Once Upon a Time in Italy 2.0

Eccoci a un altro appuntamento che riteniamo necessario per aggiornare la situazione anche sul nostro FTSEMIB.

Avevamo un articolo del 9 Marzo 2019 Once Upon a Time in ITALY nel quale chiudevamo con una frase bene-augurante :

Once Upon a Time in Italy FTSEMIB 40500

C’era una volta in Italia FTSEMIB 40500

Oggi , quell’articolo è stato chiuso, per facilitare la lettura , dopo 9 mesi e +3600 punti da parte del nostro FTSEMIB e i nuovi aggiornamenti saranno ovviamente in questo articolo/analisi aperto oggi : Once Upon a Time in Italy 2.0

A distanza di 4 anni  (2015-2019) il nostro FTSEMIB si trova nuovamente molto prossimo alle forti resistenze 24200-24500 .

ftsemib

Il nostro FTSEMIB come tutti ben sapete  , lateralizza da ben 10 anni  all’interno di :

un box 12200/1250024200/24500 .

L’ultima volta che vi facemmo notare una situazione di laterale interessante decennale fu per STM (e in generale per il settore dei Semiconduttori ) quando cioè STM navigava a 3,5-5,5 euro e poi sappiamo tutti dove è arrivata . Sapete tutti dell’importanza che diamo a quell’analisi guida ( e anche ad altre ma questa è legata al nostro listino per cui la citiamo) e quindi non ci ripetiamo (per chi ci leggesse per la prima volta può approfondire qui : STM: Our Best Arrow in the Quiver)

ftsemibinculoaibifolchidicivitella

Rispetto a Marzo 2019 i 24200/24500 si sono sensibilmente avvicinati e dal 20 Agosto 2019 siamo passati da 19800/20180 a 24003 con un rialzo esplosivo come ipotizzato nell’articolo che conoscete Explosive rise coming up ?.

Il nostro Indice al momento è ben sopra 19755 LIVELLO CHIAVE HFT RADICE 755 ( per chi volesse approfondire ecco l’articolo Effetto Domino sui Mercati 2.0 ) e sopra 23048 livello chiave di riferimento che separava il long e lo short (di medio) , quindi in una situazione positiva.

Il close della seduta prima delle feste è stata a 23898 punti (non abbiamo ancora battuto quei 24200 FTSEMIB = 24200 NIKKEI = 14200 DAX ipotizzati nell’articolo che sapete Explosive rise coming up ? solo il NIKKEI con un top a 24169 ci è arrivato ) e questo negli ultimi 5 anni è il secondo tentativo di superare quel “muro” dei 24200/24500 (il terzo in 10 anni) e fino a quando siamo sopra :

FTSEMIB 23048=3048 S&P= 13048 DAX=23048 NIKKEI non c’è nessun problema.

Che 24200/24500 sia un valore importante (dopo ben 3 respinte in 10 anni)...e che “l’accumulo” sul nostro Indice da parte delle Mani Forti sia in atto nella fascia 12200/1250024200/24500 è evidente , ma dopo 10 anni di laterale…..le possibilità che questa coppia di resistenze ceda il passo in futuro al nostro Indice sono molte.

E se ciò accadesse avremmo l’ennesima conferma………che :

l’analisi di STM possa essere ancora un FARO STM: Our Best Arrow in the Quiver visto che i target rialzisti per STM sono ben altri e molto più ambiziosi di quanto siano stati i più che soddisfacenti target raggiunti fino ad oggi.

Se STM tornerà infatti (dopo avere perfettamente raggiunto 24/26 euro ) a 31/33/35 e poi a 55/65 come può questa coppia di resistenze a 24200/24500 in futuro non cedere sul FTSEMIB ?

Ovviamente attenderemo risposte dai Giostrai…che comandano il Mondo con gli HFT , per avere così modo di piazzare altri tasselli del puzzle che stiamo componendo con le nuove analisi di fine anno per cercare di anticipare il prima possibile nuovi trend di lungo termine ,come già fatto in molte occasioni negli anni passati.

La Sfida agli algoritmi degli HFT non si ferma mai.

Good Luck !

ftsemibinculoaibifolchidicivitella

AGGIORNAMENTO  16 MAGGIO 2024

FTSE MIB 35.490,00

FTSE MIB 34.665,00 top 24-04-2024

FTSE MIB 34.953,00 top 01-04-2024

Immagine 2024-05-15 140443

Immagine 2024-05-03 084721

AGGIORNAMENTO  24 APRILE 2024

FTSE MIB 34.665,00 top 24-04-2024

FTSE MIB 34.953,00 top 01-04-2024

Immagine 2024-04-12 105937

AGGIORNAMENTO  1 APRILE 2024

FTSE MIB 34.953,00 top 01-04-2024

Immagine 2024-02-16 095755

Immagine 2024-02-16 095755

Immagine 2024-02-16 095755

Immagine 2024-02-16 095755

Immagine 2024-03-13 144333

Immagine 2024-03-06 134302

Immagine 2024-02-23 113849

Immagine 2024-02-22 091350

Immagine 2024-02-22 084314

Immagine 2023-12-06 081831

FTSEMIB

AGGIORNAMENTO  21 GENNAIO 2022 

FTSE MIB 28.224,00 top 5-01-2022 

PIL giù e inflazione su, il caro bollette ferma già l’economia italiana

Il caro bollette a gennaio ha già fatto ripiegare l’economia italiana, che rischia di cadere in recessione. E si teme una spirale dei prezzi.

di , pubblicato il 

I numeri dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti (Arera) in audizione al Senato sono scioccanti: nel primo trimestre di quest’anno, gli aumenti su base annua delle utenze domestiche sono stati del 131% per la luce e 94% per il gas. Il caro bollette sta devastando i bilanci delle famiglie e il peggio non sarebbe finito. Secondo le stime di Confcommercio, l’inflazione a febbraio salirà al 5,6% dal 4,8% di gennaio, che era già il dato più alto dall’aprile del 1996. E il mese scorso, il PIL risulterebbe essere sceso dell’1% su dicembre, crescendo del 4,2% su base annua, in forte rallentamento dai mesi precedenti.

L’economia italiana si starebbe sostanzialmente fermando. Anzi, rischia di cadere in recessione, alla quale del resto è ancora più vicina la Germania, la cui variazione congiunturale del PIL è stata negativa già nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha paventato il rischio di una rincorsa tra salari e inflazione, la classica spirale “futile” di cui abbiamo conoscenza per quanto accadde negli anni Settanta e primi anni Ottanta.

Caro bollette e aumenti degli stipendi

Eppure, il caro bollette difficilmente potrà essere schivato dalle aziende in sede di rinnovo dei contratti. Con un’inflazione al 5-6%, gli stipendi non potranno che aumentare ben più che nel recente passato. Molto varierà da settore a settore. I più colpiti dall’inflazione avranno maggiori difficoltà a piegarsi alle rivendicazioni sindacali, mentre i settori beneficiati dal rialzo dei prezzi dell’energia potranno permettersi anche ritocchi all’insù consistenti delle buste paga. Il resto lo farà il potere negoziale dei sindacati. Con un tasso di disoccupazione al 9% e un’occupazione poco sopra il 58%, la forza dei lavoratori è relativamente scarsa.

Resta il fatto che il potere d’acquisto sia stato falcidiato nell’ultimo anno e la corsa dei prezzi non si arresterà probabilmente entro pochi mesi. Spetta alle banche centrali tenere a bada le aspettative d’inflazione, altrimenti la spirale salari-prezzi non potrà che innescarsi. Non puoi chiedere a un lavoratore di restare in azienda con lo stesso stipendio dell’anno prima, a fronte di un costo della vita almeno del 5% più alto. Il caro bollette minaccia non solo la crescita del PIL, bensì anche la pace sociale. Il governo potrà fare ben poco. Impossibile pretendere che continui a sterilizzare gli aumenti di luce e gas, tant’è che già sta studiando come attutirli per le sole categorie più deboli. Peraltro, in una fase di rialzo dei tassi di mercato non è più possibile immaginare misure in deficit a copertura dei costi sostenuti dal settore privato. Già l’impatto dell’alta inflazione sul Pnrr richiede a Roma e Bruxelles altri 10 miliardi di euro per attuare lo stesso identico programma varato solamente un anno fa.

L’Italia è “buy” con il tandem Draghi-Mattarella, favoriti i titoli bancari con il calo dello spread

Secondo Bank of America, il secondo mandato di Mattarella conferma l’importanza di una politica saldamente ancorata all’Europa, e Draghi rappresenta una garanzia per i negoziati con Bruxelles. Preferenza in particolare per il titolo Intesa

 di Virgilio Chelli  31 Gennaio 2022 – 10:37
financialounge - news
La rielezione del presidente Mattarella, con la guida del governo che resta saldamente in mano a Draghi, è una buona notizia per i mercati, in uno scenario che conferma il quadro politico anche per tutto il 2022 con l’implementazione del Next Generation UE. Gli esiti politici del passaggio quirinalizio massimizzano la possibilità di un dibattito dall’esito positivo a livello europeo, con Draghi al tavolo dei negoziati, e allo stesso tempo l’avanzamento del Next Generation sui binari giusti. Non si può escludere qualche ritocco nella composizione del governo, ma lo scenario indica che si dovrebbero evitare elezioni prima del 2023.

RUOLO CHIAVE DELLA POLITICA

È la valutazione a caldo dopo il weekend che ha sbloccato la successione alla presidenza della Repubblica contenuta in una research di BofA, a firma di Alberto Cordara, che ha anche confermato il ruolo chiave della politica per quanto riguarda la direzione di azioni e bond italiani. La politica ha sempre giocato un ruolo chiave sulle decisioni degli investitori sugli asset finanziari italiani per la centralità del tema del debito pubblico e anche per le tensioni con l’Europa che sono emerse con ricorrenza in passato, come in occasione dell’avvento di un governo populista nel 2018 che aveva portato a turbolenze di mercato, mentre l’arrivo di Draghi alla guida del governo è stato uno dei fattori chiave che hanno consentito il forte apprezzamento degli asset finanziari italiani.

SOVRA-PERFORMANCE DESTINATA A PROSEGUIRE

Per questo, secondo l’analisi di BofA, la sovra-performance finanziaria italiana è ora destinata a continuare, inducendo la grande banca globale ad assegnare un rating BUY a tutti gli asset finanziari italiani coperti, nella convinzione che continueranno a sovra-performare. Il motivo, spiega ancora BofA, è che l’Italia è un beneficiario molto importante dei programmi della UE, il che si aggiunge al fatto che le sofferenze bancarie si sono ridotte drasticamente oltretutto con una quota importante dei prestiti a rischio delle PMI italiane coperta dalla garanzia dello Stato. BofA cita inoltre la forte sensibilità dei titoli bancari ai tassi di interesse, per cui si aprono spazi per ulteriori tagli dei costi.

INTESA GIUDICATA BEST PICK

BofA crede anche che la crescita dell’industria italiana del risparmio gestito sia destinate a continuare sostenuta dall’ampia base di risparmio, a cui non corrisponde ancora un impiego adeguato in investimenti. In particolare, BofA continua a prediligere Unicredit, ma indica Intesa Sanpaolo al primo posto nella sua lista di best pick europei. A supporto della preferenza per Intesa, BofA cita la forza del management, il potenziale di importante distribuzione di capitale agli azionisti con dividendi e buyback, la redditività in continuo miglioramento grazie proprio alle commissioni che arrivano dal risparmio gestito. Il tutto incorniciato nel nuovo business plan che rappresenta un forte catalizzatore di crescita a breve termine.

Imprese: 332mila nuove iscrizioni nel 2021, non ancora ai valori pre-pandemia

Il miglioramento delle prospettive dell’economia viene confermato dai dati sulla creazione di nuove imprese ma non siamo ancora tornati ai valori precedenti alla pandemia. È quanto si apprende da registro delle imprese delle Camere di commercio, l’anagrafe ufficiale delle imprese italiane. Secondo Movimprese – l’analisi statistica realizzata da Unioncamere e InfoCamere – il 2021 si è chiuso con un ritrovato slancio delle attività imprenditoriali che, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare 332.596 nuove iscrizioni (il 14% in più rispetto all’anno precedente). Dopo la frenata imposta nel 2020 dal lockdown e dalla fase acuta dell’emergenza Covid, il rimbalzo della natalità non ha però coinciso con un pieno recupero del dato pre-pandemia, mantenendo un gap di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e di circa 50mila in meno rispetto alla media del decennio ante-Covid.“I risultati dell’analisi – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – mostrano che l’andamento delle iscrizioni è certamente correlato alle prospettive dell’economia ma anche determinato da andamenti settoriali diversificati e dalle politiche di aiuti pubblici. Appare poi incoraggiante il significativo contributo dato dalle regioni del Mezzogiorno alla crescita del tessuto produttivo”.

Italia, tra i CEO prevale l’ottimismo: per l’89% sarà un 2022 di crescita economica

Nonostante i numerosi venti contrari, dovuti soprattutto alla pandemia COVID tuttora in corso, i CEO a livello globale non sono mai stati così ottimisti negli ultimi 10 anni rispetto alle prospettive di una ripresa economica per l’anno a venire; stesso trend in Italia: l’89% dei CEO (il 77% a livello globale) prevede un miglioramento, mentre solo il 10% (15% a livello globale) si attende condizioni peggiori.L’ottimismo dei CEO in Italia per il 2022 cresce di +19 punti rispetto ad un anno fa, quando era pari al 70%, mentre a livello globale aumenta di solo un punto arrivando al 77%. È quanto emerge dalla 25a Annual Global CEO Survey di PwC, che ha intervistato 4.446 CEO in 89 paesi, di cui 123 in Italia, tra ottobre e novembre del 2021.

Annotazione 2022-01-10 081932

FTSEMIB

ftsemib

Annotazione 2022-01-04 144840

AGGIORNAMENTO  30 DICEMBRE 2021 

FTSE MIB 27.979,00<-16-11 

Superato il Top del 16-08-2021

FTSE MIB 25.371,95<-6-10 

Borsa Milano chiude  +23% sull’intero anno 2021

Ultima seduta del 2021 per Piazza Affari nel segno dell’incertezza, in un clima di scambi sottili in via del nuovo break per le festività di fine anno. Fin dai primi scambi l’indice Ftse Mib si è mosso appena sopra la parità per poi chiudere con un +0,01% a quota 27.346,83 punti. Sui mercati, gli investitori hanno iniziato a guardare con meno apprensione alla variante Omicron la cui diffusione, seppure elevata, non dovrebbe portare a restrizioni elevate da parte dei governi.Guardando ai singoli titoli del listino milanese, la migliore della giornata è stata DiaSorin che si è posizionata in vetta al paniere principale con un +1,18%, sostenuta dal contesto di emergenza sanitaria. Rialzi di circa lo 0,7% per Ferrari e Inwit.In ribasso Cnh Industrial (-0,6%) che è rimasta però sopra la soglia dei 17 euro, aspettando lo scorporo di Iveco che sarà effettivo dal prossimo primo gennaio. Per quest’ultima il primo giorno di negoziazione dovrebbe essere il 3 gennaio 2022.La peggiore del listino principale è stata Moncler con un ribasso dello 0,87%, seguita a ruota da Atantia e Tenaris, in calo entrambe dello 0,8%.Guardando alla performance dell’intero anno, Piazza Affari si può ritenere soddisfatta perchè ha archiviato un 2021 con una performance decisamente positiva e di tutto rispetto anche nei confronti degli altri listini europei. L’indice Ftse Mib ha registrato un guadagno per il 2021 del 23%, facendo meglio del Dax di Francoforte e dell’indice inglese Ftse 100 che sono saliti di circa il 15%. Performance migliore invece per il Cac40 di Parigi che è aumentato del 28%.Guardando ai singoli titoli, i tre migliori performer del Ftse Mib del 2021 sono stati UniCredit (77,2%), Cnh (65,4%) e Interpump (+59,3%).Si ricorda che domani resteranno chiusi i mercati in Italia, Giappone e Germania. È prevista una chiusura anticipata ad Hong Kong, in Francia e Regno Unito.

ftsemib

ftsemib

FTSEMIB

FTSEMIB

ftsemib

Annotazione 2021-12-07 071202

ftsemib

Ftse Mib avanti tutta: recuperati 1.000 punti in due sedute, Stellantis e STM (+4,5%) tra i titoli più caldi oggi

Prevale anche oggi l’ottimismo sui mercati in scia ai primi riscontri sulla variante Omicron che tendono a rassicurare gli investitori. I funzionari sanitari di Sud Africa e Usa hanno segnalato che i sintomi della nuova variante Covid non appaiono di particolare gravità e quindi sui mercati si spera in ricadute minime sull’economia.A dare slancio al sentiment positivo contribuisce anche la decisione di ieri della People’s Bank of China di ridurre il coefficiente di riserva obbligatoria di 50 punti base, riducendo la quantità di liquidità che le banche devono tenere in riserva. Una mossa che mira a dare slancio all’economia cinese che ha mostrato segnali di rallentamento negli ultimi trimestri.A Piazza Affari il Ftse Mib segna +1,9% a metà seduta tornando in area 27mila, con oltre 1.000 punti recuperati in queste prime due sedute della settimana (venerdì aveva chiuso a 25.938 punti).Miglior performer sul Ftse Mib è STM con oltre +4,5% cavalcando il rally di tutto il settore semiconduttori dopo l’annuncio di Intel della futura IPO di Mobileye, società israeliana di guida autonoma.Sotto i riflettori oggi Stellantis (+3,17% a 16,80 euro) che prevede di generare circa 20 miliardi di euro di ricavi incrementali annuali entro il 2030 guidati dalla spinta della mobilità connessa. Stellantis intende investire oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 per effettuare la sua trasformazione nell’ambito del software e dell’elettrificazione.Rimane un po’ indietro TIM (+0,6% a 0,4608 euro) reduce dalla seduta negativa della vigilia. Al fine di valutare la manifestazione di interesse non vincolante arrivata alla fine di novembre dal fondo di private equity Usa KKR, il Comitato designato dal CdA ha selezionato gli advisor Goldman Sachs e LionTree per esaminare la proposta.Tra le banche si conferma la forza di Intesa Sanpaolo (+1,7% a 2,25 euro) reduce dall’oltre +3% di ieri. Bene anche Unicredit (+1,9%) che giovedì presenterà il nuovo business plan.

Italia: Pil visto crescere del 6,3% nel 2021 e del 4,7% nel 2022, stime Istat riviste al rialzo

L’economia italiana dovrebbe segnare nel 2021 una crescita sostenuta che si protrarrà anche nel 2022. Secondo le stime sulla congiuntura rilasciate oggi dall’Istat, il Prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia dovrebbe registrare una espansione del 6,3% quest’anno e del 4,7% il prossimo, grazie soprattutto al contributo della domanda interna e in misura più contenuta della domanda estera. Le stime sono state riviste al rialzo rispetto a quelle formulate dall’istituto lo scorso giugno e pari rispettivamente a un +4,7% e +4,4%.Lo scenario presentato tiene conto degli effetti degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dell’orientamento ancora espansivo della politica monetaria e dell’assenza di significative misure di contenimento delle attività sociali e produttive legate
all’emergenza sanitaria.

Italia: prosegue espansione terziario a novembre, settimo mese consecutivo di crescita

L’ultima lettura dei dati Pmi ha continuato a mostrare un settore terziario italiano in espansione. L’attività economica ed i nuovi ordini sono aumentati nettamente ed al tasso più rapido da agosto, con le aziende che hanno registrato un rafforzamento della domanda. “Questo ha alimentato il più veloce rialzo delle assunzioni in quattro mesi, anche se le pressioni sulla capacità operativa sono rimaste tra Ie maggiori dell’indagine”, spiegano da Ihs Markit. Nel dettaglio, l’indce Pmi servizi è salito a novembre a 55,9 da 52,4 di ottobre, segnalando il settimo mese consecutivo di crescita della produzione terziaria e al valore maggiore da agosto.

FTSEMIB

Annotazione 2021-11-23 102017

Annotazione 2021-11-22 162314

Annotazione 2021-11-22 080245

FTSEMIB

La nuova linea del Piave è chiara 25228-25500
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
vedremo come risponde chi comanda i Mercati a questa ipotesi
26.686,10 Top 16-08-2021
Annotazione 2021-11-15 151834
ftsemib
FTSEMIB

AGGIORNAMENTO  6 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.371,95

La nuova linea del Piave è chiara 25228-25500
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
vedremo come risponde chi comanda i Mercati a questa ipotesi
26.686,10 Top 16-08-2021
FTSEMIB

AGGIORNAMENTO  5 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.962,95

La nuova linea del Piave 25228-25500
ha resistito….
Ed è quella che per “caso” ci porterà a 27500/28000 ?
E da lì sempre  “per caso” ritesteremo il precedente massimo ?
26.686,10 Top 16-08-2021
Vedremo 🙂

AGGIORNAMENTO  4 Ottobre 2021 

FTSE MIB 25.460,10

sopra   la FAN di GANN 25228 e sotto quella a 25500

Come mai ha sovra performato oggi nonostante Indici USA e ASIA negativi ?

Quanto sono importanti per il target 27500/28000 queste due FAN di GANN?

FTSE MIB 26.686,10 Top 16-08-2021

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

AGGIORNAMENTO  27 SETTEMBRE 2021  

FTSE MIB 26.237,10

di nuovo sopra   le due FAN di GANN 25228 e 25500…..22-09-2021

FTSE MIB 26.686,10 Top 16-08

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+3638 punti da 23048 per ora ci siamo

FTSEMIB

Piazza Affari chiude ai nuovi massimi, bene Telecom e Terna

Piazza Affari bagna la nuova settimana di negoziazioni con moderata prevalenza degli acquisti. Dopo un avvio in lieve calo, l’indice Ftse Mib ha imboccato la via dei rialzi ed è andato a chiudere in rialzo dello 0,49% a 27.868 punti, sui nuovi massimi dal 2008. In settimana, da monitorare le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, in uscita domani, che potrebbero dare indicazioni sul possibile impatto del calo della fiducia dei consumatori, scesa ai minimi da dieci anni complici le crescenti preoccupazioni sui prezzi. Da monitorare anche i numerosi interventi da parte di esponenti della Federal Reserve con gli investitori alla finestra per possibili indicazioni sul timing dei primi rialzi dei tassi.Intanto oggi la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che ad oggi ‘è molto improbabile’ che vengano centrate nel 2022 le condizioni per procedere a un rialzo dei tassi.Tra le singole storie di Piazza Affari, si segnala Saipem (-0,07%% a 1,963 euro) che si è aggiudicata due nuovi contratti offshore per attività di trasporto e installazione (T&I) per un totale complessivo di oltre 600 milioni di dollari. Il contratto vale il 7% della raccolta ordini E&C 2021 attesa e il 14% della raccolta offshore E&C. “Con questo contratto, stimiamo che la raccolta ordini E&C annunciata nel 2021 sia pari a circa 5 mld, di cui 3,1 mld nell’offshore e 1,8 mld nell’onshore (rispetto ad una nostra stima FY21 di 7,15 mld, di cui 3,8 mld offshore e 3,35 mld onshore)”, argomentano gli esperti di Equita SIM che mantengono raccomandazione hold sul titolo con target price a 1,75 euro.In buon rialzo Azimut (+1,32% a 26,84 euro) che aggiorna ancora i massimi a sei anni. Acquisti convinti anche su Atlantia (+0,95%) dopo che l’Antitrust della Commissione Europea ha autorizzato l’operazione di cessione dell’intera partecipazione detenuta da Atlantia in ASPI.La migliore di oggi è stata però Telecom Italia con +3,06% a 0,3337 euro dopo la debolezza di venerdì scorso a seguito del nulla di fatto del cda dell’11 novembre su riassetto e rete unica.Tra le utility spunto vincente oggi di Terna (+1,83%), mentre Snam ha segnato +0,04% dopo essere stata declassata da neutral a sell da parte di Citigroup, con prezzo obiettivo a 4,50 euro.

Piazza Affari chiude in positivo sopra i 27mila punti (+1,23%): brillano Eni e Tenaris, ancora male Nexi

Novembre comincia con il piede giusto per Piazza Affari: la seduta di lunedì si è chiusa a quota 27.206 punti, facendo segnare un rialzo dell’1,23%. Bene energia e petrolio, con i titoli di Eni (+2,76%) e Tenaris (+2,7%) sugli scudi. Prosegue invece il momento no di Nexi (-2,7%).A Milano non a caso il titolo migliore tra quelli a elevata capitalizzazione è Eni che anche sulla solidità del prezzo del petrolio cresce di quasi il 3% insieme a Tenaris. Bene anche Recordati (+2%), con Fineco in aumento del 2,24% e Saipem in rialzo dell’1,6%.Fiacca invece Exor che oscilla attorno alla parità (-0,49%), con Unicredit in calo di circa mezzo punto percentuale. Vendite su Nexi, che cede quasi il 3% a 14,6 euro e che prosegue nel suo periodo negativo.

Due milioni di posti di lavoro in tre anni, la scommessa di Draghi

Il governo prevede che saranno creati 2 milioni di posti di lavoro da qui al 2024. I numeri appaiono molto positivi, forse ottimistici.

di , pubblicato il 

Mentre il governo Draghi taglia di 1 miliardo la dotazione complessiva per il reddito di cittadinanza, l’economia italiana dovrebbe chiudere il 2021 con un PIL reale a +6%. C’è chi, poi, come il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, scommette su un tasso ancora più alto. Ma già prima della pandemia, l’allarme per l’Italia riguardava i posti di lavoro. Troppo pochi nel confronto internazionale. Il tasso di occupazione resta lontanissimo dall’obiettivo europeo del 70%. La Germania si aggira intorno al 75%, mentre l’Italia ha raggiunto il suo record storico al 58%, percentuale che dovrebbe riacciuffare quest’anno dopo il calo dovuto alla crisi nel 2020.

Con così pochi posti di lavoro creati, difficile immaginare di mantenere sussidi generosi come il reddito di cittadinanza. Eppure, una buona notizia emerge dal quadro macroeconomico delineato dal governo nella Nota di aggiornato al Documento di economia e finanza (NaDef). Secondo le previsioni dell’esecutivo, al 2024 il tasso di occupazione in Italia salirà al 63,4%. Non solo sarebbe di oltre 5 punti più alto di quello attuale, ma corrisponderebbe a un aumento di circa 2 milioni di posti di lavoro.

Nel triennio 2022-2024, la crescita del PIL nominale è attesa al 15%, del PIL reale al 9,7%. In valori assoluti, il PIL salirebbe di 266 miliardi di euro. Ad occhio e croce, sarebbe creato un posto di lavoro per ogni 130.000 euro di maggiore ricchezza; uno ogni 86.000 euro di ricchezza reale, cioè al netto dell’inflazione. Il dato in sé non sarebbe neppure così ottimistico, considerando che prima del Covid in Italia risultasse esservi un posto di lavoro per ogni 77.000 euro di ricchezza nominale.

I numeri dietro ai nuovi posti di lavoro

Dunque, ci aspetta un boom di posti di lavoro? Come sempre, le previsioni macro vanno prese “cum grano salis”.

Esse si basano su una serie di variabili non perfettamente pronosticabili dal governo e sfuggenti al suo controllo. Ad esempio, i rincari delle materie prime dureranno? E fino a quali livelli si manterranno? Non è un problema da poco. Ad esempio, nel triennio considerato i consumi finali nazionali sono attesi in crescita dell’8%, battendo l’inflazione cumulata nel periodo di quasi tre punti. Ma rincari eccessivi e duraturi di beni e servizi rischiano di sottrarre potere di acquisto proprio alle famiglie e, quindi, di rallentare la crescita dei consumi.

Ed è di circa il +17% la previsione per gli investimenti. Anche in questo caso, l’inflazione giocherà un ruolo determinante. Un suo surriscaldamento sopra il target del 2% spingerà la BCE ad agire più velocemente delle attese per alzare i tassi d’interesse. E a loro volta, questi colpiranno gli investimenti delle imprese. E, infine, ci sono le esportazioni: quasi +14% in volume. Dipenderanno in parte dal tasso di cambio e in parte dalla congiuntura internazionale. Considerate che la metà delle nostre esportazioni nette si ha negli USA, per cui l’andamento dell’economia americana si rivela per noi essenziale.

Concludendo, i 2 milioni di posti di lavoro in più previsti dal governo Draghi ci spingono all’ottimismo. Evidentemente, l’accelerazione degli investimenti pubblici con il Recovery Fund farebbero la loro parte. Peraltro, una crescita così vigorosa del tasso di occupazione in così breve tempo la nostra economia non lo ha mai sperimentato. Una ragione per guardare con fiducia al futuro, ma al contempo per mostrarsi prudenti circa l’andamento reale del mercato del lavoro nei prossimi anni.

Equita: Italia è tornata investibile, profilo rischio migliorato con Draghi. Focus su volatilità

Dopo la batosta di settembre sui mercati, cosa attendersi a ottobre? Quali sono i fattori da considerare? Alcuni spunti nell’outlook mensile di EquitaIl mese di settembre è stato il peggior mese sui mercati dall’inizio della pandemia. Le perdite registrate ieri da Wall Street sono state le più forti, nel mese di settembre, da quelle incassate nel mese in cui è risuonato in tutto il mondo il campanello d’allarme della pandemia Covid-19, ovvero dal mese di marzo del 2020. Cosa attendersi ora dal mese di ottobre appena iniziato? Equita ha pubblicato come ogni mese il suo “Monthly report” in cui mette in luce le performance del mese appena archiviato e guarda al mese di ottobre indicando quali sono i potenziali fattori a supporto dei mercati azionari.

Il mese appena trascorso…

“A settembre i mercati azionari sono stati negativi (Global Equities -4%) a causa di preoccupazioni su nuove restrizioni normative in Cina, timori di contagio dal possibile default del colosso immobiliare cinese Evergrande (con 300 miliardi di dollari di passività e circa 2 trilioni di yuan di asset pari al 2% del Pil cinese) e del tapering della Fed”, rimarca Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita Sim, che sottolinea che i tassi d`interesse Usa, dopo essere scesi all`1,1% circa a metà luglio, sono costantemente saliti fino all`1,52% (+21 punti base nell`ultimo mese). In questo contesto, secondo l’esperto, a beneficiarne sono stati soprattutto i titoli Value e legati al `reflation trade` e `re-opening` (ad esempio energetici, finanziari), mentre più penalizzati i titoli Growth (tecnologici) e difensivi. “A nostro avviso i tassi d`interesse, sia negli Stati Uniti sia in Europa, stanno segnalando uno scenario `reflazionistico` più forte”, aggiunge.

Perchè i fattori a supporto dei mercati azionari restano diversi e solidi

L’aumento dell’inclinazione della curva dei tassi potrà portare a fasi di volatilità dei mercati nella fase di aggiustamento; “tuttavia, riteniamo che i fattori a supporto dei mercati azionari restino diversi e solidi: i casi Covid-19 si stanno stabilizzando e vediamo un continuo allentamento dei timori legati alla variante Delta; inoltre, la percentuale elevata di persone vaccinate riduce i rischi associati ad ulteriori nuove ondate del virus”, spiega Luigi De Bellis nel “Monthly report”. Equita si attende una crescita economica che resterà solida anche nel 2022 (Pil Usa reale atteso +4,2% e quello dell’Ue a +4,5%) e tassi d’interesse reali fortemente negativi: le banche centrali non hanno reali alternative rispetto a spingere sulla crescita nominale in modo da rendere sostenibile il debito creato durante la fase pandemica.Inoltre, l’esperto si attende una politica fiscale che resterà espansiva (con il lancio del piano infrastrutturale negli Usa e l`implementazione del Recovery Fund in Ue). Soffermandosi su Piazza Affari, De Bellis afferma che l’Italia è tornata investibile e il suo profilo di rischio è drasticamente migliorato grazie a Draghi. Di conseguenza, “nel portafoglio raccomandato restiamo sovrappeso rispetto al benchmark (97,5% rispetto a peso neutro del 95%), ma abbiamo leggermente ridotto l’investito di 120 punti base per avere della flessibilità in caso l`aumento della volatilità dei mercati crei delle occasioni.

Più crescita e meno debito. E con il Recovery Fund l’Italia può ripartire davvero

Crescita del PIL a +6% quest’anno, mentre il deficit e il debito pubblico scendono sotto le previsioni di inizio anno.

di , pubblicato il 

Dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) emergono spunti finalmente abbastanza positivi per l’economia italiana. La crescita del PIL per quest’anno è attesa adesso al 6%, ben più del 4,5% dell’obiettivo fissato nei primi mesi del 2021. Grazie a questo netto miglioramento, il deficit fiscale scenderebbe dall’11,8% del PIL atteso precedentemente al 9,5%. E giù anche il rapporto tra debito pubblico e PIL dal 155,8% al 153,5%.Le buone notizie travalicano l’anno in corso. Nel 2022, il PIL segnerà +4,7%, rallentando a un pur ottimo 2,8% nel 2023 e all’1,9% nel 2024. Nel frattempo, già dal prossimo anno il rapporto tra debito e PIL scenderà sotto il 150%, mentre il deficit tenderà al 3% nel 2024, per l’esattezza al 3,3%.Dunque, la maggiore crescita dell’economia italiana già sta comportando un minore disavanzo dei conti pubblici. E grazie a ciò, il premier Mario Draghi sostiene che si stiano creando le condizioni per liberare risorse aggiuntive pari a 18 miliardi all’anno (1% del PIL) nel 2022 e nel biennio successivo. Questi numeri consentiranno con ogni probabilità al governo di approvare una riforma fiscale più incisiva di quella ventilata in questi mesi sulla base di risorse disponibili ipotizzate per soli 3 miliardi.

Crescita futura sostenuta dal Recovery Fund

Il sollievo per i conti pubblici arriverà in parte anche dall’accelerazione dell’inflazione, attesa all’1,5% nel 2021 e attesa in accelerazione all’1,6% nel 2022. Essa “gonfia” i redditi nominali e sostiene le entrate fiscali, al contempo aumentando anche il PIL che sta alla base del rapporto con il debito pubblico. Ad ogni modo, il NaDef ci dimostra come un po’ più di crescita porti a un minore grado di indebitamento. L’importante è tenere i piedi per terra.In primis, perché cresciamo del 6% dopo il -8,9% del 2020. Secondariamente, perché questo alto ritmo è sostenuto anche da un deficit alle stelle.In questo quadro che volge al positivo s’inserisce il Recovery Fund con i suoi 191,5 miliardi di euro di risorse aggiuntive che arriveranno dall’Europa. Si tratta perlopiù di soldi italiani, dato che i 127 miliardi di prestiti dovranno essere restituiti e i circa 65 miliardi di sussidi saranno finanziati per 45 miliardi dalle stesse erogazioni dell’Italia. Tuttavia, rileva il fatto che tali debiti non siano contratti direttamente dal nostro Tesoro, dovendo passare per Bruxelles. Saranno prestiti e aiuti condizionati alla realizzazione di numerose riforme e coperti dall’ombrello comunitario, un fatto che per i mercati assume estrema rilevanza.L’impatto del Recovery Fund sulla crescita dell’economia italiana sarà a lungo termine, migliorando il potenziale produttivo, grazie ai progressi sul piano degli investimenti pubblici, della digitalizzazione e della sburocratizzazione. Questa è la vera scommessa del Bel Paese, tornare a crescere a ritmi più veloci dopo la pandemia. Il solo rimbalzo seguito al crollo dello scorso anno sarebbe appena sufficiente a farci tornare ai livelli di PIL pre-Covid, ma ancora più indebitati. E non sarebbe di alcuna soddisfazione, dato che già prima della pandemia l’economia italiana era alle prese con una stagnazione secolare.

Ok dal Cdm alla Nadef. Crescita al 6%, il debito cala

L’occupazione sale del 6,5%, prorogato il Superbonus

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. La riunione a Palazzo Chigi è terminata, dopo un’ora e quaranta circa.
“La situazione sanitaria ed economica è nettamente migliorata negli ultimi mesi. Nel nostro Paese, ciò è avvenuto grazie a misure preventive ben calibrate, al grande sforzo del personale sanitario, alla consapevole disciplina dimostrata dai cittadini, alle misure di sostegno economico attuate dal Governo e, in misura crescente, all’avanzamento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19”.Lo si legge nella premessa alla Nota di aggiornamento al Documento di economia a finanza, firmata dal ministro dell’Economia Daniele Franco.Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, oggi alle ore 16.00 terrà una conferenza stampa insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio. Nel 2021 il Pil si attesterà a +6% e nel 2022 segnerà un +4,7% programmatico. E’ quanto si legge nella bozza della Nadef sul tavolo del Consigli dei Ministri. Nel documento si prevede quindi che gli interventi in programma per il prossimo anno spingeranno la crescita di mezzo punto percentuale: si parte infatti da +4,2% tendenziale. Nello scenario programmatico la crescita del Pil sarà poi del 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024.
“Il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5 per cento, dal 155,6 per cento nel 2020″. Lo si legge nella bozza della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che l’ANSA ha potuto visionare, con le previsioni economiche per il 2021.”Molto positivo il prolungamento di misure adottate al MiSE nel corso del 2020 come il Superbonus 110%, Transizione 4.0 e il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI. Sono state tre riforme targate Movimento 5 Stelle che sono state accolte con entusiasmo dal mondo dell’impresa e che segnano una base su cui puntare per stabilizzare la crescita del Paese”. Lo scrive su Fb il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli doop che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla Nadef.
L’occupazione cresce nel 2021 del 6,5%, mentre nel 2020 era crollata del 10,3%. Le stime sul lavoro sono contenute nella bozza della Nadef, approvata dal Consiglio di ministri. Il tasso di disoccupazione è del 9,6% nel 2021, rispetto al 9,3% del 2020.
Una ripresa prolungata dell’inflazione potrebbe costituire un rischio per la crescita. I recenti rincari legati all’aumento dei prodotti energetici “potrebbero persistere per un periodo più lungo di quanto attualmente scontato dai futures su petrolio e gas”, si legge nella Nadef. Se così fosse, l’inflazione più alta “ridurrebbe il potere d’acquisto delle famiglie e farebbe rallentare la ripresa” e su un orizzonte più lungo potrebbe innescare un rialzo dei salari con “conseguente persistenza dell’impulso inflazionistico”. L’aspettativa di una risposta delle banche centrali potrebbe a quel punto causare tensioni nei mercati finanziari.
Il debito pubblico italiano continuerà a scendere anche nei prossimi anni, dopo il calo al 153,5 per cento di quest’anno, scendendo nel 2022 al di sotto del 150%. Secondo i dati contenuti nella bozza della Nadef, il debito diminuirà al 149,4% del Pil il prossimo anno, al 147,6% nel 2023 e al 146,1% nel 2024. Uno degli obiettivi, si legge nell’introduzione del ministro dell’Economia, Daniele Franco, è di “ricondurre il rapporto debito/Pil al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030″.
Il deficit torna sotto il 10%, riducendo il livello rispetto alle previsioni di primavera. L’indebitamento netto nel 2021 si attesterà al 9,4% (dall’11,8 stimato nel Def). Nel 2022 il deficit sarà al 5,6%, per scendere al 3,9% nel 2023 e avvicinarsi al 3% nel 2024 (3,3%).Lo spazio di manovra per il 2022 aperto dalla differenza tra deficit tendenziale e programmatico ammonta a circa 22 miliardi.  Il deficit programmatico è infatti fissato al 5,6% del Pil e il tendenziale al 4,4%. La differenza pari a 1,2 punti si traduce in risorse comprese tra i 21 e i 22 miliardi.
L’obiettivo del governo è la crescita” e “la nota di aggiornamento porta notizie positive sulla ripresa economica in corso, sugli effetti che questa genere e genererà sui dati di finanza pubblica”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento all’assemblea di Confcommercio, sottolineando che “il Presidente del Consiglio con la sua consueta saggezza ha detto che dovremmo concentrare questo tipo di interventi su tutto ciò che produce crescita”.”Asili nido per il 33% dei bambini in ogni Comune; un assistente sociale ogni 6.500 abitanti; potenziamento del servizio di trasporto per gli studenti disabili: i Livelli essenziali di prestazione (Lep) sono incardinati nel documento-base della prossima manovra. Finalmente dopo vent’anni si affronta il divario di cittadinanza tra Nord e Sud, metropoli e aree interne, e si dà applicazione alla norma costituzionale sui Lep”. Così il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna commenta l’inserimento nella Nadef di obiettivi per tutti i Comuni su asili nido, assistenti sociali e trasporto scolastico per i disabili.”Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell’anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell’efficientamento energetico e dell’innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell’Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l’assegno unico universale per i figli sia messo a regime”. “Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo, l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il Pil e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. Si può prevedere che tali condizioni saranno soddisfatte dal 2024 in avanti”. E’ quanto si legge nella bozza della Nadef in cui si precisa che “a partire dal 2024, la politica di bilancio mirerà a ridurre il deficit strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL intorno al livello precrisi entro il 2030″.
Il Pil italiano tornerà ai livelli precedenti la crisi Covid, quelli del quarto trimestre del 2019, nel secondo trimestre del 2022.  La previsione anticipa di un trimestre quella contenuta nel Def di aprile.”L’obiettivo che il governo si è dato di vaccinare l’80% della popolazione sopra ai 12 anni con doppia dose sarà conseguito nei prossimi giorni; oltre l’83% degli italiani over 12 ha già ricevuto almeno una dose vaccinale e a più del 6% è già stata somministrata una terza inoculazione di richiamo. A inizio estate si è assistito ad una ripresa dei contagi da Covid-19, anche per via della diffusione della variante Delta, più contagiosa. Tuttavia, a settembre la ‘quarta ondata’ dell’epidemia ha rallentato, e gli ultimi dati indicano meno di 40 contagi alla settimana per 100 mila abitanti”. Lo si legge nell’introduzione alla Nadef.
“Le entrate derivanti dalla revisione delle imposte ambientali e dei sussidi ambientalmente dannosi andranno utilizzate per ridurre altri oneri a carico dei settori produttivi”. Le “Le risorse di bilancio verranno crescentemente indirizzate verso gli investimenti e le spese per ricerca, innovazione e istruzione”.”Tra le riforme abilitanti del Pnrr il Governo si è impegnato a presentare, con cadenza annuale, la legge per la concorrenza. Quella per l’anno 2021, verrà presentata al Parlamento entro fine anno e approvata definitivamente nel 2022″.”Con la prossima Legge di Bilancio 2022-2024 sarà rafforzato il sistema sanitario nazionale, al fine di migliorare l’accesso alle cure e incoraggiare la prevenzione. Risorse aggiuntive saranno destinate ai rinnovi dei contratti pubblici e al rifinanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente, tra cui missioni di pace, taluni fondi di investimento e il rinnovo di alcune politiche in scadenza”.
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge con norme di giustizia e di proroga di un mese dei termini in scadenza per i referendum, l’assegno unico e l’Irap. La Lega non ha partecipato al voto sulla norma che riguarda i referendum, esprimendo dissenso sulla scelta di prorogare i termini per la presentazione delle firme.

Salario minimo a 9 euro: stavolta i 5 Stelle ci riprovano insieme al PD di Letta

Movimento 5 Stelle e PD spingono per approvare una legge sul salario minimo orario di 9 euro, proposta appoggiata dall’INPS

di , pubblicato il 

Una parte della maggioranza che sostiene il governo Draghi invoca l’introduzione di una legge sul salario minimo. Movimento 5 Stelle e PD, spalleggiati da CGIL e presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, chiedono che sia fissata una retribuzione legale non inferiore ai 9 euro l’ora. La soluzione, spiega lo stesso ente previdenziale, riguarderebbe 4 milioni di lavoratori, di cui 864 mila collaboratori domestici e 350 mila addetti nel settore agricolo.Il salario minimo non è un tema nuovo per la politica italiana. L’allora ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, esponente “grillino”, lo propose nel 2019. Non se ne fece nulla, anche perché l’alleato leghista si mostrò contrario e il governo “giallo-verde” di Giuseppe Conte cadde di lì a poco. Adesso, però, i due partner della maggioranza confidano nel vento tedesco. In Germania, le elezioni sono state vinte di misura dall’SPD, il cui leader Olaf Scholz ha promesso in campagna elettorale di aumentare il salario minimo a 12 euro l’ora sin dall’anno prossimo.

Salario minimo, costi e problematiche legali

Il problema della misura è duplice. Anzitutto, il costo del lavoro lieviterebbe mediamente del 20%. Una stangata a carico delle imprese, che favorirebbe la fuga della produzione e degli investimenti all’estero, specie ai danni dei lavoratori meno qualificati e residenti nel Meridione, dove gli stipendi sono notoriamente più bassi nel settore privato. In assenza di una pari crescita della produttività, infatti, le imprese sarebbero costrette ad aumentare i prezzi di beni e servizi e/o a ridurre i margini di profitto. In entrambi i casi, la loro competitività calerebbe.Altro aspetto non meno complicato riguarda la natura del salario minimo. Sarebbe un’alternativa alla contrattazione collettiva? E cosa comprenderebbe eventualmente la cifra dei 9 euro? Si tratterebbe solamente della retribuzione lorda o anche di tutti gli altri oneri a carico dell’impresa? Sta di fatto che il segretario del PD, Enrico Letta, stia cercando di spostare a sinistra l’agenda del governo per finalità squisitamente propagandistiche.Egli è consapevole di guidare un partito in crisi ormai eterna di consensi e spera di non soccombere agli alleati di governo del centro-destra contrapponendo loro tematiche identitarie. Del resto, un Letta in versione cigiellina non lo avevamo visto quando fu premier.Una boutade, insomma. Il salario minimo non solo non risolverebbe il grave problema (reale) dei bassi stipendi degli italiani. Esso li colpirebbe ulteriormente, provocando la chiusura di molte aziende e il ricorso ulteriore al lavoro nero in altrettante. Per i 5 Stelle, invece, la proposta è una logica conseguenza del loro cavallo di battaglia alle scorse elezioni politiche: il reddito di cittadinanza. Da un lato, essi hanno nei fatti introdotto un “salario di riserva” fino a 780 euro al mese, qualcosa come circa 4,50 euro per ogni ora di lavoro; dall’altro, adesso puntano ad accrescere le retribuzioni minime per via diretta, completando la distruzione del già inefficiente mercato del lavoro italiano.

“In 10 anni mai centrati gli obiettivi dei governi sui conti”

Lo afferma l’analista Maurizio Mazziero, fondatore della Mazziero Research, in vista della Nota di aggiornamento al Def che l’esecutivo dovrebbe varare domani
di Giorgia Ariosto | 29 settembre 21, 04:33

AGI – I documenti ufficiali dei governi “non hanno mai centrato” gli obiettivi indicati sui conti pubblici. Ne è convinto Maurizio Mazziero, fondatore della Mazziero Research, società di ricerca finanziaria indipendente che pubblica osservatori trimestrali sui conti pubblici.

“I governi che si sono succeduti non hanno mai centrato le previsioni ma è anche difficile riuscirci – spiega all’AGI Mazziero, a poche ore dal varo della Nota di aggiornamento al Def – Oggi per un governo è difficile centrare l’obiettivo perché le variabili sono tante, nel passato le chance c’erano ma non è mai successo. Io ho un simpatico grafico che lo dimostra, con le varie stime debito/pil nei vari Def: non ce n’è una che sia stata centrata”. In particolare, sottolinea, “quello che si vede è che ogni governo, a partire dal 2010, ha sempre detto che non riusciva a diminuire il debito nell’anno in corso ma lo avrebbe fatto l’anno successivo, e puntualmente il debito è aumentato”.

Secondo l’analista è necessario quindi mantenere una certa cautela nelle previsioni, anche perché a complicare ulteriormente il quadro è la pandemia. “Nel nostro ultimo osservatorio abbiamo mantenuto la stima di crescita al 5,7% per l’anno in corso – prosegue Mazziero – e pur avendo portato per primi la previsione sopra al +5%, a fronte del +4,5% indicato dal governo nel Def, ora ci troviamo indietro rispetto ad altri istituti di ricerca. Manteniamo una stima annua del 5,7% perché in questo momento vogliamo mantenere una certa cautela sui livelli dei consumi nel quarto trimestre. C’è una previsione di aumento delle bollette che il governo sta cercando di sterilizzare ma che non riuscirà a sterilizzare completamente. Questo – osserva l’analista – insieme alla possibilità che con il clima più freddo ci possa essere una leggera ripresa dei contagi, ci induce a essere più cauti. Non è escluso che la fiducia dei consumatori e delle imprese si indebolisca un po’ nel periodo natalizio, e quindi alla fine non si riesca effettivamente a raggiungere il 6%”.

Per Mazziero, “molto dipenderà da una serie di fattori, ad esempio il ritorno al lavoro in presenza di dipendenti pubblici e privati”. “C’è tutta una parte di settori che non hanno recuperato i livelli di attività che avevano prima della pandemia, come servizi, bar e ristorazione che sono rimasti al palo – sottolinea l’analista finanziario – noi siamo al di sotto dei livelli pre-pandemici di circa un 2-2,5%, se riuscissimo a colmare questo gap si avrebbe una forte spinta sul Pil che potrebbe crescere ulteriormente di circa il 2% su base annua, dopo 12 mesi dal rientro al lavoro”.

L’analista esprime cautela anche sui livelli di deficit e debito. “La ripresa è forte e avremo una buona riduzione del rapporto debito/Pil che dovrebbe però rimanere sopra al 150%. Quanto al deficit – prosegue – diventa difficile stabilire oggi una stima corretta. Presumo che si attesterà intorno al 10% ma ci sono tante incognite”.

E sugli spazi finanziari che si apriranno l’analista mette in guardia: “Non si può ancora per molto tenere l’acceleratore premuto sulle misure sostegno, non è questa la strada. Penso che sicuramente una parte delle risorse dovranno essere impiegate per evitare un aumento di tassazione. Circa 3-4 miliardi serviranno per sterilizzare una parte dell’aumento delle bollette, ma non conviene spingere troppo sul deficit. Abbiamo comunque tanti fondi che provengono dall’anticipo del Pnrr, risorse che andranno a rimpolpare il debito ma che dovrebbero già indicare qualche impiego, e quindi sostenere il Pil”.

Per Mazziero, “la vera sfida sarà però nel 2022. Finché siamo sul 6% è un rimbalzo – spiega – perché con una caduta dell’8,9% nel 2020 non stiamo nemmeno raggiungendo i livelli pre-pandemia. Qundi cruciale sarà il 2022, soprattutto per le misure che si metteranno in atto con il Pnrr. Gli investimenti devono partire, altrimenti rischiamo l’anno prossimo di dover scendere a una crescita del 5%, poi nel 2023 al 2,5% e nel 2024 -2025 torniamo a una crescita dello ‘zero virgola’ a cui eravamo abituati qualche anno fa”.

Per il 2022, conclude l’analista, “stimiamo una crescita tra il 4,5% e il 5% allo stadio attuale, poi vedremo quanto riusciranno a mettere in moto gli investimenti del Pnrr. Gli investimenti che possono davvero incidere sono quelli in grandi opere perché l’ammodernamento infrastrutturale del Paese può far crescere il Pil, ma sappiamo anche che le grandi opere hanno sempre avuto gestazioni molto lunghe. Se si riuscirà a mettere in moto opere infrastrutturali la crescita si attesterà intorno al 5% altrimenti si fermerà al 4,5%”.

Tasso Btp ai massimi da giugno, Giorgetti spinge per Draghi al Quirinale ed elezioni

In rialzo oggi il rendimento del Btp a 10 anni che si è spinto fino a 0,82%, livello più alto da fine giugno, rispetto ad area 0,77% a cui viaggiava a inizio giornata. Poco mosso lo spread Btp/Bund in area 102 pb alla luce del contemporaneo aumento del tasso del Bund (-0,19%).In Italia riflettori sulle parole del ministro Giancarlo Giorgetti. L’esponente di spicco della Lega ha affermato che “l’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince”. “Draghi diventerebbe De Gaulle, questo è l’interesse del Paese”, ha detto Giorgetti intervistato da La Stampa. Giorgetti chiude a uno scenario di Mattarella-bis. “Mattarella resta solo se tutti i partiti lo votano. E la Meloni ha già detto che non lo voterà”, afferma Giorgetti che vede anche Salvini propenso verso un no.

L’economia italiana potrà andare meglio dopo l’era Merkel

Le elezioni federali di oggi in Germania segnano la fine dell’era Merkel e per l’economia italiana potrebbe essere una buona notizia

Tra poche ore sapremo se i sondaggi della vigilia fossero corretti e se la Germania avrà un cancelliere socialdemocratico. Di solito, le previsioni elettorali tedesche sono più che corrette. Ad ogni modo, poco cambierebbe. Comunque vada, la fine dell’era Merkel ha elevate probabilità di tradursi in una buona notizia per il futuro dell’economia italiana.No, non stiamo aggregandoci al chiacchiericcio destituito di fondamento, in base al quale la cancelliera sarebbe stata la causa dei mali italiani dell’ultimo decennio. Semplicemente, a consuntivo i suoi sedici anni alla guida della prima economia europea non sono stati faville come ci aspetteremmo. E ciò ha contribuito certamente in negativo alla crisi dell’economia italiana.

L’attendismo esasperante della cancelliera

Procediamo con ordine. Angela Merkel è a capo del governo tedesco dalla fine del 2005. Ha vinto ben quattro elezioni di fila grazie al suo centrismo un po’ esasperato, attraverso il quale ha conquistato consensi anche a sinistra, svuotando di voti e significato l’SPD. Ma questa sua abilità ha avuto un costo: la paralisi decisionale. La cancelliera è stata tipicamente molto prudente nell’assumere decisioni sia in patria che in Europa. Se da un lato questo suo atteggiamento le ha attirato molte simpatie, dall’altro non ha fatto bene all’economia tedesca.Nonostante mezzo mondo provi invidi per l’equilibrio dei conti pubblici, il basso debito, l’altissima occupazione, il boom delle esportazioni e la relativa pace sociale, il PIL in Germania sotto Frau Merkel è cresciuto mediamente dell’1% all’anno. Non è il dato di un’economia in salute, bensì di una stagnazione allarmante, se non fosse che in questo lungo periodo Berlino è riuscita a brillare dinnanzi ai disastri di economie come Italia, Spagna e per certi versi della stessa Francia.In fondo, la Merkel ha fatto peggio di chi c’era prima di lei nel decennio precedente, quando la crescita era stata in media dell’1,2%. Questione di virgole, ma il trend è stato negativo. La Germania è cresciuta in questa lunga era esattamente quanto la media dell’Eurozona. Chiunque oggi vincesse le elezioni, potrebbe e dovrebbe fare meglio. Se a succederle sarà Olaf Scholz, attuale ministro delle Finanze e leader dell’SPD, probabilmente punterà su maggiori investimenti pubblici e minore rigore fiscale. Per tale via, la crescita del PIL dovrebbe accelerare, sempre che tali misure non venissero sterilizzate da altre contrarie al business, come l’aumento del salario minimo e delle tasse.

Economia italiana e l’export verso la Germania

Se il successore fosse Armin Laschet, leader della CDU, dovremmo attenderci meno tasse e un rigore fiscale simile a quello degli ultimi anni. L’abbassamento della pressione fiscale, comunque, avrebbe effetti benefici sulla crescita. E per l’economia italiana, l’uno o l’altro scenario equivarrebbe a maggiori esportazioni. L’Italia prima del Covid è arrivata a sfiorare i 60 miliardi di export annuo verso la Germania. A conti fatti, ogni 1% di PIL tedesco in più le nostre imprese venderebbero merci e servizi a Berlino per oltre mezzo miliardo. In altre parole, se la Germania accelerasse il passo, il beneficio si avrebbe anche in Italia.E c’è il capitolo Europa. L’attendismo della Merkel su temi come il bilancio comune, Eurobond e unione bancaria ha tenuto accesi i fari dei mercati sul nostro Paese. Così si spiega la cronica crisi dello spread, che si è tradotta in tassi di mercato strutturalmente più alti per stato, imprese e banche italiani. La conseguenza è stata il deflusso dei capitali e l’indebolimento delle prospettive di crescita. Un cancelliere meno tentennante muterebbe lo scenario, creando un quadro macro favorevole all’Italia e permettendo agli investitori di guardare con maggiore fiducia al Bel Paese.

Anche per questa via, la crescita dell’economia italiana accelererebbe.

Istat: fatturato industria al livello più alto da gennaio 2000

Prosegue a luglio la dinamica congiunturale positiva del fatturato dell’industria, con l’indice destagionalizzato che segna un massimo storico, toccando il livello più elevato dall’inizio della serie storica (gennaio 2000).
Nel dettaglio l’Istat stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, cresca dello 0,9%, in termini congiunturali. L’incremento su base mensile è determinato dall’andamento positivo sul mercato interno (+1,7%) mentre si rileva un moderato calo su quello estero (-0,8%). Nella media del trimestre maggio-luglio l’indice complessivo è cresciuto del 4,4% rispetto ai tre mesi precedenti (+3,6% sul mercato interno e +5,8% su quello estero).
Anche su base trimestrale la crescita risulta vivace, più marcata per la componente estera. In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario mostra aumenti diffusi in tutti i settori.

AGGIORNAMENTO  16 AGOSTO 2021  

FTSE MIB 26.686,10 

fino a quando siamo sopra  le due FAN di GANN 25228 e 25500……

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+3638 punti da 23048 per ora ci siamo

FTSE MIB 25.928,00 top 8-06

Vedi idea guida di questa analisi

FTSEMIB 23048 : The Border between Hell and Heaven

22200-22500/22600–23048—–27500/28000 <—possibile movimento a seguire

a chiudere quindi 17500-27500 e vedere area 28000.

LEGNATA

FTSEMIB

Italia: fiducia consumatori torna a salire, massimi di sempre. Giù quella delle imprese su timori produzione

Sole e ombra per il clima di fiducia in Italia. Se da una parte la fiducia dei consumatori è tornata a salire a settembre, toccando un record storico, dall’altra quella delle imprese è scesa per il secondo mese consecutivo, con un settore manifatturiero preoccupato per la tendenza della produzione.Secondo i dati Istat diffusi oggi, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è salito dopo il calo registrato lo scorso mese, passando da 116,2 a 119,6 punti, ovvero il valore più elevato dall’inizio della serie storica (gennaio 1998). Tutte le nove serie componenti l’indice sono in miglioramento, con esclusione delle attese sulla situazione economica generale e su quella personale.L’indice composito del clima di fiducia delle imprese è invece diminuito per il secondo mese consecutivo, da 114,0 a 113,8 punti, rimanendo comunque su livelli storicamente elevati. A determinare il calo contribuisce la lieve discesa registrata per il settore manifatturiero, con un contenuto peggioramento dei giudizi sugli ordini e sulla tendenza della produzione e, soprattutto, il commercio al dettaglio, dove tutte le componenti si deteriorano.

Il caro bollette può avere un impatto anche sui mercati finanziari, ecco perché

Mark Dowding, CIO di BlueBay, spiega che l’aumento del prezzo del gas può spingere l’inflazione e frenare i consumi, per cui è importante mandare avanti in modo più sostenuto gli investimenti in energie rinnovabili

L’analisi

 di Virgilio Chelli  17 Settembre 2021 – 15:34

La povertà di energia dell’Europa è stata messa a nudo dai prezzi del gas all’ingrosso, triplicati dall’estate, con la minaccia di un forte aumento delle bollette, che in Paesi come il Regno Unito potrebbe essere particolarmente problematico. Le scorte di gas in Europa sono particolarmente basse, il che mette Mosca in una posizione di forza rispetto e potrebbe sollevare questioni geopolitiche. Nel breve termine, il tema più grande che un certo numero di Paesi deve affrontare è l’impulso che i recenti movimenti dei prezzi dell’energia possono dare agli indici di inflazione nei prossimi mesi.

EUROPA POVERA DI ENERGIA

Lo rileva nella ‘settimana dei mercati’ Mark Dowding, CIO di BlueBay, che analizza la povertà di energia dell’Europa e le conseguenze su mercati e bollette, spiegando che le pressioni sui prezzi sono causate dalle strozzature delle catene di fornitura, alti costi di trasporto e le disruption in corso in Cina, suggerendo che gli effetti ‘transitori’ potrebbero persistere almeno per altri sei mesi, se non più. Ora, uno shock dei prezzi dell’energia potrebbe portare l’inflazione britannica oltre il 6%, e c’è da chiedersi se un’inflazione più alta deprimerà i consumi.

TROPPO OTTIMISMO SUL RIENTRO DELL’INFLAZIONE USA

Un’inflazione più alta può anche agire come incentivo a spendere nel breve termine, ma il superamento dei target rischia di sollevare le aspettative. In questo scenario, secondo Dowding, i titoli di Stato europei dovrebbero essere meglio sostenuti rispetto ai Treasury o ai Gilt britannici, perché l’inflazione dell’Eurozona è probabile che rimanga su livelli ben inferiori a Stati Uniti o Regno Unito. Sulla base di queste considerazioni, nell’ultima settimana BlueBay ha incrementato le posizioni corte sui Gilt rispetto ai Bund, mentre crede che l’idea che l’inflazione USA abbia raggiunto il picco e tenderà a diminuire rappresenti una visione troppo ottimista.

SBAGLIATO IL PARALLELO CON GLI ANNI 70

Nella zona euro, secondo Dowding, i rendimenti dei mercati periferici hanno registrato un modesto rialzo, e anche i fattori stagionali dovrebbero diventare più costruttivi per gli spread nei prossimi mesi, mentre le mosse di Grecia, Spagna e Italia di tagliare le tasse per alleviare l’impatto dei costi energetici non sembrano aver preoccupato gli investitori obbligazionari. BlueBay si aspetta comunque la richiesta di maggiore controllo fiscale da parte dei falchi del Nord Europa man mano che l’economia della zona euro si riprende. Per quanto riguarda inflazione e prezzi dell’energia, secondo Dowding sarebbero sbagliati parallelismi con gli anni ’70, anche se i prezzi del gas dovrebbero continuare ad essere sostenuti da domanda robusta e politiche verdi, che hanno visto l’Europa allontanarsi dal carbone e dal nucleare obsoleto dopo Fukushima.

INVESTIMENTI VERDI SEMPRE PIÙ NECESSARI

Ma le energie rinnovabili faticano a colmare il gap, per cui bisognerà abituarsi a prezzi più alti. Il rischio, secondo Dowding, è di un inverno di malcontento in Gran Bretagna, aggravato dagli scaffali vuoti dovuti alle disruption legate a Brexit e dalla carenza di lavoratori in settori chiave, mentre la fornitura energetica sarà influenzata anche dall’imminente riduzione dell’energia dalla Francia, per le chiusure di alcune centrali nucleari. A questo punto, la povertà energetica potrebbe rappresentare un rischio di stagflazione. Tutto questo, conclude Dowding, sembra solo rafforzare la necessità di ulteriori investimenti infrastrutturali sostanziali nelle tecnologie verdi.

Istat: a luglio export ed import in crescita. Saldo commerciale a +8.762 milioni di euro

Corre l’import e l’export dell’Italia. Nel mese di luglio, l’Istat stima una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+2,6%) che per le importazioni (+1,3%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto al forte incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+7,5%) mentre quelle verso l’area Ue sono in diminuzione (-1,8%).
Nei primi sette mesi del 2021, la crescita tendenziale dell’export (+22,8%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+34,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+22,4%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+36,3%) e autoveicoli (+42,6%).
La stima del saldo commerciale a luglio 2021 è pari a +8.762 milioni di euro (era +9.689 a luglio 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +12.383 milioni (era +11.675 a luglio dello scorso anno).

Franco: quest’anno debito e deficit saranno migliori del previsto

L’Italia dovrebbe chiudere l’anno con conti pubblici migliori di quanto previsto anche per quanto concerne debito e deficit. Lo ha affermato il ministro dell’economia, Daniele Franco, a margine dell’Ecofin informale in Slovenia. “Quest’anno avremo risultati migliori di quelli indicati nel Def – ha detto Franco – Fra qualche settimana pubblicheremo la nota di aggiornamento al Def con nuovi obiettivi, le nuove stime di crescita per quest’anno ma anche deficit e debito”. Per i prossimi ani, aggiunge Franco, i nuovi obiettivi saranno di una riduzione di deficit e debito.Relativamente al riattivarsi delle vecchie regole Ue di bilancio dal 2023, il ministro si è limitato a dire che si tratta di una “questione aperta” e ci sono 15-16 mesi per trovare una soluzione.

Ocse vede PIL Italia a +5,9%. Netto no a rinnovo Quota 100, sì a taglio tasse su lavoro

Le nuove stime Ocse arrivate oggi danno credito a quanto affermato dal ministro Franco (“Il Pil crescerà più del 5,8%”). L’Organizzazione parigina stima una crescita economica dell’Italia del 5,9% quest’anno e del 4,1% nel 2022, dopo un calo del PIL dell’8,9% nel 2020. Il secondo trimestre più forte del previsto spiega la revisione al rialzo rispetto alla previsione di espansione del 4,5% per il 2021 nel Prospettive economiche di maggio dell’OCSE.Per il ritorno del Pil ai livelli pre Covid bisognerà attendere la prima metà del 2022. In generale l’Ocse sottolinea come l’economia italiana si stia riprendendo dalla crisi Covid grazie alla campagna di vaccinazione e al generoso sostegno fiscale a famiglie e imprese. Lo Studio afferma altresì che il sostegno fiscale è riuscito a mitigare in maniera efficace le perdite in termini di posti di lavoro e a preservare la capacità produttiva. L’aumento della spesa pubblica, anche a titolo dei fondi di Next Generation EU, sosterrà maggiori investimenti e sarà accompagnato da un clima di maggiore fiducia e da un aumento della domanda.PNRR opportunità unica per una ripresa più verde e più digitalizzataL’Ocse ricorda che i rischi per le prospettive sono grandi, comprese le varianti del virus e il percorso dei tassi di interesse globali. “Per aumentare la crescita e l’occupazione al di sopra dei livelli pre-pandemia, la composizione della spesa pubblica e delle tasse deve migliorare”, argomentano gli esperti Ocse che indicano il piano nazionale di ripresa e resilienza offrire un’opportunità unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e produttiva. “Realizzare ciò richiederà una serie impegnativa di riforme legislative e amministrative. Migliorare la giustizia civile, l’amministrazione fiscale e gli investimenti pubblici sarà essenziale per aumentare la crescita del reddito”.“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia sta attivando una crescita più forte, più verde, più equa e più digitalizzata che andrà a beneficio di tutti gli italiani con migliori opportunità per andare avanti”, argomenta Il segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann. “Un settore pubblico più efficiente è fondamentale per garantirne il successo – prosegue Cormann – . Il piano deve essere pienamente attuato e integrato con riforme per sostenere un’ulteriore crescita, anche con maggiori investimenti in infrastrutture verdi e ricerca e sviluppo e riforme per continuare a guidare l’effettiva trasformazione digitale dell’economia italiana”.L’Ocse afferma che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre un’occasione unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e più produttiva. Il Governo, si legge nello Studio, ha fissato un programma ambizioso che attribuisce giustamente priorità alle riforme, della concorrenza e del settore pubblico e al rafforzamento dell’efficacia dei sistemi di giustizia civile allo scopo di affrontare l’incertezza, i ritardi e i costi che attualmente ostacolano gli investimenti. La competitività delle imprese italiane può essere migliorata attraverso investimenti nelle infrastrutture verdi e nella banda larga.Lo Studio suggerisce che le possibilità di riuscita dell’attuazione del piano di riforme sono molto più elevate rispetto al passato. Sono stati divulgati metodi di attuazione, tappe fondamentali e obiettivi chiari per l’erogazione dei fondi a titolo di Next Generation EU e le leggi di recente approvazione relative alla semplificazione degli investimenti verdi e al sostegno al processo decisionale contribuiranno al successo dell’attuazione del Piano.Il giudizio su Quota 100 e Opzione DonnaIl nuovo rapporto Ocse boccia Quota 100, suggerendo di lasciarla scadere a fine anno senza alcuna proroga. L’Ocse, riprendendo una stima fatta dal Tesoro, ricorda che adottare Quota 100 su base permanente, la spesa pensionistica registrerebbe un aumento cumulativo pari a 11 punti percentuali del Pil tra il 2020 e il 2045. L’Ocse ritiene quindi che sarebbe opportuno lasciar scadere Quota 100 nel dicembre 2021, così come la cosiddetta ‘Opzione Donna’ che dà diritto al pensionamento anticipato con un trattamento calcolato su base contributiva fino a fine anno. A detta dell’Ocse tale misura amplifica i rischi di povertà in età avanzata. In generale su sistema pensioni, l’Ocse vede le pressioni sulla spesa legate all’invecchiamento demografico e agli interessi “elevate e destinate ad aumentare nel lungo termine”.Sull’argomento il ministro del’Economia, Daniele Franco, si è limitato a dire che fra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno ci sarà un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento e quota 100 scadrà. “Dobbiamo discuterne nel Governo” ma “sono fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di bilancio”, sono state le sue parole.Ocse suggerisce tasse sul lavoro più basseIl rapporto Ocse sull’Italia ricorda come le tasse sul lavoro restano troppo alte. Il rapporto raccomanda l’attuazione di una riforma fiscale globale per ridurre la complessità del sistema e le tasse sul lavoro. Questo dovrebbe essere finanziato attraverso una migliore conformità, guidata da un maggiore uso della tecnologia e dei pagamenti con carta.In Italia, rispetto alla media dell’area Ocse, il gettito derivante dalle tasse sul lavoro è più elevato, mentre il gettito derivante dalle imposte di successione e dalla riscossione dell’Iva è più basso anche perché si rileva una soglia di esenzione Iva rilevante. Il cuneo fiscale sul lavoro è elevato, ricorda l’Ocse, anche se è stato ridotto attraverso sgravi fiscali sul reddito, riforme degli assegni alle famiglie e tagli temporanei ai contributi sociali. L’Ocse sottolinea poi come il numero elevato di agevolazioni fiscali contribuisce alla complessità della situazione in Italia.Una riforma fiscale olistica dovrebbe puntare a mitigare la complessità del regime e ridurre permanentemente le imposte sul lavoro, finanziata grazie alle entrate derivanti da migliori livelli di compliance, minori spese fiscali e maggiori imposte su beni immobili e successioni.

Italia: in ripresa l’attività terziaria al valore più alto in 14 anni

Gli ultimi dati Pmi di agosto ci descrivono un settore terziario in Italia in continua forte espansione. L’attività è nuovamente aumentata e al tasso più alto in 14 anni già toccato una volta. – si è posizionato ad agosto su 58.0, valore invariato rispetto a luglio, indicando inoltre il quarto mese consecutivo di incremento della produzione terziaria italiana. Il tasso di espansione generale è stato peraltro elevato ed ha indicato per la seconda volta in 14 anni il valore più rapido registrato La forte prestazione dei servizi si è unita all’accelerazione del tasso di crescita produttiva del settore manifatturiero provocando nel settore privato un’espansione ad un tasso mai visto in oltre 15 anni. Nel complesso, i dati di agosto hanno indicato un’altra prestazione mensile straordinaria per l’economia del settore privato italiano. “Le pressioni inflazionistiche sono rimaste la preoccupazione principale, anche se non hanno ancora mostrato effetti sulla crescita, con dati che non mostrano alcun segnale di rallentamento” così ha dichiarato Lewis Cooper, Economist presso la IHS Markit.

L’economia italiana pare finalmente decollare, ma dietro ai grandi numeri si nasconde questa minaccia

Il PIL sale più del previsto nel secondo trimestre e la crescita nel 2021 può arrivare al 6%. Ma esiste una grossa minaccia.

di , pubblicato il 

E’ stato un secondo trimestre oltre le previsioni per l’economia italiana. Il PIL è rimbalzato del 17,3% su base annua, portando la crescita acquisita per il 2021 al 4,7%. Probabile che si attesterà tra il 5,5% e il 6%, una volta che usciranno i dati relativi al secondo trimestre. Non ci avrebbe sperato nessuno fino a qualche mese fa. Per quanto resteremmo al di sotto dei livelli pre-Covid, ci collocheremmo nella parte alta della classifica europea e OCSE per capacità di ripresa.

Lasciamo che la politica perda tempo per appropriarsi dei meriti di questo trend. In questi giorni, però, è uscito un altro dato a cui porre la giusta attenzione. L’inflazione italiana in agosto è salita al 2,1%. Nell’Eurozona, è balzata al 3%. In Germania, al 3,9%. In termini di prospettive per l’economia italiana, ciò pesa parecchio. Per capire perché, vi proponiamo una semplice equazione, anzi un’identità:

Y = C + I + G + Exn

dove Y sta per Prodotto Interno Lordo o PIL, C per Consumi, I per Investimenti, G per Spesa Pubblica al netto della tassazione e Exn per Esportazioni Nette, cioè sottraendo il valore delle esportazioni.

L’impatto dell’inflazione sull’economia italiana

Ora, l’inflazione è tipicamente un nemico delle famiglie. Se accelera troppo, ne deprime il potere di acquisto e, quindi, i consumi. Del resto, con la stessa quantità di denaro un consumatore potrà acquistare un paniere più magro di beni e servizi. Ma il problema diventa ancora più ampio. Il surriscaldamento dell’inflazione sta già spingendo la BCE a dibattere sulla riduzione degli stimoli monetari, seguita nel tempo dal primo rialzo dei tassi nell’Eurozona.Francoforte dovrà tenere a bada la crescita dei prezzi, per cui man mano che questa attecchisce, taglierà gli acquisti dei bond.

Inevitabile la risalita dei tassi di mercato. E l’impatto sull’economia italiana si farebbe ancora più duro del solo contraccolpo diretto sui consumi. Infatti, tassi più alti aumenteranno da un lato la propensione delle famiglie al risparmio, riducendone gli acquisti, dall’altro colpiranno gli investimenti delle imprese. Queste prendono molto spesso a prestito denaro allo scopo e più l’operazione diventa costosa, meno investiranno.In realtà, la stessa spesa pubblica potrebbe risentirne. Se sale il costo di emissione dei titoli di stato, il governo cercherà di ricorrere all’indebitamento un po’ meno del previsto per limitare gli aggravi di spesa (per interessi) sui conti pubblici presenti e futuri. Infine, man mano che i tassi di mercato lievitano, i capitali esteri affluiscono alla ricerca di rendimenti più alti. E ciò tendenzialmente porterebbe a un apprezzamento dell’euro contro le altre valute. Per questa via, rischiano di rallentare le esportazioni, specie quelle di prodotti a basso contenuto tecnologico e la cui domanda risulta più esposta alle variazioni dei prezzi.

Conclusione

In breve, vi stiamo dimostrando come un battito d’ali possa scatenare una tempesta di vento. L’inflazione incombe come una minaccia per l’economia italiana, in quanto innescherebbe una serie di meccanismi depressivi per la crescita. Fosse (ad oggi) per il solo dato italiano, potremmo stare tranquilli. Tuttavia, nell’Eurozona la risalita dei prezzi si è fatta ben più veloce e ciò accresce le pressioni sulla BCE, affinché adotti quanto prima una politica monetaria meno accomodante.

Ing stima PIL Italia a +5,7% nel 2021 con traino da consumi privati anche in 3° trimestre

L’Istat ha confermato oggi la forte accelerazione dell’economia italiana nel secondo trimestre del 2021. Il PIL è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% nei confronti del secondo trimestre del 2020.La ripartizione dettagliata della domanda mostra come a trainare la crescita sia stata principalmente la domanda interna, come riflesso dell’effetto delle riaperture. “Non sorprende che i consumi privati ​​siano stati di gran lunga il principale motore di crescita, con un contributo del 2,8% alla crescita trimestrale, seguiti a distanza dagli investimenti fissi lordi (contributo dello 0,5%) e dalle esportazioni nette (contributo dello 0,3%). La riduzione delle scorte ha sottratto lo 0,8% alla crescita trimestrale e il consumo pubblico un altro 0,2%”, asserisce Paolo Pizzoli, Senior Economist di Ing.Il rilascio dettagliato del PIL mostra quindi che si è trattato di una storia di consumi privati “che sembra destinata a continuare, a un ritmo più moderato, nel 3Q21”, aggiunge Pizzoli che ora stima una crescita media del PIL 2021 al 5,7%, ipotizzando che non verranno imposti blocchi a livello nazionale nel resto dell’anno.

Nell’agosto bullish di Piazza Affari straordinaria prova di forza di due titoli del Ftse Mib

Al via l’ultimo scorcio di un mese di agosto partito a spron battuto sui mercati (striscia di 10 rialzi consecutivi per l’indice Euro Stoxx 600, 9 per il Ftse Mib di Piazza Affari) e che è poi proseguito tra alti e bassi complici alcuni segnali di rallentamento da Cina e Usa. Venerdì intanto l’attesissimo discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, al simposio virtuale di Jackson Hole ha sostanzialmente ribadito i messaggi delle minute del FOMC di luglio, con toni nel complesso accomodanti. Il tapering potrebbe effettivamente prendere il via entro fine anno, ma molto dipenderà dai dati, così come dai rischi al ribasso legati alla variante Delta. Powell ha poi specificato che il tapering non è un preludio ad un’imminente stretta sui tassi.Guardando alle prospettive dei mercati in generale, Equita Sim nel sui Monthly Report rimarca che il quadro continua ad essere di supporto per l’azionario come asset class, e in particolare continuiamo a privilegiare i titoli e settori legati al reflation trade e re-opening (e.g. energetici, finanziari).

Newsflow negativo non scoraggia i mercati

L’indice Ftse Mib si è lasciato alle spalle la quinta settimana positiva nelle ultime sei con un rialzo del 2,54% ad agosto (da inizio anno siamo in guadagno del 16,97%). “I mercati agostani mostrano eccellente temuta non mostrando particolari esitazioni nonostante le diverse news negative che sono arrivate nelle ultime settimane. Dalle crescenti preoccupazioni per la varianti Covid, alla “guerra ai ricchi” iniziata in Cina, passando per la situazione in Afghanistan e l’imminente Tapering ormai annunciato dalla Federal Reserve”, argomenta Pietro Di Lorenzo, trader professionista e fondatore di SOS Trader.

I titoli da seguire oggi

Tra i titoli interessanti per la prossima seduta, le indicazioni date da SOS Trader si soffermano su seguenti titoli:

INTERPUMP prosegue la corsa che ha generato un apprezzamento di 10€ nelle ultime 29 sedute. La formazione di nuovi massimi assoluti (con il superamento di 59,6€, potrebbe calamitare nuovi acquirenti). Nell’ultimo mese Interpump segna +14% con saldo da inizio anno di +46% circa.

STM fornisce un interessante segnale rialzista, superando di slancio la resistenza in area 37€ e riportandosi su livelli che non vedeva dall’Aprile 2002. Possibile un ulteriore allungo in direzione di area 40€.

TENARIS mostra interessanti segnali di inversione della forza relativa chiudendo la settimana con un rialzo del 5.76%. Il supporto in area 6€ testato nelle ultime sedute, potrebbe essere una solida da base sopra la quale costruire un movimento ascendente.

Prosegue la debolezza di TERNA (-6,64% nell’ultima settimana) che disegna un interessante pull back. Il completamento del pattern (con il ritorno sopra area 6.75€) potrebbe richiamare gli acquirenti.

Monitoriamo ENEL che si riporta a contatto con il supporto in area 7,55€ che per diverse volte negli ultimi mesi si è opposto alla discesa dei prezzi.

Straordinaria forza mostra DIASORIN che prosegue il movimento all’interno del ripido canale rialzista. I prezzi si riportano a contatto con la resistenza psicologica in area 190€: una chiusura superiore a questo livello, fornirà un solido segnale di continuazione rialzista.

Per Piazza Affari è crisi post-ferragosto, a picco Stellantis e Moncler. Migliori e peggiori della settimana sul Ftse Mib

Ultima seduta della settimana altalenante per Piazza Affari reduce dai corposi ribassi che hanno caratterizzato le scorse giornate. Il Ftse Mib ha chiuso a 25.918 punti, in calo dello 0,04% grazie a un convinto recupero sul finale in scia alla positività di Wall Street. Le Borse in questa settimana sono state fortemente condizionate dal timore di un rallentamento della crescita globale a causa del diffondersi della variante Delta e dal potenziale allentamento degli stimoli statunitensi. In tal senso i riflettori sono già puntati al simposio di Jackson Hole di settimana prossima, dove Powell potrebbe chiarire meglio le intenzioni della Fed.Il bilancio settimanale è negativo di quasi il 3% con il Ftse Mib che è stato ricacciato sotto i 26mila punti, allontanandosi dai massimi a 13 anni toccati la scorsa ottava.

Stellantis e Moncler ancora in retromarcia

In calo anche oggi Stellantis (-1,15% a 17,14 euro) con tutto il comparto auto europeo in panne in scia ai fermi produttivi annunciati da alcune big del settore come la giapponese Toyota. Il colosso dell’auto nipponico ha fatto sapere che sospenderà la produzione in 14 fabbriche confermando le indiscrezioni di stampa che avevano indicato una riduzione del 40% della produzione per il mese di settembre. Anche Volkswagen (Audi) e Stellantis avranno dei fermi produttivi, in particole quest’ultima dovrà bloccare la produzione almeno per una settimana nello stabilimento di Rennes-La Janais e per almeno tre giorni a Sochaux. Ieri IHS ha rivisto le previsioni sulla produzione 2021 che non incorpora il taglio di Toyota prevedendo fra 6 e 7 milioni di volumi in meno per l’impatto shortage nel 2021.

Continua anche la debolezza del comparto del lusso, con Moncler scivolata indietro dell’1,79% a conferma della palma di pecora nera della settimana tra le blue chip milanesi con un tonfo di oltre il 12 per cento in 5 sedute. La Cina potrebbe introdurre delle misure per limitare gli acquisti di prodotti dall’estero nel tentativo di promuovere la “prosperità comune” come affermato dal presidente Xi Jinping, in occasione del decimo meeting della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici.

Tra i titoli che guardano agli sviluppi in Cina spicca anche Campari (-0,94%), condizionata anche dalla possibilità che la Cina possa introdurre limitazioni alle vendite di distillati prodotti all’estero. L’esposizione di Campari alla Cina è abbastanza limitata: l’area Asia-Pacifico rappresenta l’8% dei ricavi consolidati di Campari (dati al primo semestre 2021) con l’Australia che da sola vale il 5%. Il gruppo è più orientato verso l’America.

Brillano Enel e Diasorin

In spolvero invece Enel, titolo di maggior peso del Ftse Mib, che ha chiuso in rialzo dell’1% tornando sopra il muro degli 8 euro. Bene altri titoli difensivi quali Diasorin (+1,68%) e Recordati (+0,67%). Tra le banche spunto rialzista per Intesa Sanpaolo (+0,53%) e Unicredit (+0,39%).

Migliori e peggiori della settimana

Di seguito la classifica dei migliori e peggiori cinque titoli della settimana:

MIGLIORI
1) DIASORIN +6,2%
2) TERNA +2,4%
3) AMPLIFON +2,3%
4) HERA +1,8%
5) A2A +1,8%

PEGGIORI
1) MONCLER -12,7%
2) STELLANTIS -7,8%
3) CNH INDUSTRIAL -7,0%
4) TENARIS -6,9%
5) EXOR -6,7%

Perché la crescita dell’economia italiana nel 2021 non sarà affatto straordinaria

L’economia italiana crescerà forse più del previsto e c’è ottimismo sulla ripresa post-Covid. Ma è esagerato pensare che stiamo volando.

di , pubblicato il 

Giusto essere ottimisti, purché non perdiamo il contatto con la realtà. L’economia italiana quest’anno, salvo colpi di coda della pandemia tutt’altro che esclusi, potrebbe sfiorare un tasso di crescita del 6%. Lo sostiene l’Ufficio parlamentare di bilancio. Sarebbe il ritmo di aumento del PIL più elevato da circa mezzo secolo a questa parte. Naturale che debba fare notizia. Tuttavia, chi parla di “boom” o di secondo “miracolo economico” non sa davvero di cosa stia blaterando.

Il nostro Paese esce da un 2020 terribile. L’economia italiana si è contratta dell’8,9% lo scorso anno, più della Francia (-8,3%) e della Germania (-5,3%), ma meno della Spagna (-10,8%). Secondo il Fondo Monetario Internazionale, però, l’economia francese crescerebbe quest’anno del 5,8%, quasi un punto percentuale in più dell’Italia, pur essendo andata meno male nel 2020. E se è vero che la Germania dovrebbe segnare un più misurato +3,6%, alla fine di quest’anno risulterebbe l’economia meglio messa, in relazione ai livelli pre-Covid. La stessa Spagna, attesa a +6,2%, mostrerebbe una performance migliore della nostra nel biennio considerato.

Economia italiana: risultati del rimbalzo PIL

In sostanza, l’economia italiana crescerà a tassi elevati, ma nel confronto con gli altri stati europei non costituisce alcuna eccezione. E, soprattutto, non si metterà alle spalle le perdite inflitte dalla pandemia prima. Anzi, rischia di cancellarle con qualche trimestre di ritardo. Per non parlare del fatto che prima del Covid il nostro PIL reale fosse ancora a -4% rispetto al 2007, cioè a prima che arrivasse la crisi finanziaria mondiale.

Altro elemento sottaciuto riguarda il deficit pubblico. Quest’anno, l’Italia dovrebbe chiudere con un disavanzo fiscale prossimo al 12% del PIL.

A seguito dell’andamento dell’economia migliore delle attese, probabile che il dato sarà un po’ più basso, pur ai massimi da 30 anni. La Germania dovrebbe segnare un rosso in area 9%, similmente alla Francia e alla Spagna. Ergo, la nostra ripresa che si presume essere eccezionale, in realtà è sostenuta più che altrove dalla leva fiscale.

Se quest’anno l’economia italiana crescesse del 6%, il nostro PIL reale risulterebbe a fine dicembre del 96,6% rispetto ai livelli del 2019. In Germania, nel frattempo si sarebbe portato sopra il 98% e in Francia al 97%. Peggio di noi farebbe la Spagna sotto il 96%. I dati dicono questo. Stravolgere la realtà per dipingere un boom inesistente è un’operazione demenziale sul piano politico e della propaganda mediatica. I fatti prima o poi s’incaricheranno di smentire i ciarlatani. Restiamo ottimisti, ma anche con un minimo di senso critico.

Anno da sogno per Piazza Affari: da Stellantis a Unieuro, i titoli del Ftse Mib e del Ftse Star che hanno più che raddoppiato in 12 mesi

Piazza Affari sta vivendo un agosto decisamente brillante con l’indice Ftse Mib che veleggia sui top pluriennali. Archiviata una stagione delle trimestrali decisamente positiva, è il tempo di guardare avanti e tra gli analisti continua a prevalere l’ottimismo con l’Italia che ha dato importanti segnali di forza anche sul fronte economico con il balzo del PIL nel 2° trimestre del 2021.Guardando a quanto fatto nell’ultimo anno, il listino milanese non ha certo lesinato soddisfazioni nell’anno della pandemia con rialzi a doppia cifra per tutti i principali indici e performance anche a tre cifre per alcuni titoli.Negli ultimi 12 mesi il rally del Ftse Mib è stato portentoso con oltre +29%, con solo Parigi (+35% il Cac 40) riuscita a fare  meglio nel panorama europeo.

Quotazioni ancora a buon mercato

Dopo tale corsa forsennata le azioni italiane sono ancora a buon mercato? A detta degli strategist di Intermonte le azioni italiane sono scambiate ancora a multipli relativamente poco impegnativi (13,6x e 12,4x 2021/22 P/E), leggermente al di sotto della media storica. “Chiaramente rimane fondamentale che la direzione degli utili continui come previsto, accompagnata da un sostegno dell’ambiente macro – si legge nell’equity focus di Intermonte – . Su vari fronti, l’Italia sembra ben posizionata grazie a relativamente bassi tassi di contagi e consegna rapida delle vaccinazioni, con quasi il 60% della popolazione (>65% degli adulti) ora completamente vaccinato”. Ulteriore sponda positiva arriva dall’approvazione della riforma della giustizia e in generale l’agenda di governo fitta nei prossimi mesi. Infine, nel quarto trimestre ci saranno significativi flussi di dividendi provenienti da titoli finanziari a seguito della rimozione del divieto Bce.

Inoltre, in virtù della raffica di risultati migliori del previsto nel 2° trimestre dell’anno, Intermonte ha apportato una massiccia revisione al rialzo delle stime su Piazza Affari: l’EPS 2021 è stato aumentato di quasi il 18%, mentre la revisione al 2022 è del 9,3%. Adesso la sim prevede un aumento dell’82% su base annua dell’EPS nel 2021 e un ulteriore aumento del 10% nel 2022.

AGGIORNAMENTO  8 GIUGNO 2021  

FTSE MIB 25.928,00  

terzo tentativo di raggiungere  25500 (MAX PRE-COVID 19 ) riuscito 1-06

rivisto finalmente Massimo Pre-Covid 19 per nostro Indice 

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+2874 punti da 23048 per ora ci siamo 

AGGIORNAMENTO  31 MAGGIO 2021  

FTSE MIB 25.284,00

terzo tentativo di raggiungere  25500 (MAX PRE-COVID 19 )

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

+2236 punti da 23048 per ora ci siamo 

FTSE MIB 25.185,00 top 6-04

Uscita al rialzo da Box di laterale decennale 12500-24500 e Max Pre Covid 25500 si avvicina

ben sopra RADICE HFT 048 = 23048 

Aggiornamento 29-05-2021 

FTSE MIB 25.203,00

FTSE MIB 25.500,00<–attuale top del 20-02-2020

siamo >24484/24500 (vedi grafico)

siamo >24048 (vedi grafico)  

siamo >23048 (vedi grafico)

vi ricordiamo l’ambiziosa idea di questo articolo.

Vogliamo però chiudere  con una frase “particolare” che è anche il Titolo di questo articolo , ben augurante……..
Once Upon a Time in ITALY FTSEMIB 40500
C’era una Volta in Italia FTSEMIB 40500
(A noi piacerebbe un LIETO FINE e che il nostro Paese si rialzi, ma a LORO ?)
Let’s We Dream.Good Luck
FTSEMIB

ftsemibinculoaibifolchidicivitella

Ocse: PIL Italia crescerà al 4,5% nel 2021 mentre prosegue la campagna vaccinale

Il Pil dell’Italia salirà al 4,5% nel 2021 e al 4,4%, nel 2022: così emerge dalle Prospettive Economiche dell’Ocse presentate oggi a Parigi. Guardando al nostro paese, il prodotto interno lordo dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia del 2019 nella seconda metà del 2022, afferma l’Ocse. In Italia “la pandemia è stata messa sotto controllo grazie alle misure di contenimento” adottate dal governo: è quanto si legge nella scheda dedicata all’Italia delle Prospettive economiche dell’Ocse, presentate oggi a Parigi, in cui il governo viene invitato ora a puntare sulle riforme della pubblica amministrazione in quanto “necessarie per sostenere una maggiore crescita”. “Il governo ha di conseguenza allentato le restrizioni, consentendo la riapertura di ristoranti, musei e scuole superiori” e adesso “mira a vaccinare l’80% della popolazione (41,5 milioni di persone) entro il mese di settembre 2021”.

NONOSTANTE IL COVID 19

LAFINEDELL'ITALIA

conquestacosafinisceiltrading

Il MOVE correttivo tanto temuto e che speravamo con il superamento di 24048-24500 ci volessero risparmiare………
CAUSA PANDEMIA……….lo hanno quasi portato a termine
14894…….-10606 punti come i contagiati
No comment……….non ci hanno voluto fare risollevare……
21464
/20400/20180—14500
E fino a quando il nostro FTSEMIB resta sopra gli START LEVEL 20400/20180
del MOVE CORRETTIVO HFT 20400/20180—14500 NO PROBLEM.

ftsemib-chart-of-the-day

ftsemib
ftsemibinculoaibifolchidicivitella

    NOTIZIE ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO

Regime forfettario 2022: riforma fiscale con uscita soft e accertamenti del Fisco limitati

Le Commissioni parlamentari suggeriscono di introdurre un regime transitorio che accompagni il contribuente forfettario, non più in possesso dei requisiti, verso il passaggio al regime ordinario di tassazione

di , pubblicato il 

La riforma fiscale, per la quella si attende in giornata la legge delega al Governo, potrebbe riservare delle novità anche per il regime forfetario 2022.

Il regime forfettario

Possono accedere al regime forfetario, comma 54 e ss. della legge 190/2014 coloro che:

  • hanno conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65.000 euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate),
  • hanno sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro di terzi, compresi dipendenti e collaboratori.

Oltre alla previsione dei requisiti di accesso, la norma citata prevede anche delle cause di esclusione.

Ad esempio, non possono accedere al regime forfetario 2022, le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfettari di determinazione del reddito.

Regime forfettario 2022: quali novità con la riforma fiscale?

Nella relazione finale delle Commissioni parlamentari sulla riforma fiscale, che sarà la base della stessa riforma,  vengono suggeriti degli interventi correttivi anche sul regime forfettario 2022.

In particolare, la relazione suggerisce l’introduzione di un meccanismo di uscita dal regime forfettario che agevoli il contribuente.

A tal proposito, in base all’attuale normativa, il regime forfetario, cessa di avere efficacia:

  • a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno anche solo uno dei requisiti di accesso previsti dal comma 54 ovvero
  • si verifica una delle cause di esclusione previste dal comma 57.

Proprio su tale passaggio, la Relazione suggerisce di introdurre un regime transitorio che accompagni il contribuente verso il passaggio al regime ordinario di tassazione IRPEF.

Questo è quanto prevede la relazione:

La Commissione in particolare raccomanda, per il caso in cui il contribuente, in un determinato periodo di imposta, consegua un ammontare di ricavi o compensi superiore all’attuale soglia di 65.000 euro ma inferiore ad un tetto opportunamente individuato, l’introduzione di un regime opzionale – con scelta irrevocabile da parte del soggetto passivo di imposta – per la continuazione del regime forfettario nei due periodi di imposta successivi, a condizione che in ciascuno di detti periodi di imposta il contribuente dichiari un volume d’affari incrementato di almeno il 10% rispetto a quello di ciascun anno precedente.

Conseguentemente, le aliquote dell’imposta sostitutiva previste ai commi 64 e 65 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, potranno essere aumentate, per il biennio in questione, rispettivamente, dal 15 al 20 e dal 5 al 10 per cento.

La Commissione suggerisce anche la riduzione dei poteri di accertamento dell’Agenzia delle entrate nel biennio sopra individuato. Ai sensi dell’articolo 39, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600.

Il Ftse Mib chiude la peggior settimana dal 2008 a 21.984,21 punti (-11,1%)

Il Ftse Mib oggi ha chiuso a 21.984,21 punti (-3,58%), archiviando la peggior settimana dal 2008. Il mercato in panic selling ha venduto senza risparmiare quasi alcun titolo.In positivo solo Amplifon, che è riuscito a mettere a segno un +2,6%, oltreché Prysmian e Juventus, rispettivamente in crescita del 0,42% e 0,18%.Male i bancari con Intesa Sanpaolo in calo del 3,93% e UniCredit del 3,87%. Bper Banca cede quasi il 5%. Peggior titolo del listino Snam, che chiude in rosso del 5,87%

Coronavirus scatena nuovi downgrade Pil Italia: -0,3% in 2020 per Prometeia. Gualtieri: misure manovra non bastano

Cosa succede all’Italia se Milano si ferma? Se, più in generale, a causa del panico coronavirus, si ferma proprio il motore dell’economia, ergo la Regione Lombardia? Think tank ed economisti fanno la conta dei danni che il COVID-19 potrebbe provocare al Pil italiano.PROMETEIA PAVENTA QUARTA RECESSIONE ITALIA DAL 2009L’esito è sconfortante, certificato tra l’altro da diversi downgrade. Prometeia ha, per esempio, rivisto al ribasso le stime sul Pil italiano del primo trimestre del 2020 a -0,3% dal precedente -0,1%. Il downgrade avrà effetti ovviamente sul trend dell’intero anno 2020, come anticipa il titolo del report: “Coronavirus in Italia, Pil 2020 rivisto a -0,3%”.Italia destinata a ripiombare in recessione tecnica per la quarta volta dal 2009? Sembra di sì, allo stato attuale delle cose.Prometeia tende a precisare, infatti, che “qualsiasi valutazione degli effetti economici dipende comunque in modo decisivo dalla durata del contagio e dalle misure atte a contenerlo“.Detto questo, “è molto probabile che, pur assumendo che si mettano in atto politiche di sostegno alle imprese in difficoltà e che la situazione tenda a normalizzarsi entro metà marzo, il primo trimestre registri una contrazione del PIL nell’ordine dello 0,3% (primo trimestre 2020 su ultimo trimestre 2019; una revisione al ribasso di 0,4% rispetto al Brief di febbraio), e dunque si possa definire una condizione di recessione tecnica (due trimestri consecutivi di caduta del prodotto interno lordo), la quarta recessione dal 2009″. E, “nell’ipotesi di una ripresa nei trimestri successivi in linea con quanto previsto nel Brief di febbraio, e dunque che la perdita nel primo trimestre non venga recuperata in quelli successivi, si registrerebbe una caduta del PIL di analogo ammontare nella media d’anno”.Stiamo parlando, d’altronde, di una emergenza esplosa in regioni alcune delle quali, Lombardia in primis, sono il motore dell’economia italiana.“Il valore aggiunto delle regioni coinvolte in qualche misura (sono quelle nelle quali si è deciso il blocco delle attività didattiche in tutte le scuole)  – si legge ancora nel rapporto di Prometeia . rappresenta nel complesso il 54% del totale Italia, con il seguente dettaglio: Piemonte (7,8%), Lombardia (22,1%), Veneto (9,2%), Emilia-Romagna (9,2%), Trentino Alto Adige (2.6%), Liguria (2,8%)”.“Scendendo a livello provinciale – si legge ancora nel report di Prometeia – Lodi pesa lo 0,4% del PIL nazionale mentre Milano il 10,2%. Ciò senza tenere conto degli effetti di interazione tra le diverse aree”. Veniamo così all’elevato apporto che dà all’economia italiana intera la città di Milano. Altro che Milano da bere, ora più che mai.

ALERT ANCHE DA BONOMI (ASSOLOMBARDA): CONTENERE TOMI ALLARMISMO

Un alert sull’economia italiana è arrivato nelle ultime ore anche da Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda:“Siamo in emergenza economica. L’impatto del coronavirus sull’economia globale lo sconteremo duramente. Fermare la Lombardia, che era già in forte rallentamento, significa frenare oltre un quinto del PIL italiano e dare un duro colpo a tutta la filiera dell’industria, che rischia di impiegare mesi a recuperare lo svantaggio economico con il resto del mondo. In questa regione lavorano un quarto degli addetti del manifatturiero italiano, da cui deriva oltre il 27% dell’export nazionale. Bisogna contenere i toni di allarmismo: siamo al paradosso di dover garantire ai partner commerciali l’assoluta idoneità e sicurezza dei prodotti delle nostre imprese. Occorrono immediati interventi normativi che introducano misure di sostegno alle imprese sia di natura finanziaria, sia di sostegno al lavoro e sia di politica estera. Non sono sufficienti le poche misure adottate e ipotizzate finora. Oltre al danno economico va considerato il danno reputazionale, che avrà un impatto significativo sulla nostra economia nel medio e lungo periodo. Prepariamoci a lavorare duramente per recuperare la nostra credibilità internazionale. Ogni giorno che rimaniamo fermi diamo un colpo al cuore dell’economia italiana, cioè al nostro futuro”.

A fare il punto della situazione è anche Francesco Daveri, professore di macroeconomia presso l’Università Bocconi, intervistato da DPA International:

“La città che non si ferma mai si è fermata”, ha detto Daveri. Ed è esattamente così: molti negozi hanno abbassato le serrande, diverse aziende hanno ordinato ai dipendenti di lavorare da casa, optando per lo smartworking, le partite di calcio di serie A sono state cancellate. Anche il rituale dell’aperitivo – sottolinea Dpa – è saltato, visto che i bar devono chiudere entro le ore 18“.Anche le autorità del Veneto hanno lanciato misure di prevenzione, se non di restrizione. Nei pressi di Venezia sono stati cancellati tutti gli eventi, incluse le fiere, le feste per il Carnevale di Venezia e persino le messe.L’articolo ricorda come, considerate insieme, la Lombaria e il Veneto rappresentino un terzo dell’economia italiana.Daveri tiene a precisare, tuttavia, che “non è vero che tutti perdono quando c’è una crisi. Ci sono vincitori e perdenti”, sottolinea, facendo riferimento, per esempio, a come, se è vero che gli affari stanno andando male per i bar e i ristoranti (chiusi per l’emergenza del coronavirus), le vendite dei supermercati stanno segnando un forte balzo”.“La gente sta spendendo meno soldi per andare a mangiare fuori, e più soldi per mangiare a casa, e il bilancio complessivo potrebbe non essere necessariamente negativo, al contrario”. Inoltre, “la crisi potrebbe anche dare una spinta all’innovazione, visto che la gente cerca il modo di superare le restrizioni” che vengono imposte. “Durante una crisi, si può sfruttare l’opportunità di sperimentare cose che non si farebbero se non ci fosse una crisi”.Interpellato anche lui da Dpa Andrea Giuricin, economsta dell’Univesità Bicocca di Milano e del think tank Istituto Bruno Leoni, ha commentato:“Già non stavamo andando molto bene – (riferimento al trend del Pil che si è contratto a sorpresa nel quarto trimestre del 2019 – ora rischiamo seriamente una recessione”. Per Giuricin “stiamo parlando di miliardi, non di milioni di euro” di produzione andata perduta, a causa dello stop alle attività produttive, tra l’altro nel caso di una economia manifatturiera orientata alle esportazioni.

Piazza Affari strappa al rialzo in chiusura (+1,4%), le migliori Saipem e Fca

Seduta dai due volti, quella vissuta oggi da Piazza Affari. Dopo una partenza cauta e uno scivolone in mattinata, l’indice Ftse Mib ha ribaltato la giornata e ha chiuso in rialzo dell’1,44% a 23.422,54 punti, facendo meglio delle altre Piazze europee che sono rimaste ancorate alla parità.
Tutto esaurito per l’asta Bot a sei mesi di oggi. Sono stati allocati dal Tesoro titoli per 6 miliardi di euro al tasso di -0,287%. La domanda ha superato i 9,4 miliardi di euro, con un bid-to-cover (rapporto di copertura) di 1,58. Il trittico di fine mesi si concluderà domani 27 febbraio con l’asta Btp a media-lunga scadenza.
Tra i migliori titoli del Ftse Mib Saipem (+4,9%) dopo la pubblicazione dei conti 2019, con il ritorno all’utile e la distribuzione del dividendo.
Balzo anche di Fca (+4,6%) che beneficia dell’effetto Psa, il colosso francese con cui ha raggiunto un accordo di fusione. Il gruppo dell’auto francese ha annunciato con la comunicazione del bilancio che la sua redditività ha raggiunto nel 2019 un valore record.
In evidenza anche Telecom Italia (+3,5%) in scia alle dichiarazioni sulla rete, in particolare quelle del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Quest’ultimo ha rimarcato il fatto che il Governo incoraggia il confronto tra gli operatori sul confronto d’infrastruttura integrata su banda ultralarga.
Acquisti su Enel (+1,9%) dopo che gli analisti di Equita Sim hanno rivisto al rialzo il target price di Enel a 8,1 euro (+8%) confermando il rating Buy. Inoltre, la controllata Enel X è entrata in campo con la Commissione europea e Banca europea per gli investimenti per la rivoluzione della mobilità elettrica.
In rialzo Eni (+0,7%) dopo che la controlla Versalis ha acquisito dal fondo Vei Capital il 40% di Finproject con l’obiettivo di creare valore attraverso l’integrazione delle rispettive filiere produttive.
Poco mossa Generali (-0,4%) che ha creato una joint venture con la statunitense Nationwide Mutual Insurance. La nuova società, che si chiamerà N2G Worldwide Insurance Services, fornirà soluzioni assicurative per multinazionali.

Gentiloni: ‘Italia ancora in squilibrio macroeconomico eccessivo, debito non cala’. Su coronavirus attenti al panico

L’Italia rimane in una condizione di squilibrio macroeconomico eccesivo, con il debito pubblico che continua a non scendere. “In Italia il rapporto debito pubblico-Pil è ancora in aumento, sebbene i piani del governo stiano diventando più compatibili con una riduzione del debito”. Parola del Commissario agli Affari economici Ue, Paolo Gentiloni, ex ministro degli Esteri ed ex presidente del Consiglio.
In condizione di squilibrio macroeconomico eccessivo si trovano anche altri paesi, come Grecia e Cipro. Per la Grecia lo squilibrio è provocato dal permanere di “vulnerabilità molto significative relative a debito pubblico, crediti deteriorati e settore esterno”. Per Cipro, invece, il motivo è rappresentato dalla crescita del disavanzo delle partite correnti.

Coronavirus: Di Maio, pronti 300 mln per imprese. Settimana prossima vertice su Made in Italy

“Per martedì ho convocato una riunione per fare il punto sull’export italiano e sul Made in Italy. Ci sono 300 milioni di euro pronti con l’Istituto del Commercio Estero in favore delle nostre aziende e discuteremo insieme di come reagire al meglio di fronte a questo momento”. Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha scritto in un post su Facebook, aggiungendo che altri 350 milioni saranno stanziati per il fondo sull’export di Sace-Simest. Di Maio ricorda inoltre che domani è in programma il vertice Italia-Francia a Napoli con il presidente Macron e “questo dimostra la fiducia che gli altri Stati hanno nell’Italia nel continuare tutte le attività previste”.

Milano chiude a -1,44% con nuovo balzo contagi Covid-19 in Italia (superata quota 300)

Il Ftse Mib archivia la seduta in ribasso (-1,44% a 23.090 punti) con l’umore del mercato ancora una volta dettato dagli sviluppi dell’emergenza coronavirus esplosa in Italia. Con l’ultimo bilancio che parla di 316 contagiati, l’Italia è il paese non asiatico più colpito da COVID-19 e la prospettiva data per quasi sicura dagli analisti è di una recessione tecnica per il paese con Pil giù nel primo trimestre dell’anno.In lieve allargamento lo spread a ridosso di quota 150 pb nonostante i buoni riscontri dall’asta Ctz e Btpei, con domanda molto sostenuta per la scadenza più lunga (Btpei 2032).Tra le big del listino milanese, spicca il tonfo del 2,8% per il peso massimo Enel. Sotto la lente del mercato i risultati finanziari 2019 della controllata spagnola Endesa. In particolare, Endesa ha chiuso il 2019 con un Ebitda in rialzo del 5,9% a 3,84 miliardi di euro e con un utile netto ordinario di 1,56 miliardi. L’utile netto reported è invece crollato a 171 milioni da 1,42 miliardi di un anno fa dopo svalutazioni (consensus a 480 milioni).Molto male anche Eni (-1,58%) scivolata sotto la soglia dei 12 euro, sui nuovi minimi dal 2016.Peggior performer di giornata con oltre -4% è stata Banco BPM. Equita Sim ha calcolato in calo dell’8% degli utili del settore bancario italiano se peggiorerà il quadro macro.Moderato rimbalzo per la  Juventus (+0,65%) che ieri è crollata di oltre l’11% complice la decisione di giocare Juve-Inter a porte chiuse, ma anche a seguito dei conti del primo semestre 2019/2020 diffusi venerdì scorso e che vedono una perdita di 50,3 milioni (rispetto all’utile di 7,5 milioni dell’analogo periodo dell’esercizio precedente). Il titolo Juve nell’intraday era sceso sotto quota 1 euro per la prima volta dal 2018.

Crollo Piazza Affari dovuto a paura, mercato teme che si arrivi a stop attività imprese

Continua ad aggravarsi di ora in ora il bilancio dell’emergenza coronavirus in Italia. In tutto il numero dei contagiati è salito a 219, il bilancio delle vittime è di cinque, un paziente è invece guarito. I mercati pagano dazio oggi con Piazza Affari arrivata a -5% in attesa di vedere come aprirà Wall Street.“Il crollo della Borsa di Milano di questa mattina è dovuto principalmente alla paura – argomenta Andrea Carzana, Gestore azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments – . Fino alla settimana scorsa si pensava che il problema coronavirus fosse limitato principalmente alla Cina, ma che, anche in quella zona, la situazione si stesse normalizzando, tanto che lentamente, alcuni stabilimenti produttivi stavano riaprendo. Ora si sta diffondendo il timore che, anche in Italia, alcune imprese possano chiudere e che vengano limitati gli spostamenti di merci e persone per circoscrivere la diffusione dell’infezione. Questo avrebbe un impatto negativo sull’economia europea, soprattutto in un contesto, come quello attuale, di crescita bassa”.

Piazza Affari sempre più giù, Ftse Mib perde oltre 5%: Juve e Nexi sul fondo

Piazza Affari sempre più in panne, esi conferma peggior listino in Europa sull’onda delle notizie sul contagio del Coronavirus nel nostro Paese. Quando sono da poco trascorse le 14.30 l’indice Ftse Mib segna i minimi di giornata in area 23.530 punti, con un ribasso di circa il 5%. Raffica di segni meno: la peggiore del listino è Juventus che lascia sul terreno circa il 10%, seguita da Ferragamo e Nexi che cedono circa l’8 per cento. Prova a contenere le perdite Telecom Italia che segna una contrazione del 2,5 per cento.

Coronavirus: Italia in recessione tecnica, Mazziero Research abbasta stime PIL I trimestre

Mazziero Research prevede recessione tecnica in Italia, a causa dello stop alle attività nel nord Italia dovuto all’emergenza coronavirus.“Il fermo di parte delle attività nel Nord Italia a seguito delle infezioni da coronavirus e il possibile allargamento alle altre regioni colpisce un quadro economico già fragile con cassa integrazione in aumento. Abbassiamo quindi le stime PIL al 1° trimestre da +0,1% a -0,1%; la stima del PIL annuale 2020 resta stabile a -0,1%”.Di conseguenza, “considerando il dato negativo del 4° trimestre 2019 a -0,3% (preliminare Istat da confermare), qualora le stime Mazziero Research fossero corrette, l’Italia si troverebbe in recessione tecnica al termine del 1° trimestre di quest’anno”.

Coronavirus: sarà panico COVID-19 a dare colpo di grazia a Pil Italia? In quarantena Lombardia e Veneto, motori dell’economia

Anche l’Italia in quarantena per il  COVID-19 o, meglio, il Nord Italia di Veneto e Lombardia: le regioni che, come ricorda un articolo del Financial Times, “contribuiscono per un terzo all’economia italiana già a rischio di entrare in recessione”. Coronavirus Italia, Coronavirus Italy, Covid19, Coronavirus Lombardia: l’incubo coronavirus è arrivato anche in Italia, a sorpresa in modo straordinariamente veloce, tanto da fare dell’Italia il paese ex Asia più colpito e, in generale, il terzo paese del mondo più infettato dal virus, dopo Cina e Corea del Sud.
Il governo Conte bis ha lanciato misure straordinarie sia per proteggere la salute dei cittadini che per evitare che sia il coronavirus a dare il colpo di grazia al Pil italiano già zoppicante.A nurse wearing a protective repiratory mask leaves the municipal hospital in Codogno, southeast of Milan, on February 22, 2020. – An Italian man became the first European to die after being infected with the coronavirus on February 21, just hours after 10 towns in the country were locked down following a flurry of new cases. (Photo by Miguel MEDINA / AFP) (Photo by MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)Il premier Giuseppe Conte ha parlato lui stesso di “misure straordinarie” per affrontare l’emergenza, aggiungendo che la quarantena in atto nei centri focolaio del virus potrebbe andare avanti per diverse settimane.Mentre la Regione Lombardia annuncia la quarta vittima, (la terza in Lombardia), malata di COVID-19 (la malattia provocata dal coronavirus )- un uomo di 84 anni, ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – il Nord Italia è blindato.In tutto sono 152 i casi di persone contagiate: 112 in Lombardia.Le autorità hanno disposto la chiusura delle scuole e delle Università in Lombardia,  Veneto, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.
Nello specifico, in Lombardia, sono state sospese le messe, stop anche alle visite per i turisti al Duomo di Milano. Divieto di ingresso a La Scala. I negozi sono aperti, mentre bar e locali notturni sono stati chiusi dalle 18 alle 6.Per gli 11 paesi delle zone focolaio è scattato il cinturamento,ovvero posti di blocco delle forze dell’ordine impediscono l’ingresso e l’uscita degli abitanti che, in tutto, sono 50.000. In Veneto sono 25 i casi di persone infettate, di cui due a Venezia. Niente Carnevale di Venezia, quest’anno.
Le altre regioni italiane non colpite dal coronavirus mettono in quarantena chi ha fatto rientro dalle regioni colpite dal COVID-19. L’ordinanza firmata dal Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Vito Bardi ha disposto per esempio che “tutti i cittadini che rientrano in Basilicata provenienti dal Piemonte, Lombardia, Veneto, EmiliaRomagna e Liguria o che vi abbiano soggiornato negli ultimi 14 giorni dovranno rimanere in quarantena presso il proprio domicilio per 14 giorni, comunicando la propria presenza ai competenti Servizi di Sanità Pubblica”. Questo, in linea con “il decreto legge emanato dal Consiglio dei Ministri in corso di pubblicazione recante ‘Misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019″”.
Nell’ordinanza si legge ancora che “i Sindaci di tutti i comuni della Basilicata in collaborazione con tutte le altre istituzioni comunali  censiranno i cittadini provenienti dalle suindicate regioni. L’Ordinanza è inoltrata ai Prefetti competenti per territorio ai fini della notifica ai Comuni della Basilicata ed è pubblicata sul sito web della Regione Basilicata”.

COVID-19: quale sarà l’impatto sul Pil italiano?

Quale impatto avrà tutto questo sull’economia italiana, già altamente a rischio?  Interpellato da La7, il premier Conte si è così espresso: “Qualcuno ricorderà che poco prima che avessimo questo picco di contagiati, io avevo parlato di eemrgenza nazionale per le previsioni troppo basse della nostra crescita. Ora il quadro è ancora più complesso e complicato“. Detto questo, “in questi mesi ho imparato tanto, abbiamo risorse incredibili e insieme ce la faremo”.
Il problema è che si parte da un punto già drammaticamente basso per il Pil italiano. Prima che il COVID-19 venisse a far visita anche in Italia, lo spettro recessione era in realtà già tornato.
La prova del nove dell’ennesima crescita italiana non pervenuta era arrivata con il pessimo  dato relativo alla produzione industriale, scivolata a dicembre sia su base mensile che su base annua. In particolare, quel calo su base annua è stato il primo in sei anni, ovvero dal 2014. L’Ufficio parlamentare di bilancio e altri think tank avevano subito iniziato a sforbiciare le stime di crescita dell’economia italiana.
Lorenzo Codogno, ex responsabile economista del Ministero dell’Economia, ora numero uno del think tank con sede a Londra LC Macro Advisors, aveva intravisto già un segno meno di fronte al Pil italiano, per il 2020. Anche Nomura era stata piuttosto chiara, parlando di possibilità di recessione per l’anno in corso. Possibilità paventata anche da Confindustria.  Questo, prima che il COVID-19 colpisse il cuore pulsante dell’economia italiana.
In occasione del G20 dei ministri delle finanze e dei bvanchieri centrali che si è tenuto a Riyadh, in Arabia Saudita, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco non ha fatto mistero delle conseguenze negative della diffusione, in Italia, del virus. Visco ha sottolineato che l’impatto del coronavirus sulla crescita del Pil italiano potrebbe essere superiore allo 0,2%.Intervistato da Bloomberg, il governatore ha avvertito anche che, se non si vedranno velocemente gli effetti di una ripresa a V dopo i contagi del COVID-19, sarà fondamentale agire in modo coordinato, attingendo anche alla politica fiscale (un appello che è diventato, coronavirus a parte, un mantra):“Dobbiamo usare le politiche di bilancio perché la politica monetaria è già molto accomodante a livello mondiale”, ha detto. E così quella crescita pari a +0,6% per il 2020 incisa nelle stime del governo appare già un miraggio.Dal canto suo, sempre in occasione del G20 di Riyadh, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha affermato che “nel corso degli incontri del G20 e del G7 di Riyadh si è convenuto come sia ancora prematuro quantificare l’intensità e l’impatto del coronavirus sull’economia globale ed europea”.“La discussione – ha continuato il titolare del Tesoro – ha evidenziato come, nello scenario di base, tale impatto possa essere ancora relativamente contenuto e temporaneo, ma vi è piena consapevolezza dei rischi che una maggiore diffusione dell’epidemia rappresenta per la crescita mondiale. Ho informato il G7 e il G20 della situazione e delle decisioni adottate in Italia e ho chiesto di lavorare da subito a misure economiche a livello internazionale, coordinate e adeguate ad affrontare in modo tempestivo ed efficace le conseguenze economiche del virus nel caso la crisi si aggravi”.Intanto, l’Italia tutta assomiglia sempre di più alla Cina, blindata per misure di emergenza e/o per il panico. E il panico, essendo antitesi della fiducia, può far male all’economia più di qualsiasi altro virus.

Italia: inflazione a gennaio (finale) stabile allo 0,5% su base annua

In Italia il tasso di inflazione a gennaio, secondo la lettura finale dell’Istat, si attesta allo 0,5% su base annua, stabile rispetto al mese precedente e leggermente sotto la stima preliminare pari allo 0,6%. La stabilità dell’inflazione è effetto di andamenti opposti: da un lato accelerano i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +1,6% a +3,2%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,1% a +2,6%); dall’altro si amplia la flessione dei Beni energetici regolamentati (da -7,8% a -9,6%) e rallentano la loro crescita i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,3% a +0,9%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si è portata allo 0,8%.

Italia: fatturato in calo del 3% a dicembre, ordinativi in rialzo dell’1,4%. Nel 2019 entrambi in flessione

Il fatturato dell’industria italiana è sceso a dicembre del 3% rispetto al mese precedente. Gli ordinativi invece hanno mostrato un incremento dell’1,4% in termini congiunturali. La dinamica del fatturato, spiega l’Istat, riflette cali sia sul mercato interno (-2,9%) sia su quello estero(-3,1%), mentre per gli ordinativi l’incremento è sintesi di risultati quasi speculari registrati sui due mercati: +6,9% la crescita delle commesse provenienti dal mercato interno e -6,4% la riduzione di quelle provenienti dall’estero.Per il 2019 si rileva una diminuzione rispetto allo scorso anno sia del fatturato dell’industria sia dei nuovi ordinativi. Per il fatturato, al netto degli effetti di calendario, si tratta del primo calo in termini annui dal 2015, per gli ordinativi della prima diminuzione dal 2014. In termini congiunturali il fatturato complessivo è aumentato solo nel primo trimestre, mentre è rimasto sostanzialmente stabile nel secondo. Gli ultimi due trimestri dell’anno sono stati caratterizzati entrambi da diminuzioni. Gli ordinativi, invece, hanno mostrato un andamento negativo o stazionario in quasi tutti i trimestri del 2019, con l’eccezione dell’ultimo, in crescita.

Lavoro: il saldo 2019 tra assunzioni e cessazioni è positivo ma più ridotto, cresce l’indeterminato

Il mercato del lavoro in Italia ha visto nel corso del 2019 7,17 milioni di assunzioni contro 7 milioni di cessazioni. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) risulta quindi positivo e pari a +161.000, ma inferiore sia a quello
registrato alla fine di novembre (+170.000) sia a quello registrato alla fine di dicembre 2018 (+375.000). Il trend occupazionale, pertanto, pur rimanendo tuttora positivo, risulta in decelerazione.Nel dettaglio, dai dati diffusi dall’Inps, emerge che sono aumentati i contratti a tempo indeterminato, di apprendistato, stagionali e intermittenti; sono risultati invece in diminuzione i contratti a tempo determinato e quelli in somministrazione. Per quanto riguarda i flussi di assunzione per classe dimensionale, si osserva che nel complesso del 2019 le imprese con oltre 15 dipendenti hanno evidenziato maggiori indici di crescita, rispetto alle piccole, con riferimento ai contratti a tempo indeterminato e di apprendistato.

L’emergenza di oggi eredità di errori del passato, Mazziero Research vede recessione inevitabile se agenda governo non cambia

“È la noiosa storia di un Paese che arranca, ogni accenno di vitalità perde in poco tempo lo slancio soffocato da condizioni stagnanti che alla fine portano al declino e alla morte di interi settori produttivi”. Così parte l’introduzione del 37° Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani elaborato dalla Mazziero Research, secondo cui è impietoso il riferimento ai numerosi tavoli di crisi: Alitalia, Ilva, Whirlpool e ultima in ordine di tempo Air Italy, che piuttosto di imboccare un inutile negoziato il Governo ha scelto la strada della liquidazione in bonis.
La Commissione Europea ancora una volta ha classificato l’Italia come fanalino di coda nella crescita, insieme alla Mazziero Research molte agenzie tra cui l’Ufficio parlamentare di Bilancio hanno ridotto le stime di crescita, mentre il Governo continua a mantenere un “irrealistico” +0,6% nell’anno corrente. È -0,1% la stima preliminare della Mazziero Research per il PIL di quest’anno, un risultato preoccupante che potrebbe migliorare nel corso dei mesi, ma che si porta la pesante eredità dei dati del 2019, in particolare di quel -0,3% nel 4° trimestre 2019 che probabilmente verrà corretto al rialzo nella lettura definitiva dell’Istat. Oggi lo stesso ministro Gualtieri ha aperto a una revisione al ribasso della stima del Pil 2020. Dal punto di vista economico e occupazionale, spiega la Mazziero Research siamo di fronte a una situazione di estrema emergenza, le mancate riforme nei tempi favorevoli ora costituiscono una grossa ipoteca per i prossimi periodi condizionati da guerre commerciali, appena sopite, e Coronavirus. Di questa situazione, che potremmo già considerare di piena emergenza, il Governo “sottovaluta la gravità, non esprime, non indirizza, non fa partecipe i cittadini delle correzioni che andrebbero poste in atto con la massima urgenza. Le litigiosità e le questioni pur rilevanti, ma con minor priorità, hanno conquistato il primo posto nell’agenda di Governo e non si riesce a comprendere se queste siano un limite o, peggio, un alibi per non affrontare le questioni vitali di un Paese che pezzo dopo pezzo sta morendo”. Sembrano non esserci più parole per dare una scossa all’esecutivo e non ci resta che esortare a “Tornare a bordo!” Sperando di essere ascoltati.

Debito in forte calo, ma è solo temporaneo

Il mese di dicembre chiude come preventivato con il consueto forte calo del debito, ma che in questa occasione è andato ben oltre le stime della Mazziero Researche le più rosee aspettative. Scende infatti di 35 miliardi rispetto a novembre, l’anno scorso era diminuito di 29 miliardi, e si porta a 2.409 miliardi, cifra che verrà riportata sulle statistiche e che verrà utilizzata per il computo dei rapporti debito/PIL e deficit/PIL. È ovviamente un espediente contabile, pienamente legittimo, ma che vedrà inevitabilmente risalire in modo repentino il valore del debito a gennaio; nel gennaio 2019, risalì infatti di 40 miliardi. Una soddisfazione effimera, dato che già a partire dal mese di gennaio tornerà ad aumentare, avvicinandosi secondo le nostre stime ai 2.450 miliardi. Secondo la Mazziero Research, il debito di fine anno quindi tornerà a correre a inizio 2020.

Che ne sarà del Pil nel 2020?

Se dovessimo soffermarci sul dato del PIL annuale, si potrebbe dire che il 2019 non è andato affatto male: si è chiuso con un progresso del +0,2% meglio di quel +0,1% previsto nella Nota di aggiornamento al DEF da parte del Governo. La Mazziero Research fa notare che se però si analizza in modo meno superficiale e si presta attenzione all’andamento dei vari trimestri si può vedere una preoccupante discesa al -0,3% nel 4° trimestre, controbilanciata da una seppur scarsa positività dei primi tre trimestri dell’anno. La Mazziero Research precisa che ci troviamo ancora di fronte a stime Istat preliminari e che non si può escludere un leggero miglioramento del 4° trimestre nel dato definitivo; ma al tempo stesso occorre considerare che la criticità della situazione non cambierebbe minimamente. Infatti, la crescita del nostro Paese presenta valori asfittici da ben due anni senza che vi sia un reale cambiamento di marcia. Ora il dato negativo del 4° trimestre pone in seria considerazione la possibilità di trovarci in recessione tecnica qualora vi sia il segno meno anche nel 1° trimestre dell’anno in corso.
I dati del 2019 creano un pesante effetto trascinamento nel 2020. Una crescita trimestrale nulla fornirebbe un PIL annuale di -0,2%, la cosiddetta crescita acquisita. Le prime stime Mazziero Research indicherebbero un rimbalzo dal pessimo dato del 4° trimestre 2019, andando a segnare un minimo progresso dello 0,1% nel 1° trimestre 2020, l’anno proseguirebbe con dati deboli in parziale miglioramento dal secondo semestre. Il risultato finale non andrebbe molto oltre al -0,1%, fortemente ipotecato proprio dal 2019. Questo elemento fornisce la misura di come la previsione di +0,6% del Governo nella Legge di Bilancio sia lontana dal vedersi realizzata e di come in sede comunitaria la Commissione Europea potrà richiamare a una maggiore concretezza.

Italia ancora fragile

L’autunno si presenterà estremamente caldo quando il Governo dovrà nuovamente cimentarsi a neutralizzare l’aumento IVA nel 2021 per 20 miliardi di clausole di salvaguardia. La cassa integrazione funge da canarino nella miniera nel segnalare situazioni fortemente critiche nel mondo del lavoro, che contrastano con una disoccupazione abbastanza stabile appena sotto il 10%. L’insieme delle condizioni economiche, inserite in uno scenario internazionale incerto, rende il nostro Paese ancora più fragile, con la necessità già ora di porre mano a misure correttive per ristabilire una traiettoria tracciata soltanto due mesi fa con la Legge di Stabilità. Presto dovranno ricominciare i colloqui con la Commissione Europea e la precarietà dei conti pubblici diventerà a tutti evidente.

Borsa Italiana e l’euforia contagiosa: ben otto titoli del Ftse Mib chiudono a livelli record

Non si ferma la corsa di Piazza Affari. L’indice Ftse Mib inanella l’ennesima seduta euforica che conferma il magic moment della Borsa Italiana in questo mese di febbraio. In chiusura l’indice guida milanese segna un +1,01% a 25.477 punti sui nuovi massimi dal 2008 e con un saldo di oltre +9% da inizio mese. A sostenere gli scambi il rallentamento del ritmo di casi giornalieri legati al coronavirus, con 1.749 nuove infezioni (meno di 2.000 per ciascuno degli ultimi due giorni) e 136 nuovi decessi. Ciò porta il numero totale di casi nella Cina continentale a 74.185 e 2.004 morti. In questo quadro molti stabilimenti in Cina sono stati riavviati dopo un prolungato arresto a causa dell’epidemia.
Sul parterre di Piazza Affari in rally oggi Stm (+4,6%) che rimbalza dopo la debolezza di ieri. Ben comprata anche Banca Bpm (+1,91%) che secondo alcuni analisti sarà la prossima a muoversi sul fronte M&A.La peggiore del listino principale è stata Campari (-3,39%) nonostante abbia annunciato conti 2019 positivi e dividendo in crescita. Il gruppo ha deciso di trasferire la sede legale in Olanda.

Enel  e le altre: le 8 regine del Ftse Mib

Fmi conferma stime Pil Italia, ma ‘spazio fiscale limitato’. Alert Argentina, tornano a tremare detentori di bond

L’Fmi ha confermato l’outlook sulla crescita del Pil italiano per il 2020 e il 2021. E’ quanto emerge dalla G20 Surveillance Note: nel rapporto, l’Fmi ha ribadito le stime snocciolate durante il World Economic Forum di Davos, che vedono il Pil italiano salire dello 0,5% nel 2020 e dello 0,7% l’anno prossimo.Non è mancato tuttavia da parte dell’istituzione di Washington il monito all’Italia per il debito pubblico troppo elevato: la priorità, si legge nella G20 Surveillance Note, è quella di garantire la sostenibilità del debito, fattore che comporta, per il paese, “uno spazio fiscale limitato” e che implica misure di ulteriore consolidamento fiscale e il lancio di provvedimenti per stimolare la crescita.A livello mondiale, l’Fmi sottolinea che “dopo il rallentamento dello scorso anno, l’attività economica globale dovrebbe rafforzarsi in via moderata nel 2020“. Tuttavia, “i rischi al ribasso permangono” e la ripresa è vista “fragile”. Tra i rischi viene citato anche il coronavirus con la malattia relativa COVID-19: “una tragedia umana” che sta bloccando l’attività economica in Cina”, con ripercussioni su altre economie.La direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva auspica così che i ministri delle finanze e i banchieri centrali dell’area del G20 intervengano per ridurre i rischi legati al commercio, ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze.Sul caso coronavirus, Georgieva ha affermato che l’economia della Cina potrebbe recuperare in modo veloce nel caso in cui l’emergenza dovesse finire; una eventuale diffusione più marcata del virus si tradurrebbe invece in un “rallentamento più forte e prolungato in Cina”, con conseguenze maggiori a livello globale.
Preoccupazione del Fondo per il debito dell’Argentina, che torna a essere “insostenibile”, dopo che l’anno scorso la situazione del paese era stata considerata “sostenibile, ma non con una probabilità elevata”.Per questo, l’Fmi ha chiesto ai creditori di fare un sacrificio, sostanzialmente di condividere le perdite. Ciò implica “un periodo di ristrutturazione più lungo e un periodo di tempo più lungo per tornare sul mercato”.Così si legge in un comunicato del Fondo: “Il surplus primario di cui ci sarebbe bisogno per ridurre il debito pubblico e i bisogni di finanziamento a livelli gestibili e tali da garantire il potenziale di crescita non sono fattibili né da un punto di vista economico né politico”.“I timori dei creditori sono diventati realtà – ha commentato a Bloomberg Jimena Blanco, responsabile della dviisione di ricerca politica presso la società di consulenza Verisk Maplecroft, di Buenos Aires – Il fondo li sacrifica per salvare la propria posizione. La ristrutturazione dovrà arrivare dal settore privato”.
L’Fmi ha diramato una nota nella giornata di ieri a seguito di una settimana di negoziati con Buenos Aires. Trattative che si sono confermate “molto produttive”. Il Fondo è stato però costretto a dire che il debito argentino “ha subito un deterioramento significativo” dall’ultima valutazione di luglio.
Immediata la reazione dei debiti sovrni argentini, che sono scesi dopo l’annuncio, dopo le forti oscillazioni delle ultime settimane. In particolare, il titolo di stato con scadenza nel 2021 è sceso fino a -1 centesimo a 53 centesimi di dollari.
L’Fmi ha erogato finora all’Argentina un prestito di 44 miliardi di dollari, nell’ambito del piano di bailout record da $57 miliardi varato nel corso della crisi valutaria esplosa nel paese nel 2018.
“Si tratta di una cattiva notizia per i detentori di bond, non c’è dubbio su questo”, ha commentato un investitore che punta sui mercati emergenti intervistato dal Financial Times.
Un ufficiale del Fondo ha riferito al quotidiano britannico che, dall’ultima analisi formale del debito argentino effettuata dall’istituzione, pubblicata lo scorso 19 luglio, il peso argentino si è deprezzato di oltre il 40%, gli spread sui bond sovrani si sono allargati di circa 1.100 punti base, le riserve internazionali sono scese di $20 miliardi circa e il Pil reale si è contratto più delle attese. Il mix di questi fattori ha portato il debito pubblico a salire a quasi il 90% del Pil alla fine del 2019, 13 punti percentuali più in alto rispetto alle attese.

Nomura prevede recessione nel 2020. Boccia: “Occorre una reazione, non attendere”

Possibilità di recessione nel 2020 per l’Italia. Così Nomura ha fornito una serie di previsione negative per il nostro paese che oggi commenta il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.“Sono stime possibili” Lo ha detto il numero uno degli industriali italiani. “Abbiamo già un Sud in fase recessiva di fatto, una Germania che rallenta, quindi è possibile che anche in funzione di alcuni settori importanti come quello dell’automotive si possa avere un effetto recessivo”. “Di fronte a questa situazione, ha concluso Boccia, “a maggior ragione occorre una reazione, non attendere e non constatare”.

Nomura: “L’Italia andrà in recessione nel 2020”

La banca nipponica delinea tre scenari sul Pil del nostro paese nel 2020: -0,1%, -0,2%, -0,9%. Ma Gualtieri: “Ancora prematuro fare stime”

Sarà un effetto considerevole quello che il coronavirus avrà sull’economia italiana. Fino a spingerla, nel 2020, verso la recessione. È l’infausta previsione contenuta nel report della banca giapponese Nomura sull’impatto del virus a livello globale.“Considerato il basso tasso di crescita da cui l’Italia parte quest’anno – si legge nel rapporto – ci aspettiamo che il Paese entri in recessione nel 2020, con un Pil in calo dello 0,1% (molto al di sotto dello +0,6% previsto dal governo, ndr)”.E se da uno scenario base si passa ad uno negativo, la crescita andrebbe in negativo di 0,2%. C’è, poi, la prospettiva peggiore. Secondo l’istituto di credito nipponico, in quest’ultimo caso, il Pil segnerebbe lo -0,9%.Getta acqua sul fuoco il governo italiano. “È  ancora prematuro fare una stima dell’impatto del Coronavirus sull’economia italiana – ha detto Roberto Gualtieri -. Aspettiamo di monitorare gli sviluppi dell’economia cinese e monitoriamo gli effetti economici sui vari settori per individuare eventualmente misure specifiche a singoli ambiti”.

Piazza Affari chiude a +1%, Ftse Mib per la prima volta dal 2008 oltre muro 25mila

La terza settimana del mese inizia sotto i migliori auspici per il  Ftse Mib che oltrepassa il muro dei 25mila punti per la prima volta dal 2008. L’indice guida di Piazza Affari è andato a chiudere a 25.120 punti, con un rialzo giornaliero di +1,02%. Orfani di Wall Street chiusa per festività, i mercati hanno trovato un’importante sponda rialzista dalla decisione della People Bank of China. La banca centrale della Cina ha tagliato il tasso di interesse sui suoi prestiti a medio termine dal 3,25% al 3,15%.Ubi Banca è stata il best performer del Ftse Mib oggi con un progresso del 5,5% a 3,491 euro aggiornando i massimi dall’autunno 2018. A trainare verso l’alto le quotazioni il nuovo piano industriale al 2022 presentato questa mattina agli investitori. La reazione positiva del mercato al nuovo piano si fa sentire anche sugli altri titoli bancari, in particolare Banco BPM (+5,41%) e Bper (+3,31%), due delle banche che potenzialmente potrebbero essere coinvolte nel prossimo giro di M&A.  Molto bene anche Unicredit con un balzo del 2% circa.Il piano di UBI Banca al 2022 ha sorpreso in positivo per target utili (665 milioni a fine piano rispetto ai 353 mln al netto delle poste non ricorrenti del 2019). Inoltre, è previsto un calo dei costi operativi dell’1,9% annuo tra il 2019 e il 2022 grazie anche a esuberi per 2030 risorse in arco Piano (incluse circa 300 risorse oggetto di accordo sindacale a gennaio 2020) e la chiusura di 175 filiali. Tra le big di Piazza Affari si segnala l’ennesima chiusura record per Enel che si è spinta fino a 8,394 euro (+1,41%%). Top storici anche per Ferrari arrivata a 163,25 euro (+2,19%).Infine ennesimo balzo per Nexi (+3,89%) che aggiorna i top assoluti a un soffio dai 16 euro con Citigroup che vede il titolo salire a quota 20 euro (dai 13,70 euro indicati in precedenza) ritenendo che ci siano significative opportunità per i pagamenti digitali in Italia, dove l’uso del contante è ancora molto diffuso e quindi il Belpaese potrebbe essere “la più grande opportunità per la moneta digitale in Europa” considerando anche le misure del governo volte a diffondere i pagamenti digitali.

Borse: dividendi globali balzano a record $1,43 trilioni. Cedole più ricche soprattutto in Italia ed Olanda

I dividendi globali erogati dalle società quotate in Borsa hanno toccato un nuovo record, attestandosi nel 2019 a quota 1,430 trilioni di dollari. Il rialzo è stato del 3,5% (+5,4% considerando gli aggiustamenti dovuti alle oscillazioni valutarie).Boom di dividendi soprattutto in Italia e Olanda, stando a quanto emerge dal Janus Henderson Global Dividend Index.In particolare in Italia, riporta l’Ansa, le cedole sono salite del 6%, facendo +8% su base adjusted.

Enel tocca nuovi record, per Borsa Italiana un’altra settimana da incorniciare

Il Ftse Mib fallisce di poco l’attacco alla soglia dei 25 mila punti. L’indice guida di Piazza Affari nell’intraday oggi si è spinto fino a 24.983 punti per poi andare a chiudere in lieve calo dello 0,1% a 24.867 punti. Il bilancio settimanale rimane ampiamente positivo alla luce delle quattro precedenti sedute tutte intonate al rialzo e che aveva proiettato il Ftse Mib sui massimi dal 2008.

Debito, Bankitalia: sale a 2.409,2 miliardi nel 2019

Al 31 dicembre del 2019 il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.409,2 miliardi rispetto al dato di fine 2018 che ammontava a 2.380,6 miliardi (134,8% del Pil). Lo rende noto la Banca d’Italia che diffonde le stime del debito e del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche per l’anno 2019.L’aumento del debito nel 2019 (28,7 miliardi), si legge nella nota di Bankitalia, è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (35,2 miliardi) grazie alla lieve riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (2,2 miliardi, a 32,9) e all’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio, che ha diminuito il debito per 4,4 miliardi.Osservando la ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 32,1 miliardi, a 2.324,8, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,4 miliardi, a 84,4; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Lo scorso dicembre la durata media del debito era pari 7,3 anni, come alla fine del 2018. Nel corso del 2019 la quota di debito detenuta da non residenti è tornata ad aumentare, collocandosi alla fine dello scorso novembre al 31,4 per cento (dal 28,6 per cento della fine del 2018).

Piazza Affari non si ferma più, exploit di Telecom Italia

Piazza Affari strappa il segno più alla fine di una giornata altalenante sui mercati complice il ritorno dei timori per il coronavirus. Il Ftse Mib ha chiuso con un progresso dello 0,12% a quota 24.892,15 punti, aggiornando i massimi dal 2008.

Italia ultima in Europa per crescita, UE taglia stime per 2020 e 2021

La Commissione europea ha tagliato le stime di crescita sull’Italia per quest’anno. Le nuove stime del PIL 2020 diffuse oggi vedono un +0,3% rispetto al +0,4% previsto lo scorso novembre. Tagliate anche le previsioni per il 2021 da +0,7% a +0,6%.Le nuove stime confermano l’Italia fanalino di coda per crescita nell’UE e si posizionano ben sotto quelle del governo che indicano per il 2020 un +0,6%.La Commissione UE ha aggiornato anche i dati previsionali sull’inflazione, vista a +0,8% per l’Italia nel 2020 (stima invariata rispetto a quella autunnale) e a +1% l’anno prossimo (rispetto a 1,1% stimato in precedenza).

Congiuntura Confcommercio: Pil atteso a -0,1% a febbraio, -0,6% tendenziale

“La paventata recessione (tecnica) dell’economia italiana potrebbe essere certificata già nel primo quarto dell’anno in corso: il PIL mensile indica, infatti, in -0,4% e -0,6% le variazioni tendenziali di gennaio e febbraio, rispettivamente. Produzione industriale, consumi e occupazione puntano tutti, e coerentemente, al ribasso. Per il rimbalzo, insomma, bisogna attendere. Forse nel secondo trimestre, coronavirus permettendo. E’ quanto si legge nella congiuntura Confcommercio relativa al mese di febbraio 2020, pubblicata questa mattina. Considerando il permanere di una situazione di debolezza Confcommercio stima a febbraio una variazione congiunturale del Pil mensile del -0,1%, dato che porterebbe ad una decrescita di -0,6% rispetto allo stesso mese del 2018.

Asta Btp: battuti i minimi storici dei 3 e 7 anni

Fa il pieno l’asta dei titoli di stato a media scadenza con tre differenti scadenze in offerta. Il Tesoro ha allocato complessivi 5 miliardi di euro, ossia il massimo della forchetta prevista (tra 4 e 5 miliardi).
Nel dettaglio, sono stati allocati Btp triennali (ISIN: IT0005384497), con scadenza 15 gennaio 2023, per 2,25 miliardi con rendimento medio del -0,10%, in calo di 29 punti base rispetto alla precedente asta di titoli di analoga durata tenutasi a gennaio. Si tratta del minimo storico per il Btp triennale che ha battuto il precedente segnato lo scorso settembre. La domanda è stata di oltre 3,38 miliardi con rapporto di copertura di 1,51 (dal precedente 1,40).
Il Btp a 7 anni (ISIN: IT0005390874), con scadenza 15 gennaio 2027, ha visto il collocamento di titoli per 2,75 miliardi al tasso medio dello 0,48%, in discesa di 46 punti base rispetto all’asta precedente. Si tratta del minimo storico per il Btp settennale che ha superato il record minimo di settembre 2019. La domanda che è stata di 3,73 miliardi con un rapporto di copertura di 1,36 (1,47 il precedente).

Ftse Mib: inarrestabile la scalata sopra i massimi di ottobre 2009.

Piazza Affari sale ancora

Partenza con il piede giusto per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib avanza dello 0,7% in area 24.600 punti, portandosi sui livelli che non si vedevano dal lontano 2009 spinto dai nuovi valori record di chiusura segnati dagli indici Nasdaq e S&P 500. Gli investitori continuano a monitorare da vicino l’evoluzione e gli sviluppi sul Coronavirus (le vittime hanno superato quota mille) e attendono il possibile arrivo di nuove misure di stimolo economico da parte della Cina.
Tra gli appuntamenti di giornata da seguire i discordi di Christine Lagarde, numero uno della Bce, al Parlamento europeo e quello di Jerome Powell, presidente della Fed, nella sua prima audizione al Congresso (domani la seconda al Senato).
Trai titoli del Ftse Mib, Banca Generali corre in avvio con un rialzo del 2,4%; ben comprati anche Fineco, Unipol Gruppo e Fca con guadagni del 2%. La peggiore del listino principale è Moncler che ha chiuso il 2019 con ricavi e utili in crescita. Nel dettaglio, il gruppo dei piumini guidato da Remo Ruffini ha fatto sapere di avere archiviato l’esercizio 2019 con un fatturato in aumento del 13% a 1,627 miliardi di euro (+15% a tassi di cambio correnti), con una crescita a doppia cifra anche nel quarto trimestre. Positivo anche l’Ebitda adjusted che è salito a 574,8 milioni dai 500,2 milioni dell’esercizio 2018, con l’Ebit che è aumentato del 15% a 475,4 milioni. Nell’esercizio 2019 l’utile netto di Moncler si è attestato a 361,5 milioni in rialzo del 9% rispetto ai 332,4 milioni del 2018. Il consiglio di amministrazione di Moncler intende proporre un dividendo di 0,55 euro, pari a complessivi 138,8 milioni di euro.

Non solo Upb, torna spettro recessione Italia. Think tank dell’ex Mef Codogno vede Pil 2020 sotto zero

Non è solo l’Upb ovvero l’Ufficio parlamentare di Bilancio a tagliare le stime sulla crescita del Pil italiano: la sforbiciata all’outlook arriva anche da altri think tank. Non che i downgrade stupiscano: la prova del nove dell’ennesima crescita italiana non pervenuta è arrivata ieri, con il pessimo dato relativo alla produzione industriale, scivolata a dicembre sia su base mensile che su base annua. In particolare, quel calo su base annua è stato il primo in sei anni, ovvero dal 2014.
Crescita in stile encefalogramma piatto, economia sorretta dalla flebo della Bce, economia condizionata da fattori esterni come la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la guerra dei dazi più in generale a livello mondiale, e ora il coronavirus. Tutte variabili che, è vero, hanno condizionato e condizionano anche le altre economie, ma non come quella italiana, alle prese con problemi strutturali come, in primis, l’enorme debito pubblico. E alle prese, anche, con l’instabilità politica diventata ormai proverbiale. Lo ha ricordato Fitch nel ribadire l’outlook negativo sull’Italia venerdì scorso; lo dicono a gran voce analisti ed economisti da anni.Lo dice, intervistato da Reuters, anche Lorenzo Codogno, ex responsabile economista del Ministero dell’Economia, ora numero uno del think tank con sede a Londra LC Macro Advisors.

Italy’s Prime Minister Giuseppe Conte (L) and Italy’s Finance and Economy Minister Roberto Gualtieri speaks as they wait while the new government’s confidence vote is being held on September 10, 2019 during at the Senate in Rome. – Italian Prime Minister Giuseppe Conte called on September 9 for the reform of European Union budget rules and cooperation on immigration as his new government won a parliamentary confidence vote at the lower house. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP) (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Codogno è ancora più pessimista dell’Ufficio parlamentare di bilancio, stimando il segno meno per il Pil del 2020: -0,1%.
In una nota ai clienti, l’economista ha spiegato di aver rivisto al ribasso il precedente outlook di crescita pari a +0,3% a causa di diversi fattori;: “la debolezza del commercio globale che sta colpendo in modo sproporzionato l’Italia, un ciclo delle scorte depresso di più lunga durata, e una base (di partenza) molto più bassa per l’intero anno (2020) a causa del trend (Pil negativo) del quarto trimestre del 2019, e gli effetti che si devono ancora vedere del coronavirus”.
Codogno prevede il segno meno per l’economia italiana già dal primo trimestre di quest’anno. L’outlook è dunque di una contrazione pari a -0,1% che, unita al -0,3% del quarto trimestre, farebbe ripiombare l’Italia in recessione tecnica (due trimestri consecutivi di crescita economica negativa) per la quarta volta volta dalla crisi finanziaria globale.
Il pessimismo non ha risparmiato neanche gli economisti dell’Ufficio parlamentare di bilancio, per l’appunto, che hanno tagliato l’outlook sulla crescita del Pil italiano allo 0,2% e allo 0,1% al netto della correzione per i giorni lavorativi, dal precedente outlook di una espansione pari a +0,5%.
L’Upb ha citato la “brusca e inattesa” frenata sofferta dall’economia italiana a fine 2019; una frenata che, a questo punto, proietta i suoi “riflessi negativi” sulle prospettive per il 2020, rendendole più cupe. Dai dati dell’Istat è risultato infatti che, nell’ultimo trimestre dello scorso anno, il Pil italiano è sceso dello 0,3%.
Secondo la Nota sulla congiuntura di febbraio dell’Ufficio parlamentare del bilancio, la crescita “è destinata a restare modesta, compressa dalla debolezza del contesto internazionale e soggetta a una diffusa incertezza”. Si “prospettano diversi fattori di rischio, vecchi e nuovi – si legge ancora nella nota dell’Upb, che, a dispetto dell’ottimismo del ministro dell’economia di turno, in questo caso Roberto Gualtieri, ritiene in base ai suoi modelli di previsione di breve termine che nel trimestre in corso, dunque primo trimestre del 2020, il PIl italiano “non recupererebbe il netto calo del periodo precedente“. Una ripresa potrebbe avvenire nei trimestri successivi, con l’assist del recupero, comunque lento, della domanda interna. Il contributo del commercio estero alla crescita italiana sarebbe invece molto modesto.
“L’esercizio previsivo differisce da quelli svolti dall’UPB al fine di validare i quadri macroeconomici del MEF, per renderlo più direttamente confrontabile con gli scenari predisposti dalle principali organizzazioni internazionali e nazionali”. Il che implica che “la previsione di base per il 2021 non include l’incremento delle imposte indirette previsto nelle clausole di salvaguardia e non considera misure alternative di copertura finanziaria; sotto tali ipotesi l’anno prossimo il Pil aumenterebbe allo 0,7 per cento. Nel caso di attivazione delle clausole di salvaguardia si stima che la crescita del Pil dell’anno prossimo verrebbe intaccata tra uno e tre decimi di punto percentuale a seconda dell’assunzione sul grado di traslazione dell’IVA sui prezzi”.
La stima dell’Upb per quest’anno, pari a +0,2%, è inferiore all’obiettivo di crescita prefissato dal governo M5S-PD, pari a +0,6%. In tutto questo c’è anche il fattore coronavirus. Così si legge ancora nella nota:
“Nel quarto trimestre la produzione industriale si è ridotta in misura molto marcata (-1,4% rispetto ai tre mesi precedenti), in modo simile a quanto accaduto in Germania. L’incertezza di famiglie e imprese continua ad aggravarsi, soprattutto con riferimento alle componenti relative alle costruzioni e alla manifattura. Gli indicatori sintetici del ciclo economico sono coerenti nel segnalare una sostanziale stasi dell’attività produttiva”.

Industria: Istat, produzione cala del 2,7% a dicembre. -4,3% a/a

Produzione industriale italiana in frenata a fine 2019. Stando ai dati appena diffusi dall’Istat, a dicembre il dato ha mostrato una flessione del 2,7% rispetto al mese di novembre, mentre su base annua la produzione ha registrato una diminuzione del 4,3 per cento.“Nel complesso del 2019 la produzione industriale ha mostrato una diminuzione rispetto all’anno precedente, la prima dal 2014. Tra i principali raggruppamenti di industrie, la flessione è stata più marcata per i beni intermedi, meno forte per i beni strumentali. Un lieve incremento ha caratterizzato, d’altra parte, la produzione di beni di consumo e di energia”, segnala l’Istat. “Considerando l’evoluzione congiunturale dello scorso anno, si è registrato un aumento solo nel primo trimestre (al netto dei fattori stagionali), mentre nei successivi si sono avute continue flessioni, con un calo più marcato negli ultimi tre mesi dell’anno”, sottolineano gli esperti dell’istituto di statistica aggiungendo che “anche la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2019”.

Prestiti: richieste in aumento del 6% a gennaio da parte delle famiglie

Il 2020 inizia con una crescita delle richieste di prestiti da parte delle famiglie. A gennaio il numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di Crif, relativamente alle richieste di prestiti dagli italiani, ha fatto segnare un +5,9% rispetto allo stesso mese del 2019 Motore della crescita sono stati i prestiti personali (+9,7%), ma anche i prestiti finalizzati contribuiscono al risultato positivo, facendo segnare un +2,9%. Frena invece l’importo medio richiesto, che risulta pari a 9.408 euro, -2,7% rispetto allo stesso mese del 2019.“In questa fase caratterizzata da una veloce evoluzione dei comportamenti della clientela retail, gli istituti di credito stanno ponendo una grande attenzione verso quello che tecnicamente viene definito ‘instant lending’, dove si saldano le tradizionali dottrine di valutazione del merito creditizio con i nuovi paradigmi del credito veloce derivanti dall’entrata in vigore della PSD2, la nuova normativa europea che ha aperto l’era dell’open banking – ha commentato Simone Capecchi, executive director di Crif -. Questo sta obbligando gli operatori di settore ad attrezzarsi con soluzioni e processi in grado di rispondere in modo sempre più tempestivo ed efficace alle esigenze della clientela”.

Italia: economia rimarrà orientata in negativo nei prossimi mesi, ma con ritmo meno grave

L’economia italiana rimarrà orientata in negativo nei prossimi mesi anche se con un ritmo meno grave. Questa la previsione dell’Istat, contenuta nella nota mensile sulla congiuntura, diffusa oggi. “L’indicatore anticipatore ha mantenuto un orientamento negativo – si legge nel rapporto – anche se con intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti”.A gennaio, gli indicatori di fiducia si sono mossi in modo asincronico, evidenziando una sostanziale eterogeneità tra gli operatori. La fiducia dei consumatori ha mostrato un incremento, diffuso a tutte le componenti, mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha segnato, invece, un peggioramento a sintesi di andamenti diversi tra i settori.

Italia: vendite al dettaglio +0,5% a dicembre grazie ai consumi non alimentari

Le vendite al dettaglio hanno segnato a dicembre un aumento dello 0,5% rispetto al mese precedente. La variazione positiva, ha precisato l’Istat, riguarda i beni non alimentari (+0,8%) mentre le vendite dei beni alimentari sono in lieve calo (-0,1%). Su base annua, si è registrata una crescita complessiva dello 0,9%, grazie sempre alle vendite dei beni non alimentari (+1,4%).Nel complesso del 2019 il valore delle vendite al dettaglio è cresciuto dello 0,8%, in accelerazione rispetto all’anno precedente, con dinamiche

piuttosto diversificate tra le varie forme distributive. In particolare, mentre per la grande distribuzione ha evidenziato un aumento annuo dell’1,4%, le vendite delle imprese operanti su piccole superfici sono risultate in flessione per il terzo anno consecutivo (-0,7%). In

significativo aumento il commercio elettronico (+18,4%), che ha visto un’accelerazione rispetto alla crescita registrata nel 2018.Tra gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare della grande distribuzione, sono ancora i Discount a registrare la variazione piùrilevante (+4,5%).

Ftse Mib chiude con un altro +1%, massimi da maggio 2018

Il Ftse Mib allunga la striscia di rialzi. In chiusura l’indice guida milanese ha segnato un +1,05% a 24.490 punti. Nelle prime 4 sedute di febbraio il balzo dell’indice è di oltre +5%. La spinta all’azionario oggi arriva dall’annuncio della Cina sui dazi e dai forti numeri delle trimestrali bancarie. Il Ministero delle Finanze cinese ha fatto sapere che dimezzerà i dazi imposti su alcuni prodotti americani a partire dal prossimo 14 febbraio. Alcune tariffe saranno tagliate dal 10% al 5%, altre, applicate su altri beni importati dagli Stati Uniti, dal 5% al 2,5%.

Bce: famiglie italiane hanno smobilizzato esposizione titoli di debito per 223 mld in cinque anni

Negli ultimi cinque anni le famiglie italiane hanno “ridotto in modo consistente le proprie disponibilità in titoli di debito”, per un valore di 223 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal bollettino mensile della Bce.

Ftse Mib sprinta e sfiora i massimi ultradecennali, corrono Bper e Intesa

Partenza sprint per Piazza Affari che allunga ai nuovi massimi da maggio 2018. Il Ftse Mib si è spinto fino a 24.513 punti in avvio, con un rialzo dell’1% circa. E’ vicinissimo il superamento dei top del 7 maggio 2018 a 24.544 punti, che se superato proietterebbe l’indice ai top dal lontano ottobre 2009. Il Ministero delle Finanze cinese ha fatto sapere che dimezzerà i dazi imposti su alcuni prodotti americani a partire dal prossimo 14 febbraio. Alcune tariffe saranno tagliate dal 10% al 5%, altre, applicate su altri beni importati dagli Stati Uniti, dal 5% al 2,5%. La decisione, è stato specificato, conferma “il progresso sano e stabile delle relazioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti” legate all’accordo commerciale di Fase 1 ufficializzato lo scorso 15 gennaio.A Piazza Affari primeggia Unicredit con +4,27% grazie a un trimestre oltre le attese. La banca ha chiuso il quarto trimestre del 2019 con una perdita netta di 835 milioni, a causa di poste straordinarie che hanno pesato sul risultato per 2,3 miliardi (al netto delle imposte). Il dato è comunque migliore delle attese degli analisti che avevano pronosticato un rosso di 1,14 miliardi. Unicredit ha proposto la distribuzione di un dividendo pari a 0,63 euro per azione, che verrà messo in pagamento ad aprile. “La principale sorpresa positiva riguarda il miglioramento della dividend policy attraverso un amento dal 40% al 50% del payout già nel 2020 e la possibilità di pagare un dividendo straordinario nel 2021/2022, ipotesi non contemplata nel piano”, commenta Equita Sim.Molto bene anche Bper (+3,51%) che ha riportato una perdita trimestrale sotto le attese (143 mln vs 151 mln attesi).Tra le banche continua il momento molto positivo di Intesa Sanpaolo (+2% a 2,50 euro) che continua a cavalcare l’onda lunga dei forti conti del quarto trimestre.

Italia: Moodys’, performance attese stabili per cartolarizzazioni e covered bond nel 2020

Le performance delle cartolarizzazione italiane e dei covered bond resteranno stabili nel 2020, con performance e prospettive dei collaterali stabili in tutte le classi di attività. Lo afferma Moody’s Investors Service in un rapporto pubblicato oggi.“Le condizioni di credito rimarranno in linea con gli anni precedenti a causa del tasso di disoccupazione stabile e del contesto favorevole dei tassi di interesse”, ha dichiarato Greg Davies, vicepresidente e analista senior di Moody’s. I volumi di emissione rimarranno, si legge ancora nel rapporto dell’agenzia di rating Usa, resteranno invariati con un flusso crescente di titoli garantiti da beni di consumo (principalmente cessione del quinto e automobili) e crediti deteriorati (Npl).

Italia: Pmi servizi sale a 51,4 a gennaio

I dati di gennaio raccolti dall’indagine sul settore terziario italiano hanno indicato una maggiore espansione dell’attività economica sostenuta dall’ulteriore e più rapida crescita dei nuovi ordini. Nel dettaglio, l’indice Pmi servizi si è attestato a 51,4 rispetto ai 51,1 di dicembre.“Le aziende del terziario monitorate in quest’ultima indagine ci hanno mostrato un positivo inizio del 2020, indicando la più rapida espansione dell’attività economica degli ultimi tre mesi e l’ottavo mese consecutivo di crescita dei nuovi ordini – afferma Lewis Cooper, economista di Ihs Markit, e autore del report relativo all’indagine Pmi Settore Terziario in Italia -. Ma le migliori condizioni della domanda sono principalmente legate al mercato nazionale, visto che il flusso degli ordini esteri ha indicato la contrazione più forte da febbraio 2019”.

Gualtieri: ‘Pil migliorerà in 2020, abbiamo pagato conto Papeete. Sì a RdC, no a Quota 100’

“Il 2020 sarà un anno migliore del precedente”. Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo nella trasmissione “L’aria che tira” di La7. Gualtieri ha difeso il reddito di cittadinanza, bocciando invece Quota 100.“Il reddito di cittadinanza è una misura giusta che io difendo”, ma “non funziona bene la parte sulle politiche attive”. Quota 100, invece, “non può essere prorogata”.Per le pensioni, ha spiegato Gualtieri, “serve un sistema equilibrato ma che sia equo per tutti i cittadini”Sull’economia italiana, il ministro ha detto anche che “il conto del Papeete lo abbiamo pagato”.“E’ stato impegnativo ma lo abbiamo pagato – ha continuato –“Abbiamo ereditato un Paese fermo, che non cresce in modo adeguato da molto tempo, la produttività è bassa da vent’anni”.Nell’ultimo periodo, inoltre, ha pesato “l’incertezza che per una lunga fase c’è stata sulla collocazione internazionale dell’Italia, le dichiarazioni sull’euro e i mini bot”.

Italia: inflazione in leggera accelerazione, a gennaio salita allo 0,6% su base annua

Dopo aver rallentato per buona parte del 2019, l’inflazione in Italia accelera, anche se di poco, per il secondo mese consecutivo. Secondo le stime preliminari formulate dall’Istat, a gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,5% del mese precedente).La lieve accelerazione dell’inflazione, spiega l’Istat, è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (la cui crescita tendenziale passa da +1,6% a +3,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,1% a +2,9%) e dei Beni alimentari lavorati (che passano da +0,4% a +1,0%). Tali andamenti sono stati solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -7,8% a -9,5%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,3% a +0,8%).L’inflazione di fondo, ossia al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si porta a +0,8% da +0,6%. La lieve accelerazione anche della componente di fondo testimonia come non ci siano solo le componenti volatili (gli energetici non regolamentati) alla base di questa lieve ripresa che, comunque, appare dovuta in parte a merceologie soggette anch’esse a oscillazioni mensili ampie (i prezzi del trasporto aereo). In questo quadro, i prezzi degli energetici regolamentati (che confermano, accentuandola, la loro flessione per il settimo mese consecutivo), continuano a esercitare un effetto di contenimento dell’inflazione generale, che rimane al di sotto di quella della zona euro

Sprint del Ftse Mib, scatto di STM. Banche toniche in attesa conti Intesa

Primi scorci di seduta in forte rialzo per Piazza Affari. Il Ftse Mib sale dello 0,69% a quota 23.645 punti in scia al rimbalzo dei listini asiatici. Moody’s ha sottolineato che il coronavirus potrebbe colpire in particolare i consumi discrezionali nei settori retail, trasporti, turismo e intrattenimento, ma ha anche aggiunto che il governo di Pechino ha gli strumenti per assorbire un eventuale shock economico. Ieri buone indicazioni sono arrivate dall’ISM manifatturiero Usa, tornato oltre quota 50 sui massimi da agosto.A Piazza Affari si segnalano i rialzi consistenti di STM (+1,8%) e Diasorin (+1,5%). Bene anche le banche con oltre +1% per Intesa Sanpaolo e Unicredit. La prima diffonderà oggi i conti del quarto trimestre 2019. Equita stima per la banca guidata da Carlo messina un utile trimestrale di 786 milioni (24% a/a), con profitti operativi invece in aumento del 16% a 1,904 mld e ricavi a 4,35 mld (+4%).

Italia: Pmi manifatturiero resta sotto quota 50 a gennaio, ma sale a 48,9

A inizio anno, sebbene con segnali di stabilizzazione, il settore manifatturiero italiano rimane in territorio di contrazione (sotto doglia di 50). Stando ai dati elaborati da Ihs Markit, il dato ha tuttavia mostrato una ripresa a gennaio, attestandosi a 48,9 punti a gennaio dai 46,2 punti di dicembre.In un quadro che resta incerto “gli ultimi dati hanno però mostrato motivi per essere ottimisti – suggerisce Andrew Harker, Associate Director di IHS Markit che elabora il report Markit Pmi Settore Manifatturiero in Italia -. Il tasso di contrazione della produzione è diminuito rispetto a quello più alto in quasi sette anni osservato a dicembre. Allo stesso tempo, le aziende hanno riportato alcuni segnali di miglioramento delle condizioni della domanda, mentre l’ottimismo ha raggiunto il livello più alto in 20 mesi”. Harker aggiunge: “Le aziende sperano quindi che le difficoltà riscontrate durante l’apertura del 2020 lasceranno spazio a una ripresa entro la fine del primo trimestre”.

Doccia fredda PIL: nel quarto trimestre 2019 calo a sorpresa dello 0,3% t/t

Gelata dell’economia italiana nel quarto trimestre dell’anno. L’Istat stima che il PIL sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia rimasto invariato in termini tendenziali. Le attese erano per un progresso dello 0,1% t/t.Il quarto trimestre del 2019 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2018.Nel 2019 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dello 0,2%. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2%.“Una battuta di arresto – rimarca l’Istat – che ha interrotto la debole tendenza positiva prevalsa nell’arco dei quattro trimestri precedenti. Tale risultato negativo determina un abbassamento del tasso di crescita tendenziale del Pil, che scende a zero dallo 0,5% del trimestre precedente”.

Pil Italia, Conte: ‘Fmi ci accredita bassa crescita in 2020, nostre stime più efficaci’

“Il Fmi ci accredita di una bassa crescita per il 2020, rispettiamo le stime che vengono fornite dalle istituzioni internazionali ma è già successo in passato, e lo dico con una punta di orgoglio, che le nostre stime fossero più efficaci. Confidiamo che anche questa volta si possa verificare una maggiore puntualità delle nostre stime”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ai giornalisti, dopo aver incontrato il premier bulgaro Borrisov.Conte ha parlato anche dell’effetto positivo del calo dello spread sui conti pubblici italiani:“Ora abbiamo la possibilità di poter lavorare con grande anticipo sulla prossima manovra economica. E’ chiaro che scontiamo una domanda interna più debole e un contesto internazionale complicato. Dobbiamo lavorare per la crescita economica ma anche sociale e culturale, dobbiamo lavorare per offrire maggiore occupazione soprattutto ai giovani e confidiamo, anche grazie alla digitalizzazione del fisco, di poter contare anche su maggiori entrate”, inoltre il “calo dello spread che sta segnando record storici ci conforta perchè ci consente di recuperare ulteriori risorse”.

E’ svolta Italia: i segnali chiari da Btp e Ftse Mib, con Salvini depotenziato lo spread può andare sotto 100

La giornata da incorniciare di ieri per Piazza Affari, miglior seduta degli ultimi 12 mesi con close a +2,61%, è passata un po’ sottotraccia. La prepotente sovraperformance rispetto alle altre borse ha stupito molti operatori, con l’effetto del voto in Emilia che si è probabilmente fatto sentire con un giorno di ritardo, complice anche il rischio coronavirus che lunedì aveva condizionato tutti i mercati. Sempre ieri il Btp. Il tasso del decennale è sceso sotto l’1% per la prima volta dallo scorso novembre, con acquisti in controtendenza sulla carta italiana in una giornata debole per gli altri bond UE.

Per spiegare questi movimenti è necessario tornare a quanto emerso domenica dalle urne in Emilia-Romagna. Una vittoria netta del centro-sinistra che ha frenato l’ascesa della Lega, che sperava in una vittoria per dare una spallata al governo e andare a elezioni anticipate, e il mercato ha interpretato come una sponda per allentare la percezione del rischio politico legato all’Italia.

Tecnici Tesoro quantificano il ‘tesoretto Emilia’

La discesa dello spread e del tasso Btp negli ultimi due giorni – e che continua anche oggi – fa sorridere il Tesoro. In due giorni lo spread è calato di 20 punti e il ministro Gualtieri ha riferito che i tecnici hanno quantificato che questo porterà a 400 milioni di risparmi quest’anno, 1,2 miliardi nel 2021 e più di 2 miliardi nel 2022. Calcoli effettuati ipotizzando che cale calo si confermi nel tempo. “C’è una correlazione difficilmente contestabile. L’esito del voto in Emilia conferma la solidità del governo”, ha detto Gualtieri.Proprio il ministro dell’Economia in tempi non sospetti aveva chiarito come i timori legati all’Italia sono da circoscrivere principalmente a una determinata eventualità. “Gli investitori non vogliono sentir parlare della possibilità di un ritorno di chi, come Salvini, tifa per Vox e ha messo in discussione l’ancoraggio europeo dell’Italia”, disse Gualtieri lo scorso novembre a margine di una riunione Ecofin commentando una fiammata al rialzo dello spread.

Spread sotto 100? Non succede da 4 anni

Gli analisti di mercato sono convinti che il fattore politico sia determinante in questo momento nel ridestare l’interesse sugli asset italiani. “L’effetto Bonaccini continua a supportare gli asset italiani – commenta Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – il BTP ieri è stato l’unico bond che vede il suo rendimento scendere in Eurozona, mentre Piazza Affari ha recuperato interamente le perdite di lunedì chiudendo sopra 24.000. Alla forza ha contribuito un bel rimbalzo del settore bancario europeo, che aveva cominciato a scendere ben prima della comparsa del virus”.

Pimco, che è sovrappeso sui titoli di Stato Italiani, non esclude la possibilità che lo spread Btp-Bund scenda a 100 punti, livello che non viene violato al ribasso dal lontano gennaio 2016. “E’ ancora l’unico spread che può essere ridotto – ha detto ieri Nicola Mai, responsabile della ricerca sul credito sovrano di Pimco, in una presentazione a Milano. “Dal 2018, quando abbiamo avuto una visione negativa, le cose sono cambiate: la posizione anti-Europa è cambiata, il governo è cambiato, la BCE è tornata sul mercato, i rendimenti globali sono inferiori, il che rende il debito italiano un po più sostenibile”.

Per Piazza Affari miglior seduta da oltre un anno, euforia sulle utility

Piazza Affari in grande spolvero mette a segno la miglior seduta da inizio anno. Il Ftse Mib ha chiuso a +2,61% chiudendo sopra i 24 mila punti e mettendo a segno la miglior seduta in termini di rialzo percentuale da oltre un anno.L’effetto del marcato calo dei tassi di mercato ha messo le ali al settore delle utility con Enel (+2,93%) a contribuire al forte rialzo di Piazza Affari dall’alto del suo status di titolo di maggior peso del listino milanese. Molto bene anche gli altri pesi massimi del Ftse Mib, ossia Eni (+1,53%) e Intesa Sanpaolo (+2,24%).

Guardando ai titoli che hanno aggiornato oggi i massimi storici, spiccano le utiltiy Hera (+4,04%) e Terna (+3,06%).Tra i migliori titoli del listino milanese spicca l’exploit di Atlantia che ha guadagnato oltre il 6% oltre i 22 euro. A sostenere il titolo il titolo l’avanzare dell’ipotesi che l’eventuale revoca delle concessioni autostradali, in capo alla controllata Autostrade per l’Italia, si allontani.In spolvero oggi il titolo Poste Italiane (+4,18% a 11,08 euro) tornato a ridosso dei massimi storici. Il titolo del gruppo postale guidato da Matteo Del Fante è salito insieme a Nexi (+3,94%) sotto la spinta delle ultime indiscrezioni circa il futuro di Sia. Stando a quanto riferito oggi da Il Sole 24 Ore, Sia potrebbe portare avanti un doppio binario considerando l’Ipo entro la fine dell’anno e anche l’alternativa di una fusione con un altro player del settore dei pagamenti e in tal caso il nome più gettonato è quello di Nexi. Il controllo di Sia adesso è suddiviso tra Cdp Equity e Poste Italiane a seguito dell’uscita lo scorso autunno di F2i sgr e Hat sgr e, successivamente, Unicredit e Intesa Sanpaolo.Tra le banche spicca il +2,48% di Unicredit grazie al buy reiterato da UBS che in un report sulle banche italiana sottolinea come il titolo sia attraente ai livelli correnti (8 volte il PE 2020 atteso).

Ftse Mib chiude in forte rialzo, Hera e Atlantia le migliori

Piazza Affari ritrova il segno più mettendosi alle spalle i cali della prima parte della settimana. L’indice Ftse Mib è risalito di slancio a ridosso dei 24mila punti chiudendo a 23.969 (+1,11%). In Italia l’attenzione è rivolta al fronte politico in vista delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria (in programma domenica), considerate un test per misurare la tenuta dell’esecutivo giallo-rosso.Performance di rilievo per diversi titoli a partire dal peso massimo Enel (+2,61%) che si è spinto per la prima volta sopra i 7,8 euro. Il titolo dell’utility guidata da Francesco Starace segna già oltre +10% Ytd nonostante a inizio settimana abbia staccato l’acconto dividendo da 0,16 euro per azione. Molto bene anche altre utility quali Hera (+3,21% a 4,238 euro) anch’essa sui nuovi massimi storici, così come Terna (+1,61% a 6,32 euro).Atlantia è balzata in avanti di oltre il 3% sotto la spinta delle parole del nuovo ceo Carlo Bertazzo e quelle del ministro Gualtieri (“Il governo sta cercando una soluzione equilibrata per ASPI”) che evidenziano la presenza di margini per una negoziazione che eviti la revoca della concessione.Giornata da incorniciare anche per Poste Italiane con un rialzo del 3,17% a 10,585 euro. Il traino arriva dalla strategia sull’innovazione presentata oggi a Londra. Sono previsti investimenti per 2,8 miliardi di euro, che rientreranno all’interno del piano Deliver 2022, in settori come le piattaforme cloud, la gestione dei dati e delle Api (Application programming interface).

Dividendi 2020 da record: ben 8 titoli del Ftse Mib con rendimenti oltre il 5%, banche al top

L’assaggio di dividendi arrivato a inizio settimana, con i ricchi acconti cedola staccati da Enel e Snam, ha acceso i riflettori sulle interessanti opportunità di rendimento offerte dai titoli di Piazza Affari. Il Ftse Mib presenta infatti il più alto dividend yield a confronto degli altri principali indici borsistici. Gli analisti di Intermonte nell’outlook sulla prima metà del 2020 indicano un yield del 4%, in crescita dal 3,8% dello scorso anno. I dividendi in Italia risultano molto più in voga rispetto ai buyback che invece sono molto gettonati oltreoceano.

Tassi ben più alti di quelli attualmente offerti dai Btp (il titolo a 10 anni rende l’1,4% circa) e la crescita della remunerazione risulta in linea con quella globale. Secondo l’ultimo report di Allianz Global Investors, in Europa ci sarà una pioggia di dividendi per 359 miliardi, pari a 12 miliardi in più rispetto al record dello scorso anno e con un yield vicino al 3,7 per cento.Banche sempre più generose, ecco perchè.Tra le cedole più interessanti spiccano quelle delle banche, che guadagnano posizioni nella classifica dei grandi pagatori di dividendi, anche in virtù del fatto che è uno tra i pochi settori che tratta a multipli inferiori a quelli medi storici; di contro il settore del risparmio gestito ha chiuso il gap grazie alla forte performance in borsa (e la forte crescita dell’EPS) e quello assicurativo tratta addirittura a premio.I dividendi arriveranno la prossima primavera – relativi al bilancio 2019 – e la loro entità precisa sarà indicata nelle prossime settimane dai cda delle società che approveranno i conti 2019 e poi avallati dalle assemblee degli azionisti. Tra le novità più importanti spicca sicuramente il quasi sicuro ritorno del dividendo per realtà quali Banco BPM e Saipem.

Nella tabella contenuta nel report di Intermonte (dati aggiornati alla chiusura dell’8/01/2020)  si evince la folta presenza dei finanziari tra le società più generose, insieme alle utility. La classifica vede primeggiare Intesa Sanpaolo con un rendimento del 7,7% e cedola attesa di 0,18 euro per azione. In seconda posizione un’altra banca, UBI Banca, con yield del 7% (0,20 euro per azione), seguita da ENI con yield del 6,3% (0,89 euro per azione). Poco fuori dal podio si attestano Atlantia (6,1%), Generali (5,4%), Azimut e Snam (entrambe 5,3%), Mediobanca (5,2%) ed Enel (5,1%). In tutto sono ben otto titolo presentano rendimenti superiori al 5% e altri otto titoli superano il 4%.

Gentiloni: ‘a Italia non chiediamo miracoli su conti pubblici. Green Deal opportunità per il paese’

All’Italia “non chiediamo miracoli, ma di mettere il debito pubblico in una traiettoria discendente. È nell`interesse del Paese perché rassicura i mercati e produce risorse per il bilancio. Questo il governo italiano lo sa benissimo”. Così il Commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, commenta la situazione in cui versano i conti pubblici del paese, in un’intervista rilasciata al quotidiano la Stampa.Gentiloni ha commentato anche il Green Deal della nuova Commissione europea, affermando che “rappresenta un’opportunità per l’Italia”. Tra l’altro, “nella marcia verso la neutralità climatica siamo fra i più avanzati in Europa. La strategia europea di transizione ambientale faciliterà il rilancio dei nostri investimenti pubblici. È una occasione per guardare oltre la dimensione della politica del giorno per giorno”.

Enel e STM aiutano Piazza Affari a interrompere striscia ribassi

Piazza Affari mette fine alla striscia settimanale di tre sedute consecutive con segno meno. L’indice Ftse Mib ha chiuso in frazionale rialzo a 23.697 punti (+0,003%). Sui mercati continua a tenere banco il timore legato all’acuirsi degli effetti del coronavirus partito dalla Cina. In Cina il bilancio delle vittime legate al coronavirus è salito a 17 i morti accertati, più di 540 i casi di persone infettate dal virus, anche in altri paesi, come gli Stati Uniti, il Giappone, la Corea del Sud, la Thailandia e Taiwan.

Piazza Affari è riuscita a evitare il segno meno – prevalente sulle altre borse (-0,94% Dax, -0,6% Cac40) – forte del +0,98% messo a segno da Enel, titolo di maggior peso di tutto il Ftse Mib, del raly post conti di STM: Tra le big del listino milanese si segnala invece il calo di ENI che ha ceduto lo 0,74%, ancora peggio Saipem (-2,19%), complice il calo dei prezzi del petrolio. Debole anche il lusso con -2,77% di Moncler e -1,6% Ferragamo sempre a causa del rischio che il virus cinese intacchi le vendite in Asia.

Intanto è iniziata l’earning season anche in Italia con i numeri del IV trimestre di STM migliori delle attese e anche le stime per il primo trimestre del 2020 sono superiori al previsto. Il titolo segna un rialzo di oltre il 6,5% a 27 euro, sui nuovi massimi pluriennali.

Tra le banche calo dell’1,77% per banco BPM, oltre -1% per UBI. Calo poco sopra lo 0,5 per cento per Intesa Sanpaolo che sarebbe nella corsa per acquisire Garanti Bank Romania, banca rumena che attualmente è controllata al 50% dalla spagnola BBVA. L’indiscrezione è stata riportata oggi da Il Sole 24 ore che indica come in corsa per Garanti Bank Romania ci sarebbero anche Banca Transilvania, Raiffeisen Bank e Otp Bank. L’entità dell’operazione dovrebbe aggirarsi sui 400 milioni “e non avrebbe quindi impatto rilevante sui ratio di vigilanza di Intesa Sanpaolo”, rimarcano gli analisti di una primaria sim milanese.

Dimissioni Di Maio da capo politico M5S, Gualtieri da Davos: ‘nessuna crisi politica in Italia’

In Italia non c’è nessuna crisi politica. Lo ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, a Davos, in occasione dei lavori del World Economic Forum. Gualtieri ha così commentato le dimissioni di Luigi Di Maio dalla carica di leader politico del M5S:“Niente affatto, non è una crisi politica, non colpisce nè il governo – Di Maio rimarrà comunque ministro degli Esteri – né la maggioranza, che è piuttosto solida in Parlamento”, ha detto il titolare del Tesoro, intervistato da Steve Sedgwick della Cnbc.Gualtieri ha aggiunto che “l’impegno del M5S a garantire la stabilità del governo è molto forte”.Sul voto in Emilia Romagna, il ministro ha auspicato la vittoria “dei candidati progressisti”, avendo cura di precisare di non ritenere che l’esito delle elezioni regionali possa minare l’alleanza tra il M5S e il PD.

Industria: Istat, ordini giù a novembre e fatturato invariato

Nuove indicazioni in arrivo per l’industria italiana. L’Istat ha comunicato che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, è invariato rispetto al mese precedente. Sempre a novembre gli ordinativi hanno mostrato una flessione congiunturale dello 0,3 per cento. La dinamica congiunturale del fatturato, spiega l’Istat, è sintesi di una crescita del mercato interno (+0,3%) e di una riduzione di quello estero (-0,4%). Per gli ordinativi la flessione congiunturale riflette un modesto risultato positivo delle commesse provenienti dal mercato interno (+0,1%) e un calo di quelle provenienti dall’estero (-0,7%).

Il surplus commerciale dell’Italia continua così a salire.

Nonostante la negativa performance dell’export, a novembre aumenta di 897 milioni di euro: passando dai 3,975 miliardi dello stesso mese dello scorso anno a 4,872 mld. E nei primi undici mesi del 2019 l’avanzo sfiora i 48 mld, rappresentando un record storico, il dato cumulato più alto mai registrato almeno dal 1991 (anno a cui risalgono le serie storiche osservate dall’Istat).

Mutui: richieste ancora deboli, -0,8% nel 2019. Ma tendenza in miglioramento quest’anno

Le richieste di nuovi mutui e surroghe nel corso del 2019 da parte degli italiani hanno mostrato una variazione lievemente negativa, pari a -0,8%. E’ ciò che emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro del Credito alle Famiglie. Tuttavia, guardando nello specifico, il recupero dell’ultimo quadrimestre fa supporre a un miglioramento della tendenza nel 2020. Secondo gli esperti Crif, infatti, la ripresa dei mutui sarà favorita nei prossimi mesi dalle condizioni di offerta destinate a mantenersi ancora vantaggiose grazie a tassi di interesse ai minimi e a una rischiosità del credito alle famiglie decisamente contenuta. “Un altro elemento che potrebbe incidere positivamente sulle prospettive del comparto – aggiunge Simone Capecchi, executive director di Crif – è rappresentato dallo sviluppo dei mutui green per l’acquisto di abitazioni a elevata prestazione energetica o per lavori di ristrutturazione che implicano l’upgrade della classe energetica”.

Poste ed Enel trascinano il Ftse Mib che chiude sui massimi da maggio 2018

Colpo di reni a fine ottava per il Ftse Mib che chiude sui nuovi massimi da maggio 2018. L’indice guida di Piazza Affari è andato a chiudere a 24.141 punti (+0,84%) topo aver toccato un picco a 21.168 punti.

La spinta oggi è arrivata dagli ottimi riscontri dalla Cina: produzione industriale e vendite al dettaglio sono andati oltre le attese, mentre il Pil cinese nel 2019 ha riportato un trend in linea con le attese (+6,1%), sebbene al tasso di crescita più basso dal 1990. Pechino si era prefissata un obiettivo di crescita del Pil compreso tra il +6% e il +6,5% per il 2019. Continua a macinare record Wall Street in ascesa anche oggi.Tra i singoli titoli si confermano anche oggi acquisti su Buzzi (+3,44%) e Diasorin (+2,81%). Tra i migliori anche STM (+1,51%) che segue il rally dei tecnologici Usa. Continua la marcia di Enel verso i massimi storici (+1,5% a 7,725 euro) che guida il rally delle utility (+1,83%) Snam e +1,64% Terna). Molto bene anche Poste Italiane (+2,39%).

Riforma fisco: Castelli (M5S), cantiere al via con benefici per oltre 16 milioni di lavoratori da luglio

“Il cantiere della riforma dell’IRPEF si apre oggi, dobbiamo costruire insieme, come hanno detto i sindacati, e non distruggere. È una fase di transizione, così come avevamo ipotizzato, ma che dal 1 luglio avrà benefici concreti per oltre 16 milioni di percettori”. Lo ha detto il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi.

Banca d’Italia: PIL salirà allo 0,9% nel 2021 e all’1,1% nel 2022

Il PIL crescerà dello 0,5 per cento quest’anno, dello 0,9 nel 2021 e dell’1,1 nel 2022. Così stima Bankitalia nel Bollettino sulle proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana nel triennio 2020-22 che aggiornano quelle predisposte in dicembre per l’esercizio previsivo dell’Eurosistema.

Rispetto al quadro dello scorso luglio, si legge nel Bollettino, la crescita prefigurata è inferiore per l’anno in corso, pressoché in linea per il 2021. Gli effetti della più accentuata debolezza dell’economia globale sono in larga parte compensati da quelli del maggiore stimolo monetario e dei minori premi al rischio sul debito sovrano italiano

Italia: inflazione a dicembre in rialzo allo 0,5% su base annua, la spinta dai carburanti

Accelera l’inflazione in Italia. Secondo la lettura definitiva dell’Istat, a dicembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è salito dello 0,2% su base mensile. Su base annua l’inflazione si è attestata allo 0,5%, in ripresa da +0,2% del mese precedente e in linea con la stima preliminare.La leggera ripresa dell’inflazione osservata a dicembre, spiega l’Istat, è imputabile principalmente all’accelerazione dei prezzi dei carburanti (una componente molto volatile del paniere), che hanno registrato un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi (da -3% a +1,6%).In media, nel 2019, i prezzi al consumo hanno evidenziato una crescita dello 0,6%, dimezzando quella del 2018 (+1,2%). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l‘inflazione di fondo), la crescita dei prezzi al consumo è stata dello 0,5% (da +0,7% dell’anno precedente). Questi dati “confermano la debolezza dell’inflazione che ha caratterizzato l’intero 2019”. In questo quadro, i prezzi dei beni aumentano dello 0,4% e quelli dei servizi dell’1,0%.

Piazza Affari mette il turbo grazie a dati Cina, sprint di Stm e Ferrari

Nuovo scatto in avanti di Piazza Affari con il Ftse Mib che torna sopra i 24 mila punti (+0,49% a 24.056 punti), riavvicinando i top di periodo toccati settimana scorsa a 24.146 punti. La spinta arriva dai nuovi massimi storici toccati ieri da Wall Street (S&P 500 per la prima volta sopra i 3.300 punti e Nasdaq che ha chiuso a oltre +1%). Ottimi anche i riscontri dalla Cina: produzione industriale e vendite al dettaglio sono andati oltre le attese, mentre il Pil cinese nel 2019 ha riportato un trend in linea con le attese (+6,1%), sebbene al tasso di crescita più basso dal 1990. Pechino si era prefissata un obiettivo di crescita del Pil compreso tra il +6% e il +6,5% per il 2019.Tra i singoli titoli si confermano anche oggi gli acquisti su Banco BPM (+1,15%) e Ubi (+2%). Rialzo superiore all’1% anche per STM che segue il rally dei tecnologici Usa. Nel comparto auto si muove bene Ferrari (+0,97%) che riavvicina i massimi storici.

Enel si mette sulle spalle Piazza Affari, nuovo balzo e massimi storici a un passo

Banche protagoniste a Piazza Affari, ma a dare una marcia in più a Piazza Affari oggi è stata Enel. Il titolo multiutility, che è quello di gran lunga di maggior peso nel listino milanese, è balzato del 2,56% a 7,611 euro, nuovi massimi pluriennali e con un saldo di già +5% in questo primo scorcio di 2020. I massimi storici  euro sono sempre più vicini (7,79 euro risalenti a metà 2000). Giornata positiva anche per ENI (+0,65% a 13,88 euro) che ha dato mandato a Banca IMI, Barclays, Citi, NatWest Markets, Societe Generale e UniCredit per l’organizzazione del collocamento di un’emissione obbligazionaria con scadenza 23 gennaio 2030 a tasso fisso.

In generale a Piazza Affari si sono mosse bene alcune banche e il Ftse Mib ha chiuso nei pressi dei massimi di giornata a 23.940 punti, con un rialzo dello 0,74%. Sponda dai nuovi massimi storici per Wall Street sulla scia della fumata bianca sulla cosiddetta Fase 1 che prevede che la Cina, oltre ai maggiori acquisti di beni made in Usa (circa 200 miliardi di dollari in due anni), si impegni a non svalutare il cambio e ad aprire ulteriormente la propria economia. In cambio, gli Stati Uniti confermano l’annullamento delle tariffe pianificate a dicembre, il dimezzamento dell’aliquota dei dazi imposti a settembre (dal 15% al 7,5% su circa 120 miliardi di dollari di beni cinesi), pur mantenendo tuttavia buona parte dei dazi imposti a partire da maggio 2019 come deterrente in funzione dell’evoluzione dei colloqui della Fase 2.Sul fronte earning season, oggi è stato il turno di Morgan Stanley che ha sfornato utili trimestrali oltre le attese. La banca d’affari Usa ha riportato nel quarto trimestre 2019 un utile in rialzo del 46% a 2,2 miliardi di dollari, 1,30 dollari per azione, ben sopra le stime (99 centesimi attesi dagli analisti).

Banche toniche con il duo UBI-Banco

Rally oggi a Piazza Affari per UBI Banca che si è portata a 2,939 euro, in rialzo del 3,92 per cento. Tra i migliori del Ftse Mib anche Banco Bpm con +2,25% a 2,048 euro.  Per UBI Banca è arrivata la promozione da Neutral a Buy da parte di Goldman Sachs con contestuale aumento del target price da 3,25 a 4,25 euro. Buy anche per Banco BPM su cui viene riavviata la copertura. Entrambi i titoli, afferma Goldman Sachs, sono fortemente a sconto nonostante il miglioramento della situazione politica italiana. “Abbiamo ora considerato le aspettative di guadagno del consensus come realistiche, e ne trarranno beneficio se il consolidamento riprende, a nostro avviso”, argomenta Goldman che ha anche simulato i possibili vantaggi di una fusione UBI-Banco, quantificabili in un EPS 2020 aumento dell’utile per azione 2020 compreso tra il 5,8% e il 13,5% (a seconda delle sinergie di costo).

Rialzo contenuto per Unicredit (+0,50%) che è l’altro titolo su cui Goldman indica rating buy (con tp salito a 18 euro), mentre ha chiuso a +0,1% Intesa Sanpaolo su cui la banca d’affari Usa conferma il giudizio Sell.

Seduta senza sprint invece per FCA (-0,14% a 12,454 euro) che ha evidenziato a dicembre vendite in crescita del 13,8% ma a un ritmo più lento rispetto al mercato e agli altri principali costruttori europei. Peggio di lei fa solo la francese PSA Group, con cui Fca si unirà in matrimonio. Le cose non vanno meglio guardando all’intero 2019: mentre il mercato sale dell’1,2%, Fca registra un calo delle immatricolazioni del 7,3% rispetto all’anno prima.

Ubi vola a +3,5%, Banco BPM si accoda. Goldman Sach accende i due titoli

Rally oggi a Piazza Affari per UBI Banca che si è portata in questi minuti sui massimi intraday a 2,93 euro, in rialzo del 3,5 per cento. Tra i migliori del Ftse Mib anche Banco BPm con +2% a 2,043 euro.Per UBI Banca è arrivata la promozione da Neutral a Buy da parte di Goldman Sachs con contestuale aumento del target price da 3,25 a 4,25 euro. Buy anche per Banco BPM su cui viene riavviata la copertura. Entrambi i titoli, afferma Goldman Sachs, sono fortemente a sconto nonostante il miglioramento della situazione politica italiana. “Abbiamo ora considerato le aspettative di guadagno del consensus come realistiche, e ne trarranno beneficio se il consolidamento riprende, a nostro avviso”, argomenta Goldman che ha anche simulato i possibili vantaggi di una fusione UBI-Banco, quantificabili in un EPS 2020 aumento dell’utile per azione 2020 compreso tra il 5,8% e il 13,5% (a seconda delle sinergie di costo).

Btp a 30 anni: la domanda è stata per quasi 48 miliardi, soprattutto dall’estero

360 investitori per una domanda complessiva pari a poco meno di 48 miliardi di euro per il nuovo Btp a 30 anni, con scadenza 1 settembre 2050 e cedola annua del 2,45%. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha snocciolato i dettagli dell’emissione. Più dei due terzi del collocamento è stato sottoscritto da fund manager (67,9%), mentre le banche ne hanno sottoscritto il 13,3%. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 12,1% (in particolare il 6,4% è stato allocato a banche centrali e istituzioni governative, mentre il 5,7% è andato a fondi pensione e assicurazioni). Agli hedge fund è stato allocato il 6,5% dell’ammontare complessivo. Le imprese non finanziarie hanno partecipato all’emissione con una quota residuale pari allo 0,1% circa.La distribuzione geografica del titolo è stata estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 35 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati circa i due terzi dell’emissione (68,1%), mentre gli investitori domestici ne hanno sottoscritto il 31,9%. Tra gli investitori esteri, di rilievo è stata in particolare la quota sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (18,3%) e dagli investitori nordamericani (15,1%). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale (30,7%), ed in particolare in Francia (8,4%), in Germania, Austria e Svizzera (8,3%), nei Paesi Scandinavi (7,6%), nei paesi della penisola iberica (4,0%) e in altri paesi europei (2,4%). Significativa la partecipazione di investitori asiatici, che si sono aggiudicati il 3,7% dell’emissione, mentre una quota residuale pari a allo 0,3% è stata allocata ad investitori residenti in altri paesi.

Eurozona: prezzi delle case in aumento del 4,1% a/a nel 3Q, in Italia torna segno più

I prezzi delle case sono aumentati del 4,1% sia nell’area dell’euro sia nell’UE nel terzo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Queste cifre provengono da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea. Rispetto al secondo trimestre del 2019, i prezzi delle case sono aumentati dell’1,4% nell’area dell’euro e dell’1,5% nell’UE nel terzo trimestre del 2019.

Si segnala che i prezzi delle case in Italia sono tornanti positivi (+0,4%) nel terzo trimestre del 2019 rispetto al pari periodo dell’anno precedente.

Italia: crescita prevista piatta in questo inizio d’anno, anche i consumi in stagnazione

Il nuovo anno dovrebbe avviarsi all’insegna della stagnazione per l’economia dell’Italia. Secondo quanto prevede Confcommercio, nel suo ultimo rapporto, il Pil e i consumi saranno sostanzialmente piatti nei primi mesi del 2020. Anche l’inflazione è vista mantenersi sui minimi storici. L’unico elemento positivo continua ad essere rappresentato dalla crescita delle persone. Ma, avverte Confcommercio, con il perdurare della stagnazione, saranno sempre più evidenti i problemi di produttività del sistema Italia.

Durata governo M5S-PD, Renzi: ‘vediamo dopo verifica. Certo non tutta la vita con Toninelli’

“Questo lo vediamo dopo la verifica. Noi siamo per arrivare a fine legislatura, ma non ci possono chiedere di stare con Toninelli tutta la vita”. Così l’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi in un’intervista ad Avvenire, riguardo alla durata del governo M5S-Pd.“L’auspicio che l’Italia torni a correre “è anche il mio – conferma Renzi -. Sblocchiamo i cantieri, diamo risorse alle imprese, anziché costringerle a trasferirsi dalla Sicilia all’Albania per la minaccia della tassa sulle bibite zuccherate, investiamo sulle famiglie e sul ceto medio. Meno discussioni sulle alleanze e più concretezza nell’azione di governo: noi ci siamo”.Sui rapporti con il MoVimento di Luigi Di Maio, precisa: “A me non interessa l’alleanza stabile” con il M5s. “A me interessa il Paese stabile. Se Pd e 5 Stelle si vogliono sposare, è un loro diritto farlo. Noi abbiamo fatto questo governo solo per evitare i pieni poteri a Salvini. Siamo pronti a dare una mano, ma non a diventare giustizialisti per far piacere a Di Maio. Non accetterò che al Sud si diano sussidi senza creare i posti di lavoro che lo sblocco dei cantieri permetterebbe. Sa quante persone chiedono di lavorare in nero per non perdere il reddito di cittadinanza? È una follia”.Riguardo ai rapporti con il PD, il numero uno di Italia Viva si dice pronto a lavorare con un partito che “è pieno di tanti amici”. E, aggiunge, “ho molto rispetto per il dibattito che si è aperto dopo l’annuncio delle intenzioni di Zingaretti. Ma da quel che vedo, il Pd punta a fare una cosa molto a sinistra, recuperando magari la Cgil, Bersani e D’Alema: tutto legittimo, ma noi puntiamo a essere radicalmente riformisti. Tutta un’altra storia”.

Prestiti: per le imprese si registra una flessione dell’1,9% su base annua

Cresce a novembre il mercato dei mutui con l’ammontare totale dei finanziamenti in essere delle famiglie che registra una variazione positiva di +2,5% su base annua. Lo rende noto l’Abi secondo cui dai dati al 31 dicembre 2019, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono aumentati del +0,3% rispetto ad un anno prima.Per i prestiti alle imprese invece si registra unariduzione dell’1,9% su base annua. Per quanto riguarda il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela, a dicembre 2019 è pari in Italia allo 0,58%.

Abi: sofferenze nette in calo a novembre a 29,6 miliardi di euro

Calano a novembre le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), attestandosi a 29,6 miliardi di euro dai 38,3 miliardi di novembre 2018 (-8,7 miliardi pari a -22,7%).

Lo rende noto l’Abi nel consueto Report mensile sottolineando che rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 59 miliardi (pari a -66,7%).

Asta Btp: redimenti in salita per i titoli a 7 e 20 anni

Fa il pieno l’asta dei titoli di stato a media-lunga scadenza con tre differenti scadenze in offerta. Il Tesoro ha allocato complessivi 6,75 miliardi di euro, ossia il massimo della forchetta prevista (tra 5,25 e 6,75 miliardi).

Nel dettaglio, sono stati allocati Btp triennali (ISIN: IT0005384497), con scadenza 15 gennaio 2023, per 3 miliardi con rendimento medio dello 0,18%, in calo di 4 punti base rispetto alla precedente asta di titoli di analoga durata tenutasi a dicembre. La domanda è stata di oltre 4,2 miliardi con rapporto di copertura di 1,40 (dal precedente 1,53).

Il Btp a 7 anni (ISIN: IT0005390874), con scadenza 15 gennaio 2027, ha visto il collocamento di titoli per 2,5 miliardi al tasso medio dello 0,94%, in salita di 3 punti base rispetto all’asta precedente. La domanda che è stata di 3,68 miliardi con un rapporto di copertura di 1,47 (1,28 il precedente).

Tra i titoli a lunga scadenza, il Tesoro ha allocato Btp a 20 anni (ISIN: IT0005377152), con scadenza 1° marzo 2040, per 750 milioni con rendimento medio del 2,14%, in aumento rispetto all’1,78% dell’asta di ottobre. Rapporto di copertura di 1,49.

Riforma pensioni: Ministero Lavoro convoca sindacati lunedì 27 gennaio

Il Ministero del Lavoro ha convocato i sindacati lunedì 27 gennaio per riprendere il confronto sulla riforma delle pensioni. “L’obiettivo – ha detto il ministro Nunzia Catalfo tramite un tweet – è superare la legge Fornero, come lo decideremo sulla base dei dati e di uno studio concreto e reale”.Catalfo ricorda che con la legge di Bilancio sono state istituite due commissioni, una sui lavori gravosi e una sulla separazione tra previdenza ed assistenza, che insieme a quella di esperti a livello nazionale, che verranno nominati entro fine mese, accompagneranno questo processo.“Dare all’Italia un sistema pensionistico più equo e flessibile è una delle nostre priorità massime”, ha concluso il ministro del Lavoro.

Italia: segnali di risveglio da industria, ma presto per dichiarare chiusa la stagnazione (analisti)

Timidi segnali di ripresa della produzione industriale italiana, in rialzo – seppur lieve (+0,1% a novembre) – dopo due mesi di cali. Il recupero, frenato dal forte calo del settore energetico, si manifesta con maggiore intensità nei comparti legati alla domanda di beni, intermedi e strumentali, da parte del sistema produttivo. Su base annua, invece, prosegue la contrazione della produzione industriale, registrando un -0,6% rispetto a novembre 2018.“La produzione industriale è tornata ad aumentare, sia pur marginalmente, a novembre. Sia il dato sintetico che i dettagli sono migliori delle nostre attese. Tuttavia, è ancora presto per dichiarare conclusa la fase di moderata recessione nell’industria e di semi-stagnazione per l’economia nel suo complesso”, commenta Paolo Mameli, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.Sulla stessa lunghezza d’onda gli economisti di INg che non intravedono ancora nessuna effettiva inversione di tendenza nel ‘soft patch’ di crescita dell’Italia “ma ancora più prove del fatto che i consumi privati ​​guidati dall’occupazione fungeranno da copertura a breve termine dai rischi al ribasso per l’economia”.

Mps (+14%) in vetta a Milano grazie a Moody’s, svalutazione 1,2 mld passa in secondo piano

Strappo violento al rialzo per il titolo Mps che dopo essere stato sospeso per eccesso di rialzo segna oltre +14% in area 1,64 euro (massimi intraday a 1,685 euro). A sostenere il titolo del gruppo bancario senese la decisione di Moody’s che ha rivisto il rating standalone (il profilo di credito autonomo) a “B3” dal precedente “Caa1”. Nessuna recisioni per i rating a lungo termine del debito senior unsecured e dei depositi sono stati confermati rispettivamente a “Caa1” e “B1” ed è stato migliorato l’outlook da “negativo” a “positivo”. L’upgrade del giudizio sul merito di credito autonomo di Mps, si legge nel report di Moody’s, “riflette i miglioramenti sostanziali nella qualità degli attivi degli asset della banca”.Mps ha annunciato un Npe ratio al 12,5% alla fine del 2019, in deciso calo rispetto al 18% di fine 2018, come risultato del derisking in atto.Intanto ieri sera la banca ha annunciato una svalutazione di 1,2 miliardi di euro del valore delle attività fiscali differite (Dta) in bilancio, dovuta ad alcune norme contenute nella legge di Bilancio come la reintroduzione dell’agevolazione fiscale Ace, oltre alla riduzione dei redditi imponibili attesi legata al peggioramento dello scenario macroeconomico. Tale svalutazione verrà contabilizzato alla voce “Imposte sul reddito di periodo”, con corrispondente impatto negativo sul risultato netto del 4° trimestre 2019 e conseguente chiusura del 2019 in perdita dopo l’utile di 279 mln del 2018.

Banche: Bankitalia, a novembre tassi mutui all’1,76%

Nel mese di novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, si sono collocati all’1,76% rispetto all’1,74% di ottobre; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo salgono all’8,49 per cento. Lo segnala la Banca d’Italia nella pubblicazione mensile “Banche e moneta: serie nazionali”.I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari all’1,29% (1,31 in ottobre); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,85%, mentre quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati allo 0,86 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,37 per cento.

Banche: Bankitalia, sofferenze calano del 23,5% a novembre

Nel mese di novembre le sofferenze sono diminuite del 23,5% sui dodici mesi (in ottobre la riduzione era stata del 21,2%); il calo risente di alcune operazioni di cartolarizzazioni avvenute nell’ultimo anno. Lo rende noto la Banca d’Italia nella pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali”. I depositi del settore privato hanno, invece, mostrato una crescita del 7,6% sui dodici mesi (contro il 5,7 in ottobre); il ritmo di crescita della raccolta obbligazionaria è stato pari al 2,3% sui dodici mesi (contro l’1,1 in ottobre)

Italia: Istat, la fase di debolezza dell’economia proseguirà anche nei prossimi mesi

La fase di debolezza dell’economia italiana è destinata a proseguire anche nei prossimi mesi. Lo prevede l’Istat, nel suo bollettino mensile diffuso oggi. “L’andamento dell’indicatore anticipatore mantiene un profilo negativo, suggerendo il proseguimento della fase di debolezza dei livelli produttivi”.

Italia: produzione industriale in leggero recupero, +0,1% a novembre

Lieve recupero della produzione industriale in Italia, dopo due mesi di cali. A novembre, secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, la produzione è salita dello 0,1% rispetto a ottobre. Il recupero, frenato dal forte calo del settore energetico, si manifesta con maggiore intensità nei comparti legati alla domanda di beni, intermedi e strumentali, da parte del sistema produttivo. Su base annua, invece, prosegue la contrazione della produzione industriale, registrando un -0,6% rispetto a novembre 2018. Si tratta del nono mese consecutivo con segno meno.

Lavoro: Confcommercio, “progressi, ma sempre bassa produttività”

“A novembre l’andamento dell’occupazione conferma i progressi già rilevati ad ottobre. Il mercato del lavoro sembra aver trovato nei mesi finali del 2019 spunti di miglioramento, nonostante il permanere di un contesto congiunturale non particolarmente dinamico Tra i segnali positivi è da rilevare la sostanziale diffusione, al netto della componente demografica, della crescita occupazionale nelle varie classi di età”. Così l’ufficio studi di Confcommercio commenta i dati Istat diffusi oggi, con gli occupati in Italia che sono cresciuti di 41 mila unità rispetto al mese precedente e con un tasso di disoccupazione stabile al 9,7%.Nel suo commento Confcommercio sottolinea che tra i “problemi economici dell’Italia resta la questione della produttività, stante il fatto che alla crescita degli occupati non corrisponde, anche nell’ultimo quarto del 2019, una proporzionale crescita del prodotto, anche a prescindere della probabile stagnazione nelle ore lavorate”.

Ftse Mib buca i 24mila e già guarda a target ambizioso dei top decennali.

Seduta in corsa per il Ftse Mib che aggiorna i massimi a oltre un anno e mezzo, in particolare da maggio 2018. Il listino milanese ha appena chiuso un 2019 da record con una performance vicina al +30%, risultato che l’indice non vedeva dal lontano 1998. Oggi i mercati azionari beneficiano dei segnali in arrivo da Stati Uniti e Iran che fanno intendere la mancanza della volontà di innescare un’escalation delle tensioni.

Lavoro: disoccupazione stabile al 9,7% a novembre, aumenta quella giovanile

Il tasso di disoccupazione in Italia risulta stabile al 9,7% a novembre 2019. Il dato diffuso dall’Istat risulta in linea con le attese. In aumento invece la disoccupazione giovanile che si attesta al 28,6% (+0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente).La stima complessiva degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a novembre è in calo rispetto al mese precedente (-0,6%, pari a -72 mila unità), e la diminuzione riguarda entrambe le componenti di genere. Il tasso di inattività scende al 34,0% (-0,2 punti percentuali).

Italia: occupazione ai massimi di sempre, +41mila posti lavoro a novembre

A novembre gli occupati in Italia crescono di 41 mila unità rispetto al mese precedente (+0,2%), con un tasso di occupazione che sale al 59,4% (+0,1 punti percentuali). L’Istat sottolinea come la tendenza alla crescita già registrata a ottobre porta l’occupazione ai massimi storici (cioè dal 1977, anno di inizio delle serie storiche ricostruite). “L’aumento congiunturale dell’occupazione è trainato dai dipendenti permanenti e da una rilevante crescita del tasso di occupazione dei giovani con 25-34 anni, mentre calano i lavoratori a termine e gli indipendenti. Contestualmente, si registra una lieve crescita del numero di disoccupati e un calo dell’inattività, che scende ai valori minimi storici”, argomenta l’Istituto statistico.I dati Istat evidenziano come l’andamento dell’occupazione è sintesi di un aumento della componente femminile (+0,3%, pari a +35 mila) e di una sostanziale stabilità di quella maschile. Gli occupati crescono tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, mentre calano nelle altre classi d’età; al contempo, aumentano i dipendenti permanenti (+67 mila) a fronte di una diminuzione sia dei dipendenti a termine (-4 mila) sia degli indipendenti (-22 mila).

Ftse Mib euforico: toccati massimi da maggio 2018, volano banche e risparmio gestito

Sprint per Piazza Affari che aggiorna in avvio di giornata i massimi a oltre un anno e mezzo. L’indice Ftse Mib si è spinto fino a 24.045 punti, con un rialzo dello 0,9%. Si tratta dei nuovi massimi da maggio 2018. I mercati azionari beneficiano dei segnali in arrivo da Stati Uniti e Iran che fanno intendere la mancanza della volontà di innescare un’escalation delle tensioni. Dal fronte macro indicazioni molto positive dalla produzione industriale tedesca.Spicca oggi il rally delle banche del Ftse Mib con Unicredit che sale dell’1,5% circa e anche l’altra big Intesa Sanpaolo segna un +1,2%. Molto bene anche Banco BPM (+1,59% a 2,012 euro) dopo la decisione di Carlo Fratta Pasini, presidente del Consiglio di Amministrazione, di non ricandidarsi in occasione del prossimo rinnovo del cda.Tra gli altri settori continua anche il rally del risparmio gestito: +2,11% banca Generali, +2,09% Azimut e +1,33% Poste Italiane.Tra i pochi segni meno spicca Atlantia (-0,14%) dopo il balzo di ieri. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, rimarca che i pedaggi devono scendere se Autostrade vuole sperare di non perdere la concessione autostradale. Le indiscrezioni parlano di una possibile richiesta del governo ad Autostrade di compensazioni fino a 4 miliardi di euro, attraverso una riduzione del 5% delle tariffe autostradali.

Piazza Affari e Borse europee previste in deciso ribasso in avvio dopo attacco da parte dell’Iran

E’ atteso un avvio di seduta in deciso ribasso per Piazza Affari e le Borse europee, sull’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Iran dopo la notizia dell’attacco da parte dell’Iran sferrato contro due basi in Iraq, come risposta alla morte del generale Qassem Soleimani ordinata da Donald Trump. Si tratta delle basi di Erbil e al-Asad, che ospitano militari americani e italiani. Secondo il primo bilancio, le vittime sarebbero circa 80. Una conferma è arrivata anche da Trump che su Twitter ha scritto: “Tutto bene, stiamo valutando le vittime e i danni. Fin qui tutto bene!”.Intanto sui mercati è tornata l’avversione al rischio. In Asia è scattato il sell-off, con Tokyo che ha chiuso questa mattina in calo dell’1,6%. Giù anche i futures sugli indici americani, che sono crollati di oltre 400 punti a seguito della notizia. Non solo. Si sta assistendo a una nuova fiammata del petrolio e una risalita repentina dell’oro, considerato bene rifugio per eccellenza. In rialzo anche alcuni titoli del settore difesa in Asia che hanno segnato un rally di oltre +20%.Guardando all’agenda macro, in arrivovari indici di fiducia nell’Eurozona e nel pomeriggio il sondaggio Adp sulla variazione degli occupati nel settore privato negli Stati Uniti, come anticipazione dei più importanti sul mercato del lavoro americano in uscita venerdì. Da seguire anche il tema Brexit con l’incontro previsto oggi a Londra tra il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il premier britannico Boris Johnson.Sebbene l’attenzione degli investitori rimarrà rivolta allo scenario internazionale, in Italia si guarderà anche alle audizioni previste oggi in Parlamento sui decreti varati dal governo per i salvataggi di Alitalia e Popolare di Bari. In particolare, alla Camera saranno ascoltati, tra gli altri, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, i commissari straordinari della PopBari, i sindacati, le associazione dei consumatori e il Fitd.

Italia: Pmi costruzioni flette a 47,7 a dicembre

Debole chiusura di 2019 per il settore edile italiano, con l’attività edile totale che si è contratta al livello maggiore da marzo 2018. L’indice dell’attività totale a dicembre è rimasto ben al di sotto della soglia di non cambiamento di 50, scivolando a 47,7 da 48,2 di novembre. “L’ultimo valore ha segnalato il maggiore tasso di declino dell’attività edile da marzo 2018 e rappresenta la quinta contrazione del 2019”, segnalano da Ihs Markit.“Il settore edile italiano ha registrato a dicembre un più forte crollo dell’attività, con i nuovi ordini in contrazione al tasso più forte in più di due anni e mezzo”. Così Trevor Balchin Economics, director presso Ihs Markit.

Stm convince tutti gli analisti al via del CES 2020 e riavvicina top pluriennali

Sul parterre di Piazza Affari molto bene oggi STM (+2,54% a 24,64 euro) che ha riavvicinato i massimi pluriennali (a oltre 17 anni) toccati il mese scorso (25,48 euro lo scorso 13 dicembre). Negli ultimi 12 mesi STM è balzata di oltre +116%. Credit Suisse, che ha raccomandazione ‘Outperform’ sul titolo con prezzo obiettivo a 27,5 euro, ritiene che il gruppo italo-francese ha il potenziale per crescere più rapidamente del settore nei prossimi due anni. Consiglio d’acquisto anche da parte di Jefferies con target price a 30 euro, mentre Oddo vede Stm poter arrivare a 37 euro con i nuovi prodotti presentati oggi al CES 2020 di Las Vegas che dovrebbero sostenere i risultati del gruppo nel corso del 2020. Intanto i conti dell’ultimo scorcio del 2019 arriveranno il prossimo 23 gennaio. 

L’analista di Liberum, Janardan Menon, ritiene invece che il produttore di chip è un “grande beneficiario” delle forti vendite della Model 3 di Tesla in quanto è l’unico fornitore di MOSFET (transistor metallo-ossido-semiconduttore a effetto di campo) in carburo di silicio per l’inverter dell’auto.Piazza Affari riparte, Azimut la miglioreOggi Piazza Affari è tornata a crescere con l’indice Ftse Mib che ha recuperato il passo falso della vigilia andando a chiudere a quota 23.723 punti (+0,60%). Permangono comunque le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran seguite all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani con l’agenzia di rating Moody’s ritiene che un conflitto duraturo avrebbe implicazioni diverse attraverso choc economici e finanziari, che peggiorerebbero in modo significativo le condizioni operative e di finanziamento.Tra i finanziari balzo consistente di Finecobank (+1,36%) con il numero uno di Fineco, Alessandro Foti, che ha dichiarato che non c’è stata alcuna avance formale. “Il mercato fa quello che deve fare, e noi non abbiamo bisogno di difenderci. Abbiamo piuttosto voglia di concentrarci sempre di più sul nostro business, che è profittevole e sostenibile nel tempo”, rimarca Foti.In deciso recupero oggi anche Atlantia (+2,03%). Ieri il premier Giuseppe Conte ha affermato che il dossier sulla revoca della concessione sta per essere chiuso dal governo. “Ci confronteremo all’interno della maggioranza perché tutti siano coinvolti nella dimensione politica della decisione finale. Ma è evidente che a fondamento di tale decisione ci dovranno essere le valutazioni tecnico-giuridiche sull’inadempimento del concessionario”, ha detto il primo ministro.

In progresso anche FCA (+0,46%) tornata in area 13 euro con i dati relativi al Brasile che vedono le vendite del gruppo in progresso del 14,5% nel 2019, con una quota mercato salita a 18,7%,in rialzo di 1,2 punti percentuali rispetto al 2018″.

Tra i segni meno si segnala il calo dello 0,90% di Telecom Italia.

Italia: pressione fiscale in calo, salgono reddito e potere d’acquisto

Nel terzo trimestre 2019 la pressione fiscale in Italia è stata pari al 40,3%, in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rende noto l’Istat nella nota su “conto trimestrale delle Pubbliche amministrazioni, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”.Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,4%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 0,1 punti percentuali scendendo all’8,9%. A fronte di una variazione nulla del deflatore implicito dei consumi, anche il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,3%.

Italia: Pmi servizi in salita a 51,1 a dicembre

L’attività del settore terziario italiano di dicembre è aumentata per il settimo mese consecutivo grazie all’ulteriore e più rapida crescita dei nuovi ordini. L’indice principale del report di Ihs Markit, ovvero l’Indice Pmi servizi, si è posizionato a dicembre su 51,1 punti, in rialzo rispetto a 50,4 di novembre. Tale valore segna il settimo mese consecutivo di incremento della produzione del settore dei servizi ed una accelerazione marginale della crescita.

Piazza Affari apre il 2020 con il botto: STM ai massimi a 16 anni

Convinto segno più per Piazza Affari nella prima seduta del 2020. Il Ftse Mib, reduce dall’oltre +28% del 2019 (miglior performance degli ultimi 21 anni), è balzato oggi dell’1,40% a 23.836 punti. A dare fiato al rally dei mercati è ancora una volta la questione dazi con il tweet di fine 2019 del presidente americano Donald Trump che ha annunciato che apporrà la firma all’intesa commerciale con la Cina “Fase 1” il prossimo 15 gennaio, presso la Casa Bianca. In quell’occasione, aggiunge Trump, saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina e successivamente il presidente Usa andrà a Pechino per iniziare i colloqui sulla fase 2. Sponda ai mercati anche dall’azione della People’s Bank of China. La banca centrale cinese ha annunciato ieri il taglio di 50 punti dei coefficienti di riserva delle banche, con efficacia a partire dal prossimo 6 gennaio.L’ottimismo sul fronte commerciale ha spinto Wall Street ai nuovi massimi storici con l’indice S&P 500 arrivato fino a 3.250,04. IN corsa a Piazza Affari i titoli maggiormente sensibili al fattore dazi con CNH (+1,73%) e STM (+3,29% a 24,76 euro) che tocca i nuovi massimi dal 2002. La migliore è stato però Pirelli (+4%), reduce da un 2019 decisamente incolore in cui era risultato il peggior titolo di tutto il Fte Mib.

Tra le utility si segnala Italgas (+2,28%) che si è aggiudica la gestione del servizio gas nell’Ambito territoriale “Valle D’Aosta”. L’ambito si compone di 74 Comuni, di cui 24 attualmente metanizzati, per un totale di circa 20 mila utenze. Previsti investimenti per circa 100 milioni di euro che consentiranno di estendere il servizio a 17 nuovi Comuni raddoppiando i pdr in esercizio.

Unicredit si accoda a euforia banche Ue, miglior inizio d’anno dal 2013

Seduta in crescendo per il settore bancario e a Piazza Affari la migliore al momento risulta Unicredit con un balzo del 3,24% a 13,41 euro. La capitalizzazione della banca di piazza Gae Aulenti è tornata a ridosso dei 30 miliardi (29,8 mld).Nessuna notizia in particolare sulla banca guidata da Jean Pierre Mustier che un mese fa ha presentato il nuovo piano d’impresa Team 2023 che prevede, tra l’altro, un deciso rafforzamento della politica dei dividendi, utile netto a 5 miliardi a fine piano e un ulteriore taglio dei costi (tagli per 8mila dipendenti).L’indice Euro Stoxx Banks segna oggi un balzo del 2,54% che se confermato in chiusura sarebbe il miglior incipit d’anno dal 2013. Una sponda arriva dalla risalita dei tassi. Dai dati di Tradeweb risulta che l’ammontare dei bond dell’area euro che presentano tassi negativi è sceso a dicembre a 4,14 trilioni di euro, al minimo in sette mesi.

Nuova doccia fredda per l’Italia: il Pmi crolla ai minimi dal 2013

Primi dati del 2020 non certo lusinghieri per l’economia italiana. L’indice Pmi manifatturiero diffuso stamattina da Markit vede una contrazione a 46,2 punti a dicembre, sotto i 47,6 del mese precedente e anche inferiore alle attese di consensus che erano a 47,2 punti. Si tratta dei valori più bassi da aprile 2013.

Gennaio horror per governo Conte bis. Tra prescrizione ed elezioni Emilia-Romagna i sei modi in cui potrebbe cadere

Governo Conte bis al test di gennaio, mese in cui potrebbe cadere in sei modi diversi, stando almeno all’articolo pubblicato da Bloomberg: Italy’s Government Could Fall Six Different Ways This Month, che porta la firma di John Follain e di Alberto Brambilla. Tradotto: “Il governo italiano potrebbe cadere in sei modi diversi questo mese”.

Addirittura sei spettri che rischiano di mandare a monte il governo italiano frutto dell’alleanza M5S-PD? La risposta è sì, se si considerano i dossier che assillano i partiti della maggioranza.Prescrizione, ovvero processi infiniti: Bloomberg ricorda che il premier Conte ha convocato i leader della coalizione per una riunione che si svolgerà il prossimo 7 gennaio. A tal proposito, la riforma sulla nuova prescrizione è scattata proprio ieri, con l’avvento del nuovo anno. Si tratta però della riforma adottata dal primo governo Conte: quella che fa parte del  ddl Anticorruzione che venne approvato lo scorso anno, conosciuto anche come ‘Spazzacorrotti’.Il provvedimento venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio del 2019, e contiene “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici” .Il M5S di Di Maio vuole però introdurre delle modifiche sui limiti di tempo stabiliti per la prescrizione per la seconda volta. Così su un post su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede:“L’Italia è sempre più leader nella lotta alla corruzione, anche grazie alla Spazzacorrotti. All’interno c’era la norma sulla prescrizione: sono molto orgoglioso che da oggi la prescrizione come siamo abituati a conoscerla non esiste più, ora ci dobbiamo mettere al lavoro per la riduzione dei tempi del processo giusto che abbia una durata breve e ragionevole non solo nel penale ma anche nel civile”. Bonafede ha anticipato per il 2020 “la riforma del processo penale e civile per garantire una drastica riduzione dei tempi dei processi”. Su come la prescrizione rappresenti una minaccia per il governo Conte-bis parla anche un articolo odierno del Corriere della Sera, facendo riferimento all’irritazione di Matteo Renzi e della sua Italia Viva, ma anche a quella delle opposizioni:

“I renziani minacciano di sostenere Forza Italia per abrogare la legge, la Lega si prefigge di presentare un suo testo sulla materia in modo da cancellare quello della maggioranza, il Pd, in vista del vertice di governo del 7 gennaio, chiede garanzie su una riforma più organica altrimenti presenterà una sua proposta, gli avvocati sono in stato di agitazione di permanente e promettono battaglia, oltre ad esigereidati reali sulla prescrizione dal ministero della Giustizia. Nel giorno in cui entra in vigore, scontenta quasi tutti e continua a suscitare polemiche la riforma-bandiera dei 5 Stelle che prevede che la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado o il decreto di condanna. In sostanza, la prescrizione termina di decorrereapartire dal primo giudizio, senza fare alcuna distinzione, però, tra sentenza di condanna e sentenza di assoluzione. Dunque, tutto congelato fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o alla data di irrevocabilità del decreto penale”.

E di come gennaio abbia tutti gli ingredienti per essere un mese rischioso per la tenuta del governo parla il quotidiano La Repubblica:

“Primum vivere: ecco il buon proposito di Giuseppe Conte per il 2020. Sopravvivere a un gennaio ‘infernale’, con un piano che Palazzo Chigi studia da settimane. Poi, già da febbraio, accettare la sfida che arriva dal Quirinale: fare di più, fare meglio, alzare l’asticella, fissare un’agenda che consenta di andare avanti prosciugando il sovranismo”.

Ma, oltre alla prescrizione, ci sono ben altre cinque minacce alla sopravvivenza dell’esecutivo giallorosso, di cui parla Bloomberg: due sono gli altrettanti referendum separati sulla riforma elettorale che potrebbero essere lanciati questo mese, uno su iniziativa del M5S, volto a ridurre iol numero dei parlamentari. L’altro, su proposta della Lega, che vorrebbe introdurre un sistema maggioritario puro, all’inglese. L’articolo ricorda come fu proprio un referendum a porre fine al governo di Matteo Renzi. “Un altro potrebbe mettere Conte a rischio, visto che i gruppi che perderebbero in base a una eventuale nuova legge elettorale potrebbero essere tentati dall’indire elezioni anticipare prima che il nuovo sistema diventi operativo. E il rischio ha già innervosito gli investitori”.

C’è poi – quarta minaccia per la sopravvivenza del governo Conte bis – il caso che vede protagonista il leader della Lega, ex viceministro con Di Maio del primo governo Conte, ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo che a dicembre il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato di autorizzare il processo a suo carico, contestandogli il reato di sequestro di persona. Il voto è atteso per il prossimo 20 gennaio si conferma altro fattore di destabilizzazione per il governo Conte bis, visto il sostegno a Salvini che, secondo alcune indiscrezioni, il leader di Italia Viva Matteo Renzi vorrebbe dare.

Quinta minaccia del mese di gennaio è la possibilità che la Lega di Salvini vinca le elezioni regionali dell’Emilia Romagna, che si terranno il prossimo 26 gennaio. Le elezioni si terranno in quella che è stata sempre considerata la roccaforte della sinistra italiana. Una eventuale vittoria della Lega rischia di delegittimare ancora di più, agli occhi degli italiani, la presenza di un governo M5S-PD, già sgradito a una fetta rilevante dell’elettorato.

Il caso Autostrade-Alitalia con tanto di schiaffo arrivato dal decreto Milleproroghe e ora anche dalle ultime dichiarazioni di Luigi Di Maio, insieme al dossier in stile la storia infinita di Alitalia fa parte infine della sesta minaccia. Si tratta di Corporate Thorns, o spine corporate, come le definisce Bloomberg, che rischiano di assumere le sembianze di potenziali colpi di grazia per il governo Conte bis.

Bollettino Bce: in Italia livelli debito elevati, non ancora avviato costante percorso riduzione

In Italia (ma anche Belgio, Spagna e Francia) si continuano a registrare “livelli di debito molto elevati per i quali non è stato ancora avviato un costante percorso di riduzione”. Lo mette in evidenza il Bollettino economico della Banca centrale europea (Bce). “È importante rilevare come l’Eurogruppo abbia ribadito che il lento ritmo di riduzione degli elevati livelli del debito in numerosi Stati membri continui a costituire motivo di preoccupazione e dovrebbe essere affrontato in maniera risolutiva, anche ricorrendo a eventuali disponibilità straordinarie derivanti dai bassi tassi di interesse”, si legge nel bollettino odierno.

Debito pubblico: il più elevato nel 2020 sarà in Grecia, subito dietro l’Italia

Nella media dell’Eurozona il debito pubblico dovrebbe passare da 87,8 per cento di Pil del 2018 a 85,3 per cento nel 2020. Il paese con il debito pubblico più elevato atteso nel 2020 è la Grecia (167,8 per cento di Pil), mentre l’Estonia è quello con il debito pubblico minore atteso (8 per cento). L’Italia prefigura nel 2020 il secondo debito pubblico più elevato, pari al 135,2 per cento di Pil. Questi alcuni dati che emergono dal focus “Una panoramica delle strategie di finanza pubblica nei Documenti programmatici di bilancio 2020 dei paesi dell’area dell’euro” diffuso oggi dall’Upb. Secondo lo studio, la Grecia sarà anche il paese con la maggiore riduzione annua media attesa (6,7 punti percentuali di Pil) nel 2019-2020, mentre il Belgio è quello con il maggiore incremento medio annuo atteso (0,9 punti percentuali). L’Italia stima un aumento medio annuo di 0,2 punti percentuali di Pil, il quarto più elevato.

Debito pubblico: nel 2020 l’Italia soffrirà dell’effetto snowball

Secondo le stime della Commissione europea, il Belgio, l’Italia e la Finlandia sono gli unici paesi dell’area dell’euro dove il rapporto tra il debito e il Pil aumenterà nel 2020 rispetto all’anno precedente mentre in Francia rimarrà stabile. Secondo lo studio diffuso oggi dall’Upb, in Italia, ciò è dovuto principalmente allo sfavorevole effetto snowball, vale a dire la differenza tra costo medio del debito e crescita nominale del Pil, quest’ultima la più bassa dell’area dell’euro. Negli altri paesi, al contrario, l’effetto snowball è favorevole ma viene più che controbilanciato dai persistenti disavanzi primari in Francia e, in maniera meno evidente, in Finlandia; in questo paese, come in Belgio, vi è inoltre un impatto particolarmente sfavorevole dell’aggiustamento stock-flussi, vale a dire delle componenti di aumento del debito che non sono contabilizzate nell’indebitamento netto della PA.

    GOLD IDEA

QUANDOARRIVA3048.gif

2 pensieri su “Once Upon a Time in Italy 2.0”

    1. Si sicuramente servono anche i Finanziari .Ma…se accadesse come nell’alert di bolla finanziaria di Greenspan del 1996 ( ANNO DEL TOPO al quale seguirono altri 4 anni di up trend sugli Indici) avremmo sicuramente la possibilità di rivedere STM a 55/65 e il nostro FTSEMIB chiaramente ampiamente sopra 24500 . E abbiamo la sensazione che ci sono “molti indizi”….che collimano verso questa possibilità.Ma ovviamente servono conferme nel 2020 che le loro intenzioni saranno queste e non altre.Per ora…siamo li….vicinissimi a quella fortissima coppia di Resistenze che ci ha respinto per 10 lunghissimi anni.

      Piace a 1 persona

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora