1000% on ETF QQQ !!!

Eccoci a un nuovo articolo dedicato , ancora una volta , all’ETF QQQ :

1000% on ETF QQQ

Non possiamo esimerci dal sottolineare l’incredibile performance di questo ETF che seguiamo da 20 anni esatti .

Per chi non lo avesse mai seguito questo ETF dopo la Crisi Subprime 2008 , nel 2009 fece un minimo a 25$ .

Oggi è arrivato a battere 249,59$ vale a dire è arrivato a  -0,41$ dal 1000% ipotizzato da SFI TRADING ADVISOR tempo addietro NASDAQ COMPOSITE , AND NOW ?e ribadito più di recente in questo articolo Shine on you Crazy Financial Market

Non è  invece ancora 1000% per il NASDAQ ,che nel 2009 fece 1100 punti come minimo e ad oggi è arrivato a 10229 punti , quindi a -771 punti dal 1000% (per la cronaca più del doppio del Top a 5000 punti che fece nel 2000 prima dello scoppio della Bolla delle DOT.COM )

ETFQQQ

Notate qualche differenza tra il Grafico dell’ETF QQQ e  il grafico previsionale da noi indicato il 19 Marzo 2020 nell’analisi MARKETS : LET’S TWIST AGAIN ?

letstwistagain

Migliore dimostrazione che sui Mercati Finanziari nulla, ma proprio nulla,accade per caso non si poteva dare in questi 21 mesi dal ritorno on line di SFI TRADING ADVISOR.

Ad Maiora !

GRANDEPRESAPERILCULO

chegoduriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

ARTICOLO CHIUSO 13 LUGLIO 2020

                        CON IL RAGGIUNGIMENTO DEL 1000% 1100 2009 – 11000 2020

                                                                     DEL NASDAQ

AGGIORNAMENTO 13 LUGLIO  2020

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AGGIORNAMENTO 13 LUGLIO 2020

NASDAQ 11000  1000%  1100 (2009)—-11000

vedi quanto detto nell’articolo

Non è  invece ancora 1000% per il NASDAQ ,che nel 2009 fece 1100 punti come minimo e ad oggi è arrivato a 10229 punti , quindi a -771 punti dal 1000% (per la cronaca più del doppio del Top a 5000 punti che fece nel 2000 prima dello scoppio della Bolla delle DOT.COM )

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NEWS ARRIVATE DOPO IL NOSTRO ARTICOLO

Patrimonio investito in ETF obbligazionari su livelli record: +30% in 12 mesi

Boom di ETF obbligazionari tra gli investitori istituzionali. Il patrimonio investito in ETF a reddito fisso a fine giugno ha raggiunto il livello record di 1.300 miliardi di dollari, grazie a una crescita del +30% negli ultimi 12 mesi. Lo rivela l’ultima indagine sul settore realizzata da BlackRock, che prevede che raggiungerà i 2.000 miliardi di dollari entro il 2024.
Negli ultimi dodici mesi gli exchange-traded funds (ETF) a reddito fisso sono cresciuti del 30% a livello globale, grazie all’accresciuta propensione degli investitori a utilizzare questi strumenti nella loro attività. Il patrimonio investito in ETF a reddito fisso (AUM) a fine giugno ha raggiunto il livello record di 1.300 miliardi di dollari. La maggior parte di questa crescita (pari al 84%) è riconducibile ai nuovi flussi in ingresso: solo iShares ha raccolto 105 miliardi di dollari, suddivisi in modo uniforme tra la seconda metà del 2019 e la prima metà del 2020.Gli afflussi record dell’ultimo trimestre – tra cui 57 miliardi di dollari raccolti da iShares – evidenziano come gli investitori obbligazionari stiano utilizzando sempre più spesso gli ETF per riposizionare rapidamente i portafogli alla luce delle mutevoli condizioni di mercato. A livello globale, BlackRock ha contato oltre 60 tra fondi pensione, compagnie di assicurazione e gestori patrimoniali che hanno utilizzato per la prima volta gli ETF iShares a reddito fisso, investendo circa 10 miliardi di dollari.


Dalla sua nascita, il settore è cresciuto fino a contare 1.690 diversi ETF obbligazionari per asset in gestione pari a 1.300 miliardi di dollari di attività. Nonostante ciò, gli ETF rappresentano ancora solo l’1% circa dei 100 trilioni di dollari del mercato globale dei titoli obbligazionari. Sostenuta dai recenti modelli di adozione, BlackRock ritiene che gli investitori istituzionali contribuiranno ad espandere le attività degli ETF a reddito fisso a livello globale fino a raggiungere un patrimonio di 2.000 miliardi di dollari entro il 2024.

Wall Street scatta al rialzo in avvio, brilla il Nasdaq su tutti. Mercati sintonizzati su stagione utili

Wall Street apre la settimana in rialzo, nonostante i nuovi contagi negli Stati Uniti. In particolare, gli investitori si preparano ad aprire la nuova stagione delle trimestrali che fornirà indicazioni sulle conseguenze del coronavirus sugli utili aziendali. Il mercato guarda anche alle notizie sul fronte dei vaccini dopo che Pfizer e BioNTech hanno annunciato di avere ricevuto l’ok dalla Food and Drug Administration (Fda) per la revisione accelerata di due dei quattro candidati vaccini contro il Covid-19, che sono al momento in fase di sviluppo. In questo scenario, il Dow Jones sale dello 0,8% a 26.280 punti, mentre l’S&P 500 mostra un progresso dello 0,78% a 3.200 punti e il Nasdaq avanza dell’1,4% a 10.768.

Programma Biden incombe su Wall Street, rischio listini giù fino a -20%. Gli scenari con lui alla Casa Bianca

Entra nel vivo la campagna elettorale per le presidenziali 2020 negli Stati Uniti con l’annuncio da parte del candidato democratico, l’ex vicepresidente Joe Biden, delle misure da adottare per far ripartire l’economia a stelle e strisce dopo la pandemia COVID-19. Il candidato dem risulta in testa nei sondaggi e durante la pandemia ha visto crescere il suo vantaggio nei confronti di un Trump in difficoltà a fronteggiare con efficacia la tempesta Covid.
“Biden si assicurerà che le aziende americane paghino finalmente la giusta quota di tasse, che mettano al primo posto i loro lavoratori e le loro comunità piuttosto che i loro azionisti, e che rispettino il potere e la voce dei loro lavoratori sul posto di lavoro”, si legge in un promemoria della campagna di Biden, intitolato “Build Back Better“. Il piano di Biden invertirà alcuni dei tagli fiscali di Trump alzando l’aliquota fiscale al 28% e imporrà riforme fiscali di buon senso “che finalmente assicurino che gli americani più ricchi paghino la loro giusta parte”.

Le conseguenze sui mercati della campagna elettorale USA

Al momento, la percezione è che il programma di Biden avrebbe un impatto negativo sui mercati azionari, sia negli USA che in Europa. “Il piano Biden significa che le azioni, a parità di condizioni, sarebbero più basse del 25% rispetto ad oggi. Potrebbe non funzionare così. Questa è almeno la teoria”, ha spiegato il CEO del Gruppo SMH George Ball che non è l’unico a pensare che Biden sia un male per i mercati. “Certamente il piano fiscale di Biden è un vento contrario per il mercato”, sottolinea Allan Boomer, chief investment officer di Momentum Advisors. “Stimo che se l’aliquota dell’imposta sulle società aumentasse, potrebbe far scendere i guadagni dell’S&P 500 di circa il 10%”.Oltre all’aumento delle tasse sulle corporation dal 21% al 28%, così come sulle famiglie ad alto reddito, il programma di Biden prevede un aumento del salario minimo da $7,5 a $15 l’ora, nonché lo stanziamento di fondi per $1700 mld per infrastrutture e Green New Deal. Per quanto riguarda la finanza, il punto principale è che, secondo le stime di mercato, l’aumento delle imposte sulle società potrebbe avere un impatto negativo equivalente al 20% sulle azioni statunitensi spalmato sul corso del mandato a causa dei minori guadagni come afferma François Rimeu, senior strategist, La Française AM. Per potere implementare il suo programma una volta vinte le elezioni, Biden dovrà anche ottenere una chiara maggioranza al congresso: se così non fosse, i repubblicani potranno bloccarne le mosse. Per ora, secondo l’esperto, lo scenario più probabile – nonché quello che ad oggi i mercati stanno prezzando – è una vittoria di Biden ma senza maggioranza in parlamento. Questo scenario non è negativo per i mercati azionari, è sostanzialmente neutrale, perché lascia a Biden uno spazio di manovra molto risicato.
Resterebbe comunque da vedere quanta parte dell’annunciata inversione di marcia sulle tasse alle corporations verrebbe poi effettivamente posta in essere: il programma di Biden è stato concepito prima del Covid-19 e alla luce del contesto economico attuale la ripresa del business e la crescita del mercato del lavoro avranno facilmente la priorità di qualsiasi amministrazione si affermi alle prossime elezioni.

Wall Street incerta, tra annuncio Gilead su farmaco anti-COVID e balzo contagi in Usa

Wall Street incerta: all’inizio della giornata di contrattazioni prevale la cautela, con il Dow Jones che perde -60 punti circa (-0,23%), a 25.646 punti. Lo S&P 500 arretra dello 0,24% a 3.144, mentre il Nasdaq scende di mezzo punto percentuale, a 10.495 punti. Su base settimanale, gli indici hanno riportato un trend contrastato, con il Dow Jones in calo dello 0,5%, lo S&P 500 in rialzo invece dello 0,7% nello stesso arco temporale e il Nasdaq positivo per la sua terza settimana delle ultime quattro.Gilead ha comunicato oggi uno studio da cui emerge che il suo farmaco antivirale remdesivir ha ridotto il rischio di mortalità in pazienti malati di COVID-19 del 62% rispetto alle cure standard contro il coronavirus. I risultati, ha precisato Gilead, saranno presentati in occasione della Conferenza virtuale sul Covid “Virtual Covid-19 Conference”, in occasione della 23esima conferenza internazionale sull’AIDS, che si è aperta a San Francisco e Oakland, California domenica 5 luglio e che terminerà oggi, venerdì 10 luglio.In premercato, i futures sono saliti accogliendo positivamente la notizia. La paura per il balzo dei nuovi casi di COVID in Usa fa rimanere tuttavia gli investitori in uno stato di allerta.D’altronde l’OMS -Organizzazione mondiale della Sanità – WHO in inglese – ha avvertito che la diffusione del virus, che ha già infettato più di 12 milioni di persone a livello globale, sta ‘peggiorando’ nella maggior parte del mondo.Un’analisi della Cnbc ha rilevato inoltre, sulla base della media mobile degli ultimi sette giorni – che in 40 stati americani i casi di COVID-19 stanno aumentando, e che in 25 stati, soltanto nella giornata di mercoledì, il numero di pazienti ricoverati per infezione da coronavirus è salito del 5%, se non oltre.Deludenti le notizie che arrivano dal fronte macroeconomico, che hanno visto protagonista l’indice dei prezzi alla produzione degli Stati Uniti. Il dato ha segnato a giugno un ribasso dello 0,2%, facendo peggio del +0,4% atteso dal consensus.Il trend conferma il calo della domanda nel settore retail e in diversi altri comparti, a causa delle conseguenze economiche del coronavirus.

BOLLA o NON BOLLA: questo è il problema

Ormai le dinamiche di mercato sono chiare a tutti, sulle pagine di questo blog ho cercato di spiegare come sapevo quanto sta accadendo e, allo stesso tempo, come giustificare un rally che per certi versi diventa anche difficile da giustificare visti i fondamentali.
Un atto di fiducia molto forte verso il futuro, altrimenti certe quotazioni non sarebbero giustificabili.La domanda più ricorrente che leggo in ogni dove è: ma è una bolla speculativa? E se è una bolla speculativa, fino a dove può spingersi? E come poter misurare un potenziale target di questo rally?
Domande a cui diventa difficile dare delle risposte certe.E’ una bolla? Sicuramente come ho detto prima, più che una bolla al momento è un violento “atto di fede” guidato dalla spinta monetaria e fiscale, oltre che dalla carenza di alternative al mondo obbligazionario, ormai a rendimenti ridicoli in ogni dove, con curve dei tassi controllate a livello politico (lo possiamo dire?) e premio al rischio sul mondo bond a livelli minimi.
Fino a dove può spingersi? Sicuramente sono gli eventi a dare delle importanti direzioni a questo trend. Il Covid-19, un eventuale ricaduta, l’arrivo di un vaccino o di una cura efficace, un’evoluzione della malattia, nuove misure di stimolo, una ripartenza della fiducia… insomma, sono molteplici le tematiche che possono influenzare questa tendenza. E di certo si farà il possibile per alimentare ancora a lungo questa bolla. Nella speranza che non arrivi un brusco risveglio dovuto agli utili aziendali.
E come misurare un target? Ovvio, impossibile fare dei target, però ho trovato un interessante metro di paragone.Prendiamo la bolla della liquidità, la bolla da asset, la bolla Covid-19 (insomma chiamatela come volete) e confrontiamola con la bolla internet, che invece era effettivamente una grande bolla che poi è scoppiata e da quello scoppio il mercato si è depurato e sono partiti i campioni dell’ultimo ventennio (Apple, Microsoft, Amazon, Google ecc.)

Come potete vedere, se si tratta di una bolla, confrontandola con la bolla internet, risulterebbe a “metà strada”, quindi con margini di crescita ancora ben maggiori di quanto possiamo immaginare. Quindi non sorprendiamoci più di nulla e seguiamo il mercato e non sfidiamolo, anche se i fondamentali lancerebbero volentieri il guanto di sfida.

But…don’t fight the FED.

TEST TRIMESTRALI: il momento della verità

Restiamo coerenti con il nostro credo (anzi, con il mio credo visto, che mi riferisco alla mia persona) quindi con tutti i timori per una situazione non coerente con la realtà.
La situazione, la considero critica globalmente, forse un po’ meno nella criptica Cina dove purtroppo le notizie arrivano sempre un po’ filtrate dal regime.Siamo entrate nel terzo trimestre del 2020. Quello che sarà secondo me il trimestre della verità, dove avremo modo di toccare con mano gli effetti del lockdown sul tessuto economico industriale e delle imprese in genere.
È noto, i mercati hanno avuto una reazione a V molto beneaugurante ma anche particolarmente entusiastica sulle prospettive di ripresa post Covid-19. E molti indici si stanno riportando sui massimi.

Il tutto avviene con questa situazione a livello di fondamentali. Qui gli Utili attesi e il rapporto price earning a 12 mesi su aspettative abbastanza impegnative

Questo è quanto ci illustrano i mercati. E questo è quanto invece ci riporta la realtà, quella terra terra con cui dobbiamo confrontarci prima o poi.

(…) I conti societari del secondo trimestre risentiranno pesantemente degli effetti del lockdown. Le previsioni di Reuters per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600 Indicano un calo del 53,9% degli utili. Escludendo settore energia la flessione è stimata intorno al 45,7 per cento. Il calo del fatturato è stimato al 17,2 per cento. Al netto del settore energia -12,2 per cento. (…)

Fate un confronto coi grafici precedenti e poi ragionate sulle incongruenze…

(…) I comparti più esposti all’andamento del ciclo economico saranno quelli più in sofferenza. Ad esempio i beni di consumo discrezionali (categoria in cui ricade l’industria dell’auto) per cui ci si attende una flessione degli utili stimata intorno al 125,2 per cento. Ma anche l’energia, che ha dovuto fare i conti con il crollo del prezzo del petrolio, è prevista in sofferenza. Il calo degli utili è previsto al 126,5 per cento. Pesante infine la previsione per gli industriali (-93,4%) e le materie prime (-66,4%). L’unico settore in crescita sarà, per evidenti ragioni, quello sanitario (+2,2%).
Le previsioni sono relativamente buone per tutti i comparti anticiclici come le utilities (-4,4%), le telecom (-8%) e la tecnologia (-17%). Le previsioni di consensus indicano un miglioramento della situazione nei trimestri a venire che tuttavia non potrà invertire una tendenza generale al ribasso. La previsione per il 2020 è di un calo del 33% degli utili per le società che fanno parte dell’indice Stoxx Europe 600. (…)

E se parliamo di Piazza Affari…

(…) Quest’anno si prevede che un quarto del listino archivi il bilancio in rosso. Solo per otto società del listino si prevede una crescita degli utili. Ci sono nomi come Diasorin (leader nella diagnostica) e Nexi (pagamenti digitali) tra le poche ad essere in qualche modo favorite dalla pandemia. Ma anche un colosso come Enel, prima società per capitalizzazione del listino. Le previsioni del consensus S&P Market Intelligence mettono in conto profitti più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. Decisamente meno rosea la situazione dell’altra grossa controllata pubblica Eni. (…) [Source]

La domanda che dobbiamo porci è: una vota che tutti questi dati trimestrali saranno noti e soprattutto saranno confermati, quale sarà la reazione del mercato? A questl punto a fare la differenza saranno due fattori:

a) L’outlook delle aziende stesse
b) La reazione del sistema che vuole difendere il mercato ad ogni costo

A questo va ovviamente aggiunto il fattore medico che risulta tutt’ora imprevedibile

Mercati in ansia: boom nuovi casi COVID in Usa, Fauci lancia alert. Allarme lockdown anche a Hong Kong, Tokyo, Melbourne

Si accentua sui mercati l’ansia da coronavirus, con l’OMS -Organizzazione mondiale della Sanità – WHO in inglese – che ha avvertito che la diffusione del virus, che ha già infettato più di 12 milioni di persone a livello globale, sta “peggiorando” nella maggior parte del mondo. Una analisi della Cnbc ha rilevato inoltre, sulla base della media mobile degli ultimi sette giorni – che in 40 stati americani i casi di COVID-19 stanno aumentando, e che in 25 stati, soltanto nella giornata di mercoledì, il numero di pazienti ricoverati per infezione da coronavirus è salito del 5% se non oltre. In particolare, in California sono stati individuati 7.697 nuovi casi sempre in base alla media mobile in sette giorni -, un livello superiore di oltre +26% rispetto a una settimana fa. In Florida i nuovi contagi sono stati pari a 9.255 unità, in rialzo di quasi +30% su base settimanale. Boom anche in Texas, dove ieri, giovedì 9 luglio, i decessi sono aumentati di 105 unità a 2.918 e le nuove infezioni sono salite di 9.782 unità a 230.346 unità. Preoccupante l’ospedalizzazione, con 79 nuovi pazienti ricoverati, che portano il totale al record di 9.689 (record del tasso di ospedalizzazione segnato per l’undicesimo giorno consecutivo).
Niente di buono neanche dall’agenzia federale sanitaria americana CDC, che ha reso noto che gli Stati Uniti hanno assistito a un balzo di 64.771 nuovi casi, rispetto ai + 50.304 nuovi casi individuati il giorno prima, mercoledì 8 luglio. In crescita anche il numero dei decessi in Usa, a 991 unità rispetto alle 932 della vigilia, in rialzo del 6,3%. I nuovi numeri indicano che il numero delle infezioni da coronavirus in Usa è salito ben oltre quota 3 milioni, a 3.047.671, rispetto ai 2.982.900 di mercoledì, con un aimento dei casi, su base giornaliera e in termini percentuali, pari a +28,7%.Ieri è arrivato l’ennesimo monito di Anthony Fauci, a capo della taskforce contro il coronavirus della Casa Bianca, che ha sottolineato che alcuni stati, in America, hanno riaperto troppo presto, consentendo così alla pandemia di ripresentarsi : “Alcuni stati non hanno rispettato le linee guida e le raccomandazioni di apre in modo cauto e prudente, e hanno aperto in modo troppo veloce”. Fauci ha precisato che non si debba tornare necessariamente a chiudere tutto con il lockdown, ma che alcuni stati debbano frenare il processo di riapertura. “Piuttosto che tornare a uno shutdown completo, credo che abbiamo bisogno di portare alcuni stati a interrompere il processo di riapertura”, ha detto il medico in un’intervista rilasciata a  The Hill’s .Ma se l’America piange, il resto del mondo non ride. Tutt’altro. Torna il lockdown da coronavirus a Melbourne, la seconda città più grande dell’Australia, con 288 nuovi casi e 37.588 test condotti, al nuovo record: 47 persone sono state ricoverate, 12 si trovano in terapia intensiva.tando ad alcune indiscrezioni, Hong Kong sarebbe pronta a chiudere di nuovo le scuole e altri dati indicano che i casi giornalieri di Tokyo, in Giappone, sono saliti di 224 nuove unità, segnando un balzo record. Contagi in crescita anche in Italia, pari a +229, di cui più della metà rinvenuti in Lombardia, e per un totale di 242.363 . In calo il numero dei nuovi decessi, 12 rispetto ai 15 dell’altro ieri, per un totale delle vittime da COVID pari a 34.926. E’ quanto emerge dai dati del ministero della Salute. Australia’s second largest city of Melbourne is back in lock down after having really messed up on managing the virus. 288 new cases in Melbourne 37,588 tests carried out, new record high 47 people in hospital 12 in intensive care

Wall Street KO dopo alert Fauci: ‘stati con maggiori focolai valutino nuovo lockdown

“Gli Stati con nuovo casi di coronavirus in rapida espansione dovrebbero seriamente considerare un nuovo lockdown come ha fatto il paese quando il virus ha colpito gli Stati Uniti a marzo”. Lo ha dichiarato oggi il consigliere per la salute della Casa Bianca, il dott. Anthony Fauci.All’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno riportato un picco record di un giorno di oltre 60mila nuovi casi. Spiccano le situazioni di difficoltà in stati del Sud quali Florida, Texas e Arizona.Il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, ha precedentemente affermato che lo stato non ordinerà alle imprese di chiudere nuovamente.Parole che contribuiscono al calo di oggi di Wall Street (-1,34% il Dow Jones, -0,85% lo S&P 500).

Dopo il grande crollo, il grande rally. E adesso?

La ripresa seguita al tracollo dei mercati nel primo trimestre è stata incredibile ma giustificata, secondo Mark Holman di TwentyFour Asset Management

Il primo trimestre 2020 è stato segnato da incredibili crolli sui mercati azionari, ed è stato seguito da un secondo trimestre “quasi altrettanto incredibile”, spiega in una nota Mark Holman, ceo di TwentyFour Asset Management, affiliata di Vontobel Asset Management. “Ci è chiaro che il mercato ha reagito in maniera eccessiva a marzo, ma ha anche reagito in maniera eccessiva nella sua interpretazione della ripresa”, osserva l’esperto, che poi si chiede se la dislocazione tra fondamentali e mercati sia giustificata.

RENDIMENTI BASSISSIMI SUL REDDITO FISSO

I fondamentali, secondo Holman, sono solo uno degli input per i prezzi di mercato. Prendendo ad esempio il reddito fisso, “i policymaker hanno portato i loro tassi di base tanto in basso quanto si sentono a loro agio, e gli investitori hanno portato il resto della curva dei rendimenti dei titoli di Stato a livelli incredibilmente bassi da cui non c’è molto spazio per un’ulteriore compressione dei rendimenti, forse a eccezione della parte lunga della curva”.

OPPORTUNITÀ NEL MONDO DEL CREDITO

Al momento questi titoli sono definiti “privi di rischio”, ma d’altra parte la maggior parte di essi è probabilmente anche priva di rendimento. L’esperto di TwentyFour Am prevede che “la proprietà dei titoli di Stato cambierà in modo significativo nei prossimi trimestri, quando le banche centrali prenderanno il testimone e i titoli di Stato passeranno dalle mani private a quelle pubbliche. Gli investitori privati cercheranno probabilmente di realizzare profitti e di trovare migliori opportunità in varie parti del mondo del credito”.

IL RALLY È GIUSTIFICATO

E proprio nel mondo del credito, come nelle azioni, si è assistito a una forte ripresa, “forse più forte di quanto ci saremmo aspettati in aprile. Tuttavia, le cose sono cambiate da allora e la ripresa iniziale dei mercati ipervenduti si è trasformata in un vero e proprio rally”, spiega Holman, secondo cui, prima di fare previsioni sui mesi estivi, bisogna cercare di giustificare questo rally. A giudizio dell’esperto il movimento al rialzo “è pienamente giustificato. La ripresa iniziale ha rappresentato un forte rimbalzo da parte dei mercati ipervenduti che hanno reagito agli straordinari interventi politici globali”.

RISPOSTE GRADUALI AI DUBBI

In ogni caso, in quel periodo “c’erano ancora enormi incertezze. Il mondo era ancora in isolamento, i dati economici sarebbero stati spaventosi, il tasso di insolvenza avrebbe dovuto essere altrettanto spaventoso, e la gente si chiedeva giustamente se i pacchetti di aiuti avrebbero funzionato e se avrebbero trovato la loro strada nell’economia reale, per citarne solo alcuni”. Dubbi ai quali gradualmente si stanno trovando risposte.

QUADRO TECNICO STRAORDINARIO

Inoltre, secondo Holman “ancora più significativo a nostro avviso è stato un quadro tecnico straordinario, trainato in ultima analisi da tre forze potenti ma indipendenti”: la prima è stata quella delle autorità e delle banche centrali, con le loro iniezioni di liquidità. La seconda spinta è arrivata dal deflusso dai titoli di Stato verso i titoli di credito; infine, una volta che la ripresa si è avviata e i rendimenti dei fondi in tutto il mercato cominciano a tornare positivi, gli investitori tendono a tornare in massa, poiché si rendono conto che i rendimenti sono ora attraenti.

POSSIBILE CALO DEGLI ACQUIRENTI

Uno scenario tecnico che è stato più moderato a giugno: in ogni caso, a giudizio di Holman “chi ha dichiarato il rally del secondo trimestre ingiustificato e mancato forse non ha apprezzato la forza assoluta del quadro tecnico. Tuttavia, è probabile che, poiché i fondamentali cominciano a recuperare mese dopo mese, questa ondata di investitori frustrati diventerà un’ondata di acquirenti in calo, rendendo così i ritiri più bassi e più brevi di quanto la volatilità precedente potrebbe suggerire”.

Stati Uniti: cosa suggeriscono numeri sussidi disoccupazione, ecco la view di Ing

“Le richieste di disoccupazione iniziali e continue stanno scendendo da livelli elevati, ma per la vera storia di ciò che sta accadendo nel mercato del lavoro americano, riguarda la misura delle domande di disoccupazione totali che sono a un nuovo massimo storico”. Lo scrive James Knightley, chief international economist di Ing, dopo i dati macro Usa usciti nel pomeriggio. In particolare, l’economista sottolinea che “le richieste di sussidi di disoccupazione iniziali settimanali sono leggermente inferiori alle attese a 1,314 milioni per settimana del 4 luglio, ma rimangono più del doppio rispetto al livello registrato durante la crisi finanziaria globale”, e nel complesso “il numero totale di persone che hanno richiesto prestazioni nell’ambito di tutti i programmi è salito a 32,9 milioni, in aumento di 1,4 milioni nella settimana”.Knightley spiega che “ciò è dovuto al fatto che una più ampia gamma di persone può beneficiare di prestazioni nell’ambito del programma di assistenza disoccupazione pandemica” serve “a illustrare l’attuale stress estremo nel mercato del lavoro e suggerisce che la disoccupazione è più vicina al 20% rispetto a l’11,1% attualmente indicato come tasso ‘ufficiale’”.

Wall Street: Nasdaq da record, è febbre hi-tech. In tre mesi il listino ha fatto +29%

Il Nasdaq riparte dal nuovo record di chiusura testato ieri, quando è balzato dell’1,2%, a 10.492,50 punti, e segna subito nuovi massimi assoluti, grazie ai buy che continuano a fioccare sui titoli tecnologici. Netflix e Microsoft avanzano entrambi di oltre +1%; bene anche Facebook, Amazon e Alphabet.Cisco balza di oltre +2%, beneficiando della decisione degli analisti di Morgan Stanley di rivedere al rialzo il rating da “equal weight” a “overweight”, alzando anche il target price a 12 mesi a $54 per azione.In generale, i titoli tecnologici continuano a sovraperformare il mercato. Dalla chiusura di venerdì scorso, lo S&P 500 è salito dell’1,28%, il Dow Jones dello 0,93% e il Nasdaq Composite del 2,79%.Il Nasdaq ha guadagnato, inoltre, più del 29% negli ultimi tre mesi di contrattazione, inanellando nuovi record. A Wall Street occhio a Twitter, che ieri aveva chiuso in rally di oltre +7% dopo la pubblicazione di un post che aveva alimentato i rumor sulla possibilità che la società di microblogging desse il via a una piattaforma in abbonamento.Il titolo è tuttavia sotto pressione, e al momento cede lo 0,25% circa.“Stiamo costruendo una piattaforma di abbonamento, una che potrebbe essere riutilizzata da altri team in futuro. Questa la prima volta per Twitter! Gryphon è un team di ingegneri del web che collaborano a stretto contatto con il team Payments e il team Twitter”, si legge nel post originale di Twitter. Post originale, in quanto Twitter ha successivamente modificato lievemente il post, eliminando qualsiasi riferimento a un eventuale abbonamenti o team interni.Attenzione anche ad Alibaba, dopo la decisione degli analisti di Needham di avviare la copertura sul titolo del gigante cinese dell’e-commerce con un rating “buy” e un target price a $275 per azione. L’obiettivo sul prezzo implica un margine di rialzo a 12 mesi, per il titolo, pari a +6,7%.Pubblicato dal fronte macro il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione. Nella settimana terminata il 4 luglio, il numero dei lavoratori americani che hanno fatto richiesta per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione è stato pari a 1,31 milioni, meglio degli 1,39 milioni attesi dagli economisti interpellati da Dow Jones. Il totale è calato di 99.000 unità rispetto alla scorsa settimana.Tuttavia, il numero di americani che continuano a percepire i sussidi sia statali che federali è salito, nella settimana terminata lo scorso 20 giugno, a un totale di 31,5 milioni.Sullo sfondo, le preoccupazioni per il boom di nuovi contagi negli Stati Uniti e nel mondo. Dai dati della Johns Hopkins University è emerso che il numero di infezioni negli Usa ha superato la soglia di 3 milioni di unità. A livello globale, sempre la Johns Hopkins University ha rivelato che più di 11,88 milioni di persone sono state colpite dal COVID-19, a fronte di almeno 545.398 decessi.Ma il presidente americano Donald Trump continua a fare orecchie da mercante, tanto da aver detto nelle ultime ore che gli Stati Uniti stanno bene (good place) e che saranno in ottima forma nelle prossime settimane. Peccato che il responsabile della task force contro il coronavirus, l’immunologo Anthony Fauci, la pensi in modo completamente diverso.Nelle ultime ore Fauci ha avvertito che il balzo delle infezioni nel paese è diventato “un problema grave”, avvertendo che quel falso senso di tranquillità che molti segnalano a causa del calo del tasso di mortalità rischia di raccontare una storia diversa dalla realtà.Fauci ha anche sottolineato che la pandemia globale è “ancora all’inizio” e che il virus “è sempre più forte”.Effetto coronavirus su United Airlines, il cui titolo cede il 2,5% dopo che la compagnia aerea Usa ha reso noto che potrebbe essere costretta a licenziare fino a 36.000 dipendenti.I licenziamenti, che potrebbero scattare in autunno, sarebbero legati di nuovo al fosco scenario sul turismo, reso più nefasto dal recente balzo di nuovi contagi negli Stati Uniti. Le nuove infezioni da coronavirus si sono tradotte infatti in diverse cancellazioni di viaggi. Finora, insieme ad altre compagnie aeree Usa, United è riuscita a evitare i licenziamenti del personale grazie alla misura varata dall’amministrazione Trump a tutela del settore, il ‘Federal CARES Act’, lanciato nel mese di marzo.Il provvedimento ha iniettato miliardi di dollari nell’industria, che ha schivato così la necessità di avviare i tagli. Gli aiuti, tuttavia, scadono il prossimo 1° ottobre.

Il Nobel Shiller spiega il mistero della divergenza tra Wall Street ed economia. Le tre fasi del mercato, il 23 marzo e l’effetto gregge

L’andamento dei mercati azionari, soprattutto negli Stati Uniti, durante la pandemia del coronavirus sembra sfidare la logica visto che risulta disaccoppiato dall’economia ma piuttosto legato alle notizie che si sono susseguite. L’economista statunitense Robert Shiller, considerato uno dei padri della finanza comportamentale, prova a spiegare quello che sta accadendo in questi mesi. “Più i fondamentali economici e le previsioni peggiorano, più appaiono misteriosi i risultati del mercato azionario negli Stati Uniti fino a quando non si considerano possibili spiegazioni basate sulla psicologia della folla, la viralità delle idee e la dinamica delle epidemie narrative”, scrive il premio Nobel in un articolo pubblicato su Project Syndacate. “Dopotutto, i movimenti del mercato azionario sono guidati in gran parte dalle valutazioni degli investitori sulla reazione in evoluzione degli altri investitori alle notizie, piuttosto che alle notizie stesse”.
La maggior parte delle persone non ha modo di valutare il significato delle notizie economiche o scientifiche. “Soprattutto quando la sfiducia nei media è alta, tendono a fare affidamento su come le persone che conoscono rispondono alle notizie. Questo processo di valutazione richiede tempo, motivo per cui i mercati azionari non rispondono alle notizie all’improvviso e completamente, come suggerirebbe la teoria convenzionale”.

Le tre fasi distinte del mercato

Sono tre le fasi distinte che caratterizzano il mercato negli Stati Uniti: l’aumento del 3% dell’S&P 500 dall’inizio della crisi del coronavirus, il 30 gennaio al 19 febbraio; il calo del 34% da quella data fino al 23 marzo; e la ripresa del 42% dal 23 marzo ad oggi. Ognuna di queste fasi rivela un’associazione sconcertante con le notizie che si sono susseguite. La prima fase è iniziata quando il 30 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il nuovo coronavirus “un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. Per i successivi 20 giorni, l’S&P 500 è salito del 3%, raggiungendo un record assoluto il 19 febbraio. La maggior parte degli investitori all’inizio di febbraio non era convinta che altri investitori e consumatori prestassero attenzione a queste cose, fino a quando non hanno visto una maggiore reazione alle notizie e ai prezzi di mercato.La malattia causata dal nuovo coronavirus non aveva nemmeno un nome fino all’11 febbraio, quando l’OMS l’ha battezzata COVID-19. Nelle settimane precedenti il 19 febbraio, l’attenzione dell’opinione pubblica su problemi di lunga data come il riscaldamento globale, la stagnazione secolare o gli sbalzi del debito si stava affievolendo. Il processo di impeachment del presidente Donald Trump, che si è concluso il 5 febbraio, ha ancora dominato i discorsi negli Stati Uniti. La seconda fase è iniziata quando l’S&P 500 è crollato del 34% dal 19 febbraio al 23 marzo, un calo simile al crollo della borsa del 1929. Eppure, al 19 febbraio, c’erano stati solo una manciata di morti segnalati per COVID-19 fuori dalla Cina. Gli investitori hanno cambiato modo di pensare e l’11 marzo l’OMS ha parlato per la prima volta di pandemia. Le ricerche su Internet per la “pandemia” hanno raggiunto il culmine nella settimana tra l’8 e il 14 marzo, e le ricerche per il “coronavirus” hanno raggiunto il culmine nella settimana tra il 15 e il 21 marzo. Sembra che in questa seconda fase, la gente stesse cercando di apprendere le basi di questo strano evento e nessuno riusciva a capirlo immediatamente, figuriamoci immaginare che lo facessero altri che potessero influenzare i prezzi di mercato.

La svolta il 23 marzo, ma pochi hanno idea di cosa ci sia nel piano Fed

Con l’avanzare della crisi del mercato azionario, sono emerse dappertutto storie di difficoltà che hanno fatto tornare in mente il tempo della Grande Depressione degli anni Trenta. L’inizio della terza fase, quando il mercato dell’S&P 500 iniziò a crescere del 40%, fu segnato da alcune vere e proprie novità sia di politica fiscale che monetaria. Il 23 marzo, dopo che i tassi di interesse erano già stati ridotti praticamente a zero, la Federal Reserve ha annunciato un programma aggressivo per la creazione di linee di credito innovative. Quattro giorni dopo, Trump ha firmato il Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security (CARES) Act da 2.000 miliardi di dollari, promettendo un aggressivo stimolo fiscale. Entrambe queste misure, e azioni simili in altri Paesi, sono state descritte come simili alle azioni intraprese per contrastare la Grande Recessione 2008-2009, che è stata seguita da un graduale ma alla fine enorme aumento dei prezzi delle azioni.
In tutte e tre le fasi del mercato azionario caratterizzato dal COVID-19, gli effetti di una vera notizia sono evidenti anche se i movimenti dei prezzi non sono necessariamente una risposta logica e tempestiva.
“La maggior parte delle persone non ha idea di cosa ci sia nel piano Fed o nel CARES Act, ma gli investitori erano a conoscenza di un esempio recente quando tali misure apparentemente funzionavano”, rimarca il premio Nobel nell’articolo pubblicato su Project Syndicate.

La paura di rimanere tagliati fuori

Shiller poi si addentra sulla questione FOMO, acronimo dell’espressione inglese ‘Fear of missing out’ (letteralmente “paura di essere tagliati fuori”). “Parlare di rimpianti per non aver acquistato ai minimi come nel 2009 potrebbe aver lasciato l’impressione che il mercato fosse caduto abbastanza nel 2020. A quel punto, FOMO ha preso piede, rafforzando la convinzione degli investitori che fosse sicuro tornare sui mercati”.

Coronavirus, Trump dice addio a OMS e sbraita contro Cina: nel mirino anche APP TikTok

Il processo di ritiro è, inoltre, lungo. La notifica al Palazzo di Vetro è il primo passo da compiere nell’iter, della durata di un anno, da seguire per sancire l’addio definitivo. Non che la notizia sia, per il mondo, una doccia fredda. Tutt’altro. Sono mesi che Trump accusa l’Organizzazione, responsabile a suo avviso di aver coperto Pechino nella gestione del coronavirus. Trump aveva già annunciato la sospensione dei finanziamenti Usa al WHO, attirandosi le critiche di tutto il mondo. Dal canto suo, il presidente aveva parlato del “coinvolgimento del ruolo dell’OMS nel gestire in modo gravemente inefficiente la diffusione del coronavirus, arrivando a insabbiarla”, in complicità con la Cina. Un mese dopo, il tycoon annunciava anche la sua intenzione di tagliare i ponti con l’organizzazione. “La Cina ha il controllo totale sul World Health Organization, nonostante paghi solo $40 milioni l’anno, rispetto a quanto gli Usa pagano, approssimativamente $450 milioni l’anno”.La minaccia di tagliare i fondi proprio nella fase più disperata della battaglia mondiale contro il coronavirus è stata accolta da Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu (da cui dipende l’Organizzazione) con un forte disappunto: “Non è il momento di ridurre le risorse per le operazioni dell’Oms o di qualsiasi altra organizzazione umanitaria nella lotta contro il coronavirus. Ora è il momento dell’unità perché la comunità internazionale lavori insieme in solidarietà per fermare questo virus e le sue conseguenze dirompenti”, aveva detto Guterres. Idem hanno fatto Russia e Cina, accusando l’America di Trump di “un approccio egoista”.In tutto questo la Cina ironizza sulle mosse del presidente Usa, con il Global Times che commenta la notifica Usa arrivata sul tavolo dell’Onu, scrivendo che “il presidente Trump si è ritirato dal WHO perchè l’organizzazione non lo aiuta a essere rieletto”. E che aggiunge, senza mezzi termini, che “gli Stati Uniti sono caduti in uno stato di demenza”.TRa l’altro nelle ultime ore Trump non si è certo fermato qui, nello sferrare forti critiche al nemico cinese. Il New York Times riporta indiscrezioni secondo cui il presidente avrebbe ordinato a un fondo pensionistico federale che gestisce i risparmi dei lavoratori del settore ferroviario di non investire in società cinesi. Trump sarebbe pronto a imporre anche nuove sanzioni contro Pechino, per il ruolo che avrebbe avuto nel non essere riuscita a frenare i contagi del virus. E tutto questo sta avvenendo in concomitanza con le minacce arrivate anche dal segretario di Stato Usa Mike Pompeo che, nella giornata di lunedì, ha detto che gli Stati Uniti stanno cercando di mettere al bando TikTok e altre APP cinesi di social media. Dopo i ripetuti attacchi contro il colosso delle infrastrutture Huawei e dopo aver dichiarato anche l’altra società cinese ZTE un pericolo per la sicurezza nazionale americana gli Usa, ha confermato Pompeo, sono pronti ad andare a fondo della questione, temendo sempre di più un eventuale utilizzo da parte di Pechino delle sue tecnologie ai fini di spionaggio. Non per niente, nelle ultime ore lo stesso direttore dell’Fbi Christopher Wray, visto il periodo quanto mai cruciale per gli Stati Uniti, quello pre-Election Day, ha detto di credere che la Cina abbia “preferenze” riguardo alle prossime elezioni negli Stati Uniti. Tanto che l’Fbi ormai monitora le attività cinesi “ogni dieci ore”. “La campagna di influenza perniciosa della Cina prende di mira le nostre politiche e le nostre posizioni 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, 365 giorni l’anno”, ha dichiarato Wray.

Intanto, continuano a salire a livelli record i nuovi casi di coronavirus negli Stati Uniti, fattore che starà facendo uscire dai gangheri Donald Trump: stando a quanto riporta Reuters in California il numero delle infezioni è salito di almeno 10.201 (nuovo record) a 283.797 casi. Boom di contagi anche in Texas, dove in un giorno sono stati individuati 10.028 nuovi casi, anche in questo caso un record per lo stato”, facendo salire il totale a 210.585. Sempre in Texas il numero dei decessi è salito a 60 unità, nuovo record in un giorno che porta il conteggio delle vittime dello stato a superare quota 2.700. Sale anche l’ospedalizzazione, al nuovo massimo giornaliero di 9.286 ricoveri, in crescita di 588 unità rispetto al giorno precedente.

Wall Street meno appetibile, boom nuovi casi COVID in Usa scatena downgrade di BlackRock

“Abbiamo rivisto al ribasso il rating sull’azionario Usa a neutral, a livello tattico, dopo la forte sovraperformance che Wal Street ha riportato nei confronti dell’azionario globale, da quando ha testato il fondo a marzo”. Così gli analisti di BlackRock nel report “Downgrading U.S. equities to neutral”.
Il downgrade si spiega con il balzo dei nuovi casi di coronavirus negli Usa, in alcuni stati a livelli record.“Riteniamo che il balzo dei casi di COVID-19 negli Usa potrebbe allentare la riapertura delle attività in un momento in cui gli (effetti degli) stimoli fiscali sono destinati a scemare. Allo stesso tempo, la qualità del mercato Usa è tale da impedirci di essere ribassisti sulla borsa”.Di seguito, uno dei grafici presenti nel report di BlackRock che riassume il trend degli asset da inizio anno.


BlackRock mette in evidenza la risposta senza precedenti che le autorità americane hanno dato allo shock COVID-19.
“La sovraperformace delle azioni Usa degli ultimi mesi è stata largamente sostenuta da una risposta politica storica. Fino a oggi, gli Stati Uniti hanno fornito un sostegno fiscale e monetario coordinato, tale da compensare lo shock inizialmente stimato, provocato dalla pandemia e dai suoi effetti sull’economia nel complesso. Tuttavia, la recrudescenza del virus si sta manifestando proprio nel momento in cui il Congresso e la Casa Bianca devono decidere se estendere alcune misure adottate durante la crisi, inclusi i sussidi federali di disoccupazione, la cui scadenza è fissata per la fine di luglio. Una eventuale prematura riduzione degli stimoli, nel mese di luglio, in una situazione in cui lo shock persistesse, aumenterebbe il rischio di vulnerabilità finanziarie tra le imprese e le famiglie che già fanno a fronte a pressioni sul loro flusso di cassa”.

Tra l’altro, “una ripresa dell’economia più lenta potrebbe zavorrare ulteriormente le prospettive sugli utili delle aziende americane. Gli utili per azione delle società scambiate sull’indice S&P 500 sono stimati in flessione del 44% nel secondo trimestre, su base annua, dopo il calo -12,7% del primo trimestre. Le previsioni del consensus suggeriscono che gli utili della corporate America torneranno ai loro livelli del 2019 entro il 2021, ma noi intravediamo rischi al ribasso, vista la ripresa dell’economia ,che sarà probabilmente più debole. Ad aumentare l’incertezza sono anche le tensioni rinnovate tra Stati Uniti e Cina e le imminenti elezioni presidenziali Usa”, che mettono in evidenza un divario storico tra i due partiti”.
Allo stesso tempo, BlackRock non se la sente proprio di avere una view negativa sulla borsa Usa. E questo perchè “il mercato americano presenta una concentrazione elevata di società quality – specialmente nei settori tecnologia e servizi di comunicazione – che dovrebbero beneficiare di quei trend strutturali che sono stati accelerati dalla pandemia.
In generale, Wall Street a parte, BlackRock afferma di essere moderatamente pro-rischio, in particolare di essere overweight sul credito nei portafogli strategici e di lungo periodo. Sulla base di un orizzonte tattico, “preferiamo l’Europa tra le esposizioni cicliche”.
E’ di poche ore fa la notizia della decisione di Bank of America di chiudere 50 filiali in Florida.
Riguardo alla situazione generale in cui si trovano gli Stati Uniti, in Texas sono stati individuati 5.318 nuovi contagi, che portano il totale a superare quota 200.000. Record di nuovi casi anche in California, balzati di 11.529 in un giorno

Dow Jones in rialzo, buoni dati macro fugano timori su Covid-19. Rally azioni Tesla

Dopo il report di venerdì sui NFP oltre ogni aspettativa, oggi è la volta del PMI servizi, che segna un netto recupero e torna ai livelli pre-pandemia. Dow Jones in rialzo a +1,29%, Sul Nasdaq Tesla vola a +9%
Inizio di settimana tonico su Wall Street dopo il lungo fine settimana in cui i cittadini statunitensi hanno festeggiato il 4 luglio, ricorrenza dell’Indipendenza Usa. Il Dow Jones apre in rialzo di 364,80 punti, in rialzo dell’1,41%, sulla scia del report sui non-farm payrolls di venerdì che, annunciando 4,8 milioni di posti di lavoro in più creati a giugno, aveva contribuito a chiudere la settimana in netto rialzo. Bene anche l’S&P500, che al momento avanza di 49,12 punti (+1,57%) e il Nasdaq, a +2,35%.

I dati macro Usa

Ad aiutare gli indici di Wall Street al rialzo sono stati i dati macro pubblicati oggi dall’istituto Ihs Markit sull’indice dei direttori agli acquisti nel settore terziario, che a giugno si è assestato su 47,9 punti, laddove a maggio si era fermato a quota 37,5, e oltre le previsioni del consensus, a 46,7 punti, e quello composito – sempre 47,9 punti, con aspettative a 46,8 e a fronte del dato di maggio a 37 punti.Si tratta dei valori più alti dallo scorso febbraio, quando l’indice Pmi composito aveva segnato quota 49,6 – a pochi passi dalla soglia dei 50 punti, che segna il passaggio da un’economia in contrazione all’espansione. I dati si accompagnano a quelli rilevati dall’Institute for Supply Management, che registra un’attività non manifatturiera balzata a quota 57,1 – superiore rispetto alle previsioni, che la volevano a 50,1 punti, e soprattutto rispetto al dato di maggio, fermo a 45,4 punti.Anche in questo caso l’indice torna a livelli pre-pandemici, nonostante proprio negli ultimi giorni il Covid-19 continui a tenere sotto scacco i mercati. Il lungo week end festivo non ha fatto altro che aumentare la tensione, con diversi stati che hanno riportato un’impennata di casi proprio nelle ultime ore (la Florida da sola ha ormai superato il numero di contagi di qualsiasi nazione europea).Eppure gli operatori sembrano volersi concentrare sul bicchiere mezzo pieno: i buoni dati macro che si sono succeduti tra venerdì e oggi hanno portato il Nasdaq a toccare i massimi storici, a 10.461 punti, mentre il Dow Jones e l’S&P500 stringono la contrazione registrata dai livelli massimi di febbraio (l’inizio della crisi coronavirus) rispettivamente a un calo dell’11% e del 6%.

Le ultime novità della corsa alle presidenziali

Dal lato politico, il fine settimana ha portato con sé la candidatura del rapper afroamericano Kayne West alla Casa Bianca. La star, che già in passato aveva valutato l’ipotesi di entrare in politica, è molto vicina al presidente in carica Donald Trump, il che potrebbe portare a risvolti inattesi nell’ambito delle elezioni presidenziali, che si svolgeranno il prossimo 3 novembre.Ammesso e non concesso che West riesca a vincere la corsa contro il tempo. Se il cantante non riuscirà a guadagnarsi l’appoggio di un partito l’unica via sarà correre da indipendente – la cui scadenza per la registrazione è già scaduta in diversi stati, compresi New Mexico e Carolina del Nord. Non solo, ma West dovrebbe anche procurarsi decine di migliaia di firme (e altrettanti collaboratori per aiutalo nella raccolta) prima della fine delle registrazioni per la candidatura, tra agosto e settembre.D’altra parte, con Trump che perde sempre più consensi in favore dell’avversario alla corsa, il democratico Joe Biden (che guida i sondaggi con 9,3 punti percentuali di vantaggio), l’ingresso di West potrebbe catalizzare un’importante fetta di elettori, ponendosi come alternativa per afroamericani e minoranze, eppure politicamente distanti da Biden, e aiutando Trump a ridurre il distacco nei sondaggi.

Come si stanno muovendo le azioni sugli indici Usa?

Al momento guidano i rialzi le principali aziende tech: Facebook avanza del 2,59% a 239 dollari, Apple guadagna il2,92% a 374 dollari, Amazon schizza del 4,71% a 3.026 dollari.Ma a osservare i rialzi più imponenti è Tesla, che vola del 9,82% a 1.327,41 dollari. Risultati sulle vendite trimestrali migliori del previsto (90.650 veicoli vendute, rispetto ai 72 mila calcolati dagli analisti), rilasciati la scorsa settimana, si sono infatti aggiunti a un aumento del giudizio sulle azioni dell’azienda di auto elettriche da parte di Deutsche Bank da 900 a 1000 dollari, provocando negli ultimi quattro giorni un rialzo di oltre il 25% e trasformandola nella casa automobilistica a più alta capitalizzazione al mondo (210 miliardi di dollari; finora il primo posto del podio era appartenuto a Toyota, con 201,9 miliardi).

Wall Street sfida boom nuovi casi COVID, Dow Jones schizza di 400 punti. C’è chi vede S&P oltre quota 4000

Wall Street apre con il botto la prima sessione della settimana, dopo la lunga pausa del week end, iniziata lo scorso venerdì, in vista della festività dell’Independence Day, che si è celebrata sabato, 4 luglio.L’azionario globale sfida oggi i nuovi casi di infezioni di coronavirus riportati a livello globale.Il Dow Jones sale di 409 punti circa (+1,5%), a 26.230 punti; il Nasdaq avanza di 157 punti (+1,5%) a 10.368, mentre lo S&P mette a segno un rialzo di 44 punti (+1,4%), a 3.174 punti.Effetto positivo sui mercati dal fronte merger and acquisitions, ovvero fusioni e acquisizioni (M&A), che vede protagonista la decisione del numero uno di Berkshire Hathaway, Warren Buffett, di acquistare gli asset di trasmissione e stoccaggio di gas naturale di Dominion Energy per $10 miliardi, debito incluso.Tra le altre notizie societarie, occhio a Uber, il cui titolo è in rialzo dopo che la società ha raggiunto un accordo per l’acquisto tutto in azioni della APP di consegna cibo Postmates, per un valore di $2,65 miliardi.Wall Street continua a salire dopo il buon inizio del terzo trimestre. La scorsa settimana, il Dow Jones è salito del 3,3%, lo S&P 500 del 4%, il Nasdaq del 4,6%.Con gli acquisti della scorsa settimana, la Borsa americana ha chiuso il trimestre migliore degli ultimi decenni: in particolare, nel periodo compreso tra aprile e giugno (dunque II trimestre), il Dow Jones ha segnato un rally superiore a +17%, mentre lo S&P 500 ha fatti quasi +20%. Il Nasdaq è volato del 30,6%.“L’economia sta facendo molto meglio di quanto pensi la maggior parte degli economisti – ha commentato a “Squawk Box” Jeff Saut, chief investment strategist di Capital Wealth Planning – Potremmo attraversare un po’ una fase di stallo, da qui fino all’autunno, andando a settembre, ottobre e novembre, ma credo che lo S&P 500 alla fine salirà oltre la soglia dei 4.000 punti (rispetto agli attuali 3.160 punti circa).I timori sulla recrudescenza del virus, tuttavia, rimangono ben presenti nella comunità degli investitori: sabato scorso, la WHO (World Health Organization ovvero OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità) ha reso noto che più di 200.000 nuovi casi di COVID-19 erano stati rilevati nelle precedenti 24 ore, un record, con quasi 130.000 nuovi casi individuati nelle Americhe.In particolare, sempre sabato, nuovi boom di casi (+11.445 e 8.258) sono stati rinvenuti, rispettivamente, negli stati della Florida e del Texas. Dai dati compilati dalla Johns Hopkins University sono emersi più di 45.000 nuovi casi negli Stati Uniti.

Nouriel Roubini e le 10 “D” mortali da Grande Depressione. E c’è chi paventa ripresa Europa solo nel 2023

Qualcuno di voi ha notato il tweet con cui Nouriel Roubini ha presentato le dieci D mortali che scateneranno la Grande Depressione del decennio appena iniziato? Per chi non lo avesse visto, il tweet è il seguente

“Le 10 D mortali sono le seguenti: debito, demografia, deflazione, svalutazioni, problemi digitali, de-globalizzazione, contraccolpi alla democrazia, rivalità strategica da duopolio (tra Stati Uniti e Cina), conflitti digitali-tecnologici, disastri mortali (pandemie/grandi crisi finanziarie)”.Il tutto è stato spiegato dal presidente e amministratore delegato di Roubini Macro Associates e professore di economia presso la New York University Stern a Yahoo Finance qualche giorno fa, in un articolo che ha affossato le speranze di una ripresa a V, ipotizzando piuttosto una “ripresa molto anemica a U”.“Sia le aziende che le famiglie spenderanno di meno e risparmieranno di più”, ha predetto Roubini, noto anche come Dr. Doom per le sue previsioni bearish. E non è detto neanche che la ripresa a U siglerà la fine della storia. Il recupero dalla crisi scatenata dalla pandemia del coronavirus – ha spiegato – apparirà inizialmente a V, per poi “prendere subito la forma a U”. Ma esiste anche il rischio di una ripresa a “W”, con la crescita che potrebbe a un certo punto scivolare in una recessione double dip, ovvero in una recessione con due picchi negativi, nel caso in cui ci fossero nuove ondate di contagi da coronavirus, che rendessero dunque necessarie nuove fasi di lockdown, riportando così l’economia in una nuova contrazione. Alla metà degli anni Venti (riferimento al decennio 2020) di potrà poi assistere a una ripresa a L. Il risultato sarà che la crisi scatenata dal COVID si tradurrà in una depressione che potrebbe essere peggiore di quella della Grande depressione. “Ho sempre detto che la mia previsione sulla “Greater Depression” non si riferiva al 2020, ma al decennio del 2020, verso la metà del decennio”. A tal proposito, vale la pena rispolverare l’outlook del Fondo Monetario Internazionale.Tra i bearish c’è anche Christophe Barraud, responsabile economista della società di broker-dealer Market Securities che, di recente, ha detto intervistato da Business Insider che l’economia non tornerà ai ritmi di crescita del 2019 almeno fino al 2022, e che ha aggiunto “che ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità”.
“Anche se ci sarà un vaccino entro la fine dell’anno, probabilmente non sarà distribuito fino al 2021, il che costringerà gli Stati Uniti a fronteggiare il virus per un periodo lungo di tempo”. La ripresa potrebbe non manifestarsi fino al 2020 per gli Usa – ha precisato Barraud, e fino al 2023 per l’Europa. Per chi non lo conoscesse, Barraud è considerato da Bloomberg tra gli economisti che più di tutti hanno visto concretizzare le proprie previsioni. E’ dunque inquietante sentirlo dire, dunque, che “il mercato azionario sta scontando la perfezione” e che “le valutazioni correnti implicano che diverse cose dovrebbero andare per il verso giusto”. Invece non è così, motivo per cui l’economia lancia un avvertimento sul rischio di una correzione nell’azionario. “I mercati non stanno scontando molti rischi”, probabilmente gonfiati anche dai massicci stimoli fiscali (oltre che di quelli monetari lanciati dalle banche centrali”.

Borsa Tokyo +1,83%, Shanghai +5%: ‘sentiment bullish e improvviso boom volumi trading’

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sesione in rialzo dell’1,83% a 22.714,44 punti. Boom per la borsa cinese, con l’indice Shanghai Composite che balza fino a oltre +5% e lo Shenzhen Composite che sale fino a oltre +3%.Intervistato dalla Cnbc, Jackson Wong, direttore della divisione di asset management di Amber Hill Capital, ha detto che “il sentiment bullish” presente in Cina è il fattore che sta condizionando il trend dei mercati.Viene citato un “improvviso balzo dei volumi di trading”. Hao Hong di BOCOM International ha fatto notare inoltre alla Cnbc che lo Shanghai composite ha superato la media mobile in 850 giorni.“Il mercato continua a ritenere che la banca centrale -People’s Bank of China – allenterà ulteriormente la politica monetaria, come dimostra la recente espansione monetaria e del credito – ha detto il managing director e responsabile della divisione di ricerca della società – Tuttavia, è vero che i tori in Cina vanno via alla stessa velocità con cui sono venuti”.Effetto traino su Hong Kong, che vola di oltre +3%, male invece la borsa di Sidney -0,49%, mentre Seoul fa +1,51%.Sullo sfondo, è sempre presente il timore di una recrudescenza del coronavirus che, di fatto, si sta presentando in diverse parti del mondo.L’Organizzazione mondiale della sanità, a tal proposito, ha riferito sabato che, su base giornaliera, il numero degli infettati è salito a livello globale di più 200.000 unità. Negli Stati Uniti, inoltre, sono stati rilevati nuovi aumenti record in Florida e Texas, che hanno rafforzato il timore sulla necessità di reintrodurre misure di lockdown.

Bce, Lagarde prevede due anni di pressioni al ribasso su prezzi, parla di disinflazione e deflazione

L’Eurozona è destinata a far fronte a due anni di pressioni al ribasso sui prezzi. E’ quanto ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce. Non solo. La crisi del coronavirus cambierà profondamente l’economia, accelerando “quelle trasformazioni che erano già latenti”, e che vedono l’Europa in una “posizione eccellente”.In particolare, si assisterà a un’accelerazione della digitalizzazione dei servizi e a una maggiore automatizzazione nelle industrie.Sul fronte dei prezzi, “le dinamiche inflazionistiche saranno necessariamente colpite (dalla crisi), probabilmente presentando aspetti disinflazionistici e deflazionistici, all’inizio”. Lagarde ha parlato in occazione di una video conferenza al Rencontres économiques d’Aix-en-Seine di Parigi.

Economie ancora convalescenti, è ora di guardare ai megatrend

AllianzGI prevede che ci vorrà tempo per una guarigione dalla crisi da coronavirus e consiglia ancora cautela sui mercati, mentre vede l’opportunità per posizionarsi sui megatrend

Il momento peggiore della recessione è stato probabilmente superato nel secondo trimestre 2020, ma permane l’incertezza sull’effettiva traiettoria della ripresa, pur in presenza di progressi anche significativi in diversi indicatori anticipatori, tra cui in particolare gli indici dei responsabili degli acquisti delle principali aree, con la Cina che si distingue in positivo. A livello globale, le ingenti misure monetarie e fiscali potrebbero aver fornito supporto ma non si può essere ancora certi di assistere a una ripresa sostenibile a breve, anche perché le economie apparivano già fragili prima della crisi.

LE ATTESE DI RIPRESA RAPIDA SONO VULNERABILI

I mercati finanziari anticipano però una ripresa particolarmente rapida, con lo S&P500 che ha impiegato 33 giorni per passare dal massimo al minimo e solo 72 giorni per recuperare gran parte delle perdite, tempi record se paragonati alle fasi ribassiste degli ultimi 75 anni. In tutte le 11 fasi di mercato Orso dal 1946 in poi, per un simile recupero ci sono voluti anni. Le Borse si attendono quindi una ripresa molto rapida, a V, ma sono vulnerabili a delusioni, soprattutto ora che siamo entrati nella fase della “danza” successiva al lockdown, caratterizzata da misure di contenimento del contagio flessibili e mirate a livello locale, e dal pericolo, non ancora scongiurato, di una seconda ondata.

MEGLIO ALLOCAZIONE TATTICA SU AZIONI E BOND

Ma “danzare”, avverte Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors nel suo Outlook mensile, “non significa muoversi solo in una direzione”. Nel suo commento, titolato “in via di guarigione” l’esperto di AllianzGI prende atto che l’economia si sta riprendendo, ma avverte che ci vorrà del tempo per una completa guarigione, e consiglia per questo una allocazione tattica, sia su azioni che obbligazioni. La liquidità immessa dalle Banche Centrali globali probabilmente supererà quella della crisi finanziaria del 2008/2009, in un contesto di tassi bassi/negativi destinato a durare più a lungo di quanto previsto prima della pandemia, e questo determinerà una situazione critica per gli investimenti che dovrebbe favorire gli asset più rischiosi, come le azioni, anche se le valutazioni sono abbastanza sotto pressione.

GLI UTILI SOCIETARI ESPOSTI A REVISIONI AL RIBASSO

Naumer osserva che in base al P/E depurato delle oscillazioni cicliche, le valutazioni azionarie si attestano per lo più sotto i massimi pre-pandemia, con divergenze significative tra le diverse aree: l’azionario USA è più avanti mentre quello europeo oscilla ancora su livelli sotto la media di lungo periodo, e gli Emergenti sono ancora a sconto rispetto a Stati Uniti ed Europa. Le stime degli analisti sugli utili per i prossimi 12 mesi secondo l’esperto di AllianzGI potrebbero subire ulteriori revisioni al ribasso, perché le attese di una rapida ripresa economica sembrano ancora troppo ottimiste, anche se il punto di massimo pessimismo degli investitori sembra superato. Meglio per questo mantenere un atteggiamento di cautela per proteggersi da un’eccessiva esuberanza e prepararsi a eventuali battute d’arresto.

IMPROBABILE UN RISVEGLIO FORTE DELL’INFLAZIONE

Per le obbligazioni, secondo Naumer nei prossimi mesi l’evoluzione dei prezzi sarà determinata dagli effetti disinflazionistici della crisi COVID e dalle implicazioni del calo dei prezzi dell’energia, ma in corso d’anno una stabilizzazione o un nuovo aumento del prezzo del greggio potrebbero spingere al rialzo l’inflazione. In caso di aumento eccessivo, ma improbabile, dei rendimenti a lungo termine legato ai maggiori rischi fiscali, potremmo assistere a ulteriori interventi su vasta scala delle Banche Centrali, sull’esempio di Bank of Japan, con la politica monetaria utilizzata per fissare direttamente i rendimenti su tutte le scadenze.

IL MOMENTO DI INVESTIRE NEL MONDO DI DOMANI

Ma al di là della visione di breve termine, per l’esperto di AllianzGI questo è invece il momento di Investire nel “mondo di domani”, con un approccio “tematico”. Sempre più investitori si chiedono come trarre vantaggio dai megatrend che plasmano il presente e il futuro: cambiamento demografico, urbanizzazione, scarsità delle risorse e progresso tecnologico fatto di digitalizzazione e intelligenza artificiale. Ma, avverte Naumer, i megatrend sono troppo astratti per poter investire direttamente, e devono essere declinati in temi di investimento, di cui sette secondo AllianzGI sono particolarmente interessanti: acqua e suolo puliti, vita digitale, tecnologie sanitarie, energia del futuro, istruzione, intelligenza artificiale e pet economy.

MEGLIO AVERE VALIDE ALTERNATIVE IN PANCHINA

Anche in relazione a questi temi, la flessibilità rappresenta un valore aggiunto: come i migliori calciatori, scrive Naumer nel suo commento, anche gli investimenti azionari tematici di lungo periodo sono soggetti a cali di forma o a infortuni, per cui è importante avere “valide alternative in panchina”.

 

Stati Uniti: bilancia commerciale peggiore, il deficit si allarga a -54,6 mld a maggio

La bilancia commerciale degli Stati Uniti peggiora evidenziando a maggio un deficit pari a 54,6 miliardi di dollari, contro i -49,8 miliardi del mese precedente (dato rivisto da -49,4 miliardi). Gli analisti si aspettavano un deficit commerciale pari a 53 miliardi. Si ricorda che gli Stati Uniti, prima economia mondiale, ha in corso una battaglia commerciale con la Cina a colpi di dazi e tariffe.

Stati Uniti: salari ancora in calo, -1,2% a giugno. Deluse le attese

Negli Stati Uniti il salario medio orario ha evidenziato a giugno una flessione dell’1,2% rispetto al mese precedente (quando era sceso dell’1%) e un rialzo del 5% su base annua. Il mercato si attendeva un ribasso mensile dello 0,7% e una crescita del 5,3% su base annua.

Stati Uniti: disoccupazione scesa all’11,1% a giugno, più del previsto

Negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione si è attestato a giugno all’11,1%, mostrando un calo dal 13,3% di maggio e proseguendo la sua discesa dal picco del 14,7% toccato ad aprile a causa delle misure di confinamento legate al Covid (a marzo era al 4,4%). Il calo della disoccupazione è migliore del previsto. Gli analisti infatti avevano stimato una disoccupazione al 12,3%.

Stati Uniti: creati 4,8 milioni di posti di lavoro a giugno, non-farm paurolls stupiscono

Negli Stati Uniti sono stati creati 4,8 milioni di posti di lavoro a giugno. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro Usa (con un giorno di anticipo rispetto al solito per via della festività di domani), le buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non-farm payrolls, sono aumentate di 4,8 milioni di unità, accelerando il recupero di maggio, pari a +2,7 milioni di posti (dato rivisto da +2,5). Il consensus indicava un aumento minore pari a +3 milioni di unità.

Wall Street in forte ripresa dopo annuncio Pfizer su vaccino, titolo +5%. E FedEx vola +16%

L’azionario made in Usa riporta un trend positivo, grazie alla speranza su un vaccino anti-COVID-19 prodotto dal colosso farmaceutico Pfizer. Pfizer ha reso noto infatti che i risultati della sperimentazione del vaccino contro il coronavirus si sono confermati positivi. Immediati gli acquisti sul titolo, balzato di oltre +5% all’inizio della sessione.Dal fronte macro degli Stati Uniti, è stato diffuso il report occupazionale ADP, relativo alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato. Dal report è emerso che, nel mese di giugno, sono stati creati soltanto 2,37 milioni di posti di lavoro, meno dei 3,5 milioni di nuovi posti stimati dal consensus.Il Dow Jones sale di più di 160 punti (+0,60% circa), a 25.970 punti; il Nasdaq avanza dello 0,17% a 10.073 punti, lo S&P 500 sale dello 0,42%, a 3.113 punti circa.Con la sessione odierna, parte ufficialmente il terzo trimestre del 2020. Ottima la performance degli indici azionari Usa nel secondo trimestre, con il Dow Jones balzato del 17,8% (ma in perdita del 9,6% nel primo semestre). Lo S&P 500 ha fatto +20% nel secondo trimestre, scendendo del 4% da inizio anno, mentre il Nasdaq Composite è balzato rispettivamente del 30,6% e del 12,1%.Boom nella sessione odierna per il titolo FedEx, che vola di oltre +16%, testando il record dalla fine di febbraio, dopo che la società specializzata nel servizio di consegna internazionale di pacchi ha riportato un risultato di bilancio, nel quarto trimestre fiscale, migliore delle attese.I guadagni del titolo sono a livelli record sia in termini di dollari che di percentuale. Il titolo balza di ben $22,82 dollari, contribuendo con 139 punti al rialzo del Dow Jones Transportation Average, indice settoriale che sale del 3% circa.Tornano dietro le quinte i timori su una seconda ondata di contagi da coronavirus negli Stati Uniti. A tal proposito, proprio ieri il responsabile della task force contro il coronavirus alla Casa Bianca, l’immunologo Anthony Fauci, ha detto al Congresso di essere preoccupato per il nuovo balzo dei casi in Texas e in Florida, aggiungendo che la riapertura delle scuole dipenderà dalla dinamica della pandemia e dai siti in cui si trovano gli stessi edifici scolastici.Negli Stati Uniti, nella giornata di ieri, sono stati individuati più di 46.000 nuovi casi, record giornaliero di sempre.

Stati Uniti: rapporto ADP, +2,369 mln di posti di lavoro a giugno

Primi segnali in arrivo dal mercato del lavoro Usa per il mese di giugno. Stando ai dati diffusi dal rapporto ADP relativo all’occupazione del settore privato a giugno sono stati creati 2,369 milioni di posti di lavoro rispetto ai -2,76 milioni del mese scorso. Il consensus Bloomberg indicava una cifra pari a 2,9 milioni.

Wall Street: Fed e Fmi non vedono bolle, ma attenti al forward P/E ratio dello S&P 500

Con la sessione odierna, partono ufficialmente il terzo trimestre e il secondo semestre dell’anno. Riguardo al secondo trimestre, non ci si può lamentare proprio di come è andata Wall Street. Il Dow Jones è balzato del 17,8% nel periodo aprile-giugno, anche se ha perso il 9,6% nel primo semestre. Lo S&P 500 ha fatto +20% nel secondo trimestre, scendendo del 4% da inizio anno, mentre il Nasdaq Composite è balzato rispettivamente del 30,6% e del 12,1%. Le performance del secondo trimestre sono di tutto rispetto se si considera noi crolli precedenti, scatenati dal panico del coronavirus che avevano affossato la borsa Usa a marzo, fino a farla capitolare ai minimi dell’anno. C’è tuttavia un campanello d’allarme, rappresentato da un parametro preciso: quello del rapporto forward price-to-earnings dello S&P 500 che, così come dimostra il grafico, è al record in ben 19 anni, ovvero dal febbraio del 2001.

Vale la pena ricordare che cosa si intende per questo ratio. Si tratta praticamente di un rapporto che utilizza gli utili che sono stati stimati dal consensus per il calcolo del ratio originario, che è il price-to-earnings. Investopedia spiega che, sebbene gli utili utilizzati in questa formula sono solo una stima, e dunque non sono affidabili come gli utili che effettivamente sono stati riportati o come gli utili che risultano dalle serie storiche, il rapporto dà comunque informazioni utili. Di norma, se il forward P/E ratio è più basso rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un aumento degli utili; se il forward P/E è invece più alto rispetto al P/E ratio attuale, vuol dire che gli analisti prevedono un calo negli utili.
Tornando al forward P/E ratio dello S&P, dai calcoli effettuati in data 30 giugno 2020 (ovvero ieri), emerge che l’indice azionario benchmark di Wall Street è scambiato a un valore pari a 21,6 volte le stime ponderate del consensus sugli utili futuri, in rialzo rispetto al forward P/E di fine 2019, che era pari a 18,3 volte. IL ratio è cresciuto nonostante lo S&P 500 sia negativo da inizio anno. Il motivo risiede nel fatto che gli analisti hanno tagliato i loro outlook sugli utili a tenendo in considerazione la devastazione economica provocata dall’esplosione della pandemia COVID-19.La paura sulla formazione di una bolla è dunque piuttosto alta, anche se sia la Fed che l’Fmi hanno escluso la formazione di bolle speculative sui mercati. In particolare, la scorsa settimana, James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, ha detto chiaramente di non intravedere prove di una bolla di asset. Charles Evans, invece, presidente della Federal Reserve Bank of Chicago, ha detto che l’economia americana potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli, e che è possibile anche che i tassi di interesse Usa finiscano con l’essere abbassati fino a diventare negativi.Riguardo ai titoli che hanno performato in modo migliore, nel secondo trimestre, si mette in evidenza Apple, al podio con rialzi del 43,5% (+24,2% nella prima metà dell’anno); Dow, con un rialzo paria + 39,4% nel secondo trimestre (nel primo semestre calo -25,5%); Microsoft, +29% nel secondo trimestre, Goldman Sachs +27,8%, Boeing +22,9%.

Cina: indice Pmi manifatturiero si rafforza a giugno, record da dicembre 2019

Nel mese di giugno, l’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato congiuntamente da Caixin-Markit è salito a 51,2 punti, meglio dei 50,5 punti attesi dal consensus, e in chiara fase di espansione. Il dato è stato superiore, infatti, alla soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto), e si è attestato anche al valore record dal dicembre del 2019. L’indice è salito rispetto ai 50,7 punti di maggio. Focus sulla componente della produzione, che è rallentata a 52,8 punti dai precedenti 54 punti, riportando il quarto mese consecutivo di espansione. In crescita invece la componente dei nuovi ordinativi. L’economia cinese continua a riprendersi dalla crisi provocata dalla pandemia del coronavirus e successivo lockdown.

Giappone: Pmi manifatturiero in contrazione a giugno per 14esimo mese consecutivo

L’indice Pmi manifatturiero del Giappone stilato congiuntamente da Jibun Bank e da Markit è salito a giugno a 40,1 punti, rispetto ai 37,8 punti di maggio. E’ quanto emerge dalla lettura finale, con cui il dato è stato rivisto al rialzo, rispetto alla precedente lettura preliminare, che lo aveva indicato a 38,4 punti.L’indice rimane ampiamente al di sotto della soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di espansione (valori al di sopra) e di contrazione (valori al di sotto), riportando il 14esimo mese consecutivo di contrazione.Pesano i cali delle componenti della produzione e dei nuovi ordinativi. Così ha commentato Joe Hayes, economista di IHS Markit, società che ha stilato il dato:“A questo punto la probabilità di una ripresa a V nel settore manifatturiero appare bassa. Stiamo ancora aspettando segnali di un miglioramento deciso del settore manifatturiero, visto che l’indice PMI di giugno non è riuscito a recuperare in modo significativo”. L’economia del Giappone, come quella del resto del mondo, sconta ancora gli effetti della pandemia da coronavirus

Boom fiducia consumatori Us galvanizza Wall Street

La fiducia dei consumatori statunitensi è cresciuta a giugno di più del previsto, sebbene il sentiment sia rimasto ben al di sotto dei livelli pre-pandemia. L’indice elaborato dal Conference Board è salito di 12,2 punti a 98,1, il più grande guadagno di un mese dalla fine del 2011. Le stime di consensus erano ferme a 91,5. Il sottoindice di aspettative, basato sulle prospettive dei consumatori in termini di reddito, affari e condizioni del mercato del lavoro, è salito a un massimo di quattro mesi.Indicazioni che stanno spingendo in avanti Wall Street dopo un avvio cauto. Il Nasdaq segna oltre +1% con in evidenza titoli quali Tesla (+4,4%) e Amazon (+1,86%). Lo S&P 500 sale invece dello 0,75% nell’ultima seduta di un trimestre che ha visto l’indice delle 500 maggiori società Usa – così come il Dow Jones – segnare il miglior balzo trimestrale dal lontano 1998, rispettivamente con +19% e +17%. Performance migliore in assoluto è quella del Nasdaq Composite che viaggia a ridosso dei massimi storici in area 10 mila punti e con un balzo di quasi +30% negli ultimi tre mesi.

Wall Street contrastata in attesa di Powell e Mnuchin. Focus su contagi e tensioni con Cina

Wall Street si muove in avvio di seduta con gli indici contrastati, in attesa dell’audizione del governatore della Fed, Jerome Powell, e del segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, alla commissione servizi finanziari della Camera, da cui potrebbero giungere indicazioni sulle possibili mosse per sostenere l’economia contro il continuo aumento dei casi di coronavirus negli Stati Uniti. Nei primi minuti di contrattazione di questa seduta che segna la fine del mese di luglio, del secondo trimestre e del primo semestre dell’anno, il Dow Jones scivola dello 0,22%, l’S&P500 è piatto con un +0,06% e il Nasdaq sale dello 0,20%.Nelle ultime 24 ore i casi negli Usa sono tornati a salire e i governatori ritirano alcune riaperture. Intanto tornano a riaffiorare le tensioni tra Usa-Cina, dopo che questa notte Pechino avrebbe approvato la legge sulla sicurezza di Hong Kong che permetterebbe al governo cinese di aumentare la propria ingerenza sull’ex-colonia britannica. Il Dipartimento del Commercio ha fatto sapere che bloccherà il trattamento speciale commerciale di Hong Kong, soprattutto per quanto riguarda il trasferimenti di “tecnologia sensibile”.

OMS vede nero: ‘Il peggio deve ancora venire’. Negli Usa crescono gli stop alle riaperture

“Il peggio deve ancora venire. Mi dispiace dirlo. Temiamo il peggio”. Così l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che vede il rischio Covid-19 ancora ben presente e lungi dall’essere finito. Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato in un briefing virtuale e ritiene forte il rischio che il virus sia presente in tutto il mondo, dicendo che “la maggior parte delle persone rimane suscettibile” e che “il virus ha ancora molto spazio per muoversi. La dura realtà è che questo non è nemmeno vicino alla fine”.“Sebbene molti paesi abbiano compiuto alcuni progressi, a livello globale la pandemia sta effettivamente accelerando”, ha specificato il dg dell’OMS.Intanto nelle ultime 24 ore i casi negli Usa sono tornati a salire: oltre 42 mila nuovi contagi e si susseguono le azioni dei governatori che ritirano alcune riaperture. Come fatto nei giorni scorsi dal Texas e dalla California, anche l’Arizona ha deciso di chiudere bar, palestre e cinema indicando un termine di 30 giorni. La paura di assembramenti al mare nel corso del weekend dell’Indipendence Day ha spinto anche al divieto di accesso alle spiagge di Miami e Los Angeles.

Borsa Tokyo +1,33%, Asia snobba fattore Hong Kong e alert Organizzazione Mondiale Sanità: ‘peggio deve ancora venire

Borse Asia positive, stavolta snobbano i timori legati alla pandemia da coronavirus e si concentrano, piuttosto, sui buoni numeri macro arrivati dalla Cina: resi noti gli indici Pmi del paese, che si sono confermati migliori delle attese.L’indice PMI manifatturiero è salito a 50,9 punti dai 50,6 punti di maggio, meglio dei 50,4 punti attesi dal consensus. Il Pmi non manifatturiero si è attestato a 54,4 punti, rafforzandosi rispetto ai 53,6 punti precedenti, meglio dei 53,5 punti stimati dagli analisti, e al massimo degli ultimi sette mesi.Il Pmi Composite è avanzato a 54,2 punti dai 53,4 punti.Tutti i dati confermano l’espansione dell’attività economica della Cina, in quanto superiori a 50 punti (linea di demarcazione tra fase di espansione dell’economia – valori al di sopra – e di contrazione – valori al di sotto).L’indice NIkkei 225 della Borsa di Tokyo chiude così la sessione in rialzo dell’1,33% a 22.288,14 punti; bene anche Shanghai, +0,81%, Sidney +1,98%, Hong Kong +0,59%, Seoul +1,35%.Sempre dal fronte macro, meno bene è andata al Giappone, la cui produzione relativa al mese di maggio – diffusa la lettura preliminare -, indica un crollo dell’8,4% su base mensile, peggio del -5,9% atteso ma in lieve miglioramento rispetto al -9,8% di aprile.Su base annua, il dato è crollato tuttavia del 25,9%, peggio del -23,1% stimato dal consensus e anche del -15% di aprile.Diffuso in Giappone anche il tasso di disoccupazione che, nel mese di maggio, è salito al 2,9%, rispetto al precedente 2,6%. Il dato è stato lievemente peggiore delle attese, visto che il consensus aveva previsto un aumento limitato al 2,8%.
Il ratio che indica la disponibilità di posti di lavoro è sceso a maggio a 1,20, rispetto all’1,32 di aprile, al minimo dal luglio del 2015.Dal fronte Covid-19, si segnala l’alert lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sui contagi da coronavirus: “Sebbene molti paesi abbiano fatto qualche progresso, a livello globale, la pandemia si sta intensificando – ha detto il numero uno del WHO, Tedros Adhanom Ghebreyesus – L’unico modo più efficace per intervenire è…tracciare e mettere in quarantena chi è venuto in contatto (con il virus). A sei mesi dall’inizio del virus, può sembrare un disco rotto dire esattamente la stessa cosa, ma la stessa cosa funziona. Testate, testate, isolate, mettete in quarantena i contagiati”. Ghebreyesus ha detto inoltre, in sintesi, che “il peggio deve ancora arrivare”.Intanto, dagli ultimi dati diramati dalla Johns Hopkins University, emerge che il coronavirus ha infettato più di 10,1 milioni di persone, nel mondo, uccidendone almeno 502.634.Occhio alla borsa di Hong Kong, che sale anche dopo la notizia – evidentemente scontata – della decisione dell’organo più importante del Parlamento di Pechino di approvare la nuova proposta di legge sulla sicurezza nazionale, che inasprisce i controlli cinesi sulla città stato, e che sarà efficace a partire da domani, 1° luglio.La proposta era stata presentata lo scorso 22 maggio, in occasione dell’apertura dei lavori dell’Assemblea nazionale del Popolo, dal premier cinese Li Keqiang. Keqiang aveva chiesto praticamente un maggiore controllo da parte di Pechino su Hong Kong, a dispetto delle proteste anti-governative che si sono svolte ripetutamente nella città stato contro il potere cinese.Quella approvata nelle ultime ore una legge che vieta la secessione, il sovvertimento del potere dello stato, le attività terroristiche e le interferenze straniere. Immediata la reazione del segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno nei confronti di Hong Kong le stesse limitazioni sull’export in vigore contro le esportazioni cinesi.Gli Usa e l’opinione pubblica mondiale accusano da diverso tempo Pechino di non aver osservato il principio costituzionale “one country, two systems” che la stessa Repubblica popolare cinese aveva lanciato ai tempi di Deng Xiaoping, durante i negoziati con il Regno Unito per il trasferimento della sovranità su Hong Kong.Nel corso degli ultimi anni il principio, che aveva permesso alle regioni amministrative speciali di Hong Kong e di Macau di continuare ad avere un proprio sistema governativo, legale, economico e finanziario, raggiungendo anche accordi commerciali con paesi stranieri, è stato costantemente violato dalla Cina.

Giappone: tasso di disoccupazione sale al 2,9% a maggio, peggio stime

Nel mese di maggio il tasso di disoccupazione del Giappone è salito al 2,9%, rispetto al precedente 2,6%. Il dato è stato lievemente peggiore delle attese, visto che il consensus aveva previsto un aumento limitato al 2,8%.Il ratio che indica la disponibilità di posti di lavoro è sceso a maggio a 1,20, rispetto all’1,32 di aprile, al minimo dal luglio del 2015.Il ratio segnala la disponibilità di 120 posti di lavoro per ogni 100 persone che cercano una occupazione. A far aumentare la disoccupazione in Giappone è stato l’effetto COVID-19 che, con il lockdown, ha messo in pausa l’attività di diverse aziende che, non producendo utili, hanno licenziato alcuni loro dipendenti.

Cina: Pmi manifatturiero in rialzo a maggio. Bene anche Pmi servizi, al record in 7 mesi

Nel mese di giugno l’indice PMI manifatturiero della Cina è salito a 50,9 punti dai 50,6 punti di maggio, meglio dei 50,4 punti attesi dal consensus. Il Pmi non manifatturiero si è attestato a 54,4 punti, rafforzandosi rispetto ai 53,6 punti precedenti, meglio dei 53,5 punti stimati dagli analisti, e al massimo degli ultimi sette mesi. Il Pmi Composite è avanzato a 54,2 punti dai 53,4 punti. Tutti i dati confermano l’espansione dell’attività economica della Cina, in quanto superiori a 50 punti (linea di demarcazione tra fase di espansione dell’economia – valori al di sopra – e di contrazione – valori al di sotto).

Giappone: prosegue tonfo produzione industriale, -8,4% m/m a maggio, -25,9% a/a

La lettura preliminare del dato relativo alla produzione industriale del Giappone, relativa al mese di maggio, indica un crollo dell’8,4% su base mensile, peggio del -5,9% atteso ma in lieve miglioramento rispetto al -9,8% di aprile.Su base annua, il dato è crollato del 25,9%, peggio del -23,1% stimato dal consensus e anche del -15% di aprile.Qualche spiraglio di speranza arriva dall’outlook delle aziende manifatturiere giapponesi, che prevedono un recupero della produzione industriale, a giugno, e su base mensile, del 5,7% e un ulteriore miglioramento del 9,2% a luglio. I numeri confermano gli effetti economici della pandemia da coronavirus sofferti dall’economia del Giappone.

Giappone: tasso di disoccupazione sale al 2,9% a maggio, peggio stime

Nel mese di maggio il tasso di disoccupazione del Giappone è salito al 2,9%, rispetto al precedente 2,6%. Il dato è stato lievemente peggiore delle attese, visto che il consensus aveva previsto un aumento limitato al 2,8%.Il ratio che indica la disponibilità di posti di lavoro è sceso a maggio a 1,20, rispetto all’1,32 di aprile, al minimo dal luglio del 2015.Il ratio segnala la disponibilità di 120 posti di lavoro per ogni 100 persone che cercano una occupazione. A far aumentare la disoccupazione in Giappone è stato l’effetto COVID-19 che, con il lockdown, ha messo in pausa l’attività di diverse aziende che, non producendo utili, hanno licenziato alcuni loro dipendenti.

Wall Street: futures Usa cauti, Boeing bene dopo novità 737 MAX. Occhio a livello cruciale S&P 500

Futures Usa cauti: in primo piano sempre i timori legati al nuovo balzo negli States dei casi di coronavirus e dunque al rischio che l’economia Usa torni a chiudere.I futures sul Dow Jones recuperano tuttavia terreno rispetto ai minimi delle ore precedenti, complice anche il rialzo di Boeing, che sale in pre-mercato del 3% dopo che la Federal Aviation Administration ha rilasciato alla compagnia aerea l’autorizzazione per riprendere i test sulla sicurezza dei suoi 737 Max.Tra i titoli, protagonista anche Southwest Airlines, dopo che Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il rating da “sell” a “buy”.Gli indici azionari Usa sono reduci da una settimana da dimenticare: il Dow Jones ha ceduto il 3,3%, mentre lo S&P 500 ha fatto -2,9%. Il Nasdaq Composite è arretrato dell’1,9%.Disastrosa la sessione di venerdì, che ha visto il Dow Jones crollare di più di 700 punti, mentre lo S&P 500 e il Nasdaq hanno perso entrambi più del 2,4%. Lo S&P in particolare, ha chiuso sotto la media mobile degli ultimi 200 giorni. Secondo Andrew Thrasher, fondatore di Thrasher Analytics, il prossimo livello cruciale da monitorare è di 3.150 punti.Negli Stati Uniti, e in solo giorno, i nuovi contagi sono volati di oltre 45.000, proseguendo il trend rialzista degli ultimi giorni, che ha costretto alcuni stati come Texas e Florida a reintrodurre misure di contenimento.Nella giornata di ieri, soltanto in Texas sono stati individuati più di 5.300 nuovi contagi, che hanno portato il totale a 148.728 unità, stando a quanto segnalato dalle autorità statali.Gli investitori vedono sempre più concreto il rischio di una seconda ondata di contagi in tutto il mondo e, dunque, di una nuova quarantena -lockdown – per l’economia globale. Stando ai dati compilati dalla Johns Hopkins University, a livello mondiale le vittime sono salite a più di 500.000, mentre i casi confermati di persone infettate dal virus hanno superato la soglia di 10 milioni.

Borsa Tokyo e Seoul in calo di oltre -2%, ansia coronavirus assedia azionario. Giù anche il petrolio

L’ansia da coronavirus-lockdown assedia l’azionario globale, asiatico in primis, facendo capitolare anche i prezzi del petrolio. Il Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo del 2,30% a 21.995,04 punti. Tra i titoli, male soprattutto Fast Retailing e la conglomerata Softbank Group, in ribasso di oltre -2%. Shanghai -0,74%, Hong Kong -1,47%, Sidney -1,76%, Seoul -2,10%. I prezzi del Brent scendono del 2,29% a $40,08 mentre quelli del WTI scambiato a New York arretrano del 2,39%, a $37,57 al barile.Gli investitori vedono sempre più concreto il rischio di una seconda ondata di contagi in tutto il mondo e, dunque, di una nuova quarantena per l’economia globale. Stando ai dati compilati dalla Johns Hopkins University, le vittime sono salite a più di 500.000, mentre i casi confermati di persone infettate dal virus hanno superato la soglia di 10 milioni.Negli Stati Uniti, e in solo giorno, i nuovi contagi sono volati di oltre 45.000, proseguendo il trend rialzista degli ultimi giorni, che ha costretto alcuni stati come Texas e Florida a reintrodurre misure di contenimento.Nella giornata di ieri, soltanto in Texas sono stati individuati più di 5.300 nuovi contagi, che hanno portato il totale a 148.728 unità, stando a quanto segnalato dalle autorità statali. A Victoria, il secondo stato più popoloso dell’Australia, sono stati individuati nelle ultime 24 ore 75 nuovi casi.Per lo stato australiano si tratta del quarto giorno peggiore dall’inizio della pandemia. In Giappone, Tokyo ha individuato 60 nuovi casi, il massimo in un giorno da quando nel paese è stato rimosso lo stato di emergenza.Dal fronte macro, diffuso il dato relativo alle vendite al dettaglio del Giappone, che a maggio sono salite del 2,1% su base mensile, peggio del rialzo del 3% stimato dal consensus, ma in forte recupero, a causa dell’allentamento delle misure di lockdown precedentemente introdotte per contrastare i contagi da coronavirus, rispetto al tonfo precedente del 9,9%.Su base annua, tuttavia, il dato rimane in forte calo (crollo di ben – 12,3%), rispetto al -11,6% stimato e solo in lieve miglioramento rispetto al precedente tonfo del 13,9%.Buoni numeri, almeno in un mese, dal fronte macro della Cina. Nel mese di maggio i profitti industriali del paese sono balzati del 6% su base annua, rispetto al -4,3% di aprile, e dopo il calo che ha caratterizzato, in generale, tutto il primo trimestre, a causa della pandemia da coronavirus e del relativo lockdown.Il trend dal mese di gennaio a maggio, dunque da inizio anno, rimane tuttavia ampiamente negativo, pari a -19,3% su base annua.Il dato è un importante anticipatore della propensione agli investimenti da parte delle imprese, dunque del capex. Il rialzo di maggio è il primo in sei mesi.

Cina: profitti industriali +6% a maggio, primo rialzo in un semestre

Buoni numeri dal fronte macro della Cina. Nel mese di maggio i profitti industriali del paese sono balzati del 6% su base annua, rispetto al -4,3% di aprile, e dopo il calo che ha caratterizzato, in generale, tutto il primo trimestre, a causa della pandemia da coronavirus e del relativo lockdown.Il trend dal mese di gennaio a maggio, dunque da inizio anno, rimane tuttavia ampiamente negativo, pari a -19,3% su base annua.Il dato è un importante anticipatore della propensione agli investimenti da parte delle imprese, dunque del capex. Il rialzo di maggio è il primo in sei mesi.

Giappone: vendite al dettaglio in recupero su base mensile. Ma è ancora crollo su base annua

Nel mese di maggio le vendite al dettaglio del Giappone sono salite del 2,1% su base mensile, peggio del rialzo del 3% stimato dal consensus, ma in forte recupero, a causa dell’allentamento delle misure di lockdown precedentemente introdotte per contrastare i contagi da coronavirus, rispetto al tonfo precedente del 9,9%.Su base annua, tuttavia, il dato rimane in forte calo (crollo di ben – 12,3%), rispetto al -11,6% stimato e solo in lieve miglioramento rispetto al precedente tonfo del 13,9%

Elezioni Usa fuori dal radar degli investitori, i motivi sono due. Le differenze tra Biden e Trump per i mercati

Le elezioni americane sono sempre più vicine e le probabilità che vinca il democratico Joe Biden continuano a crescere. La corsa alle presidenziali del prossimo 3 novembre americane non appaiono oggetto di attenzione da parte dei mercati, vuoi per la crisi Covid sempre in prima pagina vuoi per l’uscita di scena del candidato dem Bernie Sanders che era uno spauracchio maggiore per Wall Street alla luce delle sue posizioni più radicali.
Ma quali sono le differenze sul  piano economico tra Biden e Trump? Le traccia Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, secondo cui non cambierà l’approccio ultraespansivo, garantito sul lato monetario da una Fed che continuerà a procedere a testa bassa per garantire una ripresa, ma ci saranno importanti novità fiscali. “Biden è stato catalogato come una versione opaca e populista di Obama, un presidente con il quale i mercati hanno convissuto abbastanza male a livello micro ma molto bene a livello macro, e la questione è stata archiviata. Poi è arrivato Covid e tutto il resto è passato in secondo piano”, asserisce l’esperto di Kairos.

Trump vs Biden: le differenze sul piano economico

Il presidente Donald Trump ha abbassato le tasse (pur aumentando la spesa), ha fatto crescere il debito e ha premuto con successo sulla Fed perché creasse moneta. Biden continuerà a fare crescere debito e moneta ma alzerà le tasse, in certi casi in maniera rilevante. Le tasse, sottolinea Fugnoli, verranno usate non per contenere il disavanzo ma per fare altra spesa. Joe Biden propone di alzare l’aliquota dell’imposta sulle società al 28%. Ciò annullerebbe la metà del taglio dal 35% al ​​21% adottato dal presidente Donald Trump nel 2017 e che è stato uno dei maggiori traini al rally azionario nella prima parte della presidenza Trump. Il piano fiscale di Biden aumenterebbe le entrate necessarie per ripagare la enorme mole di debito sostenuta per combattere la recessione, ma si tradurrebbe anche in un freno per i profitti aziendali. E ciò sarebbe negativo per il mercato azionario che in questi mesi sta scommettendo sugli utili che rimbalzeranno con veemenza nel 2021.“L’impulso fiscale netto rimarrà quindi fortissimo, ma sarà questa volta accompagnato da una pressione sui margini di profitto” afferma l’esperto. “Vista dall’alto l’economia apparirà dunque ben supportata da politiche della domanda aggressive. Vista dal basso – continua Fugnoli – apparirà appesantita da un aumento della pressione fiscale sulle imprese, da una legislazione che alzerà il costo e la rigidità del lavoro, da una massiccia reregulation e da iniziative specifiche su una lunga serie di settori (Silicon Valley, farmaceutico, finanza, difesa, petrolio e gas) che avranno in comune effetti negativi sugli utili”.  Fugnoli sottolinea che ci saranno in compenso incentivi per le energie alternative, non tali da configurare un Green New Deal vero e proprio ma comunque consistenti.

Trump vs Biden: le differenze sul piano dei mercati

Per i mercati, con Biden saranno ipotizzabili un dollaro più debole e borse più opache ma non necessariamente deboli. Molta attenzione andrà prestata ai singoli titoli e settori che verranno penalizzati, ma se il livello complessivo del mercato terrà, come pensiamo, afferma Fugnoli, la loro debolezza dovrà essere compensata dalla forza anche ingiustificata degli altri.
Altro comparto che trarrà grande beneficio da un’amministrazione Biden sarà quello dei titoli obbligazionari degli stati e degli enti locali, perché anche i più indebitati e destinati all’insolvenza (generalmente amministrati da democratici) verranno salvati. I mercati pensano a Biden come a una continuazione di Obama. In realtà, lo stesso Obama cambiò da una legislatura all’altra, e Biden, che si troverà di fronte a un mondo diverso e a un’America radicalizzata, sarà a sua volta diverso e più radicale di come viene oggi percepito.
Un messaggio importante sarà la scelta del vicepresidente che, con il ritiro dell’ipotesi Klobuchar, sta virando verso scelte più radicali. Venendo al breve termine, continua l’esperto, si ribadisce l’idea che l’equilibrio dei mercati è poco sotto i livelli attuali e lì resterà finché non avremo segnali più decisi di ripresa dell’economia. Questi arriveranno sicuramente se la pandemia, che finora ha avuto ovunque un ciclo di tre-quattro mesi, inizierà a uscire di scena anche nelle aree in cui è ancora in fase ascendente. I  timori sul venir meno, nei prossimi due mesi, degli stimoli fin qui varati per combattere gli effetti economici della pandemia, sono in larga misura infondati, perché gli stimoli verranno ritirati con molta gradualità.
“I mercati laterali nella seconda parte dell’anno saranno comunque da vedere positivamente come consolidamento e base da cui ripartire per il rialzo l’anno prossimo” conclude.

#StopHateForProfits fa tremare Zuckerberg, tracollo in Borsa per Facebook (e Twitter) dopo mossa Unilever

All’interno di un venerdì difficile per Wall Street, complici i rinnovati timori legati alla seconda ondata di contagi, spiccano le difficoltà dei titoli dei colossi social che in questi mesi sono risultati tra i titoli maggiormente immuni alla crisi Covid-19.
In forte affanno ieri a Wall Street il colosso Facebook scivolato di oltre l’8%, mentre Twitter ha ceduto il 7,4% sui timori di entrate pubblicitarie più deboli complici gli effetti della campagna #stopHateForProfit. A unirsi al boicottaggio dei colossi social per combattere la diffusione di razzismo, odio e disinformazione sul web. A dire stop alle AdV sui social si è aggiunto anche un peso massimo quale Unilever che stopperà la pubblicità su Facebook, Instagram e Twitter negli Stati Uniti almeno fino alla fine dell’anno.

Non solo Unilever

Unilever ha affermato che manterrà i suoi investimenti pubblicitari pianificati spostando le sue spese su altri media. Il colosso che detiene 400 marchi alimentari e di prodotti per la casa specifica che “a causa della polarizzazione dei contenuti e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali Usa, serve più impegno contro i discorsi d’odio”. Unilever si aggiunge in questa scelta ad altri grandi gruppi quali Verizon Communications, Patagonia e North Face. “The North Face sta interrompendo tutte le attività e la pubblicità pagata dagli Stati Uniti a Facebook fino a quando non verranno messe in atto politiche più severe per impedire a contenuti razzisti, violenti o carichi d’odio e disinformazione di circolare sulla piattaforma”, ha comunicato nei giorni scorsi il famoso marchio di abbligliamento.

Zuckerberg sotto accusa

La scorsa settimana, organizzazioni a difesa dei diritti civili come NAACP, Anti-Defamation League, Color of Change e Free Press hanno lanciato la campagna “Stop Hate for Profit”, sollecitando gli inserzionisti a sospendere le loro inserzioni su Facebook come protesta contro la brutalità della polizia e il razzismo si diffonde in tutto il paese. Sotto accusa soprattutto il numero uno di Facebook, Mark Zuckerberg. Il ceo di NAACP Derrick Johnson ha sottolineato che Facebook e il suo ceo, Mark Zuckerberg “non sono più solo negligenti, ma proprio compiacenti alla diffusione della disinformazione, nonostante il notevole danno alla nostra democrazia”.
Facebook dipende dalle inserzioni pubblicitarie che portano ricavi per circa 70 miliardi di dollari. Il colosso dei social ha annunciato una revisione delle proprie politiche per promuovere “equità e giustizia razziale”. Un primo segno è arrivato con l’oscuramento di un post di Trump potenzialmente in grado di istigare all’odio.

Lockdown Texas spaventa Wall Street, a Piazza Affari cadono banche e Telecom

Seduta dai due volti per Piazza Affari che sul finale dilapida i guadagni della prima parte abbondante di giornata. L’indice Ftse ha così chiuso in territorio negativo (-0,57% a 19.124 punti) complice l’accelerazione al ribasso di Wall Street che al momento vede gli indici Nasdaq e Dow Jones cedere oltre il 2% con vendite diffuse sulle banche Usa ma anche su alcune big Tech quali Apple e Microsoft.
La Federal Reserve ha reso noto ieri di aver raccomandato alle banche di sospendere, nel terzo trimestre di quest’anno, le operazioni di buyback, e di limitare contestualmente anche la distribuzione dei dividendi. La banca centrale USA ha motivato la sua decisione con l’esito degli stress test, che ha messo in evidenza che diversi istituti, in uno scenario particolarmente negativo simulato tenendo conto degli effetti della pandemia da coronavirus, vedrebbero i loro capitali scendere pericolosamente verso la soglia minima richiesta.

Il Texas fa dietrofront

Vendite a Wal Street che si sono intensificate anche a seguito di quanto deciso dal governatore del Texas, Greg Abbott, che ha fatto retromarcia annunciando oggi un’azione drastica per rispondere all’ondata di coronavirus post-riapertura nello Stato. Le direttive includono tutti i bar e simili che ricevono più del 51% delle loro entrate dalla vendita di bevande alcoliche. I ristoranti invece potranno rimanere aperti per il servizio di ristorazione, ma con una capacità non superiore al 50% dell’occupazione totale del locale. Il governatore repubblicano Abbott ha anche vietato incontri all’aperto di oltre 100 persone a meno che non siano approvati dai funzionari locali. “In questo momento, è chiaro che l’aumento dei casi è in gran parte guidato da alcuni tipi di attività, tra cui i texani che si riuniscono nei bar”, ha detto Abbott in un comunicato stampa.La prima parte di giornata a Piazza Affari aveva visto invece prevalere gli acquisti con il contribuito delle parole di Christine Lagarde. Il presidente della Banca centrale europea (Bce) ritiene che potrebbe essere stato superato il punto peggiore della crisi del coronavirus. Intanto oggi in Italia l’asta Bot, la seconda del trittico di fine mese, ha visto l’allocazione di 7 miliardi di euro al tasso negativo dello 0,224%.

Male titoli oil, banche e Telecom

Sul Ftse Mib chiusura in netto calo Saipem a oltre -4,5%; male anche Tenaris a -2,57%. Tra i peggiori anche Telecom Italia arrivata a chiudere a -3,75% inanellando la quarta seduta in rosso delle ultime cinque. Sul fronte rete unica, oggi il ceo di Open Fiber, Elisabetta Ripa, ha espresso perplessità sull’idea dell’operatore unico. Il ceo di OF vede il rischio di un rallentamento degli investimenti nel breve/medio termine nel caso in cui si avviasse un progetto di rete unica, progetto che risponderebbe quindi più alle esigenze di TIM di difendere il posizionamento nel wholesale.
Seduta incolore per Fca (-1,77%) nonostante le rassicurazioni di John Elkann sulla fusione con PSA. “La fusione tra FCA e PSA ci sarà, e nei tempi previsti, dunque entro il primo trimestre del 2021”, ha detto il presidente di Fiat Chrysler aprendo l’assemblea degli azionisti. L’operazione, ha precisato Elkann, darà vita a un gruppo globale che sarà il quarto al mondo per volumi, in grado di generare sinergie annuali per 3,7 miliardi di euro e pronto a cogliere le grandi opportunità della nuova era della mobilità sostenibile.
Tra le banche la peggiore è stata Mediobanca con oltre -4%, seguita da Banco BPM a -3,76%, Unicredit segna in chiusura -1,79% e Intesa Sanpaolo -1,47%. Ubi Banca, partita in deciso rialzo sulla scia dell’avvio dell’Ops di Intesa Sanpaolo, in chiusura segna -0,87%.  La Consob ha approvato il Documento di Offerta relativo all’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca e i relativi documenti relativi all’offerta delle azioni derivanti dall’aumento di capitale sociale di Intesa a servizio dell’operazione. Il periodo di adesione è dunque stato fissato dal 6 al 28 luglio (estremi inclusi). Per ogni azione Ubi portata in adesione all’Ops verrà offerto 1,7 azioni Intesa. Quindi, per ogni 10 azioni Ubi portate in adesione saranno corrisposte 17 azioni Intesa Sanpaolo.
Tra i migliori di giornata Atlantia (+1,79%) che attende una soluzione sul dossier Autostrade. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Il Messaggero, il vertice di ieri sera non sarebbe arrivato ad alcun accordo, ma al contrario avrebbe allargato le distanze all’interno della maggioranza. Il premier Giuseppe Conte avrebbe quindi deciso di rinviare ogni decisione, anche se una soluzione dovrà arrivare entro il 22 luglio quando sarà inaugurato il nuovo Ponte di Genova.

Wall Street sconta stress test Fed e COVID: Goldman Sachs -5%. Gap +30%, ringrazia Kanye West

Wall Street negativa, sconta il balzo dei nuovi casi di coronavirus COVID-19 negli Stati Uniti e nel mondo, e gli annunci arrivati ieri dalla Federal Reserve, nel comunicare i risultati degli stress test effettuati sulle 34 banche principali. IIl Dow Jones scende di oltre 240 punti, a 25.500 punti, ma nei minimi di seduta è crollato di oltre -300 punti; il Nasdaq arretra di più di 23 punti (-0,23%), a 9.993 punti, mentre lo S&P 500 scende di quasi 14 punti (-0,48%), a 3.068 circa.I sell colpiscono soprattutto i titoli delle grandi banche Usa: Bank of America e JPMorgan Chase perdono più del 3%, Wells Fargo cede il 4% e Goldman Sachs quasi -5%.La Federal Reserve ha reso noto ieri di aver raccomandato alle banche di sospendere, nel terzo trimestre di quest’anno, le operazioni di buyback, e di limitare contestualmente anche la distribuzione dei dividendi.La banca centrale americana ha motivato la sua decisione con l’esito degli stress test, che ha messo in evidenza che diversi istituti, in uno scenario particolarmente negativo simulato tenendo conto degli effetti della pandemia da coronavirus, vedrebbero i loro capitali scendere pericolosamente verso la soglia minima richiesta.“Sebbene mi aspetti che le banche continuino a gestire in modo prudente gli interventi sui loro capitali e i rischi di liquidità, sostenendo l’economia reale, devo rilevare che esiste un’incertezza significativa sulla traiettoria della ripresa economica”, ha detto il vice presidente della Fed, Randall Quarles, stando a quanto recita un comunicato.Tra i titoli focus anche su Nike, che sta cedendo più del 3,5% dopo la pubblicazione del bilancio, che ha messo in evidenza una perdita per la multinazionale.Nel quarto trimestre fiscale, Nike ha sofferto una perdita per azione di 51 centesimi per azione, su un fatturato di $6,31 miliardi che, su base annua, è sceso del 38%.Wall Street perde terreno anche dopo il dato relativo alle spese per consumi di maggio, che è balzato dell’8,2%, a conferma della ripresa dell’economia in concomitanza con l’allentamento delle misure di lockdown. Tuttavia, gli economisti avevano previsto una ripresa del 10%.Tra le storie positive, focus su Gap, le cui quotazioni volano di oltre +32%, dopo che la società di retail ha annunciato il debutto del brand Yeezy Gap dell’artista Kanye West nel 2021.

El-Erian immune al FOMO: cash da ‘wait and see’ . Occhio ai due ombrelli, uno è per il moral hazard

Per ora gli investimenti possono aspettare, e il cash può rimanere parcheggiato. Parola di Mohammed El-Erian, ex Pimco, ora capo economista di Allianz Investors. Interpellato dalla Cnbc,  El-Erian ha praticamente ammesso di non essersi fatto incantare dal FOMO e, dunque, di non essersi buttato sull’azionario Usa nonostante il rally delle ultime tre settimane.Il motivo? Per ora l’esperto preferisce aspettare, dunque optare per una strategia “wait-and-see”, vista l’incertezza sul futuro delle borse, dovuta alla pandemia del coronavirus.“Ho del cash da parte e ho perso l’ultimo rally delle ultime tre settimane. Ma per ora non sto investendo”, ha detto, in un intervento alla trasmissione “Squawk Box”: “La grande domanda è: quale sarà la prossima àncora dei mercati? Non mi è chiaro inoltre da dove arriverà”I commenti di El-Erian sono arrivati dopo che, lo scorso mercoledì, Wall Street ha sofferto la sessione peggiore dall’11 giugno scorso, a causa delle crescenti preoccupazioni sui nuovi contagi di COVID-19 negli Stati Uniti. Lo S&P 500, vale la pena di ricordare, è sceso del 2,59%, il Dow Jones ha fatto -2,72%, e il Nasdaq ha perso -2,19%, riportando la prima sessione negativa delle ultime nove.Finora, i mercati hanno dato ragione al profeta di Wall Street che, all’inizio di marzo, aveva paventato l’arrivo di un mercato orso scatenato dal coronavirus e che, lo scorso 8 giugno, ha riconosciuto di non sentirsi a suo agio nello scommettere sul continuo rally dei mercati azionari.Da segnalare che la borsa Usa ha subìto un forte tonfo a partire dalla fine di febbraio, testando poi il minimo lo scorso 23 marzo, per tornare infine a salire molto velocemente, grazie agli stimoli fiscali e monetari lanciati rispettivamente dall’amministrazione Trump e dalla Federal Reserve. Tanto che ora lo S&P 500 è in crescita di quasi +40% rispetto al minimo intraday del 23 marzo.
Ma dove punterà l’ex ceo di Pimco, quando riterrà opportuno rientrare nel mercato? La risposta l’ha detta lui stesso, dicendo che guarderà a cosa c’è “sotto l’ombrello”. Ovvero?
“Ci sono due tipi di ombrelli lì fuori. Se vi trovate a vostro agio con l’azzardo morale (moral hazard), c’è l’ombrello della Fed, che coinvolge bond di alta qualità e alcuni bond ad alto rendimento (i junk bond, praticamente). Se siete ok, invece, con un ombrello basato sul mercato, allora è il caso di puntare su società caratterizzate da un bilancio molto forte e da una generazione positiva di flussi di cassa. Ce ne sono un po’…là fuori, sospetto che queste società continueranno ad andare bene, sebbene in un modo molto volatile”.
El-Erian ritiene che la volatilità persisterà fino a quando i mercati non riusciranno a trovare la loro prossima àncora, il loro prossimo punto di appiglio. Inizialmente, ha spiegato El-Erian, quest’àncora è stata rappresentata dalla risposta che la Fed e il Congresso Usa hanno dato alla pandemia da coronavirus con i loro rispettivi bazooka.
Successivamente, la spinta ai mercati è arrivata dall’allentamento delle misure di lockdown. Infine, a dare un’ulteriore scossa sono stati gli investitori retail, che si sono posizionati sulle azioni più tartassate dai sell off.
Detto questo, ha concluso El-Erian, “i flussi degli investitori retail non hanno più la stessa influenza. Dunque il grande interrogativo è il seguente: quale sarà la prossima ancora, per i mercati? A me non è chiaro da dove potrà arrivare”.

Borsa Tokyo +1,13% nonostante Fed e casi COVID Usa. A Sidney vendite su Qantas Airways, titolo -8%

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dell’1,13% a 22.512,08 punti. Il nuovo balzo dei casi di Covid-19 negli Stati Uniti stavolta viene snobbato. La borsa di Shanghai è chiusa anche nella giornata di oggi. Hong Kong scende dello 0,80%, Sidney +1,42%, Seoul +0,98%.Numeri inquietanti sul rischio di una seconda ondata di contagi da coronavirus sono arrivati di nuovo dagli Usa: i dipartimenti sanitari statali hanno comunicato che le nuove infezioni da COVID-19 sono state pari a 39.327, più del record che era stato testato alla vigilia, a +38.115.“Il peso che sta affossando i sistemi sanitari Usa potrebbe costringere le città o gli stati a fare una pausa nel riaprire del tutto le loro economie, oppure a imporre di nuovo lockdown su singole città o sugli stati”, ha commentato in una nota Joseph Capuro, responsabile della divisione di economia internazionale presso la banca australiana Commonwealth Bank of Australia.Allo stesso tempo, Capurso ha precisato di dubitare che “una seconda possibile ondata di infezioni riesca a ribaltare la ripresa dell’economia Usa. L’eventuale reimposizione di lockdown su città americane selezionate avrà un impatto economico molto più ridotto rispetto a quelli che si produrrebbero con lockdown statali o nazionali”.Focus anche sulla decisione della Federal Reserve, che ha annunciato che, nel corso del terzo trimestre, i maggiori istituti bancari americani dovranno sospendere le operazioni di buyback e fissare un massimo per la distribuzione di dividendi. L’annuncio è arrivato in concomitanza con la pubblicazione dei risultati degli stress test effettuati dalla banca centrale.Le limitazioni colpiscono le 34 principali banche Usa. La decisione è stata presa dalla Fed dopo che gli stress test hanno messo in evidenza che diverse banche, in uno scenario particolarmente negativo, simulato tenendo conto degli effetti della pandemia da coronavirus, vedrebbero i loro capitali scendere pericolosamente verso la soglia minima richiesta.La notizia ha messo sotto pressione i titoli dei colossi di Wall Street nelle contrattazioni afterhours: Wells Fargo ha perso il 3% circa, Goldman Sachs ha ceduto quasi -4%, mentre JPMorgan Chase è scesa del 2% circa.Riguardo alle notizie societarie provenienti dall’area Asia-Pacifico, occhio al tonfo delle azioni della compagnia australiana Qantas Airways, pari a -8%, dopo che il gruppo ha annunciato di aver completato il collocamento azionario presso gli investitori istituzionali per un valore approssimativo di 1,36 miliardi di dollari australiani Nella giornata di ieri, Qantas aveva annunciato un piano per ridurre la propria forza di lavoro pre-crisi da coronavirus di almeno 6.000 unità, come effetto della pandemia da coronavirus che ha affossato tutto il settore delle compagnie aeree.

Record nuovi casi COVID, Apple torna a chiudere 32 negozi in Usa. Trump tuona: niente lockdown

Si fa sempre più concreta la paura di una seconda fase di lockdown negli Stati Uniti, dovuta alla recrudescenza del coronavirus.Apple torna a chiudere i suoi negozi, 32 punti vendita, dopo il balzo di nuovi casi COVID-19. A partire dalla giornata di oggi, venerdì 26 giugno, il colosso californiano abbasserà le serrande di 14 negozi in Florida, portando il totale del secondo round di chiusure a 32 negozi negli Usa.Gli altri siti coinvolti dalla decisione di Apple sono l’area di Houston, in Texas e gli stati dell’Arizona, del South Carolina e del North Carolina.Negli Stati Uniti, i casi di nuovi contagi hanno toccato ieri, giovedì 25 giugno, un nuovo record giornaliero: i dipartimenti sanitari statali hanno comunicato che le nuove infezioni da COVID-19 sono state pari a 39.327, più del record che era stato testato alla vigilia, a +38.115.Il massimo di casi è stato riportato in Texas, Alabama, Missouri e Nevada. Il bilancio delle vittime è stato, nella sola giornata di ieri, pari a 2.500 decessi.Alle prese con le elezioni presidenziali, Donald Trump ha dato tuttavia poca importanza alla cosa, tuonando che l’economia americana sta tornando a ruggire, e che non ci sarà alcun nuovo lockdown:“Le morti provocate dal coronavirus stanno scendendo. Il tasso di mortalità è tra i più bassi al mondo. La nostra economia è tornata a ruggire e NON sarà chiusa”.

Fed vieta operazioni buyback e impone limiti a dividendi dopo stress test

Nel comunicare gli esiti degli stress test effettutati sulle banche americane, la Federal Reserve ha annunciato che, nel corso del terzo trimestre, i maggiori istituti dovranno sospendere le operazioni di buyback e fissare un massimo per la distribuzione di dividendi.Le limitazioni colpiscono le 34 principali banche Usa. La decisione è stata presa dopo che gli stress test hanno messo in evidenza che diverse banche, in uno scenario particolarmente negativo, simulato tenendo conto degli effetti della pandemia da coronavirus, vedrebbero i loro capitali scendere pericolosamente verso la soglia minima richiesta.La notizia ha messo sotto pressione i titoli dei colossi di Wall Street nelle contrattazioni afterhours: Wells Fargo ha perso il 3% circa, Goldman Sachs ha ceduto quasi -4%, mentre JPMorgan Chase è scesa del 2% circa.

Fmi: valutazioni bond e azioni appaiono ‘tirate’, mercati scommettono su ripresa a V che non c’è

Niente paura, almeno per quanto riguarda le presunte e temute bolle nei mercati finanziari: non ci sono. E’ vero però che sia i prezzi delle azioni che dei bond appaiono “tirati” e che esiste una discrepanza tra il sentiment bullish che ha contagiato gli investitori e le enormi incertezze sull’intensità e sulla velocità della ripresa economica globale. Questo divario rappresenta un rischio per la stabilità finanziaria globale. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto Global Financial Stability, ovvero dal report sulla stabilità finanziaria globale, appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale.L’Fmi avverte così che “alcuni fattori potrebbero scatenare il repricing degli asset rischiosi, fenomeno che potrebbe aggiungere alla recessione dell’economia senza precedenti (prevista per il 2020) anche lo stress finanziario”.Detto questo,  “le bolle sono un concetto lievemente diverso” rispetto a quanto si sta verificando sui mercati, ha detto Tobias Adrian, numero uno del dipartimento dei mercati monetari e di capitali dell’Fmi. L’Fmi non intravede insomma prove concrete di eventuali bolle speculative che si starebbero formando sui mercati finanziari globali.E’ vero che il sostegno delle banche centrali ha contribuito in maniera importante al recupero dei prezzi degli asset rischiosi:Gli interventi pronti e decisi delle banche centrali volti a fronteggiare le gravi condizioni di stress dei mercati hanno migliorato il sentiment di mercato, incluso quello dei mercati emergenti, dove le operazioni di acquisti di asset sono state dispiegate per la prima volta, contribuendo ad allentare le condizioni finanziarie”,  che sono diventate “più accomodanti”, si legge nel Global Financial Stability dell’Fmi. Ma il rischio di insolvenze e fallimenti “è grande” visto che, così come diverse istituzioni fanno notare, diverse saranno le aziende che, alle prese con la pesante crisi economica, non riusciranno a rimborsare i prestiti a loro concessi dalle banche.
Non per niente “gli elevati livelli dei debiti potrebbero diventare in alcuni casi ingestibili, e le perdite risultanti dai fallimenti potrebbero mettere alla prova la resilienza delle banche, in alcuni paesi”. E non si può non pensare in questo caso all’Italia, visto che gli NPL (crediti deteriorati) si confermano  tra le croci più pesanti da portare per le banche del paese.
In particolare, a diventare ingestibili, potrebbero essere i debiti emessi dalle aziende, i corporate bond, che continuano a crescere da anni, a fronte di un rialzo che interessa però anche i default sugli stessi,  schizzati al record dalla crisi finanziaria del 2008.
Di conseguenza, il suggerimento dell’Fmi è che, “nel continuerare a sostenere l’economia reale, le autorità monitorino attentamente le vulnerabilità finanziarie, tutelando la stabilità finanziaria“. In ogni caso, “alcune vulnerabilità del sistema finanziario potrebbero essere cristalizzate dalla pandemia COVID-19”.
In definitiva,  c’è questo scostamento sempre notevole, ravvisato anche negli anni precedenti, tra la realtà dell’economia e quella dei mercati. Nel report l’Fmi scrive chiaramente che la sensazione è che “i mercati stiano scommettendo su una veloce ripresa a “V” dell’economia, così come emerge dalle stime del consensus sugli utili delle società scambiate sull’indice S&P 500″.
Tuttavia, “i recenti dati economici e gli indicatori di High Frequency indicano una contrazione più profonda delle attese, come è stato discusso in occasione della pubblicazione dell’aggiornamento del World Economic Outlook” pubblicato ieri, da cui è emerso il forte downgrade da parte dell’Fmi dell’outlook sull’economia mondiale.
Ciò “ha creato una divergenza tra i prezzi del rischio sui mercati finanziari e le prospettive economiche, visto che gli investitori continuano a scommettere su un sostegno continuo e senza precedenti da parte delle banche centrali”.
Di conseguenza, questo gap tra i mercati e l’economia reale aumenta il rischio di un’altra correzione nei prezzi degli asset rischiosi, nel caso in cui l’appetito degli investitori dovesse smorzarsi. E questo fattore potrebbe minacciare la ripresa

Usa: Pil confermato in contrazione -5% in I trimestre, numero shock arriverà con dato II trimestre

La lettura finale del Pil Usa relativo al primo trimestre del 2020 ha confermato una contrazione dell’economia al tasso annualizzato del 5%, come emerso dalle precedenti letture. Vale la pena segnalare che la pandemia da coronavirus COVID-19 ha colpito però gli Stati Uniti verso la fine del trimestre: questo significa che gli effetti più devastanti si vedranno con la pubblicazione del Pil del secondo trimestre, ovvero del periodo aprile-giugno che, secondo la stessa Federal Reserve, sarà senza precedenti, e che metterà in evidenza un tonfo fino a -29,5% su base annua (consensus analisti di Marketwatch). Il dato sarà reso noto il prossimo 30 luglio.Occhio alle nuove proiezioni sulla crescita economica degli Stati Uniti diffuse ieri dal Fondo monetario internazionale (FMI) con la pubblicazione del World Economic Outlook. Per l’economia americana è prevista una contrazione dell’8% nel 2020, e una successiva espansione del 4,5% nel 2021.Rispetto alle proiezioni del mese di aprile, l’outlook sul Pil del 2020 è stato rivisto al ribasso di 2,1 punti percentuali, mentre quello sul Pil del 2021 è stato tagliato di 0,2 punti percentuali.

Wall Street ancora giù dopo pesante sell off, focus su timori coronavirus e dati macro Usa

All’indomani della peggiore sessione dall’11 giugno scorso, Wall Street continua a perdere terreno, scontando l’accelerazione della pandemia da coronavirus negli Stati Uniti e la paura di una nuova fase di lockdown. Il Dow Jones perde più di 100 punti (lo 0,42% circa), a 25.349 punti; il Nasdaq è piatto attorno a 9.900 punti, lo S&P 500 è in calo dello 0,18%, a 3.045. Gli indici stanno recuperando terreno rispetto alle prime battute della sessione.Le ripercussioni del COVID-19 sull’economia Usa sono tutte espresse nei vari dati macroeconomici appena diffusi. Nella settimana terminata il 20 giugno scorso, il numero di americani che ha fatto richiesta per ricevere per la prima volta i sussidi di disoccupazione è salito di 1,48 milioni, meno rispetto alla settimana precedente, ma più degli 1,38 milioni attesi dal sondaggio di Marketwatch.Un buon segnale è arrivato però dal dato sul numero totale degli americani che ricevono i benefit che, nella settimana terminata lo scorso 13 giugno, è sceso più delle attese a 19,5 milioni di unità.Contestualmente è stata resa nota la lettura finale del Pil Usa relativo al primo trimestre del 2020, che ha confermato una contrazione dell’economia al tasso annualizzato del 5%. Resi noti anche gli ordini dei beni durevoli, balzati a maggio del 15,8%, grazie all’allentamento delle misure di lockdown.Tornando al coronavirus negli States, dai dati diffusi dalla Johns Hopkins University emerge che in America il conto dei decessi per coronavirus è di almeno 121.969, a fronte di 2,38 milioni di contagi confermati.Allarme a Houston, Texas dove proprio oggi, secondo quanto riportato da Bloomberg, i reparti di terapia intensiva dovrebbero superare il massimo della loro capienza. Nello stato americano sono stati registrati 5.551 nuovi casi, rispetto al rialzo di 5.489 di martedì.Apple ha annunciato che chiuderà sette punti vendita a Houston. La decisione segue l’annuncio della scorsa settimana, con cui il colosso guidato da Tim Cook ha reso noto che chiuderà più negozi in Florida, South Carolina, North Carolina e Arizona. Alcuni dipendenti di Disney hanno lanciato inoltre una petizione per ritardare l’apertura dei parchi tematici in California.I leader del sindacato che rappresenta 17.000 dipendenti avevano già inviato la scorsa settimana una lettera al governatore della California Gavin Newsom, facendo notare che il balzo di nuovi casi COVID-19 non rendeva sicura la decisione di riaprire il centro, nella data stabilita del prossimo 17 luglio.Nella giornata di ieri anche la California e la Florida hanno riportato un numero record di nuovi casi.

Fmi: ‘gravi incertezze, emersa decorrelazione tra mercati finanziari e evoluzione economia reale

“In un contesto caratterizzato da enormi incertezze,m è emersa una decorrelazione tra i mercati finanziari e l’evoluzione dell’economia reale, una vulnerabilità che potrebbe rappresentare una minaccia per la ripresa, nel caso in cui l’appetito degli investitori verso il rischio dovesse smorzarsi”. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto Global Financial Stability, ovvero dal report sulla stabilità finanziaria globale, appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale.Ieri l’Fmi ha diramato il World Economic Outlook, l’outlook sull’economia globale, comunicando così di aver tagliato le stime sulla crescita mondiale.Dopo la crescita del 2,9% riportata nel 2019, il Fondo Monetario Internazionale prevede ora per il Pil globale una contrazione del 4,9%, nel 2020, a causa degli effetti della pandemia del coronavirus e del conseguente lockdown. Il Pil recupererà poi nel 2021, salendo del 5,4%. La nuova stima sul Pil globale del 2020 è inferiore di 1,9 punti percentuali rispetto a quella contenuta nel WEO del mese di aprile.Riguardo al Pil italiano, dopo una crescita di appena +0,3% nel 2019, l’Fmi prevede un tonfo del prodotto interno lordo del 12,8% nel 2020, per poi salire del 6,3% nel 2021.Dopo il 134,8% del 2019 il debito è atteso gonfiarsi fino al 166,1% del pil nel 2020, per poi scendere al 161,9% nel 2021. I numeri sono peggiori di quelli che erano stati snocciolati nel report precedente.Il Fondo Monetario Internazionale prevede un’impennata più forte anche per il deficit, atteso al 12,7% del pil quest’anno, rispetto all’8,3% di aprile e raddoppiato al 7% nel 2021, rispetto alla stima precedente del 3,5%.

Fmi: ‘alti livelli di debiti potrebbero diventare ingestibili e insolvenze potrebbero testare resilienza banche

“Gli elevati livelli dei debiti potrebbero diventare in alcuni casi ingestibili, e le perdite risultanti dai fallimenti potrebbero mettere alla prova la resilienza delle banche, in alcuni paesi”. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto Global Financial Stability, ovvero dal report sulla stabilità finanziaria globale, appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale.“Alcune economie emergenti e di frontiera stanno facendo fronte a rischi di rifinanziamento e in alcuni casi l’accesso al mercato è diventato più difficile – si legge ancora nel report – Nel continuerare a sostenere l’economia reale, le autorità devono monitorare attentamentre le vulnerabilità finanziarie e tutelare la stabilità finanziaria”.

Fmi: ‘alcune vulnerabilità sistema finanziario potrebbero essere cristallizzate da pandemia COVID

“Alcune vulnerabilità del sistema finanziario potrebbero essere cristalizzate dalla pandemia COVID-19”. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto Global Financial Stability, ovvero dal report sulla stabilità finanziaria globale, appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale.

Fmi: ‘Italia colpita duramente da coronavirus, speriamo misure Bce e fiscali la aiutino’

“L’Italia fa parte dell’Eurozona, e la Bce, coisì come acquista i titoli di stato e corporate degli altri paesi, acquista anche i suoi bond. Noi speriamo che non solo la Bce ma anche misure fiscali aiutino l’Italia, che è stata colpita duramente dalla pandemia del coronavirus”. E’ quanto ha detto Tobias Adrian, direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali del Fondo Monetario Internazionale, nella conferenza stampa indetta per commentare il Global Financial Stability Report appena diffuso dall’istituzione.

Fmi: ‘condizioni finanziarie più accomodanti, ma incombono casi di insolvenze

“Gli interventi delle banche centrali hanno reso più accomodanti le condizioni finanziarie, ma il rischio di insolvenze è grande”. E’ quanto emerge dall’aggiornamento del rapporto Global Financial Stability, ovvero dal rapporto sulla stabilità finanziaria globale, appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale.“I prezzi degli asset rischiosi sono rimbalzati a seguito del forte crollo di inizio anno, mentre i tassi di interesse sono scesi, portando a un generale allentamento delle condizioni finanziarie”, si legge ancora nel report.

Stati Uniti: balzo degli ordini beni durevoli a maggio

Balzo a maggio degli ordini di beni durevoli per gli Stati Uniti. Secondo la stima preliminare, il dato ha mostrato una crescita del 15,8% contro il precedente -17,7 per cento. Il dato ha battuto il consensus Bloomberg che indicava una crescita del 10,5 per cento.

State Street: a giugno fiducia investitori migliora, forte propensione al rischio

State Street Global Markets ha comunicato i risultati del suo Investor Confidence Index (ICI) per il mese di giugno 2020. L’indice, che misura la fiducia degli investitori a livello globale, è salito a quota 94,3 con un incremento di 21,3 punti rispetto ai 73 punti delle rilevazioni del mese precedente.
“A giugno c’è stato un forte incremento della propensione al rischio. L’indice globale è salito a 94,3 punti, il livello più alto mai raggiunto negli ultimi due anni”, ha affermato Rajeev Bhargava, responsabile Investor Behavior Research di State Street Associates. “L’azione senza precedenti delle banche centrali, combinata con la riapertura delle principali economie di tutto il mondo, ha probabilmente alimentato il sentiment più ottimistico degli investitori. Tuttavia, bisogna capire se il momentum positivo del sentiment durerà, visto che i segnali di una seconda ondata di contagi da Covid impatta sulla volatilità di mercato”.

Wall Street trascura il fattore Joe Biden, occhio ai possibili contraccolpi sui mercati con lui alla Casa Bianca

Nessun candidato o presidente precedente ha visto un vantaggio così grande a questo punto della corsa alle presidenziali statunitensi come quello di cui gode oggi Joe Biden. Mancano po più di 4 mesi alle elezioni presidenziali del 3 novembre e l’ex vice di Barack Obama ha un vantaggio storicamente ampio sul presidente Donald Trump nei sondaggi (oltre 8 punti percentuali) e anche nel voto fondamentale del collegio elettorale.
Tra i punti salienti in grado di condizionare maggiormente l’umore di Wall Street in caso di vittoria del candidato Democratico c’è sicuramente la possibile revisione fiscale. Joe Biden propone di alzare l’aliquota dell’imposta sulle società al 28%. Ciò annullerebbe la metà del taglio dal 35% al ​​21% adottato dal presidente Donald Trump nel 2017 e che è stato uno dei maggiori traini al rally azionario nella prima parte della presidenza Trump. Il piano fiscale di Biden aumenterebbe le entrate necessarie per ripagare la enorme mole di debito sostenuta per combattere la recessione, ma si tradurrebbe anche in un freno per i profitti aziendali. E ciò sarebbe negativo per il mercato azionario che in questi mesi sta scommettendo sugli utili che rimbalzeranno con veemenza nel 2021.

L’agenda di Joe Biden e l’impatto su azioni e bond

L’agenda di Biden come afferma Ken Taubes, CIO of Us Investment di Amundi Pioneer, avrebbe implicazioni di vasta portata per ogni comparto industriale e settore dell’economia, con una significativa ricaduta degli investimenti. Il suo piano fiscale ridurrebbe in modo significativo gli utili delle imprese e inoltre ha in programma di ampliare l’accesso all’assistenza sanitaria e di sostenere le comunità minoritarie attraverso un nuovo programma di alloggi a prezzi accessibili. Biden, inoltre, potrebbe mantenere una posizione dura nei confronti della Cina, anche se con una retorica meno aspra rispetto a Trump, e lanciare un nuovo programma per le infrastrutture. Il mercato non sta ancora valutando i rischi associati a una potenziale presidenza di Biden e/o all’influenza democratica sul Congresso ma la volatilità del mercato potrebbe aumentare se la probabilità di questo scenario aumentasse man mano che le elezioni si avvicinano, afferma Taubes.
Per quanto riguarda il reddito fisso statunitense, è con la comprensione del rischio posto dal risultato delle elezioni che gli investitori dovrebbero costruire portafogli obbligazionari. “La diversificazione è fondamentale anche nell’ambito delle obbligazioni societarie e di altri settori fondamentalmente stabili, come le cartolarizzazioni di mutui residenziali, il credito al consumo e i prestiti commerciali” continua l’esperto. “Riteniamo che le obbligazioni ipotecarie dell’Agenzia statunitense e i TIPS possano essere dei validi sostituti dei buoni del Tesoro Usa, piuttosto cari, per fornire liquidità stabile nei portafogli. Con l’entrata in carica di un’amministrazione sconosciuta dopo le elezioni, l’imprevedibilità della politica fiscale e il percorso di ripresa economica, è meglio coprire il rischio tassi”.

I settori più sensibili a un aumento delle tasse

In merito alle azioni USA, la riforma fiscale di Biden ridurrebbe la stima degli utili ipotizzata dagli esperti dello S&P 500 per il 2021 di circa $20 per azione, da $170 a $150. Come regola generale, ogni variazione di punto percentuale nell’aliquota effettiva d’imposta sulle società dovrebbe cambiare gli utili dello S&P 500 dell’1,2%, o $2 per azione. Il piano di Biden annullerebbe soltanto la metà dei tagli del Tax Cut e del Jobs Act sull’aliquota d’imposta nazionale obbligatoria. Insieme alle altre proposte stimiamo che tale piano aumenterebbe l’aliquota fiscale effettiva dello S&P 500 al 26%. I finanziari, le grandi società di tecnologia, l’energia, l’healthcare e qualsiasi impresa ad alta intensità di manodopera sono i settori che potrebbero essere danneggiati da un’inversione di tendenza nella riduzione della regolamentazione durante l’amministrazione Trump. Più a lungo termine, i grandi operatori di settore con forti posizioni competitive possono più facilmente assorbire l’aumento delle normative e trasferire l’aumento dei costi. Esempi passati di questo tipo includono il tabacco, il settore delle utilities, il settore sanitario e la difesa.

Wall Street verso avvio fiacco dopo peggiore seduta in 2 settimane, focus su dati macro

Wall Street dovrebbe avviare gli scambi poco sotto la parità, dopo aver archiviato la peggiore seduta delle ultime due settimane. A circa due ore dalla partenza, il contratto sul Dow Jones scivola dello 0,43%, quello sull’S&P500 cede lo 0,30% mentre il future sul Nasdaq è piatto con un -0,01%. Sui mercati continuano a prevalere i timori per una seconda ondata di coronavirus, dopo i continui aumenti di contagi negli Stati Uniti, dove alcuni stati hanno registrato contagi record. Tanto da spingere Apple a chiudere alcuni punti vendita, secondo quanto riportato da Bloomberg, mentre alcuni dipendenti di Disney hanno lanciato una petizione per ritardare l’apertura dei parchi tematici in California.In questo quadro non aiutano le parole del membro votante Fed, Evans, che ha dichiarato che per vedere l’economia tornare ai livelli pre-crisi bisognerà attendere la fine del 2022. I timori sulla tenuta della ripresa trovano conferma anche dalla revisione al ribasso delle stime economiche da parte del Fondo monetario Internazionale che ieri ha tagliato la previsione sulla crescita dell’economia globale, prevista ora in contrazione del 4,9% nel 2020.

Intanto, si intensificano le tensioni commerciali tra Usa e resto del mondo. L’amministrazione Trump starebbero valutando nuovi dazi su 3,1 miliardi di dollari di beni importati dall’Europa, in particolare Francia Germania, Spagna e UK. Una mossa quella statunitense che, se portata avanti, potrebbe dare l’avvio ad un’escalation di botta e risposta.

La seduta odierna sarà movimentata poi da alcune indicazioni in arrivo dal fronte macro. In particolare, gli ordini di beni durevoli a maggio, il Pil annualizzato relativo al primo trimestre e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione. Atteso a mercato chiuso anche l’esito dello stress test sulle banche americane.

Piazza Affari ancora giù, Ftse Mib sotto i 19.000 punti. Campari e Moncler giù sui timori dazi Usa

Ancora ribassi a Piazza Affari. All’indomani del tonfo di oltre il 3% l’indice Ftse Mib prosegue la sua discesa finendo sotto i 19.000 punti. Dopo l’avvio, l’indice guida della Borsa di Milano cede 1 punto percentuale muovendosi in area 18.960 punti. Male anche i listini europei, con l’indice Eurostoxx 50 che cede lo 0,70%. Sui mercati continuano a prevalere i timori per una seconda ondata di coronavirus, dopo i continui aumenti di contagi negli Stati Uniti, dove alcuni stati hanno registrato contagi record. Tanto da spingere Apple a chiudere alcuni punti vendita, secondo quanto riportato da Bloomberg, mentre alcuni dipendenti di Disney hanno lanciato una petizione per ritardare l’apertura dei parchi tematici in California. I timori sulla tenuta della ripresa trovano conferma anche dalla revisione al ribasso delle stime economiche da parte del Fondo monetario Internazionale che ieri ha tagliato la previsione sulla crescita dell’economia globale, prevista ora in contrazione del 4,9% nel 2020.Guardando a Piazza Affari, le vendite colpiscono Moncler e Campari, che finiscono sul fondo del listino principale con una flessione di oltre il 2% sui timori che l’amministrazione Trump adotti dazi anche nei confronti dell’Europa, includendo tra le varie categorie i beni di lusso e i liquori. Giù anche Telecom Italia (-2%) dopo che ha finalizzato l’accordo con un consorzio di investitori guidato da Ardian per cedere il 49% di un veicolo dove sarà conferito il 30,2% di Inwit. Quest’ultima invece sale in testa al Ftse Mib con un progresso di oltre l’1%.Piatta Fca (-0,17%) che ha ufficializzato la linea di credito da 6,3 miliardi garantita per l’80% da Sace. Poco mossa anche Generali (-0,5%) che diventerà azionista rilevante di Cattolica con una quota oltre il 24% nell’ambito di un accordo di partnership strategica.

Borse europee aprono in moderato calo, prevalgono timori per aumento contagi. Dax in controtendenza

Partenza negativa per le principali Borse europee che proseguono i ribassi di ieri. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 scivola dello 0,43%. A Francoforte il Dax tenta di limitare le perdite segnando un -0,16%, a Parigi il Cac40 cede lo 0,80% e a Londra l’indice Ftse100 segna una flessione dello 0,75%. Sui mercati continuano a prevalere i timori per una seconda ondata di coronavirus, dopo i continui aumenti di contagi negli Stati Uniti, dove alcuni stati hanno registrato contagi record. Tanto da spingere Apple a chiudere alcuni punti vendita, secondo quanto riportato da Bloomberg, mentre alcuni dipendenti di Disney hanno lanciato una petizione per ritardare l’apertura dei parchi tematici in California. I timori sulla tenuta della ripresa trovano conferma anche dalla revisione al ribasso delle stime economiche da parte del Fondo monetario Internazionale che ieri ha tagliato la previsione sulla crescita dell’economia globale, prevista ora in contrazione del 4,9% nel 2020. La seduta sarà movimentata da alcune indicazioni macro in arrivo dagli Stati Uniti. In particolare, gli ordini di beni durevoli a maggio, il Pil annualizzato relativo al primo trimestre e le nuove richieste di sussidi alla disoccupazione.

Azionario Asia giù, Tokyo -1,2%, Sidney cede -2%. Pesano downgrade FMI su Pil globale e Covid Usa

Oggi azionario asiatico orfano della borsa di Shanghai e di Hong Kong, che rimangono chiuse per festitivà nazionale. Sidney cede più del 2%, Seoul fa -1,78%. L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dell’1,22% a 22.259,79 punti. Sull’azionario asiatico pesa il tonfo di Wall Street, con il Dow Jones che ha ceduto ieri 710,16 punti, o -2,7%, a 25.445,94 punti; lo S&P 500 che ha perso -2,6% a 3.050,33 e il Nasdaq Composite arretrato del 2,2% a 9.909,17. Per i tre indici azionari Usa, è stata la sessione peggiore dallo scorso 11 giugno.Preoccupa il balzo dei nuovi casi di contagi da coronavirus negli Stati Uniti, che hanno testato in alcuni stati valori record. Come in Texas, dove ieri sono stati registrati 5.551 nuovi casi, rispetto al rialzo di 5.489 di martedì.A preoccupare anche le nuove stime sul Pil globale diramate ieri dal Fondo Monetario Internazionale con il World Economic Outlook: pesante il downgrade sulla crescita dell’economia globale, prevista ora in contrazione del 4,9% nel 2020. Così si legge nel documento dell’Fmi:“Nella prima metà del 2020, la pandemia COVID-19 ha avuto un impatto sull’attività più negativo di quanto anticipato, e la ripresa sarà più graduale rispetto alle attese. Nel 2021 la crescita globale è prevista a +5,4%. Questo significa che il Pil del 2021 sarà inferiore di 6,5 punti percentuali circa rispetto all’outlook pre COVID-19 stilato a gennaio del 2020. L’impatto avverso sulle famiglie a basso reddito è particolarmente acuto, e metterà in pericolo il progresso significativo che era stato fatto a partire dagli anni ’90 nel ridurre la poverà estrema nel mondo”.Tornando al coronavirus negli States, i dati diffusi dalla Johns Hopkins University emerge che in America il conto dei decessi per coronavirus è di almeno 121.969, a fronte di 2,38 milioni di contagi confermati. Allarme a Houston, Texas, dove proprio oggi, secondo quanto riportato da Bloomberg, i reparti di terapia intensiva dovrebbero superare il massimo della loro capienza.Nella giornata di ieri, gli Stati della California, Texas e Florida hanno riportato un numero record di nuovi casi. E così Apple ha annunciato che chiuderà sette punti vendita a Houston. La decisione segue l’annuncio della scorsa settimana, con cui il colosso guidato da Tim Cook ha reso noto che chiuderà più negozi in Florida, South Carolina, North Carolina e Arizona. Alcuni dipendenti di Disney hanno lanciato inoltre una petizione per ritardare l’apertura dei parchi tematici in California.I leader del sindacato che rappresenta 17.000 dipendenti avevano già inviato la scorsa settimana una lettera al governatore della California Gavin Newsom, facendo notare che il balzo di nuovi casi COVID-19 non rendeva sicura la decisione di riaprire il centro, nella data stabilita del prossimo 17 luglio.

Pentagono pubblica lista società controllate da esercito Cina che rischiano sanzioni: tra queste anche Huawei

Nuove tensioni nei rapporti Usa-Cina.Il Pentagono ha dato l’autorizzazione a pubblicare la lista di quelle società cinesi che sono controllate o possedute dall’esercito cinese e che, per questo motivo, potrebbero essrte colpite da sanzioni finanziarie. La lista include Huawei, Hikvision, China Mobile e altre società telecom cinesi. I nomi sono stati riportati da Reuters sulla base di una fonte anonima e di alcuni documenti riservati a cui l’agenzia di stampa ha avuto accesso.

Ue risponde a minaccia Trump di nuovi dazi: ‘infligge danno non necessario’

L’Unione europea ha risposto alla minaccia lanciata dall’amministrazione Trump, annunciata ieri, di considerare l’eventualità di imporre nuovi dazi sui prodotti europei. La commissione europea ha definito la minaccia americana un fattore che “crea incertezza per le aziende e infligge un danno non necessario a entrambe le regioni dell’Atlantico”.

Fmi: Pil Usa rivisto al ribasso sia per il 2020 che per il 2021 a -8% e +4,5%

Nel 2020 il Pil degli Stati Uniti soffrirà una contrazione dell’8%, per poi salire del 4,5% nel 2021. E’ quanto emerge dal World Economic Outlook appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale. Rispetto alle proiezioni del mese di aprile, il dato del 2020 è stato rivisto al ribasso di 2,1 punti percentuali, mentre il dato del 2021 è stato rivisto al ribasso di 0,2 punti percentuali.

Fmi: Pil Eurozona rivisto al ribasso nel 2020: tonfo -10,2%, poi +6% in 2021

Nel 2020 il Pil dell’area euro soffrirà un tonfo del 10,2%, per poi salire del 6% nel 2021. E’ quanto emerge dal World Economic Outlook appena diffuso dal Fondo Monetario Internazionale. Rispetto alle proiezioni del mese di aprile, il dato del 2020 è stato rivisto al ribasso del 2,7 punti percentuali, mentre il dato del 2021 è stato rivisto al rialzo di 1,3 punti percentuali.

Fmi: Pil globale -4,9% nel 2020, +5,4% nel 2021. Impatto COVID più forte delle attese

Dopo la crescita del 2,9% riportata nel 2019, il Fondo Monetario Internazionale prevede per il Pil globale una contrazione del 4,9% nel 2020, a causa degli effetti della pandemia del coronavirus e del conseguente lockdown. Il Pil recupererà poi nel 2021, salendo del 5,4%. E’ quanto emerge dal World Economic Outlook appena diffuso. La nuova stima sul Pil globale è inferiore di 1,9 punti percentuali rispetto a quella contenuta del WEO del mese di aprile.“Nella prima metà del 2020, la pandemia COVID-19 – si legge nel rapporto – ha avuto un impatto sull’attività più negativo di quanto anticipato, e la ripresa sarà più graduale rispetto alle attese. Nel 2021 la crescita globale è prevista a +5,4%. Questo signidica che il Pil del 2021 sarà inferiore di 6,5 punti percentuali circa rispetto all’outlook pre COVID-19 stilato a gennaio del 2020. L’impatto avverso sulle famiglie a basso reddito è particolarmente acuto, e metterà in pericolo il progresso significativo che era stato fatto a partire dagli anni ’90 nel ridurre la poverà estrema nel mondo”.

Torna il panico a Piazza Affari e Wall Street, FMI vede nero per il PIL 2020. Sul Ftse Mib tonfo di ENI e Unicredit

Giro di boa settimanale in forte calo per Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso sui minimi di giornata a 19.162 punti, con un tonfo del 3,42%. Pesa l’andamento molto debole di Wall Street con i principali indici che viaggiano con cali tra il 2,5 e il 3%. Gli investitori temono che l’economia USA paghi l’aumento dei casi di coronavirus. Lo stato di Washington ha reso obbligatorie le mascherine nei luoghi pubblici, mentre molti altri stati degli Stati Uniti hanno visto casi record, tra cui Arizona e Texas, dove le restrizioni intese a rallentare la diffusione della malattia sono state revocate in anticipo.
“Negli Stati Uniti continua a preoccupare la situazione epidemiologica, con alcuni stati (California e Texas) che ieri hanno registrato il livello record di nuovi contagi giornalieri, oltre le 5.000 unità”, sottolineano gli strategist di Mps Capital Services indicando che nel frattempo “il governo americano continua a lavorare a una nuova misura di stimolo che stando alla parole del Segretario del Tesoro, Mnuchin, potrebbe già essere approvato a luglio”.

FMI taglia le stime per il 2020

L’accelerazione al ribasso dei mercati è coincisa poi con le previsioni molto pessimiste del Fondo Monetario Internazionale che prevede per il Pil globale una contrazione del 4,9% nel 2020, a causa degli effetti della pandemia del coronavirus e del conseguente lockdown. Il Pil recupererà poi nel 2021, salendo del 5,4%. La nuova stima sul Pil globale è inferiore di 1,9 punti percentuali rispetto a quella contenuta del WEO del mese di aprile.

Per l’Italia la stima del FMI è di un crollo del Pil del 12,8% quest’anno, peggio rispetto al -10,8% atteso per l’Eurozona. Per gli Usa atteso un calo dell’8%.

Forti cali per le big di Piazza Affari, tra le banche limita i danni Intesa Sp

A Piazza Affari cali di oltre il 4% per big quali Unicredit, FCA e Telecom Italia. Ancora peggio ha fatto ENI con -4,73% in scia al tonfo del petrolio (quasi -6% il WTI). Tra le banche la peggiore è stata Banco BPM con -5,3%. Intesa Sanpaolo ha invece contenuto i cali a -2,61%.La Consob ha riavviato a partire da oggi i termini del procedimento riguardante l’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, i cui termini istruttori avranno scadenza il 28 giugno. Il nulla osta alla pubblicazione del Documento di Offerta possa essere rilasciato dalla Consob nel corso di questa settimana.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib compresa Atlantia (-2,61%) che per gran parte della giornata si era mossa in rialzo sulle speranze che un accordo tra il governo e Atlantia su Aspi fosse più vicino. Il quotidiano Repubblica riporta che esisterebbe una soluzione che vedrebbe insieme un progetto industriale e politico importante, con cui Atlantia dovrebbe scendere nelle partecipazioni e arrivare ad una quota di minoranza con l’ingresso di nuovi soci come Cassa Depositi e Prestiti e il fondo F2i. Secondo Equita, per Atlantia l’accordo è importante in questa fase di incertezza per l`effetto Covid-19 sul traffico, l’elevato leverage, il rating junk e le incertezze introdotte dal Milleproroghe

Future Usa deboli, salgono timori per possibile nuova ondata contagi

Per Wall Street si preannuncia un avvio di scambi in calo. Lo testimonia l’andamento dei future Usa che si muovono sotto la parità, con il contratto sul Dow Jones che cede quasi l’1 per cento. Il tema dominante sono le preoccupazioni legate alla pandemia di coronavirus nel mondo, e in particolare ai nuovi contagi negli Stati Uniti che fanno temere l’arrivo di una nuova ondata. Con inevitabili ripecussioni sulla sfera economica: una nuova ondata potrebbe rimettere in moto la macchina delle restrizioni, come avvenuto nei mesi scorsi.“Negli Stati Uniti continua a preoccupare la situazione epidemiologica, con alcuni stati (California e Texas) che ieri hanno registrato il livello record di nuovi contagi giornalieri, oltre le 5.000 unità”, sottolineano gli strategist di Mps Capital Services indicando che nel frattempo “il governo americano continua a lavorare a una nuova misura di stimolo che stando alla parole del Segretario del Tesoro, Mnuchin, potrebbe già essere approvato a luglio”.

ARTICOLO CHIUSO 13 LUGLIO 2020

CON IL RAGGIUNGIMENTO DEL 1000% 1100 2009 – 11000 2020

DEL NASDAQ

GOLD IDEA

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3 pensieri su “1000% on ETF QQQ !!!”

  1. Ciao.Molto interessante l’articolo.Manca circa un 7% per raggiungere il 1000% sul nasdaq.Ormai ci siamo quasi. Arrivati li’ cosa ci aspetta dopo?FilippoInviato dal mio dispositivo Samsung

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