mld portandolo a un totale di 1.850 mld, estendendo anche la politica di reinvestimento. Secondo Germano, i fattori tecnici rimarranno solidi nel 2021, grazie agli acquisti della BCE e alle minori emissioni nette attese. Le valutazioni attuali sono ‘tirate’ e offrono margini limitati per un ulteriore restringimento dello spread BTP-Bund, ma in termini relativi i rendimenti italiani sono più interessanti di altri Paesi periferici.

OPPORTUNITÀ DI AUMENTARE L’ESPOSIZIONE

Per questo Amundi rimane costruttiva sul debito sovrano italiano, e prevede che con la progressiva riduzione del premio al rischio, la curva dovrebbe appiattirsi e gli investitori dovrebbero posizionarsi su scadenze molte lunghe. Durante la durata della crisi, Germano prevede uno spread BTP-Bund nell’intervallo di 100-125 punti base, e ritiene che gli investitori sul mercato dei titoli di Stato italiani dovrebbero considerare eventuali ritracciamenti del mercato come un’opportunità per aumentare la propria esposizione.

DEBITO IN MANI DOMESTICHE

Il tutto si colloca in uno scenario macro di bassa crescita potenziale e mancanza cronica di investimenti, che rappresenta è il tallone d’Achille dell’economia italiana. Il debito dell’Italia è detenuto per circa il 70% da investitori nazionali con solo il restante 30% in mani estere, mentre la quota detenuta dal Sistema europeo delle banche centrali è aumentata dal lancio del programma di allentamento quantitativo nel 2015 e si è attestata al 24% del debito negoziabile a settembre 2020. Amundi prevede che salirà a circa il 28 % entro fine 2021, a seguito degli acquisti della BCE, mentre si aspetta che il deficit pubblico raggiunga l’11,4% del PIL nel 2020, per poi scendere all’8,2% nel 2021.

RISPARMIO DA DESTINARE ALL’ECONOMIA REALE

Inoltre Germano sottolinea che la “Next Generation EU” rappresenta una svolta per la politica fiscale dell’UE e che possa stimolare la crescita dell’Italia in modo significativo nel medio/lungo termine. La pandemia accentuerà il divario sociale nel Paese mentre il tasso di risparmio ha raggiunto il 20% nel secondo trimestre del 2020, aumentando le disponibilità sui conti correnti. Secondo Amundi una parte di questo elevato risparmio sarà disponibile per essere investita nell’economia reale.

Piazza Affari chiude euforica, Buzzi Unicem corre sull’onda blu Usa

Piazza Affari euforica nella seduta dell’Epifania, insieme agli altri listini europei. Fin dai primi scambi il listino milanese ha imboccato la via dei rialzi sguardando al vantaggio dei Democratici nelle elezioni senatoriali in Georgia, confermato poi nel corso della giornata con la vittoria del candidato democratico Raphael Warnock sul repubblicano Kelly Loeffler, e dell’altro democratico, Jon Ossoff sul repubblicano David Perdue. In questo modo, il partito Democratico ha vinto entrambi i seggi in gioco in Georgia per il Senato Usa, prendendo di fatto il controllo della camera alta del Congresso americano e facilitando l’attuazione dei piani del futuro presidente Joe Biden. Non solo. A sostenere gli acquisti sui mercati, imprimendo una accelerazione, è stata la notizia dell’approvazione del vaccino anti-Covid di Moderna da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Il vaccino anti-Covid di Moderna diventa così il secondo ad ottenere l’approvazione in Europa dopo quello di Pfizer e BioNTech, alimentando le speranze di una campagna di vaccinazione efficace che possa far ripartire l’economia europea. E così, in questo contesto, l’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo del 2,4% in area 22.734,32 punti.Tra i titoli del listino milanese, exploit di Buzzi Unicem che fin dai primi scambi ha conquistato la vetta del Ftse Mib per poi accelerare progressivamente e chiudere con un +7,96%, riflettendo il generale fermento del settore costruzioni grazie alla prospettiva di maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture Usa con la vittoria del partito democratico nelle elezioni per gli ultimi due seggi del Senato in Georgia.In evidenza anche Unicredit (+6,09%) sulle voci di un maggiore contributo di capitale su Mps. Secondo quanto riportato da diverse fonti di stampa, nelle interlocuzioni in corso con il MEF in merito alla cessione di Banca Mps, sarebbe filtrata la richiesta di UniCredit di un contributo, in termini di capitale, superiore rispetto al rafforzamento patrimoniale da 2-2,5 miliardi previsto dal capital plan della banca che dovrà essere inviato alla Bce. In particolare, la richiesta sarebbe di un aumento di capitale da 3,5 miliardi, a cui sommare il contributo legato alla conversione delle imposte anticipate (Deferred Tax Assets, DTA) di Mps (2,5 miliardi).Acquisti anche su Saipem (+5%) che ha così proseguito la sua salita in scia al rally del petrolio. L’Opec+, l’alleanza tra i paesi Opec e non, ha raggiunto un accordo sui nuovi livelli produttivi di petrolio per i mesi di febbraio e marzo. La Russia e il Kazakistan potranno aumentare leggermente la loro produzione per un totale di 75.000 barili al giorno a febbraio e di ulteriori 75.000 a marzo, mentre l’Arabia Saudita taglierà la sua produzione, nell’ordine di 400mila barili al giorno che potrebbero arrivare a 1 milione.Sul fronte opposto invece è scivolato sul fondo DiaSorin con un tonfo del -3,98%. Male anche Inwit e Recordati con ribassi intorno al 3%.

30-11-2020

                                                     FTSE MIB

22.499,14

raggiunto primo target di questa analisi che era 22500 da 17500

VITTORIAASSOLUTASUIDIFFAMATORI

Prometeia: Pil Italia -9,1% in 2020, outlook 2021 tagliato a +4,8% per Covid-19 e difficoltà implementazione Recovery Fund

“L’economia italiana ha mostrato una buona resilienza, anche più delle previsioni, nel terzo trimestre 2020”. E’ quanto emerge dal rapporto di Prometeia appena reso noto, “Dai fondi europei una spinta da 1,2 punti di Pil. Ma servono le riforme strutturali”.“A influire positivamente la politica fiscale, che ha sostenuto i redditi, e quella monetaria comune che ha rafforzato il credito – si legge nell’analisi – Ma
la seconda ondata (della pandemia del coronavirus COVID-19) porterà con sè un lascito non trascurabile nel 2021. Per questo, e per le difficoltà di implementazione dei fondi del Next Generation EU, Prometeia ha ridotto la stima per il 2021 (Pil Italia): il rimbalzo sarà del +4,8% (e non del +6,2% stimato a settembre)”. Per il 2010 si prevede una contrazione del Pil pari a -9,1%.Per il Pil dell’area euro Prometeia prevede una contrazione del 7,2% e un recupero del 3,9% nel 2021:“La Germania, che quest’anno ha messo in campo risorse per 4,7 punti percentuali di Pil e liquidità per 19,6 punti, pur beneficiando dei fondi europei in misura più limitata, è prevista recuperare il livello pre-crisi entro il 2021. L’Italia tornerà ai livelli pre-crisi nel 2023. Dal lato opposto la Spagna che, tra i maggiori beneficiari dei fondi europei insieme all’Italia, al 2023 non avrà recuperato i livelli pre-crisi”.

Confindustria: nuovo calo del PIL nel quarto trimestre

I tassi sovrani in Italia sono ai minimi storici (0,55% il BTP decennale a dicembre) e anche lo spread sulla Germania è basso, sotto i valori di inizio 2018 (+1,13%). Così si legge nella consueta Congiuntura Flash di dicembre 2020 del Centro Studi di Confindustria secondo cui i dati sui tassi sono molto positivi, grazie agli acquisti BCE “anti-pandemia” di titoli di Eurolandia, già arrivati a 718 miliardi sui 1.350 messi in cantiere. A dicembre Francoforte li ha ampliati di 500 miliardi, prolungandoli fino a marzo 2022.
Tuttavia nonostante i tassi favorevoli, sottolinea lo studio di viale dell’Astronomia, l’eurozona è in recessione. A fine anno l’economia dell’area-euro è in progressivo deterioramento. Alla significativa contrazione dei servizi (PMI a 41,7) si è sommata a novembre la frenata del manifatturiero (PMI a 53,8, un punto in meno da ottobre), la cui produzione è attesa in flessione nel 1° trimestre 2021 per carenza di domanda. Con la forte riduzione delle ore lavorate, infatti, i consumatori si attendono nei prossimi mesi un peggioramento della propria situazione finanziaria, che induce a rinviare la spesa.
Il forte rimbalzo nel 3° trimestre (+15,9%), continua il documento, ha sostenuto il PIL italiano di quest’anno, ma la seconda ondata di epidemia da fine estate e le restrizioni per arginarla fanno stimare un nuovo calo nel 4°. Ciò causerà un “trascinamento” statistico peggiore al 2021, che parte più basso. Il risultato, nelle variazioni annue, è una minore caduta nel 2020, ma meno rimbalzo l’anno prossimo.

Consumi: Confcommercio, la situazione peggiora. Calo a doppia cifra a novembre

Se a ottobre i dati sui consumi certificati dall’Indicatore di Confcommercio erano brutti quelli di novembre sono decisamente più sconfortanti. Nel confronto annuo, l’ICC di novembre è tornato a registrare una riduzione a doppia cifra (-16%), a causa della contrazione della domanda nel comparto dei servizi e in particolare del turismo che si appresta a chiudere l’intero 2020 con cali che approssimano, o superano, il 50%. Tra i settori settori più colpiti anche il commercio non alimentare, i trasporti, i servizi ricettivi e di ristorazione, spettacoli e ricreazione.Nell’ultimo trimestre del 2020 il quadro economico si è ulteriormente indebolito anche se con un’intensità più ridotta rispetto a in primavera. L’ultimo quarto dell’anno in corso dovrebbe chiudersi, secondo le stime di Confcommercio, con un Pil in calo del 3,1% sul terzo trimestre e un -7,6% sullo stesso periodo del 2019, per una riduzione del 9,1% in termini reali per l’intero 2020.

Industria: Istat, fatturato e ordini salgono a ottobre

Fatturato e ordini in rialzo a ottobre in Italia. Stando ai dati diffusi dall’Istat, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, ha mostrato a ottobre un aumento del 2,2% rispetto al mese precedente. Nello stesso mese, anche gli ordinativi hanno registrato un incremento congiunturale sia nel confronto su base mensile (+3% rispetto a settembre), sia nella media di agosto-ottobre rispetto ai tre mesi precedenti (+20,6%).Nel mese di ottobre l’indice destagionalizzato del fatturato recupera parzialmente il calo registrato a settembre. Un andamento analogo caratterizza la componente interna, mentre per quella estera si evidenzia una crescita ininterrotta dal mese di maggio. Su base annua sono molto positivi i risultati degli ultimi due mesi per l’industria dei mezzi di trasporto, in particolare per il comparto degli autoveicoli”, commenta l’Istat rimarcando che continuano a rimanere in sofferenza il settore tessile, dell’abbigliamento e dei prodotti in pelle e l’industria della raffinazione del petrolio. Al netto della componente di prezzo, spiega ancora l’Istat, il settore manifatturiero evidenzia una crescita congiunturale sia su base mensile sia su base trimestrale

Italia: PIL trimestrale a +15,9% (lettura finale). Su base annua in flessione del 5%

Nel terzo trimestre il PIL dell’Italia nella lettura finale segna un rialzo del 15,9% contro il 16,1% della stima preliminare. Lo rende noto l’Istat secondo cui il dato su base annua segna una flessione del 5% contro quella del 4,7% della stima preliminare.

ftsemibinculoaglispionifurbi

vedi aggiornamenti precedenti

FTSEMIB

La linea del Piave per ricacciare il nemico a Trento e Trieste è sempre a 21000/21100

TRENTO E TRIESTE sono ovviamente su RADICE 048 HFT = 23048

il 30 Ottobre 2020 sembrava impossibile , quando noi allertavamo di forte movimento rialzista in arrivo sugli Indici Mondiali….e ci troviamo a 21258 il 16-11-2020

BENISSIMO.


13-11-2020

FTSE MIB

21.114,14

La linea del Piave per ricacciare il nemico a Trento e Trieste è sempre a 21000/21100

RETEST LATO ALTO DEL BOX 19000-20500 PASSATO  H 20957.5 L 20547.9

FTSE MIB

21.053,14<–top 11-11-2020

         Raggiunti oramai 20180 e 20400  siamo tornati sul lato alto di 19000-20500

20500 FTSEMIB esce al rialzo dal Boc 19000-20500……e 23048 si avvicina

FTSEMIB

26 NOVEMBRE

Aggiornamento dei posizionamenti monetari.

Sulle mibo prosegue il continuo aumento di posizioni put su strike 21500 e piccoli posizionamenti sul lato call a 22000 e 23000.Su S&P si assiste a rollaggi interni sul lato put con chiusure a strike otm e riaperture di posizioni a 3550 e 3500. Sul lato call chiusure di contratti a strike 3750 e nuove aperture a strike 3700.Su Stoxx e Dax identiche movimentazioni. Gran lavoro sul lato put su tutti gli strike, in particolare su aree otm e diffuse chiusure di call sopra il prezzo.

Borsa di Milano sale ancora, asta Btp a tassi record. Bper e Intesa le migliori tra le banche

Piazza Affari archivia positivamente l’ultima seduta di una settimana che ha visto la Borsa di Milano allungare ancora la striscia positiva. Il Ftse Mib ha chiuso a 22.351 punti, con un progresso dello 0,68% che porta a oltre +24% il saldo da inizio mese quando manca ormai solo una seduta alla fine del mese di novembre.In Italia l’asta Btp ha visto nuovi minimi storici per i tassi dei Btp a 5 e 10 anni, scesi rispettivamente a 0,01% e 0,59%.Tra le big di Piazza Affari si conferma il momento decisamente positivo per Telecom Italia, scattata nuovamente in avanti di un ulteriore +1,57% con quotazioni tornate ampiamente sopra la soglia di 0,40 euro con un saldo di quasi +40% nell’ultimo mese. Continua a tenere banco l’attesa per uno sblocco del dossier rete unica. Infratel avrebbe inviato una lettera a Open Fiber sui ritardi dell’attuazione del piano di copertura FTTH. “L’intervento di Infratelcrea ulteriore pressione su OF e indirettamente su ENEL per accelerare il progetto rete unica, un catalyst positivo per TIM”, rimarcano gli esperti di Equita SIM.

Sprint oggi per Hera, arrivata a guadagnare il 2,85% a 3,175 euro chiudendo in testa al Ftse Mib. L’utility emiliana ha collocato ieri sul mercato degli Eurobond un prestito obbligazionario rivolto a investitori qualificati dell’importo nominale di 500 milioni di euro e con durata di 10 anni che ha visto ordini per 4 volte l’offerta.Tra le banche spicca oggi Bper con +1,75% a 1,51 euro. Bene anche Intesa Sanpaolo con +0,8%.Sul fronte opposto invece, giù Pirelli che ha ceduto oltre 2 punti percentuali. Male anche Leonardo (-xxx%) con un articolo de La Stampa che parla di rallentamenti nell’iter relativo a un maxi-ordine potenziale che includerebbe 24 Eurofighter oltre ad un numero non precisato di addestratori di volo M-346.

Sul Ftse Mib l’ottimismo non svanisce: bancari sotto osservazione con nodo dividendi

Mercati riprendono oggi fiato, ma le positive tematiche chiave (vaccini e progressi Biden) restano sul tavolo. Oggi valanga di dati Usa

Piazza Affari tiene la barra dritta nella seduta infrasettimanale. Dopo un avvio in ribasso e una toccata e fuga in territorio negativo, l’indice Ftse Mib sale ora dello 0,06% a quota 22.157,7 punti, riprendendo fiato dopo il rally della vigilia. Ieri il Ftse Mib ha mandato in archivio la seduta sopra la soglia dei 22mila punti (+2,04% a 22.145 punti) per la prima volta dal 27 febbraio scorso. Indicazioni decisamente positive sono arrivate anche da Wall Street, dove il Dow Jones e l’S&P 500 hanno registrato nuovi massimi. In particolare, il Dow Jones ha testato e superato la soglia dei 30.000 punti per la prima volta in assoluto. Oltre che al vaccino contro il Covid, su cui stanno lavorando Pfizer-BioNtech, Moderna e Oxford University-AstraZeneca, si guarda con ottimismo alla transizione dall’amministrazione di Donald Trump a quella del presidente neo-eletto Joe Biden e la scelta di quest’ultimo di mettere al timone del dipartimento del Tesoro Usa l’ex presidente della Federal Reserve, Janet Yellen.

Aspettando le festività del Thanksgiving e del Black Friday

Come sottolineano gli strategist di Mps Capital Services “i nuovi vaccini in arrivo (l’ultimo quello della cinese Sinopharm), l’avvio del processo di transizione Trump-Biden e la nomina della Yellen a capo del Tesoro USA, sono stati gli elementi che ieri hanno contribuito al rialzo dei listini azionari. L’ottimismo non è stato disturbato neanche dalla fiducia dei consumatori USA risultata peggiore delle attese”. Secondo gli esperti, evidentemente l’arrivo delle festività (dopo il giorno del Ringraziamento sarà la volta del Black Friday) gli operatori si stanno focalizzando principalmente sulle notizie positive tralasciando quelle più negative come per esempio che i vaccininel breve saranno disponibili in dosi estremamente limitate, le difficoltà logistiche e di distribuzione di alcuni (Pfizer) e la limitata efficacia di altri (90% del vaccino di Astrazeneca è su individui sotto i 55 anni).

I titoli da monitorare oggi sul Ftse Mib

Tra i singoli titoli del paniere principale la migliore in questo momento è Inwit che sale del 2% circa, seguita da A2a (+1,6%) ed Hera (+1,5%). Sul fondo del listino c’è Cnh Industrial che lascia sul terreno oltre il 2,4% dopo i recenti rialzi. Quest’ultima ha annunciato il lancio di un’emissione obbligazionaria in euro di ammontare pari a 750 milioni. I titoli avranno scadenza al 1° aprile 2024, con prezzo di emissione pari al 99,910% del valore nominale e cedola fissa dello 0,000%. Il regolamento è atteso per il giorno 1° dicembre 2020. Deboli le performance di Bper e Banco Bpm che cedono quasi l’1 per cento. Per il comparto si guarda al nodo dividendi che con la Bce che potrebbe autorizzare il pagamento delle cedole nel 2021. Le banche dell’Eurozona potrebbero tornare a erogare i dividendi a partire dal prossimo anno, ma con un se: dovranno riuscire a convincere le autorità di vigilanza che i loro bilanci siano sufficientemente solidi da riuscire a contrastare gli effetti economici e finanziari provocati dalla pandemia del coronavirus.Scivola in territorio negativo Snam che cede circa l’1% nel giorno della presentazione del piano strategico 2020-2024. La società ha confermato l’impegno a garantire agli azionisti una remunerazione attrattiva e il pagamento di un acconto sul dividendo. È confermata la crescita del dividendo per azione del 5% fino al 2022, con un’ulteriore crescita minima del 2,5% nel periodo 2023-2024. Snam prevede che per l’esercizio 2020 possa essere distribuito nel 2021 un dividendo complessivo pari a 0,2495 per azione, di cui il 40% a titolo di acconto con pagamento a gennaio 2021 (come deliberato dal consiglio di amministrazione dello scorso 4 novembre), mentre il restante 60% a saldo con pagamento a giugno, da sottoporre all’assemblea degli azionisti che approverà il bilancio di esercizio 2020.

Ricca l’agenda macro, valanga di dati Usa

La seduta sarà movimentata oggi da numerose indicazioni in arrivo dagli Stati Uniti. In particolare, è prevista la diffusione del Pil nel terzo trimestre, gli ordini di beni durevoli, il reddito e la spesa delle famiglie e la loro fiducia elaborata dall’Università del Michigan. In serata la Federal Reserve pubblicherà i verbali dell’ultima riunione. Sul fronte emissioni, oggi il Tesoro italiano offrirà in asta Ctz e Btpei per un importo compreso tra 2,25 e 3,25 miliardi.

Dividendi Borsa Italiana: lunedì stacco cedola d’autunno per quattro big del Ftse Mib, Poste la più generosa

Piazza Affari, reduce dall’ennesima settimana positiva che conferma il novembre da record (quasi +21%), si appresta a riaccendere i motori domani con alcune big che staccheranno il dividendo o l’acconto cedola. E’ l’ultimo importante appuntamento con lo stacco dei dividendi 2020.Nel dettaglio saranno quattro i titoli del Ftse Mib a staccare la cedola. Spicca la cedola sostanziosa di Poste Italiane, a titolo di acconto di parte del dividendo ordinario previsto per l’esercizio 2020, per un importo pari a 0,162 euro per azione, pari a un rendimento di oltre l’1,8% ai valori di chiusura di venerdì. L’acconto sarà messo in pagamento a decorrere dal 25 novembre e e record date (ossia data di legittimazione al pagamento del dividendo stesso) il 24 novembre.Acconto cedola anche per Terna (0,0909 euro, con yield dell’1,40%), Recordati (0,5 euro, yield 1,08%) e Tenaris (0,0588 euro, yield 0,94%).Fuori dal Ftse Mib si segnalano invece i dividendi di Danieli (0,14 euro per le azioni ordinarie e 0,1607 euro per quelle risparmio) e l’acconto cedola di Piaggio (0,037 euro).

Industria: fatturato e ordinativi tornano a scendere a settembre

In Italia il fatturato dell’industria è sceso a settembre del 3,2% rispetto ad agosto, interrompendo la dinamica positiva registrata nei quattro mesi precedenti. Anche gli ordinativi hanno evidenziato un calo congiunturale, di maggiore ampiezza rispetto al fatturato (-6,4%). La dinamica del fatturato, spiega l’Istat, è sintesi di una significativa diminuzione del mercato interno (-4,9%) e di un aumento pressoché trascurabile del mercato estero dello 0,2%. Per gli ordinativi, invece, il calo congiunturale riflette ampie contrazioni delle commesse provenienti da entrambi i mercati (-5,7% quello interno e -7,3% quello estero).Su base annua, quindi nel confronto con stetembre 2019, il fatturato dell’industria italiana è sceso del 4,6%, riflettendo cali di ampiezza similare sia sul mercato interno (-4,5%), sia su quello estero (-4,9%), mentre l’indice grezzo degli ordinativi è salito del 3,2%, riflettendo risultati dello stesso segno su entrambi i mercati, ma di ampiezza significativa per quello interno (+5,1%) e piuttosto modesta per quello estero (+0,4%).

Lavoro: Bankitalia, misure anti-Covid hanno evitato 600mila licenziamenti nel 2020

Nel 2020 lo shock pandemico avrebbe potuto causare ulteriori 200 mila licenziamenti, portando quindi il totale a circa 700 mila unità. Si può valutare che le misure di estensione della Cassa integrazione, il sostegno alla liquidità delle imprese e il blocco dei licenziamenti abbiano impedito circa 600 mila licenziamenti nell’anno in corso. E’ ciò che emerge dal rapporto diffuso oggi da Bankitalia, che invita a valutare con attenzione alle prossime mosse in vista del 31 gennaio, quando scadrà il blocco dei licenziamenti. “Le stime suggeriscono che un’interruzione simultanea sia della CIG-Covid sia del blocco dei licenziamenti dovrebbe essere valutata con estrema cautela al fine di evitare possibili brusche cadute”, affermano dalla Banca d’Italia.

Ftse Mib scatenato con +20% a novembre, ma livelli pre-Covid sono ancora un miraggio. Il confronto con Dax e Ibex35

Ennesima seduta intonata al rialzo per Piazza Affari. Il Ftse Mib in coincidenza con l’avvio positivo di Wall Street torna ad avvicinarsi ai massimi di giornata sopra i 21.600 punti con un rialzo giornaliero dello 0,8% Si tratta dei  sui nuovi massimi a oltre 8 mesi e l’indice guida di Piazza Affari raggiunge l’impressionante traguardo del +20% da inizio mese.
Nonostante l’impennata verticale di queste settimane per il Ftse Mib i livelli pre-Covid restano un miraggio: sono infatti lontani circa il 17% i massimi del 19 febbraio in area 25.477. Tutto questo mentre Wall Street veleggia sui massimi storici e in Europa il DAX dista ormai meno di 5 punti percentuali dai livelli pre-Covid. A star peggio di noi è invece l’Ibex spagnolo che dista ancora oltre 2mila punti dai massimi, ossia più del 26%. 

Bper a +5%, Goldman inietta fiducia su banche italiane

Sotto i riflettori oggi le banche con Goldman Sachs che ha dedicato un report al settore rimarcando come i progressi, e in particolar modo l’avvento dei vaccini anti-Covid (recentemente annunciati da parte di Pfizer e Moderna), sono gli elementi che dovrebbero portare la Bce a dire basta al congelamento dei dividendi e delle operazioni di buyback.
Tra le banche la migliore è Bper, arrivata a guadagnare oltre il 5% e tornando sopra la soglia di 1,4 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno confermato il buy su Bper Banca, con il target price rivisto al rialzo a 2,25 euro, dai precedenti 2,20 euro, con quindi un margine di rialzo di ben +71%, rispetto ai valori attuali dell’azione.  Le stime sull’eps del periodo 2021-24 sono state alzate del 7% in media, per riflettere i minori accantonamenti previsti per le perdite sui crediti.
Promossa a buy anche Intesa Sanpaolo (+1,32% a 1,873 euro) con target price a 12 mesi alzato dell’11,6%, a 2,40 euro. Il potenziale upside atteso da Goldman Sachs per il titolo della banca guidata da Carlo Messina è così pari a +30% rispetto ai valori attuali. “Abbiamo aumentato anche le nostre stime sui dividendi, con un payout ratio pari al 75% per tutto il periodo preso in considerazione nell’outlook, al fine di riflettere ratio sui capitali riportati più elevati”, si legge nel report odierno dedicato alle banche italiane.

Bene anche TIM e galassia Agnelli

Giornata positiva per Telecom Italia (+1,6% a 0,357 euro) che ha accolto con favore gli ultimi rumor che vedono Enel pronta ad approvare la cessione del 40% di Open Fiber al fondo australiano Macquarie in occasione del prossimo CdA del 23 novembre. Si tratterebbe di una notizia positiva per i progressi sull’operazione rete unica. Infatti, consentirebbe a CDP di divenire il socio di controllo dell’asset, semplificando le trattative con TIM per la rete unica, e ridurrebbe la complessità di dover strutturare l’acquisto di un 10% di Open Fiber da parte di CdP.
In spolvero anche i titoli della galassia Agnelli con oltre +3% per CNH che ha annunciato la nomina di Scott Wine come nuovo Ceo. Oltre +2% per Ferrari, +1,43% per Exor mentre FCA rimane indietro a +0,33%.
Infine, seduta tonica anche per Prysmian (+0,54% a 26,2 euro) in scia all’accordo da oltre 200 milioni di euro siglato con RWE Renewables, il secondo sviluppatore di parchi eolici offshore al mondo, come preferred bidder per la realizzazione di un sistema in cavo ad alta tensione sottomarino e terrestre chiavi in mano per collegare il parco eolico offshore Sofia alla terraferma.

Piazza Affari al pit stop dopo sbornia euforica (+17% in 8 sedute). Sul Ftse Mib tornano a soffrire ENI e Saipem, giù anche FCA

La stagione delle trimestrali domina a Piazza Affari che viaggia in negativo nella penultima seduta della settimana, dopo i recenti rialzi, sostenuti dalle speranze di un prossimo vaccino contro il coronavirus e la vittoria proclamata di Joe Biden alle presidenziali americane. Quando è trascorsa meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni a Milano, come nel resto d’Europa, la seduta si è aperta in calo, e ora l’indice Ftse Mib cede lo 0,52% a 20.878 punti. Il listino principale si prende una pausa di riflessione, dopo avere messo a segno da inizio mese un rialzo di circa il 17 per cento, che ha riportato l’indice vicino ai 21mia punti, su livelli che non vedeva da oltre 8 mesi, ossia prima del lockdown di marzo.

Chi sale e chi scende

Tra i movimenti al ribasso e al rialzo dei principali titoli del paniere sono i risultati finanziari a dettare il ritmo. Come succede nel caso di Poste Italiane, tra le migliori del Ftse Mib grazie a un rialzo di circa il 3,5% dopo la pubblicazione dei risultati del terzo trimestre che vedono l’utile salire del 10% e la conferma della politica dei dividendi. Nel dettaglio, il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con un utile netto di 353 milioni, in rialzo del 10,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. I ricavi si sono attestati a 2,6 miliardi (+0,8%), con le attività commerciali di nuovo a regime. Prosegue anche la corsa rialzista di DiaSorin (+1%) che ieri ha pubblicato i conti dei primi 9 mesi del 2020.

Ed è tonica anche Nexi (+1,2%) all’inndomani della pubblicazione dei risultati finanziari e delle indicazioni sull’integrazione con Sia. “Risultati del terzo trimestre superiori alle attese”, scrivono gli analisti di Equita che confermano la valutazione buy su Nexi, con target price di 16,2 euro e ricordano “l’estensione del periodo di esclusività per le negoziazioni con Nets”.

Sul fondo del listino staziona, invece, Pirelli che cede oltre il 4% nonostante i segnali di miglioramento nel terzo trimestre. Tra i peggiori anche Fca (-1,7%) nonostante l’annuncio del nuovo progetto con ed Engie, player tecnologico italiano dell’energy storage. Le due società hanno fatto sapere di avere stipulato un Memorandum d’Intesa volto a costituire una joint venture per creare un’azienda leader nel panorama europeo della e-Mobility. Si muove in territorio negativo, pur con ribassi contenuti, anche Generali (-0,67%) nel giorno dei conti.

Si profila una giornata difficile per i titoli oil, in forte recupero nelle ultime due settimane. Eni cede l’1,48% a 7,48 euro, peggio fa Saipem con -3,39%; Tenaris invece segna un calo nell’ordine del 2%.

Temi caldi di giornata

Tra i temi caldi di giornata si continua a monitorare quello relativo al vaccino anti-coronavirus a cui stanno lavorando il colosso Usa Pfizer e la società tedesca BioNTech. Certo non si perde di vista le’voluzione della pandemia, con i numeri dei contagi in salita nel mondo. Ieri l’Italia ieri ha toccato il milione di casi dallo scoppio del virus. “Ora che sono passati un paio di giorni e abbiamo avuto più tempo per assorbire l’enormità dell’annuncio di questa settimana, stiamo iniziando a sentire alcune voci, riguardo alle difficoltà logistiche legate alla distribuzione di questo vaccino, così come quanto il vaccino sarà efficace in un arco temporale di più lungo periodo“, segnala Michael Hewson, chief market analyst di CMC Markets UK.

Si guarda anche al fronte macro per capire l’impatto della pandemia. Il Pil della Gran Bretagna è rimbalzato nel terzo trimestre di un +15,5% rispetto ai tre mesi prima, sotto le attese ferme a un +15,8%. Tra gli altri dati, si segnala la produzione industriale nell’Eurozona mentre nel pomeriggio dagli Stati Uniti giungeranno le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione e le scorte di greggio. Ma il dato più atteso sarà l’inflazione Usa a ottobre, prevista in leggero calo. Tra li appuntamenti, la Bce pubblicherà il suo bollettino economico. Si concluderà oggi il Forum on Central Banking 2020 organizzato da Bce con l’intervento di chiusura della presidente Bce, Christine Lagarde.Per quanto riguarda l’Italia, il Tesoro sarà impegnato nell’asta di Btp a medio e lungo termine fino a 6 miliardi. Da monitorare anche il fronte societario, movimentato da diverse trimestrali. In programma anche i risultati di A2A, Fincantieri e Geox.


06-11-2020

FTSE MIB

19.831,14

>19500 5-11-2020

FTSEMIB

04-11-2020

FTSE MIB

19.422,14

Per tornare in una condizione HFT NEUTRAL il nostro Indice deve tornare sopra 20180-20400-20500
Per tornare in una condizione BULLISH il nostro Indice deve tornare sopra 23048
Ad oggi di sicuramente positivo c’è come detto nei precedenti aggiornamenti che 17500 ha tenuto che 18000 massimo da 14500 è stato ripreso che siamo rientrati nel Box 19000-20500 e che al close siamo sopra il primo livello 19300 e abbiamo sfiorato con il Top odierno 19422 il secondo livello 19500
Ma tenete in considerazione che è sempre BEARISH , fino a quando non torna sopra 20180-20400/20500 e che il livello BULLISH 23048 HFT è purtroppo molto lontano dai livelli attuali.
Per potere aspirare alla prosecuzione del movimento è necessario oltre al rientro nel Box 19000-20500 avvenuto anche il ritorno sopra 19300 (ok 4-11-2020) e 19500
vedi precedenti aggiornamenti

FTSE MIB

18.020,17 <–siamo tornati sopra il massimo che toccammo da 14500
Siamo però ben fuori dal BOX 19000-20500 che è assolutamente indispensabile recuperare per evitare futuri cedimenti di 17500 che per forza di cose ci riporterebbero area 1560014500 .Oggi Ha tenuto il lato alto di 14500-17500 ritoccato da 21100-20400-20180 C’è poco da scherzare a questi livelli , quì o il SISTEMA ITALIA tiene o andiamo a picco cosa che sicuramente farebbe molto piacere a chi ha fatto shopping di aziende Italiane dal 2008 a oggi a prezzi stracciati.

FTSE MIB

17.633,17 <–siamo tornati addirittura sotto al massimo che toccammo da 14500
Abbiamo ceduto dopo 5 mesi di Laterale nel BOX 19000-20500 il supporto 19000 e  questa volta la rottura ci ha riportato al Massimo che facemmo dal minimo toccato a metà Marzo 2020 di 14500. In teoria il BOX rotto al ribasso ha target 17500 ma questa situazione è da verificare con quanto faranno gli Indici Americani , pesa di sicuro la grande incertezza per un altro Lock down ma sopratutto per le prossime Elezioni USA.

Lockdown Italia, Conte su Dpcm: ‘quadro epidemiologico critico, pandemia corre in tutto il continente’

Il “quadro epidemiologico è particolarmente critico, la pandemia corre in tutto il continente”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel discorso che sta proferendo alla Camera sulle misure restrittive che il governo ha intenzione di lanciare con il nuovo Dpcm per contrastare la pandemia del coronavirus COVID-19. Conte renderà le co

Chiusura Piazza Affari: exploit di alcune big traina Milano, FCA balza ai top da febbraio

Piazza Affari inanella un’altra seduta in rialzo. Il Ftse Mib, reduce dall’oltre +5% della vigilia, ha chiuso oggi a 20.851 punti con un +0,49% di giornata. A dare fiato agli acquisti in Borsa è ancora l’onda lunga della notizia del vaccino Pfizer che presto potrebbe essere disponibile. Gli esperti di MPS Capital Services sottolineano come i riscontri molto positivi di Pfizer (lo studio clinico di fase 3 ha mostrato un’efficacia oltre il 90%) sono confortanti anche per i vaccini di altre società come Astrazeneca e Moderna che utilizzano un approccio simile a quello di Pfizer e che potrebbero seguire nelle prossime settimane con annunci simili.Gli investitori hanno continuato a comprare a mani basse alcune delle big di Piazza Affari rimaste indietro in questo 2020. La rotazione settoriale conferma premiare banche e titoli oil anche se oggi gli acquisti si sono fatti più selettivi con la predilezione per i nomi più blasonati del Ftse Mib. Così tra gli oil spicca il nuovo balzo di ENI che segna oggi +4,07% in area 7,687 euro. Oggi gli analisti di Equita alla luce del newsflow positivo riguardante i risultati confortanti del vaccino anti-Covid-19, hanno confermato la view positiva sul titolo ENI (raccomandazione buy con target price a 10 euro) aumentando il peso in portafoglio di 50 bps.Tra le banche spicca ancora una volta la corsa di Unicredit e Intesa Sanpaolo, entrambe salite di oltre il 5% oggi. Unicredit in particolare con il balzo di oggi torna sopra la soglia degli 8 euro che non vedeva da metà settembre. Dai minimi toccati il 29 ottobre, il titolo è risalito di oltre il 29%. Oggi intanto gli analisti di AlphaValue hanno alzato la raccomandazione su Unicredit da reduce a buy con target price a 9,08 euro.Tra i grandi nomi di Piazza Affari seduta tonica anche per FCA (+2,5%), balzata sopra i 12 euro sui massimi da febraio. Bene anche Generali (+2,36%). Male invece Ferrari caduta indietro del 3%. Poco mossa ENEL (-0,05%) che si mantiene sopra la soglia degli 8 euro.Il miglior titolo in assoluto anche oggi è stato però Leonardo con +7,41% a 5,42 euro. A spingere gli acquisti su Leonardo contribuisce anche il rumor circa la possibile IPO per la controllata statunitense DRS, da realizzare nel primo trimestre del 2021 quotando al NYSE il 40% del capitale. Così riferisce Bloomberg e la società aerospaziale italiana in una dichiarazione ha confermato che sta valutando l’operazione ma non è stata ancora presa una decisione definitiva.Non mancano oggi i titoli in affanno. Spicca il -6% di Stm che si uniforma al cattivo umore del settore tecnologico Usa. Oltre -4% per Prysmian. Mentre tra le banche non ha cavalcato il rally del settore il titolo Bper arretrato dello 0,84%.Segno meno anche per Diasorin (-1,19%) dopo l’oltre -16% della vigilia. Calo dell’1,5 per cento circa per CNH che guarda con apprensione al nuovo tonfo a Wall Street di Nikola, la startup dei camion elettrici con cui ha una partnership e di cui detiene una quota di oltre il 7%.

municazioni anche al Senato tra le 17 e le 18.

Settimana da dimenticare per il Ftse Mib, tracollo di -7% con lockdown che incombe

Piazza Affari chiude bene nel giorno in cui il PIL italiano ha mostrato un aumento del 16,1% rispetto al trimestre precedente, ben oltre le attese di mercato. Rimane però il concreto rischio che il rimbalzo dell’economia subisca un brusco arresto nel trimestre in corso in virtù degli sviluppi negativi sul fronte Covid nelle ultime settimane, con il concreto spauracchio di un nuovo lockdown. Continua infatti l’impennata dei nuovi casi Covid in Italia, con nuovo record oltre quota 31mila nella giornata di oggi. In chiusura l’indice Ftse Mib ha fatto segnare un progresso dello 0,40% a quota 17.943 punti, interrompendo striscia di 4 ribassi consecutivi. La settimana si chiude con un saldo comunque ampiamente negativo di -7%.Tra i singoli titoli si segnala la risalita dei titoli oil, fortemente penalizzati nelle ultime sedute e tra i peggiori da inizio 2020. Tenaris ha chiuso con un progresso del 6,37% a quota 4,07 euro.In forte rimonta soprattutto Saipem, miglior titolo del Ftse Mib con +8,43% tornata sopra quota 1,50 euro. Gli analisti di Barclays sottolineano come i tre mesi da luglio a settembre siano stati per Saipem una sorta di reset con i grandi progetti influenzati da COVID che sono tornati in pista. La casa d’affari britannica accenna anche alle discussioni con i clienti sui costi extra, che sono aumentati su base trimestrale, e alla flessibilità finanziaria extra assicurata e ordini bassi in arrivo. “L’attività offshore dovrebbe riprendersi dal 4° trimestre e quella Drilling sta vedendo alcuni segnali positivi”, argomenta Barclays che ha rating equalweight su Saipem con tp a 2,90 euro.Tra le banche spicca il balzo di +2,51% di Banco BPM; seguita a ruota da Unicredit con +2,22% in area 6,4 euro. Meno vivace Intesa Sanpaolo che ha segnato un più moderato +1,46% in area 1,4195 euro. Su Unicredit e Intesa ieri S&P ha confermato rating BBB e outlook negativo condizionato dal rischio di un deterioramento delle prospettive di ripresa economica. Segno meno invece per Bper (-0,635% a 1,017 euro) che nel corso della seduta ha aggiornato i minimi storici a 1,005 euro.Seduta da dimenticare per Recordati che ha perso circa il 4% all’indomani dei conti del terzo trimestre che hanno deluso le attese degli analisti.

Confindustria: si interrompe crescita produzione a settembre, prospettive tornano negative

La produzione industriale italiana registra il primo stop in settembre, dopo quattro mesi di crescita robusta. Nel terzo trimestre si rileva un rimbalzo del 29,5% rispetto al secondo, mentre il quarto potrebbe segnare una nuova caduta dell’attività in conseguenza del peggioramento del contesto economico generale a causa della recrudescenza dei contagi da Covid-19. E’ quanto emerge dall’Indagine rapida CSC (Centro Studi Confindustria).Le indagini condotte in ottobre mostrano sia tra gli imprenditori manifatturieri che tra le famiglie una crescente preoccupazione sulle prospettive economiche nei prossimi mesi.

Istat: a settembre saldo commerciale pari a +5.322 milioni

Aumento congiunturale per le esportazioni (+8,3%) e lieve contrazione per le importazioni (-2,7%) nel mese di settembre 2020 secondo le stime dell’Istat.L’incremento su base mensile dell’export – si legge nella nota dell’istituto nazionale di statistica – è esteso a tutti i raggruppamenti principali di industrie ed è dovuto in particolare all’aumento delle vendite di beni strumentali (+11,5%) e beni intermedi (+10,6%); minimo è invece il contributo (0,2 punti percentuali) delle maggiori vendite di energia (+12,6%). Dal lato dell’import, si rilevano cali congiunturali per quasi tutti i raggruppamenti, i più ampi per beni di consumo durevoli (-12,1%) e beni intermedi (-4,2%); in aumento solo gli acquisti di energia (+4,2%).
Sempre nel mese di settembre 2020, l’export registra una crescita su base annua del 3,0%, cui contribuisce l’aumento delle vendite di beni strumentali (+11,1%) e beni intermedi (+6,3%). L’import, invece, segna ancora una flessione ampia sebbene in attenuazione (-12,4%, da -16,6% di agosto), spiegata soprattutto dal forte calo degli acquisti di energia (-46,7%). Aumentano su base annua gli acquisti di beni intermedi (+11,1%).

27-10

FTSE MIB

18.835,87
Siamo arrivati a 5 mesi di laterale tra 19000-20500 con continui cambi di fronte , cedendo e recuperando 19000 piu’ volte , anche oggi nuovo cedimento con minimo al momento a 18750 circa vedremo se in giornata saremo nuovamente capaci di recuperare il Box 19000-20500. STALLO permanente per FTSEMIB.
FTSEMIB

23-10

FTSE MIB

19.360,76

RESILIENZA ITALIANA

Sempre nel Box 19000-20500 siamo.

Trump ha detto che gli Italiani sono “tosti”.Dimostriamolo.

22-10

FTSE MIB

Ultimo 13:09:00

19.145,07

Variazione 0,43%

RESILIENZA ITALIANA

Sempre nel Box 19000-20500 siamo.

Trump ha detto che gli Italiani sono “tosti“.Dimostriamolo.

Sorpresa S&P per l’Italia: outlook alzato, tre motivi dietro ottimismo su risalita post-Covid

Rating confermato e outlook rivisto al rialzo. E’ il responso arrivato ieri sera da S&P Global Ratings per l’Italia. L’agenzia di rating ha rivisto al rialzo l’outlook sull’Italia portandolo a stabile da negativo e ha confermato i suoi rating di credito sovrano in valuta estera e locale a lungo e breve termine a ‘BBB / A-2’.
La pandemia COVID-19 ha colpito duramente l’economia italiana e secondo le proiezioni di S&P, il PIL non tornerà ai livelli del 2019 fino al 2023.

A convincere l’agenzia di rating a migliorare l’outlook sono le misure economiche intraprese per contrastare la crisi dal governo italiano, dalla Bce e dall’Unione europea. “Nonostante le incertezze macroeconomiche, queste misure offrono alle autorità italiane un’opportunità per riavviare la crescita economica e per invertire il deterioramento dei risultati di bilancio”, rimarca S&P.
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha commentato a caldo la decisione di S&P  che “conferma la solidità delle misure eccezionali adottate dal Governo nonché l’importanza del vero e proprio cambio di paradigma avvenuto nell’Unione Europea per contrastare l’emergenza Covid”.

Decisione a sorpresa, Recovery Fund elemento fondamentale

La decisione di S&P di portare l’outlook dell’Italia da negativo a stabile è stata piuttosto inaspettata. “Sorprende ancora di più il fatto che S&P risulti essere più ottimista del governo italiano stesso, sia in termini di contrazione del PIL nel 2020 (-8,9% vs -9%) che di crescita del PIL (6,1% vs 6,0%) nel 2021”, asserisce Edoardo Fusco Femiano – market analyst di eToro in Italia.
L’Italia dovrebbe beneficiare del Recovery Fund, che è destinato a erogare fino al 12,5% del PIL in prestiti e contributi, fornendo al governo la flessibilità fiscale necessaria per riportare il Bel Paese su un percorso di crescita economica. “La decisione di S&P conferma la generale percezione del Recovery Fund quale strumento principale per stimolare il consolidamento fiscale nell’eurozona”, aggiunge l’esperto di eToro.

UPB stima possibili ricadute su PIL di seconda ondata Covid

Sempre ieri sono arrivate le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sui possibili impatti sull’economia della seconda ondata di coronavirus.  Proiettando diversi scenari alternativi epidemiologici e tenendo conto della relazione statistica storica con le misure restrittive adottate durante la prima ondata, si può stimare che gli effetti negativi sul Pil italiano del quarto trimestre potrebbero andare da circa 3 punti percentuali, in uno scenario meno sfavorevole, a 8 punti nello scenario maggiormente avverso. La variazione del Pil sull’intero 2020 ne risulterebbe intaccata, da 1 a 2 punti percentuali. “Ma- aggiunge l’Upb – gli effetti sarebbero maggiori sulla variazione percentuale del 2021, in quanto il quarto trimestre ha un impatto statistico più forte sulle dinamiche dell’anno successivo”.
Ieri

Shock economico da coronavirus, Visco (Bankitalia): potrebbe fare vittime tra le banche

Tra le vittime della crisi provocata dalla pandemia da coronavirus COVID-19 ci potrebbero essere anche le banche. Lo ha detto il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in un intervento alla Conferenza ‘Baffi Carefin’, organizzata dalla stessa Banca d’Italia con l’Università Bocconi.Lo shock economico scatenato dal coronavirus, ha detto Visco, “senza precedenti, potenzialmente potrebbe avere alcune banche tra le sue vittime. Le questioni irrisolte nel sistema di gestione delle crisi in Europa dovrebbero essere prontamente affrontate”.

19-10

FTSE MIB

19.601,83
                                       secondo tentativo di andare a 19914=11914 NASDAQ

FTSE MIB

19.824,83 <–top 13-10
         primo obiettivo 19000 e secondo 19050 raggiunti
19318  terzo obiettivo raggiunto e come da analisi manca
        se saremo aiutati dagli HFT 19914=11914 NASDAQ ovviamente

Bankitalia: Pil +12% in III trimestre, produzione industriale +30% a volumi pre-pandemia

“Secondo le informazioni più recenti, il rafforzamento della congiuntura nei mesi estivi sarebbe stato maggiore di quanto delineato in luglio nello scenario di base delle nostre previsioni; la ripresa resta però ancora parziale. Nel terzo trimestre la crescita sarebbe stata intorno al 12 per cento, sospinta dal recupero dell’industria; rimangono più incerte le prospettive nel comparto dei servizi”. E’ quanto si legge nel bollettino economico della Banca d’Italia appena diffuso.Il bollettino continua, ricordando che, nel secondo trimestre dell’anno, il Pil italiano “è sceso del 13,0 per cento rispetto al periodo precedente, poco più di quanto stimato dall’Istat in luglio. La contrazione è stata generalizzata. Hanno pesato soprattutto la riduzione dei consumi delle famiglie, nonché quella degli investimenti fissi lordi. Anche il contributo dell’interscambio con l’estero alla dinamica del prodotto è risultato negativo, per effetto di una flessione delle esportazioni più ampia di quella delle importazioni. Il valore aggiunto è diminuito in tutti i settori, più marcatamente nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni. Anche nei servizi la contrazione è stata forte, in particolare nei settori del commercio, del trasporto, dell’alloggio e della ristorazione”.“Secondo i dati più recenti – si legge ancora – nel terzo trimestre il Pil avrebbe segnato un robusto ma parziale recupero, attualmente valutabile intorno al 12 per cento. Gliindicatori congiunturali più tempestivi, di natura sia qualitativa sia quantitativa, sono coerenti con una ripresa dell’attività in tutti i comparti dell’economia, più marcata nell’industria e con maggiori elementi di incertezza nei servizi. Per questi ultimi si è ancora lontani dal pieno recupero”.Riguardo all’industria, “a produzione industriale, che era caduta fortemente in aprile ma aveva in parte recuperato già in maggio e giugno, è ulteriormente aumentata in luglio e agosto (rispettivamente del 7,0 e del 7,7 per cento), sostenuta soprattutto dai beni strumentali e da quelli intermedi. Sulla base delle nostre stime nel complesso delterzo trimestre l’attività industriale sarebbe cresciuta di circa il 30 per cento, ritornando ai volumi precedenti l’inizio dell’epidemia”.

29-09

FTSE MIB

19.306,83
         primo obiettivo 19000 e secondo 19050 raggiunti 
manca 19318 come da analisi
         e se saremo aiutati dagli HFT 19914=11914 NASDAQ ovviamente

28-09

FTSE MIB

Ultimo 14:48:00
19.181,83
Variazione
2,53%
         primo obiettivo 19000 e secondo 19050 raggiunti 
manca 19318 come da analisi
         e se saremo aiutati dagli HFT 19914=11914 NASDAQ ovviamente

FTSE MIB

Ultimo 09:08:00

18.931,67

Variazione 1,25%

         (Sopra 797=18797 ma ancora sotto 18955 che da il via libera a 19000-19050-19310)

FTSEMIB

Fmi, Fiscal Monitor: deficit-Pil Italia al 13% in 2020, 6,2% in 2021, 3,9% in 2022

All’indomani della pubblicazione del World Economic Outlook (WEO), il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato il documento Fiscal Monitor, che si focalizza sui conti pubblici a livello globale. Nel caso dell’Italia, gli effetti delle misure di stimoli anti-COVID-19 lanciati dal governo porteranno il rapporto deficit-Pil a balzare fino al 13% nel 2020, dall’1,6% del 2019.Per il 2021, il deficit-Pil è atteso ancora molto elevato, al 6,2%. Il rapporto scenderà poi al 3,9% nel 2022, fino al 2,5% nel 2025.

Italia: nuovo aumento di fatturato e ordinativi dell’industria ad agosto

Il fatturato dell’industria italiana ha mostrato ad agosto un aumento del 5,9% rispetto al mese precedente, proseguendo la dinamica positiva che si registra dallo scorso maggio. Nella media del trimestre giugno-agosto il dato è cresciuto del 35,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche gli ordinativi hanno evidenziato ad agosto un incremento congiunturale, più ampio di quello del fatturato (+15,1%), e nella media degli ultimi tre mesi hanno segnato un balzo del 47,3% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo rileva l’Istat, precisando che la dinamica congiunturale del fatturato riflette andamenti positivi su entrambi i mercati, ma è sostenuta soprattutto dal mercato interno per il quale si registra una variazione di +7,3%, mentre l’incremento del mercato estero, sebbene non trascurabile, si attesta su un più contenuto 3,0%. Gli ordinativi sono trainati da entrambe le componenti, quella estera in misura maggiore rispetto a quella interna (rispettivamente +15,6% e +14,7%)

Bankitalia: produzione industriale stimata in recupero +30% in III trimestre

“Secondo le nostre valutazioni, la produzione industriale potrebbe essere cresciuta attorno al 30 per cento nel terzo trimestre, con un sostanziale recupero dopo il crollo osservato nei mesi di chiusura delle attività economiche. L`impatto della pandemia è invece più persistente nei servizi, che hanno segnato un recupero solo parziale”. Lo ha detto Eugenio Gaiotti, responsabile economista della Banca d’Italia, nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef, ricordando che “la produzione industriale è aumentata in agosto del 7,7 per cento sul mese precedente. Il recupero, secondo Gaiotti, avrebbe interessato sì anche il comparto dei servizi, confermandosi però meno pronunciato che nell’industria”.

“Debole – ha continuato Gaiotti – la componente estera del turismo”.

25-09

FTSE MIB

Ultimo 12:52:00
18.554,69
Variazione
-1,86%
Stiamo cedendo per l’ennesima volta 19000 lato basso di un Box che ci ha contenuto da Giugno a Settembre 2020 (delta 1500) di sicuro al momento non possiamo dire che sia stata un’ottava esaltante per il nostro FTSEMIB
19000-19100/19300-19500/19800–20050/20180-20500

23-09

FTSE MIB 19.217

1900019100/19300-19500/19800–20050/20180-20500


FTSE MIB 20.492 <.pullback 20500 12-08

FTSE MIB Attuale top da 19000/19300 21.142,00 < 21-07

FTSEMIB

Industria: Istat, produzione sale del 7,7% ad agosto

Continua a crescere ad agosto la produzione industriale italiana che segna la quarta variazione congiunturale positiva al netto della stagionalità, dopo il crollo dovuto all’emergenza Covid-19. Stando ai dati diffusi dall’Istat, nel mese di agosto la produzione industriale ha mostrato un aumento del 7,7% rispetto a luglio. Nella media del trimestre giugno-agosto il livello della produzione cresce del 34,6% rispetto ai tre mesi precedenti.L’Istat sottolinea che l’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti: crescono in misura marcata i beni di consumo (+6,6%), i beni strumentali (+4,3%), i beni intermedi (+4,0%) e l’energia (+3,5%). Corretto per gli effetti di calendario, ad agosto 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali dello 0,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come ad agosto 2019). Si registra una contenuta crescita per i beni strumentali (+1,0%) e una più lieve per i beni di consumo (+0,8%); diminuiscono l’energia (-0,8%) e in misura più marcata i beni intermedi (-2,5%).“L‘aumento mensile, più marcato per i beni di consumo, si estende a tutti i settori di attività economica. Si sottolinea, peraltro, che il mese di agosto è caratterizzato da volumi produttivi limitati a causa delle chiusure legate alle ferie estive, e ciò determina una maggiore volatilità delle variazioni relative a tale mese – commenta l’istituto di statistica -. In termini tendenziali, prosegue, seppure molto attenuata, la lunga fase di contrazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario”.

Impennata contagi Covid: 4.458 in ultime 24h con boom in Campania e Lombardia

Diventa sempre più allarmante la seconda ondata di contagi in Italia. I nuovi casi di Covid-19, stando ai dati del ministero della Salute, sono stati 4.458 nelle ultime ventiquattro ore,in deciso aumento dai 3.678 di ieri e quasi raddoppiati rispetto ai 2.257 del 5 ottobre. Nuovo record del numero dei tamponi effettuati: 128.098. Le vittime di oggi sono 22, in calo dalle 31 di ieri.I nuovi dati del ministero della Salute confermano le tendenze degli ultimi giorni Campania che è la regione con più nuovi contagi (757(, seguita dalla Lombardia a 683; poi più distanziate con 491 il Veneto, 359 il Lazio, 339 la Toscana, 336 il Piemonte, 259 la Sicilia, 248 la Puglia, 184 l’Emilia Romagna, 152 in Liguria, 127 in Sardegna e 110 in Friuli Venezia Giulia.

Italia: vendite al dettaglio in deciso aumento ad agosto, grazie sopratutto ai beni non alimentari

Le vendite al dettaglio in Italia ad agosto salgono dell’8,2% rispetto a luglio, quando erano scese del 6% (dato rivisto dal -2,2% precedente). La crescita riguarda soprattutto le vendite dei beni non alimentari (+13,8%) ma sono in aumento anche quelle dei beni alimentari (+1,6%). Su base tendenziale, si registra un aumento delle vendite dello 0,8%. Anche in questo caso la spinta maggiore arriva dalle vendite dei beni non alimentari (+1,1%). Tra questi, si sottolinea il risultato positivo dell’Abbigliamento che torna a crescere per la prima volta da febbraio 2020, presumibilmente grazie all’effetto dei saldi che quest’anno, in molte regioni, sono iniziati ad agosto anziché a luglio. Rispetto ad agosto 2019, il valore delle vendite al dettaglio aumenta lievemente per la grande distribuzione (+0,4%) e diminuisce per le imprese operanti su piccole superfici (-0,5%). Le vendite al di fuori dei negozi calano del 3,3% mentre il commercio elettronico è in forte crescita (+36,8%).

Italia in fase di recupero ma la ripresa è condizionata da evoluzione pandemia

Nei mesi estivi in Italia, alla fase di recupero della produzione industriale si sono affiancati segnali confortanti per gli ordinativi e le esportazioni. Anche il settore delle costruzioni e il mercato immobiliare hanno mostrato una certa dinamicità. Secondo quanto rileva l’Istat nella sua nota mensile sulla congiuntura, diffusa oggi, l’occupazione è tornata ad aumentare ad agosto per il secondo mese consecutivo mentre si sono ridotte marginalmente la disoccupazione e l’inattività, quest’ultima ancora su livelli più elevati di quelli di gennaio.A settembre, si è registrato un ulteriore miglioramento della fiducia dei consumatori e delle imprese che, nella manifattura, segnalano la presenza di ostacoli alle esportazioni e alla produzione, ancora condizionata, secondo i giudizi degli imprenditori, da insufficienza di domanda.A livello internazionale, l’attività economica ha evidenziato una decisa ripresa, diffusa in modo eterogeneo tra i paesi. “Il quadro globale continua però a essere dominato dalle difficoltà e incertezze derivanti dall’evoluzione della pandemia, il cui recente riacutizzarsi potrebbe condizionare in misura significativa lo scenario a breve termine”, sottolinea l’Istat.

NaDef, Gualtieri: valore complessivo legge bilancio + risorse Recovery Fund pari a circa 2 punti Pil nel 2021

“La prossima legge di bilancio e le sovvenzioni della Recovery and Resilience Facility avranno un valore complessivo pari a circa il due per cento del PIL nel 2021”. Così il ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, nella premessa alla Nadef, la nota di aggiornamento del Def. Il valore della manovra sarebbe dunque di circa 35 miliardi sulla base del Pil programmatico.Nella stessa premessa, Gualtieri scrive che “un ruolo cruciale nel PNR sarà svolto dagli investimenti pubblici, che verranno significativamente aumentati nei prossimi anni con l’obiettivo di riportarli su livelli superiori sia a quelli precedenti la crisi del 2008 sia alla media europea”.

Piazza Affari: è ora di posizionarsi per un 2021 di corsa, Equita alza peso su due big del Ftse Mib e cambia view sulle banche

Nel mese di settembre, appena archiviato, i mercati finanziari hanno registrato una leggera correzione. Più marcata per gli indici americani (Nasdaq a -4,5%, S&P500 a -3,5%) e più contenuta in Europa, con il Dax di Francoforte a -1% e l’indice italiano Ftse Mib in calo del 2,8 per cento. A frenare i listini mondiali un mix di fattori, tra cui lo stallo sul nuovo pacchetto fiscale americano, il leggero calo dei Pmi europei, e l’aumento del numero di contagi in tutto l’Occidente. “Elementi che hanno creato preoccupazioni sulla velocità della ripresa economica”, segnalano gli analisti di Equita nel ‘Monthly report‘ diffuso oggi.

Fase di stallo, in attesa di un 2021 più positivo. Equita diventa “più costruttiva”

Oggi è partito ufficialmente l’ultimo trimestre del 2020. E la raccomandazione di Equita “è di diventare gradualmente più costruttivi sul mercato in vista di un 2021” che potrebbe essere “più positivo soprattutto per l’Europa”. Perchè, secondo la view degli esperti della sim milanese, “l’azione congiunta della politica monetaria e fiscale possa creare le condizioni per un recupero importante dell’economia”.Per Equita “le condizioni politiche possano essere maggiormente di supporto in Europa rispetto agli Stati Uniti alla luce del forte impegno mostrato dai policymaker in Europa. Il Recovery Fund rappresenta un `game-changer` che dovrebbe spingere maggiori flussi e giustificare un approccio gradualmente più costruttivo sui mercati azionari europei”. Restano, però, ancora diversi fattori di rischio che potrebbero portare volatilità nelle prossime settimane (rischio seconda ondata del virus, elezioni presidenziali Usa, Brexit). Motivo per cui Equita sceglie di mantenere una riserva di liquidità per aumentare gradualmente l’esposizione nei prossimi mesi.

Equita cambia view sulle banche: nel portafoglio principale entra Banco Bpm

Equita rimette mano al suo ‘portafoglio raccomandato‘, aumentando innanzitutto l’ammontare investito al 95,5% dal 93% del mese scorso e portandosi leggermente in sovrappeso rispetto al benchmark (peso neutro del 95%). “Inseriamo Banco Bpm nel portafoglio principale e aumentiamo il peso di Intesa Sanpaolo, portando l’esposizione al settore bancario a neutrale rispetto precedente sottopeso – spiegano gli esperti – in quanto ci aspettiamo un’intensificazione del processo di consolidamento sia a livello domestico che europeo”. Equita ha inoltre recentemente inserito FCA in portafoglio al posto di Exor. “Continuiamo a sovrappesare i titoli esposti ai temi finanziati dai piani europei (utilities, telecom, infrastrutture/cemento) e/o esposti a trend strutturali”, indicano ancora gli analisti nel Monthly report odierno.

Eni pronta a ripartire?

Tra le big del Ftse Mib in difficoltà nelle ultime settimane spicca ENI, ritornata nei giorni scorsi sui minimi da marzo. Equita ha così deciso di aumentare di 60 punti base il peso di ENI nel portafoglio. “I prezzi del Brent si sono stabilizzati attorno alla soglia dei $40/bbl e i prezzi del gas sono nettamente migliorati a settembre in Europa. Nonostante il migliore scenario dei prezzi degli idrocarburi, il titolo ha continuato a sottoperformare a settembre”, rimarcano gli analisti.

Lavoro: occupati in crescita ad agosto, tasso disoccupazione scende al 9,7%

In calo il tasso di disoccupazione in Italia che ad agosto passa dal 9,8% (dato rivisto da 9,7%) al 9,7%. Il consensus era 10,1%. Sale invece la disoccupazione tra i giovani al 32,1% (+0,3 punti).Ad agosto, stando ai dati Istat, prosegue la crescita dell’occupazione già registrata a luglio: l’occupazione su base mensile segna +0,4% pari a +83mila unità e coinvolge uomini e donne, dipendenti, autonomi e tutte le classi d’età. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 58,1% (+0,2 punti percentuali). In diminuzione le persone in cerca di lavoro (-0,9% pari a -23mila unità).Il calo degli inattivi (-0,5% pari a -65mila unità) coinvolge gli uomini e tutte le classi d’età ad eccezione dei 50-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,5% (0,1 punti).

Italia: Pmi manifatturiero sale a 53,2 a settembre, livello maggiore in 27 mesi

Continua a settembre la ripresa del settore manifatturiero italiano. Stando ai dati comunicati da Ihs Markit, l’indice Pmi manifatturiero si è attestato a settembre a 53,2 in lieve salita dai 53,1 di agosto, segnalando l’ennesimo miglioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano. Come sottolinea Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, “i dati Pmi di settembre hanno segnalato una ripresa in corso del settore manifatturiero italiano, con il relativo Pmi che ha raggiunto il livello maggiore in 27 mesi e che è stato indicativo di un moderato miglioramento delle condizioni generali”. “La migliore domanda nazionale ed estera da parte dei clienti ha fornito un ulteriore stimolo al settore, e ha provocato una forte crescita della produzione e dei nuovi ordini”, segnala ancora l’economista.“Gli ultimi dati dell’indagine aggiungeranno quindi ulteriori segnali su come il settore si sia ripreso durante il terzo trimestre dopo il forte shock economico dovuto alla pandemia da Covid-19 – spiega Cooper -. Detto questo, per essere certi di recuperare il terreno perduto, è fondamentale che si mantenga lo slancio attuale e che si eliminino tutti i possibili rischi al ribasso”.

Ftse Mib vola, Saipem si scuote con +6%. Per analisti è tempo di ‘buy the dip’ sulle azioni

Avvio di settimana dirompente per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso con uno sprint di +2,47% a quota 19.160 punti. Assist importante arriva dal balzo di Wall Street che sta cercando di lasciarsi alle spalle la recente correzione (quattro settimane consecutive in perdita per i principali indici Usa).
Gli analisti di Credit Suisse indicano che sull’azionario globale è il momento di acquistare sulla debolezza in quanto la politica fiscale e monetaria nel complesso rimane molto più stimolante di quanto non fosse dopo la grande crisi finanziaria del 2008, l’eccesso di liquidità è di supporto e stiamo assistendo ai primi segnali di un passaggio da obbligazioni ad azioni e l‘Equity Premium Risk  è al 7,3% mentre dovrebbe essere più vicino al 5% anche se l’ISM scende a 55; Credit Suisse indica pertanto un obiettivo di fine 2021 di 317 (potenziale di rialzo del 15%) per l’indice MSCI AC World ex Stati Uniti e vedere un rialzo del 3% entro la fine di quest’anno.E’ alta intanto l’attesa per il primo confronto tra Donald Trump e Joe Biden. A tal riguardo, il New York Times ha pubblicato un’inchiesta dalla quale emerge che Trump avrebbe pagato soltanto 750$ di tasse sui redditi da lavoro nel 2016 e nel 2017, mentre non avrebbe versato nulla in dieci degli ultimi quindici anni.

Amplifon la migliore, Saipem segue a ruota

Miglior performer di giornata è stata Amplifon (+6,14%). Il titolo del gruppo leader mondiale del mercato retail dell’hearing care si giova dei messaggi positivi sul settore da Sonova che ha alzato la guidance 2020-2021, prevedendo ora ricavi nel 1H20-21 (aprile-settembre) in calo del 21% ed Ebita del 20-30% e un 2H20-21 (ottobre-marzo) in crescita del 4-8% con Ebita in crescita del 20-30% a cambi costanti.
Segue a ruota Saipem (+6,09% a 1,445 euro), reduce da una settimana da incubo (quasi -18%). L’amministratore delegato di Saipem, Stefano Cao, ha sottolineato in un’intervista che il mondo dell’energia ha individuato il gas come fonte energetica che accompagnerà la transizione energetica verso le rinnovabili e le tecnologie a emissione zero e Saipem ha scelto di specializzarsi negli impianti LNG di grandi dimensioni. Inoltre, Saipem sta puntando su tecnologie legate “alla decarbonizzazione dei distretti industriali attraverso processi di cattura, trattamento, trasporto e stoccaggio della CO2 al fine di ridurre in modo sostanziale le emissioni inquinanti; produzione dell’idrogeno e infine su sistemi di mobilità sostenibile”.

Unicredit torna sopra i 7 euro

In spolvero oggi l’intero settore bancario con in prima fila Unicredit (+5,44%) tornata sopra i 7 euro dopo il tondo di quasi l’11% nelle precedenti 5 sedute. Molto bene anche Intesa Sanpaolo con un progresso nell’ordine del 2,89 per cento. Il settore, in forte affanno nelle ultime settimane, oggi ha beneficiato della notizia che la cinese Ping An Insurance ha incrementato la sua quota in HSBC, di cui era già il principale azionista.
Seduta a spron battuto anche per Fca (+3,97% a 10,636 euro) che insieme a PSA ha offerto concessioni all’Antiturst europeo per risolvere la questione della posizione dominante nel segmento LCV (Veicoli commerciali leggeri) e ottenere così il via libera alla fusione. Non sono stati specificati gli impegni presi dalle due case automobilistiche ma alcune indiscrezioni di stampa suggeriscono che le due sarebbero disposte a concedere ai concorrenti l’utilizzo della loro rete post-vendita. Inoltre PSA si sarebbe impegnata ad aumentare la quota di veicoli a marchio Toyota, attualmente prodotti dalla joint venture già esistente fra le due società.

S&P corregge il tiro: PIL 2020 Italia meglio del previsto, crollo maggiore sarà di Spagna e Francia

S&P Global Ratings corregge il tiro sulle stime per l’Eurozona e anche l’Italia farà leggermente meglio rispetto a quanto precedentemente stimato. L’agenzia di rating statunitense ritiene che il PIL 2020 dell’Italia si attesterà a -8,9% dal -9,5% indicato precedentemente. Anche il rimbalzo nel 2021 è stato corretto dal +5,3% a +6,4%.Gli economisti di S&P Global Ratings nel rapporto intitolato “L’Eurozona sta guarendo da COVID-19” sottolineano come l’economia della zona euro si stia riprendendo più rapidamente del previsto dalla prima ondata di COVID-19. Ora S&P prevede che il PIL dell’area euro scenderà solo del 7,4% quest’anno e rimbalzerà del 6,1% l’anno prossimo.Tra i paesi più colpiti spicca la Spagna il cui pil è stimato addirittura a -11,3%, mentre quello della Francia a -9%.

Lettera Ue all’Italia: Patto Stabilità sospeso anche in tutto 2021, legge bilancio guardi a riforme Recovery Fund

“Le politiche di bilancio devono continuare a sostenere la ripresa in tutto il 2021”, e “alla luce dell’incertezza” Il Patto di Stabilità rimarrà sospeso anche l’anno prossimo. E’ quanto emerge da una lettera che è stata inviata all’Italia dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal commissario agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni. La lettera è stata inviata a tutti i paesi dell’Unione europea in vista della stesura delle leggi di bilancio per il 2021.“Quando le condizioni economiche lo consentiranno, sarà tempo di perseguire politiche mirate ad ottenere posizioni di bilancio prudenti nel medio termine” – si legge nella lettera, stando a quanto ha riportato l’Ansa.La missiva aggiunge che la legge di bilancio 2021 “deve tenere il più possibile in considerazione l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti” dal Recovery fund, e a novembre, in sede di valutazione delle leggi di stabilità, “la Commissione presterà particolare attenzione alla qualità delle misure di bilancio prese e pianificate, per attutire l’impatto della crisi, sostenere la ripresa e rafforzare la resilienza, tenendo in considerazione la sostenibilità. La valutazione coprirà il possibile impatto delle garanzie fornite dal governo”.

Istat: +8,1% m/m per fatturato industria a luglio, ordinativi a +3,7% m/m

Indicazioni positive dall’industria italiana a luglio. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, ha mostrato un aumento dell’8,1% in termini congiunturali, proseguendo la dinamica positiva registrata nei due mesi precedenti. Nella media degli ultimi tre mesi l’indice complessivo cresce dell’11,1% rispetto ai tre mesi precedenti.Anche gli ordinativi hanno registrato a luglio un incremento congiunturale, sebbene meno ampio del fatturato (+3,7%), mentre nella media degli ultimi tre mesi aumentano del 14,8% rispetto ai tre mesi precedenti.“Prosegue la ripresa del fatturato dell’industria che, al netto dei fattori stagionali, segna risultati positivi sia nel confronto con il mese precedente, sia su base trimestrale”, segnala l’Istat indicando che l’incremento è diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, ad eccezione di quello dell’energia, per il quale la variazione su base trimestrale rimane ancora negativa.

Italia: bilancia commerciale migliora, a luglio export salito del 5,7%

Prosegue per l’Italia la fase di risalita delle vendite all’estero verso entrambi i mercati di sbocco, Ue ed extra Ue. Secondo i dati Istat, diffusi oggi, a luglio entrambi i flussi commerciali con l’estero sono cresciuti, in maniera più intensa per le esportazioni (+5,7%) che per le importazioni (+4,8%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto in particolare all’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+7,6%) mentre quello verso l’area Ue è più contenuto (+3,9%).Su base annua, quindi nei confronti di luglio 2019, l’export registra un ulteriore ridimensionamento del calo tendenziale (-7,3%; era -12,1% a
giugno). La flessione è più ampia verso l’area extra Ue (-8,1%) rispetto a quella Ue (-6,4%). I paesi che contribuiscono in misura maggiore alla caduta dell’export sono Spagna (-16,4%), Germania (-5,3%), Francia (-6,1%), Stati Uniti (-5,4%), Regno Unito (-9,5%), paesi OPEC (-12,8%) e Svizzera (-6,3%). In aumento le vendite verso Belgio (+15,6%) e Cina (+14,0%). L’import mostra un recupero più lento e una contrazione più marcata (-14,2%, da -15,6% di giugno), sintesi del calo degli acquisti da entrambi i mercati, più ampio dall’area extra Ue (-17,5%) rispetto all’area Ue (-11,5%)Alla luce di questi andamenti, la bilancia commerciale dell’Italia è migliorata mostrando a luglio un saldo commerciale in aumento di 2.077 milioni di euro (da +7.617 milioni a luglio 2019 a +9.694 milioni a luglio 2020).

Tredicesimo Aggiornamento

25-08

FTSE MIB 20.333


FTSE MIB 19.695 close weekly 21-08

FTSE MIB 20.492 <.pullback 20500 12-08

FTSE MIB Attuale top da 19000/19300 21.142,00 < 21-07

ftsemib

Italia: Pmi servizi scivola a 47,1 ad agosto

Peggiora l’indice Pmi servizi italiano ad agosto, scivolando sotto quota 50 ad agosto. Il dato si è posizionato ad agosto su 47,1, in calo da 51,6 di luglio. “Tale valore indica che la produzione del settore terziario italiano è di nuovo scesa in territorio di contrazione – indicano da Ihs Markit -.Tuttavia, l’ultimo declino è stato notevolmente più debole rispetto ai valori di contrazione senza precedenti cui abbiamo assistito durante il picco della pandemia”.

Chiusura Borsa Italiana: +1,34% il Ftse Mib, euforia su Atlantia e utility

Piazza Affari in gran forma a metà ottava con Ftse Mib che segna in chiusura +1,34% a 19.858 punti. Un assist per i mercati Ue arriva dalla discesa dell’euro in area 1,18 contro il dollaro dopo che ieri si era spinto fino a 1,20. Una discesa favorita anche dalle parole del capo economista della Bce, l’irlandese Philip Lane, che ha sottolineato l’importanza del cambio euro/dollaro, sebbene non sia un esplicito target della politica monetaria. Parole che fanno capire come l’Eurotower monitori l’andamento dell’euro e un suo eccessivo apprezzamento potrebbe comportare delle contromosse.Exploit di Atlantia, vola anche Interpump
Sul parterre milanese spicca oggi il +16% di Atlantia con gli ultimi rumor che vedono vicino un accordo con CDP sull’uscita dei Benetton da Autostrade con oggi un incontro tra le parti. L’accordo prevederebbe l’uscita di Atlantia da ASPI in due tappe. Stando a quanto riportato da Repubblica, lo spin-off da Atlantia di un veicolo con il 70% di ASPI (Atlantia ha 88% di ASPI), dove sarà effettuato un aumento di capitale da 6 mld riservato a CDP e altri fondi. Il cash-in sarà utilizzato per 4 bn a riduzione del debito di ASPI e per 2 mld per acquisire il 18% nelle mani di Atlantia, con una valutazione della società pari a 11 mld.In vetrina in generale gli industriali con CNH a +4,49%. Continua la volata di Interpump salita del 7,67% a 31,72 euro all’indomani dei conti trimestrali che sono andati oltre le attese a livello di redditività e free cash flow. Gli analisti di Equita SIM hanno abbassato del 2,5% le stime sui ricavi 2020 a 1,265 mld, mentre quelle sull’ebitda sono salite leggermente a 275 mln con la conferma del rating buy sul titolo. Giudizio positivo mantenuto anche da Mediobanca Securities che dice ‘outperform’ con target price rivisto al rialzo da 28,8 a 30,8 euro. Gli analisti di piazzetta Cuccia sottolineano come la maggior sorpresa dai conti di ieri arriva dalla marginalità con ebitda margin al 22% nonostante il calo dei ricavi del 17,8%.Nell’automotive molto bene Ferrari con +1,25%, mentre Fca ha segnato +0,57% all’indomani dei dati sulle immatricolazioni Italia hanno segnato una stabilizzazione ad agosto con -0,4% rispetto a un anno prima grazie principalmente all’effetto degli incentivi all’acquisto di auto che hanno riguardato anche le auto diesel e benzina con emissioni non superiori a 110 g/km di CO2.Segno più anche per Enel (+1,92% a 7,648 euro) che ha finalizzato l’emissione di un bond ibrido perpetuo da 600 milioni di euro. In generale molto bene tutte le utility con +3% per Snam e +2,81% Terna.Banche e oil nelle retrovie
Tra i segni meno spicca invece ENI a -1,19%. Male anche Saipem a -1,13% e Tenaris a -0,95%. Pesano le quotazioni in calo per il petrolio che non ha trovato sponda nel calo maggiore del previsto delle scorte petrolifere statunitensi. I dati diffusi poco fa dall’Energy Information Administration (EIA) evidenziano un calo di ben 9,3 milioni di barili la scorsa settimana rispetto ai -1,9 mln delle stime di consensus.Male infine le banche con Banco BPM a guidare i ribassi con -1,56% per cento. In affanno anche Unicredit (-0,99%).

Ftse Mib vola, assist da Euro in picchiata e boom Atlantia (+15%)

Forte accelerazione al rialzo per Piazza Affari che beneficia del consistente ritracciamento dell’euro. Il Ftse Mib viaggia a +1,75% riavvicinando quota 20mila (19.937 punti). Il cross tra euro e dollaro è sceso in area 1,186 rispetto a quota 1,20 (massimo a due anni a cui si era spinto ieri).Sponda al rally di oggi anche dai nuovi record di Wall Street con nuovi segnali di una ripresa economica globale; in particolare il PMI manifatturiero Usa è schizzato ieri ai massimi a due anni.Sul parterre milanese spicca il +15% di Atlantia con gli ultimi rumor che vedono vicino un accordo con CDP sull’uscita dei Benetton da Autostrade e una valutazione della società nell’ordine degli 11 mld di euro.Si muovono molto bene anche gli industriali con CNH a +4,55%, circa +2,4% per Prysmian e Pirelli. Continua la volata di Interpump che segna +5% all’indomani dei conti trimestrali che sono andati oltre le attese a livello di redditività e free cash flow. Gli analisti di Equita SIM hanno abbassato del 2,5% le stime sui ricavi 2020 a 1,265 mld di euro, mentre quelle sull’ebitda sono salite leggermente a 275 mln con la conferma del rating buy sul titolo.

Bene l’automotive con +2,3% per Ferrari mentre Fca si ferma a +0,44%. Ieri i dati sulle immatricolazioni Italia hanno segnato una stabilizzazione ad agosto con -0,4% rispetto un anno prima grazie principalmente all’effetto degli incentivi all’acquisto di auto che hanno riguardato anche le auto diesel e benzina con emissioni non superiori a 110 g/km di CO2.Segno più anche per Enel (+1,28%) che ha finalizzato l’emissione di un bond ibrido perpetuo da 600 milioni di euro.L’attenzione degli investitori oggi sarà sui primi riscontri dal mercato del lavoro statunitense per il mese di agosto. In attesa dei dati che verranno comunicati venerdì prossimo, primo test con il sondaggio ADP con la variazione degli occupati nel settore privato. Sotto la lente anche le parole del segretario del Tesoro Usa, Steven Mnuchin, che ha dichiarato di essere pronto a far ripartire i negoziati con la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, per un nuovo piano di stimolo contro il Covid-19.

Istat: occupazione sale al 57,8% a luglio, disoccupazione risale al 9,7% (al 31,1% tra i giovani)

A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione torna a crescere mentre, a fronte del calo dell’inattività, prosegue l’aumento del numero di persone in cerca di lavoro. Nel complesso, l’Istat indica che il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). L’aumento consistente delle persone in cerca di lavoro (+5,8% pari a +134mila unità) è diffuso per genere ed età. Il tasso di disoccupazione sale al 9,7% (+0,5 punti) e, tra i giovani, raggiunge il 31,1% (+1,5 punti).“Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di quasi 500 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono cresciute di circa 50 mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 400 mila”, commenta l’istituto di statistica rimarcando che “in quattro mesi, il tasso di occupazione perde oltre un punto, mentre quello di disoccupazione, col dato di luglio, torna sopra ai livelli di febbraio”.

Balzo entrate tributarie, Gualtieri: ‘segnale oggettivo per forte rimbalzo PIL nel 3° trimestre’

Le entrate tributarie oltre le attese fanno sorridere il ministero dell’Economia. I dati provvisori sulle entrate tributarie acquisiti al 20 agosto mostrano un andamento superiore alle attese e una situazione complessiva in via di miglioramento per l’economia italiana. Nel mese di agosto si è infatti registrato un rialzo del 9% delle entrate versate dai contribuenti con il modello F24 rispetto allo stesso mese del 2019, sostenuto dal buon andamento dell’Irpef e dell’Ires versate in autoliquidazione.Il MEF sottolinea in una nota come i dati di gettito delle imposte versate in autoliquidazione, ancora provvisori ma riallineati per tener conto delle diverse tempistiche di versamento nei due anni considerati, mostrano infatti una crescita dell’Irpef del 3,3% e dell’Ires del 4,8%, mentre l’Irap mostra una variazione negativa del 49% legata alla misura del Decreto ‘Rilancio’ che ha cancellato il versamento del saldo 2019 e della prima rata dell’acconto 2020 per le imprese con fatturato non superiore a 250 milioni. Al netto della variazione dell’Irap, il gettito dell’autoliquidazione risulta quindi superiore al 2019 per circa un miliardo di euro.“I dati sulle entrate tributarie si aggiungono ad altre evidenze che ci consentono di auspicare un forte rimbalzo del PIL nel terzo trimestre, dopo la caduta del secondo trimestre confermata dai dati odierni dell’Istat che apportano alla precedente stima una revisione molto contenuta”, commenta il Ministro dell’Economia e Finanze, Roberto Gualtieri. “I consumi interni delle famiglie italiane nei mesi di luglio e agosto si sono riavvicinati ai livelli pre-crisi, anche oltrepassandoli in alcune componenti ad agosto. Al contempo, gli ordinativi e le aspettative delle imprese, pur rimanendo inferiori al normale, sono ulteriormente saliti nel bimestre. Credo che si debba dare atto al sistema Paese di aver lavorato unito per far fronte ad una situazione senza precedenti. Tengo a ringraziare in particolar modo gli intermediari per il lavoro straordinario svolto in questi mesi difficili, per far sì che cittadini e imprese beneficiassero delle misure predisposte dal Governo e dal Parlamento. La crisi Covid non è finita, ma i risultati sin qui ottenuti ci spronano ad andare avanti con grande impegno per affrontare al meglio i prossimi mesi, che si preannunciano molto impegnativi ma da cui il nostro Paese può uscire ulteriormente rafforzato”.

Italia: Istat dà una sforbiciata a stime Pil nei mesi duri del Covid. Per Unc “più difficile obiettivo Gualtieri”

Mai così giù dal 1995. Il riferimento è all’andamento dell’economia italiana nel secondo trimestre, mesi in cui il Paese si è quasi del tutto fermato per via del lockdown imposto dal Governo per contenere la pandemia, scoppiata in Italia lo scorso febbraio. In particolare, l’Istat ha rivisto al ribasso la stima preliminare indicando per il secondo trimestre del 2020 (aprile-giugno) un Prodotto interno lordo (Pil) in calo al ritmo del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019. L’istituto si statistica ha precisato che la stima preliminare della variazione congiunturale del Pil diffusa il 31 luglio 2020 era stata del -12,4% mentre quella tendenziale del -17,3%. Il secondo trimestre del 2020 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2019. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,7%.Più nel dettaglio, rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con cali dell’8,7% per i consumi finali nazionali e del 14,9% per gli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono diminuite, rispettivamente, del 20,5% e del 26,4%.

L’analisi dell’Istat
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate, con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995”, commenta l’istituto di statistica. Secondo l’Istat “a trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte“. L’Istat aggiunge che “anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni”. La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una marcata riduzione dell’input di lavoro in termini di Ula e ore lavorate, mentre le posizioni lavorative hanno subito un calo meno marcato.

Per Unc: “crollo drammatico”
“Crollo drammatico. Il peggioramento delle stime dell’Istat rispetto a quelle diffuse il 31 luglio rende ancora più difficile l’obiettivo del ministro Gualtieri di contenere a -8% l’impatto dello shock della pandemia sul Pil di quest’anno“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc). “Il calo dell’8,7% dei consumi finali nazionali e, soprattutto, la caduta dell’11,3% della spesa delle famiglie residenti assume risvolti catastrofici per la nostra economia. Inutile dire che, dato che i consumi delle famiglie rappresentano il 60% del Pil, la chiave di volta per risollevare il Paese è ridare capacità di spesa a chi ha avuto una caduta del proprio reddito disponibile”, conclude Dona.

Italia: fiducia consumatori e imprese migliora ad agosto

Migliora il clima di fiducia in Italia. Secondo la rilevazione Istat, ad agosto l’indice sulla fiducia dei consumatori è in aumento, da 100,1 a 100,8 punti, dopo il lieve deterioramento registrato nel mese di luglio, e quello sulla fiducia delle imprese è passato da 77 a 80,8 punti, evidenziando un miglioramento per il terzo mese consecutivo.Per quanto riguarda i consumatori, la crescita della fiducia è trainata dal deciso aumento delle aspettative sulla situazione economica del paese e sulla disoccupazione. Tra le componenti, infatti, il clima economico registra l’aumento più marcato passando da 85,9 a 90,1. Anche il clima corrente e futuro migliorano passando, rispettivamente, da 97,3 a 98,1 e da 104,3 a 105,3. Solo la componente personale diminuisce lievemente (da 105,2 a 104,9).Con riferimento alle imprese, le stime evidenziano un aumento della fiducia diffuso a tutti i settori seppur con intensità diverse: più marcato per i servizi, più contenuto per l’industria. In particolare, l’indice di fiducia del settore manifatturiero sale da 85,3 a 86,1 e nelle costruzioni aumenta da 129,7 a 132,6. Per il comparto dei servizi, si evidenzia una dinamica positiva decisamente più netta: nei servizi di mercato l’indice sale da 66,0 a 74,7 e nel commercio al dettaglio aumenta da 86,7 a 94,0. Sebbene in recupero in tutti i settori, gli indicatori del clima di fiducia delle imprese rimangono ancora distanti dai livelli precedenti l’emergenza sanitaria, in particolare nei servizi di mercato.

Italia incassa 27,5 mld da programma Sure, Gualtieri esulta: risparmi per 5,5 mld su interessi

Assegno Ue da 27,4 miliardi di euro per l’Italia. E’ quanto prevede la proposta presentata dalla Commissione Europea relativamente al programma Sure. I fondi potranno essere usati per affrontare “improvvisi aumenti della spesa pubblica per preservare l’occupazione”. L’importo per l’Italia è il maggiore fra quelli assegnati ai diversi Stati europei.Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, rimarca come la decisione di implementazione che è stata approvata oggi, e che sarà adottata a breve dal Consiglio, fa esplicito riferimento alle principali misure attuate dal Governo per sostenere il lavoro e l’occupazione: dalla Cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti alle indennità per i lavoratori autonomi di vario tipo, i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e quelli intermittenti, dal fondo perduto per autonomi e imprese individuali al congedo parentale, dal voucher baby sitter alle misure per i disabili, dal credito di imposta sanificazione a quello ‘Adeguamento Covid’. “È un apprezzamento alle politiche messe in campo in questi mesi dal Governo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, che sono state ritenute importanti e degne di essere pienamente sostenute, e un riconoscimento della scelta che abbiamo fatto di varare misure molto ampie che sono pressoché integralmente finanziate”, rimarc il ministro dell’Economia e delle Finanze.

“Grazie a questo finanziamento, realizzato attraverso l’emissione di titoli comuni europei, il risparmio per le casse dello Stato nell’arco dei 15 anni di maturità può essere stimato in oltre 5 miliardi e mezzo di euro. È l’Europa della solidarietà e del lavoro che prende forma”, ha aggiunto il ministro Gualtieri.

Ftse Mib vola a +1,5%, Stm e Fca le migliori

L’approvazione di emergenza della FDA di un trattamento al plasma sanguigno contro il Covid e i rumor circa un’accelerazione dell’amministrazione Trump per l’approvazione di un vaccino sostengono oggi i mercati. Il Ftse Mib segna +1,51% a 19.993 punti.In pole oggi Stm con oltre +3%, seguita da FCA, Banca Generali e Pirelli con rialzi tutti superiori al 2 per cento. Tra le big di Piazza Affari si muove bene anche Enel a +1,32%. SEgno più anche per Telecom Italia (+0,92%) che era partita in rosso con il susseguirsi di tensioni sul fronte rete unica a una settimana dal cda della tlc italiana.Ieri la Food and Drugs Administration degli Stati Uniti ha dichiarato di aver rilasciato “l’approvazione per l’uso di emergenza” per l’uso del plasma sanguigno da pazienti guariti come opzione di trattamento per alcuni pazienti affetti dagli effetti del virus Covid-19. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato intanto che il trattamento al plasma sarà esteso a un numero maggiore di malati americani di COVID-19.Inoltre, l’amministrazione Trump starebbe pensando di aggirare gli standard normativi statunitensi per accelerare per un vaccino sperimentale contro il coronavirus dal Regno Unito da utilizzare in America prima delle elezioni presidenziali.

Piazza Affari si unisce al coro di rialzi. Bene Tim nel giorno dell’atteso cda

Anche Piazza Affari si unisce al coro di rialzi registrato sui mercati europei nell’ultima seduta del mese di agosto. A Milano la giornata è iniziata in rialzo e in questo momento il Ftse Mib avanza dello 0,7% a un soffio dai 20mila punti (19.973,36 punti). Mentre sullo sfondo restano le tematiche legate alle banche centrali, all’evoluzione della pandemia e alle tensioni tra Cina e Usa, arrivano buone indicazioni dai dati macro-cinesi. In particolare, il Pmi manifatturiero si è stabilizzato ad agosto a 51 punti contro i 51,1 del mese di luglio e i 51,2 del consensus Bloomberg. Il Pmi non manifatturiero è invece salito a 55,2 punti contro i 54,2 della passata rilevazione (consensus Bloomberg a 54,2). Per l’Italia, il calendario di giornata prevede la lettura finale del Pil relativo al secondo trimestre e la lettura preliminare di agosto dell’inflazione.Tra i singoli titoli in evidenza Telecom Italia che sale di oltre il 2,7 per cento. Oggi è previsto il consiglio di amministrazione di Tim per l’approvazione del deal FiberCop e del memorandum of understanding (MoU) con Cassa depositi e prestiti (Cdp) sulla rete unica. Rialzi di quasi il 2% anche per Chn Industrial e Saipem.
Si mette in evidenza anche la Juventus (+1,3%) che nel fine settimana ha ufficializzato l’arrivo di Weston McKennie. Attraverso una nota Juventus Football Club ha annunciato di avere raggiunto un accordo con lo Schalke 04 per l’acquisizione, a titolo temporaneo fino al 30 giugno 2021, del diritto alle prestazioni sportive del calciatore McKennie a fronte di un corrispettivo di 4,5 milioni di euro.

Dodicesimo Aggiornamento

12-08

FTSE MIB 20.492

FTSE MIB Attuale top da 19000/19300

                                      21.142,00 < 21-07

FTSEMIB

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FTSE MIB

Eni ed Enel tra i peggiori del Ftse Mib, giornata no anche per le banche

Giovedì incolore per Piazza Affari e le altre Borse mondiali. L’indice Ftse Mib ha chiuso nei pressi dei minimi di giornata a quota 19.767 punti, con un calo dell’1,44%.  Pesa la delusione per le minute della Fed che mostrano una view economica prudente. Altro elemento che ha atterrito l’umore dei mercati è stato il dato negativo per le richieste di sussidi di disoccupazione USA. Nella settimana che si è conclusa il 15 agosto le richieste sono risultate pari a 1,106 milioni di unità, tornando quindi sopra quota un milione mentre le attese degli analisti ferme a 920 mila unità.
Tra i singoli titoli di Piazza Affari seduta incolore per diversi testimonial industriali del Ftse Mib: -2,3% Pirelli, -2,64% per CNH e -1,87% FCA; tra le big male anche ENI a -2,37% tornata sotto il muro degli 8 euro complice anche il dietrofront del petrolio. Male anche l’altra big, Enel, con -1,4%.Seduta sottotono per tutte le banche con Banco BPM a guidare i cali con oltre -2,22%. In netto calo anche Unicredit con -1,81% e Intesa Sanpaolo (-1,56%).

TIM giù dopo parole Gubitosi

Giornata difficile anche per Telecom Italia che segna un calo dell’1,47% sotto area 0,37 euro. Il ceo di Telecom Italia, Luigi Gubitosi, è tornato a parlare del dossier rete unica indicando in maniera perentoria che TIM manterrà la maggioranza di una società unica della rete considerando anche la differenza di dimensioni tra Tim e Open Fiber. Gubitosi, che non ha risparmiato parole pesanti verso Open Fiber in riferimento ai numeri di diffusione della loro rete in fibra, sottolinea che a fine agosto il cda di Tim delibererà sulla creazione di FiberCop, ossia la società della rete secondaria, e sull’ingresso in quella società di Fastweb e Kkr. “Poi si valuterà se siamo arrivati ad una convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno più ampio di rete unica – asserisce il ceo di TIM – . Mi auguro si possa raggiungerla entro il 31 agosto. Ma in ogni caso saremo sempre disponibili, alle giuste condizioni, a trovare un’intesa anche dopo”.

Fed indigesta, ora si guarda a mosse di settembre

Ieri sera le minute della Fed hanno evidenziato una certa preoccupazione per lo stato dell’economia. “Il previsto tasso di ripresa del PIL reale e il ritmo di diminuzione del tasso di disoccupazione, nella seconda metà di quest’anno sono stati dovrebbe essere un po’ meno robusto rispetto alla previsione precedente”, si legge nei verbali che indicano inflazione ancora persistentemente bassa poiché lo shock della domanda causato dalla pandemia supererà qualsiasi interruzione della catena di approvvigionamento in termini di effetti sui prezzi.
La tanto attesa revisione della strategia di politica monetaria appare alle porte. Gli investitori guardano già al simposio di Jackson Hole, che si terrà dal 27 al 28 agosto, e al prossimo incontro politico della Fed a settembre, per ulteriori indicazioni. La comunicazione dovrebbe assumere la forma di una forward guidance sui tassi basata sui risultati. Ciò significa che la Fed manterrebbe l’attuale intervallo obiettivo per il tasso sui fed funds almeno fino al raggiungimento di uno o più risultati economici specifici. Questo, secondo il verbale, potrebbe utilizzare soglie calibrate sui risultati di inflazione, sui risultati del tasso di disoccupazione o su combinazioni dei due. “Una possibilità è che la Fed possa affermare che non aumenteranno i tassi di interesse fino a quando la disoccupazione non sarà scesa prima del 5% e l’inflazione non avrà raggiunto costantemente il 2%, per esempio”, argomenta James Knightley, Chief International Economist di Ing.

Piazza Affari mette a segno nuovo balzo, bene i bancari ma anche Moncler e Ferrari

Sui mercati, Piazza Affari compresa, continua a persistere un certo ottimismo. In gran parte legato alle notizie in arrivo sul fronte vaccini, mentre sale ancora l’attesa per l’accordo al Congresso Usa per un nuovo piano di stimolo. Un sostegno arriva anche dalle positive performance di Wall Street. E così a Milano, in uno scenario di volumi ridotti tipici di questo periodo, il Ftse Mib ha mandato in archivio la seduta infrasettimanale con un rialzo delll’1,13% a 20.437,36 punti, dopo il rally della vigilia.Anche oggi il comparto bancario si è messo in evidenza, con lo spread Btp-Bund che si mantiene sotto la soglia di 150 punti base. Il settore cavalca ancora le attese di un risiko bancario dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna. Ieri quest’ultimo ha acceso la voglia di ulteriore risiko affermando che dopo l’operazione Intesa-UBI lo scenario è completamente cambiato e la banca si guarda in giro anche se non c’è al momento alcuna trattativa concreta in corso. In questo scenario, tra le big del settore, il gruppo guidato da Carlo Messina ha terminato gli scambi in rialzo di oltre l’1%, mentre Unicredit ha guadagnato l’1,33%.Bene anche Bper (+1,3%). Il titolo, fresco del ritorno la settimana scorsa tra le grandi del Ftse Mib (sfruttando l’uscita di UBI Banca dalle top 40 del listino a seguito del successo dell’Opas di Intesa), è reduce da 5 rialzi nelle ultime sei sedute e ieri ha segnato oltre +5% unendosi al rally delle banche sulle rinnovate sirene di M&A. Acquisti anche su Moncler (+3,64%) e Ferrari (+2,6%). Oggi il Cavallino Rampante ha beneficiato della positiva valutazione di Morgan Stanley, con il broker Usa che ha alzato il target price a 265 da 180 dollari.Tra i peggiori titoli di giornata Cnh Industrial e Saipem con un calo di oltre il 2%, debole anche Fineco che ha chiuso a -1,8 per cento. Per il settore delle telecomunicazioni, Telecom Italia compresa, sotto la lente l’offerta di acquisizione di Liberty Global per Sunrise Communications, gruppo tlc svizzero. Liberty Global ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto interamente in contanti per tutte le azioni di Sunrise detenute pubblicamente al prezzo di 110 chf per azione. Il titolo del gruppo guidato da Luigi Gubitosi ha chiuso in calo di circa lo 0,66 per cento.

Ftse Mib allunga il passo (+3%), regine Banco BPM e Mediobanca

Continua l’accelerazione rialzista del Ftse Mib, migliore tra i listini europei. L’indice principale di Piazza Affari ora guadagna quasi il 3% a circa 20.216 punti. Brillano i bancari, con Mediobanca e Banco BPM protagoniste di giornata con guadagni di oltre il 6 per cento. A sostenete il settore le ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, che sottolinea come l’operazione Intesa-UBI cambia lo scenario del settore in Italia e Banco BPM si guarderà intorno “valutando aggregazioni che creino valore”.C’è poi la sorpresa Germania, con la fiducia degli investitori tedeschi in deciso miglioramento ad agosto. L’indice Zew sulle aspettative per il mese in corso si è infatti attestato a 71,5 punti contro i 59,3 punti della passata rilevazione. Gli analisti si attendevano un peggioramento, con un dato pari a 55,8 punti.In generale sui mercati europei prevale un sentiment positivo, e questo nonostante le tensioni tra Usa e Cina e l’evoluzione della pandemia.

Maxi-taglio Irpef, Marattin boccia modello tedesco. Cottarelli: taglio tasse passa per addio a giungla detrazioni

Il 2021 sarà l’anno giusto per mettere mano alle aliquote Irpef con una riduzione consistente della tassazione. L’annuncio arriva dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Intervistato ieri da Repubblica, il numero uno di via XX Settembre ha anticipato che il governo sta lavorando a una riforma fiscale che andrà a ridurre l’Irpef, dando seguito a quanto già fatto quest’anno. Una riforma che andrà finanziata in parte con una riforma delle detrazioni e dei sussidi ambientali dannosi, in parte con la lotta all’evasione. L’intento, aggiunge Gualtieri, è implementare il taglio dell’Irpef in maniera graduale al fine di garantire l’equilibrio della finanza pubblica.
Il taglio della tassazione ammonterebbe ad almeno 10 miliardi. Sempre dalle colonne di Repubblica interviene oggi l’economista Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, rimarcando il rischio che si intendano usare le risorse temporanee in arrivo dall’Europa con il Recovery Fund, e in gran parte prese a prestito, per finanziare interventi permanenti.Cottarelli asserisce come la più grande riforma dell’Irpef sarebbe la sua semplificazione. “Il problema non è il numero delle aliquote, ma la complessità del calcolo della base imponibile per effetto di una pletora di deduzioni e detrazioni, il prodotto cumulato di decenni di governi che, per mostrarsi generosi, hanno colto ogni occasione per premiare questo o quel settore, questa o quella attività”. Tendenza che è stata confermata anche dal governo attuale con l’implementazione della politica dei bonus e dei crediti di imposta, spesso a valere sugli anni successivi che “ha ulteriormente complicato il nostro sistema fiscale. Per molti contribuenti, e persino per i loro commercialisti, la dichiarazione dei redditi è un inferno burocratico”, asserisce l’economista ex FMI.

Proposta modello tedesco non convince

Gualtieri ha dato un piccolo indizio sulla direzione verso cui si intende andare, dicendo di apprezzare il modello tedesco di progressività con aliquota continua. Nulla ancora è deciso, come conferma già l’opposizione al modello tedesco del presidente della Commissione Finanze della Camera, l’economista Luigi Marattin. L’esponente di spicco di Italia Viva ricorda come il modello tedesco sia basato su una formula matematica molto complessa “e al contribuente viene solo detto quante tasse deve alla fine pagare, senza che capisca il perché”. Marattin lo ritiene quindi un sistema troppo difficile e opaco, con poca “accountability” e che quindi risulta anche più difficile da controllare in ottica anti-evasione.

Il modello tedesco di progressività con aliquota continua comporta aliquote marginali costantemente crescenti dal 14 al 42 per cento, con un’ulteriore aliquota al 45 per cento. Mentre quello italiano che si basa su 5 scaglioni. “Nella sostanza, però, i due sistemi non sono poi così diversi – argomenta Carlo Cottarelli – . La tassazione media per ogni livello di reddito (cioè il rapporto tra tassa pagata e reddito), che è quello che più interessa al contribuente, cresce in entrambi i paesi in modo regolare e non troppo dissimile. Un cambiamento nel livello di progressività, se questo è quello che il governo intende ottenere, potrebbe essere quindi raggiunto anche con un numero più limitato di scaglioni e aliquote marginali senza passare al più complesso modello tedesco”.

Marattin: tagliare quasi tutte le detrazioni e deduzioni

Italia Viva, per bocca di Marattin, propone invece un taglio radicale di tutte le tax expenditures (detrazioni e deduzioni, ndr), tranne pochissime come spese sanitarie, prima casa e contributi. “Minimo esente di 8.000 a coniuge, una somma che lo Stato non ti tassa (sia che ne guadagni 9 mila che ne guadagni 100 mila) e che serve a dare progressività al sistema. E poi tre aliquote da fissare a seconda delle risorse che la riforma avrà a disposizione. E la parte di sostegno alla famiglia confluisce nell’assegno unico, già approvato dalla Camera”, argomenta Marattin nell’intervista concessa a Repubblica.

L’alternativa di una riduzione delle aliquote

In alternativa al modello tedesco, caldeggiato dal Pd, ci starebbe ragionando in seno alla maggioranza anche sulla riduzione da 5 a 4 delle aliquote con le due centrali del 38% (tra i 28 e i 55 mila euro) e del 41% (tra i 55 mila e i 75 mila euro lordi) che potrebbero unirsi in area 36%. Una mossa che coinvolgerebbe 8,2 mln di contribuenti con un costo di massimi 5 miliardi.

Italia costretta ad asta Btp di metà agosto (non succedeva dal 2010), settimana calda tra Usa-Cina e discorsi Fed

Anche nel bel mezzo dell’estate, con i volumi che si riducono, i mercati continuano a guardare con attenzione alla sfera macroeconomica ma anche a quella commerciale con i nuovi screzi tra Cina e Usa. “La settimana prossima entriamo nel pieno del mese di agosto, con i volumi sui mercati che dovrebbero ridursi ulteriormente. In questo contesto avremo importanti dati macro che giungeranno da Cina e Stati Uniti, ovvero quelli su produzione industriale e vendite al dettaglio. Si tratta, pertanto, dei primi dati consuntivi relativi al terzo trimestre e ci potranno dare un’idea dell’entità del recupero dell’economia”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services ricordando che sempre riguardo alle due potenze mondiali si terrà a Ferragosto una videoconferenza sul tema accordo commerciale di fase 1.

Il calendario della settimana

Vediamo, giorno per giorno, il calendario della settimana che ha preso il via oggi. Dopo i dati in arrivo dalla Cina, in particolare quello sull’inflazione, gli investitori si concentrano in mattinata sul Sentix, che misura la fiducia degli investitori nella zona euro. Per gli Stati Uniti si guarda al sondaggio Jolts (Job Openings And Labor Turnover Summary), ovvero l’indice che misura le offerte di lavoro negli Stati Uniti.
Martedì 11 agosto dopo la pubblicazione del tasso di disoccupazione nel Regno Unito, si attende l’indice tedesco Zew per il mese di agosto. Nella giornata di mercoledì 12 agosto l’attenzione degli operatori si concentra sul Pil del Regno Unito, sulla produzione industriale ma soprattutto sull’inflazione statunitense per il mese di luglio.
Tra i pochi dati da monitorare giovedì 13 agosto le nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione. Sarà invece ricca di indicazioni l’agenda macro di venerdì 14 agosto, ultima seduta della settimana. Prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa, raffica di dati in arrivo dalla Cina: prezzi nuove case, produzione industriale, vendite al dettaglio e tasso di disoccupazione. E ancora il Pil della zona euro. Poi si passa ai dati Usa, con l’uscita della produzione industriale, delle vendite al dettaglio e la Fiducia consumatori calcolata dall’Università del Michigan.
In agenda anche i discorsi di tre membri della Federal reserve (Rosengren, Kaplan e Daly).
Sabato 15 agosto è infine prevista una videoconferenza USA-Cina per discutere sullo stato dell’accordo commerciale “Fase 1”.

Italia costretta a far cassa anche a cavallo di Ferragosto

La settimana che porta a ferragosto vedrà anche le prime aste del Tesoro con 7 mld di euro di Bot a un anno in  offerta mercoledì 12. Il giorno successivo sarà il turno dell’asta Btp i cui dettagli arriveranno oggi dopo la chiusura dei mercati.  Per la prima volta dal 2010 il Tesoro non cancella l’asta Btp di metà agosto in virtù della necessità di raccogliere maggiori risorse possibili tra gli investitori per far fronte all’extra debito  necessario per fronteggiare la pandemia.

Italia: Gualtieri, siamo sulla strada giusta. Aumento produzione presupposto per rimbalzo Pil III trimestre

L’aumento della produzione industriale a giugno, rilevato oggi dall’Istat, fa ben sperare il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, che prevede un rimbalzo dell’economia già nel terzo trimestre. “Prosegue la ripresa della nostra economia: Istat stima la #produzioneindustriale di giugno a +8,2%, un dato che crea i presupposti per un forte rimbalzo del PIL nel terzo trimestre – scrive Gualtieri in un tweet – L’Italia è sulla strada giusta. Continuiamo a sostenere lavoratori e imprese per superare la crisi”. Nel secondo trimestre dell’anno il Pil dell’Italia ha evidenziato un crollo senza precedenti a causa del Covid-19 pari a un -12,4% rispetto ai tre mesi prima

Italia: produzione industriale migliora ancora, ma c’è ancora un grande divario da colmare

Dalla produzione industriale italiana sono arrivati nuovi segnali positivi. Nel mese di giugno l’indice ha mostrato una crescita su base mensile dell’8,2%. “E’ una lettura forte, chiaramente migliore del consensus”, commenta Paolo Pizzoli, senior economist di Ing, rimarcando, tuttavia, che il calo del 13,7% nella misura corretta dei giorni lavorativi è un chiaro segnale che “c’è ancora un grande divario da colmare. L’indice destagionalizzato di giugno è ancora del 13% al di sotto dei livelli pre-Covid-19 di gennaio”. Secondo l’economista della banca olandese, “i dati di fiducia italiani indicano una continuazione della ripresa durante l’estate, che dovrebbe rappresentare una buona notizia per il Pil del terzo trimestre, ma non bisogna aspettarsi che il divario con i livelli pre-Covid-19 si colmerà presto”.

Italia: fiducia imprese in deciso aumento a luglio, stabile quella dei consumatori

Deciso aumento della fiducia delle imprese a luglio. In particolare, nei servizi di mercato si registra un significativo recupero dei giudizi e delle attese sugli ordini mentre nel commercio al dettaglio aumentano sia i giudizi sia le aspettative sulle vendite, secondo quanto rilevato dall’Istat nella nota mensile. Il clima di fiducia dei consumatori si è mantenuto a luglio sui livelli del mese precedente ancora fortemente condizionato dai giudizi sul clima economico mentre quelli sul clima personale hanno mostrato un miglioramento. Rimangono ancora su livelli elevati le attese sulla disoccupazione, segnando comunque un lieve recupero nell’ultimo mese.

Italia: scambi con l’estero in ripresa ma ancora lontani dai livelli pre-Covid

Gli scambi con l’estero dell’Italia evidenziano una ripresa sia delle esportazioni (+35% a maggio rispetto ad aprile) sia, in misura più contenuta, delle importazioni (+5,6%). Il recupero, esteso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, tuttavia, ha solo parzialmente compensato gli effetti della brusca caduta registrata tra marzo e aprile, mesi in cui è scattato il lockdown per contenere la diffusione della pandemia. Rispetto ai tre mesi precedenti, tra marzo e maggio le vendite sui mercati esteri si sono ridotte complessivamente del 29%, con flessioni marcate in tutti i principali mercati di destinazione sia Ue sia extra-Ue . Nello stesso periodo anche gli acquisti hanno segnato una significativa riduzione (-27,7%). E’ ciò che emerge dalla nota mensile dell’Istat diffusa oggi.

Italia, PIl: Upb stima calo del 10,4% nel 2020, +5,6% nel 2021

“Nel complesso si stima che nel 2020 il Pil potrebbe contrarsi del 10,4 per cento”. E’ questa la previsione dell’ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sottolineando che “la recessione è stata decisamente attenuata dalla politica di bilancio, che avrebbe sostenuto il Pil per circa 2,5 punti percentuali”.Nel 2021, l’attività economica risulterebbe in recupero, beneficiando soprattutto del trascinamento statistico del secondo semestre di quest’anno; l’incremento del Pil, del 5,6 per cento, non sarebbe tuttavia sufficiente a riportare i livelli produttivi su valori prossimi a quelli registrati prima dell’inizio della pandemia; il livello del prodotto lordo sarebbe inferiore a quello del 2019 per circa cinque punti percentuali (anche in termini nominali).L’Upb precisa inoltre che le stime per il 2020 “si innestano sulla eccezionale contrazione congiunturale del Pil nel secondo trimestre seguita alla battuta d’arresto dei primi tre mesi. Secondo i modelli di previsione di breve periodo dell’Upb, l’attività economica tornerebbe a espandersi nella seconda metà dell’anno, ma con tempi e intensità che restano fortemente incerti”.

Debito atteso a 2.530 miliardi a giugno: le stime di Mazziero Research

La forte fase di ascesa del debito pubblico italiano è destinata a proseguire. Secondo le stime Mazziero Research il debito dovrebbe aumentare a 2.530 miliardi di euro a giugno, con una proiezione a fine anno compresa tra 2.547 e 2.577 miliardi. Questo dato, segnala Mazziero Research, presenta ancora un elevato margine di incertezza in relazione alle misure di sostegno economico del Governo. Il dato ufficiale di giugno verrà pubblicato dalla Banca d’Italia il prossimo 14 agosto.

Undicesimo Aggiornamento

03-08

FTSE MIB 19.398,56

curare con molta attenzione ogni riappoggio area 18800/18850 perchè possibile area di reverse long per il nostro indice assieme a 19000/19100/19300 per i due target dell’analisi vale a dire 22500-23048

FTSE MIB Attuale top da 19000/19300

                                      21.142,00 < 21-07

FTSEMIB

Piazza Affari mosca bianca in UE grazie a exploit di tre pesi massimi del Ftse Mib

In attesa dell’avvio di Wall Street, che i futures preannunciano in rosso, Piazza Affari risulta l’unica Borsa europea a mantenere il segno più. Dopo un avvio di giornata a spron battuto, le Borse hanno rallentato con il DAX che giuda i ribassi a -0,75%, -0,35% l’Eurostoxx 50 e -0,3% il Cac 40 di Parigi.

ENI, Intesa e Unicredit fanno la voce grossa

In Italia invece il Ftse Mib veleggia in territorio positivo (+0,31% a 19.441 punti) nonostante la maggioranza dei suoi componenti viaggi in ribasso. A sostenere l’indice guida milanese sono alcuni titoli di forte pese specifico. ENI segna un rialzo dell’1,6% a 7,65 euro (ha toccato un top intraday a 7,797 euro) in scia ala buona intonazione del settore oil dopo i riscontri trimestrali arrivati da BP.
Molto bene anche altre due big, in questo caso bancarie. Intesa Sanpaolo suona la carica con oltre +4% a 1,78 euro sull’onda dell’utile trimestrale ben oltre le attese. La banca numero uno in Italia ha riportato nel secondo trimestre 2020 con un utile netto di 1,42 miliardi di euro, ben oltre le attese di consensus che erano ferme a 887,3 milioni. Considerando i primi 6 mesi dell’anno l’utile netto è pari a 2.566 milioni di euro, superiore rispetto a 2.266 milioni del primo semestre 2019, che corrisponde all’86% dei 3 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l’esercizio 2020. Per il 2021 Intesa stima un utile di almeno 3,5 mld senza considerare l’apporto di UBI.
Tra le banche proprio UBI si accoda al rally di Intesa segnando +2,88%. Si segnala anche il +2,27% di Unicredit che in mattinata aveva rivisto brevemente quota 8 euro.

Telecom in vetta

Tra gli altri titoli in evidenza anche Telecom Italia, miglior performer di giornata con +4,76% a 0,365 euro. C’è attesa per i conti del secondo trimestre, che dovrebbe comunque evidenziare ricavi ed ebitda in contrazione. Oltre ai conti il board di Tim dovrebbe esaminare anche l’offerta vincolante per la rete secondaria da parte di KKR. Gli analisti di Equita ricordano che secondo quanto riportato da “La Repubblica” nei giorni scorsi, l’offerta valuterebbe FiberCop 7,7 miliardi di euro come enterprise value e vedrebbe il fondo entrare con un 38% e Fastweb concambiare il 20% di Flashfiber con il 4,5% della nuova entità. Tim incasserebbe 1,7-1,8 miliardi da Kkr.
Tra i segni meno si segnala oggi il -3,8% di Diasorin. Male anche Moncler, Recordati e Prysciam, tutte in rib

Tanti segni meno

asso del 2,5 per cento circa. Giornata incolore anche per Ferrari a -1,33% all’indomani dei conti trimestrali che hanno visto un dimezzamento delle consegne. Banca Imi ha rimesso mano al target price di Ferrari, innalzandolo da 160,6 euro a 176, con la raccomandazione che resta ad ‘add’. “Con risultati del secondo trimestre ampiamente in linea con le stime, fortemente influenzati dallo scoppio del Covid-19, e nonostante un restringimento della guidance ora più focalizzata su uno scenario intermedio per il 2020, i messaggi positivi del management sulla forza del portafoglio ordini e sull’assenza di cancellazioni ci lasciano positivi su Ferrari”, afferma Imi che non esclude che “i profitti 2021 potrebbero offrire alcune sorprese positive”.

Italia: Pmi manifatturiero risale a luglio, passa da 47,5 a 51,9

Gli ultimi dati Pmi hanno segnato a luglio il primo miglioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano in quasi due anni. Secondo i dati diffusi da Ihs Markit, l’indice destagionalizzato Pmi del settore manifatturiero italiano è aumentato a 51,9 a luglio da 47,5 di giugno. L’indice Pmi principale è stato inoltre il maggiore da giugno 2018.“I dati di luglio in generale suggeriscono come il settore sia sulla giusta direzione verso la ripresa, con le previsioni sulla produzione futura rimaste decisamente positive. Detto ciò, dopo uno shock così estremo, la strada verso la ripresa è ancora lunga ed è essenziale che le condizioni della domanda continuino a migliorare”, commenta Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, indicando però che l’introduzione di nuove misure restrittive per contrastare la ‘seconda ondata’ della pandemia potrebbe ostacolare la ripresa.

Balzo PMI non scalda Piazza Affari, UBI protagonista a +3%. Male Mediobanca e Banco BPM

Segnali incoraggianti dal Pmi manifatturiero italiano, balzato a luglio a 51,9 a luglio dai 47,5 di giugno. Battute le attese che erano ferme a 51,2. Indicazioni che inizialmente hanno scaldato Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che si era riportato in territorio positivo, ma negli ultimi minuti è ritornato in rosso a 19.005 punti (-0,45%).In prima fila UBI Banca con +3,1% a 3,685 euro dopo il rally di venerdì a seguito della conclusione dell’OPS di Intesa Sanpaolo con adesioni superiori al 90%. Numeri che azioneranno il meccanismo di Sell-Out, ossia l’Opa residuale e quindi il delisting.Male invece gli altri testimonial bancari a partire da Mediobanca (-4,4%) e Banco BPM (-2,9%).Nel comparto industriale si muove bene Prysmian a oltre +2%. Bene anche FCA (+1,17% a 8,72 euro) dopo la perdita trimestrale di oltre 1 miliardo registrata nel secondo trimestre. Stasera attesi i dati sulle immatricolazioni Italia di luglio.

Decimo Aggiornamento

31-07

FTSE MIB 19.091,93

Close Weekly su supporto a 19000

(sperando che tenga perchè altrimenti son dolori)

                     FTSE MIB Attuale top da 19000/19300

                                      21.142,00 < 21-07

FTSEMIB

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FTSE MIB 19.518,69

Al momento restiamo nel canale rialzista dopo spike area 19000/19100 su PIL USA di ieri

FTSEMIB

Pil Italia a -17,3% annuo, torniamo ai livelli di ricchezza del 1995

Crollo senza precedenti per l’economia italiana nel secondo trimestre, pur minore delle attese. Peggio hanno fatto Francia e Spagna. Ieri, i dati negativi anche di Germania e USA. La ripresa sarà lunga e tortuosa.

Il prodotto interno lordo dell’Italia è crollato del 12,4% nel secondo trimestre rispetto ai primi tre mesi dell’anno e del 17,3% su base annua. Si tratta del dato peggiore dall’inizio delle rilevazioni storiche dell’ISTAT. A dire il vero, ci si aspettava pure peggio. L’Ufficio Studi di Unicredit paventava un -18% e il consensus degli analisti si attestava al -15,5%. Ciò nulla toglie alla drammaticità delle cifre pubblicate oggi dall’istituto di statistica, in base alle quali il pil reale, vale a dire scorporando l’inflazione, si è portato ai livelli del 1995, ben 25 anni fa.Ieri, il dato scioccante degli USA, con il pil a -32,9% su base trimestrale, pur meglio delle attese che erano per un crollo in area 34%. Peggio del previsto la Germania, dove si è registrato un pesante -10,1%. Ma i dati che stanno allarmando forse più di tutti sono quelli di Francia e Spagna: la prima segna -13,8%, la seconda -18,5%.La variazione acquisita per l’Italia nel 2020 è del -14,3%. Questo significa che se il pil non variasse nel terzo e nel quarto trimestre, la caduta sarebbe di tale entità nell’intero anno.

Crisi economica: le stime di Prometeia adombrano un rischio default per l’Italia

Ci si aspetta che almeno su base congiunturale si inizi a intravedere un minimo di ripresa un po’ ovunque in Europa, sebbene l’aumento del numero dei contagi, particolarmente accentuato in Spagna, faccia temere l’imposizione di nuove restrizioni, se non di “lockdown” locali e mirati. Sarebbe un colpo molto duro a economie già stremate da mesi di chiusura delle attività, dal crollo della mobilità e dal conseguente calo dei redditi.

Problema saranno i tempi della ripresa

Concentrandoci sull’economia italiana, il vero problema non è per noi l’entità del crollo, sostanzialmente nella media delle grandi economie europee, quanto la velocità con cui ce lo metteremo alle spalle. L’Italia si affacciava al 2020 con oltre 4 punti percentuali di pil da recuperare rispetto al lontano 2007, l’anno che precedette la grave crisi finanziaria mondiale, da noi replicata nel triennio 2011-2014. E siamo l’unico caso al mondo per una grande economia a non avere ancora recuperato le perdite della precedente crisi.Il rimbalzo probabilmente ci sarà già entro l’anno, ma non andrà confuso con la ripresa. Quest’ultima implica il recupero dei livelli di ricchezza perduti, che un po’ tutta Europa prevede ci sarà non prima del 2022, sempre che non si presentino ulteriori intoppi. Ai tassi di crescita pre-Covid, potremmo dover attendere anche 4-5 anni prima di tornare al pil reale di fine 2019, perché dopo il rimbalzo non esiste ad oggi alcuna ragione per credere che il ritmo di crescita della nostra economia acceleri. Anzi, parte del sistema imprenditoriale ha già dovuto chiudere battenti definitivamente, altri negozi, stabilimenti, alberghi e uffici seguiranno nei prossimi mesi, quando il calo dei redditi si tradurrà in un calo di domanda strutturale per svariati servizi e beni.Un minimo sollievo arriverebbe con il “Recovery Fund”, che tra sovvenzioni e prestiti staccherebbe per l’Italia fino a circa 210 miliardi di euro. Peccato che i primi aiuti dovrebbero vedersi solo tra poco meno di un anno, quando la crisi avrà mietuto parecchie vittime nel Bel Paese. Del resto, dopo il 2007 non ci siamo mostrati in grado di mantenere i livelli di produzione industriale, segno che parte del capitale fisso sia stato intaccato per sempre. L’unico vero sostegno alla nostra economia è già arrivato dalla BCE con un accomodamento monetario senza precedenti, lo stesso che sta consentendoci di indebitarci a costi bassi per sopperire al crollo del gettito fiscale e per finanziare le misure di spesa a tutela dei redditi

Italia: Pil II trimestre (preliminare) crolla del 12,4%, contrazione record ma meglio del previsto

Il prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia ha evidenziato nel secondo trimestre dell’anno, periodo in cui è scoppiata l’emergenza coronavirus, una flessione del 12,4% rispetto ai tre mesi prima e del 17, 3% su base annua. Si tratta della lettura preliminare da parte dell’Istat. “L’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”, sottolinea.La variazione congiunturale del Pil, precisa l’istituto di statistica nazionale, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, all’industria, al complesso dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,3%.Il crollo del Pil è comunque meno forte del previsto. Gli analisti si aspettavano una caduta del 15% su base trimestrale e del 18,7% su base annua. Nei primi tre mesi del 2020, il Pil italiano aveva subito una contrazione del 5,4% (dato rivisto dal precedente -5,3%).

Confindustria, Csc: produzione industriale -13,9% a/a a luglio, ancora -12% rispetto a livelli pre-Covid

“Il CSC rileva un aumento della produzione industriale del 7,5% in luglio su giugno, quando è stimato un incremento del 2,3% su maggio”. E’ quanto emerge dall’outlook del Centro Studi di Confindustria “Indagine rapida Csc sulla produzione industriale”, reso noto nella giornata di oggi.Su base annua, tuttavia, il calo rimane decisamente importante.“La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, diminuisce in luglio del 13,9% rispetto allo stesso mese del 2019; in giugno è stimata scendere del 18,6% annuo. Gli ordini in volume registrano incrementi congiunturali sia in luglio (+6,6%) che in giugno (+5,4%)”.Il CSC spiega che, “dopo il punto di minimo raggiunto in aprile, la dinamica della produzione nell’industria italiana ha registrato significativi progressi, che erano attesi dopo la riapertura delle attività in maggio”. Tuttavia, “le robuste variazioni percentuali, per quanto importanti, nascondono livelli molto fiacchi: la produzione in luglio è ancora di circa il 12% inferiore a quella pre-covid e nel complesso del secondo trimestre la caduta dell’attività stimata dal CSC è più che doppia rispetto a quella rilevata dall’ISTAT nel primo (-19,2% vs -8,4%). Si tratta del quinto calo trimestrale consecutivo che porta a -30% la variazione cumulata dal secondo trimestre del 2019”.Nel report il Csc mette in evidenza che “la contrazione dell’attività nell’industria spiega circa 4 punti della caduta del PIL nel secondo trimestre (-12,4% sul primo, secondo le stime preliminari ISTAT rese note oggi); il maggior contributo negativo a tale dinamica è venuto dal settore terziario (che incide per i due terzi del valore aggiunto totale), comparto che ha subìto pesantemente il blocco di numerose attività e le limitazioni di spostamento delle persone”.

Gualtieri: stime Pil oltre attese, nel prossimo decreto ulteriore sostegno a economia

“Le stime diffuse oggi dall’Istat sul Pil del secondo trimestre, pur negative a causa dell’inevitabile impatto della pandemia sui diversi settori produttivi, indicano una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni (la stima media era di un ribasso superiore al 15%) e pari a quasi la metà del calo atteso dalle previsioni più negative circolate nelle ultime settimane”. È quanto dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, sottolineando che è “un dato che testimonia la solidità degli interventi messi in campo dal Governo e la possibilità per l’Italia di proseguire nel percorso di graduale e costante ripresa dell’attività economica, confermato anche dall’andamento delle vendite al dettaglio, che a giugno sono tornate a livelli vicini a quelli precedenti l’inizio dell’emergenza Covid-19”. Per Gualtieri “è ora necessario rimanere vigili sul fronte della sicurezza sanitaria e continuare nelle politiche di sostegno al tessuto economico e sociale del nostro Paese, che saranno ulteriormente rafforzate con le misure contenute nell’imminente decreto in via di finalizzazione”.

Nono Aggiornamento

30-07

FTSE MIB  19228

                      FTSE MIB Attuale top da 19000/19300

                                      21.142,00 < 21-07

FTSEMIB

Ottavo Aggiornamento

24-07 Close Weekly

FTSE MIB  20075,27 close weekly sotto 20500/20399/20180

Settimo Aggiornamento

23-07

   FTSE MIB  20187 < importante coppia 20180/20400

               ci stiamo giocando molto su questi due supporti ex resistenze

FTSE MIB Importante retest di 20399

                                    massimo movimento 16500-20399 precedente

     20.454,00 < 23-07 close


     FTSE MIB Attuale top da 19000/19300

     21.142,00 < 21-07

Siamo sopra 20180 e 20399 (Top Precente….) e  20500

FTSEMIBXXXXNG Mensile

Sesto Aggiornamento

   Post-Articolo ore 07.00 17-07

  FTSE MIB

     20462

FTSEMIB

ftsemib

CLOSE WEEKLY 10-07-2020

FTSE MIB

                                                 19.987,60


Quinto Aggiornamento

   Post-Articolo ore 07.36 10-07

  FTSE MIB

     19477

FTSEMIB

 

             Quarto Aggiornamento

              Post-Articolo ore 07.22 09-07

            FTSE MIB

                  20.162,28

FTSEMIB

Terzo Aggiornamento

Post-Articolo ore 07.22 06-07

FTSE MIB

20.184,28

FTSEMIB

Secondo Aggiornamento

Post-Articolo ore 16.03 02-07

FTSE MIB

19.987,28
Variazione
3,30%
FTSEMIB

Primo Aggiornamento

Post-Articolo ore 16.44 29-06

FTSE MIB

19.500,20
Variazione
2,10%
FTSEMIB

NEWS ARRIVATE DOPO NOSTRO ARTICOLO

Ftse Mib: correzione in arrivo. Telecom e STM buy o sell?

Per il Ftse Mib si profila un reverse ribassista che potrebbe assumere due forme differenti in base all’impulsività. La view di Massimiliano De Marco.Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Massimiliano De Marco, analista tecnico di Robotrend.com, con domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib sta cercando di dare un seguito al rialzo partito da fine ottobre scorso. Quali i possibili scenari ora?

Come dicevamo nella settimana precedente il Natale, la discesa del Ftse Mib fino a 21.100 punti aveva un aspetto correttivo, prima di una ripartenza impulsiva a nuovi massimi relativi.Lo scenario si è confermato con la spinta degli ultimi giorni, in cui però il Ftse Mib sembra scontrarsi nuovamente con la forte resistenza in area 22.400, oltre agli indicatori di momentum che sembrano divergere mostrando una forza relativa minore rispetto a fine novembre.Le prossime ore saranno indicative, ma mi aspetterei un reverse ribassista, che in base all’impulsività potrebbe portare ad una nuova correzione o ad un nuovo trend di medio periodo.Per il momento, con una chiamata abbastanza stretta, mi aspetterei che il massimo a 22.500 venga rispettato per almeno qualche giorno.

Bper Banca è stato l’unico bancario a salire in controtendenza ieri, mentre si è fermato a ridosso della parità Banco BPM. Cosa può dirci di questi due titoli?

A Bper Banca manca ancora una spinta sopra 1,57 euro per completare quella che potrebbe essere un’onda rialzista dai minimi a 1 euro e correggere in modo più marcato.Lo spazio di rialzo sembra risicato, ma non è escluso che il titolo possa prima tentare la chiusura del gap dell’aumento di capitale a 1,89 euro.Banco BPM allo stesso modo sembra avere terminato una correzione a 1,7 euro (che diventa quindi la soglia stop) per tentare la salita fino a quota 2 euro.

STM e Telecom Italia ieri hanno segnato un rialzo in controtendenza rispetto al Ftse Mib. Qual è la sua view su questi due titoli?

STM ha subito una battuta d’arresto piuttosto brusca ad inizio dicembre e il tentativo di recupero è giunto al ritracciamento classico del 61,8% in area 32,40 euro.Se il trend è effettivamente cambiato ed è in arrivo un’altra gamba ribassista, nelle prossime ore il titolo riprenderà a scendere con primo target plausibile 27,7 euro, dove passa una trendline che ha sostenuto i corsi negli ultimi mesi.La risposta di Telecom Italia dai minimi di fine ottobre è degna di nota e dovrebbe avere un seguito dopo la recente correzione.Al momento l’ostacolo più grosso, che diventa un buon target, si trova nella resistenza orizzontale in area 0,437 euro.È presto inoltre per considerare il minimo a 0,285 euro come “definitivo”, ma la configurazione a doppio minimo potrebbe presagire una tenuta nel medio.

Quali sono i titoli che sta seguendo da vicino in questa fase di mercato? A quali consiglia di guardare ora?

Vedo ancora spazio di rialzo per le utilities come Enel e A2A, e continuerei a considerare gli uptrend consolidati come Fca e Moncler.Per il resto se l’indice fosse in procinto di correggere, è il caso di attendere qualche giorno prima di concentrarsi sugli acquisti.

RIPRESA ITALIA: 2021? A conti fatti forse 2024

A conti fatti, il 2020 dovrebbe chiudersi con un PIL ITALIA, per il nostro Bel Paese, pari ad un -9%. Un pochino meglio di quanto si ipotizzava ma si tratta pur sempre di un -9%. Quello che è peggiorato (e di questo ne ero sicuro) sono le prospettive di ripresa.
Per farla breve, crollare nel dirupo è stato abbastanza semplice. Risalire lo sarà per nulla.

(…) la ripresa economica italiana sarà lenta e non omogenea e i rischi al ribasso sono significativi». Lo afferma l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nell’Economic Outlook presentato oggi a Parigi. I nuovi lockdown e l’incertezza circa l’andamento della pandemia peseranno sulla ripresa dell’attività, degli investimenti e dell’occupazione fino al raggiungimento dell’immunizzazione generale. Nel 2021 è prevista una crescita del Pil italiano del 4,3 per cento, mentre nel 2022 l’aumento dara’ del 3,2 per cento. È quanto si legge nel rapporto «Economic Outlook» dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). «La serrata e l’incertezza stanno pesando sull’attività, sebbene l’aiuto del governo abbia mitigato gli effetti sulle aziende e le famiglie», si legge nel documento. La creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per le categorie poco qualificate, le donne e i giovani, ritornerà solamente nel 2022, quando il vaccino contro il coronavirus si sara’ diffuso (…) [Source]

Questo è quanto affermava l’OCSE qualche giorno fa. Ora Bankitalia ritocca le previsioni ed ecco cosa partorisce. Queste proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel quadriennio 2020-23 sono state elaborate dagli esperti della Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema.

(…) Sotto queste ipotesi, lo scenario di base prefigura, dopo una contrazione del PIL in Italia del 9,0 per cento quest’anno, una ripresa nel prossimo triennio (3,5 per cento nella media del 2021, 3,8 nel 2022 e 2,3 nel 2023; Tav. 1 e fig. 1). In termini congiunturali, il prodotto si ridurrebbe nel trimestre in corso e rimarrebbe debole all’inizio del 2021, per poi tornare a espandersi a ritmi significativi nella parte centrale del prossimo anno, grazie all’ipotizzato miglioramento del quadro sanitario e all’effetto delle misure di politica economica. Rispetto allo scenario di base pubblicato nel Bollettino economico di luglio, la revisione al rialzo nel 2020 riflette l’andamento particolarmente favorevole registrato nel terzo trimestre, mentre nel successivo biennio la ripresa è spostata in avanti di alcuni mesi. Il più contenuto dato medio annuo del 2021 risente dell’effetto trascinamento della flessione del prodotto nella parte finale del 2020; la crescita è più rapida dal secondo trimestre in poi e significativamente più forte nel 2022. (…) [Source]

Praticamente la ripresa si complica, e la tabella è più che esaustiva, senza mai dimenticare che queste previsioni sono sempre divulgate con prospettive “positive” proprio per cercare di dare un po’ di entusiasmo al sistema. Ma in questo caso l’entusiasmo non so proprio dove andarlo a prendere. Il report a cui faccio riferimento è PROIEZIONI MACROECONOMICHE PER L’ECONOMIA ITALIANA. 

La ripresa dei consumi delle famiglie sarebbe più lenta. Gli investimenti recupererebbero, dopo la forte caduta quest’anno, grazie ai fondi Next Generation EU nonché dalle favorevoli condizioni di finanziamento.
Ma poi resta sempre il debito da pagare, la grande zavorra, più tutto quello che potrebbe riservarci il mercato, anche perché ormai, siamo onesti, quello che doveva essere detto è stato detto, quello che doveva essere proposto è stato proposto, quale brillante news potrebbe colpire positivamente il sistema economico italico?
Il risultato è ai miei occhi preoccupante. A conti fatti, solo nel 2024 ritorneremo ad avere un PIL maggiore di quanto visto ante Covid-19. E dovremo usufruire della benzina europea più tutta quella utilizzabile dalle banche che finanzieranno (sempre meno) a tassi risibili.
Quindi debito (finanziamenti a fondo perduto a parte) che si somma al già pesante debito presente nel sistema Italia.
I dati da Bruxelles ci illustrano questa Europa.

Il debito ci sta affogando? Ni, nel senso che i tassi sono bassissimi e questo aiuta, ma è pur sempre debito che deve essere ripagato. E se i tassi aumentano il problema cresce all’ennesima potenza.
Ma come detto in passato, non facciamoci condizionare da questi ragionamenti che oggi non ci devono interessare (!!?!?!) anche se poi qualcosa si farà, qualcosa ci verrà chiesto per rimetterci quantomeno un po’ in riga.

Posizioni nette corte: fioccano gli short su Saipem e Leonardo, non da meno anche Ferragamo

Dall’ultimo aggiornamento disponibile di Consob sulle posizioni nette corte (PNC) si apprende che il titolo più shortato a Piazza Affari è Saipem con 6 posizioni short aperte per una quota pari al 5,56% del capitale sociale.
Leonardo conquista il secondo gradino più alto del podio con 5 PNC pari al 5,53% del capitale.

Maire Tecnimont si posiziona al terzo posto con 2 PNC per una quota pari al 3,54% del capitale.
Ferragamo manca il podio con 4 PNC per una quota pari al 2,73% del capitale.
Per una visione complessiva su tutti i titoli shortati si veda la seguente tabella che mostra, in ordine decrescente, la classifica delle società quotate su Borsa Italiana in base alla quota di capitale su cui sono aperte le PNC.

Si ricorda che le PNC sono un indicatore sintetico che riassume le posizioni corte (ossia le vendite allo scoperto sulle azioni e le posizioni corte in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili) al netto delle posizioni lunghe (ossia gli acquisti di azioni e le posizioni lunghe in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili). Confluiscono nel calcolo delle PNC tutte le operazioni effettuate nei sopracitati strumenti finanziari, anche eseguite all’estero e/o fuori mercato. Il sito internet della Consob è pertanto l’unica fonte ufficiale e affidabile dei dati su tali posizioni.
Sono oggetto di pubblicazione le PNC che sono di entità pari o superiore allo 0,5% del capitale sociale della società quotata considerata; oppure hanno raggiunto la soglia dello 0,5% e sono state quindi pubblicate, ma successivamente sono diminuite al di sotto della soglia dello 0,5%. Queste PNC sono pubblicate un’ultima volta con l’indicazione dell’ultimo valore disponibile (sotto lo 0,5%).

Raffica di vendite a Piazza Affari, è alert Covid in Italia. Profondo rosso per ENI, Unicredit e Intesa

Ancora una giornata con le Borse UE in affanno mentre Wall Street riesce a limitare i cali. Piazza Affari oggi si è distinta in negativo con i numeri dei nuovi contagi che preoccupano sempre di più e si moltiplicano le misure restrittive volte a contenere l’avanzata della seconda ondata. I dati di oggi del ministero della Salute sanciscono un nuovo record di contagi da Covid in Italia. E’ stata superata la soglia dei 15 mila nuovi casi (15.199), in forte aumento dai 10.874 di ieri. Record favorito dal boom di tamponi: 177.848. Spiccano i 4.125 nuovi casi in Lombardia, seguiti dai 1.799 in Piemonte e 1.422 in Campania.Dati che sul finale hanno contribuito ad allarmare i mercati con il Ftse Mib è arrivato a segnare un calo del 2,03% a 19.085 punti, sottoperformando rispetto alle altre Borse. A poco sono valse le parole di ottimismo del premier Conte e del ministro Gualtieri che indicano un forte terzo trimestre (Gualtieri ha indicato un balzo di oltre +13,5%).Ennesima giornata di forte sofferenza per i titoli oil di Piazza Affari. A pagare maggiormente dazio è stata Saipem, arrivata a oltre -5% in area 1,4325 euro, non lontano dia minimi annui che stazionano a 1,36 euro. Molto male anche il colosso ENI che segna -3,38% a 6,34 euro, anche in questo caso non sono lontano dai minimi annui toccati il 16 marzo a 6,26 euro (che corrispondono con i livelli più bassi a 24 anni).Oggi si segnala la discesa dei prezzi del petrolio con il WTI arrivato a oltre -3% scivolando sotto area 41 dollari al barile a New York. Dai dati dell’EIA emerge che le scorte di greggio sono diminuite di 1 milione di barili nell’ultima settimana, sostanzialmente in linea con le attese che erano di -1,2 mln di barili. La settimana precedente le scorte di greggio erano scese di 3,8 milioni di barili.Giornata difficile anche per le banche del Ftse Mib. Tra i testimonial del settore si segnala il tonfo di oltre il 6% circa a 1,217 euro per Bper che ieri aveva fatto segnare un balzo di quasi il 10%. Molto male anche Unicredit arrivata a oltre -3,7% in area 6,83 euro. Intesa Sanpaolo ha invece ceduto il 2,8% a 1,5358 euro. In caduta anche Banco BPM (-2,15%) che rimane al centro del possibile risiko bancario. Oggi sono infatte arrivate nuove indiscrezioni stampa che vedono l’istituto guidato da Giuseppe Castagna valutare, oltre all’opzione Credit Agricole per un’operazione di integrazione con la sua controllata italiana, anche le piste che portano alla fusione con Unicredit o BPER Banca. Per gli analisti si tratta di ipotesi che hanno senso da un punto di vista industriale, sebbene il ceo di Unicredit Jean Pierre Mustier abbia più volte negato ufficialmente ogni interesse verso operazioni di M&A. “Banco BPM sembra essere al centro del processo di consolidamento in Italia e riteniamo che i prezzi correnti di mercato non incorporino ancora alcun premio M&A”, asserisce Banca IMI.Tra gli altri titoli si segnalano i forti cali di Pirelli (-4,05%) e Leonardo (-4,77%).

Piazza Affari piomba ai minimi da giugno, settimana nera da oltre -10% per tre big del Ftse Mib

Piazza Affari archivia una nuova settimana infelice con tanti titoli di spessore del Ftse Mib che hanno pagato fortemente dazio in questi giorni. L’indice Ftse Mib segna oggi -1,1% a 18.668 scivolando sui minimi da inizio giugno. Segnali poco confortanti da oltreoceano con gli ordini dei beni durevoli degli Stati Uniti che sono saliti su base mensile di appena lo 0,4%, decisamente al di sotto rispetto all’aumento dell’1,5% atteso dal consensus e in forte rallentamento dal +11,6% di luglio. I timori per le prospettive economiche hanno comportato la quarta settimana consecutiva di perdite per Wall Street. In Europa focus sull’emergenza Covid con in particolare la Francia alle prese con un record di contagi, oltre 16 mila contagi ieri.
Per l’Italia a poco è valsa oggi la lettura positiva della fiducia delle imprese, salita più del previsto a settembre e che conferma come il paese stia contenendo la seconda ondata del coronavirus molto meglio di altri paesi.

Settimana no per tante big, si salvano solo tre titoli

Peggio ha fatto ancora una volta Saipem con addirittura -3,3% portando a quasi -69% il suo saldo Ytd. Guardando alla classifica settimanale è proprio Saipem a svettare in negativo con quasi-18%, seguita da Tenaris con -11,5%, Unicredit con -10,9% ed ENI con -9,5%. Di contro sono riuscite a strappare il segno più nel saldo a 5 giorni solo tre titoli: Snam +2,3%, Diasorin +1,9% e Prysmian +0,2%.
Da inizio anno è sempre Diasorin a guidare la classifica dei più resilienti di Piazza Affari con +47,8%, seguita da Nexi con +35,3% e Recordati +19,4%.

Anche oggi scendono i soliti noti

A Milano in deciso calo oggi alcune big in particolare le due banche regine: -1,8% Intesa Sanpaolo e -2,3% Unicredit che si rimangia il tentativo di rimbalzo della vigilia. Ennesima seduta difficile per ENI, il colosso energetico cede l’1,8% a 6,69 euro sui minimi a sei mesi e non lontano dai minimi annui toccati a metà marzo. Da inizio ano il saldo è molto pesante (-51,7%) per Eni che a inizio settimana ha staccato l’acconto dividendo da 0,12 euro per azione.
Ancora una seduta difficile per Atlantia a -2,42% all’indomani delle decisioni del cda sul futuro Autostrade per l’Italia (Aspi) che ha avviato un processo ‘dual track’ per cedere l’88% di Aspi, che prevede il conferimento della quota in una Newco (Autostrade Concessioni e Costruzioni) e lo spin-off della società o, alternativamente, la sua vendita in blocco. “Lo spin-off di Aspi è condizionato all’approvazione del Pef (piano economico finanziario), mentre CDP dovrebbe effettuare un’offerta competitiva per avere il controllo della società. Rimangono quindi fondamentali le negoziazioni con CDP. Inoltre, la holding cedendo il 38% della Newco potrà ridurre il proprio debito”. Equita sottolinea inoltre che “alcune indicazioni del Pef includono manutenzioni più elevate delle attese, pari a 3 miliardi nel 2020-24 rispetto ai 2 miliardi attesi nel 2019-2023” e spiega che “le compensazioni per 3,4 miliardi non sembrerebbe includano le maggiori manutenzioni (incluse in tariffa), come ci saremmo attesi”. La sim milanese ha confermato la raccomandazione hold su Atlantia, con target price di 15 euro.

Banco invece prosegue il rally da M&A

Tra i pochi titoli a salvarsi spicca Banco BPM (+2,35%) che già ieri era schizzata in avanti di quasi il 6% sui rumor di un possibile interesse di Credit Agricole. Sempre ieri alcune voci stampa hanno accennato anche l’ipotesi di un interesse di Unicredit a un deal con l’istituto guidato da Giuseppe Castagna.
Segno più per titoli difensivi quali Terna (+1,52%) e Snam (+0,85%); quest’ultima ha siglato un memorandum of understanding con A2A per una cooperazione tecnologica avente a oggetto lo studio di progetti finalizzati allo sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno nell’ambito della decarbonizzazione del settore energetico in Italia e della Hydrogen Strategy europea. L’accordo sarà eventualmente oggetto di successivi accordi vincolanti che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili.
Infine, segno più per altri titoli che in questi mesi si sono comportati da porto sicuro nelle fasi di maggiore volatilità come Diasorin (+1,67%), Amplifon (+0,76%) e Inwit (+0,7%). 

Stacco acconto dividendo oggi per due titoli del Ftse Mib

Giornata di stacco cedole per due big del Ftse Mib. Oggi in particolare staccherà l’acconto cedola ENI. Il consiglio di amministrazione di Eni ha deliberato di attribuire agli azionisti un acconto sul dividendo 2020 di 0,12 euro per ciascuna azione in circolazione alla data di stacco cedola del 21 settembre 2020 con messa in pagamento il 23 settembre 2020. La cedola corrisponde a un dividend yield dell’1,62%.Stacco anche per STM che distribuisce oggi la seconda tranche pari a 0,042 euro.Da segnalare anche lo stacco del dividendo tra le mid cap di Caltagirone (0,07 euro), con un rendimento pari al 2,74%.

Piazza Affari sbanda con spauracchio nuovi lockdown. Unicredit affonda fino a -4%, male anche Intesa

Incipit di ottava difficile per le Borse europee, Piazza Affari compresa. Il sell-off appare principalmente dettato dal crescere progressivo dei timori che l’aumento dei casi da coronavirus in diversi paesi europei possa portare a nuovi lockdown. Il Ftse Mib, reduce dall’oltre -1% di venerdì scorso, cede il 2,09% a quota 19.116 punti. Nel weekend si è confermato l’acuirsi della diffusione del virus in Europa con oltre 13 mila casi giornalieri sia in Spagna che in Francia. Anche negli Usa si è invertito il trend di discesa dei casi che negli ultimi giorni sono tornati sopra la soglia dei 40 mila nuovi contagi giornalieri. Lo stato più colpito al mondo rimane l’India che da inizio pandemia, secondo i dati della Johons Hopkins University, registra 5.400.619 casi e oltre 86.700 decessi. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito che il Covid-19 “non sta andando via”. E in particolare, si è soffermato sull’evoluzione in Europa della pandemia, con “il livello di contagi” che viene definito “allarmante”.
“Il sentiment è diventato più difficile verso la fine della settimana scorsa, a causa di un mix di fattori come le preoccupazione per l’aumento del numero di contagi, l’avvertimento dell’Oms su una grave situazione che si stava sviluppando in Europa e le banche centrali che hanno deciso di restare a guardare quando si è trattato di attuare nuove misure di stimolo”, sintetizza Michael Hewson, chief market analyst di Cmc Markets UK.

CNH la peggiore, molto male i titoli oil e Leonardo

Per quanto concerne l’intonazione del Ftse Mib, da due mesi circa risulta ingabbiato in un movimento laterale fra area 19.000 e 20.500 punti. Tra i singoli titoli di Piazza Affari si segnala l’avvio difficile di CNH a -6% dopo la notizia dell’uscita da Nikola, società di e-camion partecipata al 7,11% da CNH, del presidente e fondatore Trevor Milton. L’annuncio arriva dopo che un report pubblicato da Hindenburg Research, noto short seller, ha accusato Nikola di essere “una frode complessa costruita su decine di menzogne” e ha portato all’avvio di indagini da parte di SEC e Dipartimento di Giustizia Usa.
Nella galassia Agnelli oltre -3% per FCA ed EXOR. Male anche i titoli oil con oltre -3% per Tenaris e Saipem. Cede terreno anche ENI (-3,41% a 7,135 euro) complice anche lo stacco acconto cedola pari a 0,12 euro per azione.
Oltre -5% per Leonardo che ha subito anche un breve stop per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo.

Unicredit guida caduta delle banche

Ancora male le banche, già in forte affanno nelle scorse sedute. Unicredit arretra di oltre il 4%, seguita da Banco BPM (-3,9%). Male anche Intesa Sanpaolo a -3% circa. Il presidente dell’EBA, José Manuel Campa, ha rimarcato che ci sarà flessibilità limitata nell’applicazione delle regole europee sugli NPL anche nell’attuale fase di incertezza macro. Nel dettaglio non ci sarà un automatica classificazione ad NPL per i crediti in moratoria (circa 121 mld secondo i calcoli di Equita, pari al 9% del portafoglio prestiti delle banche in Italia), ma le banche devono effettuare una valutazione del profilo di rischio della controparte per valutare eventuali coperture. Equita ipotizza un costo del credito per il settore di 93bps, in linea con le guidance delle banche. Campa, intervistato da Il Sole 24 Ore, si dice favorevole ad un approccio comune per la creazione di una bad bank europea e/o di regole comuni per realtà nazionali.
Tra i finanziari spicca il calo di Poste (-3,66%), così come di altri testimonial dell’area risparmio gestito (-2,8% Banca Mediolanum, -3,05% Banca Generali, -3,2% Azimut).
Unico dei 40 titoli del Ftse Mib a schivare le vendite è Diasorin con +2,21%.

Piazza Affari archivia una settimana buia: sul Ftse Mib agli inferi Unicredit, Bper ed ENI

Piazza Affari manda in archivio una settimana incolore e anche l’ultima seduta si conclude con segno meno. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un calo dell’1,09% a 19.524 punti in una giornata caratterizzata in generale da una certa prudenza per i mercati. Wall Street, reduce dalla debolezza della vigilia, ha cercato una timida ripresa in avvio grazie anche al balzo della fiducia dei consumatori per poi tornare però a una decisa prevalenza delle vendite. A Wall Street oggi è il giorno delle quattro streghe (scadenza opzioni e future su indici e azioni), un evento che ricorre ogni tre mesi e che tende a far aumentare i volumi e la volatilità sia il giorno stesso, che nei giorni precedenti a causa dei ribilanciamenti di portafoglio degli operatori in derivati.
Dal fronte macro, la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti sale anche a settembre. Secondo la lettura preliminare effettuata dall’Università del Michigan, l’indice si attesta questo mese a 78,9 punti dai 74,1 punti di agosto. Battute le attese degli analisti; infatti il consensus aveva una fiducia a 75 punti.

Banche KO con Bper e Unicredit in coda

In affanno anche oggi le banche. La peggiore è stata Bper a -4,07% e Unicredit a -3,12%. Il settore non ha trovato conforto nel rumor circa l’intenzione della supervisione Bce di revocare il divieto sulle banche relativo al pagamento di dividendi a partire dall’inizio del prossimo anno. Per Unicredit in particolare va in archivio una settimana in deciso calo di oltre il 6 per cento. Secondo gli esperti di Bloomberg Intelligence il price to book ratio di poco superiore a 0,3 volte di UniCredit rende il buyback convincente una volta che verranno tolte le restrizioni della BCE. La banca di piazza Gae Aulenti prevede un payout ratio del 50% per il 2021 attraverso dividendi e riacquisti.

FCA cede il 3,59%, male anche ENI

Giornata difficile anche per la galassia Agnelli: FCA con -3,59% si mangia parte dei guadagni della prima parte d’ottava legati all’aggiornamento delle condizioni del deal con PSA. Nell’ambito delle modifiche all’accordo di fusione FCA-PSA, gli azionisti dei due gruppi auto hanno previsto un lock-up sulle azioni Faurecia di sei mesi dalla distribuzione della partecipazione del 46%. Alcune indiscrezioni stampa indicano un nuovo slittamento della decisione antitrust Ue sulla fusione.
Tra gli oil seduta difficile per Eni (-2,71%, Tenaris (-2,76%) e Saipem (-1,41%).

Si salvano Diasorin e Inwit

Tra i titoli in rialzo spicca Diasorin con quasi +5,81% in area 166 euro. Bene Enel a +0,54% dopo la seduta difficile della vigilia. Ieri Enel ha ufficializzato che Macquaire Infrastructure & Real Assets ha presentato un’offerta vincolante per acquistare il 50% di Open Fiber per un corrispettivo di 2,65 mld di euro, al netto dell’indebitamento. Il ceo di Enel, Francesco Starace, ha fatto capire che la valutazione dell’offerta richiederà alcune settimane/un mese.
Tra i migliori di giornata spicca anche Inwit con +2,83% dopo la notizia dell’inclusione nell’indice Stoxx Europe 600. L’azione verrà inserita nell’indice composto da 600 delle principali capitalizzazioni di mercato europee a partire da lunedì 21 settembre. L’ingresso di Inwit prima nell’indice Ftse Mib (lo scorso giugno) e ora nello Stoxx Europe 600 è il risultato anche dell’incorporazione con Vodafone Towers, che ha portato alla nascita del principale operatore infrastrutturale per le telecomunicazioni wireless in Italia e al secondo a livello europeo con oltre 22 mila torri distribuite su tutto il territorio nazionale in modo capillare. Da inizio settembre Inwit vanta un rally in Borsa di oltre +15%.

LA PATATA BOLLENTE

Siamo tutti in trepidante attesa. Abbiamo tra le mani un’occasione unica, una valanga di denaro che l’Unione Europea mette a disposizione del sistema (e in buona parte a favore dell’Italia).Una massa di soldi che però non ci verranno “buttati” sulla testa con l’elicottero. Ci vogliono delle riforme, altrimenti sarà dura poter accedere alle risorse.
Ma cosa dovrà fare l’Italia?Le raccomandazioni per accedere al Next Generation EUa) Politica di bilancio, riduzione del rapporto debito/PIL, la revisione della spesa pubblica e la riforma della tassazione, nonché di non invertire precedenti riforme in materia pensionistica e di ridurre la spesa pensionisticab) Politiche sul lavoro: sia per il sommerso sia sostegno alla ricerca di lavoro e sistema di formazione oltre che al rafforzamento delle competenze digitali.c) Pubblica Amministrazione: una serie di sfide quasi da “Mission Impossible”, ovvero focus sull’innovazione, la digitalizzazione, le infrastrutture, l’efficienza, la gestione delle aziende partecipate, il funzionamento della.d) Migliorare il sistema bancario italiano: parliamo di qualità dei bilanci, di efficienza, snellimento del percorso alla concessione del credito, ecc.e) Rilancio: occorre mettere mano a quelle filiere che sono decadute o sono in evidente decadimento. Parliamo della sanità e della farmaceutica, il turismo e i trasporti, le costruzioni, la produzione, lo stoccaggio e distribuzione di energia, la meccanica avanzata e la robotica, la siderurgia, l’auto e la componentistica, l’industria culturale.Mission impossible: lo so che molti di voi la penseranno così, e non ci sono dubbi sul fatto che sarà veramente molto complicato riuscire nell’obiettivo. Ma attenzione, non dovremo fare tutto e subito, l’’UE chiede che si parte per dar vita ad un percorso, una nuova era che, ahimè, cozza con tutti quei “principi” che stanno distruggendo l’Italia, ovvero i diritti acquisiti, la burocrazia e tutto quello che non è produttivo ma distruttivo, soprattutto nel settore pubblico.Un esempio: siamo così certi che ci sia la volontà e l’interesse di trasformare la Pubblica Amministrazione in un sistema efficiente, digitalizzato, ben organizzato e sburocratizzato? Lo dubito, perché sulla carta è necessario, logico e costruttivo. Ma immaginate cosa significa: cambiare gli equilibri del sistema, delle persone e degli “status quo”.INOLTRE, come riusciremo a rendere finalmente efficienti gli investimenti pubblici? Magari con una pista ciclabile sullo stretto di Messina?

(…) Una pista ciclabile sullo Stretto di Messina. E’ l’idea lanciata dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, in un post su twitter. “Abbiamo istituito una commissione per capire qual è lo strumento migliore per collegare la Sicilia alla Calabria. Per collegarle su ferro, su strada e con una pista ciclabile. L’opera che verrà deve essere sicura ed economicamente sostenibile” (…)

Con questa mentalità si va poco lontano. Statene certi.
Ma attenzione, quello che si mette a rischio non è solo l’accesso ai fondi del Next Generation EU, ma qui si tratta proprio della sostenibilità del sistema Italia.
Piccolo ripassino: ricordate a quanto ammonta il rapporto debito PIL dell’Italia?
Difficile dirlo con precisione oggi, ma spannometricamente dovremmo essere in area 160% che dovrebbe scendere a 152% nel 2021.

Quindi capite benissimo che il debito non manca e l’accesso al NextGenerationEU è necessario per ripartire, rilanciare l’economia e permettere a questo rapporto di rientrare su percentuali più consone.
Perché signori, e lo SOTTOLINEO a caratteri cubitali, la sostenibilità del debito passa tutto NON dal grafico prima esposto e nemmeno dal volume complessivo del debito, ma da questo secondo grafico.

PIL Italia vs mondo

Il problema è la crescita economica. PUNTO. E solo con una ripartenza diventiamo credibili con un debito sostenibile. Intanto però, dobbiamo già iniziare ad affrontare un problema. Ricordate quei finanziamenti concessi ai privati post Covid-19 con garanzia totale o parziale dello Stato?

(…) C’è una mina potenziale che può esplodere nei bilanci delle banche e che interessa oltre un milione di Pmi. Sono le moratorie concesse alle imprese in base ai decreti Cura Italia e Liquidità, garantite al 30% dallo Stato, e che hanno consentito la sospensione delle rate su prestiti per un valore di circa 160 miliardi. Il disallineamento che si è prodotto negli ultimi mesi tra le normative italiane e le regole europee in materia bancaria potrebbe trasformare già a fine gennaio una quota consistente di quei mutui in Non performing loans. E questo perché la loro riclassificazione da crediti “forbearance” (per i quali sono state apportate modifiche ai contratti non dovute a problematicità) a “forborne” (crediti i quali senza le modifiche sarebbero classificati come Npl), ora sospesa dall’Authority europea Eba, diventerebbe inevitabile. (…)

Ve la faccio breve. Si è fatto il possibile per alimentare il sistema con il sostegno dello Stato a favore del settore bancario, lo Stato e le regole europee che hanno nell’effettivo dato una bella boccata di ossigeno alle imprese. Ma poi… Cosa si può fare quando la situazione NON rientra rapidamente? Come è già successo in passato, sono le BANCHE a pagare il conto. Ma non lo dico perché le considero vittime del sistema ma perché purtroppo funziona cosa. Questo significa che quindi per il canale bancario, c’è il concreto rischio che ci si ritrovi con un’altra grande, grandissima patata bollente da gestire. Unica nota “positiva” e che questa problematica accomuna tutti i paesi dell’UE e non solo l’Italia.

(…) Un rischio che, ovviamente, non incombe solo su banche e imprese italiane ma è problema comune anche negli altri paesi europei.(…)

Ma non fermiamoci qui, perché secondo me ci ritroveremo presto con un’altra grossa patata bollente da gestire. Ricordate quei finanziamenti garantiti (in toto o parzialmente) dallo Stato? Bene, causa crisi, molti di questi prestiti non saranno rimborsati. A quel punto scatterà la garanzia dello Stato la quale dovrebbe tutelare le banche che hanno concesso il credito. Sarà veramente così? Voi direte: si, così è stato deciso e deliberato. Ma signori, che tipo di pagatore è lo Stato italiano? E secondo voi le banche possono serenamente scrivere a bilancio che un prestito era garantito dallo Stato, non è stato pagato e quindi può essere contabilizzato come rientro sicuro?
In altri termini: quanto peserà sul settore bancario, in ambito di contabilità, bilancio, NPL, questa situazione?
Nulla è semplice in questo momento. Però è giunta l’ora di fare una rivoluzione economica, non solo perché ce lo chiede l’Europa, ma perché ce lo chiedono (virtualmente) i nostri figli perché, altrimenti, si può solo affondare.

Crollo consumi: Confcommercio, Covid ‘brucia’ 116 mld nel 2020. Nord area più penalizzata

E’ un effetto-Covid a diverse velocità quello che emerge dall’analisi dei consumi nel le regioni italiane per il 2020: se a livello nazionale la previsione è di un calo del 10,9% (pari a una perdita di 116 miliardi, 1.900 euro pro capite), il Nord risulta l’area più penalizzata (-11,7%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue 8 regioni e con la Lombardia che registra la maggiore perdita in valore assoluto (oltre 22,6 miliardi di consumi), mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa sul territorio è più contenuta (-8,5%) a causa della minor presenza di turisti stranieri e di una minore caduta dei redditi. E’ questa la fotografia che emerge dall’analisi sui consumi regionali nel 2020 dell’ufficio studi di Confcommercio.In ogni caso, spiega Confcommercio, il quadro complessivo appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero trascorrere almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019. Secondo l’associazione rimangono “fondamentali riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei, per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese”.

Inflazione Italia segna +0,3% ad agosto, tendenziale è -0,5%

Ad agosto in Italia l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,5% su base annua (da -0,4% del mese precedente). E’ quanto emerge dalla stima preliminare diffusa dall’Istat. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%), a causa di fattori stagionali, solo in parte compensato dal calo dei Beni alimentari non lavorati (-0,6%).L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano entrambe, rispettivamente da +0,4% a +0,3% e da +0,6% a +0,4%.

Industria: Unc, rimbalzo fatturato e ordinativi insufficiente. Male il confronto su base annua e pre-Covid

“Rimbalzo deludente e insufficiente”. Questo il commento di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ai dati Istat su fatturato e ordinativi dell’industria che a giugno sono cresciuti rispettivamente del 13,4% e del 23,4%. “A giugno era lecito attendersi un rialzo mensile maggiore, visto che solo da metà maggio, dal 18, avevano potuto riaprire tutte le attività economiche e produttive – precisa l’Unc – Invece l’incremento non basta per compensare le perdite registrate né su base annua, né rispetto a febbraio 2020, ultimo mese pre-emergenza Covid. Il fatturato, infatti, risulta ancora inferiore del 14,9% nel confronto con febbraio, mentre gli ordinativi registrano un gap del 9,3%. Su gennaio, il divario, nei dati destagionalizzati, è pari a -16,5% per il fatturato e -13,1% per gli ordinativi”.Unica nota positiva, secondo l’Unc, è che se si confrontano i dati di oggi con quelli del 2009, l’anno nero della passata recessione, dove le industrie italiane avevano toccato il fondo, il rimbalzo di oggi consente un miglioramento: il fatturato è superiore rispetto a giugno 2009 dell’1,8% e gli ordinativi del 6,3%. Insomma, il blocco delle industrie dovuto all’emergenza Covid ha determinato un crollo iniziale maggiore rispetto alla precedente recessione, ma ora il recupero è molto più rapido rispetto al passato.

Italia: nuovo balzo del fatturato e ordinativi industria a giugno

Prosegue a giugno la crescita congiunturale del fatturato e degli ordinativi dell’industria, confermando la ripresa avviata nel mese precedente
dopo l’allentamento delle misure legate all’emergenza sanitaria che hanno caratterizzato il bimestre marzo-aprile. A giugno l’Istat stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 13,4% rispetto a maggio. Anche gli ordinativi registrano a giugno un incremento congiunturale (+23,4%).La variazione congiunturale del fatturato riflette risultati positivi, di ampiezza simile, registrati su entrambi i mercati: +13% quello interno e +14,1% quello estero. Per gli ordinativi, invece, la crescita è sostenuta soprattutto dalle commesse provenienti dal mercato interno, che segnano un balzo del 26,4%, mentre l’aumento di quelle provenienti dall’estero si attesta al 19,1%.Il confronto su base trimestrale rimane tuttavia ampiamente negativo, evidenziando come i livelli restino ancora distanti da quelli prevalenti all’inizio dell’anno. Nella media del secondo trimestre l’indice complessivo del fatturato cala del 23% rispetto al trimestreprecedente, mentre gli ordinativi sono diminuiti del 22,8%.

Piazza Affari chiude euforica, dagli Usa tre spinte al risk-on. Volano ENI e FCA

Piazza Affari chiude in forte rialzo sospinta dall’ottimismo susseguente all’annuncio dell’approvazione di emergenza della FDA di un trattamento al plasma sanguigno per Covid. Inoltre, l’amministrazione Trump starebbe accelerando sul fronte vaccino. Da un rapporto del Financial Times emerge che il presidente Usa vorrebbe aggirare i normali standard normativi statunitensi per accelerare un vaccino sperimentale dal Regno Unito da utilizzare in America prima delle elezioni presidenziali di novembre. Il vaccino in questione è quello in fase di sviluppo in una partnership tra AstraZeneca e l’Università di Oxford.
Il terzo assist al risk-on sui mercati arriva poi dal calo del numero di nuove infezioni da Covid-19 negli Stati Uniti è sceso al minimo in due mesi, rafforzando le speranze che i peggiori effetti della pandemia sull’economia siano alle spalle.

ENI regina di giornata

Il Ftse Mib ha così chiuso a +2,12% a 20.113 punti. Tra i singoli titoli spicca l’oltre +4% di Enia 8,191 euro, sostenuta dall’intonazione positiva del petrolio, così come Saipem (+3,85%) e Tenaris (+3,36%).
Tra le big di Piazza Affari progresso di oltre il 3% anche per STM, FCA ed Hera. In spolvero tutte le utility con Enel che ha chiuso a +1,76%.
Lunedì in spolvero anche per Interpump (+1,92%). Il titolo del leader mondiale di pompe a pistoni beneficia delle parole dell’AD di Interpump, Fulvio Montipò, che parla della ripresa veloce che sta interessando le sedi cinesi di Interpump, al punto che le vendite stanno testando nuovi valori record. Montipò ha parlato di una riapertura delle attività industriali più complessa, in paesi come l’Italia, a seguito della fase più pericolosa della pandemia del coronavirus.
Sirene di M&A per Italgas (+1,63%) il cui amministratore delegato, Paolo Gallo, ha rilasciato al quotidiano Il Giornale in cui riferisce che la società che fa capo a Cdp è in corsa per un’acquisizione in Grecia e potrebbe tentare di accelerare la sua espansione internazionale a partire dal 2021. Nel mirino l’ellenica Depa per la quale Italgas ha già superato una prima fase della gara.

Telecom strappa a +3%, Bper la migliore tra le banche

Telecom Italia, dopo un avvio in rosso, ha attirato a sua volta gli acquisti chiudendo a +3,03% con gli ultimi sviluppi sul fronte rete unica che vedono il Tesoro spingere per la creazione di una società con un forte ruolo pubblico. Il ministro Gualtieri, stando alle ultime indiscrezioni stampa, non è favorevole al controllo della rete unica da parte di TIM, di contro vede l’operazione di TIM con KKR per FiberCop come un elemento a supporto della rete unica, non un ostacolo. Infine, il ministro dell’Economia vedrebbe come poco praticabile la separazione di TIM tra clienti e infrastruttura proposta da Grillo e Buffagni. Uno scenario che a detta degli analisti di Equita SIM ha più chance di portare al successo dell’operazione rete unica, anche se rimangono da superare molti passaggi (via libera a operazione FiberCop, valutazioni relative, governance).
Infine, tra le banche spicca il +2,63% di Bper. Rialzi di oltre l’1,5 per Intesa, dell’1,98% per Banco BPM e e del 2,13% per Unicredit; quest’ultima non ha pagato la decisione di Banca IMI di rivedere al ribasso il rating, il target price e le stime sugli utili della banca italiana guidata da Jean-Pierre Mustier. Il rating è passato da “buy” ad “add”. Le stime sull’utile per azione su base adjusted sono state tagliate del 38% per l’anno fiscale del 2020, passando da 0,360 a 0,224 euro; quelle sull’eps adjusted del periodo compreso tra il 2021 e il 2023 sono state riviste al ribasso del 3-5%”. Il target price è stato abbassato da 9,4 a 9,1 euro.

Marea record di risparmi su conti correnti a zero interessi, ecco quanto ci perdono gli italiani

Una marea record di soldi degli italiani risulta ferma sui conti correnti e buona parte di questi non fruttano interessi. Ad aprile 2020, stando all’analisi pubblicata oggi da Deposit Solutions, società fintech e piattaforma leader nell’Open Banking per i depositi, il volume dei conti corrente in Italia ha raggiunto il massimo storico  a 790 miliardi di euro, con un aumento del 37,5% dal 2015. Quello che deve maggiormente preoccupare i correntisti è che almeno il 68% del volume totale di denaro nei conti – 15.500 euro per cittadino italiano – è senza interessi. Crisi Covid e lockdown hanno accentuato la tendenza degli italia di tenere i soldi parcheggiati su conti correnti infruttiferi portando, stando ai calcoli de Il Sole 24 Ore, una perdita di potere d’acquisto di circa 22 miliardi di euro. “Gran parte del risparmio degli italiani rimane parcheggiato nei conti correnti privo di interessi invece di essere investito in depositi a termine. Di conseguenza, i risparmiatori perdono del rendimento anno dopo anno – anche in tempi di bassi tassi di interesse”, afferma Tim Sievers, CEO e fondatore di Deposit Solutions, che aggiunge: “Per le banche di quei paesi in cui i risparmiatori fanno minor affidamento su depositi a termine, il finanziamento tramite depositi è più costoso di quello che dovrebbe essere.”. L’analisi di Deposit Solutions si basa su calcoli sulla base di dati di Deutsche Bundesbank, Banca Centrale Europea, Eurostat, Barkow Consulting, Federal Statistical Office e Institute for SME Research.

In generale, il 57% del denaro depositato presso le banche dell’Eurozona è immediatamente disponibile (depositi a vista: conti correnti e conti overnight), mentre il 43% è legato a scadenze o soggetto a periodi di preavviso (depositi a termine: depositi a scadenza fissa e conti/libretti di risparmio).

Differenze con gli altri paesi nelle preferenze sui depositi

La preferenza per il deposito a termine o la gestione flessibile della liquidità varia notevolmente da nazione a nazione: gli spagnoli e gli italiani sono i principali “amanti della flessibilità” con rispettivamente l’85% e il 68% del loro denaro in depositi a vista, mentre gli olandesi si distinguono come planner di lungo termine con l’82% di depositi a termine, seguiti dai francesi che si attestano a quota 67%.Nel 2015 gli europei avevano depositato il 39% del loro denaro su conti correnti (2.547 miliardi di euro). Al 2020, questa cifra è cresciuta quasi del 50% (3.984 miliardi di euro). E mentre il volume dei conti correnti è aumentato, la quantità di denaro depositato su conti a tempo determinato, conti di denaro overnight e conti di risparmio, è rimasta invece stabile negli ultimi 5 anni (3.972 del 2015 vs 3.924 del 2020).

Ftse Mib e Borse Ue verso avvio tonico, focus su ok Fda a trattamento contro Covid

I mercati azionari europei sono attesi in salita dopo i record di venerdì di Wall Street e il cauto ottimismo sul Covid. Ieri la Food and Drugs Administration degli Stati Uniti ha dichiarato di aver rilasciato “l’approvazione per l’uso di emergenza” per l’uso del plasma sanguigno da pazienti guariti come opzione di trattamento per alcuni pazienti affetti dagli effetti del virus Covid-19. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato intanto che il trattamento al plasma sarà esteso a un numero maggiore di malati americani di COVID-19.Il futures DAX in Germania segna +0,54%, quello sul CAC 40 +0,41% e l’indice Ftse Mib a sua volta segna un buon rialzo con possibile avvio a ridosso di area 20mila punti.

Confindustria, Bonomi: ‘giorni decisivi per Italia, mi aspettavo agosto diverso e invece è tutto fermo’

Per l’Italia sono “giorni decisivi: o tra Governo e parti sociali ci confrontiamo, ci ascoltiamo e lavoriamo tutti uniti a un grande patto oppure entriamo in una crisi drammatica, dalla quale rischiamo di non uscire più”. E’ l’avvertimento lanciato da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”.Bonomi ammette di aver sperato in “un agosto completamente diverso”. Invece, è “tutto fermo”. A iniziare dal “piano per le riforme Ue” ai “progetti sanitari per attivare il prestito del Mes”.

Il Ftse Mib recupera 20.000 punti. Accelerano le banche

A Piazza Affari è andato a segno l’atteso rimbalzo. Dopo un avvio debole, l’indice Ftse Mib è riuscito a recuperare terreno e a chiudere in rialzo del 1,06% a quota 20.055,40 punti.La mattinata è stata all’insegna della volatilità in scia alle tensioni Usa-Cina, dopo le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump che ha affermato di aver rinviato i colloqui commerciali con Pechino e di non voler parlare con la Cina in questo momento. Il sentiment è migliorato con Wall Street, con gli investitori concentrati sulle indicazioni in arrivo stasera dalla Fed che a partire dalle 20 ora italiana pubblicherà i verbali dell’ultima riunione.Tornando ai singoli titoli del Ftse Mib ancora una seduta da protagonista per Banco Bpm che è salita del 2,82%. Per la banca guidata da Giuseppe Castagna restano sempre in primo piano le tematiche legate al risiko bancario. Il numero uno di Banco Bpm aveva ribadito in una recente intervista l’apertura ad M&A ad ampio raggio. A Milano, con lo spread Btp-Bund sotto quota 140 punti si sono messi in evidenza anche altri titoli del comparto bancario, tra cui Mediobanca (+2,22%). Bene anche Nexi (+1,07%). Secondo quanto si apprende dalla comunicazioni della Consob sulle partecipazioni rilevanti dallo scorso 5 agosto 2020 Intesa Sanpaolo (+1,66%) ha portato al 10,489% la sua partecipazione nella paytech.Giù invece i titoli legati al comparto petrolifero come Saipem che ha lasciato sul terreno lo 0,87% e Tenaris che ha ceduto lo 0,98% in scia alla debolezza del petrolio. A pesare sull’andamento dell’oro nero i dati sulle scorte private statunitensi che hanno mostrato un inatteso aumento di quelle di benzina. Come sottolineano gli strategist di Mps Capital Services, oggi “si riunirà anche il comitato di monitoraggio dell’OPEC+ per valutare gli effetti della recente decisione di aumentare la produzione da agosto”.

Piazza Affari fallisce il tentativo di rimbalzo e chiude in calo. Male DiaSorin

Piazza Affari ha chiuso la seduta in territorio negativo, dopo una altalena sopra e sotto la parità. L’indice Ftse Mib ha aperto in ribasso, per poi cercare di reagire a metà mattina, portandosi sopra la parità, ma finire poi ancora giù e chiudere con una flessione dello 0,52% a 19.845,61 punti. L’indice guida della Borsa di Milano si allontana così dalla soglia psicologica dei 20.000 punti, persa alla vigilia. Sui mercati si respira un clima di avversione al rischio tra i nuovi contagi di Covid-19 e le persistenti tensioni tra Stati Uniti e Cina.Il coronavirus continua a diffondersi in diversi paesi come Spagna, Francia e Malta, facendo tenere una seconda ondata, mentre negli Usa si contano ormai più di 5 milioni di persone contagiate dall’inizio della pandemia. Preoccupano anche le persistenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. L’amministrazione Trump ha annunciato un indurimento delle restrizioni imposte a Huawei al fine di limitare il suo accesso alle tecnologie americane, soprattutto nel mercato dei microprocessori. Non è stata infatti rinnovata dal Dipartimento del Commercio Usa la licenza temporanea che consentiva alle società americane di esportare tecnologia a Huawei, pertanto il divieto è entrato in vigore (in precedenza è stata estesa per più volte).E proprio questi ultimi sviluppi hanno penalizzato Stmicroelectronics, che ha poi recuperato chiudendo con un -1,43%. Tra i peggiori titoli del paniere principale di Piazza Affari compare DiaSorin (-2,27%), con Amplifon e Moncler, in calo rispettivamente del -2,63% e del -1,03%. In controtendenza invece Leonardo, che ha accelerato nella seconda parte chiudendo con un rialzo di circa l’1%. Positive anche alcune banche, guidate da Banco Bpm (0,86%) e Unicredit (0,31%).

Goldman Sachs: “Il rientro dal deficit sarà meno duro per il Sud Europa”

Goldman Sachs stima che in prospettiva Italia e Spagna dovranno procedere a aggiustamenti di bilancio per circa il 5% del PIL, ma sarà un percorso meno arduo di quello affrontato nella crisi del debito

Il percorso di espansione fiscale intrapreso dai paesi dell’Unione Europea ha consentito una positiva stabilizzazione ma ha anche comportato un significativo aumento dei deficit pubblici, soprattutto nei paesi del Sud Europa. Almeno nell’arco dei prossimi 2-3 anni gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce e poi anche il Recovery Fund provvederanno a colmare il gap creato dalla spesa in deficit, ma alla fine i governi di questi paesi dovranno mettere mano agli aggiustamenti fiscali necessari per far tornare il debito a livelli di sostenibilità. Sven Jari Stehn, di Goldman Sachs Economic Research, stima in un’analisi sul tema che a un certo punto Italia e Spagna dovranno realizzare un aggiustamento cumulativo di bilancio dell’ordine del 5% del PIL per stabilizzare il rapporto con il debito ai tassi di interesse attuali.

DALLA STORIA TRE LEZIONI

Goldman tiene sotto esame dal 1980 i processi di consolidamento di bilancio dei Paesi OCSE proprio per mettere in prospettiva questo tipo di aggiustamenti fiscali e sulla base di questi dati storici stima che l’aggiustamento dei conti pubblici che dovranno fare i paesi del Sud Europa sia più ampio di quelli che sono stati condotti a termine, in quanto su 60 correzioni di bilancio importanti analizzate solo 10 hanno avuto una dimensione del 5% o più del PIL. L’esperto di Goldman Sachs trae tre lezioni principali dalla analisi storica condotta sulle correzioni di bilancio.

LIMITARE L’IMPATTO SULLA CRESCITA

La prima è che di solito il consolidamento di bilancio va a pesare sulla crescita, soprattutto durante le recessioni, in economie relativamente chiuse. E la crescita viene penalizzata maggiormente proprio quando l’economia è più debole, il che suggerisce che i governi non dovrebbero agire troppo in fretta. La seconda lezione è che il consolidamento deve essere costruito in modo da limitare le perdite di produzione di reddito per aumentare le possibilità di successo: aggiustamenti sul lato della spesa e di dimensione contenuta spalmati su più anni pesano meno sulla crescita e hanno maggiori possibilità di successo e di migliorare la sostenibilità di bilancio.

L’AIUTO DELLA POLITICA MONETARIA

Infine la politica monetaria, che rappresenta la chiave per limitare gli effetti negative dei consolidamenti fiscali sulla crescita e aumentare le chance di successo. In particolare, secondo Goldman Sachs, i minori danni alla crescita causati da aggiustamenti di bilancio effettuati sul lato della spesa sono in parte il risultato di una politica monetaria accomodante messa in atto durante le riduzioni di spesa.

ASPETTARE CHE LA RIPRESA SIA MATURATA

L’esperienza storica suggerisce quindi che l’aggiustamento fiscale che prima o poi dovrà arrivare in Europa sarà un compito ‘sfidante’. Detto questo, proprio la ricerca di Goldman Sachs mostra anche che i governi possono limitare il danno alla crescita economica rimandando l’aggiustamento a quando la ripresa sarà maturata, e procedendo poi gradualmente, con riduzioni di spesa che siano accompagnati nel processo di consolidamento da una politica monetaria accomodante, in grado di attutirne gli effetti.

COMPITO PIÙ GESTIBILE RISPETTO ALLA CRISI DEL DEBITO

Ma soprattutto, Goldman Sachs ritiene che ci siano una serie di motivi per cui il futuro aggiustamento fiscal europeo possa essere più gestibile rispetto al doloroso consolidamento dei conti pubblici seguito alla crisi del debito, in primo luogo perché oggi gran parte degli aumenti di deficit riflette la debolezza dell’attività economica e una serie di spese legate al contrasto della pandemia, che sono più facili da eliminare rispetto a squilibri di bilancio accumulati nel lungo termine.

IMPORTANTI PROGRESSI NELLA CONDIVISIONE DEL RISCHIO

Inoltre, sottolinea l’esperto di Goldman Sachs, i progressi fatti nell’Euro area in materia di condivisione del rischio ha ridotto le pressioni di mercati sui paesi del Sud Europa, con i bassi rendimenti dei bond governativi destinati ad aiutare l’aggiustamento di bilancio. Infine la Bce, che probabilmente supporterà gli sforzi di aggiustamento di bilancio con un prolungato periodo di politica monetaria accomodante, continuando inoltre a comprare asset fino a metà del 2023.

Il turismo in ginocchio colpisce al cuore il Made in Italy, in crisi non solo alberghi e ristoranti

L’emergenza Covid assesta un duro colpo al settore delle vacanze e del divertimento in Italia. E a soffrire è anche l’indotto, cioè il Made in Italy.

Secondo Confcommercio, il crollo dei turisti stranieri in Italia nei soli mesi di luglio e agosto starebbe provocando un mancato fatturato per 13,7 miliardi di euro. A soffrire particolarmente è il segmento del lusso, con gli alberghi a 5 stelle a registrare un calo delle presenze dell’80%, con -91,2% di clienti stranieri. La situazione è grave, anche perché la stagione estiva rappresenta il clou dell’anno turistico in Italia. E l’autunno, che già s’intravedeva fosco sui timori di una seconda ondata dei contagi, rischia di arrivare a nuove restrizioni già introdotte. Venerdì scorso, il premier britannico Boris Johnson ha dichiarato di non avere scelta se non quella di imporre la quarantena per gli arrivi dalla Francia.I contagi stanno impennandosi un po’ in tutta Europa, con il caso più grave che è dato dalla Spagna. Qui, prima del fine settimana scorso, i contagi sono cresciuti al ritmo medio di 3.367 al giorno negli ultimi 14 giorni, praticamente quanto in piena emergenza. In Francia, si sono attestati a 2.113, ma la curva epidemiologica segnala un’accelerazione preoccupante soprattutto nelle ultime due settimane. Il numero dei contagi accelera anche in Grecia e Malta, paesi assieme alla Spagna, i cui arrivi sono sottoposti a obbligo di tampone e quarantena in diverse regioni italiane.

La crisi da Covid riafferma il problema dei PIGS, Grecia e Portogallo rischiano di più

Turismo e viaggi incidono per il 13% del pil italiano, meno che nel resto del Mediterraneo, ma sufficiente per provocare una crisi più generalizzata di quanto pensiamo. Secondo i numeri di Federmodaitalia-Confcommercio, lo shopping dei turisti stranieri nel 2020 sarà in calo di 5,7 miliardi. Lo scorso anno, infatti, lo scontrino medio battuto per ogni straniero è stato di 861 euro, con punte di 1.610 euro tra i cittadini in arrivo da Hong Kong, 1.208 euro tra i cinesi e 1.054 euro tra gli americani.

Crisi non breve

Questi mercati sono tutti nei fatti chiusi all’Italia, per cui a patire le conseguenze dell’emergenza sono anche gli esercizi commerciali, il cui fatturato si deve in buona parte agli acquisti degli stranieri. Parliamo, in particolare, dei negozi nelle città d’arte e in realtà congressuali come Milano. Pensate che mete come Sorrento, Stresa, Montecatini Terme e Taormina beneficiano dalle presenze estere per una quota tra i tre quarti e i nove decimi del totale. Qui, l’indotto rischia di collassare, dato che i soli turisti locali o domestici non sarebbero verosimilmente capaci di rimpiazzare gli stranieri in termini sia di presenze che di fatturato.Dunque, alberghi e ristoranti vittime principali del crollo degli arrivi dall’estero, ma trascinandosi dietro altri comparti anche insospettabili come l’abbigliamento, che soffrono già per via dei mesi di “lockdown” e dei forti cali delle vendite di questi mesi. Si tratta per fortuna di una condizione straordinaria, temporanea, destinata a volgere per il meglio già nel 2021, quando o la pandemia auspicabilmente non sarà più un’emergenza in gran parte del pianeta o almeno esisterà un vaccino per contrastarne la diffusione, rasserenando gli animi di tutti.Ma il contraccolpo di questo tracollo non avrà strascichi brevi. La mobilità internazionale non tornerà ai livelli pre-Covid da qui ai prossimi 3-4 anni, secondo diverse analisi. Non tutte le attività saranno capaci di attendere così a lungo. Le più esposte sono le compagnie aeree, che in questa fase stanno perlopiù salvandosi grazie agli interventi dei governi. Ad ogni modo, non potranno per ancora mesi o anni continuare a reggere tassi di riempimento dei voli così bassi e il rischio che alcune di loro falliscano e molte rotte vengano chiuse diventa elevato, con esso quello che intere aree del Bel Paese rimangano senza adeguata copertura per i flussi turistici internazionali.E se nessuna realtà può permetterselo, men che mai il Meridione, dove il turismo consente spesso la sopravvivenza economica dei territori, in assenza di un apparato industriale e dei servizi sviluppato come al nord.

Piazza Affari sotto pressione su timori Covid: Ftse Mib sotto 20mila, Banco Bpm giù del 4%

A Piazza Affari si intensificano le perdite, scivolando sotto la soglia di 20mila punti. Pochi minuti dopo le 12, il Ftse Mib cede l’1,6% a 19.932 punti. Con gli investitori che stanno monitorando con preoccupazione una possibile seconda ondata di casi di coronavirus, che ha indotto il Regno Unito a implementare nuove misure di quarantena. In particolare, il Regno Unito ha fatto sapere che imporrà la quarantena di 14 giorni a chi arriverà da Francia, Olanda, Monaco, Malta, Turks & Caicos e Aruba. La decisione è stata annunciata via Twitter dal ministro dei Trasporti Uk, Grant Shapps. Immediata la risposta della Francia che promette “misure reciproche”.Tornando al Ftse Mib, tra i singoli titoli seduta in rosso per Banco Bpm che cede oltre il 4% dopo la corsa delle recenti sedute. Male anche Saipem e Atlantia che cedono circa il 3 per cento.

Il VENTENNIO perduto

Non dico certo una grande novità se vado a scrivere che la borsa USA si trova ad un passo dai suoi massimi storici, se guardiamo lo SP500. In merito al Nasdaq100, invece, certi massimi li abbiamo già rotti mentre invece il “vecchio” DJIA è ancora un pochino indietro.
Il confronto tra questi tre indici vi sembra iniquo? Beh, se lo raffrontiamo ad altri listini azionari, diventa imbarazzante. Nella slide qui sotto, avrete modo di vedere l’andamento di alcuni dei principali listini globali, compreso il nostro FTSEMIB.Bene, in 10 anni , lo SP500 ha fatto il 200 %. Il FTSEMIB invece ci ha regalato il -7.4%. Il che diventa abbastanza coerente con l’andamento del PIL dei vari paesi. Lasciando da parte Japan e UK che non sono aggiornati, gli altri ci illustrano come gli ultimi 10 anni siano stati serenamente persi dal Bel Paese, alla faccia di quella che chiamano “crescita economica”.

A 20 anni? Imbarazzante e preoccupante (oltre che deprimente)

Dove sta la cosa drammatica? Che parlare di decennio è riduttivo. Per motivi di decenza, mi fermo al 2000. Ecco il risultato partendo dal 2000. Non sorprendetevi se i risultati di Wall Street sono peggiorativi. Partiamo dai MASSIMI della bolla speculativa internet. Quindi bolla speculativa riassorbita e dimenticata. FTSEMIB? Tenetevi forte… -58.4% e PIL a -14.3%.
Ogni commento è superfluo

Volete che ve lo spiego con un ultimo grafico? Ok, ma dopo non fatevi troppe domande. Perchè siamo gli ultimi della classe.

Piazza Affari in profondo rosso, tutte le big del Ftse Mib in calo tranne Bper e Diasorin

Si accentuano i cali a Piazza Affari. L’indice Ftse Mib, reduce dal rally delle prime tre giornate di agosto, è arrivato a cedere l’1,65% a quota 19.414 punti. Viaggiano in calo tutti i principali indice europei e anche Wall Street dovrebbe aprire in rosso dopo i rialzi di ieri con il Nasdaq che ha chiuso a un soffio dal muro degli 11 mila punti.Gli investitori aspettavano indicazioni circa il nuovo pacchetto di stimolo USA, mentre il dollaro USA è scivolato al minimo di due anni per paura che la ripresa nella più grande economia del mondo sarà più lenta rispetto a quella di altri paesi meno colpiti dal Covid in questi mesi estivi. Sul Ftse Mib tutti i titoli viaggiano in rosso con l’eccezione di Bper (+4,15%) fresca del ritorno nell’indice dei 40 maggiori titoli di Piazza Affari e che ha riportato utili trimestrali in deciso aumento. Segno più anche per Diasorin (+0,89%) che conferma il suo status di titoli difensivo.
Protagonista in negativo oggi invece Unicredit (-4,46% a 7,72 euro) dopo aver riportato un utile in calo del 77% nel 2° trimestre anche se migliore delle attese di consensus. La banca ha reso noto che intende ripristinare la politica di distribuzione del capitale prevista in Team 23 a partire dal 2021, distribuendo agli azionisti il 50% dell’utile netto sottostante ripartito tra un obiettivo di dividendo in contanti pari al 30 per cento dell’utile netto sottostante e riacquisti di azioni proprie per il 20%.
Il numero uno della banca, Jean Pierre Mustier, nel corso di una conference call successiva alla pubblicazione dei risultati di bilancio della banca, ha affermato che il piano Team23 come progetto è pienamente in funzione e confermato che saranno aggiornati solo alcuni numeri. Mustier ha ribadito il no a qualsiasi operazione di fusione e acquisizione, dunque M&A, e ha preferito non commentare l’opas di Intesa SanPaolo su Ubi Banca, che si è conclusa con successo. “Pensiamo che l’Italia abbia bisogno di banche molto forti, noi siamo una banca molto forte. Non faccio commenti sui concorrenti”, ha detto il ceo.Tra i peggiori Tenaris a -4,7%, pagando la trimestrale in rosso e peggiore delle attese. Nel secondo trimestre il risultato netto è negativo per 50 milioni di dollari, in calo del 121% rispetto all’utile da 240 milioni del corrispondente periodo del 2019. Gli analisti avevano stimato una perdita di 47,5 milioni. Male anche Pirelli a -4% dopo i conti. Il gruppo degli pneumatici ha terminato la prima metà del 2020 con ricavi per 1,82 miliardi di euro, in calo del 31,6%. L’EBIT adjusted è scivolato a 66,7 milioni di euro (-84,8%), mentre il risultato netto del semestre è in perdita per 101,7 milioni di euro rispetto all’utile di 307 milioni di un ano prima. Tagliata la guidance 2020. I ricavi sono visti tra 4,15 e 4,25 miliardi di euro (dai 4,3-4,4 miliardi precedentemente indicati) e il margine Ebit adjusted è stimato fra circa 12% e circa 13% (circa 14% e circa 15% la precedente stima)

Piazza Affari nervosa in avvio, stop al ribasso per Tenaris e Pirelli dopo i conti

Piazza Affari prende fiato dopo il rally delle prime tre giornate di agosto. Il Ftse Mib così come le altre Borse europee si muove in calo in avvio segnando -0,18% a quota 19.704 punti dopo essere arrivata a cedere lo 0,7% nei primissimi minuti. Sui mercati torna a prevalere la prudenza di fronte all’incertezza sul nuovo piano di rilancio degli stati Uniti. Dopo giorni di negoziati al Congresso, Democratici e Repubblicani ancora non hanno trovato una intesa sulle misure da inserire, con disaccordi che persistono soprattutto su alcuni punti chiave, come l’indennità di disoccupazione.A Piazza Affari tiene banco la stagione delle trimestrali. Unicredit (+0,5%) ha tolto i veli dai conti del secondo trimestre che evidenziano un utile in calo del 77% ma migliore delle attese di consensus. La banca ha reso noto che intende ripristinare la politica di distribuzione del capitale prevista in Team 23 a partire dal 2021, distribuendo agli azionisti il 50% dell’utile netto sottostante ripartito tra un obiettivo di dividendo in contanti pari al 30 per cento dell’utile netto sottostante e riacquisti di azioni proprie per il 20 per cento.Tenaris, sospesa a -3,43%, paga la trimestrale in rosso e peggiore delle attese. Nel secondo trimestre il risultato netto è negativo per 50 milioni di dollari, in calo del 121% rispetto all’utile da 240 milioni del corrispondente periodo del 2019. Gli analisti avevano stimato una perdita di 47,5 milioni.Stop al ribasso anche per Pirelli a -5,77%. Il gruppo degli pneumatici ha terminato la prima metà del 2020 con ricavi per 1,82 miliardi di euro, in calo del 31,6%. L’EBIT adjusted è scivolato a 66,7 milioni di euro (-84,8%), mentre il risultato netto del semestre è in perdita per 101,7 milioni di euro,rispetto all’utile di 307 milioni di un ano prima. Tagliata la guidance 2020. I ricavi sono visti tra 4,15 e 4,25 miliardi di euro (dai 4,3-4,4 miliardi precedentemente indicati) e il margine Ebit adjusted è stimato fra circa 12% e circa 13% (circa 14% e circa 15% la precedente stima).Oggi dal fronte macro giungerà la produzione industriale in Italia. L’Istat pubblicherà anche il report economico mensile. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti giungeranno le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione. Giornata di risultati oggi per Banco Bpm e Mps.

Tris per Piazza Affari, sul Ftse Mib prosegue l’euforia su ENI, Intesa Sanpaolo e TIM

Piazza Affari allunga la striscia di rialzi in questo primo scorcio di agosto. Il Ftse Mib ha chiuso con +0,64%% a 19.740 punti. Ottimismo dettato dalle attese per il nuovo piano di rilancio degli Stati Uniti, che dovrebbe arrivare entro la settimana, secondo il segretario al Tesoro Steven Mnuchin. Inoltre, un rumor del Wsj indica che il prossimo 15 agosto sarebbe previsto un nuovo ciclo di trattative commerciali tra Usa e Cina per riesaminare l’accordo commerciale di fase uno che hanno firmato all’inizio di quest’anno. Le tensioni tra i due paesi sono aumentate bruscamente per una serie di ragioni, tra cui la gestione cinese del coronavirus, le sanzioni statunitensi legate al giro di vite della Cina su Hong Kong e la minaccia del presidente Donald Trump di vietare la popolare app sociale TikTok negli Stati Uniti.

Intesa continua il  rally

Sul parterre di Piazza Affari ancora una seduta convincente per Intesa Sanpaolo che segna in chiusura +2,27% in area 1,834 euro dando seguito al balzo della vigilia. Intesa Sanpaolo, banca numero uno in Italia e fresca del successo dell’OPAS su UBI, ha riportato nel secondo trimestre 2020 con un utile netto di 1,42 miliardi di euro, ben oltre le attese di consensus che erano ferme a 887,3 milioni. La banca stima utili per almeno 3,5 mld nel 2021 senza considerare UBI e almeno 5 mld di utili dal 2022 con l’apporto di UBI.

Acquisti sui titoli oil e Telecom

In corsa oggi i titoli oil trainati dal rally del petrolio. Il Brent ha infatti toccato i massimi da marzo rivedendo i 46 dollari al barile, con un balzo di giornata del 3,5 per cento circa. Un assist all’oro nero arriva dal calo maggiore del previsto delle scorte petrolifere statunitensi per la seconda settimana consecutiva. A Piazza Affari si conferma così il momento positivo di ENI che segna +3,02% a 8,09 euro. Meglio ancora ha fatto Saipem con oltre il 6%.
Tra gli altri titoli in evidenza anche oggi Telecom Italia (+3,99% a 0,3856 euro). Il gruppo guidato da Gubitosi ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un utile netto che è salito del 23% a 678 milioni di euro, mentre i ricavi da servizi si sono attestati a 7,3 miliardi (-7,4% a/a). L’Ebitda organico si è attestato a 3,5 miliardi nel semestre (-6,9% su base annua, -6,4% nel secondo trimestre con margine al 46,1%). Sul fronte rete unica, il pressing del governo ha spinto il cda di Telecom Italia a rinviare di un mese la decisione sull’offerta di Kkr su FiberCo. Il consiglio di amministrazione di Tim è stato riconvocato il prossimo 31 agosto per deliberare in modo conclusivo sul Progetto FiberCop, eventualmente aggiornato alla luce dell’esito delle nuove iniziative.
Tra i titoli del Ftse Mib si segnala infine il +5,16% di Buzzi. Il big italiano del cemento ha incassato oggi la promozione di Equita che alzato la raccomandazione a buy e il target del 9% a 24,4 euro. Tra le motivazioni che hanno spinto la sim milanese a promuovere Buzzi “i risultati molto solidi, con impatto Covid-19 inferiore alle attese e le rassicuranti indicazioni dalla call che evidenziano la resilienza di Buzzi con upside sulle nostre stime (conservative) in caso di conferma dei trend post lockdown”.
Atlantia tra i pochi segni meno a -0,28% per cento dopo aver riportato una perdita di 772 mln nel primo semestre e aver stimato un impatto negativo da Covid nell’ordine dei 3 mld nel 2020.  Atlantia ha messo in evidenza “concrete difficoltà” nel proseguimento delle trattative con Cdp per il suo ingresso in Autostrade. Di conseguenza il cda di Atlantia “ha ritenuto di dover individuare anche soluzioni alternative idonee comunque a giungere ad una separazione tra la Società ed Autostrade per l’Italia, che diano certezza al mercato, sia in termini di tempi che di trasparenza, nonché della irrinunciabile tutela dei diritti di tutti gli investitori e stakeholders coinvolti”.

Bonus 100% per assunzioni, Castelli: ‘sgravi da estendere anche nei prossimi anni’

“Si sono costruiti nuovi mercati, è nata l’esigenza di nuovi servizi e quindi di nuove domande. Dobbiamo farci trovare pronti a tutto questo. L’occupazione può aumentare, anche sensibilmente”. Così, sui social, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, che accenna alle diverse misure messe in campo, a partire dallo sblocco degli investimenti e dalla pianificazione del Recovery “che significano nuova occupazione, ma ne manca una fondamentale per sostenere, soprattutto in questa fase di ripartenza, i tanti imprenditori che vogliono continuare a dare lavoro, facendo rientrare i dipendenti attualmente in cassa integrazione o assumendo nuovo personale”.“Oggi il costo del lavoro è ancora troppo alto, per questo serve una decontribuzione al 100%, intanto, per partire, fino a fine anno – prosegue la Castelli – . Una misura che, con la prossima Legge di Bilancio, potrà essere pianificata anche per gli anni successivi. E poi strumenti specifici, che stiamo studiando con il Ministro Provenzano, per spingere, soprattutto al Sud, una ripresa del lavoro su più anni. Per fare questo serve, come ha detto Papa Francesco, “l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici”, un impegno finalizzato al rilancio del lavoro come volano di un’economia circolare. Perché “senza lavoro, le famiglie e la società non possono andare avanti”.

Recovery Fund, se i BTP vengono percepiti come bond rifugio in tempi di COVID. Tassi e spread ai minimi da marzo

L’accordo sul Recovery Fund ha fatto più che bene soprattutto alla carta italiana, se si considera che i BTP a 10 anni hanno visto capitolare i loro rendimenti, nel mese di luglio, di 30 punti base, al minimo dall’inizio di marzo. Su base mensile, la flessione dei tassi è stata la più forte dallo scorso gennaio. Ai minimi di marzo anche lo spread con i Bund tedeschi a 10 anni. E’ quanto riporta un articolo di Reuters, aggiungendo che anche la carta tedesca ha fatto comunque bene, visto che il calo dei rendimenti è stato il più sostenuto dallo scorso aprile e che la performance dei Bund è stata la migliore in sette settimane.D’altronde, in tempi di coronavirus COVID-19, i titoli di stato percepiti come i più sicuri, in primis quelli tedeschi, dovrebbero rimanere ben acquistati visto il timore globale di una nuova fase di lockdown e dunque di ripercussioni negative sull’economia mondiale. Detto questo, gli analisti di Commerzbank sottolineano come, “con i tassi dei bond periferici che stanno scendendo ai nuovi minimi da marzo, sembra che gli investitori stiano considerando anche i debiti periferici come beni rifugio di prima scelta, grazie al sostegno dell’Ue e della Bce”. I BTP sembrano così sfuggire stavolta alla loro ‘reputazione’ di bond rischiosi, visto che, in tempi di avversione al rischio – come questo – dovrebbero essere in teoria venduti e non acquistati.I dati di Reuters indicano un valore dei tassi decennali tedeschi, nell’ultima seduta di luglio, dello scorso venerdì, attorno al -0,55%, nei pressi dei valori più bassi degli ultimi due mesi e mezzo. I tassi italiani con medesima scadenza sono scesi fino all’1,02%, al minimo dagli inizi di marzo. Oggi i tassi rialzano la testa: con il nuovo mese, gli analisti si chiedono se l’ottimo trend di luglio abbia basi per confermarsi sostenibile. Sempre in una nota riportata da Reuters, gli strategist di Mizuho hanno avvertito i loro clienti sul rischio che “possa presentarsi una debolezza temporanea nel mercato dei bond sovrani e tra gli spread europei, nell’arco delle prossime sessioni, vista la portata della forza a cui abbiamo assistito”. L’outlook rimane però positivo, visto che gli strategist interpreterebbero una “tale debolezza come un’opportunità Buy The Dip”.

Confindustria, Csc: produzione industriale in ripresa ma nel 2020 stimata -15% su base annua

“Nel terzo trimestre ci sono le condizioni per un significativo rimbalzo della produzione industriale (e del PIL), spiegato soprattutto da un effetto base (ovvero dal confronto con livelli molto bassi raggiunti nel secondo trimestre)”. E’ quanto emerge dall’outlook del Centro Studi di Confindustria “Indagine rapida Csc sulla produzione industriale”, reso noto nella giornata di oggi.“La variazione congiunturale acquisita in luglio (quella che si avrebbe nel terzo trimestre se l’attività ristagnasse in agosto e settembre) è di +21%; pur tenendo conto di oscillazioni nella dinamica della produzione industriale nei prossimi mesi (che saranno comunque meno forti di quelle osservate da marzo a luglio), c’è da attendersi un incremento della produzione compreso tra il 15% e il 20% rispetto al secondo. In termini di PIL, ciò si traduce in un contributo positivo dell’industria tra 3 e 4 punti percentuali nei mesi estivi. Nonostante questo recupero, nel complesso del 2020 la produzione industriale è in rotta verso una diminuzione di circa il 15% sul 2019”.“Per quanto riguarda il PIL – continua il report del Centro Studi – i dati diffusi oggi dall’ISTAT, che mostrano una variazione acquisita di -14,3% nel primo semestre, sono più negativi delle attese e meccanicamente porterebbero a una revisione al ribasso della dinamica annua da noi prevista a metà maggio, che sarebbe ora vicina al -11%, in linea con le stime della Commissione Europea.

Confindustria, Csc: produzione industriale -13,9% a/a a luglio, ancora -12% rispetto a livelli pre-Covid

“Il CSC rileva un aumento della produzione industriale del 7,5% in luglio su giugno, quando è stimato un incremento del 2,3% su maggio”. E’ quanto emerge dall’outlook del Centro Studi di Confindustria “Indagine rapida Csc sulla produzione industriale”, reso noto nella giornata di oggi.Su base annua, tuttavia, il calo rimane decisamente importante.“La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, diminuisce in luglio del 13,9% rispetto allo stesso mese del 2019; in giugno è stimata scendere del 18,6% annuo. Gli ordini in volume registrano incrementi congiunturali sia in luglio (+6,6%) che in giugno (+5,4%)”.Il CSC spiega che, “dopo il punto di minimo raggiunto in aprile, la dinamica della produzione nell’industria italiana ha registrato significativi progressi, che erano attesi dopo la riapertura delle attività in maggio”. Tuttavia, “le robuste variazioni percentuali, per quanto importanti, nascondono livelli molto fiacchi: la produzione in luglio è ancora di circa il 12% inferiore a quella pre-covid e nel complesso del secondo trimestre la caduta dell’attività stimata dal CSC è più che doppia rispetto a quella rilevata dall’ISTAT nel primo (-19,2% vs -8,4%). Si tratta del quinto calo trimestrale consecutivo che porta a -30% la variazione cumulata dal secondo trimestre del 2019”.Nel report il Csc mette in evidenza che “la contrazione dell’attività nell’industria spiega circa 4 punti della caduta del PIL nel secondo trimestre (-12,4% sul primo, secondo le stime preliminari ISTAT rese note oggi); il maggior contributo negativo a tale dinamica è venuto dal settore terziario (che incide per i due terzi del valore aggiunto totale), comparto che ha subìto pesantemente il blocco di numerose attività e le limitazioni di spostamento delle persone”.

Piazza Affari inverte la rotta appesantita da crollo Pil, la regina è Ubi

Piazza Affari non riesce a non imboccare la strada dei rialzi nell’ultima seduta del mese di luglio, giorno in cui l’Istat ha comunicato la stima preliminare del Prodotto interno lordo (Pil) che nel secondo trimestre dell’anno ha registrato un crollo del 12,4%. “Una flessione meno grave di quanto atteso dalla maggior parte delle previsioni (la stima media era di un ribasso superiore al 15% e pari a quasi la metà del calo atteso dalle previsioni più negative circolate nelle ultime settimane”, commenta Roberto Gualtieri, ministero dell’Economia e delle Finanze, cercando in qualche modo di ‘smorzare’ la situazione, con l’Italia che è entrata nella recessione più grave della sua storia unitaria dopo quella degli anni della Seconda Guerra Mondiale. A Milano, l’indice Ftse Mib ha azzerato tutti i guadagni della prima parte della seduta chiudendo la settimana in ribasso dello 0,71% a 19.091,93 punti.Protagonista indiscussa di giornata è stata Ubi Banca (+4,4%) all’indomani della chiusura dell’Ops di Intesa Sanpaolo (-1,6%) sulla banca guidata da Victor Massiah. Il risultato è stato ben al di sopra delle aspettative più ottimistiche: l’adesione degli azionisti di UBI Banca all’offerta di Ca’ de Sass è stata superiore al 90%. Una corsa rialzista che si spiega con il fatto che il boom delle adesioni riduce in misura significativa il flottante, che è inferiore al 9%. Con l’adesione superiore al 90%, inoltre, Intesa Sanpaolo è obbligata ad acquistare i titoli rimanenti dagli azionisti che ne dovessero fare richiesta.Tonica in Borsa anche Poste Italiane (+1,9%) nel giorno della presentazione dei risultati finanziari. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante Poste Italiane ha confermato la sua strategia sul dividendo dopo conti migliori delle attese nel trimestre caratterizzato dall’emergenza Covid, che ha pesato soprattutto sul business della corrispondenza. Maggiori dettagli sul futuro arriveranno con l’aggiornamento del piano previsto a fine anno.Giornata di conti anche per un’altra big del Ftse Mib: Fca che ha chiuso la seduta in calo del 2%. Per il gruppo presieduto da John Elkann il secondo trimestre del 2020 ha mostrato una perdita netta di 1,048 miliardi di euro. I ricavi sono scesi del 56% a 11,71 miliardi, con le consegne a livello globale che sono diminuite del 63% a 424.000 unità. Quanto al deal con Psa, Fca ha precisato nella nota odierna che “la crisi del Covid-19 ha sottolineato ulteriormente la logica stringente della fusione”.Tra le peggiori del listino Cnh Industrial (-5,4%), ma anche Leonardo che ha completamente cambiato il passo dopo un avvio promettente, chiudendo la seduta in calo del 5,1% all’indomani dei risultati finanziari e della nuova guidance.

Piazza Affari in rosso: Ftse Mib -3,3%. Eni guida i ribassi del comparto oil

Piazza Affari chiude in deciso ribasso, una seduta partita male e finita peggio. Complice la discesa di Wall Street dopo il crollo storico del Pil degli Stati Uniti nel secondo trimestre per effetto del Covid (-32,9% su base annualizzata). Il tonfo era ampiamente atteso, ma ha comunque peggiorato l’umore degli investitori già provati dalla caduta del Pil della Germania e da alcune deboli trimestrali societarie. Come se non bastasse, un tweet di Donald Trump ha instillato il dubbio di un possibile rinvio delle elezioni presidenziali del 2020 a causa del coronavirus, facendo scivolare in secondo piano il messaggio accomodante arrivato ieri sera della Federal Reserve (Fed).In questo quadro l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso del 3,28% a 19.228,47 punti in una seduta caratterizzata da una raffica di trimestrali. Nessun titolo del paniere principale è riuscito a strappare segno più. Solo Prysmian è riuscita a chiude sulla parità. La peggiore è stata Eni che ha guidato al ribasso il comparto oil, nel giorno dei conti. Nel secondo trimestre del 2020 il gruppo del Cane a sei zampe ha riportato una perdita netta di 4,41 miliardi di euro, contro l’utile da 0,42 miliardi del corrispondente periodo del 2019. I risultati sono stati penalizzati dall’effetto Covid e dalle condizioni di oversupply di petrolio e gas. Il titolo ha segnato a fine giornata un tonfo del 7%, seguita da Saipem, in ribasso del 6,5%.Tra le peggiori anche le banche, con Unicredit in calo del 4,9%. Il comparto bancario è stato penalizzato sui listini d’Europa dal gruppo britannico LLoyds dopo una perdita al lordo delle imposte nel primo semestre del 2020, e dalla spagnola Bbva che ha riportato un -50% circa dell’utile netto del secondo trimestre.

Asta Btp fa il pienone, ma i rendimenti continuano a scendere

Il Tesoro ha allocato oggi BTP a 5 e 10 anni, insieme al CCTeu, per 7,25 miliardi, al massimo del range previsto. Nel dettaglio collocati 2,75 miliardi di euro del BTP a 5 anni (range era 2,75-2,25 mld) con la domanda che ha superato i 4,4 mld. Il rapporto di copertura è stato pari a 1,62 rispetto a quello di 1,31 di un mese fa. Il Btp a 5 anni con scadenza luglio 2025 è stato allocato al rendimento dello 0,46%, in calo di 22 punti base rispetto a un mese fa.
L’asta di Btp odierna ha visto il Tesoro allocare anche il Btp a 10 anni con scadenza dicembre 2030 per 3,25 mld con il massimo dell’ammontare previsto (range era 2,75-3,25 mld). Il tasso di assegnazione è stato dell’1,04%, in calo di 24 punti base rispetto a un mese fa. La domanda è stata di quasi 4,5 miliardi con rapporto di copertura di 1,38.
Infine, allocato il CCT EU con scadenza aprile 2025 per 1,25 mld. La domanda è stata di 3,2 mld con un rapporto di copertura di 2,55. Il rendimento di assegnazione del CCTeu è stato dello 0,72%.

Italia: disoccupazione sale all’8,8% a giugno, tra i giovani è al 27,6%

Prosegue a giugno, anche se a ritmo meno sostenuto, la diminuzione dell’occupazione in Italia e la crescita del numero di persone in cerca di lavoro, a fronte di un calo dell’inattività. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, il tasso di occupazione è sceso lievemente, attestandosi al 57,5% (-0,1 punti percentuali). L’aumento delle persone in cerca di lavoro è consistente (+7,3% pari a +149mila unità), riguarda soprattutto gli uomini (+9,4% contro il +5,0% delle donne) e interessa tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione risale all’8,8% (+0,6 punti) e, tra i giovani, al 27,6% (+1,9 punti). Complessivamente cala il tasso di inattività che si attesta al 36,8% (-0,3 punti).Nella media del secondo trimestre 2020, rispetto al primo, l’occupazione risulta in evidente calo (-2,0% pari a -459mila unità) per entrambe le componenti di genere. Mentre nel confronto con l’anno precedente, il tasso di occupazione scende in un anno di 1,8 punti.Da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di circa 600 mila unità e le persone in cerca di lavoro sono diminuite di 160 mila, afronte di un aumento degli inattivi di oltre 700 mila unità. In quattro mesi, il tasso di occupazione perde un punto e mezzo, mentre quello di disoccupazione, col dato di giugno, si riavvicina ai livelli di febbraio.

Piazza Affari ancora debole, si allinea a Borse europee. Enel corre dopo conti e guidance

Piazza Affari si muove sotto la parità, allineandosi agli altri listini europei e fallendo il tentativo iniziale di reagire dopo la recente debolezza. Dopo un avvio positivo, l’indice Ftse Mib rallenta fino a scivolare in territorio negativo con un -0,75% in area 19.731 punti. Gli investitori devono digerire la raffica di trimestrali societarie, tra cui spiccano Eni, Enel e Generali.Tra i titoli del paniere principale, si mette in evidenza fin dai primi scambi Enel che corre in testa con un balzo di oltre il 2% dopo i conti e la guidance per il 2020. Sul fondo del listino invece DiaSorin con un -1,3%. Debole anche Ubi Banca, in calo dell’1,4% nell’ultimo giorno dell’offerta di Intesa.La seduta sarà movimentata anche da diverse indicazioni macro. Da cerchiare in rosso il Pil tedesco relativo al secondo trimestre 2020 (si tratta della stima preliminare), ma anche il bollettino economico della Bce, e ancora il tasso di disoccupazione in Italia ed Eurozona. Per gli Stati Uniti sotto la lente il Pil annualizzato del secondo trimestre (stima flash) e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione.

Asta Bot: assegnati 7 mld, rendimenti ancora negativi (-0,276%)

Il Tesoro italiano ha collocato 7 miliardi di euro di Bot semestrali, con rendimenti in lieve ribasso. Nel dettaglio, sono stati assegnati 7 miliardi di Bot a 6 mesi (scadenza 29 gennaio 2021) con un rendimento medio ponderato semplice del -0,276%, in calo di 5 punti base rispetto all’asta precedente. La domanda è stata di 12,47 miliardi di euro, con un rapporto di copertura di 1,78.
Si tratta della seconda asta del trittico di fine mese che si concluderà il 30 luglio con il Tesoro che ha in programma l’emissione di massimi 7,25 miliardi di euro di Btp e CCTeu. Prevista nel dettaglio l’offerta di Btp a 5 anni per massimi 2,75 miliardi (range 2,25-2,75 mld), mentre del Btp decennale con scadenza dicembre 2030 è prevista l’emissione di titoli per 2,75-3,25 mld. Verranno collocati CCTeu con scadenza aprile 2025 per 0,75-1,25 mld.

Italia: +0,5% m/m per prezzi alla produzione a giugno

Nel mese di giugno i prezzi alla produzione dell’industria italiana hanno mostrato un aumento dello 0,5% su base mensile e una diminuzione del 4,5% su base annua. Lo si apprende in una dell’Istat. “Dopo le diminuzioni dei mesi precedenti, si rileva un primo incremento congiunturale dei prezzi alla produzione dell’industria, più ampio sul mercato interno, e un primo ridimensionamento della flessione tendenziale (-4,5%, da -5,3% di maggio) che resta comunque marcata”, commenta l’istituto di statistica spiegando che “a determinare la dinamica dei prezzi su base sia mensile sia annua sono soprattutto i prodotti energetici che registrano rialzi congiunturali e riduzioni dei cali tendenziali su tutti e tre i mercati di riferimento”.

Cautela a Piazza Affari: precipita Saipem, sotto lente bancari con Ops Intesa-Ubi

Prudenza a Piazza Affari, come in tutta Europa. Seduta volatile per l’indice Ftse Mib che mostra una flessione dello 0,33% a 19.835 punti.I mercati guardano alla riunione della Fed, con le decisioni sui tassi attese per stasera, mentre prosegue senza sosta la stagione delle trimestrali. Tra gli appuntamenti di giornata c’è il meeting Fed dal quale non dovrebbero arrivare novità di rilievo, ma secondo gli esperti l’istituto guidato da Jerome Powell potrebbe rafforzare la propria forward guidance. In particolare, Gero Jung, capo economista di Mirabaud AM, scrive: “Sebbene sia improbabile che la Fed annunci cambiamenti di politica monetaria – i tassi di interesse rimarranno ai livelli attuali mentre il tasso di acquisti di asset mensili rimarrà invariato – è probabile che la Fed decida di rafforzare la sua forward guidance. Insieme all’acquisto di asset, questa è la mossa di politica monetaria preferita per il futuro, considerato che è difficile che vengano attuate altre misure tra cui il controllo della curva dei rendimenti o l’adozione di tassi di interesse negativi”.Sul Ftse Mib crolla Saipem di oltre l’8%, dopo la pubblicazione dei risultati finanziari. A livello semestrale, Saipem ha evidenziato una perdita netta di 885 milioni di euro rispetto all’utile per 14 milioni di un anno prima sui cui pesano svalutazioni e oneri per 753 milioni di euro. Sotto la lente anche oggi il comparto bancario, con Intesa Sanpaolo e Ubi Banca in rialzo rispettivamente delllo 0,3% e delllo 0,84 per cento . L’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi, in chiusura domani, ha visto le adesioni superare il 71%. UniCredit (-0.73%) si allinea alle raccomandazioni della Bce sul pagamento dei dividendi 2020. “A seguito della raccomandazione della Banca centrale europea (Bce), UniCredit conferma che non pagherà dividendi e non effettuerà riacquisti di azioni proprie nel 2020. Tale iniziativa non impatta i pagamenti di cedole su strumenti obbligazionari AT1 e CASHES”, si legge nella nota del gruppo guidato da Mustier.Tra i migliori del Ftse Mib Nexi, ma anche Campari all’indomani della pubblicazione dei numeri del semestre. Ieri il gruppo del beverage ha comunicato che sta accelerando i programmi di trasformazione digitale ed e-commerce, rimanendo concentrati sulla nostra strategia di M&A, dopo un semestre in calo per effetto del Covid.

Piazza Affari ancora giù, Ftse Mib perde appiglio dei 20.000 punti. Vendite su Moncler, Ubi rimbalza

Piazza Affari non riesce a ritrovare la via dei rialzi e continua la sua discesa dopo un inizio di settimana debole, zavorrando gli altri listini europei. L’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,59% finendo sotto la soglia psicologica dei 20.000 punti a 19.902,63 punti. Il clima sui mercati rimane impostato alla prudenza, tra i timori legati alle tensioni tra Usa e Cina e all’evoluzione dei contagi nel mondo da una parte e le speranze per un vaccino contro il Covid e per un nuovo pacchetto di stimoli per l’economia americana dall’altra. In questo contesto continua il rally dell’oro, con il contratto spot ormai a un soffio dei 2.000 dollari l’oncia. Il tutto mentre prosegue la stagione delle trimestrali con una raffica di conti in arrivo anche nei prossimi giorni.Tra i titoli di Piazza Affari si è messa in evidenza fin dai primi scambi Ubi Banca con un balzo in avanti di quasi l’8,3% in recupero dopo il tonfo della vigilia. La Consob ha allungato la scadenza dell’offerta di Intesa fino al 30 luglio. La proroga del periodo di adesione sicuramente rende più probabile il successo dell’operazione per Intesa. Il successo si avrebbe già con una adesione pari al 50% +1 azione del capitale di Ubi, ma sarebbe indiscutibile con il raggiungimento del target di Intesa, pari al 66,67%. Sul comparto bancario arriva anche la conferma della Bce riguardo l’estensione del divieto di distribuire i dividendi a tutto l’anno 2020, per garantire il sostegno all’economia in tempi di coronavirus. Francoforte ha prorogato lo stop alle cedole, così come le operazioni di buyback delle banche fino al 1° gennaio del 2021 chiedendo agli istituti, anche, di “adottare una moderazione estrema” nell’erogazione dei bonus.Acquisti anche su Fca (+2,2%), in scia ai risultati della francese PSA Peugeot Citroen, sua prossima partner, che ha archiviato il primo semestre dell’anno in utile nonostante il crollo delle vendite per effetto del Covid. Fca sarà chiamata alla prova dei conti venerdì. E a proposito di risultati, Campari ha accelerato subito dopo la pubblicazione dei suoi numeri e delle previsioni per chiudere con un +X%. Il gruppo del famoso aperitivo fa sapere di star accelerando i programmi di trasformazione digitale ed e-commerce, rimanendo concentrati sulla nostra strategia di M&A, dopo un semestre in calo per effetto del Covid.In ribasso invece Telecom Italia (-0,6%) dopo che la controllata in Brasile (Tim Participacoes) ha presentato una versione aggiornata dell’offerta vincolante per l’acquisizione del business mobile del Gruppo Oi, congiuntamente a Telefonica Brasil e Claro, mettendo sul piatto 16,5 miliardi di reais (pari a circa 2,7 miliardi di euro).Sul fondo del listino finisce Stmicroelectronics (-5,2%) nel giorno in cui ha annunciato il lancio di obbligazioni senior unsecured per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di dollari statunitensi, convertibili in azioni ordinarie.Giù anche Moncler, con un tonfo del 4,4% dopo aver chiuso il suo primo semestre con segno negativo della sua storia sotto l’effetto Covid-19. Sul comparto della moda e del lusso pesa anche la debole performance del gigante LVMH che ha chiuso il primo semestre con ricavi in calo del 27% e un crollo del 38% nel solo secondo trimestre

Recovery Plan, Gualtieri: ‘non sprecare occasione unica, paese deve massimizzare risorse al meglio’

“Il mio impegno è quello di non sprecare un’occasione unica per il rilancio dell’economia italiana e chiedo la collaborazione di tutti per massimizzare le risorse”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in audizione in Parlamento, parlando del modo in cui l’Italia utilizzerà il Recovery Fund.“E’ un’occasione che non si ripeterà e il paese ha il dovere di massimizzare le risorse al meglio”.Il Recovery Plan, Piano a cui il governo sta lavorando, “sarà un piano con obiettivi precisi e molto dettagliato. Vogliamo essere tra i primi paesi a presentarlo, perché vogliamo lavorare da subito per il rilancio dell’economia italiana”. Ancora, ha detto il titolare del Tesoro, “l’obiettivo del Governo è quello di aumentare gli investimenti di un punto percentuale sul Pil rispetto al 2019”.

Lavoro, Gualtieri: valutiamo proroga Cig di 18 settimane e incentivi assunzioni

Il governo italiano sta valutando l’opzione di prorogare la Cassa integrazione. E’ quanto ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, in audizione al Parlamento. “Il Governo ritiene fondamentale proseguire e rendere più selettiva la Cig con misure di sostegno all’occupazione con la proroga di 18 settimane della Cig” e incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, ha precisato il titolare del Tesoro.Gualtieri ha voluto ricordare che le misure lanciate dall’esecutivo in risposta alla crisi scatenata dalla pandemia del coronavirus hanno permesso di salvare 1,5 milioni di posti di lavoro. Al 20 luglio “sono state erogate 16,5 miliardi di prestazioni solo per parte Inps e 2,3 miliardi di ore di Cig”.

Pil Italia, Gualtieri: ‘ripresa proseguirà a giugno e luglio. Su conti pubblici non esistono tensioni di cassa’

“La nostra economia ha iniziato la risalita, dai minimi di marzo-aprile”. E’ quanto ha detto Roberto Gualtieri, in audizione al Parlamento.“Stimiamo che la ripresa proseguirà a giugno e luglio. Tuttavia nel secondo trimestre proseguirà la forte caduta del Pil, con un marcato rimbalzo nel terzo trimestre”. Riguardo alle indiscrezioni stampa riportate nei giorni scorsi Gualtieri ha sottolineato che “non esistono tensioni di cassa” riguardo ai conti pubblici.“Abbiamo un buon livello di accesso ai mercati e un molto positivo andamento delle entrate tributarie. Il tema non esiste”.

Bankitalia conferma stop dividendi e dividendi fino a 1° gennaio 2021, ‘flessibilità in uso buffer’

Bankitalia dirama un comunicato con cui recepisce la raccomandazione della Bce di estendere lo stop all’erogazione dei dividendi da parte delle banche dell’area euro per tutto il 2020. Nella nota “Aggiornamento della Raccomandazione della Banca d’Italia sulla distribuzione di dividendi e
sulle politiche di remunerazione variabile e chiarimento sulla data di scadenza della flessibilità concessa sul rispetto dei buffer patrimoniali e di liquidità durante la pandemia da COVID-19″, Bankitalia ricorda le varie misure lanciate nei confronti delle banche italiane.“Con il Comunicato Stampa del 20 marzo 2020, la Banca d’Italia ha concesso alle banche meno significative e agli intermediari non bancari la possibilità di operare temporaneamente al di sotto del livello della Componente target assegnata a esito del processo SREP (Pillar 2 Guidance – P2G), del buffer di Conservazione del capitale (CCB) e del Coefficiente di copertura della liquidità (LCR). Successivamente, il 27 marzo 2020, la Banca d’Italia ha pubblicato una Raccomandazione con la quale si chiedeva alle banche meno significative di non pagare dividendi e di astenersi dal riacquisto di azioni proprie fino al 1° ottobre 2020. Nella stessa Raccomandazione veniva richiamatal’esigenza di adottare un approccio prudente e lungimirante nelle politiche di remunerazione. Entrambe le iniziative erano finalizzate a permettere agli intermediari di fornire sostegno alle imprese e alle famiglie e a rafforzare la loro capacità di assorbire in modo ordinato le perdite che si
sarebbero potute materializzare in seguito all’emergenza sanitaria”.Ora, si legge nel comunicato, “dal momento che la situazione di incertezza economica legata alla pandemia COVID-19continua a persistere, la Banca d’Italia reputa necessario aggiornare le indicazioni fornite lo scorso marzo”.Di conseguenza, “in linea con quanto previsto dalla Raccomandazione del Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS) del 27 maggio 2020 e dalla BCE nei confronti delle banche significative, la Banca d’Italia raccomanda, fino al 1° gennaio 2021:

a) alle banche meno significative, di: 1) non pagare dividendi relativi agli esercizi 2019 e 2020 (ivi incluse le distribuzioni di riserve) e non assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi relativi agli stessi esercizi; 2) non procedere al riacquisto di azioni miranti a remunerare gli azionisti.

b) alle SIM soggette alle regole del pacchetto CRR/CRD IV (come definite nella Comunicazione della Banca d’Italia del 31 marzo 2014, pubblicata nel Bollettino di Vigilanza n. 3 del marzo 2014) di: 1) non pagare dividendi relativi
all’esercizio in corso (ivi incluse le distribuzioni di
riserve) e non assumere alcun impegno irrevocabile per il pagamento dei dividendi relativi all’esercizio in corso; 2) non procedere al riacquisto di azioni miranti a remunerare gli azionisti. La limitazione al pagamento dei dividendi va riferita solo ai pagamenti in contanti che hanno l’effetto di ridurre il livello e la qualità del Common Equity Tier 1.
Gli intermediari che non ritengano di conformarsi dovranno contattare immediatamente la Banca d’Italia per spiegare le proprie motivazioni e permettere le opportune valutazioni.
Analogamente alle politiche di distribuzione dei dividendi, si raccomanda alle banche meno significative e alle SIM soggette alle regole del pacchetto CRR/CRD IV di adottare un approccio estremamente prudente fino al 1° gennaio 2021 anche con riferimento alle politiche relative alla remunerazione variabile. Si raccomanda quindi agli intermediari di ridurre la componente variabile della remunerazione nella misura necessaria a preservare o ricostituire una solida base patrimoniale oppure – se questa soluzione non è ritenuta possibile – considerare un incremento delle percentuali e
dei periodi di differimento della componente variabile o un maggiore utilizzo di strumenti finanziari in luogo del contante. Inoltre, gli intermediari non dovrebbero adottare misure finalizzate ad eludere quanto raccomandato. Le azioni da intraprendere sono adeguatamente valutate dagli intermediari, anche in relazione agli eventuali rischi legali che ne potrebbero derivare. L’adeguatezza delle politiche adottate saranno oggetto di valutazione nell’ambito dell’annuale processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). La Banca d’Italia continuerà a monitorare la situazione e valuterà l’opportunità di un’ulteriore comunicazione in materia di distribuzione dei dividendi e di politiche di remunerazione variabile dopo il 1° gennaio 2021″.Viene confermata anche la “flessibilità nell’utilizzo dei buffer”, stando a quanto disposto dalla Bce:“In coerenza con quanto comunicato dalla BCE, la Banca d’Italia continua ad incoraggiare le banche e gli intermediari non bancari sotto la propria supervisione a utilizzare la Componente target assegnata a esito del processo SREP (Pillar 2 Guidance – P2G), il buffer di Conservazione del capitale (CCB) e il Coefficiente di copertura della liquidità (LCR) per assorbire in modo ordinato le perdite e per favorire i finanziamenti a famiglie e a imprese”.

Vacanze: budget ridotto per metà degli italiani, 1 su 4 non può sostenere spese per viaggiare

Quella di quest’anno sarà un’estate fuori dal comune con la pandemia che ha stravolto i progetti per le vacanze degli italiani. Secondo la ricerca condotta da Altroconsumo, i piani del 63% degli intervistati sono stati impattati dall’avvento dell’emergenza sanitaria coronavirus. Se prima del Covid-19 il 40% degli italiani aveva in programma un viaggio all’estero, adesso la percentuale si riduce drasticamente (18%). Per la metà dei rispondenti la possibilità o l’intenzione di spesa si è ridotta, mentre ben il 26% non prevede alcuna spesa.A influenzare le scelte di viaggio degli italiani non è stato solo l’aspetto economico ma anche quello sanitario della pandemia. Per quanto riguarda i trasporti, i pullman a lunga percorrenza sono considerati il mezzo meno sicuro (abbastanza o molto rischioso per il 66% dei rispondenti); il 58% dei soggetti ritiene rischioso anche viaggiare in treno e sostare nelle stazioni e il 56% non si sente al sicuro nemmeno all’idea di viaggiare con l’aereo. A livello di alloggio, sono gli ostelli e le guest house ad essere considerati i meno sicuri: infatti il 58% non si sente a suo agio a pernottare in queste strutture. Si predilige, invece, l’affitto di intere abitazioni e il pernotto in albergo, soluzioni che meno della metà dei rispondenti – rispettivamente dal 33% e dal 40% – ritiene rischiose.

Bankitalia, MES: ‘unica condizionalità è per settore sanitario, struttura del tutto diversa dal passato’

L’unica condizionalità che il MES, nella sua versione attuale, presenta è di utilizzare le sue risorse per finanziare le spese del settore sanitario. Lo ha detto Fabrizio Balassone, responsabile del servizio struttra economica di Bankitalia. “Il Mes nasce come uno strumento di emergenza per situazioni di crisi di singoli paesi, con certe condizionalità”, ha detto Balassone, facendo notare tuttavia che il Fondo salva-stati di oggi è ben diverso da quello del passato.“Lo strumento di oggi ha una struttura completamente diversa, non ci sono condizionalità come quelle, ma solo nell’impiego sanitario”.“Nel caso in cui non potessimo ripagarlo?”, gli è stato chiesto. “A quel punto il Mes sarebbe l’ultima preoccupazione, perché ciò vorrebbe dire che saremmo in una situazione notevolmente aggravata”.

Patrimoniale per gli italiani con il Recovery Fund? Dal Cile arriva una pessima notizia

I fondi europei per l’Italia saranno disponibili dall’anno prossimo e dietro condizioni stringenti. Tra queste, troverebbe spazio anche un’imposta patrimoniale.

Il “Recovery Fund” metterà a disposizione dell’Italia, a partire dai primi mesi del 2021, qualcosa come circa 209 miliardi di euro, di cui 81,4 a fondo perduto. Due saranno le condizioni imprescindibili per accedervi: che il governo presenti un piano per l’impiego delle risorse destinato a sostenere la crescita e l’occupazione nel medio-lungo termine e che al contempo faccia riforme economiche, tra cui per lo snellimento della burocrazia e della giustizia civile. Non è un mistero che all’estero vedano il nostro debito pubblico come un grosso macigno che sovrasta l’Eurozona da una collina e che, rotolando, la devasterebbe.

Perché il fondo sovrano italiano è più semplicemente una patrimoniale mascherata

Per renderlo sostenibile, serve che l’economia italiana torni a crescere e a ritmi decisamente superiori a quelli stagnanti dell’ultimo ventennio. A fine anno, il pil dovrebbe essere crollato sotto i 1.600 miliardi di euro, mentre lo stock del debito salirebbe in prossimità dei 2.600 miliardi. Ci stiamo avviando a un rapporto del 160-170%, destinato a non dimagrire nemmeno quando la crisi provocata dall’emergenza Covid sarà stata del tutto superata.Agli occhi dei burocrati di Bruxelles e, soprattutto, di politici e accademici tedeschi, la situazione sarebbe più semplice di quanto pensiamo: lo stato italiano era gravato da circa 2.410 miliardi di debiti a fine 2019, ma le famiglie italiane possedevano assets per complessivi 10.000 miliardi. La Bundesbank, qualche anno fa, è stata piuttosto tranciante, consigliando a Roma di seguire la seguente strada: imposta patrimoniale del 14% sui patrimoni, così da abbattere il debito pubblico a livelli sostenibili e tali da riportare la fiducia nel Bel Paese.

Il caso italiano

Queste soluzioni sono sempre giudicate impraticabili dopo un’analisi non superficiale.Dei 10.000 miliardi di ricchezza privata in Italia, ad esempio, solo per 4.300 risulterebbe di tipo finanziaria, per il resto parliamo di beni immobili o mobili registrati e non. Come si fa ad imporre un’imposta su un bene non liquido? Un contribuente sprovvisto del denaro per il pagamento dovrebbe per caso mettere in vendita casa o parte di essa? Evidentemente, non è questa la soluzione. E nemmeno con riferimento alla parte finanziaria risulta facile tradurre in fatti questa proposta. Se un italiano ha 100.000 euro investiti in azioni, obbligazioni, fondi, etc., come farebbe a pagare l’imposta patrimoniale? In teoria, dovrebbe liquidare gli investimenti per la quota almeno sufficiente ad adempiere al pagamento.

Bond Cile, la legge sui fondi pensione avrà un impatto negativo?

Vi immaginate quale tracollo sui mercati finanziari, se improvvisamente ci ritrovassimo dinnanzi all’esigenza di liquidare posizioni per centinaia e centinaia di miliardi di euro in Italia e all’estero? Eppure, questa che sembra una follia sta diventando realtà in Cile in questi giorni. Il Parlamento ha ceduto alle pressioni dell’opinione pubblica e ha approvato una legge che consente ai cittadini iscritti a un fondo pensione (è la regola nel paese andino) di ritirare fino al 10% dei versamenti effettuati, in modo da superare con minori difficoltà la grave crisi economica che attanaglia il paese in emergenza Coronavirus.Il Perù ha fatto da apripista con una proposta simile e che arriva a concedere agli iscritti a una cassa di previdenza il diritto di ritirare fino al 25% dei versamenti. Il Messico si accinge a percorrere la stessa strada. Si tratta di soluzioni demagogiche, che rischiano di intaccare i conti pubblici in futuro, quando i lavoratori andranno in pensione con assegni ben più bassi per via del minore montante accumulato, e che, soprattutto, minano alle basi la fiducia dei mercati finanziari verso questi paesi. Di fatto, un fondo d’investimento non sarebbe più capace di programmare a lungo e potrebbe mettersi in fuga all’estero per sottrarsi alle logiche emergenziali dei governi.

Il precedente cileno

Attenzione, però, perché l’aria che tira non sembra buona nemmeno sui mercati maturi, dove sta attecchendo una visione sempre meno “market friendly”, che i governi sposano per opportunismo politico, ovvero per evitare di sconnettersi troppo dalle rispettive opinioni pubbliche. Se l’esperimento di Santiago, in particolare, andrà in porto senza grosse difficoltà, a Roma come a Bruxelles ci si convincerà che anche in Italia sarebbe possibile intaccare gli investimenti finanziari senza temere sconquassi, magari confidando nel sostegno che in questa fase tutte le banche centrali stanno offrendo ai mercati con maxi-acquisti di assets, alias maxi-iniezioni di liquidità.La patrimoniale sarebbe una estrema ratio per un governo politico, ma se fosse prospettata quale “conditio sine qua non” per ottenere liquidità dall’Europa e garantirci un clima mite sui mercati, a Roma troveranno il modo di farcela passare come una misura salvifica, magari pure di giustizia sociale, perché metterebbe le mani in tasca “ai ricchi” per abbattere il debito di tutti. Del resto, dopo mesi di negazionismo inizia a prendere forma anche il ricorso al MES dopo l’estate e, possibilmente, le elezioni regionali di settembre, con la scusa che il fondo risulterebbe per l’Italia con “minori vincoli” di quanti annessi al Recovery Fund. Peccato che ci abbiano spacciato quest’ultimo come una vittoria incondizionata dell’Italia in Europa, grazie ai pugni sbattuti sul tavolo dal premier Giuseppe Conte. Ma a rischiare di finire KO siamo noi contribuenti italiani.

Tira aria di patrimoniale in Italia: chi e su cosa rischia e perché non funzionerà

Assogestioni: a giugno raccolta positiva e patrimonio in crescita

L’industria del risparmio gestito italiano è in buona salute. Lo confermano i dati di giugno, dopo i segnali positivi visti con le raccolte di aprile e maggio. Secondo i dati diffusi oggi da Assogestioni, sono pari a cinque miliardi di euro le sottoscrizioni sotto la spinta dei fondi aperti (+4,4 miliardi), portando il saldo da inizio anno in territorio positivo. Il saldo provvisorio del sistema relativo al primo semestre dell’anno, periodo caratterizzato dalle incertezze dovute all’emergenza sanitaria, è risultato positivo per 455 milioni grazie alla raccolta preliminare del secondo trimestre che supera i 12,5 miliardi.
Ed è salito anche il patrimonio gestito, attestandosi a quota 2.239 miliardi grazie all’effetto combinato della raccolta e dell’attività di gestione. Oltre ai fondi aperti, hanno segnato uno slancio in termini di raccolta gli azionari (+2,1 miliardi) e i bilanciati (+187 milioni).

Piazza Affari ancora debole con Ftse Mib in bilico sui 20.000 punti, corrono Italgas e Atlantia

Piazza Affari archivia la prima seduta dell’ultima ottava di luglio senza verve. Gli investitori appaiono ancora divisi tra i timori per le tensioni Usa-Cina e l’evoluzione della pandemia e le speranze di un piano di rilancio americano. Intanto sale l’attesa per le numerose trimestrali societarie previste in questi giorni, tra cui spiccano anche quelle di Saipem, Enel, Generali, Leonardo e Fca. In questo clima di incertezza e di attesa il Ftse Mib ha terminato la seduta sotto la parità, in flessione dello 0,28% a 20.019,96 punti.
Tra i migliori titoli del listino tricolore Atlantia (+4,8%) che aggancia nuovamente la soglia di 14 euro. Secondo le ultime indiscrezioni Cassa Depositi e prestiti entrerebbe in Aspi solo quando la società sarà scorporata da Atlantia e avverrà l’Ipo.
In gran spolvero Italgas (+2%) che ha chiuso il primo semestre del 2020 con ricavi pari a 646,8 milioni di euro, in aumento rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2019. L’Ebitda è cresciuto del 6,6% a 462,7 milioni, mentre l’utile netto si è attestato a 153,4 milioni, in calo del 7,7%. Allo stato attuale, la società non stima impatti significativamente negativi sulle iniziative di sviluppo e di investimento derivanti dal rallentamento e dalla sospensione delle attività per la diffusione della pandemia.
Acquisti sostenuti anche su Moncler (+2,4%) che oggi alzerà il velo sui risultati trimestrali. Il gruppo preme sull’acceleratore della trasformazione digitale, definendo una nuova organizzazione aziendale e annunciando la gestione diretta dell’e-commerce in linea con una visione digitale sempre più integrata e mirata alla personalizzazione dell’esperienza e al rafforzamento della relazione con il cliente lungo tutti i punti di contatto con il marchio.
Debole Intesa Sanpaolo (-0,8%) in attesa che si chiuda domani l’offerta su Ubi Banca (-8,8%). Le adesioni all’Ops del gruppo guidato da Carlo Messina su Ubi hanno raggiunto, alla data di venerdì scorso, una quota pari al 32,6% rispetto al 26,4% del giorno precedente.
Sotto la parità Eni (-0,7%) che ha comunicato che il pozzo esplorativo Ken Bau-2X, nell’offshore del Vietnam, ha confermato il significativo accumulo di idrocarburi associato alla scoperta di Ken Bau, incrementandone il potenziale.
Infine, tra i peggiori anche Banco Bpm (-3,8%). Nel gruppo è nato il Comitato manageriale Environmental Social and Governance (ESG), presieduto dall’amministratore delegato Giuseppe Castagna e che vedrà, fra i membri permanenti, anche i due condirettori generali Domenico De Angelis e Salvatore Poloni, oltre a quasi tutti i responsabili di prima linea della banca.

Piazza Affari in altalena, aspettando pioggia trimestrali: conti per oltre metà big del Ftse Mib  

La settimana parte sotto la parità per il Ftse Mib che guarda alla stagione delle trimestrali: oggi i numeri di Moncler e Italgas. Più della metà delle società del listino tricolore pubblicano i conti, con un peso di circa il 60% nell’indice

Piazza Affari comincia all’insegna della debolezza in una settimana che sarà a dir poco densa sul fronte delle trimestrali. Sui mercati gli investitori appaiono ancora divisi tra i timori per le tensioni Usa-Cina e l’evoluzione della pandemia e le speranze di un piano di rilancio americano.  In questo clima di incertezza e di attesa il Ftse Mib ha iniziato la seduta sotto la parità, viaggiando ora a quota 20.069 (-0,02%).Tra gli migliori titoli del listino tricolore Atlantia che avanza di quasi il 4% e aggancia nuovamente la soglia di 14 euro. Secondo le ultime indiscrezioni Cassa Depositi e prestiti entrerebbe in Aspi solo quando la società sarà scorporata da Atlantia e avverrà l’Ipo. Nei giorni scorsi l’agenzia di rating Moody’s, in relazione ai recenti sviluppi comunicati a valle del consiglio dei ministri dello scorso 15 luglio, nel riconfermare il merito di credito “Ba2” del gruppo Atlantia e “Ba3” di Atlantia (holding) e Autostrade per l’Italia ha posto l’outlook a developing (da negative). Sotto la lente anche Italgas (+2,67%) che diffonderà i conti del secondo trimestre 2020. Secondo quanto riporta ‘Quotidiano Energia’ il governo potrebbe intervenire con un emendamento nel decreto semplificazioni per far ripartire le gare gas. “Se confermata si tratterebbe di una novità molto importante per il settore ed Italgas in particolare perché si tratterebbe della volontà del governo di avviare le gare gas, trigger molto importante per la crescita di Italgas”, sottolineano gli esperti di Equita che mantengono la raccomandazione hold sul titolo.Italgas è stato inoltre inserito dagli analisti di Sostrader tra i titoli più interessanti per la settimana appena iniziata. “Ci attendiamo volatilità su Italgas in attesa della semestrale. I prezzi sono “ingabbiati” da 29 sedute nel rettangolo 5,1- 5,4 euro. La fuoriuscita dei corsi da questo box innescherà un violento movimento direzionale”, scrivono gli esperti.Spunti positivi anche per Intesa Sanpaolo (+0,33%) in attesa che si chiuda domani l’offerta su Ubi Banca (-5,5%). Le adesioni all’Ops del gruppo guidato da Carlo Messina su Ubi hanno raggiunto, alla data di venerdì scorso, una quota pari al 32,6% rispetto al 26,4% del giorno precedente. “A due giorni dalla scadenza le adesioni sono superiori alla media delle più recenti Ops – sottolineano da Equita – come in tutte le precedenti operazioni, l’ultimo giorno di offerta vedrà l’adesione di investitori istituzionali e arbitraggisti che determineranno il superamento della soglia obiettivo di offerta”. Da oggi gli analisti della sim milanese si attendono che i titoli Ubi “comincino a cessare di incorporare i termini dell’offerta di Intesa, inclusa la componente cash di 0,57 euro per azione (16% del valore del titolo) e il premio implicito nel concambio”. Vendite per Telecom Italia che cede quasi il 3% a 0,3714 euro.

Capitolo trimestrali

Pioggia di trimestrali in arrivo. Se oltreoceano si attendono i numeri di alcune big del Ftse Mib, come Amazon, Apple, e Facebook anche in Europa si intensificano i dati di molte big europee, soprattutto in Italia. “Pubblicheranno i conti oltre la metà delle società del Ftse Mib con un peso di circa il 60% nell’indice”, indicano gli strategist di Mps Capital Services.

Ecco le principali trimestrali italiane in calendario la prossima settimana:

Italgas, Moncler (27 luglio);

Campari, Saipem (28 luglio);

Amplifon, Banca Generali, Enel, Snam, Terna (29 luglio);

A2A, Generali, Azimut, Cnh, Eni, Inwit, Leonardo, Mediobanca, Nexi, Prysmian, Recordati (30 luglio);

Fca, Fineco, Poste italiane (31 luglio).

Frenata consumi: nel I semestre vendite -43%, l’abbigliamento è il settore più in sofferenza

A giugno, primo mese post Covid senza lockdown, ovvero senza giorni di chiusura, si è registrato un -27% di vendite in Italia. I settori merceologici in maggior sofferenza sono l’abbigliamento (-32%) e la ristorazione (-30%), mentre le altre merceologie non food (+15%) hanno registrato una crescita positiva, grazie soprattutto ai beni durevoli che hanno beneficiato della consegna merci e di un recupero di decisioni di acquisto rimaste sospese durante il lockdown. E’ ciò che emerge dall’Osservatorio permanente Confimprese-EY. Allargando lo sguardo al primo semestre dell’anno, le vendite segnalano una pesante flessione del -43% rispetto allo stesso semestre 2019. Male l’abbigliamento, il settore con le peggiori performance -45%, seguito dalla ristorazione -44,4%.Grande eccezione è l’e-commerce che ha registrato +135% nel trimestre aprile-giugno e, anche con negozi fisici aperti, mantiene una forte crescita del 54% nel mese di giugno comparato al 2019.“Al di là delle cifre che – spiega Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese – con un calo del 43% nella prima metà anno fanno difficilmente ipotizzare una chiusura 2020 migliore di un -25-30% con impatti notevoli sulla redditività del settore e sulla continuità di molti operatori, occorre soffermarsi sulle modifiche strutturali nei modelli di vita, in particolare smart working e viaggi di affari e di flussi internazionali”.

Piazza Affari colpita ancora dalle vendite, nessun titolo chiude in positivo

Ultima seduta della settimana da dimenticare per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni in calo dell’1,85% a 20.075,27 punti, a causa dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche tra Cina e Stati Uniti. Pechino ha reagito all’ordine Usa di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, diramato qualche giorno fa, con la minaccia di espellere centinaia o anche più di diplomatici americani che lavorano per la Cia in Cina e a Hong Kong. Non solo. Stando ai media locali, la Cina ha ordinato agli Stati Uniti la chiusura del consolato americano di Chengdu, come si vociferava da qualche ora.
Il risk off porta gli investitori a posizionarsi sull’oro, che si avvicina a quota $1.900. I contratti futures con scadenza ad agosto, scambiati sul Comex, sono saliti fino a $1.891,90 l’oncia, in linea con il valore di chiusura record di sempre testato nell’agosto del 2011, secondo i dati di Dow Jones Market Data. Il record intraday assoluto rimane quello testato dall’oro il 6 settembre del 2013, a $1.923,70 l’oncia. Su base settimanale, l’oro è balzato del 4,5%, a fronte del balzo dell’argento pari a +15%.
L’avversione al rischio è confermata dal trend al ribasso degli indici azionari Usa: il Dow Jones, il Nasdaq e lo S&P 500 perdono circa mezzo punto percentuale. Tornando in Italia, per l’economia del Belpaese la strada per il recupero dei livelli di attività pre-Covid è ancora lunga. E questo avverrà, secondo l’analisi condotta da Prometeia-area studi LegaCoop, solo nel 2025, quando il Pil rivedrà i livelli toccati lo scorso anno. Intanto, secondo lo studio, nel 2020 è prevista una caduta del PIL italiano del 10,1%.
A Piazza Affari nessun titolo riesce a chiudere in positivo. Solo Saipem archivia la giornata borsistica praticamente invariato, mentre per tutti gli altri un’ondata di segni rossi. Vendite su Eni (-0,9%). La controllata Versalis ha annunciato la conclusione dell’operazione di acquisizione dal fondo VEI Capital della quota del 40% della società Finproject. La società chimica di Eni entra così nel settore delle applicazioni di polimeri formulati ad alta prestazione.
Molto debole anche Stmicroelectronics (-2,5%) all’indomani dei conti trimestrali e della nuova guidance per il 2020 che è stata rivista a rialzo in termini di ricavi. Oggi Stm è finita sotto la lente di Credit Suisse che post conti e previsioni ha confermato la raccomandazione outperform, con il target price che sale da 28 a 30 euro.
La peggiore del listino è Nexi (-6,1%). A pesare sarebbe lo stallo delle negoziazioni per la fusione con SIA, a causa di divergenze sul concambio. “Infatti se da un lato per Nexi c’è come riferimento il prezzo di mercato, che valuta la società circa 10 miliardi, per SIA la situazione è più complessa”, scrivono oggi gli analisti di Equita, secondo cui rimane anche da chiarire la posizione di Unicredit, principale cliente di SIA, che dal prossimo anno ha la possibilità di avviare la rinegoziazione di alcuni termini dell’accordo decennale.

Posizioni nette corte: Maire in vetta ai più shortati di Piazza Affari, sul podio anche Saipem e Ima

Dall’aggiornamento di oggi di Consob sulle posizioni nette corte (PNC) si apprende che il titolo più shortato a Piazza Affari è Maire Tecnimont con 2 posizioni short aperte per una quota pari al 3,50% del capitale sociale.
Saipem conquista il secondo gradino più alto del podio con 4 PNC pari al 3,05% del capitale.IMA si posiziona al terzo posto con 3 PNC per una quota pari al 2,95% del capitale.Bio-On manca il podio con 2 PNC per una quota pari al 2,79% del capitale.
Per una visione complessiva su tutti i titoli shortati si veda la seguente tabella che mostra, in ordine decrescente, la classifica delle società quotate su Borsa Italiana in base alla quota di capitale su cui sono aperte le PNC.

Si ricorda che le PNC sono un indicatore sintetico che riassume le posizioni corte (ossia le vendite allo scoperto sulle azioni e le posizioni corte in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili) al netto delle posizioni lunghe (ossia gli acquisti di azioni e le posizioni lunghe in strumenti finanziari derivati e altri strumenti simili). Confluiscono nel calcolo delle PNC tutte le operazioni effettuate nei sopracitati strumenti finanziari, anche eseguite all’estero e/o fuori mercato. Il sito internet della Consob è pertanto l’unica fonte ufficiale e affidabile dei dati su tali posizioni.
Sono oggetto di pubblicazione le PNC che sono di entità pari o superiore allo 0,5% del capitale sociale della società quotata considerata; oppure hanno raggiunto la soglia dello 0,5% e sono state quindi pubblicate, ma successivamente sono diminuite al di sotto della soglia dello 0,5%. Queste PNC sono pubblicate un’ultima volta con l’indicazione dell’ultimo valore disponibile (sotto lo 0,5%).

Italia: Pil tornerà ai livelli pre-Covid solo nel 2025, le stime di Prometeia-LegaCoop

Per l’economia italiana la strada per il recupero dei livelli di attività pre-Covid è ancora lunga. E questo avverrà, secondo l’analisi “MonitorFase3 – Lo scenario previsivo al 2027” condotta da Prometeia-area studi LegaCoop, solo nel 2025, quando il Prodotto interno lordo italiano (Pil) rivedrà i livelli toccati lo scorso anno. “Mentre per l’economia globale le perdite registrate quest’anno saranno recuperate al termine del 2021, non sarà così per l’Italia – si legge nel documento -. Risulta, infatti, uno dei Paesi più colpiti dalla crisi, sia perché il primo ad aver dovuto fronteggiare la pandemia, sia perché lo spazio fiscale è vincolato dal debito pubblico già elevato prima dello scoppio della crisi”.Intanto secondo lo studio nel 2020 è prevista una caduta del PIL italiano del 10,1%. In un momento di grande incertezza, che influenza in modo negativo la propensione al consumo e all’investimento, la risposta della politica fiscale è stata in linea a quella degli altri Paesi europei. Tuttavia, non sembra in grado di riavviare in modo deciso la domanda interna, frenata anche dalla forte incertezza che ancora pervade le aspettative degli operatori e dal crollo del commercio internazionale. Di conseguenza, aumentano le disponibilità liquide di famiglie (che hanno aumentato la propensione al risparmio) e imprese (che hanno aumentato l’indebitamento bancario). Tra le stime, la caduta del Pil e gli ingenti impulsi fiscali si tradurranno in una forte crescita del debito pubblico italiano, che alla fine del 2020 supererà il 150% del Pil. “La fine dell’emergenza sanitaria e soprattutto il ritorno alla crescita consentiranno una riduzione del rapporto debito/PIL, ma molto lenta; alla fine del 2027 il debito sarà infatti ancora superiore ai valori pre-Covid di 16 punti percentuali”, segnalano gli esperti.

Diario di viaggio ‘tedesco’ in Italia: ‘dal 1999 Pil fermo e Ftse Mib ex dividendi -46%. Tutta la Borsa vale 1/3 di Apple

Lui è Holger Zschaepitz, come si definisce lui stesso su Twitter maniaco dei mercati, giornalista presso il quotidiano tedesco Welt e autore del libro ‘Schulden ohne Sühne?’, libro che parla della dipendenza degli stati dai debiti.E a tal proposito viene da riprendere l’etimologia del termine tedesco schuld, ben analizzata due anni fa da un articolo del Financial Times incentrato sui rapporti tra il falco tedesco Jens Weidmann e l’ex numero uno della Bce, Mario Draghi.L’FT aveva fatto notare come la posizione di Weidmann fosse in linea con quella della sua patria Germania, una “nazione che vede il debito come un peccato”, ricordando come la parola “schuld”, debito, significasse anche “colpa”.Indubbiamente, con il Recovery Fund , la Germania si è resa protagonista di una metamorfosi non da poco,  e il testimone di quell’atavico senso di colpa sembra essere stato passato all’Olanda di Mark Rutte.LEGGI Jens Weidmann conferma la natura di falco tedesco. E ammette: ‘più facile lavorare con Merkel che con Draghi”
Detto questo, è sempre interessante come l’Italia viene vista attraverso le lenti tedesche, soprattutto se quelle lenti sono di un  giornalista tedesco come Holger Zschaepitz , esperto di debiti, mercati, economia.
In questi giorni in viaggio in Italia, come si vede dalle foto che sta postando sul suo profilo Twitter, il giornalista di Welt sta pubblicando post che fanno il punto sull’economia del paese stramazzata dal COVID-19.
E’ almeno dallo scorso 19 luglio che, accanto ai tweet sull’economia e i mercati mondiali, compaiono infatti post su varie località italiane che Zschaepitz sta visitando. Ma non solo. Accanto alle foto ci sono anche freddi grafici che fanno il punto della situazione sull’economia e i mercati del made in Italy. Ne viene fuori un quadro desolante, per non dire un autentico disastro.
Oggi, 24 luglio, Zschapitz ha presentato con il suo tweet un grafico su Piazza Affari, nello specifico sul Ftse Mib:
“Questo è il triste risultato dell’indice azionario benchmark dell’Italia, il Ftse Mib, dall’introduzione dell’euro, nel 1999. L’indice, esclusi i dividendi, ha perso il 46% del suo valore: il che significa due decenni perduti per gli azionisti!”

Ancora prima, nel suo primo post della giornata, il giornalista ha pubblicato un altro grafico indicativo:
“Buongiorno dall’Italia, dove non solo l’economia non è cresciuta dal 1999. Anche gli azionisti non sono riusciti a fare soldi con l’Italia. Inclusi i dividendi il Ftse Mib è ai livelli del 1999, mentre esclusi i dividendi l’indice ha fatto -46%”. Non è mancato il commento ironico: “Gli investitori (si riferisce agli azionisti detentori di azioni ordinarie, gli ordinary shareholders), non riescono a trarre beneficio dalle strutture economiche sclerotiche e dagli elevati margini”.

Sempre su Piazza Affari:
“Sebbene l’Italia sia tuttora l’ottava economia del mondo, il valore combinato di tutte azioni italiane è di appena 602 miliardi di dollari, meno della capitalizzazione di mercato di Facebook ($690 miliardi) e pari a solo 1/3 rispetto a quella di Apple (che è di $1,7 trilioni).

Prima che venisse annunciato l’accordo dei leader Ue sul Recovery Fund, Zschapitz esordiva ancora, lo scorso 19 luglio:
“Buongiorno dall’#Italia, che ovviamente non sta andando tanto bene con l’euro. Dall’introduzione della moneta unica, il paese sta crescendo molto più lentamente rispetto alla Germania in termini di reddito pro-capite. Prima dell’Unione monetaria, l’Italia era in grado di tenere il passo, grazie alla svalutazione della lira
Ieri, nel dare il suo buongiorno sempre dall’Italia, il giornalista ha definito il paese “il peggiore in termini di crescita economia, dell’Eurozona (come dicono d’altronde i dati). Aggiungendo, in attesa che i numeri sul Pil del secondo trimestre vengano pubblicati la prossima settimana, che “è probabile che i dati mostrino che l’Italia non è cresciuta da quando l’euro è stato introdotto”.

E che dire, toccando un altro tasto doloroso, quello del mercato immobiliare italiano, del tweet del 22 luglio?
“Buongiorno dall’Italia, dove i prezzi delle case sono (ancora) sul fondo. I prezzi rimangono inferiori del 18% rispetto ai livelli del 2011, mentre in Portogallo e Spagna c’è stata una ripresa. Specialmente rispetto alla Germania, l’enorme gap è aumentato. Dopo 20 anni di crisi, molte famiglie italiane hanno dovuto svendere le loro proprietà immobiliari”.

E ovviamente non poteva mancare il problema del doom loop tra banche e BTP nel post ancora precedente del 21 luglio. Doom loop che è stato definito link (mortale) tra la solvibilità del debito sovrano e le banche”. Un link vivo e vegeto, in inglese “alive & kicking”.
La prova? “I prezzi per assicurarsi contro il default dell’Italia (ovvero i prezzi del cds – credit default swap-) sono scambiati in tandem con i prezzi dei CDS delle banche italiane, come UniCredit”. Zschaepitz ha ricordato anche come le “banche italiane abbiano incrementato, di recente, le quote investite nel debito governativo italiano”.

Diario di un viaggio in Italia, dunque, caratterizzato da grafici che fotografano spietatamente la debolezza dei fondamentali economici italiani.
Ma in questo soggiorno una notizia positiva non è mancata, e il giornalista non l’ha ignora di certo. E’ quella che ha visto lo spread BTP-Bund scendere a fronte di un forte calo dei tassi decennali, grazie all’accordo europeo sul Recovery Fund, che ha permesso al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di garantire all’Italia di un bazooka anti-coronavirus COVID-19 del valore di 209 miliardi di euro.
I BTP a 10 anni segnano un rally, i tassi crollano all’1,06%, al minimo da marzo, dopo che i leader europei hanno trovato l’accordo sul Recovery Fund. Il Recovery Fund si basa su un programma di 390 miliardi di euro di sovvenzioni agli stati membri (dell’Ue) più economicamente indeboliti”. Zschapitz ha tenuto a precisare tuttavia anche che l’ammontare dei grants è “significativamente più piccolo della somma di 500 miliardi di euro inizialmente prevista”.

Italia: fiducia consumatori scende a luglio, quella imprese migliora ancora

Se la fiducia dei consumatori italiani scende a luglio, quella imprese migliora per il secondo mese consecutivo. Secondo i dati Istat, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è sceso a 100 da 100,7 del mese di giugno, mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese è aumentato per il secondo mese consecutivo, passando da 66,2 a 76,7.“A luglio il clima di fiducia delle imprese migliora per il secondo mese consecutivo, pur rimanendo ancora distante dai livelli precedenti l’emergenza sanitaria”, ha commentato l’Istat sottolineando che “la crescita, diffusa a tutti i settori, è più marcata per i servizi. Peraltro, i livelli raggiunti dagli indici rimangono storicamente contenuti ad eccezione delle costruzioni, dove l’indice torna a collocarsi sui livelli storicamente elevati registrati all’inizio del 2018”. L’indice della fiducia dei consumatori, si legge nella nota, dopo il recupero mostrato nel mese di giugno 2020, registra una lieve flessione, determinata dalla diminuzione del clima economico e di quello futuro

Imprese: boom richieste di valutazione e rivalutazione crediti nel II trimestre

Quadro decisamente vivace per l’andamento delle richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane nel secondo semestre dell’anno, che complessivamente fanno segnare un eloquente +79,3%, secondo le elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di EURISC- il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. In particolare, sono state le imprese individuali ad aver fatto registrare l’aumento più marcato, con un +99,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre le società di capitali hanno fatto segnare un aumento pari a +66,8%.Nel complesso, dopo una fase di debolezza perdurata fino alla metà di aprile, in coincidenza con il periodo di lockdown varato dal Governo per contenere la diffusione della pandemia, il numero delle richieste di credito presentate dalle imprese ha fatto registrare inizialmente una violenta impennata per per poi stabilizzarsi a partire da metà giugno su volumi più contenuti seppur decisamente più elevati sia rispetto a quelli pre-Covid, sia rispetto ai corrispondenti periodo del 2019. A questo riguardo, anche le rilevazioni relative alle prime 3 settimane di luglio confermano la crescita delle richieste di credito da parte delle imprese, seppur in progressiva attenuazione, con un incremento rispettivamente pari a +28%, +12% e +17% rispetto ai corrispondenti periodi del 2019.Un’ulteriore evidenza che emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF è rappresentata dal calo dell’importo medio delle richieste, che nell’aggregato di imprese individuali e società si attesta a 60.021 Euro (-7,6%).

Piazza Affari in stand-by. STMicroelectronics in vetta al Ftse Mib, DiaSorin sul fondo

A Piazza Affari prevale la cautela in una giornata movimentata dalle trimestrali societarie, mentre sullo sfondo permangono le tensioni tra Stati Uniti e Cina dopo l’ordine intimato da Washington di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, entro la giornata di domani 24 luglio. Il dipartimento di Stato Usa ha diramato una nota spiegando che la decisione è stata presa “al fine di proteggere la proprietà intellettuale americana”, ma il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Wang Wenbin, ha ribattuto che la mossa è “ingiustificata e vergognosa”. Immediato l’effetto sui mercati: vittima illustre è stata nelle ultime ore il dollaro, capitolato ai minimi degli ultimi 19 mesi nei confronti dell’euro. In questo quadro, l’indice Ftse Mib ha aperto in leggero rialzo per poi tornare sui suoi passi verso la parità e leggermente sotto (+0,1%) in area 20.601 punti.Tra i titoli di Piazza Affari, in evidenza STMicroelectronics che conquista fin dai primi scambi la vetta del paniere Ftse Mib con un balzo di oltre il 3% dopo aver rivisto al rialzo la guidance sui ricavi per il 2020. Il big italo-francese dei chip si attende per il terzo trimestre una crescita dei ricavi netti per 2,45 miliardi di dollari, pari a un aumento del 17,4% su base sequenziale, più o meno 350 punti base. Si tratta di un dato migliore delle attese del mercato, con il consenus Bloomberg che indicava un fatturato di 2,27 miliardi. Tra gli acquisti anche Unipol che guadagna l’1,9% e Azimut, in rialzo di 1 punto percentuale.Sul fondo del listino invece cade DiaSorin con un tonfo di oltre il 4%, dopo che ieri la Procura di pavia ha aperto una inchiesta sull’accordo siglato tra la società piemontese e il Policlinico di San Matteo sui test sierologici per il Covid, mettendo sotto indagine l’amministratre delegato. DiaSorin ha ribadito la correttezza del suo operato ricordando come l’accordo fosse stato già finito al vaglio del Tar della Lombardia e al Consiglio di Stato.

Piazza Affari chiude in rosso all’indomani dell’accordo Ue. L’euro forte penalizza Moncler

La festa per l’accordo Ue sul Recovery Fund è già finita per i mercati. Piazza Affari ha chiuso la seduta odierna in territorio negativo, in linea con gli altri listini europei, all’indomani dell’accordo storico sul Recovery Fund. Gli investitori tornano a volgere lo sguardo alla pandemia, con il continuo aumento dei casi soprattutto negli Stati Uniti, alimentando l’incertezza per il futuro dell’economia globale. A questo si aggiungono le rinnovate tensioni tra Washington e Pechino dopo che gli Usa hanno ordinato la chiusura del consolato cinese nella città di Houston, in Texas, con la necessità di proteggere la proprietà intellettuale americana. Non a caso l’oro continua ad essere acquisto, con i contratti saliti fino a quota 1.857 dollari l’oncia, record in nove anni. In questo quadro, l’indice Ftse Mib ha terminato con una flessione dello 0,6% a 20.598,78 punti.Tra i titoli di Piazza Affari, male Moncler tra i peggiori del listino principale con un ribasso del 2,6% penalizzato probabilmente dall’euro forte. La moneta unica è salita ulteriormente avvicinandosi alla soglia di 1,16 dollari, dopo che aveva già testato alla vigilia il record dal gennaio del 2019. Vendite anche su DiaSorin (-1,9%) in scia alla notizia di un’inchiesta avviata dalla Procura di Pavia sull’accordo siglato con il Policlinico San Matteo riguardante i test sierologici per il Covid. L’ipotesi di reato è di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato. DiaSorin ha ribadito “la correttezza del proprio operato e ripone piena fiducia nell’esito degli accertamenti che saranno svolti dall’Autorità Giudiziaria”.Tra gli acquisti, Prysmian (+0,9%) che ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione della canadese EHC Global per un valore di 130 milioni di dollari canadesi. Ancora acquisti sulle banche, guidate da FinecoBank (+1,5%), ma in testa al listino principale si è posizionata Buzzi Unicem con un balzo del 3,3%.

Investor Sentiment di UBS: nel post COVID e in attesa elezioni Usa cresce ottimismo investitori italiani

In Italia, nel secondo trimestre del 2020, l’ottimismo degli investitori è aumentato sia nel breve che nel lungo periodo. E’ quanto emerge dall’Investor Sentiment di UBS, in base alle risposte che gli investitori facoltosi italiani hanno dato nel sondaggio a cui hanno partecipato. Così ha commentato l’esito del sondaggio Paolo Federici, Market Head di UBS Global Wealth Management in Italia:
“Nonostante il periodo di incertezza dovuto sia dal post COVID-19 che dalle elezioni americane, dall’Investor Sentiment di questo secondo trimestre emerge un ottimismo in crescita da parte degli investitori del nostro paese, sia nel breve che nel lungo periodo. Infatti, il 66% degli investitori italiani si dichiara ottimista rispetto allo scenario economico globale nel breve termine e addirittura l’85% vede in maniera positiva il futuro economico dell’Italia sul lungo periodo, nei prossimi 10 anni”.

  • Il 66% degli intervistati dichiara di essere ottimista per quanto riguarda lo scenario dell’economia globale nel breve termine (prossimi 12 mesi). Nel periodo precedente (primo trimestre 2020), la percentuale era del 49%.
  • Il 73% degli investitori facoltosi italiani intervistati ha dichiarato di essere ottimista per quanto riguarda le prospettive economiche del proprio paese sul breve termine (12 mesi) e ben l’85% è ottimista rispetto all’outlook sul lungo periodo (prossimi 10 anni).
  • Il 63% degli italiani intervistati dall’Investor Sentiment di UBS ha dichiarato di essere ottimista sui titoli azionari della propria regione nei prossimi sei mesi, con un aumento del 13% rispetto al trimestre precedente.
  • La metà degli investitori italiani intervistati (50%) dichiara che non apporterà modifiche al proprio portafoglio.
  • Solo il 37% degli italiani dichiara necessario focalizzarsi sulla green economy per trainare la ripresa dell’economia nel post COVID-19 (rispetto a ben il 59% degli asiatici e una media europea del 47%).
  • I tre principali temi di investimento di lungo periodo per gli investitori italiani intervistati sono: Digital transformation (53%), Security e Safety (52%) e Medical Device (46%).
  • Le principali opportunità di investimento a livello geografico per gli investitori italiani intervistati sono: US (67%), Europa (66%) e Mercati Emergenti (66%)

Dal sondaggio di UBS è emerso anche che il 70% degli intervistati italiani ha dichiarato di essere molto interessato all’esito delle elezioni americane (la media Europea è pari al 72%).

  • Gli investitori italiani sono indecisi su chi sarà il vincitore delle elezioni: il 49% dice Joe Biden, il 51% ‘scommette’ invece su Donald Trump.
  • Il 62% degli intervistati italiani dichiara che pensa di allineare il proprio portafoglio in base a chi vincerà le Presidenziali Americane.

Piazza Affari, migliore in Europa dopo accordo: Ftse Mib sopra 21mila, banche ballano con spread in discesa  

Il tanto atteso accordo sul Recovery Fund porta una ventata di ottimismo sui mercati che sull’onda dell’intesa europea si muovono in rialzo. La migliore Piazza finanziaria del Vecchio continente è quella di Milano, con il Ftse Mib che guadagna oltre il 2% e si muove oltre la soglia psicologica dei 21mila punti. Sono i bancari a essere i protagonisti di giornata con rialzi di quasi il 6%, merito anche dello spread Btp-Bund che prosegue la sua discesa in area 150 punti base sostenuto proprio dall’accordo sul Recovery Fund.

Chi sale e chi scende sul Ftse Mib

Tornando ai principali titoli del Ftse Mib, tra le migliori del listino principale milanese spicca UniCredit (+5,5%), bene anche Banco Bpm e Intesa Sanpaolo che salgono rispettivamente del 5,46% e del 3,60 per cento. Ieri si sono riaccese le luci sul cosiddetto risiko bancario in scia alle indiscrezioni riportate dal “Il Messaggero“, secondo cui UniCredit starebbe valutando anch’essa l’opzione di una aggregazione, unendo le sue forze con quelle di un’altra banca italiana.Tra gli industriali si mette in luce Pirelli ma anche Cnh Industrial con aumenti di oltre il 3 per cento. Gli analisti di Equita, che confermano la raccomandazione hold sul titolo Cnh, si soffermano sulla notizia di una piccola acquisizione in Sud Africa. Debolezza, invece, DiaSorin che cede quasi il 2% in area 177 euro.

L’intesa in sintesi

E’ stato definito da più parti un accordo storico, quello raggiunto dal consiglio europeo sul Recovery Fund dopo una maratona di trattative durata quattro giorni e quattro notti. Una intesa sul fondo per la ripresa in Europa che avrà una dotazione di 750 miliardi di euro, ripartita in 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti. La quota del Recovery Fund che spetta all’Italia è pari al 28% del valore totale, per un ammontare complessivo di 209 miliardi. “Con frase enfatica potrei dire che ‘ha vinto l’Europa’, ma in concreto dico che è andata abbastanza bene all’Italia, i fondi che arrivano sono più del previsto di quelli che si prevedeva sulla base della proposta di più di un mese fa dell’Unione Europea. La quantità di trasferimenti è più o meno uguale, aumenta quella che viene da prestiti molto lunghi, a tassi di interesse molto bassi.” E’ quanto ha dicharato Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani, nel corso del programma ‘24 Mattino‘ di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24.

Recovery Fund: c’è l’accordo. Su quali settore puntare?

Piovono commenti post accordo e in particolare Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita, scrive: “I leader EU hanno raggiunto l`accordo sul Recovery Fund, con gli elementi fondamentali della proposta della Commissione rimasti quasi intatti.  Il Recovery Fund è rimasto del valore complessivo di 750 miliardi di euro (5,4% del Pil europeo)  ma con un mix diverso rispetto alle proposte iniziali: le sovvenzioni a fondo perduto (grant) sono passate da 500 miliardi a 390 miliardi, mentre i prestiti da € 250 miliardi a 360 miliardi”. Insomma, se le cifre verranno confermate, complessivamente all`Italia dovrebbero andare 209 miliardi  rispetto ai 173 miliardi della proposta iniziale della Commissione, con una limatura delle sovvenzioni a fondo perduto (da 85 miliardi a € 82 miliardi) ma un aumento dei prestiti da 88 miliardi a 127 miliardi. Il bilancio europeo 2021-27 resta fissato a 1,074 miliardi di impegni. Ma vengono accontentati i Paesi Frugali con sconti sui contributi di bilancio.Da Equita rimarcano come “l’accordo rappresenta un passo importante verso una maggior integrazione dell’Europa, elimina un tail-risk e fornisce uno stimolo economico importante in una fase di crisi” e “nel breve l`accordo potrebbe sostenere un ulteriore restringimento dello spread e una riduzione del premio per il rischio, anche se in gran parte il mercato ha anticipato l’accordo (dalla proposta franco-tedesca di metà maggio Ftse Mib +24%)”.  De Bellis indica, inoltre, che nel ‘portafoglio raccomandato di Equita’ continuano ad essere privilegiati i titoli più difensivi (utilities, tlc e healthcare) e meno legati al ciclo economico, con una buona visibilità sulla generazione di cassa e sul dividendo, dato che secondo la view della sim milanese che “il mercato stia guardando con eccessivo ottimismo alla velocità di recupero dell’attività nella seconda parte dell`anno”

Recovery Fund: leader Ue trovano accordo, all’Italia 209 miliardi. Conte: ‘ora dobbiamo correre’

E’ stato trovato finalmente l’accordo sul Recovery Fund e sul bilancio dell’Unione europea relativo al periodo 2021-2027. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.Il fondo per la ripresa avrà una dotazione di 750 miliardi di euro, ripartita in 390 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti.Il bilancio Ue avrà un valore di 1.074 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte porta in Italia 209 miliardi di euro.“Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo – ha detto il premier – Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”.Conte ha annunciato il raggiungimento dell’accordo facendo riferimento proprio alla fetta del Recovery Fund destinata all’Italia:“Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”.L’accordo sul Recovery Fund è stato raggiunto dopo una maratona di trattative durata quattro giorni e quattro notti.

Recovery Fund: elemento più importante è accordo, non dimensioni

Sono ore di attesa a Bruxelles sul tema del Recovery Fund, con una intesa dopo giorni di trattative serrate (il vertice è iniziato venerdì scorso) che potrebbe arrivare oggi.
“Sembra che il pacchetto legato al Recovery Fund potrebbe essere meno consistente del previsto, tuttavia in quanto investitore, ritengo che la cosa più importante sia il raggiungimento di un accordo, e non tanto le sue dimensioni. Se verrà raggiunta un’intesa, cosa che riteniamo probabile entro la giornata, in sostanza sapremo che la Bce colmerà il divario esistente tra offerta e domanda”, commenta Kaspar Hense, senior portfolio manager di BlueBay Asset Management. “Stiamo cercando di quantificare la domanda che deriverà dal quantitative easing della banca centrale e l’offerta a livello di nuove emissioni di bond – afferma l’esperto –. Di conseguenza, al momento rimaniamo lunghi sui bond periferici che riteniamo godranno del supporto della Bce. L’accordo, se raggiunto, dovrebbe anche normalizzare i mercati del forex”.

Recovery Fund, spread BTP-Bund crede in soluzione pro-Italia, scende a minimi da marzo

Nella quarta giornata del vertice del Consiglio europeo dedicato al Recovery Fund e al bilancio Ue, lo spread BTP-Bund è in ribasso.Le dichiarazioni che arrivano dai vari leader europei fanno sperare nella possibilità di un accordo sulla proposta sul Recovery Fund presentata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.La proposta abbassa l’ammontare di aiuti del fondo Next Generation EU da 500 miliardi a 390-400 miliardi di euro, aumentando l’incidenza dei prestiti a 360 miliardi di euro (dai 250 miliardi di euro inizialmente attesi). Michel presenterà la bozza alle 16 ora italiana.Il premier olandese Mark Rutte sembra più che apprezzare il contenuto della proposta, parlando di “ottimo testo di bozza”.Lo spread scende attorno ai 158 punti base, al valore più basso dal 3 marzo scorso, a fronte di tassi sui BTP decennali in calo all’1,137%.Un attenti al rischio che alla fine il Recovery Fund sia meno ambizioso di quanto i paesi più colpiti dal coronavirus necessitino arriva però dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli:“Dopo giorni di discussioni, i cittadini europei si aspettano una conclusione all’altezza di questa fase storica. Siamo preoccupati per un futuro che mortifichi la solidarietà europea e il metodo comunitario”.“Il Parlamento europeo ha indicato le proprie priorità e si aspetta che vengano rispettate. Il Quadro finanziario pluriennale deve assicurare nel medio periodo la copertura adeguata delle principali sfide europee, come il Green Deal europeo, la digitalizzazione, la resilienza e la lotta alle disuguaglianze. Occorrono subito nuove risorse proprie e una efficace difesa dei principi dello stato di diritto. Inoltre, il Parlamento ha più volte chiesto la soppressione dei rebates. Senza queste condizioni il Parlamento non darà il proprio consenso”. Ancora, Sassoli: “Il Covid-19 non si è esaurito e ci sono nuovi focolai in Europa. È più che mai necessario agire presto e con coraggio.”Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Twitter:“Continua il negoziato. Da una parte la stragrande maggioranza dei Paesi – compresi i più grandi Germania, Francia, Spagna, Italia – che difendono le istituzioni europee e il progetto europeo e dall’altra pochi Paesi, detti “frugali”. #EuCo

Recovery Fund, Conte: ‘cautamente ottimista, non permetterò che nessun Paese abbia controllo’

“Abbiamo lavorato fino all’alba, dobbiamo essere cauti, ma sono cautamente ottimista” sulla possibilità di trovare una intesa sul Recovery Fund. E’ quanto ha detto ai giornalisti da Bruxelles il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.In merito alla governance del Recovery Fund, Conte ha ammesso – riferendosi ovviamente all’Olanda di Mark Rutte – che “in questi giorni c’è stato uno scontro”. Aggiungendo, anche, che in ogni caso non permetterà mai che “un singolo Paese possa avere il monopolio o la possibilità di un sistema di controllo. Spetta agli organi comunitari e su questo io non mollo e non permetterò mai che avvenga”.Nelle ultime ore, comunque, “mi sembra che il clima sia cambiato. Ieri dopo la posizione molto più dura di Italia, Spagna, Portogallo, Francia e Germania, di tutti i restanti Paesi, c’è stata una svolta. Abbiamo fatto comprendere chiaramente che non si può pensare di portare avanti un negoziato al ribasso”.

Dividendi: lunedì stacco cedola per l’ultima grande big del Ftse Mib

Stacco cedola fuori stagione per Enel. Il peso massimo di Piazza Affari è l’ultimo del Ftse Mib a procedere allo stacco del saldo cedola, pari a 0,168 euro per azione, relativo all’esercizio 2019. Venerdì Enel ha chiuso in spolvero a oltre +2% avvicinando ulteriormente i top assoluti risalenti allo scorso febbraio. Gli investitori hanno così colto l’ultima chance per avere in portafoglio il titolo Enel e avvantaggiarsi dello stacco cedola.Intanto gli ultimi rumor riportati da Infranews vedono Enel non vendere più i suoi asset in Romania. L’articolo riporta che ai primi di giugno un consorzio composto da Macquarie, GIC e British Columbia Investment Management Corporation era vicino a firmare un accordo per acquistare la quota maggioranza che Enel detiene in tre società di distribuzione di energia elettrica e in una società di fornitura di energia elettrica in Romania, nonché alcuni beni rinnovabili. Ma i negoziati si sarebbero stoppati a metà giugno. Frenata che potrebbe essere dovuta al fatto che Enel ha riesaminato il business in quanto il mese scorso il regolatore energetico rumeno ha aumentato il tasso di rendimento dell’attività di distribuzione.

Recovery Fund, così l’Olanda fa saltare i piani di Conte

Il premier olandese Mark Rutte pretende il diritto di veto anche di un solo governo per bloccare le erogazioni del Fondo per la ripresa. E per l’Italia i veri guai iniziano adesso.

L’Olanda si mette di traverso e dice “no” al Recovery Fund così com’è stato concepito dalla Commissione europea. In questa battaglia non è sola, bensì alleata dei cosiddetti paesi “frugali”, vale a dire Austria, Danimarca e Svezia. Ma la posizione dell’Aja appare oggi la più intransigente, tanto che dopo 12 ore di riunione-fiume a Bruxelles per trovare un accordo, la seduta è stata aggiornata alle ore 11 di questa mattina. La sensazione è che qualche passo in avanti possa pure compiersi, ma che un’intesa vera e propria slitterebbe almeno a fine mese.Il premier Mark Rutte sostiene la necessità per anche solo un paese europeo di bloccare gli aiuti del fondo, di fatto assegnando a tutte le capitali il diritto di veto. A non convincerlo sono diversi aspetti, tra cui, anzitutto, la ripartizione degli aiuti a fondo perduto e dei prestiti, con l’Olanda a volere che i primi siano quanto più contenuti possibili e che i secondi stessi vengano condizionati al varo di un’agenda di riforme per risanare i conti pubblici e sostenere la crescita nel medio-lungo termine.La stessa entità del fondo di 750 miliardi viene messa in discussione, dato che i “Frugal Four” vorrebbero che fosse abbassata. A presiedere la riunione è stato e sarà l’ex premier belga, Charles Michel, nelle vesti di presidente del Consiglio europeo, anche se la presidenza di turno della UE in questo semestre è in mano alla cancelliera Angela Merkel, che si sta affannando per evitare un flop pericoloso per la tenuta dell’Eurozona in piena crisi e rovinoso per la sua stessa immagine di leader.

La poltrona di Conte traballa

Strettamente connessa al Recovery Fund vi è l’approvazione del bilancio comunitario da 1.050 miliardi di euro per i prossimi 7 anni.Di fatto, l’Olanda sta bloccando entrambi per evitare che gli stati del Sud Europa ottengano aiuti e prestiti senza condizioni e, soprattutto, per potenziare al massimo i controlli sugli stati beneficiari. Rutte vorrebbe che questi ricadessero in capo agli stessi capi di stato e di governo, volendo escludere che a monitorare le erogazioni fosse la sola Commissione, la quale in questi anni si è mostrata abbastanza benevola un po’ con chiunque abbia trasgredito le regole fiscali.Il premier italiano Giuseppe Conte è quello che su questa partita ha scommesso tutto. Se tornasse a casa con un pugno di mosche, la sua permanenza a Palazzo Chigi diverrebbe molto a rischio. Ed è proprio Conte a non convincere gli stati del nord. Le sue misure di sostegno all’economia di queste settimane hanno attirato gli strali di capitali come Vienna, con il cancelliere Sebastian Kurz a dichiarare senza fronzoli di non poter giustificare aiuti all’Italia dinnanzi ai cittadini austriaci, se a Roma le risorse vengono impiegate tra l’altro per mandare gli italiani in ferie, con chiaro riferimento al bonus vacanze.Conte non può permettersi l’insuccesso, anche perché sinora i mercati finanziari e le stesse agenzie di rating si sono mostrati benevoli nei confronti dei BTp, rassicurati del fatto che non solo la BCE stia sostenendoli con una politica monetaria ultra-espansiva e senza precedenti nella storia più che ventennale dell’euro, ma anche che a Bruxelles saranno introdotti prima o poi meccanismi minimi di unione fiscale, che all’impatto darebbero sollievo alle economie collassate come quella italiana.

Italia senza programma

Non possiamo nemmeno escludere che la UE rinvii a settembre il raggiungimento di un accordo, date le grosse divergenze tra governi. Se così fosse, l’estate a Roma si farebbe torrida.Le tensioni nella maggioranza “giallo-rossa” monterebbero ulteriormente su un altro capitolo che ha a che vedere con l’Europa: il MES. PD e Italia Viva premono da mesi, affinché Palazzo Chigi chieda fino ai 36 miliardi spettanti all’Italia per finanziare programmi di spesa sanitari a costi sostanzialmente nulli. Il Movimento 5 Stelle è contrario, perché teme che l’assenza di condizioni per tali aiuti sia solo temporanea e strumentale a far incappare l’Italia in un commissariamento postumo.La verità è che Conte a Bruxelles si è presentato anche ieri con il cappello in mano, ma senza uno stralcio di piano con cui giustificare la richiesta di aiuti. Per quali spese dovremmo prendere a prestito fino ai 57 miliardi di euro netti di cui l’Italia avrebbe diritto? Non si conoscono né gli obiettivi e né le misure concrete per l’impiego delle risorse. E gli olandesi giustamente temono di finire a versare denari a fondo perduto in un pozzo senza fondo e senza, peraltro, che la stessa economia italiana ne tragga giovamento. Inammissibile agli occhi di Rutte, ma a rifletterci bene lo sarebbe anche per noi stessi italiani, che dovremmo pretendere dal nostro governo azioni incisive per la ripresa e non slogan.

Borsa Italiana: +0,3% il Ftse Mib con Enel che guida rally delle utility

Piazza Affari chiude bene anche oggi con il Ftse Mib che ha aggiornato i massimi a oltre 4 mesi a 20.419 punti, con un rialzo daily dello 0,31%. Il mercato guarda ai possibili sviluppi dei negoziati sul Recovery Fund che è il tema clou della due giorni del Consiglio Europeo al via oggi.Segno meno oggi per Intesa Sanpaolo, scesa dello 0,41% dopo che ieri sera l’Antitrust ha dato l’autorizzazione al progetto di fusione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca a condizione che Intesa ceda oltre 500 sportelli. Le cessioni dovranno riguardare le aree geografiche in cui si registrano le maggiori criticità concorrenziali. Bene invece UBI Banca con un +1,18%.Tra gli altri titoli si interrompe il momento positivo di Telecom Italia che cede lo 0,33% dopo il balzo di ieri di oltre il 4%. In recupero Leonardo (+0,63%) con Equita che ha confermato buy con target price abbassato leggermente a 9,2 euro per azione. La sim milanese ritiene che il business tornerà alla normalità nel corso del 2021 (in alcune divisioni come la cyber security anche con maggior forza), eccetto l’aeronautica civile che riteniamo richieda rinegoziazioni coi clienti e/o taglio costi.Chiusura tonica a oltre +2% per Enel sopra quota 8,426 euro, dando slancio a tutto il Ftse Mib alla luce del suo status di titolo di maggior peso dell’indice milanese. Bene anche le altre utility con +1,69% per Terna, +1,8% Snam e +1,34 Hera.Lunedì 20 luglio Enel staccherà il saldo cedola di 0,168 euro. Intanto Infranews ha riferito che Enel potrebbe aver deciso di non vendere i suoi asset in Romania. L’articolo riporta che ai primi di giugno un consorzio composto da Macquarie, GIC e British Columbia Investment Management Corporation era vicino a firmare un accordo per acquistare la quota maggioranza che Enel detiene in tre società di distribuzione di energia elettrica e in una società di fornitura di energia elettrica in Romania, nonché alcuni beni rinnovabili. Ma i negoziati si sarebbero stoppati a metà giugno.

Richiamo Consob prima di tornata trimestrali Piazza Affari: informazioni dettagliate su impatti Covid e rischi

Richiamo di attenzione sull’informativa finanziaria da parte della Consob ai componenti degli organi di amministrazione e di controllo e dei dirigenti preposti, tenuto conto degli impatti che gli effetti connessi al COVID-19 possono avere con riferimento, in particolare, alle verifiche relative alla continuità aziendale nonché alle valutazioni delle attività (cd. impairment test).L’Autorità guidata da Paolo Savona richiama l’attenzione degli attori coinvolti nel processo di produzione dell’informativa finanziaria sulle raccomandazioni fornite dall’ESMA nel public statement “Implications of the COVID-19 outbreak on the half-yearly financial Reports” del 20 maggio 2020. In linea con il richiamato public statement, si legge nel richiamo, assumono rilievo nella redazione delle prossime rendicontazioni semestrali le valutazioni che gli amministratori sono chiamati ad effettuare ai sensi dello IAS 36 “Riduzione di valore delle attività” (IAS 36 paragrafi 9 e 12), in particolare dovrà essere valutato se gli effetti dell’epidemia COVID-19 costituiscono indicatori di perdita di valore tali da richiedere lo svolgimento di specifiche verifiche sulla recuperabilità delle attività.
Particolare attenzione dovrà essere prestata alla descrizione delle incertezze e dei rischi significativi connessi al COVID-19, soprattutto qualora siano tali da mettere in dubbio la continuità aziendale degli emittenti medesimi.
Con riferimento alla descrizione degli impatti dell’epidemia COVID-19 sul conto economico, gli emittenti dovrebbero fornire informazioni, anche su base quantitativa, in una nota unica del proprio bilancio intermedio, ciò al fine di far comprendere agli utilizzatori del bilancio il complessivo impatto della pandemia sui risultati economici del periodo.

Chiusura euforica per Piazza Affari grazie a Goldman e speranze vaccino. Sul Ftse Mib rush di Azimut, Buzzi ed Enel

Piazza Affari chiude in grande spolvero grazie alle positive indicazioni sul fronte vaccino anti-Covid e dalle trimestrali delle banche USA. Il Ftse Mib ha superato di slancio quota 20mila chiudendo a 20.281 punti (+2,02%).
A dare slancio al rally odierno sui mercati è stata in primo luogo la speranza di un vaccino con Moderna che ha annunciato i progressi nei suoi studi per il vaccino anti-Covid. La biotech Usa il prossimo 27 luglio inizierà la fase finale dei test clinici per il vaccino anti covid-19 (prima società al mondo a raggiungere questa fase).Nel pomeriggio poi il mercato ha accolto con calore i conti trimestrali di Goldman Sachs, andati ben oltre le attese. Il colosso bancario Usa ha chiuso il secondo trimestre 2020 con un utile netto di 2,25 miliardi di dollari, ossia 6,26 dollari per azione. Battute anche le stime del consensus FactSet che indicava un utile per azione di 3,9 dollari. La banca statunitense ha visto raddoppiarsi i suoi ricavi da trading nel secondo trimestre, spinti dal forte recupero dei mercati dopo il sell-off del primo trimestre.

Atlantia strappa a +26% dopo accordo con governo

Altra spinta al mercato italiano è la fumata bianca sul nodo Autostrade con l’accordo nella notte tra governo e Atlantia. Aspi passerà sotto il controllo pubblico con la progressiva uscita di Atlantia attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di CDP e l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali.
A Milano il titolo Atlantia ha chiuso a +26,65% a quota 14,49 euro. L’accordo prevede l’uscita di Atlantia da Aspi entro un anno, l’ingresso di Cdp nell’azionariato di Aspi con una quota di controllo e la successiva quotazione della società in Borsa. Scampato quindi il rischio di una revoca della concessione. L’accordo prevede la rinuncia alla revoca solo in caso di completamento dell’accordo transattivo.

UBI svetta tra le banche, in volata Buzzi

Tra le banche del Ftse Mib l’effetto Goldman Sachs ha dato slancio al rally. Spicca il balzo di UBI Banca con un rialzo del 3,68%. Molto bene anche Intesa Sanpaolo (+1,87%) e Banco BPM (+1,68%).
Tra le big si è mossa bene Enel a +1,93% a quota 8,169 euro. Balzo per Buzzi con +5,42%, bene anche Azimut +4,34% e Prysmian +3,21%. In volata anche Pirelli (+3,13%) dopo che il ceo Marco Tronchetti Provera, ha deciso di proporre al consiglio di amministrazione previsto il prossimo 23 luglio la costituzione, alle sue dirette dipendenze, della Direzione generale co-Ceo e di affidarla ad Angelos Papadimitriou, in vista del percorso di successione che si completerà entro il primo semestre 2023. La procedura prevede che il percorso si concluda con l’identificazione di un candidato entro ottobre 2022.
Infine, reazione positiva di Interpump (+3,07%) all’annuncio di una nuova acquisizione. Il gruppo emiliano ha annunciato di avere comunica di avere concluso, attraverso la propria controllata GS-Hydro Spain, l’acquisizione di Suministros Franquesa con sede a Lleida in Spagna. Il corrispettivo versato per il 100% della società è pari a 700mila euro. L’acquisizione rafforza la presenza di Interpump nel mercato strategico della penisola iberica.

Debito pubblico sfonda muro 2.500 miliardi, pro-capite è di oltre 41mila euro

Sale a maggio il debito delle Amministrazioni pubbliche. Il dato si è attestato a 2.507,6 miliardi, in aumento di 40,5 miliardi rispetto al mese precedente e nuovo record storico Lo rende noto la Banca d’Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” spiegando che l’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (25 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (14,5 miliardi, a 61,4); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio hanno nel complesso aumentato il debito di ulteriori 1 miliardi. Con riferimento ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 40,6 miliardi mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.Quanto alle entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 24,6 miliardi a maggio, in diminuzione del 27,8 per cento (-9,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2019, risentendo della sospensione di alcuni versamenti fiscali disposta dai provvedimenti governativi approvati negli ultimi mesi e del peggioramento del quadro macroeconomico. Nei primi cinque mesi del 2020 le entrate tributarie sono state pari a 143,7 miliardi, in diminuzione dell’8,2 per cento (-12,9 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2019.“Nuovo record storico. Battuto il precedente primato del luglio 2019, quando il debito arrivò a 2.467,442 miliardi. Si tratta, inoltre, di un debito destinato inevitabilmente ad aumentare per via dell’emergenza Covid” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Considerati gli ultimi dati Istat resi noti in settimana sulla popolazione residente, è come se ogni italiano avesse un debito di oltre 41 mila euro, 41.623 euro. A famiglia si tratta di un debito pari a quasi 96 mila euro, 95.736 euro.

Italia: inflazione a giugno (finale) confermata negativa a -0,2% su base annua

In Italia l’inflazione è negativa a giugno, per il secondo mese consecutivo. Secondo la lettura finale dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare.“La flessione dei prezzi al consumo su base annua, registrata per il secondo mese consecutivo, continua ad essere il prodotto di spinte contrapposte: quelle deflazionistiche provenienti dai prezzi dei Beni energetici e quelle al rialzo dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, spiega l’istituto nazionale di statistica.I prezzi dei Beni energetici (-12,1%), sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%) confermano flessioni molto ampie. I prezzi dei Beni alimentari continuano invece a crescere (+2,3%), con un’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,7% a +1,2%). A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei Tabacchi (+3,0%) e dei Servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei Beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei Beni energetici.L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano rispettivamente da +0,8% a +0,7% e da +1,0% a +0,9%.

Banche: ancora niente effetto Covid su sofferenze, livelli stabili a maggio

Dal consueto rapporto mensile dell’ABI emerge che le sofferenze bancarie non risultano ancora in risalita nonostante la crisi Covid. Le sofferenze nette, cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse, a maggio risultano pari a 26,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 32,6 miliardi di maggio 2019 (-6,4 miliardi pari a -19,5%) e ai 50,8 miliardi di maggio 2018 (-24,6 miliardi pari a -48,4%). Il dato di maggio è sostanzialmente in linea con quello del mese precedente quando le sofferenze nette risultavano di 26,209 mld.Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 62 miliardi (pari a -70,5%). Il rapporto ABI rimarca che il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è dell’1,51% a maggio 2020 (era 1,87% a maggio 2019, 2,93% a maggio 2018 e 4,89% a novembre 2015).

Sete di rendimenti infiamma la corsa ai Btp, Ytd bene come i Bund. E BlackRock adesso preferisce il debito alle azioni

I BTP continuano ad attirare molti investitori come evidenziato dall’asta di oggi e figurano tra gli asset meglio performanti in questo 2020 insieme all’oro e ai titoli di Stato di Usa e Germania. Guardando alle performance degli ultimi mesi, aver puntato sui BTP da inizio anno risulta una scelta vincente quasi al medesimo livello di chi ha fatto il pieno di Bund e Treasury.
L’oro primeggia come asset più luccicante con +20% circa, seguito dal Treasury decennale con +15% e poi obbligazioni Investment Grade, Bund e Btp decennali anche loro con performance positive. Sul fronte opposto anno da dimenticare fino a oggi per il Brent a -35%, mentre l’azionario Europa segna oltre -10%.

Caccia al Btp 2040 nell’asta di oggi

L’asta Btp di oggi ha visto una calda accoglienza degli investitori con l’assegnazione del massimo dell’ammontare previsto, ossia 10 miliardi. Nel dettaglio, il Tesoro ha assegnato 3,5 mld di euro del Btp triennale con scadenza agosto 2023 (range era 3 e 3,5 mld) al tasso di assegnazione dello 0,30%, in calo di 30 punti base rispetto a un mese fa. Il bid to cover è stato di 1,57 con richieste vicino ai 5,5 miliardi.
Poi il Btp a 7 anni con scadenza settembre 2027 ha visto l’assegnazione di 4,5 mld (range era 4-4,5 mld) al tasso dello 0,95%, in calo di 15 pb rispetto all’asta di giugno. Il rapporto di copertura è stato di 1,38 con la domanda che ha superato i 6 miliardi. Allocato, infine, il Btp ventennale (scadenza marzo 2040) per 2 miliardi, anche in questo caso il massimo dell’ammontare previsto (1,5-2 mld). Il tasso di assegnazione è stato 1,91%, in ribasso di 59 punti base rispetto all’asta precedente. La domanda è stata di oltre 2,8 miliardi con rapporto di copertura di 1,41. A riprova che un rendimento vicino al 2% che è una rarità ad oggi sul mercato obbligazionario anche per scadenze ben più lunghe rispetto al titolo ventennale italiano.

La view di BlackRock:  credito, high yield e bond periferia UE

BlackRock Investment Institute (BII), nel commento settimanale intitolato “Why we like credit”, sottolinea come la pandemia abbia accelerato le tendenze strutturali chiave e chiede una revisione globale dell’asset allocation strategica. BlackRock ha aggiornato il credito a overweight in seguito all’aumento dei rendimenti attesi a cinque anni in tutti i settori del credito rispetto alle aspettative pre-virus. “Le valutazioni del credito investment grade erano notevolmente diminuite a partire da metà aprile e sembravano essere meno trascinanti sui rendimenti futuri rispetto alla fine del 2019. Questo effetto ha più che compensato la resistenza negativa derivante da un aumento previsto delle perdite derivanti da declassamenti e inadempienze aziendali”.
La Federal Reserve per la prima volta acquista “fallen angels” che hanno perso lo status di investment grade. Di conseguenza, BlackRock preferisce il credito rispetto alle azioni ed è sovrappeso nel credito investment grade, nell’high yield e nel debito periferico dell’area dell’euro. “Questi settori offrono entrate interessanti in un mondo in cui è difficile trovare risorse con rendimenti decenti. Il credito (in particolare il debito societario ad alto rendimento) è rimasto in ritardo rispetto alle azioni nel rally di ritorno e ciò lo rende più interessante su base relativa”.
Il credito e le azioni offrono anche diverse esposizioni settoriali. I finanziari hanno un peso maggiore nel credito, mentre la tecnologia ha un peso fuori misura nelle azioni. “Preferiamo assumere un’esposizione finanziaria nel credito in virtù del forte sostegno politico. Le azioni del settore finanziario affrontano sfide come tassi bassi e la frenata sui pagamenti dei dividendi che potrebbero limitare il rialzo”, asserisce l’asset manager più grande al mondo che poi si chiede se i mercati del credito abbiamo già corso troppo lontano? “Per ora, non la pensiamo così. Gli spread delle obbligazioni investment grade e periferiche rimangono più ampi rispetto ai livelli pre-Covid. A dire il vero, la ripresa dei casi di Covid-19 negli Stati Uniti comporta rischi a breve termine. Ma nel complesso, vediamo la rivoluzione politica e un forte appetito degli investitori per il reddito alla base dei mercati del credito. I mercati azionari sembrano più vulnerabili alla flessione degli utili societari, nonché a qualsiasi deterioramento dei segnali chiave che stiamo osservando”.

Quattro banche di Piazza Affari tra le più esposte in UE a settori colpiti dal Covip, rischio boom NPL e incubo ricapitalizzazioni

Quattro banche italiane in cima alla lista delle oltre 100 banche europee esposte alle industrie maggiormente colpite dalla crisi, secondo una ricerca condotta da Eric Dor, direttore degli studi economici della Scuola di Management IESEG di Lille, Francia. “I prestiti a settori depressi da parte di diverse banche italiane sono più di quattro volte superiori al loro patrimonio netto CET1, per cui il loro capitale verrebbe cancellato se il 25% dei loro prestiti dovesse fallire”, ha dichiarato Dor in un’intervista a Bloomberg.
I settori più colpiti sono, secondo la ricerca, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’edilizia, la produzione, l’alloggio e la ristorazione, così come il trasporto e lo stoccaggio. Un deprezzamento del 10% dei prestiti ai settori vulnerabili colpirebbe molto duramente i coefficienti patrimoniali di Credito Emiliano, Banco BPM, BPER e UBI, secondo la ricerca, che cita i dati dell’Autorità bancaria europea (EBA).In Europa le più esposte nei rispettivi paesi sono invece RCI in Francia, Bankinter SA in Spagna, Piraeus Bank SA, Eurobank SA e Alpha Bank AE in Grecia e Hamburg Commercial Bank in Germania. Mentre alcune delle banche sono protette da livelli di capitale piuttosto elevati, altre hanno un margine di errore molto più ridotto. Tra queste vi sono, secondo la ricerca, Credito Emiliano, Banco BPM, BPER Banca, Bankinter e Piraeus Bank. “Alcune banche potrebbero aver bisogno di essere ricapitalizzate in un simile scenario, ma penso che questa sia una situazione gestibile, perché la maggior parte dei maggiori finanziatori sono ben capitalizzati dopo le operazioni di risanamento degli ultimi anni, e sono in grado di affrontare un grande aumento dei fondi per le perdite sui prestiti”, ha concluso Dor.

Industria: Italia, rimbalzo record della produzione. Ma gap da recuperare è maggiore rispetto a Ue

La produzione industriale nell’Eurozona è risalita a maggio del 12,4% rispetto al mese precedente, secondo i dati Eurostat diffusi oggi. Tra i vari paesi dell’area il rimbalzo maggiore si è registrato in Italia con un +42,1%, seguito dal +20% della Francia.“Bene il rimbalzo record dell’Italia rispetto al resto d’Europa, ma attenzione a non farsi cogliere da entusiasmi fuori luogo – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – In parte, infatti, è solo un effetto ottico. Il nostro paese ha avuto a maggio il maggior rialzo congiunturale anche perchè nei mesi precedenti aveva registrato crolli maggiori”. Se, infatti, si sommano al recupero di maggio le cadute di aprile e marzo, ecco che purtroppo l’Italia si colloca solo in 18° posizione su 27 paesi, con un gap da recuperare del 19,2%, maggiore sia rispetto alla media Ue (-18,8%) che all’Eurozona (-18,9%).Guardando agli altri paesi la Francia si trova in 19° posizione con -21,4% e la Germania in 20° con -21,9%. Anche Spagna e Portogallo si collocano nei gradini più bassi della classifica, rispettivamente in 23° e 24° posizione.

Piazza Affari scivola sotto quota 20mila, storia Atlantia in evidenza

Dopo un avvio d’ottava improntato all’ottimismo, Piazza Affari si allinea al sentiment del mercato e scivola in territorio negativo. A Milano il Ftse Mib cede circa lo 0,9% a 19.816 punti, in linea con le performance delle altre Borse europee. A guidare gli scambi l’evoluzione della pandemia, con l’aumento dei casi nel mondo a mettere in apprensione. Si guarda anche all’avvio delle stagione degli utili che parte oggi negli Stati Uniti: in calendario i numeri trimestrali di JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup.Sul Ftse Mib, dopo il crollo di ieri a -15% dopo diverse sospensioni al ribasso, si impone Atlantia come miglior titolo con un guadagno del 2,2 per cento. Secondo quanto si legge su “Il Sole 24 Ore” il consiglio dei ministri atteso per oggi sul dossier Aspi è stato posticipato a stasera alle ore 22. Il mercato teme sempre più il rischio revoca concessione autostradale. Le ultime parole del premier Giuseppe Conte danno un chiaro indizio circa la volontà del governo di estromettere i Benetton dalla gestione di Aspi. Prosegue la striscia positiva di Telecom Italia (+0,6%) con il tema della rete unica che resta in primissimo piano.Sul fondo del listino milanese, con una flessione di oltre il 3%, c’è Stmicroelectronics. Giù anche Nexi e Ferrari che lasciano sul terreno circa il 2 per cento. Sotto pressione anche Ubi Banca che perde quasi l’1%. Nel corso di una intervista al “Financial Times”, l’amministratore delegato di Ubi, Victor Massiah, concentrandosi sull’Ops di Intesa Sanpaolo (-0,09%) ha dichiarato: “Comprendo che in alcuni paesi sia auspicabile che le grandi banche acquistino concorrenti minori. Ma Spagna, Francia e Regno Unito hanno diverse grandi banche, l’Italia ne ha solo una. L’acquisizione creerebbe una sorta di monopolio e non credo sia appropriato”.

Nuovo BTP 2027 protagonista nella prima maxi-asta dopo il BTP Futura

Il Tesoro torna sul mercato dopo l’asta Bot a tassi sotto zero di settimana scorsa e la parziale delusione del nuovo BTP Futura che ha raccolto poco più di 6 miliardi tra gli investitori retail. La nuova emissione corposa di oggi vede tre tipologie di Btp (3, 7 e 20 anni) in offerta per massimi 10 miliardi di euro. Nel dettaglio verranno assegnati Btp a 3 anni per 3-3,5 mld, il nuovo Btp 7 anni per 4-4,5 mld e infine il Btp ventennale per 1,5-2 mld.L’asta Bot di settimana scorsa aveva visto il Tesoro collocare 7,5 miliardi di euro di Bot annuali con la domanda che ha superato gli 11,1 miliardi. Il rendimento medio di assegnazione è stato pari a -0,124%, in calo di 14 punti base rispetto all’asta di un mese fa.

Piazza Affari e Borse europee previste in deciso rialzo in avvio

Piazza Affari e le Borse europee dovrebbero avviare questa prima seduta di una settimana ricca di eventi in deciso rialzo, proseguendo i guadagni della scorsa ottava. Venerdì scorso l’indice Ftse Mib ha chiuso con un progresso dell’1,34% a 19.767 punti, miglior indice Ue sotto la spinta dei sorprendenti riscontri dalla produzione industriale in Italia. Wall Street ha terminato con segno più e questa mattina i listini asiatici si muovono in territorio positivo (Tokyo ha chiuso con un balzo di oltre il 2%).Nonostante il continuo aumento dei contagi da coronavirus, con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha registrato ieri 230.370 nuovi casi nel mondo nelle ultime 24 ore, il record assoluto, gli investitori guardano con speranza alla possibilità di un vaccino contro il Covid. Il gruppo farmaceutico Gilead ha snocciolato venerdì dei dati supplementari di uno studio avanzato, secondo cui il trattamento sperimentale Remdesivir ridurrebbe il rischio di mortalità e migliorerebbe in maniera considerevole le condizioni dei malati più gravi di coronavirus.In assenza di dati macro di rilievo, oggi, l’attenzione degli operatori sarà rivolta anche agli eventi dei prossimi giorni, in particolare alla riunione della Bce e al Consiglio europeo per l’approvazione del Recovery Fund. A questo riguardo, proseguono gli incontri bilaterali tra i vari paesi e oggi è in programma l’incontro a Berlino tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la cancelliera tedesca Angela Merkel, presidente di turno dell’Ue. Questa settimana prende il via anche la nuova stagione delle trimestrali societarie Oltreoceano, che comincerà domani con i conti delle maggiori banche di Wall Street e che potrebbe essere la peggiore dalla crisi finanziaria del 2008.

Conte in Europa: premier oggi vola in Germania da Angela Merkel

Sarà una settimana intesa sul fronte europeo, con l’avvicinarsi del consiglio europeo che prenderà il via venerdì prossimo e si concentrerà sul Recovery Fund. In vista dell’appuntamento, oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sarà in Germania per impegni istituzionali. Lo si apprende in una nota di Palazzo Chigi in cui si precisa che a partire dalle 16 è previsto l’incontro con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Seguirà dalle 17.30 una conferenza stampa congiunta.

Bankitalia: ‘condizioni mercati restano fragili, ma effetti positivi da Bce e proposta Recovery Fund’

Bankitalia: ‘in scenario di base Pil 2020 -9,5%, oltre -13% in scenario più severo’

Bankitalia: ‘Pil -10% in II trimestre, calo domanda interna pesa su attese inflazione’

Bankitalia: ‘misure Bce e governo hanno sostenuto credito imprese, in Italia prestiti fino a +11,5%

Gualtieri: rimbalzo produzione continuerà, ma c’è ancora molto da fare per rilancio economia

“È un risultato molto incoraggiante, in linea con il profilo dell’andamento produttivo prospettato nell’ultimo Documento di Economia e Finanza. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma il rimbalzo fatto segnare dalla produzione industriale a maggio è molto importante e stimiamo che proseguirà, anche se prevedibilmente a tassi più contenuti, nel bimestre giugno-luglio”. È quanto dichiara il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, in merito ai dati sulla produzione industriale di maggio, che ha fatto segnare un rialzo del 42,1% rispetto ad aprile. “Proseguiamo con ancora più determinazione a lavorare per la ripresa e per il rilancio dell’economia”, aggiunge il ministro Gualtieri.

BTP Futura: nessuna carica dei cittadini a salvare l’Italia, mini-flop per strategia anti-MES

Si è chiusa oggi, alle ore 13 di venerdì 10 luglio, l’emissione del primo Btp Futura, il titolo di Stato lanciato dal Mef, rivolto esclusivamente alla platea degli investitori retail, la cui raccolta servirà a finanziare la ripresa dell’economia italiana, azzoppata dalla crisi del coronavirus.Oggi sono stati raccolti ordini per appena 349 milioni, il che porta la raccolta totale a poco più di 6 miliardi in cinque giorni di collocamento.Ieri la raccolta era stata pari a 561 milioni, dopo gli 1,16 miliardi di mercoledì, gli 1,68 miliardi di martedì e i 2,37 miliardi di lunedì. Viene da dire che l’interesse degli italiani nei confronti di questo titolo di stato è calato man mano che l’emissione è andata avanti.
Di Btp Futura si è parlato molto, soprattutto come banco di prova per testare il patriottismo degli italiani, la disponibilità dei piccoli risparmiatori, in particolare, a canalizzare parte dei soldi fermi nei conti correnti nelle casse dello Stato: un atto collettivo di assist al debito pubblico, croce ostinata dell’Italia.

Nessuna febbre per il BTP Futura, Savona snobbato

‘Volete salvare l’Italia? Volete finanziare le sue malandate casse? Allora aprite il portafoglio e scommettete su questo BTP, che è rivolto solo ai privati’, è stato il messaggio che lo Stato ha lanciato con l’emissione di questo bond.
C’è da scommettere che la domanda dei prossimi giorni sarà la seguente: gli italiani sono stati capaci di fare team per aiutare lo Stato?  Hanno risposto alla chiamata arrivata più volte, dallo stesso ex ministro degli Affari europei, ora numero uno della Consob, Paolo Savona? In un discorso proferito alla metà di giugno, l’economista aveva lanciato un chiaro appello, presentando la doppia proposta BTP di guerra o anche irredimibili-azionariato popolare. Certo, il Tesoro non ha mica emesso questa categoria di BTP: ma che non si sia scalpitato per accapparrarsi questo titolo è indiscutibile.Nei mesi precedenti  altre diverse personalità politiche o meno avevano, a causa dell’emergenza economica nata con l’emergenza sanitaria coronavirus-COVID-19, auspicato un modo per stanare i risparmi monstre sui conti correnti.Di BTP Futura si è parlato negli ultimi giorni anche come potenziale strumento anti-MES. Così aveva commentato l’emissione Maurizio Mazziero, analista finanziario e fondatore di Mazziero Research, tra i massimi esperti di debito pubblico in Italia:“E’ possibile che questa emissione sia nata proprio con l’intento di approvvigionarsi il più possibile in proprio senza far ricorso al MES e poter attendere i tempi più lunghi legati al Recovery Fund”, aveva detto Mazziero. Che, in generale, si era mostrato  scettico sulla correlazione tra il successo eventuale dell’emissione e il trend dello spread BTP-Bund.
Vincenzo Longo di IG aveva commentato invece la diffusione dei tassi cedolari minimi garantiti sottolineando come, in un mondo a tassi a zero, probabilemnte quell’1% e virgola non sarebbe bastato agli investitori retail. Longo aveva definito l’emissione, anche, una scommessa sulla scommessa.
Non erano mancati negli ultimi giorni alcuni avvertimenti rivolti alla platea degli investitori retail: qualcuno aveva anche consigliato di fare sì una puntata, ma per un valore percentuale rispetto al proprio patrimonio non superiore a una determinata soglia.
Confortanti erano state comunque, fin da subito, le dichiarazioni del capo della direzione del Debito Pubblico del Tesoro, Davide Iacovoni che, nella prima giornata di emissione del BTP Futura, aveva detto che il collocamento stava andando bene.

BTP Futura e BTP Italia: paragone inutile ma occhio a cifre

“Abbiamo un flusso abbastanza regolare di ordini che stanno arrivando, siamo intorno al miliardo di euro di ordini ricevuti e bisogna tenere conto che questo è un collocamento solo per il retail che si sviluppa, ed è una novità, sui cinque giorni, e questi numeri confrontati con quelli del BTp Italia sono soddisfacenti”, aveva detto Iacovoni.
Proprio il BTP Italia, che tanto successo aveva avuto, è stato  spesso protagonista dei commenti di questi ultimi giorni sul BTP Futura.
Alcuni analisti hanno affermato, in generale che i BTP sono del tutto diversi, sia in termini di duration che di coupon e che fare un paragone non avrebbe senso.
Cedola ricca e premio fedeltà raddoppiato avevano permesso al BTP Italia di frantumare ogni record, con un tasso cedolare annuo reale definitivo fissato all’1,4%, capace di ammaliare i piccoli risparmiatori.
Come novità importante il BTP Italia presentava una scadenza a 5 anni (26 maggio 2025, mentre nel caso del BTP futura la scadenza è di 10 anni) e un premio fedeltà doppio rispetto alle precedenti emissioni, pari all’8xmille del capitale investito.
Detto questo, non si può non notare una certa differenza , se si guarda all’accoglienza del BTP Italia da parte dei retail che, nei primi tre giorni di collocamento dedicato ai retail avevano sottoscritto ordini per un valore di quasi 14 miliardi di euro (13,966 mld) con un totale di quasi 400 mila investitori che avevano partecipato all’emissione.
“Un grande successo, gli italiani dimostrano così fiducia e sostegno al nostro Paese, che vuole uscire presto da questa crisi, più forte di prima”, aveva commentato su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Oggi il Tesoro renderà noti i tassi cedolari definitivi che saranno superiori a quelli minimi garantiti e che sono stati resi noti nella giornata di venerdì scorso. La serie è la seguente: “1,15% dal 1° al 4° anno; 1,30% dal 5° al 7° anno; 1,45% dall’8° al 10° anno”. Non esattamente una serie attraente.
TUTTI I DETTAGLI DEL BTP FUTURA, LE INFORMAZIONI DEL MEF
Il codice ISIN del titolo durante il periodo di collocamento è IT0005415283. I proventi del BTP Futura saranno interamente destinati a finanziare le diverse misure previste post Covid19 per il sostegno al reddito e la tutela del lavoro, il rafforzamento del sistema sanitario nazionale ed il sostegno a famiglie e imprese italiane. Si ricorda che il BTP Futura presenta cedole nominali semestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel tempo (il cosiddetto meccanismo step-up).
Il titolo ha una scadenza di 10 anni e prevede “un premio fedeltà pari all’1% del capitale investito, che potrà aumentare fino ad un massimo del 3% dell’ammontare sottoscritto, sulla base della media del tasso di crescita annuo del PIL nominale dell’Italia registrato dall’ISTAT nel periodo di vita del titolo, per coloro che lo acquistano all’emissione e lo detengono fino a scadenza”.
Ancora, il titolo è stato collocato “alla pari (prezzo 100) sul mercato attraverso la piattaforma elettronica MOT di Borsa Italiana per il tramite di due banche dealers: Banca IMI S.p.A. e Unicredit S.p.A. Il collocamento non prevede eventuali riparti, né sarà applicato alcun tetto massimo assicurando la completa soddisfazione degli ordini, salvo facoltà da parte del Ministero di chiudere anticipatamente l’emissione (…). La data di regolamento di tutti gli ordini di acquisto eseguiti è unica e coincide con quella di godimento”.
Il Tesoro aveva informato nella sua nota che al sottoscrittore non sarebbero state applicate commissioni per acquisti nei giorni di collocamento, e che sul rendimento del titolo si sarebbe continuata ad applicare l’usuale tassazione agevolata sui titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione come per gli altri Buoni del Tesoro Pluriennali.
Il BTP Futura è stato presentato dal Mef come un “un nuovo strumento per sostenere il Paese”, in particolare “un nuovo titolo di Stato destinato unicamente ai risparmiatori individuali, famiglie o gestori di patrimoni privati”.
“Come dichiara il suo nome – si legge ancora nel sito del Tesoro – il BTP Futura guarda all’Italia di domani. Chi acquista questo nuovo titolo, oltre a mettere a reddito nel medio termine i propri risparmi in modo semplice, contribuisce attivamente a finanziare le spese per la ripresa dopo l’emergenza Covid-19, sostenendo il sistema sanitario nazionale, le famiglie e le imprese italiane, tutelando l’occupazione nonché fornendo alle amministrazioni locali risorse e prestiti per affrontare l’emergenza”.

Boom produzione Italia fa esultare il Ftse Mib, tensione sullo spread prima di Fitch. Asta Bot con tassi negativi

Piazza Affari accelera con decisione e si avvia a metà seduta segnalandosi come la miglior Borsa Ue. Dopo un avvio in calo per i timori Covid, il Ftse Mib segna +0,6% a 19.620 punti sotto la spinta dei sorprendenti riscontri dalla produzione industriale in Italia. La fine progressiva delle misure di confinamento legate al Covid-19 hanno permesso a maggio un +42,1% della produzione industriale rispetto ad aprile, con tutti i comparti in crescita, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco. Gli analisti si aspettavano un recupero del 22,8% dopo il crollo registrato a marzo e ad aprile (rispettivamente del 28,4% e del 20,5%) complice il lockdown. Su base annua la produzione industriale italiana evidenzia una flessione del 20,3%.

Atlantia e STM guidano i rialzi

Tra le big di Piazza Affari sotto osservazione anche oggi Atlantia che segna quasi +3% dopo il tonfo dell’8% di ieri. Una decisione sulla revoca della concessione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni e gli ultimi rumor vedono Atlantia valutare la possibilità di diluirsi in ASPI attraverso un aumento di capitale. Stamattina il premier Conte ha ribadito che il governo aspetta da Atlantia “una proposta alla quale non sapremo  dire di no” e che vada nell’interesse pubblico, oppure ci sarà la revoca delle concessioni autostradali.
Tra gli altri titoli spicca il quasi +5% di STM in testa al Ftse Mib. Bene anche Azimut a +0,7% dopo che ieri ha riportato una raccolta netta relativa a giugno di 361 mln (1,84 mld da inizio anno).

Torna ad accendersi la partita rete unica, ma TIM rimane in ombra

Tiene banco anche la questione rete unica con gli ultimi rumor che vedono Enel aver esteso i colloqui con Macquarie per la cessione della quota detenuta in Open Fiber; inoltre sono emerse anche voci di un interesse del fondo infrastrutturale Wren House Infrastructure, che fa capo al Kuwait Investment Office, sempre per la quota di Enel in Open Fiber.
Indicazioni che al momento non scaldano il titolo Telecom Italia (-0,23% a 0,3412 euro) che nelle scorse settimane era scattato in avanti con l’emergere dell’interesse di Macquire per la quota di Enel in Open Fiber in quanto un’uscita di Enel potrebbe essere propedeutica a una futura accelerazione del progetto rete unica TIM-OF.
Tra i segni meno si segnala anche Leonardo a -1,82%, già ieri tra i peggiori e il cui saldo Ytd è tornato a circa 47%, il secondo peggiore in tutto il Ftse Mib dietro solo a Saipem (-51%).

Rischio Fitch e rush finale per BTP Futura

Sul fronte obbligazionario, oggi si segnala l’allargamento di circa 10 pb dello spread in area 172 pb in attesa della chiusura del BTP Futura, che non ha sfondato tra gli investitori retail (meno di 6 mld raccolti nei primi 4 giorni) e del giudizio di stasera di Fitch sull’Italia, che non dovrebbe riservare sorprese dopo il downgrade di aprile.
Intanto oggi l’asta Bot ha visto il rendimento tornare sotto zero per i titoli a un anno. Il Tesoro ha collocato 7,5 miliardi di euro di Bot annuali con la domanda che ha superato gli 11,1 miliardi. Il rendimento medio di assegnazione è stato pari a -0,124%, in calo di 14 punti base rispetto all’asta di un mese fa. La domanda risulta meno sostenuta rispetto a un mese fa, quando il quantitativo offerto era stato minore (7 mld). Il rapporto di copertura (bid-to-cover) è pari a 1,48, in calo rispetto all’1,73 del mese scorso.
Assegnato anche un Bot flessibile con scadenza 14 dicembre 2020 per 2,5 miliardi al tasso dello -0,26% con domanda pari a 2,06 volte il quantitativo assegnato.
Martedì nuova emissione corposa con tre tipologie di Btp (3, 7 e 20 anni) per massimi 10 miliardi. Nel dettaglio verranno assegnati Btp a 3 anni per 3-3,5 mld, il nuovo Btp 7 anni per 4-4,5 mld e infine il Btp ventennale per 1,5-2 mld.

Italia: balzo della produzione industriale, +42,1% a maggio. Battute le attese

Balzo sorprendente della produzione industriale in Italia a maggio, con la fine progressiva delle misure di confinamento legate al Covid-19. Secondo la rilevazione dell’Istat, a maggio la produzione industriale sale del 42,1% rispetto ad aprile, con tutti i comparti in crescita, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco. Gli analisti si aspettavano un recupero del 22,8% dopo il crollo registrato a marzo e ad aprile (rispettivamente del 28,4% e del 20,5%) a causa del coronavirus. Su base annua, quindi nei confronti di maggio 2019, la produzione industriale italiana evidenzia una flessione del 20,3%. Il livello della produzione, peraltro, risente ancora della situazione generata dall’epidemia di Covid-19: l’indice generale, al netto della stagionalità, presenta una flessione del 20% rispetto al mese di gennaio, ultimo periodo precedente l’emergenza sanitaria. Nella media del periodo marzo-maggio, il livello della produzione cala del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti.

Piazza Affari affonda con Wall Street, torna spettro lockdown. Chiusura a oltre -3% per Eni, Unicredit e Banco

Chiusura a -1,98% a 19.506 punti per l’indice Ftse Mib. Piazza Affari ha accelerato al ribasso nell’ultima ora di contrattazioni uniformandosi al cattivo umore di Wall Street. A dominare sui mercati sono i timori di un altro lockdown per contenere un aumento dei casi di coronavirus. La negatività dei mercati non è stata scalfita dai buoni riscontri dal mercato del lavoro Usa con un nuovo calo sussidi disoccupazione. Nella settimana conclusa il 4 luglio si sono registrate 1,314 milioni di nuove richieste di sussidi alla disoccupazione. Gli analisti avevano stimato un dato pari a 1,375 milioni rispetto alle richieste della settimana precedente che erano state pari a 1,413 milioni (dato rivisto da 1,427 milioni).A tenere banco è la questione Autostrade con il titolo che ha chiuso a -8,29% a 13,11 euro. Ieri sera la Corte Costituzionale ha ritenuta legittima la decisione del Parlamento di non affidare ad ASPI la ricostruzione del Ponte di Genova. Sempre ieri il premier Giuseppe Conte ha sottolineato che si attende una decisione sul dossier ASPI a breve, entro questa settimana. Oggi potrebbe essere già una giornata decisiva con un vertice previsto nel pomeriggio al MIT con la presenza dei capi di gabinetto del ministero dei Trasporti e del Tesoro che incontreranno i vertici di Aspi per valutare la possibilità di un accordo in extremis che eviti la prospettiva di una revoca della concessione autostradale.L’amministratore  delegato di Aspi, Roberto Tomasi, ha detto che la revoca della concessione per Aspi avrebbe conseguenze “devastanti”.Tra gli altri titoli spicca il -4,3% di DiaSorin nonostante il test sierologico Liaison sia stato scelto dalla NHS England, il Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito, per effettuare uno screening su scala nazionale con lo scopo di tracciare l’impatto e la diffusione del coronavirus nella popolazione inglese. Il Regno Unito è il quarto paese ad aver scelto il test Liaison per condurre uno studio epidemiologico nazionale.
Tra i peggiori oggi Interpump con -3,48%. Tra le banche soffrono Unicredit e Banco BPM entrambe a oltre -3 per cento. Tra le big caduta del 3% per ENI, mentre Enel segna un -1,85%.
Sul versante opposto acquisti su STM (+1,22%). Oggi da Equita SIM ha alzato il prezzo obiettivo a 26 euro e ha alzato anche le stime di EPS 2020 del 4% sottolineando come da inizio anno STM abbia sottoperformato il SOX (-8% relative) per timori legati alla esposizione a Huawei dopo le nuove norme restrittive introdotte dal Governo USA.

Italiani e boom risparmio: Censis, aumento liquidità nel lockdown vale quanto il Mes

Il 67,8% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare. Una paura radicata nei territori e trasversale ai diversi gruppi sociali. La percentuale sale al 72% tra i millennial e le donne, sfiora il 75% nel Sud, supera il 76% tra gli imprenditori e arriva all’82,6% tra le persone con i redditi più bassi. Nella fase post-emergenza, la biopaura da contagio e la minaccia alla salute si saldano ai timori per le incerte prospettive economiche. La paura diventa così il principio regolatore emotivo di questa nuova stagione. Sono solo alcuni trend che emergono dal rapporto «Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19» realizzato dal Censis in collaborazione con Assogestioni, associazione italiana del risparmio gestito.Per quanto riguarda la liquidità nei portafogli delle famiglie italiane è aumentata di 34,4 miliardi di euro nei tre mesi più neri dell’epidemia (febbraio-aprile): una cifra quasi uguale al valore del Mes per l’Italia di cui oggi tanto si discute. Sono risorse che si aggiungono ai 121 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva accumulata negli ultimi tre anni, prima dell’esplosione dell’epidemia (+8,4% in termini reali nel triennio): una cifra pari a nove volte le risorse del Piano Marshall destinate al nostro Paese per la ricostruzione del dopoguerra rapportate ai valori attuali.

Turismo: 10 milioni di presenze in meno in Italia, 1 su 4 non parte

Inizio d’estate fiacco per il turismo in Italia. Nel mes di giugno si sono contati 10 milioni di turisti italiani e stranieri in meno con un impatto drammatico su economia ed occupazione per il settore della vacanza Made in Italy in cui operano 612mila imprese con 2,7 milioni di lavoratori. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti per il mese che inaugura la stagione estiva. Anche le previsioni non sono positive con quasi 1 italiano su 4 (-23%) che rispetto allo scorso anno ha rinunciato a prendere le ferie a luglio per le incertezze, le preoccupazioni e le difficoltà economiche generate dal coronavirus.Completamente bloccati gli arrivi dei turisti provenienti da paesi come Giappone, Cina e Stati Uniti mentre segnali ancora deboli arrivano da Germania e Nord Europa. Per quanto riguarda i turisti italiani, l’Italia è di gran lunga la destinazione preferita che è scelta come meta dal 93% rispetto all’86% dello scorso anno. La novità di quest’estate sta anche nel fatto che –1 italiano su 4 (25%) ha scelto una destinazione vicino casa, all’interno della propria regione di residenza. Se la spiaggia resta la meta preferita, cresce il turismo di prossimità con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane, in alternativa alle destinazioni turistiche più battute, mentre crollano le presenze nelle città.

Italia, Barclays su debito pubblico: ‘calo quota stranieri in BTP abbassa rischio di capitolazione’

Oltre all’assist che la Bce sta fornendo alla carta italiana con i suoi vari programmi di stimoli monetari, altro aspetto dovrebbe in qualche modo blindare il paese: il fatto che la quota di debito pubblico in mano agli investitori stranieri sia scesa, nell’ultimo decennio, di 25 punti base, circa al 30%. E’ quanto emerge da un report stilato dagli analisti di Barclays.Tale fattore, scrivono gli analisti, dovrebbe aiutare a ridurre ‘il rischio di capitolazione (dell’Italia), ovvero il rischio di un’ondata destabilizzante di sell da parte degli investitori che, a sua volta, minaccerebbe di scatenare una crisi del debito nella periferia dell’Eurozona”.Il trend discendente della quota di BTP nelle mani degli stranieri potrebbe tra l’altro, secondo Barclays, continuare: la partecipazione potrebbe infatti, secondo gli analisti, calare dal 30% attuale a un valore poco al di sopra del 20%: ciò renderebbe l’Italia molto meno vulnerabile al rischio di capitolazione rispetto a quello corso prima della crisi dei debiti dell’Eurozona, quando erano questi investitori (non domestici) a detenere la fetta più grande del debito italiano in circolazione”.

Confcommercio: misery index resta sui massimi di sempre a maggio

Il Misexy Index, indice di disagio sociale elaborato da Confcommercio, si è attestato a maggio su un valore stimato di 39,8. L’area del disagio sociale, spiega Confcommercio, si conferma ai massimi da quando viene elaborato l’indicatore. Gran parte si concentra tra coloro che pur avendo ancora ufficialmente un lavoro si trovano a vivere condizioni di grande difficoltà, in considerazione di una ripresa dell’attività produttiva graduale che mantiene ai minimi le ore lavorate. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione e ai fondi di solidarietà sta per il momento sostenendo i redditi dei lavoratori che operano in imprese di minori dimensioni e in settori tradizionalmente esclusi dagli ammortizzatori sociali. “Situazione che non potrà protrarsi a lungo, vista anche la difficoltà per molte di queste imprese, soprattutto del turismo, di tornare a livelli di attività accettabili ed idonei a garantirne la sopravvivenza. Il rischio di un autunno molto difficile sul versante dell’occupazione non deve essere sottovalutato”, rimarca Confcommercio.

Pil Italia, Prometeia: -10% nel 2020. ‘Tornerà a livelli pre-COVID solo nel 2025

Prometeia prevede una contrazione del Pil italiano nel 2020 del 10,1%, con un rimbalzo del 5,9% nel 2021. Il Pil dell’Italia, secondo gli analisti di Prometeia, tornerà inoltre ai livelli pre-COVID soltanto nel 2025″, ovvero tra 5 anni.Il rapporto deficit/Pil 2020 si attesterà all’11% e il debito/Pil al 159%. Lo stimolo fiscale, che Prometeia stima nell’anno in corso in circa 5 punti percentuali di Pil, non sembra tuttavia sufficiente per riavviare in modo deciso i consumi e gli investimenti, ma si sta traducendo anche in un forte aumento delle disponibilità liquide di famiglie e imprese”.

Confcommercio: vendite al dettaglio, ‘ritorno verso fase meno emergenziale

“Dato largamente in linea con le attese che segna l’inizio del ritorno ad una fase meno emergenziale. Riaperture graduali ed aumento nella libertà di movimento si associano a una certa prudenza dei consumatori – fenomeno testimoniato anche dal balzo registrato dal commercio elettronico – elementi che hanno portato a un recupero solo parziale delle perdite registrate nel bimestre precedente”. Così l’ufficio studi di Confcommercio dopo i dati sulle vendite al dettaglio a maggio diffusi oggi dall’Istat.
“I veri connotati della nuova normalità – prosegue la nota – emergeranno con chiarezza solo tra alcuni mesi. Purtroppo, sul tema ripresa l’unica previsione credibile che si può oggi fare è che essa sarà più lenta e meno intensa di quanto si osserverà nei principali partner europei”.

Italia: primi segnali di ripresa, aumenta la fiducia ma sale propensione al risparmio

Primi segnali di ripresa grazie al progressivo allentamento del lockdown. E’ ciò che emerge dal’ultimo rapporto Istat sulla congiuntura internazionale e nazionale.Nelle ultime settimane, i dati disponibili sull’andamento dell’economia mondiale hanno iniziato a registrare i primi segnali di ripresa dell’attività produttiva, anche se le limitazioni agli spostamenti internazionali producono effetti negativi su trasporti aerei e turismo.Anche gli indicatori congiunturali italiani di maggio catturano i primi segni di ripresa dei ritmi produttivi dopo le marcate contrazioni registrate a marzo e aprile. A maggio sono aumentate le esportazioni extra-Ue mentre a giugno il miglioramento della fiducia appare generalizzato tra i settori economici.I dati su redditi, consumi e mercato del lavoro sembrano riflettere gli effetti delle politiche di contrasto alla crisi segnando, nel primo trimestre, un calo del reddito disponibile delle famiglie nettamente meno ampio rispetto a quello del Pil nominale e un deciso aumento della propensione al risparmio.A maggio, si rileva una significativa crescita delle vendite al dettaglio, con un parziale recupero degli acquisti di prodotti non alimentari. Prosegue invece la progressiva erosione dell’occupazione, seppure a ritmi moderati, mentre aumenta il numero di persone in cerca di lavoro.

Commissione europea: Pil Italia 2020 tagliato a -11,2%, stima peggiore dell’intera UE

Riviste al ribasso le previsioni di crescita dell’Italia da parte della Commissione europea. Presentando le previsioni estive, Bruxelles indica per il 2020 un Pil a -11,2% rispetto al -9,5% previsto lo scorso mese di maggio, mentre nel 2021 è attesa una crescita del 6,1% rispetto alla precedente stima pari a +6,5 per cento. Se si guarda all’intera Unione europea, è la previsione peggiore per il 2020 dell’area.

Italia: vendite al dettaglio rimbalzano a maggio, grazie al recupero dei beni non alimentari

Rimbalzo dei consumi in Italia con la fine progressiva del lockdown e la riapertura dei negozi di ogni genere. Secondo la stima preliminare dell’Istat, le vendite al dettaglio hanno registrato a maggio un aumento del 25,2% rispetto al mese prima. A determinare la variazione positiva sono state le vendite dei beni non alimentari, cresciute del 66,6%, in parziale recupero dopo i forti cali registrati nei due mesi precedenti, mentre quelle dei beni alimentari sono diminuite dell’1,6%, per la prima volta dallo scorso agosto.Su base annua, si evidenzia una flessione delle vendite dell’11,9%, a causa soprattutto dal calo delle vendite dei beni non alimentari (-20,6%).Tra le differenti forme distributive, l’e-commerce registra una ulteriore e forte accelerazione, confermandosi come l’unico settore in crescita in termini tendenziali.

Piazza Affari termina in rialzo: Ftse Mib sale oltre la soglia dei 20.000 punti trainato dai bancari

La settimana è iniziata con il piede giusto per Piazza Affari che si è unita al coro di rialzi in Europa. Sui mercati si è respirato un maggior ottimismo sulla ripresa dell’economia dopo il balzo registrato dalla Borsa di Shanghai. Un andamento positivo a Wall Street dopo il lungo weekend festivo, con dati migliori del previsto sul settore servizi Usa, ha dato un’ulteriore spinta agli scambi. In questo clima, l’indice Ftse Mib ha chiuso con un progresso dell’1,55% oltre la soglia psicologica dei 20mila punti, a 20.031,86, sostenuto dalle banche.I migliori titoli del paniere principale sono stati infatti i bancari: Banco Bpm, Unicredit e Ubi Banca hanno conquistato la vetta con un balzo intorno ai 4 punti percentuali. Oggi è partita l’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Su questo fronte, Cà de Sass, nella nota di risposta a quanto evidenziato venerdì scorso dal cda di Ubi Banca che ha bollato come ‘non conveniente’ l’Ops, ha precisato che la fusione è uno degli strumenti per massimizzare la creazione di valore dell’operazione, ma anche in assenza della stessa gli obiettivi strategici e le sinergie sono in larga parte conseguibili.Acquisti anche sui titoli ciclici, tra cui spicca Leonardo con un +2,5%. Bene anche Fca che è salita di oltre l’1% dopo che venerdì il Parlamento ha dato il via libera a un pacchetto di incentivi per incoraggiare le vendite di auto Euro6 e veicoli elettrici e ibridi. Più cauta Saipem che ha chiuso con un +0,80% dopo essere scattata in avanti del 2,7% in scia al contratto dal valore di circa 325 milioni di dollari, vinto da Petrobas per l’installazione di un sistema sottomarino.Tra i pochi segni meno del Ftse Mib, c’è quello di Hera che ha lasciato sul parterre oltre il 2%.

Auto: incentivi anche per le Euro 6 benzina e diesel. Federconsumatori: “Un buon inizio”

Un buon inizio la misura approvata dal Parlamento che rivede la normativa per gli incentivi all’acquisto di veicoli nuovi commenta Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari di autovetture, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus. “Estendere il bonus ai veicoli non elettrici – una delle proposte sostenute da Federauto in tutte le sedi istituzionali – è una prima boccata d’ossigeno per il settore, ma non può essere considerata esaustiva. In Francia il Governo ha varato un piano da 8 miliardi di euro, tutti per il settore automotive, articolato su interventi di politica industriale e di sostegno al mercato – è questa la strada maestra da seguire per non ritrovarci fanalino di coda in Europa”. “Siamo contenti che il Parlamento e il Governo abbiano voluto ascoltarci iniziando a parlare seriamente della crisi profonda che attraversa il settore. Continueremo ad interloquire con tutte le forze politiche, come fatto nelle ultime settimane, per avanzare le nostre proposte, al fine di addivenire ad una riforma complessiva per il rilancio del settore, anche attraverso un uso sapiente della leva fiscale come ulteriore incentivo alla ripresa. E occorrerà avere uno sguardo attento anche al settore dei veicoli commerciali leggeri e pesanti, che al momento non sono inclusi nel meccanismo incentivante e le cui vendite sono ormai al palo a causa della crisi” conclude De Stefani Cosentino.

Piazza Affari si unisce al coro di rialzi: Ftse Mib sale di oltre il 2% trainato dai bancari

La settimana comincia con guadagni di circa il 2% anche a Piazza Affari, che si unisce al coro di rialzi visto in avvio di scambi nel Vecchio continente. Il Ftse Mib si muove oltre la soglia psicologica dei 20mila punti, mostrando un rialzo di quasi il 2% a 20.125 punti trainato al rialzo dagli industriali capeggiati da FCA e dai bancari. Nel dettaglio, si contendono la vetta del listino principale di Piazza Affari UniCredit, che in questo momento sale di oltre il 4%, e FCA che guadagna il 3,78 per cento.Rialzi superiori al 3% anche per Banco Bpm e Ubi Banca. L’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca prevede un periodo di adesione fissato dal 6 al 28 luglio (estremi inclusi). Su questo fronte questa mattina Intesa Sanpaolo, nella nota di risposta a quanto evidenziato venerdì scorso dal cda di Ubi Banca, che ha bollato come ‘non conveniente’ l’OPS lanciata dalla banca guidata da Carlo Messina, precisa che la fusione è uno degli strumenti per massimizzare la creazione di valore dell’operazione, ma anche in assenza della medesima gli obiettivi strategici e le sinergie sono in larga parte conseguibili; in assenza di fusione verrebbe conseguito circa l’87% delle sinergie previste nel caso di fusione).Tra i titoli da seguire in giornata c’è anche Saipem (+2,71%) ha annunciato stamattina di essersi aggiudicata un contratto da Petrobras per l’installazione di un sistema sottomarino basato su riser rigidi relativo al progetto del campo pre-salt di Búzios, ad una profondità compresa tra 1537 e 2190 metri, al largo delle coste dello stato di Rio de Janeiro. Il contratto è del valore di circa 325 milioni di dollari statunitensi.Tra i pochi segni meno, c’è quello di DiaSorin e quello di Hera che cedono rispettivamente lo 0,58% e lo 0,35 per cento.

Recovery Plan, Gualtieri: ‘non perdere tempo, evitare fase di depressione economica

Il governo italiano ha agito per “contrastare i devastanti effetti economici dell’epidemia COVID-19” e ora “non vi è tempo da perdere” per evitare “una fase di depressione economica”. E’ quanto ha scritto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella premessa del Pnr (Piano nazionale di riforma), secondo quanto si legge nella bozza che l’ANSA ha anticipato.Il piano, emerge dalle indiscrezioni – ovvero il Recovery Plan che l’Italia presenterà a settembre e che sarà finanziato dai fondi del Recovery Fund -si baserà su tre pilastri: “modernizzazione del Paese, transizione ecologica e inclusione sociale e territoriale e parità di genere”.Le “notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo – ha scritto ancora Gualtieri, secondo quanto riportato dall’Ansa – devono essere utilizzate al meglio”.

BTP Futura, IG: ‘con tassi sottozero l’1 virgola potrebbe non bastare a investitori retail’

“La struttura è allettante soprattutto se detenuta fino a scadenza, per via del premio fedeltà. Ovviamente in un mondo con tassi sottozero a un investitore retail l’1 virgola potrebbe non bastare come rendimento, ma probabilmente non si rendono conto del mondo finanziario che li circonda. Certo che il rischio va di pari passo con il rendimento in questo caso, dato che il debito/Pil è previsto sfiorare il 200% nei prossimi due anni. Insomma, una scommessa nella scommessa”. Così Vincenzo Longo, Market strategist per IG sul BTP futura, dopo la comunicazione del Ministero dell’economia e delle Finanze sui tassi cedolari minimi.L’emissione partirà lunedì 6 luglio, per proseguire fino a venerdì prossimo, 10 luglio, ‘salvo chiusura anticipata’, come si legge nella nota del Mef.La serie dei tassi minimi cedolari garantiti è la seguente: “1,15% dal 1° al 4° anno; 1,30% dal 5° al 7° anno; 1,45% dall’8° al 10° anno. I tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento, e non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti. Inoltre, il tasso cedolare dei primi 4 anni resterà invariato, mentre in base alle condizioni di mercato potranno essere rivisti a rialzo solo i tassi successivi al primo”.

Morgan Stanley: “Aspettative in miglioramento per l’azionario europeo e per quello giapponese”

Gli esperti di Morgan Stanley Investment Management spiegano perché hanno recentemente rimosso il sottopeso alle azioni di Europa e Giappone, eliminando al contempo i sovrappesi su Treasury USA e beni di consumo primari

Il recente picco di volatilità, fotografato dall’indice VIX, che si è riportato in area 40 punti l’11 giugno scorso, conferma che i mercati sembrano ora riconoscere alcune preoccupazioni espresse nelle scorse settimane da Laura Biancato (Vice President, Portfolio Specialist) e Andrew Harmstone (Managing Director) del team Global Balanced Risk Control (GBaR) di Morgan Stanley Investment Management. I due esperti, infatti, segnalavano da un lato un mercato troppo ottimista alla luce del rischio di una seconda ondata di COVID-19 (in particolare negli USA) e, dall’altro, le debolezze dell’economia, come rivelato dal numero crescente di fallimenti negli Stati Uniti.

LE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE HANNO VALUTAZIONI MIGLIORI DELLE AZIONI

Di recente, l’esposizione ai titoli rischiosi dei portafogli da loro gestiti è stata ridotta, indirizzando allo stesso tempo il rischio verso regioni che si stanno dimostrando più prudenti sulla gestione e controllo del virus rispetto agli Stati Uniti, dove una seconda ondata di contagi è probabile che causi più disagi. I due professionisti di Morgan Stanley IM rivelano inoltre di aver rimosso i sottopesi all’azionario della zona euro e del Giappone, nonché all’high yield europeo sul lato obbligazionario. In parallelo, i gestori hanno eliminato i sovrappesi ai titoli di stato USA, ai beni di consumo primari e alle azioni brasiliane. Più in generale, nell’ambito dei titoli rischiosi, i due esperti preferiscono il credito alle azioni: nonostante la loro analisi indichi che le obbligazioni societarie non siano economiche, queste mostrano infatti valutazioni comunque migliori rispetto alle azioni.

I PUNTI DI FORZA DELL’AZIONARIO EURO…

Nell’azionario dell’eurozona, spiegano Biancato e Harmstone, l’industria del turismo europea sta ripartendo più velocemente rispetto alle previsioni, con un possibile impatto meno grave del previsto sul PIL. I controlli sul virus più prudenti riducono inoltre il rischio di una nuova escalation dei casi di COVID-19, mentre la risposta politica e monetaria è stata coordinata e solida: basti pensare al Recovery Fund dell’UE da 750 miliardi di euro e all’estensione, almeno alla metà del 2021, da parte della BCE del programma di acquisto per l’emergenza pandemica. L’esposizione dell’Europa ai titoli ciclici, ad oggi un elemento negativo per la regione, potrebbe trasformarsi in un fattore favorevole durante l’eventuale ripresa: gli analisti possano rivelarsi eccessivamente ribassisti sulle attese degli utili europei.

…E QUELLI DELL’AZIONARIO GIAPPONESE

A favore dell’azionario giapponese giocano invece, secondo Biancato e Harmstone, oltre agli stimoli monetari e fiscali alla pari con altri mercati sviluppati, il fatto che il paese sembra ora avere misure credibili per contenere il virus. Dal punto di vista dei fondamentali, invece, il rapporto P/E sugli utili delle azioni giapponesi attesi per il 2021 risulta essere più conveniente di quanto non lo fosse alla fine del 2019, mentre la resilienza dei dividendi è assicurata dal fatto che più della metà delle società giapponesi ha una posizione di cassa positiva, rispetto a circa il 20% delle società negli Stati Uniti e in Europa.

L’HIGH YIELD EUROPEO DOVREBBE RESTARE STABILE

L’high yield europeo dovrebbe rimanere stabile intorno ai livelli attuali secondo l’analisi dei due esperti. Infatti, il rapporto dello spread tra l’high yield USA e l’high yield dell’UE tende ad essere stabile (è stato così anche durante la crisi COVID-19). Gli spread statunitensi ed europei si sono di fatto ridotti e quelli USA continueranno a ricevere un notevole supporto grazie all’operato della banca centrale, suggerendo un mantenimento della relazione nei mesi a venire.

PERCHÉ ESSERE NEUTRALI SU TREASURY USA E AZIONARIO BRASILIANO

Gli esperti di MSIM ritengono che i Treasury statunitensi a 10 anni evidenzino valutazioni vicine all’essere eque, giustificando così il passaggio da sovrappeso a neutrale alla ricerca di ulteriori fonti di rendimento. Stessa valutazione in merito ai beni di consumo primari che, sebbene continueranno a generare utili stabili, risultano anch’essi scambiati a valori equi sulla base delle valutazioni del team. Infine, per quanto riguarda il passaggio da sovrappeso a neutrale sulle azioni del Brasile, Biancato e Harmstone specificano: “La combinazione del forte rally dell’azionario brasiliano e del crescente rischio di un nuovo lockdown ci ha portato a chiudere questa posizione tattica”.

Payrolls Usa galvanizzano le Borse (+2,88% il Ftse Mib), ma dati nascondono 4 rischi a breve per gli Usa

Giovedì da incorniciare per i mercati azionari con la sponda del balzo delle payrolls Usa. Il Ftse Mib, che già prima dei dati Usa viaggiava in deciso rialzo, ha portato i rialzi a quasi il 3 per cento nel pomeriggio andando a chiudere a ridosso della soglia dei 20mila punti (+2,88% a 19.886 punti).
Negli Stati Uniti sono stati creati 4,8 milioni di posti di lavoro a giugno. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro Usa (con un giorno di anticipo rispetto al solito per via della festività di domani), le buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non-farm payrolls, sono aumentate di 4,8 milioni di unità, accelerando il recupero di maggio, pari a +2,7 milioni di posti (dato rivisto da +2,5). Il consensus indicava un aumento minore pari a +3 milioni di unità. Il tasso di disoccupazione risulta dell’11,1%.Ronald Temple, Head of US Equities di Lazard Asset Management, ritiene che si avrà una riduzione della disoccupazione entro la fine dell’anno, ma si stanno sviluppando quattro rischi a breve termine per il mercato del lavoro: 1) L’aumento delle infezioni COVID-19 sta costringendo a mettere in pausa o addirittura a invertire i processi di riapertura. 2) I fondi del Paycheck Protection Program per i primi destinatari si stanno esaurendo. 3) Le indennità di disoccupazione saranno ridotte a milioni di lavoratori senza lavoro alla fine di luglio, e 4) i governi statali e locali sono costretti a continuare a tagliare i posti di lavoro per bilanciare i loro budget. Se queste sfide non vengono affrontate con urgenza, la ripresa potrebbe essere più lenta e irregolare del necessario.”

A Milano euforiche le banche, bene anche FCA

Sul parterre di Piazza Affari la seconda seduta del mese di luglio ha visto le banche grandi protagoniste con Unicredit arrivata a guadagnare il 5,62%, seguita da Banco BPM con un rotondo +5%. Balzo del 3,69% per Intesa Sanpaolo che lunedì vedrà il via dell’OPS su UBI Banca.
Sponda al settore bancario Ue anche dalle indicazioni della Bce sul fronte aggregazioni. La Bce ha pubblicato ieri una guida in cui chiarisce che non sarà necessariamente richiesto capitale addizionale alle entità risultanti da fusioni. La Bce non intende quindi chiedere requisiti patrimoniali più alti per le fusioni nel settore bancario nella zona euro. Edouard Fernandez-Bollo, membro dell’Ssm della Bce, spiega in un post pubblicato ieri che l’atteggiamento favorevole alle aggregazioni è dettato dalla situazione di eccesso di capacità produttiva in Europa e dalla bassa redditività che esprime il settore.
Seduta in forte rialzo anche per Fca (+2,42% a 9 euro) all’indomani dei dati sulle immatricolazioni in Italia per il mese di giugno. Secondo i dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a giugno le immatricolazioni di auto in Italia sono state 132.457, ovvero il 23,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Per il gruppo guidato da Mike Manley il mese scorso è stato archiviato con una flessione di circa il 25 per cento. Le notizie più confortanti arrivano da oltreoceano. FCA nel secondo trimestre segna un calo del 39% a/a negli Usa (mercato più importante per il gruppo, circa 30% dei volumi di FCA+PSA nel 2019) che può essere letto positivamente considerando che è il trimestre più impattato dal lockdown. “Il miglior andamento in termini relativi delle immatricolazioni in US rispetto all`Europa (più penalizzata dal lockdown) permette quanto meno di beneficiare di un mix geografico e di prodotti favorevole nel trimestre più difficile dell’anno”, conferma Equita SIM. Indicazioni confortanti in ottica prospettica perchè il gruppo sottolinea il positivo andamento degli ordini per le flotte nei prossimi mesi e della crescita delle vendite online (salite al 20% vs 1% dell`anno prima).
Sempre tra le big auto si segna il +2,28% di Ferrari su cui Goldman Sachs ha confermato buy indicando i dati sugli ordini la variabile chiave da guardare in questo frangente.

Industria: CsC, ulteriore recupero della produzione a giugno

ll CSC rileva una diminuzione della produzione industriale del 18,9% in giugno sullo stesso mese dell’anno precedente e del 29,1% in maggio sui dodici mesi. In termini congiunturali, ovvero rispetto al mese precedente, si è avuto un rimbalzo del 3,9% in giugno, dopo +32,1% rilevato in maggio. Gli ordini in volume sono diminuiti del 34,6% annuo in giugno (+6,3% sul mese precedente) e del 48,5% in maggio (+13,7% su aprile). Nel secondo trimestre si accentua la caduta dell’attività (-21,6% dopo -8,4% nel primo). “La domanda restadebole, in particolare quella estera, sulla quale continua a pesare la diversa tempistica nella diffusione del virus nel resto del mondo (in questa fase risultano più penalizzate le esportazioni italiane in USA e Sud America)”, sottolinea Confindustria.

Piazza Affari: ribassi diffusi a metà seduta, non per Nexi. Attesa per Adp

Dopo un avvio in leggero rialzo, Piazza Affari torna a imboccare la strada dei cali come accade nel resto d’Europa. A metà seduta l’indice Ftse Mib segna un calo di oltre l’1,8% a 19.027 punti. Sui mercati prevale ancora una certa cautela tra le speranze per la ripresa economica (alimentata da alcuni dati macro, tra cui le vendite al dettaglio tedesche) e tra i timori per il continuo aumento dei casi di coronavirus.Sul fondo del listino Banco Bpm (-3,54%) al centro dei riflettori per le indiscrezioni stampa circa una business combination con Mps. Equita giudica al momento “lo scenario di un’aggregazione fra Banco Bpm e Mps molto prematuro visto che Mps deve completare il piano di derisking annunciato ieri entro fine anno”. Certo è, aggiungono gli esperti, che “post cessione degli 8 miliardi di euro di Npe ad Amco – con un Npe ratio al 4% e un Cet1 di 11%, Mps diventa un target di M&A molto più appetibile rispetto al passato”. Sotto pressione anche gli industriali, con cali superiori al 3% per Atlantia, Pirelli e Cnh Industrial. Tra i migliori del listino spicca Nexi che sale di oltre l’1%. Ieri la paytech e Intesa Sanpaolo hanno ottenuto le necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti e quindi hanno perfezionato oggi l’accordo strategico, firmato lo scorso dicembre riguardante i sistemi di pagamento.Nel pomeriggio dagli Stati Uniti giungeranno il sondaggio Adp sulla variazione degli occupati, come anticipazione dei dati sul lavoro che verranno pubblicati domani (un giorno prima per la festività di venerdì), oltre che l’Ism manifatturiero. In serata la Fed pubblicherà i verbali dell’ultima riunione.

Italia: Pmi manifatturiero migliora a giugno a 47,5, in recupero da maggio

Sebbene il declino continui a rallentare ulteriormente per via dell’allentamento delle misure restrittive per contrastare la diffusione della pandemia globale, continua a contrarsi a giugno il settore manifatturiero italiano. Stando ai dati forniti da Ihs Markit, l’indice Pmi manifatturiero ha registrato a giugno 47,5, segnalando il ventunesimo mese consecutivo di contrazione dello stato di salute del settore manifatturiero italiano. L’indice è, tuttavia, migliorato da 45,4 di maggio, mostrando il più debole tasso di declino in quattro mesi.In uno scenario che resta incerto, Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, segnala che “è incoraggiante osservare come è migliorato ancora una volta l’ottimismo delle aziende campione per quanto riguarda l’anno prossimo raggiungendo il livello più alto in quasi cinque anni. Malgrado l’ottimismo delle aziende sta andando verso la giusta direzione e la contrazione stia rallentando, la strada verso la ripresa del settore manifatturiero è ancora piena di ostacoli, con la domanda che deve migliorare notevolmente prima che si ritorni ad una crescita significativa”.

Asta BTP fa l’en plein, tassi in calo nell’ultima asta del semestre

Il Tesoro ha allocato oggi BTP a 5 e 10 anni, insieme al CCTeu, per 7,75 miliardi, al massimo del range previsto. Nel dettaglio collocati 3 miliardi di euro del BTP a 5 anni (range era 2,5-3 mld) con la domanda che ha superato i 3,9 mld,. Il rapporto di copertura pari a 1,31 rispetto a quello di 1,40 di un mese fa.Il Btp a 5 anni è stato allocato al rendimento dello 0,68%, in calo rispetto allo 0,91% di un mese fa.L’asta di Btp odierna ha visto il Tesoro allocare anche il Btp a 10 anni con scadenza dicembre 2030 per 2,2 mld al tasso medio dell’1,28% e anche un altro decennale con scadenza agosto 2030 per 1,292 mld al tasso dell’1,20% con bid to cover del 2,07%. I due titoli decennali sono stati emessi all’interno di un intervallo di offerta congiunto compreso tra 2.500 e 3.500 milioni.Infine, allocato il CCT EU con scadenza dicembre 2023 per 1,25 mld. La domanda è stata di 2,18 mld con un rapporto di copertura di 1,74. Il rendimento di assegnazione del CCTeu è stato dello 0,56%.

Italia: inflazione a giugno (preliminare) rimane negativa a -0,2% su base annua

Inflazione negativa in Italia per il secondo mese consecutivo. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione
dello 0,2% su base annua (come nel mese precedente).A determinare l’inflazione negativa per il secondo mese consecutivo, spiega l’Istat, sono i prezzi dei Beni energetici (-12,1%) che confermano flessioni molto ampie. I prezzi dei Beni alimentari continuano invece a crescere (+2,5%), con un’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,7% a +1,5%). A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei Tabacchi (+3,0%) e dei Servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei Beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei Beni energetici.

Piazza Affari perde quota, i titoli del Ftse Mib sotto pressione oggi. Si salvano solo due big

Piazza Affari arranca nella seconda seduta dell’ottava. Il Ftse Mib, reduce dal rally della vigilia, cede lo 0,83% a 19.286 punti. Ieri sui mercati era ritornato l’ottimismo con i nuovi casi negli Stati Uniti scesi sotto i 40.000 giornalieri per la prima volta negli ultimi giorni e si spera che misure come l’applicazione forzata delle maschere possano aiutare a limitare la diffusione del virus. Oggi buone indicazioni dalla Cina con il miglioramento dei sondaggi PMI manifatturieri (50,9) e non manifatturieri (54,4) a giugno.

Banche in ritirata, Mediobanca la peggiore dopo lettera Bluebell

Tra i settori in affanno oggi spiccano le banche con oltre -2% per Banco BPM che ieri era stata la migliore con un sonante +6%. Oltre -1,2% per Unicredit.
L’altra big Intesa Sanpaolo scende dell’1% a 1,685 euro. L’ufficio Studi di FinanzaOnline rimarca che il titolo Intesa Sanpaolo rimane inserito in una fase laterale di breve compresa tra 1,7352 euro e 1,3672 euro. Il break di questi livelli potrebbe aprire o verso 1,8128 euro (38,2% di Fibonacci), oppure verso 1,546 euro.

Riflettori oggi sul titolo Mediobanca che cede oltre il 3% in area 6,32 euro, peggior performer al momento sul Ftse Mib. Ieri il titolo era stato tra i migliori di Piazza Affari con +4,4%. Sulla stampa emerge una lettera inviata a Mediobanca da Bluebell Partners. La società di gestione londinese presieduta da Francesco Trapani (ex Bulgari) e che annovera due partner italiani Giuseppe Bivona e Marco Taricco sollecita la merchant bank di Piazzetta Cuccia a distribuire a tutti i soci un dividendo straordinario tramite azioni Generali, o che a tutti soci venga data la possibilità di comprare le azioni a un prezzo predefinito. Stando a quanto riportano Il Sole 24 Ore e Repubblica, la critica più incisiva contenuta nella lettera è quella che riguarda la partecipazione del 13% in Generali che assorbe troppo capitale (40% del Cet 1) e contribuisce in gran parte (39%) all’utile della banca.  Il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, in passato ha spiegato che parte della quota di Generali potrebbe essere sfruttata in futuro per una grande acquisizione nell’ambito del wealth management.

Vendite su Telecom e Diasorin

Fitte vendite anche su Telecom Italia che cede l’1,57% a 0,356 euro. Open Fiber, stando alle ultime indiscrezioni stampa, avrebbe chiesto a Telecom Italia 1,5 miliardi di euro di danni per un supposto abuso di posizione dominante. La maggiore tlc italiana a sua volta starebbe preparando azioni legali contro il concorrente.
Vittima delle vendite anche Diasorin (-1,41%) nonostante il lancio del nuovo test Liaison SARS-CoV-2 IgM, marcato CE e reso disponibile negli Stati Uniti attraverso la notifica di validazione presentata alla Food and Drug Administration (FDA), alla quale conseguirà la richiesta di autorizzazione all’uso di emergenza.

STM e FCA uniche big a salire

Tra i segni più spicca invece STM (+2,42%) in scia alle indicazioni arrivate da Micron Technology. La società americana leader nel settore delle memorie ha riportato risultati del terzo quarter (finito a maggio) con un fatturato pari a 5,4 mld di dollari (+14%) di poco superiore alle attese ($5,3 mld). La guidance di fatturato per quarto trimestre che chiuderà ad agosto è un range fra 5,75- 6,25 mld, con il mid-point a 6 mld (+23%) nettamente sopra le attese.
Lieve segno più per FCA (+0,34%).  Stando a quanto riporta il Giornale, la questione sollevata dall’antitrust europeo relativa alle quote di mercato nel segmento degli LCV potrebbe essere risolta vendendo una parte del business oggetto dell`indagine a CNH Industrial che ha una quota di mercato in Europa nettamente inferiore. Intanto Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato l’intenzione di procedere ad una emissione obbligazionaria benchmark denominata in Euro.

Limiti Bce: liquidità non è solvibilità. Ondata default in Italia, spread BTP-Bund dovrebbe valere più di 300′

Attenzione: liquidità non è sinonimo di solvibilità e l’ondata di liquidità che la Bce sta iniettando nel sistema finanziario dell’Eurozona non riuscirà a impedire, in tempi di COVID, una carrellata di nuovi default

“Italy’s Bonds Risk Battering From Torrent of Company Defaults”: è il titolo di un articolo scritto da James Hirai, pubblicato su Bloomberg, che lancia un chiaro allarme, sulla base di quanto viene paventato da alcuni analisti.
“La scorsa settimana lo spread BTP-Bund ha testato il minimo dallo scorso marzo”: tutto merito della Bce che, con i suoi strumenti (tra cui il PEPP, QE pandemico), sta sorreggendo le quotazioni di tutti i bond sovrani dell’Eurozona.Eppure – avverte Patrock Perret-Green,. responsabile della divisione di ricerca e strategia di AdMacro – i costi di finanziamento di Roma potrebbero esplodere se aumenteranno le società incapaci di rimborsare i loro debiti”Questo perchè, spiega Perret-Green, “la liquidità non è uguale alla solvibilità”. Di definizioni di liquidità ce ne sono diverse: ma, se facciamo riferimento alla liquidità contabile di una determinata azienda, per liquidità si intende la facilità con cui una società è capace di ottemperare ai propri obblighi finanziari con gli asset liquidi che ha a disposizione, e dunque l’abilità di far fronte ai debiti nel momento in cui essi scadono. Solvibilità è un’altra cosa: è la capacità di una impresa di ripagare i debiti di lungo termine – dunque non quelli di immediata scadenza -. La solvibilità, spiega ancora , è essenziale per garantire all’azienda di rimanere attiva nel business, dunque di sopravvivere. “Se è vero che una società ha bisogno anche della liquidità per prosperare e per rimborsare i suoi obblighi di breve periodo, una tale liquidità di breve periodo non dovrebbe essere confusa con la solvibilità. Una società che è insolvente spesso finisce per dichiarare bancarotta”.
Per questo l’esperto di ADMacro mette in guardia chi fa confusione tra questi due termini, ricordando tra l’altro che “il sistema bancario sclerotico (dell’Europa) detiene anche grandi quantità di bond governativi junk, ed è zavorrato da NPL (crediti deteriorati)”. In una situazione del genere, in cui a causa della crisi scatenata dal COVID diverse società potrebbero fallire, soprattutto nei settori del turismo, alberghiero e retail – a causa del pesante effetto del lockdown sulle loro attività – Perret-Green ritiene che lo spread BTP-Bund dovrebbe essere molto più alto dei livelli attuali, soprattutto se si considera che nel 2018, a seguito delle elezioni politiche e nel periodo in cui si formò successivamente il governo M5S-Lega, schizzò sopra la soglia dei 300 punti base. Ora, invece, oscilla attorno a quota 177, mentre secondo l’esperto dovrebbe valore molto più di quota 300.
Anche lui interpellato da Bloomberg Antoine Bouvet, strategist della divisione dei tassi di ING, ritiene che gli investitori stiano sottovalutando la probabilità di default dei debiti che hanno rating junk. Il timore dunque è che, nel momento in cui si comprenderà la portata “dei default delle aziende, si presenterà il rischio di un repricing degli asset”, dunque di una correzione. “Ciò irrigidirà le condizioni finanziarie, e potrà spingere la Bce ad agire (ancora)”.
Non tutti sono così pessimisti, visto che i mercati continuano a fare fiducia all’Italia, al punto che Roma è riuscita ad agttrarre più di 100 miliardi di euro con le sue offerte dei BTP a 10 anni. Tuttavia, se i BTP vengono acquistati, è anche e soprattutto perchè gli investitori stanno scommettendo sul Recovery Fund. Tuttavia, è stata la stessa numero uno della Bce, Christine Lagarde, a dire che un accordo potrebbe non essere trovato neanche in occasione del summit previsto per il mese di luglio. “E nel momento in cui si arriverà a un accordo su qualcosa, sarà probabilmente troppo tardi”.

Piazza Affari cavalca euforia delle banche, bene anche Telecom

Piazza Affari chiude in volata la prima seduta della settimana. Il rally di Wall Street ha aiutato Piazza Affari con il Ftse Mib che ha chiuso nei pressi dei massimi di giornata (+1,69% a 19.447 punti) con banche grandi protagoniste.Buone indicazioni dal fronte macro con le pending home sales balzate oltre le attese (+44,3% m/m) negli Usa a maggio.All’interno di un Ftse Mib spiccano infatti le banche: +4,4% per Unicredit e Mediobanca, ma la migliore è stata Banco BPM con +6%. Rialzo nell’ordine del 2,53% per Intesa Sanpaolo che tra una settimana vedrà il via dell’OPS su UBI Banca.Tra le blue chip molto bene anche ENI con +2,71%. Accelerazione sul finale anche per Telecom Italia a +2,58% che nel corso della scorsa ottava era stato tra i titoli più penalizzati. Continuano a susseguirsi voci contrastanti sul fronte rete unica con il rischio che la strada verso un accordo tra TIM, Enel e CDP risulti impervia.Giornata con segno più anche per Prysmian (+1,17%) che ha vinto la commessa per il corridoio SuedLink in Germania, il sistema in cavo interrato più lungo di sempre, dal valore complessivo di oltre 800 milioni di euro.Chiusura a oltre +3,5% per Nexi. Dall’1 luglio entreranno in vigore alcune misure governative di sostegno ai pagamenti digitali. In particolare, il tetto all’uso del contante scenderà da 3.000 a 2.000 euro per poi scendere ulteriormente a 1.000 euro da gennaio 2022. Inoltre, partirà un credito d’imposta del 30% sulle commissioni pagate da commercianti e professionisti che accettano transazioni con carte o altri strumenti elettronici. Dal punto di vista grafico, il superamento dei 16,91 euro, fornirà un interessante segnale rialzista.

Wall Street: Dow Jones spinto da Boeing, focus su Facebook e Twitter dopo stop pubblicità Starbucks

Wall Street contrastata, con il Dow Jones che punta verso l’alto, grazie all’effetto Boeing e di altre blue chip, accelerando al rialzo e salendo di quasi +1%, a 25.257 punti. Vira in territorio positivo lo S&P 500, che avanza dello 0,30%, a 3.016, mentre il Nasdaq è sotto pressione, e cede lo 0,25%, a 9.736 punti.Il titolo Boeing mette a segno sul Dow Jones un rialzo superiore a +5% dopo che la Federal Aviation Administration ha rilasciato alla compagnia aerea l’autorizzazione per riprendere i test sulla sicurezza dei suoi 737 Max.Sul Dow Jones guadagna anche Raytheon Technologies. Insieme, Boeing e Raytheon contribuiscono al rialzo dell’indice dei titoli industriali con 64 punti. Da segnalare che il movimento di 1 dollaro di qualsiasi titolo scambiato sul Dow Jones corrisponde a una oscillazione del listino di 6,86 punti.A Wall Street rimane una certa cautela, a causa dei timori legati al nuovo balzo negli States dei casi di coronavirus e dunque al rischio che l’economia Usa torni a chiudere.Gli investitori vedono sempre più concreto il rischio di una seconda ondata di contagi in tutto il mondo e, dunque, di una nuova quarantena -lockdown – per l’economia globale. Stando ai dati compilati dalla Johns Hopkins University, a livello mondiale le vittime sono salite a più di 500.000, mentre i casi confermati di persone infettate dal virus hanno superato la soglia di 10 milioni.Facebook in ribasso dopo che Starbucks ha annunciato lo stop alle pubblicità su tutte le piattaforme dei social media. Due giorni fa era stata Unilever a comunicare la decisione di dire alt alle pubblicità su Facebook e Twitter, fino alla fine dell’anno, accusando i social network di non aver lanciato misure sufficientemente efficaci contro i messaggi d’odio che spopolano sulle piattafiorme.Così Starbucks, nella nota: “Continueremo a discutere (della questione) internamente, con i nostri partner di media e con le organizzazioni per la tutela dei diritti civili, nell’intento di frenare il diffondersi dei messaggi d’odio, o anche hate speech”.

Borsa Italiana: al via l’Italian sustainability week

Al via oggi la prima edizione completamente digitale della Italian Sustainability Week di Borsa Italiana, un’evoluzione dell’Italian Sustainability Day, che giunge così alla sua quarta edizione. Dal 29 giugno al 3 luglio, 49 società, di cui 47 quotate e 2 non quotate, incontrano virtualmente 180 investitori provenienti da Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti in rappresentanza di 100 case di investimento domestiche e internazionali, in oltre 600 incontri individuali e di gruppo per discutere le proprie strategie di crescita sostenibile. In agenda oltre 100 incontri con analisti finanziari. Le 47 società quotate hanno una capitalizzazione aggregata pari a 287 miliardi di Euro e rappresentano circa il 55% dell’intera capitalizzazione dei mercati azionari italiani.“Borsa Italiana ricopre un ruolo fondamentale nel sostenere e implementare un ecosistema finanziario che promuova una crescita economica sostenibile e di lungo termine – ha Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana -. In qualità di infrastruttura globale dei mercati finanziari, siamo impegnati, da oltre quattro anni, nel facilitare il dialogo e il confronto tra le aziende italiane e gli investitori per la continua ricerca di nuove opportunità di finanziamento e creazione di valore su modelli di business sostenibili”. “Siamo stati la prima infrastruttura finanziaria di mercato al mondo a favorire lo scambio tra aziende, investitori ed intermediari su tematiche di ESG (Environment, Social, Governance) ed oggi annunciamo un nuovo primato: il lancio della Capital Markets Sustainable Finance Partnership, con l’obiettivo di alimentare e facilitare lo scambio di soluzioni innovative su tematiche di finanza sostenibile per il mercato italiano”, ha aggiunto Jerusalmi.

Piazza Affari: Ftse Mib tenta di reagire. I titoli da monitorare questa settimana

Piazza Affari si muove in territorio positivo, cercando di reagire ai recenti ribassi. Dopo poco l’avvio l’indice Ftse Mib sale dello 0,20% in area 19.200 punti, dopo che venerdì aveva chiuso con un calo di circa mezzo punto percentuale e archiviato l’ottava con una flessione del 2,52%. A due giorni dalla chiusura del semestre il bilancio a Piazza Affari rimane in profondo rosso con un calo intorno a -18%.
In questa settimana, si contrasteranno le forze rialziste del “window dressing”, ovvero la voglia di molti operatori di presentare rendiconti del primo semestre con performance più alte possibile, contro le spinte ribassiste alimentate dai timori per una seconda ondata di pandemia alla luce dei continui aumenti di contagi, soprattutto negli Stati Uniti. Stando ai dati compilati dalla Johns Hopkins University, le vittime sono salite a più di 500.000, mentre i casi confermati di persone infettate dal virus hanno superato la soglia di 10 milioni. Negli Stati Uniti, e in solo giorno, i nuovi contagi sono volati di oltre 45.000, proseguendo il trend rialzista degli ultimi giorni, che ha costretto alcuni stati come Texas e Florida a reintrodurre misure di contenimento.Graficamente, secondo SosTrader, i livelli chiave da monitorare sull’indice Ftse Mib sono 18.300 e 20.400 punti. Solo la perforazione di uno si questi due livelli potrà innescare un nuovo movimento direzionale.

Grecia batte Italia, i suoi bond fanno meglio dei BTP. Effetto distorsivo QE pandemico Bce. Ma Atene convince più di Roma

Il paese che più di tutti ha beneficiato del QE pandemico della Bce? Non è l’Italia, ma la Grecia. La risposta arriva direttamente dai dati relativi alla performance dei bond ellenici e dei BTP: gli acquisti della Bce hanno fatto scendere i tassi dei bond greci a 10 anni di ben il 69%, dal 4% di marzo all’1,25%. Nello stesso periodo di tempo, i rendimenti italiani decennali sono calati del 30%, all’1,35%.  Merito solo della Bce? In realtà non solo, secondo qualcuno, visto che Robert Tipp, responsabile strategist per gli investimenti e numero uno della divisione di bond globali per PGIM Fixed Income, fa notare che, tra l’Italia e la Grecia, ci sono anche differenze di natura fondamentale:
“Sebbene entrambi i paesi facciano fronte a diverse sfide, le loro prospettive di crescita e le loro rispettive traiettorie fiscali sono significativamente diverse. Questa divergenza tra il loro outlook fondamentale supporta la view di un trend di lungo termine che vede i bond greci fare meglio rispetto a quelli italiani”.Ma non tutti sono d’accordo. Antonie Bouvet, strategist senior dei tassi prestto ING, ritiene che la Grecia stia semplicemente beneficiando in modo più che proporzionale dell’effetto positivo dei BTP.  Ovvero? Il flottante del debito sovrano della Grecia (dunque il debito che gli investitori possono acquistare e vendere) è relativamente piccolo, diversamente da quello del debito sovrano italioano. Ciò significa che la Bce non deve alla fine fare grandi acquisti per causare un forte impatto di mercato”. Inoltre, continua Bouvet, “i termini del debito rimanente detenuto da istituzioni pubbliche come l’EFSF, (loEuropean financial stability facility, fondo che è stato utilizzato non solo per la Grecia, ma anche per il Portogallo e l’Irlanda) sono molto vantaggiosi, essendo caratterizzati da una lunga maturity e da bassi tassi di interesse. “Ciò significa che la Grecia non fa fronte a un rischio di rifinanziamento molto alto, ovvero di un ammontare di debito che è costretta a vendere ogni anno per rifinanziarsi, contrariamente al caso dell’Italia. E questo è tanto più vero se si considera che la Grecia è entrata in questa crisi con cuscinetti di capitali piuttosto sostanziosi, che hanno ridotto la necessità dello Stato di velocizzare le emissioni di debito così velocemente come l’Italia è stata costretta, invece, a fare”. Insomma, la Grecia beneficia della “combinazione di una domanda più alta (da parte della Bce) e da un’offerta di debito (sul mercato) più bassa se la si paragona a quella dell’Italia”, puntualizza ancoea Bouvet, che crede che questo “fenomeno continuerà fino a quando non assisteremo a una stabilizzazione dei deficit e alle vendite di debiti, fattori che dovrebbero permanere fino all’anno prossimo”.Dal canto suo Nick Wall, co-manager del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond Fund, Merian Global Investors, fa notare che il suo fondo “detiene sia debito greco che debito italiano”.“Siamo positivi su entrambi, visto l’impegno della Bce ad abbassare il livello aggregato reale dei rendimenti in Eurozona, e il modo più facile di farlo è attraverso il restringimento degli spread. Sebbene il PEPP (QE pandemico) sia un programma molto conosciuto, c’è una quantità enorme di altri interventi che sostengono i bond governativi italiani e greci, come l’abbassare le richieste di garanzie, il trattamento più generoso del trattamento dei debiti sovrani presenti nei bilanci delle banche e la garanzia credibile rappresentata dalla linea di credito pandemica del MES. Siamo anche incoraggiati dai progressi sul Recovery Fund che (se approvato) colmerebbe un grande biuco nell’architettura istituzionale dell’Eurozona”.Detto questo, “la performance della Grecia è stata eccezionale e, a nostro avviso, si spiega con alcuni fattori chiave. Primo, il modo in cui il governo ha gestito la crisi è stato molto forte – non solo ha permesso infatti all’economia della Grecia di riaprire velocemente e accettare turisti da paesi con un simile basso numero di casi, ma ha anche aumentato la fiducia degli investitori nel paese. Seconda cosa, l’illiquidità relativa dei bond ellenici è stata un’arma a doppio taglio: quando lìintero mondo ha domandato cash a ,marzo, l’assenza di mercato nel debito greco ha fatto sì che i titoli di stato ne facessero le spese. Ma con la liquidità che è tornata, grazie all’inclusione della Grecia nel PEPP, il debito greco ha riportato un forte rally”.
Tipp di PGIM Fixed Income sottolinea che, in ogni caso, “i bond italiani dovrebbero continuare a fare meglio dei Bund (tedeschi), grazie ai loro rendimenti più alti e al sostegno della Bce, e nonostante il deterioramento del loro debito. Nel corso del tempo, tuttavia, i bond italiani dovrebbero far fronte a una maggiore turbolenza a causa dell’instabilità politica del paese, i risultati economici deboli e la difficoltà di riuscire a controllare il peso del loro debito. La Grecia, dall’altro lato, dovrebbe recuperare più velocemente dalla crisi del Covid-19, e tornare al sentiero del miglioramento dei suoi fondamentali, guadagnando alla fine anche upgrade sui rating”.

Quando il NEW NORMAL non è nemmeno troppo new

La situazione non è certo cambiata in una settimana, ma tanto per riprendere un po’ coscienza della situazione, vi lascio le brillanti proiezioni sul PIL 2020 by FMI dove l’Italia risulta essere il brillante fanalino di coda.Ovviamente il contraltare è l’assurda capitalizzazione dei mercati che come sapete è correlata allo stimolo monetario. Guardate questo curioso grafico che ho creato. Se ci guardiamo indietro, quantomeno da quando le banche centrali sono diventate determinanti e quindi dal default di Lehman Brothers, notiamo che la stessa FED ha già raggiunto proprio in quell’ambito un rapporto percentuale tra bilancio FED e capitalizzazione SP500 che si aggirava sul 30%. Tenete conto che in quell’ambito, l’interventismo della FED è stato estremamente importante per tenere a galla il sistema. Ed anche in altre occasioni ci siamo avvicinati ai valori attuali, ovvero ad un rapporto del 27%. Quindi, a conti fatti, malgrado l’impressionante impatto delle banche centrali, il new normal è nemmeno troppo new.

SP500: capitalizzazione mercato e bilancio FED

E banche centrali iper espansive, con compressione dei tassi al ribasso, non ha che contribuito ad aumentare il volume del debito, con scadenze sempre più lunghe, a tassi sempre più bassi. MA con quale qualità del credito?

Quindi sembra sempre più netto i connubio banche centrali e mercati. Ma c’è quella slide in apertura che grida vendetta. O forse ci ricorda quando detto da un famoso economista.

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